ASG: Associazione Salviamo Germania!

di BrainShake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ebbene sì, anche Italia sa leggere. #random ***
Capitolo 2: *** Quando Germania cerca di farsi la doccia. ***
Capitolo 3: *** KAAA-BOOOOM! ***
Capitolo 4: *** Arrivo a casa Vargas ~ ***
Capitolo 5: *** Extra #1:Gakuen! ***



Capitolo 1
*** Ebbene sì, anche Italia sa leggere. #random ***


E dopo il leggendario successo (???) di ASZ: Associazione Salviamo Zero! condotto da Sick, ecco sui vostri schermi la nuovissima parodia scritta a quattro mani con ElenaMelly…

ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA!



-fine pubblicità occulta-
*Italia sventola la bandiera bianca*

“GERMANIAAAAA!” urlò Veneziano “Guarda, guarda cos’ho trovato!” esclamò mostrando un giornaletto al contrario. “Guarda, l’ho preso in un posto stranissimo!” continuò mettendoselo in testa “Era pieno di poooster, di fuuumetti, di baaambole, di tipi straaani…” mentre Italia continuava a fantasticare Germania alzò un sopracciglio: “Fammi vedere.” disse. “Mi sembra che questi fumetti si chiamino man…” Giappone sbucò dal nulla: “Manga è un termine giapponese che viene utilizzato per indicare i fumetti nel mio paese, nel resto del mondo i manga sono, appunto, i fumetti giapponesi. Furono inventati nel 1946 da Osamu Tezuka; la particolarità dei manga è che si leggono al contrario.” spiegò con superiorità “Eeeecco perché non capivo niente...” disse Italia, mentre Germania cercò d'ispezionare il fumetto: “Come si chiama?” chiese, ma Italia si tirò indietro con il fumetto stretto fra le mani. “NO!” urlò. “Leggo io.” decise. “E tu e Giappone vi seeedete qui, aaaccanto a me, e ascoltate papà Feliciano che vi racconta la stoooria ♥”
Germania lanciò un’occhiata a Giappone che sospirando si sedette, seguito dal biondo.
“Cominciamo!” esclamò Italia entusiasta. Si posizionò di fronte a loro e iniziò a leggere: “...mmh... è pieno di parole difficili. ... Sen... oh... no, senpai, ohhh, senpai! Ohh, senpai, come mi sei mancato! S-si... aahh..." proseguiva il moro assorto. "Come mi sono mancate queste mani, senpai, mmh... sì, ancora, senpai, più dentro... sì, mi piace... mmh, così...”
Giappone sudò. “MA CHE È?!” esclamò Germania arrossendo.
“Non è simile a quei tuoi dvd, Doitsu?” fece Italia ingenuamente. Giappone si allontanò lentamente.
“Fatemi continuare. Le sue mani scivolavano lente sul mio corpo, facendomi trasalire, mentre il suo membr- Germania, che stai...?”
L’uomo si era alzato di scatto, strappandogli il manga dalle mani. “Ma quello!” esclamò Giappone. “Quello è uno yaoi!” disse imbarazzato Kiku. “Si chiama Sekkusu No Koto...”
“Uno CHEEEE?” fecero in coro Germania e Italia.
“Uno yaoi!” balbettò lui. “Insomma, una cosa, ehm, sì, omosessuale, cioè, sì, gay.”
Ludwig spalancò la bocca. “Ma che razza di porcate si trovano in Giappone?!”
“Che significa gay?” chiese Italia ebete.
“È una, ehm, profonda, uh, mooolto profonda amicizia tra due, ehm, maschi.”
“Ma allora è come la nostra, Doitsu! Noi siamo gay!”
Germania sussultò. “Ma come fai a conoscere questo manga?!” sbraitò il biondo.
“E-ehm...” balbettò, ma venne interrotto da Italia. “GAY, GAY! Anche tu, Giappone, sei un po’ gay. Vi voglio bene, ragazzi! ♥”
“Veramente è una cosa leggermente diversa...” s’intromise Kiku imbarazzato. “Cioè, è quando due ragazzi, sì, fanno quelle cose del manga, cioè...”
“Italia, tu sai come nascono i bambini?!” tagliò corto Ludwig.
“Certo che lo so!” ribatté Feliciano offeso. “Li porta nonno Roma!”
“...certo, Italia, certo.”
“Ma... nel manga... cioè, quei cosi... assomigliano al tuo, Doitsu.”
Fu così che sei euro e novanta di manga yaoi quel giorno furono furiosamente strappati da un tedesco furioso.

 

 

 

 

Sick: Ciao a tutti, mi chiamo Lyla, son nuova, mai messo piede qui. -si dondola-
Elena: Veeee~ *sventola bandierina* Salve mondo! Veee...Non so che scrivere *depressione*
Lyla: Come potete vedere, non ci stiamo troppo con la testa. -urla di tenerezza per gli shimeji- che dire, speriamo che vi piaccia :3 se dovesse avere successo (ma sì, anche nel caso contrario), ci saranno taaaanti altri devastanti capitoli! \m/
Elena: Tengo a precisare che questa storia è totalmente in gran parte ispirata al fantastico ASZ di Sick *pizzica guancia di Lyla* e che l'idea è venuta in un momento di sclero...
Lyla:
E&L: Grazie per aver letto! -vengono sommerse dagli shimeji e da pomodori di Spagna e Romano (?)-
Elena: SPAMANOOOOOOOOOOOO *urla tirando magliette di Spamano*
Lyla: YAOII~ -a proposito, prima che mi dimentichi... il nome del manga è giapponese autentico! ^^ Il titolo originale è セックスのこと, testatelo su Google Traduttore :3 nel caso ve lo steste chiedendo, sì, è sempre farina del nostro sacco :3

 

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Capitolo 2
*** Quando Germania cerca di farsi la doccia. ***


 
 
“Ahhh… con questo caldo allucinante tutto quello di cui ho bisogno è una doccia fredda…”
”DOITSUUUU!”
”WAAAAAAAAAAA!”
 
