My Lady of Sorrows.

di Jamie___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Cap 1. Strani incontri. ***
Capitolo 2: *** -Cap 2. Sempre colpa del caffè. ***
Capitolo 3: *** -Cap 3. Pansy. ***
Capitolo 4: *** -Cap 4. Il blu è il mio colore preferito. ***
Capitolo 5: *** -Cap 5. Lei è una strega. ***
Capitolo 6: *** -Cap 6. Meglio tardi che mai. ***
Capitolo 7: *** -Cap 7 If life ain't just a joke then why are we laughing? ***
Capitolo 8: *** -Cap 8. Troppo zucchero fa male ai denti. ***
Capitolo 9: *** -Cap 9. Nuovi incontri. ***
Capitolo 10: *** -Cap 10 Nuove Esperienze. ***
Capitolo 11: *** -Cap 11. Le cose non vanno sempre per il verso giusto. ***
Capitolo 12: *** -Cap 12. Sii più virile! ***
Capitolo 13: *** -Cap 13 I nani da giardino non mi piacciono. ***
Capitolo 14: *** -Cap. 14. Non mi prendi sul serio. ***
Capitolo 15: *** -Cap 15. Ucciderò le farfalle nello stomaco col cianuro. ***
Capitolo 16: *** -Cap 16. Bitch please. It’s Halloween! ***
Capitolo 17: *** -Cap 17. I suoi neuroni si contano sulle dita di una mano. ***
Capitolo 18: *** -Cap 18. I cani sono il suo vero amore. ***
Capitolo 19: *** -Cap.19. Revenge Era is Coming. ***
Capitolo 20: *** -Cap.20. Essere malefici e subdoli non è mainstream. ***
Capitolo 21: *** -Cap.21. Quella è una semplice chitarra, non è Pansy. ***
Capitolo 22: *** -Cap.22. Erano morti tre neuroni, dopo sono resuscitati. ***
Capitolo 23: *** -Cap.23. Tanti auguri a Bela che oggi fa due anni di convivenza nella caverna di Polifemo! ***
Capitolo 24: *** -Cap.24. Mai giudicare un libro dalla copertina. ***
Capitolo 25: *** -Cap.25. Mia figlia si chiamerà Bandit. ***
Capitolo 26: *** -Cap.26. Se in un rapporto non c’è fiducia, la storia non durerà mai. ***
Capitolo 27: *** -Cap.27. Non capisci che la tua freddezza mi sta letteralmente uccidendo? ***
Capitolo 28: *** -Cap.28. Diffidate dalla gente imprevedibile! ***
Capitolo 29: *** -Cap.29. Never thought we’d have a last kiss. ***
Capitolo 30: *** -Cap.30. When you get back I'll be off to find another way. ***



Capitolo 1
*** -Cap 1. Strani incontri. ***


Non so nemmeno perché l’ho rimessa poiché l’avevo levata. Forse perché è più comodo a tutti. Cercherò di essere più brava possibile stavolta visto che è veramente la prima fanfiction che pubblico quindi non siate cattivi. Il primo capitolo è corto, lo so da me, ma dal prossimo in poi saranno più lunghetti. Non è una Frerard perché voglio scrivere qualcosa di diverso anche se è un po’ sciocca.
Trovate tutto nell'introduzione.
Non mi reputo una scrittrice, lo sono solo per passatempo

Spero vi piaccia.




Sicuramente non è una buona giornata, per lei non lo è. Siamo in una nuvolosa mattina nel New Jersey e lei correva da mezz’ora perché voleva fare in tempo. Arrivò in quel bar e aprì violentemente la porta correndo subito al bagno. Si diede una sistemata e quando uscì, vide una donna con un’espressione molto arrabbiata avanzare verso di lei. 
<< Signorina Prodmoure, è in ritardo! >> urlò.
<< Non posso farci niente se ieri mi sono addormentata tardi! >>.
<< Come osa rivolgermi quel tono?! Mi chieda scusa o non avrà più un lavoro! >>.
<< Scusa? Lei mi fa lavorare qui molte ore e alla fine del mese mi da sempre dieci o massimo venti dollari! Se lo tenga il suo lavoro! >> sbottò uscendo dal locale nervosa.
Iniziò a piovere e lei ritrovandosi senza un ombrello si bagnò all’istante. Non era proprio una buona giornata. Camminò a passo svelto per raggiungere un posto molto importante per lei quando d’un tratto svoltando l’angolo della strada si scontrò con una persona e cadde per terra. Un ragazzo. Aveva in mano del caffè che le versò tutto addosso.
<< Gli occhi a che cosa ti servono? Li hai per figura? >>.
<< Hey calmati, non l’ho fatto a posta… >> rispose il ragazzo.
<< Davvero? Hai idea di cosa hai fatto? Questa era la mia camicia preferita maledizione! >> esclamò stringendola.
<< Senti un po’ hai per caso le tue “cose”? >> domandò lui guardandola perplesso e solamente quando notò che la pioggia stava diventando più forte decise di troncare quella conversazione.
<< Maledizione! >> e scappò via, però quella persona le sembrava conoscente…l’aveva già vista da qualche parte.
Dopo dieci minuti arrivò davanti casa sua e bussò due volte. Quando egli aprì, lei entrò subito senza salutare come fosse a casa sua.
<< Voglio uccidere qualcuno! >> esclamò buttandosi nel divano del salotto.
<< Oh! Ciao anche a te Jaina… >> disse lui timidamente chiudendo la porta.
<< Ti sembra normale? Kate ritarda sempre e quella vipera non le dice mai niente. Io che oggi ho ritardato mi ha sgridato e a quel punto l’ho mandata a quel paese.  Lavoravo tutto il giorno fino a sera tardi e alla fine del mese mi dava sempre pochi soldi! Certa gente è da uccidere senza pietà! >> disse infuriata con le mani in testa e lui standole sempre a distanza annuiva. Quando era arrabbiata con qualcuno, le venivano spesso pensieri del genere.
<< Hai usato il passato…hai perso il lavoro? >>.
<< L’ho lasciato! Non si poteva continuare in quella maniera! >>.
<< Hai fatto bene, non potevo vederti ancora con quello stupido vestito colorato da cameriera…non faceva per te… >>.
<< Lo so bene! >>.
<< Dai Jaina calmati o non potrò sedermi accanto a te…>> disse lui un po’ spaventato mettendo le mani avanti.
<< Ah…scusa Gerard… >>.
Già, il ragazzo in questione si chiamava Gerard Way ed era il suo migliore amico. Era alto dagli occhi castani, i capelli un po’ lunghi neri e dalla carnagione chiara. I due si conoscevano dall’elementari ed ella aveva subito stretto amicizia con lui tanto da andare quasi sempre a casa sua per giocare visto che i suoi genitori non lo facevano mai uscire. Jaina non aveva mai avuto migliori amiche, solamente lui che l’era rimasto vicino nei momenti più difficili, infatti, lo considerava come il fratello che non aveva mai avuto.
<< Hai bagnato il mio divano… >> disse seccato.
<< Si asciugherà non preoccuparti! >> disse sfacciatamente a braccia conserte. Gerard conoscendo bene il suo carattere decise di non ribattere e le prese degli asciugamani.
<< Almeno copriti un po’ o ti verrà un bel raffreddore… >> si asciugò i capelli e abbassando lo sguardo ricordò di una cosa.
<< La mia camicia! Quel deficiente di poco fa! >> urlò guardandola.
<< E’ quella che ti ho regalato io l’anno scorso… >> disse con un sorriso.
<< Lo so! E’ quello mi ha versato sopra il caffè…lo odio… >>.
<< Chi era? >>.
<< Non lo so…ma il suo viso mi sembra familiare… >> mise l’asciugamano sulle spalle e si alzò << Senti… posso farmi una doccia e dormire qui? >>.
<< Tanto questa è la tua seconda casa… >>.
<< Grazie mille!>> esclamò con un sorriso e salì le scale dirigendosi al bagno quando scontrò con un’altra persona, un altro ragazzo.
<< Oh…J-Jaina, c-ciao! >> disse balbettando sistemandosi gli occhiali da vista. Era alto e magro dai capelli lisci castani e gli occhi dello stesso colore. Teneva nella mano destra un fumetto. La ragazza lo guardò sdegnata e sospirò con gli occhi al cielo.
<< Ciao Mikey... >>.
Mikey Way era il fratello di Gerard e Jaina lo guardò in quel modo per un solo motivo: egli aveva una cotta per lei dalla quinta elementare. Fu respinto molte volte ma sembrava non arrendersi.
<< Starai con noi anche stanotte, vero? >>.
<< Già…adesso devo farmi una doccia… >> concluse scappando verso il bagno. Alla fine per dormire avrebbe indossato una felpa del suo migliore amico.
Mikey intanto scese giù e vide il fratello con un phon in mano intento ad asciugare il divano.
<< Potevi dirmi che veniva Jaina! Mi sistemavo meglio… >> borbottò fulminandolo con lo sguardo.
<< Quella non ti vorrà mai…perché non ti arrendi? >>.
<< Il suo carattere… non è rose e fiori però mi piace così tanto…. >> disse con un sorriso da ebete.  
<< Ti ha respinto tre volte! Mikey cercati un'altra ragazza… >>.
<< Dici così perché ti piace, dì la verità! >>.
<< Non mi piace Jaina, è la mia migliore amica! >>.
<< Certo, quante volte ho sentito questa frase… >>.

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Capitolo 2
*** -Cap 2. Sempre colpa del caffè. ***


Heilà gente! In questo capitolo verranno spiegate parecchie cose soprattutto la descrizione della nostra Jaina quindi spero sia di vostro gradimento ^^

 

Erano circa le 12:15 quando aprì gli occhi. Mise una mano in faccia e iniziò a stropicciarsi per bene gli occhi iniziando a vedere tutto confuso e sfuocato. Scosse la testa e sì alzò lentamente sedendosi sul letto di mezzo lato. Abbassò lo sguardo e notò la grande felpa nera che aveva indossato.
“Questo cretino ha sempre bei vestiti…”pensò. Quella casa aveva una camera in più e Jaina la usava come se fosse la sua. Avendo compiuto da poco diciotto anni la prima cosa che fece, fu quella di andare a vivere in una propria casa ma siccome la ragazza non conosce la parola “noia”, preferisce stare in compagnia. I suoi genitori non presero male la cosa visto che consideravano Gerard come un bravo ragazzo. Invece i genitori di quest’ultimo non erano mai a casa per via del loro lavoro di rappresentanti di apparecchiature mediche, un lavoro che può tenerti lontano da casa per tanto tempo e viaggiare per il mondo.
Sbadigliò e si diresse verso il bagno dove si specchiò. Portava capelli medio-lunghi lisci neri come la pece e due occhi azzurri dello stesso colore del mare, la carnagione molto chiara odiata da lei, naso piccolo e labbra sottili. Il suo carattere non era dei migliori. Chi mai avrebbe potuto sopportare una ragazza acida, scorbutica e isterica? Forse l’unico era proprio Gerard.
Si diede una pulita e trovò i suoi vestiti di ieri completamente asciutti. Sarà stato sicuramente Mikey. Li indossò e scese al piano di sotto notando uno strano silenzio; la casa era vuota ma sul tavolo trovò un biglietto.
“Dormigliona, io e Mikey siamo alle prove.”
In quel momento ricordò. I fratelli Way avevano fondato una band chiamata “My chemical romance” e ogni giorno provavano a casa di un loro amico di nome Ray. Jaina aveva ascoltato qualche demo e ne rimase davvero stupita perché non immaginava che Gerard fosse bravo a cantare, o meglio, ad urlare. Si alzò, prese una tazza e versò del caldo caffè.
“Se un giorno diventeranno qualcuno…io potrò tirarmela dicendo che li conosco!”pensò con un ghigno beffardo. Non avendo niente da fare iniziò a girare un po’ per casa quando s’imbatté nella camera di Gerard. Era piccola e molto disordinata con un letto e una libreria, dove erano presenti molti fumetti e libri. Adiacente alla finestra c’era un tavolo da disegno con molti schizzi e colori sparsi.
Una passione per i fumetti e il disegno che si porta fin dalla più tenera età e proprio in quell’istante la ragazza ricordò le gare che da bambini facevano sul disegno più bello. Tutto tempo perso per lei poiché vinceva sempre lui. A terra notò un raccoglitore, lo prese e iniziò a sfogliarlo. Fu colpita molto dai disegni che c’erano ma uno attirò particolarmente la sua attenzione. Un ritratto che le fece qualche anno fa mentre guardava fuori dalla finestra. Non ricordava dov’era, ma il disegno in sé era stupendo.
“Mmmh…questo non me l’ha mai fatto vedere…” pensò perplessa.
Nello stesso momento sentì la porta d’ingresso aprirsi. Lasciò tutto e corse al piano di sotto vedendo i proprietari di casa.
<< Hey! Non mi aspettavo che ti svegliavi a quest’ora…  >> disse Gerard guardando l’orologio.
<< Ero stanca grande genio ma…>> prese il biglietto sul tavolo e l’agitò <<…non eri alle prove? >>.
<< Abbiamo finito… >> disse Mikey avvicinandosi e posando il braccio sulla sua spalla << …adesso sono libero che ne dici di uscire a bere qualcosa? >> continuò con un sorriso e la ragazza sospirò.
<< Mikey… non esco con te. Te l’ho sempre detto, fin dalla quinta elementare… >>.
<< M-ma dimmi perché! Preferisci Gerard, di la verità! >> a quelle parole quest’ultimo rischiò un soffocamento per l’acqua e Jaina lo guardò male.
<< Non mi piace, lui è… >>
<< …il mio migliore amico, bla bla bla! >> disse lui d’un fiato << Perché non mi dai una possibilità allora? >>.
<< Io non esco con un nerd secchione con la fissazione per gli unicorni! >>.
<< Rinuncerò agli unicorni per te, tu sei più importante! >> le prese una mano ma questo gli guadagnò solo una spinta.
<< Devi smetterla! >>.
<< Mi mancavano le tue urla! >> esclamò una voce divertita. Ella si girò e vide un ragazzo dai molti ricci castani, occhi dello stesso colore, alto e robusto vestito in modo sportivo. Una persona seria ma con un’espressione tenera.  
<< Hey Ray…. non tagli mai i tuoi capelli? >> domandò sarcastica.
<> rispose appoggiandosi al muro. Intanto il cantante si guardava intorno, sembrava cercasse qualcosa.
<< Hey Gee che cerchi? >> domandò Mikey.
<< La mia tracolla…forse è nella tua macchina Ray… >>.
<< La prendo io! >> esclamò Jaina uscendo con la tazza in mano. Davanti a se vide una macchina nera e la ragazza guardò per prima nel bagagliaio trovandola. Lo chiuse e appena si girò qualcuno la fece cadere a terra buttandole tutto il caffè in faccia.
<< Chiunque tu sia ti consiglio di andare in un bel posto chiamato Fanculandia! >> esclamò alzandosi lentamente e strofinandosi la felpa sugli occhi.
<< Guarda un po’ chi si rivede… >> disse il ragazzo guardandola male. Era bassino, moro dagli occhi castani e con due piercing, uno al naso e uno al labbro inferiore. Indossava una felpa nera, dei jeans strappati e delle Etnies. Dall’espressione sembrava uno di quei ragazzi rompi scatole che in futuro avrebbero dato problemi e in effetti…
Jaina in quel momento sobbalzò rendendosi conto che era lo stesso ragazzo del giorno passato.
<< Tu! >> urlò indicandolo << Sei quello di ieri! Non ti è bastato buttarmi il caffè sulla camicia adesso pure in faccia! >>.
<< Abbassa i toni donna indisposta, non l’ho fatto apposta… >> continuò lui serio.
<< Ho già sentito questa frase nano da giardino! >>.
<< Donna indisposta adesso stai esagerando! >>.
<< Perché non vai da Biancaneve, saresti il benvenuto con gli altri sette nani! >> esclamò ridendosela tra sé. Il ragazzo aveva proprio la tentazione di darle un pugno quando simultaneamente spuntò Gerard che a quella conversazione rimase un po’ stranito.
<< Ecco… la mia borsa… >> aggiunse lui indicandola.
<< Ah! Ecco! >> porgendogliela lui lì guardò ancora stranito e dopo la prese << Scusa Gee ma questo nanetto qui mi ha impedito di riportartela… >>.
<< Non ci posso credere! Gerard non mi dire che la conosci… >> disse con tono deludente.
<< Già non mi dire che lo conosci! >> continuò lei con le braccia conserte. Il ragazzo in questione si sentiva sotto pressione così passò una mano tra i capelli e fece un sospiro profondo.
<< Jaina…lui è Frank, il chitarrista della mia band… >>.
<< Non è possibile! Un nome così bello…storpiato da un nano del genere! >>.
<< La vuoi finire con questa storia? Tu quanto saresti alta? >> domandò lui a braccia conserte aggrottando le sopracciglia.
<< 1,70! >> disse spostando i suoi capelli con vanto.
<< Io sono 1,65…mi batti solo di cinque centimetri! cinque centimetri! >> esclamò esterrefatto.
<< Pff se indossassi i tacchi sarei un gigante in confronto a te! >>.
<< BASTA! >> urlò Gerard guardandoli male entrambi.
<< Frank vai dentro e Jaina vieni con me un secondo… >> detto fatto, quest’ultima finì nel garage col ragazzo che sembrava piuttosto nervoso.
<< Tu…dovrai andare d’accordo con lui… >>.
<< Che cosa?! >> strillò con una faccia sdegnata e il ragazzo si coprì le orecchie << Andare d’accordo con quello? Non se ne parla… >> disse guardando altrove.
<< Ti prego Jaina, fallo per me… >>.
<< Perché proprio lui? Cercatene un altro, ti prego io invece! >>.
<< Frank è una potenza con la chitarra con lui sono sicuro che avremo successo e poi abbiamo registrato dei demo…ti prego Jaina, fallo per il tuo migliore amico… >> glielo chiese addirittura a mani giunte e con molta speranza in volto.
<< Io credo che col carattere che ci ritroviamo non andremo mai d’accordo… basta che non mi provoca! >>.
<< Non crearmi problemi….>> concluse entrando in casa e la ragazza aveva sempre quel pensiero nella mente.
“L’ho già visto da qualche parte…ma dove?” .
 

PS: Adoro scrivere le parti di bisticcio tra Jaina e Frank ahahahahahah

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Capitolo 3
*** -Cap 3. Pansy. ***


Quando vuole Jaina sa essere davvero odiosa. Lo vedrete adesso ;)

La sera successiva la cosiddetta donna indisposta si trovava a casa dei fratelli Way, sdraiata sul divano con in mano un giornale poiché  aveva passato tutta la giornata a guardarli. Da quando aveva rinunciato al suo lavoro, trascorreva le sue giornate ciondolando per casa, leggendo i fumetti e guardando gli anime di Gerard. Anche lei condivideva quella passione e ricorda ancora quando da bambini in estate passavano le notti in bianco guardando anime e mangiando schifezze.
“Perché non trovo un lavoro decente da nessuna parte?”pensò sfogliando violentemente l’ultima pagina. Non voleva stare tutto il giorno con le mani in mano voleva darsi da fare e guadagnare qualcosa. Voleva comprare tante scarpe, possibilmente Converse, bracciali e vestiti. La cameriera non voleva farla di nuovo, allora cosa poteva scegliere? Magari un lavoro che aveva a che fare con i computer oppure l’estetista visto che lei aveva l’assurda fissazione delle unghia perfette e con lo smalto sistemato. Quel silenzio fu interrotto dall’arrivo di Gerard e dei suoi amici che ritornarono stanchi dalle prove.
<< Secondo me, dovremmo mettere una specie d’introduzione…qualcosa che fa da inizio alla prima canzone… >> propose Gee.
<< Buona idea… qualche accordo con una chitarra classica… >> aggiunse Ray.
<< State parlando delle nuove canzoni? >> domandò Jaina curiosa entrando in cucina.
<< Sì… abbiamo anche i titoli per alcune… >> continuò Mikey dandole un foglio e lo lesse. Alla terza canzone rimase di sasso.
<< Vampire will never hurt you? >> domandò sdegnata. Gerard le sorrise e la ragazza ricambiò con un occhiataccia << L’hai fatto a posta! Sai benissimo che io odio i vampiri! >>.
<< Tieni a freno la lingua, piacciono anche a me… >> aggiunse Frank squadrandola per un istante. La ragazza si voltò e quando si accorse di averlo dietro si allontanò subito.
<< T-tu d-evi stare lontano d-da me o mi farai c-cadere q-qualcos’altro addosso! >> esclamò indicandolo agitata.
<< Se attiri la sfiga su di te non è colpa mia… >> disse sedendosi su uno sgabello della cucina.
<< Sei proprio tu la mia sfiga nano da 1,65 centimetri! >> gridò guardandolo male.  
<< Abbassa il tono della voce e poi perché sei sempre qui? Non hai una casa per i fatti tuoi? >>.
<< Ci risiamo… >> mormorò Gerard con una mano in faccia.
<< Per tua informazione, io sto qui quanto mi pare e come se fosse casa mia… >>.
<< Gee dev’essere proprio difficile vivere con una ragazza così isterica! >> disse divertito.
<< Zitto nano da giardino… >>.
<< Stai zitta tu donna indisposta… >>.
<< La smettete tutti e due! >> sbottò Ray << Mi state facendo venire il mal di testa….>>.
<< J-Jaina…verresti un secondo con me? >> domandò Mikey facendole segno di seguirla e la ragazza andò nell’altra stanza <>.
<< Anche tu con questa storia? Gerard ieri me l’ha detto… >>.
<< Frank era molto arrabbiato ieri… è un bravo chitarrista e se c’è lui… >>
<< …si si potete sfondare, diventare ricchi bla bla bla! Mi da sui nervi il fatto che mi da dell’isterica! >> e in quel momento l’amante degli unicorni venne richiamato nell’altra stanza proprio da Frank.
Jaina in quel minuto di solitudine fece per un attimo mente locale e sforzò la mente per cercare di capire dove aveva visto quel ragazzo. Pensò a moltissime cose quando d’un tratto beccò il giusto ricordo e corse in cucina entusiasta.
<< Pansy! >> urlò indicandolo e lui a quel nome diventò pallido come un lenzuolo.
<< Come mi hai chiamato?>> mormorò guardandola impietrito.
<< Ecco! Adesso ricordo! Tu sei Pansy il tizio che rinchiudevano sempre negli armadietti alle superiori! Sei capitato nel mio ben tre volte… >> e all’ultima frase un brivido le percosse la schiena avvertendo un senso di vomito.
<< Frank di cosa sta parlando? >> domandò perplesso Gerard.
<< Non ne ho la più pallida idea… >> rispose guardando altrove.
<< Non sei cresciuto per niente…sei ancora un tappo…. AHAHAHAAH!!! >> continuò ridendo a crepapelle così tanto da doversi abbassare.
<< Non c’è niente da ridere, smettila! >> uscì nervoso sbattendo la porta. Gerard guardò male l’amica e decise di uscire e seguire il ragazzo.
<< Aspetta Frank! Aspetta! >> lo prese per il braccio fermandolo << N-non devi abbassarti ai suoi livelli… >>.
<< Posso sopportare tutto ma non che mi chiami in quel modo! >>.
<< Perché? >>.
<< Perché… alle superiori mi sfottevano chiamandomi così, mi prendevano a botte e mi richiudevano negli armadietti… >> rispose con lo sguardo verso il basso. Un passato veramente difficile e il fatto che Jaina lo prendesse in giro non migliorava di certo la situazione però per lei era una vendetta nei suoi confronti.
<< Ah…ecco…non lo sapevo…mi dispiace… >> e per consolarlo gli mise una mano sulla spalla.
<< Anche a me…ma non temere so già quello che devo fare… >>.
<< Cos’è quel sorrisetto? >> disse l’amico perplesso indicandolo.
<< Niente… torniamo in casa… >> continuò lui in modo indifferente.
<< Frank…cos’hai in mente? >> replicò con uno sguardo inquisitorio.  
<< Proprio un bel niente! Andiamo che è quasi ora di cena… >> concluse e i due entrarono. Chissà come aveva pensando quel nano subdolo e malefico.   

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Capitolo 4
*** -Cap 4. Il blu è il mio colore preferito. ***


Quel mattino il risveglio fu piuttosto piacevole per Jaina. Un caldo e denso odore di caffè la svegliò con un sorriso stampato in faccia. Si passò una mano tra i capelli però notò qualcosa di strano, la mano non riusciva a passare fino alla fine.
“Maledizione, un altro nodo no!”pensò correndo in bagno ma dopo si accorse che non era un semplice nodo. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca a quello che vide; metà dei suoi capelli e anche le ciocche erano dure, dipinti di un blu elettrico. Fece un respiro profondo e capì subito chi poteva essere il responsabile. Scese le scale e sentì delle voci venire dalla cucina. Erano Gerard e Mikey.
<< Buongiorno Jaina ho fatto il caf…fè… >> disse Gerard rimanendo scioccato per i suoi capelli.
<< Jaina che hai fatto ai capelli?! >> continuò Mikey sconvolto.
<< Dov’è Pan.sy…. >> rispose fissando Mikey con uno sguardo freddo e arrabbiato.
<< Ecco…lui… >>.
<< Dimmi dove diavolo si trova quel nano da giardino! >> sbottò prendendo un coltello che c’era sul tavolo e puntandolo verso il ragazzo che si allontanò spaventato. I tre udirono un suono e capirono che era il campanello della porta d’ingresso. Gerard andò ad aprire e vide che era Frank ma quando volle entrare, il cantante lo fermò.
<< Per il tuo bene. Non entrare in questa casa… >> disse con le mani sulle sue spalle.
<< Hai bevuto per caso?>> rispose levandole ed entrando e appena vide Jaina mostrò un sorriso compiaciuto << Hey donna indisposta! Tinta nuova? >>.
<< Io ti uccido!!! >> urlò Jaina con uno sguardo da serial killer buttandosi su di lui ma fortunatamente in quello stesso istante Gerard la prese di scatto, << Stupido nano dopo questa ti schiaccerò così tanto da farti diventare una lurida formica!!! >> continuò destreggiandosi e la trascinò al piano di sopra.
<< Sei davvero senza cuore! >> esclamò Mikey con una triste espressione.
<< Questa è la vendetta perché mi ha chiamato Pansy! Le sta bene! >> replicò il ragazzo convinto.
<< Sei stato troppo esagerato… >>.
<< Se ti avesse preso in giro pesantemente anche tu avresti cercato vendetta… >>.
<< Non in questo modo… >>.
Alla fine anche il nano da giardino aveva avuto la sua cattiva vendetta.
<< I miei capelli… >> mormorò la ragazza che quasi stava per piangere << …sono tutti rovinati… >>.
<< Questo è colore a tempera andrà via con uno shampoo. Frank ha usato i miei colori… >> disse guardandoli per bene.
<< Lo odio, lo odio, lo odio! >> disse dando un pugno al lavandino.
<< Tu lo chiami Pansy, è ovvio che reagisce così… >>.
<< Mi ha chiamato donna indisposta… >>.
<< Sei sempre isterica Jaina è inutile negarlo… >>.
<< Sì però… quando mi chiami isterica so che scherzi lui invece dice sul serio… >>.
<< Sarebbe meglio che cambiassi quest’atteggiamento… >> la girò davanti allo specchio e le mise le mani sulle spalle << Questo bel visino non deve dare problemi, ricordi? >> le sussurrò all’orecchio con un sorriso forzato.  
<< Va bene… non urlerò più >> disse a braccia conserte << Non devi andare alle prove? >>.
<< Sto andando infatti… >>.
<< Mi porti con te? >> domandò mostrando un sorriso di trentadue denti.
<< P-perché? >>.
<< Voglio vederti all’opera >>.
<< Ti ricordo che c’è pure Frank… >>.
<< A me non interessa l’ottavo nano di Biancaneve, solamente tu! >> esclamò spingendolo puntandogli un dito sulla fronte. 
<< Con i capelli che farai? >>.
<< Metto un cappello, stasera me li lavo. Dai portami con te, ti prego… >> continuò facendo il broncio. Il ragazzo la guardò attentamente e dopo qualche secondo si arrese.
<< Eh va bene… >>. Quel trucco funzionava sempre quando Jaina voleva qualcosa da Gerard, una volta quando erano piccoli la ragazza usando lo stesso trucco lo convinse a darle tutte le sue caramelle alla fragola.
<< Grazie Gee! >> esclamò contenta dandogli un bacio sulla guancia e correndo in camera sua.
“E’ stupenda anche con quel colore addosso…”pensò toccandosi la guancia con un sorriso e ritornando in cucina. Trovato un cappellino nero, lo prese si aggiustò i capelli e lo mise. Dopodiché abbassò lo sguardo e si rese conto di essere ancora in pigiama. Sospirò e decise di darsi una veloce sistemata e di vestirsi, in seguito scese anche lei. 
<< Siamo pronti possiamo andare… >> disse Mikey.
<< Io vengo con voi! >> rispose Jaina molto contenta.
<< Cosa? Perché? >> domandò Frank sorpreso.
<< Perché… forse vorrei vedervi suonare? >>.
<< Se guardo la tua faccia, non mi concentro bene… >>.
<< Non guardarmi tanto non vengo per vedere te tappo >>.
<< Andiamo altrimenti facciamo tardi! >> esclamò Mikey spingendo Frank verso l’uscita e la stessa cosa fece Gerard con Jaina. Si diressero a casa di Ray, in garage dove c’era anche un'altra persona, un ragazzo di nome Matt Pellissier che era il loro batterista e anche co-fondatore di quel gruppo.
<< Ciao Matt! >> esclamò Mikey.
<< Ragazzi alla buon ora! Chi sarebbe questa ragazza? >> domandò il ragazzo sorridendo.
<< Lei è la donna isterica indisposta… >> rispose Frank accordando la sua chitarra.
<< Chiudi quella fogna Pansy >> disse la ragazza in modo freddo.
<< Fossi in te, mi starei zitta… >> con un’espressione antipatica si toccò i suoi capelli e le fece ricordare quell’orribile blue elettrico. Jaina stava per replicare quando Ray le mise una mano sulla bocca.
<< Ecco…loro litigano sempre! >>.
<< Sì, l’avevo intuito! >> disse Matt ridendo.
Finito di accordare gli strumenti iniziarono a suonare e Jaina si sedette in una sedia accanto alla porta che dava dentro casa. Erano incredibili le emozioni che riuscivano a trasmettere, la ragazza ne fu veramente colpita. I suoi occhi erano continuamente su Gerard che a volte le lanciava delle occhiate e lei sorrideva timidamente ma su una cosa rimase molto meravigliata ovvero il modo di suonare di Frank. Non si aspettava che un tappo del genere avesse così tanta energia in quel corpo anche Mikey, Ray e Matt erano perfetti, tutto il gruppo lo era.
“Sì, andranno molto avanti me lo sento…”pensò Jaina accavallando una gamba.
Per concludere i ragazzi provarono un ultima canzone chiamata Demolition Lovers. All’inizio sembrava malinconica e lo dimostrava l’espressione di Gee ma una cosa fu strana alla ragazza.
Hand in mine, into your icy blues
And then I'd say to you we could take to the highway
With this trunk of ammunition too
I'd end my days with you in a hail of bullets
I'm trying, I'm trying
To let you know just how much you mean to me…”
 cantò questo pezzo guardandola e dopo distolse lo sguardo altrove.
“Perché mi ha guardato in quel modo?” pensò alzando un sopracciglio.
Finita la canzone Jaina d’istinto batté le mani. Erano stati bravi e le canzoni le erano piaciute parecchio.
<< Siete davvero forti voi! Avete intenzione di firmare un contratto con qualche casa discografica, no? >>.
<< Sì, ci stiamo provando… >> rispose Ray.
<< Comunque le canzoni mi piacciono. Gerard urli bene! >> esclamò ridendo.
<< Lo prendo come un complimento! >>.
<< Jaina che ne pensi di Frank? >> domandò curioso Mikey.
<< Ah… >> disse guardandolo con sdegno << Bravino >> disse d’un fiato e tutti nella stanza rimasero allibiti.
<< Stai scherzando spero… >> continuò Matt.
<< No, non sto scherzando! >> aggiunse la ragazza sorridendo.
<< Pff a me non interessa il tuo parere. So di essere bravo per conto mio. >> rispose Frank posando la chitarra ed entrando in casa.
<< Sentitelo Mrs. Convinzione! >> esclamò a braccia conserte e in quel momento Gerard la guardò male << Non guardarmi così! Non sto alzando la voce… >>.
<< Hai fatto un grande passo avanti, ne sono contento >>.
D’un tratto tutti i presenti udirono un urlo venire da dentro casa, si precipitarono in cucina e videro Frank sopra un tavolo che fissava con terrore un ragno sul pavimento.
<< Perché devi fare sempre così… >> mormorò Gerard con una mano in faccia.
<< Già Frank è solo un ragnetto… >> continuò Mikey dando corda al fratello.
<< Piantatela! Sapete bene che ho la fobia per i ragni! Ray portalo via ti prego… >> continuò il nano tremando indicandolo. Il riccio lo prese e lo accarezzò.
<< E’ troppo carino, guarda Frank! >> esclamò mettendoglielo davanti agli occhi e lui con una bracciata lo fece volare.
<< Ti odio!>> disse scendendo dal tavolo e tutti risero.
<< E’ meglio che andiamo a mangiare… >> propose Matt e gli altri acconsentirono tranne Jaina.
<< Io dovrei farmi uno shampoo a casa mia. Ci vediamo domani! >> li salutò però prima di andare a casa si diresse in un altro posto.

Anche Frank sa essere odioso quando vuole! Ahahahahahah

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Capitolo 5
*** -Cap 5. Lei è una strega. ***


“Ma perché non si leva?!”pensò Jaina spazzolando i capelli con un pettine largo. Era mattina e quel colore a tempera non si era levato completamente, nonostante i diversi lavaggi. “Lurido nano da giardino, me la pagherai cara… potevi farmeli rossi almeno!”. D’un tratto suonarono alla porta e siccome non c’era nessuno in casa posò il pettine e ancora in pigiama andò ad aprire. In quel momento avrebbe tanto voluto una pistola per commettere un omicidio e magari poteva farla franca visto che non c’erano testimoni.
<< Che cosa vuoi? >> domandò seccata.
<< Che capelli stupendi! >> esclamò Frank sorridendo.
<< Hai meno di un minuto per dirmi perché sei qui altrimenti ti sbatto la porta in faccia e credimi, fa molto male… >> rispose velocemente la ragazza fulminandolo con lo sguardo.
<< Mikey ha dimenticato l’accordatore e sono venuto qua per prenderlo… >> entrò e si diresse in camera sua trovandolo sul letto. Quando scese Jaina lo fermò prendendolo per un braccio.
<< Senti Frank potresti farmi un favore? >> domandò col broncio.
<< Perché? >> rispose guardandola stranito.
<< Perché sei l’unico in questa casa… >>.
<< No! >> disse d’un fiato allontanandosi. Effettivamente il suo trucco non funzionava con tutti.
<< Non ti ho chiesto ancora niente! >>.
<< Dico lo stesso no! >>.
<< Hai presente quello stanzino con la piccola finestra? Non riesco a prendere le bottiglie d’acqua, sono troppo pensati… >> aggiunse con un espressione triste.
<< E cosa posso farci se sono pensati? >> rispose con perspicacia.
<< Sei sicuramente più forte di me… >> disse annuendo.
<< Perché dovrei farti questo favore, non sono Pansy per te? >>.
<< Adesso spiegami che c’entra, anzi lo farai dopo quello che ti ho chiesto… >> continuò sorridendo.
<< Non ci penso proprio! >> si diresse verso la porta, però stranamente non riuscì ad aprirla << L’hai chiusa, vero? >>.
<< Portami quelle bottiglie d’acqua e ti faccio uscire… >> con espressione antipatica fece roteare le chiavi sull’indice e il ragazzo dopo averla fulminata con lo sguardo acconsentì.
 << Va bene… >>.
I due andarono nello stanzino accanto alla cucina però qualcosa andò storto. Appena Frank entrò Jaina lo chiuse dentro a chiave.
<< Donna indisposta, fammi uscire! >> urlò dando un pugno alla porta.
<< Oh Frank quanto sei maleducato. Vuoi uscire senza salutare i tuoi amici? >>.
<< Quali amici? >> domandò perplesso. Jaina fece un ghigno beffardo e prese una scatola nera << Ecco a te Simon, Alan, Freddy, Mike, Ron, Alex e guarda c’è pure Oliver! >> aprì il finestrino e buttò dentro tanti ragni neri che aveva comprato il giorno prima in un negozio. Il ragazzo iniziò a urlare e a far cadere tutte le cose presenti nella stanza pur di allontanarli con sottofondo le risate di Jaina.
Nel frattempo a casa di Ray i ragazzi stavano facendo una partita all’x box. Un’altra partita vinta da Mikey, infatti, oltre  alla passione per i fumetti il ragazzo era un fissato di videogiochi.
<< Ragazzi Frank è arrivato? >> domandò Gerard.
<< No. Gli avevo pure detto dov’era il mio accordatore non può impiegarci così tanto… >>.
All’improvviso qualcosa passò nella mente del ragazzo dai capelli ricci.
<< Gee… >> quest’ultimo si girò << A casa tua… c’è Jaina vero? >>.
<< Quella sta sempre a casa mi…a >> in quello stesso istante è come se avesse capito perfettamente quello che intendeva l’amico, a dire il vero tutti nella stanza lo capirono così decisero subito di recarsi a casa dei fratelli Way. Arrivati lì in casa non trovarono nessuno.
<< Ascolta… >> Mikey indicò in avanti facendo notare al fratello dei suoni che provenivano da lì.  
<< …lo stanzino! >> esclamarono entrambi sentendo delle risate, infatti, si precipitarono lì e davanti a esso videro Jaina a terra con le lacrime per forti le risate.
<< Dov’è Frank? >> domandò Gerard preoccupato.
<< Là dentro…dovevate sentirlo! AHAHAHAHHAHAAH >> e riprese a ridere.
<< Dammi le chiavi… >> continuò Gerard guardandola male.
<< Ma… >>.
<< …dammi quelle maledette chiavi! >> disse alzando la voce. Era la prima volta che alzava la voce con Jaina. La ragazza sbuffò e gliele tirò. Quando aprì la porta, i ragazzi videro il nano in piedi sopra un alto scaffale che buttava con una bottiglia vuota giù tutti i ragni che salivano.
<< Finalmente siete arrivati! Gerard tieni in casa una strega… >> disse agitando davanti a sé la bottiglia.
<< Non hai torto. Ray, Mikey aiutatemi… >> e con un po’ di difficoltà lo aiutarono a scendere.
<< Ci conviene fare una disinfestazione domani, invaderanno tutto… >> propose Mikey e il fratello annuì. Uscito da quella stanza Frank si toccò per un attimo il petto facendo dei lunghi sospiri, il suo cuore batteva troppo forte.
<< Non rivolgermi più la parola strega! >> urlò arrabbiato indicandola.
<< Questa è la vendetta per quello che mi hai fatto ai capelli Pansy! >>.
<< Sono due cose completamente diverse, il colore dai capelli si leva se fai parecchie volte lo shampoo…tu invece mi stavi provocando un infarto! >>.
<< Prova ad avere tu dei capelli costantemente duri e dipinti di un colore che odi! >>.
<< Basta! >> sbottò Gerard << Mi avete rotto, state sempre a litigare maledizione! Non vi sopporto più! >> disse uscendo di casa molto incavolato seguito da suo fratello.
<< Ragazzi, seriamente dovete finirla. Perché non fate pace? >> propose Ray.
Frank e Jaina si guardarono sdegnati a vicenda e dopo si voltarono le spalle.
<< Mai! >> urlarono entrambi.
<< Allora possiamo dire addio ai My Chemical Romance… >> fece notare deluso Matt.
<< Che cosa stai dicendo? >> disse nervoso Frank.
<< Non penso proprio che dopo quello che è successo Gerard voglia ancora provare, può essere che lascia il gruppo… >> aggiunse Ray.
I due si resero conto che aveva ragione. Litigare non era bello, non si poteva andare avanti così ma nessuno dei due sembrava fare il primo passo essendo troppo orgogliosi.

 

La cattiveria di Jaina non ha limiti, povero Frank :(

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Capitolo 6
*** -Cap 6. Meglio tardi che mai. ***


Da quell’accaduto passarono diversi giorni e i ragazzi non provarono più perché Gerard era arrabbiato. Avevano entrambi esagerato e il ragazzo non voleva vederli. Bisognava fare qualcosa e anche in fretta.
<< Hey Gee, disputiamo una partita a One*? Ti faccio vincere te lo prometto! >> esclamò la ragazza sorridendo davanti a lui mescolando le carte ma il ragazzo appena la vide non disse nulla e andò nella sua stanza << Odio quando mi ignora… >> continuò buttandosi a peso morto sul divano accanto a Mikey.
<< Ignora pure Frank. Stavolta sembra davvero incavolato… perché non gli chiedi scusa? >>.
<< Ha iniziato lui! >> esclamò mettendosi a braccia conserte. Nel caratterino di Jaina non rientrava scusarsi con una persona.
<< E se dovessi fare per me? >> disse con un sorriso a trentadue denti.
<< Io non farei niente per te, lo sai benissimo… >> rispose con una faccia sdegnata.
<< Allora fallo per Gerard...>> la ragazza rifletté un attimo e onestamente non voleva che lui fosse arrabbiato con lei per sempre << Che ne dici di venire con me al centro commerciale? >>.
<< No! >>.
<< Devo andare a comprare dei plettri i miei si sono rotti tutti, fammi compagnia! >>.
<< C’è Ray oppure Matt… >>.
<< Loro sono impegnati. >>.
<< C’è Gerard oppure Frank! >>.
<< Voglio andarci con te! Dai Jaina dammi una possibilità… >> disse con uno sguardo tenero. Era incredibile che fosse ancora innamorato di lei nonostante l’abbia respinto molte volte e il comportamento antipatico nei suoi confronti.     
<< Va bene… ma solo perché Gerard è impegnato e non ho niente da fare a casa! >>. Al ragazzo sembrò scoppiare il cuore dalla felicità.
<< Grazie Jaina, finalmente! >> esclamò abbracciandola << Ci vediamo tra un po’ lì va bene? Ti farai carina per me… >> disse spingendola col gomito.
<< Mi farò carina per altri ragazzi che mi guarderanno... >> disse in modo freddo e si alzò.
<< Ah…è già qualcosa che esci con me! >>.
<< Già. Vado a prepararmi andrò a casa mia… >> uscì e il ragazzo salì. La sua casa non distava molto da quella di Gerard, un paio d’isolati. Arrivata lì andò subito in camera sua con molti pensieri in testa.  
“Io chiedere scusa?! Non se ne parla per niente! Frank ha iniziato e quindi dev’essere lui a scusarsi però… non sopporto che Gerard m’ignora forse ha ragione Mikey…” pensò sotto la doccia. Uscì e si asciugò mettendo una tovaglia sui capelli e scelse dei vestiti abbinandoli bene. Maglietta verde, dei bracciali dello stesso colore, dei jeans e le sue amate Converse nere strappate e piene di scritte. Asciugò velocemente i capelli e indossò tutto quando stava per dimenticare il dettaglio più importante. La sua amata matita nera sugli occhi e per finire si guardò allo specchio. “Dovrei tagliare i capelli…” pensò scuotendo la testa.
Dopo una mezz’ora uscì e si recò al centro commerciale in autobus. Appena arrivò lì iniziò a girare e guardarsi intorno ma non trovò nessuno. Quel centro commerciale era molto grande e non c’erano solo negozi ma anche bar e ristoranti.
“Quell’idiota doveva darmi un punto dove incontrarci!”pensò alzando gli occhi al cielo e proprio sdraiato su una panchina incontrò l’unica persona che non voleva vedere. Vestito in modo sportivo era intento a masticare una chewingum e osservare il cielo.
<< Che stai facendo qui? >> domandò curiosa e lui abbassò lo sguardo.
<< Aspetto Ray… tu che stai facendo qui? >>.
<< Cerco Mikey, l’hai visto? >> disse guardandosi in giro.
<< Da quando esci con lui? >>.
<< Da quando a te importa? >>.
<< Va bene adesso basta domande! >> esclamò alzandosi e appena la vide ne rimase sorpreso.
“Oggi è proprio carina…”pensò facendo un mezzo sorriso.
<< Frank cos’è quel mezzo sorriso da ebete? >>.
<< Niente e poi non ho il sorriso da ebete! >>.
<< Pansy non dire bugie… >>.
<< Mi chiami ancora così lurida strega indisposta? >>.
<< Basta! Non litighiamo più mi sta venendo la nausea… >>.
<< Anche a me… è brutto litigare sempre… >>.
<< Qualcuno dovrebbe scusarsi >> disse guardandolo male.
<< Io dovrei scusarsi?! >> rispose indicandosi <>.
<< E tu mi chiami strega indisposta che è ben al…tro >> si fermò e abbassò lo sguardo.
“Possibile che litighiamo sempre? Non andremo mai d’accordo…”pensò mordendosi il labbro.
<< Sai che penso? Che quei due l’hanno fatto a posta… hanno organizzato tutto questo… >>.
<< Approfittiamone allora. Facciamo un giro… >> propose e l’altro annuì. Iniziarono a girare per i negozi non rivolgendosi la parola.
“Sto facendo un giro con Frank… e siamo da soli! Mi metto sempre nei casini…” pensò sospirando. In quel momento entrarono in una libreria e si diressero nella sezione fantasy. Frank prese subito un libro e Jaina rimase allibita.
<< Ti piace Harry Potter? >> domandò a bocca aperta indicandolo.
<> rispose stringendo a sé il libro.
<< Miseriaccia! Anch’io! >> esclamò di gioia.
<< Davvero? >> domandò sbigottito il ragazzo.
<< Sì! Mi è sempre piaciuto fin da quando era bambina! Gerard lo reputa noioso… >> rispose con tono deluso.
<< Non ci posso credere! Finalmente ho trovato una persona a cui piace! >> disse sorridendo e Jaina ricambiò però si rese conto di una cosa.
“Ho una cosa in comune con Frank… sono veramente sempre nei casini …”pensò con un sorriso forzato. I due rimasero lì per molto tempo a parlare della saga e dei film quando decisero di prendere un gelato.
<< Io voglio un ghiacciolo alla menta se c’è… >> disse lei sistemandosi i capelli.
<< No…piace anche a te? >> domandò stupito.
<< Lo adoro! >>.
<> continuò con entusiasmo.
<< La stessa cosa vale per me! >>. Al bar presero due ghiaccioli dello stesso gusto e si sedettero fuori su una panchina dove davanti c’era una piccola fontana. << A Gerard non piace… >> disse dispiaciuta addentandolo.
<< Siete migliori amici e non avete niente in comune! >> esclamò facendo la stessa cosa.
<< Questo non è affatto vero! Entrambi amiamo il rosso, gli anime e manga, i film horror anche se mi ha sempre fatto venire i brividi questa sua fissazione per la morte... è una sua stranezza e le stranezze sono divertenti per me! >> disse ridendo.
<< Per questo sei la sua migliore amica? >>.
<< Mi ricordo che da bambino all’elementari se ne stava sempre da solo. Tutti lo prendevano in giro perché era grosso, ma io fui attirata da uno dei suoi disegni e da lì tutto iniziò! Ha anche paura degli aghi… come me! >>.
<< Pure io venivo preso in giro da piccolo per questo mi chiamavano Pansy… >> disse con lo sguardo verso il basso.
<< Ti chiudevano negli armadietti e basta… >> aggiunse la ragazza con lo sguardo al cielo.
<< E basta?! >> disse guardandola male << Mi prendevano a botte e mi dicevano parolacce tutto il tempo! >>.
<< Ah… questo dettaglio non lo sapevo… >> in quel momento Jaina si sentì veramente in colpa, il suo passato non era per niente bello e colorato e il fatto che l’abbia preso in giro nello stesso modo dei suoi ex compagni la faceva sentire uno schifo. Riflettendo bene anche lei veniva spesso presa in giro pesantemente alle superiori. Quante cose in comune. << Frank…scusa… >> disse guardando altrove e finendo il gelato buttando il bastoncino di legno.
<< Come? Non ho sentito? >> disse lui con tono antipatico toccandosi l’orecchio.
<< Scusa! >> esclamò spingendolo. << Non immaginavo cose c’era dietro “Pansy”… e scusa pure per i ragni… >> continuò con lo sguardo verso il basso. Chiedere scusa non era assolutamente nella sua indole, era una sorte di umiliazione per lei.
<< Anch’io devo dirti scusa…per averti tinto i capelli e chiamato donna indisposta… >>.
<< Sarà meglio ricominciare tutto da capo… piacere io sono Jaina Prodmoure! >> disse porgendogli la mano.
<< Piacere tutto mio, io sono Frank Iero… >> rispose prendendogliela.
“Iero? Che cognome buffo…”pensò ridendo.
<< Perché ridi? >> disse guardandola male mordendo il bastoncino di legno.
<< Niente… il tuo cognome… >>.
<< Ah! Non sei la prima a ridere del mio cognome, c’è gente che lo storpia in modi assurdi... tipo Hero, Iro, Heiro invece altri non sanno proprio nominarlo! >> quei nomi li disse con tono buffo come se fosse abituato a dare spiegazioni sul suo cognome e Jaina rise.
“Non immaginavo che fosse simpatico…”pensò sorridendo. 
<< Ho sentito di peggio… >> aggiunse una voce. I due si girarono di scatto però non videro nessuno. Jaina dopo un po’ si accorse di una persona dietro la fontana.
<< Gerard?! Da quanto sei qui? >> disse con timore.
<< Da quando hai iniziato a parlare di me… questi due mi hanno costretto… >> e in quel momento spuntarono Mikey e Ray << Sono contento che avete chiarito… >>. Jaina in quel momento andò subito ad abbracciarlo.
<< Gee io ti voglio bene e sentirmi ignorata da te mi ha fatto stare molto male… >>
<< E’ stato molto difficile devo ammetterlo... anch’io ti voglio bene… >> disse stringendola forte.
<< Mi state provocando il vomito… >> disse Frank con freddezza.
<< Avete due cose in comune meglio, no? >> domandò Ray.
<< E tu come…ci avete spiato? >> disse la ragazza allontanandosi da Gerard.
<< Beh…ecco…sì >> continuò Mikey annuendo << Era la mia occasione per uscire con te e l’ho sprecata per aiutarti… Gerard aspetto ancora i miei trenta dollari… >> aggiunse con un’occhiataccia.
<< Li avrai, li avrai… >>.
<> disse d’un tratto Ray e Frank sobbalzò. << Cosa? >>.
<< Sì. Abbiamo fatto ascoltare dei demo e ci hanno dato la conferma che possiamo fare un disco... adesso andiamo lì e firmiamo il contratto! >> aggiunse Mikey.
<< Gerard e tu lo sapevi? >> domandò Jaina.
<< Sì… me l’hanno detto ieri… >>.
<< E se Frank ed io non avessimo fatto pace? >>.
<< Tu non sopporti chi non ti da attenzioni quindi gli avresti comunque chiesto scusa per me… >> disse sorridendo vantandosi delle sue conoscenze sulla ragazza.
<< La conosci proprio bene… >> rispose Frank guardandola dall’alto verso il basso.
<< Già però c’è un altro problema. Non abbiamo un manager… >> continuò il riccio con una mano sulla fronte.
<< Potrei essere io… >> la proposta di Jaina fece rimanere tutti senza parole.
<< Dici sul serio? >> disse Gerard alzando un sopracciglio.
<< Sì… sarà divertente! >> esclamò la ragazza sorridendo.
<< Va bene non abbiamo proprio altra scelta… >> aggiunse Frank. Gli altri annuirono e si diressero verso la casa discografica che sarebbe stata l’inizio di tutto.

One= Avete presente il gioco da carte "uno" ? Sarebbe quello Ahahahaha

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Capitolo 7
*** -Cap 7 If life ain't just a joke then why are we laughing? ***


Da quel giorno cambiarono molte cose e le giornate erano sempre piene d’impegni. L’album “I Brought You My Bullets You Brought Me Your Love” ottenne un discreto successo sulla scena underground e vennero registrati due video ufficiali ovvero Honey, this mirror isn't big enought for the two us e Vampire will Never Hurt you. I My chemical romance iniziarono ad avere i primi fans anche grazie all’aiuto di social network come MySpace. Jaina invece si stava impegnando a fondo per svolgere bene il suo nuovo lavoro. Stranamente si trovava a casa sua davanti al computer seduta sul divano in cerca di un locale dove far esibire per la prima volta i ragazzi.
<< Ti stai dando da fare, vero? >> domandò Gerard. L’unico che possedeva un doppione delle chiavi di casa sua.
<< Abbastanza…> > rispose con lo sguardo perso nello schermo del computer. << Ho pure fatto delle telefonate! >> continuò prendendo il cellulare accanto a lei.
<< Non vieni a casa mia da tre giorni e ti stai impegnando molto. Sto iniziando a preoccuparmi… >> disse sedendosi accanto a lei.
<< Voglio solo trovare un locale dove farvi suonare… >>.
<> disse con una voce incerta.
<< Certo Gerard, ovvio che dovete fare un concerto… >>.
<< Sì hai ragione solo che… >>.
<<…fifa?>> rispose d’un fiato e spostò lo sguardo verso lui che si limitò solamente ad annuire. << L’album è piaciuto non hai motivo di avere paura! >>.
<< Non era il successo che speravo di ottenere però è già qualcosa. Non mi esibisco davanti a un pubblico da… >>.
<< …la recita di Peter Pan? >> domandò ridendo.
<< La ricordi ancora… >> disse timidamente con una mano sulla fronte.
<< Io ricordo tutto pure quando tuo fratello a nove anni per S. Valentino mi ha regalato i cioccolatini a forma di cuore >> continuò lei con lo sdegno dipinto in faccia.
<< Ti comporti in modo orrendo con lui >>.
<< Stiamo parlando di te, non di lui… >>.
<< E se per caso stono? Oppure mi dimentico i testi? >>.
Jaina avvertiva quanto il suo amico fosse agitato così gli prese la mano e lo guardò negli occhi.
<< Non ti succederà, andrà tutto per il meglio credimi… >> disse sorridendo << Perché non pensi a una persona che ti è cara? Magari la paura passa se pensi che lo stai facendo per lei… >>.
<< A chi dovrei pensare? >>.
<< Non lo so… >> continuò lasciandogli la mano << C’è qualcuna che ti piace? >> domandò avvicinandosi di più con uno strano sguardo.
<< Ecco…forse… >> rispose allontanandosi.
<< Forse? Non mi dici niente? Bel migliore amico che ho… >> disse delusa posando ancora lo sguardo sul computer.
<< Non è una cosa seria. Non le piacerò mai… >>.
<< Non lo sai se non provi, giusto? >>.
<< Con questa persona ho un bel rapporto e non voglio rovinarlo però mi piace tanto… >>
<< Chiunque sia questa ragazza è proprio una sciocca… >>.
<< Perché? >>
<< Perché tutte le ragazze vorrebbero un ragazzo tanto dolce e carino come te! >> esclamò appoggiandosi al suo braccio sorridendo e lui sembrò quasi arrossire.
<< T-tutte dici? >> domandò spostando lo sguardo altrove.
<< Certo che sì! Io non ho voglia di innamorarmi dopo quello che è successo con Harry… >> disse abbassando lo sguardo.
<andare avanti su!>> suggerì avvicinandosi a lei.
<< Era biondo non moro ma biondo! >> continuò alzando la voce.
<< Si si, tu e il tuo odio verso i biondi… >>  disse dandole delle piccole pacche in testa. Jaina sospirò e scivolò dal divano appoggiandosi alla sua spalla. Alzò lo sguardo e gli fece un sorriso.
<< Tu non mi prenderai mai in giro mi dirai sempre la verità, vero? >>.
Il ragazzo sembrò quasi tremare e accennò un timido sorriso. “Quanto sono belli i suoi occhi…” pensò quasi ammaliato da essi. << E-cco… io non ti prenderei mai in giro! Sono sempre stato s-sincero con t-te… >> disse arrossendo.
<< Meglio. Sai una cosa? >> disse alzandosi di scatto.
<< Cosa? >>.
<< E’ bello sapere che mi posso fidare di qualcuno… >> disse dandogli un bacio sulla guancia e dopo scappò al piano di sopra. Lui d’istinto mise una mano in faccia. Perché aveva mentito? In quel momento il cellulare gli vibrò. Era una chiamata così decise di rispondere.
<< Non potevi chiamare in un momento peggiore…che vuoi? >>.
<< Sei arrabbiato? Non prendertela con me. Dove sei? >>.
<< A casa di Jaina… >>.
<< Jaina ha una sua casa ?>> domandò ridendo.
<< Sì e sai benissimo qual è perché una volta ci siamo passati con la macchina! >>. In quello stesso istante qualcuno suonò alla porta così il ragazzo si alzò e quando aprì chiuse subito la chiamata. << Frank sei un idiota. >>.
<< Non sei il primo che me lo dice >> disse entrando.
<< Gee per favore mi porti il telefono? Aspetto una chiamata! >> urlò la ragazza dal piano superiore.
<< Glielo porto io! >> esclamò Frank che di scatto lo prese e salì. Iniziò a guardare a destra e sinistra ma non trovò nessuno. Decise di andare in bagno ma quando aprì la porta richiuse subito perché aveva visto la ragazza in intimo.
<< Sei un pervertito! >> urlò Jaina mettendosi subito l’accappatoio.
<< N-non ho v-visto n-niente! >> disse il ragazzo mettendosi una mano sugli occhi.
<< Che diavolo ci fai a casa mia? >> continuò con tono sgarbato.
<< Sono venuto per darti il cellulare… >>, detto questo la ragazza uscì la mano dalla porta e lo prese subito. << L’ho preso adesso vattene subito! >> continuò sempre a voce alta. Frank scese andando in cucina e notò che erano arrivati anche Mikey e Ray.
<< Cos’è quel sorriso da ebete? >> domandò Mikey.
<< Anche tu? Non ho il sorriso da ebete… >> rispose appoggiandosi sul tavolo.
<< Si invece… >> aggiunse Gerard guardandolo male. Aveva capito quello che era successo al piano di sopra. << Hai visto qualcosa ?>>.
<< Sì. Aveva l’intimo rosso, amo quel colore… >> disse col mento sulla mano fissando il soffitto.
<< Frank per completare ti manca solo un po’ di bava alla bocca… >> disse Ray spruzzandogli sulla bocca un po’ di panna spray.
<< Non è vero! >> esclamò prendendo un fazzoletto e pulendosi.
<< Mi ricordo che una volta è venuta a dormire da noi e l’aveva messo nero solo che dopo mi ha beccato e mi ha dato uno schiaffo. Il segno è rimasto per giorni e tutti a scuola mi prendevano in giro… >> disse Mikey con lo sguardo basso toccandosi la guancia per ricordare.
<< Scommetto che era ancora più figa… >> aggiunse Frank con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Sicuramente! >> disse ed entrambi si diedero il cinque. Gerard da quella conversazione rimase stupito.
<< Siete cretini o cosa? Qui si parla della mia migliore amica. Ray tu che ne pensi? >>.
<< L’ho sempre detto che è una figa sei tu quello che ti ostini a fare il bravo ragazzo… >>.
<< Uno che fuma e beve tutto il tempo è proprio un bravo ragazzo! >> esclamò Frank con sarcasmo.
<< Abbassa la voce! >> disse Gerard dandogli un pugno sul braccio <>.
<< Io mi domando perché non sente la puzza del fumo… >> disse Mikey guardandolo sdegnato.
<< La sigaretta la fumo dopo averla vista… >>.
<< Che mi dici di quelle bottiglie in camera tua? >> domandò Ray.
<< Q-quali b-bottiglie? >>.
<< Quelle sotto il letto che ogni giorno che passa diminuiscono… >> disse d’un fiato Mikey guardandolo male, tutti lo fecero.
<< P-perché mi guardate così? >>.
<< Devi smetterla o ti rovinerai cretino! >> esclamò Frank dandogli uno schiaffo in testa.
<< Scommetto che Jaina non sa niente di tutto questo… >> aggiunse Ray.
<< No. Non mi perdonerebbe mai e voglio che si fidi di me… >>.
<< Ci avevi promesso che smettevi! >> disse Mikey con un tono accusatore.
<< Lo farò, lo farò… >> e in quel momento Jaina piombò in cucina col fiatone e i battiti cardiaci alle stelle.
<< Ragazzi non potete capire chi mi ha chiamato! >>.
<> domandò Ray.
<< Il proprietario di un locale mi ha detto che stasera dovete esibirvi al… >> fece per un attimo mente locale << Quel locale in centro popolare, non mi ricordo come si chiama… >>.
<< Quello? E’ orribile! >> esclamò sconvolto Mikey.
<< Non mi interessa, vi esibirete e basta! >> disse la ragazza sorridendo.
<< Vedo che ti sei rivestita… >> notò Frank con uno sguardo malizioso.
<< Abbiamo chiarito ma dopo quello che è successo oggi non rivolgermi più la parola… >> rispose allontanandosi da lui.
<< E’ meglio che andiamo altrimenti arriveremo tardi per il traffico. Ray sarà meglio andare a casa tua a prendere chitarre e tutto il resto… >> propose Gerard e il ragazzo annuì, infatti, andarono a casa sua per prendere gli strumenti e dopo si recarono subito al locale. Appena entrati, notarono la grande confusione e alcuni ragazzi che provavano con delle chitarre ciò lasciò dedurre a Jaina che non si esibivano solamente loro. D’un tratto arrivò una ragazza bionda con un foglio tra le mani e una penna che li fermò.
<< Voi siete i My chemical romance? >>.
<< Chi sarebbe lei? >> domandò stranita Jaina.
<< Quella che dice ai gruppi quando devono esibirsi! >> esclamò con una voce molto irritante. << Tra cinque minuti sul palco! >> e detto questo si allontanò.
<< Senti Jaina… >> disse prendendola per il braccio << Io non credo di farcela sta succedendo tutto troppo in fretta… >>.
<< Ricorda quello che ti ho detto e andrà tutto bene… >> quel tono rassicurante non aiutò molto. Il ragazzo era molto agitato, infatti, si limitò solamente ad annuire mostrando un sorriso forzato.
<< Hai dell’acqua? >> domandò nervoso.
<< Posso vedere se c’è ma…ti senti bene? >> disse mettendogli una mano sulla spalla.
<< Si sto bene. Vai altrimenti muoio disidratato… >>.
Jaina si allontanò perplessa ma la grande confusione le impediva di andare dove pensava. Sembrava girasse continuamente intorno quando si appoggiò ad una porta per prendere fiato e cadde per terra visto che qualcuno l’aveva aperta.
<< Scusami, ti sei fatta male? >> domandò una voce sottile.
“Perché devo cadere sempre per terra?”pensò sospirando con una mano in faccia. Aprì gli occhi e vide una ragazza dai capelli lisci neri raccolti da due codine, occhi castani e dalla pelle chiara. Dall’espressione molto graziosa e Jaina pensò subito che somigliasse a un tenero folletto.
<< Sto bene grazie mille… >> rispose sorridendo e alzandosi. La ragazza indossava una giacca senza maniche rossa, con una mini gonna a quadretti, calze a rete e stivali neri.
<< Questo è il bagno delle ragazze non dovevi appoggiarti alla porta! >> esclamò con una strana risata.
<< Avevo la testa altrove. Sai dove posso trovare dell’acqua? >>.
<< Sì più avanti c’è un bar! >> disse annuendo e il quel momento Jaina notò che aveva con sé una chitarra.
<< Suoni? >> domandò sorpresa.
<< Sì. Sono la bassista dei Mindless Self Indulgence. >> rispose con un sorriso.
<< Ho sentito parlare di questa band. Come ti chiami? >>.
<< Lindsay Ballato ma chiamami Lynz ti prego… >>.
<< Va bene! >> disse ridendo << Io mi chiamo Jaina Prodmoure… >>.
Uscirono e camminarono più avanti fino ad arrivare al bar citato prima dalla ragazza dove Jaina comprò una bottiglia d’acqua e stranamente quando tornò vide i ragazzi sul palco  che stavano per iniziare.
“Non mi hanno detto niente…”pensò delusa la ragazza, << Sono la manager di quella band… >>.
<< Dopo quella c’è il mio gruppo! >> disse indicandoli e dirigendosi da esso accompagnata da Jaina.
I ragazzi iniziarono a esibirsi e la prima canzone fu Skylines and Turnstiles. La ragazza ricorda bene quando fu scritta quella canzone, esattamente il giorno dopo l’undici settembre 2001 ovvero quando crollarono a New York le torri gemelle. Ricorda ancora la paura negli occhi di Gerard che aveva assistito a quella catastrofe e ricorda anche che passò diversi giorni con lui per farlo uscire dal trauma. 
<< Sono davvero bravi! >> esclamò Lynz sorpresa ma improvvisamente la sua faccia cambiò e diventò stranita.
<< C-che s-tanno facendo? >> domandò non capendo la situazione.
<< Ma che… >> Jaina non poté finire la frase perché rimase a bocca aperta. Vide Mikey. Frank e Ray a terra che suonavano e ridevano da soli come tre deficienti, Matt che alla batteria aveva un ritmo tutto suo e Gerard che cantava parole incomprensibili e che alle volte rideva anche lui senza un motivo preciso.
<< Hanno bevuto?! >> esclamò ridendo il ragazzo accanto a Lynz.
<< Anche tanto direi! >> continuò la ragazza ridendo e Jaina dalla vergogna si sarebbe sparata due colpi alla nuca ben volentieri.

