Fiori di carta

di FairyFrida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno di bucato - Neville/Luna ***
Capitolo 2: *** Rescue you - Benjy Fenwick/Marlene McKinnon ***
Capitolo 3: *** It seems like forever ago - James/Sirius ***



Capitolo 1
*** Giorno di bucato - Neville/Luna ***



Partecipo alla Speedyficcy 3 di Collection of Starlight. Il prompt è "di noia e magliette sporche". Enjoy :)




Giorno di bucato
NevillexLuna
Flashfic | Fluff, Slice of life




«Oggi è giorno di bucato» annuncia allegra Luna scendendo nella cucina deserta con il suo scamiciato a quadri scozzesi azzurri e gialli. I suoi zoccoli di legno producono un buffo rumore sulle piastrelle bianche, e a Luna piace pensare che si tratti dell’eco di una mandria di Ricciocorni Schiattosi che sta marciando poco distante.
Apre il frigorifero, ne estrae due scodelle di infuso fresco di Radigorda e poi esce in veranda, dove Neville sta pigramente facendo oscillare il suo orologio a cipolla.
«Pensavo» esordisce lui stiracchiando le gambe indolenzite «che il lavoro d’ufficio mi annoia a morte. Insomma, so che prima di diventare grandi Auror è necessaria una certa gavetta, però ci sto riflettendo e non so se sia davvero il lavoro che voglio. Insomma, se credevo di volerlo solo per, sai, i miei genitori» esita un po’, come per farsi coraggio, poi prosegue. «E poi c’è un’altra cosa. Mi mancano le piante. E so che la McGranitt sta cercando un insegnante, ecco. Di Erbologia»
Luna socchiude un po’ gli occhi grigi, prende la tazza con entrambe le mani e beve un lungo sorso di infuso; poi, finalmente, si pronuncia:
«Ho sempre pensato che dovessi insegnare Erbologia»
Finalmente Neville distende il suo sorriso e la fossetta che ha sulla guancia sinistra si fa più profonda.
«E ora il bucato!» esclama Luna alzandosi e Appellando la cesta dalla lavanderia dietro casa. Mentre il canestro sale la scaletta in ardesia, Luna prende la scodella ormai vuota, coglie qualche rametto di lillà e poggia sul tavolo rotondo il vaso improvvisato.
«Hai visto il sapone, Neville?»
«L’hai messo nella siepe ieri mattina, hai detto che i nostri gnomi sono allergici alla glicerina» le risponde lui finendo il suo infuso.
«La tua maglietta è sporca» nota Luna, ignorando le parole del fidanzato e fissando con interesse la strana macchia vermiglia in bella mostra sul suo petto.
Neville si sfrega la nuca imbarazzato; è riuscito a sbrodolarsi per l’ennesima volta e ora Luna si arrabbierà con lui.
«Sospetto siano stati i Nargilli, d’estate sono molto più attivi» commenta invece lei, con un tono di voce così serio che Neville non può fare a meno di ridere sollevato. «Su, toglitela»
«A-adesso?»
Neville si guarda intorno con imbarazzo, poi dal momento che Luna non sembra intenzionata a cedere e sta tendendo la sua piccola mano verso di lui, se la sfila impacciato.
«Sei carino, non ti devi vergognare» gli sorride la sua fidanzata incoraggiante.
«Allora? Questo bucato?» interviene Neville per nascondere l’imbarazzo.
«Potresti darmi anche i calzini già che ci sei» osserva Luna. «Così faccio una lavata unica»
Neville le lancia un’occhiata divertita, poi si toglie scarpe e calze e si avventura scalzo per il giardino, sperando che gli gnomi non si siano mangiati tutto il sapone.







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Capitolo 2
*** Rescue you - Benjy Fenwick/Marlene McKinnon ***



Partecipo alla Speedyficcy 7 di Collection of Starlight. Il mio prompt è Stormy May Day degli AC/DC.




