Our second life

di Black Fullmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - parte 1 ***
Capitolo 2: *** Prologo - parte 2 ***
Capitolo 3: *** Prologo - parte 3 ***
Capitolo 4: *** Quattro anni vissuti di corsa ***
Capitolo 5: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** Una nuova compagna ***
Capitolo 7: *** Antipatie ***
Capitolo 8: *** Chi eri? ***
Capitolo 9: *** Guai ***
Capitolo 10: *** Perchè a volte è meglio non farsi sfuggire le parole ***
Capitolo 11: *** Nuova destinazione ***
Capitolo 12: *** Scoperti ***
Capitolo 13: *** Nel camion ***
Capitolo 14: *** Blue ***
Capitolo 15: *** In cella ***
Capitolo 16: *** Interrogatorio ***
Capitolo 17: *** Tortura di precisione ***
Capitolo 18: *** Fuga ***
Capitolo 19: *** Il passato di Mitchel ***
Capitolo 20: *** Risveglio ***



Capitolo 1
*** Prologo - parte 1 ***


PROLOGO - PARTE 1

L'aula con le pareti grigie è illuminata debolmente dalla luce del sole che entra dalle finestre. Gli studenti prestano attenzione alla prof. Qualcuno. Giusto un paio in prima fila che osservano la lavagna come incantati. Il resto si fa i cavoli propri. Qualcuno chiacchiera, qualcuno gioca, altri fanno i compiti delle ore successive.

Elys fissa fuori dalla finestra con sguardo assente. Diciannove anni, pallida, pesanti occhiaie, i capelli biondo cenere tagliati corti e lasciati in disordine, tranne una ciocca lunga a sinistra pettinata in una treccina. Gli occhi azzurri chiaro sono persi nel vuoto. Dà un'occhiata distratta all'orologio in classe. Altri venti minuti e quella noia mortale sarebbe finita. Iniziò a picchettare con le lunghe unghie sul bordo del banco.

Ritornando a fissare il vetro, vide qualcuno che si avvicinava alla scuola in moto. Visto che ormai alle superiori nessuno si fa venire a prendere dai genitori, doveva essere il ragazzo di qualcuna. Elys notò che seduto dietro al ragazzo e praticamente artigliandolo per non cadere c'era un'altra persona. Scesero e si misero ad aspettare.

Quello che guidava era alto e abbastanza muscoloso, ma non troppo. Abiti di pelle, carnagione abbronzata, aria da duro. Ora che era senza casco gli si poteva vedere il viso e i capelli a spazzola di un insolito color grigio-argento. Elys non era tipo da correre dietro ai ragazzi, ma si quello non era male. Decisamente.

L'altro era un bambino e che a prima vista aveva scambiato per una ragazza, anche se a guardarlo meglio era un maschio. Aveva i capelli bruno-rossicci e una figura esile. Al contrario del compagno, che se ne stava calmo e fermo in un angolo, il ragazzino continuava a guardarsi in giro e saltellare. Strano vedere due tipi così in giro assieme.

La campanella suonò facendo sussultare Elys. Si doveva essere incantata. Di solito non le succedeva. Cioè, anche se passava il tempo a fare sogni ad occhi aperti in genere era abbastanza cosciente di ciò che accadeva intorno a sé. Oddio, si era appena imbambolata davanti a due ragazzi di cui uno carino. Non le era mai capitato prima. Infilò in fretta le sue cose nello zaino ed uscì.

Si allontanò in fretta dai suoi compagni. Non aveva molti amici. Non che tutti la odiassero, ma non si sentiva mai troppo a suo agio con gli altri. Si sentiva sempre tagliata fuori. Lei e i suoi compagni avevano gusti e caratteri troppo, davvero troppo diversi. Fuori da scuola si guardò in giro. I due ragazzi che aveva notato erano ancora lì. Vedendoli, ebbe come un rimescolio nello stomaco e un'improvvisa fitta di emicrania. Le emicranie le capitavano spesso, soprattutto nell'ultimo periodo ne soffriva in una maniera terribile.

Distogliendo lo sguardo, andò a prendere la sua moto, con cui era venuta a scuola. Si infilò il casco appuntandosi di portarsi dietro degli antidolorifici la prossima volta che fosse uscita di casa. Mentre si girava, scorse un terzo ragazzo che andava dagli altri due. Doveva essere in prima o al massimo in seconda, capelli castani arruffati e l'aria simpatica. Doveva essere della sua scuola. Altra fitta.

Iniziò a portare la moto a piedi per non investire nessuno con la sua guida non esattamente attenta ad ogni regola. Sentiva come una calamita che la portava verso quei ragazzi. Andiamo, non si era mai seriamente innamorata di nessuno in una vita intera, figuriamoci se ora si prendeva una cotta per uno qualsiasi di quei tre.

Senza volerlo, urtò qualcuno. Borbottando uno “scusa” si voltò in tempo per incrociare lo sguardo del ragazzo vestito di pelle. La superava di diversi centimetri in altezza. Doveva avere qualche un paio di anni più di lei. Aveva gli occhi quasi dorati. Per un attimo, le sembrò che lui avesse spalancato gli occhi. Poi venne colta da una fitta alla testa atroce.

Si portò una mano sugli occhi. Tutto divenne bianco e delle figure le lampeggiarono davanti agli occhi. Paesaggi innevati. Strani oggetti nel cielo. Una luna color del sangue. Lupi.

Il dolore passò come era arrivato. Sentì che qualcuno la sorreggeva. Guardandosi intorno, vide che la gente la fissava. Doveva essere svenuta o qualcosa del genere.

-Sei viva?- chiese una voce ironica. Il ragazzo di prima. Era lui che la teneva in piedi. Doveva essergli caduta addosso.

-Sì- rispose lei alzandosi. Non era del tutto vero. Fece un respiro, prese la moto e iniziò ad andare. Prima di accendere il motore, sentì chiaramente qualcuno che parlava.

-Avete visto? Lei... Anche lei...-

-Non sono cieco, me ne sono accorto-

-Non credevo ci fosse qualcun altro...- erano quei tre ragazzi. Con la coda dell'occhio, vide che il ragazzino sembrava stupefatto e aveva gli occhi sbarrati, mentre gli altri due sembravano confusi. Accese la moto e partì.

Ma chi erano quei tre? Anche se non li aveva mai visti, le sembrava che avessero qualcosa in comune, ma non capiva cosa. E quelle immagini cos'erano? Le era già capitato di svenire, ma mai con allucinazioni. E queste sembravano anche così reali.

Respirò a fondo. Non capiva. Dentro di sé aveva un rimescolio di emozioni e sensazioni. Qualcosa come la nostalgia. Le era capitato migliaia di volte di avere nostalgia di qualcosa o qualcuno, ma improvvisamente sentiva la mancanza di qualcosa che non riusciva a ricordare. Accellerò. Preferiva non svenire in mezzo alla strada.







Salve! Finalmente mi sono decisa a pubblicare una long su Wolf's Rain, cosa che volevo fare da un boh di tempo. Ci saranno altre due parti del prologo, poi si passerà alla storia

vera e propria. Spero che vi piaccia!



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Capitolo 2
*** Prologo - parte 2 ***


PROLOGO - PARTE 2

Elys faceva dondolare le gambe. Da una settimana il mal di testa non le dava pace. Il tavolo davanti a sé era pieno dei suoi appunti di matematica. Non aveva nessuna voglia di fare i compiti. Non che nella sua vita avesse mai voluto farne, intendiamoci, ma quel giorno proprio voleva solo sdraiarsi, stringersi la testa con le mani e al limite picchiarla contro al muro.