 
*inizia sigla di Hetalia: World Series*
 
 

ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA #2!

 
 
 
“ITALIA CHE CI FAI A CASA MIA?”
“Ma Doitsu…stasera c’era la spaghettata!” disse Veneziano allegramente. “Te ne eri già dimenticato..?” proseguì con gli occhioni scuri languidi.
Ludwig Beilschmidt uscì dalla doccia gocciolante, le mani sui fianchi, nudo. *le scrittrici sbavano*
Italia lo fissò. “Oh…! La cosa del manga dell’altra volta!” esclamò ridendo. Germania scosse la testa, esasperato. Una goccia d’acqua percorse i suoi pettorali, dondolandosi sui capezzoli. Italia sorrise porgendogli un asciugamano.
“Che palestra frequenti, Doitsu?”
“Oh, questi…?” rispose imbarazzato il biondo. “Dote naturale!”
Italia lo guardò ammirato: “Anch’io vorrei avere una dote naturale come la tua, Doitsu… credo di essere buono solo a costruire bandiere bianche…ne vuoi una?” disse porgendo tristemente a Germania una bandierina con su scritto “Ci arrendiamo!”.
Lui la prese e la guardò, poi si avvicinò al moro e gli stropicciò i capelli dicendo: “Tu vai benissimo così come sei, It-”
“OHOHOH, Italia, Germ- Oh mon Dieu.
Ludwig sobbalzò, lasciando cadere l’asciugamano e spingendo via Feliciano. “Fr-Francia! Ma che diam-!?”
Dietro al capellone esterrefatto fece capolino un biondo dalle sopracciglia spesse. “What the fuc-?!” Francis si affrettò a tappargli la bocca. “Shh, mon ami, c’est l’amour!” esclamò estasiato. “E che belle doti, Ludwig!” concluse maliziosamente.
“Anche tu, Francia, hai doti simili?” rise Feliciano. “Vuoi dirmi che sono l’unico…”
Tutti lo fissarono in silenzio, finché Germania non si decise ad arrossire e a coprirsi bestemmiando in tedesco: “Scheiße, verdammt!”
Tutti lo fissarono in silenzio. Di nuovo.
”Francia, come mai sei in giro con Inghilterra?” chiese Feliciano innocentemente.
I due si guardarono.
“Francis, questo ragazzo ha l’incredibile abilità di mettere a disagio le persone.” Sussurrò Arthur spiando Veneziano lanciare fiori (?).
“Arthur, cerca di capire… li abbiamo interrotti…” soffiò Francia mettendogli un braccio sui fianchi. L’inglese scosse la testa imbarazzato. “Dobbiamo andare!” rise nervosamente.
“Ma non mi hai ancora risposto!” brontolò l’italiano. Ludwig entrò nella doccia con tanto d’asciugamani, irritato.
“Ma  c’est l’amour, l’amour! Come te e Germania!” esclamò Francis palpando le natiche di Arthur. I due scomparvero urlando.
Amour? Che significa, Doitsu?” chiese stupito Italia (quel giorno più ebete del solito).
“Italia, guardami.” Ribattè il tedesco irritato. “Sono nudo. Ti pare il momento appropriato?”
Feliciano mise il muso.
“Okay, okay. Be’, l’amore è quando due persone vanno molto d’accordo, si vogliono bene, si piacciono e… eh.” Ludwig sospirò.
“Quindi Francia ha ragione, il nostro è amore!” esclamò Italia.
Germania lo fissò arrossendo. Solo da una guancia, però. “Ora però, ehm, dovrei… sai com’è… farmi la doccia.” Notare che Herr Ludwig Beilschmidt stava soltanto cercando di lavarsi.
Si udì un tonfo da dietro la porta e delle risatine soffocate. Francis Bonnefoy fece capolino, lacrimante dalle risate, strattonato da un Arthur altrettanto divertito.
Mon ami, gli amanti fanno insieme la doccia!” esasperati caddero uno sull’altro, mentre il tedesco chiuse molto poco delicatamente la porta su di loro. Infine si girò di nuovo verso Italia, ma… era scomparso. Non ci pensò più di tanto: lasciò cadere l’asciugamano e si diresse verso la doccia. Chiuse le porte e aprì il getto d’acqua.
“Eppure credevo che fosse più grande…” mormorò sbattendo su qualcosa qualcuno.
“DOITSU!” esclamò Feliciano entusiasta abbracciandolo da dietro.
“WAAAAA, ITALIEEEEN!” urlò il tedesco in preda al panico.
Francis rise maliziosamente da dietro la porta. “C’est l’amour, c’est l’amour…
 
Eppure Herr Ludwig Beilschmidt stava soltanto cercando di farsi la doccia.
 
