Tied To You

di Jaded_Mars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. I ***
Capitolo 2: *** Cap. II ***
Capitolo 3: *** Cap. III ***
Capitolo 4: *** Cap. IV ***
Capitolo 5: *** Cap. V ***



Capitolo 1
*** Cap. I ***


“Ma dovevi proprio portartela dietro quella? Non potevi lasciarla a casa per una benedetta volta?”
“Dai Axl non rompere i coglioni, lo sai che è nuova di qui, volevo conoscesse un po’ di gente! Ricordi come eravamo smarriti noi quando arrivammo in città qualche anno fa? A me non sarebbe dispiaciuto avere qualcuno che mi introducesse in qualche giro.” Izzy si interruppe per scrutare l’espressione dell’amico, prima di aggiungere “E poi è mia amica …” .

Quelle ultime parole fecero definitivamente sbottare Axl “E io chi sarei il tuo cane? Non sono anche io amico tuo?!”

“Axl ti prego…”

“Dai cazzo è la nostra sera, quella storica, che aspettiamo per tutta la settimana! Noi cinque a fare casino e baldoria sul Sunset Strip! Mi dici che cosa centra lei con tutto questo?” Axl quasi non sapeva niente di quella ragazza, solo le stava enormemente sulle palle perché da quando era arrivata Izzy si ostinava testardamente a portarsela dietro e  trattarla come una piccola principessa, dimenticando quelle che col tempo erano diventate le tradizioni del gruppo: niente fidanzate o amiche quando si usciva assieme, fare baldoria e casino fino all’alba dimenticandosi della vita normale, almeno per una sera.

Non che lei fosse fastidiosa, poverina, glielo doveva riconoscere non cercava mai di attirare volontariamente le attenzioni di nessuno, e non faceva nulla per intromettersi o dare fastidio, sarebbe stata anche una persona piacevole da avere intorno, era pure carina, però… però a causa sua Izzy stava cambiando, era meno irresponsabile, passava meno tempo con lui e più con lei, addirittura dormiva nel sacco a pelo per terra pur di lasciare spazio a lei. Axl la vedeva un po’ come “quella che gli aveva rubato l’amico.” Certo era un pensiero infantile, lo riconosceva, però proprio non riusciva a farsela andare a genio. Si sentiva solo senza il suo migliore amico, nonostante lui fosse sempre presente come prima. E pensare che lei nemmeno era la sua fidanzata, solo una vecchia amica di Lafayette. Axl a malapena se la ricordava, l’aveva vista qualche volta girare in bicicletta per la città, con i suoi vestitini ordinati e le scarpe sempre bianche. Aveva un paio anni in meno di loro, per un periodo pensava anche di essersi infatuato di lei, in uno di quei pochi momenti in cui lei gli aveva fatto l’occhiolino dopo averlo coperto quando la polizia locale l’aveva beccato a commettere un piccolo furtarello. Era così carina con quell’aria sicura ed innocente. E quel sorriso… lui aveva diciassette anni. Fu anche l’ultima volta che la vide, prima che entrasse di nuovo nella sua vita, in quel modo che lui trovava oltraggioso.
 
“Come si permette di arrivare e stravolgere gli equilibri?” Axl la stava osservando parlare con Steven e Duff, tranquilla e divertita da quello che i due ragazzi le stavano raccontando, probabilmente una delle loro avventure.
 
“Axl quando capirai che le ho detto io di venire a stare da noi? Io! Lei non centra niente! E poi non ha rotto nessun equilibrio! Non c’era un cazzo di equilibrio tra noi. Si può sapere cosa ti ha fatto?”
 
“Mi ha rubato i miei amici…” rispose piano Axl girando la testa mentre parlava, quasi stesse rispondendo più a se stesso che a Izzy.
 
“Cosa?!”
 
“Niente…”
 
“Come fai a dire che lei ti ha rubato gli amici?” Izzy stava disperando “Mi sembra di avere a che fare con un ragazzino di dieci anni! Sei completamente rincoglionito? Mi devo preoccupare?”
 
“Senti Izzy lascia perdere…” Axl girò sui tacchi e stava per andarsene quando l’amico lo afferrò prepotentemente per un braccio.
 
“Non lascio perdere un cazzo… e tu non te ne vai così. Non è il modo di risolvere i problemi, andandosene!”
 
“Ah beh parla il saggio di turno, vero? Quello che non se ne va mai, vero?” Axl l’aveva fatto apposta. Gli aveva tirato una bella frecciata, riferendosi proprio a quando anni addietro Izzy era di punto in bianco sparito da Lafayette dopo avere raccattato il suo misero diploma di liceo e le sue quattro cose senza più dare sue notizie. Quell’episodio Axl se l’era legato al dito e ancora non gli andava giù, come non gli andava giù che Izzy ci tenesse tanto a quella ragazzina rossa. Tutti ci tenevano a lei, riusciva a conquistare chiunque. E lui non la sopportava. Ci litigava sempre, ogni singola volta che la vedeva, anche quando lei non faceva nulla, solo per il gusto di farla arrabbiare. Almeno in quel modo lei lo considerava.
 
“Axl, tu non vuoi farmi incazzare…” gli rispose gelidamente Izzy, serio, lasciando andare il braccio del rosso.
 
“Perché cosa succederebbe se ti incazzassi, eh, Mr Stradlin? Sentiamo!” lo provocò di nuovo Axl alzando il suo tono di voce, dandogli una leggera spinta per rafforzare le sue parole. “Cosa faresti? Avanti! Parla!”
 
In quei pochi minuti di discussione, un insulso battibecco stava degenerando verso una rischiosa rissa, e i due amici avevano inevitabilmente attirato l’attenzione degli altri ragazzi presenti.
 
“Dai ragazzi, calmatevi, non c’è bisogno di litigare.” Una voce femminile era intervenuta.
 
“Izzie stanne fuori.” Disse Izzy alla ragazza.
 
“Sì esatto ascoltalo, Izzie, fai la brava e stanne fuori!” rimarcò Axl aggressivo.
 
Izzie guardò prima uno e poi l’altro, Axl aveva la capacità di irritarla non appena apriva bocca. Potendo, avrebbe voluto prenderlo a calci ma si limitò a trucidarlo con lo sguardo. Eppure se lo ricordava come uno simpatico ed alla mano. Certo era uno esuberante anche da ragazzino, con una pessima reputazione e piuttosto fuori di testa per gli standard della  piccola Lafayette. Eppure con lei era sempre stato gentile, le poche volte che aveva avuto a che fare con lui. Non capiva come aveva fatto a diventare così arrogante ed  insopportabile.
“Guardate che ho capito che state litigando per me eh, non ce n’è bisogno. Vi lascio soli, torno a casa.” Disse tranquilla.
 
“Tu resti!”  Fece Izzy immediatamente. Non voleva affatto che se ne andasse per colpa dei giramenti di Axl.
 
“Ma come per una volta tanto quella decide di fare la cosa giusta e levarsi di torno e tu la fermi?” chiese fintamente sorpreso Axl.
 
‘Quella? Quella?! Ma come diavolo si permette!’ A quel punto Izzie veramente aveva perso la pazienza e sbottò “Ma si può sapere una volta per tutte cosa ti ho fatto? Finisce sempre così, tutte le sante volte, non mi sopporti, bene! Nemmeno io sopporto te! Mi hai rotto il cazzo con questo comportamento!”
 
“Uuuh la principessa si sta scaldando!” la canzonò Axl fingendosi impaurito. “Non c’è un perché. Non ti sopporto e basta.” le disse in tono nenioso.
 
“Hey hey hey! Che succede qui?” Slash era arrivato di punto in bianco con una bottiglia di Jack in mano. Lo stavano tutti aspettando da un po’, era proprio nell’attesa che Izzy ed Axl erano finiti a litigare.  
 
“Slash ti prego. Non ti ci mettere anche tu…” gli disse Izzy esasperato, cercando di ricostruire la tranquillità che si era sgretolata lentamente sotto il peso delle parole che si erano scambiati.
 
“Calmi ragazzi, calmi. Sono venuto per portare la pace tra voi.” Disse in tono cerimonioso come un piccolo Buddha, risultando piuttosto ridicolo.
 
“A me non serve che la porti tu, so benissimo come riaverla, la mia pace.” Fece Axl, pronunciando quella frase guardando fisso Izzie.
 
“Calma fratello, calma. Non serve l’aggressività, ne vedo troppa in te. E anche in te.” Disse riferendosi a Izzie, puntandole l'indice contro. “Avanti ragazzi. Datevi la mano come buoni amici.”
 
Izzie guardò Axl pensierosa. Massì perché no. Magari sarebbe servito a qualcosa. Pensò di allungare la mano per prima, se avesse aspettato l’altro sarebbe potuta anche diventare vecchia.
“Io non sono suo amico. E non mi interessa diventarlo.” Disse Axl incrociando le braccia e girando la testa altezzosamente. Questo fece cambiare idea ad Izzie immediatamente.
“Nemmeno a me.” Rispose decisa, anche se veramente non lo pensava.
 
“Eddai…” Slash cercò qualche argomento persuasivo da sfoderare ma di fronte a quella ostinazione di entrambi proprio non sapeva più che fare.
“Beh allora date le mani a me!”
 
“Slash, perché diavolo dovrei darti la mano adesso?” chiese Axl stupito guardandolo come se fosse impazzito.
 
“Per farmi contento!”  disse Slash in assenza di argomenti più validi. “ Così poi la finite di litigare e possiamo iniziare la serata!”
 
Axl era poco convinto, e si stava mettendo a ridere per la scemenza del riccio, ma vide che Izzie stava ridendo pacatamente a sua volta e decise di mantenere la sua compostezza per risultare superiore.
“Allora? Volete allungare le vostre mani o siete diventati delle statue di sale improvvisamente?”
I due ragazzi fecero come gli avevano chiesto, più che altro per farlo stare zitto, poco convinti dell’utilità del gesto al fine di far virare al meglio quella serata.
Ma nel momento in cui allungarono entrambi le braccia successe qualcosa che non si aspettavano.
Axl sgranò gli occhi inorridito “Ma sei impazzito?”
 
“Slash non è un bello scherzo…” disse Izzie molto preoccupata.
 
“Eh no ragazzi, adesso restate legati! Avete solo bisogno di un po’ di pazienza, così imparerete a sopportarvi a vicenda!”
 
“SLASH!! Toglimi subito queste manette di dosso!!” Axl stava diventando isterico.
 
“Non tolgo proprio un bel niente. Si chiama gioco di squadra Axl. Calmati.”
 
“Slash ti prego…ce le apri per favore? Promettiamo che staremo buoni e non litigheremo. Vero Axl?” cercò di persuaderlo Izzie implorandolo. ‘non voglio passare ore legata a questo stronzo.’
 
“Saul Hudson se non prendi la chiave e non mi togli subito le manette di dosso giuro che ti spacco la chitarra in testa.” Lo minacciò Axl.
 
“Vedi Axl, lei ha capito come funziona la collaborazione, ci ha provato. Impara da lei!” disse Slash sentendosi a suo agio nel ruolo del santone.
 
“Non me ne frega un cazzo di imparare da lei! LIBERAMI! Non ho intenzione di stare legato a questa qui come un salame!”  
 