Gerard non prenderà mai in giro Jaina, crediamoci.

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Capitolo 8
*** -Cap 8. Troppo zucchero fa male ai denti. ***


Qui c'è troppo diabete tra Gerard e Jaina ma infondo a lui non dispiace! Ahahahah

Pensare è sempre stato un problema. Odiava avere qualcosa per la testa preferiva essere spensierata e senza problemi ma questa volta non era così. Nemmeno quella passeggiata in bici sembrava aiutarla anzi stava peggiorando la situazione. Si fermò in un parco così decise di posare la bici e sedersi ai piedi di un grande albero. C’era un leggero venticello che lei odiava tanto benché fosse settembre. Portò le ginocchia al petto dove sopra teneva le braccia conserte e la testa appoggiata. Perché si era comportato in quel modo? Perché l’aveva fatto?. Erano questi i pensieri che affollavano la mente della ragazza dopo quella sera. Forse l’unica cosa positiva furono i soldi che le dettero. Quello spettacolo era troppo imbarazzante per lei che lasciò subito il locale confusa, arrabbiata e anche un po’ triste. Aveva il cellulare spento da giorni, non voleva sentire nessuno.
<< Che stai facendo? >> domandò una voce familiare.
<< Sto aspettando di morire… >> rispose alzando la testa e vedendo Lynz davanti a lei sopra una bicicletta da passeggio bianca.
<< Non mi dire che è per quella serata >> disse mettendo il cavalletto e sedendosi accanto a lei.
<< Mi hanno messo totalmente in imbarazzo! >> esclamò stringendo forte la manica della maglietta << Adesso se voglio procurargli un altro locale dove suonare quelli mi diranno “My chemical romance? Quella band di schifosi alcolizzati? No, grazie.” >> continuò con pesante cinismo.
<< Dovresti vederla da un altro punto di vista magari hanno bevuto perché erano nervosi… >>.
<< L’alcool non risolve niente e io odio la gente che beve solo per dimenticare i propri problemi oppure per far passare la paura come in questo caso… >>.
<< Non dovresti essere così cattiva pure io l’avrei fatto… >> e in quel preciso istante la ragazza fu fulminata dallo sguardo freddo di Jaina << …però ero sobria! >> esclamò sorridendo.
<< Non posso più guardarlo in faccia…non ci riesco… >> disse chiudendosi come un ghiro.
<< Io credo che dovresti parlargli e risolvere la situazione. Da quanto non lo senti? >> domandò estraendo un piccolo elastico rosso dai suoi pantaloni e intrecciando i suoi capelli con l’intenzione di fare una treccia.
<< Due giorni. Ha provato a chiamarmi ed è anche venuto a casa mia per scusarsi però siccome lo ignoravo dopo il terzo tentativo, ha rinunciato… >>.
<< Te lo ripeto. Parlagli! >>.
<< Benché sia il mio migliore amico è difficile, credimi… >> a quelle parole la ragazza sobbalzò e finì di farsi la treccia.
<< Il tuo migliore amico? Sei proprio una cretina se non vuoi più parlargli per questo motivo! >> disse spingendola fino a farla cadere. Jaina esclamò un gemito di dolore e lentamente si ricompose.
<< Mi hai fatto male! >> esclamò lei arrabbiata.
<< Te lo meriti! Dimmi un po’ a lui tieni tanto? >> domandò con tono antipatico.
<< Certo che tengo tanto a lui! >> rispose alzando la testa <> la ragazza si fermò e con tutti quei ricordi in testa le scese una lacrima << …l’unico che mi conosce veramente… >> continuò con una mano in faccia. Odiava che le persone la vedessero piangere, solo quel ragazzo l’aveva vista in quello stato.
<< Smettila con questo stupido orgoglio e vai da lui! >> disse alzandosi e prendendola per il braccio la tirò su. Jaina aveva gli occhi rossi e il mascara che l’era colato per tutto il viso << Tieni… >> continuò l’amica dandole un fazzoletto e un bigliettino.
<< Grazie… >> rispose la ragazza prendendolo e pulendosi. << Hai ragione devo chiarire con lui. Grazie Lynz! >> continuò abbracciandola con un sorriso e dopo aprì il bigliettino con sopra scritto il suo numero.
<< Se hai bisogno di qualunque cosa parla con me! Convinco bene le persone con le mie idee… >> disse quasi vantandosene e Jaina la spinse. << Dimmi tutto domani! >> aggiunse l’amica salendo sulla sua bici allontanandosi dalla ragazza che annuì. Dopo diverse ore decise di prendere la sua bici e avviarsi verso casa sua ma arrivata lì non trovò nessuno. Si guardò più volte intorno e salì al piano di sopra dove lo trovò incappucciato al tavolo da disegno. Bussò alla porta e lui di scatto si girò.
<< C-ciao… >> disse con lo sguardo basso. Si rendeva conto di aver sbagliato nei suoi confronti e oltre a scusarsi non aveva proprio idea di come rimediare. Non erano più dei bambini, ai tempi un loro litigio non durava nemmeno cinque minuti e Gerard per scusarsi le dava solitamente un ovetto di cioccolata. La ragazza si avvicinò e notò il disegno che stava colorando.
<< E’ bello… >> mormorò e il ragazzo smise di colorare. Posò il colore e la guardò con la coda dell’occhio.
<< Grazie… >> disse prendendo un colore a spirito rosso << Questo colore ti piace no? >>.
<< E’ il mio preferito, lo sai bene… >> fece un sorriso e lui ricambiò. << Mi ricordo ancora quando facevi i miei disegni durante l’ora di arte e la professoressa quando li vedeva mi diceva sempre “I suoi disegni somigliano troppo a quelli del Sig.re Way!” >> continuò e all’ultima frase fece una voce parecchio stridula e lui rise.
<< E tu “Professoressa non è colpa mia se abbiamo la mano in comune!” >> ed entrambi risero. Lui si levò il cappuccio e spostò lo sguardo rimanendo meravigliato da quegli occhi azzurri che tanto gli piacevano ed improvvisamente Jaina si senti in imbarazzo.
<< Perché mi guardi in quel modo? >> disse portandosi una mano dietro la testa e lui sembrò rimanere senza parole.
<< Ni-niente. Scusa Jaina non ho ovetti di cioccolata da darti… >> rispose riprendendo a colorare e in quel momento la ragazza mise una mano sullo schienale della sedia e lo tirò verso di sé creando un po’ di distanza e dopo si sedette sulle sue gambe << Che sta-stai fa-facendo? >> domandò con le mani incrociate dietro la nuca guardandola in modo strano.
<< Io sono stata cattiva nei tuoi confronti. Nonostante ti sei scusato non ti ho calcolato e questo mi fa sentire in colpa… >> con le braccia conserte aveva lo sguardo altrove e muoveva continuamente la gamba destra segno di nervosismo ma lui sorrise e le mise una mano sul ginocchio massaggiandolo dall’alto verso il basso.
<< Sono stato io lo stupido. Non dovevo dare retta a Mikey quando ci aveva consigliato che bere faceva passare la paura… >>.
<< Ci inventeremo qualcosa se in un intervista dovessero chiedervelo… >> si appoggiò al suo petto e lui la cinse tra le sue braccia.
<< Sono contento che abbiamo chiarito. Io non potrei vivere senza te… >> continuò stringendola più forte e lei chiuse gli occhi sorridendo. Si sentiva bene tra le sue braccia, si sentiva protetta.
<< Il miele ti fa male… >> disse lei sarcastica e lui rise.
<< E’ la verità. Rimani da noi stasera? >> le sussurrò all’orecchio.
<< Non posso. Stasera c’è la maratona di film di Harry Potter e non posso perdermela! >> si alzò di scatto e lui mise una mano in faccia.
<< La vedrai con Frank? >> quel nome fece diventare Jaina un pezzo di ghiaccio.
<< Quel nano subdolo e pervertito deve stare lontano da me! >>.
<< Perché? >>.
<< Mi ha vista… insomma…mi ha vista…in int-intimo… >> arrossì molto e lui rise.
<< E allora? Io ti ho vista pure in costuma…bagnata… >> le lanciò un sorriso malizioso e si morse il labbro inferiore.
<< Smettila di fare il morto di figa! >> gli diede uno schiaffo in testa e lui rise << Adesso vado, ci sentiamo domani cretino! >> con gesto di mano la salutò e lei scese le scale quando si scontrò leggermente con una persona al piano di sotto.
<< Perché devo sempre incontrarti così? >> mise una mano sulla spalla e la guardò male.
<< C’est la vie… >> rispose lei alzando gli occhi e nello stesso momento che stava per uscire notò qualcosa per terra. Un pacco di Marlboro rosso.
<< Frank hai dimenticato qualcosa! >> le prese e lo guardò molto male sembrava quasi delusa. Lui invece la guardò e appena vitte quelle sigarette alzò un sopracciglio.
<< Non sono io che fumo quelle sigarette… >> disse avvicinandosi.
<< Sono cadute dalla tua tasca. Non puoi negare l’evidenza… >> sorrise soddisfatta tenendo il pacchetto davanti al ragazzo che sospirò.
<< Le ho comprate per una persona… >>.
<< Smettila con queste bugie o Pinocchio diventerà geloso del tuo naso! >>.
“Odio quando non mi credono…”pensò Frank con una mano in faccia.
<< Gerard fuma quelle sigarette… >> disse d’un fiato e la ragazza sgranò i suoi grandi occhi azzurri.
<< No… >> scosse la testa << Non ci credo… >>.
<< Non sto mentendo è così. Non trarrei nulla da questa bugia… >>.
<< Si invece! Vuoi farmi litigare con lui sei proprio un nano subdolo e pervertito! >> buttò con violenza il pacchetto a terra e lui si avvicinò lentamente tanto che la ragazza stranita iniziò ad indietreggiare e d’un tratto sbatté sulla porta.
<< Guardami in faccia! No, anzi guardami negli occhi. Non sono stato mai così serio in tutta la mia vita! >> mise una mano sulla porta e a pochi centimetri da lui la guardava con uno sguardo freddo, lei invece scivolò un po’ non sapeva cosa fare. Abbassò gli occhi verso le sue labbra carnose e il piercing, risalì con lo sguardo e appena vide i suoi occhi i suoi neuroni andarono a farsi fottere. Non riuscì a spiccicare parola rimase incantata da quel colore verde-castano tanto strano quanto stupendo. In quel preciso istante afferrò la maniglia della porta e riuscì ad uscire.
Sospirò.
<< Nano subdolo e pervertito… >> mormorò allontanandosi.

 

La parte finale ha fatto sclerare una persona che conosco e non posso darle torto. Anch'io se la rileggo sclero e faccio film mentali assurdi Ahahahahah

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Capitolo 9
*** -Cap 9. Nuovi incontri. ***


Lasciatemi dire che amo il comportamento di Frank in questo capitolo. Odioso ma divertente.

Erano circa le due del pomeriggio quando si svegliò con un forte mal di testa e senza neanche aprire gli occhi portò le mani alle tempie massaggiandole. Sì alzò lentamente e quando aprì gli occhi si rese conto di essersi addormentata nel divano del salone davanti al televisore ancora acceso. Lo spense e notò che il mobile era sporco di pop corn, patatine e caramelle gommose.
“Devo smetterla di addormentarmi in questo modo…”pensò prendendo dalla cucina un sacchetto e buttando tutto lì dento. Ritornò in cucina e appena prese il suo cellulare vide qualcosa di insolito. Sette chiamate perse.
La ragazza aveva una faccia da punto interrogativo e pensò subito a Lynz però quando prese il biglietto con sopra il suo numero e lo confrontò con quello del cellulare notò che erano diversi. Memorizzò il numero dell’amica ma quel dubbio rimaneva.
Chi poteva essere? Proprio in quell’istante il telefono risuonò, era sempre quello strano numero così Jaina rispose.
<< P-pronto? >> domandò con una voce incerta passandosi una mano tra i capelli.
<< Finalmente ha risposto! Lei è Jaina Prodmoure? >> rispose una voce veloce e stridula, sicuramente una voce femminile.
<>.
<< Mi chiamo Sarah Lan e sono una giornalista. Intervisto le giovani band emergenti e da qualche ricerca che ho fatto lei risulta essere manager di un gruppo davvero interessante soprattutto dal nome i My chemical romance, giusto? >>.
<< Sì esattamente. Vuole intervistarli? >> ritornò nel salone e si buttò a peso morto sul divano.
<< Ho anche assistito al loro primo concerto, sa mi trovato in quel locale per una pura coincidenza… >> quella voce iniziò a essere davvero irritante per la ragazza.
<< Senta, posso spiegarle tutto. Non si drogano hanno solamente bevuto un po’ e… >>.
<< …ma scherza?! Sono stati fantastici! Li voglio nel mio studio che si trova vicino alla stazione alle tre e mezza precise >> riattaccò subito e Jaina passo diversi secondi a fissare il cellulare. Dopo capì che doveva avvertire Gerard però un altro pensiero le passò in testa nello stesso istante. Mise una mano sulla fronte e col pollice destro compose un numero e avviò la chiamata ma niente. Riprovò più volte e alla quinta volta finalmente rispose.
<< Altre due volte potevi chiamare eh! >>.
<< Non mi rispondevi… >>.
<< Sono alle prove Jaina, ricordi che ho un gruppo? >>.
<< Ho bisogno di parlare con te… >>.
<< E’ successo qualcosa? >>.
<< Ecco…diciamo di sì… >>.
<< Devo preoccuparmi? >>.
<< Dipende da come la vedi… >>.
<< JAINA CHE CAZZO DI RISPOSTA E’? Comunque io sto finendo ci vediamo tra quindici minuti al parco va bene? >>.
<< Va bene… >> chiuse la chiamata e si diede un forte schiaffo sulla faccia. Non le piacevano le menzogne, odiava i bugiardi però sembrava esserci un pizzico di verità in quegli occhi cangianti. Forse era solo una sensazione.
“Odioso nano malefico! Quanto ti odio!”pensò dimenandosi del divano.
Sospirò, si alzò ancora con mille pensieri in testa e decise di darsi una sistemata. Jeans, converse e maglietta andavano più che bene poiché era il suo classico abbigliamento peccato che nello scegliere i vestiti, alle volte, impiegava molto tempo. Persino Gerard aveva rinunciato a uscire il sabato sera con lei per questo motivo.
“Questo non va bene, questo è troppo largo, questo non so dove abbinarlo!”pensò frugando nel suo grande armadio e dopo un quarto d’ora scelse dei pantaloni verdi, una maglietta rossa e le sue classiche converse nere. Solamente quando vide l’orario evitò di truccarsi e scappò di casa per raggiungere il parco in bicicletta quando arrivata lì Lynz la guardò malissimo a braccia conserte.
<< Scusami! Quando mi vesto perdo sempre tempo… >> si fermò e con una mano sul petto iniziò a fare profondi sospiri visto che sentiva il cuore battere peggio di un centometrista.
<< Tranquilla adesso vuoi dirmi cos’è successo? >>.
<< Ecco… >> mise il cavalletto e si sedette sulla panchina davanti alle due << Se un tuo più caro amico ti mentisse su una cosa e poi vieni a saperlo da un suo amico, cosa faresti? >>. Lei rifletté un attimo guardando fisso nel vuoto e dopo rispose.
<< Dipende su cosa ha mentito ma ti conviene spiegarmi bene la situazione… >> disse sedendosi accanto a lei.
<< Frank mi ha detto che Gerard fuma ed io non lo sapevo. Non so se mi abbia mentito o detto la verità… >>.
<< Ah! Sono quelli dei My chemical romance, giusto? >>.
<< Sì. Gerard è il cantante e Frank è il nano pervertito e malefico… >>.
<< L’ho presente Frank. E’ un davvero carino! >> esclamò sorridendo.
<< Da ubriaco? Sì, davvero carino… >> rispose l’amica con sdegno.
<< Comunque mi sembrava un problema peggiore! Posso confermarti io. Quella sera finito il concerto l’ho visto fumare sul retro del locale. >> disse annuendo e l’amica rimase allibita.
<< P-perché non me l’ha detto? Noi non abbiamo mai segreti… >> delusa si portò una gamba al petto e la strinse.
<< Forse aveva paura di essere giudicato male da te. Ho proprio voglia di conoscerli… >> disse con un gran sorrisone.
<< Oggi avranno l’interv…ista. L’intervista!!! >> urlò alzandosi di scatto.
<< Quale intervista? >>.
<< Ho prenotato un’intervista e nemmeno gliel’ho detto! Andiamo su! >> entrambe salirono sulle loro bici e Lynz seguì Jaina verso la casa del suo migliore amico. Arrivate lì buttarono le bici nel cortile e la ragazza dagli occhi azzurri aprì immediatamente la porta trovando per puro caso tutto il gruppo in cucina.
<< Jaina! >> esclamò Mikey abbracciandola subito << Scusami, scusami. Sono stato un cretino non dovevo dire agli altri di bere. Scusami, scusami! Adesso non ti piacerò più… >> continuò dispiaciuto stringendola forte e la ragazza con un po’ di difficoltà riuscì a liberarsi.
<< Mikey… primo tu non mi sei mai piaciuto, secondo ho già chiarito con tuo fratello >>.
<< Io ero contrario mi hanno costretto! >> si giustificò Ray.
<< Concordo! >> continuò Matt.
<< Non inventate scuse ormai è passato e non voglio più pensarci. Ah, questa qui che vedete con me è Lynz, una mia amica>> la ragazza fece un gesto di mano e tutti i ragazzi la salutarono tranne uno << Frank perché non saluti? >> domandò con un sorriso forzato.
<< Non vedi che sto leggendo il giornale? Comunque ciao! >> fece un breve cenno di mano senza distogliere lo sguardo dalla rivista. Jaina sospirò e lo guardò male.
<< Devo comunicarvi una buona notizia. Una giornalista mi ha chiamato e vuole intervistarvi… >>.
<< Dici sul serio?! >> esclamò sorpreso Gerard.
<< Sì ed è una buona occasione per spiegare lo strano comportamento che avevate al primo concerto… >> li guardò tutti male e Mikey l’abbracciò ancora.
<> e le diede un bacio sulla guancia.
<< M-Mikey! >> lo spinse e si stropicciò fortemente la guancia << Mi hai abbracciato due volte e mi hai anche baciato. Dovrà bastarti per il resto della vita comunque dobbiamo sbrigarci sono le… >> diede un sguardo all’orologio che teneva al polso e vide che erano le 15:01!
<< E’ alle tre e mezza dobbiamo sbrigarci altrimenti faremo tardi! >> di scatto tutti uscirono e decisero di prendere la macchina di Gerard. << Noi andremo in bici la redazione è vicino alla stazione >> il ragazzo annuì e si diressero nel luogo detto da Jaina. La riconobbero subito e appena entrati furono assaliti dagli altri giornalisti per un autografo o qualche domanda.
<< Lynz seguimi! >> prese la sua mano e riuscirono ad uscire da quella grande folla.
<< Fanno sempre così questi maledetti giornalisti! E’ strano che non mi abbiano riconosciuto… >>.
<< Meglio così! >> la ragazza dagli occhi azzurri alzò i suoi capelli e sventolò la sua mano destra velocemente. Dopo tutto quello che era successo sentiva molto caldo esattamente come la sua amica e in quel momento la folla si dileguò lasciando ai ragazzi un attimo per riprendere fiato e loro, Jaina e Lynz vennero avvicinati da una donna vestita elegante dai capelli neri legati e occhiali rotondi sul naso.
<< Lei sarebbe Jaina Prodmoure? >>.
<< Sì e lei sarebbe Sarah Lan? >>.
<< No, la sua segretaria. Al momento la signora Lan è impegnata vi chiedo scusa per il comportamento degli altri giornalisti non si contengono mai quando vengono le celebrità! >>.
<< Dovremo abituarci… >> disse Gerard.
<< Spero proprio in fretta! >> sorrise e si allontanò. Mikey intanto prese qualcosa dalla sua tracolla.
<< Se dobbiamo aspettare meglio, così finisco il gioco sulla PSP… >>.
<< Ma come Mikey. Niente libri sui unicorni? >> domandò sarcastico Frank e il bassista lo guardò male per poi iniziare una partita alla console.
<< E pensare che mi va dietro dall’elementari, vedi perché non mi piace? >> bisbigliò Jaina all’amica che annuì.
Gerard invece era molto nervoso. Si guardava attorno e si toccava ripetutamente le tasche dei jeans o della giacca in cerca di qualcosa. Si allontanò verso un’altra stanza e la ragazza notò che Frank la guardava divertito.
<< Cerca queste… >> disse con in mano un pacchetto di sigarette << L’ho tenuto io alla fine… >>.
<< Vuoi una medaglietta? >>.
<< No, voglio assistere allo spettacolo che ci sarà tra cinque minuti… >> con un ghigno beffardo agitò il pacchetto davanti a se e la ragazza lo prese con violenza e andò dal suo migliore amico che intanto camminava nervosamente senza fermarsi.
<< Hey! >> esclamò la ragazza e lui si voltò << Cerchi queste? >> sorridendo gli porse il pacchetto e lui sembrò quasi svenire.
<< Posso spiegarti… >> disse indicandolo.
<< Le sigarette contribuiscono al 25% dell’allargamento del buco dell’ozono! >> alzò la voce fulminandolo con lo sguardo e lui istintivamente mise una mano in faccia. Sembrava quasi un bambino che veniva rimproverato dalla madre.
<< I-io p-posso spiegarti… E’ colpa di Frank! >> arrabbiato pure lui indicò qualcuno dietro la ragazza. Quest’ultima si girò e vide il ragazzo citato prima.
<< Che cacchio fai qui? >> disse Jaina a braccia conserte.
<< Te l’ho detto >> prese una sedia vicino alla porta e la mise davanti ai ragazzi, si sedette e aprì un pacco di patatine << Voglio assistere allo spettacolo! >>.
<< Tutto è iniziato da una scommessa, lui riteneva che io non fossi capace a fumare una sigaretta e invece gli ho dimostrato che non è così… >>.
<< Veramente sei stato tu a chiedermi se avevo delle sigarette e quella volta siccome non avevi soldi le ho comprate io… >> disse con la bocca piena. Jaina era stupita di come Frank dicesse quelle cose tranquillamente come se avesse la coscienza pulita.
<< Stai mentendo! >>.
<>
<< Adesso basta! Frank vattene! >> disse indicando la porta.
<< Non ho visto la parte più bella quella dove lui dice la verità e tu lo picchi… >> si alzò e la ragazza lo spinse verso l’uscita chiudendo la porta.
<< Avanti dimmi. E’ la verità? Non ti faccio niente non ascoltare quel perfido nano… >>.
<< P-potrebbe e-essere vero… >> andò verso la finestra osservando le strade della città.
<< Perché non me l’hai detto? >>.
<< Vedi Jaina questo non è un bel periodo per me… >>.
<< Che intendi? >> preoccupata si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
<< Sapevo che tu odiavi il fumo per questo non te l’ho detto. Adesso che lo sai non mi starai più accanto sicuramente… >>.
<< Non abbandono il mio migliore amico per questo motivo. Dovrai solo portarti sempre delle chewingum se vuoi starmi vicino… >>. La guardò stupito ma dopo capì e fece un mezzo sorriso.
<< Adoro il tuo sarcasmo… >> risero e lui la guardò per un attimo senza dire una parola.
<< Devi dirmi qualcos’altro per caso? >> lui scosse la testa e distolse lo sguardo.
<>.
“Non ci credo nemmeno in punto di morte ma questo non è il momento adatto…”pensò Jaina alzando un sopracciglio. Qualcuno in quel momento aprì violentemente la porta.
<< Gee andiamo dai! >> esclamò Matt e il ragazzo si allontanò quando Jaina lo fermò prendendogli il braccio.
<< La cosa migliore in questi casi è essere sinceri. Solo quello… >> lui annuì e uscì dalla stanza con Jaina. Proprio lì vicino c’era Lynz seduta su una sedia con due giornalisti.
<< Alla fine ti hanno beccata !>> disse ridendo e lei la guardò male.
<> domandò il giornalista alla sua sinistra. Dall’aspetto sembrava giovane quasi della stessa età di Jaina. Alto e col viso dai tratti ben definiti, moro dagli occhi blu e con un bel sorriso. Non era vestito troppo elegante ma casual.
<< Mi chiamo Jaina e sono la manager della band che è stata assalita dai giornalisti poco fa… >>.
<< Ah sì i My Chemical Romance! Mi piace la loro musica. Io mi chiamo Jake Red e faccio da poco il praticantato… >>.
<< Dev’essere davvero bello! >>.
<< Come te! >> risero lasciando intendere uno strano presentimento a Lynz.

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Capitolo 10
*** -Cap 10 Nuove Esperienze. ***


So perfettamente che tra Bullets e Revenge è passato un anno ma in questa fanfiction "Revenge" sarà il periodo più lungo e ho pensato che Gerard deluso dallo scarso successo del primo CD pensa di farne un altro, quello che tutti conosciamo ^^


Da quell’incontro passarono parecchie settimane e Jake si mostrò subito interessato a Jaina tanto da darle il suo numero di cellulare. I due si sentivano continuamente e quel pomeriggio la ragazza si trovata a casa sua con Lynz e stavano disputando una partita a carte sul letto in camera sua. I My Chemical Romance invece avevano fatto parecchi concerti con altre band anche in altre città e si stavano facendo conoscere.
<< Lynz ti ricordi di quel Jake che avevo incontrato qualche giorno fa alla redazione giornalistica? >> domandò sistemando le sue carte.
<< Ehm sì, perché? >>.
<< Si capisce troppo che gli piaccio, mi ha dato anche il suo numero ed io ho fatto lo stesso per non essere scortese… >>.
<< Qui la domanda sorge spontanea… ti piace? >> disse con il mazzo di carte a ventaglio davanti al mento.
<< Moro con gli occhi blu. A me piacciono tanto i tipi così poi è anche carino quindi diciamo di sì… >> pescò una carta e quando si rese conto di non poterla tirare sbuffò ma proprio in quel momento il suo telefono squillò. Si alzò di scatto e lo prese rispondendo alla chiamata del ragazzo della discussione precedente.
<< Pronto? >>.
<< Hey Jaina! Come stai? >>.
<< Ehilà! Bene te? >> sorridendo si sedette nel letto e Lynz la cui curiosità era tanta, si avvicinò all’amica ponendo il suo orecchio accanto al telefono.
<< Bene grazie. Senti tra un po’ finisco di lavorare che ne dici di uscire stasera? Andiamo un po’ un giro… >>.
<< Per me va benissimo! >>.
<< Va bene. Se mi spieghi dove abiti, ti vengo a prendere… >> Jaina rimase in silenzio e guardò l’amica cercando di contenere la sua gioia ma ella le fece segno di rispondere.
<< Ecco non so se hai presente quel parco che c’è in centro e il bar vicino. La casa che sta davanti al bar… >>.
<< Ah! Sì ho capito bene! In quel bar ci passo spesso… allora passo verso le 19.00? >>.
<< Va bene… >>.
<< A dopo allora… >>.
<< Sì… ci sentiamo… >> chiuse facendo un sorriso da ebete e Lynz la spinse facendola cadere.
<< State insieme! >>.
<< No, lui non mi ha detto niente… >>
<< E’ una cosa assurda! Tu gli piaci, lui ti piace uscite pure insieme e dici che non state insieme?! Sei proprio stupida! >> la ragazza si rialzò e per un attimo capì che forse l’amica aveva ragione.
<< Non voglio correre vedremo stasera come andranno le cose…>>.
<< Jaina! >> esclamò una voce dal piano di sotto << Sei in casa? >>.
<< Questo è Gerard! Devo dirglielo! >> tutta contenta scese di corsa al piano di sotto e appena vide il ragazzo iniziò a saltellare << Non puoi capire quello che è successo! >>.
<< Smettila di saltare come un coniglio e dimmi tutto! >> la fermò e in quel momento scese pure Lynz.
<< Ciao Gerard… >> salutò timidamente.
<< Ciao Lynz, come va? >> disse disinvolto.
<< Ehm…ecco…>> si portò una mano dietro la testa << Bene! Si si sto bene, grazie!>> sorrise e si mise accanto all’amica.
<< Comunque! >> esclamò Jaina attirando l’attenzione << Jake, il tizio della redazione giornalistica mi ha chiesto di uscire e ho detto sì! >> riprese a saltellare sorridendo.
<>. Poveretto una simile notizia non l’aspettava proprio.
<< Sì ma… >> disse andando in cucina ed entrambi i ragazzi la seguirono << A che devo la tua visita? >>.
<< Volevo vederti e parlarti del nuovo album… >>.
<< Vuoi fare un altro album? Che bella notizia! Avanti spara, che idea hai? >>.
 <> disse con nonchalance.
<< Ma… >> la ragazza rimase meravigliata da quelle parole << Che bella storia... >> rispose meravigliata. Da come lo guardava, sembrava una bambina che aveva visto qualcosa di eccezionale. Lui arrossì e si allontanò.
<< A me invece mette i brividi… >> aggiunse Lynz spaventata.
<< Non è vero! Verrà fuori un bell’album me lo sento e sarò ricca visto che quest’album non mi ha portato tanti soldi! >> risero ma poi alla fine Jaina non aveva torto.
<< Donna io devo andare a una riunione con i membri della band, domani voglio sapere tutti i particolari! >>.
<< Li avrai, li avrai! >> rise e salutò entrambi i ragazzi uscendo.
<< Va bene visto che sei qui mi aiuterai a scegliere i vestiti per stasera! >>.
<< Devo proprio? >> disse con una mano in faccia.
<< Certo! Lynz è uscita e ho bisogno di qualcuno che mi dia qualche consiglio su quale vestito mi sta meglio… >>  lo trascinò in camera sua e la ragazza prese quasi tutti i vestiti che aveva.
<< Dovresti farle con una ragazza queste cose… >>.
<< E’ capitato che in passato mi aiutassi a scegliere i vestiti da mettere prima di un appuntamento, che ti prende? >> domandò con una faccia stranita.
<< Niente lascia stare… >> disse sedendosi sulla sua scrivania.
<< Sicuro di stare bene? >>.
<<Sto bene, fidati…>> disse sorridendo.
<< Ho capito! E’ per quella ragazza che ti piace, vero? >>.
<< Ecco… forse… >>.
<< Questa ragazza è interessata a te? >> domandò scartando o abbinando qualche jeans a una maglietta.
<< No, non lo è mai stata però mi piace tanto quando mi dimostra il suo affetto… >> risponde guardandola.
<< Forse le piaci anche tu! >>.
<< Lo escludo a lei piacciono i tipi mori con gli occhi azzurri e una bella personalità… >> e in quel momento Jaina smise di toccare i vestiti e lo guardò per un secondo. Lui ebbe paura, forse aveva capito.
<< E questa qui non ti preferisce per loro?! Insomma, anche a me piace quel tipo di ragazzo ma tu sei tanto dolce e carino. Questa ragazza è cieca! >> riprese ad abbinare i vestiti e Gerard la guardò demoralizzato ma tirò anche un sospiro di sollievo.
<< E’ anche parecchio stupida… >>.
<< Soprattutto stupida! >> esclamò e finalmente scelse. Un pantalone nero e una maglietta arancione. << Che ne dici? >>.
<< Mmmh… >> guardò gli altri vestiti e indicò la maglietta scuotendo la testa << …metti quella rossa. Ti sta molto bene il rosso… >>.
<< E’ vero! Hai ragione ma dimmi un po’ che tipo è questa qui… >>.
<< Che tipo è? >> tossì << Ecco…lei è…insopportabile. A volte la odio per il suo caratterino ma forse è proprio quello che mi piace tanto di lei. Capita che si sottovaluti spesso e non deve farlo perché è una fantastica persona poi mi ricordo che una volta mi disse che era brutta e lo pensò perché alle superiori la prendevano spesso in giro ma io non credo proprio soprattutto per il suo tenero viso e i suoi stupendi occhi azzurri che boh quando mi fissa io… entro nel pallone, mi perdo in un bicchiere d’acqua e le dico sempre sì. Ne abbiamo passate tante e tante ne passeremo, io starò sempre accanto a lei… >>.
<< Che belle parole! Gerard si vede che ti piace tanto ma… come si chiama? >>.
Ecco, un altro colpo al cuore. Chiunque l'avrebbe capito se fosse stato in lei ma la perspicacia non è una sua dote naturale. La signora del dolore colpisce ancora.
<< Come si chiama? >> tossì ancora << Si chiama… Ashley! >>.
<< Ashley? Non la conosco… >> disse guardandolo male.
<< Perché mi guardi così? Sei gelosa? >> domandò lui divertito.
<< Abbastanza, sei il mio migliore amico… >> lo abbracciò e lui fece lo stesso << Adesso diventerai famoso e ti dimenticherai di me… >>.
<< Come posso dimenticarmi della mia manager? >> continuò ridendo.
<< Può essere che io abbandonerò questo lavoro per un altro, non puoi saperlo… >>.
<< Se così fosse non posso dimenticarmi di te perché ti voglio troppo bene… >> continuò abbracciandola forte. 
<< E’ meglio che mi vado a preparare… >> si staccò e diede uno sguardo all’orologio da polso che aveva, erano le 18:45.
<< Domani dimmi com’è andato l’appuntamento… >>.
<> gli mandò un bacio con la mano soffiando cosa che a lui fece molto piacere.
Stranamente la ragazza impiegò poco tempo a vestirsi e truccarsi ed esattamente alle 19:00 il campanello della sua porta suonò. Scese e quando l’aprì trovò Jake in giacca e cravatta.
<< Sei vestito in modo… elegante! >> esclamò sorpresa.
<< Certo è pur sempre un appuntamento… >> quella frase fece demoralizzare la ragazza che si era vestita in modo semplice. Non usciva con un ragazzo da molto tempo e aveva dimenticato che in queste occasioni un vestito e dei tacchi andavano meglio << …ma tranquilla sei stupenda anche così! >> rimediò lui e Jaina fece un falso sorriso. Andarono in macchina e si diressero in un luogo dove Jaina non avrebbe mai pensato ad un appuntamento. Un ristorante.
“Pensavo che fosse un tipo non sul classico…”pensò scendendo dall’auto.
Davanti al locale c’era una grande confusione, tutti cercavano di prenotare un tavolo prima degli altri.
“Il ristorante più popolare della città…troppo sul classico”pensò ancora la ragazza stupita.
<< Jaina rimani un attimo qui, io vedo se c’è un tavolo disponibile… >> la ragazza annuì e appena Jake si allontanò vide una persona che non si sarebbe mai aspettata di vedere da quelle parti. Portava jeans, felpa nera e converse con un filo di matita rossa sugli occhi.
<< Che fa da queste parti un tipo come te? >>.
<< Un giro ma potrei rivolgerti la stessa domanda… >> disse Frank accendendosi una sigaretta.
<< Esco con Jake il ragazzo che ho incontrato alla redazione giornalistica… >>.
<> sbigottito si mise una mano in tasca.
<< A te che importa? >>.
<< E’ un idiota si vede da un chilometro di distanza! >>.
<< Se fosse così avreste una cosa in comune! >> si aggiustò i capelli e lui fece un tiro squadrandola per un istante. Quegli occhi cangianti la scrutavano per bene e questo la fece imbarazzare parecchio. << Perché mi guardi in quel modo? >>.
<>.
<< Frank è una giornata troppo bella per rovinarla con i tuoi stupidi commenti… >> e in quell’istante Jake uscì da locale sistemandosi la cravatta.
<< Sono riuscito a prenotare un tavolo è la mia giornata fortunata! >>.
<< Mi fa piacere! >> disse sorridendo << Lui è il nano malefico che si diverte a rovinarmi la vita… >>.
<< Frank Iero! Il chitarrista dei My chemical romance! Non sai quanto mi fa piacere incontrarti! >> esclamò felice porgendogli la mano e lui la strinse contento e realizzato che un’altra una persona lo riconosceva per strada. Qualche anno dopo vedremo se gli farà ancora piacere!
<< Bene Frank adesso avrei da fare, te ne vai? >> disse tranquillamente col sorriso.
<< Come vuoi ma ricorda quello che ti ho detto… >> si allontanò ancora con la sigaretta tra le dita e la ragazza agitò fortemente le mani per mandar via il cattivo odore del fumo.
<< Andiamo? >> domandò Jake e Jaina annuì.
Tavolo in fondo vicino alla finestra andava più che bene. Si sedettero e ordinarono da una pizza.
<< Che ti ha detto Frank? >>.
<< N-niente di speciale! Ci tiene tanto a farmi paranoie…lo odio… >>.
<< Tutti lo descrivono come un ragazzo simpatico. Solo con te si comporta così? >>.
<< Sì ma non parliamo più di quell’idiota. Avrei una cosa da chiederti… >>.
<< Dimmi! >>.
<< Tu ed io, cioè noi stiamo… come dire…ecco…io… >> la ragazza stava annegando in un bicchiere d’acqua e Jake iniziò a ridere.
<< Ho capito cosa vuoi dire. Beh la cosa è evidente no? Sì, tu mi piaci e io non penso di essere un cesso… >>.
<< Non lo sei per niente… >> risero e arrivò il cameriere con le pizze.
“Quindi staremmo insieme… è stato facile, troppo facile ma chi se ne importa voglio godermi il presente…” pensò bevendo un bicchiere di Coca-cola. 

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Capitolo 11
*** -Cap 11. Le cose non vanno sempre per il verso giusto. ***


Shopping.
Ecco cos’è il passatempo preferito dalle ragazze. Comprare una montagna di vestiti che probabilmente la metà non sarà mai indossata. Lynz e Jaina camminavano da ore lungo le strade della città con tante buste sulle braccia. Sfinite ma soddisfatte degli acquisti entrarono in un bar e presero due bibite per poi sedersi ad un tavolo.
<< Jaina, stai bene? >> domandò Lynz staccando la bocca dalla cannuccia presa prima dal bancone.
<< Ehm sì, perché? >>.
<< Per tutto il giorno non mi hai parlato dell’appuntamento! Ieri eri così contenta e adesso sembra che ti sia morto il gatto… >>.
<< Non mi aspettavo un appuntamento così “elegante”… >> disse facendo le virgolette con le dita all’ultima parola.
<< Che vuoi dire? >>.
<< Mi ha portata a cena fuori… nel ristorante più famoso e costoso della città… >>.
<< E’ un tipo che non bada a spese ma non capisco perché ti stai lamentando. E’ pur sempre un appuntamento, no? >>.
<< Sì, però… >>.
<< …preferisci un tizio che al primo appuntamento ti porta al cinema oppure a fare un giro in città? >> domandò convinta di aver indovinato il problema.
<< Non esco con un ragazzo da molto tempo e nessuno mi aveva portato in un ristorante… sì è come dici tu… >>.
<< Lo sapevo! Dopo cos’è successo? >>.
<< Abbiamo fatto un giro e mi ha riportato a casa…ah sì, mi ha pure baciato! >> disse sorridendo e Lynz alzò un sopracciglio.
<< Non ti accontenti proprio di niente… >>.
<< Che razza di frase è questa?! >> sbottò lei.
<< Stai fingendo di essere felice, anche se ti ha baciato… sei sicura che ti piace? >>.
<< Sei la mia psicologa? >>.
<< No ma potrei diventarlo… >>
<< No ne ho bisogno ho già Gerard anzi lo sapevi che gli piace una ragazza? >>. Lynz la guardò male e annuì riprendendo a bere la bevanda.
<< L’ho capito in parte… >>.
<>.
<< Ma… >> sconvolta non poteva crede a quello che aveva sentito. Non aveva mai conosciuto una ragazza più scema di lei.
<< Jaina… apri gli occhi, non è difficile da capire… >>.
<< Mi ha detto che si chiama Ashley! Non conosco ragazze con quel nome! >>.
<< Sì. Come si dice? Ogni cosa al suo tempo, spero tanto che lo capirai… >> concluse seccata la ragazza riprendendo a bere. Nello stesso momento il telefono di Jaina squillò. Lo prese e vide che era una chiamata da parte di Mikey. Davvero insolito così rispose.
<< Mikey che cacchio vuoi? Quando capirai che con te non esc… >> la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase che il ragazzo le disse qualcosa di più importante di un appuntamento. Qualcosa che nessuno si aspettava e che avrebbe cambiato ben presto la vita sua e di Gerard in negativo, molto negativo. La ragazza rimase esterrefatta e non ebbe più né fame né sete. Solamente Lynz la guardava strana per l’espressione che aveva assunto, ma lei non poteva capire. << Adesso vengo… >> riuscì solo quello a dire dopo aver chiuso la chiamata con una faccia triste.
<< Jaina mi metti paura con quella faccia, cos’è successo? >> domandò l’amica.
<< Beh ecco… Mikey mi ha detto che la loro nonna Elena è morta ieri sera in ospedale… >> mormorò con la vista sfuocata dalle lacrime.
<< Oh…m-mi dispiace tanto… >> disse dandole un fazzoletto.
<< Usciamo dai… >> rispose prendendolo.
“Perché tutto deve sempre peggiorare? Non avrò mai un periodo di piena felicità…”pensò camminando con lo sguardo verso il basso.
<< Mikey e Gerard si sentiranno veramente uno schifo… >> disse Lynz
<< Soprattutto Gerard. Lei è sempre stata un punto di riferimento per lui. E’ stata lei a invogliarlo nel campo del canto e della musica. Io la conoscevo bene perché ero sempre con lui e mi ricordo che una volta quando eravamo piccoli, lei ci chiese cosa volevamo fare da grandi e noi in tutta la nostra innocenza dicemmo “il cantante e la ballerina”. Gli ha anche regalato la sua prima chitarra solo che alla fine non la suonò molte volte. Mi è dispiaciuto molto… >>.
<< L’ho visto… >>.
Camminando per le strade della città arrivarono a casa dei fratelli Way e Jaina stavolta preferì suonare il campanello dove le aprì un Mikey depresso e pieno di occhiaie.
<< Mi dispiace… >> disse abbracciandolo e lui non poté crederci.
<< T-tu m-mi stai abbracciando? >>.
<< Solo perché stavolta te lo meriti… >> sospirò e si staccò da lui.
<< Dov’è Gerard? >> domandò Lynz.
<< In camera che scrive… >> disse Mikey salendo in camera sua.
<< Oh. Brutto segno… >>.
<< Come mai? >> mormorò l’amica.
<< Quando è depresso o scrive o disegna… >>.
<< Ah capisco forse è meglio che vada magari tu riesci a farlo sfogare… >>.
<< Se me lo consente, ci provo… >>.
<< Ah! >> si voltò verso di lei << La mia teoria è che a te non piace quel ragazzo. Ci tenevo a dirtelo! >> e con questo uscì di casa. Jaina mise una mano in faccia ma alla fine sapeva che Lynz aveva torto, dopo Harry voleva rimettersi in gioco e provare ad avere un’altra relazione.  
Salì le scale e si diresse in camera di Gerard trovandola stranamente chiusa. Un bruttissimo segno poiché non la chiude quasi mai.
<< Gerard sono io. Perché tieni la porta chiusa? >> domandò bussando quando sentì qualcosa. Appoggiò l’orecchio alla porta e sentì uno strano rumore delle bottiglie di vetro che sbattevano. Appena il ragazzo aprì la porta Jaina goffamente cadde a terra.
<< Hey ti sei fatta male? >> disse aiutandola ad alzarsi.
<< No, sto bene! Tu piuttosto… cos’era quel rumore? >>.
<< Quale rumore? >>
<< Tipo delle bottiglie di vetro che sbattevano… >> continuò guardandolo dall’alto al basso ma lui guardò la sua stanza e le scosse la testa.
<< Hai bisogno di farti qualche controllo all’udito… >>.
<< Sono sicura di quello che ho sentito! >>.
<< Vedi bottiglie di vetro? >> la ragazza entrò si guardò intorno per un minuto e dopo si sedette sul suo letto.
<< Scusa perora non so dove ho la testa… >>.
<< Tranquilla non preoccuparti… >> si sedette accanto a lei mettendo il gomito sulla gamba e il mento appoggiato sulla mano. Nonostante facesse male mentire sembrava la perfetta via di fuga. Lei non avrebbe capito, lui era convinto così.
<< Io volevo… >> spostò lo sguardo e anche lui << …farti sapere che se hai bisogno di qualunque cosa, conta pure su di me… >>.
<< E’ stato il giorno più brutto della mia vita. Non me l’aspettavo di solito lei affrontava di tutto ma questo… ha sopraffatto… >> disse l’ultima parola con gli occhi lucidi. L’amica in quel momento gli diede lo stesso fazzoletto che le aveva dato Lynz e lo prese.
<< Quando saranno i funerali? >>.
<< Penso la prossima settimana. Verranno pure i miei… >>.
<< Ah. E’ da molto che non vedo Donna, sta bene? >>.
<< Dall’ultima volta che l’ho sentita si… >>.
<< Sai, mi ricordo bene quella storia del “cantante e la ballerina”. Era così fiera di te… >>.
<< Non potrà più esserlo ora che non c’è più… >> rispose asciugandosi gli occhi.
<< Non è vero. Lei sarà sempre accanto a te e di sicuro non vorrebbe vederti così… >> si appoggiò sulla sua spalla prendendogli la mano e accarezzandola << Devi reagire, essere forte… >>.
<< Non lo sono mai stato perché mai dovrei esserlo adesso? >> disse con pessimismo e la ragazza si alzò davanti a lui.
<< Andare avanti. Nonostante lei sia morta, devi andare avanti. Io sarò sempre con te se avessi bisogno di una mano, ma tu devi andare avanti. >>. Quel consiglio andava perfettamente seguito ma lui nel profondo non sapeva se farcela o no.
<< Grazie di tutto quello che fai per me. Seriamente io non saprei vivere senza te… >>.
<< Esagerato! Ti sto solo dando un consiglio… >>.
<< Non te ne rendi conto ma per me fai tantissimo anche solo sorridendo… >>.
<< Beh non mi piace vederti in questo stato… >> il suo sguardo si spostò verso la scrivania dove vide alcuni fogli scritti, strappati e ripiegati << Hai scritto qualcosa? >>.
<< Ecco… >> si alzò e prese alcuni fogli << Diciamo di sì. Avevo intenzione di scrivere una canzone per Elena. Questa invece non so come chiamarla… >>.
<< Che bello il ritornello. Cantamelo, vediamo come viene… >> disse leggendo il testo.
<< Adesso? Qui? >> ma l’occhiataccia della ragazza fece intende al ragazzo di sì << So give me all your poison and give me all your pills and give me all your hopeless hearts and make me ill. You're running after something that you'll never kill. If this is what you want then fire at will! >>.
<< Bella! Mi piace ma… il continuo? >> domandò delusa.
<< Mi è venuto solo il ritornello… il continuo lo troverò! >> rispose annuendo.
<< Ne verrà fuori una bella canzone… >> disse sentendo il suo telefono vibrare, era un messaggio da parte di Jake che le diceva di venire alla redazione giornalistica. << Scusa ma adesso devo proprio andare… >>.
<< Era Jake? >>.
<< Sì. Mi vuole vedere… >>.
<< Dimmi dell’appuntamento ti sei divertita? >> domandò cercando qualcosa nella sua libreria.
<< Si stiamo insieme. A parte Frank che rompe sempre è andato tutto a gonfie vele! >> il ragazzo si girò e la guardò male.
<< Che ha fatto stavolta Frank? >>.
<< Niente! Mi causa solo paranoie inutili quello stupido nano, stai tranquillo! >>.
<< Come vuoi… >>.
<< Infatti, adesso è meglio che vada. Quando vuoi mi chiami e passo. >>.
<< Se vuoi, puoi venire domani… >>.
<< Fidati. Quando vuoi mi chiami e passo… >> annuì e uscì dalla stanza. Jaina capiva che in queste situazioni bisognava stare un po’ da soli ma non poteva di certo immaginare cosa facesse Gerard da solo. Decise di prendere l’autobus così andò in una fermata vicino casa e aspetto.
Intanto alla redazione giornalistica Jake era seduto alla sua scrivania intento a scrivere un articolo al computer in compagnia di una ragazza.
<< Va bene Nancy adesso penso che posso cavarmela da solo >>.
<< Sicuro? Se vuoi, posso rimanere ancora… >>.
<< Guarda che sono fidanzato. Dimenticami, no? >>.
<< Come potrei dimenticare una storia di otto mesi?! >> disse con gli occhi lucidi. Questa giovane ragazza di nome Nancy White lavorava lì da quattro anni ed era l’ex fidanzata di Jake. Ventenne, alta, snella, dai lunghi capelli lisci biondi e due occhi verde smeraldo. Chissà perché Jake l’aveva lasciata.
<< Ecco… disturbo? >> domandò una voce. I due si girarono e videro un ragazzo dagli occhi cangianti e l’espressione sospetta di qualcosa.
<< Ciao Frank! Come mai da queste parti? >> disse il ragazzo.
<< Sono venuto a dirti una cosa ma vedo che sei in compagnia… >> rispose scrutando per bene la ragazza.
<< Lei stava andando via, vero Nancy? >>. La ragazza lo guardò male e quasi tra le lacrime si allontanò. << Che volevi dirmi? >>.
<< Voglio essere diretto. Stai con Jaina? >>.
<< Sì perché me lo chiedi? >>.
<< Perché… >> con le mani in tasca e l’espressione da duro si avvicinò << …se ti vedo ancora con lei ti riempio di botte >>. Jake rimase esterrefatto e dopo rise.
<< Mi stai minacciando? >>.
<< Sì e guarda che ne sono capace… >>.
<< Un tappo come te dovrebbe prendermi a botte? >>.
<< Sono basso ma ho tanta forza… >> disse con un’occhiataccia e dopo noto tre quaderni sulla sua scrivana, li prese e li strappò << Visto? Questa sarà la fine che faranno le tue ossa… >> ma per lui fortunatamente in quel momento entrò Jaina che sciolse la tensione.
<< Frank che fai qui? >>.
<< Jaina, ciao! Sono venuto a fare quattro chiacchere col tuo ragazzo… >> e qui il ragazzo gli lanciò un’altra occhiataccia << …adesso è meglio che vado ho saputo quello che è successo a Mikey e Gerard sarà meglio che vado a fargli una visita… >>.
<< I tuoi neuroni finalmente hanno partorito un’idea geniale così ti levi dalla mia vista! >> esclamò sorridendo e lui ricambiò allontanandosi.
<> domandò la ragazza vedendolo pallido.
<< Si si tutto a posto. Finisco quest’ultimo pezzo e d-dopo us-usciamo… >> egli non ebbe paura delle minacce di quel nano malefico, però il fatto che fosse riuscito a strappare insieme tre quaderni gli fece venire i brividi.

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Capitolo 12
*** -Cap 12. Sii più virile! ***


Passarono esattamente due settimane dal funerale.
Le cose non vanno mai per il verso giusto. Ormai lui la pensava in quel modo dopo quella perdita e non solo. Persino Mark venne allontanato per la sua incostanza e i ragazzi avevano trovato un altro batterista di nome Bob. Disegnava e scriveva per sfogare il suo dolore. C’era così tanta ispirazione che in quei giorni aveva scritto abbastanza testi sempre con la storia di base che aveva in mente. Testi che parlavano di morte e sangue una cosa un po’ raccapricciante. Una fissazione per la morte che si porta dietro da quando era un bambino e che adesso mette su carta e ne crea delle canzoni. A differenza del precedente album, stranamente, Jaina ispirò Gerard per una sola canzone.
La “protagonista” di quest’album fu un’altra, una certa Eliza che stava con lui qualche anno fa. La relazione non durò poco ma quando la ragazza si rese conto delle cattive abitudini del ragazzo e che in realtà gli piaceva Jaina lo lasciò causandogli una brutta ferita al cuore. Intanto lui si trovava in cucina con Ray e discutevano dei vari testi aspettando Frank e Bob.
<< Questa per Elena è davvero bella… >> disse Ray leggendo il testo.
<< Di questa che mi dici? >> domandò Gerard porgendogli un foglio che il ragazzo prese e iniziò a leggere. Ne rimase veramente colpito ma con un dubbio in testa.
<< Ehm… Gee? >>.
<< Che c’è? E’ brutta? >>.
<< Per tutti gli sguardi torti, le foto che il tuo ragazzo ha scattato. Ricordi quando ti sei rotta il piede saltando dal secondo piano? E’ per Jaina questa canzone, vero? >>.
<< Ecco… si capisce tanto? >>.
<< A scuola la prendevano sempre in giro e quando dopo tanto tempo riuscì a fidanzarsi col ragazzo più popolare della scuola, scattava sempre foto e poi… >> a quel punto il ragazzo scoppiò a ridere << …quello stupido esperimento della gravità! AHAHAHAHA saltò dal secondo piano e si ruppe il piede! AHAHAHAHAHA >>.
<< Non c’è niente da ridere! Sono stato un po’ di tempo con lei è stato un bel periodo… >>.
<< Non ti rendi conto di quanto è ottusa? Molti versi nei testi del precedente album sono per lei per non parlare di Our Lady of Sorrows e Demolition Lovers! >>.
<< Pensare che li ha pure letti e mi ha detto che le piacevano… >> disse con una mano in faccia.
<< Se sei diretto con lei, probabilmente, lo capirà… >>.
<< No. Non voglio rovinare quest’amicizia… >>.
<< Per me questa non è amicizia dall’elementari devi essere sincero con te stesso… >>.
<< Anche se lo dicessi, rovinerei di più le cose visto che è fidanzata… con quel Jake… >> disse stringendo forte una matita tanto da spezzarla. Gelosia portami via.
<< Pensa se si mettesse con Frank… AHAHAHAHAHA ma che dico? Litigherebbero ogni cinque minuti! >>.
<< Per favore non voglio un’altra Jamia però… >> in quel momento i due si guardarono e dopo iniziarono a ridere con le lacrime << Dio, ti ricordi quella volta che Frank si era truccato in faccia a scheletro per spaventarla e dopo lei si è arrabbiata con lui? AHAHAHAHAH >> disse Gerard.
<< Oppure quando per S. Valentino l’aveva portata al cimitero e lei non voleva vederlo per settimane? AHAHAHAHAHAH >> continuò l’amico.
<< Non dimenticherò mai quando hanno litigato e lui le ha detto “tanto io ho i miei cani” con quell’aria antipatica che si ritrova… la faccia di Jamia è stata epica, AHAHAHAHAHA >> aggiunse Gerard quando qualcuno suonò alla porta. Mikey scese in fretta le scale e aprì subito rimanendo deluso dalla persona che aveva davanti.
<< Ah sei tu Frank… >> disse con lo sguardo basso.
<< Cretino! Ti aspettavi Jaina per caso? AHAHAHAH >> rispose colpendolo con la mano sulla spalla. << Lui è innamorato perso di Jaina… >> mormorò il ragazzo a Bob. Quest’ultimo era entrato nella band da qualche settimana e già aveva legato molto col nano da giardino. Era alto, biondo dagli occhi azzurri e con un piercing al labbro inferiore. Un tipo piuttosto silenzioso e con un profondo odio per le macchine fotografiche ma alla batteria dava il meglio di sé. Adesso che c’erano tutti, i ragazzi decisero di mettersi al lavoro.
<< Dov’è Jaina? >> domandò Frank.
<< E’ uscita con Jake… >> rispose Gerard.
<< Ah capisco… >>.
Nello stesso momento la ragazza ottusa si trovava in centro con Jake. I due uscivano spesso e adesso si trovavano in centro per far un giro e ammirare le vetrine dei negozi. Per quanto Jaina piacesse a Jake, lui sembrava freddo nei suoi confronti come se non volesse dimostrare il suo amore.
<< Jaina… posso chiederti una cosa? >> domandò con lo sguardo basso.
<< Stai male per caso? Oggi non sembri tu…>>.
<< Ecco… tu sai strappare tre quaderni insieme? >>.
<< Cosa? >>.
<< Hai capito bene. Se avessi in mano tre quaderni, doppi quaderni, sapresti strapparli? >>.
Jaina aggrottò le sopracciglia e con un’espressione perplessa fissò il ragazzo.
<< Posso sapere dove vuoi arrivare? >>.
<< Tempo fa in redazione è venuto Frank… >>.
<< …e quindi? >>.
<< Mi ha minacciato… >> disse aggrappandosi al suo braccio << …poi ha strappato tre quaderni davanti a me e ha detto che faranno la stessa fine le mie ossa poi aveva uno sguardo freddo, l’aria arrabbiata e quei piercing gli davano l’aria da vero duro. Ci ripenso spesso e mi vengono i brividi… >> continuò stringendosi forte.
“Tutte quelle botte prese al liceo gli hanno fatto perdere la testa…” pensò con una mano in faccia.
<< Tranquillo, parlerò con lui e lo faccio ragionare! >> disse con un sorriso.
<< Davvero lo farai? >>.
<< Certo! Adesso scusami ma si è fatto tardi e voglio tornare a casa… >>. Essendo in centro presero l’autobus e arrivati sotto casa sua il ragazzo all’improvviso l’abbracciò.
<< Conto su di te… >>.
<< Va bene… >> la ragazza forzò un sorriso, lui la baciò e dopo si allontanò lasciando la ragazza delusa. Non credeva fosse una femminuccia. Sospirò e decise di andare a casa di Gerard trovando lui e gli altri in garage.
<< Sei già di ritorno? >> domandò stranito l’amico.
<< Sì. >> disse arrabbiata d’un fiato.
<< Non dicevi che avresti fatto nottata? >> aggiunse Mikey.
<< Dov’è Frank? >>.
<< Jaina se hai intenzione di litigare anco… >>
<< …voglio solo chiedergli una cosa. >> disse terminando la frase di Gerard.
<< E’ dentro… >> aggiunse Ray.
<< Fantastico! Oh. Vedo che avete iniziato a suonare, impegnatevi sono convintissima che sarà un successo! >> disse sorridendo ed entrò dirigendosi al piano di sopra. Cercò ovunque e lo trovò in camera di Gerard intento ad aggiustarsi i capelli.
<< Senti un po’ tu! Ti ha dato di volta il cervello? Come ti permetti a minacciare il mio ragazzo? >>.
<< Il bambino si è spaventato e adesso sua madre viene a discutere con me… >> e solo in quel momento Jaina capì che il ragazzo era senza maglietta. Non solo sulle braccia ma anche alla vita e dietro al collo aveva dei tatuaggi. La ragazza rimase per qualche secondo senza parole dinnanzi a quel bel fisico cercando di capire cosa aveva scritto.
“Search…and…Destroy… wow…”  pensò ammaliata dopo alzò lo sguardo e vide uno scorpione sotto l'orecchio destro e quello dietro al collo “Keep the Faith… wow… cacchio che bei tatuaggi…”. Qualche minuto dopo si riprese scuotendo la testa.
<< Da quando hai quest’atteggiamento? Ti ricordo che a scuola venivi picchiato, la violenza non risolve niente! >>.
<< Questo comportamento lo uso solamente quando toccano le mie cose… >> indossò la maglietta e si avvicinò a lei.
<< A me piace perché è sensibile! >>.
<< Sensibile? Che cretinata. Se gli piacessi per davvero, non farebbe così. Reagirebbe ed io mi troverei con un occhio nero, anche se in questo caso lo dubito…>> esclamò con il suo viso a pochi centimetri da lui.
La ragazza conosceva quella situazione che adesso si ripeteva. “Sì… gli sta veramente bene…” pensò fissando il piercing al labbro dopo alzò lo sguardo e con quegli occhi cangianti sentì una certa impotenza fisica e mentale. Dentro si sentiva strana come se avesse delle farfalle nello stomaco. D’altronde Frank non era mica bruttino.
<< Questa è… una cosa del tutto priva di senso, King Frank Kong! >> esclamò uscendo dalla stanza.
“Come sarebbe romantico però…”pensò con lo sguardo perso nel vuoto.

