Another work about Faberry Week di Cimb904 (/viewuser.php?uid=84051)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let's Camping! ***
Capitolo 2: *** The end of the world ***
Capitolo 1 *** Let's Camping! ***
-Forza tesoro! E’ tardi, dobbiamo andare!-
Rachel Berry sbuffò, parecchio irritata a causa della voce della
persona che aveva sposato, la quale la intimava di muoversi, quando lei
stava ancora combattendo contro la sua grande valigia rosa per
chiuderla.
-Rachel!- La voce le perforò le orecchie nuovamente, facendola sbuffare
ancora.
-Un attimo!- Urlò, notevolmente arrabbiata, mentre, seduta sul suo
bagaglio, tirava le cerniere per chiuderlo definitivamente.
-Rach, sei la solita!- La ragazza mora si morse il labbro inferiore,
cercando di non imprecare contro il suo coniuge. Prese infine la grande
valigia e la portò faticosamente giù per le scale, dove l’attendeva il
suo partner.
-Era ora..- Disse, aprendo la porta, mentre Rachel sbuffava per
l’ennesima volta.
-Potevi anche venire a darmi una mano! In fondo è il nostro
anniversario, non dovresti comportarti da perfetto cavaliere?-
-Infatti ho fatto il perfetto cavaliere organizzando questo viaggio!-
La diva alzò gli occhi al cielo, trasportando la valigia all’esterno.
Si era sposata durante l’ultimo anno di liceo, rinunciando così ai suoi
sogni futuri per inseguire quello che le sembrava essere il vero amore.
Col passare del tempo, tuttavia, l’alchimia che credeva di avere con il
suo partner si era estinta e, spesso, si sentiva estremamente vuota.
Non aveva un lavoro, si limitava a comportarsi da perfetta casalinga,
preparando la cena (anzi, preparando due cene, visto che lei era
vegana) e facendo le pulizie di casa. Non ricordava neanche quando
fosse l’ultima volta che aveva cantato…
-Va bene Finn, andiamo.- Davanti l’ingresso della casa in cui
abitavano, era parcheggiato un grande camper bianco che il giovane
aveva affittato apposta per l’occasione. Quel giorno era il terzo
anniversario del loro matrimonio e avrebbero “festeggiato”, come ogni
anno, con una breve vacanza in un camping montagnolo. I due presero
posto e partirono.
Arrivarono a destinazione in un paio d’ore e sistemarono il camper in
una delle zone di sosta, in mezzo alla foresta. Attorno a loro c’erano
altri mezzi parcheggiati e alcune tende piantate. C’erano poi i bagni
pubblici e diverse fontane sparse qua e là in tutto il camping. Finn
parcheggiò e, dopo essere sceso dal camper, annunciò alla moglie che
andava a parlare con il direttore del centro. Rimasta sola, Rachel si
guardò intorno e sospirò. Non sapeva perché suo marito si ostinasse a
portarla ogni anno in quel posto, quando lei aveva chiaramente
precisato di non essere proprio il tipo di persona che amava
campeggiare. Non c’era tantissima gente in quel periodo dell’anno,
probabilmente perché faceva veramente molto caldo e la maggior parte
delle persone sane di mente preferiva una bella vacanza al mare. Rachel
camminò lungo il sentiero che passava attraverso il camping e si
avvicinò ad una delle fontane, facendo scorrere l’acqua per bagnarsi un
po’ le mani e le braccia. Sapendo bene quanto facesse caldo in quel
posto, aveva optato per indossare un vestitino bianco abbastanza
leggero che le arrivava sopra il ginocchio.
-Buongiorno signora Hudson..- La mora rabbrividì nel sentire quella
voce calda e suadente alle sue spalle e si voltò, incrociando un paio
di occhi verdi che le fecero fermare il cuore. Una ragazza di ventidue
anni, poco più alta di lei la osservava con le braccia incrociate al
petto. Aveva i capelli corti e biondi e un paio di occhi da cerbiatta
così intensi che avrebbero potuto spostare le montagne..
-Buongiorno Quinn.. E’ un piacere rivederti..- La prima volta che aveva
messo piede in quel campeggio, Rachel, in un momento di crisi in cui
voleva disperatamente tornare a casa, aveva incontrato questa strana
ragazza, anche se, allora, aveva delle divertenti meches rosa tra i
capelli. Le due si erano ritrovate a parlare, e la mora, quasi senza
accorgersene, le aveva rivelato molti dettagli della sua vita e dei
suoi sogni passati, mentre la ragazza la ascoltava con attenzione.
