I love the original hybrid

di ubibi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 

“Cosa stai facendo?”

Finalmente è arrivato. Probabilmente sarà già al telefono con Stefan. Dalla faccia si direbbe di sì. Aspetterò che finisca la chiamata.

“Ucciderò te e tutti quelli che tu abbia mai conosciuto!”

Ora ne sono certa, sta parlando proprio con Stefan. Quell’ingenuo gli ha fregato le bare della sua famiglia. È ora di schierarsi e so già quale parte scegliere, la vincente! Gli vado incontro, ma mi tengo a distanza di sicurezza. “Ciao Klaus.” Si gira verso di me e mi guarda. “E tu chi saresti?” Si avvicina con incredibile velocità a me, è talmente vicino che faccio un passo indietro per riguadagnare il mio territorio. “Mi chiamo Annabeth. Ed è un po’ che seguo le tue vicende.” Mi mette una mano al collo e mi solleva da terra. Mi manca il respiro, ma devo resistere. “Perciò sai anche che potrei ucciderti in un istante? Dimmi chi sei e cosa vuoi.” Le parole mi escono a stento dalla bocca “S… sono un licantropo. E v… voglio essere assoldata.” Lascia di colpo la presa alla gola e cado a terra. Cerco di recuperare il fiato perso, ma ci riesco a fatica. “Interessante. Strano che tu dica così, ho seguito le tracce di tutti i lupi mannari esistenti e li ho trasformati. È meglio che tu abbia una buona spiegazione.” La gola mi brucia ancora e vorrei poter avere un altro momento per rispondere, ma so che mi ucciderà se non mi sbrigo. “Sono la figlia illegittima dell’ex sindaco Richard Lockwood. Non era possibile trovarmi, io stessa ho scoperto di essere sua figlia solo un anno e mezzo fa.” Mi rialzo in piedi “E quando sono venuta qui a cercarlo ho scoperto cosa sono.” Si avvicina ancora a me. Ma non posso indietreggiare, ho un camion dietro di me. È così vicino che riesco a sentire il suo calore corporeo. Non posso fare a meno di guardarlo negli occhi, anche se mi ero ripromessa di non farlo. Sento la mia volontà venir meno quando mi dice “Dimmi la verità sul perché sei qui e su chi ti manda.” Ho l’impressione di parlare anche se non ho ordinato io alla mia bocca di farlo “Sono qui, perché voglio diventare un ibrido e sono qui di mia spontanea volontà.” Fa un passo indietro e interrompe il nostro collegamento. Mi sento strana, ma so esattamente cos’è successo. “Perché vuoi diventare un ibrido?” Ora finalmente si fida di me, perciò non posso sprecare questa opportunità “Mi stai davvero chiedendo perché voglio diventare più forte?! E poi mi sembra che tu al momento sia un po’ a corto di ibridi, perché fare lo schizzinoso?” Ops, forse ho esagerato. La sua mano torna sul mio collo “E tu come lo sai?” Torna a mancarmi il respiro “Ero alla festa ieri sera. Te l’ho detto che è un po’ che ti seguo.” Mi guarda e dice “Prova a farmi qualche strano scherzo e sei morta, ok?” Faccio segno con la testa che ho capito e mi toglie la mano dal collo. Per la seconda volta cerco di riprendere il respiro il più in fretta possibile. Sono appena entrata in scena e già ho rischiato la vita per ben due volte. “Ti sei già trasformata?” Non riesco ancora a parlare, così faccio solo segno di no con la testa. “Allora dobbiamo risolvere il problema. Non so che reazione potresti avere senza esserti trasformata almeno una volta e come hai detto tu: sono a corto di ibridi. Non posso permettermi di lasciarti morire.” Incrocia le braccia al petto e capisco dove vuole arrivare: devo uccidere qualcuno. Sicuramente vuole iniziare la sua vendetta, perciò probabilmente qualcuno che ha a che fare con i Salvatore. Spero non Elena, morirei ancor prima di sfiorarla. Ha sempre quel vampiro alle calcagna. Cerco di capire chi sarà la mia vittima “Chi?” Mi guarda negli occhi, forse per scovare un po’ di titubanza, ma non ne troverà. Fa un sorrisetto sghembo e risponde “Bonnie Bennet.”

 

Che ne dite??? Naturalmente gli altri capitoli saranno più lunghi, non disperate! Vorrei tanto sapere che ne pensate, vi prego!

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

Prima mossa: farmi vedere. In tutto il tempo che ho passato a Mystic Falls sono stata attenta a non farmi vedere da nessuno, ma ora devo uscire allo scoperto. Magari al Grill sarò abbastanza esposta. Mentre mi muovo inizio a capire perché ha scelto Bonnie. È una strega molto potente ed è l’unica in grado di risolvere qualsiasi situazione da queste parti. Ha riportato in vita praticamente mezza città! Mi siedo al bancone e prendo da bere, aspettando che si faccia vivo qualcuno che mi possa essere utile. Mi guardo intorno, ma non c’è molta gente, solo qualche ragazzo che gioca a biliardo o a freccette e una coppietta ad un tavolo. Ma a quanto pare è la mia serata fortunata! Tyler sta entrando proprio ora e non ha una bella faccia. Viene a sedersi al bancone, a due posti di distanza da me. Mi avvicino e dico al barista “Una birra per il ragazzo, per favore.” Poi lo guardo e sorrido.

Mi guarda stranito dalla mia presenza, non so bene cos’abbia. Sono riuscita a vedere solo Caroline che veniva portata via da Matt ieri sera, ma nessuno ne ha parlato quindi scoprirò tutto ora. Continuo a sorridergli e gli dico “Sembri davvero aver bisogno di una birra. Comunque io sono Annabeth.” Prende in mano la birra che gli è stata appena portata e la porge verso di me, poi ne fa un lungo sorso. “Grazie, avevi ragione. Mi serviva. Sono Tyler.” Ma eccolo tornare subito sulla difensiva “Sei nuova in città? Non ti ho mai visto da queste parti.” E adesso? Inventa, inventa, inventa!

“È una lunga storia.” Si appoggia al bancone e mi guarda ancora più sospetto. “E tu perché sei qui?” Mi guarda sorpreso, senza capire cosa intenda.

“Ci vivo qui. Sono di Mystic Falls.”

“No. Intendevo, perché sei qui, a questo bancone, con l’aria di chi gli è appena morto il gatto?” Sorride e fa un altro sorso dalla sua bottiglia. “È colpa di una ragazza, vero? È sempre loro la colpa. Com’è vero che è sempre il maggiordomo a compiere gli omicidi.” La birra gli va di traverso e inizia a tossire e ridere insieme.

“Era proprio pessima questa! È così che agganci i ragazzi?” Perfetto. Fare la ragazzina inesperta funziona sempre in questi casi. Abbasso lo sguardo e faccio finta di vergognarmi. “Comunque sì. È colpa di una ragazza. La MIA ragazza. Non mi accetta per quello che sono.” Cioè un assoldato, ovvio. “Ok, io ho fatto la mia parte, ora tu. Come mai sei qui?” Magari basterà dirgli la verità, o almeno una parte.

“Ho scoperto da poco di essere stata adottata e che il mio vero padre è di qui. Sono venuta a cercarlo.” Sembra esserci cascato.

“Beh, non sarà difficile trovarlo. Qui ci conosciamo un po’ tutti. Chi è? Magari posso aiutarti.” A questo punto mi metto in gioco. Magari arriverò prima a Bonnie. Devo solo mostrarmi sorpresa quando lui mi dirà che è anche suo padre, che è morto e tutto il resto.

“Il suo nome è Richard Lockwood. Per caso lo conosci? Mi saresti davvero d’aiuto.” La birra gli scivola dalle mani e finisce in terra. Si schianta e il poco liquido rimasto si sparge ovunque.

“Lui è… lui ERA mio padre. È morto.” Faccio finta di essere sorpresa e di non sapere come comportarmi. Muovo continuamente le mani e prendo grandi sospiri guardandomi attorno spaesata. Una volta ho seguito un corso di recitazione ed ero piuttosto brava.

Intanto arriva un cameriere per pulire per terra e per togliere i vetri. Tyler sembra sentirsi a disagio a stare lì con tutti che ci guardano, così pago, gli chiedo scusa e faccio finta di andarmene. So perfettamente che lui si sentirà in colpa e cercherà di conoscermi. È un bravo ragazzo, lui. Come da programma sento afferrarmi il braccio “Scusa, non dovevo reagire così bruscamente. Vieni da me. Magari ne parliamo con calma.” Il pesce ha abboccato perfettamente all’amo! Ora è tempo di consolidare la presa.

Vado alla mia macchina e seguo la sua per le strade che ormai conosco a memoria. Arrivati a casa sua mi mostro sorpresa “Wow! Che casa enorme! È una figata!” Si tocca il collo imbarazzato dal complimento, ma devo davvero sembrare una ragazzina ingenua per entrare il prima possibile nel giro.

“Grazie! Scusa se qui intorno è un po’ sporco, ma ieri sera c’è stata una festa e non sono ancora venuti a pulire. Comunque vieni.” Si vede che sono abituati ai vampiri, perché non mi invita ad entrare, ma io posso farlo tranquillamente. Perciò, continuando a fingere di vedere tutto per la prima volta, entro. Una volta dentro, vedo Tyler più tranquillo, almeno ha tolto l’ipotesi vampiro dalla sua mente. Mi accompagna in salotto e mi fa sedere su un divano. “Allora, quando sei arrivata?” Ed ecco che inizia a fare domande per saperne di più. Naturalmente devo mentire per non farmi scoprire.

“Sono qui da un paio di giorni. Il tempo di sistemarmi in un albergo appena fuori città.” Ad ogni risposta che do sembra sempre più tranquillo, come se ogni domanda sia un trabocchetto.

“E da dove vieni? Spero non sia stato un viaggio lungo!” Ormai so che sono soliti fare ricerche, perciò dovrò dire la verità.

“Ecco, ora penserai che sia una strana. Vengo da Salem, ma tranquillo! Le streghe non esistono e se te lo dico io che sono di lì puoi starne certo!” Se come no e ora passa un asino che vola fuori dalla finestra! Vedo lo stesso pensiero attraversare anche lui, ma non può svelarmi niente, perciò accenna una risata e poi torna all’attacco.

“E come hai scoperto di essere stata adottata?” Sto per inventarmi chissà quale storia quando dice “Scusa. Non dovevo chiedertelo. Ci conosciamo appena!” Gli sorrido per tranquillizzarlo “Tranquillo! So che significa. Anch’io muoio dalla voglia di farti mille domande su tuo padre, cioè su NOSTRO padre. Ma quindi noi siamo fratellastri?” Mi prendo la testa tra le mani, come a segnare che sono sovrastata da tutte queste novità. “Sta succedendo tutto così in fretta!” All’improvviso suona il campanello. Proprio ora che iniziavo a frugare nella sua vita! “Scusami un attimo, vado a vedere chi è.” Va verso l’entrata e torna in salotto con Caroline. Mi alzo e le sorrido pronta a presentarmi, ma lei mi guarda male e si gira verso Tyler in cerca di spiegazioni. “Lei è Annabeth. È una storia lunga.” Le continuo a sorridere e le stendo la mano, ma lei la stringe malamente.

Per rimediare, Tyler offre da bere ad entrambe, dicendo che stavamo affrontando una conversazione difficile e che un po’ di alcool avrebbe risolto il problema. Insomma, un modo gentile per chiedermi se ne può parlare con lei. Allora inizio a riassumere la mia storia a Caroline che mi guarda sempre più imbarazzata per la gaffe di prima. Tyler mi guarda riconoscente. La biondina pensa comunque di doverci lasciare soli, ma non sono pronta per continuare l’interrogatorio di Tyler, perciò mi alzo e saluto. “No, dai. Fermati un altro po’. È ancora giorno!” So cosa stanno cercando di fare. Stanotte c’è la luna piena. Da quando ho scoperto la natura del mio vero padre, cerco di stare il più attenta possibile a queste cose. Decido di fermarmi, così tolgo ogni dubbio sulla mia natura innocente. Restiamo per tutta la sera noi tre a chiacchierare, ma riesco a notare la tensione tra i due. Chissà cosa mi sono persa!

Ordiniamo delle pizze. Chiedo se dobbiamo aspettare sua madre, ma a quanto pare è da alcuni amici e tornerà tardi. Poi Tyler mi parla di suo padre e scopro che è proprio come l’ho potuto osservare nei suoi ultimi giorni. Omette la parte violenta, magari pensa che ne debba avere una buona impressione! Così mi dice solo le cose belle: che era il sindaco della città, un membro stimato della comunità e che fa parte delle famiglie fondatrici. Proprio quando sto per chiedergli di più su quest’ultimo dettaglio, mi arriva un messaggio di Klaus “Dove sei? Torna qua.” Molto coinciso, ma chiaro. “Ehi è mia madre, vuole che la chiami. È molto apprensiva e non era d’accordo con questo viaggio. Vado, si preoccupa se non mi sente.” I due si alzano per salutarmi “Grazie mille, Tyler! Dopo questa chiacchierata mi sembra di iniziare a conoscerlo un po’. Spero ti vada di rivederci qualche volta prima che riparta.” Sia lui che la vampira mi sorridono compassionevoli della mia situazione.

“Certo! Per qualunque cosa puoi chiamarmi.” Così ci scambiamo i numeri di telefono e anche Caroline mi lascia il suo. Poi li saluto, ringrazio per un ultima volta ed esco.

Una volta fuori mi decido a capire cosa sia successo tra i due. Klaus aspetterà un attimo! Mi inoltro nell’aiuola per poter arrivare alla finestra del salone, ma inciampo in qualcosa. Sto per cadere, ma riprendo l’equilibrio all’ultimo momento. Faccio luce con il telefono per vedere cosa ho urtato. Questo sì che piacerà a Klaus!!

 

Eccomi di nuovo qua con il primo capitolo! Che ne pensate? Cosa può aver trovato la nostra cara Annabeth?? Dai non è difficile!

Grazie a tutti quelli che hanno letto il prologo, l’hanno recensito e l’hanno messo tra seguite/preferite! Era da tanto che non scrivevo, perciò conta molto il vostro supporto!

Cercherò di aggiornare presto! Baci!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

“Dove sei stata?!” Si gira verso di me furioso. Non posso sopportare oltre il fatto che lui abbia la coda di paglia. Io so che gli sarò fedele e ormai deve iniziare a crederci anche lui. “Scusa se non ti ho avvertito. Sono andata al Grill e ho incontrato Tyler, poi sono stata a casa sua ed è venuta anche Caroline. Ero con loro quando mi hai mandato quel messaggio.” Si avvicina velocemente a me e mi sbatte contro le porte del camion “Pensi davvero di potermi imbrogliare così? Forse non è abbastanza che mi stai dietro, come dici tu.” La botta mi fa mancare per un attimo il respiro, ma ormai ho capito che mi ci dovrò abituare, finché non si fiderà di me. “Ti stai già mettendo d’accordo con loro per farmi fuori? O quando sei venuta da me, avevate già organizzato tutto? Tanto l’unica arma che può uccidermi è diventata cenere ieri notte, perciò dì ai tuoi amichetti che è tempo di arrendersi.” Ed è qui che sbaglia. Si fa indietro per lasciarmi un po’ di spazio.

“Ieri mi hai soggiogata per capire il motivo per cui ero venuta da te, perciò sai di poterti fidare. Ma ti capisco, ultimamente non hai avuto molti compagni fedeli. Perciò,” dico prendendo una cosa dalla mia borsa “ecco un altro motivo per doverti fidare di me.” Mi guarda incerto se crederci o no. In mano ho il paletto di quercia bianca che doveva essere diventato cenere. “Allora, che dici? Per una volta, puoi iniziare a fidarti di me?” Continua a fissare le mie mani, incerto sul da farsi. “Penso che, come tutte le cose che vi riguardano, anche questo si rigeneri.”

“Dammelo.” Prende il paletto e si allontana un po’ per osservarlo meglio. Neanche un grazie? Beh il mio sarcasmo non può tacere!

“Beh prego, Klaus. Non ho bisogno dei tuoi ringraziamenti. Vuoi farmi un regalo? Addirittura? Ma no! Non ce n’è bisogno. D’altronde sono qui per…”

Interrompe il mio monologo solo girandosi e guardandomi. Inconsciamente inizio davvero ad aver paura di lui! “Grazie. Hai dove dormire?” Per caso è un modo per scusarsi? Beh mi accontento. “Sì, sto in un albergo fuori città. Ed è meglio che ci vada tutte le notti, perché anche Tyler e Caroline sanno che sto lì. Mi sono sembrati un po’ incerti all’inizio, ma penso di averli convinti.” Sembra pensare a qualcosa poi dice “Andiamo da me. Mi devi raccontare cosa è successo, poi te ne torni in albergo. Non devono sospettare di niente.”

Lo seguo con la macchina fino a casa. Non avevo mai pensato ne avesse una, ma ha una logica. D’altronde anche lui deve avere un posto dove stare e tenere le sue cose e probabilmente è anche un modo per fidarsi di me. Fin’ora nessuno sapeva che avesse una casa qua. È un po’ fuori città, non ci sono molte altre case e soprattutto non è la reggia che mi aspettavo. È una casetta molto spartana, piccola, carina e poco appariscente. Nessuno penserebbe ad un ibrido millenario guardando questa casa. Fuori dalla porta mi ferma. “Ho soggiogato la donna che ci abita, così non possono entrare i vampiri nel caso scoprissero dove mi trovo. Perciò fai finta di niente, pensa che sia suo nipote.” Entriamo in casa e lui chiama la signora “Ehi nonna! Sono a casa. Ho portato un’amica.” Dopo un attimo arriva vecchietta, la prima cosa che si sente è il rumore del bastone e poi vedo affiorare lei dalle scale. L’espressione di Klaus cambia del tutto. Ora sembra un ragazzo normale che sorride alla sua nonnina e la sorreggere per evitare che cada. Ha uno sguardo dolce e caldo, non avevo mai visto questo sguardo neanche nelle rare volte in cui era solo con Rebekah. “Nonna, lei è Annabeth. È un’amica.” La signora mi guarda bene, poi dice “Ciao Annabeth. Posso offrirti qualcosa? Ho fatto dei biscotti oggi. Il nostro Klaus non è molto ospitale.” Lo guarda con aria di rimprovero e lui cerca di avere la faccia più innocente del mondo. Per un attimo penso che non stia fingendo, ma mi sembra impossibile.

“È un piacere conoscerla. Grazie, ma sto bene così.” Mi fa un ultimo sorriso, poi se ne va in salotto dove accende la tv. Il viso dell’ibrido torna ad essere quello di sempre e il cambio improvviso di espressione mi fa venire i brividi. “Vieni, andiamo di sopra.” Senza dire altro, mi accompagna fino alla sua stanza. Sembra quello di un ragazzo come un altro. Forse anche lui, come Rebekah, sente il bisogno di avere una vita normale. La camera è piccola, ma c’è tutto l’essenziale. La finestra è proprio dal lato opposto dell’entrata e lì vicino c’è il letto. Un piccolo armadio sulla destra e la scrivania sulla sinistra. Sopra alla scrivania c’è una libreria e ci sono molti libri antichi, forse anche dei grimori. Lui si siede sopra la scrivania, lasciando a me la sedia. “Allora, raccontami com’è andata e cosa è successo.” Sembra un ordine più che una semplice richiesta, ma la mia lingua ha già azzardato abbastanza per ora.

“Ero al Grill, quando è arrivato Tyler. Ho cercato di parlarci e alla fine gli ho detto che mio padre è Richard Lockwood. È rimasto scandalizzato e per non restare a parlarne davanti a tutti siamo andati a casa sua. Probabilmente sospettava qualcosa, perché non mi ha invitato ad entrare. Poi è arrivata Caroline, abbiamo parlato ancora. Hanno cercato di farmi rimanere fino a dopo il tramonto, è per questo che non sono tornata prima, per vedere se ero un mannaro, visto che c’è luna piena. Alla fine entrambi mi hanno lasciato i loro numeri e ci siamo detti che ci saremmo rivisti.” Sembra pensieroso. Mi avrà ascoltato almeno?? Non ho voglia di ripetere tutto.

“E il pugnale? Dov’era? Se l’hai rubato da casa sua, sarai la prima sospettata.” Ma mi crede proprio stupida?

“Il pugnale era dietro il cespuglio in giardino. Una volta uscita mi volevo nascondere lì, per sapere di che parlavano, ma come ho trovato il pugnale sono venuta subito da te.” L’ombra di un sorriso arriva alle sue labbra. Wow! Sto facendo passi da gigante!

“Ok. Ora torna in hotel. Domani non ci vedremo, perché ho alcune faccende da sbrigare. Mi farò sentire io.” Si alza e aspetta che io faccia lo stesso, ma rimango lì seduta. “Allora? Non torni in albergo?” Mi giro a guardarlo. Sono stufa che lui non si fidi di me. Può anche dirmelo che va a cercare le bare dei suoi parenti!

“Cosa devi fare domani?” Mi guarda abbastanza scocciato, ma non posso farne a meno. Io do fiducia solo a chi ne da a me.

“Sono io a fare domande qui. Tu non sei autorizzata.” Meglio non farlo arrabbiare di nuovo. Decido di arrendermi per stavolta, così mi alzo e mi faccio accompagnare fino al salone. “Arrivederci signora. Io vado a casa.” La nonnina si gira verso di me e con il suo sorriso amichevole, mi dice “Ciao cara. Spero di rivederti presto.” Poi continua a guardare la tv. Il biondino mi ha già aperto la porta. Alla faccia dell’ospitalità! Sto per uscire quando mi prende rudemente un braccio “Domani vado a cercare Rebekah. Non risponde alle mie chiamate.” Abbassa lo sguardo e vedo un’ombra di umanità passare sul suo volto. Poi mi guarda e torna il tiranno di sempre.

“Penso sia dai Salvatore. È lì dall’arrivo di Michael. Non so cosa le sia successo, ma è lì dentro.” Mi guarda in modo strano.

“Come lo sai?” Anche se prova a fidarsi, continua ad essere sospettoso.

“Ormai è un anno e mezzo che sono qui e so tutto quello che succede in città. Fidati. Lei è lì dentro da qualche parte.” Non riesce a mostrare oltre le sue debolezze, così mi dice “Beh grazie per l’informazione. Ora è meglio che vai. Mi farò vivo io.” Non ho neanche il tempo di salutare che mi ritrovo una porta chiusa in faccia. Beh, con il tempo migliorerà!

 

Alloooora, vedete come sono stata brava?? Ho pubblicato subito! Perciò per ricompensa mi lasciate tanti bei commenti??? Vi prego!

Comunque la nostra cara Annabeth inizia a scalfire la corazza di Klaus! Chissà che succederà… per la morte della streghetta non dovrete attendere molto comunque, soprattutto non mi aspettavo tutti questi consensi per la sua dipartita! Come mai la odiate tutti??

Ora che vi ho lasciato un po’ di quesiti a cui rispondere nelle vostre recensioni vi lascio!

Al prossimo capitolo miei cari!

 

P.S.

Per Giuppy94 ho un quesito in più: quando mi mandi la letteraaaaa?!?!?!?!?

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

“Ci vediamo domani ad Atlanta. Ti prego di venire da solo. Poi ti spiegherò tutto.”

Ecco fatto! Speriamo che stavolta Klaus mi sia riconoscente!

 

***

 

Mi arriva un messaggio da Klaus “Vieni da me. Devi conoscere una persona.” Il piano è riuscito alla perfezione, a quanto pare.

Prendo la macchina e arrivo da lui in dieci minuti. Li trovo entrambi sul portico, Rebekah ha ancora il vestito del ballo e non sembra molto contenta. Si fa subito avanti “Tu devi essere Annabeth, giusto?” Non ha l’aria amichevole, forse pensa anche lei che sia una spia di qualche genere. Beh io mi sono rotta di chi non si fida!

“Ciao! Rebekah, giusto?” Poi salgo gli scalini del portico “La casa era libera, vero?” Il fratello si fa subito sospettoso “E tu come lo sai?” È ora di prendermi i miei meriti. “Sono stata io a far allontanare Damon. Ha passato la giornata ad Atlanta aspettando qualcuno che non è mai arrivato. Ho pensato avessi bisogno di una mano per non dare nell’occhio.” L’ibrido si arrabbia. Ma perché? Pensavo gli avrebbe fatto piacere! “Io non ho bisogno d’aiuto! Potrei ucciderli tutti se volessi!” Oh, ho colpito il suo ego.

Vedo la biondina alzare gli occhi al cielo, poi mette una mano sulla spalla del fratello per cercare di calmarlo “Nik, voleva solo aiutarti.” Poi si rivolge a me “Visto che lui non te lo dirà mai, lo farò io. Grazie, Beth! Posso chiamarti Beth, sì?” E io che pensavo di esserle antipatica!

“Puoi chiamarmi come vuoi.” Klaus fa un respiro profondo, poi FINALMENTE dice “Grazie Annabeth. A volte perdo le staffe. A che punto stai? Tra 23 giorni c’è la prossima luna piena. Ti conviene muoverti.” Proprio non riesce a fare una frase intera da persona gentile? Sempre a dare ordini!

“È tutto sotto controllo. Domani incontrerò il resto di loro: Bonnie, Elena e Damon. Tyler mi ha detto che vogliono conoscermi e rendersi utili se possibile. Forse è meglio che prenda della verbena, almeno Damon non potrà soggiogarmi.” Sicuramente ne hanno un po’ “Entriamo, ce n’è un po’ in cantina.”

Dopo averla presa, Rebekah chiede “Non è che mi potresti prestare dei vestiti? Non posso rimanere con questo.” Ecco perché tutta quella gentilezza, prima. Meglio accontentarla, almeno avrò qualcuno dalla mia parte.

“Certo. Vieni da me. Puoi prendere ciò che vuoi.” Mi sorride in modo molto amichevole e ci avviamo verso l’uscita accompagnate dal fratello della mia nuova amica. “Nik, pensi davvero di voler venire?” L’ibrido ci guarda stranito da questa strana complicità tra donne.

“Perché? Non posso?” Per una volta sembra davvero umano, come con la signora che lo “ospita”, ma stavolta so che non finge.

Mi esce spontaneo un ghigno sul volto quando sento Rebekah rispondergli “Certo che puoi venire. Passerai un’ora interminabile a guardarmi scegliere e provare tutti i suoi vestiti. Anzi è meglio se vieni, almeno avrò anche la tua opinione su come mi sta ogni singola maglia e ogni singolo pantalone.” Non ho questo enorme guardaroba, ma non voglio rovinare il momento, perciò per una volta faccio tacere la mia boccaccia.

“Penso che resterò qua. Divertitevi ragazze!” Praticamente ci caccia fuori di casa e richiude la porta alle nostre spalle. Basta un’occhiata d’intesa ed entrambe scoppiamo a ridere. “Vi ho sentito! Basta sghignazzare!” Sembrano degli ordini, ma entrambe li ignoriamo e saliamo sulla mia macchina.

Una volta arrivate nella mia stanza, Rebekah si tuffa subito nel mio armadio per cercare qualcosa di decente. Durante il tragitto l’ho avvertita della scarsità del mio guardaroba, ma ha detto che le serve solo qualcosa con cui andare domani a fare shopping, perciò non avrà grandi pretese.

Mentre si prova una maglia con la scritta “I love my city”, si gira improvvisamente verso di me “Allora, cosa combini con mio fratello? Qual è il tuo piano?” Penso di non aver ben capito la domanda, ma cerco di rispondere ugualmente.

“Lo aiuterò a fare ciò che vuole e in cambio lui mi trasformerà in ibrido. Prima o poi si stancherà di me e del mio caratteraccio e io me ne andrò in giro per il mondo.”

Mentre si toglie la maglia per provarne un’altra mi chiede “Questa è la versione ufficiale. Ora dimmi la verità. Ti piace? Non vedo altro motivo per cui tu voglia unirti a lui.” Beh in effetti non avevo mai pensato a Klaus sotto questo aspetto. Devo dire che non è niente male, ma non posso neanche pensare di stare con uno che non si fida di me. “Perché penso che tu piaccia a lui. Chiunque altro sarebbe già morto o comunque non gli avrebbe mai lasciato così tanta libertà d’azione. Ti ha addirittura fatto vedere dove abita, neanch’io lo sapevo fino ad oggi!” Sento la faccia andarmi in fiamme, dopo tutte queste supposizioni inizio a pensare che magari potrebbe esserci qualcosa.

“Non lo so. Non ci ho mai pensato.” Continua per un po’ a provarsi le mie cose senza dire niente, a volte chiedendo il mio parere altre no.

Alla fine si siede sul letto accanto a me e mi dice “Ok. Ho finito. Ora parlami un po’ di te. Qual è la tua storia?” Ma tutti a farmi la stessa domanda? Sembra davvero che abbia questa grande storia da raccontare? E se ci fosse e non volessi dirla a nessuno?

“Sono nata e cresciuta a Salem, ho avuto una vita assolutamente normale, ma poi ho scoperto che il mio vero padre era di qui. Richard Lockwood. Così sono venuta qua per conoscerlo, ma non ho fatto in tempo, perché è morto. Nel frattempo, ho scoperto tutta la vita soprannaturale che c’è qui e sono rimasta a vedere come vanno le cose.” Mi sorride, ma il suo sorriso scompare subito dal volto e inizia a guardarmi in modo minaccioso.

“Credi davvero di poter fregare me? Visto che sai quello che succede in giro, saprai anche del mio ottimo intuito e so che stai mentendo.” Torna a sorridere e continua “Ma chi non ha qualche scheletro nell’armadio alla fine? Basta che tu non voglia fregare me o mio fratello, sennò ti farai molto, ma molto male, cara.” Questa ragazza mi mette i brividi! Si alza, prende le sue cose e sta per aprire la porta quando dice “Ehi ricordati cosa ti ho detto riguardo mio fratello.  Sono sicura che abbia un debole per te. Ci vediamo in giro!” Accompagna il suo saluto con un gesto della mano. Faccio appena in tempo a ricambiare il saluto che la porta davanti a me è già chiusa e io sono di nuovo sola.

 

Sì, lo so! Non è un granché come capitolo. È corto e non succede praticamente niente.

Che dite? Voi vi fidate dell’intuito di Rebekah che è convinta che Annabeth le nasconda qualcosa??  Boh, magari lo scoprirete più avanti! (io so tutto! Pappappero! xD)

Mi raccomando lasciatemi tante recensioni o stanotte arriverà il fantasma formaggino che vi mangia! (Avrei voluto dire un vampiro che vi succhierà il sangue, ma penso che ad alcune piacerebbe avere Damon in camera!!)

Baci e al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Pov damon

 

“Ci vediamo domani ad Atlanta. Ti prego di venire da solo. Poi ti spiegherò tutto.”

Stefan. È sicuramente lui. Vado lo impaletto e torno. Ha rovinato tutto con Klaus! Avevo l’occasione per ucciderlo e invece ora sarà lui a uccidere me. Ne sono sicuro.

Dannato Stefan!

Domani mattina partirò all’alba, almeno non dovrò dare spiegazioni a Elena. Non posso dirle che mio fratello mi ha contattato e vuole vedermi. Ricomincerebbe a sperare in un suo ritorno e tornerebbe a stare male. Lei non merita questo trattamento.

***

Sono le sei del mattino e sono già in macchina, in viaggio per Atlanta. O non ci impiegherò molto, ma voglio proprio sapere cos’ha da dirmi.

Il messaggio è stato vago, ma so perfettamente dove andare. Il bar dove sono stato con Elena, è l’unico posto che ho in comune con Stefan, è lì che andavamo sempre.

Appena entro, la mente viene sommersa dai ricordi di quella giornata con Elena. Quanto ci siamo divertiti! Almeno finché non hanno provato ad uccidermi, ma è lì che ho visto per la prima volta quanto Elena tenga veramente a me.

Basta pensare a lei. Lei è di Stefan e purtroppo sarà sempre sua. Come lo è stata Katherine. Ma cos’ha lui più di me?

Vado al bancone e prendo un bicchiere di whisky, mentre aspetto che sia mio fratello.

E se non fosse lui? Se fosse una trappola di qualcuno? Cazzo! Ho pensato subito a lui, mi è sembrata la cosa più ovvia, non ho pensato ai tanti nemici che ho, primo di tutti Klaus. Mi guardo intorno, ma tutti sembrano farsi gli affari propri.

Passano le ore e ancora nessuna traccia, né di Stefan, né di altri. Forse ho sbagliato posto, magari sta aspettando da qualche altra parte. Poteva essere un po’ più specifico, però! Sto per alzarmi e andarmene, quando vedo una ragazza mora ballare con alcune amiche in un angolo. Conosco la canzone.

http://www.youtube.com/watch?v=sxJ7swfNkYw

Si muove in modo molto sensuale e vengo attratto da lei e dai suoi movimenti sinuosi. Sembra quasi che la mente non risponda più al resto del corpo, mi alzo e le vado incontro. Non capisco cosa mi stia succedendo. Forse è semplicemente il momento di staccare la spina per un po’. Basta pensare a Stefan, basta pensare a Elena, basta pensare a Klaus. Ho voglia solo di tornare ad essere come prima di tutto questo, senza preoccuparmi di nessuno, se non di me stesso.

La raggiungo, ma lei non si accorge di me. È troppo presa dalla musica per accorgersi di me. Ma le sue amiche mi vedono e subito smettono di muoversi e mi fanno largo, come a darmi il consenso per poterla avvicinare.

Quasi non mi riconosco, negli ultimi mesi sono stato impeccabile, forse ne ho davvero bisogno. Basta pensare anche a questo. Ora sono in gioco e devo giocare.

Mi avvicino di più a lei, ha le mani in aria e le braccia si muovono a tempo di musica. Come se fossero una calamita, le prendo con le mie. Lei si spaventa e si gira verso di me. Mi guarda un po’ spaventata, ma la musica è più forte e il suo corpo non ha ancora finito di sfogarsi. Riprende a ballare, così mi avvicino ancora di più a lei. Ormai siamo così vicini che i nostri corpi si sfiorano e ad ogni contatto mi sento sempre più attratto.

Inizio a ballare con lei. Le prendo le mani e le alzo al cielo per poi segnare il contorno delle sue braccia e lasciarle una striscia infuocata al tocco delle mie dita. Le mie mani proseguono fino al suo bacino e una volta raggiunto, lo porto ancora più vicino al mio. Le sue mani finiscono intorno al mio collo e inizia ad ancheggiare sfiorandomi sempre più spesso la zona sensibile. Inizia a farsi sentire anche la sete. Per non rischiare di morderla lì, davanti a tutti, mi allontano un po’ da lei e le faccio fare un giro su se stessa. Non riesco a non ammirare il suo corpo perfetto.

Non riesco a fare a meno di starle vicino, così la riprendo per i fianchi e sembra che a lei non dispiaccia.

Cavolo, non so neanche il suo nome, ma in questo momento riesco a pensare solo a quanto è bella e a godermi il momento.

Continuiamo a ballare fino alla fine della canzone. Poi è come se mi risvegliassi. Ma che sto facendo?! Le faccio un inchino e sto per andarmene, quando mi attira a sé e mi da un bacio sulla guancia. “Grazie straniero.” Ha un accento strano. Forse non è americana. Mi lascia la mano e torna dalle sue amiche che ridono contente per lei.

Sto per andarmene da locale per non avere scocciature, ma non saprei dove altro andare per cercare Stefan. Se è lui verrà qui, d’altronde non mi ha dato neanche un orario. Così torno al bar e ordino ancora da bere. Ripenso subito a quello che ho appena fatto. Se Elena mi avesse visto si sarebbe sicuramente ingelosita. Elena. Ma perché continuo a pensare a lei?

Il filo del mio discorso viene interrotto da qualcuno che mi batte sulla spalla. “Posso sapere almeno come ti chiami?” è lei, la ragazza di prima. Ora ne sono sicuro. Non è di qui, forse è italiana o qualcosa del genere. Beh avrà un aneddoto da raccontare quando tornerà a casa. “Damon.” Le sorrido con quello sguardo che ha sempre fatto cadere le donne ai miei piedi. E lei fa lo stesso. La vedo praticamente sciogliersi davanti a me. Mi tende la mano e dice “Maria.” La stringo e continuo a sorriderle. Sento le sue amiche da lontano parlare nella loro lingua. So un po’ d’italiano, ma non abbastanza da capire cosa dicano. “Mary è stato un piacere ballare con te.” È una turista in vacanza con le amiche. Un po’ inesperta o saprebbe che non bisogna parlare con gli sconosciuti.

Vedo la sua faccia rattristarsi un po’ quando capisce che non sono interessato. Mi saluta con la mano e torna dalle amiche. Alza loro le spalle e fa capire che è andata male. Mi sento un po’ in colpa, così dico al cameriere di portare da bere a tutte e 4. Sono solo io a bere alle 3 di pomeriggio? Boh, intanto la buona volontà ce l’ho messa.

Le guardo, mentre le arriva da bere. Le sue amiche scoppiano in risatine maliziose, lei mi guarda e alza il suo bicchiere per brindare. Alzo anche io il mio, poi entrambi torniamo ai nostri affari.

Chissà dove sarà finito Stefan. Se almeno mi avesse lasciato un numero. No, lui è quello che manda i messaggi con le schede prepagate. E se gli fosse successo qualcosa? Rimarrò ancora per 3 ore poi prendo la macchina e torno a Mystic Falls. Se mi voleva parlare poteva ricordarsi prima. Già mi toccherà spiegare a Elena dove sono stato e odio mentirle. E poi non stiamo insieme e mi toccano tutti gli svantaggi come se fossimo una coppia. Sempre a farle sapere dove sono stato, cosa ho fatto e tutto il resto. Beh stavolta non sarà così, anche perché sennò darebbe in escandescenza!

Il tempo passa lentamente, ma alla fine arrivano le 6. Mi sono rotto di stare qui ad aspettare che si presenti qualcuno. Farò un giro veloce per la città, poi torno a casa.

Non c’era nessuno neanche in giro, così ora sto a 180 km/h su una strada normale per tornare di corsa a casa. Elena mi ha mandato un messaggio dicendo che sarebbe passata da me fra un’ora. Se non sarò a casa mi toccherà darle delle spiegazioni.

Arrivo e ho appena il tempo di versarmi da bere che sento suonare il campanello. Vado ad aprire ed è lei. Perfetto, la mia giornata rimarrà segreta, per sempre.

Ooook, che ne dite di questo capitolo?? Non c’entra niente con la storia, ma era un modo per spiegare meglio, perché Damon si sia allontanato così facilmente da casa. Tranquille, dal prossimo capitolo si tornerà alla nostra storia.

Ho pensato solo che Damon si stia trattenendo troppo ultimamente e che gli servisse un po’ di svago! Per caso tra di voi c’è qualcuna che si chiama Maria?? Ah già, tranne me. Oh che caso che la ragazza con cui balli Damon si chiami proprio come me! xD

E niente, anche se è solo un capitolo di passaggio voglio sapere che ne pensate, perciò recensite o stavolta viene davvero il fantasma formaggino!!!

Baaaaaaci!

P.S. il capitolo è dedicato alla cara Charly_18!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Sono già passate due settimane da quando mi sono alleata con Klaus e Rebekah e sono riuscita ad inserirmi perfettamente tra gli amici di Bonnie. Persino Damon mi adora! Ora è arrivato il momento. Nessuno sospetterà di me. La streghetta ha trovato subito in me una perfetta confidente e amica. Doveva pur parlare con qualcuno della storia finita male con Jeremy e visto che Elena è fuori discussione e Caroline è troppo impegnata a rimettere insieme i pezzi con Tyler, chi meglio di me? Oggi devo andare da lei, sarà semplice. Sono riuscita a procurarmi del curaro. Un veleno molto potente che viene estratto dalle piante, soprattutto dalla cicuta. Bastano 100 mg per una morte assicurata e non ha segni visibili, perché blocca semplicemente il sistema respiratorio.

Non potevo rischiare di fallire con un misero incidente per le scale. Mi è rimasta poco più di una settimana prima della luna piena.

Arrivo da Bonnie alle 4 in punto, come deciso. “Ciao Bonnie! Come va?” Lei mi saluta e mi fa entrare. Non sospetta neanche di quello che le sta per accadere.

“Beh sono stata a scuola, come pensi che possa essere andata? Beata te che hai già finito!” In realtà non l’ho finita, ma lei questo non può saperlo.

“Beh i privilegi di avere 22 anni. Niente scuola! Ma quando tornerò a casa dovrò iniziare a cercarmi un lavoro.”

Chiacchieriamo un altro po’ del più e del meno davanti alla tv, ma la mia agitazione diventa tangibile “Ehi tutto ok? Mi sembri un po’ strana oggi. Successo qualcosa?” A quanto pare devo darmi un contegno o scoprirà che nascondo qualcosa!

“No, niente. Ho solo un po’ freddo. Che ne dici di una cioccolata calda?” Perfetta per metterci del veleno, aggiungerei.

“Sìì, ho proprio bisogno di cioccolato! Andiamo a prepararlo.”

Mentre prepariamo la cioccolata, continuiamo a parlare, ora si passa ai ragazzi! “Sai, Jeremy era così dolce con me e lo è stato fino all’ultimo. Forse, e dico forse, dovrei perdonarlo, che ne pensi?” Penso che tra un po’ non avrai più di questi problemi! Un po’ mi dispiace, è comunque una vita che si spezza, ma serve ad uno scopo, perciò devo farlo!

“Forse hai ragione. Non vi ho mai visti insieme, ma penso che stareste molto bene! E poi, hai detto che questa presunta rivale ha cambiato città, no? Allora sarebbe perfetto. Con il tempo la dimenticherà!” Ha cambiato città? Se come no. Cerca di darla a bere a me!

Una volta pronte le nostre tazze mi offro per portarle di là, mentre lei mette su un film. Prendo la polverina dalla tasca dei pantaloni e la mescolo nella tazza della moretta. Il tizio che me l’ha venduta ha detto che è inodore e insapore. Spero sia vero, perché se si rende conto della verità è la fine per me!

Torno in salotto e sto attenta a darle la tazza giusta, non voglio di certo morire! Fa partire il dvd e poi da il primo sorso alla cioccolata. Sembra non accorgersi di niente, perciò mi rilasso un po’. Il film si chiama Mansfield Park, non l’ho mai visto, ma fortunatamente ho letto il libro, in questo momento non riuscirei proprio a stare attenta alla trama. (NdU guardate un po’ nella filmografia di Joseph Morgan… xD) Ogni volta che vedo Bonnie prendere un sorso dalla tazza rimango col fiato sospeso ad aspettare che succeda qualcosa.