Rescue you
Benjy FenwickxMarlene McKinnon
Flashfic | Drammatico, Sentimentale




Con i Mangiamorte alle calcagna e la bufera controvento, correre non era affatto semplice.
Marlene si passò rapidamente una mano sul viso per scacciarne le gocce di pioggia, poi s'infilò in un passaggio coperto poco oltre la Gelateria Fortebraccio. L'acciottolato era scivoloso, e Marlene rischiò di cadere più e più volte nel tentativo di raggiungere una botte abbandonata dietro cui nascondersi. Alla sua destra, a pochi metri di distanza, notò l'entrata secondaria di Potage's, e con nostalgia ricordò quella bambina con le trecce sfatte che vi era entrata chiedendo timidamente un calderone di peltro misura standard 2 - aveva appena comprato un gatto grigio e sentiva di poter scoppiare di gioia e curiosità al pensiero di dover ancora fare acquisti al Ghirigoro e in farmacia.
Un rivolo gelato le percorse la nuca, e Marlene fu scossa da un brivido - si chiese se fosse stato dettato dal freddo o dalla paura - che la percorse in tutto il corpo; si calò il cappuccio della giacca sulla testa e si legò la cordicella sotto il mento.
Improvvisamente un lampo squarciò la notte nera illuminandola a giorno, e a Marlene si ghiacciò il sangue nelle vene e nel cuore, alla vista di Benjy circondato da tre Mangiamorte, proprio sotto l'insegna gocciolante del Ghirigoro.
Dopo tutti gli orrori, le cattiverie e le ingiustizie a cui aveva assistito, c'era ancora una cosa che mai avrebbe potuto sopportare, e questa era vedere Benjy torturato e ucciso proprio sotto il suo sguardo.
Uscì cautamente dal suo nascondiglio e si affacciò sulla strada, studiando la posizione da cui sarebbe risultato più efficace attaccare senza essere colpita a sua volta. Ma durante il ruggito dei tuoni una porzione di luna aveva fatto capolino tra le nubi bigie, e il biancore spettrale della sua luce andò a colpire esattamente il negozio di calderoni, rivelando così la sua presenza.
Da quel momento in poi era stata una pura questione di attimi.
Era stata fortunata, in un certo senso, perchè i Mangiamorte erano troppo impegnati a discutere tra loro che non avevano fatto caso a lei. Ma Benjy sì, e con un'unica parola modulata con le sole labbra, aveva dato voce a tutto ciò che avrebbero voluto dirsi e a ciò che non avrebbero più potuto esprimere.
« Salvati » aveva detto la sua bocca, e il suo sguardo implorante le aveva fatto capire che, davvero, avrebbe preferito la vita di lei alla sua.
« Arrivo » disse invece Marlene, sorridendo un po' come a dirgli che era ancora e sempre quel Grifondoro con quell'assurda mania di voler proteggere gli altri a costo della sua stessa incolumità.
Ma non aveva fatto nemmeno in tempo a sollevare la bacchetta, perchè i Mangiamorte si erano Smaterializzati, e Benjy era scomparso insieme a loro.
E a nulla era valsa la presenza di quel grosso cane nero che continuava ad abbaiare come impazzito, né di tutte quelle persone che si riversavano in strada, e che correvano come se la posta in gioco fosse la loro vita, non quella di un altro. Tutti Grifondoro, tutti così maledettamente eroici e altruisti, pensava Marlene, animata da una rabbia cieca e ingiustificata, lei che era stata Tassorosso e che ora non riusciva a fare altro che raggomitolarsi incontro ad un muro e a premersi la testa sulle ginocchia.
Perduto. Benjy se n'era andato così, in quel tempestoso giorno di maggio, portato via dai lampi e da un guerra che ormai era stanca di combattere.







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Capitolo 3
*** It seems like forever ago - James/Sirius ***



Partecipo alla Maratona di Fanart della Woodstock!Maratona dell'Amore libero - II Edition. Il mio prompt è questa immagine. Spero tanto che piaccia ai sostenitori del pairing ^^