E poi quei tre strani ragazzi. Più cercava di ricordarseli, più le loro immagini si confondevano. Era come se le loro facce le apparissero confuse e deformate, quasi fossero un sogno o una fantasia. Aveva provato a cercare il ragazzo della sua scuola. Non l'aveva trovato, e nessuno le sapeva dire chi fosse. Giusto un paio di ragazzi ricordavano di averlo notato in classe, ma non sapevano dirle né il suo nome né niente. Sparito nel nulla, insieme agli altri due.

La lampadina iniziò a fare la stupida, spegnendosi e riaccendendosi. Non era la prima volta che lo faceva in quel periodo. Già altre volte le era capitato che la luce saltasse nell'ultimo mese. Sarebbe finito in un attimo.

Si mise ad aspettare con gli occhi chiusi. Strane immagini le passarono nella testa, le stesse che da una settimana le popolavano i sogni. Lupi che correvano. Fiori che sbocciavano di notte. Città in rovina guidate da personaggi poco raccomandabili. Ogni giorno queste immagini si moltiplicavano e mutavano, portando con sé una sorta di nostalgia. Elys era sempre stata una con la testa tra le nuvole, che pensava a tutto meno alle cose importanti della vita. Eppure nessuno dei suoi sogni le aveva mai dato tante sensazioni di nostalgia, tristezza e rimpianto. Soprattutto nessun sogno le era mai apparso così confuso e strambo.

Aqprì gli occhi. Per un attimo rimase perplessa, poi si rese conto che la lampadina era andata definitivamente. Sbuffando si tirò in piedi, per trovarne un'altra. “perchè poi, è così bela la luce della Luna” disse una vocina dentro di lei. Alla luce della Luna non riesci a leggere, si autorispose, anche se in effetti la Luna era molto meglio di una serie di numeri e segni.

Fece per accendere la luce in corridoio, ma nemmeno quella si accese. Schiacciò più volte l'interruttore, ma niente. Non andava. Scese al buio le scale per vedere cosa diceva il quadro elettrico. Niente, sembrava a posto. Doveva essere un black-out generale. Almeno aveva una scusa per non fare i compiti.

Tornò in casa e si buttò a letto senza nemmeno cambiarsi. Aveva una sensazione strana, ma non guardò fuori dalla finestra. Non vide lo strano colore rossastro che aveva la Luna quella sera.

 

Il mattino dopo, Elys si alzò con uno sbadiglio. La luce filtrava dalla tapparella della sua camera. Luce? Si tirò a sedere di scatto. Doveva non aver sentito la sveglia, e visto che i suoi non c'erano aveva dormito più del solito. Guardò l'ora. Stupido cellulare, perché era spento?

Andò a fare colazione. Ormai la scuola era saltata, quindi accese la TV. Che non si accese. Fece un paio di rumori strani e poi rimase spenta, senza nemmeno una lucina rossa che diceva “va che non sono accesa”. Elys iniziava a preoccuparsi.

Uscì di casa per vedere com'era in giro. E ci rimase, come si dice, di merda. Tutti in giro a pieid, che urlavano e si lamentavano. “la mia auto non va, la TV non si accende, la radio non funziona...” la ragazza iniziò a girare.

Cosa sta succedendo? – chiese a un conoscente.

Non ne ho idea. Tutti oggi si sono svelgiati alle dieci con tutto guasto e che non funziona – rispose lui. A Elys venne in mente una cosa che aveva letto tempo prima su certe robe che hanno a che fare col Sole. Che tutta la tecnologia va a puttane.

Si tirò un pizzicotto. Naaa, non poteva essere. Però niente di elettrico funzionava, le radio addirittura non facevano che ronzare e i telefoni pure. Dannazione, se era così erano guai di quelli seri.

Cosa doveva fare? Intanto, trovare qualcosa con cui, al limite, avrebbe potuto difendersi. Corse in casa e recuperò un coltello, che nascose sotto alla maglia. Si sentiva un po' un'idiota paranoica, ma meglio essere attrezzati si disse.

Ridiscese per mettersi a protestare con tutti gli altri. Non notò il bambino rosso di capelli e l'aria nervosa che la fissava da lontano.

Ma allora è proprio vero... – disse Toboe tra sé e sé. Un uomo lo spintonò.

Stai attento, moccioso! – urlò. Toboe si allontanò atterrito. Non era mai stato bravo in una rissa nemmeno quando era molto più forte di un umano, figuriamoci ora.








Ed ecco finalmente (?) il secondo capitolo. Il motivo per cui tutto ha smesso di funzionare beh... ecco... non saprei di preciso, ho solo preso libero spunto da una cosa che aveva tirato in ballo il mio prof. sl fatto che un forte vento solare può mandare tutto in pallone e robe varie. L'ultima parte del prologo arriverà tra poco ^^

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Capitolo 3
*** Prologo - parte 3 ***


PROLOGO - PARTE 3

Dopo una settimana in quella situazione le cose non miglioravano. La gente era fuori di sé, ogni giorno c'erano dei guai e iniziavano anche i problemi seri. L'acqua iniziava ad essere poca ad esempio. E poi ormai era ottobre, e l'aria era freschina. Tutti volevano riscaldarsi, ma poche case avevano il camino o qualcosa che non funzionasse ad elettricità.

Elys a volte aveva paura ad uscire di casa. Si teneva sempre un coltello o qualcosa sotto alla maglietta, così nel caso avrebbe saputo come difendersi. Aveva sentito che della gente era stata ammazzata. E delle ragazze violentate. Quindi era sempre all'erta, anche quando usciva per un quarto d'ora neanche.

Inoltre i mal di testa ormai erano perenni, e i suoi sogni sempre più frequenti. Inoltre la inquietava la Luna. Sì, proprio la Luna. In quel periodo era stranamente grande - o almeno così le sembrava - e aveva sempre più spesso quell'insolito color cremisi.

Un giorno, erano passate delle auto funzionanti. Non sembravano auto normali, ma andavano. Tutti si erano accalcati a vedere. Dall'auto, erano usciti degli uomini che sembravano in divisa. Avevano delle specie di mitra.

Ascoltatemi! – aveva urlato quello che doveva essere il capo – Queste cose ce le ha fornite il nostro padrone, Kuaeg. Se vi unite a noi, anche voi le avrete! – subito una folla si era riversata verso gli uomini in divisa, che avevano preso in auto quelli che potevano e poi erano andati via, lasciando quasi tutti a bocca asciutta.

Elys era rimasta colpita. A quanto pare Kuaeg aveva una tecnologia molto avanzata. Eppure le ispirava un senso di nervoso e poca fiducia solo a sentirlo nominare.

 

Un mese dopo il blocco, sarebbe stato tutto nei casini più totali se non ci fosse stato questo Kuaeg. Aveva armi e tecnologie, e una specie di esercito in miniatura per tenere a bada la gente. Elys continuava a non avere alcuna fiducia in lui però.

Una sera, stava tornando a casa in fretta con in mano una busta. Doveva fare poca strada, ma si sentiva braccata e inseguita. Da chi poi.

Fece per superare un gruppo di ragazzi sui venticinque che stavano appoggiati in un angolo a fumare. Appena però si spostò di lato, uno di loro la bloccò. Alto, robusto e faccia da drogato.

Ci fai compagnia? – disse. Gli altri risero.

No, grazie – rispose lei voltandosi. Si trovò circondata.

Bella, Kuaeg ci ha detto che ti vuole al suo palazzo. Ma ha detto anche che prima possiamo divertirci con te – ringhiò uno di loro. Elys si sentì il panico dentro. Merda, perché non era stata a casa? Fece per afferrare il coltello, ma uno le bloccò la mano.

No no carina – sorrise. Elys cercò di non guardare il cavallo dei loro pantaloni, molto gonfio. Cosa che la faceva diventare sempre più nervosa.