Finalmente a metà film, la vedo appoggiare la tazza sul tavolino davanti a noi ed iniziare a toccarsi il petto. Mi prende un braccio in cerca di aiuto “Beth, non… non riesco a respirare.” Fingo di essere presa dal panico e chiamare un’ambulanza, ma in realtà sono un po’ eccitata. La sua morte sarà la mia rinascita.

Quando vedo che sta davvero per morire chiamo l’ambulanza.

Non arriveranno mai in tempo, ma almeno devo far credere di averci provato. Intanto corro in cucina a lavare le tazze e tutto il necessario per la cioccolata. Damon riuscirebbe subito a sentire qualcosa di strano, se ci provasse.

Finisco di lavare le cose appena in tempo, perché subito dopo inizio a sentire la sirena dell’ambulanza che si avvicina. Torno in salone dove, ormai esanime, giace la strega. Le metto due dita sul collo per accertarmi che sia morta e non sembra esserci battito cardiaco.

Un dolore improvviso mi pervade il petto, mi manca il respiro per quanto è forte e mi costringo a non urlare. Il dolore si espande in tutto il corpo, soprattutto in testa, e mi fa finire in ginocchio. Poi di colpo smette e tutto torna normale. Mi guardo in uno specchio di fianco a me e vedo il mio viso rosso e gli occhi di uno strano colore giallo.

Le sirene sono sempre più vicine. Cerco di riprendermi e come li sbatto, gli occhi tornano normali. Mi rialzo cercando di riprendere fiato e ricompormi un po’. Poi apro la porta ed esco. Mi sbraccio per far capire la direzione giusta. Tanto ormai è troppo tardi. Due infermieri escono di corsa dall’ambulanza ed entrano. Trovano subito il corpo. Uno dei due controlla il polso e urla all’altro di prendere immediatamente un defibrillatore. Guardo tutto dall’ingresso, con volto spaventato. L’altro torna subito con un aggeggio in mano che penso sia quello che gli ha chiesto il collega. Fanno dei tentativi, ma dopo un po’ si arrendono e mi guardano tristi.

Ho ucciso una persona. Come questa nuova verità mi assale, mi vengono le lacrime agli occhi e inizio a piangere. Gli infermieri pensano sia per la mia amica e uno di loro viene da me a consolarmi, mentre l’altro avvisa l’ospedale di aver fallito. Pensano che anch’io sia una vittima della situazione, non che sia la carnefice. Si sbagliano, si sbagliano di grosso.

Chiamo subito Tyler che mi dice che fra poco sarà lì. Prima di lui arriva Caroline insieme a Damon ed Elena. Devo avere l’aria davvero distrutta, perché corrono tutti a consolare me. Damon sembra il più distaccato e inizia ad osservare la stanza per capire cosa è successo. Ho fatto bene a lavare le tazze e a togliere ogni segno della mia colpevolezza. Dopo aver dato un’occhiata viene da noialtre in cucina. Mi prende per le spalle, mi guarda fisso negli occhi e con sguardo dispiaciuto mi chiede “Cos’è successo esattamente?” Racconto tutto ciò che ho visto.

“Stavamo vedendo un film e ad un tratto lei ha iniziato a dire che non riusciva a respirare. All’inizio ho pensato che non stesse accadendo niente di grave, ma poi ho chiamato l’ambulanza. Ma quando è arrivata era troppo tardi.” Scoppio a piangere un’altra volta. Ho stroncato la vita di una persona! Damon mi abbraccia e appoggia il suo mento sul mio capo.

Mi sento un mostro. Sono tutti qui a pensare a me che l’ho vista morire, invece di pensare loro stessi alla morte della loro amica.

Intanto arriva Tyler insieme ai genitori di Bonnie. La madre appena entra e vede il corpo della figlia coperto da un telo, ha un malore e il padre è costretto a farsi forza per sostenere la moglie.* Tyler viene subito da noi e dopo aver abbracciato Caroline, abbraccia anche me.

Più passa il tempo, più mi sento uno schifo. Poi il tempo inizia a scorrere veloce e vedo persone andare e venire da casa. Capisco solo che non le sarà fatta un’autopsia, perché sembra aver avuto un arresto cardiaco, molto strano alla sua età, ma comunque una morte apparentemente naturale. Questo mi fa tirare un sospiro di sollievo. Se avessero scoperto il veleno, l’avrebbero ricondotto subito a me.

Ad un tratto guardo fuori ed è notte. Non so che ore siano, così guardo l’orologio e vedo che è molto tardi. Sarei dovuta essere già da Klaus. Cerco di alzarmi dalla sedia dove ho passato il pomeriggio, ma ho un giramento di testa che mi costringe a stare seduta. Damon se ne accorge e dice a Tyler di riaccompagnarmi a casa. Stiamo tutti ai suoi ordini, è l’unico che non è sconvolto dalla situazione. Ha visto tanta gente morire e non teneva più di tanto a Bonnie. Tyler obbedisce e mi porta alla sua macchina. Decidiamo che la mia la verrò a riprendere domani. Oggi non riesco a guidare.

Non so quanto tempo dopo arriviamo all’hotel. “Vuoi che resti con te? È stata una giornata pesante.” Devo vedere Klaus, non posso farlo restare.

“No grazie. È stata dura anche per te e poi Caroline ha bisogno di te in questo momento. Torna da loro. Io me la caverò.” Mi abbraccia ancora una volta e poi scendo dalla macchina. Lo saluto ed entro in albergo. Mentre vado in camera penso che dovrei chiamare Klaus, perché non ho la macchina e non posso andare da lui, dovrà venire lui da me. Non sapeva che avrei agito oggi, sicuramente sarà arrabbiatissimo perché sono scomparsa per tutto il pomeriggio. Decido di occuparmi di lui più tardi. Ora ho bisogno solo di una bella doccia calda. Ma appena apro la porta della stanza vedo la luce già accesa e poi una furia mi viene incontro “Dove sei stata? Eri praticamente irraggiungibile!” Poi mi guarda in volto e capisce. La sua rabbia si placa all’istante. In queste settimane è diventato sempre meno sospettoso e sempre più umano nei miei confronti. Forse Rebekah aveva ragione a dire che aveva un debole per me. O forse aveva solo bisogno di qualche amico di cui fidarsi. “L’hai fatto, vero?” Riesco solo a fare sì con la testa. Sento ancora quel nodo in gola che non passa. Chiudo la porta dietro di me per cercare di distrarmi, ma mi porta alla conseguenza opposta, perché subito torno a piangere come prima. Klaus inizialmente sembra incerto sul da farsi, poi si avvicina e mi abbraccia. A questo punto lascio uscire tutte le lacrime che ho in corpo e più i singhiozzi si fanno forti, più il mio amico mi stringe a sé. Inizia ad accarezzarmi la testa con una mano per farmi calmare e io lo abbraccio con tutte le mie forze. Mi aggrappo alla sua maglia fin quasi a strapparla. “Passerà Annie. Il senso di colpa passerà.” Annie, mi ha davvero chiamata “Annie”?! Finora aveva usato sempre e solo il mio nome per intero, in questo momento dovrebbe essere l’ultima cosa a cui pensare, ma mi sembra una cosa importante da notare.

Rimaniamo così per un tempo che mi sembra infinito, anche una volta finite le lacrime. Avevo davvero bisogno di sfogarmi con qualcuno in questo momento. Dopo un po’ alzo lo sguardo per poterlo guardare in volto e riesco a sussurrare “Grazie.” Mi fa un sorriso carico di dolcezza, non ne avevo mai visto uno così da parte sua, soprattutto non rivolto a me! I nostri sguardi sembrano incatenati e senza accorgercene ci stiamo avvicinando molto lentamente. Le nostre labbra stanno per sfiorarsi quando il suono di un cellulare ci riporta alla realtà. Ci allontaniamo molto velocemente, lui più di me. Il telefono è il suo. È Rebekah. “Dimmi… Sì, l’ho saputo, sono da lei… A tra poco.” Riattacca e inizia a fissarmi. Ho il viso in fiamme e l’imbarazzo mi assale. Stavamo per baciarci! Lui fa finta di niente e dice “Era Bekah. Devo tornare a casa. Ci sentiamo in questi giorni.” E scompare ancor prima che lo possa salutare.

 

*Visto che non sono mai stati nominati i genitori di Bonnie nella serie tv, non so ancora se sono separati come nei libri. Ho preferito mostrarli insieme. Fatemi sapere se magari mi sono persa qualcosa.

 

Allooooora, che ne pensate del capitolo? Finalmente è morta la streghetta e a quanto pare eravate tutti contenti di questo. Non c’è proprio nessuna fan di Bonnie?? Fatevi avanti, dai!

E del finale che mi dite? Quante di voi vogliono uccidere Rebekah, ora?? Ahahah

Visto che oggi è il compleanno di Lauren Cohan, Rose per intenderci, questo capitolo è dedicato a lei. Naturalmente per il prossimo dovrete aspettare una settimana, perché sarà per il compleanno di Ian anche se il regalo gliel’ho già fatto nel capitolo scorso! xD

Vedremo forse cambio idea, pubblico prima e il regalo lo faccio a voi!

Comunque commentate mi raccomando!

A presto!

Baci da parte di Klaus e Annabeth! (Visto che fra di loro niente, almeno baciano voi! xD)

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Sto tornando ora all’hotel dal funerale di Bonnie. È stata una cerimonia tranquilla, anche se c’è stata una marea di gente. Tutti i suoi compagni di scuola, i suoi amici. Più passa il tempo e più mi rendo conto di quello che ho fatto, ma ormai non posso tornare indietro. Anzi, fra pochi giorni ci sarà la luna piena e dovrò essere pronta. So che soprattutto la prima trasformazione è molto dolorosa, ma non ho paura, perché poi avrò quello per cui sto lottando. Potrò diventare un ibrido. Sto ancora pensando a questo magico giorno quando apro la porta della mia stanza e mi trovo davanti Rebekah. “Ehi Beth! Allora, come va? Il mio fratellone mi ha detto di passare a dare un’occhiata. Sembrava preoccupato.” Al sentir nominare Klaus sento un brivido giù per la schiena. Non l’ho più visto dopo quella sera.

“Meglio, grazie.” Chiudo la porta della camera dietro di me e mi vado a sedere sul letto vicino a lei.

“Bene! Senti, per caso è successo qualcosa tra te e Nik? Prima coglieva ogni occasione per vederti, invece ora sembra evitarti.” Chiede tutto con molta nonchalance, ma in fondo sa già la risposta. Questo non significa che debba dirle la verità!

“No, niente. In effetti mi chiedevo anch’io perché non si facesse vedere.” Ma lei è quella con l’intuito! La vedo sgranare gli occhi e poi girarsi verso di me.

“Vi siete baciati, vero?? Lo so che è così! Magari siete andati anche oltre, eh?? Che sporcaccioni che siete!” Eccola lei, sempre ad esagerare! Non c’è stato neanche un bacio!!

“Veramente ti sbagli! Non ci siamo neanche baciati.” Beh, è la verità, no? Magari è meglio non dire che non è successo solo perché LEI ci ha interrotti.

“Bah, faccio finta di crederti. Allora puoi andare tranquillamente da lui e iniziare a mettervi d’accordo per la notte più importante della tua vita.” Cavolo! Non avevo pensato al fatto che avrei avuto bisogno d’aiuto per trovare anche solo il posto dove trasformarmi e soprattutto per rimanerci! Ma non potrebbe aiutarmi lei? Perché proprio Klaus?!

“Non pensavo di doverlo contattare. Stavo già cercando un posto dove andare. Avevo pensato nella tomba dei Lockwood, dove andava anche Tyler. Che ne dici?” Mi guarda sospettosa.

“Dico che mi nascondi qualcosa. E in qualunque caso avrai comunque bisogno di qualcuno, il cancello che c’è lì è praticamente andato.” Sto per chiederle se può aiutarmi lei, ma subito ribatte “E… no! Io non sono disposta a farlo. Ho assistito a tante trasformazioni nel corso dei secoli, ma mi danno sempre i brividi. Tutti quegli urli e il resto. Mi dispiace, ma ti rimane solo una persona a cui affidarti.” A me questa sembra tanto una scusa, ma non sono nelle condizioni di contraddirla, perciò le devo dimostrare di aver detto la verità.

“Ok, domani andrò da Klaus e ne parleremo. Contenta?” Sembra abbastanza soddisfatta. Il suo scopo era di farci rivedere ed è riuscita nel suo intento.

“Sì, sono contenta ora. Adesso vado a fare un po’ di shopping e a fare uno spuntino. Ci vediamo domani!” E ancor prima che la possa salutare sento la porta sbattere e mi ritrovo da sola. La devono smettere di fare così!!

Decido di farmi una doccia e leggere qualcosa per sgombrare un po’ la mente, anche perché stasera sarò a casa di Damon insieme agli altri. Hanno detto di avere qualcosa da dirmi. Non penso che sappiano che ho ucciso Bonnie, perciò non ho la minima idea di quello che succederà.

Il momento della verità arriva presto. Sento il clacson di Tyler suonare, perciò esco e salgo sulla sua macchina. Stasera mi accompagna lui, perché non sa che io so dove si trova casa Salvatore. In un quarto d’ora siamo lì. Anche ora sono costretta a mostrarmi sorpresa dalla casa enorme che ho davanti e una volta entrata faccio tanti complimenti anche al proprietario. Lui ringrazia e ci fa accomodare in salotto. Gli altri sono già tutti qua. Persino Jeremy e Alaric. Le altre volte non ci sono mai stati, infatti mi sono stati presentati solo stamattina al funerale. Saluto tutti e mi siedo sul divano, vicino a Elena. La vedo sovrappensiero così le stringo la mano per farle forza. Si gira verso di me e tenta di fare un sorriso, ma un lacrima la tradisce. Damon viene da noi subito dopo e si mette seduto all’altro lato di Elena. Prende un sospiro profondo, come se avesse bisogno di respirare, e poi dice “Annabeth, noi abbiamo una cosa importante da dirti. Ti prego solo di credere a quello che ti sto per dire e non spaventarti, ok?” Annuisco. Non è possibile che vogliano rivelarmi tutto. Che senso avrebbe?? Tyler prende la parola. “Ecco, c’è una cosa di nostro padre che non ti ho detto. Non mi è sembrato importante, ma ho sbagliato.” No, non è possibile che stia per rivelarmi la sua vera natura!! Ma perché proprio ora? Mi sforzo il più possibile di mostrarmi rilassata, ma con scarsi risultati. Tyler, però, non se ne accorge e continua dicendo “Ecco. Ti potrà sembrare strano, ma lui era un lupo mannaro.” Scoppio in una risata isterica, ma a tutti sembra che io stia ridendo per la battuta.

Damon interviene dicendo “Ti ho chiesto di crederci, per favore. Lo so che è difficile.” Tutti mi guardano in attesa di un mio qualunque segno di credere a ciò che dicono.

“Ok, facciamo finta che vi creda. E allora?” Voglio proprio vedere dove vogliono arrivare a questo punto.

Alaric interviene “Allora, ecco, la maledizione viene tramandata dai genitori ai figli. Infatti anche Tyler è un lupo mannaro e ora potresti diventarlo anche tu.” E loro come lo sanno?? Quindi ora mi uccidono? Sono nei guai! Devo capire cosa sanno e cosa no. Guardo Tyler come in cerca di conferma e lui annuisce.

“Facendo sempre finta che vi creda, cosa non vera, perché reputo assurda una cosa del genere, cosa significa che ora potrei diventarlo? Cosa sarebbe successo?”

Tutti abbassano gli occhi, poi Damon, il più coraggioso, dice “La morte di Bonnie. Ecco, la maledizione si scatena se uccidi qualcuno. Sappiamo che non l’hai fatto, ma se c’entri anche solo minimamente con la sua morte, avverrà la trasformazione.” Per un attimo tiro un sospiro di sollievo, ma poi inizio a capire cosa sta per succedere. “Ecco, la trasformazione è dolorosa e avresti bisogno di un posto dove stare. Ti ho detto, non sappiamo se avverrà, ma dobbiamo essere pronti, nel caso succedesse.” E ora come faccio? Non posso farmi aiutare, vedrebbero che mi trasformo e dopo che Klaus mi farà diventare ibrido, non mi trasformerò più. Capirebbero che c’è qualcosa sotto. L’unico modo è fargli credere che torno a casa. Intanto provo.

“E quando dovrebbe avvenire questa cosa? Perché io domani torno a casa e  non posso tornare prima di una settimana.” Si guardano tra di loro.

Poi Damon dice “Dovrebbe succedere con la luna piena che sarà fra 5 giorni. Dovrai tornare prima. Non puoi rischiare di farti trovare impreparata.” E ora che m’invento?? Ok, devo andarci pesante.

“Davvero non posso. Mia madre sta molto male e mi ha detto che domani andrà all’ospedale. Non c’è un altro modo per vedere se mi trasformerò?” Caroline e Tyler si guardano.

La bionda dice “Veramente non dovrebbe succederti niente, sennò te ne saresti già accorta.”

Alaric la guarda contrariato “In che senso?”

Tyler gli risponde “Quando ho ucciso, mi è successa una cosa strana. Ho avuto un forte dolore al petto e poi Caroline ha visto i miei occhi cambiare colore e diventare gialli. Ad Annabeth non è successo, perciò non dovrebbe correre questo pericolo.”

Damon sembra irritato, forse non sapeva questi dettagli. “E perché non l’avete detto prima? Avremmo evitato di dirle tutto.” Appunto!

Il mio fratellastro si volta verso di lui con aria minacciosa “Doveva sapere. È suo diritto. Deve sapere a cosa va in contro e quali saranno le conseguenze delle sue azioni.”

Il vampiro sembra non aver voglia di litigare proprio davanti a me, anche perché rivelerebbe la sua natura e a quanto pare non è in programma.

Perciò ribatte semplicemente “Ehi stai tranquillo. Dicevo solo che potevamo evitare di farla spaventare per niente.” In effetti una persona normale sarebbe rimasta sconvolta da questa novità e cerco di sembrarlo davvero.

Elena prende la mano a Damon che subito si calma e si prende un bicchiere di bourbon. Che succede? Elena sta cercando di diventare la nuova Katherine? Ora se la fa con entrambi i Salvatore?

Come se mi avesse letto nel pensiero, la moretta toglie subito la mano da quella del suo amico e torna tutto come prima.

“Perciò posso partire tranquilla?” chiedo esitante.

Damon sbuffa e dice “A quanto pare sì. Ma se dovessi iniziare a sentirti strana, cerca un posto dove rinchiuderti e chiama subito, ok?” Sì, come no! Annuisco facendo finta di essere spaventata da questa eventualità.

A quanto pare non c’è nient’altro da dire, così Tyler si alza e dice “Annabeth, andiamo? Mia madre mi ha detto di tornare presto, perché abbiamo degli ospiti.” Grazie Carol! Non ce la facevo più a rimanere lì.

Mi alzo e dico “Beh ragazzi. Ci rivediamo quando torno.” Tutti si alzano e mi salutano, poi esco fuori con Tyler.

Appena arrivati alla macchina gli chiedo “Ma è vera questa storia? Ce ne sono altri come noi?” deve sembrare che io non sappia nulla.

“Purtroppo è tutto vero e ci sono altri come noi in tutto il mondo.” Vorrei chiedergli anche della sua prima vittima, ma forse sarebbe esagerato, perciò sto zitta finché non arriviamo in hotel.

“Ciao Tyler. Spero che ci rivedremo presto.” Lo abbraccio e poi scendo dalla sua auto.

Mentre rientro in camera, penso a dove nascondere la mia macchina e a cosa fare in questi giorni che restano. Sicuramente non posso andarmene in giro per la città.

Una volta arrivata sul letto, penso a ciò che mi aspetta domani. È il momento di capire cosa c’è che non va nella testolina di Klaus!

 

Sì, lo so. Il capitolo non è proprio dei migliori, ma mi serviva un appoggio per il successivo. Non mi va di far succedere troppe cose velocemente.

Coooomunque, come promesso da ora e per le prossime 24 ore è il compleanno di Ian, perciò ho pubblicato. Non siete contenti?? (Vabbè almeno fate finta!)

Probabilmente in giornata pubblicherò anche una one-shot su Damon e se riesco a finirlo, anche il prossimo capitolo di questa cara storiella.

Perciò l’unica cosa che posso dirvi è: Stay tuned!!!

Baci a tutti!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Perché non trovo il coraggio di scendere da questa cavolo di macchina e andare a suonare quel fottuto campanello? Mannaggia a Rebekah e a quando mi ha convinto a parlare con suo fratello! Prendo un respiro profondo e cercando di non pensare a ciò che faccio, scendo dalla macchina, la chiudo e arrivo fino alla porta. Non faccio in tempo neanche a suonare il campanello che Klaus mi apre la porta.

“Ciao. Rebekah mi ha detto che saresti passata.” Mammamia che freddo, ragazzi! C’è praticamente il gelo tra noi due. Quasi tre settimane di sforzi per farlo sciogliere un po’ sono andate tutte al diavolo per un quasi-bacio?? Beh io sono superiore e mi comporterò come sempre.

“Ciao. Sì, ecco, dovremmo parlare della mia trasformazione. La luna piena è fra quattro giorni.” Si fa da parte e mi fa entrare. Dietro di lui c’è la signora Martin, quella che lo “ospita”, che mi saluta sorridente come sempre. “Quanto tempo, cara. Come mai non sei più venuta? Se vuoi, oggi ho fatto i biscotti! Sono ancora caldi.” Ma sempre i biscotti fa?

“Signora, che piacere rivederla. Purtroppo sono stata impegnata. Mi piacerebbe assaggiare un biscotto, grazie!” Così senza neanche considerare la volontà dell’ibrido, vado in cucina con la nonnina. È piena di biscotti. Letteralmente piena. In ogni angolo c’è un vassoio o una ciotola con qualche tipo di biscotto. Con le gocce di cioccolato, ricoperte di cioccolato bianco, con la marmellata, decorate, a forma di cuore, a forma di stella. Ogni tipo di biscotto del mondo è qui. La signora mi porge una teglia, dove ci sono dei biscotti alla pasta di mandorle. Ne prendo uno e la ringrazio.

“Prendine ancora se ne vuoi.” Mi porge speranzosa la teglia, ma sono costretta a rifiutare. Nell’altra stanza mi aspetta un originario, così torniamo di là, dove Klaus è appoggiato al muro con le braccia conserte che aspetta. Che carino che è quando fa l’offeso! Ma che dico?? Devo fargliela pagare, non fare degli apprezzamenti!

Mi fa cenno di salire di sopra con la testa, così ringrazio ancora la signora Martin e lo raggiungo in camera sua.

“Come mai fa tutti quei biscotti?” chiedo, mentre finisco quello che mi ha offerto.

“A volte succede. Quando soggioghi qualcuno e ti stabilisci in casa sua, può succedere che acquisisca delle manie. Fa almeno una teglia diversa al giorno.” Aspetta che io mi sieda sul letto e poi lui si mette sulla sedia della scrivania. Vuole tenere le distanze.

“Beh è buona questa mania!” cerco di fare una battuta per farlo sciogliere un po’ e ci riesco. Klaus fa un piccolo accenno di sorriso. Mi sembra di essere tornata agli inizi, quando teneva sempre la guardia alta.

“Già. Tornando a noi, per la notte della trasformazione avevo pensato ad uno scantinato qui vicino. La casa è abbandonata e lo scantinato è vuoto. La porta è abbastanza resistente, così anche se provassi a sfuggirmi, avrò il tempo di riprenderti. Non dovrai assolutamente uscire da lì o non so proprio che danni potresti fare!” Perfetto. Annuisco e lui continua “Ho chiesto a Rebekah se voleva sostituirmi, di solito le piacciono le trasformazioni dei lupi, ma ha detto di no. Perciò verrò io con te.” Sembra essere un po’ scocciato da questa cosa e anch’io lo sono. Chi era quella a cui danno i brividi le trasformazioni?? Quando la rivedo la faccio fuori! Mentre penso ai modi in cui si uccide una vampira originaria, vedo Klaus imbarazzarsi per qualcosa. “Metti dei vestiti vecchi per la trasformazione, perché andranno tutti in pezzi, a meno che tu non li tolga prima. E comunque devi portarti un cambio per quando torni umana. Anche per questo avrei voluto che ci fosse stata Rebekah al mio posto, saresti stata meno in imbarazzo.” Oh cazzo!! E chi aveva pensato a questo dettaglio?? Sicuramente sua sorella, ma di certo non io! Dentro di me sto impazzendo, ma cerco di mostrarmi tranquilla agli occhi di Klaus. E comunque, io mi sentirei in imbarazzo? Lui sta praticamente sprofondando nella sedia!! Ahahah finalmente un po’ di umanità!

“Tranquillo, per me non c’è problema.” Chissà quante ragazze nude ha visto in tutti questi secoli e io mi sto a preoccupare?

Ora che questo problema si è insinuato nella mia testa, non riesco più a stare lì davanti a lui. Così mi alzo e dico “Ora devo andare. Devo cercare un posto dove nascondere la macchina per una settimana e un luogo dove stare. Ho detto a tutti che partivo oggi.”

Si alza anche lui e mi risponde “La macchina la puoi mettere qui, nel garage. È pieno di roba vecchia, ma c’è posto per un’auto. E poi c’è una stanza in più in fondo al corridoio, se vuoi.” Cerca di mantenersi freddo e sembra riuscire nel suo intento. Beh non devo pensare male, mi aveva già offerto di dormire qui, se non sapevo dove andare. Accetto e lui mi mostra subito dov’è la mia nuova camera. Poi torna in camera sua. Modo carino per scaricarmi, ma sapere comunque dove sono. Porto dentro la mia roba, poi rimango in camera a leggere un libro.

E i giorni passano così. Tra libri, biscotti e chiacchierate con Rebekah che ho deciso di non uccidere per il momento. Klaus rimane sempre nella sua stanza, esce solo per far finta di mangiare qualcosa, poi torna al piano di sopra.

Solo il giorno della trasformazione esce dalla sua stanza e viene in cucina, dove sto aiutando la signora Martin a fare delle meringhe con le gocce di cioccolato. “Che buon profumino! Nonna posso sottrarti per un attimo la tua aiutante?” Sembra di buon umore, ma poi mi ricordo che quando parla con la vecchietta è sempre di buon umore. Infatti appena lo raggiungo in corridoio, torna serio come sempre. “Sei pronta per stasera? Andremo verso le quattro di oggi pomeriggio, così abbiamo tempo di sistemare le ultime cose.”

Annuisco e chiedo l’unica cosa che mi frulla nella testa da un po’ “Va bene. Senti, volevo chiederti, so che Tyler si incatenava. Dovrò farlo anch’io?”

“Sì. La furia di un lupo trasformato può essere troppo anche per me. Potrei essere costretto a farti del male per farti stare buona, invece con le catene sei più gestibile.” Spiegazione accettabile. Annuisco ancora e poi cerco di tornare dai miei biscotti, ma Klaus mi prende rudemente un braccio “Stai tranquilla. Andrà tutto bene.” Che bel modo di calmarmi. Beh almeno ci ha provato! Mi lascia il braccio e torno in cucina. Prendo un biscotto alla cannella per smorzare l’agitazione.

Le quattro del pomeriggio arrivano presto e mi faccio trovare pronta davanti alla porta con indosso dei vestiti vecchi e altri dentro un sacchetto. Klaus arriva subito dopo con un sacchetto di biscotti ricoperti di cioccolato fondente e me li porge. “Mettili insieme ai vestiti per domani mattina. Staremo lì per un po’, se torni a casa ancora sconvolta dalla trasformazione la signora Martin potrebbe fare domande.” Faccio come mi dice.

Stiamo per uscire, quando Rebekah scende velocemente le scale e mi abbraccia “Ci vediamo domani, lupetto.” Mi fa un sorriso malizioso a cui rispondo con un’occhiataccia. L’ibrido mi richiama all’ordine, così lo seguo e saluto la vampira con la mano.

Andiamo a piedi fino alla casa. Da fuori si vede che è disabitata, perché non è curata come le altre case dei paraggi. È anche un po’ isolata, così non ci sono vicini che possano sentire rumori strani.

Scendiamo nello scantinato e Klaus mi fa posare le mie cose prima della porta “Almeno non ti saranno a portata di mano stanotte e non le distruggerai.”

Usciamo e andiamo a prendere le catene per legarmi. A quanto pare, nei giorni passati, il biondino è venuto qui a mettere i ganci e ora c’è solo da attaccarci le catene. Inizio ad essere nervosa, ma cerco di non darlo a vedere. Non voglio compassione da lui.

C’è una piccola finestra in alto, dove vediamo che il sole sta calando. Così iniziamo a legarmi. Poi Klaus chiude a chiave la porta e rimaniamo lì ad aspettare.

Non diciamo niente, stiamo zitti e aspettiamo che succeda qualcosa. Forse lui sa già cosa aspettarsi, ma io non sono mai riuscita a vedere come avviene la trasformazione. Ho sentito solo le urla e poi Caroline che scappava dal nascondiglio di Tyler. Anche le altre volte ho provato a vedere, ma niente. I miei genitori poi, non me l’hanno mai permesso. Erano entrambi lupi e nessuno dei due ha mai voluto dirmi neanche dove si nascondevano.

Il silenzio inizia a farsi pesante, sto per dire qualcosa, ma una fitta improvvisa mi toglie il respiro.

“Sta iniziando.” Klaus si avvicina un po’ e mi porge una bottiglia, dicendomi “Avrei voluto evitare, ma non so fino a che punto riuscirò a trattenerti. Bevi questo. Cerca di berne il più possibile.”

Mi passa una bottiglia di plastica con dentro un liquido giallastro. Già dall’odore non sembra niente di buono, poi capisco. Strozzalupo. So già che sarà come bere dell’acido, ma mi faccio forza e la butto giù tutto d’uno fiato.

La metà mi va di traverso e inizio a tossire. Sento il corpo andare in fiamme come la bevanda entra in circolo. Come riacquisto sensibilità alle corde vocali, mi sento emettere un urlo disumano.

Klaus torna al suo posto, in un angolo. Lo guardo per cercare di non pensare al dolore causato dallo strozzalupo, ma mi accorgo subito che quello non era niente. Improvvisamente, iniziano crampi tremendi in tutti il corpo. Mi accascio completamente a terra e cerco di liberarmi da tutto questo dolore, urlando. Ma più urlo, più il dolore aumenta. Non so come fare a far cessare tutto questo, ma poi mi rendo conto che non posso farlo finire. Allora inizio a pensare al mio scopo, lo sto facendo per diventare ibrido! DEVO riuscirci!

Sento le ossa muoversi dolorosamente nel corpo. Poi il mio braccio destro sembra rompersi da solo e tornare alla posizione giusta. Non faccio altro che urlare e pregare che tutto finisca presto. La stessa cosa succede con il braccio sinistro. Ho crampi dappertutto e mi sembra d’impazzire dal dolore.

Poi il vuoto.

 

Ecco a voi l’inizio della trasformazione!!!

Che ne pensate??? Naturalmente continuerà nel prossimo capitolo.

Non voglio farvi perdere la parte migliore quando lei torna umana ed è nuda. Se non volete quella parte, perché la reputate inutile o noiosa, basta che me lo diciate nelle vostre recensioni e non la metto. (Se come no… così le altre mi linciano!)

Coooomunque, avete notato il mega-gigantesco indizio che vi ho dato sul passato di Annabeth?? All’inizio non mi ero accorta di averlo messo, poi ho pensato che ci stava bene. Almeno iniziate a capirci qualcosa.

Ora vi lascio. Cerco di scrivere il seguito, così lo posto presto.

Baci a tutti!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Pov klaus

 

È tutto pronto. C’è solo da aspettare l’inizio della trasformazione. Poco prima le darò lo strozzalupo che ho preparato. È inutile farla soffrire prima del tempo. Ha già una notte lunga davanti a lei.

Sembra agitata. Con una mano tortura di continuo i suoi bei capelli lisci. Prende una ciocca e la fa girare in modo frenetico. I suoi occhi verdi vagano in cerca di un luogo su cui posarsi. Ogni tanto incrociano i miei, a quel punto arrossisce un po’ e il suo sguardo cambia direzione.

Devo ammettere che è proprio una bella ragazza, forse troppo giovane e troppo innocente. Beh questo ultimo punto forse lo dovrò rivedere, sennò non saremmo qui ad aspettare la sua trasformazione. Chissà perché tutta questa voglia di diventare come me. Posso capire l’immortalità, la forza e tutto il resto, ma nessuno è mai venuto così, di sua spontanea volontà. Chissà cos’ha davvero in mente. Sono sicuro che ci sarà da divertirsi!

Intanto ho visto che è pronta a tutto. Non è vero che non potevo farla diventare un ibrido se ancora non si era trasformata, avrebbe potuto benissimo uccidere dopo essere diventata vampiro per diventare un ibrido, come ho fatto io, ma volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivata. Sono davvero compiaciuto, ha ucciso la streghetta senza la minima protesta. Quella sera. È la prima volta che mi succede una cosa simile, dopo l’amicizia con Stefan. E guarda com’è finita. Solo che lei sembra volermi davvero aiutare e anche Bekah si fida.

I miei pensieri vengono interrotti da un balbettio di Annabeth “Sta iniziando.”

Prendo la bottiglia con lo strozzalupo e mi avvicino a lei “Avrei voluto evitare, ma non so fino a che punto riuscirò a trattenerti. Bevi questo. Cerca di berne il più possibile.” So che riuscirei comunque a tenerla a bada, ma non voglio farle del male inutilmente.

Prende la bottiglia e fa un sospiro profondo. Con una mano si tortura la manica della maglia, mentre con l’altra tiene la bottiglia e prova a bere il più possibile. Inizia subito a tossire, ma è riuscita a mandare giù quasi tutto. La vedo contrarsi dal dolore e poco dopo iniziare ad urlare. Deve farle davvero male. Non posso fare niente per placarle il dolore. Dobbiamo solo aspettare che tutto abbia fine.

Torno al mio posto e mi costringo a guardare ciò che sta succedendo. Avrei voglia solo di voltare le spalle e scappare per una volta tanto. La vedo alzare lo sguardo verso di me e fissarmi intensamente negli occhi. Per un attimo sembra fermarsi tutto per entrambi, poi lei è richiamata alla realtà dal dolore. Vedo il suo viso contorcersi e poi la vedo accasciarsi a terra. Ha tremendi spasmi in tutto il corpo e le sue urla sono fortissime. Urla sempre più forte, all’aumentare del dolore, lei trova una nota ancora più alta da fare.

Improvvisamente smette di urlare e inizia a respirare in modo affannoso.

Il tempo sembra non passare mai. Mi giro un attimo per vedere la posizione della luna. Ha appena raggiunto la sua massima altezza. Siamo già a metà nottata. Un rumore strano mi riporta a guardare il suo magnifico corpo. Sembra che un braccio le si sia rotto e poi sembra tornare nella posizione originaria. Appena torna al suo posto, una smorfia di dolore misto a determinazione inonda il suo bel viso. È davvero coraggiosa.

Anche l’altro braccio subisce lo stesso trattamento del primo, ma stavolta le scappa un urlo di dolore.

Cerca di rialzarsi e riesce a mettersi a gattoni, ma dei crampi improvvisi la fanno finire nuovamente a terra. Ad un tratto la sua testa si alza e vedo i suoi occhi, non più del bel verde di prima, ma gialli, come quelli di un lupo. Da questo momento in poi non sarà più cosciente delle sue azioni, probabilmente non sentirà più neanche il dolore.

I suoi vestiti iniziano a strapparsi per l’ingrossarsi del suo corpo. Mi guarda in cagnesco e caccia i denti, ma non mi attacca. Forse in qualche modo, sente che sono superiore a lei. Inarca la schiena in modo disumano e finisce di rompere la sua vecchia maglia. Così posso vedere il suo torace già cambiato dalla maledizione. La vedo trasformarsi lentamente davanti a me e come sempre è uno spettacolo raccapricciante e affascinante allo stesso tempo.

Le sue gambe che si accorciano, la sua schiena che si piega in modo disumano per cambiare l’ossatura in quella dell’animale, il viso allungarsi e diventare un muso, e tutto mentre una folta pelliccia le ricopre il corpo. Il pelo è di un bel marrone scuro, come i suoi capelli. È diventata un lupo.

Ora cerca di liberarsi dalle catene con una furia maestosa. Vedo il primo gancio che sta per cedere. Li ho messi io personalmente e non sarebbe dovuto essere così facile scardinarli. Decido di intervenire. Mi avvicino molto velocemente e la blocco a terra. Le metto un ginocchio sopra lo stomaco e con una mano le tengo il collo. Sembra calmarsi per un attimo, ma poi ricomincia peggio di prima. Cerca addirittura di mordermi per liberarsi e al terzo tentativo ci riesce. Fa più male di quanto pensassi, non ero mai stato morso da un lupo, li ho sempre uccisi prima che accadesse. Non mi succederà niente, visto che il mio sangue è la cura stessa, ma nell’istante in cui sento il dolore e mi distraggo, con un colpo si libera dalla mia presa e torna a tirare le catene in cerca di una via di fuga.

Mi allontano e in un attimo controllo ancora che ogni via di fuga possibile sia inutilizzabile, poi torno a bloccarla. Provo la stessa posizione di prima, ma stavolta le tengo giù il muso con entrambe le mani. Annie continua imperterrita a cercare di liberarsi, mordendo l’aria e dimenandosi tutta, ma stavolta non mi coglie impreparato e riesco a tenerla a bada per un bel po’. Quando sembra essersi calmata, lascio la presa e mi allontano un po’. Sembra rimanere tranquilla, perciò torno a sedermi esattamente dove stavo prima.

Solo ora mi accorgo che il suo morso è ancora qui e non è ancora guarito. Strano, una qualunque ferita ormai si sarebbe rimarginata. Forse il morso di un lupo ha qualche effetto anche su di me. Decido di uscire da qui ed andare al piano superiore, almeno con un po’ di luce potrò vedere meglio di che si tratta.

Chiudo la porta dietro di me e aspetto per vedere se riparte la furia della lupa al suo interno. Sembra tutto tranquillo, così salgo. Una volta arrivati alla luce, quello che vedo è una normale ferita. Ancora non si rimargina, ma ricordo bene come diventa un morso di licantropo su un vampiro e il mio non è così. Forse essendo qualcosa di sovrannaturale, impiega più tempo a guarire, ma per ora sembra tutto sotto controllo.

Dopo un po’ decido di tornare in cantina e una volta entrato, chiudo nuovamente la porta dietro di me. Annabeth sembra dormire, così ne approfitto per riposare un po’ anch’io.

Sento dei lamenti, così mi costringo ad aprire un attimo gli occhi. Annie sta tornando umana. Una volta completata la transazione, rimane a terra, dormiente.

Vado a prendere le sue cose dal corridoio, poi mi avvicino a lei e la guardo. Ha un bel fisico con muscoli ben definiti e delle curve perfette. I suoi lunghi capelli lunghi ora ricadono sul suo seno ed è tutta raggomitolata. Vista così non sembra proprio una bambina, ma una donna. Una bella donna.

Istintivamente la mia mano destra corre ad accarezzarle il corpo. Le mie dita toccano la sua pelle candida e morbida, percorrendo le sue forme. Annie si accomoda su se stessa, sembra infastidita e questo mi riporta alla realtà. Ma che sto facendo?? Tolgo subito la mia mano dal suo splendido corpo. La guardo per un’ultima volta, poi le metto sopra una coperta che avevo portato. Le metto vicino anche i biscotti nel caso si svegliasse prima del mio ritorno. Ha passato proprio una nottataccia! Le accarezzo il viso e le lascio un bacio sulla fronte, poi esco per andare a prepararle un po’ di caffè.

Devo tornare a casa, perché qui è tutto abbandonato. Appena arrivo Rebekah mi viene incontro. “Allora, Nick? Com’è andata?” Ha uno strano sorrisino malizioso che mi fa capire che pensa a qualcosa che sicuramente non voglio sapere!

“Bene. Si è appena ritrasformata. Ti va di portarle la colazione? Ho bisogno di una doccia e di medicarmi questo.” Le faccio vedere il braccio e subito cambia espressione. Capisce subito di cosa si tratta. Il morso non è ancora guarito e inizio a preoccuparmi anch’io.

“Ma cos’è successo?” Sembra agitata, ma cerco di tranquillizzarla.

“La stavo trattenendo, perché stava scardinando le catene e mi ha morso. Non mi fa eccessivamente male, ma ancora non guarisce. Nel pomeriggio partirò e andrò da Ophelia, la strega di Cleveland, in Mississipi. Magari mi saprà dire qualcosa.”

Senza dover aggiungere altro, lei va in cucina a mettere su l’acqua per il caffè e io vado di sopra a farmi la doccia.

A contatto con l’acqua calda, la ferita mi fa male. Ci mancava solo questa! Quando esco vado a prendere delle garze dall’armadietto. Per fortuna la signora Martin ha sempre tutto il necessario in casa. Ne trovo alcune e mi ci fascio il braccio. Non ricordavo più cosa significasse avere delle ferite, fa proprio schifo!

 

Ta-daaaaaaaa!!!! Che ne dite??? Voglio le vostre opinioni sulla trasformazione, belle o brutte che siano!

Soprattutto, cosa vi aspettavate dalla parte finale, che tutte tanto volevate?? Ho esaudito i vostri desideri?

Insomma voglio i vostri giudizi più spietati!!

Ora passiamo all’aspetto di Annabeth. Ci ho dovuto pensare davvero tanto e finalmente ho deciso. Sto ancora cercando un’immagine adeguata, ma per chi di voi avesse letto “Le guerre del mondo emerso”, Annabeth la vedo esattamente come Dubhe, la protagonista. Intanto vi metto l’immagine della copertina che la rappresenta, in seguito cercherò un’attrice che le somigli. http://i41.tinypic.com/15mjjf9.jpg

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

La luce del sole entra dalla piccola finestra in alto e mi colpisce proprio sugli occhi. Ho tutto il corpo indolenzito e mi sento davvero strana, diversa direi.

Al ricordo della sera precedente e di tutto quel dolore mi vengono i brividi, ma non penso che siano solo per il ricordo. Qua dentro si gela e io sono nuda! Non proprio nuda, qualcuno, forse Klaus, mi ha coperta.

Perciò mi ha vista nuda! Ma è ancora qui? Mi metto seduta cercando di rimanere coperta e mi guardo intorno. Non c’è nessuno. Mi ha messo i vestiti e i biscotti vicino e se n’è andato. Tipico. Mi lascia qua senza sapere se posso tornare a casa o devo aspettarlo e se faccio la cosa sbagliata si arrabbia.

Presa da questi pensieri intanto mi vesto e inizio a sgranocchiare i biscotti che mi ero portata dietro.

Li ho quasi finiti quando sento un rumore al piano di sopra. Probabilmente è Klaus, ma cerco comunque di sentire ogni minimo rumore. Sta venendo dritto qua, perciò mi rilasso un po’. Nessun altro sa dove mi trovo.

