Another work about Faberry Week

di Cimb904
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let's Camping! ***
Capitolo 2: *** The end of the world ***



Capitolo 1
*** Let's Camping! ***


-Forza tesoro! E’ tardi, dobbiamo andare!-
Rachel Berry sbuffò, parecchio irritata a causa della voce della persona che aveva sposato, la quale la intimava di muoversi, quando lei stava ancora combattendo contro la sua grande valigia rosa per chiuderla.
-Rachel!- La voce le perforò le orecchie nuovamente, facendola sbuffare ancora.
-Un attimo!- Urlò, notevolmente arrabbiata, mentre, seduta sul suo bagaglio, tirava le cerniere per chiuderlo definitivamente.
-Rach, sei la solita!- La ragazza mora si morse il labbro inferiore, cercando di non imprecare contro il suo coniuge. Prese infine la grande valigia e la portò faticosamente giù per le scale, dove l’attendeva il suo partner.
-Era ora..- Disse, aprendo la porta, mentre Rachel sbuffava per l’ennesima volta.
-Potevi anche venire a darmi una mano! In fondo è il nostro anniversario, non dovresti comportarti da perfetto cavaliere?-
-Infatti ho fatto il perfetto cavaliere organizzando questo viaggio!- La diva alzò gli occhi al cielo, trasportando la valigia all’esterno. Si era sposata durante l’ultimo anno di liceo, rinunciando così ai suoi sogni futuri per inseguire quello che le sembrava essere il vero amore. Col passare del tempo, tuttavia, l’alchimia che credeva di avere con il suo partner si era estinta e, spesso, si sentiva estremamente vuota. Non aveva un lavoro, si limitava a comportarsi da perfetta casalinga, preparando la cena (anzi, preparando due cene, visto che lei era vegana) e facendo le pulizie di casa. Non ricordava neanche quando fosse l’ultima volta che aveva cantato…
-Va bene Finn, andiamo.- Davanti l’ingresso della casa in cui abitavano, era parcheggiato un grande camper bianco che il giovane aveva affittato apposta per l’occasione. Quel giorno era il terzo anniversario del loro matrimonio e avrebbero “festeggiato”, come ogni anno, con una breve vacanza in un camping montagnolo. I due presero posto e partirono.

Arrivarono a destinazione in un paio d’ore e sistemarono il camper in una delle zone di sosta, in mezzo alla foresta. Attorno a loro c’erano altri mezzi parcheggiati e alcune tende piantate. C’erano poi i bagni pubblici e diverse fontane sparse qua e là in tutto il camping. Finn parcheggiò e, dopo essere sceso dal camper, annunciò alla moglie che andava a parlare con il direttore del centro. Rimasta sola, Rachel si guardò intorno e sospirò. Non sapeva perché suo marito si ostinasse a portarla ogni anno in quel posto, quando lei aveva chiaramente precisato di non essere proprio il tipo di persona che amava campeggiare. Non c’era tantissima gente in quel periodo dell’anno, probabilmente perché faceva veramente molto caldo e la maggior parte delle persone sane di mente preferiva una bella vacanza al mare. Rachel camminò lungo il sentiero che passava attraverso il camping e si avvicinò ad una delle fontane, facendo scorrere l’acqua per bagnarsi un po’ le mani e le braccia. Sapendo bene quanto facesse caldo in quel posto, aveva optato per indossare un vestitino bianco abbastanza leggero che le arrivava sopra il ginocchio.
-Buongiorno signora Hudson..- La mora rabbrividì nel sentire quella voce calda e suadente alle sue spalle e si voltò, incrociando un paio di occhi verdi che le fecero fermare il cuore. Una ragazza di ventidue anni, poco più alta di lei la osservava con le braccia incrociate al petto. Aveva i capelli corti e biondi e un paio di occhi da cerbiatta così intensi che avrebbero potuto spostare le montagne..
-Buongiorno Quinn.. E’ un piacere rivederti..- La prima volta che aveva messo piede in quel campeggio, Rachel, in un momento di crisi in cui voleva disperatamente tornare a casa, aveva incontrato questa strana ragazza, anche se, allora, aveva delle divertenti meches rosa tra i capelli. Le due si erano ritrovate a parlare, e la mora, quasi senza accorgersene, le aveva rivelato molti dettagli della sua vita e dei suoi sogni passati, mentre la ragazza la ascoltava con attenzione. Così, dopo aver parlato di se per diverso tempo, la diva aveva scoperto qualcosa anche sulla vita di Quinn. Aveva scoperto che, all’epoca del loro incontro, aveva solo vent’anni, ma era una fotografa abbastanza rinomata che viveva a New York e, ogni anno, passava un paio di settimane in quel posto un po’ per rilassarsi, un po’ per scattare delle foto delle montagne. Le aveva inoltre rivelato che veniva lì da quando era piccola e amava curiosare in giro, facendo trekking fuori dal percorso in cerca di punti da cui fotografare il panorama, anche se, ancora, non aveva trovato nulla di soddisfacente. Finita la settimana di vacanza di Rachel, le due non si erano tenute in contatto, ma si erano ritrovate l’anno dopo e avevano ripreso a parlare e a passare del tempo insieme come se nulla fosse. Perciò, quando Quinn la raggiunse anche quell’anno, salutandola con allegria, la mora si rese conto che quell’esuberante ragazza Newyorkese le era mancata veramente molto.
-Anche per me, signora Hudson.- La bionda ridacchiò e Rachel sbuffò, conscia del fatto che la ragazza la stesse prendendo in giro.
-Finiscila, mi fai sentire vecchia!-
-E invece sono più vecchia io!- Si sorrisero.
-Stai bene bionda.. che ne hai fatto delle meches?- La fotografa scrollò leggermente le spalle.
-Non posso restare un’adolescente ribelle a vita, no?- Rachel sorrise e annuì, prima di sentire in lontananza l’immancabile voce del marito che la chiamava.
-Devo andare..- Sospirò leggermente mentre Quinn le rivolgeva un tenero sorriso.
-Tanti saluti al signor Hudson!- La bionda ridacchiò, allontanandosi mentre Rachel tornava verso il camper, sospirando.