It seems like forever ago
JamesxSirius
One-Shot | Malinconico, Sentimentale




Appena aveva visto il cartello di Hogsmeade, cigolante sotto il vento pungente di fine ottobre, il suo primo pensiero era andato alla scatola rettangolare di latta che giaceva sepolta sotto il legno marcio della Stamberga Strillante.
Fortunatamente nella sua forma di Animagus possedeva un olfatto piuttosto sviluppato nonché due paia di zampe robuste dotate di artigli che affondavano nella terra; gli ci erano volute così soltanto due buche a vuoto prima di azzeccare l’esatta posizione in cui vent’anni prima aveva scavato con le sue stesse mani. Vent’anni. In un certo senso era come se per lui il tempo si fosse fermato a quella notte del loro Quinto Anno, quando erano entrati di nascosto alla Testa di Porco e avevano trafugato una cassa di Burrobirre, per poi andarsele a scolare stesi in un prato sotto le stelle.
Era da quel giorno che era cambiato tutto, da quel momento così fugace ed eterno in cui James lo aveva guardato negli occhi - Sirius era riuscito a distinguervi tutte le costellazioni, riflesse in quegli occhi color nocciola - e aveva lentamente poggiato le labbra sulle sue, come se temesse la sua reazione, come se temesse di bruciarsi. E alla fine era ciò che era successo: si erano bruciati davvero e a quel primo, goffo bacio al sapore dolciastro di Burrobirra ne erano seguiti altri e altri. Sirius si era chiesto spesso se almeno uno dei due avesse una vaga idea di cosa stessero combinando, ma altrettante volte aveva lasciato perdere, preferendo godersi il presente senza ulteriori paranoie. Ora rimpiangeva di non aver mai avuto il coraggio di parlarne seriamente con James.
Le sue mani tremavano come foglie scricchiolanti a contatto della superficie liscia e fredda della scatola, e Sirius esitò un poco prima di aprirla, indugiando con i polpastrelli sulle iniziali che avevano inciso grazie ad un semplice gesto di bacchetta - ricordò le risatine nervose di James al pensiero di fare per la prima volta qualcosa loro due soli. I Malandrini quella sera non c’entravano, erano solo James e Sirius ad affidare alla terra le loro memorie, come se in loro fosse già sorto il presentimento che non ci sarebbe stato altro posto sicuro al di fuori di Hogwarts.
Il cofanetto si aprì con un piccolo clac, rivelando a Sirius oggetti di cui aveva già perso il ricordo e oggetti che ancora s’infilavano a tradimento nei suoi incubi ad Azkaban, piccoli spiragli di una luce ormai dimenticata in un oceano di tenebre che pareva infinito.
C’era il Boccino di James, che immancabilmente se ne usciva svolazzando dalle tasche della sua divisa nei momenti meno opportuni; c’era quel paio di orribili calzini che si erano infilati a turno quella notte in cui avevano avuto la brillante idea di uscire scalzi dal dormitorio per andare a guardare la neve; c’era la Gelatina al gusto cacca di troll che qualcuno aveva buttato sul pavimento e che era stata ignorata da tutti finchè James non ci era scivolato sopra finendo sul letto di Sirius. E poi c’era la fotografia, l’unica che possedessero dei tempi di Hogwarts.
Gli angoli sgualciti e i bordi sdruciti - quante volte l’avevano presa in mano! -, la carta fotografica ormai ingiallita, loro due erano sempre gli stessi. Dormivano, spalla contro spalla, sul letto di James, le cravatte allentate e i colletti delle camicie stropicciati. James aveva ancora in mano la Mappa, e non aveva nemmeno avuto l’accortezza di togliersi gli occhiali - li teneva addosso praticamente sempre, e Sirius lo canzonava rimproverandolo di essere più geloso di loro che di lui.
Era stato Remus a scattarla, con la macchinetta babbana che i suoi gli avevano regalato per il compleanno; secondo lui era un’immagine molto evocativa e illuminante, ma nessuno dei due soggetti in questione ne aveva mai compreso il motivo, visto che erano distesi immobili e per di più con gli occhi chiusi. Ma Sirius lo capiva adesso, adesso che non dormiva così vicino a James da più di dieci anni, adesso che quell’espressione serena e rilassata non l’avrebbe avuta più. Poteva persino figurarseli, i loro petti che si alzavano ritmicamente, i respiri uniformi, i piedi incrociati in fondo al materasso. Moony aveva avuto ragione, solo ora Sirius se ne rendeva conto.
Ora che era maledettamente tardi, ora che il tempo in cui le loro folte chiome si intrecciavano su un solo cuscino sembrava così lontano e inafferrabile.







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