Certo che siete maleducati – disse una voce. Elys si voltò e riconobbe il ragazzo castano che aveva parlato come quello visto a scuola. Di fianco a lui, c'era anche quello più grande con gli occhi dorati.

Noi facciamo quello che... – Elys non comprese le ultime parole. La testa aveva iniziato a dolere e girare sempre più forte, fino a che non le sembrò di svenire. Mentre era svenuta, iniziò a vedere quelle immagini. Sempre più numerose e collegate tra loro. Ricordi, pensò. Erano ricordi in effetti. Ricordi di un'altra vita.

Si svegliò. Il ragazzo con gli occhi dorati sembrava essere sul punto di fare a botte con un altro, e quello che la stava tenendo su le aveva messo una mano tra le gambe. Stranamente Elys non si sentiva spaesata come dopo uno svenimento. Gli unici che non vedeva bene erano i due ragazzi. Ma aveva capito perché. Perché non era così che li doveva vedere.

Con energia, si scrollò di dosso il ragazzo e si tirò fuori il coltello dalla maglia. Era un coltello da cucina di quelli lunghi.

Fottiti, maiale! – ringhiò, e senza farsi problemi gli ficcò il coltello nella gola. Forse prima avrebbe esitato, ma ormai ricordava bene di aver già ucciso più volte di quelle che poteva contare. Anche l'altro ragazzo aveva un coltello, e aveva ammazzato due ragazzi. In un attimo, tutti e sei i drogati erano a terra con uno squarcio nella gola o nel petto.

Sei forte! – disse una voce. Elys non aveva ancora notato il bambino rosso.

Mi sembra tu abbia appena avuto un flashback – commentò il ragazzo più grande.

Sì... Però ora lasciatemi stare. Non ho voglia di stare con voi – disse Elys. Maleducata? Forse. Però ora non ci pensava più. Ora doveva andarsene. Dai ragazzi, per molti motivi. E da quel posto, perché l'avevano vista ammazzare dei ragazzi e perché aveva capito che un lupo non è ben accetto.









Salve! Spero che vi piaccia questo capitolo, terza ed ultima parte del prologo. Se notate somiglianze con i nobili... è quello che volevo ottenere. Credo che il prossimo aggiornamento sarà tra un paio di settimane, visto che vado al mare. Bye!

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Capitolo 4
*** Quattro anni vissuti di corsa ***


QUATTRO ANNI VISSUTI DI CORSA

Quattro anni. Sono passati quattro anni da quando il vecchio mondo è andato a quel paese. In quattro anni, tutto è cambiato. Il mondo è dominato da queste persone che sostengono di essere più potenti. Lo sono in effetti. Hanno la tecnologia e tutto ciò che serve per vivere, garantiscono ordine e civiltà. La Luna è quasi sempre rossa, e sembra più grande ad ogni giorno che passa.

Per Elys in quegli anni è cambiata ogni cosa. O meglio, forse qualcosa sta tornando come era un tempo. Quel giorno, anni prima, si è ricordata della sua vita passata. Una volta, in un mondo diverso ma che sta diventando sempre più uguale, lei era una lupa dal pelo grigio chiaro e gli occhi verdi. Lei era... diversa. A volte le era sembrato che la sua vita facesse schifo. Ora non è più di quel parere. Rispetto a quello che le successe nella sua prima vita, non è così male.

Vive dandosi alla macchia e nascondendosi. Si ricorda dei “Nobili”. Sembra che stiano rivivendo purtroppo. Per quelli che come lei furono lupi, è dura a volte. Non ne ha mai incontrati altri, se non quei tre ragazzi di tanto tempo prima che non ha più rivisto.

Elys sta correndo. Sente dei soldati che la inseguono. Come se fosse la prima volta. Ormai c'è abituata. Non la prenderanno. Sarà anche confinata in quello stupido corpo umano, ma è più veloce e esperta di loro. Butta a terra un cassonetto della spazzatura per bloccargli la strada, e quelli ci inciampano, cadendo e rotolando l'uno sull'altro. Che schifo di soldati.

Rallenta ed entra in un pub. Ci sono dei tipi poco raccomandabili nel locale. Sente il freddo del metallo contro la pelle. Il suo coltello a doppio taglio è sempre al suo posto, pronto all'uso in caso di necessità. Si siede in un angolo. Ci sono due soldati, ma sono troppo impegnati a divertirsi con delle ragazze e non faranno caso a lei. A volte se lo chiede se in quel periodo per una qualche misteriosa mutazione a tutte le ragazze cresca un seno più grande del resto del corpo.

Sente qualcuno che le fischia dietro. Non ha un davanzale del genere, ma sa che agli uomini non dispiace molto. Fa finta di nulla. Chissenefrega se un gruppo di idioti non hanno compagnia.

Inizia a sentire i guai prima ancora che li veda. I soldati che ha fatto volare prima sono entrati. Ancora puzzano e sono sporchi di spazzatura. Può vedere la rabbia che gli esce dalle orecchie come fumo. Meglio non farsi notare.

Appena quelli si girano, lei si alza e cerca di uscire senza dare nell'occhio. Pensava di avercela fatta, quando uno si mette ad urlare e la indica. Merda. Inzia a correre di nuovo, inseguita da quei quattro scemi che cercano di catturare un lupo per il loro signore e padrone.

Si ifnila in una strada laterale sperando di seminarli. Sbaglia. Uno, la seguono. Due, è un stramaledetto vicolo cieco. Si gira tirando fuori il coltello. Non che serva a molto una doppia lama di quindici centimetri contro dei fucili che ti sparano a quattrocento metri di distanza e dei simpaticissimi taser.

Sta buona – dice uno di loro avvicinandosi e puntandole contro il taser. Lei ha le spalle al muro. Appena quello le è vicino, Elys gli tira un calcio alla mano e gli fa cadere l'arma. Prima che possa capire, ha un coltello nel cuore.

Elys fissa gli altri tre. Sembrano in collera per ciò che ha fatto. Non hanno tutti i torti. Uno le spara. Per fortuna la manca, ma fa un bel buco nell'intonaco già scrostato del muro dietro di lei.

Ti ho! – urla uno lanciandosi contro di lei. Idiota nato. Praticamente si infilza da solo lo stomaco. Sembra pure stupito del sangue sulla divisa.

Che si fa? – chiede Elys. I due soldati le si lanciano addosso con i taser. Pensano di averla bloccata. Sbagliano di grosso. Una vita e quattro anni passati a correre e combattere ti insegnano a cavartela in tutte le situazioni.

Il primo le sferra un pugno al volto. Parato con facilità, e contrattaccato con un calcio al plesso solare. Il secondo cerca di afferrarla da dietro. Lei gli molla una gomitata alle costole e lo finisce con un pugnalata al cuore. Quello ancora vivo cerca di nuovo di colpirla col taser, ma lei lo schiva e gli pugnala il braccio. Poi gli tira un calcio alla gola. Quello rantola e cade agonizzante.

Elys si guarda in giro prima di allontanarsi. Non c'è nessuno che l'abbia vista sembra. Inizia a camminare fingendo spensieratezza ed innocenza. Non le crederebbe nessuno, ma al momento meglio che avere un'aria colpevole e guardinga. Almeno così può sembrare solo una povera cretina.

Prende una via di case abbandonate. In quel periodo è morta un sacco di gente, vuoi per le scorribende, vuoi per la fame, vuoi per il freddo, vuoi per la guerra. Sì, c'è pure quella. Un sacco di gente è in giro a scannarsi per i loro padroni che vogliono più territori. Come se non fossero abbastanza quelli che hanno già.