Durante la serata avevano acceso un falò nella zona di uso comune e, i pochi inquilini del camping, erano tutti intenti ad arrostire ogni tipo di carne in occasione di una cena condivisa. Rachel, non appena si era resa conto che non c’era traccia di cibi vegani, aveva detto a Finn che non si sentiva bene e che preferiva restare nel camper. Aveva preso perciò un’insalata dal frigo, l’aveva condita ed era uscita fuori per mangiare su uno dei tavolini in legno posti in mezzo alla foresta.
-Il tuo maritino ti ha lasciata da sola, signora Hudson?- Rachel sorrise leggermente alla vista della ragazza bionda che si avvicinava a lei, portandosi al collo una grande macchina fotografica.
-Quinn, dai..-
-Va bene, ti chiamo Rachel..- Le due si sorrisero.
-E tu non vai alla mega abbuffata di carne?- Chiese la mora, invitando l’amica a sedersi con lei. La bionda sorrise, tirando fuori dalla borsa un sacchetto contenente un panino con insalata, formaggio e pomodoro.
-Sono vegetariana.- Quinn si accomodò accanto alla diva e diede un morso al suo panino.
-Davvero? Non lo sapevo, io sono vegana..
-Sei vegana? E’ una scelta di vita difficile..
-Lo so, ma i miei papà mi hanno educata in questo modo sin da quando ero bambina, quindi non mi pesa più di tanto..-
La bionda la osservò ammirata per un po’, prima di riprendere a mangiare il suo panino. C’era una strana alchimia tra di loro, se ne era accorta dalla prima volta in cui l’aveva vista e, da allora, non aveva potuto far altro che ammettere a se stessa di sentirsi legata a quella piccola ragazza canterina.
Aveva ascoltato la sua storia e i suoi drammi e aveva sentito uno strano senso di disagio nel rendersi conto di quanto quella ragazza fosse infelice della sua vita. Avrebbe davvero voluto fare qualcosa per lei.
-Quinn? Mi stai ascoltando?- La mora sventolò la sua forchetta davanti gli occhi verdi della ragazza, facendola sobbalzare. Non si era nemmeno resa conto del fatto che l’altra avesse iniziato a parlare..
-Scusa, mi ero persa per un attimo- Ammise con un sorriso, facendo ridere anche l’altra.
-Me ne sono accorta!- Restarono per un attimo in silenzio e, poi, la bionda parlò.
-Ho trovato un posto bellissimo per fare le fotografie, poco più in alto lungo la montagna.. Se vuoi domani posso fartelo vedere..- Rachel ci pensò su per un attimo, prima di abbassare lo sguardo.
-Verrei volentieri, ma.. non sono proprio adatta al trekking.. E poi.. non so cosa ha programmato Finn per domani..- La bionda piegò la testa di lato, incollando gli occhi sulla sagoma dell’altra ragazza.
-Rachel, Rachel, Rachel.. Sei sempre così… accondiscendente…- La mora si paralizzò nell’ascoltare la voce leggermente roca dell’altra e nel vedere i suoi occhi così ardentemente incollati su di lei.. –Dovresti smetterla di accontentare tutti gli altri..- Trattenne il fiato, vedendo che la bionda si avvicinava piano a lei.. –E iniziare ad accontentare un po’ te stessa..- Subito dopo aver pronunciato quella frase, la bionda si alzò dalla sedia e le diede le spalle.
-A domani, signora Hudson..- Senza voltarsi, iniziò a camminare, sparendo dalla vista dell’altra.