Così, dopo aver parlato di se per diverso tempo, la diva aveva scoperto
qualcosa anche sulla vita di Quinn. Aveva scoperto che, all’epoca del
loro incontro, aveva solo vent’anni, ma era una fotografa abbastanza
rinomata che viveva a New York e, ogni anno, passava un paio di
settimane in quel posto un po’ per rilassarsi, un po’ per scattare
delle foto delle montagne. Le aveva inoltre rivelato che veniva lì da
quando era piccola e amava curiosare in giro, facendo trekking fuori
dal percorso in cerca di punti da cui fotografare il panorama, anche
se, ancora, non aveva trovato nulla di soddisfacente. Finita la
settimana di vacanza di Rachel, le due non si erano tenute in contatto,
ma si erano ritrovate l’anno dopo e avevano ripreso a parlare e a
passare del tempo insieme come se nulla fosse. Perciò, quando Quinn la
raggiunse anche quell’anno, salutandola con allegria, la mora si rese
conto che quell’esuberante ragazza Newyorkese le era mancata veramente
molto.
-Anche per me, signora Hudson.- La bionda ridacchiò e Rachel sbuffò,
conscia del fatto che la ragazza la stesse prendendo in giro.
-Finiscila, mi fai sentire vecchia!-
-E invece sono più vecchia io!- Si sorrisero.
-Stai bene bionda.. che ne hai fatto delle meches?- La fotografa
scrollò leggermente le spalle.
-Non posso restare un’adolescente ribelle a vita, no?- Rachel sorrise e
annuì, prima di sentire in lontananza l’immancabile voce del marito che
la chiamava.
-Devo andare..- Sospirò leggermente mentre Quinn le rivolgeva un tenero
sorriso.
-Tanti saluti al signor Hudson!- La bionda ridacchiò, allontanandosi
mentre Rachel tornava verso il camper, sospirando.
Durante la serata avevano acceso un falò nella zona di uso comune e, i
pochi inquilini del camping, erano tutti intenti ad arrostire ogni tipo
di carne in occasione di una cena condivisa. Rachel, non appena si era
resa conto che non c’era traccia di cibi vegani, aveva detto a Finn che
non si sentiva bene e che preferiva restare nel camper. Aveva preso
perciò un’insalata dal frigo, l’aveva condita ed era uscita fuori per
mangiare su uno dei tavolini in legno posti in mezzo alla foresta.
-Il tuo maritino ti ha lasciata da sola, signora Hudson?- Rachel
sorrise leggermente alla vista della ragazza bionda che si avvicinava a
lei, portandosi al collo una grande macchina fotografica.
-Quinn, dai..-
-Va bene, ti chiamo Rachel..- Le due si sorrisero.
-E tu non vai alla mega abbuffata di carne?- Chiese la mora, invitando
l’amica a sedersi con lei. La bionda sorrise, tirando fuori dalla borsa
un sacchetto contenente un panino con insalata, formaggio e pomodoro.
-Sono vegetariana.- Quinn si accomodò accanto alla diva e diede un
morso al suo panino.
-Davvero? Non lo sapevo, io sono vegana..
-Sei vegana? E’ una scelta di vita difficile..
-Lo so, ma i miei papà mi hanno educata in questo modo sin da quando
ero bambina, quindi non mi pesa più di tanto..-
La bionda la osservò ammirata per un po’, prima di riprendere a
mangiare il suo panino. C’era una strana alchimia tra di loro, se ne
era accorta dalla prima volta in cui l’aveva vista e, da allora, non
aveva potuto far altro che ammettere a se stessa di sentirsi legata a
quella piccola ragazza canterina.
Aveva ascoltato la sua storia e i suoi drammi e aveva sentito uno
strano senso di disagio nel rendersi conto di quanto quella ragazza
fosse infelice della sua vita. Avrebbe davvero voluto fare qualcosa per
lei.
-Quinn? Mi stai ascoltando?- La mora sventolò la sua forchetta davanti
gli occhi verdi della ragazza, facendola sobbalzare. Non si era nemmeno
resa conto del fatto che l’altra avesse iniziato a parlare..
-Scusa, mi ero persa per un attimo- Ammise con un sorriso, facendo
ridere anche l’altra.
-Me ne sono accorta!- Restarono per un attimo in silenzio e, poi, la
bionda parlò.
-Ho trovato un posto bellissimo per fare le fotografie, poco più in
alto lungo la montagna.. Se vuoi domani posso fartelo vedere..- Rachel
ci pensò su per un attimo, prima di abbassare lo sguardo.
-Verrei volentieri, ma.. non sono proprio adatta al trekking.. E poi..
non so cosa ha programmato Finn per domani..- La bionda piegò la testa
di lato, incollando gli occhi sulla sagoma dell’altra ragazza.