Elys si infila in una casa abbandonata. Sembra messa piuttosto bene, quindi può fermarsi per stanotte. Cerca una stanza che non corra il pericolo di crollare da un momento all'altro. Elys si blocca.

Ha sentito un rumore. C'è qualcuno quindi. Tira fuori il coltello. Inizia ad aprire le porte di fianco a sé per evitare attacchi a sorpresa. Ad un certo punto, prima che lei faccia qualcosa, un ragazzo le si scaglia addosso. Anche lui ha un coltello, ed Elys lo para al pelo prima che la ferisca.

Tutti e due si fissano diffidenti. Elys riconosce la figura un po' tremolante e quasi surreale con quella di un altro lupo. Ora sembra un ragazzo sui venticinque, abbronzato, capelli argento e occhi d'oro. Quattro anni che non vede qualcuno con dei colori così insoliti.

Ne è passato di tempo – commenta l'altro lupo.









Salve gente! Scusate per il ritardo, non volevo... Ecco quindi la fine del prologo e l'inizio della storia vera e propria. Immagino di non dover spiegare chi è i ragazzo in questione, no? Bye!

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Capitolo 5
*** Vecchie conoscenze ***


VECCHIE CONOSCENZE

Ma salve – dice Elys diffidente – Perché mi hai attaccata? –

Ci hai preso di sorpresa – risponde lui. Dietro di lui arrivano anche gli altri due.

Ehi, sei tu! – esclama il più giovane con un sorriso. Anche l'altro sorride.

Che accoglienza calorosa per qualcuno che non conosco – commenta Elys senza abbassare il coltello.

Se non mi punti quel coso al petto, sono più felice – le fa presente il ragazzo.

Peggio di così non potrei ridurtelo – risponde secca Elys, fissando la cicatrice che la scollatura del chiodo mette in mostra.

Ricordo dalla mia vecchia vita – borbotta lui. Ha abbassato la guardia.

Perché hai del sangue? – chiede il ragazzino.

Perché quattro soldati mi volevano ammazzare e io ho ammazzato loro –

Tempi duri per noi lupi, eh? – fa il terzo, che non aveva ancora parlato – Dev'essere difficile per una ragazza sola. Se vuoi puoi venire con noi –

Posso ricordarti che dovresti piantarla di fare il cascamorto? – chiede quello con la cicatrice alzando un sopracciglio.

Senti, non credere che... E comunque, quale sarebbe il problema? –

È vero Tsume, non sarebbe bello? – fa il ragazzino in appoggio all'amico. Tsume sbuffa. Possibile che quei due non cambino mai con la loro mania di fare amicizia con tutti i tipi strani - e possibilmente femminili - che incontrano?

E se anche per caso dicessi di sì, dovrei venire con voi dove? – chiede Elys interrompendo il dialogo fra amici.

Noi stiamo cercando due nostri compagni che non abbiamo ancora trovato... – inizia il ragazzino.

Fai pure uno –

– …Se tu non credi che Blue sia qua, mi spiace Tsume, ma hai torto per me. E comunque noi li cerchiamo e poi pensiamo di andare al Rakuen – continua d'un fiato. Elys lo fissa. Il Rakuen. Se lo ricorda. Negli ultimi tempi della sua vecchia vita, anche lei lo cercava. Chissà se esisteva davvero anche qua.

E va bene – sospira infine, cercando di farla sembrare una decisione sofferta.

Evvai! – esclama il ragazzino.

Benvenuta tra noi! Allora, visto che non ci siamo presentati, io sono Hige, il mocciosetto qui è Toboe e il nostro simpaticone di turno Tsume –

Tu come ti chiami? – chiede Toboe entusiasta.

Io... Elys – risponde lei.

Il tuo vero nome, dico – fa Hige.

Tu chiamami Elys e non ti preoccupare. Come nome mi fa schifo, ma è meglio di quello che avevo prima – risponde lei secca, per la serie “non toccare questo tasto”.

OK... – fa Hige. Avrebbe dovuto chiedere a Tsume se per caso era imparentato con quella femmina. Lui ovviamente aveva alzato gli occhi al cielo appena lei aveva detto “vengo” e si era appoggiato al muro con aria depressa.

Allora cosa facciamo? Tsume...? – chiede Toboe all'amico, che in assenza di Kiba è la loro guida assoluta.

Intanto vediamo di non farci beccare da dei soldati. Soprattutto visto che la nostra Elys sembra essere nei guai –

Oh, scusami tanto se sono una lupa – commenta lei.

Dai, non litighiamo da subito – si mette in mezzo Toboe.

Appunto! Tsume, quante volte te l'ho detto che con le femmine bisogna essere gentili? – fa Hige. A Elys scappa da ridere.

A differenza di te non ho l'abitudine di corteggiare tutte le femmine che incontro – ribatte Tsume.

Scusalo, è un po' nervoso – dice Hige senza ascoltarlo.

Per curiosità, ci stai provando con me? – chiede Elys.

Io? No – risponde Hige. Poi vede lo sguardo di Elys – Ecco, io una compagna a vita ce l'ho già, solo che una volta simpatizzavo un po' per tutte le femmine e l'abitudine di essere gentile è rimasta – spiega con un sorriso.

Fortuna che lo facevi solo con le femmine o a quest'ora ti avevo già ucciso – ironizza Tsume, facendo innervosire parecchio Hige.

Almeno io socializzo! A te bisogna attaccarsi come una sanguisuga per riuscire a farti lasciare andare –

Io non sono una sanguisuga! – protesta Toboe che ha capito l'allusione.

A volte ci somigli, mocciosetto – fa Hige, con l'approvazione di Tsume.

Come vi volete bene – dice Elys.

Perdonaci se non siamo il tuo ideale di branco – risponde Tsume sarcastico.

Basta! – li interrompe Toboe con la sensazione che quei due avrebbero potuto litigare per i prossimi due giorni. Elys evita di rispondergli. Evita di dirgli “il mio ideale di branco è fatto da me e basta”.











Salve a tutti! Come si può evincere già da codesto capitolo (non so se si nota la vena poetica), i nostri Tsume ed Elys non vanno proprio d'amore e d'accordo.
Tsume: diciamo che mi fa venire voglia di prenderla a calci
Buono, la conosci da un capitolo non iniziare a fare storie.
Tsume: non è vero, è dal prologo
Non importa Tsume. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^ Bye!

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Capitolo 6
*** Una nuova compagna ***


UNA NUOVA COMPAGNA

I quattro escono in silenzio dall'edificio. Da quello che Elys ha capito non è l'unica ad avere dei problemi con i soldati. Appena metteno piede fuori dalle case, Toboe lancia un urlo.

Che hai? – gli chiede Hige. Toboe fa un sorrisetto un po' imbarazzato.

Ecco... lo sai che non amo i gatti, e uno mi si è strusciato contro – spiega il cucciolo.

Meglio se non facciamo commenti, eh? – borbotta Tsume con un sospiro. Toboe ridacchia imbarazzato.

Ringrazia che non ci sono soldati in giro – gli dice Elys.

Eddai, per un urletto... – Toboe capisce dalle facce degli altri che è meglio se sta zitto. Si incamminano cercando di evitare altri incidenti rumorosi o meno. I soldati li hanno identificati come ex-lupi, quindi vogliono al più presto lasciare la città. Come ci riescano, non l'hanno mai capito dato che solo tra di loro riescono a scorgere parte della loro vecchia forma.

L'uscita della città è abbastanza vicina. Almeno non ci sono mura o cose simili. Si guardano intorno per evitare tutte le eventuali pattuglie e posti di blocco.

Andiamo? – sussurra Toboe.