Finn rientrò nel camper quando ormai era già tardi e sembrava aver bevuto abbastanza. Rachel si era messa a letto parecchio tempo prima, ma non era riuscita a chiudere occhio, per questo, quando aveva sentito il marito rientrare, si era alzata, andandogli incontro..
-Finn?
-Rachel..- Il ragazzo la attirò a se, stringendola possessivamente tra le sue braccia.
-F-finn.. m-mi soffochi così..- Ma il giovane sembrava non sentirla, in quanto aveva già iniziato ad affondare le mani sotto il suo vestito.. –F-finn…-
Rachel venne spinta contro il letto e, allora, finì per cedere, concedendosi a suo marito.
Nonostante avesse ormai capito da tempo di non essere più innamorata, in quel momento, mentre Finn si muoveva su di lei ansimando, realizzò che stava vivendo una vita non sua.

-Pensavo che le persone di New York fossero abituate ad alzarsi presto..- Quinn aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere nel suo letto.
-Ma che…- Rachel era in piedi davanti a lei e la guardava tenendo le braccia incrociate al petto. La bionda scosse la testa, chiedendosi se stesse ancora dormendo, ma, a quanto pareva, era sveglia. Si mise in piedi, guardandosi intorno e si rese conto che la sua tenda era in completo disordine. C’erano vestiti sparsi un po’ ovunque e oggetti raccattati alla rinfusa, c’erano perfino cumuli di fotografie sparsi su una piccola scrivania. Quinn arrossì, mentre Rachel si guardava curiosamente intorno..
-Emh.. Che.. cioè.. che ci fai nella mia tenda?- Chiese la bionda, iniziando a riprendersi da quel suo stato di trance..
-Oh.. ecco ero venuta a dirti che accetto l’invito di ieri sera. Pensavo fossi già sveglia, scusami per.. l’invasione della privacy..- Commentò la mora, fissando insistentemente la ragazza davanti a se, rendendosi conto in quel momento che indossava solo una lunga canotta bianca che lasciava ben poco all’immaginazione. La fotografa si passò una mano tra i capelli corti, arruffandoli leggermente, prima di annuire e sorridere..
-Sono felice.. Dammi due minuti per fare una doccia e sono subito da te!
La mora uscì e aspettò l’altra fuori dalla tenda, girandosi nervosamente i pollici. Quella mattina era sgattaiolata dal suo letto il più presto possibile, lasciando un semplice bigliettino al suo coniuge ancora addormentato. Si sentiva terribilmente a disagio e aveva bisogno di riflettere, per questo non le era dispiaciuta l’idea di allontanarsi per un po’ dal camping insieme a Quinn. La bionda la raggiunse dopo alcuni minuti, indossando degli shorts di jeans e una maglietta larga e bianca. Sulle spalle aveva un grande zainetto e teneva la macchina fotografica appesa al collo.
-Possiamo andare!