*parte sigla finale di Hetalia: World Series*







Hola Doitsu! Che dire... siamo mooolto soddisfatte del successo dello scorso capitolo, sapete? Vi lovviamo lovini (??), grazie! :3
Lyla: FrUk, FrUk everywhere *gongola*
Elena: GerIta, GerIta everywhere *gongola con una bandierina GerIta*

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Capitolo 3
*** KAAA-BOOOOM! ***


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Bien, Arthur, oggi ti insegnerò a cucinare la viande au café de Paris per risollevare le sorti della disastrosa cucina inglese!” esclamò Francis sogghignante. Arthur prese in mano una padella.
“Cos’è? Si frigge?” chiese mettendola sul fuoco.
“Aspetta, controllo sul ricettario!” ribatté il francese scomparendo nell’altra stanza. Prima, però, si tolse il cappello da chef.
“Come si accendono questi fornelli?” rifletteva Inghilterra. Nel dubbio premette un bottone incorniciato dalla scritta ne pas appuyer sur. “Boh, tanto non ci capisco niente di francese!” rise.
KAAAA-BOOOOM!
Fu così che la casa di Francia esplose.

Gut, Italien, oggi ti insegnerò a tirare le granate per risollevare le sorti del disastroso esercito italiano!” esclamò Ludwig, Prussia sogghignò. Italia prese in mano una granata. Ovviamente spenta, è scemo ma non fino a questo livello.
“Cos’è? Si mangia?” chiese mettendosela in testa.
“Aspetta, ti faccio vedere come si fa!” ribatté il tedesco avviandosi verso il capannone per prenderne un’altra.
“Come si accendono queste granate?” rifletteva Italia. Gilbert si avvicinò a lui. “Sai che non l’ho mai capito neanch’io?” rispose consultando il libretto d’istruzioni.
“Oh, aspetta! Forse bisogna premere questo bottone!” (?) esclamò Feliciano adocchiando un pulsante con scritto Italien, nicht diese Taste drücken! “Boh, tanto non ci capisco niente di tedesco!” rise. Gilbert era ancora immerso nella lettura delle istruzioni, così Italia premette il bottone.
KAAAA-BOOOOM!
Fu così che anche la casa di Germania e Prussia esplose.

Okay, Japan, oggi mi insegnerai ad accendere quest’enorme robot da cucina giapponese per risollevare le sorti della poco sana cucina americana!” esclamò Alfred sogghignante.
“Davvero?” chiese Kiku turbato. “Aspetta, non capisco come mai sei a casa mia. Vado un attimo dal portinaio (???)” e si avviò verso le scale.
“Ma come si accenderà mai…?” rifletteva l’americano. “Toh, forse bisognava solo premere questo pulsante!” disse notando un bottone con la scritta ください、このボタンを押さないでください. “Boh, tanto chi lo conosce il giapponese!” rise premendolo.
KAAAAA-BOOOOM!
Indovinate! Esatto, anche la casa di Giappone esplose.

KAAAAAA-BOOOOM!
Francis rise maliziosamente.
Fu così che per circostanze “sconosciute”, anche la casa di Inghilterra esplose.

 

ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA #3!

 

I nostri cinque “eroi” si ritrovarono così senza un posto dove fare la cacca dove dormire, ovvero una casa. Si ritrovarono tutti sotto un ponte (?).
“SOOONOO DIVENTATO UN BARBOONE!” pianse Francis. “GUARDATEE, HO GIA’ LA BARBA LUNGAAA!” piagnucolò.
Arthur lo fissò. “Francia, hai sempre avuto la barba lunga.”
A Francia venne un tic all’occhio sinistro. “SOOONOO SEMPREE STATO UN BARBONEE!” esclamò buttandosi fra le braccia di Feliciano. Ehm, credo che abbia anche fatto la linguaccia a Inghilterra.
Aspettate, che ci faceva Italia lì?
“Amici e alleati, sono qui per offrirvi un riparo” fece un registratore con la voce di Nonno Roma nascosto nella giacca dell’italiano. “Insomma!” proseguì Veneziano raggiante. “Perché non venite tutti a casa mia? Vi cucino la pasta!” esclamò patpattando Francia.
“A casa tua?!” fecero in coro i due tedeschi. “Bene, così farà KAAA-BOOOM! anche quella!” rise Gilbert. Ludwig invece si commosse. “Ho sempre saputo che sai prenderti le tue responsabilità, Feliciano.”
Francis avvampò. “L’AMOUR, C’EST L’AMOUR!” esclamò divincolandosi dall’abbraccio dell’italiano. Per sbaglio andò a sbattere contro il sopracciglione l'inglese. “Ma sei scemo?” chiese Arthur. “L’ha chiamato per nomeeee!” fangirlizzò Francia.
Kiku li fissava in silenzio. “Io me l’accollo!” s’intromise Francis. “Sarò il vostro Cupido e voi SCOPER- MHHF” fortunatamente –o no?- Inghilterra accorse a tappargli la bocca.
Kiku cercò di prendere parola. “Ma sì, può essere divertente!” lo interruppe Gilbert.
Kiku si schiarì la gola. “Il mio piccolo Italien sta crescendo!” si commosse Ludwig.
Kiku si spazientì. “ECCHECAZZ- ehm, cioè.”
Tutti lo fissarono. “Il leggendario autocontrollo giapponese!” fece Francia ammirato.
“Secondo me è un’ottima idea, Italia-kun.” Sorrise lui.
“Benissimo!” esplose Feliciano. “Pasta, okay? Okay?”
“Cosa pasta?” chiese Arthur sgranando gli occhi.
“E’ un doppiosenso!” glieli coprì Francis.
“Ma no, nessun doppio sens- OMMIOGOTT MOLLAMI ITALIA!” Feliciano si era allegramente aggrappato alla giacca di Germania.
“Andiamo, andiamo! Tutti a Venezia!” esclamò raggiante.