“Oh! Ma chi ti credi di essere? Pensi che io ci tenga ad averti così addosso??” reagì Izzie d’istinto, profondamente terrorizzata all’idea di dovere passare del tempo con Axl in quel modo.
 
“Vedete ragazzi, voi avete un problema. Stando così siete costretti a risolverlo!”
 
“Ah sì? E chi lo dice?” fece Axl stufo di quel brutto scherzo.
 
“Io!” disse Slash quasi fosse un’ovvietà. “Prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno ragazzi!Quando vedrò che siete pronti vi libererò! Promesso!” Dette quelle parole si girò e si allontanò  fischiettando con Duff e Steven, lasciando i due ragazzi allibiti, mettendosi le chiavi delle manette in tasca.
 
 “Izzy per favore, vai a recuperare le chiavi!” chiese Axl ad Izzy sperando di trovare un po’ di buon senso almeno nel suo migliore amico.
 
Izzy rimase un attimo in silenzio. “Sai Axl, credo che Slash abbia avuto un lampo di genio. Cerca di impegnarti.” E gli diede una pacca di incoraggiamento sulla spalla. Poi si voltò verso Izzie e le diede un bacio sui capelli rossi “Mi dispiace Izzie, in bocca al lupo.”
 
“Hey e per me non sei dispiaciuto?” gli chiese Axl geloso.
 
“No.” Disse reprimendo una risata, prima di raggiungere gli altri tre ragazzi. Sperava in cuor suo che andasse bene, e che i due ragazzi non si annientassero in quella “convivenza” forzata.
 
Izzie ed Axl erano rimasti soli sul marciapiede in uno stato di stupore che era difficile da sciogliere. Era così surreale e ridicolo al tempo stesso. Due che non si potevano vedere né sopportare ammanettati assieme.
Se non fosse stato vero ci sarebbe stato da ridere.
 
“Beh andiamo, li raggiungiamo?” provò a suggerire Izzie.
 
“Io da quelli non ci vado nemmeno morto.”  Rispose Axl corrucciato.

Izzie alzò gli occhi al cielo. Sarebbe stata una lunga nottata.
 

 

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Capitolo 2
*** Cap. II ***


 
“Allora, cosa vorresti fare?” chiese Izzie nel modo più pacato possibile, cercando di nascondere quanto fastidio desse anche a lei quella situazione oltremodo ridicola.
 
“Vorrei non essere ammanettato a te!” rispose Axl.
 
“Di nuovo? Nemmeno io vorrei essere ammanettata a te!” Izzie sbottò “Ma non è colpa mia se siamo ridotti in questo stato.” Provò a riacquistare un certo contegno, odiava lasciarsi sopraffare dal nervoso.
 
“E invece sì!”
 
“E’ colpa di entrambi…” cercò di essere ragionevole la ragazza.
 
“No.” Fece Axl perentorio, senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
 
“ Sì invece!” ribatté Izzie.
 
“E invece no! Io non centro niente, sei tu che ti sei intromessa!” la accusò Axl.
 
“Non mi sono intromessa tra nessuno!” ribattè Izzie.
 
“Come no! Sì!”
 
“No!”
 
“Sì”
 
“N… Hey, ma la finiamo? Ti stai comportando da bambino!” Izzie si rese conto di quanto erano ridotti male.
 
“Io non mi comporto da bambino…bambina!” la provocò Axl.
 
“AAAAH! Non ricominciare!” Izzie passò una mano tra i suoi capelli rossi e si girò dando le spalle al ragazzo per non essere costretta a guardarlo in faccia mentre cercava di ritrovare la calma. L’avrebbe fatta impazzire se avesse continuato in quel modo. Trasse un profondo respiro di incoraggiamento e si rivoltò verso il rosso. Era impressionante quanto fossero simili, almeno in apparenza. Entrambi coi capelli rossi lunghi e lucidi, pelle diafana, stessa corporatura esile. L’unico tratto somatico diverso era il colore degli occhi: Axl li aveva smeraldini e Izzie azzurri come il cielo. Per il resto, sembravano fratelli.
 
“Senti.” Iniziò seria “Puoi fare l’orgoglioso e superiore quanto vuoi ma devi riconoscere che la situazione è la seguente. Siamo ammanettati assieme...”
 
“Ma davvero? Non credevo ci sarei arrivato senza il tuo preziosissimo aiuto!”
 
Izzie represse un urlo di esasperazione e invece proseguì “Quindi, dicevo, dovremmo cercare di collaborare, almeno per muoverci e decidere cosa fare, non credi?” le stava costando moltissimo in quel momento cercare di essere disponibile con Axl. “Così non saremo costretti a restare assieme ancora troppo a lungo.”
 
Il ragazzo la studiò mentre parlava. Non era mai stato così vicino a lei, e non lo sarebbe stato nemmeno di sua spontanea volontà. ‘Certo che sei proprio un coglione Axl Rose’ gli disse una vocina nel suo cervello. ‘Come puoi essere così stronzo con lei che è così carina?’ “Ti credi tanto politica vero? Perché non la smetti di cercare di compiacere sempre tutti?” gli risultavano davvero insopportabili quelli che erano sempre ben disposti verso gli altri, disponibili, aveva l’impressione che fossero tutti falsi, e lui disgustava la falsità
 
Izzie lo guardò allibita. “Cosa centra questo adesso?Io non ho mai cercato di compiacere nessuno!” come osava sparare sentenze senza nemmeno conoscerla? “E poi scusami se ho provato a cercare un accordo, non l’avrei mai fatto se non avessimo queste!” alzò  con forza il braccio ammanettato per ricordargli che non era proprio per sua spontanea volontà che stava dicendo certe cose.
 
Il rosso la guardò con supponenza,  come se non si trattasse che di uno sfogo isterico senza valore. Ah quanto gli piaceva farla incazzare, almeno in quell’occasione riusciva a farla sembrare meno perfetta di quanto non fosse.
 
“Guarda che non c’è bisogno che ci accordiamo sul da fare.” Le disse tranquillo “lo so io che cosa fare.” E le sorrise furbo.
Izzie fu sorpresa di quella frase. Forse aveva in mente qualcosa che funzionasse davvero. Si sentì immediatamente sollevata “Davvero? Beh allora avanti che aspetti a parlare? Di che si tratta?” domandò speranzosa.
 
“Semplice, facciamo quello che dico io!” disse Axl contento.
 
L’espressione di Izzie fu un concentrato di delusione ed irritazione. “Chissà perché me lo aspettavo…”
 
“Scusa credevi davvero che mi sarei messo d’accordo con te? Per fare cosa poi? Io risolvo i miei problemi sempre da solo, egregiamente per di più!” ci tenne a sottolineare che se voleva fare qualcosa, non aveva bisogno di aiuto o collaborazione da parte di nessuno.
 
“Sì ma qui non sei da solo! Ci sono anche io!” gli urlò in faccia Izzie, con una gran voglia di prenderlo a botte all’istante.
 
“Beh, si fa come dico io comunque!” fece lui ridendo spudoratamente, facendo arrabbiare ancora di più Izzie. “ Andiamo!” e fece un passo per avanzare tirando il braccio a cui erano legati. Ma la ragazza non si mosse. Axl si girò irritato verso di lei, non aveva calcolato la sua opposizione “Allora? Muoviti!” tirò nuovamente il polso, senza risultati, era ancora immobile e con la faccia scura. Axl si riavvicinò a lei, a un palmo di naso e guardandola freddamente negli occhi “Cammina.” Le intimò autoritariamente.
In tutta risposta gli arrivò un bello schiaffo assestato sulla guancia candida. “Ahi! Ma sei impazzita?” si massaggiò la pelle bruciante. Non se lo aspettava. Ed era stato pure forte. ‘Accidenti a te, maledetta che non sei altro.’
 
“Senti stronzo chiariamoci bene, ora, una volta per tutte. Non ti permettere di trattarmi così un’altra volta. Esigo rispetto.” Izzie aveva usato un tono talmente severo e carico di odio che Axl per un attimo fu quasi impressionato.
 
“E perché dovrei? Sennò cosa fai, diventi il mio peggior incubo?” chiese sarcastico, recuperando subito il suo modo di fare.
 
“Anche…” fece Izzie tranquilla “non sottovalutarmi.”
 
“Uuh che paura che mi fai…” Axl si finse spaventato prima di intimarle nuovamente “Cammina.”
Prontamente arrivò un altro schiaffo, se possibile ancora più forte di quello precedente.
“Ma che cazz…la finisci?” gli urlò incazzato, toccandosi la guancia arrossata e dolorante.
 
“Finiscila tu!” rispose Izzie alzando la voce. Sembravano due isterici a comportarsi in quel modo in mezzo alla strada e in effetti qualcuno si era anche fermato ad osservarli incuriosito, pensando che magari si trattasse di un qualche tipo di spettacolo o candid camera. Se qualcuno si preoccupò per loro, non lo diede a vedere, tutti guardavano ma nessuno voleva intromettersi.
Ma i ragazzi erano talmente tanto presi dal loro litigio che nemmeno se ne accorsero.
 
“Col cazzo che la finisco faccio come mi pare, non detti legge qui, hai capito o no?” Axl era furibondo, non voleva assolutamente dargliela vinta, era questione di principio. Poi vide che stava per arrivargli un altro schiaffone e riuscì a prendere il polso della ragazza e bloccarla. Glielo strinse forte, senza intenzione di farle male davvero, desiderava solo che si fermasse. “Ok va bene, va bene.” disse mentre le abbassava il braccio. Gli occhi cristallini della ragazza traboccavano di rabbia e forse anche di disprezzo. “Cercherò di essere più gentile, va bene?” lo fece più che altro per accontentarla e smettere di essere picchiato. Se pensava che avrebbe davvero iniziato a collaborare con lei si sbagliava di grosso. Per ora però gli bastava farglielo credere. E sembrava che avesse funzionato, forse.
Il viso di Izzie si fece meno teso, anche se era ancora scettica. Non riusciva a capire se Axl fosse sincero o la stesse prendendo in giro. Sicuramente non avrebbe dovuto abbassare la guardia.
 
“Bene.” disse infine la ragazza soddisfatta. “Allora dove vorresti andare?”
 
“In un posto. Vieni.” Disse lapidariamente Axl.
 
“Grazie…ma dove?” Izzie si sentiva un po’ trattata come una cretina e questo non le andava giù ma evitò di farlo notare.
 
“Tu vieni e se tutto va bene saremo liberi fra poco.” ‘Non vedo l’ora di non averti più tra le palle Miss Perfezione.’  Quella semplice frase che assomigliava ad una promessa bastò per far convincere la ragazza a seguirlo, seppur rimanesse dubbiosa sulle intenzioni del rosso.
 
“Senti non puoi camminare un po’ più veloce?” Axl si bloccò di colpo, “non ho voglia di tagliarmi il polso per trascinarti!”
 
“Scusa…rallenta un po’ tu il passo no? Sembra che stai facendo la maratona!”
 
“Ho fretta.” Fece lapidario.
 
“Sì ma non ti sto dietro!” disse Izzie in tono lagnoso. Non era per niente vero che non riusciva a stargli dietro, era perfettamente in grado di tenere il passo del ragazzo, solo che non voleva  correre. E soprattutto voleva dargli un po’ di filo da torcere.
 