La porta si apre, ma di certo non è Klaus. Rebekah è sulla porta con un thermos di caffè.

“Grazie per il caffè! Tuo fratello se l’è svignata, eh?” A questo punto spero sia stata lei a mettermi sopra la coperta.

Lei accenna un sorriso e dice “È dovuto tornare a casa a risolvere una cosa e ha mandato me.” Sembra preoccupata, ma non le chiedo niente. Magari è Stefan che si è fatto risentire. Quando tornerò a casa ne saprò di più.

Si avvicina, si mette seduta vicino a me e mi porge il thermos. “Allora, com’è andata?”

“Ricordo solo tanto dolore e poi il vuoto completo. Non so cosa sia successo, ma penso di aver dato a Klaus un po’ di filo da torcere. Alcune catene sono quasi rotte.” Dico indicando i punti in cui avevano quasi ceduto.

“Già. Senti, torniamo a casa? Così ti fai una bella doccia?” Non sembra dell’umore adatto a delle repliche, perciò prendo le mie cose e continuando a bere il caffè, usciamo da lì e torniamo a casa.

Vado subito in camera, cosicché la signora Martin non mi veda tutta sporca, prendo dei vestiti puliti e vado a farmi la doccia.

Quando esco sento Klaus e Rebekah litigare. Non vorrei origliare, ma la tentazione di sapere cosa succede è troppo forte.

“Non puoi venire con me e basta. Non costringermi a conficcarti un paletto nel cuore fino al mio ritorno!” Ok, forse sarebbe meglio non ascoltare, sto tornando verso la mia camera quando sento Rebekah dire “Ma sei ferito! Non ti potresti neanche difendere bene in caso di qualche attacco. Io vengo e non si discute. Ho già le mie cose pronte.”

Ferito? Come ferito? Non si rimarginano le ferite agli ibridi? I toni si scaldano sempre di più e decido che è davvero il momento che torno in camera. Mi chiudo dentro, ma anche così riesco a sentire ciò che dicono. “Senti, non sappiamo cosa possa succederti con il morso di un lupo, perciò io vengo con te!” Il morso di un lupo? È colpa mia.

Mi alzo e li raggiungo nell’altra stanza. Appena apro la porta scende un silenzio di tomba. Klaus mi guarda poi abbassa il volto. Lo sguardo di Rebekah finisce istintivamente sulla ferita dell’ibrido. Non posso fare a meno di guardare quella fasciatura. È grande, prende quasi tutto l’avambraccio destro. Un terribile senso di colpa m’invade.

Parlo quasi senza accorgermene “Vado in camera a prepararmi. Tra un’ora si parte.” Senza dare neanche il tempo agli altri di controbattere, esco e vado a preparare un borsone con lo stretto necessario per passare del tempo fuori. Prendo anche altre garze e medicinali anche se non so se serviranno. Mentre faccio incetta di acqua ossigenata dall’armadietto, arriva Klaus “Annabeth, io non voglio che voi veniate. Me la cavo da solo.”

Il mio cervello che fino a quel momento non aveva pensato ad altro se non ai preparativi, mi fa girare verso di lui con sguardo truce “Noi veniamo con te. È colpa mia e farò tutto il possibile per risolvere la situazione.”

Sbatte un pugno contro il muro e dice “Ho detto che non voglio che veniate! Ragazzina non giocare con il fuoco, fai quello che ti dico.” Le sue parole mi colpiscono. Ormai eravamo arrivati ad una situazione di complicità, almeno così credevo. Ma io non sono da meno e ora mi sento più forte che mai.

“Non puoi sempre comandare, sai? Noi verremo con te.”

Prima ancora che me ne possa accorgere, mi ritrovo scaraventata a terra. Sento un forte dolore alla mano e mi accorgo di essermi tagliata.

Arriva Rebekah in bagno e appena mi vede a terra, viene a soccorrermi “Si può sapere che sta succedendo?? Nik, devi calmarti.” Klaus cerca di dare un altro pugno contro il muro per scaricare la sua rabbia, ma ci prova con il braccio ferito che subito gli da una fitta di dolore.

Il dolore sembra calmarlo un po’ e riportarlo alla realtà, in più arriva la signora Martin “Che succede ragazzi? Cos’è tutto questo trambusto?” L’ibrido si comporta come la persona più calma del mondo. “Niente nonna. Annabeth è scivolata e la stavamo soccorrendo.”

Cerco di nascondere la mano ferita per non far preoccupare la vecchietta e le sorrido “Già, sono un po’ maldestra.”

La nonnina si guarda intorno “Come mai questa borsa? Hai intenzione di andartene così presto? Il piccolo Klaus ha fatto qualcosa che non va?” Guarda il biondino con faccia da rimprovero, ma io le rispondo “No, veramente ci stavamo organizzando per partire. Faremo un viaggetto tutti e tre insieme, vero Klaus?” Davanti alla signora non può continuare la sua scenata di prima, ma il suo sguardo vale più di ogni urlo. “Già, nonna. Partiremo oggi pomeriggio. Scusa per non averti avvertito.” La nonnina se ne va senza dire niente, soddisfatta della spiegazione.

Rimaniamo ancora un attimo a guardarci, poi mi alzo in piedi. Ho lasciato una piccola macchia di sangue per terra e anche dalla mia mano si sente quell’odore forte. Vedo il volto di Rebekah cambiare, ad un tratto tutte le vene vicino agli occhi vengono in rilievo. Klaus sembra resistere meglio e trattiene la bionda appena in tempo, prima che mi sbrani. “Vai di là e medicati. Veloce.” La sua voce è piatta, inespressiva. Prima ancora che lasci la stanza, Bekah è tornata normale. Forse è solo troppo tempo che non si nutre. In effetti non li ho mai visti uscire da questa casa negli ultimi giorni.

Faccio come mi dice l’ibrido, ma appena finita la medicazione, vado in camera sua. “Klaus, possiamo parlare?”

Si gira verso di me, arrabbiato “Non c’è niente da dire.”

Non ci posso credere. Neanche il giorno in cui ci siamo conosciuti era così scontroso “Klaus, io voglio venire con te e non riuscirai ad impedirmelo per niente al mondo, ok?”

Stanco di questo battibecco, sospira e dice “Perfetto. Venite pure, ma io non starò lì a farvi da balia.” Oh, finalmente! Ci voleva tanto?

Per ringraziarlo mi avvicino a lui e prima ancora che possa capire cosa sto facendo, gli do un bacio sulla guancia, poi esco.

Torno in camera a finire di preparare le mie cose e come deciso, un’ora dopo ci ritroviamo tutti all’ingresso, pronti ad andare.

Klaus ha insistito per fare il primo turno alla guida, poi toccherà a Rebekah e infine a me. Cercheremo di arrivare a destinazione in meno tempo possibile, facendo soste solo se strettamente necessario.

In macchina non parla nessuno e l’aria è carica di elettricità. Sia io sia Bekah, ci siamo portate dei libri da leggere, perciò non facciamo il minimo sforzo per dar vita ad una conversazione.

Circa 5 ore dopo, facciamo una sosta in autogrill per mettere benzina e perché io sono umana e ho i miei bisogni fisiologici. Mi sgranchisco le gambe, vado al bagno e compro delle cose da mangiare. Quando torno alla macchina gli altri due non ci sono. Li vedo tornare poco dopo dal bagno. Klaus ha una macchiolina di sangue vicino alle labbra e capisco che avevo ragione prima, era da tanto che non si nutrivano. Rebekah sale al posto del guidatore. Discutiamo un attimo su quale sia il miglior percorso da fare e poi ripartiamo. A quanto pare dovrebbero mancare 9 ore abbondanti ancora. Siamo solo vicino Kingsport, ancora in Virginia. Dobbiamo ancora attraversare Kentucky e Tennesse, poi finalmente in Mississipi, se non sbaglio. La geografia non è il mio forte. (NdU Grazie Google Maps!! xD)

Riprendo la lettura, ma vengo interrotta da Klaus “Che leggi?”

È la prima frase che rivolge a me o Rebekah dall’inizio del viaggio che non riguardi qualche particolare tecnico, perciò rispondo contenta “Anna Karenina.”

A quanto pare l’ibrido vuole cercare di scusarsi “Ah, bello.”

A questo punto chiudo il libro e capisco che è ora di fare conversazione “Mica tanto. La protagonista muore.”

“Ma è bello tutto quello che è spinta a fare per amore. Abbandona il marito e il figlio per un uomo. Viene ripudiata dalla società, ma alla fine l’amore la fa impazzire e si uccide. Quando uscì, suscitò molto scalpore. Tutta la Russia ne parlava, anche se sinceramente non vedo come sia possibile fare tutto questo per uno sconosciuto.”

Già, dimenticavo che lui ha visto l’uscita di tutti i libri che ora chiamiamo classici. Dopo questo piccolo intervento torna il silenzio, ma non ho più voglia di leggere, perciò mi metto a riflettere sull’ultima frase dell’ibrido. Possibile che non ci sia mai stato nessuno nella sua vita che abbia amato? Mentre penso a questo guardo fuori dal finestrino anche se ormai è notte e lentamente mi addormento.

Mi risveglio davanti ad un altro autogrill. Il cartello dice che siamo a Pegram. Guardo velocemente la cartina e secondo un calcolo approssimato mancano 5 ore. Vado velocemente al bagno, visto che ora faremo tutta una tirata fino a destinazione e toccherà a me guidare. Torno veloce in macchina, visto che stavolta gli altri due non sono scesi. Rebekah ora si è messa dietro per poter riposare un po’, così salgo al posto di guida e chiedo a Klaus se il percorso che ho in mente è giusto. Mi da delle piccole rettifiche e partiamo.

Klaus cerca di attaccare discorso ancora una volta chiedendomi se ho mai fatto dei viaggi e cose simili, ma non ho voglia di parlare, perché sono ancora un po’ arrabbiata dalla scenata di stamattina, perciò rispondo a monosillabi. Ma capisce il motivo e ad un certo punto mi dice “Ehy, scusa per stamattina. Ero un po’ nervoso.” Vorrei tanto poter essere tranquilla e serena, ma in queste settimane in cui sono stata con loro, mi sono affezionata molto ai due fratelli e pensavo che ormai si fosse instaurato un bel rapporto.

Vorrei potergli dire tutto questo, ma non ci riesco. Non sono mai stata brava in queste cose, perciò resto zitta e continuo a guidare.

Dopo un po’ mi sento prendere la mano che sta sul cambio, mi giro per un attimo verso di lui e lo vedo serio che mi guarda. Senza dire una parola, continua a tenermi la mano. Non so che fare se non ricambiare la stretta. Do un’occhiata allo specchietto retrovisore e vedo Rebekah con gli occhi chiusi, ma con un sorrisetto malizioso che mi fa capire che non sta dormendo.

Non so come comportarmi, per fortuna sto mantenendo una velocità abbastanza costante e non devo cambiare la marcia, sennò non saprei proprio come fare. Non ho mai avuto un ragazzo e soprattutto uno strano quanto lui. Stamattina ha rischiato di uccidermi e ora è qui che cerca di fare pace e mi prende la mano.

Restiamo così, con questo silenzio imbarazzante per tutte le 4 ore mancanti. Una volta vicino Ruleville, gli chiedo di controllare la cartina, perché dovrebbe mancare poco. Così toglie la mano dalla mia e devo trattenere un sospiro di sollievo, perché avevo proprio bisogno di muoverla.

Una volta arrivati a Cleveland,(NdU D’ora in poi tutti i luoghi sono reali e li ho visto con Google Maps, grazie all’omino arancione. Se vi va, potete andare a vederli) ci troviamo sul S. Davis Avenue e lì cerchiamo un posto per la notte. Sorpassiamo una pizzeria e mi accorgo solo ora di non aver mangiato quasi niente per tutto il giorno. Ora però dobbiamo trovare un posto dove fermarci a dormire, al mangiare penserò dopo.

Continuo su questa strada e finalmente trovo un motel. Ha un cartello rosso con scritto “Econo Lodge”. Parcheggio ed entriamo subito a vedere per le stanze.

“Mi dispiace, non ci sono camere disponibili per stanotte.” Ci guardiamo, poi Klaus si avvicina al receptionist. “Lei ora ci darà una camera, anche se prenotata e quando arriveranno i veri ospiti dirà che avete sbagliato e per loro non c’è niente.” Mi accorgo solo ora che sta usando la compulsione. Il ragazzo dietro il banco lo guarda e poi con tono meccanico dice “Ho una stanza libera, se volete.” Prendiamo la chiave e andiamo in camera. C’è solo un letto matrimoniale, ma ci accontentiamo. È solo un punto d’appoggio per stanotte, poi domani vedremo. Il tempo che portiamo su le cose, poi mi ricordo di aver visto un Pizza Hut nelle vicinanze, così prendo un po’ di soldi ed esco.

Torno poco dopo a pancia piena e trovo Bekah nella doccia e Klaus in asciugamano che sta cercando di fare una fasciatura nuova. Mi avvicino a lui e lo aiuto a fare una cosa fatta bene. Una volta finito mi ringrazia, a quanto pare anche lui sa un po’ di buone maniere quando vuole!

Solo ora mi accorgo di quanto siamo vicini e di quanto lui sia mezzo nudo. Mi alzo velocemente e preparo i vestiti, per entrare in doccia. Mi serve proprio una doccia fredda!! La vampira sembra rimanere in bagno per ore e noi due stiamo qui a guardarci. O meglio, io guardo imbarazzata per tutta la stanza, mentre Klaus mi fissa spavaldo.

Mi distraggo un attimo e mi ritrovo ad ammirare le linee dei suoi fantastici addominali. Proprio in quel momento esce la biondina dal bagno che mi risveglia dai miei sogni ad occhi aperti.

Quando torno di là, trovo Klaus e Rebekah alle prese con i posti nel letto a cercare di decidere come entrarci tutti e tre.

“Nik, a me piace stare sul bordo, lo sai! Ora vedetevela voi due per chi deve stare spiaccicato in mezzo.” E senza darci neanche il tempo di controbattere si tuffa ad occupare la parte sinistra del matrimoniale. Ci guardiamo, poi l’ibrido dice “Se vuoi sto io in mezzo. Bekah sa essere molto violenta quando dorme.”

Senza farmelo ripetere due volte, corro ad occupare il lato destro del letto. Sospira in modo rumoroso e dice “Non c’è più rispetto per gli anziani.” Poi cerca di infilarsi tra noi due. Solo ora mi rendo conto che saremo davvero MOLTO vicini a dormire.

Cerco di occupare meno spazio possibile e di rimanere sul bordo, ma Bekah sembra avere altri piani per noi, infatti cerca di farci avvicinare il più possibile, occupando gran parte del letto. Prima o poi la uccido quella donna!

Mio malgrado mi ritrovo praticamente attaccata al biondino e mi accorgo solo ora che lui ha deciso di dormire senza maglietta.

Sarà una notte lunghissima!

 

Eccomi di nuovo qua!!!! Non mi uccidete per come ho fatto finire il capitolo, vero?? *corre a nascondersi*

Oltre a questo devo farmi perdonare per un errore nella storia. Sono andata a vedere Sherlock Holmes e lì uno muore a causa dello stesso veleno che ha ucciso Bonnie. Ecco ho scoperto che lascia della schiuma sulla bocca, perciò non è vero che non lascia tracce come vi avevo detto. Ho scoperto che in realtà non esiste un veleno che non lascia tracce, ma d’altronde questo è un racconto fantastico, no?? (ok, mi sto arrampicando sugli specchi! xD)

Perciò per scusarmi, ho trovato un’attrice che rispecchia perfettamente Annabeth. Eccola qua. http://www.imdb.com/name/nm0651441/

Che ne pensate??

Oltre a questo, chi di voi è andato a vedere i luoghi su Google Maps?? Fino a che saranno a Cleveland, continuerò a usare questo metodo, perciò vi potrete divertire a guardare le strade che percorrono e tutto il resto.

E anche per stavolta è tutto!

Baci

Ubibi

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

Della luce entra dalla finestra e mi colpisce proprio sugli occhi, svegliandomi. Non riesco ancora ad aprirli, tanta era la stanchezza, ma so con certezza che il mio sedere sta uscendo dal letto. Come il mio sedere?! Mi costringo ad aprire gli occhi il più rapidamente possibile e la prima cosa che vedo è il viso angelico di Klaus. Sembra stia ancora dormendo. Il problema è che siamo vicini, troppo vicini! Ma come si fa ad alzarsi da un letto senza svegliare un ibrido e un vampiro millenari??

Inizio a scivolare all’indietro sempre di più, cercando di non fare il minimo rumore, ma ad un certo punto BAM. Cado a terra rovinosamente mettendo sull’attenti i miei compagni di letto. Entrambi appena avvertito il rumore si sono alzati a velocità sovrannaturale alla ricerca del pericolo. Poi si sono accorti di me a terra e sono scoppiati entrambi a ridere. Uff il mio piano è fallito miseramente! “Tranquilli, ragazzi. Sto bene, non mi sono fatta niente. Non servono tutte queste attenzioni.” Sprizzo permalosità da tutti i pori, perciò entrambi iniziano a sghignazzare sotto i baffi. Prendo dei vestiti dalla borsa e vado in bagno.

Uno cerca di uscire da una situazione imbarazzante e fa ancora peggio. Ora che sono in bagno, sento ancora la risata cristallina di Rebekah. Ma che ride? È colpa sua! Se lei non si fosse presa tutto il letto, non avrei dovuto fare tutte quelle manovre.

Quando esco dal bagno, loro sono già pronti per uscire. Mi guardano entrambi con aria ironica “Allora, vogliamo andare?” Klaus torna serio. Forse inizia a pensare al motivo per cui siamo qui.

“L’ultima volta che ho avuto notizie da questa strega è stato quando si è trasferita qui nel 1950. L’indirizzo è 290 South Pearman Avenue. La cartina è in macchina, quindi intanto usciamo da qua. Mentre Annabeth va a fare colazione, noi esaminiamo la cartina e vediamo dov’è.” Ciò significa che farò una colazione molto veloce, aggiungo mentalmente al posto di Klaus.

Così facciamo come deciso e mentre io mi abbuffo, loro trovano la via e vediamo che è abbastanza facile da raggiungere. Basta andare dritto fino a Sunflower Road, girare a destra e continuare fino a Pearman Avenue.

Facciamo così come abbiamo visto e al numero 290 corrisponde una casetta bianca, sul lato destro della strada. È molto carina, anche se più piccola delle altre case lì intorno. Ha un doppio arco sul portico e sotto ad ogni arcata c’è una porta, forse la casa è divisa in due piccoli appartamenti. Parcheggiamo davanti ad un furgoncino rosso e andiamo verso l’ingresso. Ora quale sarà dei due? Guardo gli altri e anche loro stanno pensando alla stessa cosa, perciò decidiamo di provarne una e se non è, sarà sicuramente l’altra.

Ancora prima di provare a bussare, una ragazza spalanca una delle due porte e da come guarda Klaus, penso proprio che sia la persona giusta.

È giovane, avrà la mia età, ma i suoi occhi sembrano averne viste tante. http://tinypic.com/view.php?pic=2r6mb0i&s=5

Ha lunghi capelli rosso fuoco e occhi verdi come i miei. Klaus l’ha sempre chiamata la “strega di Cleveland” o cose simili, perciò non so come si chiami realmente, fino a che lui stesso non la saluta “Ciao Erika. Quanto tempo.”

Lei sembra non avere paura di noi. Strano! Di solito, tutti hanno paura di Klaus. “Klaus, quanto tempo! Sapevo saresti arrivato presto. Ho avuto una brutta sensazione.” Entriamo in casa, poi Klaus presenta me e sua sorella “Sono persone fidate. Sai che non ti metterei mai in pericolo. Lei è mia sorella, Rebekah, e lei è una mia alleata e presto sarà una della mia specie.” Erika ci squadra da capo a piedi “Bene. Io sono Erika. Vado a prendervi del thè e non potete rifiutare. Intanto accomodatevi.”

Mentre lei è nell’altra stanza, noi ci sediamo sul divano, poi Klaus ci spiega qualcosa sulla nostra ospite. “L’ho conosciuta nel 1691. Bekah, tu eri sulle tracce di Elija in quel periodo, perciò ci eravamo divisi. Lei stava scappando di casa, per non sposarsi con il ragazzo che aveva scelto la sua famiglia. Ho provato a bere da lei, ma è riuscita a ribellarsi con la magia. Era già allora una ragazza straordinaria. Così, l’ho tenuta sotto la mia ala e alla fine le ho lasciato il grimorio di nostra madre, perché mi ricordavo di un incantesimo che fermava lo scorrere del tempo sulle persone. Praticamente è rimasta giovane come quando l’ho conosciuta.” Al sentir parlare della madre, Rebekah diventa subito scura in volto. Dimenticavo che ha scoperto che è stato proprio Klaus ad ucciderla. Chissà come si sente. “In cambio del grimorio, e quindi dell’incantesimo, lei mi ha giurato fedeltà. Perciò, da quel giorno, fa ricerche su qualunque cosa mi riguardi e se mi serve qualcosa lei mi aiuta. Nel tempo ha sviluppato tanto di quel potere che penso sia impossibile trovare qualcuno più forte di lei.”

Proprio in quel momento, lei torna con le tazze fumanti di thè “Hai proprio ragione, Klaus. Ho sviluppato davvero tanto potere, tanto da poterti uccidere, lo sai?” Cala il silenzio e tutti ci prepariamo ad un qualche attacco, finché Erika non posa il vassoio sul tavolo e continua “Il patto era chiaro. Io sarei stata a tua disposizione per sempre o l’incantesimo si sarebbe interrotto, ma tu non dovevi far venire nessuno a conoscenza della mia esistenza. In caso contrario, io potevo voltarti le spalle e l’incantesimo sarebbe rimasto intatto.” Ok, ora capisco perché non ci voleva portare.

L’ibrido guarda me e la sorella con sguardo pieno di rimprovero ed entrambe abbassiamo gli occhi. “Lo so, ma è una situazione un po’ particolare. Avevo bisogno di qualcuno che mi proteggesse in un certo senso. Spero che continuerai ad aiutarmi, amica mia.” Se dice di no, siamo fritti.

“Klaus, tu mi hai donato l’immortalità, in un modo o nell’altro dovrò pur ricambiare. E poi, l’ultima volta che sei venuto, non ti ho voluto incontrare, perché eri insieme a quel vampiro, che non aveva sentimenti amichevoli nei tuoi confronti. Riesco a sentire che, invece, le ragazze qui presenti ti adorano. Dimmi cos’è successo.”

L’espressione di Klaus rimane indifferente e inizia a raccontare ciò che è successo. Poi toglie la benda dal braccio e fa vedere il morso. Non è ancora guarito, ma sembra si stia cicatrizzando.

Erika mette le mani sopra la ferita, sfiorandola appena e chiude gli occhi. Siamo tutti in attesa di sapere la diagnosi.

Poi lei apre gli occhi e con estrema calma si mette seduta sulla poltrona davanti a noi. “Avevo previsto una situazione simile nel mio diario delle ipotesi del 1835. Ed ero arrivata proprio alla conclusione che vedo. Tu, Klaus, sei metà vampiro e metà licantropo, ora che hai completato la trasformazione. Ecco, in questa situazione succede che la tua parte vampira non riesce a guarire la ferita, perché un qualunque vampiro sarebbe morto, ma la tua parte da licantropo evita proprio che questo accada. Purtroppo la parte mannara, però, non riesce a guarire la ferita, perché la parte vampira glielo impedisce. È un po’ complicato, ma il succo è che questa, sarà come una normale ferita e guarirà come se fossi un comune mortale.”

Ciò significa che impiegherà davvero tanto tempo e può infettarsi e qualsiasi altra cosa da umani. Mi viene naturale esprimere la mia idea “Una ferita può impiegare anche un mese per rigenerarsi del tutto in un umano e nel frattempo potrebbe infettarsi, giusto?” Rebekah sembra più spaventata del dovuto, non ha a che fare con cose da umani da un sacco di tempo.

Ma Erika tranquillizza tutti “Non si infetta, perché rimangono le difese da ibrido. L’unica scocciatura è il tempo che impiegherà a rimarginarsi. Se vuoi posso vedere di fare qualcosa.” Guardiamo tutti l’ibrido che acconsente. Così io e Bekah ci alziamo dal divano per far spazio a Erika e restiamo in piedi a guardare. La strega si sfrega le mani, poi le posiziona come prima, sulla ferita. Inizia a recitare una cantilena “Helbrede såret som infiserer min kjærlighet. Leges raskt, slik at han kan gratis å så panikk blant folk og drepe henne så nådeløs. Helbrede oss slik at vi kan gå tilbake til å elske i den mest strålende, som han liker.Ripete queste parole incomprensibili per due o tre volte, poi succede qualcosa. Dalla ferita inizia a sgorgare sangue a non finire. Sento Rebekah urlare nel panico e cercare di avvicinarsi alla strega che continua a ripetere la litania, per farla spostare da lì, ma un campo magnetico invisibile la catapulta dall’altra parte della stanza. Vado a soccorrerla, perché capisco che per Klaus non posso fare niente. Sembra stia bene e si rialza come niente. Ci guardiamo entrambe spaventate, senza sapere cosa fare. Poi Rebekah torna all’attacco sulla strega e viene catapultata di nuovo a terra. Stavolta non vado ad aiutarla, perché l’ibrido sembra aver perso conoscenza e mi viene un’idea per fermare tutto. Invece di attaccare la strega, cercherò di portare via il braccio di Klaus da quelle manacce, ma appena lo tocco ricevo la scossa e in un attimo tutto finisce.

La rossa smette di ripetere la cantilena, dalla ferita non esce più sangue, anzi sembra si stia rimarginando in fretta. Stranamente non riesco più a tenermi in piedi e cado a terra. Provo a rialzarmi, ma il mio corpo sembra non rispondermi più. Sono caduta con la testa rivolta verso Rebekah e vedo che anche lei è nel mio stesso stato. Ma che succede?? Vedo la figura di Klaus avvicinarsi alla sorella “Bekah, che hai? Che ti succede?” poi si gira prima verso me, poi verso Erika “Cosa è successo a loro? Perché sono finite a terra?”

La strega è fuori dal mio campo visivo, ma la sento dire “Tranquillo, caro. Resteranno così per qualche giorno, poi si riprenderanno. Ognuna ha assorbito la parte che poteva smaltire della ferita. Tua sorella la parte vampira e la tua amica la parte mannara. Ora il loro corpo è bloccato, per dargli il tempo di eliminare il tutto senza creare problemi. Tra due o tre giorni torneranno come prima.”

L’ibrido stringe arrabbiato la mano della sorella “Com’è potuto accadere?”

Erika gli risponde più tranquilla che mai “Era l’unico modo per farti guarire del tutto. Durante l’incantesimo loro hanno toccato uno di noi due e facendolo hanno assorbito ciò che potevano.”

Klaus si alza e scompare dal mio campo visivo, ma poco dopo lo sento urlare “Non ti avevo detto di combinare questo casino, avresti dovuto avvertirmi!” Sento qualcuno accasciarsi a terra e presuppongo sia Klaus. Poi vedo una figura snella stagliarsi tra me e Bekah “Ti avevo avvertito del mio potere, caro Klaus. Non giocare col fuoco!” La rossa se ne va in cucina e da lì urla “Sai, è meglio che te ne vada. Ti ricordo che d’ora in poi posso fare ciò che voglio. Hai rotto il patto.” Vedo una figura muoversi a velocità sovrannaturale e subito dopo il corpo di Rebekah non c’è più. Non faccio in tempo a realizzare questo pensiero, che mi vedo portata via anch’io fino alla macchina. Klaus sale davanti e andiamo via.

Torniamo al motel, Klaus ci porta in camera e ci sdraia sul letto. L’unica cosa che riesco a fare, è sbattere le palpebre, perciò le chiudo per un attimo, ma l’ibrido subito si spaventa, perché mi crede morta, così le riapro. Capisce che possiamo sentirlo e vederlo, così gira la testa di entrambe verso di lui e poi si mette sulla poltrona vicino al letto. Sta andando nel panico più completo e nessuna delle due può fare niente per consolarlo.

Vorrei urlare e dimenarmi a più non posso in questo momento, la situazione si sta già facendo pesante e la strega ha detto che durerà per due o tre giorni. Non ci posso credere!

Ad un certo punto Klaus si alza dalla poltrona e inizia a camminare per la stanza. Va avanti per ore, fino a che il mio stomaco non inizia a brontolare. A quanto pare la fame non si è bloccata insieme al mio corpo. Klaus se ne accorge e si avvicina a me “Hai fame?? Se sì, sbatti due volte le palpebre.” Faccio come richiesto, poi scompare dal mio campo visivo e lo sento fare la stessa domanda alla sorella. Anche lei deve aver detto di sì, perché dopo poco l’ibrido dice “Io vado a trovarvi qualcosa da mangiare. Voi, beh, restate lì.” Come se avessimo scelta!

 

Buon Natale, miei cari lettori!

Ok, non vi ho fatto proprio il regalo che tutti aspettavate, vero? Ma a caval donato, non si guarda in bocca. Perciò accontentatevi! xD

Che ne pensate di questa nuova situazione?? La strega cattiva ha fatto un po’ di casini, eh?? Ehhhh la gente con le manie di grandezza non manca nel telefilm, perciò ho deciso di creare anch’io qualcuno così.

Spero che il capitolo vi piaccia comunque!

Ancora buon Natale a tutti quelli hanno la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate e soprattutto a chi recensisce!! Probabilmente senza di voi, non aggiornerei così spesso, lo faccio solo per poi divertirmi a leggere i vostri commenti!

Baci

Maria

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

Klaus torna poco dopo con una sacca di sangue per Rebekah e del cibo per me, ma si rende presto conto che sarà più difficile del previsto farmi masticare ed ingoiare, visto che non posso muovermi. Perciò, dopo aver nutrito la sorella, esce di nuovo e va a comprare dello yogurt. Per fortuna che qui vicino c’è Walmart!

Torna poco dopo e subito si prepara per darmi da mangiare. È una scena davvero penosa quella che sto vivendo. Klaus viene vicino al letto con dei tovaglioli e una scatola di yogurt, poi inizia a farmi scendere lo yogurt dentro la bocca. Ora possiamo solo sperare che non mi vada di traverso, sennò sono morta. “Quando non ne vuoi più basta che chiudi gli occhi, ok?” Mi sembro uno di quei malati in stato vegetale, che non può muoversi o comunicare con il mondo. Ora capisco davvero la sofferenza di certe persone!

Dopo essere riuscita a mandare giù due yogurt senza soffocare, posso ritenermi soddisfatta, perciò chiudo gli occhi prima che il biondino apra il terzo barattolino. “Ok, basta allora.” Riapro gli occhi e lo vedo allontanarsi per mettere da parte il resto della scatola. Per fortuna c’è un minibar e c’è abbastanza spazio per metterli tutti. Dopodiché Klaus torna al suo posto sulla poltrona. Lo vedo proprio perso.

Il tempo passa lentamente e mi accorgo che anche il resto dei miei bisogni fisiologici non si è fermato, ma come faccio a farmi portare al bagno?? Da lui, poi?? Questo è l’unico pensiero che mi affolla la mente, almeno fino a quando vedo fuori diventare buio. A quel punto non ce la faccio più, rischio davvero di farmela addosso!

Con grande imbarazzo, inizio a sbattere velocemente le ciglia, fino ad attirare l’attenzione dell’ibrido. “Che c’è? Se hai fame sbatti due volte le palpebre, sennò resta ad occhi aperti e cercherò qualche altra domanda.” Rimango con gli occhi aperti. “Ok, non hai fame. Che può essere? Cerca di guardare da qualche parte per darmi un indizio.” Guardo la porta del bagno, Klaus cerca di capire cosa sto indicando, e quando lo capisce, la sua espressione diventa impagabile. Se solo potessi muovermi, riderei a crepapelle! “Devi andare in bagno?” Ormai ho capito che per il sì bisogna sbattere le ciglia due volte, perciò lo faccio senza ripensamenti. Non ce la faccio davvero più a trattenerla!

Dopo un breve momento di silenzio, dice “Aspetta un attimo. Adesso torno.” Torna poco dopo insieme ad una ragazza, evidentemente soggiogata. Mi solleva dal letto, mi porta in bagno, poi le ordina ciò che deve fare. Una volta finito, torna dentro e mi riporta sul letto. Ora sì, che sto bene! Da quanto ho capito, la ragazza farà da sacca di sangue per Bekah e da mia “badante” in questi giorni. Si è trovata proprio nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Così Klaus si lava le mani di questa storia, esce e ci lascia sole con lei. Non lo vediamo tornare neanche di notte. Chissà dov’è andato.

Torna due giorni dopo, forse con la speranza di vederci in piedi e in movimento, ma stranamente siamo ancora confinate nel letto. Prende la ragazza, le fa dimenticare tutto e la manda via. “Ora rimango io con voi. Tanto dovrebbe mancare poco alla fine di questo strazio.”

Certo, per lui è uno strazio! Noi invece ci stiamo divertendo a fare le belle statuine! Se solo potessi muovermi…

Anche se ci ha ritrovato come ci ha lasciato, sembra più sereno. Forse ha capito che non può farci niente.

“Allora, avete fame?” entrambe rimaniamo con gli occhi aperti. La ragazza ci ha imboccato poco prima che lui arrivasse. “Perfetto. Allora vi leggo il giornale di ieri. Tanto se le notizie non le sapete, sono sempre nuove.” Così, inizia a leggere le pagine del giornale. Parte dalla politica, poi l’economia e infine la cronaca. “Allora, care ragazze. A quanto pare c’è un animale che sta facendo una strage proprio qui vicino. Non sono io, perciò c’è un altro vampiro in città. Ho provato a cercarlo in questi giorni e ho scoperto che si tratta di Stefan. Dovete sbrigarvi a riprendervi, lo sapete, vero?” Stefan? Oh cavolo! “Come saprete, non posso ucciderlo, almeno finché non avrò indietro le mie bare. Perciò ho bisogno che voi vi sappiate difendere. Dovete sforzarvi a muovervi, avete capito?” Certo, come se lo facessi apposta a restare immobile. Ma è stupido?

Continua il suo monologo, dicendo “Capisco che non riuscite, perciò inizialmente cercherò di stimolarvi in qualche modo, tipo facendovi il solletico. Forse, pur di ribellarvi, inizierete a muovervi. Se non funziona, proverò a ferirvi. Prima o poi otterrò qualche risultato.” In poche parole ci vuole torturare, finché non ci muoviamo?! Deve solo pregare che non riprenda mai a muovermi o lo faccio correre!

“Inizierò da te, Bekah. In un eventuale scontro, mi serviresti di più.” Gira delicatamente la mia testa verso la sorellina, poi si avvicina a lei e inizia a farle il solletico sulla pancia. Lei chiude gli occhi, ma non fa nessun altro movimento. Continua così per un’infinità di tempo, prima sulla pancia, poi sotto ai piedi. Infine prende addirittura una piuma da un cuscino e inizia a farle solletico sotto le ascelle.

Ok, cambio idea. Non è assolutamente più sereno, è semplicemente impazzito! Ma che cavolo di idee gli vengono?! Lo sguardo di Rebekah è a dir poco furioso. Penso che se funzionasse, poi Klaus avrebbe seri problemi a rimanere in vita.

Dopo quasi due ore di torture, smette stremato. La bionda chiude gli occhi e si gode questo momento di pace. “Ok, cambiamo strategia. Farti del male non servirebbe. Ti rigeneri troppo in fretta e non ho verbena a portata di mano, perciò ecco che faremo. Ormai dovreste iniziare a sentire un po’ di fame, perciò ti appenderò una sacca di sangue proprio sopra alla testa, farò un piccolo buco sul fondo in modo che esca solo una goccia per volta, e vediamo che succede.”

La vuole spingere a muoversi con la sete di sangue? Forse per loro è più forte di qualsiasi istinto, perciò potrebbe funzionare.

Sistema tutto il necessario e poi con uno spillo fa un buco sul fondo della sacca. Le gocce le finiscono precise sulle labbra e non tutte finiscono dentro la bocca. “Bekah, vedi di reagire a questo o quando sorgerà il sole, proverò con quello.” A sentire quella frase, mi accorgo che è buio fuori. Il tempo è passato così velocemente che non ci avevo fatto caso. Ciò significa che la vampira ha solo poche ore per riuscire a muoversi o l’ibrido la farà abbrustolire al sole. (NdU mi pare che anche gli Originali abbiano questa restrizione, vero?)

Lo sguardo di Rebekah diventa spaventato, perché sa che lei non ci può fare niente se non riesce a muoversi e il dolore che le si prospetta davanti è davvero tanto. Inizio a sperare che le tecniche dell’ibrido abbiano un fondamento o ci toccherà soffrire davvero, davvero tanto.

“Allora, mentre lei combatte l’immobilità, ti do da mangiare, ok cara? Con te non funzionerebbe mai una cosa simile. Sei ancora troppo simile ad un umana, ti indeboliresti troppo.” Almeno non morirò di fame, bell’inizio! Mi viene vicino con un barattolo “Basta yogurt, contenta? Ho frullato un po’ di carne e verdure. Il sapore non è dei migliori, ma tanto il suo scopo è solo quello di andarti di traverso, così inizierai a tossire, e perciò a muoverti. Ti piace il mio piano?” Oddio, sto per morire. Appena penso questo, sento un ringhio alle mie spalle e poi vedo Klaus sorridere “Bene. Bekah mi ringrazierai dopo. Ora ho da fare.” Ci è riuscito!  L’unica speranza è che riesca anche con me. Provo a muovere le mani per essere sicura che non sia solo perché l’incantesimo è finito, ma non riesco a combinare niente. Rebekah si è liberata solo grazie alla fame.

Entra nel mio campo visivo solo per uscirne subito dopo, per attaccare suo fratello. “Cosa avevi intenzione di fare se questo esperimento non riusciva? Ti ho già perdonato per aver ucciso nostra madre, non darmi altri motivi per venirti contro!” Questi sono quei momenti in cui vorresti essere in un altro posto, invece sei lì ad ascoltare ciò che non dovresti.

Klaus fa finta di niente, ma il suo tono freddo nasconde a malapena ciò che prova “Vai a nutrirti ora. Di questo ne parleremo in un altro momento.”

Bekah fa come richiesto ed esce. L’ibrido torna da me, ma il barattolo è andato in frantumi perciò è costretto a frullare altra carne e altre verdure. Tutto avviene nel più assoluto silenzio e prima che me ne possa accorgere, è di nuovo accanto a me con un cucchiaio e un nuovo contenitore colmo di quella specie di omogeneizzato.

“Ecco che arriva l’aeroplanino che ti farà tornare a muovere.” E così dicendo, inizia a far girare per aria il cucchiaio colmo, per mimare il volo di un vero aeroplano. Prima ancora che me ne accorga la pappetta è nella mia bocca e un po’ è riuscita ad arrivare a destinazione, mentre l’altra parte mi è andata di traverso.

Il mio corpo non risponde, non si difende, da ciò che sta accadendo. Inizio a sentire l’aria mancare. Klaus mi fa mandare giù un altro boccone, perché non capisce che già il primo è andato di traverso. Il secondo ha peggiorato la situazione.

Sto per morire. Lo so. Il mio corpo non riuscirà mai a muoversi per tossire e contrastare l’incantesimo. L’ibrido si accorge finalmente che qualcosa non va, ma invece di aiutarmi in qualche modo, appoggia la schiena sulla sedia e incrocia le braccia. “Ce l’ha fatta Bekah, puoi farcela anche tu, amica mia. Forza, reagisci!” Faccio sempre più fatica a prendere fiato, perché il cibo impedisce il passaggio e l’ultima cosa che vedo è Klaus che mi guarda finalmente spaventato dalla mia morte.

 

***

 

Sento delle mani sul mio petto che spingono in modo regolare. Le sento in modo sempre più vivido. Non sono morta!

Torno alla realtà con un colpo di tosse talmente forte da procurarmi un conato, che mi fa finalmente uscire dalla gola tutto ciò che non dovrebbe esserci. Finalmente nessuno mi spinge più il torace, ma mi sento abbracciare in modo sovrannaturale. “Ho pensato di averti persa! Scusa.” Klaus. Avrei voglia solo di tirargli un bel pugno su quel bel faccino che si ritrova! Per poco non mi ammazza.

Non faccio in tempo a pensarlo che lo vedo a terra con il labbro sanguinante e un tremendo dolore alla mano. Oddio, mi sono mossa! Cerco di portare una mano davanti agli occhi per capire se l’ho fatto davvero e ancora prima della mano, tutto il resto del mio corpo si muove. Sento ogni minimo muscolo rispondere ai miei desideri.

Il biondino è di nuovo in piedi, con un sorriso malizioso in viso. “Non mi ringrazi? Se non ci fossi stato io, saresti ancora immobile su quel letto, mia cara!”

La mia bocca si apre ancor prima di pensare a ciò che devo dire “Veramente se non c’eri tu, neanche ci finivo su questo letto per tre giorni. Ma lasciamo perdere. Ho bisogno di andare al bagno. Spostati.” Mi lascia libero il passaggio e vado in bagno. Mi guardo allo specchio e mi vedo tutta sporca di vomito. Che schifo! Mi sfilo la maglietta e la lavo senza pensare che lì dentro non ne ho altre. Mi do una sciacquata veloce al viso e in particolare alla bocca, poi esco dal bagno.

Vedo Klaus intento a pulire ciò che ho rimesso poco prima e mi avvicino, dicendogli “Dai, lascia stare. Ci penso io.” Ci ritroviamo faccia a faccia, molto vicini. L’ibrido da un’occhiata veloce al mio corpo. Ops, sono in reggiseno! Sento un fuoco divamparmi dalle guance.

Non potevo ricordarmi di mettere un’altra maglietta o di coprirmi in qualche modo?? Dannazione!

Sto per allontanarmi per andare a mettermi qualcosa addosso, quando sento delle labbra sulle mie. Istintivamente chiudo gli occhi e ricambio il bacio. Il mio primo bacio!

Mi sento stringere dalle sue braccia e poco dopo sento la sua lingua premere per entrare nella mia bocca. La dischiudo leggermente e le nostre lingue ingaggiano una danza particolare, tutta loro. Le mie braccia, fin’ora inerti lungo il corpo, corrono alla sua nuca per avvicinarlo ancora di più a me ed evitare che si allontani.

Dopo un tempo interminabile, le nostre labbra si dividono. Ci guardiamo negli occhi per un tempo infinito. Quegli occhi che poco prima avrei fatto diventare neri dai lividi, ora mi guardavano in modo del tutto nuovo. Vogliosi di qualcosa di nuovo.