Dopo un paio d’ore di trekking, Rachel era completamente sfinita e si fermò a riposarsi, sedendosi su una grossa roccia..
-Non ce la faccio più Quinn..- La bionda si fermò e tornò verso di lei, sorridendole leggermente.
-Un piccolo sforzo, siamo quasi arrivate..- Prese dal suo enorme zainetto una borraccia e la porse all’altra, la quale bevve avidamente. –Forza, andiamo..- La fotografa prese la mano della ragazza e riprese a camminare assieme a lei e, dopo alcuni minuti, raggiunsero un piccolo altopiano da cui si vedeva un panorama bellissimo. Rachel spalancò la bocca, guardandosi intorno con gli occhi che le luccicavano dall’eccitazione, mentre Quinn aveva impugnato la macchina fotografica per fare delle foto sfruttando la forte luce. Mentre guardava il mondo attraverso l’obiettivo, si ritrovò davanti il volto pieno di gioia della ragazza che era con lei, e catturò quell’immagine con diversi scatti, incantata da come la luce brillasse sulla sua pelle.
-E’ meraviglioso..- Commentò la mora, voltandosi ad osservare la sua compagna di viaggio, la quale aveva riposto la macchina fotografica e aveva steso sull’erba una tovaglia a quadri.
-Lo è davvero..- Sorrise, sedendosi. –Ho portato il pranzo, tramezzini con pomodoro e lattuga!- Prese tutto l’occorrente e posò tutto sulla tovaglia, armandosi di nuovo della sua Reflex.
-Quinn grazie..- Gli occhi della mora continuavano a luccicare, entusiasti per quella mattinata, mentre la bionda aveva scoperto nell’altra un perfetto soggetto da fotografare. C’era qualcosa di particolare in quella ragazza, qualcosa di unico che la rendeva perfettamente fotogenica e Quinn era più che entusiasta di questo.. –M-mi.. stai facendo delle foto?-
La ragazza mise via la macchina fotografica e annuì.
-Vieni veramente bene, sai? Avresti un futuro da modella..- Le guance dell’altra si imporporavano e, per evitare l’imbarazzo, diede un morso al suo tramezzino, abbassando lo sguardo.
Mangiarono tranquillamente, chiacchierando del più e del meno, finchè Quinn non si decise a porle la domanda che le frullava in testa da quando Rachel si era presentata nella sua tenda..
-Perché hai cambiato idea?- La mora si pietrificò nel sentire quelle parole e abbassò lo sguardo, deglutendo a vuoto. –Rachel.. Non devi parlarmene se non vuoi, sappi solo che se hai bisogno di sfogarti… io sono qui..- La diva si morse il labbro inferiore, prima di sporgersi verso l’altra ragazza e abbracciarla, nascondendo il viso sulla sua spalla. Un po’ spiazzata, la bionda la strinse tra le sue braccia, accarezzandole piano i lunghi e folti capelli scuri..
-Non lo amo… Non lo amo più da molto…- Ammise, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi, mentre l’altra continuava a coccolarla piano, nel tentativo di tranquillizzarla…
-Dovresti dirglielo allora… -
-Non posso! Ho rinunciato a tutto per lui..- La mora alzò piano gli occhi, osservando il profilo dell’altra, rendendosi conto di quanto perfetti fossero i suoi lineamenti –Senza di lui… non ho davvero nulla…-
Quinn chiuse per un secondo gli occhi, prima di voltarsi verso di lei e puntare gli occhi verdi nei suoi, in uno sguardo pieno di mille parole.
-Rachel tu hai tutto invece.. Sei intelligente, bellissima, e hai un grande talento e grandi ambizioni..- Sorrise e allungò due dita per asciugare le lacrime che bagnavano le guance dell’altra. –Sei ancora in tempo per prenderti la vita che meriti davvero…- L’altro sospirò, cercando di smettere di piangere..
-Si, ma.. Non so neanche da dove iniziare..-
-Io si..- Rachel alzò gli occhi, incontrando quelli dell’altra, intenti a fissarla con uno sguardo che non le aveva mai visto.. Uno sguardo intenso e carico di una punta di malizia.. Prima che potesse formulare un qualsiasi pensiero coerente, le labbra della bionda erano premute contro le sue, in un bacio leggero, ma pieno di mille emozioni.

Rachel passò il resto di quella vacanza praticamente rinchiusa nel camper e ne uscì solo quando arrivò il momento di ripartire. Finn l’aveva aiutata a richiudere le valigie, per poi andare a saldare il conto in amministrazione. In quel momento, la mora aveva deciso di andare alla ricerca di Quinn, per salutarla, ma non l’aveva trovata da nessuna parte. Rassegnata era tornata indietro e si era accomodata sul sedile del passeggero del camper, in attesa del ritorno di suo marito.
-Arrivederci signora Hudson.- La fotografa era in piedi appoggiata ad un albero, vicino al posto in cui era seduta Rachel. La mora, non appena si accorse di lei, fece per scendere, ma l’altra la bloccò.
-Non ce n’è bisogno… Ci vediamo l’anno prossimo..- Disse prima di sparire tra gli alberi. Proprio in quel momento, Finn tornò e mise in moto il camper. In pochi minuti il camping era già fuori dalla loro vista e la diva chiuse gli occhi, appoggiando la testa contro il finestrino…