Axl si passò una mano sul viso cercando di stare calmo. “Va bene, va bene ho capito. Cammino un po’ più piano.” Le concesse. “Ma tu cerca di accelerare un po’!” e riprese a camminare, vedendo bene di stare sempre almeno un passo avanti a lei, per mostrare chi comandasse in quella situazione.
 
“Ci provo.” Izzie represse un sorriso manifesto di una piccola vittoria, chiedendosi in che diamine di posto Axl la stesse portando con tanta fretta. 

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Capitolo 3
*** Cap. III ***


Izzie non riusciva a credere ai propri occhi. Ma era tutto vero? Insomma, avevano seriamente camminato per un’ora intera percorrendo tutto lo Strip a piedi per arrivare in quel posto lontano da tutto e dimenticato da tutti? Si chiedeva ancora perché diamine avesse dato retta al rosso, se lo sentiva che non avrebbe dovuto farsi convincere con così tanta facilità.
 
 “Dì ma mi prendi in giro? Vuoi dirmi che abbiamo praticamente corso per un’ora per arrivare da un ferramenta chiuso?!?” esclamò incredula.  Di per sé l’idea non era nemmeno poi tanto stupida, per cercare di liberarsi dalle manette bastava un bel paio di cesoie, se non fossero state le undici di sera passate e a quell’ora non avrebbero mai trovato un negozio aperto  in nessuna parte del mondo.
 
“Era questa la tua geniale idea Mr. Facciamo-quello-che-voglio-io?” si chiedeva come uno come Axl avesse potuto fare una scelta così idiota. Se lo sarebbe aspettato da qualcun altro, tipo Steven, che come tutti sapevano certo non brillava per acume, ma Axl… Axl non era uno stupido. In quella situazione non sapeva se mettersi a ridere o arrabbiarsi tremendamente con lui, per l’ennesima volta.
 
“Avremmo potuto semplicemente seguire Slash e cercare di riprendergli le chiavi no? Bastava solo che si ubriacasse un po’ poi ce le avrebbe date lui stesso! Ma no! Bisognava fare come dicevi tu!E a cosa ci ha portati? A niente!” protestò la ragazza non rendendosi conto che Axl avrebbe di gran lunga preferito tornare a pulire i cessi del Troubadour per tutto il week end piuttosto che fare una figuraccia del genere. Era tanto sicuro che avrebbe trovato ancora qualcuno al lavoro lì per lui, pronto per liberarlo che nemmeno si era reso conto dell’orario. Era stato un pensiero piuttosto egocentrico, tipicamente suo, di cui si pentì non appena vide la saracinesca del negozio abbassato mentre stavano arrivando a passo di marcia, ma a quel punto era troppo tardi per cambiare piano.  Si era già dato dello stupido da solo almeno un centinaio di volte nel giro di pochi minuti, ma sentire Izzie che lo attaccava in quel modo gli bruciava troppo, nonostante avesse ragione. E purtroppo lui lo sapeva anche fin troppo bene.
 
“Vuoi stare zitta per favore?” la aggredì, facendolo sembrare più un ordine che una richiesta, tipica di chi si sente in difetto e cerca invano di difendersi.
 
“No, non sto zitta! Sei stato un imbecille Axl!” le venne fuori di getto, desiderava dirgli ben peggio, ma non voleva insultarlo per poi passare dalla parte del torto. Lo vide un attimo assorto e a testa bassa mentre incassava tutte quelle frasi senza dire niente. Le sembrò per un attimo di avere scalfito il suo grande ego, ma l’espressione quasi di vergogna che mostrava il suo viso la fece sentire quasi in colpa per averglielo detto.  “Scusa….”
 
“Fanculo.” Fece inaspettatamente il ragazzo mantenendo gli occhi fissi sull’asfalto malamente illuminato da un lampione.
 
“Come prego?” chiese Izzie allibita. Si sentì lei una stupida per avere anche solo pensato di potere averlo offeso.
 
“Ho detto fanculo. Non me ne faccio niente delle tue scuse…” la trattò come se fosse stata lei a commettere quella sbadataggine. “E tanto per farti sapere, non credere di avermi offeso.” Aggiunse più per dimostrarsi immune alle sue parole più che per onorare la verità. Perché effettivamente ci era rimasto un po’ male che lei gli avesse dato dell’imbecille. Gli dava fastidio che lei non pensasse a lui come ad uno sempre brillante. Era convinto che se Izzie lo trattava in un certo modo era anche perché lo rispettava e lo credeva uno intelligente, altrimenti probabilmente nemmeno gli avrebbe mai rivolto la parola.
“Torniamo indietro.” Disse infine in tono deciso.
 
“Allora hai deciso di ascoltarmi? Andiamo a cercare i ragazzi?” domandò la ragazza speranzosa che dopo quella figuraccia Axl avesse recuperato un po’ di ragionevolezza.
 
“No, ho voglia di andare a bere qualcosa. Poi cercheremo gli altri.”
 
A sentire quelle parole dette in quel tono saccente per poco ad Izzie non partì un embolo. “Ma non eri quello che voleva liberarsi subito a tutti i costi?” domandò quasi in lacrime. Non ce l’avrebbe fatta a camminare ancora per un’ora trascinata dal rosso trattenendosi dal litigare ad ogni passo. Era una ragazza con molta pazienza era da ammettere, ma non una santa. “Andiamo in taxi almeno.” Lo pregò, sapendo che comunque non avrebbe mai cambiato idea. Avrebbe tanto desiderato essere un uomo, per avere almeno la possibilità di confrontarsi fisicamente con lui, in quel modo forse avrebbe potuto sfogarsi prendendolo a botte o trascinandolo dove voleva. Così invece non c’era partita.
 
“Vedi per caso qualche taxi passare qui?” chiese arrogante il rosso. La strada era deserta, la città si spopolava rapidamente nei quartieri lontani dallo Strip. “E poi non ho soldi da sbattere via per pagare un tassista.” Nonostante quello che aveva detto, riconobbe a se stesso che avrebbe volentieri fatto a meno di camminare, non aveva realizzato la quantità di distanza che avevano percorso all’andata, tanto era concentrato sul suo obiettivo.
“Iniziamo a camminare, se poi troviamo un passaggio meglio.” Quelle semplici parole erano bastate per riaccendere lievemente il viso di Izzie.
 
Axl come sempre decise di camminare un paio di passi avanti a lei e così andarono avanti per una decina di minuti lungo la via deserta. Stavano camminando anche su un’arteria principale della città ma era risaputo quanto Los Angeles riuscisse a diventare una città fantasma dal giorno alla notte. Tutto quel camminare aveva fatto venire una certa fame al ragazzo, oltre che sete e non appena scorse dall’altro lato della strada un piccolo 7/11 si bloccò di colpo.
“Andiamo a prendere qualcosa?” domandò improvvisamente meno burbero indicando le vetrine illuminate.
Izzie annuì, tanto anche se non avesse voluto non aveva molta scelta. “Scusa ma non hai detto che non hai soldi? Come…” si fermò prima di concludere. Certo non avrebbe pagato come tutta la gente normale fa, voleva rubare qualcosa, come quelli come lui facevano. “Ok.” concluse semplicemente  in risposta allo sguardo interrogativo di Axl che si era fissato su di lei.
Era un negozietto piccolino, di quelli ignorati dal traffico a causa della posizione sfavorevole in cui si trovava. La merce era ammassata nel poco spazio disponibile tra gli scaffali eppure era tutto estremamente pulito e refrigerato, nonostante l’aspetto decadente che aveva da fuori. I due ragazzi entrarono stando ben attenti ad evitare di mostrare che erano ammanettati, altrimenti avrebbero immediatamente destato dei sospetti nel quieto proprietario che sedeva dietro il bancone sfogliando annoiato una rivista. Era un cinese piuttosto piccolo, non avrebbe dato loro troppo fastidio se fossero stati bravi, pensò Axl mentre procedeva tranquillo verso l’ala dei liquori. Contemplò un attimo cosa preferiva prendere, passò lo sguardo su svariati spiriti prima di fissarsi sul solito caro e vecchio Jack Daniel’s, alla fine era quello che preferiva.
Ne afferrò una bottiglia e stava per tirarla giù dalla mensola ma poi la rimise al suo posto. Non sapeva dove metterla, nella giacca non ci sarebbe stata, era troppo grossa per essere nascosta sperando che passasse inosservata.
 
“Mettila qui.” si girò verso Izzie che lo guardava con la borsa aperta. “Avanti dai che aspetti?” lo esortò la ragazza sottovoce, pensando che se fosse rimasta così ancora per qualche secondo anche un cieco avrebbe capito che stavano per rubarla.  Una volta che la bottiglia fu dentro la borsa i due ragazzi si scambiarono un’occhiata complice e sorrisero, continuando a camminare nel market alla ricerca di qualcos’altro da prendere. Finirono per rubacchiare qualche barretta di cioccolato visto che ad entrambi era venuta una gran fame e ovviamente riuscirono a bisticciare anche sul tipo di dolciume da prendere prima di arrivare alla cassa per pagare un pacchetto di  sigarette. “Marlboro rosse, grazie.” disse Axl al cinesotto dietro il registratore di cassa, aspettando che Izzie tirasse fuori i soldi per pagare. Lui davvero non aveva più di un paio di dollari in tasca che sarebbero bastati a malapena per un accendino o una bottiglia di squallido Nightrain. Una volta saldato il conto uscirono dalle porte scorrevoli con una certa non chalance, sperando così di evitare qualsiasi sospetto. In quel momento videro circa un paio di centinaia di metri più avanti un autobus che si era appena fermato. Forse sarebbero riusciti a prenderlo per andare via da quel postaccio, ma proprio mentre speravano di esserne usciti indenni, sentirono delle urla sempre più forti provenire dal negozio.
“Merda.” Fece Axl con disappunto. Nemmeno si voltarono, già avevano capito di essere stati scoperti. “Corri!” urlò immediatamente ad Izzie stringendole istintivamente la mano e strappandole la borsa fin troppo pesante per lei perché riuscisse a muoversi velocemente. Iniziarono a correre a perdifiato, l’adrenalina che prese corpo in loro li fece muovere rapidamente, scapicollandosi sul marciapiede pregando di non essere raggiunti dal proprietario e soprattutto che l’autobus non partisse proprio mentre gli si avvicinavano.
 
“Ancora poco,forza!” incitò Axl, mentre le porte aperte del bus diventavano sempre più prossime. Con un ultimo sforzo si gettarono insieme dentro il mezzo e nell’istante in cui entrarono a rotta di collo il guidatore chiuse le porte e partì lasciando fuori il negoziante ad imprecare.
Axl ancora teneva per mano Izzie e la portò in fondo all’autobus dove si lasciarono cadere su due posti  vuoti come due sacchi di patate, completamente senza fiato per la corsa ma ancora con la forza di scoppiare a ridere euforici nonostante la poca aria che riuscivano ad inspirare.
“Ce l’abbiamo fatta!” disse finalmente Izzie contenta scostandosi dal collo i lunghi capelli ramati e raccogliendoli di lato su una spalla.
 
“Già.” Rispose Axl tossendo, era da qualche tempo che non commetteva più cazzate del genere che lo costringevano a correre in quel modo.  “Non ti facevo così…” disse alla ragazza colpito. Non credeva davvero che sarebbe stata al gioco e che addirittura l’avrebbe aiutato, avrebbe scommesso che gli avrebbe creato dei problemi. Era contento che non fosse stato così, si era divertito a commettere quella piccola pazzia con lei, era stato un bel gioco di squadra.
 