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Capitolo 13
*** -Cap 13 I nani da giardino non mi piacciono. ***


Perché aveva la sensazione che tutto in futuro sarebbe andato storto? Non poteva farsi una domanda del genere, non ne aveva motivo. Stava lavorando a un disco molto diverso dal precedente con una bella storia di base stile horror e tanto sangue, le ispirazioni non mancavano tanto da comporre altre canzoni e l’alcol… no, nemmeno quello mancava. Aveva promesso che avrebbe smesso però quei ricordi tornavano nella mente, piccoli e dolorosi flashback cui il metodo più efficace per evitarli era beverci su, e anche tanto. Oltre a questi, altri orribili ricordi si sommavano e la conclusione perfetta sembrava la droga. Alcol e droga una perfetta via di fuga.
E Jaina?
Se avesse saputo tutto questo sicuramente sarebbe rimasta delusa tanto da non volerlo rivedere più, oppure l’avrebbe accusato di averla solamente presa in giro e lui non voleva questo. Non era riuscito a dirle che fumava poteva mai avere il coraggio di dirle che era solo un alcolizzato drogato?
Pensare è sempre stato un problema e anche lui lo sapeva bene.
Non voleva perdere l’unica ragazza che ha veramente amato in tutta la sua vita. Eliza fu solo un tentativo di dimenticarla ma alla fine, stranamente, s’innamorò pure di lei e ricorda bene quel periodo dove lo capì. Era estate e Jaina era partita per le vacanze con i suoi quando si ritrovò da solo con lei. Passarono tanti bei momenti insieme e le disse addirittura ti amo, una parola che non equivale a un ciao, però una sera di settembre tutto cambiò. Erano usciti insieme quando per strada rivide Jaina. La pelle che lei odiava tanto non le aveva concesso una bella abbronzatura però in viso si vedeva che aveva preso un po’ di colore. I suoi occhi azzurri lo scrutavano in compagnia di Eliza e dalla sua bocca uscì un gran sorriso. “State proprio bene insieme voi due!” ricordò con nostalgia. Non disse nulla, l’aveva completamente spiazzato.
Sentì solamente il suo cuore battere forte e la gola secca. “Oh quanto è stupenda…” e con quel pensiero si rese conto di non averla dimenticata, non poteva dimenticarla. Dal suo ritorno Eliza iniziò ad avere dei dubbi su di lei e quando scoprì la verità, lo lasciò non volendo spiegazioni. Gerard rimase molto deluso perché le piaceva per davvero e soffrì per parecchi mesi. In poche parole la colpa era di Jaina. La signora del dolore colpisce ancora.
<< Gerard, stai bene? >> domandò Frank seduto su una sedia con una chitarra tra le mani. Abbastanza particolare quella chitarra giacché l’aveva chiamata Pansy.
<< Eh? Ah… >> scosse la testa e riprese a scrivere << Sì, sto bene… >>.
<< Non direi avevi una strana espressione… >>.
<< Stavo solo pensando… >>.
<< Eliza? >> a quel nome il ragazzo sospirò e lo guardò male.
<< Non voglio sentire più quel nome, chiaro?! >> rispose alzando la voce.
<< Va bene! Scusa! >> disse riprendendo a suonare. Stava tentando di imparare gli accordi di canzone, una certa To the End, fatti da Ray il giorno prima.
<< Frank, posso farti una domanda? >>.
<< Sì! Avanti spara… >>.
<< Ecco… tu che ne pensi di Jaina? >> domandò smettendo di scrivere. Il nanetto si fermò anche lui e alzò lo sguardo pensando un attimo alla risposta.
<< Mi diverte… >>.
<< In che senso ti diverte? >>
<< E’ un bel passatempo… >> disse sorridendo e Gerard alzò un sopracciglio non riuscendo a capire cosa intendeva l’amico. << Dopo l’uscita che abbiamo fatto, l’ho rivalutata ma non sopporto il suo ragazzo… >>.
<< Nemmeno io. Lo odio… >>.
<< … anch’io! >> esclamò con uno sguardo freddo. Gerard ritornò ai suoi testi quando capì una cosa. “Lo odia anche lui? No, aspetta… può essere che… anche qui ho una strana sensazione che mi causerà problemi…” pensò guardandolo in modo perplesso.
Intanto Jaina si trovava a casa di Lynz in una stanza molto grande che la ragazza usava come sala prove. Proprio lì, infatti, stava provando col suo gruppo, i Mindless Self Indulgence. Energia travolgente la loro soprattutto per il cantante e per il modo di suonare, cosa che fece rimanere la ragazza senza parole. Lynz sembrava un’altra, si vedeva quanto le piacesse suonare e che lo faceva per passione e per un attimo a Jaina ricordò Frank; anche lei mentre suonava alle volte si buttava per terra e si dimenava fortemente con il basso specialmente in pezzi come Shut me up. Alla fine di quest’ultimo la ragazza applaudì le mani.
<< Io adoro ufficialmente la vostra musica! >> esclamò entusiasta.
<< Grazie Jaina! Vuoi essere la nostra manager? >> rispose scherzando Jimmy, il cantante.
<< Se avessi il potere di sdoppiarmi senza dubbio! >> disse ridendo.
<< Che peccato! Comunque Lynz ricorda che domani abbiamo quella intervista alle dieci in punto. >> aggiunse Steve, il chitarrista.
<< Non lo dimentico, tranquillo! >>.
<< Lo spero! >> disse Kitty, la batterista. Siccome provavano sempre in quella stanza, i ragazzi lasciarono lì i propri strumenti e uscirono da casa. Lynz esausta posò il basso e propose all’amica di andare in cucina a bere qualcosa.
<< Hai davvero una grande casa… >> notò Jaina osservandosi intorno.
<< Non è niente di che! Dovrei ringraziare mia madre per avermi fatto quella sala prove perché non vuole che vada in brutti locali oppure in garage… >> prese una bottiglia di acqua e riempi due bicchieri, uno lo prese l’amica.
<< Sei bravissima col basso ma il tuo modo di suonare mi ricorda troppo Frank… >>.
<< Grazie! >> disse spostando i suoi capelli con vanto << Perché te l’ho fatto ricordare? >> continuò con un sorriso malizioso e bevendo un sorso d’acqua.
<< Perché li vedevo spesso provare e anche lui si butta per terra e fa il cretino… >>.
<< Come mai lo chiami cretino? >>.
<< Perché lo è! >> esclamò a voce alta stordendo la povera Lynz.
<< Dimmi la verità. E’ successo qualcosa con lui? >>.
<< Niente! >> disse con lo sguardo perso nel bicchiere d’acqua, la ragazza lo prese e lo mise nel lavandino << Perché me l’hai levato? >>.
<< Te lo ripeto. E’ successo qualcosa con lui? >>.
<< Forse. E’ così cretino che ha pure minacciato il mio ragazzo! >>.
<< Minacciare? Frank? >> domandò facendo una risatina. Non lo immaginava.
<< Sembra strano ma l’ha fatto, addirittura Jake mi ha detto che ha strappato tre quaderni… >>.
<< Che modo per esprimere la propria virilità! >>.
<< Lo so! Inoltre quando ieri ne ho parlato con lui, mi ha detto che questo stupido comportamento lo usa solo quando toccano le SUE COSE!>> raccontò nervosa e alzando la voce a quel “sue cose” . Lynz che aveva già capito tutto si avvicinò alla ragazza con uno strano sorriso.
<< Che cosa sentono le mie orecchie! Hai fatto colpo amica mia! >>.
<< Che vuoi dire? >>.
<< Possibile che tu sia così ottusa? >> domandò dandole un forte schiaffo in testa e l’amica emise un gemito di dolore fulminandola con lo sguardo.
<< A cosa ti riferisci? >>.
<< Piaci a Frank! E’ chiaro come il sole! Altrimenti perché mai sarebbe geloso del tuo ragazzo tanto da ricorrere alle mani? >>. Jaina la guardò per un attimo perplessa e dopo rifletté un minuto.
<< Si comporta così perché vuole rovinarmi la vita… >> si giustificò non ancora cosciente di quella rivelazione ma Lynz scosse subito la testa.
<< No! Si comporta così perché gli piaci e poi dannazione Jaina! Sii più perspicace! Quale ragazzo si comporterebbe così con una ragazza? E’ geloso, questa è la verità! >> disse sedendosi accanto a lei.
<< La smetti di comportarti come la signorina “so tutto io”? >>.
<< Andiamo! Persino un bambino lo capirebbe! Se vuoi un mio consiglio, lascia quel tizio che nemmeno ti piace e mettiti con Frank! >>.
<< Adesso stai esagerando… >> continuò guardandola male << …a me piace Jake! >>.
<< Vorrei tanto crederci… >> rispose con una mano sul petto e l’altra sulla sua spalla.
<< Lui è il tipo perfetto per me, come lo voglio io. A me non piacciono i tipi bassi… >> mormorò guardando altrove e levando la sua mano.
<< Non dirmi che per piacerti un ragazzo hai degli stereotipi! >> esclamò sbalordita.
<< Ovvio! Quel nano non rientra nei miei gusti… >>.
<< L’amore è amore! Non puoi decidere di chi innamorarti! Al cuor non si comanda! >> disse la bassista convinta di quel che diceva, ma l’amica non riusciva a seguirla.
<< Quando… capisci che ti piace una persona? >> domandò trovando interessanti le sue scarpe.
<< Non posso credere a questa domanda… >> continuò sconvolta << …ma io non discrimino nessuno e nemmeno le ottuse come te! Senti una strana sensazione dentro, non è vomito attenzione! Inizi a balbettare, il cuore ti batte forte, alle volte tremi e senti delle farfalle nello stomaco…>> disse con un sorriso. Jaina rimase delusa da quelle parole perché non aveva mai provato qualcosa di simile per Jake.
<< Sei così esperta perché ti piace qualcuno? >>.
<< Ecco… probabile… >>.  
<< Avanti dimmi chi è! Magari ti aiuto! >> esclamò divertita spingendole il braccio col gomito.
<< Meglio di no. E’ una storia complicata, lui è innamorato di un’altra ragazza cui è molto legato e… non stiamo parlando di me in questo momento! >> sbottò appoggiandosi allo schienale della sedia.
<< Ho bisogno di Gerard, tu mi confondi! >> esclamò alzandosi e lasciando casa sua nervosa.
Si diresse a una fermata dell’autobus e appena passò lo fermò e vi salì. Quella conversazione l’aveva completamente stordita, forse non voleva accettare la realtà.
“Io piaccio a quel nano subdolo e pervertito? No… non può essere!”pensò scuotendo la testa “Si comporta così perché vuole compromettere la mia felicità e quella… di Jake!” continuò annuendo. “Non riesco a capire cos’è quella strana sensazione che provo quando mi guarda. Gli occhi azzurri sono molto meglio di quelli cangianti, però i suoi sono strani e le stranezze mi piacciono…” pensieri del genere giravano nella mente della ragazza quando si rese conto di essere vicino casa di Gerard, prenotò e scese.
Arrivata lì, estrasse un mazzo di chiavi e aprì la porta. Entrò e dopo qualche passo vide Mikey, Gerard e Frank, quest’ultimo col naso sanguinante.
<< Qualcuno può spiegarmi? >>.
<< Il tuo ragazzo del cazzo! Fuori dal bar appena mi ha visto, mi ha dato un pugno! Tranquilla domani si ritroverà con un braccio rotto… >> disse salendo al piano di sopra.
“Cacchio. Mi ha sorpreso!”pensò Jaina sorridendo.
<< E’ nervoso… >> fece notare Mikey.
<< Non vuole essere curato! >> aggiunse il fratello.
<< Ci penso io… >> la ragazza prese la cassetta delle medicazioni e salì al piano di sopra dove lo vide seduto per terra accanto camera sua.
<< Ciao Pansy! >> esclamò con un ghigno beffardo.
<< Per la prima volta ho l’istinto di picchiare una donna. Che vuoi? >> domandò con una mano sugli occhi.
<< Voglio medicarti scemo… >> camminò e si sedette accanto a lui aprendo la scatola e prendendo un fazzoletto dove mise del disinfettante << Avanti fatti vedere… >>.
Lui rivolse il viso verso di lei e la ragazza iniziò a tamponare delicatamente sotto il naso levando tutto quel sangue sporco. Di nuovo la stessa situazione, quegli occhi strani quanto belli la fissavano e i suoi neuroni ne risentivano parecchio. Notò che si morse il labbro inferiore e dentro invece sentiva qualcosa.
“Farfalle nello stomaco?!” pensò sospirando e alle gambe iniziò un po’ a tremare. Lui abbassò lo sguardo e lo notò mettendo una mano sopra il suo ginocchio.
<< Perché tremi? >> domandò curioso.
“Tremo?!”.
<< P-perché s-s-sento… ecco… freddo! F-freddo! >> rispose con voce incerta sorridendo.
“Balbetto?!”.
<< Prima mi sfotti e dopo mi curi. Sei complicata… >> continuò lasciando scivolare la sua mano fino al bacino.
<< T-tutte le donne sono c-complicate. Ti faccio male? >>.
<< Per niente. Sei troppo brava… >> mormorò con un mezzo sorriso.
Adesso gli occhi erano stati superati dal sorriso. Proprio in quel momento sentì il cuore in gola e anche la mano che teneva il fazzoletto iniziò a tremare. “Che mi sta succedendo?” pensò non consapevole delle proprie azioni. Jaina non capiva che l’artefice di tutto quello era il cuore e non il cervello. Lui le prese la mano e l’allontano avvicinandosi ma non appena chiuse gli occhi Jaina capì tutto e corse subito al bagno, lasciandolo deluso da quel tentativo bruciato di baciarla.
“Oh cazzo. Sono cotta appuntino…”pensò davanti allo specchio.

Ma tipo che mentre scrivevo l'ultima parte l'immaginavo in testa e... stavo crepando.

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Capitolo 14
*** -Cap. 14. Non mi prendi sul serio. ***


L'ottusità di Jaina non ha limiti.

Un rumore sentì alle dieci di mattina.
Delle nocche battevano sulla porta dove lei era appoggiata, o meglio, stava dormendo. Aprì gli occhi e si ritrovò seduta con le spalle alla porta nel bagno di Gerard.
“Che cosa faccio qui?”pensò con una mano in testa dopo ancora quel rumore.
Alzò la testa e afferrò la maniglia con la mano destra alzandosi dopodiché aprì lentamente. All’improvviso un forte mal di testa la obbligò a tenere ancora la mano sulla fronte e con l’occhio sinistro scrutò la persona davanti a lei.
<< Sai, non è salutare dormire in bagno! >> esclamò Gerard dandole una tazza di caffè caldo. Lei non disse nulla, si limitò solamente a prendere il bicchiere e uscire dalla stanza ma in seguito le venne in mente una cosa. Girò lo sguardo verso camera sua e non trovò nessuno vicino alla porta.
<< Dov’è Frank? >> domandò dando un sorso alla tazza.
<< Alla fine io e gli altri siamo riusciti a convincerlo di non combinare casini. L’immagine del gruppo ne avrebbe risentito parecchio poi da alcuni blog che ho letto i nostri fans, sono molto eccitati per quest’album che uscirà. Sicuramente hanno capito che non è come il precedente… >> disse con una veloce parlantina, davvero insolito per lui di mattina.
<< Mi dispiace di essermi addormentata nel bagno ma ieri è successo una cosa… >> dirigendosi in cucina seguita da lui si sedette su una sedia. Appoggiò la tazza al bancone e ricordò la strabiliante figura ridicola che fece davanti al chitarrista.
<< Tipo? Ieri Frank sembrava strano quando è risceso… direi proprio deluso… >> suppose lui sedendosi accanto a lei.
<< Mikey? >>.
<< Di sopra che si prepara. Ho finito di scrivere alcune canzoni e adesso proviamo quelle nuove nel garage di Ray… >>.
<< Magari verrò di nuovo a vedervi…>>
<< Mi farebbe piacere… >>.
Un imbarazzante silenzio cadde in quel momento interrotto dalla ragazza.
<< E se io… fossi confusa? Non capisco niente in questo periodo, forse sono le mestruazioni… >>.
<< Lo escludo sei sempre isterica quando le hai anzi, voglio farti notare una cosa… >> lo guardò e lui le sorrise << … io so perfettamente che tu odi i cambiamenti. Non li hai mai mandati giù, però sei cambiata tanto e questo mi fa piacere… >>.
<< Ho sempre qualche diverbio con Frank… >>.
<< Non è come gli inizi. Questo mi fa piacere. >>
E’ vero. Lei in parte era cambiata, solamente per lui. Solamente per il suo migliore amico che tanto voleva bene. Solamente per non causargli casini.
<< Dimmi una cosa Gee. Quando davanti a una persona tremi, balbetti e senti farfalle nello stomaco… che vuol dire? >>. Una domanda piuttosto semplice per lui giacché quelle sensazioni le provava sempre con lei.
<< Che sei innamorata. Se le provi tutti e tre contemporaneamente molto direi… >> disse annuendo. Un’altra persona aveva attirato la sua attenzione tanto da farla innamorare e questo lo portava a soffrire parecchio, ancora. Ecco la signora del dolore in azione.
“Anche lui con questa stupida storia? Si è per caso messo d’accordo con Lynz? Come può piacermi di una persona che odio con tutto il mio cuore, una persona con cui ho sempre litigato e ho fatto persino dei dispetti. Questa cosa che tutti chiamano amore non la capirò mai!” pensò con il braccio sinistro attorno al suo petto e l’altro curvato, dove sopra il palmo poggiava il suo mento.
<< Lascia Jake… >> mormorò guardandola con la coda dell’occhio.
<< Perché mai dovrei farlo? >>.
<< Ti sei messa con lui per passatempo. Non ti piace veramente… >>.
“Sì… lui è Lynz sono un'unica mente…”ripensò con uno sguardo freddo.
<< Non sei tu a stabilirlo! >>.
<< E’ vero ma ti conosco bene. Sembra quasi che non sei felice oppure ti piace veramente un altro? >>.
Bingo.
In un modo o nell’altro Gerard azzeccava sempre la situazione della sua amica e quest’ultima non capiva se era un vantaggio o meno. Era la seconda persona che le faceva notare la verità. La ragazza più ottusa del mondo non capiva che per iniziare una relazione bisognava essere abbastanza innamorati e presi l’uno dall’altro ma come poteva capirlo giacché le sue passate relazioni sono durate poco e niente? Piacere e amore sono come l’acqua e l’olio, due cose completamente diverse che lei adesso stava iniziando a capire. Magari aveva ragione lui e Jake è solamente un passatempo “passato male”. Chissà poi perché diede quel pugno a Frank… ah Frank! Tutte quelle assurde azioni ridicole le fai con una persona che ti piace molto e ieri capitò lui. Non poteva evitare l’evidenza, doveva arrendersi alla dura verità. 
“Che cosa avrà di tanto attraente quel nano da farmi sclerare in quel modo?”pensò col viso poggiato sulle mani.
<< Ehm… Jaina? >> l’amico fece interrompere tutti i suoi pensieri e lei sobbalzò, guardandolo come un cerbiatto spaventato. << Ti stai tenendo tutto dentro e questo non mi piace. Avanti dimmi tutto! >> continuò con uno sguardo deciso. Era come se lui potesse veramente capire come si sentiva, magari era empatico e non lo sapeva.
<< Se fossi innamorata di una persona che non potrebbe mai rientrare nei miei gusti? La cosa è molto raccapricciante… >>.
“Ci risiamo mi tocca aiutarla col tipo che le piace. Adesso preferirei un ago conficcato nel braccio…”sospirò e per un momento la fissò deluso “Non lo capirai mai, eh?”
<< Che c’è di male? >> notò confuso e lei lo guardò malissimo come se avesse detto qualcosa di pesante sul suo aspetto.
<< Che c’è di male?! Non va per niente bene! >> rispose scorbuticamente mettendo le braccia conserte.
<< Che tipo è questo che ti piace? >>.
<< Cretino e deficiente. >>.
<< Questo cretino e deficiente, come lo chiami tu, non sai quanto è fortunato… >> disse depresso.
<< Non è alto, non ha gli occhi azzurri magari i capelli rimangono dello stesso colore, però non ci siamo lo stesso! >>.
<< Dovresti ampliare i tuoi orizzonti e non stare ferma su uno stereotipo di ragazzo… >> continuò mettendole una mano sulla spalla e lei si appoggiò allo schienale della sedia. Anche prima Gerard aveva fatto c’entro. Lei odiava i cambiamenti, portavano sempre problemi ma lei stessa era cambiata per qualcuno. Che strano ragionamento, non trovate? Odiare i cambiamenti ma essere cambiata per qualcuno. Come direbbero i Green Day che lei tanto ama, è una contraddizione vivente. << Potrei sapere adesso il nome di questo tizio? >>.
<< Ecco… potrebbe essere che io abbia manifestato quegli assurdi comportamenti con… Frank… >> bisbigliò quel nome ma fu inutile perché egli lo capì lo stesso.
<< Frank?! >> domandò sbigottito quasi sconcertato dal sapere il nome del ragazzo che aveva fatto colpo su di lei, ma dopo qualcosa di piuttosto strano accadde.
Scoppiò in una grande risata.
<< Non posso crederci! Per un attimo ti avevo preso sul serio! >>.
<< Gerard, non mi stai prendendo sul serio. Ti sto dicendo la verità! >> ma lui ritornò serio e con le labbra serrate chinò un po’ la testa e socchiuse leggermente gli occhi.
<< Tu stai parlando di un ragazzo che vive da solo in casa con i suoi cinque cani, che è convinto che un giorno gli arriverà la lettera di Hogwarts e che adora fare passeggiate al cimitero. Un tipo che è così intelligente da dimenarsi violentemente mentre suona e alla fine si ritrova con dei lividi. Frank Anthony Thomas Iero, chitarrista ritmico della mia band? >> aggiunse cercando di essere più preciso possibile per capire bene.
<< Sì… >> mormorò ancora con lo sguardo basso però lui riprese a ridere quando in quel momento scese Mikey che appena la vide si sedette subito accanto a lei.
<< Bonjour mon amour! >> esclamò sorridendole.
<< Da quando parli francese? >>rispose incredula.
<< Per te parlerei tutte le lingue del mondo, mi flor bonita! >> continuò spostandole i capelli dietro l’orecchio e la ragazza lo guardò subito male allontanandosi. Gerard invece continuava a ridere, la trovava veramente una cosa divertente.
<< Gee che cos’hai? >> notò il fratello.
<< Niente, andiamo che è meglio. Ci vediamo più tardi! >> la salutarono ed uscirono.
“Perché non mi prende sul serio? Forse non avrei dovuto dirglielo, però lo escludo visto che l’avrebbe capito da solo. Mi conosce troppo bene e poi non avrebbe senso ingannare me stessa…” per schiarirsi le idee decise di fare quattro passi. Uscì da casa e camminò con le braccia conserte a passo lento.
Davvero strana la vita.
Era come se stesse provando un nuovo gioco e ancora non aveva capito bene le regole. Come se abitasse in un luogo straniero e non sapeva parlare la lingua ufficiale. Come quando si cambia scuola per un'altra e non si conosce nessuno. Spaesata, ecco come si sentiva e il fatto che il suo migliore amico non la prendesse sul serio peggiorava la situazione. D’un tratto si fermò e quello che vide confermò l’ipotesi di Lynz e Gerard, non le fece né caldo e ne freddo. Proprio lì dentro un bar vide Jake in compagnia di una ragazza bionda molto contenta in viso.
Un bacio e poi un altro. Il terzo a dire la verità fu abbastanza passionale.
Quel teatrino disgustò la ragazza che lasciò la vetrina del negozio senza vergogna. Era chiaro a entrambi che non fu una vera storia e non possiamo nemmeno considerarla una “botta e via”. Aveva la convinzione che le avesse fatto un favore, non sapeva come “scaricare la gente” poiché l’hanno sempre lasciata i ragazzi. In quest’occasione un po’ di pratica non guastava mai ma anche così le cose sono andate bene. Dentro di lei non sentiva niente, ovviamente non aveva mai provato niente per lui.
<< Jaina aspetta! >> esclamò una voce. Si fermò e quando si voltò, lo vide.
<< Che vuoi? >> domandò con uno sguardo distaccato.
<< Ti ho visto camminare e volevo salutarti! >> sorridendo stava per avvicinarsi e baciarla ma lo spinse.
<< Vai da quella biondina, sicuramente ti sta aspettando… >> continuò con tono antipatico e lui sobbalzò. Un’uscita del genere non l’aspettava.
<< Nancy?! E’ stata lei a provocarmi! >>.
<< E’ meglio che non ti vedo più in giro schifoso bastardo oppure ti castro e uso le tue palle come biglie in un torneo di biliardo! >> minacciandolo alzò la voce attirando l’attenzione di tutti. Una mossa davvero astuta.
<< Jaina abbassa la voce… >>.
<< Questo schifoso verme mi ha tradito e adesso sta provando a giustificarsi? Non lo trovate un coglione? >> continuò guardando tutta la gente attorno negli occhi. La volgarità era il suo secondo nome. Lui provò a negare con la testa a tutti quegli sguardi accusatori ma la ragazza si stancò e andò via.
<< Sai adesso non mi pento per niente di aver dato un pugno a Frank essendo ubriaco! >> replicò lui con il suo stesso modo di alzare la voce. Jaina ebbe un’espressione da punto interrogativo, si girò per poi ridergli in faccia di proposito.
<< Sei così codardo che hai dovuto bere per dargli un misero pugno, mi fai pena… >> detto questo girò i tacchi e si allontanò. Aveva bisogno di vedere Gerard e raccontargli tutto. Si diresse a una fermata dell’autobus quando ne vide uno arrivare, lo fermò e vi salì.
Scese esattamente dopo mezz’ora in una fermata, dove a circa venti minuti si trovava la casa di Ray. Decise di andare direttamente in garage dove li vide all’opera.
Bob era davvero un fenomeno e batteva quei piatti così bene che sembrava sapesse farlo da sempre, come se fosse una cosa naturale. Ray era concentrato al massimo e il suo assolo era fantastico, Mikey dopo i videogiochi sul palco dava il meglio di sé. Gerard era così bravo a cantare ed esprimere quella canzone non solo per le strane facce ma soprattutto il modo in cui s’impegnava poi c’era lui.
Frank.
Che dire di quel piccolo nano subdolo e pervertito come lo chiamava lei. Le piaceva molto il modo cui suonava la sua chitarra. “Oh… Pansy!” pensò sorpresa leggendo il nome su di essa. Saltava, si buttava per terra e alle volte riusciva a fare pure da seconda voce. Essendosi nascosta per bene appena finì la canzone quest’ultimo entrò in casa e la ragazza saltò allo scoperto.
<< Ti sfinisco sempre, non è vero? >> domandò sorridendo e lui con un solo sguardo riuscì a capire la situazione.
<< Hai mollato Jake? >>.
<< Sì. Mi ha tradito con una ragazza bionda ma non voglio parlarne. Ho bisogno di un bicchiere d’acqua. Ray dov’è la cucina? >>.
<< Sali le scale prendi il secondo corridoio ed è la seconda stanza in fondo ma non temere, c’è Frank! >>. Il cantante appena sentì quel nome iniziò nuovamente a ridere rendendo più nervosa la ragazza.
<< Ah… va bene… >> e tesa come una corda di violino ed entrò in casa.
<< Che cosa c’è di tanto divertente? >> notò Bob guardandolo stranito.
<< Hai bevuto per caso? Se non ti picchia Frank, lo faccio io senza problemi! >> esclamò Mikey arrabbiato impugnando il suo basso come se fosse una spada.
<< Non ho bevuto, state tranquilli. Questa situazione mi fa ridere tutto qui… >> disse prendendo una sigaretta dal pacchetto che teneva in tasca.
Che casa grande! Non la ricordava così forse perché era venuta al massimo due volte e conosceva solo il garage. Sbagliò stanza tante volte e quando finalmente beccò la cucina, vide Frank alla finestra intento a fumare pure lui una sigaretta. Un dolore al petto le giunse in quel momento. Il suo cuore batteva così forte che tra un po’ si poteva avvertire ed ecco che ritornava la tremarella.
<< CAZZO NON DI NUOVO! >> urlò e lui si girò di scatto.
<< Adesso parli pure da sola? >>.
<< Che domande fai? Voglio del rispetto da te ragazzino! >> esclamò convinta e vedendo una bottiglia d’acqua sul tavolo. Lui reagì confuso a quella frase, ma dopo la prese sul ridere. 
<< Ragazzino? Sai quanti anni ho?>>.
<< Sicuramente diciassette! >> esclamò sedendosi e prendendo un bicchiere di carta riempiendolo.
<< Una volta forse. Ne ho ventuno… >> disse facendo un tiro e osservando la scia di fumo che usciva dalla sua bocca.
<< Venticosa? >> domandò esterrefatta la ragazza << Io diciotto… >>.
<< Mmmh… >> spense la sigaretta e di proposito si avvicinò con uno strano sorriso <<…allora tu devi portarmi rispetto, mocciosa… >> le diede una lieve spinta alla fronte con un dito per poi sedersi accanto.
<< Sta zitto nano da giardino… >> mormorò bevendo un sorso d’acqua.
<< Dopo quello che è successo ieri ti ostini ancora a chiamarmi così? >> .
<< C-cosa s-sarebbe suc-c-cesso ieri? >> domandò indifferente.
<< Hai curato la mia ferita e dopo… >> uno scambio di sguardi sembrò dire tutto. Lui scivolò sullo schienale a braccia conserte e con un mezzo sorriso si leccò le labbra, lei aveva il suo solito tic nervoso alla gamba destra che tremava come se sentisse freddo. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò qualcosa. << … sarà il nostro piccolo segreto, lo prometto… >>. Lei non disse niente e guardandolo con la coda dell’occhio si accorse di una cosa. Prese un fazzoletto e gli pulì la faccia.
<< Sei tutto sudato signor “sarà il nostro piccolo segreto” ! >> rise e lui allontanò la sua mano.
<< Che perspicacia mocciosa! >> disse buttando il fazzoletto nel cestino.
<< Volevo dirti che ho lasciato Jake. L’ho beccato mentre era con una biondina… >>.
<< E’ la sua ex, si chiama Nancy… >>.
<< E tu come lo sai? >> rispose incredula Jaina.
<< Quando sono andato alla redazione giornalistica li ho visti insieme, però lui l’aveva cacciata… forse ha cambiato idea… >>.
<< Già. Alla fine non mi importa tanto, non mi piaceva sul serio e non mi capacito com’è nata questa relazione, sempre se si può definire così… >>.
<< Meglio per me… >>. Chissà cosa passò per la sua mente in quel momento. Jaina si alzò e decise di spiegare le cose come stavano.
<< Frank… >> disse alzandosi <<…solamente perché ho rotto con Jake non vuol dire che mi metto con te… >>. Lui la guardò strano, della serie mi stai prendendo in giro?
<< Tzè! Chi vorrebbe come fidanzata una tipa come te? Tanto ho i miei cani, loro sono il mio vero amore! >> convinto di quello che aveva detto prese Pansy e ritornò dai suoi amici. << Vedrete che cederà! >> esclamò con nonchalance.
<< Chi dovrebbe cedere? >> domandò Mikey che vide la ragazza entrare nel garage. Si fermò, lanciò un’occhiataccia al nano malefico e si allontanò da quel posto.
<< Si è bevuta quello che le ho detto, cederà. Secondo me, quando sono con lei sclera tanto dentro solo che non vuole farlo notare. Devo essere proprio un figo per arrivare a farla balbettare o addirittura tremare! >> aggiunse vantandosi e tutti lo guardarono male tranne Gerard che era intento a ridere.
<< Vi giuro che stavolta rimango concentrato… >> disse prendendo un respiro profondo.
Tutto quello per lui era una cosa assurda ma alla fine meglio ridere che piangere, no?
Le cose stavano cambiano, sia in positivo che in negativo.

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Capitolo 15
*** -Cap 15. Ucciderò le farfalle nello stomaco col cianuro. ***


I'm the son of rage and love,
The Jesus of suburbia,
From the bible of "none of the above",
On a steady diet of soda pop and ritalin,
No one ever died for my sins in hell,
As far as I can tell,
At least the ones I got away with
But there's nothing wrong with me,
This is how I'm supposed to be,
In a land of make believe,
That don't believe in me…”
  .
“Quanto sono insistenti!”pensò la ragazza dagli occhi azzurri prendendo il telefono e avviando la chiamata. Avrete ben capito che quella era la sua suoneria e di solito quando chiamavano, rispondeva dopo per sentire la canzone ma quella volta fu diverso. Il tizio era insistente.
<< Le ho già detto che i My Chemical Romance stanno lavorando al loro album e quindi non vogliono rilasciare interviste. Sia gentile e lo dica pure agli altri come lei! >> disse con tono scorbutico premendo il pulsante rosso. In quella giornata era già il sesto giornalista che chiamava per la stessa cosa. Gerard stesso le aveva detto che non voleva essere intervistato, almeno non perora.
Intanto quel pomeriggio lei era in camera sua con l’intenzione di dare una spolverata al suo grande cassetto pieno di album fotografici e altra roba quali bracciali, collane e anelli con strani ornamenti, pupazzetti e un doppio quaderno nero ad anelli. Non l’aveva mai visto prima d’ora così lo prese e iniziò a sfogliarlo rendendosi conto che era di Gerard. Quando si trasferì prese tutto quello che le apparteneva ma non ricordava quel quaderno. Probabilmente l’avrà dimenticato a casa sua in passato. Un quaderno pieno di disegni e scritte. A giudicare dall’anno l’avrà usato alle superiori. Scheletri, mostri e vampiri colorati di rosso e nero decoravano quelle pagine che fecero rimanere la ragazza ammaliata. Lei aveva sempre amato i suoi disegni, lo considerava un genio dalla grande fantasia. Il fatto che a fine pagina ci fossero diversi suoi ritratti non la lasciò stupita visto che, come diceva lui, gli servivano per pratica.
“Sei un bel soggetto, sai?”  le disse tempo fa mentre erano in un bar e lui la scrutava attentamente cercando di disegnarla più verosimile possibile. Tutto questo lascia dedurre sbagliato giacché Jaina non si era mai sentita una modella, per lui ma come ben sappiamo era il contrario. Posò il quaderno e svuotò completamente il cassetto passando una vecchia maglietta che non indossava da tanto tempo e usava per spolverare. In quel momento suonarono alla porta e lei sbuffando si alzò e andò alla porta d’ingresso. Aprì ed entrò una Lynz felice e raggiante come al suo solito.
<< Come mai sei così felice? >> domandò perplessa chiudendo la porta.
<< Tra poco uscirà il nostro disco e sono così… >> dall’eccitazione strinse i pugni ed iniziò a saltellare con un gran sorriso sulle labbra << … felice! >>.
<< Mi fa piacere donna felice! Adesso che sei qui mi aiuterai con le pulizie! >> rispose agitando la maglietta e l’amica smise di saltellare guardandola con uno sguardo confuso. << Andiamo! >> la prese per un braccio e la trascinò sopra indicandole i cassetti.
<< Sono solamente piccole cose! Non hai bisogno del mio aiuto… >> si sedette per terra e iniziò a guardare tutti gli oggetti della ragazza.
<< Grazie mille… >> disse la ragazza delusa sedendosi accanto a lei. L’amica notò dei raccoglitori e incuriosita ne prese uno.
<< E questi? >>.
<< Sono album di quando ero piccola… >> rispose analizzando per bene i vari anelli che teneva in mano << Non mi ricordavo di averne così tanti... >> mormorò.
<< C’è pure Gerard?! >> rispose lei iniziando subito a sfogliarlo in cerca di una sua foto.
<< Ovvio che sì! Dovresti andare alla fi... >>.
<< … trovato! Oh, che carino! >> esclamò con una voce infantile e dolce. L’amica si avvicinò e notò che era una foto dalla sua vecchia recita di Peter Pan.
<< Me la ricordo bene quella recita. All’inizio era nervosissimo! Prima di andare in scena ho dovuto tenergli la mano tutto il tempo! La cosa positiva è che non ha bevuto come al suo primo concerto… >> una faccia sdegnata fu mostrata all’ultima frase.
<< Voi siete… così legati! >> continuò vedendo altre foto e in cuor suo nutriva una certa gelosia nei suoi confronti. Non aveva avuto mai nessuno che le dimostrasse quanto teneva a lei, invidiava quel rapporto ma dopo pensava al fatto che sicuramente Gerard provava qualcosa di più per lei, ma quest’ultima sembrava proprio non accorgersene. In fin dei conti non era proprio un rapporto con i fiocchi poiché anche Lynz pensava che Gerard soffrisse molto per lei, anche se non voleva farlo notare.
<< Già. Non so cosa farei senza di lui. Sicuramente ero odiosa e insopportabile anzi lo sono sempre stata. Lui è l’unico che riesce a sopportarmi perché come ben sa sono complicata, troppo. In ogni situazione sa sempre come trattarmi e cosa dire. Sì, gli voglio bene! >> disse sorridendo e facendo una “v” con le dita. Lynz chiuse l’album e prese il quaderno nero accanto a lei sfogliandolo.
<< Che allegri disegni. Soprattutto questo cimitero accresce la mia felicità! >> sarcastica guardava quei disegni incuriosita e arrivando alle ultime pagine rimase allibita. << E tutti questi tuoi ritratti? >>.
<< Gli servivano per far pratica e ogni volta che mi trovava seduta in un posto, mi ritraeva… >> rispose facendo spallucce e rimettendo a posto i suoi bracciali.
<< Ha fatto mooolta pratica da quello che vedo… >>.
Guardando quelle foto la sua felicità si spense come tante candeline su una torta per una folata di vento. Già, ormai ne era convinta. Lei era la sua migliore amica e lui ne era totalmente innamorato. Magari il fatto che Jaina non si accorgesse di questo sentimento poteva essere un vantaggio per lei ma alla fine fu solamente un inutile pensiero. Lei non riuscirà mai ad avvantaggiarsi su di lei, o forse sì? Magari in futuro?
<< Sai una cosa? Ho lasciato Jake. Quel verme mi aveva tradito con la sua ex… >>.
<< Questa è un’ottima notizia! >> esclamò chiudendo subito l’album. << Che intenzioni hai con Frank? >> continuò maliziosamente e la ragazza le lanciò uno sguardo freddo.
<< Non ho intenzione di fare niente… >>.
<< Perché? >>.
<< Perché è meglio così. Non sono stupida, sicuramente lui ha notato qualcosa perché ho sempre comportamenti assurdi con lui… >> disse rimettendo tutto a posto tranne il quaderno che aveva intenzione di ridarlo al suo amico.
<< Comportamenti assurdi? >>.
<< Sì. Sentire qualcosa nello stomaco, balbettare, tremare… >> rispose ripensando a quando aveva cercato di medicarlo e le aveva provate tutti e insieme. Lynz la fissò attentamente, mise a gambe incrociate e aprì il quaderno facendo finta di scrivere.
<< Il soggetto in questione è affetto da una comune sindrome che consiste di provare attrazione verso un particolare individuo ovvero è innamorato! >> dedusse come una psicologa.
<< Lo so e il fatto che Gerard non prende sul serio l’argomento mi rende nervosa… >>.
<< Perché non dovrebbe prenderti sul serio? >>.
<< A me non sono mai piaciuti tipi come Frank, per quello… >>.
<< Cambiare fa bene! >>.
<< No, io odio i cambiamenti. Questo è un altro motivo per odiarli poi si comporta in modo stupido. O forse sono io che mi sono comportata in modo stupido… >> disse con uno sguardo perplesso ricordando quello che gli aveva detto.
<< Non dirmi che hai mandato tutto a monte… >> rispose l’amica guardandola malissimo.
<< Gli ho solamente detto che adesso che avevo rotto con Jake non vuol dire che iniziavo una nuova relazione con lui… >> mormorò con lo sguardo basso ma questo  guadagnò uno schiaffo sul braccio.
<< Sei idiota o ti piace esserlo? >>.
<< Devi smetterla con questi schiaffi o spintoni! Comunque ho solamente detto la verità… >> disse massaggiando la parte colpita nel braccio e il telefono dell’amica emesse un suono, era un messaggio. Lynz si alzò, prese il telefono e lo lesse.
<< Devo andare, ho una riunione con gli altri del gruppo e lasciatelo dire. Sei una guastafeste! >>.
<< Di cosa stai parlando? >>.
<< Niente… >> con uno strano sorriso si allontanò << … da brava spettatrice vedo come si svolgeranno le cose… >> concluse scendendo e lasciando Jaina confusa al massimo. Suonarono e la ragazza si alzò sbuffando. << Jaina a quanto pare hai visite! >> continuò Lynz dal piano di sotto. La ragazza scese con il quaderno in mano e si ritrovò davanti a sé il ragazzo citato in precedenza nella conversazione.
<< Frank! C-che fai q-qui? >> e d’impulso si diede uno schiaffo in testa. Doveva smetterla di balbettare.
<< Volevo farti una visita… >> rispose lui tranquillamente. Solamente appena tolse la mano, la ragazza si rese conto che aveva cambiato pettinatura. Un’insolita cresta nera con il resto dei capelli tinti di bianco. Scosse la testa e socchiuse gli occhi. << Hai tagliato i capelli? >> domandò convincendosi di quello che vedeva.
<< Non sei una talpa, la tua vista è perfetta! >> rispose ridendo e la ragazza alzò un sopracciglio.
<< Dovrei ridere a questa sottospecie di battuta? >>.
<< Le mie battute sono sempre divertenti! >> la guardò in modo serio facendole capire che non scherzava.
<< Come quella del “ tanto ho i miei cani, sono loro il mio vero amore ?” >> a braccia conserte lo guardò con uno sguardo deludente.
<< Parlavo sul serio quella non era una battuta … >>.
<< Ah, capisco… >>.
Un imbarazzante silenzio cadde in quel momento. “Andiamo Jaina, stai andando bene! Basta che non ti chiede di uscire e non farai brutte figure…” pensò facendo lunghi sospiri.
<< Ti va di uscire? >> propose lui per rompere il ghiaccio e lei lo guardò spaventata.
<< Va bene, tanto sono già vestita! >> accettò sorridendo ma dentro preferiva una lenta tortura. “Io e i miei pensieri del piffero…” pensò tenendo in mano il quaderno e prendendo una giacchetta dopo uscirono. Faceva un leggero freddo benché fossimo a ottobre, anche lui era coperto bene visto che portava una felpa nera però sotto aveva dei jeans strappati alle ginocchia. Camminarono per un po’ senza una precisa meta in testa.
<< Ti ha dato fastidio quello che avevo detto al riguardo dei cani vero? >>.
<< Frank… mettiamo un’altra volta le cose in chiaro. Tu sei un ragazzo estremamente talentuoso e pieno di... >> la guardò incuriosito, come se volesse provocarla e d’istinto Jaina si diede un pugno allo stomaco “…morite farfalle del cazzo…” pensò con uno sguardo da serial killer. << … fascino. Essendo maschio io non riesco mai a capire bene quello che dici per non parlare delle tue azioni… >> continuò con lo sguardo rivolto alle sue belle converse nere.
<< Come quella volta che ho tentato di baciarti? >> domandò lui senza vergogna e la ragazza avvertì il suo cuore che per un istante si fermò. Alzò lo sguardo e in quel momento la tremarella era ben giustificata.
“Non ha alcun senso del pudore! Guarda come mi sbatte in faccia le cose…”  pensò con un lungo sospiro.
<< I tuoi pochi neuroni sono in grado di ricordare certe cose, mi sorprendo… >> continuò sarcastica, anche quello in questi momenti era ben giustificato.
<< Mi stai dando dello stupido? >>.
<< Scommetto che questo era il tuo secondo neurone! >> esclamò divertita.
<< Strega indisposta… >> mormorò con le mani in tasca.
<< Guarda che ti sento nano da giardino! >> ribatté con tono antipatico. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo ma aspettate. Le cose non erano cambiate di molto, la situazione era sempre quella. Non ci volle molto a Jaina per capire che non poteva fare una tranquilla conversazione con Frank senza iniziare a litigare. Non cambieranno mai questi due! Camminando si ritrovarono al parco dove si sedettero su una panchina.
<< Sai è davvero strano che non ti ricordi di me giacché sei capitato nel mio armadietto tre volte… >> quella non fu proprio una bella domanda e lo dimostrava l’espressione triste e arrabbiata al tempo stesso del ragazzo.
<< Sono capitato negli armadietti dei ragazzi di tutti a scuola… >>.
<< Perché cacchio hai chiamato la tua chitarra Pansy se il tuo passato ti fa soffrire? >>.
<< Perché voglio superare quella storia. Non si deve rimanere nel passato, bisogna sempreandare avanti e poi odiavo gli armadietti dei secchioni! >>.
<< Come mai? >>.
<< Erano pieni di libri e polvere, mi presi addirittura un raffreddore una volta… >> e quel discorso fece ricordare un episodio alla ragazza.
<< Adesso ricordo! Una volta ti ho trovato nel mio armadietto e siccome avevi scombinato tutti i miei appunti di storia, avevo visto i ragazzi della squadra di Football nelle vicinanze e gli chiesi, non gentilmente, di sbatterti dentro un armadietto di un secchione! >> disse con lo sguardo perso nel vuoto, rivivendo esattamente quell’episodio << La cosa bella è che Matt Warm mi notò e mi ringraziò del consiglio… >> continuò sorridendo. Egli era il capitano della squadra di Football, uno di quei tipi popolari a scuola e pieno di fascino, che all’ultimo anno delle superiori ebbe una relazione con la ragazza solo che si interruppe mesi più tardi a causa dei suoi allenamenti. << Peccato che Gerard lo odiasse… >>.
<< E’ colpa tua allora se quei bestioni mi hanno picchiato, chiuso nell’armadietto e alla fine della scuola, mi hanno ripicchiato! E mi sono preso anche il raffreddore! >> disse con una veloce parlantina, lasciava dedurre che era arrabbiato.
<< E’ stato tanto tempo fa e poi… scusa… >> si giustificò con uno sguardo seriamente pentito.
<< Non m’importa ormai è passato… >>.
Quella conversazione portava solo guai così Jaina decise di cambiare discorso.
<< Ti ricordi la prima volta che siamo usciti? >>.
<< Certo. Abbiamo parlato di Harry Potter e chiarito. >> disse soddisfatto con un sorriso. Che gli aveva fatto piacere chiarire e passare un po’ di tempo con lei?  
<< Sì! Ecco… ho un dubbio. Questo sarebbe un appuntamento? >> domandò a disagio.
<< No. Io per un appuntamento punto sempre o un giro in città oppure al cinema… >>. Quella frase fu analizzata accuratamente dal suo cervello tanto da farle ricordare una vecchia conversazione con Lynz dove le domandò se preferiva un ragazzo con quel genere di gusti in fatto di uscite e lei acconsentì. Non voleva sentire quella frase, preferiva addirittura che qualcuno le dicesse che tutte le sue converse erano strappate e inutilizzabili.
<< C-cinema… oppure… g-giro in città? >> balbettò ancora sotto shock e lui annuì. Quella tensione fu fortunatamente interrotta dal cellulare della ragazza che squillò. Jesus of Suburbia a palla.
<< Ti piacciono i Green Day? >> domandò sorpreso.
<< Io AMO i Green Day, non è questione di piacere… >> rispose con vanto.
<< Anch’io! Ammiro molto Billie Joe Armstrong e… un’altra cosa in comune? >> continuò sghignazzando.
<< A quanto pare… >> disse avviando la chiamata << … pronto? >>.
<< Ancora mi stupisco perché non sei a casa mia! >> esclamò la voce sbalordita.
<< Perché dovrei essere a casa tua? >> a quella domanda Frank perplesso con un semplice sguardo le fece capire la sua domanda.
<< E’ Gerard… >> rispose mettendo una mano sul telefono a lui reagì in modo strano. Mise le braccia conserte e si appoggiò allo schienale. Sbuffò come se fosse scocciato che qualcuno avesse interrotto quella conversazione.
<< Non posso credere che l’hai dimenticato. Jaina, è venerdì! >> continuò cercando di farle capire quello che intendeva e la ragazza sobbalzò.
<< E’ vero scusami tanto! Sto arrivando… >>.
<< Guarda che questa la segno! >>.
<< E’ inutile che ti vanti in questo modo. Quel ridicolo quaderno dove segnavi tutto l’hai perso in terza media… >> quella frase imbarazzante creò due situazioni. Frank ridacchiò invece Gerard non sapeva cosa rispondere. Quando voleva Jaina sapeva essere piuttosto imbarazzante.
<< Vaffanculo… >> mormorò e le chiuse subito la chiamata.
<< La verità fa male! >> esclamò ridendo.
<< Perché voleva che andassi a casa sua? >>.
<< Oggi è venerdì e solitamente di sera mangiamo schifezze e giochiamo ai videogiochi. >>.
<< Non me l’ha detto… >> disse deluso.
<< Sicuramente non voleva averti tra i piedi! >> rispose in modo scherzoso.
<< Come lui in questo momento… >> continuò alquanto seccato prendendo il quaderno che aveva in mano la ragazza. Che sia quello che tutti pensiamo in questo momento? Quel sentimento che inizia per G e finisce per A?
<< E’ di Gerard quel quaderno non è mio. Non so perché l’ho trovato tra le mie cose… >>.
<< Oh! Amo l’horror e in particolare i film… >> aggiunse meravigliato da quei disegni in rosso e nero.
<< Anch’io… >> mormorò rendendosi conto che infondo avevano gli stessi gusti e lui sorrise. Un bellissimo sorriso che lo fece diventare ancora più carino e adorabile.
<< Questa è davvero bella. Green Day, Harry Potter e adesso i film horror. Magari sei veramente la mia anima gemella… >> disse tra sé guardando ancora quei disegni. D’un tratto la ragazza si toccò la guancia e la fronte, sperando di non essere diventata rossa. << … peccato per i vampiri… >>.
<< A me stanno sul cazzo i vampiri… >> rispose schiettamente specchiandosi nello schermo del telefono. Un po’ di rossore sulle guance colorava quella pelle chiara e la ragazza preferiva essere seppellita subito. Maledizione! Avrebbe preferito essere un robot.
<< L’avevo capito perché ogni volta che suonavamo Vampire will never hurt you te ne andavi dietro le quinte con la faccia schifata e… >> anche lui rimase allibito dai ritratti alla fine. << … questi? >> domandò in modo freddo e scostante.
<< Gli servivano per fare pratica, tranquillo! >>.
<< Mi ha annoiato, tieni! >> lo chiuse con forza porgendoglielo. Altro comportamento che lascia dedurre quel sentimento? La guardò e sorrise. << Perché sei rossa? >>.
<< P-perché… c’è caldo! >> esclamò imbarazzata sventolando la mano sinistra.
<< A ottobre? >> continuò osservando il cielo nuvoloso. Secondo la luce i suoi occhi potevano essere sia castani sia verdi e in quell’istante erano castani. Ricorda ancora quando aveva curato la sua ferita e il suo viso era molto vicino al suo, proprio in quel momento erano verde chiaro. Davvero stupendi.
<< Non la senti ma è l’umidità! E’ meglio che andiamo o Gee si preoccupa… >>.
<< Hai ragione… >> si alzarono e si incamminarono verso casa sua. Nessuno parlò, o meglio, dopo l’ultima brutta figura di Jaina non era necessario. Doveva imparare a controllarsi e magari smettere di chiamarlo nano da giardino. Doveva essere più graziosa nei suoi confronti o non avrebbe risolto niente ma fermiamoci un minuto. Che cosa sono questi pensieri? Non aveva detto che non avrebbe combinato niente? Perché tutto d’un tratto avrebbe deciso di smettere di insultarlo? Sicuramente se andasse da uno psicologo, perderebbe tempo e soldi facendolo impazzire, perché lei è strana. Molto strana.
<< Senti una cosa. Per caso ti piaccio? >> domandò d’impulso non rendendosi conto di quello che aveva detto. Lui perse diversi minuti nel pensare alla risposta e poi decise.
<< Non mi dispiaci… >> rispose facendo spallucce.
“Io e la mia stupida boccaccia…”pensò la ragazza con una mano in faccia.
Arrivati lì, suonò il campanello e aprì Gerard che prima vedendoli insieme rise e dopo li fece entrare.
<< Perché sei con lui? >>.
<< Sai, ho trovato questo cagnolino al parco e ho pensato di portarlo qui… >> sorrise a Frank che intanto non riusciva a capire quello che aveva detto << …la frase è perfetta visto che adori i cani! >> continuò ridendo ma non cambiando la situazione.
<< Lascia stare, non capisce la battuta… >> aggiunse Gerard.
<< Jaina giocherai con me stasera? >> intervenne Mikey mettendole il braccio sulla spalla e lei si allontanò. Che strano pensare che in quella frase c’è un doppio senso.
 << Ancora a Halo? >> rispose con gli occhi al cielo.
<< Halo?! Posso giocare io? >> propose Frank e il ragazzo accettò entusiasta. Si diressero nel salone dov’erano pronti anche Bob e Ray con i joystick in mano.
<< Abbiamo trovato il quarto giocatore, possiamo iniziare! >> esclamò Mikey avviando il gioco. Jaina e Gerard si guardarono allibiti e andarono in cucina.
<< Oggi ho ripulito il mio cassetto e ho trovato questo… >> lo agitò e lui lo prese ricordandosi subito di quel quaderno.
<< E’ quello dei miei ritratti su di te, vero? >> domandò ridendo e lei annuì timidamente.  << Ero ancora inesperto adesso so fare di meglio! >> continuò vantandosene facendola ridere. Uno dei suoi tanti pregi era quello di farla ridere, probabilmente lo faceva di proposito visto che le piaceva di più quando rideva.  
<< Si direbbe che stasera sarà una di quelle tra nerd! Non pensavo che a Frank piacessero i videogiochi… >>.
<< Ogni volta che dobbiamo fare le prove devo aspettare almeno mezz’ora perché devono finire un livello e poi aspetta… >> cominciò nuovamente a ridere  << …ancora quella barzelletta che ti piace quel nanetto! >>.
<< Non è una barzelletta, smettila! Non mi prendi sul serio e questo non lo sopporto! >>.
<< Come posso prenderti sul serio se dici che quelli con i tatuaggi sembrano dei delinquenti e poi ti piace uno che li ha quasi su tutte le braccia? >>.
<< E se dicessi che riesce a confondermi? Balbettare, tremare, quelle odiose farfalle nello stomaco che quando le sento berrei volentieri del cianuro! Sono seria, Gerard ti prego credimi. Perfino quando eravamo al parco, mi è capitato e ho la sensazione che peggiorerà… >> proprio in quel momento l’amico capì che non era divertente quella situazione, era orribile e basta.
<< Avevo detto che non volevo problemi… >> disse serio.
<< Nonostante abbiamo qualche piccolo diverbio, non succederà niente di grave a parte quello che è accaduto prima di venire… >>.
<< Cioè? >>.
<< La mia stupida boccaccia, è sempre lei. Ha detto che non gli dispiaccio. Che voleva dire secondo te? >> domanda facile per lui visto che lo sapeva benissimo. Quello per lui era l’inizio di un incubo che non avrebbe avuto fine.
<< Non lo so che vuol dire, mi dispiace… >> mentì abbassando lo sguardo, altre menzogne. Sembrava ancora una perfetta via di fuga. La ragazza guardò il calendario e tirò un sospiro di sollievo.
<< Sembra che domani ci divertiremo tanto! >> esclamò con un sorriso a trentadue denti.
<< Perché? >>.
<< E’ Halloween! Dolcetto o scherzetto? >> disse l’amica con una voce infantile, come quella dei bambini mascherati che vanno di casa in casa dicendolo per volere le caramelle.
Una cosa gli venne in mente strettamente collegata con quella festa. Voleva morire in quel preciso momento. Contemplare l’ipotesi del suicidio per lui sembrava la situazione a tutto. 

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Capitolo 16
*** -Cap 16. Bitch please. It’s Halloween! ***


Premetto col dirvi che a me piace moltissimo questa festa e che vorrei essere americana solo per il piacere di festeggiarla! E’ tutta collegata con l’horror ed io amo quel genere. Va bene vi ho rotto, iniziate a leggere.

Malocchio e gatti neri, malefici misteri
il grido di un
bambino bruciato nel camino
nell'
occhio di una strega il diavolo s'annega
e spunta fuori l'ombra: l'ombra della strega!
La vigilia d'Ognissanti han paura tutti quanti:
è la notte delle streghe!
Chi non paga presto piange!”

Da Halloween la notte delle Streghe.


Era quella l’atmosfera che girava quel giorno nel New Jersey e non solo, in tutta l’America. Per le strade, in particolare nei negozi, si potevano ammirare le tipiche decorazioni fatte di scheletri e zucche tutto in nero e arancione, i colori tipici di quella festa. Bambini travestiti da vampiri, streghe, zombie, fantasmi e licantropi bussavano di casa in casa in cerca di caramelle e dolci. Accanto a ogni casa non poteva mancare la classica zucca ritagliata stile Jack-o'-lantern. Scherzi e film dell’horror erano all’ordine del giorno, insomma quella era una festa stupenda in particolare per Jaina. Essendo un ossessiva-amante dell’horror lo considerava il giorno più bello della sua vita.
La scorsa serata per Jaina fu divertente per due ragioni. Una, mangiò tanta pizza e altre schifezze per non dimenticare gli assurdi esperimenti che creava con Gerard su l’immischiare diverse bibite al fine di ottenerne una gustosa. Secondo voi con Coca Cola, Fanta, Sprite, Acqua, Chinotto e un pezzo di limone si ottiene una buona bevanda? Per Jaina e Gerard sì.
Due, passò un’intera nottata a sclerare sui videogiochi con Frank, Mikey, Bob e Ray. Quell’azione causò due diverse reazioni: Frank si stupì del fatto che lei fosse brava con i videogiochi quasi al pari di Mikey, ne rimase meravigliato. Gerard invece non biasimò la ragazza e rimase con loro solo per guardare quello spettacolo messo in scena da un nerd, un nano, una ragazza, un maniaco di gatti e un afro. In compenso scrisse altre canzoni, giusta ispirazione? Le provò con gli altri e pensò che fossero perfette. Ormai erano vicini a pubblicare quell’album che avrebbe venduto tantissime copie e li avrebbe fatti conoscere in tutto il mondo.
<< E’ incredibile che dopo la scorsa nottata voi siate capaci di suonare e provare le canzoni… >> notò Jaina vedendoli entrare in cucina. Era seduta su una sedia con una tazza di caffè bollente tra le mani.
<< Hai ragione ma è anche vero che dobbiamo abituarci. Pensa in tour dove ogni giorno visiteremo una città diversa oppure il tour mondiale dove il fuso orario sarà nostro nemico! >> rispose con astuzia Ray.
<< Questa ipotesi non l’avevo valutata. Comunque, Gerard sai che giorno è oggi vero? >> domandò la ragazza sorridendo.
<< E’ sabato… >> disse d’istinto ma quella risposta fece sbuffare l’amica. << E’ Halloween! Che s-stupido, tieni molto a quella festa… dovevo rispondere prima così, s-scusa… >> si corresse balbettando un po’. Anche lui manifestava diversi sintomi uguali a quelli della ragazza.
<< Esatto! Sai bene che stasera andiamo in giro a fare scherzi e rubare le caramelle ai mocciosi travestiti! Di notte invece il classico Halloween e la notte delle streghe! >>.
<< Vengo volentieri con te! >> disse Mikey approvando con un “ok” però il fratello lo guardò e indicò con lo sguardo Frank. << Peccato che sono già impegnato… >>.
<< Per me non è un peccato tanto viene Gerard con me, vero? >>.
<< Ecco… no. Non posso Jaina, ho altri impegni… >>. Nonostante il faccino tenero della ragazza, è riuscito a non farsi confondere dai suoi occhi azzurri e rifiutare una sua proposta. Potremmo considerarlo un passo avanti.
<< Che impegni hai per stasera? >> disse delusa.
<< Viene alla mia festa! >> intervenne Frank sedendosi accanto a lei.
<< La tua festa? >> domandò la ragazza guardandolo perplessa.
<< E’ il mio compleanno e ho organizzato una festa… >>.
“ E’ nato per Halloween… che figata…“pensò osservando per bene i suoi occhi. Adesso erano di nuovo verdi, lo stesso colore dei classici campi gremiti di trifoglio in Irlanda. Quel contrasto occhi verdi/piercing/bei capelli era stupendo, lui era stupendo. Pensava questo dentro ma fuori la sua faccia rimaneva perplessa. << Saresti nato il giorno di Halloween? >>. Domanda inutile perché lui annuì con un sorriso.
<< Tanto non sei invitata. E’ a tema sui vampiri e non credo ti piacerà! >> disse con tono antipatico e un ghigno beffardo.
<< Wow. Adesso mi hai dato una ragione per andare in bagno e tagliarmi le vene. >> rispose con tono sarcastico.
<< Mostrami del rispetto… >> e di proposito si avvicinò al suo viso << … mocciosa… >> continuò spingendola col dito sulla fronte.
<< Non sapevi che fosse più grande? >> domandò Bob.
<< Questo nanerottolo farà ventidue anni ma ha l’aspetto di un ragazzino… >> aggiunse Ray.
“Che schifo. E’ più basso di me e anche più grande di me…” pensò la ragazza schifata alzandosi. << Io esco, divertitevi alla festa… >> continuò salutando tutti con un gesto di mano e appena aprì la porta d’ingresso, Gerard la fermò.
<< Non prendertela Frank scherzava sicuramente… >>.
<< Si diverte a provocarmi è un idiota. >>.
<< L’idiota ti piace però o sbaglio? >>. Orma si era arreso e affrontata l’amara verità.
<< Ahhh! >> esclamò con le mani in faccia << Non farmelo ricordare! Comunque visto che stai dalla sua parte organizzo qualcosa con Lynz. Buon divertimento! >> e con un’occhiataccia crudele uscì da casa sua.
Il moro ritornò in cucina con una mano in faccia. << Devi essere per forza così antipatico con lei? >>.
<< Ti ho detto che è un bel passatempo e poi cederà. Questione di ore… >> disse annuendo con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Questione di ore? Che hai in mente? >> notò Mikey con pensando a qualcosa.
<< Niente. Che cosa dovrei avere? >> si giustificò facendo spallucce ma il fatto che rovinò un fazzoletto che aveva in mano lasciava intendere il contrario.
<< Nano malefico… >> mormorò Gerard prendendo con violenza quello che teneva in mano e guardandolo male.
Un Halloween rovinato pensò la nostra protagonista. Il suo migliore amico avrebbe passato il giorno più bello della sua vita con un nano malefico e pervertito. Questo era davvero un colpo basso ma guardò anche il lato positivo. Lynz poteva migliorare quella brutta giornata così decise di chiamarla.
<< Pronto? >>.
<< Lynz sono io! Dove sei? >>.
<< In un negozio in centro perché? >>.
<< Fantastico! Di sicuro starai scegliendo qualche vestito per stasera, posso venire? >>.
<< Questa conversazione si basa solo su domande. Comunque va bene, hai presente H&M? Sono lì. >>.
<< Si si! E’ fantastico quel negozio, prendo l’autobus e arrivo! >>.
<< Ti aspetto ciao! >> chiuse la chiamata e riprese a scartare alcuni costumi. “Appena scopre dove andrò stasera, mi ucciderà… “ pensò con la sensazione di essere nei guai.
Quel negozio era un tantino lontano però stare da sola le piaceva nonostante tutti i pensieri che le venivano in testa. E’ un tipo diretto, non ha pudore, le sue battute sono idiote quanto lui e riesce a metterla in imbarazzo. “Lo odio… però mi piace. Che bello schifo…” pensò con un ossimoro entrando nel negozio. Solamente quello riuscì a strapparle un sorriso per via degli addobbi e le commesse vestite da streghe. Appena vide l’amica, andò da lei e senza dire nulla iniziò a guardare i costumi che aveva davanti.
<< Che ha combinato Frank? >>. Semplice domanda diretta per arrivare al problema.
<< Spiegami cosa c’entra… >> rispose rimanendo di sasso per quella domanda.
<< Jaina guarda che ho ventidue e una laurea in psicologia. Non mi prendi in giro… >> disse scegliendo il vestito perfetto per lei.
“Non so perché ma mi sento una sfigata ad avere diciotto anni…” pensò con disprezzo escludendo subito un costume da fantasma.
<< Mi ha rovinato la giornata perché è il suo compleanno e fa una festa… >>.
<< Non ti ha invitato? >>.
<< No perché la festa è a te…ma… >> la parola fu spezzata per il costume dell’amica che Jaina vide. Rimase delusa e capì tutto. << Vai pure tu alla sua festa, vero? >>.
<< Ecco… sì… >>.
<< Mi prendi in giro? Guarda che non ho dolcetti da darti! >>.
<< No, è la verità. Jimmy, il cantante della mia band, conosce Frank che l’ha invitato alla sua festa e siccome non vuole andarci da solo, ha chiesto agli altri del gruppo di andare ed io ho accettato… >> disse cercando di giustificarsi.
<< Anche tu mi lasci per quell’odioso nanerottolo? >>.
<< Dai vieni! Sarà divertente! >> continuò cercando di invogliarla.
<< L’ha fatto di proposito perché sa perfettamente che odio i vampiri… >>.
<< Gli piace provocare ma tu non devi dargli soddisfazione. >>. Quella frase fu analizzata attentamente dalla diciottenne tanto da sembrarle una sfida.
<< Dovrei andare alla sua festa così capisce che non mi faccio abbattere facilmente? >>.
<< Wow Jaina. Ottima soluzione! >> esclamò l’amica esterrefatta. Pareva che in quel momento la sua ottusità fosse scomparsa, magari a fare un giro.
<< Ha detto che non sono invitata però… >> mormorò con tristezza. Dimenticate quello che dissi in precedenza. Meglio non parlare troppo.
<< Io sono convinta che lui vuole che vieni. Dimentichi che vuole provocare! >> e con un colpo in testa che le diede, cercò di farlo ricordare meglio.
<< Va bene, vengo. >> si spostò e un lampo di genio si manifestò in quel momento << So addirittura come mi vestirò… >> disse con uno strano sorriso.
<< Come? >>.
<< Sorpresa! Lo saprai alla festa! >> esclamò ridendo e andando in un altro reparto. Chissà cosa aveva in mente…






Diverse ore passarono e il vero spirito di Halloween stava iniziando a manifestarsi, perfetto col buio della notte. Jaina era venuta con Lynz e la sua band e appena entrò in casa del festeggiato rimase molto perplessa perché c’erano molti anzi troppi invitati. Tutto questo è sinonimo di confusione e Jaina la odiava molto. Solo i concerti erano un’eccezione per il resto preferiva la tranquillità.

“GO!
Locked in a world of bile-soaked skin
Monsters seduced by her attention
She's draining the infection
Carol Anne, The Beast is calling
Carol Anne, Carol Anne
She can hear souls sing
Carol Anne, The Beast it needs you
Here it comes! Here it comes!
Reaching out somewhere from inside your T.V!”