Ci capiamo senza neanche parlare e torniamo a baciarci. Le sue mani corrono esperte ai miei glutei e mi sollevano. Le mie gambe si aggrappano istintivamente alla sua vita per non cadere e a velocità straordinaria finiamo sul letto dove poco prima avevo rischiato di morire.

I baci si fanno sempre più bollenti insieme alle sue mani che iniziano a farmi provare sensazioni che non conoscevo e non ritenevo possibili.

In poco tempo la sua maglia finisce a terra e mi ritrovo ad ammirare ancora una volta i suoi fantastici pettorali. Le mie mani corrono subito ad accarezzarli e poi scendono sempre più giù, fino all’orlo dei pantaloni. Il bottone salta facilmente, mentre il biondino mi lascia una scia di baci sul collo. Non so come farli scivolare via, ma ci pensa lui. Prima toglie i suoi, poi i miei pantaloni vanno a fargli compagnia da qualche parte, in giro per la stanza.

Lo stringo a me come non ho mai fatto con nessun altro prima di lui. Ho bisogno di sentirlo vicino. Tutto sta succedendo in fretta, troppo in fretta!

Quasi percependo la mia paura, all’improvviso Klaus si ferma e mi guarda.

In quel momento capisco che questa è l’unica cosa che voglia davvero con tutta me stessa. Riprendo a baciarlo con più foga di prima e in un attimo mi fa inarcare la schiena e toglie tutto il mio intimo.

Ora rimangono solo i suoi boxer ad ostacolarci. Le mie mani stanno per arrivarci, quando entrambi ci fermiamo di botto.

“Che cosa imbarazzante! Avrei dovuto scegliere un altro momento per venire a trovarvi, eh?”

 

Vi prego non uccidetemi! Non voglio morire così giovane!

Ma non potevo permettere che succedesse tutto così in fretta per la povera Annie, no? Ha appena ricevuto il primo bacio e già si ritrova ad andare oltre?? E poi la sua prima volta in una camera di motel con la puzza di vomito, nel letto in cui è stata immobile per giorni?? Si merita qualcosa di meglio!

Per il resto, che ne pensate del capitolo?? Spero che vi sia piaciuto, perché il prossimo lo avrete fra un anno! (le solite frasi fatte da ultimo dell’anno! xD)

A proposito, buon anno a tutte voi che leggete in silenzio o che recensite! Non potete neanche immaginare quanto mi facciano piacere le vostre recensioni!

Ci sentiamo nel 2012 care lettrici!

Baci

Mary

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

“Che cosa imbarazzante! Avrei dovuto scegliere un altro momento per venire a trovarvi, eh?” Erika. Cerco di coprirmi al meglio, mentre la strega si va avanti. Klaus si alza velocemente e si para davanti a me. “A quanto pare, hanno ripreso bene le loro funzioni motorie. Beh, ero solo venuta a dirvi che Stefan è sulle vostre tracce e non voglio grane nella mia città. È ora che ve ne andiate.”

Continuo a coprirmi con il lenzuolo, mentre cerco il reggiseno. Una volta trovato, mi avvicino all’ibrido.

La strega sorride all’istante “Te l’avevo detto che le ragazze ti adoravano, ma non avrei mai immaginato così tanto!” Scoppia in una risata fragorosa che mi mette i brividi.

Il biondino mi prende la mano “Appena mia sorella torna, partiamo, ok? Ora vattene.” Sembra avere paura anche lui, ha visto cosa riesce a fare la strega.

“Hai paura, eh? Beh non ti farò niente a meno che non sia costretta. Alla fine mi hai donato la vita eterna e un immenso potere. È grazie a te, se oggi sono così potente. Ora me ne vado, ma se non sloggiate entro domani mattina, ve ne farò pentire.” Ci da le spalle e va verso la porta, poi gira il volto verso di noi. “Come ho già detto, non voglio guai nella mia città!” Queste sono le sue ultime parole. Appena uscita dalla porta scompare e torniamo ad essere soli.

L’ibrido mi guarda da capo a piedi, sono ancora in biancheria. La sua mano è ancora nella mia. È da tanto che aspettavo questo momento, dalla sera in cui ho ucciso Bonnie.

Anche il mio sguardo vaga sul suo corpo magnifico e in un attimo tornano tutte le voglie evaporate poco prima. Lascia la mia mano e con le sue, mi prende per le spalle e mi attira a sé. Sollevo la testa dal suo petto e lo guardo ancora un attimo negli occhi prima di baciarlo.

“Ragazzi sono torn… Ops scusate!” Rebekah. Ma tutti stasera devono venire a rompere? La vampira fa un sorrisino sghembo e dice “Se volete, vado a farmi un giro.”

Klaus si stacca bruscamente da me e dice “No. Dobbiamo partire subito. È venuta Erika e ha detto che dobbiamo andarcene prima di domani. Prepara le tue cose.”

Io e Klaus ci rivestiamo velocemente, beh, lui un po’ più velocemente di me, poi iniziamo a raccogliere le nostre cose.

Una volta preparato tutto, io e Bekah portiamo in macchina le borse, mentre Klaus va a soggiogare quello della reception per farlo dimenticare di noi. Dopodiché partiamo. La bionda si propone per fare il primo turno in macchina, così la lasciamo fare.

Mi metto sul sedile posteriore e con estrema sorpresa vedo Klaus venire dietro insieme a me. Mi guarda e dice “Se vuoi vado davanti.” Ok, sembra più imbranato di me sull’argomento ragazze. Ma un ibrido millenario ha di questi problemi?? E che ha fatto per tutto questo tempo?

“No, rimani qui.” Ci sorridiamo a vicenda, poi lui chiude la portiera e mi mette un braccio sulle spalle. Mi fa accoccolare sul suo petto, così che possa dormire, ma proprio in quel momento Rebekah sale in macchina, al posto di guida. “Mi raccomando, non fate niente di sconcio voi due. Sono una ragazza impressionabile, io.”

“Zitta, sorellina! Pensa a guidare.” Dal tono di voce, capisco che Klaus sta sorridendo. Mi sistemo meglio contro di lui e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento al sicuro.

Mi addormento poco dopo, con la mano di Klaus che mi accarezza la testa.

 

***

 

“Bekah, ne possiamo parlare?” Mi sveglio, perché sento i due fratelli parlare, ma faccio finta di niente, così possono continuare indisturbati.

“Di cosa vuoi parlare?” il tono della vampira è molto freddo.

“Di quello che mi hai detto prima, a proposito di nostra madre. Voglio chiarire una volta per tutte questa storia.” Ok, è una di quelle conversazioni che non dovrei sentire, ma come faccio ora? È arrivato il momento per loro di parlarne e non voglio interromperli.

“Non c’è niente da dire, Nik. L’hai uccisa e mi hai mentito, mettendomi contro nostro padre. Cos’altro c’è da dire?” Sento il corpo dell’ibrido irrigidirsi sotto di me. Queste parole devono averlo ferito.

“Hai sentito solo una parte della storia, Bekah. È vero, l’ho uccisa, ma è stata lei a chiedermelo. Si era pentita di aver fatto diventare dei mostri i propri figli e, dopo avermi rivelato di non essere figlio di mio padre, mi ha detto che uccidendola avrei avuto più potere degli altri e che avrei dovuto tenerli sotto controllo.” Lo sento fare un sospiro profondo. Deve costargli davvero tanto ricordare quel momento. “Naturalmente ho rifiutato, perché le volevo bene, ma lei ha insistito e alla fine ho fatto come mi chiedeva. Diceva che non poteva vivere con il rimorso di averci trasformati in bestie abominevoli e mi ha chiesto di tenervi sotto controllo e lontano dalle grinfie di nostro padre, perché lui si era esaltato con tutta quella storia.”

Dopo un attimo di silenzio sento Rebekah rispondere “Se tutto questo è vero, perché non l’hai detto subito? Perché hai dovuto addossare la colpa a nostro padre?”

“Era un modo per proteggervi da lui e poi come mi avreste trattato se vi avessi detto di aver ucciso nostra madre??” I due iniziano ad alzare la voce, segno che l’atmosfera si sta scaldando. Forse è ora che faccia finta di svegliarmi. Rebekah ha bisogno di riflettere su ciò che gli ha detto Klaus.

“Non lo so che avrei fatto, ma almeno avrei saputo la verità.” Sento la macchina sterzare violentemente e poi fermarsi. Ok, troppo tardi per far finta di svegliarsi!

La portiera davanti si apre e poi si chiude violentemente. Fingo di svegliarmi di soprassalto, così libero il biondino dal mio peso e può andare a parlare con la sorella.

Appena mi sollevo da lui, esce lasciando la portiera aperta e andando a cercare la sorella che è andata in mezzo al bosco. Rimango lì, perché penso di aver già sentito abbastanza. Chiudo la portiera, perché l’aria è veramente troppo fredda, persino per me, e aspetto con calma.

Dopo un po’, sento dei rumori assordanti e delle urla venire dal bosco, così scendo dalla macchina e cerco di capire da dove vengono. È Klaus ad urlare. Inizio ad inoltrarmi nel bosco e non ci metto molto a trovarlo. Il rumore che avevo sentito era un albero, ora a terra. È proprio affianco a Klaus.

“Che succede?” All’improvviso smette di prendere a calci il tronco dell’albero che nel frattempo si è spaccato in due e urla “Vattene! Fai come lei, va via!”

Faccio un passo in avanti per avvicinarmi a lui “Ma io non voglio andarmene.”

Lui si avvicina a velocità sovrumana, mi prende per il collo, come ha già fatto tante altre volte, e mi dice “Torna a casa e lasciami in pace.” Poi mi lascia cadere e si gira.

Che diavolo gli è successo? Dieci minuti fa mi teneva abbracciata e ora mi tratta come se fossi un’estranea. Capisco che non è il momento di stare a discutere con lui, perciò mi alzo e torno alla macchina.

Non m’interessa come tornerà a casa LUI, io prendo la macchina. Che si arrangiasse!

Controllo il percorso sulla cartina e mi accorgo che eravamo già a metà strada. La appoggio sul sedile accanto ancora aperta e parto.

Non può andare avanti così! Prima mi bacia, mi abbraccia, stavamo anche per andare oltre e poi questo. Sento ancora le sue dita premere sulla mia gola. Senza neanche accorgermene inizio a piangere, ma mi costringo ad arrestare subito il flusso di lacrime, prima di fare un incidente.

Tutte le sei ore di viaggio rimaste le passo così, pensando a quanto è stronzo e cercando di ricacciare indietro le lacrime. Tanto anche se piangessi non servirebbe a niente. Ho quasi voglia di fare un incidente e di rimanerci secca, così poi lui avrebbe i sensi di colpa per il resto dell’eternità, ma poi penso che ho una missione da portare a termine e non posso permettermi di non farlo. Non sono neanche a metà strada, devo ancora diventare ibrido. Questo è l’unico pensiero che mi spinge a proseguire verso casa e a non cambiare direzione verso qualunque altro posto sulla faccia della terra.

Arrivo a Mystic Falls con un’ora di anticipo. Presa dai pensieri devo aver premuto un po’ troppo l’acceleratore. Sto per scendere e andare dentro, quando mi accorgo che non so che scusa inventare con la signora Martin. Sicuramente si chiederà dove sono i due fratelli e perché sia tornata solo io. La puzza che emano mi fa decidere a scendere e ad inventare qualcosa sul momento. Ho bisogno di una doccia calda e non si discute!

Prendo le mie cose dalla borsa ed entro. “Signora Martin, sono io, Annabeth.”

La signora esce dalla cucina con una teglia di biscotti alla marmellata “Oh cara! Siete tornati! Vuoi un biscotto? L’ho appena sfornati. Sono ancora caldi.”

Dopo aver mangiato per tre giorni solo yogurt e strani omogeneizzati apprezzo volentieri dei biscotti, perciò ne prendo uno e ringrazio. “Sono solo io, signora. Gli altri due hanno deciso di andare ad Atlanta, ma a me non andava e ho preso un autobus per tornare a casa.” Ormai sto diventando brava a mentire.

“Ehhh che giramondo i miei nipoti. Non si stancano mai di viaggiare. Va bene, cara. Vai pure a riposarti, hai l’aria stanca.”

Doccia arrivo! Prendo un altro biscotto e solo ora mi accorgo di avere una fame da lupi. (NdU scusate il gioco di parole! xD) Non mangio qualcosa di solido da giorni e nelle ultime 12 ore non ho mangiato proprio niente. Decido intanto di farmi una doccia e finalmente sotto il getto d’acqua calda sento i muscoli rilassarsi. Penso un’ultima volta a Klaus, ma stavolta non c’è l’istinto di sopravvivenza ad evitare alle lacrime di appannarmi la vista, perciò inizio a piangere. Appoggio la testa alla parete della doccia, mentre l’acqua continua a bagnarmi i capelli e la schiena. Le lacrime scendono ormai senza limiti, finché non arriva un forte mal di testa.

Mi guardo le mani e vedo i polpastrelli diventati rugosi. Chissà quanto tempo è che sono qui sotto. Decido di uscire dalla doccia, così mi sciacquo il viso sotto il getto d’acqua e lavo via il sapone rimasto sul corpo.

Faccio appena in tempo a vestirmi che il mio stomaco inizia a brontolare. Mi asciugo i capelli velocemente e scendo a mangiare altri biscotti. La signora Martin è già andata a letto, perciò mi metto comoda su uno sgabello della cucina e ne assaggio uno per ogni tipo. Finalmente sazia, torno in camera e mi metto a dormire. Cerco di non pensare a Klaus, perché ho ancora mal di testa per il pianto di poco prima. Perciò inizio a pensare che sia ora che faccia finta di tornare in città o gli altri inizieranno ad insospettirsi. Meglio così, almeno torno in albergo e se Klaus torna non sono qui. Mi addormento pensando che la prima cosa da fare il giorno dopo è riprendere tutta la mia roba e controllare la mia macchina. Quando non la uso per un po’, poi fa fatica a ripartire.

 

***

 

Mi sveglio con un mal di testa peggiore di quello di ieri sera. È sempre così quando piango. Cerco di girarmi dall’altra parte per non avere il sole in faccia, ma mi trovo impossibilitata a farlo.

“Buongiorno.” Klaus

Mi alzo di scatto e mi metto seduta “Che vuoi?”

Sembra rimanerci male, ma non m’interessa. È lui che mi ha quasi strangolata ieri sera, dovrei essere io l’offesa! “Perché non posso stare qui senza motivo?”

E neanche si degna di scusarsi? Cos’ha un vuoto di memoria, per caso?? “No, che non puoi. Non dopo ieri sera.”

Il suo viso si rabbuia. Si alza dal letto e dice “Non puoi capire.” Poi si gira e se ne va.

Rimango lì a fissare la porta ancora aperta. Ma mi ha preso per una scema? Sono io ora a non capire? Non me ne frega più niente di diventare un ibrido. In qualche modo farò anche senza, non è indispensabile. Ora preparo le mie cose e me ne vado. Non posso andare avanti così.

Appena finito di raccattare i miei pochi vestiti, vado a metterli in macchina e la controllo. Sarebbe davvero una sfiga se non partisse. Poi torno dentro e salendo gli scalini tre a tre vado in camera dell’ibrido. Apro la porta e mi preparo per dirgliene quattro prima di andarmene, ma ciò che mi trovo davanti non è quello che immaginavo. Tutti i mobili sono a terra, rotti e tutte le sue cose sono sparse in giro per la stanza. Il biondino è seduto in un angolo, ancora con il fiatone. “Ma cos’è successo?”

Alza la testa e vedo delle lacrime rigargli le guance “Vattene! Hai già fatto i bagagli, no?! Allora vattene!”

Stavolta non me ne andrò così facilmente. Finora aveva pianto solo quella volta davanti al padre, deve esserci qualche problema serio. “Io non me ne vado.” Si alza e viene verso di me con fare minaccioso. Questa volta mi sbatte contro il muro e la botta mi fa mancare per un attimo il respiro. “Ti ho detto che non me ne vado.”

Da un pugno alla parete, ma non al massimo della sua forza, non fa neanche una piccola crepa. “Perché non te ne vai, eh? Sono un mostro, no? Perché non fai come Rebekah e non te ne vai?!”

Ah ecco il problema. La vampira se n’è andata e lui è rimasto solo. Bastava dirlo, no? “Io non me ne vado. L’unico modo che hai per liberarti di me è uccidermi!”

Stavo per continuare a parlare e fare uno di quei discorsoni sul senso della vita, ma Klaus mi coglie di sorpresa e mi bacia. È un bacio diverso da quello di ieri, sembra più feroce e rabbioso. Ma non rispondo al bacio. Non può fare sempre come vuole lui. Mi tiro indietro e lui riapre gli occhi spaesato. “Pensavo ti piacesse.”

Ora ho davvero voglia di tirargli un ceffone! “Non puoi risolvere sempre così le situazioni, sai?”

Mi guarda con un sorriso sarcastico e dice “Ma vuoi essere la mia ragazza o la mia psicanalista?”

 

Eccoci qua alla fine di un altro capitolo! Che ne pensate?? Durerà questa coppia?? Già iniziano i litigi!!

Secondo voi, cosa risponderà Annabeth alla domanda di Klaus?? Sarà questo il suo grande segreto?? Lei è una psicanalista in incognito?? xD

Scusate le mie battute infelici, ma ho deciso di stare sveglia fino alle 2 per vedere la nuova puntata in diretta con l’America e sto già iniziando a dare i numeri! Sapete, ho letto tanti di quegli spoiler che non posso aspettare un minuto di più!!! A proposito, qualcuna di voi resterà sveglia come me??

Oh quasi dimenticavo! Ho notato, care signorine, che sono già due capitoli che arrivate alle 10 recensioni e se continuate così, con questo capitolo arriverò a 100 recensioni nella storia. Non potete neanche immaginare quanto adori tutte voi per questo!

Ora basta con i momenti melensi! Mi raccomando, continuate a recensire!

Baci a tutte

Mary

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

“Ma vuoi essere la mia ragazza o la mia psicanalista?” La sua ragazza? Non ci avevo mai pensato in questi termini. Cioè, sì, ci eravamo baciati, ma non pensavo che, insomma, la SUA ragazza! Rimango lì, con la mia faccia da pesce lesso, a guardarlo. Lui abbassa lo sguardo. Forse non si era neanche reso conto di ciò che diceva.

Beh stavolta sarò io a reagire prima “E se ti dicessi che voglio essere la tua ragazza? Cambierebbe qualcosa o mi tratteresti ancora così? Perché in tal caso…”

Prima ancora di finire la frase, mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Ci sta provando ancora, ma stavolta lo lascerò fare. Non è come prima. Stavolta è un bacio dolce. Si stacca lentamente da me e dice “Ok, scusa. Non dovevo comportarmi così. Ora basta però, ti prego.”

Wow, sono la prima donna al mondo che è riuscita a mettere i piedi in testa all’ibrido originario! Mi sento importante! “Ok, basta così. Per ora.”

Mi allontano un po’ da lui per riprendere il controllo, poi dico “È ora che faccia finta di tornare in città o Damon e gli altri inizieranno ad avere dei dubbi.”

Torna serio anche lui “Hai ragione, anche perché presto dovrai scomparire di nuovo per la trasformazione in ibrido.” A questo punto non è meglio farla subito? Trasformo il mio pensiero in parole, ma Klaus dice “Non posso al momento. Ho finito il sangue di Elena e potrebbe volerci un po’ per prenderne altro.” Spero solo che ci riesca prima della prossima luna piena!

Cerco di non pensarci e cambio discorso “Come sistemerai tutto questo casino?” Chiedo guardandomi intorno. Non c’è un solo mobile rimasto intatto.

“Soggiogherò qualcuno. Nel frattempo starò nella tua stanza. Tanto tu te ne vai, no?”

Con la mano gli do un pizzicotto sulla guancia “Che dolce che sei quando metti il broncio. Facciamo così, potrai venire a trovarmi quando vuoi.” Entrambi scoppiamo in una risata fragorosa. È proprio bello quando ride.

“Senti io vado, ok? Ti faccio sapere come va.” Lo afferro per il colletto della maglia e lo avvicino a me fino a baciarlo. Subito ricambia, poi mi lascia andare.

Esco di casa e prendo la macchina. Decido di tornare subito in hotel per prendere una camera e una volta posati i bagagli, chiamo Tyler. “Ciao Tyler, sono Annabeth.”

Risponde entusiasta al telefono “Ehy ciao! Quando torni in città? Va tutto bene da te?”

Cerco di rispondere nel modo più naturale possibile “Sì, mia madre sta meglio e ti avevo chiamato per dirti che sono appena arrivata. Hai da fare? Ti va se ci vediamo al Grill?” Spero solo che non noti qualche differenza in me, ora che mi sono trasformata.

“Guarda stavo andando proprio lì. Mi dovevo vedere con Caroline. Vieni, le farà piacere rivederti!”

Perfetto! Prenderò un po’ di verbena per sicurezza. Nel caso volessero farmi qualche domanda. “Va bene. Ci vediamo lì. A tra poco!”

Mi preparo e mi accorgo che ancora una volta ho dimenticato di mangiare. Inizia a succedere troppo spesso. Pazienza, mangerò qualcosa al Grill.

Appena arrivo, vedo Caroline seduta ad un tavolo, ma davanti a lei non c’è Tyler, ma Damon. Magari si sono incontrati qui, ma la cosa mi puzza. Vado comunque da loro, mi avranno sicuramente sentita entrare. “Ciao ragazzi! Che bello rivedervi! Tyler non è arrivato?”

Caroline si alza e mi abbraccia “Ancora no. Ha detto che doveva fermarsi un attimo a scuola. Allora, tua madre?”

La vampira si rimette seduta e dopo aver sorriso a Damon in segno di saluto, dico “Non si è ancora ripresa del tutto, ma sta meglio. È a casa ora.”

Il vampiro si alza dalla sedia e dice “Ok, basta con le frottole. Vediamo un po’ qual è la verità.” Sento come se qualcosa mi fosse entrato in testa, per fortuna che ho un ramoscello di verbena nella tasca dei pantaloni e ora lo sto stringendo. “Dove sei stata in questa settimana?”

Mi ricordo di aver visto delle persone soggiogate, avevano una voce piatta. Dovrò imitarle al meglio o è la fine per me “Sono stata in ospedale con mia madre.”

Guarda un attimo Caroline che cerca di ribattere per farlo smettere, ma lui alza una mano per farla stare zitta e torna a concentrarsi su di me “Chi sei? Cosa ci fai qui?”

Ancora una volta devo tentare di avere una voce monocorde “Sono Annabeth Ransom. E sono qui per conoscere meglio mio fratello Tyler.”

Damon si gira verso l’amica “Ok, avevi ragione. Per stavolta.” Poi torna a fissarmi intensamente negli occhi “Dimentica questa conversazione.”

Torna a sedere come niente fosse e mi sbrigo anch’io a tornare normale “Allora, dicevamo?” Siedo nel posto libero e continuo “Ragazzi ho una fame. Sono partita stanotte in modo da essere qui in mattinata, ma non ho mangiato praticamente nulla.” Sorrido ad entrambi che ricambiano divertiti. La biondina sembra a disagio per quello che è successo, Damon invece, ormai è abituato a nascondere i suoi sentimenti. Io ho ancora i brividi, ma li nascondo al meglio.

Appena arriva Matt lo saluto, poi gli chiedo se mi porta un’omelette e un po’ d’acqua. Anche lui sembra a disagio. A quanto pare erano tutti d’accordo, anche Tyler.

Damon si alza e dice “Beh ragazze, mi dispiace lasciarvi, ma mi aspetta Elena. Sarà contenta di sapere che sei tornata.” Entrambe lo salutiamo poi torniamo a parlare. A quanto pare dalla morte di Bonnie, Elena non si è ancora ripresa.

“Che ne dici se organizziamo una festa o qualcosa di simile? Servirà a tutti per svagarsi un po’ per una sera.”

Gli occhi di Caroline si illuminano “Sììì. È proprio l’idea giusta.” Ha abboccato subito. D’altronde lei ama organizzare feste e a Klaus serve un diversivo per prendere il sangue di Elena.

“Magari una festa a tema, che ne dici? Ah, ho un’idea. Visto che l’altra volta parlavate di tutte quelle storie di lupi mannari, che ne dici se come tema mettiamo il mondo sovrannaturale? Potranno vestirsi tutti da vampiri, lupi mannari, streghe e tutto il resto.”

La coca cola che stava bevendo le va di traverso, ma si riprende subito “No, sarebbe troppo simile ad Halloween. Dobbiamo trovare qualcosa di originale.” Così ci mettiamo a discutere ogni eventuale tema, finché non arriva Tyler.

Mi abbraccia, poi si mette seduto al posto di Damon. Vedo che fa un cenno a Caroline che gli risponde facendo “no” con la testa. Vedo l’ibrido rilassarsi. Ora ho la conferma che anche lui era coinvolto. Bene! Dovrò stare attenta ad ogni minima mossa.

La biondina inizia a raccontare entusiasta della mia idea di fare una festa “Però dobbiamo trovare un posto adatto. Non possiamo farla a casa tua o a casa di Damon. Ne abbiamo già fatte altre lì. Questa deve essere una festa da ricordare!” Oh, stanne certa che lo sarà! Passiamo il resto della mattinata e una piccola parte del pomeriggio a parlare di come sarà fantastica la nostra festa. La parte organizzatrice di Care è partita per la tangente e nessuno la può fermare.

Tyler se ne va dopo pranzo con una scusa, sicuramente non la sopporta più. In certi momenti, la vampira diventa maniacale. Sto per mollarla anch’io quando la vedo irrigidirsi di botto. Ha lo sguardo fisso dietro di me e smette persino di parlare, così mi giro a vedere chi è arrivato. Klaus. Lo ammiro per un attimo, poi torno a guardare la mia amica “Ehy, che succede? Chi è quel tipo?”

Lei cerca di distogliere lo sguardo e di sorridermi, con scarso successo, direi. “No, niente. Non è nessuno.”

Voglio proprio sapere cosa mi dirà sul suo conto. Le prendo la mano e le dico “Guarda che con me puoi parlare, ok? Allora, chi è? Un tuo ex?”

Le offro questa via di fuga, mi fa un po’ pena a dir la verità. È rimasta pietrificata. Lei si risveglia e ne approfitta “Sì, è… è proprio così. Lui è un mio ex. È stato uno stronzo.”

Le stringo la mano “Mi dispiace. Deve essere una cosa recente, se ancora ti fa così male.”

Mi lascia la mano e prende la sua bibita, ne prende un sorso, poi mi risponde “Già, molto recente. Ma non dirlo a Tyler, ok? Potrebbe essere geloso.”

La nostra conversazione è interrotta dal bip del mio cellulare che indica che ho un messaggio. Lo prendo immaginando già chi possa essere.

Pensavi davvero di liberarti di me così facilmente? Sono un ragazzo geloso, io. Volevo vedere con chi eri. ;-)

Mi scuso con Care e rispondo subito: Ahahah per poco non le fai venire un infarto. Per fortuna che il suo cuore è già fermo!

Dopo aver letto il messaggio, lo vedo girarsi verso di noi e sorridere. Caroline sembra davvero sull’orlo di una crisi di nervi. “Senti, che ne dici se ce ne andiamo? Sai, mi mette a disagio averlo qui.”

Cerco di nascondere il sorriso che mi sta affiorando alle labbra, mi alzo e metto i soldi del conto sul tavolo “Certo. Come vuoi. Facciamoci una camminata.”

Lei si dirige subito verso l’uscita e io rimango dietro di lei. Sono sicura che l’ibrido ci stia ancora guardando, perciò prima di uscire, lo saluto con la mano.

La biondina sembra ancora agitata “Senti, dovrei passare un attimo da Tyler, ti dispiace?” Nel frattempo la vedo scrivere messaggi a raffica. Perfetto, ora tutta la città sa che è tornato Klaus.

“Guarda dovevo comunque andare. Mi sono ricordata che ho dimenticato di chiamare mia madre e ora sarà in ansia, perché non ha mie notizie. Ci sentiamo per la festa, ok?”

Mi sorride dispiaciuta “Ok. Ti farò sapere se mi viene qualche idea per il tema. A presto.” La vedo andare via, poi mi giro e vado a riprendere la macchina. Una volta arrivata lì, trovo una sorpresa. “Che ci fai qui?”

Il biondino mi sorride “Ti sei dimenticata di chiudere la macchina. Ti succede spesso?”

Metto in moto e parto “Chi vuoi che me la rubi? Il più cattivo della città è il mio ragazzo. Comunque qualcuno potrebbe vederci. Non è meglio se scendi?”

Lui mi mette una mano sulla coscia e iniziando ad accarezzarla, dice “E lasciati andare ogni tanto. È grave che te lo dica io, sai? Mi dicono tutti che sono troppo serio, ma tu mi superi!” Continua a massaggiarmi la coscia e lentamente si sposta verso l’interno, lasciando sulla pelle una linea infuocata e facendo aumentare il mio battito cardiaco. Cerco di far finta di niente, ma con scarsi risultati. Continuo comunque a guidare, non posso davvero permettermi che qualcuno mi veda con lui, finché con un sospiro di sollievo non vedo che siamo arrivati in hotel. A quel punto la situazione peggiora. Klaus inizia a baciarmi il collo e a lasciarci piccoli morsi. Parcheggio velocemente, poi mi giro verso di lui. Non posso sopportare oltre questa tortura! Lo bacio con tutta la foga possibile. Finché non mi sussurra sulle labbra “Finalmente!”

L’attimo dopo mi ritrovo in camera, sopra al letto. Continua a baciarmi, mentre le sue mani corrono esperte sul mio corpo.

Non ce la faccio ad andare oltre, così mi scanso. “Scusa. Io non…”

Lui continua a baciarmi e a passare le mani sui miei fianchi “Dai, stai tranquilla.”

Cerco di togliermelo di dosso, non me la sento davvero. Prendo le sue mani e le allontano dal mio corpo “Ti prego, no.”

Sembra scocciato, ma fa finta di capire. Mi mette una mano sulla pancia piatta “Tranquilla. Abbiamo l’eternità davanti a noi.” Poi sospira e si mette affianco a me sul letto.

Devo dirglielo che sono vergine, magari ci andrebbe un po’ più cauto. Ormai l’ha sicuramente capito, però è meglio mettere in chiaro le cose. Mi giro verso di lui e prendo tutto il coraggio possibile “Klaus, ecco io… non l’ho mai fatto.” Si alza su un gomito con sguardo divertito. Cerco di non farci caso e continuo “Veramente prima di te, non avevo neanche mai avuto un ragazzo, perciò…”

Vengo interrotta dalla sua risata. Ma come? Io mi apro con lui e che fa? Ride? Sto per offendermi quando lo sento dire “Sei davvero buffa, quando sei in difficoltà. Tranquilla. Te l’ho detto, abbiamo tutta l’eternità per recuperare.” Detto questo mi lascia un bacio a stampo sulla bocca e se ne va.

Nonostante tutto, non ha ancora perso il vizio di andarsene senza salutare! Beh, almeno è stato comprensivo, è già un passo avanti per lui. Chissà se lo sarà anche quando gli dirò la verità su di me?

Devo dirgli tutto, prima che lo scopra da solo. Non voglio perderlo per una stupida vendetta personale. Ci tengo davvero a lui.

Basta! Domani glielo dico. Gli dirò tutto, sperando che poi mi voglia ancora aiutare.

 

Pensavate davvero che gliel’avrei fatto fare così facilmente?? Sì, sono sadica! Buahahah

Beh, consolatevi, almeno se avrà il coraggio, finalmente nel prossimo capitolo saprete il segreto di Beth. Già sapete che si tratta di una vendetta. Ma nei confronti di chi? Che dite, voi? Avanti, vediamo se qualcuno di voi indovina o ci va vicino.

Mentre state già programmando i mille modi per uccidermi per averli interrotti ancora, vi volevo far sapere che la storia ha raggiunto, e superato, le 100 recensioni!!

Grazie tante, ragazzuole! *me emozionata*

Poi, tanto per crogiolarmi un altro po’ nei ringraziamenti, vorrei ringraziare anche chi segue senza recensire e ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate! Era da tanto che non controllavo quanti eravate e sono contenta che siate aumentati!

Per ringraziarvi tutti vi lascio un regalino.

http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=h-PTfif7kJM

Guardatevi questo video preso da YouTube, sono certa che vi piacerà! Mi raccomando, non fate le sporcaccione (come me! xD) e non fermatevi al minuto 1.34!!! (So già che lo farete tutte!)

Poi, vorrei ricordare a tutte le sfigate, come me, che domani ricomincia la scuola! Uff sto a pezzi ragazze! Non mi va per niente di tornarci! Comunque, per chi sta già gongolando, perché non è tra queste sfortunate, vi anticipo che gli aggiornamenti saranno un po’ più lenti di questo ultimo periodo, proprio causa scuola. Mi dispiace ragazze, se solo trovassi la mia doppelganger la lascerei volentieri andare a scuola al posto mio e io continuerei a scrivere tutto il giorno. Purtroppo ancora non l’ho trovata. Se qualcuno di voi la trovasse, mi farebbe un gran favore! (Problema: non sapete come sono fatta, ma sono dettagli!)

Penso che anche per stavolta possa bastare con i deliri!

Continuate a recensire e ditemi se c’è qualcosa che non va, secondo voi.

Baci Perugina a tutte!

Mary

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 

Mi sveglio e so che oggi sarà una giornata molto dura. Ho deciso che andrò da Klaus e gli dirò la verità sul mio conto. Deve sapere che non sono proprio chi pensa lui. Sicuramente già sospetta che gli nasconda qualcosa, ma spero che tutto questo non sia troppo. Mi alzo e mi vesto, cercando di ripassare il discorso che mi ripeto da ieri. Devo essere veloce a raccontare tutto, prima di cambiare idea. Penso di fare colazione prima, ma ho lo stomaco chiuso, perciò vado subito da lui.

Sono sul portico di casa sua prima ancora di accorgermene, ma ora non trovo la forza di bussare. Per uno strano scherzo del destino, lui arriva lo stesso ad aprire “Ah sei tu.” Mi da un bacio molto dolce, poi continua “Che bella sorpresa!” Mi prende per i fianchi e mi porta più vicina a sé, ma nota che sono rigida e nervosa, perciò mi chiede “C’è qualcosa che non va?”

Mi faccio coraggio ed entro. Mi chiudo la porta dietro le spalle “Andiamo in camera tua, devo dirti una cosa.” Dalla mia voce, intuisce che devo dirgli qualcosa di serio. Si irrigidisce anche lui, ma fa come gli ho chiesto e mi porta in camera sua. Stranamente è già come nuova. Chissà quanta gente ha soggiogato per averla subito e senza fare domande.

Inizia ad innervosirsi anche lui “Annie, che c’è? Cos’è successo?”

Prendo un ultimo respiro profondo, poi gli dico “Devi sapere che ti ho mentito su di me”

L’ibrido mi guarda stranito “In che senso?”

Devo dirglielo prima che mi venga a mancare il coraggio “Non sai tutto di me e molte cose che sai non sono vere. Ecco, io… Non è vero che sono la figlia di Lockwood. È vero che vengo da Salem e hai potuto vedere che sono veramente un licantropo, ma in realtà io sono qui in cerca di vendetta.” Si mette subito sulla difensiva pronto a ricevere un qualunque attacco da parte mia. Ha capito male, devo sbrigarmi a spiegare prima che mi attacchi. “Non parlo di te. Tu non c’entri niente.” Provo ad accarezzarlo, ma si ritrae. Devo arrivare fino in fondo o non capirà mai di cosa sto parlando. Al ricordo di ciò che è successo, mi vengono le lacrime agli occhi. “La mia famiglia è stata uccisa davanti ai miei occhi, quando avevo solo 10 anni.” Il nodo alla gola si stringe di più, come se tutto fosse iniziato solo pochi giorni fa. Mi costringo a continuare “Io ero nascosta e non mi ha ucciso. Mi sono ritrovata sola e ho subito iniziato a prendermi cura di me stessa. Ho fatto dei piccoli furti per sopravvivere e ho iniziato ad allenarmi insieme ad un amico per diventare più forte. Ho vissuto con lui e la sua famiglia, perché non sapevo dove vivere.” Il ricordo di Alex mi da forza. È grazie a lui se sono qui. È lui che mi ha aiutato a pagare questo viaggio assurdo. “A diciassette anni, ho iniziato a cercare chi aveva ucciso i miei e, dopo 3 anni di ricerche, ho trovato dei collegamenti qui. Perciò ho iniziato a controllare cosa succedeva da queste parti e poi ho incontrato te. All’inizio volevo solo che mi trasformassi, per essere abbastanza forte da uccidere l’omicida della mia famiglia, poi ti ho conosciuto meglio e, beh, eccoci qua.”

Lo vedo rilassarsi un po’ “Perché me l’hai tenuto nascosto?”

Spero solo che continui a fidarsi “All’inizio non mi fidavo di te e non volevo rendermi vulnerabile, ma ora non voglio più nasconderti niente.”

Ora sembra del tutto tranquillo, forse si fida veramente “Chi è stato?”

Non c’è bisogno di mettere soggetti. So esattamente di chi sta parlando. Il nodo alla gola si annulla con il salire della rabbia, al ricordo di chi mi ha fatto questo “Katherine Pierce o Katerina Petrova. Come preferisci.”

Cerco di capire cosa deriverà da tutto questo, ma lui mi anticipa. Si avvicina, mi abbraccia e mi dice “Ora ci sono io e ti assicuro che la pagherà!”

Ricambio l’abbraccio e finalmente mi sento più leggera. Ora sa tutto ciò che c’è da sapere su di me e se vuole sapere altro, basta che me lo chieda. Non ho più niente da nascondere. Riesco a sussurrare solo un fievole “Grazie.”

Si allontana un attimo da me “Senti, all’inizio non volevo far capire agli altri che eri dalla mia parte, perché pensavo fosse una cosa di famiglia da affrontare prima con Tyler, con calma, ma ora è diverso. Che ne dici di uscire allo scoperto? Tanto non serve più.”

Sono un po’ incerta, ma è lui lo stratega qui! “Certo. Anche perché penso che sospettino qualcosa. Ieri Damon ha provato a soggiogarmi e oggi mi aspettano a casa Salvatore.”

Il suo viso si oscura un attimo e torna ad essere l’ibrido originario, calcolatore. “Allora dovremo farlo presto, così non rischi troppo. Appena arrivi fammi sapere quanti sono, se è il caso, agiremo oggi stesso.”

Gli do un ultimo bacio, poi dico “Ok, capo. Allora vado. Mi staranno già aspettando.”

L’appuntamento è a casa Salvatore, perché alla fine avevamo optato per fare la festa lì. Peccato che non si faccia più. Convincere Damon non sarebbe neanche stato un problema, bastava dire che è un modo per far distrarre Elena dalla morte dell’amica. La povera Gilbert sembra l’unica che sia rimasta veramente colpita dalla morte di Bonnie, gli altri sembrano andati avanti, ma lei ancora no. Ehh se sapesse la verità!

Arrivo davanti casa di Damon in poco tempo e vedo che fuori c’è già la macchina di Caroline. Sto per bussare quando vedo la porta socchiusa e sento che stanno discutendo.

Damon dice “Cosa vuoi? Sai benissimo che non sei più il benvenuto qui.”

Ma con chi sta parlando? “Beh questa casa è tua quanto mia, mi pare.” Stefan! È tornato! Klaus sarà contento di saperlo. Ma non posso rischiare di farmi sentire, perciò aspetto ancora un attimo.

Elena ribatte “Veramente questa casa ora è mia. E io sono d’accordo con Damon. Vattene!”

Sento il fratello minore ridere “Beh ero tornato solo per avvertirvi della minaccia di Klaus, ma a quanto pare non volete sapere nulla. Perfetto, me ne vado.” Sento dei passi avvicinarsi alla porta. Non posso farmi scoprire così! Decido di bussare.

Prima ancora che la mia mano ricada lungo il corpo, Stefan apre la porta. “Buongiorno, ragazzina. Sei nuova della compagnia?”

Caroline si avvicina subito per salvare la situazione “Annabeth, entra! Lui è il fratello di Damon, Stefan.” Prima che possa salutarlo, mi sento spingere verso il salotto, poi la bionda continua “C’è una piccola lite familiare in corso. Aspetteremo un attimo qui.” Beh in teoria, io non dovrei sentire a questa distanza, ma i sensi di un licantropo possono, perciò continuo ad origliare. Come sta facendo anche la vampira, a guardare la sua faccia!

“Sapete, ho fatto un piccolo scherzetto a Klaus e lui ha detto di volersi vendicare su di voi. All’inizio non l’avevo preso sul serio, poi ho saputo della morte di Bonnie e sono venuto a dirvi che potrebbe continuare ad uccidere.”

Mando un messaggio a Klaus, ma mentre aspetto la risposta, sento qualcosa che mi fa gelare il sangue “C’era solo Annabeth con Bonnie e non è stata lei. Si sarebbe dovuta trasformare per via della maledizione, ma non è successo. Ho già controllato.”

Stefan risponde al fratello con aria sarcastica “Hai controllato, eh? Non ti è venuto in mente che se Klaus vuole davvero far arrivare qualcuno a voi, lo imbottirebbe di verbena? Ti facevo più intelligente, fratellino.” La vampira mi guarda sbigottita, ma cerco di mantenere la mia espressione neutra, come se non sapessi di cosa parlano.

Sento una botta fracassare una parete. I fratelli si prendono a botte, ora? Caroline mi sorride nervosa, poi si alza “Vedo un attimo cosa succede. Torno subito.” Con passo veloce sta per entrare nell’altra stanza, ma si ferma sulla porta.

“Salve, amici miei. Oh, Stefan! Non avrei mai immaginato di trovare anche te qui!” Klaus è arrivato.

Mi alzo e mi avvicino a Caroline “Ehy ma che ci fa il tuo ex, qui?” mi godo per un attimo la sua espressione confusa, poi mi risponde “Beh… lui è amico di Stefan. In un certo senso.” Non riesce a dirmi altro.

Gli altri sono tutti immobili, gli occhi fissi su Klaus. Damon si mette davanti ad Elena per proteggerla. Poi l’ibrido continua “Non mi è piaciuto ciò che avete fatto a mia sorella. Chiusa in uno scantinato, poverina. Ma a quanto pare non vi siete neanche accorti che l’ho ripresa, vero?” Damon, Elena e Caroline si guardano presi alla sprovvista.

Io sto trattenendo una risata, ma voglio approfittare di questo momento per divertirmi, perciò mi avvicino ancora alla vampira “Ma di che parla? Avete chiuso sua sorella nello scantinato?!” il biondino accenna un sorriso, deve aver sentito ciò che ho detto. Si avvicina improvvisamente a me, mi prende per un braccio, poi torna alla sua posizione di prima, vicino alla porta.