Izzie si voltò sorpresa verso il ragazzo, guardandolo in viso. “Ma io ti ho già aiutato una volta, tempo fa. Ricordi?” gli chiese con uno sguardo complice che lasciò piacevolmente sorpreso il ragazzo.
“Certo che me lo ricordo …” era convinto che lo avesse dimenticato, era successo talmente tanto tempo fa che giurava che lei avesse completamente rimosso tutto, a differenza sua che se lo ricordava come se fosse stato ieri. Sapere che si era sbagliato, gli fece provare una punta di soddisfazione e di piacere.
 
“Adesso siamo ufficialmente partners in crime Mr. Rose!” disse Izzie rilassandosi sullo schienale. Ora che erano fuori pericolo e si stavano dirigendo lontano da lì non aveva più bisogno di stare all’erta.
 
“I nuovi Bonnie e Clyde?” domandò lui.
 
“Qualcosa del genere, sì…” Izzie rise, mentre Axl tirò fuori il Jack dalla borsa di cuoio della ragazza e lo stappò.
 
“Allora brindo alla nuova coppia del crimine!” bevve un profondo sorso di alcool ambrato ascoltando la risata argentina della ragazza, prima di passarle la bottiglia, accorgendosi che forse farla ridere gli piaceva  ben più che farla arrabbiare.
 
 

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Capitolo 4
*** Cap. IV ***


 
La corsa sul bus era stata più breve del previsto, forse perché era passata tra quattro chiacchiere e un po’ di sorsi di alcool che avevano rilassato i due ragazzi. Sembrava che in seguito al piccolo incidente di prima avessero trovato un certo equilibrio tra loro, che li rendeva capaci di parlare senza astio o la costante attenzione alle parole che usavano onde evitare discussioni. Senza tensioni era tutto più facile, anche raggiungere un accordo sul da farsi. Quello che entrambi si chiedevano, senza però esplicitarlo era se sarebbe durato.
Dopo avere attraversato mezza città, scesero alla prima fermata dello Strip, avevano concordato di passare in rassegna tutti i locali che di solito frequentavano in gruppo alla ricerca di Slash, si era fatto piuttosto tardi e forse sarebbero riusciti ad entrare senza grossi problemi di fila, la maggior parte della gente era già dentro i vari posti.
Solitamente era facile trovare il riccio, bastava chiedere al buttafuori di turno se l’avevano visto entrare o uscire, con i casini che combinava da sbronzo si era costruito una certa reputazione sul Sunset e domandare di lui  era sufficiente per sapere dove si trovava. Oramai i baristi erano indecisi se uno come Slash fosse una benedizione visto che li foraggiava con le sue abbondanti bevute o una disgrazia per il fatto che finiva spesso per creare rissa o distruggere qualche pezzo di arredamento o mobilia.
Secondo i piani, Axl ed Izzie chiesero a un po’ di gente fuori dai locali che si susseguivano ininterrottamente lungo la strada prima di entrare, onde evitare di sprecare tempo inutilmente. Non che avessero fretta, però era venerdì sera e c’era davvero un affollamento pazzesco di giovani che avevano approfittato anche del clima favorevole per andare a divertirsi un po’ e già normalmente sarebbe stato difficile entrare e farsi largo tra le persone da soli, così ammanettati avrebbero sicuramente avuto maggiori difficoltà a muoversi, perciò volevano aspettare di trovare il posto esatto in cui fosse il loro amico per andare sul sicuro.
 
“Axl ma secondo te è davvero venuto qui con gli altri?” chiese Izzie a un certo punto mentre stavano camminando verso il pub successivo. Erano arrivati oltre la metà del loro percorso e ancora non avevano incontrato nessuno che sapesse di lui, il che era piuttosto strano visto che di solito chiunque sapeva dov’era. Quella sera invece sembrava che si fosse smaterializzato nel nulla, insieme a Izzy, Steven e Duff.  Entrambi avevano dato per scontato che fossero andati sul Sunset Strip, perché i piani originari erano proprio quelli, prima che scoppiasse il litigio tra loro e perdessero le tracce degli altri.
 
“Massì sicuro!Che dubbi ti fai venire?”  rispose Axl ostentando sicurezza, anche se pure lui si stava iniziando a domandare la stessa cosa. Era così strano che ancora non ci fossero segni del passaggio di nessuno di loro. “Stasera sarà finito a farsi qualcuno e non avrà avuto tempo di fare casino, vedrai che lo troviamo!” ci credeva sul serio, anche perché sperava di liberarsi il prima possibile di quella ferraglia che aveva al polso che stava iniziando a dargli non poco fastidio, voleva essere libero non sopportava le limitazioni.
Provò con l’ennesimo tentativo a domandare a un paio di ragazzi che conosceva di vista, e finalmente ebbe una risposta positiva, o per lo meno in parte.
 
“Hey hai sentito?” fece rivolgendosi a Izzie “L’hanno visto, ma non sanno se è ancora dentro o no! Tentiamo?”. Questa gentilezza di Axl risultava nuova ad Izzie che ancora non si era abituata a vederlo comportarsi così normalmente con lei, di solito era un comportamento che non le era riservato, ma finalmente ne era soddisfatta, sapeva che in fondo era una brava persona.
Ovviamente rispose di sì, non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di scovare il riccio per nulla al mondo.
Una volta entrati nel locale vennero avvolti da una nuvola di fumo e aria calda mista a musica alta e corpi umani che si muovevano al buio: tipico ambiente di un tipico locale dello Strip in un tipico venerdì sera.  Si districarono tra la folla con direzione il più tranquillo degli spot, il bancone del bar.
Aspettando che uno dei baristi si liberasse tra la preparazione di un drink e l’altro, Axl si appoggiò al bancone, rilassandosi un po’ fino a che non sentì un braccio che gli cinse il collo e un corpo piuttosto massiccio che si infilò tra lui ed Izzie.
 
“Ma che belle ragazze che abbiamo qui! Due belle sorelle, mi piacciono le rosse!” a parlare era stato un ragazzo piuttosto sbronzo e sicuramente poco lucido per avere capito che si era cacciato in un bel casino, perché non contento degli apprezzamenti aveva anche dato una bella palpata al culo di Axl.
Il rosso si irrigidì all’istante e girò freddamente verso il tipo fulminandolo con lo sguardo “Ragazza a chi coglione?” gli chiese con un tono gelido, che mal celava quanto si fosse incazzato, se c’era qualcosa che non sopportava era quando qualcuno gli dava della ragazza e in quel caso il tipo aveva pure esagerato.
Non appena il poveraccio si accorse dell’errore madornale che aveva commesso rabbrividì e iniziò a prodigarsi in scuse sperando di scamparla, ma Axl stava per mettergli le mani addosso e lo avrebbe anche picchiato pesantemente se quello non se la fosse data a gambe lasciandolo solo con Izzie. A proposito, Izzie non aveva detto niente perché era troppo impegnata a non scoppiare a ridere di fronte alla comicità della scena. Capiva che per Axl era stato un po’ un affronto, ma vista da fuori era risultata una situazione oltremodo ridicola e lei non riusciva a farci niente, era più forte di lei ridere. Un po’ come è difficile trattenere le risate come qualcuno cade, è una cosa naturale. Ma ovviamente Axl non l’aveva presa così alla leggera, lo considerava un affronto alla sua mascolinità e vedere Izzie che rideva confermò il suo timore ed aumentò la sua irritazione.  “Che cazzo hai da ridere?” sbottò guardandola con gli occhi che si erano ridotti a due fessure. Nonostante l’atteggiamento del ragazzo facesse piuttosto paura, Izzie non riusciva a fermarsi, era quasi arrivata sull’orlo delle lacrime.
“Ma dai guarda il lato comico della cosa.” Riuscì finalmente  a dire quando recuperò fiato, mentre si passava un dito sotto le ciglia per sistemare il trucco.
 
“Lato comico un cazzo, mi ha dato della donna!” fece Axl estremamente arrabbiato ma anche al limite dell’isterico. “E mi ha palpato!”  per lui era una questione di orgoglio e virilità, era evidente.
 
“Ma dai era sbronzo, non capiva niente di suo, avrà visto i tuoi capelli lunghi e ha fatto due più due…” cercò di ridimensionare la ragazza, ma sembrava che Axl non capisse.
 
“Fanculo! Mi stai dando della ragazza pure tu?”  si avvicinò minaccioso a lei guardandola a un palmo di naso, estremamente aggressivo la strattonò per un braccio verso di sé, facendo aderire i loro corpi in modo che lei sentisse esattamente come era fatto. “Ti sembro una donna?”
 
“Non ho detto che a me sembri una ragazza, ho solo detto che a lui lo sei sembrato tutto qui!” si difese Izzie, preoccupata che la situazione degenerasse. Per una frazione di secondo pensò che sarebbe anche stato in grado di picchiarla o di fare chissà che altro, ma sperò che non accadesse. “Scusami.” Disse spaventata abbassando lo sguardo, sperando che bastasse a far tranquillizzare il ragazzo che in effetti la lasciò andare.
 
“Vai a farti fottere Izzie.” era incredibile come per una stupidata l’umore di Axl fosse cambiato come il giorno e la notte. E ovviamente era tornato quello insopportabile e ostile di sempre. Si staccò da Izzie per quanto gli era possibile con quelle manette addosso, si ordinò un long Island fregandosene di chiedere informazioni su Slash e si mise a parlare con una ragazza avvenente ma piuttosto anonima che stava al suo fianco che non vedeva l’ora di attaccare bottone con lui da quando era entrato. Nonostante il suo carattere difficile, Axl era sempre e comunque estremamente desiderato dalle donne e a lui certamente non davano fastidio tutte quelle attenzioni.
Izzie si morse un labbro contenta di averla scampata,  ma si sentì subito a disagio quando Axl iniziò a dare retta alla bionda che aveva di fianco finendo per ignorare lei completamente. Quello che più le dava fastidio, tra l’altro, era che lui si stava comportando in un modo ostentatamente sfacciato con quella, quasi a dimostrare che lui poteva avere chiunque volesse, da vero uomo quale era. Era gelosia? Izzie scacciò quel pensiero sibillino inorridita. Stava rivalutando l’idea che non lo sopportava, figuriamoci se poteva essere gelosa di lui! E poi Axl non le piaceva, anche se non fosse stata per la paura, il contatto ravvicinato di qualche minuto prima non le era dispiaciuto poi troppo, anzi… ‘Ma che cavolo sto pensando?’ si domandò stizzita. Cercò di cambiare pensieri concentrandosi sull’obiettivo Slash che al momento era davvero quello che desiderava di più raggiungere. Braccò il barista chiedendo un gin tonic e approfittò per sapere del riccio. Venne a sapere che sì era passato, aveva scolato circa una decina di rum e coca e poi l’aveva perso di vista.
Izzie fu alquanto dispiaciuta di quella notizia, aveva sperato che la fine di quella storia fosse vicina e invece… nonostante Axl fosse impegnato a parlare ‘amabilmente’ con la sua nuova conquista provò a disturbarlo lo stesso, magari sarebbero andati da un’altra parte.
 
“Hey Axl, Slash è andato via…” gli disse mettendogli una mano sulla spalla. Ma il ragazzo se la scrollò di dosso e fece come se non l’avesse sentita “Axl…” riprovò Izzie questa volta senza toccarlo ma con un tono un po’ più insistente.
 