-Rachel, Rachel, Rachel.. Sei sempre così… accondiscendente…- La mora
si paralizzò nell’ascoltare la voce leggermente roca dell’altra e nel
vedere i suoi occhi così ardentemente incollati su di lei.. –Dovresti
smetterla di accontentare tutti gli altri..- Trattenne il fiato,
vedendo che la bionda si avvicinava piano a lei.. –E iniziare ad
accontentare un po’ te stessa..- Subito dopo aver pronunciato quella
frase, la bionda si alzò dalla sedia e le diede le spalle.
-A domani, signora Hudson..- Senza voltarsi, iniziò a camminare,
sparendo dalla vista dell’altra.
Finn rientrò nel camper quando ormai era già tardi e sembrava aver
bevuto abbastanza. Rachel si era messa a letto parecchio tempo prima,
ma non era riuscita a chiudere occhio, per questo, quando aveva sentito
il marito rientrare, si era alzata, andandogli incontro..
-Finn?
-Rachel..- Il ragazzo la attirò a se, stringendola possessivamente tra
le sue braccia.
-F-finn.. m-mi soffochi così..- Ma il giovane sembrava non sentirla, in
quanto aveva già iniziato ad affondare le mani sotto il suo vestito..
–F-finn…-
Rachel venne spinta contro il letto e, allora, finì per cedere,
concedendosi a suo marito.
Nonostante avesse ormai capito da tempo di non essere più innamorata,
in quel momento, mentre Finn si muoveva su di lei ansimando, realizzò
che stava vivendo una vita non sua.
-Pensavo che le persone di New York fossero abituate ad alzarsi
presto..- Quinn aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere nel suo
letto.
-Ma che…- Rachel era in piedi davanti a lei e la guardava tenendo le
braccia incrociate al petto. La bionda scosse la testa, chiedendosi se
stesse ancora dormendo, ma, a quanto pareva, era sveglia. Si mise in
piedi, guardandosi intorno e si rese conto che la sua tenda era in
completo disordine. C’erano vestiti sparsi un po’ ovunque e oggetti
raccattati alla rinfusa, c’erano perfino cumuli di fotografie sparsi su
una piccola scrivania. Quinn arrossì, mentre Rachel si guardava
curiosamente intorno..
-Emh.. Che.. cioè.. che ci fai nella mia tenda?- Chiese la bionda,
iniziando a riprendersi da quel suo stato di trance..
-Oh.. ecco ero venuta a dirti che accetto l’invito di ieri sera.
Pensavo fossi già sveglia, scusami per.. l’invasione della privacy..-
Commentò la mora, fissando insistentemente la ragazza davanti a se,
rendendosi conto in quel momento che indossava solo una lunga canotta
bianca che lasciava ben poco all’immaginazione. La fotografa si passò
una mano tra i capelli corti, arruffandoli leggermente, prima di
annuire e sorridere..
-Sono felice.. Dammi due minuti per fare una doccia e sono subito da te!
La mora uscì e aspettò l’altra fuori dalla tenda, girandosi
nervosamente i pollici. Quella mattina era sgattaiolata dal suo letto
il più presto possibile, lasciando un semplice bigliettino al suo
coniuge ancora addormentato. Si sentiva terribilmente a disagio e aveva
bisogno di riflettere, per questo non le era dispiaciuta l’idea di
allontanarsi per un po’ dal camping insieme a Quinn. La bionda la
raggiunse dopo alcuni minuti, indossando degli shorts di jeans e una
maglietta larga e bianca. Sulle spalle aveva un grande zainetto e
teneva la macchina fotografica appesa al collo.
-Possiamo andare!
Dopo un paio d’ore di trekking, Rachel era completamente sfinita e si
fermò a riposarsi, sedendosi su una grossa roccia..
-Non ce la faccio più Quinn..- La bionda si fermò e tornò verso di lei,
sorridendole leggermente.
-Un piccolo sforzo, siamo quasi arrivate..- Prese dal suo enorme
zainetto una borraccia e la porse all’altra, la quale bevve avidamente.
–Forza, andiamo..- La fotografa prese la mano della ragazza e riprese a
camminare assieme a lei e, dopo alcuni minuti, raggiunsero un piccolo
altopiano da cui si vedeva un panorama bellissimo. Rachel spalancò la
bocca, guardandosi intorno con gli occhi che le luccicavano
dall’eccitazione, mentre Quinn aveva impugnato la macchina fotografica
per fare delle foto sfruttando la forte luce. Mentre guardava il mondo
attraverso l’obiettivo, si ritrovò davanti il volto pieno di gioia
della ragazza che era con lei, e catturò quell’immagine con diversi
scatti, incantata da come la luce brillasse sulla sua pelle.
-E’ meraviglioso..- Commentò la mora, voltandosi ad osservare la sua
compagna di viaggio, la quale aveva riposto la macchina fotografica e
aveva steso sull’erba una tovaglia a quadri.