Elena, la più coraggiosa, o forse la più stupida, dice “Lei lasciala stare. Non c’entra niente.”

Non riesco ad evitare che un sorriso mi arrivi alla bocca. Ormai è inutile fingere, nello stesso momento io e Klaus ci guardiamo, poi l’ibrido mi bacia. “Come potete vedere, avete torto. Lei c’entra, eccome!” Le facce dei presenti diventano di pietra, tranne quella di Stefan. Era l’unico che si aspettava una cosa simile o forse ci aveva già visti insieme a Cleveland.

Prima che chiunque altro possa dire qualcosa, azzardo “Allora Care, vuoi ancora organizzare quella festa? Sarà divertente!” Solo ora mi rendo conto che siamo in minoranza, ma Klaus sembra sicuro di sé, forse ha qualche asso nella manica.

La bionda ribatte “Beth, ti prego! Ti ha manipolata. Non è vero ciò che ti dice, qualunque cosa sia. Ti prego, credimi.” Pensano che mi abbia soggiogata?? Illusi!

“Care, veramente ho conosciuto lui, prima di tutti voi. Anzi, ho conosciuto voi, solo perché è stato lui a chiedermelo. Senza soggiogarmi. Già, so tutto ecco perché giro con questo in tasca.” Tiro fuori un rametto di verbena. La bionda s’infuria, perché capisce che li ho fregati e si avvicina a velocità sovrannaturale per attaccarmi, ma l’ibrido è più veloce e mi si parà davanti “Io non azzarderei tanto, fossi in te!”

Stefan sembra notare all’improvviso la mia stessa cosa “Amico mio, forse siete voi che non dovreste azzardare tanto. Tu e un misero lupo, contro tre vampiri.” Ehy, misero a chi?? Ma non è tempo di ribattere, ha ragione lui.

O almeno penso così, finché non sento Klaus ridere “Pensi davvero che sarei venuto qui senza un aiuto?” e ancor prima di dire qualunque altra cosa, mi sento trasportata fuori dalla porta. Mi giro e vedo almeno cinque ibridi intorno a noi. Ma non erano morti tutti, la sera dell’Homecoming?? Il mio ragazzo da una spiegazione a tutti “Sorpresa! La sera della festa non siete riusciti a farli fuori tutti. Anzi, questi non sono neanche la metà di quelli rimasti. Li avevo tenuti nascosti per un colpo di scena, come questo. Tranquilli, gli altri li conoscerete presto!”

Questa non me l’aspettavo, ma è proprio una bella sorpresa. Finalmente degli alleati! Damon inizia ad innervosirsi “Avanti Klaus. Perché sei qui? Cosa vuoi stavolta?”

L’ibrido mi stringe di più a sé “Prima cosa, rivoglio le mie bare o continuerò ad uccidervi. Vi siete resi conto che la morte di Bonnie non è stata casuale, vero?” mi accarezza la testa, come a far segno che è merito mio, come è d’altronde. Vedo il viso di Elena diventare una maschera di sofferenza. Se uno sguardo potesse uccidere, sarei appena morta. Poi il biondino continua “Seconda cosa, farò finta di niente con il piccolo scherzetto che avete fatto a Rebekah, se Elena mi da un po’ del suo sangue. Sai, cara, ho finito la scorta.”

È Damon stesso a ribattere “E se Elena non fosse d’accordo?”

So già la risposta “Lo prenderò con la forza, fino a dissanguarla. Per ora ne chiedo solo una piccola dose, ma non mi obbligate ad arrivare a certi livelli.”

Il viso del mio ragazzo è minaccioso e per un attimo ho anch’io i brividi. Stefan è il primo ad avere il coraggio di ribattere “Per la seconda richiesta sarà Elena a decidere, ma per la prima non c’è niente da fare. Non avrai indietro le tue bare.”

Klaus mi lascia fuori dalla porta e un attimo dopo lo vedo sbattere il vampiro al muro “Ti posso uccidere da un momento all’altro, lo sai?”

Ma il piccolo dei Salvatore, sorride strafottente “Uccidimi, dai. Ma poi chi ti dirà dove la tua famiglia?”

L’ibrido è costretto a lasciar andare il suo ex-amico “Vedremo.” Poi stacca un pezzo di legno dalla ringhiera delle scale e lo infilza. Da questa distanza sembra infilato all’altezza del cuore, ma evidentemente non è così. Stefan urla di dolore e si accascia. Klaus dice, minaccioso “Ci sono cose peggiori della morte, amico mio.”

Si gira verso la porta e con passo lento e deciso viene verso me e gli altri ibridi, mi mette un braccio sopra la spalla e senza neanche girarsi, dice “Hai tempo fino a domani sera, Elena. Se non ti farai sentire, verrò io e non sarò magnanimo questa volta.” Detto questo comincia ad accompagnarmi verso la mia macchina. Una volta lì, mi fa cenno di salire. Faccio come mi dice, poi lo sento dire agli altri ibridi “Per ora potete andare, ma domani sera dovrete venire tutti qui, d’accordo?”

Sento il gruppetto annuire e senza aggiungere altro Klaus sale con me in macchina. Mi ricordavo di come si comportasse con gli altri, soprattutto se nemici, ma oggi mi ha messo lo stesso i brividi sentirlo parlare così. Cerco di non pensarci e guido fino a casa sua. Per tutto il percorso siamo stati in silenzio e Klaus deve essersi accorto che qualcosa non va “A questo punto non puoi più tirarti indietro, lo sai?”

Annuisco e cerco di sorridere “Sì. È tutto apposto. Non mi tirerei mai indietro.” Ed è la verità. Qualunque cosa accada non mi tirerò indietro!

Mi prende la mano e dice “Bene, perché non potrei sopportare qualcun altro che se ne va.” Sigilla queste parole con un bacio e riesco a sentire quanto sia triste per Rebekah. Sta per scendere dalla macchina quando si ricorda una cosa “Annie, da adesso l’albergo non è più sicuro. Devi tornare a stare da me.” Un sorriso enorme si dipinge sul mio volto. Anche se per poco, ma mi è mancato non averlo tutto il giorno accanto, ormai ci ero abituata. Un sorriso si allarga anche sul suo viso “Qualcuno sembra contento della cosa!”

Per scacciare ogni traccia di malizia, dico “Mi mancavano i biscotti della signora Martin!”

Il suo sorriso rimane invariato “Sì, certo. Ti sono mancati solo quelli? Bene. Le tue cose sono già qui. Ho chiesto ai miei ibridi di portarle, appena ho deciso di venire dai Salvatore. Allora io vado a rinchiudermi in camera. Tu vai pure a mangiare i tuoi adorati biscotti!” Dice questo scendendo dalla macchina.

Appena richiude lo sportello, vado a parcheggiare e appena entro in casa non lo trovo già più. Vado a salutare la signora Martin e la avverto che tornerò a stare da lei. “Sono contenta che torni qui, mia cara. I miei biscotti sembrano non piacere a mio nipote, almeno c’è qualcuno che li mangia.”

Le sorrido “Già. Penso che ne approfitterò, allora.” Dicendo questo prendo un biscotto poi vado al piano di sopra nella mia camera.

Mi aspettavo di trovarci Klaus, ma a quanto pare ha davvero fatto come diceva. Esco dalla mia camera e vado nella sua. È sul letto a guardare il soffitto. Si gira verso di me con aria sarcastica e dice “Ah ecco! Prima hai preso un bel biscottone e ora vieni da me!”

Mi metto a ridere, chiudo la porta alle mie spalle e lo raggiungo “Cos’è, ne vuoi un morso?”

Si gira verso di me e mi guarda intensamente “Un morso lo vorrei, sì. Ma non del biscotto!”

 

Inizia davvero a piacermi, finire i capitoli con frasi a effetto! Si nota??

Cooomunque, che ne pensate del grande segreto di Annabeth? È stato all’altezza delle vostre aspettative o volevate qualcosa di diverso?? Fatemi sapere. Non sono più in tempo per cambiare la storia ovviamente, ma vorrei sapere le vostre preferenze.

Riguardo al ritorno di Stefan? Qualche perplessità??

Cercherò di rimanere il più fedele possibile agli avvenimenti del telefilm (in poche parole, sì, Damon ed Elena si baceranno anche qui! xD), così da far sentire meno la differenza.

Naturalmente non seguirò la parte che riguarda Caroline. La nostra Annabeth potrebbe essere un tantino gelosa! Però, se ci pensate, nella storia avevo fatto dire a Caroline che Klaus è un suo ex. Ho previsto il futuro!! O almeno spero… mi piacerebbe molto vederli insieme!!

Ora vi lascio alle vostre recensioni! Baci Baci

Mary

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 

“Un morso lo vorrei, sì. Ma non del biscotto!” Il mio corpo inizia già ad irrigidirsi, quando lui continua “Peccato che ti dia la verbena! Senti, tu continua a mangiare i biscotti, cara, io ho bisogno di sangue. Domani probabilmente ci sarà uno scontro, i Salvatore non lasceranno mai che Elena mi dia il suo sangue.” Detto questo si alza. Il mio corpo si rilassa per il pericolo scampato, quando lui si gira all’improvviso “Ah! Quanto tempo è che non fai un pasto decente? Vai sotto e preparati qualcosa. Domani dovrai essere in forze anche tu per difenderti da eventuali attacchi. Non potrò difenderti all’infinito.”

L’ultimo pezzo della frase lo dice mentre scende le scale. Non mi da neanche il tempo di rispondergli. In effetti, ora che ci penso è un po’ che non mangio un pasto come si deve. Anche ieri, al Grill, ho mangiato solo schifezze. Mi decido a finire il biscotto, poi mi alzo e scendo in cucina per vedere cosa trovo. Così passo il resto della mattinata tra i fornelli per prepararmi un pranzetto coi fiocchi.

Mentre mangio la mia bistecca al sangue con insalata e patate al forno, Klaus torna a casa “Mmm che odorino! Ma hai preparato solo per te?! Quando ti ho detto di preparare qualcosa, intendevo per entrambi!”

Beh non l’avevo capito e anche fosse non l’avrei fatto, ma questo non posso dirglielo. “Ma tu sei uscito dicendo che andavi a nutrirti. Perciò ho preparato solo per me.”

Si mette seduto davanti a me, prende una patata dal mio piatto e dice “Fa niente. Ti farai perdonare.”

La mette in bocca nel modo più sexy che abbia mai visto. Forse per provocarmi, ma faccio finta che non ci sia riuscito. Proprio in quel momento mi arriva un messaggio. Gli unici ad avere questo numero sono Klaus, Rebekah, Tyler e i suoi amici. Considerando che Klaus è qua, chiunque sia porta solo guai!

Apro il messaggio e mi accorgo che è di Elena: Vi darò il mio sangue se lasciate stare gli altri. Stasera da me.

Elena e i suoi accordi. Da quando mi sono messa ad osservarla, tende di fare sempre degli accordi con i suoi nemici. Mai che combatta per salvarsi la pelle! Stupida martire!

Faccio leggere il messaggio a Klaus che sorride “Lo sapevo che avrebbe accettato. Però dobbiamo stare attenti, potrebbe essere una trappola. Vado ad avvertire gli altri. Tieniti pronta, appena torno andiamo da lei.”

Così se ne va un’altra volta e mi lascia qui da sola a finire il pranzo. Per arrivare a stasera c’è tanto tempo e non so cosa fare. Cerco di mangiare lentamente per far passare più tempo, ma la carne fredda non è il massimo, quindi mi ritrovo a mangiarla di corsa.

Una volta finito, lavo tutto con molta flemma, poi torno in camera mia. Mi stendo sul letto e inizio a guardare il soffitto. Che faccio fino a stasera? Ho finito di leggere il libro e non ne ho altri a portata di mano, non c’è niente in tv e non ho un collegamento ad internet.

Mi alzo e vado a farmi una doccia, tanto per passare un po’ di tempo. Sotto il getto dell’acqua, inizio a pensare cosa comporterà questa serata. Finalmente Klaus avrà il sangue per trasformarmi. Se tutto va bene ovviamente, e con i Salvatore non va MAI tutto bene! Riescono sempre ad inventarsi qualcosa. Questo mi innervosisce e mi spaventa un po’. Esco dalla doccia e, dopo essermi vestita, torno in camera. Lascio i capelli bagnati, perché non ho proprio voglia di asciugarli, anche se questo prenderebbe altri 5 minuti.

Scendo in cucina e trovo la signora Martin a fare una delle sue teglie di biscotti, l’aiuto e passo il pomeriggio con lei tra i fornelli. Prepariamo tanti di quei biscotti da sfamare un reggimento. La signora è davvero felice che ci sia qualcuno che l’aiuta, così, presa dall’entusiasmo, inizia a cacciare ogni tipo di ricetta. In casa sembra avere anche gli ingredienti più strani. Forse Klaus gli procura tutto il necessario per la sua piccola fissazione.

Klaus. Chissà cosa sta facendo con gli altri. Forse stanno preparando qualche strategia nel caso Elena ci avesse teso una trappola. La curiosità e l’ansia per la serata mi uccidono.

Mentre parlo con la signora Martin e assaggiamo i biscotti appena sfornati, entra Klaus. Il suo volto è serio e capisco che è ora di andare. Saluto velocemente la vecchietta e, senza che lui mi dica niente, sono già sulla porta.

Non mi rivolge una sola parola, ma una volta arrivati in macchina gli chiedo se c’è qualcosa che devo sapere. Se c’è un piano d’emergenza è meglio che lo sappia, insomma! “L’unica cosa che ho comandato ai miei ibridi in caso di difficoltà è mettere la tua salvezza davanti a qualsiasi cosa.” Il viso mi va in fiamme. Non sono abituata a questo genere di attenzioni. Prima di partire con la macchina, si gira verso di me, mi accarezza una guancia e dice “Sei la più fragile tra noi e, se ti dovessi perdere, non me lo perdonerei mai.”

Poi torna a guardare davanti a sé e partiamo verso casa Gilbert. Arrivati lì davanti, riesco a contare nelle vicinanze almeno una decina di ibridi nascosti. Scendiamo dalla macchina e suoniamo il campanello. Klaus non è stato ancora invitato ad entrare, perciò dobbiamo fare le cose a piccoli passi.

Elena viene ad aprire. Il suo volto è contratto dal nervosismo. Sa benissimo che Damon si arrabbierà parecchio per questo. Stefan forse no, da quanto ho visto non le interessa più molto di lei. Non ci invita ad entrare, è furba, esce lei di casa. Si siede sul portico e dice “Allora, cominciamo?”

Klaus le sorride “Hai fatto la scelta giusta.” Dalla giacca tira fuori una siringa. In effetti basterà poco sangue e Klaus mantiene sempre i patti. Aveva detto che se Elena si fosse offerta spontaneamente, le avrebbe preso solo poco sangue. L’ibrido si toglie la giacca e usa una manica come laccio emostatico, poi inizia a prelevare il sangue.

Sta andando tutto fin troppo bene. Non è possibile che Damon abbia lasciato davvero Elena da sola, sapendo del pericolo imminente. Non faccio in tempo a finire il pensiero che mi sento sollevare da qualcuno e vedo la figura di Klaus allontanarsi da me. Riesco a vedere una mano del mio rapitore e vedo l’anello di lapislazzuli. Damon. Klaus ha fatto cadere di colpo la siringa provocando un piccolo urlo di dolore ad Elena. Il vampiro mi tiene troppo stretta per riuscire a liberarmi. Gli altri ibridi vengono allo scoperto, ma non sanno come attaccare prima che lui mi rompa il collo. Intanto il moretto dice “Allora Klaus, tu ti allontani da Elena e lasci lì la siringa e io lascio andare la tua ragazza, sennò la faccio fuori.”

Elena dal portico dice “Damon, no. Gli ho detto io di venire. Lasciali andare con la siringa.”

Ormai sta diventando una conversazione tra loro due e questo sta facendo distrarre Damon, che allenta un po’ la presa su di me. Devo riuscire ad allontanarmi quel poco che basta per permettere agli ibridi di attaccare. Li guardo ancora un attimo e vedo che hanno tutti i muscoli tesi e pronti per muoversi. Spero solo che ci riescano abbastanza in fretta! Intanto il vampiro continua a discutere con la doppelganger “Vuoi fare la sacca di sangue a vita?? Perché è questo che accadrà se acconsenti. Oggi è per Beth, domani potrebbe essere per qualcun altro. Non lo capisci?”

Appena finisce di dire parlare, accumulo tutto le mie forze e mi spingo in avanti iniziando a correre. Sento subito del movimento dietro di me, ma non mi volto. Poi mi sento portare lontano e l’attimo dopo mi ritrovo sul portico abbracciata a Klaus. Mi bacia la fronte, poi dice “Mossa sbagliata, mio caro Damon. Sei fortunato ad avere una ragazza come lei che ti difenda.” Mi giro e vedo il vampiro tenuto a freno da alcuni ragazzi, mentre altri fanno da barriera tra lui e noi, nel caso remoto riuscisse a liberarsi. Klaus raccoglie la siringa e controlla che sia ancora intatta. Toglie la giacca dal braccio di Elena e poi dice “Le ho promesso che se mi avrebbe dato il suo sangue, non avrei fatto male a te e agli altri. E io mantengo le mie promesse. Hai molte persone che tengono a te, mio caro. Prima Stefan, ora Elena. Sei fortunato, sai?” Mi prende per mano ed andiamo verso la macchina. Appena ripartiamo, vedo gli ibridi allontanarsi da Damon e scomparire nel nulla. Il moretto barcolla per un secondo, poi corre da Elena e la abbraccia. Almeno finché riesco a vederli dallo specchietto retrovisore, poi svoltiamo in un’altra strada e li lasciamo alla loro privacy.

Nessuno dei due riesce a spiccicare parola finché non arriviamo a casa. Stasera ho visto il viso di Klaus spaventato, per la prima volta, dopo il nostro incontro con la strega. Ho davvero rischiato di morire!

Una volta entrati, sto già per andarmene verso la mia camera, ma Klaus mi prende la mano “Dormi con me, stanotte?”

Una vampata di calore m’invade lo stomaco. Non sarebbe la prima volta che dormo con lui, ma l’altra volta c’era anche Rebekah e non stavamo insieme. Ma allo stesso tempo non ho voglia di stare sola stanotte. Perciò dico “Vado a mettere il pigiama” per fargli capire che acconsentivo.

Una volta passata per la mia camera vado da lui. Non lo trovo in camera, ma non mi preoccupo e mi metto nel suo letto. C’è il suo profumo sopra al cuscino ed è proprio buono!

Klaus arriva poco dopo e mi raggiunge nel letto. Il mio imbarazzo sale, mentre lui sembra molto rilassato. Mi stringe a sé e poi mi dice, serio “Ora abbiamo tutto ciò di cui ho bisogno per trasformarti. Sei sicura di voler arrivare fino in fondo?” Sono già pronta per rispondere di sì, ma m’interrompe “Non rispondermi ora. Magari dopo stasera ti sembrerà l’unica soluzione possibile, ma tu puoi ancora scegliere cosa fare. Dormici su, poi fammi sapere. Abbiamo tutto il tempo.”

Alzo lo sguardo verso di lui. Non pensavo fosse capace di tanta comprensione e dolcezza, sinceramente. Ne sono contenta. Lo bacio, poi, prima ancora di staccarmi dalle sue labbra, gli do la buonanotte.

Ma non riesco a dormire. Sento il suo corpo rilassarsi del tutto, segno che si è addormentato, ma io ho la mente troppo occupata per pensare al sonno. Devo scegliere cosa fare. Arrivata a questo punto non ha senso tirarsi indietro, ma forse ci sono delle cose che dovrei fare prima di “morire”. E continuo a pensare a come sarà tutto diverso dopo. Chissà cosa cambierà e cosa proverò. Klaus mi dovrà uccidere per finire la trasformazione, vorrò ancora stare con lui dopo una cosa del genere?? So che lo devo fare, ma non si sa mai come può reagire una testa, soprattutto se bacata come la mia!

Tutto questo non mi fa addormentare, finché non penso che Klaus ha ragione. Ho tempo per decidere, non serve farlo ora.

Gli do un piccolo bacio sul torace, appena percettibile, ma mi accorgo che lui non sta dormendo, perché mi dice “Non hai sonno, piccola Annie?”

Mi stringo più forte a lui “Sono stanca, ma ho molti pensieri per la testa.”

Ad un tratto mi ritrovo sotto di lui “Vediamo se riesco a risolvere il problema.”

Inizia a baciarmi, prima dolcemente, poi i suoi baci diventano sempre più bollenti. Poi la sua bocca inizia a scendere fino ad arrivare al collo, dove continua a lasciare delle strisce infuocate. Le mie mani finiscono istintivamente tra i suoi capelli e la mia schiena si inarca, mentre arrivano i primi brividi. L’ibrido ne approfitta, per avvicinarmi ancora di più a sé. Sento improvvisamente i nostri corpi aderire perfettamente l’uno all’altro. Poi tutto finisce. Klaus è ancora sopra di me, ma ora mi fissa, immobile. “Meglio fermarsi se non vuoi andare oltre.” Sta per tornare al mio fianco, per rimettersi a dormire, quando capisco. È una cosa che devo fare prima della trasformazione. È una cosa che devo fare ora.

Così, con un movimento talmente improvviso da prendere in contropiede anche l’ibrido, capovolgo la situazione e mi metto a cavalcioni su di lui. Inizio a baciarlo con foga sempre maggiore. Anch’io scendo sul suo collo, come ha fatto con me prima, e gli lascio un succhiotto. Il tempo di farlo ed è già scomparso, ma il brivido di piacere che ha causato nel biondino è rimasto, perché subito dopo mi toglie la maglietta. Non ho addosso il reggiseno, perché sono abituata a dormire senza, perciò il mio seno esce fuori dalla maglietta, con grande soddisfazione del mio uomo. Respingo l’impulso di coprirmi e rimaniamo a guardarci per un attimo. Poi mi abbasso verso il suo ventre e mentre con le mani gli tolgo la maglietta, lascio una lunga fila di baci a partire dall’orlo dei pantaloni, fino allo sterno. Il suo sguardo stupito, mi fa capire che è compiaciuto dalla mia innata abilita di farlo eccitare. Non sono un’esperta, ma anch’io ho avuto le mie fantasie!

Ribalta ancora una volta le posizioni e torna a condurre il nostro piccolo giochino erotico. Mi bacia in un modo del tutto nuovo e magnifico, mentre con la punta delle dita si diverte a farmi venire i brividi lungo i fianchi. Un mucchio di nuove sensazioni arrivano dentro me e ho l’impressione di stare per impazzire. Poi la sua bocca torna sul mio collo, dove si alterna tra baci e piccoli morsi, mentre le sue mani arrivano ai miei seni e li accarezzano delicatamente. Nel frattempo cerco di togliermi i pantaloni e ci riesco, accompagnandoli poco dopo con quelli di Klaus. Il contatto sempre più diretto tra i nostri corpi, ci eccita entrambi in modo crescente. Dal collo, passa lentamente ai seni, e poi sempre più giù, fino ad arrivare all’orlo delle mie mutandine. Con una lentezza esasperante le tira giù, fino a togliermele. Poi rimane lì, in fondo al letto, a guardarmi in modo del tutto nuovo. Le mie gote diventano rosse per l’imbarazzo, nessuno mi aveva mai vista nuda, e sicuramente non con quello sguardo. Il biondino si toglie da solo i boxer e poi torna a baciarmi. Stavolta con dolcezza. Lo abbraccio per sentirlo più vicino, mentre lui mi accarezza il volto, poi le nostre bocche si dividono e ci guardiamo per un attimo negli occhi. In un attimo i nostri corpi diventano una cosa sola e per un attimo sento uno strano dolore nel basso ventre. Lentamente il dolore scompare, sostituito dal piacere. Le nostre bocche ancora si baciano, mentre i nostri corpi intraprendono una danza dal ritmo sempre più sincopato. Dei sospiri di intenso piacere interrompono i nostri baci. Il ritmo del nostro amore appena sbocciato aumenta sempre di più, fino a farci arrivare al culmine. Una scarica di adrenalina mista a piacere mi invade e mi immobilizza per un attimo.

Sento il peso del corpo di Klaus completamente su di me e per un attimo rimaniamo così, mentre io cerco di far tornare il cuore ad un ritmo normale. Poi si stende accanto a me e mi bacia sulla fronte. Mi giro verso di lui e gli sorrido “Nik, voglio che mi trasformi.”

Mi abbraccia e mi dice “Va bene, piccola Annie. Va bene.”

 

Dovete ammetterlo! Stavolta sono stata proprio brava, vero?? Per una volta sono soddisfatta di un capitolo e lo pubblico con piacere! Allora, il mio ego sta esagerando o ci ha visto giusto?? Sapete, non è che abbia esperienza in certi campi, perciò ho dato davvero il meglio di me per inventare.

Invece voi non state facendo le brave! Come mai stanno scendendo le recensioni? La storia inizia ad annoiarvi?? Basta che me lo dite e cerco un modo per farla tornare interessante o per farla finire prima. Soprattutto mi mancano le mega-recensioni di Alvigi!! Dove sei finita, mia cara??

Finito il momento di disperazione.

Avete visto Damon ed Elena come abbracciano appassionatamente?? Ehh questi due nascondono qualcosa!! xD

Aspetto vostre notizie! Ci sentiamo al prossimo capitolo!

Baci e Abbracci!

Mary

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 

Mi sveglio ancora tra le sue braccia e cerco di non muovermi per non svegliarlo, ma appena alzo lo sguardo, vedo Nik con gli occhi già aperti che mi sorride. “Buongiorno, piccola Annie.”

È così che mi ha chiamata anche ieri sera, dopo la nostra prima volta. Sorrido al ricordo. Lo stringo ancora di più a me e rispondo “Buongiorno Nik.”

Rimaniamo per un po’ così, sdraiati, a coccolarci e a goderci un po’ di pace temporanea, finché il mio stomaco non inizia a brontolare. Da quando ho incontrato l’ibrido la mia alimentazione è passata in secondo piano e mi capita spesso di saltare dei pasti. Poco male, tanto tra poco tempo non avrò più bisogno di mangiare.

A proposito, è ora di iniziare a parlarne seriamente, perché la prossima luna piena si avvicina sempre di più e non voglio rischiare di passare un’altra notte tra dolori lancinanti. “Nik, quando mi trasformerai?”

Il suo volto diventa serio, poi dice “Intanto vestiamoci, perché tu hai ancora bisogno di mangiare. Poi ne parliamo.”

Solo ora mi accorgo che siamo entrambi nudi, come eravamo rimasti la sera prima. Ma perché non vuole parlarne? Ha cambiato idea per qualche motivo?

Mi alzo e inizio a raccogliere i vestiti sparsi per la stanza, poi mi accorgo di essere osservata. L’ibrido mi sta guardando in modo molto malizioso. Lascio cadere a terra tutti i vestiti e mi metto le mani sui fianchi. “Hai intenzione di alzarti o vuoi rimanere lì a fissarmi tutto il giorno?”

In risposta, il biondino si alza e prima che me ne possa accorgere è già vestito. “Ma guarda che io sono già vestito. Come mai sei ancora nuda?? Vuoi fare il bis di ieri sera?”

L’idea mi alletta, ma al momento abbiamo altre questioni da risolvere. Ma stuzzicarlo un po’ non guasta mai. Mi avvicino nel modo più sensuale possibile a lui e dico “Perché me lo negheresti?”

Vedo per un attimo i suoi occhi scintillare di passione, ma subito si riprende “Prima fai colazione o non avrai abbastanza forze neanche per fare sesso!” detto questo esce dalla stanza.

Le mie tattiche di persuasione sono assolutamente da migliorare! Mi vesto più veloce che posso e mentre scendo le scale sento un odorino di uova e bacon che mi fa risvegliare ancora di più lo stomaco. Ma come ha fatto in cinque minuti a prepararmi la colazione?? Lui è super veloce, ma i fornelli no! Entro in cucina e lo vedo intento ad impiattare la mia colazione. “Per caso voi esseri sovrannaturali avete tutti una predisposizione per preparare da mangiare? Ho visto usare la cucina di casa Gilbert più volte da Stefan e Damon che non dai suoi inquilini.”

Mentre si mette seduto, mi risponde “Ahah non penso proprio! Dovresti vedere Rebekah! Ai fornelli è un disastro.” Per un attimo si rattrista al ricordo della sorella scappata, ma torna subito sereno.

Mi metto seduta di fianco a lui e inizio a mangiare. Poi caccio subito il discorso che mi preme tanto “Allora, la trasformazione?”

Mi mette una mano sulla coscia e dice “Annie, sei sicura di volerlo davvero? Io ho avuto tutto senza volerlo e sinceramente a volte avrei voluto essere umano. Sai, avere un lavoro, una famiglia, dei figli, invecchiare e poi morire dopo una lunga vita di 60 anni. Beh ai miei tempi già arrivare a quell’età era un miracolo, ora le cose sono un po’ cambiate! Comunque, sei sicura di non volere anche tu una vita così? Se è per la vendetta contro Katherine, ti aiuterò io e la potrai uccidere anche da umana. Secondo me, devi pensarci un po’ di più.”

Prendo tempo, masticando il boccone il più a lungo possibile. Non ho mai pensato ad una vita normale, fantasticando sul mio futuro. E poi ormai non avrebbe senso. Con la maledizione attiva non avrei comunque una vita normale. La decisione ormai è presa. Butto giù il boccone e rispondo “Ho voluto questo per tutta la vita. Non desidero altro.”

L’ibrido mi guarda serio “Se è così che la pensi va bene. Questo allora è il tuo ultimo pasto. Meglio togliersi il pensiero. Vieni in camera quando hai finito.”

La sua voce fredda se ne va con lui. Forse non è completamente d’accordo con la mia scelta, ma l’accetta. DEVE accettarla.

In un attimo lo stomaco mi si chiude al pensiero di quello che sta per accadere, ma voglio godermi per l’ultima volta la sensazione di avere la pancia piena, perciò finisco la colazione.

Come richiesto, una volta finito, metto tutto nel lavello, poi vado al piano superiore. Klaus è lì che mi aspetta. Si rigira la fiala con il sangue di Elena tra le mani. Come entro, mi guarda, poi dice “Vieni. Siediti qui con me.” Continuo a fare come mi dice e lo raggiungo sul bordo del letto. “Allora, sai come si fa, vero? Berrai da me, poi dovrò ucciderti e quando ti risveglierai dovrai bere il sangue di Elena. Purtroppo, Annie, anche questa trasformazione non è completamente indolore, ma sarà l’ultima, ok?” Cerca di consolarmi, ma so già come avviene. Ho visto quando ha trasformato Tyler e ho visto anche la fine che hanno fatto i poverini prima di lui. Annuisco per fargli capire di essere pronta. In realtà penso di non esserlo del tutto, non pensavo di doverlo fare così presto e così all’improvviso, ma faccio finta di niente.

Nik mi accarezza per un attimo la testa, poi i suoi occhi diventano rossi e i canini si allungano. Si morde un polso e poi me lo avvicina. Lo prendo e inizio a bere prima che la ferita si richiuda. Un sapore ferroso m’invade la bocca, non è dei migliori, ma probabilmente è l’ultima volta che lo penso, visto che tra poco diventerà il mio unico nutrimento.

Mi lascia bere per un po’, poi mi stacca da lui e aspetta che la ferita si rimargini. Mi pulisce un rivolo di sangue che mi è sceso sul labbro con un dito, poi se lo porta alle labbra. “Sei pronta? Cercherò di essere il più rapido possibile.” Annuisco ancora, incapace di parlare. Le sue mani mi accarezzano il viso, poi un dolore lancinante al collo. Dura solo mezzo secondo, dopodiché il buio.

Mi sveglio con un piccolo sospiro di spavento. Il collo è perfettamente al suo posto. Mi sento già diversa, ma so che manca una parte fondamentale, perché tutto sia finito. Mi giro alla ricerca del biondino e lo trovo in piedi sullo stipite della porta, con una fialetta tra le mani. Si avvicina velocemente a me e mi sussurra all’orecchio “Benvenuta nel tuo nuovo mondo, piccola Annie.” Stappa questo piccolo recipiente e dall’interno arriva un odore inebriante, nuovo. Me lo porge e lo bevo fino all’ultima goccia, ma il risultato non è quello che speravo. Un improvviso mal di testa mi assale, simile a quello subito dopo la morte di Bonnie. Sento qualcosa cambiare all’interno della mia bocca e accidentalmente mi mordo la lingua con i miei nuovi canini appuntiti. Il dolore alla lingua passa subito, mentre il dolore alla testa ci mette un po’ di più. Nik è ancora qui, perciò cerco di non urlare e aspettare che passi e presto finisce. Il mio creatore mi guarda e sorride soddisfatto, così capisco che tutto è andato come si deve.

Sono un ibrido ora.

Sento il mio viso tornare normale, poi sorrido, felice che tutto sia andato come si deve. Mi avvicino a Nik, lo bacio e poi gli sussurro “Grazie.” A fior di labbra.

Lui sembra assaporare per un attimo quel momento speciale, poi si alza dal letto e mi trascina con sé. “Ci sono molte cose da sapere ora, perciò che ne dici se andiamo a farci una passeggiata, mentre ti spiego?”

Annuisco, contenta di sapere tutto ciò che riguarda la mia nuova vita. Lui mi prende per mano e usciamo. Mi porta nel bosco vicino casa e lì inizia a dirmi dell’asservimento. “È una cosa che arriva con la trasformazione, succede a tutti. Per questo, da oggi, cercherò di pensare bene a ciò che ti dico e che ti chiedo, perché non voglio che tu faccia qualcosa contro la tua volontà. Volevo che sapessi di questo inconveniente.” La cosa non mi preoccupa molto, mi fido del mio creatore. “C’è un altro svantaggio della trasformazione: la sete. Già adesso stai iniziando a sentirti affamata, vero? Beh non è una cosa che puoi combattere mangiando. Ogni volta che ti troverai un essere umano vicino, il tuo istinto ti dirà che è una preda da dissanguare. Non ho niente in contrario, ma dobbiamo restare qui ancora un po’ senza destare sospetti, perciò ti aiuterò a controllarti. Con il tempo migliora e avrai bisogno sempre di meno nutrimento.” Avevo già messo in conto anche questo. Una volta ho visto il “regalino” che Rebekah ha fatto a Tyler. Annuisco per far segno che sto ancora ascoltando. “Bene. Passiamo ai lati positivi.” Detto questo sorride e inizia a correre a velocità sovrannaturale. Mi accorgo di riuscire quasi a seguirne i movimenti e capisco di avere anch’io la stessa velocità. Inizio ad inseguirlo, finché non mi paro davanti a lui. So perfettamente che in una sfida sarebbe molto più veloce di me, ma per questa dimostrazione mi ha lasciata vincere.

So già tutte queste cose. So di essere più veloce e più forte, perciò esprimo il mio pensiero. “Finita la lezione? Ti ricordo che anche se sono una novellina, ho già visto altri ibridi e so le loro qualità.”

Il suo sguardo si fa serio, ma prima che me ne possa accorgere mi sta attaccando. Mentre lo fa, mi dice “E sai anche quanto sei estremamente fragile?” Mi ritrovo atterrata con lui sopra, prima ancora che finisca la frase. “Sai che in un secondo un vampiro potrebbe toglierti il cuore dal petto e farti fuori? O che basterebbe un po’ di strozzalupo per metterti k.o. per poi tagliarti la testa? Anche se ora sei più forte non sei invincibile, ricordalo. Sono già morti troppi ibridi, perché hanno peccato di manie di grandezza.”

La soluzione più ovvia mi salta alla mente “Allora allenami. Insegnami a sentire il silenzio e ha piegare il tempo per andare più veloce di esso.”

Riesco già a distinguere nuovi suoni, come lo sgranocchiare dello scoiattolo sull’albero sopra di noi, ma sono sicura che se qualcuno m’insegnasse riuscirei a fare di meglio. L’ibrido mi guarda compiaciuto. “È proprio quello che farò. Ho già iniziato con gli altri ibridi e tu ti unirai a loro. Ti avverto, non ci saranno favoritismi. Dovrai eseguire gli ordini come tutti gli altri.”

Con la mia nuova velocità e forza, mi tolgo da sotto il suo peso e mi alzo in piedi. Mi metto in posizione da soldato e alzo una mano ad indicare il saluto militare “Ai suoi ordini, signore!”

Lui si alza e senza degnarmi di uno sguardo, inizia ad incamminarsi verso casa, poi con aria sarcastica dice “Soldato, ha intenzione di rimanere lì tutto il giorno?” Lo raggiungo e insieme torniamo verso casa. “Come ti comporterai con Tyler?”

In effetti avevo già pensato a questo problema e avevo trovato una soluzione accettabile. “Penso che continuerò a fargli credere di essere sua sorella. Sicuramente lo spingerà più dalla nostra parte. Naturalmente se sei d’accordo.”

Non può che essere soddisfatto della mia mente calcolatrice “Veramente è ciò che ti volevo proporre. Anzi, che ne dici di andare a trovarlo oggi? Senza di me, per ora. Lo troverai più incline a parlare. Ma stai attenta, ok? Non sappiamo se sia già d’accordo con gli altri per un eventuale attacco.”

Sono contenta di rivedere Tyler. Anche se è stato solo una pedina del mio piano, mi è simpatico e mi piacerebbe rimanere in buoni rapporti con lui, perciò accetto i consigli di Nik e mi preparo per andare da lui. Prima di uscire di casa, l’ibrido inizia a farmi mille raccomandazioni. “Fai attenzione agli umani. Cerca di avvicinarti il meno possibile a loro e di non averne tanti intorno allo stesso momento o potresti perdere il controllo. Perciò se Tyler non è a casa, non andare a cercarlo al Grill, per esempio, perché potrebbe essere troppo da sopportare.” Alzo gli occhi al cielo, già stufa, ma lui alza per un attimo il tono di voce per farsi ascoltare “Poi, se ti sembra di avvertire qualcosa di strano o vedi comparire i Salvatore o chiunque altro sappia di te, scappa. Non fare l’eroina, non ne sei ancora in grado.”

Sbuffo e lo canzono “Sì, papà. E non accetterò caramelle dagli sconosciuti.”

Lui mi prende per i fianchi e mi guarda serio “Non sto scherzando, Annie. Ora è tutto nuovo per te e ti sembra di essere invincibile, ma non è così. Da domani inizierai ad allenarti con gli altri e ti accorgerai presto di quanta strada tu debba ancora fare.”

Lo bacio e poi lo rassicuro “Lo so, Nik. Ho visto morire molti ibridi, sai? E non ho nessuna voglia di fare la loro stessa fine. Starò attenta, promesso.” Lo bacio un’altra volta, poi prendo la macchina e vado da Tyler. Forse farei prima a piedi, ma incontrerei tante persone con sangue che scorre nelle vene e non è il caso. Almeno non per ora!

 

Eccomi qua!! Scusate per l’enorme ritardo, ma, come avevo scritto a chi aveva recensito il capitolo precedente, la mia connessione internet era morta e oggi, senza che nessuno facesse niente, è resuscitata! Cori di festa hanno investito casa mia e mentre di là stappano lo champagne per il ritorno di internet in questa umile dimora, io sono qui ad aggiornare.

Finalmente la nostra Annie è diventata un’ibrida! (altro champagne anche per lei!) Che ne pensate di come ho affrontato la trasformazione?? Troppo corta? Forse sì, ma anche riguardando la trasformazione di Tyler non sono riuscita ad aggiungere altro.

Ora, grazie al suggerimento della cara newslim che recensisce sempre la storia, vorrei proporvi un sondaggio. Che ne dite se la nostra Annie rimanesse incinta? (di Klaus ovviamente!!) Pensate possa essere possibile?

All’inizio ero un po’ scettica, perché mi ricordava troppo twilight, ma con il tempo l’idea mi alletta sempre di più, ma resto indecisa. Perciò da questo momento “dichiaro aperto il televoto”!

Mi raccomando, votate e recensite numerosi!

Baci

Mary

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 

Arrivo da Tyler e sento subito l’odore di un mio simile, segno che è in casa. Tutto mi sembra diverso da prima, migliore, grazie ad i miei sensi acuiti. Mi sembra impossibile riuscire a fiutarlo da questa distanza, finché non mi accorgo che in realtà è fuori, sul portico. Non sento altri odori e il mio udito non riesce a sentire altro se non i passi di Tyler.

Ormai convinta di essere sola con lui, vado verso il portico, finché lui non mi vede arrivare. Fa un passo indietro spaventato, segno che gli è stato raccontato di me e Klaus. Spero solo che si siano fermati lì o non mi crederà mai se continuo a dirgli di essere sua sorella.

Arrivata agli scalini mi fermo e lo saluto “Ehy Tyler! Come va?” Per tutta risposta fa un altro passo indietro e le sue mani si stringono a pugno. Ma non apre bocca. Tento di avere la voce più convincente possibile “Sì, è vero. Ho conosciuto Klaus e mi ha attirata a sé. Stiamo insieme, a dire il vero. Ma sono sempre tua sorella, no?”

Resta sulla difensiva, ma si rilassa un po’ “E chi mi assicura che sei DAVVERO mia sorella? Per quanto ne so, potresti essere anche solo una semplice asservita.”

Beh, a dir la verità ora lo sono! E glielo faccio presente, cercando di continuare a convincerlo “Ecco, è proprio questo che ti sono venuta a dire. Klaus ha saputo che sono tua sorella e ha voluto trasformarmi, perciò ora sono come te. ENTRAMBI siamo asserviti a lui, ma lui ci ha dato l’immortalità, perciò va bene, no?”

Il suo corpo torna rigido come all’inizio, mi scruta e capisce che dico la verità. Sono diventata davvero un ibrido. “Io… Noi ci conosciamo da poco e sinceramente non mi fido di te. Che tu sia mia sorella o no.”

A quanto pare sarà più difficile del previsto convincerlo, perciò mi fingo ferita dalle sue parole e gli rispondo “Perché non ti fidi? Pensi davvero che sarei venuta da te, rischiando di trovare i Salvatore o gli altri che mi vogliono morta al momento, se non m’importava di te? Io volevo solo farti avere la bella notizia che ora siamo uguali e avremo tutta l’eternità per conoscerci e recuperare il tempo perduto.” Mi fermo, pensando di aver esagerato un po’, ma il mio discorsetto ha avuto proprio l’effetto desiderato. Vedo la confusione farsi strada negli occhi di Tyler. Per ora può bastare, tornerò un’altra volta a finire il lavoro. Abbasso lo sguardo e cerco di renderlo più triste possibile “Beh speravo di aver trovato un fratello, ma mi sbagliavo. Credi quello che ti pare.”