“Lasciami perdere!” le rispose infastidito e scostante.
 
“Volevo solo farti sapere che Slash non c’è più…” iniziò Izzie sulla difensiva, ma venne subito stroncata da Axl che si girò apposta con uno scatto per guardarla con sufficienza “Non me ne frega niente di Slash, sono occupato adesso, non vedi? Piantala di rompere le palle!”  dette queste gentili parole le diede di nuovo le spalle e tornò a concedere le sue attenzioni alla ragazza, finendo per baciarla in modo abbastanza plateale.
Izzie rimase fissa a guardarli quasi scioccata da quanto Axl potesse essere davvero stronzo,  si stava facendo i suoi porci comodi costringendola ad assistere.  Era una cosa sottilmente perversa in effetti, e più ci pensava più le veniva voglia di prendere il ragazzo a calci. ‘Maledetto Slash!’ avrebbe fatto un culo quadro al ragazzo non appena lo avesse trovato, per averle rovinato la serata e soprattutto per averla vincolata in quella situazione. Si sedette su uno sgabello che intanto si era liberato al suo fianco e si mise a bere il suo gin tonic con aria scocciata, davvero non sapeva cosa fare.
 
“Problemi col tuo ragazzo?” si sentì chiedere da uno sconosciuto che si era seduto di fianco a lei. Voltò leggermente il capo per vedere che viso avesse e anche se era uno piuttosto carino (a dire il vero era un tipo niente male, anche se era troppo presa dalla sua arrabbiatura con Axl per potere valutare a mente lucida) non aveva assolutamente voglia di farsi abbordare e stare a parlare con lui.
“Non è il mio ragazzo.” Rispose freddamente non dandogli attenzione. ‘Se fosse il mio ragazzo lo avrei già ucciso se avesse baciato un’altra con me davanti’ pensò.
 
“Beh allora non ti spiace se sto qui a parlare con te. Cosa stai bevendo?” chiese lui avvicinandosi.
 
“Gin tonic, ma è finito.” rispose Izzie distaccata.
 
“Due gin tonic!” ordinò il ragazzo al barista “Allora come ti chiami?” domandò non demordendo.
 
“Izzie, ma senti non è serata.” Sperò che così almeno lo capisse e se ne andasse. Non che non le piacesse che uno così bellino le rivolgesse attenzione ma non era dell’umore adatto per stargli dietro.
 
“Sono sicuro che mi lasci stare un po’ con te cambierai idea.”  Le disse porgendole il suo drink e facendo un cin guadandola negli occhi.
Izzie sospirò, si domandò perchè la gente non riuscisse a capire quando non era aria.
 
“Senti ti ringrazio del cocktail, ma davvero stai sprecando tempo.” Gli disse il più gentilmente possibile.
 
“Ma dai andiamo a ballare!” la prese per mano e la fece alzare, nonostante l’opposizione della ragazza.
 
“Davvero, grazie ma non ho voglia.” Quella situazione stava iniziando a diventare imbarazzante. Odiava le presse, anche se erano belle presse.
 
“Avanti, non fare la preziosa, è solo un ballo!” insisté lui.
 
“Hey non hai sentito che non vuole?” 
Axl si era alzato, richiamato dal bisticcio che stava avvenendo tra due e si era messo al fianco di Izzie con atteggiamento ostile. Era stato piuttosto aggressivo anche se non si sapeva spiegare perché, però gli aveva dato davvero fastidio che quel tipo facesse il provolone con Izzie. Insomma … lui poteva farlo con le altre, ne aveva diritto, ma proprio non sopportava che qualcuno desse attenzione a lei… qualcuno che non fosse lui ovviamente.
“Allora? Fuori dai piedi!” gli disse facendogli segno eloquente di cambiare aria.
 
“E tu chi sei scusa?” gli domandò il ragazzo con boria.
 
“Il suo ragazzo! Adesso smamma!” Axl disse le prime parole che gli vennero in mente senza nemmeno prestare attenzione al significato che avessero, era come sempre stato investito dalle proprie emozioni e si stava arrabbiando col tipo che non accennava a muoversi. Nella testa di Axl si era creata una competizione con lui, e voleva a tutti i costi che il suo grande ego vincesse. Così, come sempre in quelle situazioni di confronto, finiva per dire e fare le cose seguendo solo il suo istinto senza pensare alle conseguenze delle sue azioni.
Izzie dal canto suo sentendo quella frase sgranò gli occhi, gli era grata che provasse a togliere di mezzo quel ragazzo ma non si sarebbe mai aspettata che iniziasse a difenderla spacciandola addirittura per la sua fidanzata. Insomma per una che odiavi era un fin esagerato. Eppure Axl si stava scaldando, e non poco per giunta.
 
“Lei prima mi ha detto che non lo sei! Vero? ” protestò l’altro allarmato cercando un disperato appoggio in Izzie, che ovviamente rimase in silenzio smarrita in mezzo a quella lite, ma non così tanto da mettersi all’angolo da sola.
 
“Beh credimi, te lo dico io che lo è!” Axl rispose tranquillamente al ragazzo con un sorriso di sfida stampato in volto e senza nemmeno lui sapere cosa stesse esattamente facendo si girò verso Izzie e la baciò appassionatamente. Forse si gettò su di lei anche con un po’ troppa veemenza perché la ragazza finì con la schiena dritta contro la colonna che avevano vicino prendendosi una bella botta. E fortuna che c’era o quello slancio l’avrebbe fatta rovinare a terra. Non stava più capendo niente, un po’ per la rapidità degli eventi, un po’ per l’alcol che aveva in corpo e che stava iniziando a fare effetto, un po’ perché essere baciata  da Axl era davvero l’ultima cosa che si sarebbe aspettata.
Era confusa, fino a pochi minuti prima era la persona che più odiava ma ora quello che stava accadendo le piaceva, la mano libera di Axl tra i suoi capelli a tenerle la testa, il contatto fisico tra i loro corpi, era tutto davvero piacevole. Perciò non cercò di staccarsi o di sfuggire ma rimase lì ad approfondire quel gioco di lingue così interessante e soddisfacente con la persona che meno si sarebbe aspettata al mondo.
Quando finalmente si staccarono, Izzie si toccò le labbra brucianti “Mi hai fatto un po’ male…” gli disse sorridendo riferendosi all’irruenza di Axl. Era stato un bacio focoso da perdere la testa ed era ancora un po’ scossa per la repentinità con cui tutto era accaduto anche se cercò di riprendere un certo contegno perché era sicura che in quel modo erano riusciti a dare spettacolo.
 
“Davvero?” chiese il ragazzo allarmato, l’ultima intenzione che aveva avuto era quella di farle male.
Certo, c’era stato un istante in cui si era reso conto che se se avesse continuato a baciarla in un certo modo avrebbe finito per mangiarla, ma era stato più forte di lui, Izzie aveva delle labbra così belle ed invitanti. 
 
“Scusami non volevo.” Disse abbassando lo sguardo, poi si diede un’occhiata rapida in giro.
 “Hey se n’è andato.” Fece calmo, riflettendo che era ovvio che se ne fosse andato, solo uno stupido sarebbe rimasto dopo quella scena.
Strano per lui ma sentiva piuttosto imbarazzato, non era normale per lui essere impacciato, abituato com’era ad avere tutto ciò che voleva con facilità, e poi sapeva bene di non essere un bravo ragazzo. Eppure  ancora non credeva a quello che aveva fatto. Insomma ci aveva litigato fino a poco prima, era riuscito ad odiarla e trattarla in un modo fastidioso e cattivo e poi erano bastati pochi minuti per fargli cambiare idea. E in che modo!
Ma non era pentito, non si sentiva incoerente, era così e a volte faceva fatica pure lui a capirsi, l’unica cosa che sapeva era che forse era davvero troppo istintivo. Ma restava che gli era piaciuto. Anzi più che piaciuto, potendo lo avrebbe rifatto, ma non subito, non in quel posto. Forse più avanti nella serata se ce ne fosse stata occasione … forse. 

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Capitolo 5
*** Cap. V ***


La luce rossa le dava particolarmente fastidio, così forte e diffusa le alterava la vista.
Già era tutto buio e vedeva a malapena a un palmo di naso, se poi si aggiungeva quel cambio cromatico repentino dal rosso a blu, dal giallo al verde, andava in totale confusione. Le avevano sempre fatto quell’effetto le luci calde, di  disorientamento e fastidio,non le tollerava, per quello preferiva quelle fredde, chiare e nitide, non aveva problemi con quei colori rassicuranti e pacati.
Il locale era pieno zeppo di gente seduta ordinatamente ai tavoli: molti uomini, alcuni in compagnia di belle donne, altri con amici, alcuni soli. Qualcuno era affaccendato al bar ad ordinare cocktail e i baristi erano per lo più presi ad ascoltare i problemi esistenziali di qualche ragazzotto troppo sbronzo anche solo per ricordarsi il colore delle mutande che indossavano.
Per quello che poteva vedere tenendo gli occhi socchiusi ed aguzzando la vista, erano tutti catalizzati dal palco, in attesa che ci fosse un’esibizione per la quale un presentatore, con grande abilità oratoria, stava riuscendo a creare molta anticipazione.
Quello che stava per avere luogo era il numero più famoso della casa e a quanto sembrava Izzie ed Axl erano arrivati giusto in tempo per assistervi. Beh ovviamente non erano andati lì col preciso scopo di guardare quell’esibizione, erano più che altro sulle tracce del loro caro amico riccioluto, e da buoni novelli Sherlock Holmes avevano ben pensato di non lasciare intentato nessun posto, nemmeno lo strip club che i ragazzi erano soliti frequentare.
Con una dose di buona fortuna avrebbero trovato qualcuna che avrebbe saputo concretamente aiutarli, a differenza del buco nell’acqua precedente nel locale precedente. D’altronde loro conoscevano tutti, e, soprattutto lì, era pieno di ragazze che sicuramente sapevano qualcosa o che non vedevano l’ora di fare un favore a qualcuno di loro per poi avere una legittima scusa per farselo restituire, con gli interessi naturalmente.
Fino a poco prima Izzie si era sentita a disagio, era dal momento in cui si era baciata con Axl che si portava dietro quell’imbarazzante ed al contempo appagante sensazione di avere puntati addosso gli occhi di tutti, alcuni sorpresi, altri carichi di invidia. Fu solo nel momento in cui misero piede in quel club che Izzie riuscì finalmente a scrollarsela di dosso. ‘E’ successo davvero?’ si chiedeva ora che si trovava lì, sembrava che a viverlo fosse stato qualcun altro molto tempo addietro. D’altronde, come ben sappiamo, il tempo ha la capacità di distorcersi molto facilmente in certe situazioni.
Axl intanto era al suo fianco, sentiva che parlava con una ragazza dall’aria familiare: capelli neri tagliati a caschetto, frangia spessa su occhi castani truccati pesantemente. L’aveva già vista, sicuramente era una del loro giro, ma purtroppo non riusciva ad identificarla. Tentò inutilmente di carpire qualche parola che si stavano scambiando, ma non capì cosa stessero dicendo, non le importava nemmeno troppo visto che tanto il ragazzo le avrebbe riferito il succo dopo.
Era ben più interessata a quello che stava avvenendo sul palco. Dopo tutto quel proclamare era diventata curiosa anche lei di vedere di persona di cosa si trattasse, proprio come chiunque altro del pubblico. Distolse lo sguardo dallo stage per un secondo, guardando la sua mano candida stretta nella presa di quella altrettanto pallida del rosso.
Non l’aveva lasciata andare per un secondo da quando si erano decisi a riprendere la ricerca, così le manette avrebbero potuto dare ancora meno nell’occhio ed essere scambiate per uno dei tanti braccialetti che entrambi portavano ai polsi, le aveva detto lui risoluto e autoritario come sempre, una volta che aveva ripreso controllo di se stesso. Nonostante lei sospettasse che si trattasse più che altro di una scusa bella e buona, non aveva questionato le andava più che bene così; Axl aveva una presa rassicurante e piacevole, non trovava la necessità di staccarsene.
Sentì la risata allegra del ragazzo e gettò un’altra rapida occhiata alla brunetta, sperando di avere un’illuminazione improvvisa su chi fosse, ma proprio in quel momento le luci si spensero, lasciando tutti al buio. Era calato il silenzio e un occhio di bue venne puntato al centro del palco: il numero stava iniziando.
Le pesanti tende scure si scostarono e la figura di una ragazza mozzafiato si palesò sul palco, dando inizio ad un ballo estremamente sensuale che subito venne accolto da un fragoroso applauso e da qualche urla di apprezzamento. Izzie la osservava rapita, era veramente brava, e nonostante fosse una donna lei stessa, capiva perché aveva così tanto successo.
 