Era questa la canzone che in quel momento era in onda. Tutti che ballavano lasciandosi trascinare da quel ritmo.
<< Questi sono i Misfits! >> esclamò Lynz eccitata. Era vestita con un vestito nero aderente dal corsetto e cerniera sul davanti con allacciatura sul retro. Non era molto lungo giacché arrivava alle ginocchia. La parte frontale della gonna era arricciata e sotto portava delle calze nere strappate con degli stivaletti. Con molta cipria in viso, occhi rossi per via delle lentiche, e la bocca di un rosso sbavato faceva credere che avesse succhiato sangue da poco.  << Non è solo figo ha pure buoni gusti musicali! >> continuò spingendo con un gomito il braccio dell’amica.
<< L’avevo capito questa è Shining! E’ una bella canzone… >> disse guardandosi intorno.
<< Sai che non ho ancora capito da cosa sei vestita? >> domandò a braccia conserte e Jaina le mise una cosa davanti piuttosto insolita, un paletto di legno. << Che cos’è? >> continuò ancora non capendo. Jaina sbuffò. Non vestiva qualcosa di particolare, solamente una camicetta blu, dei jeans e le sue converse nere.
<< Sono una cacciatrice! Un’ammazza vampiri! Hai mai visto Buffy? >> domandò basita e lei scosse la testa. << E’ il mio telefilm preferito e coincide con la festa. Adesso ho bisogno di acqua… >> si allontanò cercando la cucina in mezzo a quell’orda di vampiri che si dimenava al ritmo di quelle canzoni. Quando la trovò, vide Gerard appoggiato al tavolo con una Coca Cola in mano e appena lo salutò, lui ricambiò timidamente.
<< Non oso immaginare cosa dirà Frank appena ti vedrà… >>.
<< Rilassati, sono in tema! >> esclamò sorridendo agitando il suo paletto e il ragazzo capì subito.
<< Buffy è bionda… >> ricordò lui ridacchiando e toccandole i capelli.
<< Al diavolo! Sono Faith. E’ pur sempre una cacciatrice anche se l’ho sempre odiata ma… >> lo scrutò attentamente e vide che non era travestito come le altre persone. La cacciatrice non era ancora entrata in azione. << … come mai sei vestito “normale” ? >> continuò facendo le virgolette con le dita.
<< Non volevo adeguarmi ed essere la minoranza… >> continuò dando un sorso alla sua lattina.
<< E per Frank andava bene? >>.
<< Non ha fatto storie io sono il suo migliore amico. >> disse annuendo.
<< Come conosce tutte queste persone? >> domandò guardando vampiri ovunque.
<< Gente dell’università che frequentava e conosceva. >>.
<< Quella sottospecie di mezzo uomo è andato all’università? >>.
<< Sì ma ha abbandonato gli studi per entrare nella band… >>.
<< Questo non lo sapevo… >> disse stupita e iniziò a cercare qualcosa tra le bevande sul tavolo e in frigo. << Niente alcool? >> si rese conto scioccata e il ragazzo sobbalzò.
<< Frank non ha comprato nessuna bevanda alcolica… >> scuotendo la testa stringeva forte la sua lattina e voleva tanto che al posto della Coca Cola ci fosse una birra << … dice che fanno male e non vuole incidenti per casa… >> mormorò deluso.
<< E’ cretino o mangia sassi?! Non può fare una festa del genere senza alcolici! Il suo terzo neurone dev’essere morto… >> ne dedusse prendendo una Fanta e andando in giardino. Non sapeva di preciso il motivo per cui fosse andata a quella festa forse perché Lynz sapeva essere molto convincente. Si sedette sul prato e vide che a pochi centimetri da lei si trovava uno scheletro che somigliava vagamente a Jack di Nightmare Before Christmas. All’entrata invece notò la zucca intagliata e davanti a lei molti bambini passavano travestiti vantandosi tra di loro su quante caramelle avessero guadagnato. Quel momento di solitudine fu interrotto dall’arrivo di una piccola creatura, un bulldog che appena vide la ragazza si sedette davanti.
<< Tu devi essere uno dei cani di Frank. Vieni qui… >> e con un semplice gesto l’animaletto si avvicinò leccandogli tutta la mano. La ragazza sorrise e iniziò ad accarezzarlo. << Lo sai? Odio il tuo padrone. E’ insopportabile, però tutto quello che dico è inutile visto che mi piace. Ha organizzato questa festa a tema sui vampiri perché sa bene che li odio ma io sono venuta lo stesso, travestita da un’ammazza vampiri! Geniale, no? Farò una strage e voglio che tu assista… >> la ragazza si fermò rendendosi conto di una cosa.
“Grandioso. Adesso parlo pure con i cani…” pensò con gli occhi al cielo alzandosi. “Siccome non ho niente da fare, mi concedo un giro turistico per casa sua…”. 
Entrò ed evitando i molti vampiri dopo un po' si imbatté in una camera piuttosto interessante. Piccola e dalle pareti particolari; bianche con degli schizzi rossi che facevano pensare al sangue. Una libreria dov’erano presenti tutti i libri di Harry Potter e tutta la discografia dei Green Day. Una scrivania con una sedia. Un armadio dove adiacente c’era uno specchio, una finestra e qualche poster appeso. I riferimenti furono tutti per una persona e appena Jaina vide Pansy accanto al letto capì subito che si trovata in camera di Frank.
<< Che fai in camera mia? >> domandò arrabbiato guardandola male. La ragazza si girò di scatto e lo vide chiudere la porta. Avete presente il classico vestito da Dracula? Mantello nero, camicia bianca con cravatta rossa e pantaloni neri? Era vestito così con un suo tocco personale.
<< Da quando Dracula porta le X sugli occhi? >>.
<< Si chiama originalità mocciosa. Vedo che in fatto di costumi non andremo d’accordo… >> disse indicando il paletto.
<< Attento Dracula o finirai come nel primo episodio della quinta stagione, dove ti polverizzo! >> esclamò con tono minaccioso e lui rise. << Il motivo di questa risata? >>.
<< Perché sei divertente! Adesso spiegami che fai in camera mia… >> ritornò serio.
<< Pansy! >> esclamò guardandola.
<< Volevi suonare qualcosa? >>.
<< Veramente non so s-suonare… volevo p-provare… >> balbettò trovando la situazione ancora imbarazzante e fissando il pavimento. Al contrario lui rise di nuovo.
<< Vieni qui… >> prese la chitarra, si mise su una sedia e afferrandole la camicetta la tirò verso di lui facendola sedere sulle sue ginocchia; le mise tra le mani Pansy mettendo le sue mani su quelle della ragazza. << Ok, le corde sono mi, la, re, sol, si e mi cantino… >> lentamente le fece sfiorare mettendole in vibrazione. Si fermò e fece scorrere la sua mano da sopra la testa della ragazza fino alla spalla spostandole i capelli per poi poggiare il suo mento sulla spalla. In quel preciso momento Jaina avvertì il suo respiro e dentro sentiva il suo cuore che batteva forte, in un modo quasi assurdo. Frank riappoggiò la mano sulla sua e iniziò a farle suonare un intro che lei conosceva abbastanza bene e che iniziò a intonare con lui.
“Hand in mine, into your icy blues
And then I'd say to you we could take to the highway
With this trunk of ammunition too
I'd end my days with you in a hail of bullets…”
 
La ragazza d’istinto cantò quel pezzo di canzone e lui le diede un bacio sul collo. Brividi, solo quello provò. Quell’inaspettato gesto la lasciò senza parole e lo fermò.
<< Fammi scendere… >> mormorò con lo sguardo nel vuoto e lui obbedì. Era davvero imprevedibile quel nanetto. Sospirò e si sedette sul letto. << Io ti odio… >> continuò con una mano sul petto.
<< Perché? >> posò la sua chitarra e si sedette accanto a lei.
<< Perché non hai senso del pudore e mi sbatti in faccia le cose. Ho dei sentimenti e quando ti guardo, il mio cuore sta sempre per soccom… >>.
<< …Jaina?! >> la fermò guardandola negli occhi.
<< C-che c’è? >>.
<< Non ti sopporto proprio… >> e conclusa quella frase le posò un bacio sulle labbra. Ripeto, davvero imprevedibile quel ragazzo. Ora, conoscendo Jaina, tutti penserete che lo avesse spinto e dopo averlo insultato pesantemente come ciliegina sulla torta gli avrebbe dato un forte schiaffo. Vi sbagliate! Non avete vinto nessun premio, ritentate la prossima volta.
Anche lei lo baciò ma solo per un motivo. Non aveva pensato al regalo e quello che sembrava perfetto.
<< Buon Compleanno Frank. >> sorrise e lui fece lo stesso.
<< Mi piace questo regalo… >> le diede un altro bacio e la ragazza lo tirò verso di lei sentendo quelle labbra che le sfioravano dolcemente il collo causando alle volte dei brividi.
<< Colpa del piercing… >> disse lui notandolo con un mezzo sorriso.
<< Provocare ti riesce davvero bene, sai? >> rispose lei con tono antipatico mettendo le sue braccia intorno al suo collo.
<< Con te mi viene naturale… >> e riprese a baciarla con passione.
Mi dispiace deludervi ma non fecero quello che tutti ci aspettiamo, non adesso almeno.

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Capitolo 17
*** -Cap 17. I suoi neuroni si contano sulle dita di una mano. ***


Diabete, diabete, diabete! La mia migliore amica direbbe così.

Un fascio di luce le illuminò il viso tanto da farla svegliare. Aprì lentamente gli occhi e dal senso del tatto percepì che la sua testa era appoggiata su qualcosa di morbido. Alzò il viso e notò Frank che le sorrise mentre con la mano sinistra le accarezzava i capelli. In quel momento realizzò di essersi addormentata sul suo petto, tra le sue braccia.
<< Da quanto sei sveglio? >>.
<< Non da molto. Mi piace guardarti mentre dormi, hai l’aria così innocente… >>.
<< Stai dicendo che non sono innocente? >> domandò guardandolo male.
<< Per niente… >> rispose baciandola << …ma mi piaci così… >> si appoggiò alla sua testa con la mano tra i suoi capelli lisci e neri come la pece. La ragazza rise poggiandosi nuovamente sul suo petto. Poteva sentire il suo cuore, che cosa maledettamente diabetica. Attorno al suo busto avvertiva il braccio destro del ragazzo e la prima cosa che notarono quegli occhi azzurri furono un tatuaggio; un’ancora nella parte bassa del suo bicipite e le lettere N-J nella parte interna. Dopo ricordò gli altri nel braccio destro. << Ricordo che hai pochi tatuaggi … >> continuò scherzando.
<< Tanto anche il braccio sinistro finirà come l’altro. >>.
<< A me piacciono ma non sul mio corpo. Non sono pronta per qualcosa che “rimane a vita”… >>.
<< Questione di tempo e può darsi che cambierai idea… >> rispose convinto e Jaina alzò il viso mostrandogli una smorfia.
<< Un cambiamento alla volta per favore! >>.
 “Guardate come si era ridotta quella che detestava i cambiamenti… deridetemi pure, me lo merito…” pensò mordendosi il labbro inferiore.
<< E’ stato un bel compleanno… >> disse stringendola e dandole un bacio sulla fronte. Lei dal canto suo dopo quella sera lo trattava come se fosse un suo peluche. Si comportava come una bambina, lo stringeva forte e adorava il profumo che sentiva sui suoi vestiti. Le mandava in tilt i neuroni e sembrava non volerlo più lasciare.
<< Davvero? Sei soddisfatto di aver passato tutta la serata con me invece di essere stato con i tuoi amici a divertirti e fare il cretino? >> domandò con schiettezza e lui sospirò. Ricorda bene come si era addormentata, tra le sue carezze e il suo respiro che gli davano un senso di tranquillità e protezione.
<< Sì. Mi sono divertito ugualmente… >> mormorò ricordando la notte passata con lei << …aspetta! Adesso hai un altro segreto con me… >> continuò ridacchiando.
<< Complimenti Sig. Iero! Ha fatto resuscitare il suo terzo neurone! >> esclamò ridendo e lui la guardò male.
<< Devi smetterla di trattarmi come uno stupido… >> disse facendo il finto offeso.
<< E’ questo che ti rende interessante! >>.
<< Spiritosa mocciosa… >> guardò l’orario e si rese conto che era abbastanza tardi << … io dovrei andare… sai, ho le prove con i ragazzi… >> continuò controvoglia.
<< Rimani qui… >> disse lei con una vocina stridula e infantile accarezzandogli il petto << … non lasciarmi tutta sola… >>.
<< Gerard si arrabbierà se faccio ancora tardi… >>.
<< Parlerò io con lui ma tu non andare via… >> continuò mostrandogli un dolce faccino triste con tanto di broncio e lui rise.
<< Va bene mocciosa, rimango ancora un po’… >>.
<< Perfetto! >>. Jaina quando voleva, sapeva essere anche molto dolce, era il lato più nascosto di lei.
<< Non conoscevo questo lato di te. >>.
<< Tu non mi conosci. Che bello, anche Gerard mi abbracciava così… >>. Le cose sarebbero andate diversamente se lei non avesse detto quella frase. Deluso, Frank scese dal letto e si diresse verso l’armadio, dove prese i vestiti che avrebbe indossato.
<< Che ti prende adesso? >> domandò la ragazza allibita.
<< Mi è venuta voglia di strimpellare Pansy… >> rispose uscendo dalla stanza e lasciandola da sola. In quel momento Jaina avrebbe preferito una lenta tortura stile Saw. Era tutto troppo perfetto qualcosa doveva andare storto. Si alzò dal letto e subito avverti un brivido che le percosse la schiena, sentiva freddo. Sulla sedia della scrivania vide una felpa nera a righe bianche e la prese, dopo uscì dalla stanza in cerca del ragazzo. Lo trovò in bagno intento a levarsi le X sugli occhi con acqua e sapone.
<< Avevi detto che rimanevi un altro po’ con me… >>.
<< Tra poco faremo uscire il disco e dobbiamo provare più volte possibile e adesso ho del sapone negli occhi scusa! >> concluse chiudendo la porta.  
Oltre a essere imprevedibile era anche molto strano. Era chiaro a tutti che gli diede fastidio quello che la ragazza disse ma riflettiamo bene, a chi non avrebbe dato fastidio? Stai con un ragazzo e pensi a un altro?. Indossò la sua felpa e notò che stranamente la casa era in ordine, non sembrava ci fosse stata una festa. Che fortuna, non si ritrovava degli amici stronzi. 
“Sono un fenomeno. Nemmeno ventiquattro ore di smancerie e adesso mi lascia in tredici. Un record… pensò demoralizzata andando al piano di sotto e vedendo seduto accanto alla porta, lo stesso cane della sera precedente. Appena la vide corse subito da lei e Jaina si chinò per accarezzarlo un po’.
<< Ricordi quando ieri sera ti dissi che il tuo padrone è odioso? Oggi ne ho avuto la prova… >> e detto questo uscì pensando di tornare a casa sua. Stranamente, la felpa non le stava troppo grande anzi era della sua misura. La chiuse e mise il cappuccio sentendo un odore che era familiare ovvero il suo profumo. Oh, quant’era buono!
Di sicuro non l’avrebbe ridata al suo proprietario, decise di tenerla per sé magari l’avrebbe usata la notte come “copertina” illudendosi che lui era accanto a lei. Prese un autobus e appena ritornò a casa vide qualcosa di strano. Lynz era seduta davanti la  porta e l’osservava in modo inquisitorio. Sembrava arrabbiata, quasi delusa. Onestamente aveva tutte le ragioni del mondo giacché la sua amica la sera precedente scomparve e non si fece più vedere, ma lei non sapeva cos’era successo di sopra. Jaina diede uno sguardo intorno non vedendo nessuno e dopo s’indicò guardando nuovamente l’amica che annuì. A passo svelto si diresse alla porta e la aprì facendo accomodare Lynz che non smetteva di guardarla male.
<< La smetti di guardarmi in quel modo?! >> sbottò la donna indisposta.
<< Come dovrei guardarti? Ieri sera sei sparita e ci tenevo a divertirmi a quella festa con te… >>.
<< Ero… impegnata! >> disse nervosa andando in cucina e prendendo un bicchiere.
<< Hai ragione quando reputi Frank un cretino, nemmeno si è fatto vedere però devo dire che anche noi eravamo molto impegnati… >>.
<< Che avete fatto? >>.
<< Un tizio ha comprato di nascosto birre e alcolici e alcuni erano più ubriachi dei barboni che alle volte ci sono alla stazione… >> disse appoggiandosi al tavolo.
<< Stamattina ho trovato tutto in ordine… >> rispose prendendo una bottiglia d’acqua e riempiendo il suo bicchiere.
<< Avendo fatto tutto di nascosto doveva rimanere tale infatti io e altri, quelli che non erano sbronzi, abbiamo dato una sistemata ma… >> la mora si fermò e socchiuse leggermente gli occhi << … “stamattina ho trovato tutto in ordine”. In quale precisa parte della casa ti trovavi? >> continuò sedendosi e poggiando il mento sul palmo della mano.
<< Ecco… io… >> tesa come una corda di violino iniziò a toccarsi i capelli ogni cinque secondi e pensava a una scusa da dire << …in giardino! Ho giocato con uno dei cani di Frank, dovevi vederlo era troppo tenero! >> disse annuendo ma questo non convinse la persona dinanzi a lei.
<< Sei sta a letto con lui? >> domandò d’istinto schiettamente facendo rimanere Jaina impietrita.
<< No! No, no, no! >> rispose frettolosamente << Mi ha fatto suonare la chitarra e dopo… mi ha baciato. La cosa si è terminata lì! >> continuò bevendo d’un sorso la sua acqua.
<< Perché indossi la sua felpa? >>.
<< Che cosa vorresti insinuare? Questa felpa è mia! >>.
<< Ah sì? >> si alzò e afferrò una manica annusandola << Tu fumi? >> domandò facendo l’antipatica.
<< Guarda che qui si sente il suo profumo! >> disse indicando un punto vicino alla cerniera. Inutile continuare a raccontare frottole, ormai l’aveva sgamata. “Una fottuta laurea in psicologia, devo sempre ricordarlo quando parlo con lei!” pensò allontanandosi. 
<< Va bene Sherlock Holmes, hai vinto! Ho passato una serata con Frank e mi è piaciuta, però non abbiamo fatto quello che immagini… >> mormorò l’ultima frase con lo sguardo abbassato.
<< Una serata piena di smancerie, complimenti diabetici e… >> prese la bottiglia dall’alto iniziando a giocare col tappo << … baci e abbracci a non finire… >>.
<< Ecco sì, però ho combinato lo stesso un guaio… >>.
<< Sei sempre la solita. Che cosa è successo? >>.
<< P-potrei aver paragonato un abbraccio di Frank con q-quello di Gerard? >>.
<< Non lo dico assolutamente per offenderti perché sto esprimendo la verità. Jaina sei una cretina. >>
<< Non sei la prima che me lo dice… forse lo sono per davvero. >>.
<< Hai chiarito con lui? >>.
<< Mi conviene farlo dopo che ritorna dalle prove, sempre che vuole vedermi… >> ecco un lato di Jaina che era parecchio conosciuto a Gerard, il pessimismo. Nonostante lui le dicesse che dovesse smetterla di pensare negativo lei continuava, perché in questi momenti non vedeva altre vie di fuga.
<< Sono sicura che chiarirete e adesso siccome sei giù di morale e non voglio che mi contagi ti porterò in un posto! >> esclamò sorridendo.
<< Dove? >>.
<< Una sorpresa! Devi bendarti gli occhi però… >> disse mettendo questa condizione e la ragazza non avendo niente da fare obbedì. Chissà che aveva in mente la psicologa Lindsay Ballato.

Intanto i ragazzi stavano provando nel garage di Ray. Thank You for the Venom,You Know What They Do to Guys Like Us in Prison, Hang 'Em High e pure la famigerata Helena dedicata alla nonna del cantante e del bassista.  Altre canzoni erano pronte, ormai mancava poco all’uscita di quel disco che Gerard chiamò Three Cheers For Sweet Revenge. Dopo diverse ore si concessero una pausa e questo servì al cantante per chiarire col secondo chitarrista su una questione.
<< Frank perché da quando abbiamo iniziato a provare mi guardi male? >> domando perplesso Gerard.
<< Mi viene spontaneo… >> rispose con un’occhiataccia.
<< Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio? >>.
<< Sì. Devi sempre essere nella testa delle persone… >>. Quella risposta non fece altro che confondere ancora di più il cantante che cercò l’appoggio degli altri membri del gruppo.
<< Non ho voglia di chiedere altro, scusa se ti ho fatto torto… >>.
<< Io l’ho sempre detto che è un tipo strano! >> bisbigliò Mikey all’orecchio del fratello.
<< Frank ieri è stata una bella festa. Nonostante fosse il tuo compleanno non eri in giro per casa… >> gli ricordò Ray.
<< Ero impegnato, per conto mio… >>.
<< Nemmeno Jaina era in giro! AHAHAH >> aggiunse Bob guardandolo divertito.
<< Con questo che vuoi dire? >> domandò il nano facendo finta di non sapere niente.
<< Eravate insieme? >> continuò Ray stando al gioco del batterista. Effettivamente in quel momento il piccoletto avvertì una certa pressione, non immaginava tutto questo interesse nei suoi confronti.
<< Diciamo… di sì… >> rispose torturando le sue unghie.
Avete presente quando un palloncino scoppia a causa di uno spillo? Il cuore di Gerard era ridotto in quelle condizioni. Ricordò che doveva prendere sul serio quello che disse Jaina, non doveva fare lo stupido non credendole. Deglutì aria rendendosi conto che quello che aveva fatto colpo su di lei e che le faceva provare tutte quelle emozioni era Frank. Un odio giustificato gli venne in quel momento, un odio che sarebbe durato per parecchio tempo. Mikey invece si sentiva solo triste, voleva scomparire in quel momento.
<< Che avete fatto? >> domandò Gerard avendo paura della risposta. Non sapeva nemmeno perché gli aveva fatto quella domanda.
<< Non quello che tutti voi sporcaccioni immaginate. Io sono un Signore… >> rispose vantandosi.
<< Peccato che Jaina non si chiamasse Jamia… >> disse Ray ridendo ma si guadagnò solo una brutta occhiataccia dal nano.
<< Con Jamia era diverso, non voglio più pensare a lei… >>.
<< Sbaglio o Jaina ha quasi lo stesso carattere di Jamia? >> notò Mikey e Frank pensò che in verità aveva ragione.
<< Ho un debole per le isteriche scorbutiche! >> esclamò affermando la verità e tutti risero tranne Gerard che si limitò solo ad un falso sorriso. << Voi invece che avete combinato ieri sera? >>. Tutti si guardarono in faccia, nessuno voleva dichiarargli la verità.
<< Abbiamo giocato a carte, sì! >> disse d’istinto Bob.
<< Una sorta di mega partitone! >> continuò Mikey.
<< Pensa che ho pure vinto due partite! >> aggiunse Ray.
<< Mi dispiace veramente che non sono sceso a festeggiare con voi il mio compleanno e Halloween ma… non voglio offendervi, avevo di meglio da fare… >>.
<< Tranquillo, ti capiamo! >> disse Bob mettendogli una mano sulla spalla.
Gerard invece non disse nulla dopo quel “diciamo di sì”. Aveva bisogno di bere per non pensare a niente.
<< Io adesso vado a casa. Sapete, dovevo finire un disegno e adesso è venuta l’ispirazione e se svanisce, sono nei guai! >> con una scusa scappò da casa.
<< Adesso che ci penso bene io dovrei finire quel livello ad Halo. Ho capito come superarlo, ci vediamo! >> disse anche Mikey con una scusa uscendo di casa.
<< Che gli prende? >> domandò Frank allibito.
<< Sicuramente, problemi con le ragazze… >> rispose Ray ricollegando tutto e capendo il comportamento di Gerard.


Dopo due ore, Lynz e Jaina si ritrovarono in autobus al ritorno da un luogo davvero insolito, un parco giochi.
<< Mi spieghi perché siamo andate in un parco giochi pieno di marmocchi? >>.
<< Di solito quando io sono triste, visito sempre un parco giochi e i bambini mi fanno ritornare il buon umore! L’esperimento con te è riuscito poiché ti sei divertita! >>.
<< Devo ammettere che quel bambino era davvero simpatico. Sono riuscita a farmi dare tutte le sue caramelle! >> esclamò prendendole una dalla tasca della felpa.
<< Chiarirai con Frank, vero? >>.
<< Certo che sì! >>.
<< Prenota allora visto che siamo vicini casa sua! >> le fece notare l’amica e la ragazza premette subito il pulsante accanto alla bussola.
<< Lynz grazie davvero, per tutto. Sei una vera amica… >> disse sorridendole e lei ricambiò. Appena il mezzo si fermò scese e arrivata dinnanzi casa sua suonò il campanello.
“Speriamo di non combinare altri guai…”pensò abbastanza tesa. Il piccoletto le aprì dopo un po’ e con una tovaglia sulle spalle era intento ad asciugarsi i capelli. Aveva da poco finito di farsi una doccia e indossava una maglietta e un pantalone preso a caso dal suo armadio.
<< Perché sei venuta? >>.
<< Perché volevo chiarire questa situazione… >>. Con un cenno di testa le fece segno di entrare e appena varcò la soglia, un cagnolino corse da lei felice di vederla.
<< Ciao! >> esclamò contenta accarezzandogli la testa << Anch’io sono felice di rivederti! >>.
<< Come mai conosci Bela? >>.
<< Ho una lunga storia con questo cane. Tutto iniziò la scorsa serata dicendogli che ti odio. >> accarezzandogli il dorso lo disse con tono acido.
<< La cosa sembra reciproca… >> disse salendo in camera sua seguito dalla mora.
<< Aspetta! >> prendendogli il braccio lo fermò << Ti giuro che non volevo dire quella cosa di proposito… >>. Lui la guardò e dopo averla fissata per diversi secondi, andò in camera sua e si sedette sul letto. Lei si avvicinò lentamente e dopo essersi seduta sulle sue gambe, incrociò le braccia. << Lo sai che sei ancora più tenero quando fai il geloso? >>.
<< Ma… eh?! Oh… >> cercando di non arrossire guardò altrove e stava per alzarsi quando lei lo fermò e gli torse il collo per guardarlo in viso e ridere.
<< Lo sai che sei davvero idiota? >> gli prese un braccio mettendoselo intorno alla vita e smise di ridere. << Rispondi a queste domande se per i tuoi neuroni è troppo impegnativo… Sono abbracciata a Gerard? >>.
<< No. >>.
<< E a chi? >>.
<< A me. >>.
<< Sto indossando una felpa di Gerard? >>. Lui la guardò e si rese conto che era la sua, quella che non trovava quando ritornò a casa.
<< No. >>.
<< E di chi? >>.
<< La mia. >>.
<< Sto per baciare Gerard? >>.
<< No. >>.
<< E chi? >>.
<< Me? >>.
<< Ho un’idea di cosa c’è dentro la tua testa. I tuoi neuroni si contano sulle dita di una mano e questo dovrebbe essere il quarto! >> e sarcastica gli posa un bacio sulle labbra.
<< Sei davvero tremenda Jaina Prodmoure! >> disse lui ridendo.
<< Fa parte del mio fascino e ho le prove... >> rispose indicandolo e scartando una caramella.
Meno male che il ragazzo citato da Jaina non assistette a quella scena, dove riparare il suo “palloncino”. 

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Capitolo 18
*** -Cap 18. I cani sono il suo vero amore. ***


Quello era un giorno molto importante.  
Jaina camminava in modo nervoso per tutta la sua stanza in attesa di una risposta. Proprio davanti a lei si trovava il suo computer con Outlook, un programma per gestire la posta elettronica, aperto. Aveva mandato vari demo della band in una casa discografica abbastanza popolare del campo, la Warner Music Group e aspettava una loro risposta di conferma.
“E se le canzoni non piacciono? Se le reputano uno schifo? Per Gerard sarà un colpo troppo basso…” pensò lei col suo solito pessimismo. Sospirò e scese al piano di sotto per prendere una lattina di Fanta dal frigo. Lì dentro c’erano solamente bibite gassate e poca acqua. Jaina amava le bibite gassate e le beveva sempre tanto da meritarsi qualche rimprovero da Gerard poiché per lui le facevano male, ma quando la ragazza gli ricordava la sua assurda ossessione per il caffè, lo zittiva. Risalì le scale e appena varcò la soglia di camera sua vide qualcosa nello schermo del suo computer. Era la prima di tutte, un’email ancora non letta. Era nuova e veniva dalla casa discografica. Si precipitò subito davanti a esso e aprì l’email. Lesse tutto con attenzione.
Sospirò.
Si alzò lentamente e decise di dire quello che aveva letto al suo amico. Si vestì, mise le scarpe e scese dalle scale.
Sospirò.
Uscì e s’incamminò verso la sua casa. Che comportamento strano, non trovate? Non sapeva come spiegare quello che provava, aveva dentro un vortice di emozioni troppo forti e pure la sua faccia era ambigua! Chissà come avrebbe preso la notizia Gerard. Chissà quale espressione si sarebbe formata sul suo volto. Chissà come avrebbero reagito Mikey, Ray, Bob e… Frank. Chissà quale sarebbe stata anche la loro espressione.
Basta, troppi chissà.
Bussò due volte alla porta e appena Gerard le aprì sospirò anche lui, aveva capito tutto. Lui capiva sempre tutto di lei.
<< C-che ti hanno de-detto? >> domandò con voce incerta e la ragazza entrò.
<< Che siete degli emo depressi… >> disse annuendo e andando a sedersi sul divano del salone. Il ragazzo la seguì e socchiuse leggermente gli occhi fissandola per diversi minuti.
<< Jaina, stai mentendo… >> rispose offeso e sedendosi accanto a lei. Ecco la prima espressione che comparve sul suo volto!
<< No, sto dicendo la verità! >> insistette alzando la voce ma Gerard mise le braccia conserte guardandola con uno sguardo serio, della serie “smettila di prendermi in giro”. Con quell’atteggiamento e quei bei capelli neri come la pece sul viso era veramente attraente. << Va bene hai vinto! Le canzoni sono piaciute parecchio e domani dovrete firmare il contratto e registrare il disco… >>.
<< Perché mi hai mentito? >> disse arrabbiato. Lo capì subito che mentiva, avete dimenticato che lui capisce sempre tutto di lei? Peccato che non sia il contrario. La ragazza si avvicinò al suo viso, di parecchio.
<< Perché sei così figo quando fai l’arrabbiato e hai i capelli neri sul viso… >> rispose spostandoli e il ragazzo si allontanò subito toccandosi il petto. Non dimenticate che anche lui manifestava gli stessi sintomi di Jaina con Frank. Arrossì ed ebbe una risatina nervosa. D’un tratto sentì un leggero caldo e sventolò la sua mano destra sul viso. Insomma, Jaina non si rendeva conto che quelle provocazioni mandavano in tilt il povero ragazzo innamorato di lei.
<< Sarà meglio avvertire gli altri al piano di sopra… >> con lo sguardo basso indicò le scale e la ragazza sorrise.
<< C’è anche Frank? >>. Si sentiva una bella armonia e con quella domanda era come se il disco fosse stato interrotto e aveva fatto quello strano suono, avete presente?
“Frank?! Che c’entra quell’idiota? Tu adesso sei con me! Perché pensi a lui?” pensò con uno sguardo assassino urlando quelle cose dentro la sua testa.
<< E’ di sopra sta giocando ai videogiochi con gli altri… >>.
<< Fantastico! >> e stava per alzarsi quando Gerard l’afferrò per il braccio e la fece sedere nuovamente.
<< Jaina è vero che la sera di Halloween eri con Frank? >>.
<< No! >> rispose d’istinto ed ecco ancora lo stesso sguardo di prima che mostrò l’amico. << …forse… >>.
<< Forse?! Lui mi ha detto di sì ed io volevo assicurarmi che non lo dicesse tanto per vantarsi… >>.
<< Ecco… diciamo che le cose stanno prendendo una diversa piega… >> spiegò gesticolando << …abbiamo passato una notte insieme e non abbiamo fatto quello che sicuramente adesso pensi! E ti confesso una cosa… >> disse con lo sguardo nel vuoto.
<< Cosa? >>.
<< Frank è così… coinvolgente! >> esclamò con aria sognante appoggiandosi sulla sua spalla e afferrando il suo braccio. << …bacia così bene e le sue mani mi facevano impazzire… >> continuò con un sorriso da ebete ricordando la serata di Halloween trascorsa con lui. Quelle frasi erano come degli aghi che piano piano sentiva infilzati nella sua pelle. Odio, tanto odio provava in quel momento. Non rispose, non sapeva cosa dire. << …sai, ha pure un buon profumo! >> e quella frase invece sembrava il colpo di grazia, un ago che gli trapassò il cuore. Dolore, tanto dolore le recava. L’unica cosa che fece fu darle delle piccole pacche sulla testa.
In quel momento i due sentirono dei passi scendere le scale così Jaina si alzò e vide Bob, Mikey, Ray e Frank dirigersi in cucina. Quest’ultimo le fece l’occhiolino e la ragazza sorrise timidamente.
<< Lo vedi come riesce bene a provocare? >> domandò rivolgendosi a Gerard ma lui si alzò non rispondendo andando dai suoi amici e la ragazza rimase sorpresa. Era chiaro a tutti come il sole il motivo di quell’azione ma non alla nostra signora del dolore. Fece spallucce e si diresse anche lei in cucina.
<< Ragazzi, Jaina mi ha detto che domani andremo a firmare il contratto con la Warner e incidere il disco! >> esclamò con un falso sorriso riempiendosi un bicchiere d’acqua. Gli altri si guardarono negli occhi per un istante per poi esultare come se fossero a una partita e la loro squadra avesse segnato. Eccole le loro espressioni!
<< Gerard non sei felice? Finalmente ci siamo riusciti! >> esclamò il fratello abbracciandolo.
<< Ero felice ma dopo qualcosa mi ha spento l’entusiasmo… >> gli mormorò all’orecchio.
Mikey si staccò da lui e si aggiustò gli occhiali facendogli segno di andare un attimo nell’altra stanza. Gerard non capiva il motivo di quell’azione ma lo seguì.
<< Gerard… promettimi una cosa… >> mormorò il più piano possibile.
<< Cosa? >> domandò mormorando anche lui.
<< Che vincerai… >>.
<< Contro chi dovrei vincere? >>.
<< Frank è ovvio! Si è preso subito Jaina e tu hai un vantaggio in più perché ti piace da più tempo! >>.
<< Smettila a me non piace Jaina! >> a quella bugia il fratello gli diede un pugno sul braccio. << Ma sei deficiente? >> urlò e Mikey gli fece segno di stare zitto con un dito sulle labbra.
<< Tu sarai il deficiente. Ti piace e anche molto. Sono tuo fratello e mi accorgo di queste cose! >>.
<< Piace anche a te però… >>.
<< E’ vero ma mi sto rendendo conto di non avere proprio chance con lei… tu sei mio fratello maggiore e ti lascio il comando! >> continuò annuendo e il fratello lo guardò stranito.
<< Dovrei competere contro Frank? >> domandò con espressione schifata.
<< Sì che devi! E’ come nei videogiochi online. Prendere qualcosa non è facile perché ci sono altri giocatori che interferiscono e quindi devi lottare per averla! >>.
<< Tu sei pazzo… completamente… >>.
<< Hai paura codardo? Vuoi veramente lasciarla nelle mani di quel nanetto idiota che paragona il proprio cazzo con l’universo? >> disse accigliato e Gerard scosse la testa.
<< Che cosa? Questa mi è nuova… >>.
<< L’ha scritto ieri su Twitter ma il punto qui è un altro. Combatterai per riavere la tua donna? >> continuò fiero del suo ragionamento mostrandogli il pugno e lui sospirò.
<< Fratellino, cresci… >> disse ritornando in cucina e vedendo che Jaina era seduta sulle gambe del “nanetto idiota” citato nella conversazione precedente col fratello. Un altro ago nel cuore.
<< Bene, visto che domani dobbiamo registrare il disco proporrei di andare a provare un ultima volta… >> disse Gerard cercando di non guardare quella coppietta che tanto detestava.
<< Io ho da fare! >> esclamò Frank.
<< Ovvero? >> rispose Gerard.
<< Esco con la mia ragazza! >> disse mostrandogli la sua mano che un giorno sarebbe stata coperta da tatuaggi stretta con quella piccola di Jaina.
“Oh… ha detto che sono la sua ragazza…” pensò quest’ultima cercando di contenersi.
<< La frase sei idiota o mangi sassi non funziona con te. Domani incideremo il disco! Dobbiamo provare ancora qualche volta! >> ribatté il ragazzo.
<< Andiamo Gerard abbiamo provato tante volte, lascialo divertire con la sua nuova fiamma! >> intervenne Bob.
<< E’ vero ormai sappiamo tutti gli accordi a memoria e tu i testi. Dobbiamo solo rilassarci e domani andrà tutto per il meglio… >> aggiunse Ray.
Gerard si sentiva tradito, pensava che i suoi amici gli avrebbero dato corda e li guardava deluso tranne Mikey che era in silenzio e appena incrociò lo sguardo del fratello, gli mostrò il pugno facendogli ricordare quello di cui avevano parlato.
<< Va bene, noi usciamo! >> disse Jaina tirando Frank ed uscirono. Gli occhi furono subito puntati sul cantante. Bob e Ray lo fissavano con uno sguardo inquisitorio col mento poggiato sulle dita della mano.
<< Adesso perché mi guardate così? >>.
<< Sento aria di gelosia… >> rispose Ray.
<< …parecchia gelosia! >> continuò Bob. I due sembravano davvero due complici.
<< Io non sono geloso di Frank! >>. Quella risposta non convinse i due che lasciarono stare il discorso, trovandolo uno spreco di tempo.
Lui aveva mentito un’altra volta. Ormai lo faceva troppo spesso che era diventata un’abitudine. Lo odiava, e anche tanto. Adesso sicuramente starete pensando che “odio” è un grosso parolone ma è quello che stava provando in quel momento. Mikey invece non diceva nulla, continuava a fissare il fratello mostrandogli il pugno.
<< Sai Mikey? Mamma aveva ragione quando voleva portarti da quello strizza cervelli per un controllo, dovresti farlo! >> e arrabbiato salì in camera sua chiudendosi dentro. C’erano le sue amiche, quelle che finiva quasi in un giorno. Stavolta toccava alla Vodka visto che la teneva da parte per un occasione importante. << Addio amica mia! >> e iniziò a berla senza fermarsi.
Se adesso starete pensando che Jaina è una grossa stronza, beh vi do pienamente ragione.



Lei in quel momento era nel centro della città con il mezzo uomo e non poteva immaginare che Gerard facesse qualcosa del genere alle sue spalle. Passeggiando come due semplici ragazzi nello stesso momento cui Jaina si fermò per vedere la vetrina di un negozio, Frank alzò il braccio sinistro e lentamente lo mise al collo della ragazza fischiettando guardando altrove facendo finta di niente.
Lei sorrise e spostò lo sguardo verso il braccio, o meglio, verso i suoi tatuaggi. Cacchio se erano belli.
Portava una Vergine Maria alata con un cuore trafitto da cinque spade, rose nere attorno al suo polso, una motosega sul suo bicipite, un cuore trafitto da un coltello, il sole giapponese con rose e pistole sul gomito e la scritta “ween” sulle falangi.  
<< Ween? >> domandò perplessa e lui le mostrò la mano destra. << Sai questo potrebbe essere il tuo quinto neurone che si attiva! In questo caso non dimentichi che il tuo compleanno è ad Halloween! >>.
<< La smetti con questa storia dei neuroni? >>.
<< Oh Frank. Perché mai dovrei smettere di esprimere la realtà delle cose? >> domandò con tono antipatico e lui levò il suo braccio, chiaramente offeso. << Andiamo, stavo scherzando! >>.
<< Guarda che mi offendi sul serio. Io sono intelligente a modo mio… >>. Jaina rise e rimise il braccio del ragazzo intorno al suo collo.
<< Un piccolo genio incompreso… >> mormorò poggiandosi sul suo petto e lui rise.
<< Hey guarda. Non pensi che siano troppo belli quei guanti? >> disse indicandoli dalla vetrina. Un semplice paio di guanti neri tagliati alle dita a scheletro.
<< E’ vero! Comprali! >> e il ragazzo mise le mani in tasca accorgendosi di non avere completamente soldi.
<< Sono al verde… >> disse dispiaciuto.
<< Siamo usciti e non hai portato dei soldi?! >> domandò Jamie con tono accusatorio e lui abbassò la testa dall’imbarazzo e la scosse. Tutto questo gli ricordava un’altra persona. << Smettila di avere quell’espressione triste. Per oggi offro io! >>.
<< Davvero? Non sarai arrabbiata con me perché sono al verde e devi usare i tuoi soldi? >> disse con stupore, non poteva crederci.
<< E’ solamente un’uscita e poi… stiamo insieme queste cose capitano, no? >> rispose trovando interessanti le sue converse. Lui notò il suo imbarazzo e si abbassò sorridendole.
<< Sei dannatamente carina quando sei imbarazzata… >> continuò toccandole le labbra con un dito. Lei di scatto alzò il viso e contemporaneamente anche lui.
<< Chissà di chi è la colpa… >> disse con una smorfia e ripresero a camminare per un po’.
Ancora quel braccio sinistro attorno al suo collo. La cosa faceva venire le carie a Jaina, però gli stava bene essere un romantico con quel tenero visino che si ritrovava.
<< Sai che per un attimo mi hai ricordato la mia ex? >>.
<< Ah sì? Come mai? >>.
<< Ecco… lei era come te. Un isterica scorbutica che si arrabbiava se non avevo soldi quando uscivamo ma dentro tanto dolce! >>.
<< Senti un po’… >> disse la ragazza guardandolo in modo sospetto << … sono la tua ragazza perché te la ricordo? >>.
<< Assolutamente! Non mi hai fatto finire! Lei il suo lato dolce lo mostrava raramente… litigavamo sempre… >>.
<< Oh! Giustamente l’hai lasciata, no? >>.
<< Lei mi ha lasciato… >>.
<< Perché mai? >>.
<< Si era stancata di me perché mi riteneva un idiota, ma abbiamo rotto prima che entrassi nella band. Stavamo insieme al liceo non so se l’hai mai vista… >> e Jaina scosse il capo. << …si chiamava Jamia ed è un capitolo chiuso! >> esclamò con un’espressione fiera di sé.
<< Questa stupida non sa cosa si è persa… >> disse con un ghigno beffardo.
<< Devo essere sincero, ho sofferto molto perché io quando m’innamoro sono fedele. M’importa solo della mia ragazza, le altre sono morte! >>.
<< Dovrei dedurre che sei veramente innamorato di me? >> domandò guardando altrove e nello stesso momento che girò il volto lui la baciò.
<< Dal primo momento che ti ho versato il caffè addosso… >> le sussurrò all’orecchio. Come si è soliti dire per lui è stato amore a prima vista, anche se in seguito si facevano i dispetti a vicenda e gli insulti non mancavano.
<< Mi farai venire le carie ai denti se continui con quest’atteggiamento… >>.
<< Non ti piace? Se vuoi posso fare il ragazzo freddo, stronzo e crudele che tutte le ragazze amano… >> disse con nonchalance e Jaina lo abbracciò subito.
<< Rimani il ragazzo tenero e romantico che mi piace. Tipi come te sono rari e introvabili! >> esclamò con una vocina infantile. Quando Jaina voleva essere tenera, parlava sempre con quella vocina e per sua fortuna le riusciva veramente bene, sembrava una bambina di cinque anni.
<< Va bene mocciosa farò come vuoi… >>.
In quel momento i due videro accanto a un negozio un tenero cagnolino, un labrador, sdraiato che guardava la gente passare con uno sguardo triste e quasi malinconico. L’avevano abbandonato da poco e nessuno sembrava intenzionato a prenderlo.
<< Ciao bel cagnolino! >> esclamò lui abbassandosi e accarezzandolo un po’. La creaturina si alzò e iniziò a leccargli la mano. << Non è una tenerezza? >> domandò lui in modo dolce, sembrava quasi un bambino alle prese con il suo primo cucciolo e la ragazza rise.
<< Dimenticavo il tuo amore platonico per i cani… >>.
<< Dovrei portarlo a casa mia… >> disse prendendolo tra le mani.
<< Scusa ma… ne hai troppi! >>.
<< Guardalo! >> esclamò mettendolo accanto al suo viso << E’ troppo carino e poi non posso lasciarlo qui dove può essere preda dei cani più grandi di lui… >>.
<< Sarei io la tipa tremenda adesso?! >> disse ridendo.
<< Riesco proprio a sentirlo… Frank! Portami a casa tua, lì starò bene! >> continuò imitando la stessa voce tenera della ragazza. << … certo che verrai a casa mia! >> disse coccolandolo tra le sue braccia. Quello spettacolo era davvero divertente. Col passare del tempo Jaina stava iniziando a capire che si trovava bene con Frank. Lui era diverso dagli altri ragazzi che aveva avuto in passato, era simpatico e romantico come lo aveva sempre desiderato. Ricordò quella famosa conversazione con Lynz e si rese conto che aveva ragione perché l’amore è amore, non decidi di chi innamorarti.
Chi l’avrebbe mai detto che le sarebbe piaciuto un nano subdolo e diabetico con la mania per i cani?

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Capitolo 19
*** -Cap.19. Revenge Era is Coming. ***


Se beccate qualche mio errore di scrittura di qualche parola, vi prego di perdonarmi. Di solito mi ritrovo a scrivere di notte dove ho più ispirazione. E se leggete “Jamie” a volte, lo confondo con “Jaina” quindi mi scuso il doppio.



Quello non era un giorno qualsiasi. Era IL giorno.
Iniziò tutto da lì e loro non pensavano che in futuro sarebbe diventato l’album preferito da milioni di fan in tutto il mondo. Diciamo la verità, soprattutto ai giorni nostri se si incontra un loro fan e nella conversazione si parla degli album, c’è un alta percentuale che la risposta sia: “Il mio preferito è Three Cheers for Sweet Revenge!”. Vi è mai capitato? A me continuamente.
Quindi capite bene che quell’album avrebbe cambiato totalmente tutto, ma loro ancora non lo sapevano. Non sapevano che sarebbero iniziate le innumerevoli interviste, concerti e i giornalisti che svolgevano il loro mestiere ovvero rompere le scatole. Tantissima attenzione ci sarebbe stata su di loro, parecchia pressione.
Per loro era solamente un album, non immaginavano che potesse piacere così tanto.
Le tracce erano tredici: Helena, Give 'Em Hell Kid, To the End, You Know What They Do to Guys Like Us in Prison, I'm not Okay (I promise), The Ghost of You, The Jetset Life is Gonna Kill You, Interlude, Thank you for the Venom, Hang’ Em High, It's Not a Fashion Statement, It's a fucking Deathwish, Cemetery Drive, I Never Told You What I Do for a Living.
La storia di base raccontava di un uomo che era all'inferno, ma il diavolo gli propone un patto secondo il quale potrebbe riavere la propria anima e quella della sua amata in cambio dell'anima di mille uomini da uccidere in un periodo di vita sulla Terra. Horror e tanto sangue lo definiva lui. Il genere era in parte alternative rock/post-hardcore.
Ovviamente non si snodava in modo lineare quella storia, poiché quei testi potevano dare altre mille interpretazioni diverse. Come dire che ogni frase è un tassello, ma ciò che vien fuori dall'accostamento può assumere forme completamente diverse. Davvero affascinante quell’ambiguità perché non smetteva di stuzzicare e incuriosire l’ascoltatore, non credete?
Che cosa avrà voluto dire?”. Non avete mai pensato a quella domanda leggendo i loro testi? Bisognava anche ricordare che i significati cambiavano a seconda dell’intonazione, contesto, atmosfera musicale oppure dallo stato d’animo di chi ascolta.
Inutile dire che versi come: “If you were here I'd never have a fear. So go on live your life. But I miss you more than I did yesterday….” di Give 'Em Hell Kid, When you go just know that i will remember you. If living was the hardest part we'll then one day be together…di It's Not a Fashion Statement, It's a fucking Deathwishe“She bought the last line. I'm just the worst kind of guy to argue.” di The Jetset Life is Gonna Kill You fossero per Eliza. Gerard nell’ultimo periodo a volte si domandava che fine avesse fatto giacché da quando si erano lasciati, lei aveva cambiato email e numero di cellulare. Il perfetto metodo se vuoi essere lasciata in pace ma come biasimarla? Non è bello capire e avere le prove che al tuo ragazzo piace un’altra. Dopo diventa una presa in giro e non è bello per nessuno ammettiamolo.
Quella mattina fu piuttosto pesante. Questi cambi di temperatura sono veramente una scocciatura e rendono tutto più difficile. Insomma, il giorno prima c’era molto caldo e adesso tutti in giro portavano maglioni e giubbotti. Il tempo lasciava intendere che tra poche ore avrebbe iniziato a piovere, soprattutto da grandi nuvoloni neri e grigi.
Mentre i ragazzi erano in sala di registrazione, Jaina preferiva stare nel corridoio a finire di leggere un manga che aveva rubato a Gerard. C’era talmente freddo che le mani della povera ragazza tremavano con quello che tenevano. Sentì dei passi in quel momento ma non alzò lo sguardo perché troppo coinvolta in quello che stava leggendo. Un altro rumore, simile a una cerniera che si apriva e il temperare di una matita le fece chiudere con forza il manga e rivolse lo sguardo davanti a lei. Chi era questa persona che osava disturbarla?
Piccolina e sulle sue gambe teneva un libriccino con disegni in bianco e nero pronti per essere colorati, accanto un astuccio pieno di colori a matita, pastelli e pennarelli a spirito. Anche lei la guardò per un istante. Dagli occhi castani e i capelli biondi lisci con una frangetta e la carnagione chiara. Indossava un maglione verde, dei pantaloni rossi e ai piedi degli stivaletti neri. Una bambina che il prossimo anno avrebbe frequentato la prima elementare. Jaina si rese conto che non poteva litigare con una bambina così decise di fare amicizia. Mise quello che stava leggendo nella sua tracolla. Si alzò e si sedette accanto a lei.
<< Ciao! Come ti chiami? >> domandò la ragazza osservando il disegno che stava colorando con un pastello azzurro.
<< Carrie… tu? >> rispose con una tenera vocina che poteva far sciogliere addirittura il cuore di un uomo che nella sua vita era stato molto crudele.
<< Jaina. Che bel nome che hai! Quanti anni hai? >>.
<< Cinque… tu? >>.
<< Diciotto. Sei piccolina! >> esclamò mettendole una mano sul capo e scombinandole un po’ i capelli << Tuo padre lavora qui per caso? >>.
<< Sì perché mamma gli ha detto di portarmi con lui… >>.
<< Dev’essere proprio interessante lavorare qui! >>.
<< Sai Jaina sono tanto triste… >> disse con le labbra incurvate verso il basso.
<< Perché mai? >> domandò preoccupata mettendosi davanti a lei in ginocchio.
<< Il mio fidanzato non mi parla più da quando questa mattina gli ho preso le caramelle… >>.
Jaina rimase perplessa. Quanto era precoce quella bambina, però sapeva bene che a quell’età le relazioni erano le più belle. Non si hanno preoccupazioni, si pensa solo a divertirsi insieme. Non ebbe questa fortuna sfacciata quindi un po’ la invidiava, ma poi si rese conto che con Frank era in parte la stessa cosa. S’insultavano a vicenda però sapevano anche divertirsi.
<< Perché gli hai preso le caramelle? >>.
<< Non voleva darmene un po’ quindi quando non era in classe, le ho mangiate tutte io! >>.
<< E lui quando l’ha scoperto era dispiaciuto vero? >>.
<< Si è messo a piangere… non volevo farlo piangere… >> disse con una lacrima che le uscì dall’occhio sinistro e la ragazza prese subito un fazzoletto e la asciugò.
<< Se adesso ti dessi delle caramelle, mi prometti di non mangiarle ma di darle al tuo… amichetto? >> domandò sorridendo e la bambina annuì subito. Jaina quel giorno indossava la felpa di Frank e in tasca aveva ancora delle caramelle del pomeriggio passato al parco giochi con Lynz. Le prese e le mise tutte in quelle piccole mani. << Quando gli porterai queste, sicuramente farete pace! >> continuò aggiustandole la frangetta.
<< Grazie mille Jaina! >> esclamò contenta, mettendole subito in tasca << Dimmi una cosa… tu l'hai il fidanzato? >> domandò con la classica curiosità dei bambini, quella che riesce a mettere in imbarazzo le persone come in questo momento. Chiuse il libriccino e la fissava in attesa di risposta.
<< Ecco… sì... >>.
<< Come si chiama? >>.
<< Frank… >>.
<< Davvero? Pure il mio fidanzato si chiama Frank! >> disse con un gran sorriso e la ragazza rise. << Io però lo chiamo Frankie! >> aggiunse con una smorfia.
<< Suona nel gruppo che adesso sta registrando il disco, vuoi vederlo? >> a quella domanda Carrie annuì d’istinto, si alzarono e camminarono fino ad arrivare in fondo al corridoio dove si poteva vedere l’interno dello studio di registrazione attraverso un vetro. Jaina prese Carrie in braccio e le fece vedere i ragazzi.
<< Che brutto quello con i capelli neri! >> esclamò con una faccia schifata.
<< Gerard? Non essere cattiva, non è brutto! Il mio ragazzo non è lui, è quello a sinistra che suona la chitarra… >> disse indicandolo. Carrie si appoggiò al vetro e lo scrutò con quegli occhi teneri e innocenti.
<< E’… è… è bellissimo… >> rispose lei quasi ammaliata dal modo in cui suonava. I suoi occhietti sembravano brillare davanti a tanta bellezza.
<< Lo so, non c’è bisogno che me lo ricordi… >> disse ridendo.
<< Che significa Pansy? >>. Ecco, ci risiamo. Un’altra domanda detta in modo innocente che era abbastanza imbarazzante. La ragazza pensò diversi minuti a cosa dire, non sapeva da dove iniziare.
<< Ecco, vedi… riguarda il suo passato. Dei ragazzi cattivi lo prendevano in giro e anche a botte… >> mormorò al suo orecchio e la bambina si rattristò subito.
<< Poveretto… pure Frankie alle volte è preso a pugni dai ragazzi cattivi della classe… >>. Jaina alzò un sopracciglio. Tutte queste sono solamente coincidenze, vero? In quel momento notò che i ragazzi finirono e uscirono dalla stanza.
<< Vedo che hai trovato la giusta compagnia! >> esclamò Gerard << Ciao bella bambina, come ti chiami? >>.
<< Carrie… >> rispose guardandolo male.
<< Ho notato che le hai fatto vedere quando noi suonavamo… >> disse Ray.
<< E’ vero! Hai qualche preferito? >> domandò Gerard con uno strano sorrisetto.
<< Frank! >> urlò indicandolo. Quest’ultimo si avvicinò a Jaina e sorrise subito alla bambina. Gerard invece deluso da quella risposta si allontanò per fumare una sigaretta seguito da Mikey.
<< Carrie mi sei già molto simpatica, sai? >> disse ridendo e la bambina lo guardò dritto negli occhi. Anche lei ne rimase incantata tanto da farle ricordare una cosa.
<< Anche il mio Frankie ha i suoi stessi occhi! >> sorrise rivolgendosi a Jaina ma il ragazzo non capì quello che disse.
<< Mi spieghi? >>.
<< Storia lunga ma sappi bene che hai già la tua prima fan! >> ridendo la fece scendere e Carrie corse subito da lui aggrappandosi alla sua gamba destra. Con le braccia faceva dei gesti, come se voleva che lui la prendesse in braccio. Lui la accontentò e la bambina si abbracciò subito al suo collo. Che fascino aveva quel nanetto tanto da piacere pure alle bambine?
<< Quanto sei carina! >> disse coccolandola un po’ e dopo dandole anche un bacio sulla fronte. Jaina rimase colpita da quella scena. Avere dei figli non era di certo nelle sue ambizioni, però aveva la sensazione che Frank sarebbe stato un buon padre.  
<< Va bene Carrie te lo lascio, ma solo per questa volta! >> esclamò ridendo e si diresse verso l’ingresso dove vide i fratelli Way parlare.
<< Hey! Io sto uscendo volete che vi prenda qualcosa? >> ma i due scossero contemporaneamente la testa. Gerard appena la vide spostò lo sguardo e fece un tiro che lasciò impressionata Jaina. << Devo abituarmi a vederti fumare ma se devo essere sincera… sei più figo quando fumi… >> disse a malincuore uscendo. Il cantante al contrario si sentì sollevato perché gli faceva piacere quando la sua migliore amica gli rivolgeva qualche complimento, soprattutto sul fatto che fosse figo visto che non aveva una buona autostima.
<< Quella bambina ha preferito Frank a me… >> mormorò triste e il fratello gli mostrò il pugno. << Smettila con quella stupida storia! >>.
<< Non solo la bambina, anche Jaina vorrei aggiungere! Perché non segui il mio consiglio? Sarebbe un bene per te! >>.
<< Non voglio competere con Frank. Vincerebbe lui lo stesso, anche se lo facessi! >>.
<< Sei idiota e non vuoi provare! Hai del fascino e se riesci a giocarti bene le carte, puoi riprendertela! >>.
<< Che strategia hai in mente? >>.
<< Devi dirle tutte ma proprio tutte le cose brutte e negative di Frank. Sappiamo bene come reagirà Jaina appena scoprirà certe cose. Dopo… ecco sì! Li faremo litigare e ho già in mente pure quel piano! >>.
<< Tu… >> disse Gerard guardandolo perplesso << …non sei mio fratello. Ti hanno adottato ecco la verità! >>.
<< Non è vero! Questa si chiama creatività… >>.
<< Creatività? Sei una mente diabolica! >> esclamò sotto shock il fratello lasciandolo in tredici.
Jaina intanto camminando si ritrovò all’interno di un bar. Andò verso il bancone dove trovò un barista pulire dei bicchieri e appena la vide si diresse verso di lei.
<< Desidera? >>.
<< Un bicchiere di cioccolata… fondente non al latte! >> esclamò mettendo i soldi sul banco e precisando la sua ordinazione. Il barista contò i soldi, li prese e si diede da fare con quanto chiesto.
Jaina si guardò intorno e vide accanto seduta una persona. La conosceva molto bene e si stupiva del fatto che fosse lì. Beh, però riflettendoci bene quello era un bar che tutti frequentavano, ma proprio lei non la immaginava. Bassa statura, capelli corti castani e lisci, occhi dello stesso colore e carattere davvero timido e riservato. Beveva lentamente la sua bevanda dalla cannuccia come se volesse gustarla per bene. Jaina la fissò attentamente per vedere se era veramente la persona che pensava. Non si sbagliava, era proprio lei.
<< Eliza? >> domandò incredula. La ragazza in questione la guardò e rimase impietrita, nemmeno lei si aspettava un incontro del genere.
<< Jaina… ciao! >> rispose riprendendo a bere dal suo bicchiere e in quel momento ritornò il barista e Jaina prese quello che aveva ordinato.
<< Ciao! Da quanto tempo… come stai? >>.
<< Bene… cinque minuti fa… >>. Odiava Jaina perché era il motivo della separazione con Gerard ma lei non lo sapeva. Sapeva dal ragazzo che avessero rotto per i continui litigi non per qualcosa in particolare.
<< Quanto siamo acidi… >> disse dando un sorso alla sua cioccolata e scottandosi subito le labbra.
<< Come sta Gerard? >>. Ecco, aveva fatto quella domanda.
<< Bene. Oggi con gli altri della band ha registrato il secondo album. >>.
<< Perché me lo stai dicendo? Tanto non lo comprerò sicuramente… >>.
<< Sei arrabbiata con me oppure è una mia impressione? >>.
<< Chissà come mai! >> e sbottò uscendo la locale sbattendo la porta. Quella conversazione era insopportabile, lei era insopportabile. Averla rivista le aveva fatto tornare in mente tutti i bei momenti con Gerard e anche il giorno della rottura, pure lei aveva sofferto molto. Ricorda perfettamente che rimase in camera sua a piangere per diversi giorni non volendo vedere nessuno.
Non era solo la signora del dolore di Gerard ma un po’ di tutti.
“Cattiva pubblicità a quanto pare… dovrò farla altrove…” pensò la ragazza prendendo la sua bevanda e uscendo dopo qualche minuto. Quello lo reputava davvero uno strano incontro. Non aveva idea del motivo del comportamento di Eliza, però adesso che ricordava bene lei si comportava sempre in modo strano. Le rivolgeva sempre occhiatacce, quando parlava con lei era sarcastica e alle volte acida. Insomma, tutti da questi comportamenti deducono un odio oppure un’antipatia ma lei no. Davanti a quegli atteggiamenti rimaneva indifferente, l’apatia regnava. Lo so che adesso state pensando che è una stupida ma ricordate della sua ottusità? Il povero Gerard le va dietro da quando erano piccoli, le scrive addirittura delle canzoni, il più delle volte ha cercato di farle capire quello che provava ma niente. Lei non lo capisce mai. Tranquilli, tutto questo non durerà in eterno e vi dico solo che scoppierà un bel casino ma ancora è troppo presto, non agitatevi.
Ritornata nel luogo dove si trovavano i ragazzi, Jaina in corridoio trovò Frank e Carrie seduti a terra intenti a colorare.
<< Qua che colore uso? >> domandò Frank confuso.
<< In quel disegno puoi usare quelli che vuoi, te lo lascio! >> rispose la bambina prendendo in mano un colore a spirito. Era bello vedere come lei si trovasse bene con lui, forse perché alla fine erano due bambini?
<< Questi li hai colorati tu? >> continuò il ragazzo sfogliando le pagine precedenti e Carrie annuì. << Sono veramente belli! >> notò e la bambina sorrise timidamente. Dopo tornò al disegno che le aveva detto di colorare.
<< Sai che sei molto bravo con i bambini? >> disse Jaina sorridendo accanto a lui.
<< Mocciosa non voglio figli per adesso… >> rispose schiettamente.
<< Il quinto neurone voleva risvegliarsi ma ha fallito. Idiota, non li voglio adesso però… >>.
<< …però cosa? >> domandò con un pastello giallo in mano e la ragazza posò su una sedia il bicchiere, si abbassò e lo abbracciò da dietro.
<< Se in futuro vorrò averli, voglio che il padre sia tu… >> mormorò al suo orecchio lui rise.
<< Va bene ma una cosa. Niente gemelli! >>.
<< Perchè? >>.
<< Sono insopportabili e hanno il pianto sincronizzato. Se avessi due gemelli usciremmo pazzi… >>.
Questo era quello che affermava lui, non poteva immaginare quello che gli riservava il futuro.

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Capitolo 20
*** -Cap.20. Essere malefici e subdoli non è mainstream. ***


La cretina in questione pensava che Helena fosse il loro primo video ma poi scoprì che si sbagliava. #sonosempreio Spero di soddisfarvi con quello che leggerete.