 

 

TO BE CONTINUED.

 

 

 

Hola Doitsuu! (?) Siamo sempre noi, Elena e Lyla, tornate con un nuovo capitolo appena sfornato dal forno delle pizze di Hetalia! 
Lyla: ...lo scorso capitolo ho capito che -sigh- tutto il fandom di -sigh- Hetalia -sigh- odia Francis -sigh- e la FrUk! -scoppia in lacrime-
Elena: *patpatta Lyla* Cose che capitano...piuttosto sfoderate il vostro spirito GerIta che stasera c'è la partita WEEEEEEE! *indossa maglietta GerItaliana (?)*
Lyla: -si ricompone- Notare che per l'occasione io, profonda odiatrice (?) del calcio, sono accampata a casa di Elena per fangirlizzare durante la partita! :D Quindi significa che è un evento DAVVERO importante! :'D
Elena: Non sempre capitano partite GerItaliane (??), e se vince l'Italia... SPAMANOOOOO! *lancia pomodori*
Lyla: La logica delle yaoiste di Lyla: come scritto sopra, a me non frega un tubero del calcio :D quindi, secondo la mia contorta logica, dovrebbe vincere la Germania perché è seme! MA! Se fosse l'Italia la vincitrice poi ci sarebbe Spamano, quindi... beh, poi dovrebbe vincere la Spagna! -schiva pomodoro-
Elena: Ma l'Italia deve vincere! ç_ç *prima volta da patriottica (?)*
Lyla: -shedoesntgiveafuck- Che poi mi hanno raccontato che c'è stata Francia-Inghilterra, non lo sapevo o_o Faccio schifo ç_ç beh, almeno (??) è stato pareggio. Doveva vincere la Francia, però èWé
Elena: Beh...mi sa che stiamo annoiando tutti i lettori (??)
Lyla: Quali lettori? -trollface-
Elena: *pokerface* Quindi...
L&E: CIAO!
Elena: PASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! 
Lyla: -distribuisce volantini FrUk- riconsiderateli ç_ç sono così scopabili pucci, non capisco come non vi possano piacere ç_ç
*Elena scompare portandosi dietro Lyla che sventola bandierina FrUk*

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Capitolo 4
*** Arrivo a casa Vargas ~ ***


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“TAA-DAAN eccoci arrivati a casa mia, ragazzi!” esclamò Feliciano esultante mostrando un misero appartamento. Gli altri lo fissarono scioccati: possibile che una nazione come l’Italia avesse un’abitazione modesta come quella?
“Non è che hai sbagliato strada, vero?” chiese Arthur.
L’horreur.” Sussurrò Francis assorto.
“Purtroppo ho solo tre letti matrimoniali, quindi dovrete arrangiarvi ~!”
Giappone sbuffò, ma Prussia si mise a ridere. “Nessun problema, io dormo in un letto, West nell’altro, il mio pulcino nell’ultimo e voi vi accampate a terra.”
Francia lo fissò con aria di sfida. “Nessun problema, voi esclusi dormite tutti nel letto mio e del pulcino.”
Arthur tremò.

ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA #4!