-Lo è davvero..- Sorrise, sedendosi. –Ho portato il pranzo, tramezzini
con pomodoro e lattuga!- Prese tutto l’occorrente e posò tutto sulla
tovaglia, armandosi di nuovo della sua Reflex.
-Quinn grazie..- Gli occhi della mora continuavano a luccicare,
entusiasti per quella mattinata, mentre la bionda aveva scoperto
nell’altra un perfetto soggetto da fotografare. C’era qualcosa di
particolare in quella ragazza, qualcosa di unico che la rendeva
perfettamente fotogenica e Quinn era più che entusiasta di questo..
–M-mi.. stai facendo delle foto?-
La ragazza mise via la macchina fotografica e annuì.
-Vieni veramente bene, sai? Avresti un futuro da modella..- Le guance
dell’altra si imporporavano e, per evitare l’imbarazzo, diede un morso
al suo tramezzino, abbassando lo sguardo.
Mangiarono tranquillamente, chiacchierando del più e del meno, finchè
Quinn non si decise a porle la domanda che le frullava in testa da
quando Rachel si era presentata nella sua tenda..
-Perché hai cambiato idea?- La mora si pietrificò nel sentire quelle
parole e abbassò lo sguardo, deglutendo a vuoto. –Rachel.. Non devi
parlarmene se non vuoi, sappi solo che se hai bisogno di sfogarti… io
sono qui..- La diva si morse il labbro inferiore, prima di sporgersi
verso l’altra ragazza e abbracciarla, nascondendo il viso sulla sua
spalla. Un po’ spiazzata, la bionda la strinse tra le sue braccia,
accarezzandole piano i lunghi e folti capelli scuri..
-Non lo amo… Non lo amo più da molto…- Ammise, sentendo le lacrime
pizzicarle gli occhi, mentre l’altra continuava a coccolarla piano, nel
tentativo di tranquillizzarla…
-Dovresti dirglielo allora… -
-Non posso! Ho rinunciato a tutto per lui..- La mora alzò piano gli
occhi, osservando il profilo dell’altra, rendendosi conto di quanto
perfetti fossero i suoi lineamenti –Senza di lui… non ho davvero
nulla…-
Quinn chiuse per un secondo gli occhi, prima di voltarsi verso di lei e
puntare gli occhi verdi nei suoi, in uno sguardo pieno di mille parole.
-Rachel tu hai tutto invece.. Sei intelligente, bellissima, e hai un
grande talento e grandi ambizioni..- Sorrise e allungò due dita per
asciugare le lacrime che bagnavano le guance dell’altra. –Sei ancora in
tempo per prenderti la vita che meriti davvero…- L’altro sospirò,
cercando di smettere di piangere..
-Si, ma.. Non so neanche da dove iniziare..-
-Io si..- Rachel alzò gli occhi, incontrando quelli dell’altra, intenti
a fissarla con uno sguardo che non le aveva mai visto.. Uno sguardo
intenso e carico di una punta di malizia.. Prima che potesse formulare
un qualsiasi pensiero coerente, le labbra della bionda erano premute
contro le sue, in un bacio leggero, ma pieno di mille emozioni.
Rachel passò il resto di quella vacanza praticamente rinchiusa nel
camper e ne uscì solo quando arrivò il momento di ripartire. Finn
l’aveva aiutata a richiudere le valigie, per poi andare a saldare il
conto in amministrazione. In quel momento, la mora aveva deciso di
andare alla ricerca di Quinn, per salutarla, ma non l’aveva trovata da
nessuna parte. Rassegnata era tornata indietro e si era accomodata sul
sedile del passeggero del camper, in attesa del ritorno di suo marito.
-Arrivederci signora Hudson.- La fotografa era in piedi appoggiata ad
un albero, vicino al posto in cui era seduta Rachel. La mora, non
appena si accorse di lei, fece per scendere, ma l’altra la bloccò.
-Non ce nè bisogno… Ci vediamo l’anno prossimo..- Disse prima di
sparire tra gli alberi. Proprio in quel momento, Finn tornò e mise in
moto il camper. In pochi minuti il camping era già fuori dalla loro
vista e la diva chiuse gli occhi, appoggiando la testa contro il
finestrino…
6 settimane dopo.
Con le ultime foto che aveva pubblicato, Quinn aveva ottenuto ancora
più successo, tanto da diventare una delle più rinomate fotografe di
New York. Tutte le riviste specializzate parlavano di lei, della sua
creatività e del suo talento ed era anche stata ospite in alcuni
programmi televisivi, dove aveva parlato della sua storia e della sua
passione. La bionda aveva faticato molto per arrivare a quel punto
della sua vita e della sua carriera e, nonostante avesse praticamente
tutto, c’era ancora qualcosa che le mancava più del resto, qualcosa che
solo la montagna poteva restituirle.