 

    Passarono parecchie settimane e quando finalmente l'album uscì, fu veramente un successo. Un grande Successo con la esse maiuscola. Revenge non solo piaceva per il sound ma anche dall’immagine di copertina, i volti di una coppia sporchi di sangue. Nei ringraziamenti i ragazzi citavano parenti e amici ma soprattutto una frase:

“Sii te stesso, non prendere esempio da nessuna persona e tieni duro.” *

Sarebbe romantico se vi dicessi che Frank ha citato anche Jaina nei suoi ringraziamenti? Un concentrato di glucosio sapeva essere quel nanerottolo. La ragazza appena lo vide rimase allibita per i primi dieci minuti. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per lei ma sapeva bene che da Frank poteva aspettarsi di tutto visto che era molto imprevedibile. Dopo lo stritolò con un forte abbraccio ringraziandolo.
Questo le diede uno stimolo in più per svolgere al meglio il suo lavoro, e riuscì molto bene nel suo intento. Sparse la voce in locali molto popolari, su internet e addirittura anche in centro e nelle piazze, dove trovò appoggio in particolare dagli adolescenti. Organizzò diverse interviste e persino il loro primo video, I’m not okay, ingaggiando Marc Webb un regista di video musicali parecchio conosciuto. Nonostante fosse girato in una normale scuola, fu un’esperienza divertente per i ragazzi a parte quando Frank dovette girare la sua scena sbucando fuori da un armadietto. Terribile lo reputò lui stesso ma come biasimarlo. Gli armadietti hanno fatto veramente parte della sua adolescenza.
Alcune persone dicono che la pioggia è depressiva. Jaina non era d’accordo ma ormai era abituata ad avere un diverso pensiero dagli altri. Succedeva in continuazione.
Un panorama nuvoloso e con una sottile pioggia era rilassante per lei, quante volte si era addormentata sul letto con il dolce ticchettare della pioggia sui vetri. Se affibbiassi a questa pioggia la figura di una chiesa con un funerale dovremmo vedere la situazione in un altro modo perché il nuovo video era ambientato lì. Helena, la canzone per la nonna dei fratelli Way.
<< Non avevi detto che era meglio aspettare un po’ per il nuovo video? >> domandò Ray a Gerard. Si trovavano dentro la chiesa con tutto lo staff pronti per girare, mancava solamente una persona.
<< Lo so però… Jaina insisteva… >>.
<< Devi smettere di accontentarla sempre! >>.
<< Pensaci bene, è passato del tempo da quando abbiamo girato I’m not okay… >>.
<< Siamo a Dicembre. Avevi detto di girarlo il prossimo anno… >>.
<< Lo so però… Jaina dice di fidarmi di lei, ritiene che sia meglio così… >> disse con lo sguardo verso il basso. Ricordate che lui non poteva mai dirle no? Raramente riusciva a farlo. La colpa era solamente di quegli splendidi occhi azzurri che lo guardavano intristiti a un suo rifiuto. In quelle settimane si sentiva un burattino nelle sue mani, o meglio, tutto il gruppo si sentiva così. Probabilmente la causa erano le continue interviste per radio, tv o giornali. “Io voglio solo che diventiate un gruppo famoso e con molti fan!” si giustificò diverse volte quando Bob o Mikey le facevano notare che stesse esagerando. Esagerare era la parola giusta ma Jaina non lo capiva, pensava solo al bene del suo gruppo. Scioccante pensare che la sua ottusità arrivasse a questi livelli.
<< Avere un’intervista quasi ogni giorno è una cosa normale per lei? Tu le dici sempre di sì e quindi non sei più utile. Devo parlare con Frank… lui è l’unico che può farla ragionare… >> disse Ray guardandolo male. Ecco chi era la persona che stavano aspettando.
<< Frank… non potevamo lasciarlo in quell’armadietto? >> rispose scorbuticamente. Lo odiava, ricordate? Da quando stava con Jaina gli unici pensieri del cantante riguardavano le torture mortali stile Saw da imporre al nanetto però alle volte ricordava il consiglio del fratello. Ancora non aveva deciso per bene. Ray lo guardò un po’ spaventato.
<< Quanto sei crudele… >>.
<< Sono sincero. Non lo sopporto… >>.
<< Il motivo mi sfugge! >> rispose ironico. In quel momento il ragazzo citato nella conversazione arrivò e credendosi spiritoso diede uno schiaffo in testa a Gerard.
<< Mi scuso per il ritardo! Uno dei miei cani si è sentito male e ho dovuto portarlo dal veterinario… >>.
<< Il motivo dello schiaffo in testa? >> domandò la povera vittima con uno sguardo da serial killer toccando la parte dolorante.  
<< Eri d’intralcio… >>.
<< Senti un po’ che faccia tosta ha questo tappo di bottiglia! >> disse col suo classico tono scortese rivolgendosi a Ray.
<< Smettetela entrambi! >> replicò il riccio e Frank vedendo Jaina pensò di andare da lei.
<< Lo vedi? Quanto è infantile, lo detesto… >>.
<< La colpa è tua e di questa stupida gelosia. Dimenticare Jaina sarebbe la miglior cosa ma per te è un’impresa diff… >> sì fermò perché capì che quello che disse non fu ascoltato da Gerard poiché era impegnato a guardare Jaina seduta su una panchina intenta a scrivere un messaggio. << …Gerard mi stavi ascoltando, vero? >>.
<< Guardala. Non pensi sia stupenda con quelle treccine? Ha un viso così tenero! >> parlò non distogliendo lo sguardo. Anche da bambino aveva la stessa reazione quando lei legava i suoi capelli in due trecce. Rimaneva completamente ammaliato e alle volte arrossiva dall’imbarazzo. Questo provocava solamente delle risate da parte di Jaina. << Mikey l’ha lasciata stare, dice che sono più grande e che dovrei competere con Frank… >> continuò ritornando serio.
<< Mikey ha pensieri del genere? Pensavo che nella sua testa ci fossero solamente unicorni che cavalcano arcobaleni… >>.
<< No, ti sbagli. Secondo te cosa dovrei fare? >>.
<< Sai bene cosa farei se fossi in te. Lascia perdere Jaina… perchè non ti interessi a… a… Lynz! Ecco, Lyzn è perfetta per te! >> sorridendo e annuendo voleva che l’amico seguisse il suo consiglio e lei ci pensò diversi minuti.
<< Lynz è carina, lo ammetto… ma a me piace Jaina. Non posso dimenticarla… >> ritornò al suo classico stato da depresso e Ray sospiro. Ne aveva abbastanza di quella situazione.
<< Quindi che farai? Seguirai il consiglio di Mikey? >> domandò a braccia conserte. Gerard spostò lo sguardo e per sua sfortuna notò che Frank e Jaina stessero ridendo. Quella loro felicità gli provocava il vomito e il giustificato odio verso il ragazzo seduto accanto a lei. Stupido, infantile, idiota, demente, ripugnante, imbecille, cretino, ebete di un nano!
<< Guarda come la tocca! >> esclamò con orrore sul suo viso vedendo che il ragazzo le stava accarezzando i capelli << Con quelle sue sudice mani! Dovrò regalarle un disinfettante! Quell’idiota è contagioso! >> aggiunse morto di gelosia. Il termine adatto in un momento del genere.
<< Io penso che dovresti darti una calmata… >> disse Ray dandogli una pacca sulla spalla e allontanandosi. Gerard accorgendosi che il nano non era più con Jaina decise di andare verso di lei che era intenta a osservare le prove del corpo di ballo. Che bella cosa, c’era anche un corpo di ballo!
<< Hey! >> esclamò lui sorridendo.
<< Ciao! Ma… ma… ma…>> la ragazza appena la vide rimase parecchio colpita dal suo trucco. Inclinò la testa e si avvicinò. Di sicuro l’avrebbe provato su se stessa un giorno. << …che bel trucco… me lo insegnerai vero? Quanto sei figo… >> continuò riuscendo a dire solamente quelle parole. In quel momento Gerard sperava tanto che il trucco non facesse capire che fosse rosso dall’imbarazzo.
<< T-tu lo pe-pensi da-davvero? >> disse abbassando la testa.
<< Certo che sì! >> rispose col dito poggiato sotto il suo mento e alzandogli la testa.  
<< Se non fossi fidanzata con Frank, staresti con me visto che mi reputi figo? >> domandò schiettamente e la ragazza lo guardò insospettita.
<< Dipende… >>.
<< Che vuoi dire?! >>.
<< Tu sei il mio migliore amico. Se non lo fossi ed io non conoscessi Frank… sì, starei con te! >> sorridendo posò in tasca il suo telefono e lui rimase di sasso dinanzi a quelle parole. Questa volta non sapeva come interpretare il suo ragionamento, stavolta no, non riusciva. Adesso si ritrovava con altri stupidi pensieri in più. Grazie, signora del dolore. << C’è una cosa che vorrei dirti… >>.
<< Ovvero? >>.
<< Quando siamo andati nello studio di registrazione e io sono uscita per prendere qualcosa, ho incontrato Eliza… >>.
Quel nome fece prendere un colpo al suo cuore. Sicuramente Eliza si era comportata in modo sgarbato con lei, le cose sono andate sicuramente così.
<< Ah… che cosa ti ha detto? >>.
<< Si è comportata da stronza come al solito! >>. Ecco la conferma.
<< Mi dispiace… >>.
<< Tranquillo, non devi dispiacerti. La cretina è lei che si è persa un ragazzo fantastico come te! >> disse con una mano sopra i suoi capelli scombinandoli tutti. << Cacchio Gerard. Voglio i tuoi capelli… >> aggiunse avendone un po’ tra le mani. Le erano sempre piaciuti soprattutto il colore, nero.
<< Io invece voglio un’altra cosa… >> rispose prendendo quella piccola mano e stringendola con la sua più grande. Sentiva il suo cuore a pochi passi da un arresto cardiaco, quando la toccava gli succedeva sempre.
<< …Ashley! Ecco chi vuoi! >> disse lei tirando subito la mano verso il suo petto.
<< Sì… lei… >> parlò con un filo di voce demoralizzato ancora dalla sua ottusità.
<< Spero che duri con Frank… >>. Quella frase abbatté molto il povero ragazzo giacché la sua speranza gli recava abbastanza dolore.  
No, basta! Aveva le scatole piene quell’essere che tanto odiava. Voleva sopprimerlo, voleva sconfiggerlo e per farlo doveva mettersi in gioco. Jaina era una ragazza tanto dolce e graziosa per lui e non poteva lasciare che finisse nelle mani di Pansy. Doveva seguire il consiglio del fratello. Tutto quel ragionamento fu dimostrato dalla sua espressione accigliata e concentrata ma quando si rese conto che Jaina lo fissava in modo strano, ritornò sereno.
<< Frank, eh? Sapevi che ama fare passeggiate al cimitero con una ragazza? >>.
<< Da-davero? >> domandò Jaina con un po’ di paura.
<< Sì. Lo ritiene un passatempo rasserenante… >>.
<< Non lo sapevo… >>.
Attuare il piano di Mikey, Gerard lo stava facendo nel modo giusto e visto che conosceva bene Jaina sapeva che metodi usare. Malefico come il fratello infondo.
<< Ti dirò una cosa che ti turberà moltissimo… è vegetariano… >> mormorò al suo orecchio e la ragazza lo guardò sconvolta.
<< Mi stai mentendo… >>.
<< Jaina non lo farei mai! Voglio solo il tuo bene… >> disse annuendo. Ella non sopportava i vegetariani, li riteneva solamente dei stupidi che non sapevano godere dei privilegi che offriva la carne.
<< No, è tutto sbagliato! >> urlò una persona che a quanto pare aveva perso la pazienza. << Il passo dev’essere più veloce, più veloce! >> continuò cercando di incitare. Jaina girò lo sguardo e capì che il coreografo aveva dei problemi.
<< Non per offenderla, ma io il balletto lo vedrei in un altro modo… >>.
<< Ragazzina, sai con chi stai parlando? >> domandò sentendosi offeso.
<< Volevo solamente farle vedere le mie idee… >> si alzò e si mise davanti ai ballerini. << … poi se è uno schifo giudicherà lei ma per favore, mi faccia provare! >>.
<< Va bene, tanto non ho niente da perdere… >>.
La ragazza chiuse gli occhi e cominciò a sentire nella sua testa la canzone e immediatamente riprodusse il ballo che aveva in mente. Si lasciava trasportare dalla musica, o meglio, da quello che diceva Gerard. Aprì gli occhi e fece segno a un ballerino di raggiungerla. << Seguimi! >> continuò con una serie di passi che lo coinvolgevano. Incredibile come sapeva ballare bene. Le era sempre piaciuto, fin da bambina. Ricorda ancora tutte le recite scolastiche di fine anno dov’era sempre la prima ballerina. Inutile dire che i fratelli Way rimanevano meravigliati da lei, in particolare Gerard. Mikey, Bob, Ray e Frank arrivarono anche in quel momento.
<< Sta… ballando? >> domandò Frank.
<< Oh, sì! Jaina è sempre stata brava a ballare. Ha fatto molti anni di danza moderna, hip-hop e classica! >> rispose Mikey.
<< Classica solo per un anno… la reputò noiosa… >> lo corresse Gerard.
<< La conosci davvero bene… >> continuò Frank guardandolo irritato.
<< E’ logico sono il suo migliore amico! >> con un sorrisetto di soddisfazione ma che sembrava provocare, riprese a guardarla e tutto quello fece venire al nano un dubbio.
Quando la ragazza si fermò il coreografo annuì e la indicò con uno sguardo strano, come se avesse trovato un tesoro.
<< Non ho perso niente, così vi viene più semplice quando siete per terra… >> disse rivolgendosi ai ballerini << …ma tu! >> continuò rivolgendosi a lei << Ho trovato quello che mancava al mio corpo di ballo! Vorresti fare parte di uno spettacolo? Domani iniziamo le prove… >>.
<< Spettacolo? Oh Dio! Ecco… non saprei, ho lasciato la danza da molto tempo... >>.
<< Jaina fallo! >> la incoraggiò Gerard << … tu sei brava, andrà bene! >>. Quel sorriso motivò la ragazza che annuì accettando la proposta.
<< Ha ragione, sei davvero brava! >> esclamò una ragazza. Bassina, dai capelli mossi come le onde del mare, castano chiaro e gli occhi neri. Viso veramente tenero e da un’espressione molto simpatica. Sembrava avesse circa la stessa età di Lynz. << Piacere, mi chiamo Michelle! >> continuò porgendole la mano e Jaina la strinse.
<< Jaina, sono la manager di quel gruppo… >> disse indicando i ragazzi dietro.
<< Davvero? Io sono una loro fan! Mi è piaciuto molto il loro primo album però questo… è spettacolare! Ho la sensazione che rimarrà il mio preferito! >>.
<< Ho la sensazione che rimarrà il preferito da tutti i loro fan! >>.
<< Farò anch’io parte di quel corpo di ballo, ci rivedremo! >>.
<< Sarà divertente! >>.
Imparare quei passi non era difficile e quando Jaina si rese conto che il suo balletto sarà visto da milioni di persone, andò in ecstasy però si rese conto che doveva darsi un contegno. Dopo qualche ora ognuno era al proprio posto, pronti per registrare il video diretto ancora da Marc Webb che prese in simpatia Jaina, forse per la sua bellezza e i suoi modi spiritosi. Questo fu un importante passo per i ragazzi visto che sarà lui a dirigere in futuro ogni loro video.
Frank invece si sentiva minacciato. Non era per niente ottuso come la sua ragazza anzi al contrario, era piuttosto sveglio. Di sicuro avrebbe avuto conferma del suo dubbio nei giorni successivi. Sperava tanto di sbagliarsi.

 

    

*Be Yourself, Don’t Take Anyone’s Shit, and Never Let Them take You Alive.
Onestamente questa frase è un po’ difficile da tradurre in italiano e penso che ognuno la interpreti come vuole e quella è la mia :') #sperasiagiusta

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Capitolo 21
*** -Cap.21. Quella è una semplice chitarra, non è Pansy. ***


“Diamine quanto può essere difficile…” pensò passandosi una mano tra i suoi capelli neri. Era difficile, lei complicava sempre tutto ma la colpa era anche sua che non le diceva mai di no. Quel periodo non era per niente rose e fiori per lui. Quelle interviste e gli innumerevoli servizi fotografici che Jaina gli aveva prenotato iniziavano a stancarlo ma se vuoi fare la rockstar queste cose sono all’ordine del giorno.
Rockstar.
Che parola strana per lui. Parecchi giorni erano passati e la sua vita era stata completamente sconvolta; la situazione lo fece riflettere il più del dovuto. Era contento di tutto quello che Jaina, da brava manager, stava facendo però allo stesso tempo non apprezzava l’interessamento di tutti nei suoi confronti. Un po’ contraddittorio penserete voi ma lui non poteva dirle di no. Lo aveva fatto per Halloween lasciando che la ragazza passasse una serata con Frank e di questo rimpiangeva molto. Aveva fatto un errore, un enorme errore, facendoli mettere insieme. Le sue serate erano sempre a base di alcool e droga, ormai era completamente assuefatto, gli piaceva molto. Si era addirittura procurato la droga da alcuni ragazzini che vivevano nelle brutte zone della città.
Alcool e droga per lui erano un’altra perfetta via di fuga, per dimenticare tutto. Per dimenticare che la ragazza che aveva sempre amato stava con un ragazzo che odiava. Non lo considerava il suo migliore amico, non lo era più. Era solamente la persona che odiava al mondo con tutto il suo cuore. Capitava spesso che dopo o mentre beveva, iniziava a disegnare. Trascorrere il proprio passatempo preferito bevendo e facendo il coglione non è bello penserete voi, ma lui lo considerava un mezzo di sfogo. Molti di quei disegni in nero e rosso raffiguravano un tizio che moriva sempre in modi tragici. Inutile dire che era Frank. Li disegnava con un sorrisetto alquanto malefico ma quando ripensava alla sua Jaina iniziava a piangere. Era sua. Fin da bambino le aveva affibbiato quel pronome possessivo e quando usciva con i ragazzi stava anche male, ma non come adesso. Si buttava sul letto e iniziava a bagnare quel cuscino dove poggiava sempre la testa per dormire, e incontrare lei in un sogno.
Questa fu la notte passata.
Adesso era mattina e il gruppo aveva finito da poco un altro servizio fotografico dirigendosi verso un bar per prendere qualcosa.   
<< Vedo che siamo in forma… >> disse Mikey guardando il fratello con occhi storti. Egli era così pallido che probabilmente un fantasma si sarebbe spaventato nel vederlo. Di sicuro aveva vomitato la notte precedente.
<< E’ più forte di me… >> rispose lui con le mani in tasca e lo sguardo basso.
<< Devi smetterla idiota! Ricordi il nostro piano? L’hai messo in atto? >>.
<< Sì. Frank mi ha stancato, riavrò Jaina… >> continuò con uno sguardo deciso e il fratello sorrise.
<< Sappi che avrai il mio completo appoggio. Frank mi prende sempre il giro per la questione degli unicorni, è antipatico… >> disse il ragazzo aggiustando i suoi occhiali.
<< Siete davvero lenti! >> esclamò Ray invitandoli ad avvicinarsi. I fratelli Way avevano rallentato il passo per scambiarsi quelle informazioni, che furbi.
<< Mikey corri! Ho appena visto un unicorno! >> affermò Frank ridendo e il ragazzo con gli occhiali sbuffò.
<< Lo vedi quanto è antipatico?! >>.
<< Chissà che avevo in testa quando ho accettato che entrasse nel gruppo… >>.
Credereste mai se vi dicessi che Frank a Gerard non era mai piaciuto? Lo considerava ancora un bambino sciocco e infantile, un combina guai. Ricorda ancora il primo giorno che Ray e Mikey l’hanno portato alle prove e lui lo vide.
<< Sei basso. Non voglio persone basse nella mia band… >> disse con un’espressione schifata.
<< Che cos’hai contro le persone basse? >> ribatté lui accigliato con le braccia conserte.
<< Perché ti arrabbi con me? I sette nani ti hanno sbattuto di casa? >> continuò sarcastico.
<< Gerard, smettila! E’ un bravo chitarrista devi vederlo suonare! >> insistette Ray.
<< Va bene, tanto non ho niente da perdere… >>.
Quel tono da antipatico aveva un motivo. Quella volta aveva da poco litigato con Eliza per questioni di gelosia e si comportava in quel modo con tutti, ma appena lo vide suonare cambiò la sua opinione. Quel piccoletto aveva una grande energia dentro e il suo modo di suonare era eccezionale. Sarebbe stato fondamentale per il gruppo. Per quel motivo Gerard acconsentì, non poteva di certo immaginare cosa avrebbe combinato in futuro. Forse era meglio se continuava a litigare con Jaina.
Arrivati lì si sedettero nei tavoli in fondo al locale. Adesso che avevano un po’ di tranquillità potevano discutere di Jaina l’esagerazione di una manager Prodmoure.
<< Senti Frank, devi fare un enorme favore a tutti noi… >> iniziò Ray.
<< Cioè? >> rispose lui perplesso.
<< Ecco… tu devi… >>.
<< …dire a Jaina che sta esagerando! >> sbottò Bob << Non sopporto più tutte queste interviste e servizi fotografici! Soprattutto i servizi fotografici, mi dicono sempre di sorridere ma io penso che quando sorrido sembro un idiota, quindi devi dire alla tua ragazza di smetterla! >> continuò con voce alta. Per loro fortuna in quel momento il locale non era molto popolato e nessuno li aveva ancora riconosciuti.
<< Ah sì? Perché mai dovrei parlarle io? >> domandò guadando Gerard. << Tu sei il suo migliore amico, non l’hai fatto tu? >> continuò guardandolo male.
<< Sicuramente se ascolta il suo ragazzo nano, rifletterà su quello che sta facendo. >>.
<< Hai detto bene. Il ssssuo ragazzo… >> disse pronunciando quel “suo” in modo possessivo, un po’ come Gollum del Signore del Signore degli Anelli.
<< Perché mi stai parlando in questo modo? >>.
<< Perché odio quando toccano le mie cose… >>.
Bob, Mikey e Ray si guardarono negli occhi. Avevano capito benissimo quella situazione che gli avrebbe causato molti guai in futuro. In ballo c’era l’intera band.
<< Se ti riferisci a Pansy quella volta, ho dovuto spostarla perché l’avevi messa male! >>.
<< Non mi riferisco alla chitarra. >> disse serio.
Momento, momento, momento, momento. L’aveva chiamata “chitarra” e non con il nome da lui assegnato, Pansy. Tutti sapevano quanto lui ci tenesse, ma in quel momento risultò solamente una delle tante che lui aveva usato. I quattro ragazzi lo guardarono sconvolti, non immaginavano che lui non la chiamasse per nome. Considerava Jaina più importante di Pansy. Era imprevedibile, ricordate?
<< Non ti seguo, a che cosa ti riferisci? >> domandò indifferente il cantante.
<< Finiscila di far finta di non sapere niente. Mi riferisco a Jaina. Smettila di sbavarle dietro adesso sta con me! >>. Davvero schietto e coraggioso, penserete voi. In pochi istanti Gerard realizzò che il suo avversario era piuttosto intelligente, non aveva davanti Jaina l’ottusa.
<< Queste accuse sono ridicole. A me non piace Jaina… >>.
<< Ho visto come la guardavi quando abbiamo girato Helena. All’apparenza posso sembrare uno stupido, ma sono parecchio intelligente! >>.
<< Appunto Frank, sei davvero uno stupido! >> intervenne Mikey << Pensi davvero che un tipo come Gerard può interessarsi a una ragazza viziata e infantile come Jaina? >> continuò difendendo il fratello.
<< Mikey ha ragione! >> disse mentendo << A me non interessano ragazze col tuo stesso carattere sciocco e da bambino. Mi piacciono le bionde… >> continuò annuendo.
<< Dicevi che le bionde sono solamente delle Barbie! >> ricordò Ray.
<< Lo dicevo alle superiori. Le cose cambiano… >>.
<< Eliza non era bionda… >> aggiunse Bob.
<< Smettetela! Penso quello che voglio, il caso è chiuso! >> concluse Gerard a braccia conserte. Aveva provato ad arrampicarsi su quel grande specchio, si era davvero impegnato.
<< Se adesso i signori hanno finito di litigare, possono ordinare? >> domandò con tono gentile la cameriera. La sfiga di Gerard era da quelle parti visto che era bionda.
<< Gerard, non apprezzi i capelli di questa ragazza? >> domandò Frank in modo antipatico. Il ragazzo sospirò, sperava davvero tanto che quella ragazza non l’avrebbe mai più visto. Odioso nano, causa di quella vicina brutta figura.
<< Mi piaci sai? Penso che le bionde siano veramente delle gran fighe! >> disse sorridendole e la ragazza lo guardò sconvolta.
<< Ci stai provando cretino? Guarda che sono fidanzata! >> rispose arrabbiata.
<< Mi piacciono i tuoi capelli… e le bionde! >>.
<< A me invece non piacciono i morti! >> disse andandosene, facendo riferimento alla sua carnagione. Gerard aveva fatto fiasco e guardava i suoi amici che ridevano, in particolare Frank che non sapeva contenersi. Non era bravo con le ragazze.
Il pomeriggio passò più o meno in questo modo.



Jaina, intanto, era impegnata nelle prove dello spettacolo e tra una pausa e l’altra riceveva sempre messaggi e chiamate da parte di molti altri giornalisti e tv. Tutti volevano i My Chemical Romance, tutti.
<< Hey tu! E’ per caso il fidanzato che ti manda messaggi la causa della tua ossessione col cellulare? >> domandò Michelle ridendo. Le due si trovavano dietro le quinte con delle bottiglie di acqua in mano.
<< Sono messaggi da parte di altri giornalisti… >>.
<< E’ vero! Sei la manager dei Chem… potresti farmi un favore? >> domandò con un sorriso.
<< Cosa? >> disse sedendosi accanto a lei.
<< Puoi po-portarmi un autografo di Gerard? >>.
<< Posso farlo anch’io il suo autografo. A scuola ho imparato la sua firma! >> rispose ridendo ma la ragazza era seria.
<< Oppure di Frank! Oh Frank… >> con lo sguardo perso nel vuoto, si poggiò sulla spalla della ragazza e nella sua mente iniziò a pensare a lui, a tutte le interviste e le foto che aveva visto << …quanto è figo, non credi? >> mormorò ricordando il video di Helena.
<< Già, è lui il mio ragazzo… >> disse tranquillamente e Michelle la guardò malissimo.
<< Mi stai prendendo in giro… >>.
<< Non è vero ma non voglio distruggere le tue fantasie su di lui, penso che tutte le fan le abbiano. >>.
<< Tu… non sai quanto sei fortunata, ti invidio tanto… >> disse con una smorfia.
<< Farò finta di non aver sentito l’ultima frase. Se vuoi ti organizzo qualcosa con Mikey, quel ragazzo deve completamente distrarsi… >>.
<< Ecco… >> la ragazza rifletté per qualche minuto grattandosi la testa. L’amante degli unicorni non era proprio il suo tipo. << ...ho già un corteggiatore! Mi basta quello, comunque scherzavo sul fatto dell’invidia, sono felice per te! >> rispose con un sorriso. Michelle era molto simpatica e scherzosa, Jaina si era trovata bene in sua compagnia. << Devo confessare che però essere loro amica non mi dispiacerebbe... >>.
<< Lo terrò a mente ma se starai con me dovrai abituarti alla loro presenza! >> disse ridendo. Per Michelle quello era un sogno, non desiderava altro.
La pausa durò poco e le prove ricominciarono immediatamente. Il coreografo era fiero di Jaina, era davvero convinto di aver trovato il pezzo mancate a quello spettacolo. Le aveva assegnato addirittura il ruolo principale quindi si aspettava molto da lei. Secondo lui, dovevano provare più volte possibili giacché lo spettacolo era vicino.



Quel susseguirsi di continui passi a tempo di musica finirono verso le nove e appena Jaina arrivò a casa istintivamente, si buttò sul suo letto. Era stanca, forse troppo. L’esagerazione era sottintesa anche in questo caso. Voleva vedere Lynz ma poi ricordò che era in tour con la sua band, in giro per gli Stati Uniti. Voleva tanto che lei vedesse il suo spettacolo, di sicuro le sarebbe piaciuto. Chissà come doveva essere la vita in tour. Finalmente sarebbe uscita dal New Jersey e avrebbe visitato posti nuovi, le piaceva viaggiare solo che in passato non ebbe questa possibilità per via di sua madre. Troppo apprensiva, anzi a volte si domandava dove aveva trovato il coraggio di dirle sì, quando le disse di voler vivere da sola. L’importante era che abitasse vicino a Gerard, il resto non contava. Si alzò lentamente e fece una veloce doccia. Si asciugò mettendo il suo pigiama verde e in quel momento sentì suonare il campanello.
 “Adesso i giornalisti mi bussano anche alla porta per caso?”. Scese le scale e aprì la porta. Un nanetto con le mani in tasca la fissava in modo malizioso.
<< Ciao bella mora! >>.
<< Che sei venuto a fare? >> rispose in modo sgarbato.
<< Sei arrabbiata con me? >>. La ragazza gli fece cenno di entrare e lui obbedì.
<< E’ vero che sei vegetariano? >>.
<< Ecco… sì è vero, chi te l’ha detto? >>.
<< Gerard. Volevo assicurarmi che fosse vero… >>.
Frank alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Sicuramente voleva sentire qualunque nome, pure quello di Jamia o di qualche bulletto che l’aveva pestato alle superiori ma non quello di Gerard. << E’ vero. Non ti piacciono i vegetariani? >>.
<< No. Li ritengo solamente degli stupidi! >>.
<< Ritieni stupida una mia scelta? Pensavo che in un rapporto bisognasse esserci del rispetto… >>. Non aveva tutti i torti e vi posso assicurare che in quel momento aveva fatto centro. Jaina dovette arrendersi, infondo aveva ragione.
<< Si è vero. Scusa… >> mormorò con lo sguardo basso. Lui si avvicinò e le alzò il mento con un dito, dandole un bacio.
<< Mmmh… mi piace questo pigiama… >> fece in particolare riferimento ai coniglietti bianchi.
<< Smettila! E’ infantile ma è l’unico che ho! >> disse sbuffando e lui rise.
<< Sei stupenda lo stesso e… >> inclinò la testa, le spostò i capelli e la sfiorò dolcemente con le labbra il collo inspirando profondamente << …sai di vaniglia! >> continuò abbracciandola.
<< Questo è il quinto neurone. Ho fatto la doccia da poco genio! >>.
<< Ti va di uscire? >> propose provocandole dei brividi, gli stessi della serata di Halloween. Fottuto piercing.
<< Sarei molto stanca… >> mormorò ma lui continuava, voleva farla cedere. Quella sensazione era piacevole, quei baci al collo erano in grado di scioglierla. << …va bene! >> esclamò allontanandosi. << Posso fare un piccolo sacrificio… >> sorrise e lui rimase soddisfatto del suo lavoro.
<< Ottengo sempre quello che voglio… >>.
<< Il primo neurone si è danneggiato! >> disse ridendo salendo al piano di sopra. Prese i primi vestiti che le capitarono sotto gli occhi e alla fine osservò la sua tracolla. Subito ricordò e la prese cercando qualcosa. Dopo trovò un sacchettino e scese contenta dal ragazzo.
<< Questo è per te! >> disse con un sorrisone.
<< Per me? >> rispose lui prendendo il regalo sorpreso.
<< Il primo neurone ormai è andato! >> continuò dandogli un colpo in testa. Lui rise di nuovo e appena vide quello che c’era dentro rimase ancora più sorpreso.
<< Non dovevi farmi questo regalo… >>.
<< Sì invece! Ti piacevano e questa mattina sono passata da quel negozio e li ho presi per te! >>. Dei semplici guanti neri tagliati alle dita con le mani di uno scheletro sopra, quelli che lui voleva.
<< Grazie… >> disse timidamente indossandoli. << Quando li indosserò mentre suono, penserò sempre a te… >>.
<< Oh che carino! Sei diventato rosso! >> esclamò ridendo indicandolo, con quell'espressione sembrava tanto una bambina.
<< E’…è…l’umidità… >>.
Alla ragazza quella frase ricordò qualcosa. Uscirono di casa e camminando decisero di andare al cinema. Jaina ebbe un colpo. Era lì che Frank considerava il posto giusto per un appuntamento. Quello era un appuntamento? Erano usciti insieme tante volte ma adesso sembrava diverso. Che fosse veramente quello il loro appuntamento ufficiale? La ragazza non sapeva cosa pensare, fu colta alla sprovvista da quel ragazzo così imprevedibile. Il film invece doveva sembrare piuttosto bello, Riflessi di Paura. Ovviamente horror poiché i due ne andavano matti. Presero i biglietti e si diressero in sala.
<< Non ho pensato di vestirmi bene, fantastico! >> esclamò sedendosi in una sedia rossa e morbida del cinema delusa di se stessa. Lui sorrise e le posà un bacio sulla guancia.
<< Smettila di dire queste cose, per me saresti bellissima anche sporca di fango e terra! >>.
<< Come uno zombie?! >> disse lei ridendo.
<< Lo zombie più bello che abbia mai visto… >> rispose dandole di sorpresa un bacio sulle labbra. << Andiamo, mordimi! >> aggiunse con un sorriso malizioso. Jaina rise per tutto il tempo.
<< Forse stiamo perdendo anche il secondo neurone! >>.
Già, alla fine andava sempre così. Frank riusciva a farla sorridere con le sue cretinate. Era diverso da tutti i ragazzi che aveva conosciuto, sicuramente il migliore. I tatuaggi e i piercing erano stupendi, gli davano qualcosa in più. Dava l’impressione di essere uno di quei tipi tosti e duri ma lo tradiva quel viso tanto dolce e tenero. Era una specie di mix, uno di quelli che ti sorprende e stravolge la vita. Jaina ne sapeva qualcosa.
Alla fine del film i due uscirono completamente estasiati, da veri maniaci dell'horror.
<< E’ stato fantastico! >> disse Jaina.
<< Concordo. Ho amato tutto quel sangue… >> continuò Frank.
<< Il finale è stato epico! >>.
Ecco a voi delle persone che sclerano su morti e tanto sangue. Delle persone qualunque sarebbero rimaste scioccate da quel film ma loro no, per loro era naturale. Poteva essere una bella serata ma il quel momento scoppiò un temporale che fece immediatamente bagnare i due.
<< Vieni a casa mia, è vicina! >> disse il ragazzo e Jaina annuì. La corsa verso casa fu divertente. I due si tiravano l’acqua delle pozzanghere, proprio come due bambini. Arrivati lì la ragazza realizzò una cosa abbastanza ovvia.
<< Con quali vestiti mi cambio adesso? >>.
<< Posso prestarti una mia felpa… >>.
Jaina sorrise visto che amava troppo i vestiti di Frank. Quel nanetto aveva davvero buon gusto, troppo simile a quello suo.
<< Come vuoi… >>.
<< Dopo la rivoglio indietro! >> disse ridendo.
<< Non so a cosa ti riferisci… >> rispose indifferente lei. Salirono le scale e appena lui aprì il suo armadio Jaina rimase senza parole. Aveva troppe felpe, jeans e giacche stupende. Lei aveva sempre amato i vestiti maschili, quante volte da adolescente Gerard le aveva dato qualche paio di jeans o felpa, in particolare di quest’ultima lei ne andava pazza.
<< La mia felpa nera a strisce bianche. Quella ti sta bene, puoi tenerla… >> prese una felpa rossa e la ragazza l’afferrò subito << … visto che sono gentile? >> continuò con un sorriso da ebete.
<< Sii gentile ancora, posso tenere pure questa? >> domandò con un dolce sguardo.
<< Finirà che le prenderai tutte tu in questo modo… >>.
<< Ti prego Frankie, non essere cattivo… >> disse giocando la carta della ragazza tenera con la vocina infantile come quella di un bambino.
<< L’avrai se mi prometti di smetterla con le troppe interviste e i servizi fotografici. >>.
<< Come scusa? Pensavo vi piacesse! >>.
<< Stai esagerando Jaina. Capiamo perfettamente che lo fai per noi però così… è troppo. Spero che sarai comprensiva… >> disse prendendo alcuni vestiti e andando in bagno a cambiarsi. Adesso in quella stanza era rimasta da sola. In quel momento lo capì, si era comportata da stupida. Non doveva accettare a tutte le proposte che riceveva ma il suo telefono continuava a squillare. Sicuramente doveva essere un po’ più perspicace e non solo per questa questione, anche di quella del povero Gerard.
“Adesso mi sono rotta…” pensò spegnendolo. Guardò di nuovo la felpa e ricordò che il nanetto non le aveva dato nulla per asciugarsi. Intelligente, lo era a momenti. Entrò nel bagno e lo sorprese senza maglietta.
<< Sai al mio paese si usa bussare! >>.
<< E al mio sono in grado di arrestarti per risultare troppo sexy con quei tatuaggi… >> disse prendendo un asciugamano e uscendo. Ritornò in camera, si asciugò velocemente e indossò la felpa rossa del ragazzo. Questa le stava un po’ grande, le arrivava alle ginocchia. Si voltò e si buttò subito nel suo letto, stanca morta. Sorrise quando ricordò la serata di Halloween passata con lui. Forse stava diventando un po’ diabetica. Tutta colpa di quel ragazzo che l’aveva sconvolta nel vero senso della parola. La pioggia sbatteva contro i vetri creando una dolce sinfonia che la ragazza interpretò come ninna nanna e stava per addormentarsi quando un tuono la fece saltare per aria. Odiava i temporali pieni di tuoni, fulmini e lampi. Soprattutto da bambina stava ore sotto le coperte con la musica ad alto volume nelle orecchie fino a quando tutto non finiva. Jaina iniziò a tremare, chiuse gli occhi e si tappò le orecchie.
<< Che ti prende? E’ solo un temporale… >> disse Frank confuso.
<< Solo un temporale? Mi piace la pioggia ma non i temporali con i tuoni, fulmini e lampi… ho paura… >> rispose ancora con le mani alle orecchie. Il ragazzo entrò sotto le coperte e le sorrise facendole segni con le braccia, per farla venire da lui. Jaina non ci pensò due volte e si buttò tra le sue braccia tremante più che mai. Ecco altri tuoni, più forti.
<< Frank rimani qui, ho seriamente paura… >> disse quasi piangendo e lui la strinse forte, accarezzandole la testa.
<< Ci sono qui io con te, tranquilla… >> le sussurrò dandole un bacio sulla fronte.
Lui era con lei, il suo respiro e le sue carezze trasmettevano protezione e tranquillità. Jaina considerava meglio tutto quello che una ninna nanna creata dal ticcheggiare della pioggia sui vetri. Non si era mai addormentata in questo modo stupendo, solamente grazie a lui.
 


 

Sono diabetica, lo so.

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Capitolo 22
*** -Cap.22. Erano morti tre neuroni, dopo sono resuscitati. ***


Avete mai avuto paura di perdere qualcuno o qualcosa? E’ una brutta sensazione, forse la peggiore del mondo. Tutto dipende dalla persona. Quel qualcuno o qualcosa diventa importante anche in poco tempo e si teme di perderla. Un po’ come me, quando una mia amica di Cassino mi inviò un portachiavi di Death Note e io non l’ho mai usato perché temo di perdere un suo regalo. E’ un esempio stupido, lo so da me, però se ritorniamo alla nostra storia, la situazione cambia. Quella notte diluviò per tutto il tempo e i tuoi tuoni non cessavano di far rumore. Tutto questo causò alla nostra protagonista molti incubi giacché odiava i temporali. Per fortuna non era da sola.
Lui era rimasto sveglio tutta la notte cercando di tranquillizzarla con baci e carezze, riuscì ad addormentarsi solo nelle prime ore dell’alba. Un ragazzo troppo tenero e diabetico, Jaina infatti non voleva perderlo. Era così diverso da tutti i ragazzi che aveva conosciuto, adesso aveva paura. Quella paura che ti mette ansia. Da una parte si era pentita di tutto quel lavoro svolto da brava manager, di sicuro l’aveva fatto notare molto. Se i My Chemical Romance diventassero famosi a livello mondiale*, anche lui lo sarebbe e avrebbe dietro una fila di ammiratrici sicuramente migliori di lei. Magari si sarebbe stancato lasciandola per una di esse. Per non parlare dei tour.
No.
Jaina aveva corso troppo e adesso stava rallentando. Non era pronta a tutto quello, non lo era per niente. Aprì lentamente gli occhi, dopo aver immaginato tutto il suo futuro in mente e lo strinse più forte.
“Frank… non sono pronta a tutto questo. Che stupida che sono… non voglio perderti… “.
Forse la cosa migliore da fare era godersi il presente. Alzò la testa e vide che stava ancora dormendo. Sorrise, ricordando che era rimasto sveglio tutta la notte per lei. Stranamente dopo cinque minuti aprì gli occhi e li stropicciò.
<< Buongiorno mocciosa… >> mormorò sbadigliando.
<< Grazie per quello che hai fatto stanotte. >> disse sorridendo.
<< Di niente. Ecco io… io… ti voglio tanto bene e spero di essere riuscito a tranquillizzarti… >> borbottò con un mezzo sorriso e la ragazza come premio gli diede un bacio, uno di quelli che il ragazzo assaporò per bene.
<< Lo hai fatto benissimo… >> rispose poggiando nuovamente la testa sul suo petto. Quello per lei era il momento migliore del mondo. Si sentiva bene e protetta tra le sue braccia, finalmente amata veramente. Frank la strinse e per un attimo ritornò serio.
<< Dimmi Jaina… ma io ti piaccio veramente? >> la ragazza alzò il capo guardandolo perplessa. Il terzo neurone no, tutto ma non il terzo neurone! Che cosa voleva dire con quella frase?
<< Lo dici per avere un secondo bacio? >> ridendo gli sfiorò con un dito le labbra ma lui non cambiò espressione.
<< Non preferisci qualcuno che ti conosce bene? >>.
<< Frank, cosa stai cercando di dirmi? >>.
<< Ecco… io conosco poche cose su di te, la cosa è reciproca. Pensavo che magari preferissi una persona che ti conoscesse bene e… >> un bacio riuscì a zittirlo.
<< Non c’è molto da sapere su di me. Sono sempre stata una ragazza timida e senza autostima. Non ho mai avuto una migliore amica, Gerard la considero come tale però adesso che ho conosciuto Lynz magari lo diventa lei. Da bambina mi prendevano in giro e alle superiori ho avuto la fortuna di stare col ragazzo più popolare della scuola. Mi piace ballare, il punk-rock, mangiare schifezze, guardare film horror e fantasy, i capelli di ogni colore tranne i ragazzi biondi e… adesso non mi vengono in mente altre cose che mi piacciono. Detesto le menzogne, le persone false, ipocrite, prepotenti, snob e i vegetariani anche se ho rivisto la cosa da un altro punto di vista… >> concluse ridacchiando. << Ah! Il mio compleanno è il 24 Dicembre… >>.
<< Davvero? Allora è tra poco, che bella cosa! >>.
<< Non tanto perché i miei mi hanno sempre fatto un unico regalo dicendo di considerarlo per il mio compleanno e per natale… >> disse con amarezza.
<< Non ti accontenti proprio, vero? Beh per quanto riguarda il nostro passato è simile solo che il mio è peggio, ma lo sai bene. La mia famiglia, a cominciare da mio padre, mio nonno e i miei zii paterni, sono dei musicisti quindi a soli undici anni ho imparato a suonare la chitarra. Suonavo in un’altra band ma poi si è sciolta. Per quanto riguarda i gusti siamo abbastanza simili, mi piacciono le cose che hai detto a parte ballare, quello non mi piace e vorrei aggiungere alle cose che detesti, quelli che cercano di soffiarti la ragazza… >> concluse accigliato. Non credeva affatto a quella menzogna che gli disse Gerard su Jaina. Frank si era affezionato troppo a lei, di sicuro non l’avrebbe lasciata nelle mani di quel ragazzo.
<< Che vuoi dire con l’ultima frase? >>.
<< Niente… scusa, ho dormito poco. >>.
<< Ho paura… >> mormorò stringendo la sua felpa nera con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Di cosa? Il temporale è passato! >> esclamò ridendo.
<< …ho paura di perderti. Sono convinta che il gruppo andrà molto avanti e tu sarai sempre impegnato, vedrai ogni giorno tanti fan, tante ragazze e… >> un bacio riuscì a zittirla.
<< …non riuscirò mai a innamorarmi veramente di un’altra persona che non sei tu. Sì, avevi lo stesso carattere di Jamia ma in realtà siete diverse. Tu sei importante per me e anche i tuoi insulti… >> le sussurrò dolcemente all’orecchio accarezzandole nel frattempo i capelli. La ragazza sorrise maliziosamente e si mosse lentamente scivolando sopra di lui, lasciando cadere i suoi capelli lisci sul viso del ragazzo che sorrise imbambolato. Si avvicinò alla bocca e la sfiorò con un bacio. << Mocciosa, adesso ti è venuta la voglia di provocare? >>.
<< Ah sì? Tu non dovresti parlare Sig. Sono figo e faccio sesso solo con tatuaggi, piercing e mentre suono la chitarra. >>. Lui sospirò e fece spallucce.
<< Le ragazze non mi resistono, non posso farci niente… >> disse mettendole le mani sui fianchi e guardandola divertito. Sicuramente sarà come dice lui, se la sua fama fosse aumentata di più avrebbe avuto tantissime fan che sclerano ad ogni sua foto. Beh, il nano ci aveva visto giusto insomma, quale ragazza non “fangirleggia” sulle sue foto?
<< Oh… ma come siamo modesti Sig. Iero... >> rispose posandogli un bacio sulle labbra e in pochi secondi lui ribaltò la situazione portando la ragazza sotto di sé.
<< Ho qui l’esempio… >> e sorridendo iniziò a baciarle il collo fino ad arrivare alle labbra, quelle che lui considerava il suo punto forte. Quel contatto gli piaceva molto, sembrava non volesse mai staccarsi da lei, per lui erano una sorta di calamita.
<< Guarda che devo andare alle prove. >> sussurrò a quegli occhi cangiati dinanzi al suo viso. 
<< Andiamo, rimani un altro po’… non lasciami da solo… >> bisbigliò riprendendo a baciarla. Lentamente le mani del nanetto pervertito scivolarono giù e finirono proprio sotto la maglietta della ragazza, causandole il solletico. Jaina iniziò a ridere e lui per quanto amasse la sua risata, non voleva smettere. << …ti sto convincendo a rimanere mocciosa? >>.
<< Ti prego ahahahahahahaha smettila Fraahahahahnk! Non lo sopporto il ahhaahahah solletico! >> riuscì a dire tra una risata e l’altra, dopo si fermò. Gli mise le braccia intorno al collo e l’osservò bene. Avere il suo viso davanti era diventato troppo mainstream. Conosceva bene quegli occhi cangianti che riuscivano a ipnotizzarla e farle fermare per un istante il cuore, quei capelli tanto strani che sembravano essere fatti a posta per lui e quelle labbra da cui non poteva stare in astinenza. << Mi hai sempre fatto un brutto effetto nano da giardino… >>.
<< Anche i tuoi occhi azzurri, i tuoi capelli e la tua bocca mi fanno impazzire… >> disse con un sorriso malizioso. Aveva interpretato la frase a modo suo, era azzeccata. Quel momento zucchero e miele fu interrotto dal telefono del ragazzo che squillò. Egli fece finta di non sentirlo perché troppo occupato a baciare la sua ragazza ma quest’ultima lo fermò notando che il telefono squillava incessantemente.
<< Dai, ti conviene rispondere… >>. Lui si morse il labbro inferiore e sbuffando scese dal letto, maledicendo chi fosse il tizio che lo cercava.
<< Pronto? >> disse piuttosto seccato.
<< Idiota! Sai che ore sono? >> urlò la voce dall’altra parte della cornetta. Era Ray.
<< Sono le… uhhhh! >> notò guardando il suo orologio. Erano le due del pomeriggio. << E’ tardino, lo so… >>.
<< Tardino? Ti aspettiamo dalle dieci per le prove! >>.
<< Scusami anzi scusatemi. Mi preparo e arrivo… >> chiuse la chiamata con la faccia da cane bastonato, lei invece rideva.
<< Chi era? >>.
<< Sembra che pure io debba andare alle prove, ma noi non abbiamo finito. Questa non è una scusa… >>. Jaina si alzò e arrivata da lui, lo abbracciò. Non voleva lasciarlo proprio andare.
<< Uhhh il tappo di bottiglia ha le prove! >> mormorò al suo orecchio divertita mentre lui come al solito le baciava il collo. Gli piacciono i vampiri, ricordate? Invece di morderla preferiva baciarla e causarle continui brividi. Furbo il nanetto.
<< Tu invece non mi hai parlato di questo spettacolo. >>.
<< E’ una sorpresa. Ti piacerà tanto ne sono sicura! >> disse sorridendo.
<< Dammi un indizio. Mi ritroverò a sbavare su di te? >> domandò schietto, come al suo solito.
<< Più o meno. Adesso ti conviene riportarmi a casa così posso cambiarmi… >>.
<< Potresti uscire in questo modo! >> disse ridendo.
<< Sai Frank… mi ero affezionata al terzo neurone. >>. I due risero e si diedero una mossa poiché entrambi avevano degli impegni importanti.



***



Ecco, ci siamo.
Cinque giorni passarono in fretta e il momento del grande spettacolo era arrivato. Jaina camminava nervosamente per tutti i dietro le quinte sperando di non inciampare o fare qualche brutta figura, ripassando nella mente il balletto. Michelle era seduta per terra e non poteva essere di grande aiuto visto che si sentiva esattamente come lei. Ansia, ansia e ancora ansia.
<< Forse se non ci pensiamo è meglio. Dobbiamo distrarci! >> esclamò la ragazza dai capelli mossi prendendo una rivista che aveva comprato la mattina stessa. Arrivata alla seconda pagina la sua espressione si bloccò, era rimasta stupita.
<< Hey Michelle! Stai bene? >> domandò preoccupata la ragazza abbassandosi davanti a lei. Vide quello che aveva la ragazza davanti agli occhi e prese subito la rivista. << Che bello… adesso tutti sanno che sono la ragazza di Frank Iero… >> continuò con un filo di voce. Lì erano stampate delle foto della sera passata con lui in giro e anche quando la entrò a casa sua.
“Chi sarà la misteriosa ragazza in compagnia di Frank? Sicuramente la sua nuova fiamma! Sembra che abbia dimenticato in fretta Jamia, la sua storia ragazza fin dai tempi del liceo! Vi terremo aggiornati!”
<< Che palle! Questi dannati giornalisti! Perché non fanno foto al con……certo… >> in quell’istante Jaina realizzò qualcosa di veramente importante e lasciò cadere la rivista per terra.
<< Che succede? >> disse perplessa Michelle.
<< Ecco… che giorno è oggi? >>.
<< Il 20 Dicembre. Jaina sei veramente scema a non ricordare il giorno dello spettacolo! >>.
<< Sono veramente idiota. Nel vero senso della parola… vaffanculo! >> disse con le mani in faccia. Le prove in quei giorni erano state abbastanza impegnative, tanto da non farle ricordare che quello stesso giorno aveva programmato un concerto per il suo gruppo. Desiderava tanto il potere di sdoppiarsi così riusciva a far contenta se stessa e i ragazzi. Si odiava per non aver fatto attenzione a questo dettaglio. Era sempre stata una tipa precisa e con molta attenzione quando si trattava dei My Chemical Romance, ma adesso che aveva sbagliato si sentiva a pezzi e l’ansia non migliorava quella situazione.
<< Ragazze, sbrigatevi! E’ ora di andare in scena! >> esclamò il coreografo invitando tutte le ragazze ad andare sul palco. Tutte tranne lei.
<< Jaina andiamo! >> disse Michelle con fretta.
<< Ho combinato un casino… non penso di farcela… >>.
<< Che hai? Frank non verrà a vederti? >> domandò sbirciando dietro il lungo tendone rosso che copriva il palcoscenico.
<< Oggi dovevano fare un concerto ed io non ci sono. L’ho completamente dimenticato… >>.
<< Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio.... >> disse tremando << Dovrò farmi qualche controllo alla vista oppure quello che vedo lì in fondo è veramente Gerard Way? >> il suo respiro non era per niente regolare. Jaina andò da lei e quando lo vide, si domandò perché fosse lì. << C’è pure Bob! Mikey, Ray e Frank! >>. Sì, quello era il giorno più bello della sua vita.
<< Perché sono venuti? E il concerto? >> disse la ragazza esterrefatta.
<< Che ti interessa del concerto adesso loro sono qui, sicuramente per vederti! >>.
<< Hai ragione. Facciamo vedere di cosa siamo capaci! >> le ragazze si diedero il cinque soddisfatte e andarono subito sul palcoscenico, mettendosi ai propri posti.

“The French are glad to die for love
They delight in fighting duels
But I prefer a man who lives
And gives expensive jewels…”


Proprio in quel momento che il tendone scomparì e iniziò la musica, i ragazzi capirono subito di che spettacolo si trattasse. Ne ebbero la conferma soprattutto dai vestiti che le ragazze indossavano, abbastanza provocanti. Corsetti rossi stretti e gonne troppo corte nere, alle gambe delle calze a rete e ai piedi dei tacchi vertiginosi. I capelli erano legati e il trucco abbastanza pesate. Tutto come le ballerine del Moulin Rouge.
Jaina invece indossava un corsetto argentato con una minigonna nera a pieghe, calze a righe e per i tacchi, fu obbligata dalle altre ragazze. Voleva indossare le converse ma in questo modo avrebbe rovinato lo spettacolo. Ballerine del Moulin Rouge che ballano con le converse? Il costumista lo reputò abbastanza ridicolo. Pelle bianchissima, labbra rosso fuoco, ombretto azzurro da far risaltare i suoi occhi e capelli legati da fermagli sbrilluccicanti. Ricordava un po’ la Kidman nel film, infatti, aveva il ruolo di prima ballerina. Non a caso in quel momento era seduta su un’altalena.

“…A kiss on the hand may be quite continental
But diamonds are a girl's best friend
A kiss may be grand but it won't pay the rental
On your humble flat, or help you feed your helpless cat
Men grow cold as girls grow old
And we all lose our charms in the end
But square-cut or pear-shaped
These rocks don't lose their shape
Diamonds are a girl's best friend…”


Inutile dire che il nano da giardino aveva predetto bene. Per lui era stupenda, non aveva occhi solo per lei, come Gerard. Quest’ultimo si sentiva come se fosse un fan che alla vista del suo cantante preferito non riesce nemmeno a balbettare, tutto nel suo cervello si era azzerato. Tutto causato dalla sua bellezza. Magari avrebbe preso esempio da lei e in futuro sul palco si sarebbe comportato da diva. La colpa era soprattutto di Jaina che riusciva a essere inconsapevolmente provocante mentre ballava. Rendeva Frank e Gerard completamente pendenti da ogni sua mossa, cercavano di non svenire o andare in iperventilazione. Anche Ray, Bob e Mikey sembravano abbastanza presi da lei, ma non ai livelli di Frank e Gerard. Capitava che nel corso del balletto lei guardasse Frank, che si limitava solo a farle l’occhiolino oppure sorriderle in modo malizioso. I cinque si accorsero quel giorno stesso dell’inconveniente e decisero di annullare il concerto per vedere la loro manager all’opera. Peccato che nascosti in quella folla c’era qualche giornalista che si limitava a fare il suo lavoro…
Alla fine dello spettacolo non poterono mancare gli applausi e scese dal palco, Jaina afferrò Michelle per un braccio e la strascinò con lei.
<< Dove mi stai portando? >>. La ragazza lasciò la presa facendola scontrare col cantante della sua band preferita che la prese subito tra le sue braccia. Michelle non capì e appena alzò lo sguardo e vide Gerard sorridere si allontanò subito con una mano sulla fronte. Che vergogna, non voleva incontrarlo in quelle condizioni e soprattutto vestita in quel modo!
<< Dai My Chemical Romance! >> disse ridendo e la ragazza si limitò solamente ad annuire, non sapeva cosa dire. L’ansia non era scomparsa per niente, anzi adesso sembrava fosse peggiorata.
<< Spero vi sia piaciuto lo spettacolo… >> riuscì solamente a dire quella frase, anche il suo cervello si era completamente azzerato.
<< Dai Michelle non essere tesa! Sono solamente cinque cretini! >> le consigliò con una mano sulla spalla e lei emise una risata nervosa.
<< Ti comporteresti anche tu in questo modo se avessi i Green Day davanti! >> esclamò Gerard difendendo la propria fan, che gli fece un sorrisone.
<< E’ vero, scusa di aver detto la verità! >> disse alzando le mani in segno di arresa. << Comunque, Frank dovrei parlarti… >> continuò facendogli segno di andare dietro le quinte. Lui la seguì e notò subito il suo sguardo preoccupato.
<< Che devi dirmi? >>.
<< Questo… >> andò a prendere il giornale, nella pagina dove parlavano di loro e lo mise davanti al suo volto. Frank lesse l’articolo e alzò un sopracciglio.
<< I giornalisti sono ovunque, sono sicuro che quando abbiamo annullato il concerto ci hanno seguito e alcuni sono qui dentro… >>.
<< Devo confessarti che questa cosa mi mette un po’ i brividi… >>.
<< Perché? >>.
<< Tutti sanno come sono fatti i giornalisti. Adesso che stiamo insieme ci romperanno sempre le palle ed inventeranno cazzate su di noi pur di fare soldi. Non lo so… e come se avessi messo in cattiva luce il gruppo… >>. Lui stanco di quel discorso scosse la testa e si avvicinò per darle un baciò.
<< Non dirlo mai più Jaina. Tu non ci hai messo assolutamente in cattiva luce, anzi! Il disco continua a vendere e in questi giorni abbiamo incontrato tanti fan che adesso ogni volta che dobbiamo uscire ci guardiamo sempre più volte attorno… è vero che hai esagerato con tutte quelle interviste però… dobbiamo solo abituarci. Tu sei una brava manager e non devi aver paura del giudizio dei giornalisti. Non dovresti avere paura del giudizio di nessuno perché sono tutti pieni di pregiudizi, nessuno è normale… >> disse guardandola negli occhi. Quel discorso era riuscito a far resuscitare tutti e tre i neuroni contemporaneamente. La ragazza sorrise e mise le braccia intorno al suo collo abbracciandolo forte.
<< Grazie… sarei seriamente persa senza di te… >> sussurrò accarezzando i suoi capelli. Lui si staccò per un attimo e la squadrò più volte.
<< Vieni a casa mia vestita così e non sono più responsabile delle mie azioni… >> disse prendendola dai fianchi e immaginando pensieri impuri nella sua mente.
Sì, questa volta siete liberi di pensare male.  
<< Dovrebbe essere un complimento? >>.
<< Sono un nano subdolo e pervertito… direi di sì! >>. Inutile dire che vestita in quel modo la faceva impazzire, ma il ragazzo cercava di contenersi. “Chi ha detto che non sei bella, ha detto la cazzata più grande della sua vita…” pensò sorridendole e la ragazza gli toccò le labbra, lasciandogli intendere che era sporco di rossetto. << Beh, non m’interessa. Tutti penseranno che non riesco a resistere alla mia ragazza non curandomi del rossetto… >> e stava appunto per baciarla di nuovo, quando lei lo zittì con un dito sulle labbra.    
<< Senti nano subdolo e pervertito… devo dirti una cosa… >> si avvicinò al suo orecchio e gli mormorò qualcosa. Stavolta non è niente di sporco, non pensate male.



***



Aver rinunciato a un concerto per lei. Jaina non poteva tralasciare questo dettaglio, così decise di fare un regalo ai ragazzi. Qualche giorno dopo riuscì a comprare qualcosa e con una scusa fece radunare tutti a casa di Gerard.
<< Io volevo ringraziarvi. Una cosa del genere deve assolutamente essere premiata, quindi vi ho fatto un regalo! >> esclamò la ragazza con un sorrisone.
<< Non dovevi insomma, ci tenevi tanto… >> disse Gerard trovando interessanti le sue scarpe. Jaina ricevette un messaggio e appena lo lesse non si trattenne e iniziò a saltellare.
<< Uscite fuori! Uscite fuori! >> urlò indicando la porta. I ragazzi ancora perplessi fecero come lei aveva detto e appena videro Frank uscire da un furgone posteggiato davanti casa ancora, non capivano.
<< Tu l’hai preso per noi? >> domandò incredulo Mikey. Il primo che collegò tutto e capì.
<< Ovvio che sì! Avete rinunciato a un concerto per me. Non potevo far finta di niente, ve lo meritate! >> continuò approvando con un ok.
<< Sarà costato tanto… >> notò Bob.
<< Dove hai preso i soldi? >> aggiunse Ray.
<< Lui lo sapeva, vero? >> disse Gerard guardando male Frank.
<< Sì. I soldi, beh… ho venduto la mia casa… >> rispose portandosi una mano dietro la testa.
<< COSAAA??? >>. I fratelli Way sobbalzarono, un’idea del genere non l’aspettavano proprio.
<< Gerard ti sarei riconoscente se non lo dicessi a mia madre. Non preoccupatevi, ho già il posto dove stare, ho fatto il trascolo e tutte le altre cose in questi giorni… >> arrossì quando in quel momento Frank l’abbracciò da dietro. Certe volte non riusciva proprio a contenersi.
<< Con questo potremmo andare in tour per tutta l’America! Ottima pensata… Jaina… >> disse il cantante annuendo non guardandola nemmeno. Sinceramente, non sapeva se fare la spia o tenersi tutto dentro. Mikey gli lanciò uno strano sguardo. Senza dubbio fare il doppio gioco era davvero difficile.

 
 

*Con Revenge hanno avuto un gran successo ma io so che l’album che li ha fatti conoscere a livello mondiale è stato The Black Parade. #sperasiagiusto e poi… dovrei smettere di essere così diabetica.