6 settimane dopo.
Con le ultime foto che aveva pubblicato, Quinn aveva ottenuto ancora più successo, tanto da diventare una delle più rinomate fotografe di New York. Tutte le riviste specializzate parlavano di lei, della sua creatività e del suo talento ed era anche stata ospite in alcuni programmi televisivi, dove aveva parlato della sua storia e della sua passione. La bionda aveva faticato molto per arrivare a quel punto della sua vita e della sua carriera e, nonostante avesse praticamente tutto, c’era ancora qualcosa che le mancava più del resto, qualcosa che solo la montagna poteva restituirle.
Il campanello del suo appartamento iniziò a suonare insistentemente, così si alzò, sbuffando, e andò verso la porta.
-Un attimo, arrivo!-
Dall’impazienza della persona che stava bussando, la ragazza immaginò si trattasse di Santana, la sua migliore amica dai tempo del liceo. Così non si preoccupò di vedere chi fosse dallo spioncino ma si limitò a spalancare la porta con un leggero broncio stampato sul viso.
-Santana sei la sol..- Le parole le morirono in gola quando si rese conto di chi fosse il suo ospite e smise letteralmente di respirare quando le sue labbra furono catturate in un bacio.. –Rachel..-
Dopo il bacio, la piccola diva osservava la fotografa con il sorriso più dolce che avesse mai visto.
-Ho fatto il primo passo, Quinn.. E sono pronta a fare tutti gli altri..-
La mora si sporse nuovamente verso la padrona di casa e posò le labbra sulle sue, suggellando con quel bacio l’inizio della sua nuova vita.

__________
Angolino: Salve a tutti ^-^ Si, prima di dire qualsiasi cosa riguardo la fic, so benissimo di averne altre due da completare e lo farò al più presto, promesso. E' solo che non potevo proprio non scrivere qualcosa per la Faberry week, visto che è la coppia su cui sbavo sopra tutto il giorno :Q____
Niente, quest'anno ci sono dei temi davvero molto molto belli, anche se non sono proprio adattissimi per delle shot.. Sono più che altro temi su cui si potrebbero scrivere delle bellissime long! In ogni caso cercherò di fare del mio meglio.. Grazie a tutti e alla prossima :D P.s. se avete qualsiasi domanda da fare, vi linko il mio account su Twitter ^-^
https://twitter.com/#!/nccimbalo
Crim.

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Capitolo 2
*** The end of the world ***


Allora.. metto un piccolo avviso prima del capitolo. Questa storia non è adattissima agli stomaci delicati, c'è una parte un po' forte, quindi se non ve la sentite, non leggete ^____^

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Sam Evans era un ragazzo che non pensava molto prima di parlare. Era appassionato di film di fantascienza, per questo tendeva a vedere la “magia” un po’ in tutte le cose quotidiane. Ed era stato questo modo di fare a fargli sfuggire quella battura che, per quanto sembrasse innocente, aveva finito per rivelarsi vera. Quando lui e i suoi amici, ritornando da una festa, si erano trovati davanti ad un barbone che barcollava ubriaco, aveva tranquillamente scherzato su quanto sarebbe stato divertente combattere contro un’ondata di Zombie..
Non avrebbero potuto sbagliarsi di più..

Così era successo. Sam e gli altri non sapevano che quello che avevano incontrato era una vero e proprio Zombie, infettato da un topo fuggito accidentalmente da un laboratorio governativo. In poco tempo il virus si era diffuso e, adesso, i non morti erano più dei vivi. Fortunatamente il governo, essendosi accorto del terribile errore, era riuscito a contenere l’infezione nei confini di Lima e avevano circondato il territorio, pronti ad uccidere chiunque andasse ucciso e ad accogliere chiunque andasse accolto. Rachel e Quinn erano insieme e stavano bene, ma avevano troppi affetti per correre verso le barricate lasciando tutti indietro. Così si erano separate, per tornare ognuna alla propria abitazione, in cerca di qualche superstite. Avevano prima avuto la decenza di contattare i soldati per farsi prestare qualche arma, i quali, osservando quelle due giovani ragazze, non avevano potuto fare a meno di sospirare e dire loro che stavano andando a morire. Le due si tenevano per mano mentre prendevano le pistole che i militari gli stavano concedendo per quella folle missione di recupero.
Dopo un lungo e agognato bacio tra le due, si erano separate, dirette ognuna verso la propria casa.