“LET’S PARTY HARD!” esclamò Italia con un grembiule rosa con la stampa Kiss the Italian e un pacchetto di spaghetti in mano. “Oggi pasta, okay? OKAY. E anche domani, okay? OKAY.”
“Come mai tutto questo entusiasmo?” chiese Ludwig.
“Beh, cucinare per Lovino non è la stessa cosa...”
Tutti si fissarono allarmati. “OMMERDA ROMANO! Ce n’eravamo dimenticati!” esclamò Gilbert preparando un fagotto.
“Non pensavo che viveste insieme, Italia-kun!” rifletté Kiku.
“Oh beh, Lovi è in vacanza da me! ♥”
Fu così che in quel momento suonò il campanello e un Romano stanco fece capolino nell’appartamento. Ciondolò nell’atrio, fissando assorto la piccola folla.
Poi si rese conto che non era un sogno e, impassibile, riuscì.
“NOOOOOOOOOOOOH FRATELLONE TI PRENDERAI UN RAFFREDDORE!” pianse Italia.
“Io me ne torno da Spagna a casa mia!” gli rispose l’eco del fratello.
“Pazienza.” Fece Feliciano altrettanto impassibile –e qui stupore da parte dei presenti- “Tanto ha dimenticato i...”
“...i-i?” fece Arthur che stava man mano autoconvincendosi che probabilmente perfino un weekend su un’isola privata solo con Francis sarebbe stato meno pericoloso di quell’appartamento.
“I?” gli fece eco Ludwig.
“POOOOOOOOOOOOOOOOOOMODORIIIIIIII ~!” concluse l’italiano raggiante, e si chiuse in cucina.
“A-aspetta, Italia!” urlò Germania mettendosi a prendere a pugni la porta della cucina (?). “Non mi hai detto dov’è la lavatrice!”
“Eh?” chiese Francia incuriosito. “La lavatrice? AHH, la lavatrice, mmh. ♥”
“P-PIANTALA CON QUESTI DOPPI SENSI!” gli fu lanciato uno stivale da Ludwig. “Devo lavare la divisa, mi si è macchiata di esplosione (?)”
“Lavanderia!” esclamò Feliciano felice.
“Non che ci volesse molto...” sussurrò Germania frustato. Poi si guardò intorno. “Che fine ha fatto Giappone?” chiese preoccupato.
“Ha adocchiato una biblioteca...” rispose Arthur distratto.
“Mi accompagnate?” proseguì il tedesco.
“Ma a far che?” lo guardò scioccato Francis.
“La lavatrice!”
“No.” rispose secco Francia, e scomparve con le natiche dell’inglese al seguito.
“G-Gilbert? Che stai facendo con quella granata?”
“Non ho mai capito come si accendono ç_ç” pianse lui.
“LAVATRICE.”
Fu così che i due tedeschi si trovarono perplessi davanti all’elettrodomestico. Anzi, solo il poser rockettaro lo era, il minore aveva le idee ben chiare da bravo uomo di casa.
Perché Sacro Romano Impero aveva passato tanto tempo con quello spazzolone...
“OH MON DIEU!” s’intromise maliziosamente Francis.
Così mise il detersivo in polvere, l’additivo e impostò il lavaggio.
“Ecco fatto.” Disse alla lavatrice.
“È PRONTOOO~!” risuonò la voce di Italia.
“Arriviamo, mamma Veneziano!” ribatté trascinandosi dietro il fratello nella sala da pranzo.
Si sedettero tutti intorno a un vecchio tavolo. Feliciano portò la pentola, un sorriso dipinto sulla faccia.
“Grazie per la cena.” Disse Kiku rispettoso. Francis lo guardò senza capire. “S-scusa!” esclamò imbarazzato il giapponese.
Tutti mangiarono in allegria sporcando la tavola di pomodoro –giustamente la metà delle persone lì dentro non aveva idea di come si mangiassero gli spaghetti-, tranne Francia impressionato dalla presenza di Kiku.
“Awn” sbadigliò Arthur. “Ho sonno.” Annunciò alzandosi da tavola. “Vado a letto.”
“Oh, anch’io...” si alzò Giappone stordito. “Credo di aver mangiato troppo...”
“Vi accompagno al piano superiore!” rise Veneziano. “Così mi metto a nanna anch’io!”
I superstiti si guardarono in faccia, perplessi.
“Oh...” fece Prussia. “Partitina a poker?” chiese uscendo le carte.
“Strip poker.” Sorrise Francis.
“Oookay, ragazzi, credo che io debba coricarmi...” si alzò Germania.
“Notte West!”
Bonne nuit.”
Ludwig si diresse al piano di sopra, completamente buio. In effetti loro sono già a nanna; rifletté. Si aggirò cautamente. I letti erano tre, e loro ne hanno occupato uno ciascuno! notò assorto. Vabbé, dormirò con Italia; pensò guardandolo. “Non è neanche la prima volta.” Sussurrò accarezzandogli i capelli castani.
Nel frattempo Francis esultava osservando un Gilbert nudo. “HO VINTO AHAH!” si sfregava le mani.
“Vado a farmi la doccia!” fece Gilbert irritato, e Francia si diresse canticchiando alle stanze da letto, accomodandosi come mamma sua l’aveva fatto accanto ad Arthur.
Prussia uscì gocciolante dal bagno, sospirando. Non sembra, ma lui è un personaggio complesso (???????????)
“Andrò a letto anch’io.” Mormorò prendendo una rivista porno dal fagotto del fratello. “Un giorno di questi frugherò in quello del francese!” rifletté eccitato, e anche lui andò al piano di sopra.
“Non si vede niente D: ho paura del buio D:” sussurrò nel panico. “Oh, aspetta... ci sono tutti i letti occupati!” si mise a cercare Germania. “Fratellino, fratell- oh.”
Gilbert ciondolò deluso fuori dalla stanza di Ludwig e Feliciano. “È inutile... io non ci dormo con quel giapponese...”
Fu così che Herr Gilbert Comecazzosichiama si addormentò sul parquet.







Ragazze, venti recensioni per soli tre capitoli! Siamo felicissime! :'D ringraziamo tanto tuuuutti i lettori e coloro che ci hanno inserito nelle liste!
Alla fine la Spagna si è dimostrata super seme, ah? >:D
A proposito, SPAMANO TIME!
Vi ricordo che questo è un account in comune, i nostri singoli sono Sick e ElenaMelly :3 questa storia è gemellata con una del fandom di Vampire Knight, cioè ASZ.
Okay, vi abbiamo rotto le palle :')
Al prossimo capitolo, Lovini (?)! Con tante immagini inedite!

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Capitolo 5
*** Extra #1:Gakuen! ***


Lyla:…se dovete ucciderci perché non aggiorniamo da tanto tempo, prendete Elena, non me D:      
Elena: Eh? Che c’entro io? E dov’è Canada? D: D:



ASG: ASSOCIAZIONE SALVIAMO GERMANIA!
Extra #1- idee random che vengono in classe.