Ovvio – fa Elys, e inizia ad incamminarsi tranquilla. Tsume cerca di bloccarla, ma non fa in tempo a prenderla e la ragazza si trova di colpo in un fascio di luce.

Cosa ce li hai a fare gli occhi? – urla Tsume indicando le guardie su un edificio.

Corri e sta zitto! – gli risponde secca lei iniziando a correre. Gli altri seguono. Iniziano a sentire degli spari a pochi centimetri da loro. Un paio di volte un proiettile passa così vicino alle loro facce che sentono lo spostamento d'aria. Ormai le case sono finite, e c'è solo la vecchia autostrada piena di buche. Dopo un po' i proiettili smettono di arrivare e i lupi si fermano ansimanti.

Certo che ne avete poca di resistenza – commenta Elys, l'unica a non ansimare come loro. Tsume la fulmina.

Evidentemente tu hai bisogno di scappare più spesso rispetto a noi –

Non sai quanto mi dispiace non aver guardato in alto –

Com'è che io ci ho guardato? – i due si fissano con sguardo assassino. Toboe inizia a sentire odore di rissa.

Calma, ragazzi. Non ci siamo fatti niente, no? – dice con un sorriso. Elys lo fissa. Ma questo sorride e basta? Non è capace di fare un'espressione diversa ogni tanto? Tsume sbuffa e si raddrizza. Ha l'impressione che quella ragazza sia il tipo che ha un bel faccino (e un bel fondoschiena anche) e nient'altro.

OK, ora cosa si fa? – chiese Hige.

Che ne dici di camminare? – disse Tsume indicando la strada.

Uh... fino a dove? –

Hai presente il punto in cui inizierai a fare coro con Toboe che non ne potete più e volete fermarvi? Qualche chilometro più in là – Tsume si volta e inizia a camminare. Elys lo segue. Almeno il senso dell'umorismo ce l'aveva quel tizio. L'aveva quasi fatta sorridere. Quasi, perché lei non sorrideva mai.

Toboe e Hige come previsto inziarono a lagnarsi dopo un attimo.

Mi fanno male i piedi! –

Non ce la faccio più! –

Fermati, per favore! –

Ve lo potete scordare – ribatte Tsume secco, ignorando le proteste dei due.

Eddai Tsume! –

Solo un attimo, c'è anche una femmina con noi... –

Hige, il fatto che io sia femmina non significa che abbia i muscoli delle gambe atrofizzati – commenta secca Elys. Toboe e Hige la fissano mentre cammina imperterrita mezzo metro dietro a Tsume e un paio avanti a loro.

Mi spieghi come abbiamo fatto a beccare l'unica femmina al mondo che ha un carattere identico a quello di Tsume? – geme sottovoce Hige.

Perché, di maschi ce ne sono molti? – chiede Toboe.

Lascia stare. Tra quanto ci fermiamo? – ansima Hige con fare sfinito.

Quando la ragazza sarà così sfinita che la dovrai portare in spalla conta fino a diecimila, e poi forse ci fermiamo – ringhia Tsume.

La ragazza? E chi ti dice che non sarai tu a stancarti prima? – lo fulmina Elys.

Lo dico io e il fatto che non sembri esattamente chissà cosa – risponde Tsume.

Ah sì? Ma non rompere, bello, che quando mi stancherò tu sarai lì a trascinarti in stato di coma –

Sai, me la ricordo quella volta che mi sei svenuta praticamente in braccio, quindi non fare storie – ghigna Tsume.

Evidentemente puzzavi tanto che non ce l'ho fatta a rimanere sveglia – lo rimbecca lei, senza riuscire a controllare un leggerissimo rossore sulle guance pallide. Intanto Toboe e Hige si trascinavano sempre più stravolti. Non solo avevano lo stesso carattere quei due, ma anche lo stesso passo troppo rapido. E da dove l'avevano recuperata quella?












Salve a tutti! Come potete notare, Elys e Tsume si vogliono sempre più bene e Hige e Toboe sono sempre più contenti.
Elys, Tsume, Hige e Toboe: fidati
Eheh spero vi piaccia questo praticamente inutile capitolo

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Capitolo 7
*** Antipatie ***


ANTIPATIE

Sveglia! – un calcio nelle costole di Tsume costringe Toboe ad aprire gli occhi. Non che fosse stato molto forte, anzi, sa benissimo che se avesse voluto fargli male ci sarebbe stato molto peggio, ma non è mai piacevole come esperienza. Hige si stiracchia ed Elys sta seduta in un angolo e fissa il vuoto.

Devo già alzarmi? –

Indovinato. Muoviti Toboe, aspettiamo te – gli fa presente Hige. Il ragazzino si alza, le gambe ancora un po' doloranti. La sera prima Tsume ed Elys erano così impegnati a litigare e insultarsi a vicenda che non si erano accorti del tempo che passava se non fosse stato che Toboe era caduto a terra e li aveva supplicati di fermarsi. Allora si erano messi tra gli alberi vicini e avevano dormito il resto della notte (ovvero circa tre-quattro ore).

Dove andiamo? – chiede il ragazzino sbadigliando.

Cosa mangiamo? – chiede Hige.

Quando ci diamo una mossa? – sbuffa Elys.

Non lo so – dice Tsume liquidando tutte e tre le domande.

Un leader con le idee chiare, eh? – commenta Elys. Tsume irrigidisce la mascella. Istintivamente Hige e Toboe si allontanano fischiettando. La sera prima quei due ne avevano urlate di ogni, e conoscendo Tsume e immaginando che Elys fosse uguale il litigio sarebbe continuato anche ora. Difatti...

Se non ti va bene, puoi sempre alzarti e sparire –

Fin qui ci arrivavo anch'io, pensa –

E perché non l'hai ancora fatto? –

Cos'è, un “sparisci stronzetta” o cose simili? –

Allora c'è qualcosa in quel cranio –

Bello, non so cosa mi trattiene dal pestarti a sangue –

Paura di romperti le unghie? –

Va bene, va bene, va bene – interviene prontamente Hige vedendo che la situazione sta degenerando – Calma, su. Abbiamo capito che non vi state simpatici, spero che vincerete questo vostro odio reciproco e diventerete una bella coppietta felice che va d'amore e d'accordo, ora però basta, OK? – Elys e Tsume lo fissano battendo le palpebre. Hige inizia a sentire un rivolino di sudore freddo.

Scusa – inizia Elys – Cos'era la storia della coppietta felice? –

Sì, anch'io vorrei saperlo – dice Tsume. Hige li fissa. In quel momento hanno lo stsseo identico sguardo assassino. Probabilmente è meglio non farglielo notare, o la situazione peggiorerebbe ancora.

Niente ragazzi. Che dite se andiamo? – propone Hige sperando di pararsi il culo per il momento e chiedendosi dov'è Toboe quando serve uno scudo umano. Il ragazzino intanto li sta guardando quasi incuriosito dalla scenata che ha appena avuto atto (e del probabile omicidio che sta per compiersi).

Sorvoliamo, eh? – sibila Elys. Tsume sbuffa.

Lasciamo stare. Meglio se andiamo in effetti. Quei soldati ci saranno ancora alle costole – dice andando verso la strada. Alla luce del sole l'asfalto sembra scottare. Hige si fa sfuggire un sospiro di sollievo mentre segue Tsume, evitando lo sguardo di Elys. Toboe sembra sempre molto tranquillo. Ha come la sensazione che non sia poi così male questa Elys. Assomiglia da matti a Tsume.