Detto questo, torno alla macchina e me ne vado. Dallo specchietto retrovisore, posso vedere l’ibrido ancora fermo al suo posto e un sorriso soddisfatto si fa strada sul mio viso. Intanto gli ho messo la pulce nell’orecchio, presto crederà davvero di avermi fatto un torto enorme.

Inizio quasi a spaventarmi per le mie abilità subdole e manipolatrici, ma sono sicura che Klaus ne sarà soddisfatto.

Torno a casa e lo trovo indaffarato a spostare le mie cose nella sua stanza. “Nik, cosa stai facendo?”

Lui mi sorride beffardo e risponde “Pensi davvero che dormirai più sola soletta in quella stanza? Non credo proprio! Perciò risparmiamo spazio e lì sorgerà una stanza per gli ospiti, o meglio per le bare, quando le avrò recuperate.”

L’idea mi piace, ma almeno poteva chiedere prima “E se io non volessi passare tutte le notti con te?” Nel momento stesso in cui dico questa frase, mi rendo conto della sua assurdità, ma per un attimo lo prendo in contropiede.

Il suo sorriso diventa malizioso, lascia cadere alcuni dei miei vestiti che aveva tra le braccia e si avvicina a me. mi prende per i fianchi e mi sussurra all’orecchio “Dovrai per forza, tesoro. E sono sicuro che ti piacerà.” Un brivido mi corre lungo la schiena e se non fosse che ora sono morta, sono sicura che il cuore avrebbe aumentato febbrilmente i suoi battiti.

Ora tutto è amplificato, anche il desiderio e il solo sentirlo così vicino a me, mi fa venire strani pensieri in testa.

Veniamo interrotti dalla signora Martin che sale le scale. Sta per entrare in camera sua, quando si gira verso di noi e dice “Annabeth, cara, ho appena sfornato una teglia di biscotti. Sono al limone. Vai ad assaggiarne uno.”

Poi continua per la sua strada come niente fosse. In modo malizioso, mi avvicino all’orecchio di Klaus e gli dico “Beh ora che non troverò più piacere nei biscotti dovrò trovarlo in altre cose. Che ne dici di aiutarmi a cercare?”

Con un suono gutturale, mi solleva da terra e in un attimo siamo sul suo letto. La porta della camera chiusa. Ci ritroviamo nudi ancor prima di accorgercene e mi sembra che il biondino sia più rilassato dell’altra volta. Ha dei movimenti meno controllati e più impulsivi. Forse ora non ha più paura di farmi male, come quando ero viva. Come ho già detto, in questo nuovo mondo è tutto amplificato e ora scopro che anche il piacere è aumentato. Ci sono nuove sensazioni che m’invadono, mentre lui si muove dentro di me.

Arrivati all’apice del piacere, scopro che la volta scorsa non avevo capito niente di ciò che significasse “arrivare all’apice”.

L’ibrido si stende sopra di me, ma ora che ho scoperto com’è essere ibridi, ne voglio di più. Perciò ribalto le posizioni e ricomincio da capo. Mi sembra di impazzire, non pensavo fosse possibile provare così tante cose insieme e in modo così intenso. In un breve attimo di pausa, Klaus fa un sorrisetto malizioso “Allora, vuoi rimanere in camera tua? Se vuoi riportiamo le cose di là.” Non gli do il tempo neanche di finire la frase, perché subito gli tappo la bocca con un bacio.

Questa seconda volta è più calma e riesco a godermela più a fondo della prima, in cui tutto era nuovo. Entrambi siamo quasi al limite, quando Klaus con un sospiro veloce dice “Annie, mordimi.”

Senza neanche capire cosa sto per fare, acconsento e mi avvicino al suo collo. Sento i canini allungarsi e lo mordo. un fiotto di sangue si riversa nella mia bocca e ha un sapore idilliaco. Il piacere del sangue mischiato a quello del sesso, creano nuovi orizzonti di lussuria e capisco, ancora una volta, che ho tanto da scoprire di questo nuovo stile di vita. Sento Klaus ansimare sotto di me e capisco che anche lui sta godendo i benefici del morso. Poco prima di venire, mi stacco da lui e vedo la ferita rimarginarsi immediatamente.

Una volta concluso, mi accascio su di lui e rimaniamo abbracciati per un po’. Sento ancora il suo sapore ferroso in bocca e mi chiedo come sarà il sapore del sangue umano. Sicuramente non potrà mai essere così buono!

Guardo un attimo fuori dalla finestra e mi accorgo che il sole sta tramontando. Mi alzo sui gomiti all’improvviso e lo guardo sbalordita “Nik! Abbiamo passato il pomeriggio a fare sesso!”

Lui scoppia in una risata fragorosa, poi mi prende il viso e mi bacia “Cos’è un pomeriggio di fronte all’infinito? Abbiamo tutta l’eternità per continuare a farlo se vuoi.”

Mi è sembrata tanto una proposta per continuare, ma al momento ho uno strano senso d’irrequietudine che mi disturba. Mi sembra di avere fame, ma so che non è possibile. Poi capisco. È sete. Provare quel nettare dal collo di Klaus mi ha fatto venire voglia di averne ancora. “Nik, ho sete.”

Anche lui si alza sui gomiti “Sapevo che presto sarebbe arrivato questo momento. Vestiti. Dobbiamo uscire.”

In un lampo siamo entrambi pronti e usciamo di casa. “Dove andiamo?”

Stavo già andando verso la macchina, ma lui mi ferma “No, andiamo a piedi. Ti faccio vedere dove sono gli altri ibridi, per stasera ti devi accontentare delle sacche di sangue. Domani andremo fuori città con gli altri.”

A velocità sovrannaturale ci spostiamo verso il centro, per poi girare in un’altra via secondaria. Anche questa casa è fuori città, ma è più grande e sembra disabitata ad un occhio poco allenato. Mi porta dentro e capisco che non ci vive nessun umano o mi sarebbe impossibile entrare.

La casa si apre su un salotto dove al momento non c’è nessuno, ma in un attimo si riempie di persone in allerta. Tutti si calmano quando vedono entrare noi. Klaus dice ad alta voce “Ragazzi, abbiamo un nuovo ibrido da festeggiare stasera! Prendetele una sacca!”

Tutti intorno a noi esplodono in un boato di esulti e subito dopo mi ritrovo con una sacca di sangue in mano. La avvicino alla bocca per aprirla con i denti, ma Klaus mi ferma appena in tempo. “Aspetta un attimo.”

Mi guardo intorno e tutti stanno prendendo una sacca. Un ragazzo alto ne porta un anche al biondino che lo ringrazia e alza la sacca, come per fare un brindisi “Ad Annie!”

Tutti ripetono in coro, poi si portano la sacca alla bocca, ne strappano la parte superiore e iniziano a bere. E così faccio anch’io. Sembra una specie di rito di iniziazione, ma non sto tanto a pensarci, perché appena riesco ad aprire la sacca, il profumo del suo contenuto fa scomparire qualsiasi mio pensiero. Non riesco a fare altro se non attaccarmi al piccolo forellino e succhiare il sangue fino all’ultima goccia.

Una volta finita la sacca, mi lecco le labbra soddisfatta e mi accorgo che tutti mi stanno guardando, compreso Klaus. Sorrido e tutti si stringono intorno a me per farmi le congratulazioni per essere entrata nel gruppo.

Non pensavo ci fosse un rituale, anzi pensavo che tutti loro fossero stati forzati a trasformarsi in ibridi. Forse hanno cambiato idea, come è successo a Tyler, che ora si sente libero dalla maledizione o forse sono solo sotto l’effetto collaterale dell’asservimento.

Mano a mano che mi davano una pacca sulla spalla per darmi il benvenuto, se ne andavano e sembravano tornare a ciò che stavano facendo prima. Alla fine rimaniamo solo io, Klaus e l’ibrido che prima gli ha dato la sacca. “Allora Seth, domani all’alba dovrete essere tutti pronti qui fuori. Così, riusciamo a finire presto e poi andiamo a caccia, ok? Noi andiamo. Tu dillo agli altri.”

Il ragazzo annuisce e mentre noi usciamo dalla porta, riesco a sentirlo mentre urla agli altri che domani bisogna alzarsi presto.

Una volta casa, mi fiondo nel letto di Klaus, senza dargli neanche il tempo di pensare di fare il bis del pomeriggio. Come farò a svegliarmi all’alba?? Lui mi raggiunge con tutta calma, capisce la mi preoccupazione e dice “Lo sai che agli ibridi bastano poche ore di sonno per essere svegli e pimpanti per tutta la giornata?”

In fondo immaginavo fosse così, ma non voglio rischiare. Domani ho la prima “lezione” e non voglio essere d’impiccio agli altri. “Sì, ok. Buonanotte Nik!”

La sua voce si fa improvvisamente seria “Prima devo dirti una cosa.”

Mi giro verso di lui, più attenta che mai “Dimmi.”

C’è un attimo di silenzio, poi riprende “Ecco, tu sei stata sincera con me, ma io non ti ho detto una cosa.” Fa un attimo di pausa, ma non voglio interromperlo, perciò aspetto con pazienza “Mia madre non è morta. È in una delle bare. È chiusa dentro da un incantesimo.” Mi serve un minuto per realizzare ciò che mi ha detto “Già e dobbiamo sbrigarci a riprendercele, perché sono convinto che se riescono a trovare qualcuno che la faccia uscire, mi ucciderà. Per questo ti ho chiesto di uccidere Bonnie, lei era una strega potente e con un po’ d’aiuto sarebbe riuscita sicuramente nell’intento.”

Fortunatamente non ho più bisogno di respirare o al momento sarei rimasta senza fiato. Gli accarezzo una guancia e dico “Tranquillo, Nik. Presto ci riprenderemo le bare. Te lo prometto.”

Lo bacio per continuare a rassicurarlo, poi mi accoccolo tra le sue braccia. Ora so come recuperare le bare, ma forse Klaus si arrabbierà, e parecchio anche!

 

Ladies and Gentleman ecco a voi il nuovo capitolo! Lo so, sono un po’ in ritardo, ma durante la settimana sono stata super-impegnata e per fortuna venerdì è arrivata la neve! Sennò probabilmente non sarei riuscita a pubblicare neanche oggi. Invece così, mi ritrovo bloccata dentro casa e sono riuscita a mettere quattro parole insieme. Naturalmente ora mi metto sotto per portarmi avanti un po’ di lavoro, così anche se ricomincio con la mia vita movimentata non vi lascio a secco.

Per concludere vi invito a visitare la pagina di Charly_18 e mia su fb. Eccovi il link: http://www.facebook.com/pages/KEEP-CALM-and-love-Joseph-Morgan/312931192082255

È ancora agli inizi, ma ci stiamo lavorando, ok?? Ah, naturalmente è su Joseph Morgan…

Mi raccomando con le recensioni! Anche se non vi rispondo subito, sappiate che le leggo e saltello contenta ogni volta che ne trovo una nuova.

Baci a tutte!

Mary

 

P.S. dimenticavo! STOP al televoto! Vince con schiacciante maggioranza “Annie incinta”! Perciò sarà presto su questi schermi! (Più vado avanti più la storia mi si complica! Che bello! xD)

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

Sento un leggero movimento del letto, ma non ci faccio caso, finché BAAAM. “Ma che…” Non riesco neanche a finire la frase, perché capisco subito cos’è successo. Klaus mi ha buttata giù dal letto. Guardo fuori ed è ancora notte. “Cosa ti salta per la testa?!”

Lui rimette il materasso al suo posto, mentre mi dice “Tra poco dobbiamo vederci con gli altri, ricordi? Non vorrai fare tardi il tuo primo giorno! Forza, vai a farti la doccia, io sono già pronto.”

Si rimette steso sul letto, con le gambe incrociate e le braccia dietro la testa. Stranamente non mi sento stanca, anche se ho dormito pochissimo. Il tempo di aprire l’acqua e già la richiudo. La super-velocità ha dei vantaggi! Così in due minuti sono di nuovo sul letto. “E ora? Non è presto per andare?”

L’ibrido si gira verso di me. “Sì, in effetti. Ma abbiamo un’altra cosa da fare prima.”

Detto questo mi sale sopra e inizia a baciarmi, ma lo fermo “E tu mi avresti buttata giù dal letto solo per fare sesso??”

Mi guarda serio, poi dice “Ma serve per fare riscaldamento. Non vorrei che ti stirassi un muscolo!” Detto questo inizia a baciarmi il collo e poi sempre più giù.

Probabilmente diventeremo due ninfomani, o forse già lo siamo.

 

***

 

Al sorgere del sole, siamo già sul portico ad aspettare gli altri che arrivano subito dopo. Ci uniamo a loro che ci salutano cordiali, poi arriva Seth che ci avverte che siamo tutti. Deve essere una specie di galoppino, visto che si fa avanti sempre lui. Klaus acquisisce un’espressione seria, poi si stacca da noi e richiama l’attenzione di tutti su di sé. “Ragazzi, oggi prenderemo in considerazione la lotta. È possibile che ci sia uno scontro a breve e non dovremo farci cogliere impreparati.” Per fortuna, speravo in qualcosa di simile e ho messo una tuta! “Mettetevi a coppie.” Tutti trovano un compagno, mi sto guardando intorno in cerca di qualcuno, quando arriva Seth. “Perfetto. Ora cercate uno spazio vostro, così da non dare fastidio alle altre coppie.”

Mentre ci spostiamo, il ragazzo mi sussurra “Tranquilla, non ci andrò pesante.” Sta parlando con me?? Cerco di trattenere una risata e gli sorrido amichevolmente.

L’originario attira di nuovo la nostra attenzione. “Partiamo con qualcosa di semplice. Uno dei due, prenda l’altro da dietro sul collo. L’altro deve tentare di liberarsi.”

Seth mi guarda e dice “Prendimi. Ti faccio vedere come si fa. Per noi non è la prima lezione di questo tipo.” Cerco di non fare caso alle arie che si sta dando, fingendosi gentile, e faccio come mi dice. Voglio davvero essere trattata come tutti gli altri. Tutti stanno già provando e alcuni sono già a terra. Gli stringo forte il collo con il braccio. Prima che me ne possa accorgere, sento un dolore improvviso al braccio e mi ritrovo catapultata a terra con più forza del previsto. Il contraccolpo mi fa rimbalzare e il tonfo fa girare tutti verso di noi. Improvvisamente cala un silenzio tombale, Klaus però non fa una piega, anche se la sua mascella s’irrigidisce visibilmente. Ha deciso che mi tratterà come tutti gli altri e così sta facendo.

“Allora? Perché vi siete fermati?” Ognuno torna a concentrarsi sul proprio compagno e ad invertirsi i ruoli.

Seth mi guarda dall’alto “Scusa! Non sono abituato a provare con delle ragazzine!” Mi allunga una mano per farmi rialzare, ma faccio finta di niente e mi tiro su da sola.

Con aria innocente dico “Tranquillo. Posso provare io?”

Annuisce, convinto del mio fallimento. Mi mette il braccio intorno alla gola e lo stringe fino a farmi male. Con la coda dell’occhio vedo Klaus che ci guarda e gli altri che fanno lo stesso di sottecchi. Un ghigno mi si dipinge in faccia. Gli sferro una gomitata fortissima nello stomaco e lo sento ritrarsi con un mugugno soffocato. Poi con entrambe le mani, prendo il braccio intorno al mio collo e lo giro, fino a portarlo al punto di rottura. Lo sento urlare, ma continuo. Me lo ritrovo di schiena, perciò gli do un bel calcio nel sedere che lo manda faccia a terra. Sento mormorii ovunque intorno a noi e sorrido soddisfatta. Anche Klaus nasconde un sorriso soddisfatto sotto i baffi e allo stesso tempo è sorpreso dalle mie tecniche. Non gliel’avevo detto che per tutti questi anni mi ero allenata con il mio amico Alex? Sicuramente gli ho parlato di lui, ma forse avevo tralasciato questo dettaglio. Porgo una mano al ragazzo a terra e dico ad alta voce “Scusa. Non so ancora regolare bene la forza. La prossima volta cercherò di non andarci così pesante.”

Tutti sono ancora lì a guardarci, perciò è costretto ad accettare la mia mano e ad alzarsi velocemente. Un sorriso falsissimo si allarga sul suo volto “Tranquilla. Non mi hai fatto niente.”

Tutti hanno finito la loro prova, così il nostro creatore dice “Brian, Lisa. Cambiate partner con Tj e Courtney. Così siete troppo sbilanciati.” Spero proprio che non cambi me e “faccia di bronzo”! Ho proprio voglia di farlo finire con il sedere per terra almeno altre ottanta volte questa mattina.

Andiamo avanti con altre mosse, finché Klaus non dice “Ora farete dei piccoli combattimenti. Il primo che cade a terra tre volte perde. Forza, fatemi vedere di cosa siete capaci.”

Non aspettavo altro! Per tutto il tempo abbiamo dato il meglio di noi, ma era previsto che l’altro cedesse. È tempo di far vedere che non cado mai. Ci mettiamo uno di fronte all’altro. Il suo ghigno è più ampio del mio. Pensa davvero di potermi battere?? Illuso! Entrambi in posizione di attacco, ma so già che cercherà di cogliermi di sorpresa, perciò appena vedo i suoi muscoli tendersi, passo in posizione di difesa, pronta ad evitare qualsiasi colpo. Infatti, nello stesso istante in cui cambio posizione, Seth tenta con un calcio allo stomaco di mandarmi a terra. Con un colpo di reni, mi sposto indietro, poi prendo la sua gamba, ancora in aria e la alzo fino a farlo sbilanciare e cadere.

1 a 0 per me.

Ma non faccio in tempo a godermi quell’attimo di vittoria, che avverto un movimento sotto di me. Sta puntando alle ginocchia per piegarle e farmi cadere. Salto, ma non abbastanza in alto da evitare la sua gamba, che mi colpisce lo stinco provocandomi un dolore lancinante. Riprendo subito il controllo e riesco a rimanere in piedi. Lui si rialza e mi attacca un’altra volta. Stavolta cerca di darmi un pugno in faccia, riesco ad evitarlo e a dargli un calcio sul fianco che lo fa vacillare. Convinta di avere il controllo, mi avvicino e sto per dargli una gomitata sulla nuca, quando si gira all’improvviso e con uno spintone mi fa finire a terra.

1 pari.

In un attimo ricordo gli ammonimenti di Alex “Mai sottovalutare il tuo avversario”.

Mi rialzo velocemente. Sicuro di sé prova ad attaccarmi ancora una volta, ma si avvicina troppo e riesco a dargli un calcio all’inguine. Si piega per il dolore e prima che possa riprendersi ne approfitto per prenderlo dalle spalle e dargli una ginocchiata in pieno petto e subito un’altra sul viso. Lo lascio andare e lo vedo finire a terra come un sacco di patate.

2 a 1 per me.

Presa dalla foga della lotta, non aspetto neanche che si rialzi da solo. Lo prendo per un braccio e lo tiro su. Si pulisce il naso sporco di sangue e con tutta la rabbia che ha in corpo prova a venirmi addosso prendendomi per la vita. Mi scanso e riesco ad evitare l’attacco. Poi gli prendo il braccio più vicino a me e glielo torco dietro la schiena. La forza d’inerzia del suo attacco lo porta a farsi molto male, ma sto attenta a non fargli rompere il braccio. Alla fine dovrebbe essere solo un’esercitazione, no? Gli vado addosso con tutto il mio peso e riesco a farlo finire faccia a terra, mettendomi a cavalcioni su di lui.

3 a 1 per me. Ho vinto!

Tutto intorno sento degli applausi e dei fischi. Solo ora mi accorgo che tutti ci stavano guardando. Probabilmente anche gli altri non aspettavano altro che questo momento. Cerco subito il volto di Klaus fra quello degli altri e quando i nostri sguardi s’incrociano, mi fa l’occhiolino. Sorrido trionfante.

Poi mi accorgo di essere ancora sopra Seth, perciò mi scanso e mi rialzo. Tutti gli altri si avvicinano a me, per congratularsi. Poi Klaus chiede il silenzio “Ok, ragazzi. Solo loro hanno fatto il combattimento, ma per oggi va bene così. Se li avete osservati bene, avrete sicuramente imparato delle nuove tecniche. Ora andate a farvi la doccia e a cambiarvi. Tra mezzora vi voglio tutti qui!” In un attimo lo spazio si svuota.

Rimaniamo solo io, Klaus e Seth. Porgo la mano a quest’ultimo che si trova ancora a terra. Lui vede lo sguardo severo del mio ragazzo e la accetta, poi senza dire una parola torna anche lui verso casa.

Sto per parlare, quando Klaus mi fa segno di stare zitta e mi fa capire che Seth può ancora sentirci a quella distanza.

Iniziamo a camminare verso casa. “Non sapevo sapessi combattere.”

Beh, ora lo sa! Sorrido e dico “Mi pareva di avertelo detto che mi ero allenata con un amico. Pensavi che sarei venuta qui a combattere una vampira centenaria senza neanche saper dare un pugno??”

Mi prende la mano “Sapevo che ti eri allenata, ma pensavo avessi una preparazione superficiale. Non avrei mai immaginato fossi così brava.”

Gli stringo la mano e dico con tono sarcastico “Beh, ora sai che non devi farmi arrabbiare. Sennò botte anche per te!”

Lui mi prende per la vita e mi solleva fino ad appoggiarmi in spalla “Ah sì? Stanno così le cose, eh?”

Non riesco a far altro che ridere fino alla porta di casa, dove mi fa tornare con i piedi per terra. In un attimo facciamo la doccia, ci vestiamo e torniamo a casa degli ibridi.

Alcuni sono già in giardino, altri si stanno ancora preparando. Una volta che tutti sono arrivati, Klaus dice “Prima di andare, spero che tutti vi ricordiate le regole. Solo una vittima a coppia, meglio se si tratta di qualche senzatetto. Non fatevi vedere da nessuno e se succede usate la compulsione per farli dimenticare. Molti di voi ancora non la sanno gestire, perciò in caso non ci riusciate chiamate la coppia più vicina e fatevi aiutare. Ora andiamo.”

Tutti iniziano ad avvicinarsi ad un compagno, anch’io sto per andare verso di loro quando Klaus mi attira a sé “Stavolta stai con me. Questa è la tua prima volta e voglio esserci.” Gli sorrido e annuisco. Vedo Seth rimanere da solo e cercare di avvicinarsi a noi, ma l’ibrido affianco a me gli dice “Seth, vai con Eleonor ed Adrian. Hanno meno esperienza e magari gli servirà aiuto.” Vedo i due ragazzi un po’ scocciati. A quanto pare Seth non sta simpatico a nessuno!

Senza dare il tempo a nessuno di ribattere, ci avviamo a velocità sovrannaturale verso una città vicina. Una volta arrivati, ci sparpagliamo. Io e Klaus troviamo subito un uomo da seguire. Sicuramente è un barbone e proprio ora si sta spostando verso una via secondaria. Anche questa però è piena di persone, perciò continuiamo a seguirlo con calma. Nel frattempo, chiedo a Klaus “Come mai Seth ce l’ha così tanto con me?”

Lui ride sotto i baffi “Prima che arrivassi tu, era abituato ad essere lui al mio fianco. Sai, assomiglia molto ad uno dei miei fratelli e mi è stato subito simpatico. Forse ora è geloso di te.”

Sorrido sarcastica e dico “Beh dovrà abituarsi all’idea che ci sia io, a meno che tu non preferisca lui, ovviamente!”

Klaus continua a seguire il barbone con gli occhi, ma sorride e dice “Ti avvertirò quando cambierò i miei gusti.” Poi ad un tratto si irrigidisce. Guardo verso il barbone e lo vedo cambiare strada, verso un vicoletto dietro ad un ristorante cinese. Penso proprio che sia arrivato il momento.

Ci affrettiamo a raggiungere il vicolo e vediamo l’uomo sedersi dietro ad un sacco della spazzatura. Klaus si avvicina e gli mette una mano sulla bocca per non farlo urlare, poi lo sposta ancora più verso l’oscurità.

L’ibrido da il primo morso e ad un tratto l’odore di sangue che mi arriva alle narici mi fa venire sete e istintivamente lo mordo anch’io dall’altra parte del collo. Un fiotto di sangue caldo m’invade la bocca e non riesco a fare altro se non ingoiare e succhiare altra vita dal malcapitato. Ad un tratto sento il peso del suo corpo tutto su di me, apro gli occhi e vedo che Klaus ha smesso di bere. Io non ce la faccio a smettere, è troppo buono ciò che sto bevendo.

Sento perfettamente la vita scorrere via dal suo corpo e lentamente afflosciarsi sotto di me. Lo trattengo finché posso, poi mi accascio sopra di lui per continuare a bere quel fantastico nettare. Prosciugo il corpo fino all’ultima goccia di sangue, poi lo lascio andare.

Resto per un attimo in ginocchio accanto a lui, sopraffatta dal momento. L’ibrido si avvicina a me e mi mette una mano sulla spalla. “È ora di andare, Annie. Dobbiamo nascondere il corpo.”

Con gran fatica mi rialzo e mi volto verso Klaus. Vorrei esprimere in qualche modo quanto mi senta meglio ora, ma non trovo le parole adatte. Lui mi accarezza una guancia, fino ad arrivare al labbro dov’era rimasta una goccia di quel fantastico liquido rosso. La prende e se la porta alle labbra. Mi vengono in mente centinaia di domande da fargli, ma non è il momento. Ora dobbiamo pensare al corpo.

Mi affaccio sulla strada principale, ma c’è tanta, troppa gente per poter passare con un cadavere in spalla, quindi decidiamo di nasconderlo dietro i sacchi della spazzatura del locale. Emanano già un cattivo odore e nessuno attribuirà l’ulteriore puzza ad un cadavere. Prima però, Klaus incide tutto il collo della vittima con un coltello o si vedrebbero i segni dei morsi.

Una volta finito, torniamo nella piazza dove ci siamo divisi dagli altri. Molti sono già lì ad aspettare, pieni di nuova forza come noi.

Ancora una volta, Seth ci avverte quando siamo tutti e torniamo verso casa. Davanti al cortile degli ibridi ci fermiamo, salutiamo tutti e Klaus da disposizioni per il giorno dopo, poi andiamo a casa nostra.

L’ibrido evita attentamente di passare per qualunque strada dove ci possa essere qualcuno e quando arriviamo a casa capisco il perché. Riesco a sentire il sangue della signora Martin fin dal portico. Klaus mi prende per le spalle e mi fa girare verso di lui. “Non devi mordere la signora Martin, ok? È un ordine.”

In un certo senso mi sento più tranquilla, perché so che ora l’asservimento proteggerà la vecchietta, ma il suo odore è ancora forte e anche la mia sete. “Rimango un attimo qui fuori, ok?”

Il suo sguardo è un po’ preoccupato, ma annuisce ed entra. Sarà così da oggi in poi? Un continuo travaglio aspettando il momento in cui ucciderò qualcuno per nutrirmi? Bene, prospettiva interessante!

Devo cercare di concentrarmi su altre cose, così decido di fare ciò che mi ero ripromessa. Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e inizio a scrivere: Tua madre non è morta. È in una delle bare che ha Stefan. Ci serve il tuo aiuto.

Invio il messaggio a Rebekah, sperando che arrivi a destinazione.

 

Ta-daaah! Ecco il mistero che tutti volevate sapere e che costerà la pelle alla piccola Annie! No, non che sta diventando una ninfomane, ma che ha mandato un messaggino a Rebekah dicendo cose che non dovrebbe dire!!

Come la prenderà il nostro Klaus?

Beh se non si sbriga a farle un regalo sarà Annie a prenderla male, visto tutti i regali che l’ibrido sta facendo a Caroline nella serie, mentre la nostra neo-ibrida viene trattata… beh in modo molto diverso!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi vada di recensire un po’ e far contenta una povera anima pia, per una volta!

Baci a tutti!

Mary

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

 

Sono passati alcuni giorni e di Bekah ancora nessuna traccia. Gli allenamenti scorrono tranquilli o almeno fino a ieri è stato così.

Stamattina mi sono svegliata con l’impressione che qualcosa stia per andare storto, mi sento strana. Forse è solo la sete. Come tutte le mattine andiamo dagli ibridi e Klaus dice “Oggi affronteremo un nuovo tema. Spesso i nemici vi attaccano alle spalle e vi ritrovate morti prima di poter fare qualsiasi cosa. Perciò,” caccia delle bende che avevamo preparato il giorno prima “eccovi delle bende. Prendetene una e mettetela.”

Ognuno fa come richiesto. Ci disponiamo in due file e ci mettiamo il pezzo di stoffa sugli occhi, poi Klaus continua “Ora io passerò in mezzo a voi e dovrete cercare di toccarmi, quando vi passo vicino. Sembra facile, ma spesso non lo è, credetemi.” Cerco di concentrarmi al massimo e di lasciare aperta la mente a qualunque suono che non sia quello della natura. Sento un movimento veloce alla mia sinistra, ma non è Klaus. È qualcuno che pensava ci fosse. I minuti scorrono lenti e ancora non riesco a sentire altro, se non i movimenti di braccia di chi pensa di averlo trovato. Ad un tratto inizio a sentire un rumore leggerissimo di passi alla mia destra. Sembra ancora lontano, perciò aspetto e mi metto in ascolto ancora più attentamente. Sento i passi avvicinarsi in modo lento e stranamente nessuno si muove per cercare di toccare l’ibrido. È possibile che nessuno l’abbia sentito tranne me? Ora è a pochi passi da me, perciò allungo il braccio verso destra, ma stranamente non riesco a toccare niente. Sto già per riabbassarlo sconfortata dall’errore, quando mi sento prendere la mano e qualcuno posarci un bacio sopra. Allora non mi ero sbagliata! Lascia ricadere la mia mano e continua a camminare. Sento il rumore di passi allontanarsi sempre di più fino a scomparire.

Cerco di rimanere concentrata, ma un capogiro mi fa oscillare.

Ok, questo non è normale per un ibrido. Forse è stata solo un’impressione. Gli ibridi non hanno capogiri o qualunque altra cosa che annunci una malattia, perché non possono essere malati. Mi ricompongo e continuo a restare concentrata sull’esercizio con tutte le mie forze, finché non sento le gambe venir meno al loro dovere. Cerco di chiedere aiuto, ma non faccio in tempo e mi ritrovo per terra.

 

***

 

Apro gli occhi e la prima cosa che vedo in modo distinto è il volto di Klaus spaventato, sopra di me. Poi metto a fuoco tante altre facce. Ma cos’è successo? Sento Klaus dire “Annie, stai bene?” Cerco di annuire, ma non riesco a farlo. Mi sento ancora intontita. Cerco di alzarmi, tutta questa gente intorno mi sta dando fastidio.

L’ibrido, come se mi avesse letto nel pensiero, urla “Allontanatevi, cazzo!” tutti si fanno indietro immediatamente e un raggio di sole mi raggiunge. Klaus torna a concentrarsi su di me. Mi accarezza una guancia.

“Nik, sto bene ora. Non so cosa sia stato.” Cerco di alzarmi. Non riesco a sopportare ancora il suo viso preoccupato che mi guarda così.

“Ferma, ti porto a casa.” Mi solleva da terra dolcemente e mi fa accoccolare tra le sue braccia. Poi dice agli altri “Per oggi, abbiamo finito. Mi farò sentire io.” Prima ancora che me ne possa accorgere siamo vicino al portico, ma qualcosa lo ferma. Giro la testa verso l’entrata e vedo una ragazza dai capelli biondi. Cavolo! Proprio oggi doveva arrivare Rebekah?!

Anche lei appena mi vede capisce che qualcosa non va e si avvicina. “Cos’è successo??”

L’ibrido si riscuote subito dalla sua trance momentanea e risponde “Non lo so. Stavamo facendo un allenamento con gli altri ed è… tipo svenuta.”

Si guardano stralunati. Anche loro hanno avuto il mio stesso pensiero. Un ibrido non può svenire. Mi portano in casa e per la prima volta, l’odore del sangue della signora Martin non mi attira per niente. Non ci presto molta attenzione, forse è solo un residuo dello svenimento. Arriviamo in camera di Nik che mi adagia sul letto e poi si siede di fianco a me. “Come va? Ti fa male qualcosa o senti qualcosa di strano?”

Anche Bekah si avvicina, così li rassicuro “Tutto ok, adesso.” Cerco di alzarmi dal letto “Potremmo anche tornare all’allenamento. Davvero, sto bene.”

Entrambi si avvicinano per fermarmi, poi la bionda si fa indietro imbarazzata. Klaus se ne accorge e finalmente si concentra su di lei “Come mai sei tornata?”

La vampira mi guarda in cerca di risposte e le faccio capire che lui non sa del mio messaggio “Beh credo sia arrivato il momento di riunire la famiglia e stavolta farò qualunque cosa perché succeda. Anche se dovrò mettermi contro di te!”

L’ibrido abbassa gli occhi. Forse è il caso che usi tutta l’influenza possibile che ho guadagnato al momento con il mio stato precario. Non ho interesse a rivedere la sua famiglia unita, ma so quanto gli è mancata Rebekah in questo periodo e non voglio che se ne vada di nuovo. “Nik, forse è arrivato il momento.”

Per un attimo mi guarda intensamente negli occhi, poi li abbassa, ma non proferisce parola.

Quando il silenzio inizia a farsi pesante si alza dal letto e dice “Vado a procurarti un po’ di sangue.”, poi scompare dietro alla porta.

Decido di non dire dell’impressione che ho avuto prima con la signora Martin, servirebbe solo a farli spaventare di più e al momento non voglio proprio allarmare nessuno. Rimango in camera da sola con Rebekah “Allora? A me puoi dirlo se sai cosa può aver causato questo svenimento. Qualche idea?” Non ho proprio la minima idea di cosa mi sia successo e glielo faccio presente. Lei risponde dicendo “Bene, il mio dovere da brava cognatina l’ho fatto. Ora, come fai a sapere di nostra madre? Te l’ha detto Klaus?”

Mi sembrava strano non aver ancora toccato il tasto dolente “Me l’ha confessato Klaus, sì. Ha detto che è ancora viva in una delle bare, ma non so come sia possibile, forse qualche incantesimo. Lui non sa che te l’ho detto, perciò ti prego di far finta di niente.”

Non facciamo in tempo a finire il discorso, perché Klaus torna con una sacca di sangue. Solo vederla, mi fa venire la nausea. Ma che cavolo mi succede? “Klaus, tranquillo. Non ne ho bisogno. Sto bene.”

I due fratelli si guardano ancora più preoccupati ed è la biondina ad esprimere la sua perplessità “È la prima volta che sento qualcuno rifiutare del sangue. Soprattutto se ancora giovane come te. Sei sicura di stare bene?”

Mi costringo ad accettare la sacca per non farli preoccupare ulteriormente. Sono sicura che qualunque cosa sia accaduta, non succederà più. “È che non voglio sprecarlo ora che ho poca sete. So che non dobbiamo esagerare nel rubarlo o le cliniche se ne accorgono.”

Rebekah non sembra convinta della mia scusa, ma Klaus sembra esserci cascato in pieno. Forse è talmente tanta la voglia di vedermi in forma che crederebbe a tutto! “Non è una sacca a cambiarci la vita. Bevi, forza.”

A malincuore apro la sacca con i denti e mi costringo a bere. Il liquido rossastro mi invade la bocca, ma sento che c’è qualcosa di sbagliato. Mi sforzo a finirla tutta, poi la porgo a Klaus, come fanno i bambini con i genitori dopo aver preso una medicina.

Il resto della giornata passa tra momenti imbarazzanti con Rebekah e momenti di apprensione per me, anche se ora mi sento del tutto bene, finché non si inizia a pensare seriamente ad un modo per riprenderci le bare. A quanto pare, Klaus ha accettato l’idea di riunire la famiglia, sperando che i suoi familiari non lo uccidano per averli intrappolati lì dentro per secoli.

“Basterà prendere in ostaggio Elena e i fratelli Salvatore faranno di tutto per salvarla, anche ridarci le bare.”

Klaus ha ragione, ma sono sicura che al momento i Salvatore non si staccano un attimo da Elena “E come pensi di raggiungerla? Dovrai sicuramente sacrificare qualche ibrido.”

Interviene Rebekah “Allora potremmo prendere uno dei suoi amici o suo fratello. Penso che Matt sia perfetto per la parte. La minacciamo di ucciderlo se lei non si consegna a noi e poi minacciamo i Salvatore se non ci danno le bare.”

Un doppio ricatto? Siamo ridotti davvero così male? Ma noi non eravamo i più forti una volta? Non voglio ferire l’orgoglio di nessuno, perciò me ne sto zitta, per una volta. “Sì, penso che possa andare bene e potremmo attuarlo già da oggi o domani. Non serve a niente aspettare.”

Mentre loro due si mettono a discutere i dettagli, tipo dove nascondere Matt senza far scoprire questa casa, sento una stanchezza improvvisa avvolgermi e lentamente mi addormento.

Al mio risveglio, Klaus è affianco a me che gioca con i miei capelli e mi osserva. “Ben svegliata. Come ti senti, ora?”

Alzo gli occhi al cielo, poi gli prendo il viso tra le mani e dico “Sto bene, ok? Non so cosa ho avuto prima, ma ora sto assolutamente bene.”

Il suo viso si scurisce ancora di più “È questo che mi preoccupa, non sappiamo cosa sia successo. Non è normale per un ibrido, sentirsi male e svenire, lo sai, vero?”

Come vorrei trovare un modo per non farlo preoccupare, poi mi viene in mente il metodo più vecchio del mondo per distogliere le persone da ciò che stanno pensando.

Mi avvicino di più a lui e inizio a baciarlo in modo sensuale, facendo scorrere le mie mani sotto la sua maglietta. Lui risponde al bacio e mi lascia avvicinare ancora di più, poi viene sopra di me. Inizia a baciarmi il collo e a scendere verso il petto, poi all’improvviso si ferma e mi dice “Mi dispiace, ma niente sesso, finché non capiamo cos’hai e da cosa è stato causato!”

Le mie braccia ricadono sul letto “Stai scherzando, vero?”

Klaus mi guarda serio e mi fa capire che non è così. Si sposta da sopra a me e mi fa rimanere di sasso. Poi inizia un lungo discorso che mi fa capire che è già da un po’ che ragionava sulle cause del mio malore. “Forse ti è stato fatto un incantesimo o qualcosa di simile. È impossibile che stia andando storta la trasformazione, perché prima di te ce ne sono stati tanti e sono tutti sani come pesci. Però, l’unica strega vivente che può avercela con te per qualche motivo è Erika, per quanto ne so. Hai mai conosciuto un’altra strega con cui hai avuto problemi?”

Erika. Al solo pensiero mi vengono i brividi. “No. Conosco solo lei e non ho fretta di conoscerne altre.”

Il suo viso si fa pensieroso “Allora penso proprio che dovremmo parlarle. Ora devo andare. Rebekah ha appuntamento stasera con Matt e quando lo porterà fuori dal Grill, lo porteremo via insieme. Tu rimani qua e ti riposi!”

Esce senza darmi neanche il tempo di rispondergli che volevo andare con loro. Prima o poi farò togliere a tutti questo vizio di famiglia!

 

Non mi uccidete! Lo so che questo capitolo è penoso, ma questa settimana è stata devastante e questo è il risultato! Prometto che mi farò perdonare!!

Beh come avrete capito, stanno arrivando i primi sintomi della dolce attesa! (mi raccomando, non ditelo a Klaus e gli altri o mi rovinate la storia! xD)

Aspetto con ansia le vostre recensioni/insulti per questo capitolo orrendo!

Baciiiiii

Mary

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

“Allora, va meglio?”

Perché Klaus non capisce che ora mi sento bene?? Tranne per la nausea alla presenza del sangue, ma cerco di non pensarci. Alzo gli occhi al cielo “Quante volte devo dirti che sto bene? Posso alzarmi dal letto, oggi? Ti prego!”

Da ieri mattina, quando siamo tornati a casa, non mi ha mai fatto alzare da questo dannato letto, se non per andare in bagno.

“Va bene, vieni. Tra poco dovrebbe arrivare Elena per liberare Matt.”

Con immensa gioia, mi alzo dal letto in tutta fretta, vado a farmi una doccia veloce e poi vado dritta verso la porta d’ingresso. Klaus rimane lì a guardarmi con aria strana “Forza, andiamo! Non ce la faccio più a stare dentro casa!”

Scopro che Matt è stato portato nel luogo della mia trasformazione. Quando arriviamo Elena è già in giardino. “Klaus, Beth. Ho mantenuto la promessa, ora lasciate libero Matt.”

Nik assume la sua aria da cattivone “Prima vieni dentro.” Con un gesto della mano la invita ad entrare in casa anche se non ce n’è bisogno.

Sulla porta compare Rebekah “Ciao, cara. Sarà bello passare del tempo insieme, abbiamo molto di cui parlare.” Fossi in Elena, ora scapperei a gambe levate. La faccia di Bekah non è assolutamente delle più amichevoli.

Probabilmente anche la doppelganger sta pensando la stessa cosa, perché l’unica cosa che riesce a dire è un soffocato “Rebekah”. Forse, però, il suo pensiero successivo è Matt, perciò entra lo stesso in casa. “Ora, lasciate andare Matt.”

Vedo Seth, salire dal sotterraneo insieme a Matt. Nel momento in cui i due amici si vedono, Matt cerca di ribellarsi, ma non serve a niente. L’ibrido è troppo forte per lui. Lo fa continuare a camminare fino all’uscita, poi la nostra concentrazione torna su Elena. “E ora cosa volete fare, eh? Vi serve altro sangue?”

Rebekah sembra avere molta rabbia nei confronti di Elena. Solo ora mi torna in mente che è stata lei ad impalettarla. “Intanto siediti, saputella. E ora chiamiamo il tuo caro Stefan, o forse devo chiamare Damon? Dimmi, al momento chi preferisci?”

Elena incrocia le braccia e non parla, così Klaus interviene “Calme, ragazze. Chiamerò Stefan. È lui il ragazzo che ci serve.”

La moretta sembra risvegliarsi dal suo silenzio e dice “A Stefan non importa più di me, perciò non riuscirete a concludere niente. Ed è solo grazie a te, Klaus!” Bekah le da uno schiaffo talmente forte da farla cadere dalla sedia, ma non fa in tempo a gongolare che il fratello la riprende. “Bekah! Non puoi uccidermi l’ostaggio prima di averlo usato, ok?”

Poi Klaus alza un dito per farla tacere e dall’altra parte del telefono sento una voce dire “Che c’è, Klaus? Sei pronto per fare un accordo con me?”

“Veramente sei TU a dover fare un accordo con me per avere indietro la tua bella Elena.”

Il vampiro sembra confuso “Di cosa stai parlando?”

L’ibrido cerca di essere più chiaro “Elena è qui con me, al momento. Sai, Rebekah voleva rivederla e discutere un po’ di cose che avevano lasciato in sospeso.”