Ancora intenta ad osservare lo spettacolo, sentì la stretta di Axl stringersi un po’ più forte per richiamare la sua attenzione. Era talmente assorta che fece un piccolo sobbalzo, ma senza distogliere lo sguardo dalla ballerina si inclinò leggermente verso il ragazzo, quasi disturbata da quell’interruzione. Badò bene di non staccare gli occhi dal palco, non era ancora riuscita a guardare Axl in faccia da quando si erano baciati, provava troppo imbarazzo. O forse era paura di risultare ridicola se lui si fosse accorto che adesso arrossiva ogni volta che la guardava, e quella era sicuramente l’ultima cosa che desiderava: apparire ridicola davanti ad Axl Rose. O forse in realtà aveva solo timore che se l’avesse guardato dritto negli occhi, sarebbe finita per baciarlo di nuovo. ‘Ma io lo odio!’ si disse. Forse alla fine non era poi così tanto vero. Restava che, nonostante cercasse di evitarlo, si sentiva addosso lo sguardo penetrante del ragazzo, due grandi iridi azzurre che la cercavano insistentemente.
 
“E’ bellissima vero?” disse ancor prima che lui fosse in grado di proferir parola. Era davvero ammirata dal suo modo di ballare per nulla volgare.
 
“Già” rispose lui secco, un’affermazione priva di qualsiasi intonazione. ‘Sei più bella tu però.’ Pensò senza dire nulla, primo perché sarebbe risultata una banalità. Secondo perché non era il tipo da dire quelle cose e terzo… perché sarebbe risultata una banalità. ‘E poi penserebbe che sono preso da lei, mai!Piuttosto la morte!’ non voleva ammetterlo a se stesso, figuriamoci se l’avrebbe mai dichiarato alla diretta interessata che fino a solo mezz’ora prima era riuscito ad odiare a morte. Integrità prima di tutto! 
Dal canto suo Axl aveva notato quell’imbarazzo che sembrava essersi impossessato di Izzie e che per qualche breve istante aveva colpito anche lui, ma era riuscito a recuperare il controllo immediatamente e a rientrare nei suoi soliti panni di persona amabilmente stronza.
 
“Michelle dice che ha visto Slash passare di qui” riferì a Izzie “… cosa sarà stato, un’oretta fa?” chiese rivolto alla brunetta cercando conferme. Lei annuì sorridendogli ammaliante.
Michelle certo! Ecco chi era, finalmente si ricordava di lei, una ragazza che effettivamente frequentava tantissimo il gruppo, ci aveva preso allora. Non appena sentì quel nome, il suo sguardo guizzò sul viso della ragazza, giusto in tempo per cogliere uno scambio di occhiate molto complici tra i due e la cosa le diede non poco fastidio.
“Michelle, conosci Izabella?” chiese alla bruna mettendole un braccio intorno alla vita, avvicinandola. Sembrava un gesto naturale tra loro, una cosa che era stata ripetuta già migliaia di volte. Era normale considerato che si conoscevano da chissà quanto, senza contare che  in chissà in quali rapporti erano.
Ma la finisce di flirtare con tutte quelle che incontra?’ pensò irritata, fregandosene che non fosse affar suo.
 
“Izzie, lei è Michelle.” Axl completò le presentazioni e ad Izzie venne istintivo allungare la mano all’altra, come educazione impone, ma si ricordò in tempo che non aveva modo di farlo senza che Michelle si accorgesse delle manette e iniziasse a fare domande. Così la salutò semplicemente con la mano libera e con un sorriso che voleva essere cortese e sicuro, ma che ebbe la impressione fosse risultato più che altro impacciato. Probabilmente era solo una sua sensazione, ma non si trovava a suo agio con lei. A dire il vero non si trovava a suo agio in quella situazione e basta.
Michelle le rivolse un disinteressato sorriso di circostanza per poi tornare a cinguettare con Axl, “Perché la tieni sempre per mano? Hai paura di perderla?”
 ‘Ma sparati’  pensò Izzie mentre rideva poco convinta, per non risultare troppo ostile.
Anche il rosso rise a quella battutina acida, “Ah, Michelle, Michelle, devi sapere che Izzie è nuova di qui, e se non la tengo d’occhio si perde, è un’imbranata che non ti immagini!”
Izzie fulminò il ragazzo con lo sguardo, infelice solo che lui non potesse vederla intento com’era a scambiarsi battute con la bruna. ‘Sparati anche tu!’ pensò, irritata che le avesse dato dell’imbecille davanti a quella. Si chiedeva quanto ancora quella pantomima sarebbe dovuta durare, quando Michelle venne richiamata dal suo capo. Non poco scocciata, lasciò Axl con un bacio a stampo sulla bocca e salutò Izzie “E’ stato un piacere conoscerti!” per poi scomparire dietro il backstage.
 
“Anche per me!” urlò di rimando Izzie con lo stesso tono falsissimo che aveva usato l’altra. ‘Se vado avanti così diventerò un’attrice professionista.’ pensò, contenta che la cara e bella Michelle fosse finalmente fuori dal suo raggio visivo. Il numero della bella ballerina era intanto finito e le luci erano tornate quelle confuse di poco prima, mentre la musica si era fatta un po’ più forte, costringendo la ragazza a parlare all’orecchio di Axl. “Allora Slash… è stato anche qui?”  Izzie era stupefatta, “Ma quante cose riesce a fare in un paio d’ore?” alla fine era vero che avevano camminato per mezza città e ne avevano attraversata un’altra metà in autobus ma non ci avevano messo così tanto da dargli la possibilità di scorrazzare per tutti quei posti.
 
“Beh, forse non sai quante cose Slash riesce a fare in un paio di ore, ubriaco.” Disse sarcastico il ragazzo, alludendo a tutti i casini che l’amico era in grado di combinare quando era dell’umore adatto.
“Dai andiamo, Michelle ha detto che lo troviamo al Cathouse al 100%.”
Sperava davvero che ci avesse preso, così almeno quella situazione avrebbe avuto fine. Stava iniziando a stufarsi di giocare al piccolo investigatore.
 
“OK. Però prima…ecco…avrei un problema.” Fece Izzie con uno sguardo colpevole che sorprese Axl.
 
“Sarebbe?”
 
“Dovrei andare in bagno.”
Lo sguardo di Axl era completamente piatto, lasciando intendere ad Izzie che nemmeno avesse capito quello che gli aveva detto “Devo fare la pipì Axl!” disse in tono concitato.
 
“Beh, e che problema sarebbe?” chiese lui non capendo come una necessità così banale potesse essere un problema, per poi immediatamente ricordarsi che effettivamente, nello stato in cui erano, anche andare in bagno era un problema.
“Ah!” fece realizzando, ma senza sapere esattamente cosa dire al riguardo. “Ma devi proprio andarci?”
 
“Eh sì…” disse lei, che purtroppo non poteva farci niente.
 
“Dai, no problem, andiamo alla toilette.” Axl fu stranamente comprensivo e magnanimo, tutto sommato, e non aveva nemmeno in mente nessun secondo fine una volta entrato nel bagno. Come in ogni toilette di un locale che si rispettasse, l’accoglienza era costituita da dei camerieri che si occupavano di distribuire salviette pulire i lavandini racimolando mance, ma stavolta c’era anche un bodyguard di stazza rispettabile che piantonava l’accesso di entrambi i bagni, forse per evitare che si manifestassero episodi di promiscuità o che, per l’appunto, una coppia ci si infilasse insieme.
Izzie aveva già la mano sulla porta del bagno delle donne quando si sentì tirare indietro il braccio legato,
 
“Dove vai tu?” sentì chiedere ad Axl.
 
“Dobbiamo andare in bagno” rispose Izzie facendo gli occhi dolci al bodyguard, sperando di fare sciogliere quell’energumeno, senza però riuscirci, “Lui non entra.” rispose quello perentorio.
 
“Non lo vedi che non posso restare fuori?” Axl irritato mostrò le manette all’uomo, sperando che avesse sufficiente buon senso da farli passare, ma quello pareva un tipo tosto.
 
“Non mi interessa. Se volete andarvi a divertire prendetevi una saletta, i bagni sono per i clienti.” Fece una pausa eloquente squadrando Axl dall’alto al basso con arroganza.
Non appena il ragazzo sentì quelle parole si sentì avvampare di rabbia e reagì immediatamente alzando la voce aggressivamente: “Lei non è una di quelle troiette che lavorano qui, coglione!”.
 
“Allora portatela a casa.” Il bodyguard appariva molto tranquillo, doveva essere abituato a scene del genere. Ma probabilmente non era abituato ad Axl. Il rosso infatti stava per caricare un pugno e scattare quando Izzie lo fermò. “Axl lascia perdere, non ne vale la pena.” Aveva ancora una mano sul suo petto e pensava che probabilmente si sarebbe presa lei il pugno riservato all’altro ma per fortuna Axl rinunciò abbassando a malincuore il braccio. Non valeva la pena di sporcarsi le mani con uno come quello, non in quel momento.
“Va bene andiamo….Ma tu non credere sia finita qui!” intimò al bodyguard che rispose in modo strafottente “Certo,  mi trovi sempre qui. Ed ora smamma.”
 
Per un attimo Axl ebbe l’istinto di correre indietro e massacrarlo di botte, ma si limitò a sibilare tra i denti uno stronzo pieno di livore.
Si avviarono fuori dallo strip club e furono subito colpiti dall’aria frizzantina della notte che contrastava ancora di più col caldo che c’era all’interno. Bastarono una manciata di secondi per farli abituare a quel cambio di clima e soprattutto per fare calmare Axl.
 
“Non dovresti prendertela sempre così tanto però…” osò commentare la ragazza “cioè, non è sempre necessario.”
 
“Quello era un cazzone, se li sarebbe meritati due colpi ben assestati…” ‘soprattutto perché non avrebbe dovuto scambiarti per una spogliarellista.’ Completò mentalmente Axl.
 