Quinn aveva raggiunto villa Fabray muovendosi di soppiatto lungo i vicoli del quartiere. Le abitazioni sembravano tutte abbandonate, ma non si poteva mai sapere, così la bionda faceva ben attenzione a come si muoveva. Sua sorella Frannie, fortunatamente, non viveva a Lima, così lei era al sicuro, ma sua madre e suo padre erano soli e senza protezione. Si stava muovendo lentamente, tenendo l’arma semi abbassata, in modo da essere pronta a sparare in ogni momento.
-Ahaaaaaaaaaaaaaaaaaa
L’urlo di terrore proveniente da casa sua la fece sobbalzare e, senza pensare, spalancò la porta con un calcio e corse in salotto, dove vide una scena che le fece accapponare la pelle. Sua madre era a terra, schiacciata contro il muro, mentre un essere disgustoso strisciava verso di lei.
-Russel no!
Solo sentendo il suo nome, Quinn capì che quel mostro era sua padre, ormai vittima del contagio. Prese un respiro profondo, vedendolo avvicinarsi sempre di più a sua madre…
“L’eterno riposo dona a loro, Signore.. Splenda per essi la luce perpetua, riposino in pace..”
BANG! BANG! BANG!
“Amen..”
La bionda mise via l’arma, visto che l’essere aveva smesso di muoversi, e si avvicinò a Judy Fabray, aiutandola ad alzarsi..
-Quinn… Oh piccola mia.. Stai bene.. Stai bene..- La donna la strinse a se e la ragazza si rilassò tra le braccia di sua madre. Era tutto ok, doveva portarla al sicuro e tornare a prendere Rachel e poi quell’incubo sarebbe finalmente finito..
-Si mamma.. Sto bene..- Chiuse gli occhi, e si lasciò stringere, prima di separarsi da quell’abbraccio e guardare la donna negli occhi.. –Devo portarti al sicuro.. – La donna annuì e seguì sua figlia fuori dall’abitazione, infilandosi nell’auto della ragazza. Quinn salì velocemente dal lato del guidatore e partì a razzo in direzione del confine. Raggiunto il posto di blocco militare, si fermò e alzò le mani, lasciandosi riconoscere come umana. Il giovane soldato che le aveva dato la pistola avanzò verso di lei e verificò velocemente il suo stato di salute e quello di sua madre.
-Non ci credo, ce l’hai fatta..- Commentò, rivolgendo un sorriso alla ragazza, la quale sospirò e scosse la testa.
-No, ancora no.. Devo tornare a prendere Rachel, non ho sue notizie…- Strinse forte l’impugnatura della pistola e si voltò, raggiungendo la sua auto, mentre altri due militari aiutavano Judy a scendere.
-Dovresti fermarti qui.. Non perdere tempo, non sarà sopravvissuta…- La bionda si morse il labbro inferiore e scosse la testa furiosamente, risalendo sull’auto.
-Non conosci la mia donna..- Disse con un sorrisetto, rivolta al giovane. –E’ più forte di quello che sembra!-