Il campanello del suo appartamento iniziò a suonare insistentemente,
così si alzò, sbuffando, e andò verso la porta.
-Un attimo, arrivo!-
Dall’impazienza della persona che stava bussando, la ragazza immaginò
si trattasse di Santana, la sua migliore amica dai tempo del liceo.
Così non si preoccupò di vedere chi fosse dallo spioncino ma si limitò
a spalancare la porta con un leggero broncio stampato sul viso.
-Santana sei la sol..- Le parole le morirono in gola quando si rese
conto di chi fosse il suo ospite e smise letteralmente di respirare
quando le sue labbra furono catturate in un bacio.. –Rachel..-
Dopo il bacio, la piccola diva osservava la fotografa con il sorriso
più dolce che avesse mai visto.
-Ho fatto il primo passo, Quinn.. E sono pronta a fare tutti gli
altri..-
La mora si sporse nuovamente verso la padrona di casa e posò le labbra
sulle sue, suggellando con quel bacio l’inizio della sua nuova vita.
__________
Angolino: Salve a tutti ^-^ Si, prima di dire qualsiasi cosa riguardo
la fic, so benissimo di averne altre due da completare e lo farò al più
presto, promesso. E' solo che non potevo proprio non scrivere qualcosa
per la Faberry week, visto che è la coppia su cui sbavo sopra tutto il
giorno :Q____
Niente, quest'anno ci sono dei temi davvero molto molto belli, anche se
non sono proprio adattissimi per delle shot.. Sono più che altro temi
su cui si potrebbero scrivere delle bellissime long! In ogni caso
cercherò di fare del mio meglio.. Grazie a tutti e alla prossima :D
P.s. se avete qualsiasi domanda da fare, vi linko il mio account su
Twitter ^-^ https://twitter.com/#!/nccimbalo
Crim.
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Capitolo 2 *** The end of the world ***
Allora.. metto un piccolo avviso prima del
capitolo. Questa storia non è adattissima agli stomaci delicati, c'è
una parte un po' forte, quindi se non ve la sentite, non leggete ^____^
_____________________________________
Sam Evans era un ragazzo che non pensava molto prima di parlare. Era
appassionato di film di fantascienza, per questo tendeva a vedere la
“magia” un po’ in tutte le cose quotidiane. Ed era stato questo modo di
fare a fargli sfuggire quella battura che, per quanto sembrasse
innocente, aveva finito per rivelarsi vera. Quando lui e i suoi amici,
ritornando da una festa, si erano trovati davanti ad un barbone che
barcollava ubriaco, aveva tranquillamente scherzato su quanto sarebbe
stato divertente combattere contro un’ondata di Zombie..
Non avrebbero potuto sbagliarsi di più..
Così era successo. Sam e gli altri non sapevano che quello che avevano
incontrato era una vero e proprio Zombie, infettato da un topo fuggito
accidentalmente da un laboratorio governativo. In poco tempo il virus
si era diffuso e, adesso, i non morti erano più dei vivi.
Fortunatamente il governo, essendosi accorto del terribile errore, era
riuscito a contenere l’infezione nei confini di Lima e avevano
circondato il territorio, pronti ad uccidere chiunque andasse ucciso e
ad accogliere chiunque andasse accolto. Rachel e Quinn erano insieme e
stavano bene, ma avevano troppi affetti per correre verso le barricate
lasciando tutti indietro. Così si erano separate, per tornare ognuna
alla propria abitazione, in cerca di qualche superstite. Avevano prima
avuto la decenza di contattare i soldati per farsi prestare qualche
arma, i quali, osservando quelle due giovani ragazze, non avevano
potuto fare a meno di sospirare e dire loro che stavano andando a
morire. Le due si tenevano per mano mentre prendevano le pistole che i
militari gli stavano concedendo per quella folle missione di recupero.
Dopo un lungo e agognato bacio tra le due, si erano separate, dirette
ognuna verso la propria casa.
Quinn aveva raggiunto villa Fabray muovendosi di soppiatto lungo i
vicoli del quartiere. Le abitazioni sembravano tutte abbandonate, ma
non si poteva mai sapere, così la bionda faceva ben attenzione a come
si muoveva. Sua sorella Frannie, fortunatamente, non viveva a Lima,
così lei era al sicuro, ma sua madre e suo padre erano soli e senza
protezione. Si stava muovendo lentamente, tenendo l’arma semi
abbassata, in modo da essere pronta a sparare in ogni momento.