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Capitolo 23
*** -Cap.23. Tanti auguri a Bela che oggi fa due anni di convivenza nella caverna di Polifemo! ***


Non definiamo quel giorno rose e fiori ma neve, regali e luci colorate. Che vi aspettate? Siamo al 24 Dicembre.
Era giorno e il New Jersey dalle sei di mattina era ricoperto da un manto bianco di neve. Delicati e soffici, uno dopo l’altro, i fiocchi cadevano e si univano così da ricoprire tutti i tetti delle case. Camminando per le strade della città si poteva notare che la neve era ovunque persino sugli alberi dove quel contrasto verde/bianco era fantastico all’occhio umano. Balconi e insegne dei negozi erano decorati con molte luci colorate e Babbi Natale in ogni parte. Quel periodo era molto importante soprattutto per i bambini che pensavano che quest’ultimo di notte portasse i regali e mangiasse latte e biscotti. Diciamo la verità, il Natale è il periodo più bello dell’anno e non mi vergogno nel dire che anch’io da bambina credevo a Babbo Natale. Mi piaceva scrivere ogni volta il 24 Dicembre una letterina e metterla sotto l’albero.
Quando mia madre mi disse la verità a dieci anni fu un trauma.
Jaina ricordava perfettamente come trascorreva il suo compleanno da bambina. I suoi genitori la portavano sulle giostre e riceveva sempre un regalo da Gerard e Mikey. Soprattutto quest’ultimo cercava di farlo sempre più bello e più grande di quello del fratello ma come al solito la bambina preferiva quello del suo migliore amico. Un episodio le venne in mente; lei e i fratelli Way da piccoli fecero una scommessa ovvero chi rimaneva sveglio tutta la notte per vedere Babbo Natale. Il risultato fu pessimo visto che tutti e tre non superarono la mezzanotte e si addormentarono sul divano davanti all’albero. Al mattino si svegliarono demoralizzati e si consolarono scartando tutti i regali. Adesso però la situazione era cambiata poiché poteva trascorrere il suo compleanno e la vigilia di Natale col suo ragazzo. Le faceva un effetto strano ripetersi in testa che aveva un ragazzo e per giunta uno famoso.
Aprì i suoi occhi azzurri e rimase delusa dal fatto che accanto non c’era Frank. Si alzò e scese le scale andando in cucina e notando che era indaffarato con due suoi cani. Stava mettendo dei croccantini in due ciotole e appena si abbassò le due creature iniziarono subito a mangiare, sicuramente erano troppo affamati.
<< Dai da mangiare solamente a loro? >> domandò la ragazza a braccia conserte poggiata sul muro.
<< No, ho pensato agli altri. Guarda che non ho preferenze, io li amo tutti! >> rispose con un sorriso da ebete lavandosi le mani.
<< Tanto ho i miei cani, sono loro il mio vero amore. Visto come sono brava? Ti sto pure citando! >> disse ridendo.
<< Vuoi un premio mocciosa? >>.
<< Oggi me lo devi per forza… >> andò da lui e lo abbracciò da dietro, stringendolo forte e posandogli un delicato bacio sul collo, sopra il tatuaggio dello scorpione.
<< Di questo passo, se continui a provocare non sarò più responsabile delle mie azioni… >> disse prendendo una tovaglia e asciugando le sue mani.
<< Perché sei polifemo, ecco il motivo… >> sussurrò al suo orecchio e lui la guardò confuso, abbastanza perplesso.
<< Polifemo? Non ho un occhio solo… >>.
<< Lascia stare, non potresti capire. >>.
<< Ritieni che sia così deficiente? >>.
<< Certo. Ti ricordo che i tuoi neuroni si contano sulle dita di una mano! >> esclamò con un ghigno beffardo e lui si girò, capendo che era una pessima battuta. Voleva veramente arrabbiarsi ma non lo fece per quel viso tanto tenero che gli impediva di prendersela a ogni suo insulto. Sorrise e con un dito sotto il suo mento la tirò a sé e la baciò.
<< Mi sono innamorato di una stronza… >>.
<< Sei davvero un ineguagliabile romantico, sai? >> sarcastica lo prese per quella cravatta rossa che indossava e lo avvicinò al suo viso.
<< Lo sono. Magari un giorno mi farò pure un tatuaggio… >> pensò con lo sguardo verso l’alto e con le mani ai suoi fianchi.
<< Già, tanto ne hai pochi! Comunque Frank, sai che giorno è oggi, vero? >>.
<< Certo, il 24 Dicembre. Domani è Natale! >> disse sorridendo ma l’espressione della ragazza gli fece capire che non era la risposta che voleva sentirsi dire.
<< Non è difficile far collaborare tutti e cinque i neuroni. Io ti voglio bene e non voglio che proprio oggi decedono! >> disse con uno sguardo quasi disperato. Non poteva credere che lui avesse dimenticato il suo compleanno.
<< Hai ragione. Oggi è un giorno importante! >> esclamò annuendo.
<< E’ vero… che cosa si festeggia oggi? >> domandò lei sorridendo, convinta che avesse capito tutto.
<< Oggi Bela fa due anni da quando l’ho presa al canile! Grazie per avermelo fatto ricordare! Devo assolutamente prenderle un regalo! >> esclamò contento staccandosi da lei e prendendo il giubbotto << Se tu non fossi al mio fianco certe cose non le ricorderei… >> continuò dandole un bacio sulla guancia e dopo uscì da casa.
La povera Jaina era rimasta impassibile quando lui si ricordò dell’anniversario del suo cane e non del suo compleanno. Per quanto le piacessero i cani adesso provava un odio al quanto giustificato. Un fottuto cane era più importante di lei? Frank Iero l’imprevedibile colpisce ancora. Andò verso i cani che in quel momento stavano mangiando e guardò con uno sguardo omicida Bela.
<< Adesso odio te non il tuo padrone! >> urlò e in quel momento suonarono alla porta.
“Quel demente avrà dimenticato ancora le chiavi…” pensò e aprendo si accorse che non era lui, bensì una sua vecchia conoscenza. Giacca di pelle, jeans stretti con ai piedi degli stivali. Mani in tasca e un cappellino rosso in testa che le metteva in risalto il rossetto.
<< Adesso vivi qui? Beh, devi raccontarmi un bel po’ di cose! >> disse Lynz ancora incredula di quello che vedeva. La bocca della ragazza si aprì in un grande sorriso e l’abbracciò subito, quasi non facendola respirare e la fece entrare.
<< Mi sei mancata moltissimo! >>.
<< Anche a me bimba! Tanti auguri! >> e con un sorrisone le mise davanti agli occhi un pacchetto rosso.
<< Smettila ho diciannove anni! Come fai a sapere che è il mio compleanno? >> domandò iniziando a scartarlo.
<< Quando sono tornata dal tour, cioè ieri, volevo vederti e sono passata a casa tua ma il nuovo proprietario mi ha detto che ti eri trasferita. Sono andata a casa di Gerard e lui mi ha detto che adesso abiti qui e che oggi era il tuo compleanno! >>.
<< Almeno qualcuno l’ha ricordato... ma… >> da quel pacchetto la ragazza estrasse due orecchini a forma di stella marina con delle pietre che sbrilluccicavano. << …sono bellissimi, grazie! >> disse abbracciandola.
<< Figurati! A chi ti riferisci con la prima frase? >>.
<< A quell’idiota. Per lui oggi è l’anniversario del suo cane e non della sua ragazza! >> disse nervosa cercando di contenersi. Lynz intanto la guardava con uno strano sorriso, ormai aveva capito tutto. Dimenticate la sua laurea in psicologia?
<< Adesso ti reputi la sua ragazza? Vedo che qui le cose sono andate più veloci della luce! Agli inizi lo odiavi e adesso vivi insieme al nano perfido e pervertito! Ah sì… li ho letti i giornali… >> continuò con uno sguardo malizioso.
<< Mi farebbe tanto piacere se sapessi anche del nuovo album… >> con un sorriso forzato andò in cucina seguita dalla ragazza.
<< Three Cheers for Sweet Revenge! Ovvio che lo so! Quell’album è fantastico, l’ho ascoltato per tutto il viaggio di ritorno, dopo ho rivisto tante volte i servizi fotografici e i video… la sai una cosa? >> domandò con un sorriso ebete stampato in faccia e poggiandosi sul tavolo.
<< Cosa? >>.
<< Che figo Gerard vestito da scolaretto, ahhh… >> continuò con lo sguardo perso nel vuoto ricordando bene il video di I’m not Okay. Quello strano sorriso si era allargato e i suoi occhietti sembrava quasi brillare. Insomma, era poco innamorata di Gerard.
<< Frank invece era altamente stuprabile vestito in quel modo, in questo caso devo fare la volgare… >>.
<< A proposito, visto che siamo in argomento. Avete già… sì, insomma mi hai capito… >>.
<< Veramente no. Se non sei chiara non capisco… >> rispose tranquillamente e la povera Lynz si sbatté una mano sulla fronte. Aveva dimenticato quanto fosse ottusa.
<< Mi riferisco al sesso. Vivete in casa da soli, l’avete fatto? >> domandò con la sua solita curiosità e la faccia di Jaina si dipinse di orrore e sgomento.
<< No! Insomma, dormiamo sempre insieme ma… no! >> negando tutto e scosse continuamente la testa, l’amica alzò un sopracciglio.
<< Vuoi dirmi che è uno di quei ragazzi che a letto ti riempiono solamente di coccole e baci? >>.
<< Sì…>> disse arrossendo timidamente << …io odio i temporali e una notte è rimasto tutto il tempo sveglio per tranquillizzarmi… è troppo dolce… >> la sua voce era diventata infantile come quella di una bambina alla sua prima cotta.  
<< Ho la conferma che ragazzi del genere esistono ancora. Tu invece, perché non vuoi farlo? Sai quante fan vorrebbero essere al tuo posto? >> le ricordò astutamente Lynz.
<< Io mi fido di lui e per adesso non voglio farci robaccia. Magari in futuro quando sarò più grande… >> mormorò l’ultima frase abbassando la testa e l’amica non poteva credere a quello che sentiva.
<< Andiamo, tu hai diciannove anni lui ventidue. Non sei una ragazzina e lui… beh lo sarà mentalmente ma scommetto che è pratico di queste cose… >> disse sghignazzando.
<< Ti ho detto di no e non insistere perché odio le persone insistenti! >> sbottò tutto d’un colpo e Lynz fu costretta ad arrendersi.
<< Te ne pentirai… e quel giorno mi darai ragione! >> disse guardandola accigliata e lei rise.
<< Dai voglio andare a casa di Gerard, vieni pure tu? >> domandò andando in camera sua per cambiarsi.
<< E me lo chiedi anche? Certo che sì! >>.
Il ragionamento di Lynz non faceva una piega, ma come ben sappiamo la nostra Jaina è tarda di ragionamenti. Nonostante adesso avesse diciannove anni non era cambiato niente, rimaneva sempre la solita ragazza ottusa. Di vero c’era che non aveva mai pensato al sesso per quanto Frank fosse figo e provocante, davvero strano. Lui invece più volte l’aveva pensato, in particolare dopo il suo spettacolo ma non si era mosso perché non voleva rovinare tutto. Sul fatto che fosse pervertito si diceva per scherzare, lui non voleva che la ragazza lo pensasse veramente. Il motivo era più o meno quello. Le sue parti basse dicevano tutt’altro però lui si era trattenuto.
Un’altra situazione dove non sapeva cosa fare era quella con Gerard. Il fatto che fosse completamente cotto della sua ragazza lo aveva capito anche prima della registrazione del video di Helena. Discutere sembrava la giusta soluzione, ma non in quel giorno.
Jaina intanto in quel momento si trovava con Lynz dietro la porta dell’abitazione dei fratelli Way e appena bussò le aprì un Mikey sorridente. Non era così “poker face” alla fine, i giornalisti sapevano essere piuttosto cattivi.
<< Jaina, Lynz! Entrate sù! >> disse facendole accomodare. Entrarono e la mora dal cappellino rosso subito si guardò attorno.
<< Dov’è Gerard? >> domandò preoccupata.
<< E’ in camera sua che disegna… o scrive, sinceramente non lo so. Comunque, tanti auguri Jaina! >> disse abbracciandola e come al suo solito si meritò uno spintone.
<< Sarà meglio che vado da lui! >> esclamò la ragazza salendo le scale e Lynz stava per seguirla quando Mikey l’afferrò per un braccio e la fece rimanere con lui.
<< Devi dirmi qualcosa? >>.
<< Sì. Ho lasciato perdere Jaina… per me è stato un duro colpo… adesso mi piaci tu… >> e stava per baciarla quando la ragazza gli diede uno spintone. Non era la sua giornata fortunata, ne aveva ricevuti due!
<< Scusami? Adesso hai una cotta per me? A me non piacciono i nerd occhialuti! >>.
<< Che figa hai anche lo stesso carattere acido di Jaina… >> e sembrava quasi ammaliato dalla sua bellezza che Lynz scosse per un istante la testa. Questo ragazzo era seriamente un caso perso, doveva conoscere più ragazze.
<< Mikey… scordatelo. A me piace un altro! >>.
<< Andiamo, dammi una piccola possibilità! >> disse quasi supplicandola in ginocchio.
<< Ma neanche mezza! >> rispose la ragazza uscendo di casa sconcertata. Mikey deluso da quel rifiuto risalì le scale e decise di affogare il suo dolore nei videogiochi.
Invece Jaina si tratteneva dal ridere per la conversazione che aveva sentito e si trovava in camera di Gerard. Quest’ultimo non credeva di riaverla veramente in camera sua. Era reale stavolta, non era un sogno!
<< Mi piacciono tanto i tuoi disegni! >> esclamò contenta come una bambina che vedeva il suo cartone preferito e lui le sorrise quasi arrossendo.
“A me piaci tu stupida…” pensò sospirando e intanto notò che aveva in mano altri disegni, raffiguranti alcuni supereroi. << Quelli sono orribili, non so nemmeno perché li ho disegnati… >> disse scuotendo la testa ma il suo sorriso diceva tutto il contrario. Quel sorriso lo faceva star bene. Lo considerava la cosa più bella che avesse visto.
<< Non è vero! Non essere così duro con te stesso, sono belli… e poi è il tuo sogno pubblicare un fumetto, giusto? >>.
<< Già. Peccato che non abbia funzionato con The Breakfast Monkey… >>.
<< Quello faceva seriamente pena, te lo dicevo pure io. Tu dovresti… magari esattamente questo! I supereroi vanno sempre di moda! Dovresti riprovare… >>.
<< …e se pure con questo fallisco? >>.
<< Hai sempre i My Chemical Romance e se ti dicessi che il disco continua a vendere ed è arrivato ad una bella cifra di copie vendute avresti un infarto! >> disse ridendo.
<< Perché non me l’hai detto? >> domandò lui confuso e anche un po’ deluso.
<< Non oggi, c’è un altro avvenimento in corso… >>.
<< Lo so bene! >> esclamò sorridendo e prese dal suo armadio un pacchetto rosso con un fiocco giallo e un sacchetto bianco. << Buon compleanno! >> continuò porgendoli e lei rimase veramente colpita. Cacchio due regali, come aveva sempre sognato.
<< Mi hai fatto due regali? >> mormorò lei completamente meravigliata e lui rise.
<< Dai adesso che inizio a guadagnare un po’ di più posso farti due regali per il tuo compleanno! >>. La neo diciannovenne aprì per primo il pacchetto rosso e vide una stupenda collana di conchiglie. Sì, amava le conchiglie. << Questa è per il tuo complea… >> imbarazzato ma lei lo abbracciò d’istinto. Per Gerard fu come essere in paradiso, gli erano mancate molto le sue braccia intorno al suo collo. Lui ricambiò l’abbraccio stringendola più forte e sentendo quel suo profumo che gli piaceva molto, che lo faceva impazzire
“Oh Jaina… quanto mi mancano i tuoi abbracci…” pensò per un attimo chiudendo gli occhi e poggiandosi sulla sua spalla. Quella era la realtà non era un sogno! Fottuta timidezza, fottuta paura di perderla. Adesso lei stava con quel nanetto insopportabile, non poteva più godersi questi momenti diabetici. Iniziava a rimpiangere i vecchi tempi, in particolare quelli da bambini dove facevano finta di essere sposati. Inutile dire che Mikey era sempre costretto a interpretare il ruolo del figlio. Nello stesso momento che si staccò, Gerard si sentì all’inferno. Era sempre stato un trauma staccarsi da lei.
<< Grazie mille Gerard… >> disse sorridendo << …l’altro è quello di Natale, vero? >> domandò e lui annuì. Lo prese e dentro trovò una cosa che voleva da molto tempo, che sclerava per averla da molto tempo. Quasi tremante iniziò a saltellare come un coniglio e si buttò di nuovo al collo del ragazzo.
Gerard sorrise ancora ricambiando soddisfatto. Ecco di nuovo il Paradiso! Essendo il suo migliore amico la conosceva benissimo, sapeva sempre indovinare quello che desiderava. Non la deludeva mai, almeno così lei pensava perora.
<< E’ la maglietta dei Green Day che volevo! Quella verde col Drunk Bunny! La desideravo da un anno! Grazie, grazie, grazie! >> continuò ancora super contenta.
<< E’ una sciocchezza. Non dimenticare che sono anche da parte di Mikey, in questi giorni è troppo occupato con i videogiochi… la cosa mi mette ansia… >>.
<< Beh, tu con i disegni e lui con i videogiochi! Comunque, meglio… non li avrei accettati lo stesso i suoi regali! >> disse mettendo pacchetto e maglietta dentro il sacchetto bianco. Ritornò seria e andò a sedersi sul letto del ragazzo con lo sguardo abbassato.
<< C’è qualcosa che non va? >> domandò con tono preoccupato sedendosi accanto.
<< Frank ha ricordato l’anniversario del suo cane e non il mio compleanno, lo detesto… >> con tono demoralizzato si poggiò alla sua spalla. Quel nanetto odioso l’aveva delusa. Gerard intanto godeva del fatto che aveva detto quelle parole ma allo stesso tempo voleva riempirlo di botte perché lei stava soffrendo. Adesso poteva mettere in azione il suo piano.
<< Davvero? Che brutta cosa! Jaina siamo onesti, lui è un idiota che ti farà soffrire… >>.
<< Secondo te è così? >>.
<< Certamente! Chi non ricorda il compleanno della propria ragazza? Il suo cervello è più piccolo di una noce, non ricorda questi importanti dettagli! >>.
<< Questo lo so ma… come ha potuto? Pensavo fosse diverso… >> domandò quasi piangendo ma si trattenne. Non voleva ritornare a casa col mascara tutto scolato.
<< Lascialo. Lui non merita una persona stupenda come te… >> rispose accarezzandole la testa.
<< E’ così… polifemo! >>.
<< Ecco l’aggettivo giusto. Avevo dimenticato quel termine… >>.
Vi rendo le cose più semplici.
Quello era un aggettivo inventato da Jaina e Gerard e indicava persone con atteggiamenti idioti, incline a essere tanto deficienti. Da bambini lo dicevano a tutti e le altre persone non capivano mai, solamente loro che si scambiavano sguardi d’intesa. Nemmeno il povero Mikey riuscì a capirne il significato per quanto Jaina lo chiamasse in quel modo. Lei e Gerard si divertivano in parte in questo modo oltre che giocare tutto il tempo come tutti gli altri bambini. Frank quindi era il polifemo per eccellenza.
<< Gerard, che dovrei fare? Gli voglio bene però adesso mi ha veramente deluso… >>.
<< Non fare così. Arrabbiati! Vai a casa e lascialo! >> consigliò annuendo e Jaina lo guardò in modo perplesso.
<< Hai ragione. Cacchio, è troppo cretino. Io sono meno importante di un suo cane? >> domandò alzandosi di scatto. << Appena arrivo a casa gli parlerò! >>.
<< Non è il caso di parlare. In questi casi si agisce subito! >> la spronò con dei gesti. Se in questo momento state pensando che sia uno stronzo, avete tutte le ragioni di questo mondo ma cercate di capirlo. Lui la amava e odiava il suo ragazzo e stava facendo di tutto per farli lasciare. Se voi foste nella sua stessa situazione, fareste come lui?
<< Lo farò appena vado a casa… >>.
Gerard sospirò e un sorriso smagliante spuntò sul suo viso. Si sentiva veramente in Paradiso, poteva udire il coro degli angeli. Finalmente lei lo avrebbe lasciato e sarebbe stata ancora tutta sua così un giorno finalmente le avrebbe detto quello che provava da molto tempo. Ovviamente dettagli come alcool e droga dovevano rimanere all’oscuro di tutto e tutti. Di sicuro l’avrebbe fatta pagare a Frank per tutto quel dolore sofferto, magari mettendogli i ragni nella custodia di Pansy.
<< Perfetto! Adesso so che ti rompe un po’ ma mia madre vuole vederti, mi ha telefonato prima che arrivassi… >>.
<< Scherzi? E’ da molto che non vedo tua madre. Mi fa piacere! >> disse sorridendo.
Strano pensare che i suoi fossero in città. Di solito viaggiavano sempre per tutto il mondo per via del loro lavoro ma probabilmente adesso avranno un periodo di ferie, e poi domani sarebbe stato Natale!



**
 
 
 
La giornata passò in questo modo e Jaina si rese conto che il tempo non cambia sempre le persone. Donna era rimasta la solita madre premurosa nei confronti di Gerard e Mikey nonostante l’età e suo padre non rinunciava a pizzicare Gerard su quanto fosse bella Jaina. Lui lo sapeva bene, ma suo padre rendeva tutto più difficile. Lei stava camminando per le strade della città con le mani in tasca e tanti pensieri nella mente. Come aveva potuto dimenticare il suo compleanno? Scherzava sempre sul fatto dei neuroni e che fosse un idiota ma adesso stava iniziando a pensare che era vero. Sperava tanto di passare un bel compleanno in sua compagnia, ma adesso si sentiva ferita. Il peggior compleanno della sua vita. Tutta quell’atmosfera fatta di dolcetti e luci colorate non migliorò la situazione. Doveva parlare con lui, forse avrebbe seguito il consiglio di Gerard. L’ottusa non capiva quanto quest’ultimo odiasse il suo ragazzo, sicuramente se Frank fosse andato al fuoco e Gerard avrebbe avuto in mano dell’acqua, l’avrebbe bevuta. Giusto per reintegrare il liquido più importante della vita.
Arrivò davanti casa e con aria nervosa aprì e sbatté violentemente la porta. Una cosa notò all’improvviso, tutto intorno a lei era buio. Levò il giubbotto e posò all’entrata i regali del suo migliore amico e quando si diresse in salotto notò il camino acceso e un grande albero abbastanza decorato. Si avvicinò a esso e osservò attentamente le palline colorate e anche un biglietto in mezzo all’albero. Lo prese e lo lesse.
“Mi dispiace…”
<< Non te la cavi con un semplice bigliettino e poi dobbiamo parlare! >> esclamò girandosi e lui con le mani dietro la schiena la fissava con uno sguardo davvero dispiaciuto. Sembrava un cucciolo abbandonato il giorno di Natale. Esempio azzeccato. Si avvicinò e le diede un piccolo pacchetto blu con un fiocco argentato. Un sorrisino comparve su quel volto che in ogni caso sembrava sempre farla franca. << E’ per me? >> aggiunse sbalordita prendendo tra le mani e lui annuì, non disse niente. Fece capire tutto dal suo sorriso. Il suo splendido sorriso.
Jaina stava per avere un infarto per quello che vedeva. Non fatevi paranoie, non era un anello di matrimonio. Era qualcosa di ben altro spettacolare, qualcosa di veramente dolce e romantico, nel suo stile.
<< Tuo per sempre? >> disse con voce fioca leggendo la scritta su quel braccialetto argentato. Al diavolo il fatto che avesse sempre desiderato due regali, quel bracciale faceva per due.
<< Volevo farti una sorpresa, non ho veramente dimenticato il tuo compleanno, poi oggi pomeriggio ho preso pure l’albero… mi sono dato da fare! >> rispose con sguardo convincente, come se fosse fiero di sé << Tu sei importante per me… >> aggiunse arrossendo con lo sguardo basso e lei lo ringraziò nella maniera più semplice e bella, un bacio. << …io non sono bravo in queste cose. Ecco io… io… >> le cose peggiorarono quando la ragazza gli mise le braccia al collo, avvicinando di più il suo viso a quei suoi grandi occhi azzurri. Ancora più confusione sembrava esserci dentro la sua mente.
<< Tu cosa? >> mormorò sorridendo.
“Amo i tuoi occhi azzurri…” pensò ammaliato. In quel momento si sentì proprio come Gerard, impotente davanti a quel colore stupendo che ricordava il male.
<< Sto cercando di far collaborare tutti e cinque i neuroni… credo. Io… io ti amo... >> si sentiva veramente come se lo dicesse alla sua prima ragazza. Con Jamia era diverso, tutta la loro storia era diversa. Adesso con Jaina si sentiva veramente innamorato, le stava dando il suo piccolo cuoricino su un piatto da argento aspettando la risposta della ragazza; un bacio appassionato che il nanetto apprezzò molto. Jaina sapeva solamente rispondere in quel modo, il più adatto.
<< Anch’io ti amo… >> sussurrò sistemandogli il ciuffo << … e questo è il miglior compleanno della mia vita… >>.
Già, imprevedibile come sempre ricordate?
<< Ah… wow, fantastico! Tu cosa volevi dirmi? >>.
<< Niente di importante ma… io non ho niente da regalarti! >> si accorse abbassando lo sguardo dalla vergogna e lui sghignazzò. Oh, quando era bella la sua risata.
<< Sei tu il mio regalo. Passare ogni giorno della mia vita con te mi basta, non chiedo altro… >> le mormorò all’orecchio stringendola e baciando quel collo che gli era mancato per tutto il giorno. Jaina se fosse stato un ghiacciolo sicuramente si sarebbe sciolta. Lei aveva la pelle così fredda e quelle labbra erano così dannatamente calde.
<< E per quanto riguarda il sesso? >> domandò con schiettezza e lui la guardo stupito.
<< Che c’entra? >>.
<< Non lo so insomma tu ed io abitiamo soli soletti… tu hai sicuramente pensato a quest’argomento! >> disse ridendo giocando col colletto della sua camicia .
Le sue labbra diventarono strette e tirate verso l’esterno, inclinò la testa e socchiuse leggermente gli occhi per pensare ad una risposta adatta. << Può darsi… >>.
<< E’ solo che… boh. Non ne sento il bisogno adesso, magari più avanti. Spero di non averti ferito… >>. Onestamente c’era rimasto un tantino dispiaciuto, però dopo si rese conto che in un rapporto non c’era solamente quello. Pensò soprattutto che fosse stato bravo a non agire d’impulso poiché sicuramente l’avrebbe ferita. Ma sì, si poteva aspettare.
<< No posso aspettare. Me lo farai capire tu, va bene? >> domandò con un sorriso spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Va bene… >> risponde con un bacio all’angolo della sua bocca.
Esistono ragazzi così? Ragazzi che rinunciano a una scopata e aspettando fin quando non ti senti pronta. No, non esistono ma lui era l’unica eccezione.
La serata fu veramente uno spasso. I due rimasero svegli fino alla mezzanotte a mangiare dolcetti, bere spumante e guardare film horror. So bene che non siamo ad Halloween ma loro amavano quei film, ricordate? Giocarono pure con le carte ma la fortuna era tutta dalla parte della ragazza che vinceva sempre. Sembrava il compleanno perfetto.
D’un tratto l’inizio di Jesus of Suburbia che partì dal telefono di Jaina le fece capire che qualcuno la stava chiamando. Prese il telefono e avviò la chiamata.
<< Pronto? >> domandò ritornando in salotto e sedendosi subito sulle gambe di Frank che si trovava sul divano e non rinunciò ad abbracciarla.
<< Ciao tesoro! Come va? >> domandò una voce femminile. La ragazza sobbalzò ed ebbe un colpo al cuore. Il nano la guardava con uno sguardo confuso, non capendo il motivo di quella reazione.
<< Ciao mamma… tutto bene, tu? >>.
<< Benissimo. Potevi dirmi che hai un ragazzo, no? >>.
<< Di cosa stai parlando? Hai sentito Gerard in questi giorni? >>.
Quel nome fece sbuffare il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.
<< No, anzi salutamelo! Ho letto i giornali… stai con un certo Frank Iero, giusto? >> il suo tono non sembrava per nulla contento. La ragazza capì subito che a sua madre non piaceva per niente Frank. Non le piacevano i ragazzi con tatuaggi e piercing, li considerava dei ragazzacci che ti portano su una cattiva strada, ma niente era vero. Lui non era così, sua madre non lo conosceva.
<< Sì. Mamma so bene quello che stai pensando e non ho provato a drogarmi da quando sto con lui! >>.
<< Voglio vederlo. Portamelo a casa per Capodanno, pure tuo padre vuole conoscerlo… >>.
<< Stiamo insieme solamente da tre mesi. Non sembri sia un po’ poco? >>.
<< Affatto, anche se durasse un giorno voglio conoscere con chi si frequenta mia figlia! >>.
<< Va bene mamma, sarai accontentata! >> chiuse sbuffando e gettò il telefono dall’altra parte del divano. Quelle braccia conserte e lo sguardo accigliato davano al ragazzo un’aria tenera nonostante Jaina fosse veramente infuriata. Per lui sembrava quasi una bambina offesa perché non le avevano dato nessun regalo il giorno di Natale. << Mia madre non capisce, è odiosa! >>.
<< Potresti spiegarmi adesso? >>.
<< Sa che sto con te e vuole conoscerti, però non le piacciono i tipi pieni di tatuaggi, piercing e… sì, credo che nemmeno i capelli le piaceranno… >>.
<< Non dirmi che è una di quelle che pensa che tipi del genere sono brutte persone e delinquenti con cattive intenzioni… >> disse chiaramente offeso.
<< Sì ma io le farò capire che si sbaglia e che sei un ragazzo fantastico… >> gli accarezzò il volto con la mano sinistra guardandolo dolcemente, notò addirittura che era diventato rosso. Jaina lo reputava ancora più carino e adorabile.
Lui sorrise e le posò un tenero bacio sulle labbra. << Ti amo, sei proprio la persona giusta per me… >>.


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Capitolo 24
*** -Cap.24. Mai giudicare un libro dalla copertina. ***


Quanti fottuti pregiudizi ha la gente? Tanti e forse troppi. Sono fastidiosissimi e tutti lo sappiamo insomma, l’apparenza inganna. Sfortunatamente la madre di Jaina non la vedeva in questo modo. Mentalità antica, penserete voi e, in effetti, era così.
Jaina era figlia unica e sua madre l’aveva cresciuta in un ambiente dove tipi di aspetto come Frank erano giudicati in cattivo modo. Suonerà strano se vi dicessi che dalla parte di sua madre, nonni, zii e cugini erano state tutte persone conosciute nell’ambiente aristocratico? Una cosa che risale all’ottocento addirittura. A quei tempi venivano rispettate certe tradizioni, le buone maniere erano all’ordine del giorno. Buone maniere che sua madre le impartì già da piccola giacché era troppo esuberante. Rispetto per le persone più grandi, avere un determinato atteggiamento a tavola, camminare in un modo elegante, usare un linguaggio non volgare. Se queste regole venivano trasgredite, erano guai. Tutte queste caratteristiche non si addicono a Jaina, vero? Lo penso anch’io ed è irrilevante se vi dicessi che Gerard e Mikey la prendevano sempre in giro quando si comportava in quel modo anche a casa loro.
<< Andiamo Jaina! Quando mangi con noi, non è necessario che metti il tovagliolo aperto sulle gambe! >> disse Gerard trattenendo una risata, ricordò lei.
Ballare, fu quella la sua unica ambizione da piccola ma sua madre non la pensava come lei. Quando la bambina le disse che da grande voleva fare la ballerina sua madre le rise in faccia, dopo quattro urlate che le fece. Per quanto riguarda Gerard, le ispirava tenerezza e simpatia. Non lo considerava un ragazzo come tutti gli altri, era l’amico ideale per Jaina quindi adesso avete chiaro perché lei non avesse problemi a mandare sua figlia a casa sua. Una madre odiosa e insopportabile, penserete voi. Effettivamente Jaina non l’aveva mai sopportata e non è strano che a diciotto anni preparò le valigie e andò via da casa. Doveva rifarsi una vita e mandare al diavolo le buone maniere. Chi le usa più nel ventunesimo secolo? Quale madre il giorno del tuo compleanno ti chiede del ragazzo con tono antipatico e non ti dice i classici auguri o buon natale? Suo padre invece, era un uomo ambiguo. Non si capiva mai quello che pensava veramente e appoggiava sempre sua madre in tutto. Jaina sapeva che quel giorno sarebbe stato infernale ma non era spaventata essendo in sua compagnia.
<< Hey, cos’è quella faccia? >> domandò Frank con uno sguardo preoccupato.
<< Niente. Ricordavo solamente il motivo ben preciso per cui me ne sono andata da quella casa. Non so nemmeno perché lo stiamo facendo… >> rispose con lo sguardo fuori dal finestrino dell’auto.
<< Non dire queste cose. E’ così terribile rivedere i tuoi? >>.
<< Sì. Mia madre la detesto, non ho mai sopportato i suoi modi e le sue convinzioni… >>.
<< Cioè? >>.
<< Tutte cose che riguardano le buone maniere e il rispetto. Ho dovuto fare persino dei corsi obbligata da lei, a casa dovevo sempre comportami come mi avevano insegnato altrimenti, erano guai. >>.
<< Almeno i tuoi stanno ancora insieme… >> disse con amarezza.
<< Che vuoi dire? >>.
<< I miei sono separati. All’inizio fu veramente uno shock, non me lo sarei mai aspettato ma alla fine è tutta questione di abitudine. Non fraintendermi, tengo molto a entrambi. Mia madre è eccezionale, pensa che svolgeva ben due lavori quando ero piccolo per comprarmi da mangiare. Mio padre invece era continuamente in viaggio con la sua band, per quel motivo si lasciarono… >>.
<< Oh. Mi dispiace, non lo sapevo… >>.
<< Ti farò conoscere mia madre un giorno! >> disse con un sorrisone. Era convinto che le sarebbe piaciuta subito Jaina, sua madre era un po’ come lui.
<< Mmmh, non vedo l’ora! Comunque, oggi sarebbero tre mesi… >> rispose sorridendo imbambolata al suo bracciale che indossava sempre. La cosa più dolce, con la frase più dolce, che lei abbia mai ricevuto.
Tuo per sempre.
Il 31 dicembre non era solamente capodanno ma anche il loro anniversario. La ragazza in quel momento iniziò a ricordare quella serata di Halloween passata insieme, parecchio diabetica. Lei era vestita da ammazza vampiri e lui da Dracula, ricordate? Se vi dicessi che nel telefilm Buffy stava con due vampiri questa la considerate una coincidenza giusto? In fondo lei lo sapeva bene che quelli erano i tre mesi più belli di tutta la sua vita. Svegliarsi sempre tra le sue braccia con il suo dolce profumo, assaporare continuamente le sue labbra, prenderlo in giro tutto il tempo, stare nottate svegli a sclerare sui film horror, vederlo suonare ad ogni concerto. Le piaceva quella vita, ed era certa che lui sarebbe stato con lei.
Beh, così credeva lei.
<< …tre mesi che sto con questo polifemo da cinque neuroni! >> continuò ironica posandogli una carezza sulla guancia col dorso della mano. Lui sorrise e le fece l’occhiolino.
<< All’inizio non ti sopportavo. Eri molto odiosa… >>.
<< Tu invece non eri certamente mister simpatia. Quella volta che mi hai tinto i capelli poi… >> disse sdegnata e lui ridacchiò.
<< Sai, eri stupenda anche in quel modo. Lo pensai quando ti vidi la mattina seguente. >>.
<< Questa non è una valida scusa! Io invece rimpiango molto quei ragni, dovevo metterteli nella maglietta o nei pantaloni… >> con un ghigno malefico gli lanciò un’occhiataccia e poté notare che lui in viso era sbiancato. << Dai Frank, stavo scherzando… >>.
Lui tirò un sospiro di sollievo. Sicuramente lei conosceva i suoi punti deboli e sapeva sfruttarli molto bene.
<< …forse. >> concluse sussurrando con una vocina malefica. Ormai lui aveva capito il suo giochetto, aveva i brividi ma allo stesso tempo si tratteneva dal ridere.
<< Quando fai così, ti amo ancora di più. >> disse con un’espressione tenera, come quella di un cagnolino. Il paragone era azzeccato.
<< Vedremo se mi amerai ancora dopo aver conosciuto i miei… >>.
I suoi genitori stavano dall’altra parte della città, arrivati lì posteggiarono e il nanetto poté notare che non era una casa come tutte le altre. Era grande, una villa. Famiglia dall’ambiente aristocratico, ricordate?
<< …ti amerei anche se i tuoi genitori custodissero Frankenstein in cantina! >> e avvicinandosi le diede un bacio sulla guancia. Lei capì quello che intendeva e mise le braccia conserte.
<< Frank, non lo guardo di nuovo quel film con te. L’abbiamo visto tre volte! >> disse facendo l’antipatica e lui curvò all’ingiù le labbra.
<< Peccato, comunque c’ho provato… >>.
Jaina sospirò lentamente e dopo essersi preparata mentalmente, bussò. Aprì una donna alta dai lunghi capelli lisci neri raccolti da una coda e gli occhi verdi. Da com’era vestita, si capiva perfettamente che era una cameriera.
<< Ciao Anne! >> esclamò la ragazza.
<< Salve signorina Prodmoure! Spero stiate bene e auguri, scusate il ritardo! >>. Anne era la cameriera fidata della famiglia, l’unica che quelle poche volte che la ragazza da bambina non poteva uscire giocava con le bambole insieme con lei. Cercò anche di fermarla anche quella volta che abbandonò casa, non col successo da lei sperato.
<< Figurati. Lui è Frank, il mio ragazzo… >> disse timidamente.
<< Jaina, come devo comportarmi qui? >> mormorò lui confuso.
<< Rivolgiti sempre con la forma di cortesia e poi… sorridi e annuisci… >>. Il ragazzo prese alla lettera il consiglio se non voleva fare figuracce.
<< Salve Anne! >>.
La cameriera lo fissò per un momento e dopo notò il tatuaggio al collo, alle falangi della mano e i piercing. Guardò Jaina perplessa e dopo terrorizzata. Pensò che in fatto di ragazzi i suoi gusti erano totalmente cambiati, da piccola desiderava un ragazza moro con gli occhi azzurri. Odiava i cambiamenti ma lei non conosceva tutto quello che era successo fuori da quella casa.
<< Signorina Prodmoure, per caso vuole che questo ragazzo muoia? Sa bene che la Signora odia quelle cose che porta al naso e alla bocca, per non parlare dei tatuaggi… >>.
<< Sono venuta per questo. Mia madre deve smetterla con questi pregiudizi! Lui non è un cattivo ragazzo! >>.
<< Bene, allora seguitemi. I signori sono nel salone… >> disse conducendoli lì. All’interno la casa era veramente stupenda, arredamento italiano si direbbe. Giunti lì Anne li lasciò augurandogli buona fortuna. Sinceramente per lei Frank sembrava davvero un bravo ragazzo, lo capì soprattutto dal suo sguardo. Peccato che non fosse sua madre, Elizabeth Ward. Quest’ultima era seduta su un costosissimo divano di pelle rossa che sorseggiava un drink. Poteva avere trent’anni ma ne dimostrava senza dubbio di meno. Capelli neri e occhi azzurri come quelli della sua bambina con un acceso rossetto rosso sulle labbra.
<< Salve madre… >> disse lei sperando non nel peggio. Rivolgersi in modo educato a persone più grandi, anche se sono parenti ricordate? Lei posò il suo bicchiere e si alzò per abbracciare la sua bambina. Un abbraccio forzato, perché non la vedeva da molto tempo. Si staccò da lei e dopo averla guardata dal basso verso l’alto, sospirò.
<< Dritta! Devi stare dritta con quella schiena! >> urlò con le mani sulle sue spalle e lei ubbidì subito. Non le erano proprio mancate quella urla. La donna spostò lo sguardo, notando era in compagnia. << Lei dovrebbe essere il Signor. Iero… >> aggiunse porgendogli la mano. In seguito a quella scenata con Jaina, era sottointeso il fatto che Frank fosse diventato parecchio nervoso. Sorrise gentilmente e annuì prendendo anche lui la mano. Sua madre vedendo i piercing e i tatuaggi alle mani non trattenne per niente una smorfia di disgusto. << …dal vivo è ancora più osceno, sai tesoro? >> disse rivolgendosi a sua figlia che mise d’istinto una mano in faccia.
In quel momento venne anche suo padre, Derek Prodmoure. Aveva la stessa età di sua madre, capelli neri e occhi azzurri. Quella famiglia era parecchio conosciuta per quell’ostinata caratteristica. Sembrava triste ma non rinunciò a fare un sorriso al ragazzo e stringergli la mano.
<< C’è qualcosa che non va? >> domandò sua madre.
<< Sam sta male… non vuole mangiare e nemmeno bere… >>.
<< Sam? >> disse stranito Frank.
<< Sì. E’ il cane di famiglia, si chiama Sam ed è femmina… >>. Jaina in quel momento avrebbe tanto voluto morire e magari al suo funerale i ragazzi avrebbe suonato Helena. Cacchio, non potevano avere un gatto? Inutile dire che la bocca di Frank si aprì in un gran sorriso poiché amasse tanto i cani.
<< Posso vederlo? >> domandò d’istinto ed Elizabeth lo guardò malissimo.
“Cazzo Frank, le buone maniere! E’ così difficile per lui far collaborare tutti e cinque i neuroni?”pensò Jaina con una mano in faccia.
<< Come scusi? >>. Solamente adesso capì la brutta figura, ne ebbe la conferma quando guardò Jaina che stava morendo dall’imbarazzo.
<< Ecco… volevo dire. Col suo permesso, potrei vedere Sam? Amo i cani, magari potrei… >>.
<< …no! Può definitivamente levarsi Sam dalla testa, non può vederla un tipo come lei… >> disse col suo classico tono antipatico, dopo si rivolse a Jaina << …tuo cugino si chiama Frank. Sicuramente lui porta meglio il nome di questo tizio qui! >>.
<< Mamma, smettila di comportarti così! >>.
<< Devi darmi del lei, l’hai dimenticato? >>.
Per un attimo Jaina si sentì ancora un’adolescente in crisi con i propri genitori, o meglio, con sua madre. Anne fortunatamente giunse in quel momento avvertendo tutti che il pranzo era pronto. Oh, i piatti di Anne erano buonissimi, senz’altro un ottima cuoca. Il fatto che a tavola nessuno aprì bocca, per Jaina fu un fattore positivo e sicuramente dopo avrebbe ringraziato Frank per non aver risposto male a sua madre. Capiva che si stava trattenendo, lo conosceva bene.
<< Allora Signor. Iero, che lavoro fanno i suoi? >> domandò curioso suo padre.
<< Ecco… sono separati. Mia madre non ha un vero e proprio lavoro ma suona il piano, mio padre invece la batteria. Diciamo che nella mia famiglia sono tutti dei musicisti… >>.
<< Davvero una cosa interessante! Come hai conosciuto nostra figlia? >> continuò tranquillamente ma quella domanda fece affogare il ragazzo con l’acqua che stava bevendo.
<< Tramite… Gerard… >>.
<< Oh! Quanto mi manca quel ragazzo! Jaina avrei preferito se ti fossi fidanzata con lui… >> schiettamente si meritò solamente una brutta occhiata da lei.
<< Mamma ancora con quella storia? Lui è il mio migliore amico, non ci sarà mai niente con lui… >>. Jaina non sapeva quanto avesse reso felice Frank con quelle parole, adesso pensava che lei non potesse tradirlo, lo amava davvero tanto.
<< E’ un ragazzo troppo carino e sistemato, mi piace che finalmente si sia impegnato in qualcos’altro che non fossero fumetti e cartoni. >>.
<< Si riferisce alla band? Sa io sono la manager! >> disse sorridendo. “Quanto mi fa schifo la forma di cortesia con mia madre…” pensò sdegnata.
<< Lo so, so tutto Jaina non c’è bisogno che mi dici niente. >>.
<< Sicuramente saprete tutto dai giornali… >> aggiunse Frank. Si limitava poco a parlare dopo quella figuraccia con Sam.
<< Già, anche del fatto che adesso vivi con questa sottospecie di drogato… >>.
Le persone come Frank per sua madre erano tutte drogate o alcolizzate. Il povero Frank non voleva essere scambiato con Gerard, questa non poteva tenersela.
<< Senta. Lei non mi conosce, non conosce il mio passato. Da piccolo ho subito atti di bullismo fisico e verbale, mi chiamavano Pansy. Non ho mai provato a drogarmi e nemmeno a bene, la prego di non scambiarmi con un’altra persona che sicuramente penso lo fa… però le devo confessare che fumo. Non eccessivamente ma qualche volta una sigaretta mi piace. Solamente perché ho piercing e tatuaggi non vuol dire che sono un cattivo ragazzo, mi arrabbio ma difficilmente arrivo alle mani... solo quando toccano le mie cose… >> disse l’ultima frase guardando Jaina, che arrossì << …amo sua figlia… sul serio. Credo sia una fantastica persona, anche se alle volte è veramente odiosa, adesso capisco da chi ha preso. Se non crede a quello che le ho detto, beh… mi conosca. Passi del tempo con me e vedrà che faccio tutto con amore e passione. Mi riferisco a suonare la chitarra e prendermi cura dei cani perché sua figlia perora, non vuole fare robaccia con me… su questo però si vede che è una ragazza seria, ha fatto veramente un bel lavoro… >>. Quel discorso fece rimanere tutti senza parole, in particolare la madre della ragazza che non sapeva cosa dire. Spiazzata nel vero senso della parola.
Bravo Frank, questo si ottiene quando tutti e cinque i neuroni collaborano.
Una piccola creaturina arrivò in quel momento e Derek si abbassò per prenderla, era Sam. Una piccola yorkshire che non stava molto bene da alcuni giorni.
<< Sam! Almeno io posso tenerla un po’? >> domandò alla madre alzando un sopracciglio e lei annuì. Si alzò e la prese in braccio. Sam era sempre stato un cane curioso e intelligente. Dotato di grande vitalità, brioso, vispo, allegro e di buona compagnia. Amava giocare, uscire e comunque fare sempre qualcosa. Sapeva molto bene come richiamare l’attenzione su di sé e quando vedeva che Jaina era triste si sentiva anche lui allo stesso modo. Era affezionato a tutti i membri della famiglia, soffrì molto quando Jaina lasciò casa e appena lei la strinse tra le braccia iniziò a strusciarsi contro il suo petto, in cerca di coccole. Credereste mai se vi dicessi che alla presenza di Frank non iniziò ad abbaiare? Questa cosa fu reputata abbastanza strana da entrambi i genitori della ragazza. Lui iniziò a farle qualche carezza e dopo Jaina decise di darla nelle sue mani. Sua madre stava per aprire bocca ma lei riuscì a zittirla.
<< A casa tiene sei cani. Sa come comportarsi… >>.
<< Magari ha mangiato qualcosa che le ha fatto male… >> ipotizzò lui da grande intenditore.
<< Stai cercando di dirci che noi sappiamo nutrire il nostro cane? >> domandò suo padre.
<< Mi avete frainteso, forse in giro ha trovato e mangiato qualcosa di nocivo. Posso portarla dal veterinario? >>.
<< Che cos’è tutta questa confidenza? Guarda che non mi piaci per niente! >> esclamò sua madre.
<< L’ho capito e questo mi dispiace ma in queste condizioni Sam non penso avrà ancora molto… >>.
<< Mamma fidati. Lui è la persona adatta per queste cose! >> aggiunse Jaina con molta speranza in volto.
<< Jaina ha ragione Elizabeth. >> disse suo padre e lei lo guardò malissimo, confidava nel suo appoggio.
<< Derek! Credevo la pensassi come me su questo ragazzo! >>.
<< E’ vero ma Sam non gli ha abbaiato… un motivo c’è se non l’ha fatto. Il nostro cane abbaia a tutti gli estranei, sicuramente ha capito quanto Jaina tiene ha lui… >>.
Essendo senza nessun alleato, sua madre fu costretta ad annuire e lasciare che quel ragazzo premuroso portasse Sam da un veterinario. La ragazza in sua assenza fece anche un giro della casa, notando che era tutto esattamente come l’aveva lasciato. Oh quanti ricordi…
Le ore passarono più o meno così. Camera sua adesso la usavano come stanzino, che bella scoperta.
<< Frank è davvero un bravo ragazzo! >> disse Anne a Jaina.
<< Lo credi veramente stavolta? >>.
<< Sì. Mi ha stupito molto il fatto che Sam è rimasta tranquilla. La signora sicuramente sta rivalutando la situazione… >> rispose fiduciosa.
<< Lo spero tanto… >>.
Ritornò nel salone, dove la vide seduta sul divano intenta a leggere un giornale. Le cose dovevano cambiare, lei doveva capire e smetterla con questi stupidi atteggiamenti. Bisognava cambiare di mentalità.
<< Io credo proprio che dobbiamo parlare… >> disse lei inaspettatamente. Jaina sgranò gli occhi e scosse la testa. Si sedette subito accanto a lei, sperando che Anne avesse ragione.
<< Lo penso anch’io. Non voglio essere cortese ma diretta. Che ne pensi di Frank? >>.
<< Lo detesto. Sai esattamente cosa non sopporto di lui e avrei preferito che al suo posto ci fosse Gerard… >> disse chiudendo violentemente il giornale. Era proprio irremovibile, quelle parole fecero crollare tutte le speranze di Jaina come una folata di vento distrugge una torre di carte. << …ma se Sam non gli ha abbaiato, deve avere sicuramente qualcosa di positivo. >> aggiunse sorridendole.
Inaspettato quel gesto, imprevedibile come quel nanetto. Jaina rimase allibita ma dentro molto contenta.
<< Con questo mi stai facendo capire che l’hai rivalutato? >> domandò cercando di contenersi.
<< Ho pensato un po’ a tutto in queste ore. Sembri veramente innamorata di lui, te lo leggo in viso… dopo ho pensato a quello che mi ha detto, mi sono resa conto che è un ragazzo serio e schietto, è una cosa che apprezzo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata quella del sesso. Mi fa veramente piacere che non siete arrivati a quel punto! >> disse fiera di sua figlia che al contrario si sentiva piuttosto imbarazzata. Anche lei non aveva peli sulla lingua, non era tanto diversa da Frank.
<< Gli ho detto che per adesso non voglio fare robaccia e lui non ha obbiettato dicendo che mi avrebbe aspettato. Mamma ammettilo, non è un cattivo ragazzo! >>.
<< Mmmh… questo dettaglio non lo sapevo quindi voglio fidarmi di te… >>.
<< Mi stai dicendo che per te finalmente va bene? >> continuò con un sorriso a trentadue denti.
<< In parte… >> rispose non sbilanciandosi. In realtà Elizabeth cambiò totalmente opinione su di lui con l’episodio di Sam, le piaceva far stare sulle spine la gente e in particolare sua figlia. Dopo ripensando a tutto ne ebbe la piena decisione.
<< E’ sempre qualcosa! >> esclamò non proprio soddisfatta.
<< Che mi dici di Gerard? >> domandò indifferente. Jaina si buttò a peso morto sul divano, esausta per quanto fosse insistente sua madre riguardo a una certa questione. Era totalmente fissata col fatto che i due dovessero stare insieme, lo pensava da quando erano piccoli e giocavano alla famigliola felice.
<< Sta bene, stasera c’è un loro concerto nel locale dove si sono esibiti per la prima volta. Smettila con quel discorso! >>.
<< Sareste una coppietta deliziosa e poi non credo che lui non abbia una piccola cotta per te… >>.
<< Che assurdità vai dicendo! AHAHAHAH… >> rise ma sua madre era seria << …non è possibile, noi siamo solamente amici. >>.
<< Lui sicuramente vorrebbe qualcosa di più. >>.
<< Ammetto che è un bel ragazzo ma a me piace Frank e poi… l’hai rivalutato o sbaglio? >>.
<< Sì, stavo solo esprimendo un mio parere e… >> non finì la frase per il bracciale che vide al polso della figlia. Lo prese e lesse la scritta sorridendo << …davvero… romantico! >>.
<< Lo è tanto, anche se agli inizi le cose erano diverse ma questo è il passato! Oggi facciamo tre mesi e… sto bene con lui. Spero che in futuro le cose non si complichino… >> disse con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Come mai lo pensi? >>.
<< E’ solo… una brutta sensazione. Mi passerà domani, tranquilla! >>.
Jaina odiava avere brutte sensazioni, le causavano paranoie e cattivi pensieri. Pensare ad altro era meglio in questi casi. Proprio in quel momento sentì Anne aprire qualcuno alla porta e appena andò all’ingresso vide Frank con in braccio Sam che non smetteva di leccargli la faccia.
<< Sembra che adesso stia bene! >> esclamò ridacchiando. Si vedeva quanto amasse i cani, portarla dal veterinario per lui era un dovere non tanto un favore.
<< Che cosa aveva? >>.
<< Aveva mangiato delle erbacce ma adesso con quello che le ha dato il veterinario, sta meglio… >> disse poggiandola a terra. Sam corse subito dalla madre della ragazza.
<< Sembra che il giudice alla fine abbia dichiarato la sua sentenza. >>
<< Quale giudice? >> domandò confuso.
<< Mia madre... >>.
<< …tua madre è un giudice? >> domandò nuovamente perplesso. Jaina sospirò e passò una mano in faccia.
<< I tuoi neuroni hanno collaborato insieme per troppo tempo e questo è il risultato! Mia madre, polifemo! >>.
<< Sembra che alla fine non è poi così intelligente… >> spuntò la persona citata in precedenza con in braccio Sam.
<< Ha i suoi momenti. >> lo difese Jaina ridendo.
<< Va bene, stavolta cercherò di sembrare il più moderna possibile. Frank, mi dispiace. Da quello che ho capito e quello che mi ha detto Jaina sei una brava persona e Sam mi da la conferma. Sono sicura che Jaina con te sarà felice, se lo merita… >>. Il ragazzo felice da tutto quello non si trattenne e andò ad abbracciare la donna che si sentì leggermente soffocare. << Adesso puoi allontanarti… >> mormorò. Ecco un altro motivo per cui i cani devono essere amati!
<< Ah sì, giusto. Scusi. Jaina vedi che dobbiamo andare al locale, altrimenti faremo tardi! >>.
<< E’ vero! Noi andiamo, lui ha un concerto da fare con gli altri! >> disse ridendo. Salutarono e uscirono dirigendosi subito alla macchina. Quella giornata era stata parecchio pesante e alla fine sembrava essere diventata molto leggera. Finalmente sua madre aveva capito, questa cosa la rendeva abbastanza felice nonostante avesse ancora quella strana sensazione addosso.
<< Oggi mi sono divertito sai? >> disse lui ancora eccitato.
<< Davvero? Non pensi che mia madre sia una stronza? >>.
<< Ovvio che l’ho pensato. Quando mi ha dato del drogato ma io l’ho zittita subito! >>.
<< Sono fiera del mio nanetto da cinque neuroni! >> disse avvicinandosi e posandogli un bacio sulla guancia. Abbassò lo sguardo sul volante e vide qualcosa che la rese ancora più felice. Alla mano destra teneva un guanto a scheletro, un suo regalo. Questo le ricordò che quando usciva e suonava ai concerti lo teneva sempre. “Quando li indosserò mentre suono, penserò sempre a te…” ricordando quelle parole emise una strana risatina e il ragazzo la guardò perplesso.
<< Adesso che ti prende? >>.
<< Niente. Sei troppo diabetico, tutto qui… >>.
 

 
**
 

 
Quanti ricordi portò quel locale. Suonarono per la prima volta ed erano anche ubriachi. Se non fosse stato che il proprietario insisteva da parecchi giorni, Jaina non li avrebbe fatti esibire di nuovo lì. Inoltre c’era molta gente, molti più fan dei precedenti concerti. Sì, l’album continuava ancora a vendere e il loro successo aumentava. La donna indisposta durante i concerti stava con le guardie della sicurezza a parlare e cazzeggiare un po’ ma quella volta era in compagnia di Lynz. Stavano parlando della giornata in casa Prodmoure.
<< Quindi alla fine tua madre approva Frank? >> domandò sorseggiando il suo drink.
<< Mi ha detto “in parte” ma non le credo. E’ stato parecchio difficile devo ammetterlo… >> rispose con lo sguardo basso.
<< C’è qualcosa che ti turba? >>. Beh dimenticate che Lynz certe cose le capisce subito, essendo laureata in psicologia. Jaina sospirò e decise di sfogarsi. Strano che non lo fece con Gerard, non voleva disturbarlo con le sue ridicole paranoie.
<< Ho una strana sensazione… >>.
<< Ovvero? >>.
<< Riguarda Frank. Ho ancora quella paura… quella di perderlo… >>.
<< Come mai hai questa paura? >>.
<< Non lo so… forse è a causa di tutto questo, il fatto che stanno diventando abbastanza famosi e affermati… >>.
<< Jaina, ascolta. Lui è totalmente preso da te! Lo capisco perché mi rompi le palle tutto il tempo al telefono e di persona con quello che ti dice o fa. Adesso mi hai anche detto che tua madre lo considera un bravo ragazzo. Non devi avere quella paura. >> disse con tono rassicurante. Effettivamente aveva ragione, Jaina non aveva motivo di avere quella paura. Rifletté tanto su quelle parole ma quella brutta sensazione non voleva andarsene. Desiderava solo un po’ di tranquillità. Notò che i ragazzi erano scesi dal palco e andò subito nel camerino dove li trovò discutere.
<< Seriamente Frank, devi smetterla! >> esclamò Bob.
<< Che ho fatto questa volta? >>.
<< E’ la quarta volta che sali sulla mia batteria e ti butti su di me. Finirai per rompermi qualcosa! >>.
<< Devi metterti più lontano, è quello il motivo! >>.
<< Non ha ragione. Mi hai fatto cadere durante l’ultima canzone! >> aggiunse Mikey.
<< Non è colpa mia se mi faccio coinvolgere totalmente dalla musica… >>.
<< Sei idiota la faccenda è diversa! Che motivo c’era di darmi un calcio nelle palle? >> esclamò Gerard.
<< Te lo meritavi… >> disse accigliato.
<< Guarda che adesso stai esagerando! >>.
<< Entrambi lo state facendo! >> esclamò Jaina attirando tutta l’attenzione su di sé. << Bambini, qual è il problema? >> continuò fingendosi una madre preoccupata per i suoi figli che stavano litigando.
<< Il problema è questo che ho davanti! >> lo indicò Gerard.
<< E il mio problema è questo che mi sta indicando! >> risposte con un cattivo sguardo Frank.
<< SMETTETELA! >> urlò stanca di tutti quei litigi. Oltre alle paranoie non voleva pure dei litigi. << Frank cos’hai fatto al viso? >> continuò preoccupata accorgendosi di un taglio vicino all’occhio destro.
<< Niente, mi sono tagliato. Mi capita spesso… >>.
<< Ora sì che posso concordare con Gerard, sei idiota o mangi sassi? Non lo sai che ti fai male? >> lo strattonò fino al divano dove lo fece sedere e prese la cassetta delle medicazioni.
<< Io non posso assistere a questo scempio… >> mormorò il cantante uscendo disgustato, accendendosi una sigaretta.
<< Vedo pochi problemi all’orizzonte. >> disse sarcastico Ray che uscì pure con Mikey e Bob.
<< Guarda quanto sangue! >> esclamò Jaina. Seduta sulle sue gambe era intenta a disinfettare la ferita del ragazzo con pochi neuroni. Sembrava che quando si comportava così essi si azzerassero completamente. << Ti prego Frank sii più prudente quando suoni. Non capisci che ti fai solamente del male? >>.
<< Mocciosa è il mio modo di suonare, non lo cambio per niente e nessuno. >>.
<< Va bene allora quando suoni starò tutto il tempo con l’ansia… >>. Lui la prese leggermente per il collo e le posò un bacio sulle labbra, come se volesse farle capire di stare tranquilla.
<< Oh, avevo dimenticato quanto fossi brava con le medicazioni… >> sussurrò con un mezzo sorriso e una mano sulle sue gambe.
<< La situazione era più o meno questa. >> rispose ridendo e lui si avvicinò di più fissandola con quegli occhi cangianti che tanto le piacevano, che tanto la facevano impazzire.
<< Se ti bacio, scapperai stavolta? >> domandò quasi con sfida.
<< Non posso scappare da qualcosa che amo… >> concluse baciandolo. Quel bacio passionale che tanto le era mancato, che le toglieva il fiato. Quel bacio che stranamente sapeva di menta. << Pe-perché sai di menta? >>.
<< Avevo fumato una sigaretta e pensavo che ti avesse dato fastidio così ho mangiato una caramelle alla men… >> zittito da un suo bacio, ancora. A prescindere da quello a lei piaceva molto la menta quindi tutto coincideva. Se lui continuasse ad avere quel sapore in bocca, difficilmente si sarebbe staccata. 
<< Non andartene mai dalla mia vita. Resta sempre con me… >>.
 