Dopo essersi separata dalla sua Quinn, Rachel era corsa a casa sua, nella speranza di trovare i suoi papà per portarli in salvo. Quando l’invasione era esplosa, si trovavano tutti a scuola ed erano stati barricati lì dentro per parecchio tempo. Alcuni di loro non ce l’avevano fatta, ed era stato straziante dover porre fine alla vita dei loro amici. Alla fine, gli unici superstiti ad uscire da quell’edificio erano stati lei, Quinn (le due si erano protette a vicenda) Kurt, Santana, Finn, Mike, Blaine, Emma e Mercedes. Molti degli altri si erano comportati in modo eroico, salvando la vita delle persone che amavano. Will si era sacrificato per proteggere sua moglie e il bambino che portava in grembo. Lo stesso aveva fatto Sam con Mercedes, regalando a tutti il suo sorriso un’ultima volta, accompagnato da una frase presa da qualche film sugli zombie, prima di lanciarsi all’attacco per salvare il suo unico amore. Puckerman, invece, non si era mostrato molto eroico fino a quando non era stata la vita di Quinn ad essere minacciata. La bionda, infatti, per proteggere Rachel, si era esposta troppo ad un attacco che Puck aveva deciso di intercettare in nome di quell’amore che avrebbe provato in eterno verso la madre di sua figlia. Brittany invece era stata ferita gravemente, fortunatamente senza essere esposta al contagio, e Santana se l’era portata sulle spalle, parlandole costantemente per non farla addormentare, nel tentativo disperato di salvarle la vita. Più e più volte la latina era stata esposta agli attacchi, ma gli altri ragazzi, mossi dalla tenerezza di ciò che l’altra stava facendo, l’avevano protetta. Alla fine, dopo essersi fatti strada lungo i corridoi del Mckinley, i ragazzi avevano deciso di separarsi, in cerca delle proprie famiglie. Santana si era infilata subito in auto assieme alla sua ragazza ed era corsa verso i confini, in cerca di aiuto, promettendo alle altre che si sarebbero riviste quando tutto quello sarebbe finito. Rachel e Quinn erano andate a cercare delle armi, prima di recarsi ognuna a casa propria. La mora si fermò davanti villa Berry stringendo la sua pistola e un machete che aveva rubato dalle cucine delle scuola e che aveva usato per difendersi. Entrò in casa col fiato corto e cercò da tutte le parti una minima traccia dei suoi papà, ottenendo scarsi risultato. Loro non erano in casa. Sospirò, notevolmente preoccupata per la sua famiglia, ma non potè far altro che avvicinarsi all’uscita. Restare lì non sarebbe servito a molto e doveva tornare da Quinn prima di farla preoccupare. Tuttavia, non appena mise piede fuori di casa, si ritrovò circondata da almeno un decina di zombie.
-Oh mio.. Dio..-
Smise di respirare, sperando vivamente che non si accorgessero di lei, tuttavia alcuni avevano già iniziato a strisciare nella sua direzione. Impugnò saldamente la pistola, cercando di calmarsi e di prendere bene la mira, prima di sparare verso quell’orda di zombie che si avvicinava sempre di più a lei. Ne abbatté un paio e puntò verso quelli più indietro, quando accadde qualcosa che non aveva minimamente programmato: restò a corto di proiettili. In un impeto d’ira gettò via l’arma e impugnò il machete, arretrando il più possibile. Non aveva possibilità di scappare e c’erano sette zombie pronti a mangiarsela. Tutto sembrava perduto. Era questo il motivo per cui quando vide la macchina di Quinn in lontananza, aveva tirato un sospiro di sollievo. La bionda era scesa e aveva iniziato a sparare all’impazzata, dicendo a Rachel di scappare attraverso il varco che aveva creato. La mora era andata avanti, non potendo fare niente per aiutarla, ma era corsa subito indietro quando aveva visto la bionda cadere a terra. Era solo uno lo zombie rimasto ed era vicino, troppo vicino a Quinn. Fu quando sentì l’urlo acutissimo di dolore della sua donna che Rachel perse totalmente la ragione.
-Quinn!- Corse senza fiato verso di lei, la quale, con le mani tremanti, aveva puntato la pistola verso l’ultimo essere disgustoso, il quale era ancora chino sulla sua gamba sinistra.
BANG!
Fortunatamente bastò uno sparo per ucciderlo del tutto e la bionda potè rilassarsi, mentre Rachel arrivava da lei e la stringeva forte tra le braccia..
-Q-Quinn.. Andrà tutto bene.. Andrà tutto bene..- L’ex cheerleader respirava a fatica, ma sarebbe stata felice di morire tra le braccia della ragazza che aveva sempre amato.
-Ti.. a-amerò per sempre.. –
-No! No! Non stai morendo.. Non stai morendo…- Gli occhi verdi della bionda si posarono sul viso della sua amata e un sorriso le si dipinse sulle labbra..
-Rachel.. – Quinn si sporse leggermente, afferrando con le mani tremanti l’arma che la ragazza si era portata dietro.. –D-devi fare.. una c-cosa per me..- Mormorò, prima di posizionare il machete tra le mani della mora…

-R-rach.. Devi farlo.. Devi Rach..- La mora scosse violentemente la testa, mentre le lacrime non accennavano a sparire dai suoi occhi. L’odore acre del sangue raggrumato e la puzza di cadavere in decomposizione lasciava poco spazio all’aria pulita, la quale sembrava diminuire secondo dopo secondo. Stringeva convulsamente tra le mani il grosso machete, incapace tuttavia di usarlo.
-T-ti prego Rach.. S-sarà troppo tardi do-dopo..- Scosse ancora la testa, mentre, sul suo viso, le lacrime si mescolavano al sangue.
-Non posso.. Non puoi chiedermi questo.- La bionda strizzo gli occhi, trattenendosi dall’urlare per il dolore e voltò la testa di lato, cercando di non far preoccupare ancora di più la donna che amava.
-S-salvami Rachel.. s-solo tu puoi..- Qualcosa scattò nella mente della ragazza, facendole perdere totalmente il controllo. I suoi occhi si annebbiarono e, nelle orecchie, sentiva solo la voce strozzata della donna che amava, la quale le implorava di salvarla. Le mani si mossero da sole, mentre stringevano convulsamente il machete. Vittima di una furia non sua, alzò entrambe le braccia e le abbassò con una violenza che non pensava di possedere. Colpì la palle candida della sua donna, macchiandola di rosso, facendo schizzare sangue ovunque e facendola urlare dal dolore. Anche Rachel si ritrovò ad urlare, mentre colpiva Quinn ancora e ancora, prima di gettare la sua arma dall’altro lato della stanza e prendere tra le braccia il corpo sudato e tremante della sua donna..
-Q-quinn.. è tutto finito amore mio… è t-tutto finito..- Passò una mano lungo il suo viso, cercando di allontanare l’odore del sangue che si espandeva per la stanza.. Gli occhi verdi della bionda osservarono i lineamenti della sua ragazza, mentre un piccolissimo sorriso si dipingeva sulle sue labbra..
-Ti a-amo..
-Anche io piccola… Ora e per sempre…
Felice per quella dichiarazione, Quinn si lasciò andare in un sospiro profondo e chiuse gli occhi, rilassando i muscoli tesi del suo corpo. Prima che potesse anche solo accorgersene, cadde in un sonno profondo…