Un sorrisino vittorioso si dipinge prima del dovuto sul volto di Klaus “Ma a me non interessa più niente di Elena. Avete chiamato il fratello sbagliato.”

Si sentono dei rumori aldilà della cornetta, poi sento la voce di Damon “Che succede, Klaus? Dov’è Elena?”

Il sorriso di Nik si apre ancora di più “Damon! Tranquillo, la tua Elena è in buone mani. È qui con noi. Non vorrei mai farle del male, ma a quanto pare tuo fratello mi costringerà a farlo.”

La voce dall’altra parte del telefono è più fredda che mai “Cosa vuoi in cambio?”

“Le mie bare, ovvio. Hai tempo fino a oggi pomeriggio alle quattro, dopodiché mia sorella ricambierà il favore ad Elena.”

Riattacca senza neanche aspettare una risposta, sicuro che abbiano capito cosa c’è in ballo. Nik mi mette un braccio sopra le spalle e dice “Elena, non ti dispiacerà se ti lascio un attimo con mia sorella. So che siete state amiche, prima che tu la pugnalassi alle spalle. Io ed Annie andiamo a bere qualcosa, a meno che tu non voglia offrire.”

A bere? Ancora? È da ieri che mi fa ingozzare di sangue. Non ne posso più, ma so di non poterlo dire o potrei destare sospetti, perciò continuo a camminare a fianco di Klaus verso la cantina. A quanto pare è qui che tiene le scorte di sangue. Prende una sacca per me ed una per lui. “Bevi, forza. Magari non bevevi abbastanza sangue e non hai retto lo sforzo.”

Ecco un’altra delle sue teorie infondate! Per farlo tacere, inizio a bere la mia sacca, mentre lui fa lo stesso con la sua.

Uff, più bevo, più sento che c’è qualcosa di sbagliato, ma mi sbrigo e riesco a finirla anche questa volta. Sentiamo Rebekah urlare improperi vari dal piano di sopra, perciò torniamo dalle altre. “Bekah, basta. Abbiamo capito che ce l’hai con lei, ma ti ho già spiegato che una volta che avrò avuto ciò che voglio, potrai fare di lei, ciò che vuoi. Non prima!”

La vampira mette su il broncio e se ne va in un angolo della stanza. Noi prendiamo delle sedie e ci mettiamo seduti tra Elena e Rebekah.

Stiamo qui, seduti, ad aspettare che succeda qualcosa, quando all’improvviso sento che mi sta succedendo qualcosa di strano. Sento una specie di rigurgito salirmi alla gola e mi ritrovo a lasciar uscire tutto il sangue appena bevuto. La prontezza di riflessi dei fratelli, li fa avvicinare a me, mentre continuano gli strani conati.

Elena cerca di cogliere questo momento di distrazione per scappare, ma Rebekah è più veloce “Vai da qualche parte?”

Detto questo la scaraventa per terra. Nik sembra non vedere tutta questa scena che si svolge alle sue spalle. È preoccupato solo per me. Il suo viso esprime tutta l’apprensione possibile e mi guarda come se fossi in fin di vita.

Cerco di rassicurarlo con un sorriso, ma non serve a niente. Stavolta pensa davvero che stia per morire e inizio a pensarlo anch’io, ma non voglio darlo a vedere. “Nik, tranquillo. È passato. Forse ne ho bevuto troppo in questi giorni.”

Inizia a massaggiarmi la schiena, visto che sto ancora chinata in avanti. “Annie, non esiste un ‘troppo’ per il sangue. Esiste un ‘troppo poco’, ma ‘troppo’ no.” (NdU: Scusate se ho usato TROPPO la parola “troppo”… xD)

Mi accarezza una guancia e dice “Ora ti riaccompagno a casa, dopo ne parliamo e ti prometto che troveremo una soluzione, ok? Qui potrebbe diventare pericoloso per te.”

Ancora a casa?? Uff. Però non ho voglia di discutere, perciò sto per alzarmi quando Seth entra in casa. “Klaus, Damon sta per arrivare.”

L’ibrido non fa in tempo a finire la frase, quando il vampiro entra in casa. Rebekah prende Elena e la porta lontano da lui e Klaus si para davanti a me. Seth guarda me e la pozza di sangue sotto di me un po’ confuso, poi torna a guardare Damon. “So dove sono le bare.”

Klaus cerca di calcolare bene le probabilità, poi dice “Bene, verrò con te, ma Elena rimane qui con mia sorella, per sicurezza. Se qualcosa va storto puoi anche dirle addio. Annie, tu fai quello che ti ho detto.”

È un modo per dirmi di tornare a casa, ma ora non posso lasciarlo da solo. “Nik, io voglio venire con te. Ti può sempre servire una mano, no?”

Mi guarda serio e il suo tono non ammette repliche “Tu farai ciò che ti ho detto. Ci sarà Seth con me.”

Lo sguardo di Seth brilla soddisfatto. Poi i due ibridi e il vampiro escono di casa. Guardo Rebekah e lei stessa capisce “Non farai ciò che ti ha detto, vero? Beh farò finta di niente.”

Mi affretto ad uscire per non perdere le loro tracce, ma più vado avanti, più mi accorgo che Klaus si è circondato di ibridi, senza dirlo a Damon. Anche loro lo stanno seguendo, perciò mi limito ad andargli dietro. Arriviamo ad una vecchia casa diroccata e mi ricordo di essere già stata qui, una volta. Questa casa è infestata da streghe. Probabilmente non sarà facile neanche entrarci. Gli ibridi si appostano fuori, ma io proseguo verso l’ingresso. Cerco di fare come mi è stato insegnato e di avere il passo più leggero possibile, così da non essere udito. Mi fermo quando inizio a sentire la voce di Damon “Ecco le bare. La mia parte l’ho fatta, ora libera Elena.”

“Hai ragione, io mantengo sempre la parola.” Sento il suono dei tasti di un telefono, poi Klaus continua “Bekah, puoi liberare Elena.” Poi riattacca.

Vedo gli ibridi iniziare ad entrare, così mi affretto ad uscire per non farmi vedere da Klaus. Sembra andato tutto bene. Esco e fuori c’è già un camion ad attendere. E tutta questa organizzazione da dove viene fuori??

Mi nascondo al limitare del bosco e aspetto finché non vedo le quattro bare uscire dalla porta e salire sul camion. Damon corre via, mentre non riesco a vedere Klaus. “Perché non fai mai ciò che ti dico?”

Ops. A quanto pare sono stata scoperta. Mi giro e dico “Beh potevi essere in pericolo e non sapevo che ti eri portato i rinforzi.”

Si accuccia vicino a me e dice “Quante volte ti devo spiegare che nulla mi può uccidere? Anche se venivo da solo, potevo cavarmela benissimo in caso di attacco.”

Mi alzo in piedi “Ok, ok. Ma io mi preoccupo lo stesso per te. Ora torniamo a casa.”

Una volta arrivati, io, Klaus e Rebekah scarichiamo le bare e le portiamo nella mia vecchia stanza. La vampira s’impunta per aprirle subito “Bekah, devo ricordarti come sono finiti lì dentro Kol e Finn? Facciamo le cose con calma.”

La bionda si avvicina minacciosamente a Nik “Io voglio avere indietro la mia famiglia!”

L’ibrido ribatte “Finché Annie non starà meglio, non libereremo proprio nessuno. Non voglio vederla morire per mano loro!”

Detto questo mi prende per mano e mi porta fuori dalla stanza, fino alla nostra camera. “Nik, so che non sono affari miei, ma cerca di capire tua sorella. Vuole solo rivedere i suoi cari.”

Il suo volto stanco mi fa capire che è meglio se non insisto “Annie, non voglio parlarne. Ora riposa. Più tardi chiameremo Erika. Lei aveva fatto degli studi, magari sa cos’hai.”

La sua logica non quadra molto. Ha paura che la sua famiglia mi faccia del male, ma vuole dire ad Erika che ho un problema, lei che ha già provato a farci del male. Ma tutto ciò lo tengo per me e annuisco. Mi sento continuamente stanca dal giorno dello svenimento.

 

***

 

Vengo svegliata dalle urla di Klaus. Il corpo s’irrigidisce subito pronto all’attacco. Mi alzo e vado subito nella stanza affianco da dove sembrano provenire i lamenti. Mi ritrovo davanti delle persone sconosciute che stanno attaccando l’ibrido, poi vedo le bare aperte e capisco che Rebekah non ha mantenuto la promessa. Ha liberato i suoi fratelli. Il primo che riconosco è Elijah, perché l’avevo già visto qui a Mystic Falls. So perfettamente che sono tutti più forti di me, perciò non attacco. Tutti si girano improvvisamente verso di me, poi quello con i capelli corti dice “E tu chi saresti?”

Istintivamente faccio un passo indietro e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Rebekah da dietro risponde “Lei è Annabeth, la nuova fiamma di Klaus.”

L’altro di cui non conosco il nome si avvicina a me, mi osserva e poi dice “Anche lei una creatura sovrannaturale. Quindi fratellino, alla fine sei riuscito a CREARTI degli amici, visto che non riuscivi ad averne nella maniera normale.”

Klaus non risponde alla provocazione del fratello e solo ora mi accorgo che ha uno strano pugnale conficcato nella mano. Con grande fatica riesce a toglierlo, poi si para davanti a me, scansando il fratello dai capelli lunghi. “Lei è stata mia, prima che la trasformassi, Finn.”

Sono sua?? Ehy! Io sono mia e basta! Ma ora non è il momento di farlo notare. Bekah si mette al mio fianco e dice “Beh ragazzi. Dovreste ringraziarla. Se non era per lei, non sareste mai stati liberati. Ed ora tocca a nostra madre che è nell’altra bara.”

Klaus rimane sorpreso “E tu come fai a saperlo?” Io abbasso lo sguardo, mentre i tre fratelli si dirigono verso la bara rimasta, cercando di aprirla. L’ibrido mi guarda e capisce che sono colpevole. Non ho neanche il coraggio di alzare gli occhi e vedere il suo sguardo accusatore. “Annie, devi dirmi qualcosa?”

Mi faccio coraggio e dico “Mi dispiace, Nik. Era l’unico modo per far tornare Rebekah ad aiutarti con le bare.”

La bionda va verso il resto del gruppo che ancora non riesce ad aprire la bara, perciò rimaniamo soli. Klaus mi guarda per un’ultima volta, poi dice “Forse è meglio che tu vada via.”

 

*si nasconde dietro un cespuglio* p… posso uscire o mi ammazzate? Per stavolta il commento lo faccio da nascosta, sennò mi fareste fuori.

Adesso, tranne il finale, che ne pensate?? Non è meglio dello scorso capitolo??

Comunque ho notato una cosa. Le persone che mettono la storia tra seguite/preferite/ricordate aumentano di continuo (e per questo vi ringrazio!!), ma le recensioni stanno scendendo. Perché c’è questo effetto inversamente proporzionale?? Vi prego, io so che ci siete. Venite fuori, io non vi mangio mica! Le recensioni sono molto importanti per qualunque FanWriter, perché fa capire se la storia è apprezzata o meno o se c’è qualcosa da cambiare.

Ripongo in voi le mie speranze!

Baci!

Mary

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

“Alex, grazie per essere venuto.”

Il ragazzo mi abbraccia dolce “Ma scherzi? Non avrei mai potuto lasciarti da sola e poi ero davvero in pensiero per te.”

Dopo essere stata cacciata da casa di Klaus, sono tornata in albergo, ma ho continuato a sentirmi male, perciò ho chiamato l’unica persona al mondo di cui mi fidassi. Alex.

Prendo le sue valigie dalla macchina e lo aiuto a portarle in camera mia. Una volta sistemate le sue cose, lo porto a mangiare al Grill. “Io ora non ne ho più bisogno, ma tu sì.” Alex è un umano, ma grazie alla mia amicizia non è mai stato all’oscuro del mondo che lo circondava, perciò sa tutto sugli esseri sovrannaturali come me.

Una volta arrivati, noto con sollievo che non c’è nessuno di mia conoscenza, né dei buoni né dei cattivi. Ci sediamo ad un tavolo e lui ordina da mangiare.

Lo guardo e non mi sembra cambiato di una virgola da quando me ne sono andata. Ha sempre gli stessi capelli biondi che tiene indietro con un po’ di gel e quegli occhi blu profondi che mi sono sempre piaciuti e che gli hanno fatto conquistare tante ragazze.

“Scusa se ti ho fatto venire così, senza preavviso di nessun tipo e scusa se non mi sono fatta sentire in tutto questo tempo.”

Mi sorride tranquillo “Ma scherzi? Ti ho sempre detto che se ti serviva una mano sarei arrivato in un istante e così ho fatto. E ora raccontami cosa mi sono perso.” Alex è sempre stato come un fratello maggiore per me e anche ora, dopo tanto tempo senza vederlo, tutto è ancora come prima. Inizio a raccontargli di come ho conosciuto Klaus e di ciò che è successo qui dal mio arrivo.

Sto per raccontargli di come Nik mi ha cacciata di casa, quando proprio lui fa il suo ingresso insieme ad Elijah e all’altro fratello dai capelli corti. Subito dietro di loro c’è anche Rebekah.

Mi abbasso sulla sedia, cercando di non farmi notare, ma Alex dice “Annie, ma perché ti nascondi?”

E tutto il mio piano di passare inosservati va in fumo. Klaus, incuriosito, viene subito verso di noi, mentre gli altri iniziano a girare per il locale e a consegnare delle strane lettere. “Ciao Annabeth. Chi è il tuo amico?”

Senza aspettare che li presentassi, Alex allunga la mano e dice “Tu devi essere Klaus, giusto? Io sono Alex, un amico di Annie.”

Da lontano, noto Rebekah molto attenta a ciò che sta succedendo qui. Inizio a pensare che non sia stata una buona idea far venire Alex, l’ho messo in pericolo.

Klaus gli stringe la mano e gli sorride, ricordandosi che gli avevo parlato di lui. “Benvenuto a Mystic Falls. Io e i miei fratelli diamo una festa domani sera. Se ti va, ti lascio l’invito. Porta chi vuoi.” Gli lascia una delle strane lettere che stanno distribuendo anche i suoi fratelli e se ne va senza degnarmi di uno sguardo. Rebekah mi guarda dispiaciuta, ma appena i nostri occhi s’incontrano, faccio cambiare direzione ai miei. È colpa sua se mi ritrovo in questa situazione.

Proprio mentre stavano per uscire, entra Caroline. Klaus la raggiunge con un sorriso, di quelli che dedicava solo a me, e le chiede di andare al ballo come sua accompagnatrice. La sento dire “Dov’è il trucco, Klaus? Ci farai tutti fuori alla festa? E comunque se m’inviti ho già un accompagnatore, Tyler.”

“Mi dispiace, ma Tyler sarà del servizio catering, come gli altri ibridi. A proposito, uno di loro sta consegnando proprio ora il tuo vestito a casa tua.”

Care sembra sempre più sconsolata “Ma Beth? Non dovrebbe esserci lei al tuo fianco?”

La voce di Klaus cambia e diventa fredda “Non sto più con lei, è finita.”

Alla fine Caroline si vede costretta ad accettare e una volta andati via tutti, strappo di mano l’invito ad Alex “Sarebbe meglio per te non andare, è troppo rischioso.”

Il biondino si riprende l’invito e dice “Ma io voglio andarci. Klaus mi sembra un tipo apposto nonostante tutto e sarebbe scortese non andare.”

Allora non c’è altro modo “Sarò la tua accompagnatrice. Ti servirà qualcuno che ti difenda.”

Cercando di simulare nonchalance mi chiede “Quindi non vieni per controllare cosa fa Klaus con la biondina?”

Che domande! Certo che sì! “No, vengo solo per la tua incolumità e ora sbrigati a finire di mangiare, perché entrambi abbiamo bisogno di un vestito. È un ballo elegante.” Con un sorrisino sghembo fa ciò che dico e poi mi accompagna in giro per negozi a cercare l’abito per la sera dopo.

Una volta tornati in albergo siamo stremati, ma almeno ho un vestito favoloso per la serata. Klaus non potrà fare a meno di guardarmi.

Per la prima volta da quando sono svenuta, ho sete e tanta poi! “Alex, tu intanto mettiti a letto, io… ecco… devo nutrirmi.” Non so come la prenderà e non mi sento molto a mio agio pensando che possa dargli fastidio questo nuovo lato di me.

“Vuoi il mio? Così non devi uscire.”

Se fossi ancora umana ora il mio viso sarebbe diventato rosso dalla vergogna “NO! Io… cioè non perché… è che non riesco ancora a controllarmi e non voglio farti male.”

Si avvicina a me e mi stringe le spalle, costringendomi a guardarlo negli occhi “Annie, non devi sentirti in soggezione con me. Puoi trasformarti quante volte vorrai, ma resterai sempre la mia piccola Annie, ok? Ora vai e fai ciò che devi.” Mi lascia un leggero bacio sulla fronte che mi fa rilassare.

D’istinto lo abbraccio e lo ringrazio della sua comprensione “Sei sempre il migliore.”

Esco dall’albergo, ma, una volta fuori, trovo Seth ad aspettarmi. “Che ci fai qui? Ti ha mandato Klaus?”

Si avvicina e noto che ha un contenitore in mano “No, non sa che sono qui. Sono venuto a portarti un po’ di sangue, ho pensato che ti potesse servire.”

Come mai tutta questa gentilezza? Dov’è il trucco? “Beh grazie.”

Il suo volto si trasforma in una maschera ironica “Non pensare che lo faccia per te. Lo faccio solo perché voglio che torni con Klaus. In questi giorni è diventato insopportabile.”

Mi rilasso un po’ e accetto il sangue “Grazie lo stesso. Anche per la sincerità.”

Dopo avermi lasciato il contenitore se ne va dicendo “Penso che ci vedremo domani sera. Ciao.”

Prima di rientrare, nascondo tutto nel portabagagli della macchina, tanto fa freddo e non si rovina niente, poi ne bevo una sacca. Finalmente riscopro la sensazione di benessere che mi dava all’inizio questo nettare delizioso.

Una volta finita, mi sento molto meglio e rientro in camera. Trovo Alex già nel letto, perciò mi sbrigo a cambiarmi e lo raggiungo.

Siamo abituati a dormire insieme, perché quando ero piccola, subito dopo la morte dei miei, avevo spesso gli incubi e andavo sempre da lui per farmi consolare. Poi negli anni abbiamo sempre continuato per abitudine. Mi stringo a lui e dico “Mi sei mancato per tutto questo tempo.”

Mi bacia sulla fronte come prima e mi risponde “Anche tu, piccola.” Così, ci addormentiamo l’una nelle braccia dell’altro come facevamo una volta.

La giornata successiva è stata frenetica. Ho passato praticamente l’intera mattinata e parte del pomeriggio a cercare tutte le precauzioni possibili per Alex. Mi sono intrufolata in casa di Klaus, a quanto pare c’era solo la signora Martin che non ha fatto caso a me, e ho preso un po’ di verbena. Poi sono andata da Elena e l’ho supplicata di darmi dello strozzalupo. Dopodiché stando attenta a non bagnarmici, l’ho messo dentro la boccetta di un vecchio profumo. Con una parte di verbena ho fatto una tisana che gli farò bere prima di uscire e un’altra parte è finita nelle tasche del suo completo. Naturalmente passerò tutto il tempo con lui, perciò tutte queste precauzioni non dovrebbero servire, ma così sto più tranquilla. Ora non mi rimane che prepararmi. Indosso il vestito, poi raccolgo i capelli in uno chignon disordinato e mi trucco un po’. Mi giro verso Alex che mi guarda ammirato e dice “Sei bellissima.”

Ho scelto un vestito blu con una gonna ampia. Una parte del vestito è lucida e copre il seno, poi scende giù sulle gambe, mentre una parte opaca copre tutta la parte posteriore e arriva fino ai fianchi. Mi faccio aiutare da Alex a chiudere bene i lacci sulla schiena in modo che il vestito sia ancora più aderente ed evidenzi il seno. Per non lasciare nudo il collo, prendo una vecchia collana di perle bianche e le faccio fare tre giri prima di allacciarla.

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Siamo quasi pronti per andare “Alex, ti ho preparato questa boccetta. Dentro c’è dello strozzalupo. Mettilo in una tasca e in caso di necessità usalo.” Sistema subito la bottiglietta nella tasca dei pantaloni dove da meno nell’occhio, poi gli faccio bere la tisana. Prendo uno scialle dello stesso colore del vestito, poi controllo che Alex sia perfetto. Gli sistemo il papillon e usciamo.

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Arriviamo in un attimo a casa degli ibridi, dove stanno dando la festa. Ci sono già tante macchine fuori, segno che molti degli invitati sono già qui. Sulla porta facciamo entrambi un bel respiro ed entriamo. Dentro è tutto favoloso. Hanno decorato tutto fin nei minimi dettagli. Come pensavo, la casa è già piena di persone e riesco ad individuare il fratello con i capelli lunghi parlare con una ragazza. Continuo a guardarmi intorno e vedo Elena in un fantastico abito oro e nero, insieme a Damon. Si tengono la mano e il vampiro è molto teso. In effetti, per loro questa è la tana del nemico. Proprio mentre iniziavo a rilassarmi, dalla porta da cui mi sono appena allontanata, entra Caroline. Klaus si materializza e le va incontro. Lei ha l’aria un po’ scocciata, ma le maniere gentili di Klaus la fanno desistere. Riesco a sentire lui dirle “Alla fine hai messo l’abito che ti ho regalato. Ti sta molto bene il blu.”

Appena si allontanano, mi giro scocciata verso il mio accompagnatore che capisce subito a cosa sto pensando “Il blu sta molto meglio a te, piccola, e anche Klaus se n’è accorto visto che ti stava fissando, mentre guardavi dall’altra parte.”

Sento il mio viso illuminarsi “Grazie.”

Andiamo verso il bar a prendere un drink e quando torniamo verso l’ingresso, troviamo tutti i fratelli su una scalinata. Elijah inizia a parlare “Grazie per esservi uniti a noi, questa sera. Molti di voi ancora non ci conoscono bene, perché siamo arrivati da poco in città, ma ci piacerebbe approfittare di questa serata per rimediare. Ci piacerebbe dare inizio alla festa con un ballo, perciò cercate un partner e unitevi a noi nella sala accanto.”

Il fratello dai capelli lunghi e Rebekah iniziano a scendere dalla scalinata, ma non faccio in tempo a vedere cosa fanno gli altri, perché Alex mi si para davanti e con un inchino, mi dice “Mi concedereste questo ballo, signorina?”

Gli prendo la mano che mi sta porgendo e dico sorridente “Certamente, mio cavaliere.”

Per caso, lo sguardo mi finisce sulla scalinata e vedo Klaus, l’unico rimasto lì, guardarci furioso. È lui che mi ha cacciata fuori di casa e ora si arrabbia pure? Cerco di fare finta di niente e porto il mio sguardo di nuovo sul mio cavaliere.

Stiamo per entrare nella sala da ballo, quando vedo entrare una ragazza dai capelli rossi, Erika. Che ci fa qui?? Klaus aveva detto che voleva contattarla per farle capire cosa mi stava succedendo, ma ora pensavo avesse lasciato perdere. Ha indosso un vestito nero molto elaborato.

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Vedo il fratello dai capelli corti avvicinarsi a lei e baciarle la mano. Lei sembra emozionarsi “Kol! Quanto tempo è passato!” I due si abbracciano, ma non riesco a vedere altro, perché vengo sospinta verso la sala. Le danze stanno per aprirsi.

Ci mettiamo in posizione, tutte le coppie devono stare in fila. Inizia la musica e iniziamo a muoverci come gli altri. Io ormai sono abituata a vedere questi balli, qui a Mystic Falls, ma Alex no. Per uno strano motivo, però, riesce a seguire perfettamente questa strana danza di un secolo fa e ad andare a tempo con tutti gli altri. Ci voltiamo verso l’altra fila di coppie e davanti a noi troviamo il fratello con i capelli lunghi, solo che ora se li è tagliati, insieme ad una ragazza che non conosco. Mi rivolge uno sguardo penetrante, ma poi è costretto ad avanzare verso di noi, fino a scambiarci di posto, come fanno tutte le coppie. Facciamo un passo in avanti, poi mi ritrovo a fare un giro su me stessa e a ballare una sorta di valzer con Alex. Lui mi sorride “Mi ricorda il ballo della scuola, sai? Dove tutti fingevamo di essere di altre epoche.”

Già, il ballo della scuola. Alex è di tre anni più grande di me, perciò quando io ho fatto il mio primo anno, lui era già al senior year (NdA l’ultimo anno, per chi non lo sapesse). Ha visto che nessuno mi invitava al ballo e l’ha fatto lui. Tutte le ragazze mi guardavano invidiose, perché lui era il più bello della scuola e avrebbero voluto essere al mio posto. È stata la serata più bella della mia vita, prima di conoscere Klaus ovviamente.

Klaus. Mi giro verso di lui e lo vedo parlare amabilmente con Caroline, mentre ballano. Non devo pensare a lui, devo cercare di godermi la serata e basta. È arrivato il momento di cambiare partner, sorrido per un’ultima volta ad Alex, poi ci separiamo. Finisco tra le braccia del fratello con i capelli corti. Iniziamo a ballare, mentre lui mi rivolge un sorriso strafottente.

“Ehy Annabeth, giusto? Non abbiamo avuto modo di presentarci l’altro giorno. Io sono Kol.” Solo ora mi ricordo che lui è venuto qui con Erika. Cerco di vedere con chi è finito Alex, ma mi tranquillizzo quando lo trovo con Rebekah. Almeno di lei, mi fido ancora.

Torno a concentrare l’attenzione sul mio partner e cerco di essere gentile, anche se la sua faccia mi ispira solo tanti schiaffi! “Piacere di conoscerti, Kol.”

Insiste con il suo sorrisino arrogante “Il piacere è tutto mio. Sai, a dir la verità stavo pensando una cosa. Ora sei single, giusto? Ti sei portata quell’umano solo per accompagnatore, no? Che ne diresti se ci conoscessimo meglio?”

Cerco di trattenermi dal dargli un pugno in pieno viso e rispondo “Ma tu sei qui con Erika, giusto? Non vorrei rischiare la vita. E comunque quell’umano non è solo il mio accompagnatore.”

Per fortuna è già ora di cambiare partner, ma prima di lasciarmi andare, mi dice “La prenderò come una sfida. A presto, dolcezza.”

Ci mancava solo il fratello narcisista! Ma visto che i guai non arrivano mai da soli, ecco che mi capita un altro dei fratelli, Elijah.

Il suo sorriso però è diverso, non è strafottente, ma è gentile. “Annabeth, giusto?”

Tutti le stesse domande fanno in questa famiglia? “Sì, giusto.”

“Come stai? Ho saputo da Rebekah che hai avuto dei problemi in questi giorni.”

Decisamente meglio di Kol! “Bene, grazie. Almeno ora riesco a nutrirmi.”

“Nel caso avessi bisogno, sappi che puoi chiamare sia me che Rebekah, ok? E stai tranquilla per Klaus. Lo conosco, gli passerà presto.”

Stavolta un sorriso spontaneo mi copre il viso “Grazie.” Mi sorride per un’ultima volta, poi arriva la fine del ballo. Applaudiamo insieme agli altri, poi entrambi andiamo a cercare i nostri accompagnatori.

M’imbatto in Damon che mi trascina fuori “Cosa avete in mente con questa serata, eh?”

Cerco di mostrarmi forte anche se in questo periodo mi sento completamente l’opposto “Io non ne so niente. Sono stata invitata, come sei stato invitato tu. Ora lasciami stare, ok?”

Cerco di allontanarmi, ma mi prende per un braccio “Risposta sbagliata. Dimmi la verità o Stefan ucciderà il tuo amichetto. Guarda, sono proprio lì a parlare amabilmente.”

Mi indica un punto vicino al bar e vedo che Alex sta parlando con l’altro Salvatore. Ma ha una mano nella tasca dove ci sono la verbena e la boccetta con lo strozzalupo. Ha capito che Stefan non è umano.

“Ti ripeto che non so niente di cosa stia succedendo. Non sto più con Klaus, ok?”

Appena nomino il suo nome il biondino compare accanto a noi “Già, è vero. Lei non sta più con me. E poi, non so se ti sei accorto di quanti ibridi ci sono nella casa. Non voglio che la mia festa sia rovinata da qualcuno, specialmente non da voi. Sai, un omicidio potrebbe rovinarla e i miei ibridi vi farebbero fuori in un attimo.” Damon cerca di controbattere, ma Klaus lo ferma “Perciò, attenti a ciò che combinate in casa mia.”

Damon si allontana e con mio sollievo, vedo Stefan allontanarsi da Alex subito dopo. Rivolgo un sorriso a Klaus per avermi aiutata “Grazie.”

Lui però mi risponde freddo “Non l’ho fatto per te, ma per la festa. Non voglio che venga rovinata. Vedi di non combinare altri guai.”

Sta per andarsene, ma lo riprendo per un braccio “Nik, possiamo parlarne, per favore?”

Si gira verso di me arrabbiato “Di cosa vuoi parlare, eh? Di come hai tradito la mia fiducia? O di come mi hai condannato a morte? Già, perché tu mi hai condannato a morte. La prima cosa che farà mia madre, una volta uscita da quella bara, è uccidermi! E sai quando accadrà questo? Stasera, esattamente dopo la festa!”

Nik sta per morire? E per colpa mia? Non riesco a pensare o dire niente di sensato e lui se ne va infuriato. Alex viene verso di me e mi rivolge uno sguardo complice “Allora? Volevo venire da te, ma ho visto che c’era lui. Che ti ha detto?” Tutto ciò che riesco a fare è appoggiarmi a lui e iniziare a piangere. Non posso pensare che per colpa mia, Klaus stia per morire!

Sento le persone che iniziano ad affluire intorno a noi, perciò alzo il volto verso Alex e gli dico “Portami fuori, per favore.”

Una volta arrivati in giardino, troviamo delle panchine messe apposta per l’occasione e ci sediamo. Gli racconto cos’è successo tra i singhiozzi e i sensi di colpa, poi mi lascio coccolare un po’. All’improvviso, sento un giramento di testa, farmi perdere la cognizione del tempo. Mi rialzo debolmente dal petto del mio amico “Alex, aiuto.” Riesco appena a sussurrare queste due parole, quando un altro giramento di testa, mi oscura la vista.

Il biondino sembra andare nel panico, poi mi dice “Vado a cercare qualcuno.” Detto questo si alza prima che me ne possa accorgere e scompare verso le luci della casa. Spero solo che faccia in fretta!

 

Sì, lo so! Sto diventando un po’ sadica con questi finali a sorpresa! Ma che ne pensate del capitolo?? Il mio spirito Klaroline non ha potuto fare a meno di scriverlo così. Che ne dite del tipo che ho scelto per fare Alex? Forse molte di voi lo conoscono già, si chiama Alexander Skargard e interpreta Eric in True Blood!

Ora vi lascio ai vostri commenti, visto che dovrò cercare di iniziare subito un altro capitolo, perché sabato prossimo parto per una settimana e non voglio lasciarvi così!

Baci!

Mary

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 

Mi risveglio su un letto, ma non riesco a mettere subito a fuoco chi ho vicino. Non mi sono neanche accorta di essere svenuta, per quanto è successo tutto velocemente. I rumori mi giungono ovattati, ma sento delle voci, perciò c’è qualcuno con me. Sbatto varie volte gli occhi sperando in un miglioramento della vista e così è. Non conosco questo posto, forse è una delle stanze degli ibridi. Mi giro e accanto a me trovo Alex che mi guarda spaventato. Solo ora mi ricordo ciò che è successo. Spero abbia chiamato le persone giuste per farsi aiutare!

Cerco di sollevarmi a sedere, ma un nuovo capogiro mi ferma dove sono “Annie, rimani giù. Ragazzi, si è svegliata.”

Lentamente nel mio campo visivo entra Kol e cerco di trattenere lo spavento. Non mi è stato molto simpatico prima, spero solo che non ci faccia del male. Ogni mia speranza va in frantumi quando arriva Erika. Se il mio cuore battesse ancora, adesso avrebbe saltato un battito o due. Cerco di guardarmi intorno in cerca degli altri fratelli. Almeno in cerca di Rebekah, ma non riesco a vedere nessun altro.

“Ehy dolcezza, ben svegliata. Da quanto ho capito non devo fare presentazioni, sai già chi è lei, giusto?” dice Kol, indicando la strega.

Aspetto che la mia voce non tremi più, poi dico “Sì, ci conosciamo già. Dove mi avete portato?”

Il sorriso strafottente del vampiro torna sul suo viso “Solo al piano di sopra, non preoccuparti. La mia sorellina sta arrivando, è andata a prenderti del sangue. Mi ha detto che se vi faccio qualcosa, mi farà conoscere la vera morte, perciò…”

Non riesco ancora a sentirmi sollevata, finché non vedo arrivare la bionda dalla porta. Finalmente riesco a tirare un sospiro di sollievo e a quanto pare anche Alex. “Beth, dobbiamo sapere cos’è successo. Ormai non ci sono dubbi che ti è stato fatto qualche incantesimo o qualcosa del genere.” Guarda storto Erika, poi continua “Lei ci ha assicurato di non aver fatto niente e che ci aiuterà a scoprire la verità. Però dovrai aspettare un po’, ok?” Mi allunga una sacca di sangue, poi continua a parlare. Non l’ho mai sentita fare discorsi così lunghi! “Prima abbiamo deciso di liberare nostra madre, così poi ci saranno due streghe a pensare a te. Ora andiamo, gente. Abbiamo una bara da aprire e Beth ha bisogno di un attimo di calma.”

Erika e Rebekah si avviano verso la porta, mentre Kol rimane un attimo qui vicino “Magari la prossima volta sverrai tra le mie braccia, cara. Non vedo l’ora!”

Avrei voglia di dargli un bel pugno, ma mi rendo conto che non è il caso, visto che ha il coltello dalla parte del manico. Rimaniamo ancora solo io ed Alex. Lui inizia ad accarezzarmi la testa “Mi hai fatto prendere un colpo prima. Non sapevo chi chiamare, perché non conoscevo i tuoi amici e i tuoi nemici. Ho incontrato lui e mi ricordavo che ci avevi ballato prima e pensavo fosse dalla tua parte. Ma poi ti ho visto così in ansia prima e ho pensato di aver sbagliato.” Anche lui, come Rebekah prima, dice tutto d’un fiato. A quanto pare si sono preoccupati entrambi per me. Cosa che non ha fatto Klaus, sennò sarebbe qui a vedere come sto.

Prendo la mano ad Alex e gli dico “Tranquillo, ok? È andata bene così.”

Dopo un po’ torna Rebekah da noi. “Mia madre è stata liberata. Tra un po’ arriverà da te.” Sta per andarsene quando la chiamo per avvicinarla.

“Scusa, Bekah. Me la sono presa con te che non c’entravi niente. Spero che almeno tu potrai perdonarmi.”

Si china verso di me e mi abbraccia “Sei la cosa più vicina ad una sorella che ho. Come potrei non perdonarti?!”

Si rialza e finalmente stava arrivando un clima rilassato, quando vedo entrare altre persone. Mi sento un invalida a stare qua sopra, senza potermi muovere, perciò mi alzo sui gomiti e noto che non ho più giramenti. Entrano tutti. Elijah, Kol, Erika, il fratello di cui non so ancora il nome, una donna dai capelli lunghi e gli abiti strani che presuppongo sia la madre ed infine Klaus. Quando lo vedo, sento le farfalle nello stomaco, come se fossi una ragazzina alle prime armi. Non pensavo sarebbe mai venuto.

La madre viene da me e si presenta “Io sono Esther. Io ed Erika cercheremo di trovare una soluzione per te, ok? Anche se sono un po’ arrugginita, dopo secoli in quella bara.” Il suo tono di voce s’inasprisce alla fine. Poi si gira e dice “Finn, caro, procurami delle candele. Ne basteranno due. Siamo già due streghe potenti.” Il fratello di cui non sapevo il nome annuisce e torna dopo poco con le due candele richieste.

Le due streghe fanno spostare Alex che raggiunge gli altri ai piedi del letto e si sistemano una di fronte all’altra con il mio corpo in mezzo. Posizionano le candele vicino alla mia testa e le accendono con la magia. Tutti tacciono. Guardo per un’ultima volta il gruppetto in fondo al letto. Klaus è dietro a tutti, quasi senza interesse per ciò che sta accadendo. Solo guardandolo m’invadono i sensi di colpa per aver spifferato tutto a Rebekah.

Cerco di concentrarmi su ciò che stanno facendo le due donne. Ora si prendono per mano e iniziano un strana cantilena. Come chiudono gli occhi, sento una ventata di potere invadermi e scavarmi fin nelle viscere. Non è doloroso, ma è una sensazione strana. Come se qualcuno fosse dentro di me e riuscisse ad osservare il mondo con i miei occhi. Le vedo aprire gli occhi insieme e l’attimo dopo, mi sento di nuovo sola nel mio corpo. Le candele si spengono all’improvviso, ma loro rimangono così a guardarsi, finché Erika non lascia le mani dell’altra e dice “Non è possibile! Ho studiato per secoli le probabilità che succedesse una cosa simile ed erano bassissime.” Inizia ad indietreggiare e a guardare me, o meglio la mia pancia. Inizio ad agitarmi, ma entrambe mi mettono soggezione e non voglio chiedere niente per paura della risposta. Esther mi prende una mano, mi sorride e dice “Sei incinta.”

Due parole. Quelle due parole mi fanno crollare il mondo addosso. Com’è possibile che sia incinta?? Sono un ibrido.

Il mio sguardo finisce su Klaus e insieme al mio, anche quello di tutti gli altri. I suoi occhi invece, sono fissi nel vuoto. All’improvviso si rianima, si guarda intorno, poi esce. Bekah e Alex si avvicinano a me ancora frastornati. Il primo a rompere il silenzio che si è creato è Kol “Per una volta, non sono io il fratello che combina casini. Vieni Erika. Andiamo a provare anche noi ad avere un figlio.”

La rossa lo segue senza capire, ma sulla porta si blocca e si gira verso di me “Tu vedi di rimanere nei paraggi. In questi giorni ti studierò.”

Esther esce insieme a loro e poi Finn. Quel ragazzo mi da i brividi!

Rimaniamo solo noi quattro. Elijah si avvicina e dice “Beh, congratulazioni.” Per poi uscire anche lui come tutti gli altri. Bene, ora sono finiti i convenevoli e l’unica cosa che voglio è parlare con Nik. Sento che è l’unico che può capire cosa sto passando. Non che mi dispiaccia avere un figlio, ma era un’opzione che pensavo aver eliminato con la trasformazione. Provo ad alzarmi e stavolta ce la faccio senza capogiri, ma Bekah interviene “Devi restare qui, Beth.  Potresti sentirti male un’altra volta.”

“Devo parlare con Nik.” Detto questo esco dalla stanza e inizio a scendere le scale per tornare di sotto, dove ormai sono rimasti pochi invitati. Solo ora mi accorgo che il vestito si sgualcito parecchio e i miei capelli sono inguardabili. Sciolgo lo chignon, lasciandoli ricadere morbidi sulle spalle. Mi dirigo verso il bar, sperando di trovarlo lì e ho ragione. Quello che non avevo previsto è la presenza di Caroline accanto a lui. Non posso sopportare oltre questa sceneggiata. Mi dirigo furiosa verso di loro. Sto portando suo figlio in grembo. Anche se non gli importa più di me, dovrebbe importargliene di lui. Con tutta la forza che ho lo faccio girare verso di me, prima che si accorga della mia presenza. La vampira capisce che non è aria e dice “Io vado, Nik. Grazie per la serata.” Avrei voglia di schiaffeggiarla, ma mi trattengo.

La vedo andare via, poi mi lancio come una furia sull’ibrido esternando i miei pensieri “Non te ne frega niente di me? Ok! Lo capisco e mi sta bene, ma ora devi interessarti a questa… cosa!” dico indicandomi la pancia “Non l’ho fatto da sola e devi prenderti anche tu le tue responsabilità. Non stare qui a parlare con altre ragazze.” Detto questo mi giro e me ne vado, senza dargli il tempo di rispondermi. Vedo Alex scendere le scale e gli urlo “Torniamo in hotel. Sono stanca.” Mi segue senza parlare fino alla macchina, entro, ma non metto in moto. Rimango lì, come paralizzata. Forse spero che Klaus si accorga che ho ragione e venga a parlarmi, ma quando capisco che non succederà, metto in moto e guido fino all’albergo. Salgo su senza parlare e, ancora in silenzio, entrambi ci cambiamo e ci mettiamo a letto. Non ho voglia di sentirmi sola proprio ora, perciò mi stringo forte ad Alex che mi accoglie tra le sue braccia. Ci addormentiamo così, senza aver bisogno di parlare.

 

***

 

Un rumore fortissimo ci sveglia entrambi durante la notte. In un attimo sono in piedi, pronta a difendermi da qualunque minaccia. Ma vedo proprio l’unica cosa che non sono pronta a combattere. Klaus. È sulla porta e mi guarda come non ha mai fatto prima. L’odio è palesemente espresso sul suo viso e non ne capisco il motivo. Poi il suo sguardo si dirige verso Alex e capisco cosa sta pensando. Noi stavamo dormendo insieme.

“Ero venuto per perdonarti e per parlare di come gestire la nuova situazione, ma a quanto pare c’è la possibilità che non sia io il padre, vero? Beh certo. Tanto ormai hai avuto da me ciò che volevi, no?” Si avvicina a me e mi scaraventa contro il muro. Non faccio in tempo a reagire che subito mi sovrasta. “Ma devi sapere che posso toglierti in un attimo tutto ciò che ti ho dato, tesoro. E probabilmente è ciò che farò!” Non riesco a capire niente di ciò che sta accadendo, finché non sento Alex dire “Non è come sembra. Non stavamo facendo niente. Eravamo abituati a dormire insieme, prima che lei andasse via. Non farle del male.”

Klaus si gira verso di lui e dice “Zitto tu! Con te faccio i conti dopo!”

Torna a guardare me con sguardo minaccioso, poi mi solleva da terra tirandomi i capelli. Un dolore lancinante mi pervade il corpo e cerco di alzarmi da sola per non farmi ancora più male. Una volta in piedi, mi lascia andare. Bene, sta per finire tutto. “Fai di me ciò che vuoi, ma non toccare lui. Lascialo andare.”

Stanno per finire tutte le sofferenze e tutti i problemi. Mi sento quasi sollevata. “Beh il massimo che posso offrirgli è un po’ di vantaggio se vuole scappare. Almeno poi mi diverto di più a cercarlo.”

Spero che riesca a salvarsi “Corri Alex! Scappa!” Inizialmente sembra incerto, poi fa come gli dico e se ne va.