Dopo tutto questo diabete posso buttarmi da un ponte. #ironiaportamivia

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Capitolo 25
*** -Cap.25. Mia figlia si chiamerà Bandit. ***


Vederli insieme gli provocava il vomito e non solo.
Era molto peggio di un film horror, quelli almeno gli piacevano. Tutti quegli atteggiamenti diabetici davanti a lui lo facevano sentire uno schifo. Prendere in giro pesantemente Frank sembrava un vero sollievo ma quando lo vedeva con la ragazza che amava voleva solo ucciderlo. Già, altri pensieri omicidi. Perforargli la testa con una bella spada e vedere entusiasta tutto quel sangue che scorreva come un fiume, dopo passare allo stomaco e saltargli di sopra come se fosse in un tappeto elastico. I resti li avrebbe bruciati e dopo gettati in mare. Insomma, Gerard voleva bene a Frank.
<< Qual è l’arma? >> domandò Mikey con uno sguardo molto curioso. Era seduto accanto a lui sul furgone, si stavano dirigendo in un parco dove si sarebbero esibiti. Le condizioni atmosferiche stavano dalla loro parte, non avrebbe piovuto quella sera.
<< A cosa ti riferisci? >> rispose il fratello non degnandogli uno sguardo.
<< L’arma con la quale stai uccidendo il nano da giardino nella tua mente. >>. La poker face riusciva sempre a spiazzare il fratello ma come biasimarlo, lo conosceva meglio delle sue tasche e inoltre era suo complice.
<< Una spada… ieri non avevo niente da fare e ho rivisto *Blood-C. Ogni mostro che moriva in un lago di sangue volevo che fosse lui… tutto quel sangue… >> disse con uno sguardo da serial killer. Stava perdendo le staffe.
<< Ah sì, lo conosco! Comunque devi insistere di più col nostro piano! >>.
<< Lo sto già facendo ma devo dirti che quell’idiota ha capito tutto. Non è poi così stupido… >>.
<< Non ha prove! Potrà parlare quanto vuole ma non ha prove per incastrarti. Un tuo vantaggio è anche Jaina, che è molto ottusa! >>.
<< Vantaggio? Non l’ho mai considerato un vantaggio… >>.
<< Ti tratta sicuramente meglio di me. Questo lo considero un vantaggio. >>.
<< Forse dovrei cambiare strategia… >> ipotizzò annuendo. Magari cambiare approccio era la soluzione migliore, tutto consisteva nel saper giocare bene le proprie carte. Non poteva perdere contro quell’odioso nanetto, sarebbe stato peggio di un ago conficcato nel braccio. Non lo avrebbe mai perdonato a se stesso, adesso che ricordava, Mikey aveva ragione. Era come se stesse giocando a un videogioco on-line e un altro giocatore era contro di lui per la stessa cosa. Arrivati lì i ragazzi si stupirono da quello che ebbero davanti ai loro occhi, qualcosa di fantastico. Molti, moltissimi fan li stavano aspettando davanti al palco. Giovani e adulti uniti dalla stessa passione, i My Chemical Romance. << Jaina, quanto ha venduto Revenge? >>.
<< Non riesci a dedurlo con i tuoi occhi? >> rispose divertita.
<< Andiamo! Sono io che ho scritto i testi e il resto, devo sapere quanto ha venduto di preciso! >> insistette come un bambino.
<< Ha venduto molto e continua a vendere. Non so il numero di preciso… >> disse abbassando la testa.
<< Che razza di manager saresti? >> sbottò alzando la voce. Non era per niente un buon periodo per lui, si sentiva sotto pressione e non solo per la faccenda di Frank. Questa storia della rockstar, front man di un gruppo che diventava sempre più famoso e cercato da tutti lo rendeva nervoso. Tutto quell’impatto nei suoi confronti lo rendeva nervoso. Jaina si spaventò ed emise un gemito simile all’inizio di un pianto ma lui l’abbracciò subito. Che avesse architettato tutto prima? Potrebbe essere visto che la conosce benissimo.
 << Scusa, mi dispiace. Non volevo essere cattivo con te, scusa… mi dispiace… >> le sussurrò all’orecchio. Qui invece non mentiva. Preferiva cento torture piuttosto che essere arrabbiato con lei ed effettivamente non era mai successo. Lui aveva sempre sopportato il suo brutto carattere di ragazzina isterica, scontrosa e viziata. Tutto perché l’amava. Lei sorrise e si liberò da quell’abbraccio “soffocante”.
<< Tranquillo, non è successo niente. Qui la cretina sono io! >> disse ridendo, lui scosse la testa.
<< Non è vero, non dire queste cose. Io mi sono arrabbiato con te e… mi dispiace ancora, non odiarmi… >>.
<< Come potrei odiarti? Io ti voglio bene! >> disse con un sorriso che poteva illuminare un’intera città. Lui dinanzi a esso rimase impotente, era il suo accessorio migliore. Al diavolo collane, bracciali e anelli che lei riteneva importanti. Lo faceva star bene solamente sorridendo, ricordate? Abbassò lo sguardo, tremava. Aveva proprio voglia di baciarla, sentire che sapore avevano le sue labbra. Guardarla negli occhi e rimanere incantato da essi, abbracciarla e farle capire quanto l’amava. Voleva che fosse la sua ragazza. Gerard, smettila! Non siamo in un sogno, questa è la vita vera. Una vita difficile da affrontare.
<< Indossi la collana che ti ho regalato… e anche la maglietta dei Green Day… >> mormorò sorridendo. Adorava quando indossava i suoi regali, si sentiva veramente importante per lei. Dentro si gasava tanto, ma non lo faceva notare.
<< Io amo i tuoi regali! >> continuò con un tenero sorriso e lui arrossì << Oh! Non l’ho fatto vedere a te! Guarda, guarda, guarda che mi ha regalato Frank! >> tutta eccitata mostrò il polso al ragazzo che appena vide il bracciale, sembrò che il mondo gli crollasse addosso. Quel regalo era più importante del suo? Sciocchezze! Se fosse stato veramente così non avrebbe indossato quello che le regalò, però quel “tuo per sempre” gli infondeva parecchia depressione. Dentro provava un miscuglio di rabbia e delusione, fuori mostrò un falso sorriso.
<< Davvero… bello… >> si limitò a dire con la fottuta tremarella alla gamba sinistra. Non lo sopportava, per niente.
<< Hai finito? >> intervenne Frank guardandolo male. Lui non rispose nemmeno, si diresse subito nel camerino.
<< Non immaginavo tutti questi fan! >> esclamò sorpreso Bob.
<< Di chi è il merito? >> domandò spostando i suoi capelli con vanto, come una snob altezzosa. Si sentì abbracciare da dietro e il respiro di qualcuno sul suo collo. Quel dannato respiro che amava sentire di notte, che la faceva sentire protetta.
<< E’ solamente tuo. Grazie mocciosa… >> le mormorò Frank ad un orecchio.
<< Anche se hai esagerato all’inizio! >> protestò Mikey.
<< Lo facevo per il vostro bene, però ammetto che hai ragione… scusate. >>.
<< Guarda quanto sono impazienti! >> disse Bob ancora meravigliato.
<< Non dobbiamo farli aspettare! >> aggiunse Ray prendendo la sua chitarra e Jaina lo fermò.
<< Prima devo fare una cosa! >>.
<< Che cosa dovresti fare? >> domandò il nanetto da giardino. Jaina con uno strano sorrisetto prese qualcosa dalla sua tracolla. Un sacchetto di carta con dentro dei vestiti, o meglio, delle camicie e cravatte.
<< Tu prendi questa! >> disse dando a Ray una camicia nera e una cravatta rossa. << Tu invece questa! >> continuò dando a Frank una camicia bianca e una cravatta rossa << Le altre nere le indosseranno Bob, Mikey e Gerard… >> concluse soddisfatta di quello che aveva fatto. Sfortunatamente gli altri non capivano, la guardavano in modo confuso.
<< Perché ci hai dato queste camicie? >> domandò l’amante degli unicorni.
<< E’ il nuovo stile della band. La vedo più o meno in nero e rosso! >> rispose con le braccia al petto. << Tu, vieni con me… >> prese il ragazzo dai pochi neuroni per la maglietta e lo portò in camerino, chiudendolo a chiave. No, stavolta non vi lascio pensare male, anche se le circostanze fraintendono tutto.
<< Che birbantella che sei! Avanti, dimmi la verità. Sei pronta per quella cosa e vuoi farlo nel camerino. Mi dispiace deluderti ma adesso dovrei suonare, dopo magari… >>.
<< …magari un corno Frank! >> disse in modo freddo << Indossa la camicia e la cravatta, dopo voglio provare una cosa. Voglio vedere se quello che ho in mente ti sta bene… >> continuò poggiandosi al muro. Lui fece spallucce e levò la maglietta rimanendo per qualche minuto senza niente addosso. Stava sbottonando in modo lento tutti quei bottoni, sicuramente per quei cinque neuroni era un lavoro complicato. Jaina non rimase impassibile ed in quel momento ebbe un déjà-vu, aveva già vissuto quella scena. Qualche mese fa in camera sua. Il nanetto per essere piccolo aveva un bel fisico, solamente adesso la ragazza ne ebbe la piena consapevolezza, anche i tatuaggi erano un vantaggio. Lui in quel momento girò la testa con un sorriso malizioso.
“Oh… sta indossando quel guanto…” pensò sorridendo. Lo indossava sempre quando si esibiva, ricordate?
<< Ammettilo che stai sbavando sui miei tatuaggi… >> disse divertito sbottonando l’ultimo bottone. Jaina scosse per un attimo la testa e sospirò. Troppa figaggine in quel momento le aveva mandato in tilt il cervello. 
<< L’hai fatto a posta a sbottonare lentamente la camicia, vero? >>.
<< Mi diverte pensare che la mia ragazza mi sbavi dietro. Per il video di I’m not okay volevi saltarmi di sopra, vero? >> continuò sorridendo come un ebete e Jaina si avvicinò per dargli uno scappellotto.
<< Ti credi veramente così figo? Stiamo diventando un tantino narcisisti… >> rispose con tono antipatico.
<< Sai bene che scherzo… >> indossò la camicia e iniziò ad annodarsi la cravatta << …prima non mi reputavo un bel ragazzo, forse non lo sono nemmeno adesso… >>.
Jaina rimase allibita davanti a quelle parole. I suoi cinque neuroni erano in un complicato conflitto e sembravano non riappacificarsi e collaborare. Un altro scappellotto.
<< Vestito da scolaretto ispiri tanti pensieri impuri, sei contento adesso? >>. Lui finì di aggiustarsi la cravatta, era stato veloce sapeva farlo benissimo. Sorrise ancora maliziosamente e si avvicinò.
<< Lo sapevo… >> sussurrò.
<< Non dirmi che l’hai detto di proposito… >> disse perplessa e ne ebbe la conferma dal suo classico sorriso ebete. << Sei veramente un nano subdolo e malefico… >>.
<< E’ nella mia indole comunque ho finito, che cosa dovresti fare adesso? >> domandò sedendosi davanti allo specchio. Quel piccolo camerino era provvisto solo di quello e una sedia. Lei estrasse dalla tasca una matita nera e si sedette sulle sue gambe, accavallandole << Le cose si fanno interessanti… >> ridacchiò posandole un bacio sul collo. Ecco, altri brividi.
<< Smettila pervertito. Stai fermo e chiudi gli occhi… >>.
<< Oh! Si fanno veramente interessanti! >>. Inutile dire che pensava malissimo, ma le intenzioni di Jaina erano altre. Lentamente passò quella matita sui suoi occhi, disegnando delle X . Vederlo in quello stato era divertente, sghignazzò per un po’ e lui quando la sentì, mostrò un mezzo sorriso. Appena finì, gli passò delicatamente un dito sulle labbra per poi baciarlo. Quel bacio semplice diventò presto il cosiddetto “bacio alla francese”, per causa sua ovviamente. Quel sapore di mente non stava sicuramente dalla sua parte, lei non si sarebbe staccata da lui facilmente.
<< Ahia! >> esclamò il nanetto portando indietro la testa con una mano sulla bocca << Mocciosa mi hai fatto male! >> si girò allo specchio vedendo se dal suo labbro inferiore usciva sangue. Sì, gli aveva morso il piercing ma quella era una vendetta.
<< Tu hai iniziato il gioco ed io volevo solo proseguirlo bene… >> disse con aria innocente poggiandosi sulla sua spalla.
<< Mi stavi staccando il labbro inferiore. Sei troppo violenta, sai? >>.
<< Ha parlato il vampiro! Comunque sappi che questo è il nuovo stile della band, rosso e nero. Siccome dai spettacolo sul palco ho pensato che dovevi distinguerti dagli altri! >> spiegò sorridendo << Avevo visto giusto, stai bene con questo stile! >>.
<< Potevo farmele benissimo da solo, ma è lo stesso... >> lei stava per alzarsi quando lui protestò rumorosamente << …rimani con me, ti prego. >>. Quegli occhi cangianti erano talmente dolci che Jaina fu tentata di rimanere ancora tra le sue braccia.
<< Dovrei andare dagli altri… >>.
<< Alcune volte vorrei solo che dessi attenzioni solamente a me… >> sussurrò abbracciandola stretta.
<< E’ per caso geloso Sig. Iero? >>.
<< Da morire… >> mormorò baciandola possessivamente sul collo. Ha parlato il vampiro, ricordate? Lei riuscì da alzarsi solo dopo un po’ insomma, non potevano continuare. Tra poco dovevano esibirsi!
<< Continuiamo un’altra volta, adesso devi suonare! >> e stava per uscire quando lui l’afferrò per il braccio.
<< Guarda che quando saremo a casa voglio di più! >> protestò come un bambino che non aveva ricevuto abbastanza caramelle. Lei rise e lo prese dalla cravatta avvicinando il suo viso.
<< Tranquillo, non rimarrai deluso… >> mormorò con un sguardo da seduttrice. Lui invece sospirò e si domandava ancora perché cacchio si stava trattenendo. Con quello sguardo l’avrebbe tranquillamente sbattuta in quel camerino. Si leccò le labbra e ammiccò un sorriso.
<< Sarei io che provoco adesso? >>.
<< In questo stato vinci tu. Sarai in grado di far morire tutte le fan! >> ridendo lo spinse ed uscì prendendo subito la sua tracolla e andando nel camerino del suo migliore amico. Lui appena la vide rimase spaventato da una cosa che lo fece deprimere ancora di più.
<< Jaina la tua bocca… >> disse toccandosi la sua e la ragazza andò subito davanti allo specchio vedendo che il suo rossetto era tutto sbavato.
<< Quando ho il rossetto e mi bacia lo sbava tutto con quella fottuta lingua! Lo fa a posta! >> rispose pulendosi con un fazzoletto di carta.
“Quanto vorrei essere al posto di quell’idiota…” pensò triste il ragazzo accanto a lei. << Perché hai con te la tracolla? >>.
<< Metti queste! >> esclamò porgendogli una camicia nera e una cravatta rossa.
<< Perché? >> rispose prendendole.
<< E’ il nuovo stile della band. Nero e rosso! >>.
<< Sei proprio una genia ma… >> per un attimo la guardò confuso. << …devo cambiarmi adesso giusto? >>.
<< Ovvio polifemo! Tra poco salite sul palco, andiamo sbrigati! >> disse con aria di superiorità. Risulterebbe assurdo se vi dicessi che si vergognava a spogliarsi davanti a lei? D'altronde era la tizia che gli piaceva, non poteva fare questa figuraccia. << Gee non dirmi che ti vergogni a cambiarti in mia presenza… >>.
<< Eh!? Ma che… ec-ecco… >> iniziò a balbettare e tremare toccandosi in continuazione i capelli. Lei rise e risolse tuto girandosi. << …magari ora va meglio… >>.
<< E’ assurdo. Ti ho visto persino in costume e ti vergogni adesso? >> continuò ridendo.
<< Si cambia crescendo… >> si limitò a dire levando la sua felpa rossa e indossando quella camicia. Non aveva tutta quella vergogna da piccolo, adesso le cose erano diverse. Era più innamorato, col tempo questa cotta era durata, peggiorata. << … pensavo di fare un altro video, sai? >>.
<< Di quale canzone? >>.
<< The Ghost of you. Ho una bella idea in mente… >>.
<< Per adesso no. Il prossimo mese si vede. >>.
<< E se io volessi farlo in questo periodo? >> disse con tono di sfida annodando la cravatta.
<< Gerard, io sono la manager ed io so quello che è più giusto! >> rispose girandosi di scatto e guardandolo male, con le braccia al petto. Si avvicinò ed estrasse dalla sua tracolla una giacca nera. << Metti pure questa! >>.
<< Hai pensato proprio a tutto… >> ridendo la prese e la indossò. Lei lo fece sedere subito sulla sedia con uno strano sorriso in volto. << …e adesso cosa ti frulla in mente? >>.
Dalla sua tracolla prese dello scotch di carta, un ombretto nero e della cipria. Tre cose veramente insolite penserete voi, ma per lei quello che aveva in mente era una cosa assolutamente strafiga. La creatività faceva parte della sua vita, la fantasia molto di più invece. Prese la cipria e iniziò a passarla su quella pelle tanto chiara, peggio di un albino. Lui intanto la guardava, oltre disegnare e leggere fumetti era il suo passatempo preferito. Era una frivolezza quello che stava facendo ma lui la riteneva lo stesso stupenda. “Perché non puoi essere mia? Devi essere mia!” pensò guardando altrove, non appena i suoi occhi verdi si scontrarono con quelli azzurri.
<< Non dovevi lasciarti con Frank? >>.
<< Hai visto il bracciale, no? Come potevo lasciarlo dopo una cosa del genere!? >>.
<< Che cosa trovi in lui di tanto bello? E’ un idiota! Crede che il G8 sia una coordinata della battaglia navale! >>.
<< Sul fatto che sia un idiota, lo prendo continuamente in giro. Ha cinque neuroni, a volte non funzionano bene… >> disse prendendo due strisce di carta e ne mise una sopra gli occhi e l’altra sotto. << Chiudi gli occhi. >> e quando lei iniziò a passargli sopra l’ombretto nero, li chiuse di scatto. Dopo averne messo un bel po’, delicatamente levò le strisce e il ragazzo si ritrovò con una linea nera sugli occhi. Si guardò stupito allo specchio.
<< Sei davvero formidabile, sai? >>.
<< Non ho fatto niente di speciale. A Frank ho fatto le X invece… >>.
<< Ah… >> disse lui deluso << …dimentica quello che ho detto… >>.
<< Quando vuole sa essere tanto dolce e diabetico! >> rispose con una vocina tenera da bambina di cinque anni.
<< Ti farà soffrire. Pensa continuamente al sesso, per questo Jamia l’ha lasciato! >>.
<< Io so che lei l’ha lasciato perché lo riteneva un idiota… >>.
<< Un idiota che pensa sempre al sesso! Jaina… >> disse davanti a lei con le mani sulle sue spalle << …io ti conosco, so che sei una brava ragazza e sicuramente gli hai detto di no. E’ vero? >>.
<< Sì perché non ho voglia di fare robaccia al momento. >>.
<< Lui che cosa ti ha detto? >>.
<< Che mi avrebbe aspettato fin quando mi sentivo pronta! >>.
<< Ti ha mentito! Sicuramente è rimasto deluso e adesso quando meno te l’aspetti, mentre dormi………… mi hai capito bene. >> continuò annuendo a tutto quello che diceva. Quante cazzate aveva sparato, solamente lui poteva saperlo ma ricordate, era un suo dovere. Lei doveva lasciare Frank.
<< Ma… >> la sua espressione si tramutò in orrore e disgusto << …lui non lo farebbe mai! Non l’ha mai fatto! >>.
<< Chi ti dice che non inizierà oggi? Stasera visto che abitate insieme… >>.
Jaina lo allontanò e guardò l’orologio. << E’ meglio che andate sul palco, i fan stanno aspettando da molto tempo… >>.
<< Guarda che non sto mentendo. Lo conosco troppo bene e dovresti fidarti di me che sono il tuo migliore amico… >> uscì soddisfatto di aver detto tutte quelle cose. Che forse stava diventando troppo subdolo?
No.
Alla fine era disposto a tutto pur di far separare quella coppia, poteva usare anche i metodi più atroci ma quei due dovevano lasciarsi.
Il concerto fu uno dei migliore che finora avevano fatto. I fan erano incredibili, elettrizzati da quelle canzoni che tanto amavano. Jaina per tutto il tempo era rimasta con i ragazzoni della sicurezza, intenta a giocare una partita a carte e pensando un po’ a quella conversazione con Gerard. Lui non si era mai sbagliato in quello che diceva, ma le cose possono cambiare e poi nessuno è perfetto. Inutile dire che quel ragionamento fece spaventare la ragazza, dei dubbi le vennero in mente. Si era sempre addormentata tra le sue braccia, chi poteva dirle che non ci avesse provato anche in quei momenti? Si diede subito uno schiaffo sulla fronte. Lei doveva avere fiducia in lui e non avere questi pensieri. Lui era un bravo ragazzo non uno sporco maniaco, però quel dubbio rimaneva e quella brutta sensazione non migliorava per niente la situazione.
Solamente il fatto che vinse cinque partite di seguito le migliorò la serata.
 
 
 
***
 
 
 
Finito il concerto sentì qualcuno che le toccò la spalla, si girò e vide Michelle. Indossava una loro maglietta e aveva le braccia tutte scritte con alcuni testi delle loro canzoni.
<< Dovevo aspettarmi di trovarti qui! >> esclamò Jaina ridendo.
<< E’ stato fantastico! Mi piace tanto il nuovo stile! >> disse ancora gasata.
<< Davvero? >>.
<< Sì! Gerard mi ha anche riconosciuto e più volte mentre cantava mi guardava! Il miglior concerto della mia vita! >> continuò saltellando, peggio di un canguro.
<< Sono contenta per te, anch’io farei così se andassi a un concerto dei Green Day… >>.
<< Ti augurò di provare le mie stesse sensazioni! Che hai fatto visto che non hai assistito al concerto? >>.
<< Ho giocato a carte con i tipi della sicurezza… e ho pure vinto! Dimmi una cosa Michelle. Per caso Frank ha fatto ancora il cretino? >>.
<< Che cosa intendi? >>.
<< Conosci il suo modo di suonare… si è buttato a terra e come al solito ha scopato il pavimento? >> disse sarcastica e lei rise.
<< No, stavolta no. Mi è sembrato molto strano infatti, era tranquillo oggi… >>.
<< Meglio, non mi andava proprio di curargli le ferite. >> continuò in modo freddo. Michelle inclinò la testa e la guardò confusa.
<< E’ successo qualcosa? >>.
 << Niente di particolare. Adesso è meglio che vado, mi ha fatto piacere rivederti! >> con un abbraccio e un sorriso la salutò e ritornò nel furgone insieme ai ragazzi quando lì dentro trovarono una persona, una bambina.
Poteva avere cinque anni, minuta dalla pelle chiara e i capelli lisci neri con due grandi occhi verdi. Indossava una loro maglietta della sua piccola misura e appena vide Gerard corse subito da lui.
<< Papà! Papà! >> urlò lei aggrappandosi alla sua gamba, reagirono tutti meravigliati davanti a quella scena.
<< Vi giuro che non ho messo incinta nessuna tizia! >> disse sotto shock pure lui.
<< Papà! Papà! Papà! >> continuò con quella sua tenera vocina e quegli occhi dolci lo costrinsero a prenderla in braccio. Frank, che amava tanto i bambini, si avvicinò a lei con una smorfia e la bambina emise un gemito di paura e abbracciò subito il collo di Gerard. << Papà ho paura! >> disse lei quasi per piangere. In quell’esatto momento il cantante si sentì abbastanza felice visto che finalmente una bambina preferiva lui a Frank. Sorrise e le accarezzò la testa.
<< Tranquilla bella bambina. Non ti lascerò prendere dall’uomo nero… >> le mormorò all’orecchio.
<< Non ha senso! Tu con quella striscia nera dovresti fari più paura di me! >> sbottò guardandolo accigliato.
<< I bambini, caro Frank, sanno sempre riconoscere il male. Bella bambina, come ti chiami? >> domandò con un sorriso.
<< Bandit ! >> rispose guardandolo negli occhi e toccandoli, sporcando le sue manine di nero.
<< Oh, che bel nome! Sappiate che se mai avrò una figlia la chiamerò così, siete tutti testimoni! >> disse felice di quello che era appena successo.
<< Perché non hai visto il nostro concerto? >> domandò Frank deluso alla sua ragazza.
<< Ero troppo occupata a giocare a carte con i ragazzi della sicurezza, un passatempo migliore… >> rispose in modo freddo e distaccato. Lui alzò un sopracciglio.
<< Stai bene? >>.
<< La mia temperatura è sicuramente sui 36°, non ho febbre e nemmeno giramenti di testa o altre malattie. Sì, sto bene… >>. “Sempre se innamorarsi di un idiota, è una malattia…” pensò poggiandosi al muro. Adesso era arrabbiata con lui, con quel polifemo che riusciva sempre a confonderla e provocargli pensieri e paranoie.  
<< Che cazzo le hai detto? >> domandò volgarmente a Gerard. Sicuramente dietro quel comportamento doveva esserci lui.
<< Perché ti stai rivolgendo a me? >> rispose indifferente.
<< Perché ho capito il tuo piano e sei veramente uno stronzo! >>.
<< Non credo proprio che i tuoi cinque neuroni siano in grado di capire, per questo scarichi la colpa sugli altri e poi modera i termini, ci sono minorenni qui! >>.
<< Come ha fatto ad entrare io ancora non so spiegarmelo… >> disse Jaina. Tutti tranne lei guardarono Mikey con uno sguardo accusatore, visto che era stato l’ultimo ad uscire dal furgone.
<< Potrei aver dimenticato di chiudere la porta… >> parlò non distogliendo lo sguardo dal gioco della sua PSP.
<< Fantastico! >> sarcastico Bob diede uno scappellotto all’amante degli unicorni, responsabile di quello che era appena successo << Il concerto è finito, cosa dovremmo farne di questa bambina? >>.
<< E’ assurdo. Come fai poi a dimenticarti una bambina al concerto? >> aggiunse Ray ancora perplesso.
<< Ragazzi tranquilli, la terrò io! >> disse il cantante con un sorrisone. Ormai si era affezionato.
<< Gerard non è tua figlia! >> ribatté Mikey sconvolto. Non voleva avere marmocchi in casa che lo disturbavano mentre giocava ai videogiochi.
<< Mikey, adesso potrai condividere la tua passione per gli unicorni… >> e a quella parola la bambina sussultò. Avevano nominato la cosa che amava di più in assoluto.
<< Unicorni! Amo gli unicorni! >> urlò sorridendo.
<< Questa bambina diventerà la mascotte del gruppo… >> disse Mikey prendendola subito in braccio e provando a imitare delle smorfie per farla ridere.
<< I suoi genitori saranno molto preoccupati! Dobbiamo chiedere in giro di chi è figlia! >> propose Jaina e si meritò due occhiatacce da parte dei fratelli Way.
<< Per stanotte starà da noi, domani si vedrà! >> rispose Gerard riprendendosela in braccio. Conosceva quella bambina da pochi minuti e già non voleva separarsi da lei. Voleva tenerla per sempre. Se avrà una figlia la chiamerà Bandit, sicuramente.
 


*Blood-C è un anime di dodici episodi horror-splatter che ho visto ed è troppo nwoeghdosubgfouweg. Ci sono molte scene di sangue e ho pensato che magari il nostro Gerard immedesimava quei mostri uccisi violentemente in Frank. #chesonobrava

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Capitolo 26
*** -Cap.26. Se in un rapporto non c’è fiducia, la storia non durerà mai. ***


I bambini riescono sempre a migliorare tutto.
Era come se avessero una sorte di potere che annullava i cattivi pensieri e rimetteva gioia e serenità. Tutti amano i bambini sicuramente per questo motivo. Gerard prima di quel giorno non aveva mai desiderato dei figli, una famiglia. Quelle cose non facevano per lui, non si sentiva bravo ma Bandit aveva stravolto ogni sua convinzione. La sera precedente si era addormentata tra le sue braccia e il ragazzo era stato così gentile da concederle il letto e dormire sul divano.
Quella mattina si svegliò e il primo pensiero fu lei, quella dolce bambina. Andò subito in camera sua e notò che dormiva ancora come un angioletto. Quelle ciocche nere le cadevano delicatamente sul viso, coprendole un occhio. Il ragazzo sorrise e le posò una carezza sulla guancia e quando la bambina avvertì quel contatto, con le sue piccole manine afferrò un suo dito. Lui in quel momento si sentì bene, veramente bene. Tante emozioni ebbe all’improvviso, ma adesso vi spiego.
Jaina era contemporaneamente sia la sua felicità sia il suo dolore, ma molto di più quest’ultimo. Frank peggiorava la situazione e anche il fatto che adesso fosse famoso. Ora, con lei provava qualcosa di nuovo: gioia, apprensione, felicità, contentezza, beatitudine, si sentiva appagato e realizzato. Sembrava che lei fosse quel pezzo mancante che cercava disperatamente da sempre. Tutti cerchiamo qualcosa che completi o rafforzi la nostra felicità e lui sembrava averla trovata. Su una bambina, penserete voi? Beh, come si dice sono le piccole cose che ti rendono felice.
<< Gerard… >> mormorò Mikey accanto alla sua porta << …si è svegliata? >>.
<< No… >> rispose lui invitandolo ad entrare << … dorme come un angelo, guarda! >>.
L’amante degli unicorni si avvicinò, aggiustandole le coperte. << Se non lasciavo il furgone aperto, questo non sarebbe successo… >>.
<< Tranquillo. Io mi sento benissimo… dopo tanto tempo. >>
<< Adoro Bandit ma non può rimanere per sempre con noi… >>.
Quella frase risultò scorretta per il cantante, che lo guardò malissimo come se avesse toccato il suo fumetto preferito. << Il tuo umorismo è davvero scarso Mikey… >>.
<< Non sei suo padre. Sicuramente ti avrà confuso con quello vero, dovremmo cercarlo… >> disse saggiamente. Sembrava fosse l’unica cosa buona che avesse detto a Gerard dopo quel cattivo consiglio di entrare in competizione con Frank. I fratelli si appoggiano sempre, e lui voleva essergli di aiuto rinunciando persino a Jaina. Chi l’avrebbe mai detto? All’inizio sbavava per lei e adesso aiutava il fratello a conquistarla. Lui era convinto della stessa cosa, non poteva perdere contro quell’odioso nanetto. In quello stesso istante la bambina si svegliò, stropicciandosi gli occhi con le sue piccole manine.
<< Giorno Bandit! >> esclamò sorridente Gerard, posandole una carezza sul viso. Lei farfugliò qualcosa e scese dal letto.
<< Papà, ho fame… >> rispose toccandosi la pancia.
<< Non riesco a credere che ti chiami con quel suffisso! >> disse l’occhialuto indignato. Nemmeno lui riusciva a vedere Gerard padre, ma non sapeva che in futuro le cose sarebbero cambiate, in positivo ovviamente. Tutto sarebbe cambiato, ma questo di cui vi sto accennano non capiterà adesso, tra molti anni quando sarà tutto colorato.
<< E’ veramente strano ma devo confessare che mi piace… >> prese Bandit in braccio e la baciò in fronte << …ti piacciono i biscotti? >> domandò e lei annuì con quel tenero sorriso che la rendeva ancora più adorabile. << Bene! Il latte credo proprio che lo prendi, faremo una bella colazione! >>. Già, era proprio gasato all’idea che quella bambina lo chiamava “papà”.  Mikey lo seguì non dicendo niente, agendo da bravo spettatore.
Se Gerard avesse saputo quello che stava facendo Jaina in quel momento, sicuramente non avrebbe agito bene. La ragazza tramite il loro sito ufficiale aveva scritto che una bambina era stata ritrovata nel loro furgone e chiedeva chi fosse il padre, lasciando il suo numero di telefono. Si trovava nel salone, aveva dormito sul divano. Scelta veramente difficile per lei, fu orribile non addormentarsi accanto a Frank e non svegliarsi sentendo il suo dolce profumo, il suo bel sorriso e quegli occhi strani che la fissavano divertiti. Alla fine per Jaina, Frank aveva degli occhi strani… stupendi, ma strani. Stavolta si era svegliata da sola con Bela che la fissava, ormai quel cane sembrava essere affezionato a lei. Sentì dei passi scendere le scale e capì che il nanetto si era svegliato.
<< Sai quanto è stato orribile svegliarmi senza di te vicino? >> borbottò triste appoggiandosi alla porta. Portava un pigiama tremendamente ridicolo, ma a lui piaceva. Uno rosso con disegnati dei cani. D’altronde era perfetto per lui. Poteva esistere una persona che risultava bella in quello stato semi sveglio e con i capelli tutti disordinati? Solamente Frank Iero.
<< Te l’ho detto ieri. Volevo provare come si dorme sul divano, era un esperimento! >> rispose indifferente.
<< Gerard ti ha detto qualcosa? >> domandò sedendosi accanto a lei.
<< Ti sei svegliato da poco e i tuoi neuroni stanno ancora dormendo. Spiegami adesso che c’entra! >>.
<< Penso che lui essendo tuo migliore amico ti abbia detto qualcosa… di male su di me. >>.
<< Oppure potrebbe essere che non voglio dormire con uno che pensa solamente al sesso… >> disse con le braccia al petto.
Se in questo momento state pensando che Jaina è solamente una stupida che si lascia influenzare, non avete tutti i torti ma cercate di capirla. Un’ottusa come lei non capisce l’odio di Gerard nei confronti di Frank, crede solamente che il suo migliore amico le dice sempre la verità e basta. Una mentalità piuttosto infantile e stupida per avere diciannove anni ma credetemi, in futuro le cose cambieranno. Vi accenno spesso di questo “futuro” perché credo che esso dia sempre una possibilità di cambiare.
Gerard ne sarà la dimostrazione.
Frank, per quanto stupido possa sembrare, capì immediatamente quello che la ragazza gli disse e reagì incredulo. Pensava che avessero affrontato quell’argomento e allora perché lo tira fuori così? Aveva paura oppure non aveva fiducia in lui? La fiducia era fondamentale in un rapporto e se traballava le cose si complicavano parecchio. Lui stesso non sopportava chi non aveva fiducia in lui, chi non gli credeva.
<< Spiegati meglio… >>.
<< Certa gente mi ha detto che pensi solamente al sesso… >> disse riprendendo a scrivere al computer. Odiava le discussioni, non sapeva gestirle per questo motivo non lo guardava in faccia.
<< Con certa gente, ti riferisci a Gerard? >> rispose andando al punto centrale del problema.
<< Perché mai dovrei riferirmi a lui? >>.
<< Perché mi odia, è logico! >>.
Jaina iniziò a ridere. La trovava una scusa ridicola il fatto che lui lo odiasse. << Divertente. Gerard non ti odia il suo forse è stress da celebrità… >>.
<< Non mi ha mai sopportato, nemmeno agli inizi. Il vero motivo per cui sono nella band ancora mi è sconosciuto… >> ricordò lui facendo mente locale.
<< E’ un tipo complicato, non dovresti curartene troppo. >>.
<< Aspetta. Lo stai difendendo? >> domandò perplesso e arrabbiato.
<< Ti sto solo dicendo com’è realmente… >>.
<< Ti fidi di più di lui che di me?! >> continuò sconvolto.
<< Questa non è questione di fiducia! >> sbottò chiudendo il portatile.
<< Sì che è questione di fiducia! Credi veramente che io faccia qualcosa che tu non vuoi? Per caso pensi che ti abbia stuprata mentre dormivi? >> sbottò anche lui alzandosi. Adesso sì che era molto arrabbiato. Jaina sospirò e guardò il pavimento per qualche secondo.
<< Chi può dirlo? Tu non di certo… >>.
Disprezzo. Fu quello il primo sentimento provato da Frank. Solamente del disprezzo.
<< Non pensavo potessi cadere così in basso. Tutto per difendere quell’emo alcolizzato che definisci migliore amico! >> disse nervoso salendo al piano di sopra. In quel momento anche lui lo odiava e non riusciva a comprendere come Jaina potesse essere così stupida. Doveva fumare, una, due o tre sigarette. Doveva fumare e basta.
Jaina invece si tirò subito uno scappellotto, buttando la testa sul divano. Aveva litigato tantissime volte con Frank ma questa volta era diverso. Sentiva che c’era in ballo tutto, soprattutto la loro relazione. Oppure era lui che si comportava in quel modo perché era vero? Noi tutti sappiamo che non è così, tranne Jaina. Prese il telefono e compose subito un messaggio per una persona, l’unica che riusciva sempre a darle una soluzione a tutti i suoi problemi.
Si trovava a casa sua, perfetto. La ragazza fortunatamente era già vestita, così prese il giubbotto e uscì. Preferì camminare un po’ a piedi.
Ritengo che le persone che cercano di influenzarti con le loro idee siano stupide. Ognuno ha un proprio cervello e ognuno la pensa in modo diverso. Lei invece non lo capiva, se qualcuno le avesse detto: “Credo agli UFO! Ieri ne ho visto uno!” ci avrebbe creduto subito. E’ un esempio stupido lo so, ma l’ho detto per farvi capire meglio la nostra protagonista. Una persona a diciannove anni dovrebbe essere più responsabile e pensare con la propria testa, lei invece si lasciava influenzare da tutto quello che le dicevano. Lei credeva molto in Gerard, era stato l’unico suo vero amico, ricordate? Mi dispiace deludervi ma quella sua brutta sensazione non l’aveva lasciata con questo litigio anzi, si faceva sempre più forte. Che cosa potrebbe essere? Arrivata lì, bussò e quella persona si chiedeva cosa avesse combinato ancora. Per lei Jaina combinava solo dei pasticci.
<< Entra e spiegami il messaggio… >> disse Lynz con un sopracciglio alzato e la ragazza entrò.
<< La vita è uno schifo… >>.
<< Ah! >> esclamò andando in cucina seguita da lei << Che cosa intendi con schifo? >>.
<< Ho litigato con Frank e… mi sento strana. Probabilmente perché ho perso l’abitudine di litigarci… >> spiegò dispiaciuta.
<< Qualche mese fa non avresti detto così visto che sembravate cane e gatto. Perché avete litigato? >> domandò l’amica sedendosi vicino a lei, accavallando le gambe. Quando Jaina andava da lei per dei consigli, si sentiva veramente una psicologa.
<< La colpa è mia… solamente mia. Si è arrabbiato perché pensa che non abbia ho fiducia in lui… >>.
<< Potresti spiegarmi meglio la situazione? >>.
<< Gerard mi ha detto che Frank è un tipo fissato col sesso. Lui non mi ha mai detto cavolate e quindi… diciamo che gli credo… >>.
<< Avevo sospettato che c’entrasse lui in ogni caso. Dimmi un po’… Frank si è mai comportato da maniaco con te? >>. Lynz è sempre diretta, ricordate?
<< Ecco… non proprio. Dormo sempre con lui ma chi mi dice che mentre dormivo non ha fatto il maniaco? >>.
<< Io credo invece che sei veramente stupida. Lui non farebbe mai queste cose, è un bravo ragazzo! Me lo dici sempre… >>.
<< Gerard non mi mentirebbe mai… >> disse convinta di quello che pensava. Lynz sospirò, ormai lei aveva capito tutto da qualche tempo.
<< Secondo me lui ti ha detto una cosa del genere perché è geloso di Frank, tu gli piaci… e anche molto se vogliamo considerare pure certi testi… >> rispose con un’espressione dispiaciuta. Voleva tanto essere lei l’ispirazione per le canzoni di Gerard, ma in futuro pure questo cambierà. Va bene, mi rendo conto che vi ho rotto con questa storia ma sul serio, dovete credermi che poi le cose cambieranno!
<< Lynz… >> la ragazza la guardò per un attimo e scoppiò a ridere. Quella era seriamente la cosa più assurda che le avessero mai detto. << …non pensavo fossi così divertente! >>.
<< Jaina è la verità. Devi credere a Frank, Gerard si sta mettendo in mezzo perché vuole farvi lasciare! Perfino un bambino lo capirebbe! >> sbottò per l’ottusità dell’amica. Vi prego, dopo questa scena dovete scolpirle una statua d’oro o un qualcosa di riconoscimento perché finalmente qualcuno le aveva fatto notare la verità. Jaina sfortunatamente non la prese per niente sul serio, per lei era impossibile e basta.
<< Lynz, smettila di dirmi queste fesserie. A Gerard piace un’altra, me l’ha detto lui stesso… >> disse sorridendo.
<< Ah… davvero? >> domandò perplessa. Quella frase aveva sconvolto tutte le sue ipotesi ma alla fine doveva essere per forza una menzogna. << Sicuramente te l’ha detto perché non ha il coraggio di dichiararsi e tu! Stupida! Cerca di aprire gli occhi! >> continuò con uno scappellotto.
<< Lynz… mi confondi ancora di più! >> le urlò e dopo uscì da casa sua. La psicologa era soddisfatta di quello che aveva detto insomma, non poteva continuare così. Doveva imparare a essere più perspicace cavolo!
Jaina non la pensava in quel modo. Confusione, ancora altri stupidi pensieri. Non aveva risolto niente, tutto sembrava ancora essere peggiorato. Era come se un mare mosso fosse peggiorato con il vento e la pioggia, una burrasca c’era nella sua mente. Tutto questo però fu interrotto dall’arrivo di una persona davanti a lei che la fermò.
<< Signorina, mi scusi. Lei è la manager dei My Chemical Romance? >> domandò un ragazzo, poteva avere circa vent’anni e qualcosa.
 << Gerard? Che ci fai qui? >> rispose guardandolo incredula.
<< Ci risiamo… >> mormorò passandosi una mano tra i capelli << … signorina, io non sono Gerard Way. Mi scambiano tutti per lui, l’altro giorno addirittura mi sono ritrovano inseguito da alcuni giornalisti! >> continuò ancora sotto shock. Jaina fece un passo indietro e lo guardò attentamente. La somiglianza era incredibile, chiunque l’avrebbe scambiato per il cantante dei My Chemical Romance.
<< Poteva anche chiamarmi. Ho lasciato il mio numero sul sito ufficiale… >>.
<< L’ho fatto ma sicuramente l’ha spento e poi mi ricordo benissimo di lei ieri al concerto quindi non ho avuto difficoltà se l’avessi incontrata per strada! >>.
<< Capisco, comunque sua figlia è ha casa del vero Gerard. Sarà meglio avviarsi… >>.
<< Sono d’accordo! >>.
Vi dirò che camminare con lui le dava una strana sensazione. Era il primo sosia di Gerard che incontrava, di sicuro doveva esistere anche quello di Frank. Magari più intelligente e con pochi cani. Rompere il ghiaccio in queste occasioni non è da Jaina, così lo fece lui.
<< Io sono Rick comunque! >> disse sorridendo. Jaina lo fissò, era come parlare col vero Gerard.
<< Io… Jaina. Sicuramente mi conoscerai… >>.
<< Sì. Sei la ragazza di Frank Iero, giusto? >> domanda davvero inaspettata che la spiazzò completamente.
<< I giornali… sì ma oggi abbiamo litigato! >> esclamò con una risata nervosa.
<< Come mai? Mi sembrate una bella coppia… >> sembrò quasi dispiaciuto. Era veramente assurda quella frase detta dal sosia di Gerard, quello vero voleva farli separare e se avesse saputo della conversazione a casa di Frank, sicuramente avrebbe aperto lo Champagne.
<< Lo credi veramente? >>.
<< Sì! Sembri molto simpatica e tranquilla. Dicendo questo non ci sto provando, ho ventisette anni e sono sposato con una figlia! >>.
<< Hai fatto bene a mettere le cose in chiaro. Sono rari ragazzi fedeli come te! >> disse ricordando quello stronzo di Jake.
<< Se ami veramente una persona, le resti sempre fedele. Io l’ho sempre vista in questo modo… >>.
<< Bisogna avere fiducia nella persona che si ama, no? >>.
<< Anche! Se in un rapporto non c’è fiducia, la storia non durerà mai. E’ fondamentale in due persone che si vogliono bene. Riguarda anche l’amicizia, non soltanto l’amore… >>. Seriamente quel discorso poteva sembrare la soluzione se Rick non avesse aggiunto anche il fattore “amicizia”. La burrasca si faceva sempre più forte. Arrivati lì Jaina bussò e appena Mikey aprì scrutò subito attentamente il ragazzo vicino a lei.
<< Gerard… pensavo fossi al piano di sopra cinque minuti fa… >> disse spaventato.
<< Mikey lui non è Gerard, è solamente un suo sosia! E’ il padre di Bandit! >> esclamò sorridendo. L’occhialuto si stropicciò gli occhi e riprese a guardarlo indignato, anche lui era rimasto sconvolto dalla grande somiglianza.
<< Adesso si spiega tutto… >> rispose facendolo salire al piano di sopra. Lo portò in camera di Gerard dove stata disegnando con la bambina. Una cosa che sembrava accomunarli molto. Quest’ultimo le stava insegnando come colorare con degli acquarelli, sembrava si stesse divertendo. Bandit appena vide suo padre saltò giù dalla sedia col disegno in mano e corse da lui che la prese in braccio.
<< Ma che… >> il ragazzo si girò e appena vide il suo sosia, anche lui rimase stranito. Chi non rimarrebbe in quello stato incontrando un proprio sosia << …ecco perché Bandit mi ha scambiato per suo padre. E’ uguale a me! >>.
<< E’ come… guardarsi allo specchio?! >> disse Rick ridendo. << Comunque io volevo veramente ringraziarvi per esservi presi cura di lei. Non mi capacito ancora come l’ho persa… >>.
<< …sarà stata sicuramente la confusione! >> rispose Gerard.
<< Mi ha fatto piacere che non l’abbia presa qualche maniaco, ma l’altro me! >>. Jaina a quella parola abbassò gli occhi. Quella parola per cui aveva litigato con Frank.
<< Figurati, tua figlia è davvero adorabile… >> disse Gerard con un falso sorriso. Adesso era arrivato il momento di separarsi da lei. La salutò con bacetto sulla mano e Mikey condusse Rick al piano di sotto. << E’ strano pensare che un mio sosia è con quella bambina. E’ come se io fossi con lei… >> continuò toccandosi il mento con un’espressione pensierosa. Quell’esperienza gli aveva fatto rivalutare l’ipotesi di avere dei figli in futuro. Quella giornata è stata veramente la migliore che aveva mai passato; disegnare, guardare cartoni e giocare lo avevano divertito molto. Sicuramente non l’avrebbe dimenticata. Dopo spostò lo sguardo e vide Jaina poggiata sul muro con lo sguardo verso il pavimento, quello sguardo che aveva da quando Rick disse “maniaco”. << C’è qualcosa che non va? >>.
<< Sai, prima se litigavo con quell’idiota non mi interessava… era meglio così. Adesso le cose sono cambiate. Lo dicevo che i cambiamenti fanno schifo! >> e lentamente scivolò fino a sedersi per terra con la testa tra le gambe.
<< Scommetto che è tutta colpa sua. E’ sempre colpa sua, è un idiota… >> giustificò lui sedendosi davanti a lei.
<< No, stavolta io sono l’idiota. Non gli ho dato fiducia e lui giustamente si è arrabbiato però… >> alzò il suo sguardo indirizzandolo verso di lui, fissando i suoi occhi verdi << …tu non mi mentiresti mai, vero? Sarai sempre sincero con me, vero? >>.
<< Che cosa stai cercando di insinuare. Sai benissimo che non ti mentirei mai! >> disse subito. Ormai mentire era diventato così facile per lui. Jaina sorrise e gli diede un bacio sulla guancia.
<< Grazie… >> mormorò al suo orecchio e dopo si alzò dirigendosi alla porta d’ingresso. Lui si toccò la guancia rendendosi conto che era diventato veramente uno stronzo. Successivamente si rallegrò del fatto che la sua missione era riuscita, non del tutto però.
“Lui non farebbe mai una cosa del genere, Lynz si sbaglia! Lui è innamorato di un’altra, mi vuole bene è contento per me…”pensò Jaina ritornando a casa. Adesso che era litigata con Frank le cose si complicavano, bisognava chiarire. Quando arrivò lì al piano di sotto, non trovò nessuno, davvero strano. Solamente quando salì in camera sua, notò che stava strimpellando Pansy e cantando una canzone che riconobbe subito.

Remember, whatever,
It seems like forever ago,
The regrets are useless,
In my mind,
She's in my head,
I must confess,
The regrets are useless,
She's in my head,
From so long ago
And in the darkest night,
If my memory serves me right,
I'll never turn back time…


<< …forgetting you, but not the time… >> finì Jaina la canzone facendolo voltare di scatto.
<< Perché sei venuta? Vuoi abitare con un maniaco? >> disse con tono acido posando la sua chitarra.
<< Frank… mi dispiace, seriamente… >>.
<< Ti dispiace?! Credi a Gerard e non a me? Pensavo avessi capito che sono un bravo ragazzo, non oso fare certe cose senza il tuo consenso! >>. Sì, era ancora arrabbiato ma infondo chi non lo sarebbe?
<< Abbassa la voce… ti ho detto che mi dispiace… >>.
<< Certe cose non si risolvono con un semplice “mi dispiace”… >> disse scendendo al piano di sotto.
Eccola, era arrivata. Quella fottuta paura di perderlo, quella paura che le aveva impedito di agire in quel momento. Quella situazione sembrava un incubo.

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Capitolo 27
*** -Cap.27. Non capisci che la tua freddezza mi sta letteralmente uccidendo? ***


Io mi diverto a scrivere le scene di bisticcio tra Jaina e Frank, molto di più di quelle diabetiche. #sononormale. Questo capitolo è a episodi, non è continuo.

 
Un hotel aveva più vita di quella casa.
Se vi dicessi che dopo tutto quello che era successo Frank non cacciò Jaina di casa, lo considerate un bravo ragazzo? Anzi, vi dirò di più. Aveva concesso alla ragazza il suo letto, lui invece dormiva sul divano. Un ospite si tratta sempre bene e Jaina lo era a tutti gli effetti. Lei invece non sapeva bene a cosa pensare, troppi pensieri le giravano dentro. Magari se sbatteva forte la testa, causando un trauma cranico avrebbe dimenticato tutto e la sua vita sarebbe ripartita da zero, purtroppo lei non era coraggiosa. In passato aveva anche pensato di fare di peggio ma la paura era tanta quindi rinunciò. Quel pomeriggio scese lentamente le scale e andò in cucina quando lo vide seduto al tavolo intento a leggere dei giornali di gossip.
<< Adesso leggi quelle riviste? >> domandò ironica. Lui chiuse violentemente la rivista e la guardò in modo freddo e distaccato. La guardava solamente in quel modo da quella famosa litigata sul fattore “fiducia”. Gli dava fastidio il fatto che un amico dubitasse di lui figuratevi la sua fidanzata.
<< Ho visto che la prossima settimana ci hai programmato un tour… >> disse non guardandola nemmeno. Lui la amava davvero tanto, ma non riusciva a perdonarla. Quell’inaspettato gesto l’aveva completamente sconvolto e adesso si comportava d’istinto.
 << Come lo sai? Ve l’avrei detto lo stesso. >>.
<< Usiamo lo stesso computer mocciosa e tu non hai una password per le tue cose… >>.
<< Da quando adesso guardi le mie cose?! >>.
<< Perché mi rispondi così? Hai per caso dei segreti, donna indisposta? >>.
<< Come… come… come mi hai chiamato? >> domandò perplessa. Quel soprannome l’aveva addirittura dimenticato.
<< Che memoria corta che hai, donna indisposta… >>.
<< Stupido nano da giardino da cinque neuroni, chiudi quella fogna! >> sbottò urlando. Frank guardò l’orologio e si alzò andando alla porta d’ingresso, dove adiacente c’era Pansy. << Ora dove pensi di andare? >>.
<< A suonare non vedi? Dici sempre che ho cinque neuroni, tu invece ne hai due… e non funzionano nemmeno bene, donna stupida e indisposta! >> disse uscendo, senza nemmeno darle il tempo di rispondere.
Con quella conversazione sembrava che fossero tornati indietro nel tempo, quando ancora erano agli inizi. Sicuramente per voi risulta ancora più strano vederli litigare dopo tutto quello zucchero da carie ai denti tra loro, ma che vi aspettate? La felicità non dura, i problemi ci saranno sempre. Jaina in particolare si rese conto di quanto era cambiata da quando stava con lui, aveva abbandonato da molto tempo i panni della ragazza “isterica-scorbutica”. Quante volte gli urlò contro in passato ma anche a Gerard o Mikey, mai si era sentita in colpa come in quel momento. Non era più abituata giacché era diventata una ragazza calma e tranquilla.



***
 
 
 
I problemi non le erano mai piaciuti, nemmeno quelli idioti dell’elementari o delle medie, ma in quei giorni si rese conto che preferiva affrontare un problema di scuola che un problema nella vita. Non aveva avuto tanti ragazzi, ricordate? Possiamo certamente affermare che Frank era il suo unico ragazzo serio, e non sapeva bene come comportarsi. Si era scusata molte volte ma lui voleva qualcosa di più che delle semplici scuse, quelle non bastavano. Lui la pensava in quel modo. A casa il dialogo sembrava non esistere più, le rivolgeva solamente i classici  “ciao, buongiorno, buonanotte” e per finire “vado a suonare donna stupida indisposta, non aspettarmi per la cena”. L’ultima Jaina la considerava la migliore perché le diceva una frase completa, per il resto si limitava solo ad annuire.
<< Lo odio… >> mormorò a Lynz. Erano in spiaggia, parecchio lontane dalle riprese di quel video. I ragazzi erano impegnati a finire di girare The Ghost of You, in una spiaggia. Gerard aveva insistito tanto e finalmente Jaina si era arresa, però doveva ammettere che l’idea di quel video era geniale. Iniziava con una loro esibizione a un ballo stile anni quaranta, vestiti con delle uniformi militari. Il resto lo stavano girando in quel momento e si trovavano su una barca che presto sarebbe approdata a terra.
<< Se ti tratta in quel modo, perché vivi ancora con lui? >>. Lynz era al corrente di tutto, Jaina quando aveva qualche problema si rivolgeva sempre a lei. Ormai le due erano diventate migliori amiche.
<< Perché vivere come una barbona è un lusso per me. >> disse ironica.
<< Nonostante avete litigato, ti tiene ancora a casa ma si comporta in modo freddo. Le opzioni sono due, o non ti ha cacciata perché sa benissimo che gli sbavi dietro e gli fa piacere oppure perché vuole farti soffrire. Direi tutti e due! >>.
<< Quella casa per me è diventata un hotel… come cambiano le cose… >>.
<< Domanda che è un mio obbligo fare. Di questa situazione e quello che ti dissi tempo fa, ne hai parlato con Gerard? >>.
<< Di questa situazione sì. Lo reputa un idiota che vuole nascondere la verità, mi ha detto che devo lasciarlo. Di quello che mi dicesti tu no… >> disse guardandola male << …Lynz a me non piacciono le menzogne! >>.
<< Non è una bugia! E’ la verità! >>.
<< Pff. Non voglio proprio pensarci perché non è vero! >>.
<< Come vuoi, te ne accorgerai da sola. Che pensi di fare col nanetto? Non potete rimanere così per sempre. >>.
<< Mi verrà in mente qualcosa… >>. In quel momento il cellulare della ragazza vibrò e la sua suoneria le fece capire che qualcuno la stava chiamando, così rispose. << Pronto? >>,
<< Ciao Jaina! >> esclamò una voce femminile. Era Michelle.
<< Michelle! Come stai? >>.
<< Tutto bene! Senti ti ho chiamato per vedere se potevi farmi un favore… >>.
<< Dimmi… >>.
<< Al coreografo è piaciuta moltissimo la tua esibizione per lo spettacolo del Moulin Rouge. Lui aveva in mente una serie di spettacoli da proporre e voleva che tu fossi la ballerina principale… >>.
<< Mi piacerebbe moltissimo ma la prossima settimana i ragazzi iniziano il tour e io devo essere con loro… >>.
<< Grazie mille per avermelo detto adesso! Comunque, non potresti farti sostituire? >>.
<< Jaina vai. Ti sostituisco io… >> disse Lynz con uno sguardo deciso. La solita curiosona era stata tutto il tempo con l’orecchio incollato al cellulare.
<< Lynz, tu sei impegnata con la tua band, l’hai dimenticato? >>.
<< In questo periodo non facciamo niente, abbiamo deciso di prenderci un periodo di pausa e questa potrebbe essere la mia occasione! >> esclamò con lo sguardo perso nel vuoto, sorridendo come un ebete. Andare in tour con il ragazzo che le piaceva era il massimo per lei. Poteva finalmente stargli vicino più spesso, conoscerlo meglio e magari fargli cambiare idea su Jaina anche se sull’ultima aveva qualche dubbio.
<< Va bene Michelle, accetto! >>.
<< Perfetto! Domani vieni al teatro che ti spiego meglio tutto! >>.
<< Non vedo l’ora! Ci sentiamo… >> disse chiudendo la chiamata. Le due ripresero ad osservare la spiaggia quando d’un tratto videro qualcosa di strano. Due persone che uscivano dall’acqua, tenendo dalle braccia un ragazzo.
<< Sono cieca io o quel tizio per terra è Frank? >> domandò Lynz strizzando i suoi occhi castani per vedere meglio. Jaina guardò attentamente e notò che l’amica non aveva assolutamente problemi di vista. Si alzò di scatto e corse in spiaggia, verso un gruppetto che si era formato attorno a lui. Entrò dentro spingendo tutti e alla fine vide Bob e Ray accanto al nanetto.
<< Mi dite esattamente cosa diamine è successo? Cos’è tutta questa confusione all’improvviso e perché Frank non smette di sputare acqua? >> disse nervosa col cuore che batteva forte, peggio di un centometrista.
<< Un problema con la barca, alcuni si sono spaventati e Frank è caduto in acqua… >> spiegò Bob.
<< …con oggi abbiamo capito che non sa nuotare, stava per affogare… >> disse Ray amareggiato. Jaina si avvicinò al nanetto e lo abbracciò d’istinto.
<< Sei per caso preoccupata per questa persona che reputi maniaco? >> domandò facendo l’antipatico e qui successe qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato. Gerard e Mikey che arrivarono in quel momento, videro la scena e rimasero a bocca aperta. Letteralmente.
La ragazza diede un violento schiaffo a Frank, tanto da lasciare anche il segno.
<< La vuoi smettere con questa storia? Sì, cazzo m’importa di te! >> urlò con gli occhi lucidi, da un momento all’altro avrebbe iniziato a piangere << Tutto questo mi ha spaventato! Quando capirai che ti amo veramente e che ho troppa paura di perderti? Non capisci che la tua freddezza mi sta letteralmente uccidendo? Diamine Frank, ti ho chiesto scusa tantissime volte e… >> iniziò a singhiozzare e vedere tutto sfuocato, maledette lacrime che in momenti di rabbia e nervosismo escono sempre . << …e non ti degni nemmeno di perdonare! Mi hai richiamato “donna indisposta”, mi hai fatto soffrire e sai, ci riesci benissimo! >> concluse alzandosi e allontanandosi.
Lui invece era rimasto un’altra volta spiazzato, con la mano sulla guancia rossa voleva solo svanire. Aveva fatto soffrire la ragazza che amava, provava così tanta vergogna di se stesso. << Bob, puoi dire a Marc di fare una pausa? >> disse alzandosi e il biondo annuì andando dal regista.
<< Dove sono i pop corn quando mi servono? >> mormorò Gerard con ironia.
<< Vai da lei! E’ il momento giusto questo, non fartelo sfuggire! >> lo incoraggiò Mikey. Il fratello si rese conto che aveva ragione e la seguì fino ad arrivare fuori dalla spiaggia, seduta per terra con Lynz vicino al loro furgone. Aveva le gambe al petto e le mani in faccia. Non le piaceva piangere davanti a tutti, solamente Gerard l’aveva vista piangere. Lynz appena lo vide capì tutto ed entrò nel furgone, avrebbe spiato lo stesso. La solita curiosa.
<< Hey… >> disse sedendosi davanti a lei.
<< Non vedo l’ora che arrivi questo cazzo di tour, così non lo vedo per tre mesi! Odio il suo comportamento a casa, non capisce che io non so come agire! Non immagini quante volte mi sono scusata e lui niente… mi rivolge solo sguardi freddi e distaccati. Non ha capito che mi ha fatto preoccupare quando stava per affogare, ho paura di perderlo dannazione! E’ atroce tutto questo e non lo capisce! Mi ha chiamata anche “donna indisposta” ed era come se… le cose fossero tornate come prima, mi sono sentita strana. Gli piace farmi soffrire e tenermi sulle spine, lo odio… però lo amo così tanto… che fottuta contraddizione che sono! >> parlò con la voce strozzata dal pianto.
Non si sentiva a disagio con lui, non lo era mai. Jaina apprezzava tanto quando in questi casi Gerard non diceva nulla. Stava in silenzio ad ascoltare i suoi sfoghi e magari porgerle un fazzoletto. Lentamente le abbassò le mani dal viso e vide che mascara e matita nera erano scolati sul suo bel viso. I suoi occhi azzurri erano spenti e rossi, per trattenere ancora altre lacrime si morse il labbro inferiore. Lui la trovò ancora più bella del solito. Chi avrebbe mai detto che quel nanetto riusciva così bene a far soffrire la gente. Aspettate e vedrete in futuro che combinerà.
Non si sarebbe sfogata in quel modo se avesse saputo che dall’altra parte del mezzo, anche lui per spiare, Frank l’aveva ascoltata. Sentire il suo pianto gli dilaniava l’anima. Lui non era come Gerard che con lei stava sbagliando e non si sentiva in colpa. In quel momento realizzò di essere sul serio uno stupido nanetto subdolo da cinque neuroni.  
<< Dovresti evitare di calcare così forte la matita. Ti sta benissimo ma non devi esagerare… >> disse mettendole in mano un fazzoletto. Lei lo prese e si asciugò gli occhi.
<< Pensare che oggi volevo truccarmi come Taylor Momsen, con tutto quell’ombretto nero sugli occhi… >>.
<< Tu sei più bella della Momsen. Quella è bionda, sembra una barbie uscita male di produzione! >> e lei rise. Dopo un pianto, lui riusciva sempre a farla ridere.  
<< Tu sei troppo gentile invece, sai come la penso al riguardo ma non ho voglia di discutere… di nuovo… >>. Lui scosse la testa.
<< Stupida! Non dimenticarti mai di quanto sei bella, perché lo sei davvero! >>.
<< Conciato in questo modo, tu lo sei molto sai? >> domandò squadrandolo per un minuto. Lui arrossì.
<< Se fossi veramente figo come ritieni perché le ragazze mi schifano reputandomi emo? >>.
<< Queste ragazze non sono fan dei My Chemical Romance. Credimi se ti dico che hai parecchie “fangirl”… >> disse facendo virgolette con le dita << …il fatto che le ha pure quell’idiota non mi stupisce per niente… >>.
<< Sai come la penso al riguardo… è la scelta migliore… >>.
<< E’ una scelta difficile. Lui… mi ha sconvolto la vita, letteralmente. Devo pensarci bene, appena torna dal tour magari… >>.
<< Parli di questo tour devo dedurre che l’hai organizzato e non mi hai detto niente? >>.
<< L’avrei fatto il prima possibile. Volevo dirtelo oggi dopo le riprese del video, è tra la prossima settimana per gli Stati Uniti ma io non verrò perché sono impegnata al teatro. Mi ha chiamato Michelle e sembra che il coreografo tiene al fatto che io vi partecipi. Mi sostituirà Lynz… >>.
<< Tu… tu mi stai dicendo che non ti vedrò per mesi?! >> domandò sconvolto. Stava male se non la vedeva per un giorno figuratevi dei mesi.
<< Pensa alla band. Sono sicura che questo video sarà un successo proprio come tutto l’album. Ti farà bene visitare posti nuovi e poi dura solo tre mesi! >>.
<< Sì ma… non sarai con te… >>.
<< Verrò al prossimo tour! >> esclamò alzandosi in piedi << Te lo prometto! >>. Lui sorrise e fece lo stesso guardandola negli occhi. Prese un altro fazzoletto e delicatamente le pulì la guancia destra, levando tutto quel nero.
<< E’ una promessa. Guarda che queste cose me le ricordo! >> disse ridendo.
<< Gerard, muoviti! >> gli urlò Mikey << E’ ora di girare, andiamo! >>. In quel preciso momento volle decapitare suo fratello per aver interrotto un momento del genere. Annuì e sorrise.
<< E’ meglio che vai. Grazie per l’appoggio… >>. Lui la abbracciò subito, fregandosene se il suo ragazzo li avesse visti. Quell’abbracciò che lei ricambiò subito e che prima considerava il suo posto preferivo, prima di stare con Frank ovviamente. Le cose erano diverse per lui chiaramente, che non voleva staccarsi da lei ma lo fece contro voglia.
<< Per te ci sono sempre, ricordalo… >> concluse baciandole la mano. Un gesto che la ragazza non si aspettava e che reagì con un sorriso. Ritornò in spiaggia, lei invece risalì nel furgone e dallo sguardo di Lynz capì tutto.
<< Ti prego, per oggi ho parlato abbastanza… >> disse andando in bagno per pulirsi la faccia.
Si guardò allo specchio e l’unica cosa che voleva fare era un viaggio in un’isola sperduta, dove sicuramente non avrebbe avuto problemi.