Dal canto suo, Elys freme dalla voglia di strozzare Tsume. Quel tizio si crede chissà chi solo perché due mocciosi con i muscoli di pastafrolla lo avevano eletto come loro grande capo. Una qualche voglia di mollarli tutti e tre ed andarsene ce l'ha, ma se quelli sanno come si va al Rakuen allora le tocca di seguirli. Anche se questo significava dover sopportare Tsume. Elys sospira. Ah beh, almeno è un bel ragazzo. Quasi quasi poteva fare il pensierino di spiarlo mentre faceva il bagno. Quel pensiero la diverte. Curioso, in genere sarebbe il contrario.

Già stanca? – la punzecchia infatti Tsume vedendo che è rimasta indietro.

Essendo tu la guida, mi pare che davanti ci debba stare tu – ribatte lei. Tsume sogghigna. È stressante quella ragazza, ma almeno a volte è divertente.

Tsuuuumeee –

Che vuoi? –

Puoi rallentare per favoooore? –

Usa il fiato per camminare invece che per allungare le vocali –

Elys, puoi dirgli tu di rallentare? –

Perché io? –

Perché a me e Hige non dà ascolto –

E secondo te a me sì? Ad ogni modo, credo che sarei più felice se accelleraste invece di rompere – Toboe riprende a camminare trascinando i piedi. Uffa. Quei due sono uguali anche negli aspetti negativi.













Ri-salve a tutti! Se vi chiedete perchè il secondo aggiornamento è arrivato così in fretta, è che per un po' non credo avrò occasione di postare quindi mi porto un pochino avanti. Capitolo persino più inutile del precedente, messo qua solo per far ridere qualcuno. Se fa ridere, cosa di cui non sono del tutto certa. Bye!

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Capitolo 8
*** Chi eri? ***


CHI ERI?

Mi fanno male i piedi – dice Toboe piatto.

Ho una fame bestia – dice Hige piatto.

Avete rotto i coglioni – rispondono Tsume e Elys piatti. Gli altri due riescono a vedere il fumo che esce dalle loro orecchie ogni volta che si accorgono di parlare in contemporanea. Cosa che accade con allarmante frequenza.

Perché non cerchiamo da mangiare? – propone Hige.

Perché secondo te dove lo troviamo? – chiede Elys, indicando intorno a sé. Per evitare i paesi avevano preso strade secondarie e quindi ora si trovavano nel bel mezzo del nulla assoluto.

Non lo so –

Non sei l'unico – Elys si sdraia fissando il cielo. Quanto odia vedere la Luna di quel color cremisi. Una volta avrebbe tirato fuori la macchina fotografica e ci avrebbe fatto una foto. Ora aveva capito che non c'era tanto da essere allegri.

Che ne dite se parliamo? – disse Toboe.

Ma non rompere le palle –

Elys, ma tu non le hai le palle – Elys si gira un poco, mentre Tsume e Hige per poco non svengono nel sentire quell'affermazione uscire dalla bocca di Toboe.

E tu questa quando l'hai imparata? – chiede Hige stupefatto.

Soprattutto, come l'hai imparata? – chiede Tsume pregando che non l'abbia fatto per esperienza diretta. In fondo questa era una delle primissime volte in cui Toboe dimostrava di capire la differenza fisica tra maschio e femmina.

L'ho sentita da dei ragazzi – risponde lui confuso. Sia Tsume che Hige lanciano un sospiro di sollievo.

Ah, meno male – dice Hige – Comunque, di cosa vorresti parlare? –

Potremmo presentarci ad Elys che non ci conosce ancora – dice entusiasta Toboe.

Nabbo, credo di sapere chi sei tu – fa presente lei. Toboe non dà segno di averla sentita e parte in quarta.

Allora, io nella mia vecchia vita sono stato allevato da una vecchietta, solo che poi la mia nonnina è morta e allora io sono andato prima con Tsume e poi con anche Hige e Kiba – spiega il ragazzino.

E poi sei morto – ridacchia Tsume.

Proprio tu lo prendi in giro su questo punto? – dice Hige alzando un sopracciglio. Tsume si gira dall'altra parte, ricordando come si era comportato davanti al cadavere dell'amico. Allora non se ne era preoccupato minimamente, ma ora si vergognava abbastanza di essersi depresso a quella maniera. E soprattutto sperava vivamente che Toboe non avesse la minima idea che si era messo a piangere davanti al suo cadavere.

Tocca a me! – esclama Hige – Allora, la mia è una storia complicata –

Anche troppo – lo interrompe Tsume.

Com'è che sei così loquace? – chiede Hige – Comunque ha ragione, è complicata. Ecco... Basti sapere che prima ho incontrato Kiba, che tu ancora non conosci, e mi sono unito a lui, e poi ho incontrato questi due qua. C'è anche una femmina, Blue, mia compagna, che però non abbiamo ancora trovato –

Come te lo devo dire? Era una mezzolupa, non credo proprio che sia di nuovo in questo mondo – sbuffa Tsume.

Piantala di fare il rompiballe! Comunque come puoi ben immaginare sono morto anch'io – finisce Hige. Lui e Toboe si voltano verso Tsume, che cerca con tutte le sue forze di ignorare quei quattro occhi puntati su di lui.

Visto che avevi voglia di parlare prima, perché non lo fai ora? – dice Hige. Elys li fissa. Non che la affascini questo “gioco”, però vuole proprio vedere cosa faranno per convincere Tsume a parlare.

Non sono affari tuoi – dice infatti alla fine.

Uffa, te lo spiego io – dice Toboe – Lui prima faceva il capo di ladri, poi ha incontrato Kiba e poi me e poi è venuto con noi! –

E fammi indovinare – dice Elys sarcastica – Alla fine è morto anche lui? –

Ma che genio – ringhia Tsume. OK, quindi Toboe non aveva la più pallida idea del perché aveva la cicatrice. Non era la prima volta che lo appurava, ma era sempre un sollievo sentirlo.

Perché hai quella cicatrice? – come non detto. Elys aveva sempre avuto una sorta di debole per le cicatrici. La affascinavano. Certo, il motivo ormai lo sapeva, ma era sempre curiosa. Chissenefrega se doveva chiederlo a Tsume.

A te cosa importa? – ringhia Tsume. Non era stato particolarmente felice quando aveva visto che la ferita si era come riaperta da sola, ma aveva scelto di mettere comunque un chiodo di pelle scollato per lasciare che si vedesse.

Niente, solo vorrei farei complimenti al tizio che ti ha lasciato un morso così duraturo – risponde lei.

E tu che ne sai che è un morso? – esclama Tsume.

Perché, è un morso? – chiede Toboe. Tsume non lo ascolta nemmeno. Quella femmina era la prima persona che riconosceva il segno per quello che era. Vero che avrebbe potuto averci ragionato tutto il tempo, ma sembrava averlo detto come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

So riconoscere le ferite causate da morsi – risponde Elys tranquilla.

Beh, non è importante cosa sia – dice Tsume, girandosi dall'altro lato e senza guardare negli occhi nessuno.

Lascia stare, è sempre così su quel punto – dice Toboe – E tu? Chi eri prima? – Elys lo guarda con occhi gelidi.

Perché dovrei dirtelo? –

Beh, ecco... –

Non sono affari che vi riguardano – ringhia Elys, di colpo irritata. Si gira su un fianco e chiude gli occhi come per dormire, lasciando Toboe e Hige di sasso.













Eccomi finalmente dopo questa assenza mostruosa a dir poco! Questo capitolo è un altro di quelli in apparenza inutili ma c'è un motivo se l'ho scritto. Cosa che purtroppo non capita molto spesso. Bye!

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Capitolo 9
*** Guai ***


GUAI

Com'è che hai deciso di venire con me? – chiede Hige.

Cosa? – risponde Tsume.

Visto che tu in genere non vai mai a cercare del cibo con me di tua spontanea volontà, perché oggi hai deciso di sì? – ripete Hige. Tsume alza le spalle.