Era un normalissimo liceo scientifico di una normalissima città di un normalissimo mondo di cui non conosciamo il nome…          
Era la prima ora e lo studente Gilbert Beilschmidt era magnifico come sempre, e non mancava certo di farlo notare al suo perfettissimo compagno di banco, l’austriaco Roderich Edelstein, che cercava di mantenere un atteggiamento serio e composto. Come sempre. 
Intanto, mentre un giapponese chiamato Kiku Honda ripassava in silenzio per il compito che si sarebbe svolto fra pochi minuti, accanto a lui il cinese Yao Wang sistemava il suo portacolori di Shinatty-chan. Dietro di loro l’italiano Feliciano Vargas mangiava della pasta fatta in casa (?) mentre il tedesco Ludwig Beilschmidt sedutogli vicino sbraitava per il banco tutto sporco di salsa.  
La porta dell’aula si aprì lentamente e una figura alta e bionda fece la sua leggendaria comparsa nella classe. Si riusciva perfino a sentire la colonna sonora di 300 in sottofondo.    
Gli alunni si alzarono, compreso l’italiano che mostrava esultante il piatto vuoto, sorridendo con la faccia orribilmente sporca di pomodoro. Il professore Irmgard (?) lo squadrò, altamente disgustato.
“Vargas.” Disse soltanto, la voce cupa e profonda risuonò nella classe. Feliciano sorrise allegro.          
“Ne ho portata un po’ anche per lei!” esclamò felice mostrandogli un termos. L’insegnante storse il naso, accomodandosi alla cattedra. Nel frattempo, una ragazza ungherese di nome Elizabeta Héderváry, piazzata al primo banco di fronte alla cattedra, fangirlizzava con la compagna di banco Lily Zwingly entusiasta dei nuovi pantaloni attillati del professore. Questi sospirò esausto cercando con lo sguardo i due nipoti, Gilbert e Ludwig, e si passò una mano sulla fronte vedendo il primo mostrare soddisfatto al compagno austriaco i propri boxer con una fantasia a pulcini.      
“Beh, vediamo di non perdere tempo.” Annunciò cominciando a distribuire i fogli con le consegne. “State attenti, ora vi dirò le modalità speciali di questa verifica… e non ho alcuna intenzione di ripeterle.” 
“E sta’ un po’ zitto!” esclamò irritato Roderich, non interessato alla biancheria del compagno. “Lasciami ascoltare!”     
L’altro scoppiò a ridere. “Pfui! Sono troppo magnifico per ascoltare una banale spiegazione di un banale compito! Kesese!”     
“E taci, bastardo!” lo insultò con molta finezza il ragazzo dietro, Lovino Vargas, assestandogli un violento calcio nel fondoschiena. Lo spagnolo sedutogli accanto, Antonio Fernandez Carriedo, gli accarezzò preoccupato la gamba. “Lovi, Lovi! Ti sei fatto male alla gamba? Stai bene?! Vuoi che ti dia un pomodoro?!      
L’italiano si divincolò infastidito. “Non toccarmi, bastardo!”      
Nel frattempo, la ragazza belga del banco accanto lanciava gridolini di gioia aggrappandosi al braccio dell’olandese compagno di banco Abel. Il professore sbatté il registro sul tavolo. “Aufmerksamkeit*!” esclamò seccato, e il silenzio calò sui trentuno studenti, intimoriti dal termine dall’oscuro significato. Mentre l’insegnante spiegava si riuscivano a sentire soltanto le risatine di Gilbert, i sospiri di Roderich e una voce inquietante intenta a sussurrare “Ivaaan... Ivaaan... Ivaaan...”   
Passò poi alla distribuzione dei fogli, consegnandoli a tutti i trenta studenti.
Già, tutti e trenta... mi sto forse dimenticando qualcuno?           
“P-professore... ehm... p-professore... m-mi scusi...” mormorava una flebile vocina, ma l’interessato non diede cenno d’aver sentito. “P-professore... professore... sono qui... sono Williams... si è dimenticato di consegnarmi il foglio...” agitò invano la mano. Il fratello sedutogli accanto se ne accorse, scattando in piedi: “I’M THE HERO! Mattie, ti salverò!” detto ciò, andò dal professore figo a chiedere la pagina con gli esercizi.           
“Cosa? Manca a Williams?” chi è Williams? “Ah... beh... ero convinto foste trenta... non ho fatto la fotocopia per lui.” Poi lo guardò male. “Jones, ammettilo, cosa vuoi farci con l’altra copia?!” nel dubbio, andò a verificare nel registro, notando un vuoto nello spazio destinato al ventinovesimo cognome. “...inquietante.” mormorò. “I’M THE HERO!” ribadì Alfred F. Jones, esponendo il registro alla luce. Un nome spuntò dall’inchiostro simpatico.      
...Matthew Williams... ah.”
Intanto il canadese era in preda alla disperazione. Dietro di lui, il francese Francis Bonnefoy cercava di consolarlo. “Oh, mon chèr, non preoccuparti per questa svista, io ci sarò sempre per te... anzi... vorrei esserci di più... ohnohn~” disse sussurrando l’ultima frase e scandalizzando il proprio compagno di banco, l’inglese Arthur Kirkland.       
Cosa stai dicendo a quel ragazzo, you frog!? Così lo traumatizzi!” sbracciava mandando nel panico il povero canadese.       
“Traumatizzare? Sto solo mostrando tutto il mio amore~ Quello che ti do già non basta?~” ridacchiò scioccando Arthur, che divenne paonazzo.         
“What the...?! Di c-cosa stai parlando brutto pervertito?!       
“Ohnohnohn~ Dovresti saperlo bene mon amour! O forse eri troppo concentrato su qualcos’altro...?” sussurrò sensualmente palpando l’inglese, che sobbalzò quasi cadendo dalla sedia. 