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Capitolo 28
*** -Cap.28. Diffidate dalla gente imprevedibile! ***


Tutti abbiamo qualcosa che amiamo fare, un passatempo o come comunamente si dice, un hobby.
A me prima piaceva praticare sport in particolare le arti marziali, sfortunatamente le cose non sono andate come mi aspettavo e ho abbandonato tutto, ma questa è un’altra storia. Da qualche tempo il mio passatempo preferito è diventato scrivere visto che sembra sfogarmi e distrarmi un po’ da tutto quello che mi capita nella vita. E’ una sorta di via di fuga, come lo è sempre stato la musica ma questa è pure un’altra storia.
Jaina a differenza mia preferisce muoversi al ritmo di musica, ballare. Soprattutto in quelle settimane piene di prove e spettacoli sembrava si fosse ripresa del tutto e lei lo sapeva bene. Ballare era la cura per tutto ma quando smetteva le cose sembravano ritornare alla normalità. I soliti pensieri e paranoie. I ragazzi erano in tour da due mesi, lei sapeva che tra poco sarebbero tornati e di conseguenza anche Frank.
“Appena torno, dobbiamo parlare…”le disse il giorno della partenza. Sicuramente anche lui voleva del tempo per riflettere e con quella semplice frase Jaina aveva iniziato a fare il conto alla rovescia, troppo ansiosa per sapere cosa aveva deciso. E se lui si fosse stancato? Se in qualche città avesse conosciuto una ragazza più carina di lei e l’avrebbe rimpiazzata subito? Quei cinque neuroni erano in grado di dimenticare cinque mesi? Mesi pieni di concerti, interviste, musica, cazzate, uscite e zucchero da carie ai denti. L’ultima sicuramente fino a quella famosa litigata.
Gli mancava molto, non sopportava più quell’odioso silenzio che c’era a casa.
Solitamente quando era al computer per svolgere il suo lavoro lo sentiva da camera sua strimpellare Pansy per provare ancora le canzoni ma anche per suonarne di altre. Jesus of Suburbia la suonava benissimo, Jaina si sentiva carica al massimo tanto da iniziare a saltellare e cantare a squarcia gola sul divano. A lui tutto questo piaceva poi altre volte capitava che lei ascoltasse musica mentre lavava i piatti o spolverava casa, ovviamente i Green Day. Si scatenava come se fosse a un loro concerto e lui la guarda di nascosto, si divertita vederla in quello stato. Tutte queste cose le mancano molto, lui le mancava molto tanto da indossare i suoi vestiti e mettere il suo profumo. Quest’ultimo in particolare era forte e buonissimo, le era piaciuto fin da quella famosa serata di Halloween. Sì, il nanetto aveva buon gusto e Jaina lo sapeva molto bene.
Alla fine di quell’ultimo spettacolo, hip-hop stavolta, le persone in pubblico si alzarono ed applaudirono fortemente. Lei amava tutto questo, ballare ed essere ricambiata con applausi e complimenti.
<< Jaina sei stata un fenomeno! >> disse Michelle ancora pimpante.
<< Grazie, anche tu! Quel passo che hai fatto all’inizio per me è troppo difficile… >> rispose andando dietro le quinte.  
<< Una come te puoi riuscirci! Se vuoi un giorno te lo insegno! >>.
<< Ti prego dimmi che ci saranno altri spettacoli dove balleremo… >>.
<< Ecco… non lo so. Credo di no, ma non sei stanca? >> domandò perplessa.
<< Sì ma ballare mi tiene la mente libera e non penso ad alcune cose… >>.
<< Tipo Frank? >> disse d’impulso e l’amica stava per affogarsi con un sorso d’acqua.
<< Spiegami che c’entra! >>.
<< Potevi benissimo dire di no a questi spettacoli e andare in tour con loro quindi mi viene da pensare che forse avete litigato, no? >>.
Jaina sospirò e guardò altrove. << Preferirei non parlarne… >>.
<< Non è niente di grave, spero. >>.
<< Ecco… dipende dai punti di vista, ma è colpa mia quindi se decide di lasciarmi lo capisco benissimo… >>.
<< Non dire così, sono sicura che andrà tutto per il meglio. Lui non è così idiota come sembra! >>.
<< Su questo avrei qualche dubbio ma grazie lo stesso per l’appoggio… >> disse con un sorriso.
<< Figurati! Adesso sto andando a prendermi qualcosa da bere, vuoi venire? >>.
<< No, grazie. Penso che andrò a casa a mangiare schifezze e deprimermi! >> concluse salutandola ed uscì quando incontrò una persona dal sorriso a trentadue denti, un ragazza. << Guarda un po’ chi si vede! >> continuò con un falso sorriso.
<< Sei stata fantastica su quel palco, sei proprio nata per ballare! >>. Quell’incontro non l’aveva programmato, non sapeva proprio cosa dire, infatti, passo diversi minuti a formulare diverse frasi nella sua mente. Dopo decise di reagire d’impulso.
<< Non dovresti essere qui! >>.
<< Sono tornata da qualche ora dal tour e tu mi accogli così? >>.
<< E’ difficile da spiegare ma vedi… non sono pronta psicologicamente per incontrare Frank! >> esclamò cercando di contenersi. L’amica la prese per un braccio e la fece uscire dal teatro.
<< Se ti dicessi che ad ogni concerto indossava quel guanto che io reputo terrificante, ti sentiresti meglio? Lo dico perché so che è un tuo regalo… >>.
In questi casi si dice “la speranza è l’ultima a morire”. Jaina pensò esattamente quello quando Lynz le disse quella frase. Se indossava sempre quei guanti, sicuramente pensava a lei, lo disse lui il giorno che li ricevette. Speranza, solo una briciola di speranza che tutto non fosse andato a monte. Anche qui si ritrovò spiazzata, e rifletté bene prima di formulare una frase.
<< Di-di-dici sul serio? >>.
<< Sì, poi per il resto era sempre parecchio silenzioso e tranquillo. Gli altri addirittura pensavano che stesse male. Ho provato a parlarci ma non mi ha detto niente di particolare… >>.
<< Grazie lo stesso per averci provato! Tu invece che mi dici? >>.
Sembrava che lei stesse aspettando da tanto quella domanda. Troppo felice per contenersi iniziò a saltellare sotto gli occhi di una Jaina che la guardava come se fosse un’aliena.
<< Non capisco tutta questa euforia. Mi hai sostituito ad un tour non vinto alla lotteria… >>.
<< Mi sono divertita così tanto! New York mi ha colpito particolarmente: è stupenda, sempre in movimento, di notte uno splendore e di giorno piena di taxi! Inoltre Gerard è una persona troppo carina e simpatica, mi ha fatto vedere i suoi disegni sono bellissimi! Abbiamo parlato molto e ci siamo resi conto di avere tante cose in comune, lui ha detto che sono simpatica non credi sia fantastico?! >>. Chi meglio di lei poteva dire quelle cose continuando a saltellare peggio di un canguro? Comprendetela, anche voi avreste reagito in quel modo se il tizio che vi piace vi avesse rivolto un complimento. Jaina si limitò solamente al classico “sorridi e annuisci”.
<< Mi fa piacere che ti sei divertita! >>.
<< E’ stata una magnifica esperienza che spero di rifare! Adesso ritorno depressa e sono venuta qui per dirti che Gerard ti vuole parlare… >> disse con lo sguardo basso.
<< Di cosa vuole parlare? >>.
<< Non lo so, mi ha detto che è importante… >>.
Noi sappiamo bene cosa intende vero? Finalmente si sarà deciso oppure vuole solo dirle che cos’ha combinato in tour? Jaina annuì e salutò l’amica, allontanandosi. In quel periodo sorrideva e annuiva troppo spesso. Il fatto che fosse un po’ ansiosa lo reputava strano insomma, stava solamente andando a casa del suo migliore amico. Ricordate bene la classica ottusità di Jaina, aveva dimenticato quello che le disse Lynz tempo fa ma il motivo era anche che la sua mente era occupata a pensare ad altro, un’altra persona. Arrivata lì bussò e appena Mikey le aprì, un sorrisetto compiaciuto apparse in volto.
<< Ah… ma guarda un po’ chi si vede, Jaina! Ciao Jaina! Ho aperto a Jaina! Qui al piano di sotto c’è Jaina! >> disse alzando la voce non appena pronunciava il suo nome, guardando al piano di sopra. Senza dubbio voleva attirare l’attenzione di Gerard.
<< Smettila di dire in continuazione il mio nome! >> urlò dandogli uno scappellotto.
<< Il tour è stato davvero bello, ho conosciuto tante ragazze! >>.
<< Tutte con la passione degli unicorni come te? >> domandò sarcastica salendo le scale.
<< Tu non capisci! Gli unicorni sono animali stupendi, perfetti e colorati! Non capirai mai! >>.
<< Ritorna ai tuoi videogiochi piccolo nerd! >>. Mikey non sapendo più come rispondere ritornò in camera sua con lo sguardo fisso per terra. Doveva finire Final Fantasy.
<< Hey Super Star! >> disse la ragazza bussando sul muro accanto alla porta della camera di Gerard.
<< Allora è vero che sei qui! Pe-pensavo fosse uno scherzo di Mikey… >> rispose riprendendo a colorare il suo disegno. Una ragazzina vestita da super eroe con un gran sorriso stampato in faccia. Immaginate benissimo chi sia stata la sua ispirazione.
<< Sei tornato da poco e già disegni?! >>.
<< Disegnare mi aiuta molto, soprattutto in questo periodo… >>.
<< Che mi dici del tour? >> domandò buttandosi sul suo letto << Ti è piaciuto? >>.
<< Senza dubbio. Viaggiare sempre e vedere gente nuova mi piace, Revenge ha fatto veramente il successo che mi aspettavo. Devo ringraziarti… >>.
<< Figurati, ho fatto solamente il mio lavoro. Sai per caso dov’è Frank? >>.
<< No. Quando siamo tornati ha detto che doveva andare in un posto… non ho saputo più notizie da allora. Non avete risolto ancora? >>.
<< Il giorno della partenza mi disse che quando tornava doveva parlarmi. Mi è mancato terribilmente ma se adesso dicessi che lo lascerò mentirei a me stessa, giusto? Non so quello che farò, forse dovrei semplicemente parlare con lui e vedere come andranno le cose… >>.
<< Oppure fai come ti dissi tempo fa! >>.
<< Quello è il mio piano B se intende fare ancora l’idiota e continua con quella storia del “voglio qualcosa di più che delle semplici scuse”. Non capisce proprio i limiti di alcune persone… comunque, tu che volevi dirmi? >>.
<< Non capisco questa domanda. >>.
<< Lynz ha detto che volevi parlarmi. Si vede che sei tornato da poco… >>.
<< Ah! >> esclamò lui ricordando << Sì, ora ricordo… >> continuò alzandosi e sedendosi sul letto, accanto a lei.
<< Non è niente di grave vero? >> disse preoccupata tirando su il corpo e guardandolo negli occhi. Lui sospirò, rendendosi conto che tra poco avrebbe messo in atto il suo piano. Doveva cambiare strategia, ricordate? Si era stancato della sua ottusità, quella ragazza doveva svegliarsi e diventare più perspicace. Le cose si complicarono quando lui notò che indossava la collana che le aveva regalato per il suo compleanno.
<< C-chiudi gli occhi… >>.
<< Devi darmi una sorpresa?! >>.
<< Più o meno… tu chiudi gli occhi! >>.
Jaina fece come detto e lui iniziò ad agitarsi. Batticuore, gola secca e tremarella comparvero all’improvviso ma lui aveva la determinazione dalla sua parte. Le cose dovevano avere una nuova svolta ma lui non immaginava che dopo quell’azione, tutto sarebbe cambiato. La Black Parade Era sarebbe stata parecchio tesa e questa non era una cosa positiva, visto che li saranno all’apice del successo. Alla fine dobbiamo solamente comprenderlo, sta agendo da ragazzo innamorato. Lentamente si avvicinò al suo volto e le posò un bacio sulle labbra. Gerard avvertì subito un dolce sapore di fragola ma non gli fu concesso di andare oltre perché si ritrovò subito per terra, grazie a uno spintone di Jaina. Quest’ultima non sapeva cosa pensare, cosa dire, come reagire essendo stata un’altra volta spiazzata. Lo guardò con aria piena di orrore e spavento e dopo scappò di casa, ancora sconvolta per quello che era successo.
<< Allora Gerard, com’è andata? >> domandò Mikey sapendo già tutto.
<< E’ stato semplice, non ho nemmeno bevuto ma… adesso ho la sensazione che mi odierà… >> rispose sul pavimento con lo sguardo perso nel vuoto verso il soffitto. Voleva dirle a parole quello che provava ma il cuore batteva troppo forte e riuscì solamente a baciarla.
Lei in una situazione del genere non sapeva bene come si sentiva, troppe emozioni aveva dentro. “Che cosa gli è saltato in mente? Perché mi ha baciata? Diamine, allora Lynz aveva ragione sul serio! No… questo è impossibile insomma, a lui piace un’altra ragazza… l’ha detto lui stesso! Lui non può mentirmi, ha detto che non mi avrebbe mai mentito! Oh cielo… in questo momento avrei tradito Frank?! No, no, no! Io non voglio tradirlo, io amo lui e basta! Perché mi ha baciato, che gli sarà successo a quel fottuto tour? No, basta! Bisogna essere realistici… se una persona ti bacia un motivo c’è… ma perché proprio lui? Perché sono stata così idiota per tutto questo tempo?” pensò torturandosi i capelli nella strada che portava a casa.
Arrivata lì non trovò nessuno e la paura che l’avesse lasciata si fece più forte. Salì in camera sua e la trovò in ordine come lei stessa l’aveva lasciata. Si mise le mani in faccia ripetendo mentalmente di non piangere. Aveva necessità di fare una doccia, dopo si sarebbe sentita più sollevata.
Era incredibile quanto le cose fossero cambiate. In quell’istante si accorse di quanto fosse stata stupida, ottusa precisamente. Voleva sprofondare, morire, dissolversi in nero insomma, non voleva vederlo più. Si rese conto di tutto, dai testi, ai disegni per lei, ai tentativi di convincerla a lasciare Frank, a tutte quelle volte che lui provò a farle capire i suoi sentimenti. Lui aveva sofferto moltissimo per lei, solo ora lo capì. Nella sua mente fece un riassunto abbastanza ampio, ricordando tutto e ne ebbe la conferma. Lei piaceva a Gerard e anche molto. “Come ho potuto essere così cretina?” pensò dandosi uno scappellotto. Ecco perché le sembrava l’unica persona su questo pianeta che poteva sopportarla. Il fatto che se Frank avesse saputo quello che era successo tra di loro, la mise ancora più in agitazione. Lei non aveva colpe, non si aspettava un simile gesto da parte di Gerard. Si convinse di questo. Uscì dalla doccia e si asciugò e cambiò velocemente, dopo andò nell’armadio di Frank e scelse subito una felpa verde. Quest’ultima le stava grande tanto da arrivarle fino alle ginocchia. Fece spallucce e ritornò nel bagno per asciugarsi i capelli.
<< E’ normale che ti stia grande! Lo è anche per me! AHAHAH! >>. Una risata fece voltare la ragazza. Quella risata l’avrebbe riconosciuta tra tante e notò che più i giorni passavano, più lei diventava paranoica. A braccia conserte e non dicendo niente andò subito nella sua camera fermandosi e girandosi di scatto. Frank era davanti a lei e aveva le mani dietro la schiena, teneva qualcosa.
<< Devo illudermi che è tornato tutto come prima? >>.
Anche lui durante quei mesi aveva pensato molto e suonare era l’unica cosa che poteva distrarlo, un po’ come la danza per Jaina. La notte in particolare fu orribile da affrontare senza di lei accanto, voleva in continuazione che quel tour passasse in fretta. Mentre si muovevano di città in città pensava sempre a quello che le avrebbe detto una volta tornato, ma adesso sembrava tutto cancellato. Fu messo in agitazione da quegli occhi azzurri che lo fissavano dopo tanto tempo. Jaina doveva essere querelata per i suoi occhi che confondevano sempre la gente. Dopo scosse la testa e le porse quello che teneva sulle mani, un mazzo di rose rosse con sopra un bigliettino con scritto “Scusami…”. La ragazza si sciolse dalla dolcezza di quel ragazzo ma in seguito si accorse di una cosa. Sorrise e prese il mazzo.
<< Ho già visto a Natale questo film… >> disse mettendo le rose sul letto e d’un tratto si sentì abbracciare forte.
<< Mi dispiace Jaina, mi dispiace. Mi sono comportato in modo orribile nei tuoi confronti, sei una fantastica persona non ti meriti di soffrire, mi dispiace. Sono veramente un nano odioso e subdolo da cinque neuroni, non ho considerato i tuoi sentimenti e nelle scorse settimane mi sei mancata tanto, infatti, ho capito che ti amo e che non voglio separarmi da te… mi dispiace, mi dispiace! >> parlò con una veloce parlantina, pareva che si fosse tenuto tutto dentro da molto tempo. Adesso era tra le sue braccia, sembrava che le cose negative fossero scomparse. Si aggrappò al suo collo, stringendolo più forte riuscendo a colmare la sua voglia di abbracciarlo. Non voleva dirgli di Gerard, non in quel momento.
Quanto le era mancato quel contatto fisico dove si aggiunse anche un bacio. Quel sapore di menta aveva un retro gusto di tabacco ma lei non disse niente.
Voleva viversi in fondo quel momento.

PS: Danielle Way, per la cronaca. Avevo in mente di farli baciare fin dal primo capitolo e tu sei veramente una rompi palle. xoxoxo Jamie.

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Capitolo 29
*** -Cap.29. Never thought we’d have a last kiss. ***


Non vorrei essere al suo posto, nemmeno voi lo vorreste vero?
Cresci per tutta la vita con un ragazzo che consideri il tuo migliore amico e d’improvviso lui ti bacia facendoti capire che gli piaci. Perché lei finalmente aveva capito tutto e sapeva che i problemi sarebbero arrivati di corsa. Lui con lei era sempre gentile e premuroso, arrossiva in continuazione, cerva di farla felice e di vederla sorridere. Le piaceva di più se sorrideva, Jaina aveva capito pure questo. Aveva pensato molto al suo comportamento tutte quelle volte che erano insieme, ne aveva dedotto che era stracotto.
Sì, la sua ottusità era scomparsa del tutto. Non lo vedeva da una settimana precisa. Non voleva, l’imbarazzo era troppo per entrambi soprattutto per lei.
“Perché sono stata così stupida da non accorgermene?”.
Era quella la frase che rimbombava nella sua testa. Doveva assolutamente trovare una soluzione ma quale sarebbe la migliore in questi casi? Non era una ragazza forte, non lo era mai stata. Quando aveva un simile problema c’era sempre Gerard ad aiutarla e dirle consigli, adesso il problema era proprio lui. Rimpiangeva il fatto di non essere asociale in questi casi. Il suo sguardo si posò sul bracciale che teneva al polso destro e il suo cuore sussultò.
“Tuo per sempre”.
Straordinario quanto fosse dolce quel ragazzo. Chissà se con Jamia si era comportato allo stesso modo, magari lei non apprezzava e lo trattava male, ma come puoi comportarti in quel modo con un ragazzo del genere? Lui era l’unica eccezione, ricordate? Un ragazzo che all’inizio non rientrava assolutamente nei suoi gusti di aspetto. Un nanetto intelligente(quando voleva), stupido (il più delle volte), odioso, affettuoso, gentile e dolce come sappiamo benissimo tutti. Uno che aveva dei capelli strani, che portava tatuaggi e piercing e da poco era fissato con i dilatatori. Senza dubbio se un tipo del genere le avesse fatto la corte anni prima, lei lo avrebbe rifiutato all’istante disgustata. Fortunatamente le cose cambiano per tutti. All’improvviso le vennero in mente i primi momenti passati insieme, dove litigavano. Le scappò una risata quando ricordò di averlo chiuso in uno stanzino con dei ragni. L’uscita organizzata dagli altri ragazzi rimarrà indimenticabile perché in quella occasione capì che avevano tanto in comune. Quando ebbe quella ferita al naso e lei fu così premurosa da curarlo e si ritrovò a pochi centimetri quegli occhi strani che la fissavano. Halloween e qui tutti avete capito. Lei come regalo di compleanno gli diede il primo bacio e lui preferì passare tutta la notte con lei.
Baci, abbracci, carezze e continui brividi, il miglior halloween di sempre per entrambi.
Il suo amore sconfinato per i cani rimarrà una delle sue migliori caratteristiche. Proprio grazie a uno di essi riuscì ad essere apprezzato anche dalla madre di Jaina, poi da quando vivevano insieme si comportavano da cazzoni. Mangiavano sempre schifezze ma anche tanta pizza, di giorno tenevano la musica ad alto volume che rimbombava per tutta la casa, passavano le nottate a guardare film horror, una volta addirittura ebbero la brillante idea di fare una maratone di film di Harry Potter. Jaina ricorda ancora quel giorno dove loro riempirono due pistole ad acqua con dentro della vernice e giocarono a PaintBall* per casa, sporcandola tutta. E’ stata una dura battaglia che vinse Jaina e Frank fu costretto, a malincuore, ad obbedire alla sua condizione: doveva smetterla di “dimenarsi” mentre suonava, così evitava di farsi male. Tutto questo in soli cinque mesi, cinque mesi stupendi. Lei stessa non voleva nessun regalo.
“Stare sempre con te è il miglior regalo di sempre! Non voglio che spendi niente per me!” gli disse sorridendo. Lui rimase stupito, ma dopo comprese e continuò a pensare che fosse una ragazza fantastica. Comprendetela lei agisce da ragazza innamorata e lo era parecchio. Una sua relazione non era mai arrivata a cinque mesi e adesso aveva paura di perdere tutto. In quell’istante si sentiva come se fosse un castello di carte che da un momento all’altro si sarebbe disintegrato per una folata di vento. A causa di Gerard non voleva perdere quel ragazzo stupendo, non voleva. Uno strano odore proveniente dal forno la fece preoccupare subito e appena lo aprì una grande nuvola nera l’avvolse. La torta che aveva tentato di preparare si era bruciata. Con l’aiuto di una tovaglia prese la teglia e la mise sul tavolo. Non le piaceva cucinare ma provare qualcosa di diverso non guastava mai. Questa frase tranello sembra adattarsi perfettamente alla sua situazione ma non illudetevi, lei amava solo Frank. Quest’ultimo in quel momento arrivò in cucina e la guardò in modo perplesso.
<< Tu hai preparato quella cosa? >> domandò indicandola.
<< E’ una torta al cioccolato, Frank. Una torta… vuoi che ti faccia lo spelling? >> rispose in modo acido. Lui si avvicinò e si sedette su uno sgabello.
<< Mi piace il cioccolato! Ne voglio un pezzo! >>.
Lei prese un coltello e ne tagliò un piccolissimo pezzo degustandolo. L’espressione di disgusto faceva capire tutto. Non aveva mai cucinato, non era brava.
<< E’ una schifezza… ti conviene non mangiarla… >>.
<< Negli altri giorni con te avrei mangiato cose sane?! >> disse ridendo. Levò il coltello dalle mani della ragazza e lo affondò nella torta, tagliandone un pezzo. Il colore però era buono ma per lei il gusto diceva tutt’altro. Ne addentò un pezzo e iniziò a masticare.
<< Frank puoi dire la verità, non mi offendo. Fa schifo dai… >>.
<< No… >> scosse la testa e addentò un altro morso << …è un tantino bruciata ma si sente il sapore del cioccolato! Mi piace appena finisce perché non ne prepari un’altra? >> continuò con la bocca piena. Non stava scherzando, diceva la verità.
“Quanto ragazzo è straordinario… mangia pure le schifezze che cucino…” pensò lei sorridendo.
<< Sei strana in questi giorni… >>.
<< Strana?! Da cosa lo deduci? >> domandò indifferente.
<< Non lo so… pensierosa poi non esci da una settimana. E’ successo qualcosa, vero? >>.
<< Che vuoi che succeda nella mia monotona vita e poi… non ti hanno insegnato che non si parla con la bocca piena? >> disse con aria snob.
<< A te non hanno insegnato che mentire è da vigliacchi? >>.
<< Non ho mentito! Sto bene, fidati… >> rispose a braccia conserte. Lui finì di mangiare e con un fazzoletto si pulì la bocca, dopo si alzò e abbracciò da dietro la sua ragazza in modo possessivo << Che cos’è questo zucchero all’improvviso? >> continuò lasciandosi abbracciare e piegando la testa indietro.
<< Mi piaci ancora di più quando hai quell’aria odiosamente altezzosa… >> le sussurrò all’orecchio << …sicura che non c’è niente che devi dirmi? >>.
<< No, tranquillo e poi devi prepararti per stasera! >>.
Lui alzò gli occhi al cielo e sospirò poggiando il suo mento nell’incavo e di proposito iniziò a strusciare le sue labbra contro il suo collo. Jaina chiuse gli occhi sentendosi completamente impotente e cercando di non svenire per i continui brividi. Lui conosceva bene il suo punto debole per questo si comportava sempre da “vampiro” con la sola differenza che non la mordeva. Sentire a sé le sue forti braccine da nanetto e il suo respiro sul collo la facevano star bene, lui era la sua personale calamita difficile da staccarsi anche perché lei aveva paura di perderlo. Trovare un ragazzo come lui era un caso rarissimo, se lo avesse perso sicuramente ne avrebbe sofferto moltissimo.
<< Preferirei passare una serata con te piuttosto che suonare a un concerto… >>. Nessuno si sarebbe aspettato una frase del genere in particolare lei. Frank amava suonare, strimpellare Pansy lo faceva sempre sentire meglio e stavolta sembrava che lei fosse più importante.
Stavolta Frank Iero aveva considerato più importante la sua ragazza di un concerto oltre che di Pansy. Era davvero innamorato.
<< Devi per forza è il primo concerto che fate dopo il ritorno dal tour e poi l’ultimo video è piaciuto tantissimo! >>.
<< Sul serio? >>.
<< Sì, la parte toccante è stata quando Mikey moriva… povero nerd amante degli unicorni… >>.
Lui ridacchiò. Quella strana risata metteva Jaina sempre di buon umore. << Anch’io lo prendo in giro in quel modo… siamo proprio uguali… >>.
Lei sorrise e gli posò un tenero bacio sulle labbra, per poi guardarlo negli occhi. << …sì ma io non ho cinque neuroni! >>.
<< Quando la smetterai con questa storia? >>.
<< E’ vero, scusa. Siccome reputi buona quella torta orribile che ho cucinato, dirò che hai sette neuroni! >>.
<< Dovrebbe essere un complimento? >>.
<< E’ un grande privilegio, fidati… >>.
Se lei avesse saputo che quel castello di carte stava per cadere, sicuramente non gli avrebbe concesso solamente quel bacio. Di sicuro sarebbe stato più passionale e non semplice, non poteva immaginare che quello sarebbe stato il loro ultimo bacio.
 
 
 

**
 
 
 

Ignorare: Non prendere in considerazione qualcuno-qualcosa.
Fingere di non conoscere.

 

Jaina aveva messo in atto tutto quello che avete letto sopra ed era orribile. Se riguardava ignorare Gerard, era la peggior sensazione del mondo ma non sapeva seriamente cosa fare. In questi casi si riteneva fortunata ad avere un’amica come Lynz. Di sicuro non saprebbe come affrontare la vita senza di lei, commetterebbe tantissime cretinate senza riflettere bene. Una ragazza di diciannove anni dovrebbe essere abbastanza responsabile, penserete voi. Lei era diversa, sembrava stesse affrontando uno di quei tantissimi drammi adolescenziali dove non vedeva vie di fuga. Fortunatamente il futuro cambia sempre le persone, anche lei.
<< Jaina, scusami se adesso ti sembrerò sciocca e infantile ma… te l’avevo detto! te l’avevo detto! te l’avevo detto! te l’avevo detto! te l’avevo detto! >> con una voce infantile e una smorfia sul viso, Lynz sembrava si stesse prendendo burla di lei ed effettivamente, per quanto la situazione fosse complicata, quella frase rendeva tutto più difficile.
<< Grazie Lynz. Mi sei davvero di grande aiuto… >> rispose demoralizzata. Le ore erano passate velocemente che era già sera e il buio pesto dilagava intorno a loro. Si trovavano vicino ai cancelli da dove si erano arrampicate per vedere meglio il concerto. Sicuramente una vista migliore di quelle dell’ultima fila. Stavolta i ragazzi si stavano esibendo davanti ad un pubblico sempre più grande. Il loro nome e la loro storia si stavano espandendo, ogni giorno diventavano sempre più famosi.
<< Finalmente si è dimostrato diretto e ti ha baciato per fartelo capire meglio! Posso confermare che è riuscito nel suo intento… >>.
<< Tu eri con me, hai visto che per tutto il tempo che sono stata sul furgone, l’ho ignorato. Lui conosce tutto di me, è stato come ignorare me stessa… >>.
<< Devo supporre che l’hai detto a Frank, vero? >>. Il suo sguardo spaventato le fece capire tutto. << Sei veramente una stupida! >> disse dandole uno scappellotto << Non ne hai parlato subito! Si sentirà preso in giro! >>.
<< Non ho avuto il coraggio e poi non so cosa devo fare con… >> si fermò non appena sentì una canzone. La ricordava bene e la sua mente stava cercando di fare un collegamento.


“Well if you wanted honesty, that's all you had to say.
I never want to let you down or have you go, it's better off this way.
For all the dirty looks, the photographs your boyfriend took,
Remember when you broke your foot from jumping out the second floor?”


Appena il suo cervello trasse la giusta conclusione, un’espressione di orrore e spavento le colorì il viso. Sì, aveva capito che quella canzone le riguardava. Piano piano capiva quanto fosse stata stupida e cieca.
<< Stai bene? >> domandò preoccupata l’amica.
<< Sì… dovrei parlare con lui vero? >>.
<< Con Gerard? Sì, prima chiarisci e meglio sarà per tutti… >>.
Le due ripresero a guardare il concerto quando qualcosa di veramente insolito accadde. All’inizio entrambe furono perplesse e stranite, dopo videro anche la gente scaldarsi che non conoscente di niente, incitava a fare di più.
<< Aspetta ma… si stanno prendendo a botte? Oh guarda com’è agile Frank! Riesce a dare pugni e schivare quelli di Gerard però… non sempre… >> commentò Lynz sconvolta.
Jaina non poteva credere a quello che vedeva. Gerard e Frank rotolavano sul pavimento intenti a scambiarsi dolorosi pugni e calci. Gli altri ragazzi li divisero e li portarono subito dietro il palco, ovviamente le due ragazze scesero in fretta dal cancello e si precipitarono lì per capire cosa stesse succedendo. Non fu assolutamente un bello spettacolo vedere Frank col naso e la bocca sanguinante tenuto dalle braccia da Bob e Gerard con due tagli sotto l’occhio tenuto invece da Ray. Entrambi erano parecchio agitati, volevano riempirsi di botte l’un l’altro ma ricordate.
Vogliono la stessa cosa, sono dei rivali quindi si odiano e posso assicurarvi che si odieranno anche per molto tempo.
<< Tu non la meriti nano impertinente! >> disse Gerard cercando di liberarsi per dargli un altro pugno.
<< Dovrebbe meritarla un depresso emo che pensa sempre a bere, come te? >> rispose con tono Frank, cercando anche lui di liberarsi per dargli un altro calcio.
Avete presente il “casino” di cui vi avevo menzionato tempo fa? Era questo. Jaina appena arrivò lì e si mise in mezzo sembrò calmare i due, solamente apparenza.
<< Che cazzo vi è preso ad entrambi? Fare a botte su un palco con decine di persone venute a posta per voi! >>. Lei era la più agitata di tutti.
<< Ha iniziato lui! >> urlò il chitarrista indicandolo << Mi ha spinto facendomi cadere mentre suonavo, dillo che l’hai fatto di proposito! >>.
<< Jaina, non crederai a quell’idiota spero! >> rispose il cantante cercando di difendersi.
<< Gerard sei veramente uno stronzo! Perché non dici la verità e ammetti che le hai mentito per tutto questo tempo? Sai bene a che mi riferisco… >>. Lei non capiva, stava succedendo tutto troppo in fretta. Mentire? Su chi e cosa? Perché? << …scommetto che non le hai mai detto che bevi e certe serate ti riducevi veramente male che dovevamo sempre rimandare le prove! >> continuò con tono accusatorio. Rinfacciare tutte quelle cosa davanti a Jaina era di certo una buona tattica.
<< Tutto questo è ridicolo… >> si limitò a rispondere ridendo.
<< E’ la verità? >> domandò Jaina guardandolo negli occhi in modo freddo. Stavolta dal suo sguardo lui capì che era seria e sembrava fosse con le spalle al muro, ma lui non si arrende facilmente.
<< Credi veramente in lui invece che al tuo migliore amico? E’ solo un bugiardo! >>.
<< Qui il bugiardo sei sempre stato tu! Odio quando toccano le mie cose, non l’ho mai sopportato fin da quando ero piccolo! >> protestò Frank << Ti piace Jaina, scommetto che ti è sempre piaciuta e adesso che sta con me ti comporti da stronzo geloso! >>.
<< Questo non è affatto vero, io… >>.
<< …sì invece! >> lo interruppe Jaina << …mi hai perfino baciata, quando lo ammetterai finalmente?! >>. Quel dettaglio poteva anche risparmiarselo giacché Frank rimase scioccato.
<< Lui… cosa? Ti ha… baciato?! Quando, dove? Perché non me l’hai detto? >>.
<< Non volevo di nuovo litigare, avevamo fatto pace da poco! >>.
Lui dal canto suo si sentiva esattamente come pensava Lynz, preso in giro dalla ragazza che amava. Sospirò e senza guardarla in faccia si staccò da Bob e decise di allontanarsi. Stessa cosa fece Gerard, ma dalla parte opposta. Jaina non sapeva da che parte andare, destra o sinistra? Frank o Gerard? Ecco, io non vorrei essere nella sua situazione. Pensò diversi minuti a pensare e scelse la sinistra, ovviamente scelse il nanetto. Lo ritrovò dietro il furgone con una sigaretta tra le mani che camminava nervosamente. Era parecchio arrabbiato, di sicuro se avesse avuto davanti uno di quei bulletti che alle superiori lo pestavano, lo avrebbe ridotto male molto male. Jaina lo capì e si avvicinò lentamente.
<< Perché non me l’hai detto? Mi hai preso in giro, mentire è da vigliacchi! Te l’ho detto pure questa mattina! >> disse alzando la voce.
<< Non… volevo litigare… >>.
<< Comunque ci sei riuscita e poi spiegami come posso stare in una band dove a quel tizio piace la mia fidanzata! >>.
<< Mi stai dicendo che lascerai la band? >> domandò lei ancora più sconvolta. Troppe cose stavano succedendo quella sera.
<< Non lo so, forse… >> disse guardandola, aveva provato ma distolse subito lo sguardo << …meglio che non ti vedo più. Combini guai, mi hai sempre portato casini fin dal giorno che ti ho conosciuta! >> e stava per salire dentro il furgone quando la ragazza lo fermò.
<< Tu… tu mi stai lasciando? >>.
<< Sai, probabilmente quei due neuroni che ti ritrovi hanno collaborato! >> e salì dentro, lasciandola in tredici.  
Il castello di carte era crollato, la bomba era esplosa, il bicchiere a bordo del tavolo era caduto per terra, un fulmine era caduto su un albero insomma, pensate quello che volete ma quello che successe fece rimanere Jaina in un vero e proprio stato di shock. Proprio in quel momento realizzava che la sua più grande paura si era avverata. La sua vista diventò sfuocata e iniziò a tremare. Ritornò indietro quando vide tutti gli altri parlare di quello che era successo.
<< Dov’è Gerard? >> domandò cercando di trattenersi.
<< Io non credo che dovresti vederlo… >> rispose Mikey.
<< Voglio solamente parlare con lui… non lo voglio uccidere, per mia sfortuna non ho armi… >>.
<< Dietro il palco, voleva rimanere da solo… >> le disse Lynz.
Jaina furiosa e triste andò dove le indicarono e arrivata lì capì che Frank aveva ragione. Non era lui che le aveva mentito. Seduto per terra, poggiato al pannello del palco con in mano una bottiglia di Vodka si trovava un Gerard Way depresso e pieno di sensi di colpa. Lei si avvicinò rimanendo a bocca aperta, letteralmente. La sua vista sembra offuscarsi di continuo, senti anche una lacrima rigarle il viso.
<< Spero sarai contento. Complimenti, il tuo piano per farmi lasciare con Frank ha funzionato… lui non vuole più vedermi. Ti è piaciuto molto mentirmi, mi fai schifo… >>. Gli voltò le spalle pronta ad allontanarsi ma lui si alzò di scatto e la fermò, facendola cadere per terra. Si mise sopra di lei, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
<< Come dovevo fartelo capire, me lo spieghi?! Cazzo Jaina io ti amo! Io ti ho sempre amato! Ho cercato di dimenticarti con Eliza ma non è servito per questo lei mi ha lasciato! Sono sempre stato innamorato di te e ogni volta che ti vedevo con Frank mi sentivo morire, nel vero senso della parola! Ero geloso marcio perché non sopportavo l’idea che lui fosse il tuo ragazzo, ho sempre odiato che qualcun altro all’infuori di me lo fosse! Perché, diamine, voglio essere io il tuo ragazzo! Io ti amo maledizione! Non mi è mai piaciuta nessun’altra, solamente tu! Perché io ti amo dannazione! >> le urlò con uno sguardo da psicopatico. Era sbronzo, sicuramente non le avrebbe detto tutte quelle cose da sobrio. Lei lo spinse più avanti e si alzò.
<< Tu mi hai detto che non mi avresti mai mentito e l’hai fatto! Odio la gente che beve per dimenticare i problemi, lo sai bene! Scommetto che tieni altre di quelle bottiglie in camera tua! >> disse ricordando lo strano rumore che sentì in camera sua, delle bottiglie di vetro che sbattevano. << E poi… cos’è quella cosa bianca che hai tra le dita? >>. L’ottusità di Jaina era scomparsa del tutto, forse il fatto che fosse arrabbiata la rendeva più lucida. << Non dirmi che è quello che penso! >> esclamò spaventata indicandolo. << Come puoi cadere così in basso? >>.
<< E’ solamente dello zucchero! >>.
<< Zucchero al sapore di droga vero? Mi menti fino alla fine… non voglio vederti mai più… >>.
<< No! >> urlò aggrappandosi alla sua gamba << Non andartene! Sai bene che io non posso vivere senza di te! Non lo fare ti prego! >>.
<< Vaffanculo! >> e dandogli un calcio sul petto si allontanò in lacrime.
Ormai sentiva le lacrime cadere in continuazione senza un’interruzione. I suoi passi la portarono dall’altra parte del palco completamente isolata dove si sedette per terra, esausta. Con le ginocchia al petto, la fronte sopra le ginocchia e le mani tra i capelli voleva morire. Se prima era un pensiero adesso era un volere costante. Sentiva che la sua vita era andata in mille pezzettini difficili da rimettere a posto. Quelle dannate lacrime non smettevano di scendere, cominciò addirittura a singhiozzare rendendosi conto che stavolta era sola. In questi momenti c’era sempre Gerard con lei, adesso no. Perché a volte la vita deve comportarsi da puttana? Oppure era lei che si meritava quella lezione perché aveva fatto soffrire il povero Gerard? Immagini, tante immagini passavano nella sua mente come un treno ad alta velocità, facendole ricordare tutto, capendo sempre di più. I ricordi con Frank facevano peggiorare tutto. Dal suo udito capì che delle persone si stavano avvicinando così alzò la testa e vide Lynz con Mikey, Ray e Bob. Anche loro sembravano esausti.
<< Hai parlato con Gerard? >> le domandò Lynz.
<< No, basta! Non voglio più sentire quel nome! >> sbottò alzandosi << Ascoltate bene, per me quella persona è MORTA! Non mi ha detto che beveva, che si drogava, che gli piacevo e quindi mi ha fatto lasciare con Frank. Può andare benissimo all’inferno, non mi interessa più niente! Può benissimo CREPARE, non mi interessa più niente di quel coglione sono stata abbastanza chiara?! Lynz, posso stare da te stanotte? >>.
<< Sì, dobbiamo fare una bella chiacchierata. La seduta per te sarà gratis! >> la prese per un braccio e si diressero alla sua macchina.
Camminando Mikey, Ray e Bob videro Gerard sdraiato sul prato con le mani in sul viso, voleva dimenticare quello che aveva visto ma soprattutto quello che aveva sentito.
<< Per lei sono morto, vero? Per lei posso crepare, vero? >> parlava tra sé, sentendo umide le sue mani. Quelle erano lacrime. 
 

*Il PaintBall è uno sport il cui scopo è eliminare l'avversario colpendolo con delle palline di vernice vivacemente colorata, sparate mediante appositi strumenti ad aria compressa ma loro avevano solamente delle pistole ad acqua #lol

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Capitolo 30
*** -Cap.30. When you get back I'll be off to find another way. ***


The words that you whispered
For just us to know
You told me you loved me
So why did you go… away…

…Away

 

Quella notte sembrava intensa, la più lunga di sempre. Non aveva sonno, i suoi occhi erano rimasti tutto il tempo persi nel vuoto dell’oscurità con quelle lacrime che cadevano tranquillamente, senza disturbo. Smise di singhiozzare solamente verso le due di notte, dopo preferì stringere forte il suo cuscino e torturarsi per tutto il tempo il labbro inferiore. Voleva due spilli conficcati negli occhi, voleva sanguinare e dimenticare quello che aveva visto.
Dimenticare quegli occhi castani tendenti al verde che la guardavano pieni di vergona, disprezzo e rabbia. Perché quel suo sguardo, rimarrà difficile da dimenticare. Per quanto il tempo possa servire, rimarrà ancora impresso nella sua mente.
Lei pensava in quel modo.
Proprio in quel momento era sola. Lynz teneva due stanze da letto, dimenticate che avesse una grande casa? Strinse forte la coperta notando la crudele realtà che lui non fosse lì. Quante volte si era addormentata di mezzo lato e al suo risveglio trovava sempre un suo braccio intorno al petto, con un leggero respiro dietro il collo. Anche a lui piaceva trattarla come un peluche quando dormiva. Lei alle volte si stringeva, altre invece si girava lentamente e lo guardava dormire. Quanto era buffo con quelle strane espressioni, si tratteneva sempre dal ridere. Ed era ancora più bello. Ricordò di una volta che lo trovò con la bocca semi aperta e nel momento stesso in cui la chiuse con un bacio, lui avvertì quel contatto non lasciandosi sfuggire quel momento. Aprì gli occhi e sorrise.: “Amo questo risveglio e chi mi ha svegliato in questo modo…” disse lui accarezzandole il viso con un sorriso. Quel sorriso che dentro riusciva a scioglierla e che inseguito baciò. Baciare quelle soffici e carnose labbra e giocare con la sua lingua le mandavano in tilt il cervello, era di sicuro la miglior sensazione del mondo, sopra tutte quelle che aveva mai provato. Quelle che risultavano ancora più provocanti bucate da quel piercing. Divertente per lei da prendere a morsi ma un po’ doloroso per lui. Come si dice, per un amore mille pene!
Per lei il paradiso era quello: stare in quel letto abbracciata con lui, sentire la sua bella voce, inebriarsi col suo profumo, lenti e passionali baci che il più delle volte la lasciavano senza fiato, sorrisi, sguardi intensi e chiacchierate del più e del meno.
Quei ricordi furono come una coltellata al cuore. Dolorosa e sanguinante. Si toccò il petto e si girò dall’altro lato immaginandolo accanto. Allungò la mano cercando di toccare quella ciocca nera sugli occhi, quel viso dai tratti delicati ma niente. La mano toccò solamente il cuscino.
Lui non era accanto a lei, stava solo vivendo di ricordi, dolorosi ricordi. Ed ecco ancora altre lacrime che cadevano, bagnando quel cuscino bianco. Ormai l’aveva perso e non poteva fare a meno di piangere, anche solo per sfogarsi. Molta altra gente si sfogava in altri modi, lei piangeva. In questi casi si direbbe: “Dimenticalo! Ne troverai un altro!”.
No, impossibile. Lui non era come tutti gli altri, lui era diverso. A lui piaceva in quel modo, non aveva mai preteso niente, non aveva tentato di cambiarla. Gli piacevano i suoi insulti, il suo dolce sorriso, i suoi occhi azzurri tanto da fissarli di continuo e ripeterle molti complimenti, i suoi lisci capelli neri. Lui la amava e adesso tutto era finito. Sembrava quasi un film che al finale aveva lasciato gli spettatori sorpresi e amareggiati. Realizzò in quel momento quanto fosse orribile sentire la mancanza di una persona, proprio lei che non aveva mai avuto nessuno al suo fianco a parte Gerard. D’un tratto avvertì qualcosa, un ticchettio continuo verso la finestra. Jaina alzò lo sguardo e vide che quel ticchettio era diventato più forte, stava piovendo. Il fatto che si aggiunsero anche tuoni e lampi fece peggiorare tutto. Nel giro di pochi minuti si stava scatenando una temporale e la ragazza impaurita mise la sua testa sotto il cuscino cercando di pensare a una soluzione. Cazzo, il suo cellulare non ricordava dov’era quindi niente musica. Avrebbe venduto la sua anima al diavolo per averlo lì in quel momento, per stare tra le sue braccia ed essere tranquillizzata dai suoi baci e carezze. Voleva tanto possedere il potere della materializzazione, così da levarlo dalla sua mente e averlo lì davanti a lei. Aveva visto troppi film fantasy, lo dimostrava il fatto che da bambina voleva a tutti i costi il potere della telecinesi. Quel temporale non voleva finire e lei, sotto quel cuscino, si chiedeva se per caso stesse pensando a lei.
“Chissà se questo temporale gli ricorda me, e la mia paura soprattutto dei tuoni… chissà se starà pensando a me…”.

 

 

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If we loved again I swear I'd love you right.
I'd go back in time and change it but I can't.

Mattino, finalmente.
Sentì qualcuno bussare per poi entrare. Si trattava di Lynz con una tazza di caffè bollente tra le mani, si sedette sul letto e posò la tazza sul comodino. La guardò e la vide con lo sguardo fissato al soffitto. Sul viso era sporca di nero, il mascara che il giorno prima aveva ripassato tante volte sulle ciglia. Quei suoi occhi azzurri invece risaltavano molto, contornati dal rosso fuoco presente su tutta la sclera. Erano ancora umidi, forse aveva smesso di piangere da qualche minuto. Le porse un fazzoletto che Jaina prese e strinse con una mano.
<< Adesso hai voglia di parlare? >>. Sapeva che era una domanda stupida, ma la sera precedente le disse che voleva stare da sola a piangere e sfogarsi. Lei capì perfettamente, anche lei aveva provato le sue stesse emozioni quando ruppe col suo ex.
<< Io… mi dispiace di averti sporcato il cuscino… >> si limitò solamente a dire quello. Aveva un gran mal di testa e molto sonno. I ricordi non facevano dormire per niente.
<< Tranquilla. Come ti senti adesso? >>.
<< Io… non lo so… >>.
<< In che senso, non lo sai? >>.
<< Io sono una stupida… cretina. Non mi sono mai accorta di niente e questo è… terribile… pazzesco… anche un po’ raccapricciante non credi? >> domandò alzandosi e sedendosi di mezzo lato, accanto a lei. << Sono stata una brava signora del dolore… >>.
<< Finalmente l’hai capito! Addio ottusità! >>.
<< Lui mi amava da… sempre. Nonostante il mio pessimo carattere lui mi aveva sempre amato, mi ha detto che non sopportava l’idea che Frank stesse con me, ma non solo lui anche un altro… perché lui mi amava veramente. Da come me lo disse sembrava che l’avesse tenuto dentro da molto tempo, dovette dichiararsi ubriaco e drogato che oscenità… >>.
<< Drogato?! >> Lynz sobbalzò, di sicuro questa non se l’aspettava. << Sei davvero sicura che lo fosse? >> continuò sconvolta.
<< Sì, lo conosco bene. Era una difficile situazione e lui si comporta sempre da cazzone in questi casi. Beveva e sicuramente aveva sniffato qualcosa… mi ha mentito per tutto questo tempo, mi fa solamente schifo… >>.
<< Con Frank è andato tutto a puttane, vero? >>.
<< Totalmente… >> mormorò poggiando la tazza sul comodino e affondando le sue dita tra i capelli. << … non vuol più vedermi. Si è sentito preso in giro, lo capisco… >>.
Proprio in quel momento il cellulare di Lynz squillò. Stranita la ragazza rispose e sentì un Mikey Way più sconvolto e agitato del normale. Le disse che era successo qualcosa di terribile e che loro ma soprattutto Jaina dovevano venire all’ospedale.
<< Chi era al telefono? >> domandò Jaina vedendo l’espressione spaventata dell’amica riattaccare. Lei sospirò, sapeva già la sua reazione se le avesse spiegato da situazione. << Allora?! >>.
<< Era Mikey. Gerard stanotte ha tentato due volte di uccidersi… la prima con un mix di droga e alcool, la seconda tagliandosi le vene con un rasoio. Adesso è in ospedale e mi ha chiesto di andarci… >>. L’espressione di Jaina fu tra la paura e il disgusto ma proprio in quel momento realizzò una cosa.
<< Ora capisco cosa voleva dire quel “non posso vivere senza di te….” >> mormorò con lo sguardo basso. Che brava signora del dolore che era. << Non voglio vederlo... >>.
<< Non puoi abbandonarlo! Queste persone si aiutano, non si mandavo a fanculo! >> sbottò lei. Jaina non era una persona cattiva, non lo era mai stato e in cuor suo sapeva che aveva ragione, ma dopo quello che aveva fatto non l’avrebbe perdonato facilmente.
<< Lynz io lo odio! Non vedi quanto sto soffrendo per colpa sua?! >>. Lei alzò gli occhi al cielo e sospiro, schiarendosi la gola.
<< Io conosco perfettamente quello che stai passando. Ti senti il cuore a pezzi e piangere è il tuo unico mezzo di sfogo… >> disse con lo sguardo basso. Era anche il suo mezzo di sfogo, una cosa in comune. << …però non si può essere tristi e depressi per sempre! La Terra gira ancora e il sole sorge ogni mattina. Jaina, quando ti ho conosciuta, ho subito pensato che eri una ragazzina sciocca e ammetto che provavo dell’invidia. Sì, perché tu sembrava avessi trovato la persona perfetta ed io no. A me piaceva, o piace adesso sono più confusa con questa situazione, un ragazzo totalmente preso da un’altra ragazza e… anch’io sporcavo quel cuscino di mascara… >>.
<< A te piace Gerard vero? >>. Lei la guardò negli occhi con sguardo sorpreso, non le sembrava di parlare con la vera Jaina. Adesso la persona che aveva davanti era così sveglia e perspicace. Tutto quel casino le aveva aperto gli occhi, e di molto. Si limitò solamente a sorridere imbarazzata e un po’ di colorito apparve sulle sue guance. << Mmmh… ho fatto soffrire anche te, è pazzesco… >> disse con una risatina nervosa.
<< Il punto centrale della situazione è questo. Tu devi essere una ragazza forte, non lasciare che la storia con Frank cambi totalmente il tuo futuro. Devi essere forte, saperti rialzare e continuare ad andare avanti! >> esclamò mettendole una mano sulla spalla, ma lei scosse la testa. Ecco di nuovo il suo pessimismo, un’altra rovina della sua vita. Essere pessimisti porta altri guai e lei lo sapeva bene. Quell’ostinata caratteristica però non l’aveva abbandonata perché l’ottimismo non faceva per lei. Non lo era mai stato figuriamoci in un momento simile.
<< Non sono mai stata forte… Gerard lo sapeva bene. Se fuori posso dare questa impressione dentro è diverso… è orribile… >>.
<< Il tuo è solamente stupido orgoglio, e ti dico che non porta nulla di buono. Se la situazione fosse capovolta, secondo me Gerard verrebbe da te… per vederti e per chiederti scusa… >>.
<< Devo chiedere scusa a molte persone e… Dio, è così umiliante… >>.
<< Chiedere scusa il più delle volte è segno di maturità. L’umiltà è qualcosa che nei giorni nostri nemmeno si conosce più perché tutti vogliono avere ragione. Tu potresti fare la differenza, sai? >>.
La differenza, già.
Lei è sempre stata la differenza. Qualcosa di diverso dagli altri, sempre disprezzata per questo motivo, ma ormai era abituata. La sua mente la portò a realizzare qualcosa di geniale, qualcosa che le sarebbe servito in futuro e anche che Lynz aveva ragione, ancora. Doveva rialzarsi e andare avanti, reagire e pensare al futuro. Un futuro totalmente diverso da quello che tutti si aspettavano.
<< Sì, anche questa volta hai ragione. Andiamo in quel dannato ospedale… >> disse alzandosi. << …e scusa Lynz… >>.
<< Sono contenta che hai capito, apprezzo le tue scuse. Sarà meglio che ti dai una sistemata e dopo usciamo! >> con un sorriso uscì dalla stanza e Jaina andò in bagno dove si specchiò. Era orribile, peggio di un mostro di un film horror. Lavò la sua faccia con tanta acqua e sapone e appena si asciugò, decise di mettere in atto il suo piano il giorno stesso. Si toccò i jeans e non trovò il suo cellulare. Cercò nella sua tracolla ma ancora niente. Entrò nel panico maledicendosi tanto e sperando che l’avesse Lynz, ma quando scese e chiese, lei contrò anche nella sua borsa però niente. Il suo cellulare era la cosa più preziosa che avesse, lo considerava una specie di lettore Mp3. Lo usava solamente per ascoltare musica e raramente per chiamate o messaggi. Uscirono si diressero alla macchina e nessuna delle due parlò, o meglio, non era necessario. Lynz sperava che veramente la sua amica avesse capito ma quest’ultima aveva in mente tutt’altro.
Arrivate lì posteggiarono e davanti l’ingresso trovarono Bob che si guardava intorno, sicuramente le stava aspettando. Quando si diressero verso di lui non disse nulla, si limitò a farle strada e giunte a quella porta, dove oltre si trovava Gerard, le guardò preoccupato. Guardò Jaina, preoccupato.
<< Sai, non è stato bello vederlo con un taglio sul polso. Spero lo farai ragionare e non tenta più di ammazzarsi! >> disse nervoso. Jaina spostò lo sguardo e notò che Mikey e Ray erano seduti per terra vicino la stanza. Nei loro volti poteva capire perfettamente che non avevano dormito, come lei. Guardò a destra e sinistra ma niente, Frank non c’era.
<< Se cerchi chi penso io, non lo vediamo da ieri sera. Finito il concerto non l’abbiamo trovato nel furgone, spero che pure lui non abbia commesso qualche cazzata… >> intervenne Mikey. Jaina era sicura che non l’avesse fatto, lui non era come Gerard. Sicuramente sarà stato in giro per tutta la notte a pensare, a farsi una camminata. Lei la pensava in quel modo.
<< Sarà meglio che vado per prima io… >> disse Jaina << …prima lo faccio, meglio sarà… >>. Afferrò la maniglia di quella porta e prima di aprirla sospirò diverse volte, alla decima aprì lentamente ed entrò.
Odiava scusarsi, ricordate? Però in quel momento le scuse facevano parte del suo piano, così dopo non avrebbe avuto rimorsi e aveva fatto il suo dovere. Alla vista di quel taglio sul polso le vennero i brividi. Era veramente caduto così in basso? Sì, perché l’amore non è sempre rose e fiori, l’amore è malefico, una versione della perversione che è solo per la gente fortunata. Su quel letto sembrava stesse a proprio agio, e chi non lo sarebbe in un ospedale?  Infermieri che ti cambiano le lenzuola, ti portano il cibo insomma, gente che si cura di te. La cosa più spiacevole per lui era sicuramente quell’ago conficcato nell’altro polso, dove trasportava qualcosa… forse un tranquillante o medicinali. Forse aveva fallito con quel mix di droga e alcool e si sentiva stordito, magari quel liquido che gli arrivava in vena lo stava aiutando. Lei non si intendeva di queste cose. Appena lui girò la testa e la guardò, sbiancò subito. Si sentiva così umiliato, si era comportato da stronzo con lei, non sapeva nemmeno cosa dire. Non si aspettava una simile visita visto che lei non voleva più vederlo. Regnò il silenzio per qualche minuto, lei con le braccia conserte poggiata al muro, lui sdraiato su quel letto guardando altrove. Non era per niente una bella situazione.
<< Ieri hai detto che per te ero morto, perché sei venuta? >> domandò lui rompendo quell’odioso silenzio.
<< Io mi contraddico sempre, lo sai bene… >>.
<< E’ vero… >> riprese lui sospirando. << …io… io… non mi sono comportato bene con te… mi sento uno schifo. Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto… non meritavi quel trattamento, mi dispiace di averti mentito, mi dispiace per Frank e… mi dispiace per tutto… >>. Lei poté capire che si stava trattenendo dal piangere, lo capì dal tono della sua voce. Vi confesso che in quello stato faceva un po’ pena.
<< No. Sono io a dirti scusa… io non ho mai capito… ti ho fatto solamente soffrire ma non temere, non lo farò più… >>.
Lui la guardò perplesso, non riuscendo questa volta a capirla. Dopo tutto quello che era successo, sembrava che la sua “empatia” fosse svanita. << Che vuoi dire? >>.
<< All’inizio mi hai detto che non volevi casini ed io ne ho combinati troppi. Non voglio fare altri danni, ne ho già fatti parecchi. Il disco, il gruppo e tutto il resto vanno alla grande e sono convinta che in futuro sarete ancora più famosi, ma per far sì che accada questo io devo farmi da parte. Devo andarmene… >>. La sua voce era ferma e la sua espressione seria, fin troppo seria. Riteneva giusta quella decisione, non voleva altri problemi.
<< Lascerai il tuo lavoro da manager?! >> domandò ancora incredulo, sconvolto.
<< Lascio la città, la questione è diversa… >>. Doveva andare via.
Scommetto che nessuno si sarebbe aspettato un’idea del genere. Era da tremendi egoisti, ammettiamolo. Dopo quello il casino di cui era la responsabile, decide di andarsene e lasciare tutto com’era. Gerard per primo rimase colpito da quella frase, che sembrava una decisione sofferta. In effetti, per Jaina pareva l’unica soluzione.
<< Lynz ha ragione. Non posso stare sempre triste e depressa, ho bisogno di dimenticarti… di dimenticare soprattutto Frank… di dimenticare i My Chemical Romance e… >> disse non distogliendo lo sguardo dal pavimento fatto di mattonelle bianche. Non riusciva a guardarlo negli occhi, se lo faceva ricordava la sua dichiarazione da mezzo drogato e ubriaco. Ma adesso stava per dire una frase che lei reputava importante, così raccolse tutte le sue forze e guardò fisso quegli occhi verdi << …non provare assolutamente a cercarmi… >>.
Per Gerard quello sguardo freddo fu peggio di quell’ago attaccato al suo polso. Quella frase veniva da un cuore deluso, un cuore che aveva sofferto molto, un cuore ridotto in mille pezzi… come un vetro rotto. Quegli occhi ormai non lo guardavano più come prima, pieni di entusiasmo e gioia, lo schifavano e lui lo capiva perfettamente. Quello sguardo per lui sembrava il suo colpo di grazia e ne sentiva le conseguenze: tristezza e rabbia.
<< …non voglio più vederti… Gerard io… ti odio… e non scherzavo sul fatto che per me sei morto o puoi andare all’inferno, lo pensavo sul serio e lo penso tuttora. Se veramente mi amavi, non dovevi metterti in mezzo facendomi lasciare con l’unico ragazzo che ho veramente amato in tutta la mia vita, che mi ricambiava. Sarà dura dimenticarlo ma devo provarci… >>. In quei minuti l’aveva spiazzato più volte, non riuscendo a formulare una frase ma se ci riusciva sicuramente non sarebbe cambiato niente. Stava in silenzio, capendo che meritava tutto quell’odio nei suoi confronti. << …spero tanto che il gruppo andrà avanti, mi piace la tua musica… lo sai bene… >> disse voltandosi e uscendo da quella stanza.
Quello era un addio e non uno di quelli che si vede nei film. Un addio dolce per quel complimento sulla musica, ma con un retrogusto amaro sul fatto che lo odiasse. Tutti la guardarono curiosi, volevano sapere cosa gli aveva detto.
<< Ragazzi, vi auguro tutta la fortuna di questo mondo perché a differenza di quell’idiota là dentro siete brave persone… >> disse fingendo un sorriso. Mikey si sentì malissimo, come se avesse un nodo alla gola. Il primo responsabile di tutto quel casino era in parte anche lui, ma non lo disse a Jaina. Non era un tipo coraggioso, preferiva tenersi tutto dentro e soffrire come suo fratello. Fuori erano diversi ma dentro molto simili.
<< Con questo cosa stai cercando di dire? >> domandò Lynz.
Jaina la abbracciò forte. Non voleva che quello fosse un abbraccio da addio, non dalla persona che l’aveva aiutata tantissimo e che l’aveva sempre sostenuta e mai abbandonata. Sapeva perfettamente che Lynz le sarebbe mancata moltissimo, tutti le sarebbero mancati in quel corridoio. Dopo si staccò.
<< Me ne vado. Ho bisogno di cambiare aria, città soprattutto… >>.
<< Cosa?! >> dissero tutti in coro. << Sei la nostra manager, non puoi farlo! >> aggiunse Ray.
<< Tranquilli. Conosco una persona che sicuramente mi sostituirà e che sarà più brava di me. Fidatemi di me, è la persona giusta… >>.
Jaina era sicura che lei avrebbe fatto una statua d’oro in suo onore, perché lei amava quella band ed esserne la manager era qualcosa di pazzesco. Salutò tutti a malincuore e arrivata a Mikey, per ultimo, lo abbracciò forte. Si era sempre comportata in modo orrendo soprattutto con lui, l’aveva sempre trattato male rifiutando sempre i suoi sentimenti e adesso era così dispiaciuta, piena di rancore.
<< Mikey mi dispiace… sei la terza persona cui oggi do le mie scuse, non so se le accetterai visto il mio comportamento passato nei tuoi confronti… sono stata solamente una stupida ottusa bimbetta acida e senza cuore nei tuoi confronti. Sicuramente tutte quelle volte che ti ho rifiutato ti sentivi esattamente come me… mi dispiace davvero… >> gli sussurrò all’orecchio. Lui non rispose, ancora una volta non aveva il coraggio. Gli stampò un bacio sulla guancia per poi sorridergli. Dopo guardò tutti per un’istante, si girò e iniziò a camminare quando venne fermata da una domanda.
<< Dove andrai? >> continuò Bob.
<< Non lo so. Deciderò all’aeroporto… non siete tenuti a saperlo… >>.
Da dietro d’un tratto si sentì abbracciare da qualcuno, era Lynz. << Sappi che mi mancherai tantissimo! Jaina, io sono la tua migliore amica, dimmi dove andrai non lo dirò a nessuno, promesso! >> insistette come una bambina di quattro anni.
<< Mi dispiace ma nessuno deve sapere dove vado. >>. Si voltò e vide che l’amica stava piangendo. Prese un fazzoletto e lo porse, come tutte quelle volte che lei fece quando la vedeva piangere. I ruoli si erano scambiati. << Non uscirò dall’America. Non sono molto brava con le lingue straniere… >>.
<< Promettimi che avrai cura di te! >> disse prendendo quel fazzoletto e asciugandosi gli occhi.
<< Te lo prometto… >> sorrise e si allontanò. Camminando arrivò all’uscita quando i suoi occhi videro una persona. Lui.
L’ultima persona cui doveva le sue scuse.
Lui appena la vide si bloccò mettendo subito una mano in tasca ed estraendo qualcosa, il suo cellulare. Perché lo aveva lui? Adesso Jaina ricordava. La sera passata lui aveva il telefono scarico e lei gli prestò il suo per fare una telefonata. Lo avrà dimenticato e lo tenne lui.
<< Lo cercavo disperatamente, grazie! >> disse con un sorriso prendendolo. Era felice di vederlo, a lei bastava anche quello per essere felice. Lui invece dall’espressione e i modi di fare sembrava freddo, distaccato. << Sei venuto per Gerard? >>.
<< Mi hanno avvertito… >> mormorò annuendo.
“Nemmeno mi guarda in faccia… fa male…” penso mordendosi un labbro. << Frank, io me ne vado… in un’altra città… e volevo chiederti scusa, scusa per tutto… >>. Anche lui non si aspettava una simile decisione, ne rimase sorpreso. La notte passata nemmeno era tornato a casa. Aveva bevuto qualcosa in un bar e poi aveva fatto quattro passi in una città che di notte sembrava disabitata. Odiava le bugie, odiava quando gli mentivano. Lei non lo sapeva ma quella stessa sera l’aveva odiata, come aveva odiato Gerard. Sì, odiava entrambi. Il motivo di quella visita era solo per parlare con gli altri e decidere cosa fare, a loro avrebbe detto la sua decisione riguardo il gruppo.
<< E quindi? >>. Sembrava proprio che non aveva accettato le sue scuse. Lei poteva leggerglielo in faccia.
“Che razza di domanda è?! Davvero sei bravo a far soffrire la gente, idiota!”.
<< Niente, siccome lo sanno tutti dovevi saperlo anche tu… >>.
<< Ah… però questa cosa me l’hai detta. Non l’hai tenuta per te solo per non litigare… >> disse con tono antipatico. Quel tono che Jaina non aveva mai sopportato di lui e che adesso le stava rinfacciando un suo errore. Odiava quando una persona le rinfacciava qualcosa, era umiliante, faceva male e non era bello.
<< Sappi che non voglio più rivedere Gerard, lo odio. E sappi che tu mi mancherai di più di tutti… >> rispose sentendo una lacrima rigare la sua guancia sinistra. Abbassò lo sguardo e andò via. Che egoista a non capire che anche lui in futuro avrebbe sofferto molto. Lui d’impulso si passò una mano tra i capelli, una mano coperta da un guanto a scheletro.
Lei intanto con diversi autobus riuscì ad andare a casa di Frank e fare la valigia. Guardò più volte camera sua, quella camera piena di ricordi stupendi come quella volta che lui la beccò in intimo e diventò più rosso di un peperone, quella volta che le portò un’orribile colazione a letto. Frank non sapeva cucinare bene ma la ragazza apprezzò il pensiero. Quella volta che si svegliò spaventata perché lui aveva indossavo una maschera spaventosa, una di uno zombie. E poi… baci, sguardi intensi, carezze, complimenti e paroline dolci sono sottointese giusto? Così come il suo profumo che la inebriava parecchio non riuscendo a staccarsi da lui. Quest’ultimo lo sentì in ospedale, quando sfiorò la sua spalla e avvertendo la scia. Anche quello le mancherà tanto. Svuotò completamente la sua parte di armadio e alla fine vide una busta. Lì c’erano dei soldi, quelli che aveva sempre tenuto in queste occasioni di emergenza. Alcuni erano addirittura del suo vecchio lavoro di cameriera, altri li aveva guadagnati facendo la manager. Erano tanti, le bastavano per un biglietto aereo. Prese qualche bigliettone e il resto lo mise dentro la valigia. 
Chiuse tutto per bene, scese le scale e uscì sentendosi tremendamente vuota. Gran parte dei suoi bei ricordi sono in quella casa e ci saranno per sempre. Sospirò e andò alla fermata dell’autobus, doveva recarsi in centro e prendere un taxi che l’avrebbe portata all’aeroporto. Prese il suo cellulare, ricordandosi di avvertire una persona di tutto questo. Compose un lungo messaggio e inviò, attendendo una risposta. Nello stesso tempo, si toccò il petto e notò che indossava ancora la collana di Gerard. La levò e la guardò per un attimo.
“Scusa Gee ma non credo di tenerla per sempre al mio collo…” pensò buttandola per strada e in quel momento una macchina la disintegrò. D’un tratto il telefono squillò, qualcuno la stava chiamando. Rispose premendo il tasto verde.
<< Che cazzo significa quello che mi hai scritto? Pensi di risolvere tutto mandandomi un comune messaggio e… cazzo, non ci credo… sarebbe il miglior lavoro di sempre, tutto quello che ho sognato... Dio, potrò stare sempre con loro! Seriamente parti e lasci il tuo lavoro a me? >> disse una parlantina veloce, ancora tutta allegra ed eccitata.
<< Sì. Michelle, sono successe tantissime cose che adesso non mi va di parlarne. Se vuoi potrai chiedere a Lynz, lei sa tutto. Tu ami quella band e sicuramente svolgerai meglio il mio lavoro, io me ne vado… >>.
<< L’ho letto nel messaggio, dove andrai? >>. Il suo tono sembrava preoccupato.
<< Sicuramente non a casa dei miei. Ho aspettato tanto per andarmene, non ritornerò lì… non lo so, decido all’aeroporto. Anche tu mi mancherai tantissimo… >>.
<< Tu di più, scommetto che se lo dico al coreografo tenta di uccidersi! >> disse divertita, ma a lei quella frase non fece ridere giacché ricordava troppo Gerard. Sospirò.
<< Adesso vado, sta venendo l’autobus. Ci sentiamo presto… >> chiuse e fermò il mezzo. Salì e si sedette agli ultimi posti. Decise di ascoltare un po’ di musica quando si rese conto che una canzone era ferma a metà. Sicuramente Frank aveva ascoltato qualche canzone dal suo telefono e arrivato in ospedale, avrà stoppato. Una stretta al cuore troppo forte e una lacrima le cadde appena avviò quella canzone.

“…The regrets are useless,
She's in my head,
From so long ago
And in the darkest night,
If my memory serves me right,
I'll never turn back time
Forgetting you, but not the time…”

PS: Ed eccoci qui! Io ho molte idee per questa ff e avevo intenzione di creare altre due "serie". Sì, come se fosse un telefilm. Questa è la fine della prima, che si è conclusa un po' amaramente, ma ho già pronto il seguito quindi... se vi è piaciuta sarò contenta se leggerete anche il seguito :) xoxoxo. Jamie.

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