Klaus ride soddisfatto “Bene. Non ha dovuto pensarci molto prima di abbandonarti. Ora a noi due.” Mi prende di peso e mi fa finire sul letto. “Sai, mi piacevi davvero tanto. Sei riuscita a fregarmi per bene. Ma ora te ne farò pentire amaramente.” Lo vedo tirar fuori una boccetta con un liquido strano. Appena la apre capisco di cosa si tratta e spero solo che tutto questo finisca presto! Strozzalupo. Prende una penna da sopra il comodino e la intinge lentamente, mentre ammira il panico farsi strada sul mio volto. Sarà una cosa lenta a quanto pare!

Tira fuori questa nuova arma e lascia cadere una goccia del liquido sopra la mia mano. Faccio un urlo disumano. Sembra quasi di avere dell’acido sulla mano e ci mette più tempo delle ferite normali a guarire. Una volta rimarginata, Klaus abbassa la penna fino a sfiorarmi il braccio e a lasciare una striscia infuocata. Cerco di rimanere immobile, perché so che farebbe più male se mi muovessi, ma sto letteralmente impazzendo dal dolore. Inizio a pensare a tutto ciò che dovevo fare prima di morire. Prima di tutto c’era Katherine. Ora non potrò più farla fuori. Poi mi viene in mente un’altra cosa da fare. Una nuova consapevolezza m’invade e so di dover dire quelle due parole prima di morire. Sicuramente non è il momento, ma è anche l’ultima opportunità che ho, perciò ne devo approfittare. Non faccio in tempo a finire il pensiero che un’altra striscia di strozzalupo, viene lasciata anche sull’altro braccio. Devo dirlo. Devo dirgli per una volta ciò che penso veramente. Non posso morire senza averlo fatto.

“Beh tesoro. In memoria dei vecchi tempi, mi fermo qui e la faccio finita subito, così poi mi dedico alla ricerca del tuo amico. Spero che sia bravo a nascondersi.”

È la mia ultima possibilità. Lo vedo posare la penna e lo strozzalupo sul comodino, poi alzare il braccio all’altezza del mio cuore. Sta per strapparmelo via, ma prima devo dirglielo.

Prendo tutta l’aria che ho in corpo “Ti amo, Nik.” Ecco, l’ho detto.

 

Beh care ragazze! Ho aggiornato a tempo di record stavolta, eh? Ho scritto questo capitolo in fretta e furia, perciò se ci sono errori, scusatemi.

Sì, lo so. A voi non interessa se ci sono errori, vero? Avreste solo voluto quella frasetta in più che vi diceva come andava a finire, ma dovrete attendere, perché sono sadica! Buahahah

Mi dispiace solo non aver avuto tempo di rispondere alle vostre recensioni, ma mi farò perdonare nel prossimo capitolo. Comunque per rispondere a chi mi chiedeva dove andavo, beh domani passerò la giornata a Roma, poi sabato parto per Monaco. Tornerò sabato prossimo, perciò non mi chiedete di recensire presto, perché tanto non accadrà. Lì sarò senza computer, perciò al massimo invierò qualche tweet, se a qualcuno interessa sono su twitter, sì. Mi trovate sotto: m_ubibi.

Ora vi abbandono, perché devo finire a preparare la valigia!

Ci sentiamo al mio ritorno, ragazzuole!

Baci

Mary

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

 

“Ti amo”

Appena dico queste due parole, Klaus si blocca per un secondo che però gli risulta fatale. Vedo entrare Elijah, Finn e Rebekah che lo prendono e lo incollano al muro. Subito dopo, entra Alex. Sapevo che non mi avrebbe abbandonata! Si avvicina a me e mi abbraccia.

Klaus ancora non reagisce. Ha lo sguardo perso nel vuoto e i suoi fratelli sembrano accorgersene. Tentano lentamente di mollare la presa, ma appena questo succede, l’ibrido si libera, ma invece di tornare ad attaccarmi, se ne va.

Finn dice “Controllo che se ne sia andato davvero.”, poi esce. Elijah si avvicina a me “Sento odore di strozzalupo. Te l’ha buttato addosso? Hai ancora qualche ferita?”

Mi metto seduta sul bordo del letto e rispondo “Sono guarite tutte. Grazie.”

Anche la bionda si avvicina, ma non preoccupata per me, ma per il fratello “Cosa aveva Nik? Perché è rimasto così immobile?”

Se il mio viso potesse arrossire, questo sarebbe stato il momento adatto “Perché gli ho detto una cosa che l’ha fatto rimanere di stucco.”

Si fa più insistente “Cosa?”

Non mi va proprio di risponderle, perciò cerco di cambiare discorso “Alex, potresti prendermi una sacca di sangue. Sono nascoste nel bagagliaio della macchina.”

Lui annuisce e sta per uscire, quando Elijah dice “Vado con lui. Non si sa mai. Finn sembra tardare.”

Questa non ci voleva. Ora Rebekah mi metterà alle strette! Entrambi escono e lo sguardo della vampira diventa sadico. “Allora? Cos’è successo?”

Non ho più vie di scampo “Uff, ma non esiste più la privacy?”

Il suo ghigno diventa ancora più malefico “Ah allora è qualcosa di grosso! Forza dimmelo.” Entrambe sentiamo dei passi salire le scale, segno che gli altri stanno tornando. “O me lo dici ora che siamo sole o ti costringerò davanti a tutti. A te la scelta.”

Meglio ora, almeno lo sapranno meno persone. “Gli ho detto che lo amo, ok? Pensavo di stare per morire e dovevo dirgli ciò che provavo.”

Anche Rebekah rimane immobile e si zittisce. Al ritorno di Elijah ed Alex finge che vada tutto bene, ma sembra turbata per qualche motivo. Che famiglia strana! Certo, era una cosa importante da dire, ma non così tanto da far ammutolire tutti. Succede che ci si innamori quando si sta insieme a qualcuno.

Elijah inizia a parlarle, mentre io bevo il mio sangue. Alex sembra uno sperduto in mezzo a tutti noi e ancora una volta mi maledico per averlo trascinato in tutto questo casino. Cerca di essere forte, ma non riesce a guardarmi mentre bevo, ne sembra davvero scosso.

Dopo poco torna Finn. “Klaus se n’è andato. Ha solo detto che prima ti aiuterà in ciò che devi fare, poi scomparirà. Sai di cosa parlava?”

Katherine! “No, non ne ho idea. Forse la gravidanza.”

Meno persone sanno, meno possibilità ci sono che vada tutto storto. Guardo Alex e gli faccio segno di tacere.

Elijah prende la parola “A quanto pare, non ti ucciderà, almeno per il momento, perciò noi torniamo a casa. Per qualunque cosa, chiamaci pure, ok?”

Faccio di sì con la testa, incapace di parlare. I tre fratelli mi salutano ed escono. Appena si chiudono la porta alle spalle, Alex apre bocca per parlare, ma lo fermo. Gli faccio segno che possono ancora sentirci e mi metto in ascolto per capire quando saranno abbastanza lontani.

Appena non sento più rumori, dico “So già cosa vuoi dirmi. Meno gente sa del mio piano, meglio è.” Ora arriva la parte più dura, prendo un bel respiro e continuo “Ed è per questo che ho deciso che devi tornare a casa. Non è sicuro per te, qui.”

Sembra sconvolto da ciò che ho appena detto “Stai scherzando?! Io non ti lascio sola in questo covo di strane e pazze creature! So come difendermi.”

Non voglio litigare con lui, ma devo per il suo bene “Pensi davvero di saperti difendere?? Beh questo è il primo errore. Nessuno è così capace ed esperto da sapersi difendere. Tantomeno tu che sei solo un umano. Non costringermi a soggiogarti per farti andare via.”

Con uno sguardo fiero dice “Beh ho bevuto la verbena e non puoi soggiogarmi. Io rimarrò finché lo riterrò necessario.”

Sembra un bambino che fa i capricci. Perché non capisce che lo faccio per lui?! “L’effetto della verbena non è eterno e non ne hai altra da prendere. Entro domani sera sarai soggiogabile. E ti assicuro che ti farò tornare a casa in un modo o nell’altro. Ora torniamo a dormire. Domani dovrai affrontare un lungo viaggio.”

Viene sul letto con me, ma si tiene lontano. “Troverò un modo per non partire.”

 

***

 

Ho passato la giornata a perseguitare Alex, così da non permettergli di prendere la verbena. Ormai dovrebbe essere sotto il mio completo controllo. Dopo cena, mi avvicino a lui “Hai vinto allora. Dovrò tornarmene a casa.”

È arrabbiato, ma so che sto facendo la cosa giusta per il suo bene. “Mi dispiace, Alex.” Lo guardo dritto negli occhi e faccio partire questo strano meccanismo “Tu tornerai a casa e dirai a tutti che io sto bene. Non ricorderai della mia gravidanza e qualunque cosa brutta sia successa durante il tuo soggiorno.”

Il suo sguardo vacuo mi fa capire che sta funzionando. Ad un tratto, interrompo la compulsione e vedo Alex tutto contento che inizia a fare le valigie, scusandosi di non poter rimanere più a lungo. Mi viene da piangere, ma DEVE andare così o un giorno di questi potrebbe morire a causa di una lotta che non lo riguarda. Non ce la faccio più a guardarlo in faccia, perciò esco per schiarirmi un po’ le idee. Sto per inoltrarmi nel bosco, quando sento una presenza nelle vicinanze. Faccio finta di niente, per cercare di individuare meglio dove si trovi, ma non serve a molto, perché subito dopo Rebekah spunta fuori da dietro un albero. Faccio un sospiro di sollievo “Ehy Bekah! Mi avevi spaventata.”

Sembra ancora scossa dall’altra sera “Posso farti una domanda?”

Mi avvicino a lei “Certo, dimmi.”

In questo momento assomiglia tanto ad una bambina che vuole sapere cose imbarazzanti “Come ci si sente ad amare qualcuno? Perché… beh in tutti questi secoli, sono stata con tanti ragazzi, ma…” le muoiono le parole in gola e finalmente capisco il perché del suo turbamento. Non riesce a capire ciò che provo.

Mi avvicino ancora a lei e le faccio segno di metterci sedute. Non so come farò a spiegarle un sentimento così forte, ma voglio provarci. “È difficile spiegarlo. Succede quando stai per un po’ con una persona e senti che la sua vita è più importante della tua. Che lo difenderesti a tutti i costi. Senti sempre le farfalle allo stomaco quando lo vedi e pensi sempre a lui quando non c’è. Vorresti togliergli di dosso tutta la tristezza e la preoccupazione che lo affliggono e desideri essere la sua principale fonte di felicità. Forse è anche più di tutto questo, perché quando ami una persona, hai completa fiducia in lui e sai che lui ci sarà sempre, come tu ci sarai sempre per lui.” Una lacrima scende lungo il mio viso. Questo è tutto ciò che provo per Klaus, ma le cose sono andate in rovina e ora non sarà più la stessa cosa. Altre lacrime tentano di scendere, ma riesco a trattenerle.

Anche Rebekah ha gli occhi lucidi e mi asciuga la lacrima solitaria “Grazie Beth.” All’improvviso si alza “Io… ecco… devo andare.”

Forse è stato troppo per lei come per me. Aspetto che sia abbastanza lontana, poi scoppio in lacrime. Quelle lacrime che ho trattenuto fino ad ora, colme di rabbia, tristezza e rassegnazione. Non posso credere che sia tutto finito per un semplice malinteso. Voglio solo sbrigarmi a far fuori Katherine, così potrò andarmene con l’anima in pace.

Inizio a sentire delle voci avvicinarsi, perciò mi metto in allerta e mi nascondo sull’albero più vicino. Dopo pochi istanti, inizio a seguire il filo del discorso “Figliolo, non posso più portare a termine il nostro piano. Niklaus sta per avere un bambino, è riuscito a creare tramite un atto d’amore. Forse non è l’abominio che pensavamo e forse non lo siete neanche voialtri.”

Poi sento una voce maschile “Madre, io non posso più sopportare la mia condizione. Klaus probabilmente avrà un animo diverso dal nostro, ma quanto poi? Ci ha rinchiusi tutti dentro delle bare per secoli, noi che siamo la sua famiglia, e ieri sera ha tentato di uccidere in modo atroce la donna dalla quale aspetta un figlio. Tutti noi meritiamo la morte e tu ce lo devi, madre.”

Finalmente passano sotto di me e li vedo: Esther e Finn. Ma che diavolo stanno dicendo??

“Figliolo, ci devo pensare. Per me non è così semplice pensare di uccidervi tutti. Dammi un po’ di tempo, vediamo se Klaus torna sui suoi passi e poi deciderò. Nel frattempo non fare niente di avventato, te ne prego.”

Vogliono uccidere tutti! Ma… Klaus è in pericolo! Cerco di trattenere il respiro e di non fare il minimo rumore, finché non sento più le loro voci. Dopodiché scendo dall’albero e inizio a correre verso casa sua, anche se non mi vuole più con lui, dovrà ascoltarmi.

Arrivo in poco tempo sul portico, ma ora sono indecisa su cosa fare. Klaus e gli altri non mi crederanno mai se dico che la loro stessa madre e loro fratello vogliono ucciderli. Anch’io non ci avrei mai creduto, se me l’avessero detto!

Devo provarci lo stesso.

Sto per bussare alla porta quando Klaus mi viene ad aprire. Il suo sguardo mi ferisce più di ogni altra cosa, ma devo avvertirlo del pericolo per il suo bene. “Che ci fai qui?”

Prendo un respiro profondo per non andare nel panico e dico tutto d’un fiato “Ho sentito Esther e Finn parlare. So che non mi crederai, ma devo provarci lo stesso. Stanno tramando per uccidervi tutti, Finn sta spingendo vostra madre a farlo, ma lei mi è sembrata ancora un po’ titubante, perché tu stai per avere un figlio e pensa che tu non sia un abominio come presupponeva. E…” La voce mi muore in gola. Non sembra affatto sorpreso. “Sembra che tu sappia già tutto. Beh allora vado. Scusa se ti ho disturbato.”

Sto per girarmi per andarmene, quando mi sento afferrare il braccio. Mi gira nuovamente verso di lui e mi avvicina a sé. Ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza e riesco a sentire il suo profumo. Ahh quanto mi è mancato! Me ne riempio i polmoni cercando di farne scorta, visto che sono convinta che non lo sentirò più per molto. Poi lo guardo negli occhi, quei pozzi verdi che per tanto tempo mi hanno dato calore e forza. Non riesco ad immaginare una vita senza questi piccoli dettagli.

Mentre sono immersa in questi pensieri, sento l’altra mano accarezzarmi la guancia. Chiudo gli occhi per godermi il momento il più possibile. Non riesco a capire a che gioco stia giocando, ma vorrei non finisse più. Mi sento prendere per la nuca e sto per riaprire gli occhi per reagire all’attacco, quando sento due morbide labbra sulle mie, le SUE labbra.

In un attimo sembra tutto tornato come prima. Le sue mani corrono sui miei fianchi e mi stringono forte, le mie sono in un attimo intorno al suo collo.

Quanto mi è mancato tutto questo. Poi ci stacchiamo e per un attimo ho paura di vedere ancora quegli occhi freddi, invece quando apro gli occhi, mi trovo davanti uno sguardo colmo d’amore. Torno ad abbracciarlo e immergo il volto nell’incavo del suo collo. Spero di non dover più stare senza di lui.

Poi mi torna in mente il pericolo che sta per arrivare, alzo il volto pronta a ricominciare a parlarne, ma Klaus mi precede e mi mette un dito sulle labbra “Non ora. Ci penseremo più tardi.”

 

Allooooora sono tornata!! (e in grande stile aggiungerei! ù.ù) Prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo enorme con il capitolo, ma appena tornata da Monaco, mi hanno sommerso di compiti e interrogazioni, poi il computer mi è andato in palla e ancora adesso va più lento di una lumaca!

Poi vorrei dedicare questo capitolo alla mia cara Giuppy94. Mi manchi amica mia! =( Come ho detto, ho dei problemi con il computer. Appena risolti ci facciamo una bella maratona di chiacchiere su Skype!!!

Che ve ne pare del capitolo?? È valsa la pena aspettare o adesso mi tirate i pomodori marci?!?! Voglio sapere i vostri commenti!

A presto! (lo prometto!!)

Mary

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

 

I giorni passano tranquilli, ora che io e Klaus ci siamo riappacificati, sembrano tutti soddisfatti, tranne Finn. A quanto pare, la mamma-strega non ha voluto portare avanti il suo piano, dopo aver scoperto che Nik sta cercando di prendersi le sue responsabilità con il bambino e che noi siamo tornati insieme. Poi c’è anche da dire che Kol e la sua amata Erika sono partiti, perciò si respira proprio un’aria più rilassata.

È con questo clima che avrei voluto Alex accanto a me, ma ora se n’è andato e forse è meglio così. “Tesoro, ancora a pensare ad Alex?”

Naturalmente con Klaus ho chiarito tutto, ma non gli va giù che pensi continuamente a lui, giustamente. “No. Pensavo che mi manca tuo fratello Kol. Sai, stavamo facendo amicizia!”

Il mio tono sarcastico fa ridere tutti, tranne Finn, ovviamente. Al momento siamo tutti a casa degli ibridi, per tenere al sicuro la signora Martin.

Il lato negativo è che non c’è privacy. Tutti possono sentire ogni minimo spostamento d’aria! Per fortuna che ora che sono incinta non possiamo combinare molto sotto le coperte o sarei già impazzita.

Oggi è una giornata importante. Andremo dai Salvatore per parlare di un’eventuale tregua. Al momento nessuno di noi ha interesse ad ucciderli, soprattutto perché tutti si preoccupano per me. Beh, naturalmente non diremo loro che io e Klaus stiamo per partire per andare a cercare Katherine o che io sono incinta, renderebbe inutile la tregua, perché scoprirebbero un nuovo punto debole. È la mia ultima occasione, dopo aver avuto il bambino non voglio nemici che potrebbero fargli del male e lo stesso vale per Klaus.

“Allora, andiamo?”

Tutta la famiglia si alza dal tavolo. Per sicurezza, ci portiamo dietro un paio di paletti, poi usciamo. Klaus mi prende la mano e iniziamo a correre insieme agli altri, verso casa Salvatore.

Una volta arrivati, gli ibridi si nascondono fuori, mentre noi ci avviciniamo alla porta. Non facciamo neanche in tempo a bussare che i due ragazzi ci aprono la porta. Dietro di loro c’è Elena. Proprio lei cerca di rompere il ghiaccio. “Salve a tutti. Spero di non dovermi pentire di quello che sto per fare.” Prende un respiro profondo. “Prego, entrate.”

Damon si fa più vicino a lei, per difenderla. Ancora non ha capito che se vorremmo fargli del male, avremmo centinaia di modi a disposizione e lui non riuscirebbe a torcerci un capello? Perché si ostina ad andare avanti così?

Stefan si toglie dall’entrata per farci passare e lentamente entriamo tutti.

Ci fanno accomodare in salotto e scopriamo che ci sono anche Caroline, Tyler e Alaric. Elena va a sedersi vicino ai suoi amici, mentre Damon ci prepara qualcosa da bere e Stefan rimane in piedi vicino al caminetto. Appena Damon torna con i nostri drink, si siede accanto ad Elena e dice “Avanti. Diteci subito dove sta il trucco. Non ci credo proprio per niente che abbiate rinunciato alle vostre vendette. Perciò, saltiamo i convenevoli e diteci subito dov’è l’inganno.”

Prende un bicchiere dal vassoio e ne beve un sorso, come per far notare che ha finito di parlare e sta aspettando.

È Klaus a rispondergli “Non è uno scherzo o un trucco. Ora che siamo tutti insieme, non vogliamo semplicemente più portare avanti dei conflitti inutili. Naturalmente a patto che voi non ci diate più fastidio, ovvio.”

Stefan sembra il più recalcitrante all’idea. Gli altri agognano una pausa da tempo. “E chi ci assicura che voi manteniate l’accordo?”

Sempre Klaus, prima lo fissa negli occhi, poi guardando gli altri dice “Io mantengo sempre la parola data, fino ad ora siete stati voi quelli riluttanti ad un po’ di lealtà.”

Beh non ha tutti i torti! Basta pensare a quello che ha fatto Elena. Una vera e propria pugnalata alle spalle di Bekah!

Il vampiro sembra ancora poco convinto “E voi cosa ci guadagnate?”

Stavolta è Rebekah a rispondere “Non ci sporchiamo i vestiti con il vostro sangue e ci risparmiamo un po’ di fatica. Ancora state qui a cercare di decidere? Fossi in voi avrei già accettato da un pezzo.”

Finalmente interviene Tyler “Io accetto. Sono stufo di trovarmi continuamente in mezzo a due fuochi.”

Esclamo soddisfatta “Ohh, almeno qualcuno che ragiona!”

Caroline mi guarda storto. Ce l’avrà ancora con me per l’altra sera? Beh non m’interessa! Poi anche lei dice “Sono d’accordo con Tyler, accetto. Abbiamo tutti bisogno di una pausa da sotterfugi, morti e problemi.”

Alaric si sfrega le mani per infondersi coraggio e accetta come gli altri due. Sono rimasti solo i Salvatore ed Elena che ora si guardano tra loro e cercano di capire qual è la cosa giusta da fare. Poi Elena parla a nome di tutti e tre “Anche noi siamo d’accordo.”

Stefan aggiunge “Ma niente scherzi o troveremo il modo per farvi fuori.”

Klaus si alza. È ora di andare, prima che per colpa di qualche bisticcio rompiamo subito il patto. “Allora siamo d’accordo. Noi non vi stiamo più tra i piedi e voi nemmeno. Ora vi lasciamo ai vostri festeggiamenti.”

Mi prende per mano e iniziamo ad avviarci verso l’uscita, tutti gli altri ci seguono a ruota.

Usciamo tutti, ma mentre stiamo per tornare verso casa, Finn ci ferma “Io ho delle cose da fare. Voi andate, vi raggiungo più tardi.”

Secondo me, ci nasconde qualcosa e guardando l’espressione di Nik, capisco che è la stessa cosa anche per lui, ma entrambi facciamo finta di niente. Lo salutiamo e torniamo verso casa. Abbiamo Esther alle calcagna e non possiamo farci vedere dubbiosi. Non deve scoprire che ho sentito la loro conversazione.

Finn aspetta che la sua famiglia sia lontana, poi torna indietro e bussa nuovamente a casa Salvatore. Fa segno a Damon di stare zitto e seguirlo nel bosco, lontano da orecchie indiscrete.

 

***

 

Arrivati a casa, sento una delle mie, anzi SUE, strane fitte allo stomaco. Sicuramente, la mia non sarà una gravidanza facile! Non è normale che a neanche due mesi dal concepimento, riesca già a sentire la presenza del piccolo dentro di me. Chissà che mostriciattolo ne verrà fuori!

Appena tutti si allontanano, fermo Esther e le chiedo se riesce a farmi sapere di più sulla piccola creatura.

Lei mi sorride “Posso provare se vuoi, ma non posso assicurarti niente. Vieni con me.” Con un po’ di riluttanza la seguo fino alla sua stanza e lì mi fa stendere sul suo letto. Non mi fido completamente di lei, ma visto che ha interrotto il suo piano malefico, perché io aspetto un bimbo, non penso che mi farà del male. “Ora scopriti la pancia.” Faccio come dice e noto che s’inizia ad intravedere la pancetta. Avevo il ventre completamente piatto, perciò il minimo cambiamento si nota. Mia suocera mi mette le mani sulla pancia e inizia a cantilenare qualcosa in una strana lingua. Lentamente inizio a sentire come se ci fosse un’altra presenza insieme al bambino, ma la sensazione scompare quasi subito. La strega si porta le mani alla testa “Scusa, ma non ci riesco.” Poi torna a sorridermi “Ci riproveremo al ritorno di Erika e Kol. Magari in due riusciamo meglio. Sembra quasi che mi respinga.”

Il pensiero di Erika che viene a contatto con il piccolo mi da i brividi, ma cerco di dissimulare e sorrido più che posso “Va bene. Allora aspetteremo.”

La ringrazio ed esco dalla sua stanza. Una volta richiusa la porta, faccio un sospiro di sollievo. Devo ancora abituarmi all’idea di avere una suocera.

Sto tornando in camera mia, quando vedo Seth venirmi incontro. Spero che non stia portando altri problemi, perché per oggi ne ho già abbastanza e devo ancora arrivare alle 11 di mattina!

“Annabeth, come va? Sono contento di riaverti qui con noi!” Dice con un sorriso che va da un orecchio all’altro.

Sento puzza di lecchino o forse c’è qualche tranello, ma faccio finta di niente “Tutto bene, grazie.” Cerco di liberarmi da lui con un sorriso, ma mi trattiene per un braccio. Ehy, ma chi ti ha dato tutta questa confidenza?!

“Annabeth, sono DAVVERO contento di averti qui e voglio dimostrartelo.” Mi fissa per un attimo con aria di sfida, poi dice “Avete già trovato Katherine? Potrei cercarla per te.”

Gli faccio segno di tacere e lo porto fuori. Come fa a sapere queste cose?? Avevamo deciso di non dire niente agli ibridi nel caso qualcuno non sia tanto fedele come pensiamo e ora lui se ne esce con questa storia?

Il mio sguardo gli fa capire che mi deve una spiegazione che non tarda ad arrivare “Sì, è vero. Ho origliato le vostre conversazioni, ma non ho detto niente a nessuno e a voi serve una mano. Che ne dici?”

Cerco ancora una volta di andarmene per non farlo fuori seduta stante e gli dico “Grazie, ma non ci serve il tuo aiuto. E la prossima volta che ti scopro ad origliare ti farò fuori con le mie stesse mani.”

Non sembra spaventato dalla mia minaccia, ma non sa quanto sta sbagliando. So di essere capace di farlo. Senza dargli il tempo di ribattere torno in casa e corro verso la mia stanza. Non voglio altre scocciature. Mi chiudo la porta alle spalle, poi mi ci appoggio.

“Che succede, tesoro? Troppo stress da reggere?”

Per un attimo penso sia Klaus, d’altronde stiamo nella stessa camera, poi mi accorgo di chi è realmente la voce e spalanco gli occhi di colpo. Questa mattinata non ha fine!!

“Kol, già di ritorno?”

Si alza dal MIO letto e si avvicina dicendo “Sì, sapevo che ti sarei mancato, così sono tornato prima.”

Bene un’altra scocciatura in giro per casa, anzi due. “Erika dov’è? Parlavo proprio di lei con Esther poco fa.”

Si avvicina ancora di più e mi accarezza il volto “Sei gelosa, per caso? Comunque lei è tornata a casa per prendere dei libri che le servivano, tornerà tra qualche giorno. Nel frattempo potremo spassarcela quanto vuoi, cara.”

L’unico divertimento che accetterei è incatenarti da qualche parte e farti fuori lentamente! Ma non posso dirlo. In un modo o nell’altro lui è un alleato contro Finn, perciò meglio tenerselo a caro. “Mi dispiace, ma sono incinta di tuo fratello. Quando questa storia sarà finita, ci penserò.” Detto questo, cerco di aprire la porta per uscire, ma per farlo mi devo avvicinare ancora di più a lui e per un attimo i nostri corpi si sfiorano. Un brivido di disgusto mi scende per la schiena, ma almeno ora ho una via libera dietro di me. “Ora devo andare. Ho un po’ di faccende da sbrigare e un Mikaelson da cercare. Hai per caso visto Nik?”

Mi guarda un po’ stranito dalla mia fuga, ma si riprende subito con una battutaccia delle sue “Un Mikaelson vale l’altro, no? Perché non prendi me? Sono sicura che ti saresti divertita molto di più a rimanere incinta.”

Dopo aver sentito l’ultima frase squallida, me ne vado senza neanche guardarlo.

Giro tutta casa, nella speranza di non incappare in qualche altro piantagrane. Alla fine trovo Klaus nel suo studio. È l’unico lusso che si è voluto concedere. Una stanza tutta per lui, dove va a dipingere. Appena entro, l’odore pungente dei colori mi arriva alle narici, ma vado comunque a sedermi su una sedia lì vicino. “So che non ti piace essere disturbato quando sei qui, ma non sapevo dove altro andare. La casa è piena di disturbatori. Me ne sto qua zitta in un angolo, tu continua pure.”

Si gira verso di me e mi sorride “Già, ho sentito sia Seth che mio fratello. Non farci caso. Quando nascerà il mostriciattolo, ce ne andremo da qualche parte, da soli.” Si avvicina a me, mi bacia poi continua “Puoi stare qui quanto vuoi. Non mi dai fastidio.”

Torna al suo dipinto e io resto qui ad ammirarlo. Il suo viso è concentrato ed immerso in ciò che vuole rappresentare. Il suo corpo è in completa tensione e il suo fisico è visibile dalla sua maglietta aderente.

Mi sento quasi una ragazzina che guarda il cantante della sua boy-band preferita, con gli ormoni a mille.

Ci beiamo di questo attimo di pace, finché il biondino non si ferma. Lo vedo allontanarsi un attimo dal quadro, fissarlo un attimo, poi si gira verso di me e dice “Per oggi basta, o finisce che lo rovino.”

Usciamo insieme dalla stanza e ci dirigiamo all’esterno, dove possiamo parlare senza che nessuno ci ascolti. “Cosa ne pensi di tuo fratello Finn? Cos’avrà in mente?”

Mi prende per mano, mentre entriamo nel bosco “Non ne ho idea, ma cercherò di scoprirlo il prima possibile.”

Continuiamo a camminare mano nella mano, finché non vediamo il sole superare il suo picco massimo e iniziare a scendere.

Ma la prima persona che vediamo arrivati a casa, non è certo la migliore. Kol. “Ehy ragazzi, vi stiamo cercando da ore. Dove eravate finiti?” Un sorrisetto malizioso gli illumina il volto.

L’ibrido risponde per me “Non sono affari tuoi, fratellino.”

Il vampiro risponde ironico “Anch’io ti voglio bene, caro! Comunque vi cercavo per dirvi che Erika sarà di ritorno tra due giorni e appena torna vuole fare subito un esperimento. Le servono un po’ di cose, ho lasciato la lista sul vostro letto.”

Non voglio neanche pensare a cosa può avere in mente quella stregaccia, perciò cerco di buttarla sul ridere “Già mi tradisci? Prima parlavi tanto di spassarcela e ora pensi ad un’altra?”

Senza neanche considerare la presenza di Klaus accanto a me, si avvicina fin quasi a sfiorarmi le labbra con le sue e mi dice “Tranquilla, ce n’è per tutte.”

Prima che suo fratello possa prenderlo a botte, si allontana a distanza di sicurezza, mi fa l’occhiolino e se ne va con la sua aria spavalda.

Un giorno o l’altro ti ficco un paletto di quercia bianca nel cuore, Kol, fosse l’ultima cosa che faccio!

 

Finalmente ce l’ho fatta a pubblicare il capitolo! Non potete capire… è stato un parto trovare il tempo di scrivere! Ma passiamo ad altro…

Che pensate che stia architettando il simpaticone di Finn?? Ehh non sarà facile scoprirlo!

Mi dispiace dirvi che prima del 19 maggio non riuscirò sicuramente ad aggiornare. GIURO che prima o poi mi farò perdonare di tutti questi ritardi!!

Baci

Mary

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

 

Si sente che Erika è tornata. A quanto pare lei e Kol hanno deciso di recuperare tutto il tempo perso sotto le coperte, proprio in casa, alla portata d’orecchio di tutti. È per questo che siamo rimasti solo io, Klaus, Esther e pochi altri, mentre gli altri hanno deciso stranamente di uscire a fare una passeggiata. Per fortuna Nik mi ha promesso che appena nato il piccolino andremo a vivere da qualche parte da soli, senza rotture. Non riuscirei a resistere in questa gabbia di matti!

Persino Seth è voluto scappare via con la scusa di andare a cercare uno degli ingredienti che servono ad Erika per me. E così si aggiunge un altro motivo per cui odiarlo! Sarei potuta andare io e riuscire a non sentire porcherie per almeno un’oretta. E invece no, sono confinata dentro queste quattro mura, perché appena Seth torna con l’ultimo ingrediente si comincia e finalmente saprò che mostriciattolo sta crescendo nella mia pancia.

E proprio mentre penso che se non si sbriga avrò una crisi di nervi, eccolo varcare la porta con una bustina in mano. Me la porge senza proferire parola e se ne va. Simpaticone come sempre, eh? Con la mia velocità sovrumana vado da Esther e le do l’ultimo ingrediente. Anche lei sembra sollevata che tra poco finiranno rumori molesti al piano superiore. Penso che non sia il massimo sentire tuo figlio mentre fa sesso, vero?

Poi mi dirigo subito verso la camera dei due ninfomani e busso con tutta la forza che ho, attenta a non spaccare niente. Non vorrei mai che si rompesse la porta e fossi costretta a vedere cose che assolutamente non voglio vedere! “Erika, abbiamo tutti gli ingredienti. Aspettiamo solo te!”

Segue un attimo di silenzio e poi un po’ di trambusto. A quanto pare la streghetta sta lasciando il povero vampiro proprio sul più bello! Te lo meriti, Kol! Dopo poco esce dalla stanza e andiamo insieme verso la camera di Esther dove ci sono la strega e Nik ad aspettarci. Sembrano entrambi più rilassati, ora che non devono più sentire strani rumori!

“Allora Annabeth, stenditi qua come l’altro giorno. Ho già spiegato ad Erika ciò che è successo, perciò speriamo di non incappare nello stesso problema della scorsa volta.”

Faccio come mi dice la mia futura suocera e come l’altra volta scopro la pancia. Erika nel frattempo sta preparando uno strano miscuglio e lo sta pestando con una strana pietra nera. Poi ne prende un po’ per volta e lo posiziona sul mio addome creando delle figure.

Poi appoggia le sue mani sopra le figure e inizia a dire una strana litania. Anche Esther si unisce a lei e mette le proprie mani sopra a quelle della strega. Inizialmente non sento niente, poi improvvisamente mi sento mancare il respiro. Nik si avvicina preoccupato, ma la madre gli fa segno di stare indietro. Sento una strana forza combattere per entrare dentro di me e alla fine riuscire nel suo intento. La sento scorrere nelle vene e rilasciare ondate di calore insopportabili, fino ad arrivare alla pancia. Lo sguardo delle due diventa opaco e improvvisamente smettono di parlare. Rimangono così per un po’, poi Esther mi prende la mano e mi sembra di trovarmi in un posto completamente diverso. Mi trovo vicino a lei. Sì, è una lei, la piccolina che sta crescendo. Cerco di tendere la mano per far arrivare anche Nik e poco dopo sento che la afferra. Spero che anche lui riesca a vedere ciò che vedo io. Per un attimo la connessione sembra disturbata e poi finisce tutto. Appena tornata nel mondo reale, vedo solo gli occhi lucidi dell’ibrido. L’ha vista.

Poi mi accorgo che le due streghe sono a terra svenute, perciò cerco di riprendermi alla svelta dall’emozione e mi alzo dal letto. Anche Klaus si accorge di ciò che è successo e mentre io cerco di soccorrerle, lui esce fuori dalla porta per chiamare aiuto. Rientra insieme a Kol e altri due ibridi che sollevano le due streghe e le mettono sul letto. Un rivolo di sangue esce dal naso di entrambe, segno che l’incantesimo è stato davvero faticoso. Magari la prossima volta opteremo per una normale ecografia come fa il resto del mondo.

Per quanto sia preoccupata per loro, non riesco a non pensare a Lei. Non l’ho vista. È stata più come una sensazione, ma sicuramente qualcosa d’indescrivibile. Anche Nik sembra non riuscire a pensare ad altro.

Poi mi ricordo che devo pulirmi la pancia dallo strano intruglio, ma come guardo giù, vedo l’addome completamente pulito. Un altro effetto dell’incantesimo.

Torno a concentrarmi sulle streghe e vedo che si stanno riprendendo. Entrambe si guardano un attimo intorno spaesate, poi si scambiano uno sguardo e capiscono di avercela fatta. Si girano verso di me per chiedere conferma e faccio cenno di sì con la testa.

Esco dalla stanza, non riesco più a stare qua. Ho bisogno di sfogare in qualche modo tutta questa eccitazione. Decido di andare a fare una passeggiata e dopo un attimo, vedo Nik che mi raggiunge e mi prende la mano.

Entrambi non sappiamo cosa dire, così cerco di alleggerire la situazione “Allora, una femmina eh?”

Lui sorride entusiasta “Già! E questa cosa mi ha fatto venire un’idea per il tuo compleanno.”

Il mio cosa?? Cavoli, con tutto quello che è successo non ho neanche fatto caso allo scorrere del calendario! “Ma che giorno è oggi??”

La sua risata cristallina invade la radura “Per fortuna che ci sono io! Comunque è il 26 ottobre, mia cara. Ti ricordi che fra due giorni è il tuo compleanno, sì?”

Tra soli due giorni?? Wow! “Certo che so quand’è il mio compleanno! È che con tutto ciò che sta succedendo, ho perso la cognizione del tempo.”

 

E anche questi due giorni passano veloci e mi ritrovo alla mattina del mio compleanno. Ieri sera mi hanno fatto aspettare la mezzanotte e poi abbiamo brindato tutti insieme con una sacca di sangue, tranne Erika ed Esther che si sono prese una bottiglia di champagne solo per loro.

Stamattina invece non faccio in tempo ad aprire gli occhi che subito sento il profumo della colazione. Mi giro sul letto e trovo il mio ibrido preferito in piedi con un vassoio pieno di biscotti, sicuramente della signora Martin, e una tazza di caffè, forte come piaceva a me prima della trasformazione.

Sappiamo entrambi che adesso non ho più bisogno di mangiare tutta questa roba, ma sicuramente è più romantico di portarmi un bicchiere di sangue!

Accetto e inizio a gustare i biscotti. È un peccato che non abbia più bisogno di mangiare per vivere, perché insieme agli altri sensi si è sviluppato anche il gusto e riesco a sentire sapori che prima mi sfuggivano.

Dopo la colazione, scendiamo insieme al piano di sotto e mentre tutti mi fanno gli auguri per la seconda volta, ricevo un sms da Kol: Vieni in camera mia. Ho un regalo da farti Xoxo.

Chissà cosa si è inventato! Ma mi sento di buon umore oggi, perciò dico a Klaus che tornerò tra poco e vado a vedere cosa mi aspetta.

Prima di entrare busso, anche se probabilmente ha sentito che stavo arrivando. “Aspetta un attimo, Beth… ok, ora puoi entrare.”

Apro la porta e tutto ciò che vedo è Kol sdraiato sul letto, nudo, con dei petali di rosa a coprire le sue parti intime.

Rimango a bocca aperta e lui subito me lo fa notare “Sì, lo so! Faccio questo effetto alle ragazze.” Fa per alzarsi, ma gli urlo di restare giù. Non voglio vedere cose che bloccherebbero la crescita alla mia bambina prima ancora che nasca. “Ahah Tranquilla. Non sono nudo, ho i boxer sotto i petali.”

Detto questo si alza, prende un foglio dal comodino e si avvicina a me, spargendo petali per tutta la stanza. “Visto che al momento sei, come dire” indica la mia pancia e prosegue “impossibilitata, questo è un buono per passare una notte da sogno con me. Quando la mostriciattola sarà uscita dalla pancia, potrai spenderlo quando vorrai. Non ha una data di scadenza e anche se lo perdi è un regalo molto esclusivo perciò mi ricorderò che te l’ho regalato.”

Sono completamente senza parole e tutto ciò che riesco a fare è ridere, perciò scoppio in una fragorosa risata, che indica il mio buon umore. In una giornata normale, l’avrei già impalato insieme al suo buono, ma oggi no.

Appena inizio a ridere tutti accorrono per vedere cosa sta succedendo e anche loro scoppiano a ridere, tranne Klaus ed Erika che non sembrano molto contenti!

La visione di Kol in mutande deriso da tutta casa mi riempie di gioia, perciò gli do un bacio sulla guancia, ringrazio per il regalo e lo lasciamo solo con Erika. A guardare l’espressione impaurita del vampiro, penso che si sia già pentito di questa offerta e forse per un po’ la smetterà con questi giochetti.

 

Sto per tornare sotto con gli altri, quando Nik mi prende per mano e mi porta in camera nostra. “Beh il mio regalo non è al livello di quello di mio fratello, anche perché puoi avermi quando vuoi e lo sai. Perciò…” Lascia in sospeso la frase e mi porge un pacchetto regalo. Dalla forma capisco già che si tratta di un libro e inizio subito a scartarlo per vedere di cosa si tratta. “È solo una sciocchezza, però spero che ti piaccia.”

Appena lo vedo penso che non ci sia regalo migliore al mondo e libro più azzeccato.

Il nome per la mia bambina

È uno di quei libri con tutti i nomi del mondo, dai più comuni ai più assurdi. La copertina è rosa e richiama molto il mondo del prenatal. Forse è un po’ presto per scegliere un nome o qualsiasi altra cosa, però è davvero bello stare qui a fantasticare su cosa succederà una volta venuta al mondo.

Inizio a sfogliare le pagine e trovo alcuni nomi bellissimi.

Lascio il libro sul letto e mi avvicino a Klaus. “È il miglior regalo che abbia mai ricevuto. Grazie.” Detto questo mi avvicino ancora di più a lui, lo abbraccio e poi lo bacio.

Il resto della giornata trascorre placido, finché arriva la sera e mentre vado a fare una passeggiata per prendere un po’ d’aria, incontro Finn. Mi fa cenno di seguirlo fin dentro il bosco e non ho altra scelta.

Una volta arrivati abbastanza lontani da non farci sentire, mi dice “Sono l’unico a non averti fatto ancora un regalo, perciò eccolo qua. Ho saputo che Kathrine sta venendo in città. Dovrebbe essere qui in pochi giorni.”

Perché mi sembra tutto un tranello? “Come fai a saperlo?”

“Ho le mie fonti.” La sua risposta enigmatica mi ispira tutto meno che fiducia, ma se fosse vero è comunque un’occasione per me. “Per ora non so altro. Appena avrò notizie ti farò sapere.”

Detto questo va via senza lasciarmi il tempo di dire altro. Questo ragazzo è davvero inquietante!

 

Lo so, no davvero lo so! È un’eternità e mezzo che non aggiorno e il capitolo non è neanche dei migliori, ma oltre ai tre milioni d’impegni ho avuto anche mancanza d’ispirazione, perciò ero davvero in crisi. Stavolta e SOLO per stavolta non vi chiedo recensioni, perché so di non meritarle dopo questo ritardo spropositato (anche se sono comunque bene accette e mi fareste tanto felice! xD). Buona fortuna a chi domani inizia la maturità!

Vi assicuro che il prossimo capitolo arriverà presto!

Baci

Mary

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