“... S-si sono di nuovo dimenticati di me...” mormorò Matthew osservando la scena, fece per girarsi quando... BONG!         
“Americano bastardo! Cosa sono tutti questi esercizi?! Li ha scelti apposta per farmi prendere un due, vero?!” sbraitava Juan Machado, il cubano seduto davanti a loro in un banco singolo.  
“M-Maple! Non sono un americano, io! Sono Matthew, non Alfred! Sono canadese! Lui è solo mio fratello...!           
“A-AH! Dunque tu sei il fratello di quel bastardo americano, eh?!” disse con un ghigno malefico.      
“NOOOOOON!”     
...okay. (per chi volesse saperlo, alla fine il professore scrisse a mano gli esercizi per il canadese).  
Nel frattempo, la vocina inquietante di prima persisteva anche durante il compito. “Ivaaan... Ivaaan...        
In effetti c’era un ragazzo che rispondeva a quel nome: Ivan Braginski, un russo dalle spalle larghe che tremava sentendo quel mormorio che disturbava tutti i presenti.           
...si può sapere chi è che continua a sussurrare?!” esclamò l’insegnante che aveva l’intenzione di correggere altri compiti. La voce tacque, e il russo indicò tremante la compagna sedutagli dietro, Natalia Arlovskaya, che si limitò a fare spallucce sfoggiando un sorrisino sadico.           
“Vedete di iniziare, avete solo un’ora e mezza.”     
I ragazzi obbedirono, cominciarono infatti a sentirsi le prime urla di disperazione. Il finlandese Tino Väinämöinen andò nel panico stringendosi al compagno Berwald Oxenstierna. “Su-san... su-san... cosa sono queste? Mi aiuti vero? Non voglio prendere un quattro!” disse sbracciandosi lievemente verso lo svedese.    
...Ja.” gli sussurrò all’orecchio con la sua voce dura, circondando le spalle del finlandese, che panicizzò ancora di più. 
Il giapponese dietro di loro rifletteva sul compito, lievemente infastidito dalla sfilza di “aru” mormorata da Yao, che non sapeva dove mettere mano.    
Ancora più dietro, un italiano era nello SCONVOLGIMENTO PIU’ TOTALE E ASSOLUTO.           
“VEEEE! Cosa sono queste cose?! VEEE! Sono così lungheeee! VEEEE! Cosa sono tutte queste lettere?! Luuuddie! Ero convinto fosse un compito di matematica, non d’italiano! VE! VE! VE! Ho paura! Vogliono mangiarmi! LUDDIE! Pensano che io sia pasta! Ho pauraaa!” si rannicchiò contro il tedesco sconvolto sventolando una bandiera bianca.    
...Feliciano.”
“VE! VE! VE!”        
“Feliciano, non fare confusione...! Sto cercando di concentrarmi!”          
“VARGAS! Cos’è quella bandiera? Vuoi forse ammazzare qualcuno?!        
“VEEEEE professore, il foglio vuole mangiarmi!” esclamò piangendo dall’ansia.          
“Smettila di fare confusione! Qui c’è gente che cerca di prendere l’ennesimo dieci e lode!” esclamò Roderich irritato.           
“Kesese. Sono troppo magnifico anche per un –pfui!- misero dieci e lode!” cantilenò il prussiano accanto a lui, rovesciandogli il portacolori per terra.          
“VEE professore! Le penne stanno invadendo il pavimento! ANCHE LORO VOGLIONO MANGIARMI! LUDDIE! PROTEGGIMI!”        
L’austriaco guardò il portacolori cadere a terra e, fumando dalle orecchie, alzò la voce.          
“TU. STAI. FERMO. STO. CERCANDO. DI. FARE. IL. COMPITO.” Sbraitò.     
“VEEEE professore!! Vuole mangiarmi anche Rod! VEEE LUDDIE!” pianse l’italiano aggrappandosi alla manica del tedesco, che cercava di restare calmo.   
Razionalità.   
Raz-   
“STATE ZITTI BASTARDI!!” urlò Lovino, mandando nel panico Antonio che cercava di capire se si fosse fatto male alle corde vocali.          
Tutti si girarono verso l’italiano arrabbiatissimo, il professore lo guardò.
“Vargas. CONTROLLO.” Disse fissandolo, l’italiano sbuffò e tutti ripresero a fare calcoli.
Tutti tranne uno.       
No. Non parlo di Matthew.  
“Ehi Torii!~ Guarda questi nuovi modelli! Non sono FESCION? ♥” scuoricinava un polacco chiamato Feliks Łukasiewicz mostrando il foglio a quadretti pieno di vestiti al suo compagno di banco lituano Toris Laurinaitis, intento a risolvere un’equazione.          
“Feliks... potresti mostrarmeli dopo? Al momento sto cercando di risolvere un’equazione di settimo grado con quadrupla incognita (?)..” sussurrò concentrato Toris.           
“Eddai ccioia! Sono modelli sssspeciali ♥ Li ho disegnati apposta per il tuo bel corpicino ~ Che ne dici di questo? E’ rosa shock! Non è FESCION? ♥” continuava a scuoricinare il polacco spiaccicando il foglio contro il viso del suo compagno di banco che, in silenzio, si sorbiva tutto. 
Non accadeva lo stesso ai loro vicini, un greco di nome Heracles Karpusi e un turco chiamato Sadık Adnan, che stavano litigando per chi dovesse avere più spazio. 
“Ti vuoi fare più in là?! Il mio braccio ha bisogno di ARIA!” esclamò il turco sbracciando contro il compagno.                 
“Perché non ti butti dalla finestra allora!?” ribattè il greco, irritato sia per la presenza di Sadik sia per i “ve” in sottofondo.    
“Buttati TU se proprio ne hai voglia! Bastardo, mi stai facendo perdere tempo!”      
...miao.”       
“TU mi stai facendo perdere tempo!”          
“Allora cuciti la bocc- ehi, ma quel coso che sta uscendo dal tuo zaino è un GATTO?!” panico. Il professore fece per girarsi verso di loro, ma le porte vennero spalancate con allegra violenza da un romano professore di storia.           