-Ahaaaaaaaaaaaaaaaaaa
L’urlo di terrore proveniente da casa sua la fece sobbalzare e, senza
pensare, spalancò la porta con un calcio e corse in salotto, dove vide
una scena che le fece accapponare la pelle. Sua madre era a terra,
schiacciata contro il muro, mentre un essere disgustoso strisciava
verso di lei.
-Russel no!
Solo sentendo il suo nome, Quinn capì che quel mostro era sua padre,
ormai vittima del contagio. Prese un respiro profondo, vedendolo
avvicinarsi sempre di più a sua madre…
“L’eterno riposo dona a loro, Signore.. Splenda per essi la luce
perpetua, riposino in pace..”
BANG! BANG! BANG!
“Amen..”
La bionda mise via l’arma, visto che l’essere aveva smesso di muoversi,
e si avvicinò a Judy Fabray, aiutandola ad alzarsi..
-Quinn… Oh piccola mia.. Stai bene.. Stai bene..- La donna la strinse a
se e la ragazza si rilassò tra le braccia di sua madre. Era tutto ok,
doveva portarla al sicuro e tornare a prendere Rachel e poi
quell’incubo sarebbe finalmente finito..
-Si mamma.. Sto bene..- Chiuse gli occhi, e si lasciò stringere, prima
di separarsi da quell’abbraccio e guardare la donna negli occhi.. –Devo
portarti al sicuro.. – La donna annuì e seguì sua figlia fuori
dall’abitazione, infilandosi nell’auto della ragazza. Quinn salì
velocemente dal lato del guidatore e partì a razzo in direzione del
confine. Raggiunto il posto di blocco militare, si fermò e alzò le
mani, lasciandosi riconoscere come umana. Il giovane soldato che le
aveva dato la pistola avanzò verso di lei e verificò velocemente il suo
stato di salute e quello di sua madre.
-Non ci credo, ce l’hai fatta..- Commentò, rivolgendo un sorriso alla
ragazza, la quale sospirò e scosse la testa.
-No, ancora no.. Devo tornare a prendere Rachel, non ho sue notizie…-
Strinse forte l’impugnatura della pistola e si voltò, raggiungendo la
sua auto, mentre altri due militari aiutavano Judy a scendere.
-Dovresti fermarti qui.. Non perdere tempo, non sarà sopravvissuta…- La
bionda si morse il labbro inferiore e scosse la testa furiosamente,
risalendo sull’auto.
-Non conosci la mia donna..- Disse con un sorrisetto, rivolta al
giovane. –E’ più forte di quello che sembra!-
Dopo essersi separata dalla sua Quinn, Rachel era corsa a casa sua,
nella speranza di trovare i suoi papà per portarli in salvo. Quando
l’invasione era esplosa, si trovavano tutti a scuola ed erano stati
barricati lì dentro per parecchio tempo. Alcuni di loro non ce
l’avevano fatta, ed era stato straziante dover porre fine alla vita dei
loro amici. Alla fine, gli unici superstiti ad uscire da quell’edificio
erano stati lei, Quinn (le due si erano protette a vicenda) Kurt,
Santana, Finn, Mike, Blaine, Emma e Mercedes. Molti degli altri si
erano comportati in modo eroico, salvando la vita delle persone che
amavano. Will si era sacrificato per proteggere sua moglie e il bambino
che portava in grembo. Lo stesso aveva fatto Sam con Mercedes,
regalando a tutti il suo sorriso un’ultima volta, accompagnato da una
frase presa da qualche film sugli zombie, prima di lanciarsi
all’attacco per salvare il suo unico amore. Puckerman, invece, non si
era mostrato molto eroico fino a quando non era stata la vita di Quinn
ad essere minacciata. La bionda, infatti, per proteggere Rachel, si era
esposta troppo ad un attacco che Puck aveva deciso di intercettare in
nome di quell’amore che avrebbe provato in eterno verso la madre di sua
figlia. Brittany invece era stata ferita gravemente, fortunatamente
senza essere esposta al contagio, e Santana se l’era portata sulle
spalle, parlandole costantemente per non farla addormentare, nel
tentativo disperato di salvarle la vita. Più e più volte la latina era
stata esposta agli attacchi, ma gli altri ragazzi, mossi dalla
tenerezza di ciò che l’altra stava facendo, l’avevano protetta. Alla
fine, dopo essersi fatti strada lungo i corridoi del Mckinley, i
ragazzi avevano deciso di separarsi, in cerca delle proprie famiglie.
Santana si era infilata subito in auto assieme alla sua ragazza ed era
corsa verso i confini, in cerca di aiuto, promettendo alle altre che si
sarebbero riviste quando tutto quello sarebbe finito. Rachel e Quinn
erano andate a cercare delle armi, prima di recarsi ognuna a casa
propria. La mora si fermò davanti villa Berry stringendo la sua pistola
e un machete che aveva rubato dalle cucine delle scuola e che aveva
usato per difendersi. Entrò in casa col fiato corto e cercò da tutte le
parti una minima traccia dei suoi papà, ottenendo scarsi risultato.