“Mah, secondo me sarebbe stato solo uno spreco di energia. Comunque…il mio problema resta.” Sorrise amabilmente mentre gli ricordava il motivo per il quale era quasi finito a fare a botte.
 
“Senti non rompere le palle eh!Che l’hai fatto già abbastanza per stasera!” disse molto seccato per poi affrettarsi ad aggiungere “Possiamo cercare un altro bagno in un altro locale…”.
 
“Oh no. No, io ..ehm, non ci arrivo, devo farla subito. Va bene anche là.” Izzie indicò un parcheggio piuttosto buio costeggiato da fitti e grossi cespugli. Certo non era il massimo ma a volte bisognava accontentarsi anche di un posto come quello. Ed in quel momento era più che sufficiente.
Camminarono rapidi verso il limitare di quell’isola di cemento occupata dalle auto in sosta, avevano entrambi quell’aria furtiva di chi sta per commettere qualche atto illegale, anche se somigliavano più che altro solo a due che si stavano andando ad imboscare.
Quando furono davanti ai cespugli era abbastanza buio, ma con grande rammarico che notarono che era impossibile entrarci, erano talmente fitti ed intricati che anche volendo non ce l’avrebbero fatta.
Ad Izzie scappò un’imprecazione, poi si guardò accuratamente intorno verificando, per quanto fosse possibile con quella poca luce, che non ci fosse nessuno né fuori né dentro le macchine.
Chiese con urgenza ad Axl di fare lo stesso e nel momento in cui il ragazzo era girato, si affrettò a sfilarsi gli slip. Fortunatamente portava un vestito leggero e corto quindi non ebbe nessun problema a fare tutto con una sola mano, anche se risultava lo stesso piuttosto imbarazzante con il ragazzo così vicino, legato a lei.
Axl non fece in tempo a girarsi a controllare che scorse un movimento con la coda dell’occhio e becco Izzie mentre si abbassava l’intimo. Sentì di essere arrossito e ringraziò di essere al buio così che nessuno, soprattutto lei, lo potesse vedere. “Vuoi una mano?” le chiese tranquillo, anche se suonò piuttosto sfacciato e malizioso anzichè che una premurosa offerta d’aiuto.
 
“Non fare il furbo con me!” fu la risposta secca della ragazza che era lungi dall’aver bisogno di aiuto. Axl non lo avrebbe mai detto, ma fu piuttosto contrariato da quella reazione: una parte di lui sperava che lei avesse bisogno di lui e quel rifiuto aveva ferito il suo ego; un’altra parte bramava davvero di toglierle le mutandine. Ma il suo ego offeso prese il sopravvento soffocando quel desiderio.
 
“Beh vedi di non sporcarmi gli stivali!” disse scocciato.
 
“Va a cagare Axl!”  quella reazione fece indignare il rosso, che girandosi dall’altra parte, si chiese quanto tempo ancora avrebbe dovuto passare in quella sgradevole situazione. Non appena sarebbe stato libero avrebbe sicuramente preso per il collo Slash. O quantomeno avrebbe architettato qualche scherzo di cattivo gusto per fargliela pagare.
 
“Ecco fatto! Ah mi sento come nuova!” Izzie aveva una voce bella allegra, quasi sollevata.
 
Axl la guardò: il viso fanciullesco a malapena illuminato dalla luce fioca di qualche lampione distante. Gli occhi azzurri brillavano in quella penombra come due piccoli fanali. Erano proprio uguali ai suoi, stesso colore,  solo che quelli di Izzie erano limpidi, non attraversati da tempeste emotive come quelli del ragazzo.
Era proprio bella, non c’era che dire. Gli sembrava di vederla davvero per la prima volta, in tutti quei giorni che avevano passato insieme nei mesi precedenti non l’aveva mai guardata seriamente, ma semplicemente cercato di evitarla il più possibile convincendosi che fosse come lui voleva che fosse, ignorando la sua vera natura. Quell’atteggiamento era dovuto soprattutto dal fatto che non voleva che Izzy si prendesse di nuovo una cotta per qualcuno, finendo per passare sempre meno tempo assieme al gruppo, arrivando a sparire come sempre succedeva quando c’era una ragazza di mezzo.
Lei era la sua antagonista, così l’aveva considerata sin dall’inizio, anche se nei fatti Izzie non aveva mai fatto nulla per potersi meritare quell’epiteto o il comportamento che le aveva sempre riservato.
 
“Axl, tutto a posto?” gli chiese la ragazza, domandandosi il motivo per il quale la stesse fissando in silenzio.
 
“Uh, sì. Hai dei capelli sulla guancia.” Fece Axl togliendole un paio di quei fili ramati e fini che le ricadevano sulla faccia, trovando la scusa perfetta per giustificare il suo atteggiamento. La sue dita indugiarono su quella pelle liscia e fredda come la porcellana. Stava per chinarsi su di lei per baciarla nuovamente quando improvvisamente furono investiti da un fascio di luce potente.
“Ma che cazz…” Axl si schermò gli occhi, cercando di recuperare la vista, erano i fari di un’auto, puntati contro di loro.
 
“Hey voi!” urlò una voce severa che ancora non apparteneva a un corpo, la luce era ancora troppo abbagliante affinché si potesse distinguere qualche figura a parte la sagoma dell’auto. “E’ da un po’ che siete lì, vi abbiamo visto! Venite qui!”
 
Il cuore di Izzie iniziò a batterle nel petto a velocità folle, “Oh no, ci han visto!” fece agitata ad Axl. Provava una vergogna pazzesca, l’ultima cosa che si aspettava era che ci fosse qualcuno che spiasse i loro movimenti, era proprio quello che si augurava di avere evitato con la sua, a quanto pare scarsa, circospezione.
Il ragazzo intanto era riuscito a riabituarsi a quel cambio repentino dalla semi oscurità alla luce.
“Quelli sono della polizia…” le disse a bassa voce mettendo ancora più agitazione ad Izzie.
 
“Come?!” Izzie colta alla sprovvista quasi gridò.
 
“Abbassa la voce! Non devi farti vedere in soggezione, capito?” le intimò gentilmente ma severo, stringendole la mano  per rassicurarla. “Dobbiamo scappare.”
 
“Venite qui ho detto! Cosa stavate facendo?” chiese nuovamente il poliziotto, facendo qualche passo avanti, uscendo dal cono d’ombra che lo avvolgeva.
 
“Scappare? Ma sei matto Axl? Sono poliziotti quelli, non un commerciante cinese!” per Izzie fuggire di nuovo era fuori discussione, sarebbe bastato spiegare educatamente perché erano lì e non ci sarebbero stati problemi di sorta, naturalmente.
 
“Izzie col tono che hanno usato, come minimo quelli ci accuseranno di atti osceni in luogo pubblico.” non aveva la minima intenzione stare a spiegare perché erano lì, non gli avrebbero mai creduto.
Ok lei aveva un viso d’angelo a cui sarebbe stato facile dare retta, ma lui era abbastanza conosciuto e il fatto che fosse vestito di pelle e coi capelli lunghi non ispirava granché fiducia né lo avrebbe reso più simpatico a due agenti. Per non parlare delle manette, avrebbero dovuto giustificare pure quelle.
No, la realtà era troppo surreale ed assurda perché quei poliziotti se la bevessero sul serio.
 
“Avanti, sei davvero così ingenua da pensare che quelli si lasceranno incantare dalla tua faccia acqua e sapone? Guarda me, non mi crederanno mai. Dobbiamo scappare!” incalzò Axl.
 
“Allora? Cosa aspettate? Se non vi fate avanti saremo costretti ad arrestarvi!”
 
Izzie guardò Axl. Non era sicura avesse ragione, era sempre riuscita a chiarire certi malintesi, era brava con le parole, sicuramente ne sarebbe stata capace anche quella volta. Ma tra il panico di essere stata colta di sorpresa e per quella situazione, la sua razionalità non era al top e si lasciò convincere. “Va bene.”
 
“Seguimi, OK?” Axl le strinse più forte la mano, sperando che fosse pronta a correre e che la fortuna li assistesse come nell’occasione precedente. “Eccoci agente.” disse alzando la mano libera in gesto di resa. Fecero entrambi un paio di passi lenti verso l’auto prima che il ragazzo desse uno strattone ad Izzie ed iniziassero entrambi a correre verso il lato più buio del parcheggio, quello dove le siepi erano anche meno fitte e permettevano il passaggio.
Corsero a perdifiato per attraversarle il più rapidamente possibile, ritrovandosi dentro un cortile di un condominio privato. La cosa positiva delle case e dei condomini americani era che chiunque lasciava sempre la porta o i cancelli aperti, c’era un tale senso di fiducia nel prossimo che l’idea di chiudere anche solo una finestra con la sicura era fuori discussione e questo agevolò molto i due ragazzi nella loro fuga. Questa volta ebbero meno problemi nel seminare i due agenti, i quali evidentemente non considerarono nemmeno che valesse la pena inseguirli.  
Con la loro corsa tra i giardini dei ricconi, Axl ed Izzie erano sbucati sull’Hollywood Boulevard ed erano sfiancati. Era quasi l’una e passavano poche macchine a quell’ora su quella strada al limite del quartiere residenziale. Certo la storia cambiava se si tornava sul Sunset Strip. Lì il venerdì sera fino alle tre era impossibile camminare o guidare, bisognava solo armarsi di santa pazienza e aspettare di raggiungere la propria destinazione col minor ritardo possibile.
Il Cathouse non era poi così distante da dove si trovavano, circa una ventina di minuti a piedi, giù per North La Brea, fino al Pan Pacific Park, non lontano dalla Fairfax Avenue. Una bella camminata per la collina per gli standard losangelini insomma. Nonostante avessero entrambi fretta e fossero ancora agitati per l’ennesima corsa, finirono per avviarsi abbastanza lentamente, tanto il Cathouse era uno dei pochi posti che stava aperto fino alle tre in una città su il sipario cui calava alle due per trasformarsi in un deserto di palazzi e di luci statiche.
Imboccarono North La Brea iniziando subito a scendere per quella strada ripida su cui le macchine facevano fatica ad arrampicarsi, spesso ci si dimenticava che anche Los Angeles era costruita su delle colline e non solo San Francisco aveva dei bei sali scendi.
Gli edifici coi ristoranti  erano bassi e separati da grandi parcheggi per la clientela, ma ben presto iniziarono a diradarsi man mano che i ragazzi si allontanavano dal Sunset Strip per lasciare spazio a qualche fabbricato desolato o grande magazzino. Certo non era una strada allegra, ma almeno era tranquilla.
Ovviamente non era da mettere in conto che passasse nessun autobus, perché il servizio notturno finiva a mezzanotte e se ti trovavi a piedi o senza passaggio per tornare a casa erano solo affari tuoi.
Oppure prendevi un taxi, ma su quella via per quanto grande fosse non ne passavano mai, quindi si rassegnarono a camminare, come avevano fatto sin dall’inizio.
Era oramai una decina di minuti che passavano in silenzio, di tacito comune accordo.
Nessuno dei due aveva voglia di dire qualcosa, e nonostante il pericolo fosse passato e non ce ne fosse più bisogno, continuavano a tenersi per mano. A vederli da lontano si sarebbero potuti scambiare per due fratelli abbandonati in una grande città che cercavano di trovare la strada di casa.
Poi, a un certo punto, Izzie chiese ad Axl una sigaretta.
 