Non ne posso più di quella femmina – borbotta. Non è una bugia, Elys veramente sa essere una creatura stressante. Loro due fanno seriamente fatica a parlarsi senza litigare. Diciamo che su 10 volte forse 1 riescono a non urlarsi contro.

Davvero? A me sembra che stiate bene insieme – Tsume lo fulmina con lo sguardo.

Cos'è, visto che ti sei occupato hai deciso di fare il consulente matrimoniale alla gente? – ringhia. Hige ridacchia.

Andiamo, pensaci: non è male. È carina –

Cosa vuoi che me ne freghi? –

Ha la tua stessa dolcezza e senso dell'umorismo – dice Hige. Tsume sbuffa. Perché a lui? Non può passare dieci minuti senza dover riflettere sui suoi problemi?

Pensavo fossimo in cerca di cibo –

Possiamo chiacchierare mentre camminiamo. Ad ogni modo, se non ricordo male anche con Kiba non facevi altro che litigare, eppure siete diventati amici per la pelle –

Hige, se non tappi quella bocca te la faccio la pelle – ringhia Tsume.

Andiamo, è vero! –

Hige! – Hige sta zitto. È abbastanza furbo da capire quando è il caso di chiudere la bocca. Il paese in cui sono in quel momento non è poi granchè. Se riescono a trovare da mangiare sono fortunati.

OK, dove sta la roba da mangiare? – chiede il più giovane.

Non ne ho idea. Tanto abbiamo tutto il tempo – risponde Tsume.

Non senti la mancanza di... –

Hige, ti ho già ucciso una volta, vogliamo far salire il conto? –

Sto zitto, sto zitto –

Intanto, poco fuori dal paese...

Moccioso, godrò se ti farai male – dice Elys guardando Toboe che cerca di arrampicarsi su un albero vistosamente troppo fragile.

Nel senso che sorriderai? –

No – risponde secca lei. Toboe sospira. Sono due settimane che si conoscono e non l'ha mai vista sorridere una volta che fosse una. Non pretende un sorriso a trentadue denti, ma almeno un sorrisino, un ghigno, una risata. Niente, è sempre seria.

Secondo te tra quanto tornano Tsume e Hige? –

Spero tra un bel po'. Scendi di lì – risponde Elys, iniziando a chiedersi perché sta cercando di far capire a quel moccioso che quella pianta non lo può reggere per il semplice fatto che non reggerebbe nemmeno un bambino di dieci anni. Difatti, un ramo si spacca con un crack secco e Toboe finisce per terra con un gridolino. Il ragazzino si tira su massaggiandosi la schiena.

Idiota – sospira Elys. Toboe fa per dire qualcosa, quando Elys gli tappa la bocca. Toboe la fissa. Sembra concentrata. Anche lui si mette in ascolto e sente delle voci vicino a loro. Sembrano dei ragazzi. Ridono forte.

Già, e poi... – dice uno, ma viene sommerso dalle risate.

Sta zitto Ed, tanto sei uno sfigato – biascica un altro, prima di ridere anche lui. Elys aggrotta le sopracciglia. Devono essere ubriachi. Se fosse stata ancora un lupo non se ne sarebbe preoccupata, ma per una ragazza un gruppetto di ubriachi è più pericoloso di venti soldati. Specie se sono ubriachi grossi.

Toboe, sali su quell'albero –

Ma... –

Ora – Toboe si alza e sale sull'albero che gli ha indicato Elys. È più robusto di quello di prima, ma è comunque abbastanza sottile. Regge appena il suo peso. Il ragazzino si issa sui rami, mentre cinque ragazzi entrano nel suo campo visivo.

Ma che cosa c'è qua? – dice uno. Elys lo fissa. Ha le guance rosse e gli occhi lucidi. Tra tutti e cinque emanano una puzza d'alcool da far paura.

Sparite – dice Elys. Loro ridono.

Sparire? E perché? – chiede un altro. Elys si porta una mano dietro la schiena. Sotto alla giacca di jeans sente l'impugnatura del coltello. Appena un ragazzo allunga una mano verso di lei, Elys lo tira fuori e lo ferisce al braccio. Quello urla e fa un salto indietro tenendosi la ferita. Elys sa perfettamente che ora è anche nei guai peggio di prima. Tutti i ragazzi la fissano con rabbia.

Uno di loro si slancia verso di lei, ma viene bloccato da una coltellata all'addome. Si piega in due dal dolore, biascicando parole senza senso. Un altro cerca di prenderla, ma lei è rapida a scansarlo e sferrargli un calcio allo stomaco. Sente un movimento dietro di sé e si sposta appena in tempo per evitare un ragazzo. Quello cade in avanti e lei lo colpisce col coltello al costato. Quello che aveva ferito al braccio si fa avanti di nuovo, lanciando un urlo e ricevendo una coltellata precisa al cuore. Le cade addosso, riempiendola di sangue. Elys se lo leva di torno, ma in quel momento il ragazzo che si era preso un calcio le blocca le braccia. Merda.

Elys cerca di divincolarsi, ma il ragazzo è forte. Elys si gira in avanti. Il ragazzo che ha di fronte è più grande degli altri, almeno due metri in altezza e larghezza proporzionale. Le tira un pugno al volto. Lei lo prende in pieno, e sente il naso che si riempie di sangue. Deve esserselo rotto. Non le succedeva da un bel po' in effetti. Si gira giusto per prendersene un altro, sempre sul naso. Il ragazzo dietro di lei le lecca un orecchio. Disgustoso.

Sei nostra – ride. Elys si piega in avanti e dà un colpo di reni al ragazzo dietro di lei. Quello rotola in avanti addosso al compagno. Due coltellate e sono morti entrambi.

Puoi scendere – dice Elys a Toboe. Il ragazzino scende in fretta.

Perché li hai ammazzati così? – chiede.

Perché sì –

Ma... –

Se mi pentissi di tutti quelli che ho ucciso passerei la vita in ginocchio e supplicare perdono. Muoviti, dobbiamo andarcene – dice Elys cercando di pulirsi il sangue dal volto. Prende Toboe per un braccio e lo trascina via.

Ma gli altri... –

Li cercheremo, ora datti una mossa. Siamo nei guai –













OK, forse potevo evitare tutta questa storia. Ma dovevo far succedere qualcosa di violento, e questo andava abbastanza bene. Bye!

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Capitolo 10
*** Perchè a volte è meglio non farsi sfuggire le parole ***


PERCHÉ A VOLTE È MEGLIO NON FARSI SFUGGIRE LE PAROLE

Che diamine... – Tsume si blocca vedendo Elys che si tampona il sangue con un pezzo di stoffa. Si è nascosta in un edificio abbandonato nel paese e aveva detto a Toboe di cercare gli altri.

Che c'è? Mai visto un naso rotto? – chiede Elys con voce alterata. In passato aveva già provato la sensazione di avere il naso fracassato, ma non è mai piacevole.

Come te lo sei rotto? – chiede Tsume – E non farmi credere che quel sangue è tutto tuo – dice indicando il torso della ragazza.

Dovrei? –

Cosa è successo? –

Niente, mentre voi non c'eravate ho rischiato lo stupro di massa e quindi ho dovuto mandare all'inferno un gruppetto di alcolisti – risponde secca.

Ma allora vuole proprio litigare – mormora Hige tra sé e sé, prevedendo la reazione alterata di Tsume.

Scusa tanto se non sono lì a farti da guardia del corpo ogni singolo istante della mia vita! – ringhia.

Meno male! Certo che io i guai me li tiro addosso, te compreso! –

Non è colpa mia se la porzione di pelle che tieni scoperta è maggiore del resto! Lo so che rischi lo stupro così! – dice Tsume. Elys si morde un labbro. Non che Tsume abbia tutti i torti.