Loro non erano in casa. Sospirò, notevolmente preoccupata per la sua
famiglia, ma non potè far altro che avvicinarsi all’uscita. Restare lì
non sarebbe servito a molto e doveva tornare da Quinn prima di farla
preoccupare. Tuttavia, non appena mise piede fuori di casa, si ritrovò
circondata da almeno un decina di zombie.
-Oh mio.. Dio..-
Smise di respirare, sperando vivamente che non si accorgessero di lei,
tuttavia alcuni avevano già iniziato a strisciare nella sua direzione.
Impugnò saldamente la pistola, cercando di calmarsi e di prendere bene
la mira, prima di sparare verso quell’orda di zombie che si avvicinava
sempre di più a lei. Ne abbatté un paio e puntò verso quelli più
indietro, quando accadde qualcosa che non aveva minimamente
programmato: restò a corto di proiettili. In un impeto d’ira gettò via
l’arma e impugnò il machete, arretrando il più possibile. Non aveva
possibilità di scappare e c’erano sette zombie pronti a mangiarsela.
Tutto sembrava perduto. Era questo il motivo per cui quando vide la
macchina di Quinn in lontananza, aveva tirato un sospiro di sollievo.
La bionda era scesa e aveva iniziato a sparare all’impazzata, dicendo a
Rachel di scappare attraverso il varco che aveva creato. La mora era
andata avanti, non potendo fare niente per aiutarla, ma era corsa
subito indietro quando aveva visto la bionda cadere a terra. Era solo
uno lo zombie rimasto ed era vicino, troppo vicino a Quinn. Fu quando
sentì l’urlo acutissimo di dolore della sua donna che Rachel perse
totalmente la ragione.
-Quinn!- Corse senza fiato verso di lei, la quale, con le mani
tremanti, aveva puntato la pistola verso l’ultimo essere disgustoso, il
quale era ancora chino sulla sua gamba sinistra.
BANG!
Fortunatamente bastò uno sparo per ucciderlo del tutto e la bionda potè
rilassarsi, mentre Rachel arrivava da lei e la stringeva forte tra le
braccia..
-Q-Quinn.. Andrà tutto bene.. Andrà tutto bene..- L’ex cheerleader
respirava a fatica, ma sarebbe stata felice di morire tra le braccia
della ragazza che aveva sempre amato.
-Ti.. a-amerò per sempre.. –
-No! No! Non stai morendo.. Non stai morendo…- Gli occhi verdi della
bionda si posarono sul viso della sua amata e un sorriso le si dipinse
sulle labbra..
-Rachel.. – Quinn si sporse leggermente, afferrando con le mani
tremanti l’arma che la ragazza si era portata dietro.. –D-devi fare..
una c-cosa per me..- Mormorò, prima di posizionare il machete tra le
mani della mora…
-R-rach.. Devi farlo.. Devi Rach..- La mora scosse violentemente la
testa, mentre le lacrime non accennavano a sparire dai suoi occhi.
L’odore acre del sangue raggrumato e la puzza di cadavere in
decomposizione lasciava poco spazio all’aria pulita, la quale sembrava
diminuire secondo dopo secondo. Stringeva convulsamente tra le mani il
grosso machete, incapace tuttavia di usarlo.
-T-ti prego Rach.. S-sarà troppo tardi do-dopo..- Scosse ancora la
testa, mentre, sul suo viso, le lacrime si mescolavano al sangue.
-Non posso.. Non puoi chiedermi questo.- La bionda strizzo gli occhi,
trattenendosi dall’urlare per il dolore e voltò la testa di lato,
cercando di non far preoccupare ancora di più la donna che amava.
-S-salvami Rachel.. s-solo tu puoi..- Qualcosa scattò nella mente della
ragazza, facendole perdere totalmente il controllo. I suoi occhi si
annebbiarono e, nelle orecchie, sentiva solo la voce strozzata della
donna che amava, la quale le implorava di salvarla. Le mani si mossero
da sole, mentre stringevano convulsamente il machete. Vittima di una
furia non sua, alzò entrambe le braccia e le abbassò con una violenza
che non pensava di possedere. Colpì la palle candida della sua donna,
macchiandola di rosso, facendo schizzare sangue ovunque e facendola
urlare dal dolore. Anche Rachel si ritrovò ad urlare, mentre colpiva
Quinn ancora e ancora, prima di gettare la sua arma dall’altro lato
della stanza e prendere tra le braccia il corpo sudato e tremante della
sua donna..