“Tu fumi?” domandò sorpreso il rosso. Non se lo aspettava, non l’aveva mai vista fumare, o probabilmente non si era mai preso la briga di accorgersene.
 
“Qualche volta, sì. Stupito?” un sorriso si dipinse sul suo volto, abbastanza soddisfatto di essere riuscita a prendere in contropiede uno come Axl. “Comunque ne hai una?” il ragazzo rovistò nella sgualcita tasca interna del suo giubbotto di pelle e tirò fuori un pacchetto consunto di Marlboro rosse.
“No, non lo sono. Tieni.” Glielo porse prendendone una a sua volta. “Solo non ti avevo mai visto con una sigaretta in mano.”
“C’è sempre una prima volta…” disse sfuggente lei facendo scattare la fiamma dell’accendino per poi farlo scivolare nella tasca della giacca.
Inspirò una bella boccata di fumo, si stava rilassando finalmente, probabilmente anche grazie a quel silenzio e a quell’apparente tranquillità che li circondava. “I want to break free.” intonò piano, più per se stessa che per farsi sentire. Non ne poteva più di quelle manette, avrebbe tanto voluto potere prendere e tornare a casa o potere fare qualsiasi cosa senza dovere accordarsi con Axl. Non le piaceva affatto la mancanza di libertà che stava vivendo quella sera.
“Cosa?” chiese subito lui,  in parte per curiosità, in parte per la sua mania di controllo.
 
“I want to break free. Voglio liberarmi.” Scosse le manette che li legava. “lo diceva Freddie no? I got to break free, God knows, God knows I want to break free.” Cantò, questa volta in modo più sicuro, chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni la fresca aria notturna. Non sapeva cosa le stava prendendo, non cantava mai davanti a qualcuno che non conoscesse da almeno vent’anni, si vergognava troppo.
 
“I’ve fallen in love, I’ve fallen in love for the first time and this time is for real. I’ve fallen in love, God knows, God knows I’ve fallen in love.” Replicò Axl mettendoci del suo per sembrare un perfetto Freddie. Sembrò anche che le stesse cantando a lei, ma era già tardi per evitare l’equivoco.
Quando sentì quelle parole Izzie scoppiò a ridere divertita e il ragazzo si impermalosì subito, prendendolo come uno scherno. “Che c’è?!”
“Ma niente,” disse Izzie leggera, “Solo amo questa canzone.”
 
“Mh va bene, faccio finta di crederti.” Axl continuò a fare l’offeso, ricadendo nel silenzio.  
Gli sembrava di essere capitato nel bel mezzo del copione di una commedia di quelle che si vedono al cinema. Era una di quelle notti rare in cui succede di tutto, mille situazioni si susseguono, conosci chiunque e vivi dieci vite nell’arco di poche stringatissime ore.
Strano era anche come era cambiato il loro rapporto in quell’arco di tempo. Quasi si era dimenticato di come era stato possibile non sopportarla con tutto il cuore fino a poco prima.
Sicuramente, comunque fosse andata a finire, di quella sera si sarebbero ricordati a lungo entrambi.
Si resero conto di essere quasi arrivati al Cathouse dalla cricca di gente che si affollava nei pressi del locale. Entrarono facilmente, senza dovere affrontare code o intoppi di nessun genere, cosa alquanto strana per loro quella sera.
C’era una bella canzone quando misero piede sulla pista, una leggera e romantica, per niente rock ed aggressiva come era consuetudine suonare in quel locale. Dance Hall Days, diceva, era nuova all’epoca ed aveva quel tipico ritmo contagioso che invogliava a ballarla, quasi potessi accostargli solo momenti divertenti e belli. Non succedeva spesso che Axl desiderasse ballare, lui era più il tipo scatenato, casinista e distruttivo che sfogava tutta la sua interiorità cantando sul palco, non ballando con una ragazza.
Eppure, strano a dirsi, in quel momento gliene era venuta voglia, forse grazie a quella canzoncina così simpatica ed evocativa, felice a dir poco. Si avvicinò ad Izzie ,che intanto stava cercando di farsi strada tra i ragazzi in sala, e le cinse la vita con un braccio, gentilmente, cogliendola di sorpresa. “Balliamo, vuoi?” le sussurrò all’orecchio. Lei non disse nulla, semplicemente annuì, sorridendo tra sé. Le faceva piacere quel modo di fare, non ci era abituata. Non sembrava nemmeno più l’Axl irruente ed arrogante che conosceva, era quasi delicato, sembrava il suo gemello buono e dolce riemerso dall’ombra, era piacevole che ci fosse lui lì in quel momento e non l’altro sé.
Dal canto suo il rosso era preso a seguire il ritmo della musica e a condurre il ballo, gli riusciva bene, mentre stringeva a sé la ragazza. Aveva un buon profumo. Un fisico snello. Simpatica e spigliata.
Un po’ irritante a volte, ma probabilmente era più a causa di fattori esterni che per sua natura, e riconobbe che lui sicuramente centrava non poco nel suo cambiamento di atteggiamento. Forse stava iniziando a capire anche lui perché fosse così simpatica a tutti, perché Izzy ci tenesse così tanto e perché probabilmente fosse interessato a lei.
Mentre Izzie era intenta a farsi cullare da Axl, lo sguardo le capitò su una nuvola di capelli biondi che le sembrò di riconoscere. Immediatamente scattò l’allerta e si dimenticò della musica irrigidendosi, cercando di vedere meglio tra la gente se quello seduto al bar era davvero Steven.
“Axl, c’è Popcorn!” disse infine, staccandosi da lui, rompendo quel piccolo momento di intimità che si era creato.
Axl era convinto che quel batterista avesse la magica capacità di comparire sempre nei momenti meno adatti, non era la prima volta che accadeva, sicuramente non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Ma se lui era lì significava che Michelle aveva avuto ragione e c’era la quasi sicurezza che anche quell’ubriacone del suo chitarrista fosse nello stesso posto.
Quando arrivarono da lui Steven nemmeno se ne accorse tanto era intento a pestare immaginari tamburi e piatti con l’aria di chi aveva perso la sobrietà molto tempo fa. Aveva un’espressione beata che lo faceva assomigliare a un bambino, se non fosse stato per quella massa di pelo che ricopriva il suo petto e che lui si ostinava a mostrare con orgoglio con magliette scollate o camicie aperte.
 
“Hey Steven!” Axl sventolò una mano davanti al viso del ragazzo per vedere se reagiva, ma quello continuava imperterrito a tenere il ritmo ad occhi chiusi. Era proprio andato, oppure molto stordito.
“Steve!” gli urlò alla fine facendolo sobbalzare sullo sgabello e svegliandolo dal suo torpore. Spalancò gli occhi un po’ arrossati cercando di mettere a fuoco chi avesse davanti prima di riconoscerli e gettarsi giù dallo sgabello racchiudendoli entrambi in un abbraccio soffocante.
“Ragazzi, ragazzi, che bello vedervi!” continuava a neniare felice, da come si stava comportando dava l’impressione di uno che non li vedeva da secoli. Nonostante l’ubriachezza, riusciva ad avere una presa formidabile su entrambi, tanto che persino Axl fece fatica a svincolarsi e a rimetterlo seduto.
“Slash è qui?” il rosso andò dritto al sodo, ma l’aria di Steven era preoccupante, da un momento all’altro sarebbe caduto a terra sicuramente.
Axl non ci badò e continuò sulla strada dell’irruenza “Cazzo Steven ripigliati, Slash dov’è?!” quando l’amico finiva in quello stato gli veniva sempre un’irrefrenabile formicolio alle mani e la voglia di prenderlo a calci, sembrava un idiota, ancora peggio del solito. E lui ovviamente esigeva una risposta non aveva spazio per la comprensione, non in quel momento.
Izzie si accorse che Axl era vicino a perdere la sua poca pazienza dal modo in cui aveva serrato la mandibola, così intervenne per evitare il peggio, con un comportamento più calmo magari sarebbero riusciti a estrapolargli qualche informazione.
 
“Axl, lascia provare me. Steven…Slash è qui con te?” gli aveva messo una mano sulla spalla per rassicurarlo che stesse andando tutto bene, ma lui continuava a guardarli con un’espressione vacua. “Slash?!” chiese poi, quasi quel nome gli giungesse nuovo. “Sì Popcorn, Slash…” lo incoraggiò Izzie con dolcezza, sperando che si ricordasse chi fosse.
“Eccolo Slash!” il viso Steven si illuminò e per qualche secondo ebbe anche la forza di alzare un braccio per indicare il chitarrista comparso dal nulla che si stava avviando barcollante verso l’uscita.
Axl non appena lo vide entrò subito in azione, pronto per lanciarsi tra la gente per recuperarlo, ma non fece in tempo nemmeno a slanciarsi che Steven gli si aggrappò al braccio, senza avere nessuna intenzione di mollarlo “Non andare Axl, dai, resta qua con me!” lo tirava verso di sé con una veemenza insolita per un ubriaco. “Mi lasciate sempre tutti! Tu non passi mai tempo con me. E Slash preferisce Duff!” stava piagnucolando una serie di frasi sconnesse e lamentose non lasciando la presa su Axl che intanto si stava agitando, non voleva lasciasi sfuggire Slash ora che era così vicino a prenderlo. Per non parlare di quel comportamento infantile di Steven che lo stava esaurendo, non lo aveva mai sopportato, ora era vicino a picchiarlo seriamente. Ne aveva abbastanza di tutti quegli intoppi. “Fanculo Steven, mollami!” con uno strattone si liberò di lui e si lanciò alla rincorsa di Slash con Izzie, senza curarsi dell’amico che continuava a richiamarlo implorandolo.
In un’altra situazione sarebbe risultato quasi comico che, per quanto fosse sbronzo perduto, il riccio riuscisse a sfuggire loro con estrema facilità e a perdersi tra la gente.
Finalmente erano a un pelo dal raggiungerlo quando Izzie inaspettatamente inciampò in un groviglio di fili abbandonati dell’impianto audio e cadde rovinosamente a terra, portando con sé anche Axl.
Fu questione di una sola manciata di secondi, eppure non appena la ragazza rialzò gli occhi dal pavimento, Slash era di nuovo sparito. Non badò nemmeno a come stesse Axl, era solo terribilmente frustrata per avere mancato l’amico proprio quando erano a un soffio dall’acciuffarlo per colpa di qualche imbecille incompetente che aveva mollato in giro dei fili nel buio della sala, rischiando che qualcuno si rompesse l’osso del collo.  In più le faceva male la caviglia che  si era stortata mentre cadeva provocandole una fitta di dolore abbastanza forte.
Una certa rabbia si impossessò di lei, rabbia per avere perso nuovamente Slash, rabbia per non avere visto quei fili, rabbia per chi li aveva lasciati lì incustoditi. Sì, Izzie era molto arrabbiata, ed anche indolenzita, ma quella rabbia non sarebbe stata nulla in confronto a ciò che avrebbe provato di lì a poco.
 
***
Sono tornataaaa! Finalmente! Mi spiace di essere stata assente così a lungo ma ho avuto veramente impegni che mi hanno sottratta alla scrittura. Spero che continuiate a volermi bene lo stesso :)
Vi ringrazio tutti!
Mars 

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