I rumori leggeri che c’erano intorno a lei erano così regolari da sembrare rilassanti. C’era un leggero beep che si ripeteva continuamente a distanza di pochi secondi e il rumore di una specie di ventola che girava senza interrompersi. Nel suo stato di dormiveglia, la ragazza si godeva il rilassante susseguirsi di quei rumori così familiari, eppure così inadatti. Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, ma non si stupiva di questo, visto che non riusciva nemmeno a rendersi conto se fosse viva oppure no. Aveva la mente completamente svuotata e questo le piaceva tantissimo, visto che poteva finalmente concedersi un po’ di meritato riposo. Poi, improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, l’immagine di un volto sorridente balenò nella sua mente e aprì di scatto gli occhi, mettendosi a sedere sul letto.
-Rachel!-
Disse d’istinto, rendendosi finalmente conto del luogo in cui si trovava. Era una stanza d’ospedale bianca e abbastanza spoglia, eppure tranquilla e confortevole.
-Sono qui..- Voltò lo sguardo, ritrovandosi davanti gli occhi nocciola della donna che amava.. Sorrise d’istinto e si slanciò per stringerla a se, ma si rese subito conto del fatto che l’altra era rimasta rigida tra le sue braccia..
-C-che succede?- Chiese, un po’ preoccupata per il comportamento dell’altra. Rachel abbassò lo sguardo e, senza dire nulla, scostò il leggero lenzuolo che copriva il corpo dell’altra, rivelando il motivo della sua tristezza. Fu allora che Quinn ricordò esattamente tutti gli avvenimenti accaduti prima che svenisse e, dopo un attimo di silenzio, sorrise leggermente, voltandosi verso la sua ragazza.
-Non so come ringraziarti..-
-Che stai dicendo? Ma hai visto? Hai visto cosa ti ho fatto?-
-Si, l’ho visto..- Si esaminò per qualche attimo, facendo scorrere gli occhi sulla sua gamba destra, perfettamente integra, e sulla sinistra, di cui ne restava circa la metà. L’arto era stato reciso poco sotto il ginocchio ed era ricoperto da una grossa fasciatura. –L’ho visto.. e se non l’avessi fatto sarei morta..-
-M-ma..-
-Mi hai salvato la vita..- Il viso della bionda si illuminò di uno splendido sorriso, mentre attirava a se la sua donna, per stringerla tra le sue braccia. –Possiamo avere un futuro… e una famiglia… grazie al tuo coraggio e alla tua forza, Rachel.. Ti amo.-
La mora sembrò rilassarsi a quelle parole e si sporse per posare le sue labbra su quelle della giovane.
-Ti amo anche io…  
-Si, si.. Sdolcinate, vi amiamo anche noi!- Le due si voltarono verso l’ingresso della stanza, felici di vedere lì tutti i loro amici. Kurt stava stretto tra le braccia di Blaine, un po’ ammaccato e con qualche ferita qua  là. Mercedes e Mike sostenevano Emma, la quale faceva un po’ fatica a muoversi per via del pancione pronunciato, mentre Finn stava accanto a Santana, la quale stringeva i manubri della carrozzella su cui stava seduta Brittany, mal ridotta, ma viva.
-Mancavi solo tu, Fabray, ci hai fatti preoccupare…- La latina sorrise, avvicinandosi alla sua migliore amica per stringerla in un leggero abbraccio.
-San.. Ma ora Quinn avrà le gambe di legno come i pirati?- Rachel restò un po’ gelida per la domanda innocente di Brittany, ma si rilassò subito sentendo la risata della sua donna.
-Certo! E dovrete chiamarmi tutti capitan Fabray! Argh!- Anche tutti gli altri ridacchiarono e, per la prima volta, in quella stanza d’ospedale, si sentirono sereni e al sicuro..

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Eccoci qui! :D E anche il secondo giorno è andato e inizio subito a lavorare al terzo ^___^ Grazie a chiunque ha letto la fic e grazie a chiunque vorrà commentarla :)

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