-Q-quinn.. è tutto finito amore mio… è t-tutto finito..- Passò una mano
lungo il suo viso, cercando di allontanare l’odore del sangue che si
espandeva per la stanza.. Gli occhi verdi della bionda osservarono i
lineamenti della sua ragazza, mentre un piccolissimo sorriso si
dipingeva sulle sue labbra..
-Ti a-amo..
-Anche io piccola… Ora e per sempre…
Felice per quella dichiarazione, Quinn si lasciò andare in un sospiro
profondo e chiuse gli occhi, rilassando i muscoli tesi del suo corpo.
Prima che potesse anche solo accorgersene, cadde in un sonno profondo…
I rumori leggeri che c’erano intorno a lei erano così regolari da
sembrare rilassanti. C’era un leggero beep che si ripeteva
continuamente a distanza di pochi secondi e il rumore di una specie di
ventola che girava senza interrompersi. Nel suo stato di dormiveglia,
la ragazza si godeva il rilassante susseguirsi di quei rumori così
familiari, eppure così inadatti. Non aveva la più pallida idea di dove
si trovasse, ma non si stupiva di questo, visto che non riusciva
nemmeno a rendersi conto se fosse viva oppure no. Aveva la mente
completamente svuotata e questo le piaceva tantissimo, visto che poteva
finalmente concedersi un po’ di meritato riposo. Poi, improvvisamente,
come un fulmine a ciel sereno, l’immagine di un volto sorridente balenò
nella sua mente e aprì di scatto gli occhi, mettendosi a sedere sul
letto.
-Rachel!-
Disse d’istinto, rendendosi finalmente conto del luogo in cui si
trovava. Era una stanza d’ospedale bianca e abbastanza spoglia, eppure
tranquilla e confortevole.
-Sono qui..- Voltò lo sguardo, ritrovandosi davanti gli occhi nocciola
della donna che amava.. Sorrise d’istinto e si slanciò per stringerla a
se, ma si rese subito conto del fatto che l’altra era rimasta rigida
tra le sue braccia..
-C-che succede?- Chiese, un po’ preoccupata per il comportamento
dell’altra. Rachel abbassò lo sguardo e, senza dire nulla, scostò il
leggero lenzuolo che copriva il corpo dell’altra, rivelando il motivo
della sua tristezza. Fu allora che Quinn ricordò esattamente tutti gli
avvenimenti accaduti prima che svenisse e, dopo un attimo di silenzio,
sorrise leggermente, voltandosi verso la sua ragazza.
-Non so come ringraziarti..-
-Che stai dicendo? Ma hai visto? Hai visto cosa ti ho fatto?-
-Si, l’ho visto..- Si esaminò per qualche attimo, facendo scorrere gli
occhi sulla sua gamba destra, perfettamente integra, e sulla sinistra,
di cui ne restava circa la metà. L’arto era stato reciso poco sotto il
ginocchio ed era ricoperto da una grossa fasciatura. –L’ho visto.. e se
non l’avessi fatto sarei morta..-
-M-ma..-
-Mi hai salvato la vita..- Il viso della bionda si illuminò di uno
splendido sorriso, mentre attirava a se la sua donna, per stringerla
tra le sue braccia. –Possiamo avere un futuro… e una famiglia… grazie
al tuo coraggio e alla tua forza, Rachel.. Ti amo.-
La mora sembrò rilassarsi a quelle parole e si sporse per posare le sue
labbra su quelle della giovane.
-Ti amo anche io…
-Si, si.. Sdolcinate, vi amiamo anche noi!- Le due si voltarono verso
l’ingresso della stanza, felici di vedere lì tutti i loro amici. Kurt
stava stretto tra le braccia di Blaine, un po’ ammaccato e con qualche
ferita qua là. Mercedes e Mike sostenevano Emma, la quale
faceva un po’ fatica a muoversi per via del pancione pronunciato,
mentre Finn stava accanto a Santana, la quale stringeva i manubri della
carrozzella su cui stava seduta Brittany, mal ridotta, ma viva.
-Mancavi solo tu, Fabray, ci hai fatti preoccupare…- La latina sorrise,
avvicinandosi alla sua migliore amica per stringerla in un leggero
abbraccio.
-San.. Ma ora Quinn avrà le gambe di legno come i pirati?- Rachel restò
un po’ gelida per la domanda innocente di Brittany, ma si rilassò
subito sentendo la risata della sua donna.
-Certo! E dovrete chiamarmi tutti capitan Fabray! Argh!- Anche tutti
gli altri ridacchiarono e, per la prima volta, in quella stanza
d’ospedale, si sentirono sereni e al sicuro..
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Eccoci qui! :D E anche il secondo giorno è andato e inizio subito a
lavorare al terzo ^___^ Grazie a chiunque ha letto la fic e grazie a
chiunque vorrà commentarla :)
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