“IRMIIIIIIIIE! ♥ È tutta la mattina che ti cerco!” esclamò il moro entrando. I due ciuffi saltellavano allegramente e Feliciano non fece a meno di alzarsi ed urlare. 
“ZIO ROMAA, VE!~”        
Oooh! Guarda chi si vede! Il mio nipotino preferito! Chi è il nipotino più bello del mondo?” disse pizzicandogli una guancia.    
“ Io! Ve! Sono io vero zio?~” rispose l’italiano entusiasta mentre Lovino mandava mentalmente a quel paese lo zio romano. L’insegnante tedesco di matematica (ODDIO, IMMAGINATE UN TEDESCO CHE INSEGNA MATEMATICA) assestò al romano un colpo secco di registro alla nuca. “Le sembra il caso, Romolo?! Sto facendo compito!”    
Ahhhhh, Irmgard!” esclamò felice abbracciandolo. “Sempre con questi capelli lunghi, eh? Sono per fare colpo sulle ragazzine, eh? Hanno anche scopi erotici? Li utilizzi in qualche modo?”    
“La smetta.” Ribattè molto infastidito il biondone. “Non può permettersi di fare il pervertito in una classe liceale.”           
Proprio mentre diceva queste parole, Francis era intento a scovare eventuali radicali (?) sul corpo di Arthur (?) non chiedeteci come (?), mentre Matthew aveva definitivamente abbandonato l’idea di fare il compito e li fissava sconvolto. Alfred scriveva numeri a cazzo ridendo come Light Yagami, sconvolgendo il povero canadese ancora di più.         
La ragazza ungherese disegnava, sul suo compito, immagini yaoi riguardanti il prussiano e l’austriaco; nel mentre la povera, piccola e puccia Lily, sedutale accanto, osservava con innocente curiosità il lavoro dell’amica, il fratello Vash tentava in ogni modo di non far vedere la sorellina prima che perdesse la verginità degli occhi (?).            
Naturalmente Roderich aveva già finito, anzi, stava ricopiando per la settima volta, infastidito dal compagno che ancora tentava di staccare il foglio dal quaderno.            
“Ah... Staccati! Maledizione lo so che sono troppo magnifico per un sudicio foglio di carta riciclata ma staccati!” Imprecava sottovoce spappolando un povero pezzo di carta vergine (?).     
Anche Ludwig aveva finito e stava pulendo con uno spazzolino tipicamente tedesco creato per spolverare i compiti (?) la sua verifica perfettamente in ordine, a differenza di quella dell’italiano, che era TOTALMENTE sporca di salsa e disperazione e lacrime e sangue e capelli (?), e un pizzico di cacca. Lovino era messo peggio di lui, ma almeno manteneva la calma e l’ordine: l’insegnante, da bravo tedesco qual era, gli avrebbe assicurato un 4 solo per questo.      
Mentre tutto sembrava che filasse liscio –o quasi-, i due insegnanti continuavano a prendersi in giro, a discorrere di filosofia, una ragazza dalla pelle scura e due codine nere dai fiocchi rossi strattonava il braccio del proprio compagno di banco Peter Kirkland, fangirlizzando su ciò che avrebbe fatto alla ricreazione per conquistare Francis. O Arthur. O entrambi.          
La classe andava riempiendosi di miagolii per motivi sconosciuti, ma il greco era troppo occupato a bestemmiare nella propria lingua per accorgersene. Il primo che lo notò fu Tino, che vide sulle proprie gambe un micio intento a fare le fusa. Il finlandese lo fissò a lungo. 
...Tino.”        
“Guarda... un gattino...!      
“Miao!”         
“Tino, vieni a vivere con me. Alleviamolo, coccoliamolo insieme. E coccoliamoci...   
Il più piccolo arrossì e lo abbracciò. Intanto Francis e Arthur erano stati definitivamente sommersi da micetti miagolanti, mentre il canadese si guardava intorno terrorizzato in cerca di vie di fuga. Alfred aiutava i felini ad uscire dallo zaino ‘cause he’s a hero e Feliciano aveva paura che i gatti volessero stuprarlo. Insomma: FANCULO IL COMPITO! Alcuni felini più intraprendenti lo lacerarono a suon di artigli per la disperazione degli alunni tedeschiaustriaci.            
Il naziprofessore Irmgard non si accorse di niente di tutto ciò, tranne quando alcune gattine gli si sfrusciarono contro le muscolose gambe. E fu allora che li vide. Due mici per ogni studente: due per trentuno sessandadue...           
“WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während meiner ROLLE IN CLASS DIAMINE?!*”           


*Tradotti entrambi con google traduttore lol:          
Aufmerksamkeit: attenzione; 
WAS WIR TUN 60 KITTENS in meiner Klasse während meiner ROLLE IN CLASS DIAMINE: COSA DIAMINE CI FANNO SESSANTADUE GATTINI NELLA MIA CLASSE DURANTE IL MIO COMPITO IN CLASSE?! (?)

 

 

 

Benissimo, ciao a tutte. Siamo davvero desolate per l’enorme ritardo: aggiorniamo a tempo con Hetalia siamo state rapite da Canada. Anzi, Elena è stata rapita da Canada e Lyla si è ritrovata a vivere in un bungalow (?) insieme a Francis e Arthur.   
...        
Ma magari. D:           
Insomma, speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto anche se la fine è un po’ ACDC (A Cazzo Di Cane) e boh, speriamo che sia rimasto qualche santo che ci segue ancora. Ah e... Irmgard sarebbe Germania Magna, per chi non l'avesse capito ^^ forse dovevamo metterlo a inizio capitolo D:           
NOUS VOUS AIMONS SANTO! (???)

 

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