Io mi vesto come mi pare, se a te non va bene non guardarmi! – sibila sulle difensive.

Magari potessi! –

Curioso, per una volta sono d'accordo con te –

Andremo avanti così per ore – sbuffa Hige sedendosi per terra, seguito a ruota da Toboe. Quei due sembrano sul punto di venire alle mani.

Ma perché devono litigare sempre? – chiese Toboe.

Problemi da adulti, Toboe. Stanne fuori finchè puoi – risponde Hige cercando di ignorare il buco che sente al posto dello stomaco. Lui e Tsume prima non erano riusciti a trovare niente da mangiare.

A proposito Hige –

Uh? –

Che vuol dire stupro? –

Ecco... Non è una cosa bella, e... a volte succede che dei ragazzi... lascia stare, eh? – improvvisa Hige. Non ci tiene per niente a spiegare al moccioso certe cose.

Bene, so chi ringraziare se siamo nei guai fino al collo! –

La prossima volta perché non ti fai aggredire te? –

Beh, sai, credo che una bella ragazza come te attiri di più certa gente – Tsume fa appena in tempo a realizzare quello che ha appena detto prima che Elys inizi a fissarlo con espressione stupefatta.

Sbaglio o tu hai appena detto “bella ragazza come te”? Hai la febbre per caso? – chiede Elys. Le guance di Tsume iniziano a prendere una strana tonalità.

Io... Non l'ho detto per farti un complimento, solo... È una cosa oggettiva, ecco. E piantala di fissarmi a quella maniera, sembri più scema del solito – ribatte Tsume. Dietro di sé sente una risata mal trattenuta da Hige. Dannazione, perché se l'era fatto scappare? E perché cazzo quei due continuano a fissarlo a quel modo? Sente il sangue che affluiva alle guance. Merda.

Non ho capito, cosa succede? – chiede Toboe perplesso. Vede di fianco a sé Hige che ridacchia sotto ai baffi e Elys con ancora gli occhi fuori dalle orbite. Tsume sembra come pietrificato.

Niente Toboe, è solo che Tsume non è molto bravo con le ragazze – ridacchia Hige. Tsume si gira ancora rosso porpora e lancia ad Hige uno sguardo che vuol dire chiaramente “vedi di correre in fretta, perché se ti raggiungo sei fottuto”.

In che senso? – ripete Toboe. Hige indietreggia di un paio di passi.

Nel senso che fa fatica a dire le parole “Mi piaci” o “Sono preoccupato per te”. Cosa che perlatro pensa – il ragazzo si gira e si fionda fuori dall'edificio inseguito da Tsume che ha una smorfia furibonda e sente che sarebbe pronto a far fuori quel tizio.

Elys sospira e si siede per terra. Mentalmente, ringrazia il sangue che le copre la faccia. In caso contrario si sarebbero accorti tutti che era arrossita quasi quanto Tsume alle ultime affermazioni di Hige.

Intanto, lì fuori...

Non prendertela così! –

Si può sapere che cos'hai in quella testa bacata? – ringhia Tsume.

Che c'è? È la verità! –

No, non lo è! E si azzardi ancora a dire che io avrei una cotta per quella femmina giuro che ti annego in un cesso senza tirare l'acqua dopo averlo usato, capito? – Hige preferisce non immaginare la sensazione che proverebbe in quel caso.

OK, OK, scusa. Comunque sono del parere che dovresti essere più gentile con lei. Hai visto come c'è rimasta quando ha sentito che dicevi “bella”? –

Mi pare che lei mi chiami “Bello” ogni tre per due, ma non... –

Almeno lei ammette che gli piaci come fisico! Tu nemmeno quello fai, e difatti sappiamo entrambi che non ci fai nessun caso! – i due stanno litigando in mezzo alla strada, quando sentono delle parole che li fanno sobbalzare.

Hai sentito? Pare che abbiano catturato un paio di quei maledetti lupi –















Salveeeeee! Quanto mi diverto a mettere Tsume in imbarazzo, e pensare che è pure il mio personaggio preferito. Quindi... dal prossimo capitolo lasceremo un attimo in disparte i problemi psicologici/sentimentali/amorosi/quello che è dei nostri protagonisti e ci sposteremo sulla trama vera e propria. Bye!

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Capitolo 11
*** Nuova destinazione ***


NUOVA DESTINAZIONE

Tsume e Hige si voltano verso la direzione della voce. Alcuni uomini stanno parlando tra di loro.

Stai scherzando? Quelli che solo le tecnologie riescono a vedere che sono la reincarnazione di lupi? – chiede uno.

Esattamente quelli! – risponde un secondo.

Scusatemi – si intromette Hige – Ho per caso sentito quello che dicevate. Cos'è questa storia dei lupi? Ne hanno presi? – gli uomini si voltano verso di lui.

Esatto ragazzo – conferma il secondo uomo – Ho sentito che ne hanno catturato uno, e poco tempo dopo un altro girava nella stessa zona –

Davvero? E dove? – chiede Hige.

Perché ti interessa? –

Sai, io e dei miei amici stiamo viaggiando e preferirei sapere quali sono le zone più sicure – improvvisa Hige.

Tanto li hanno presi, no? – dice un terzo uomo.

Sì, ma visto che erano nella stessa zona... –

Cosa vuol dire? Magari erano solo quei due – commenta il primo uomo.

Che succede? – chiese una voce nasale dietro di loro. In una maniera o nell'altra, Elys è riuscita a ripulirsi dal sangue. Il naso rimane rosso, ma non si nota così tanto.

Elys! Come... –

Il tuo amichetto voleva sapere dove hanno catturato dei lupi – risponde uno di loro.

Davvero? Dove li hanno presi? – chiede lei. Gli sguardi degli uomini corrono alla sua scollaura. Lei si sforza di ignorarli.

Ho sentito ad est... a Guna mi pare – risponde quel tizio.

Bene. Se andiamo da quelle parti dovremo ricordarlo – esclama Hige. I quattro lupi si allontanano in fretta.

OK, forse uno di loro può essere Kiba o Blue, o magari entrambi – dice Hige.

In questo caso la priorità è andare da quelle parti – dice Tsume.

Qualcuno sa dov'è Guna? – chiede Toboe.

Io sì, ci sono stata – risponde Elys.

Bene, allora dovrai portarci –

Un consiglio spassionato: trovati dei nuovi vestiti, si nota che quelli sono diventati rosso scuro – dice Tsume indicando le macchie di sangue.

Hai ragione – borbotta Elys. Gli altri tre si bloccano e per poco Toboe non va a sbattere contro ad Hige.

Ti ha appena dato ragione? – sussurra a Tsume, confuso quanto lui.

Credo di sì. Per caso l'hanno colpita alla testa? –

No, non credo –

Lo so, non credo nemmeno io a quello che ho appena detto, però anche un bambino ci arriverebbe che questo è sangue, no? – dice Elys imbarazzata.

Va... va bene – risponde Tsume riprendendo a camminare. Questa non se l'aspettava proprio. Tra tutte le cose che potevano uscire di bocca a quella ragazza, questa era l'ultima che si aspettava.

Allora, facciamo che ci vado da sola a trovarmi qualcosa da mettere su? – chiede Elys senza guardare negli occhi gli altri.

Vai. Noi cerchiamo da mangiare – conclude Hige. La ragazza si allontana.

Io ancora non ci credo – dice Tsume, sapendo di sembrare un idiota di prima categoria ma non riuscendo a trattenersi.

Nemmeno io. Però bisogna dire che è più brava di te ad improvvisare scuse – Tsume lancia uno sguardo assassino ad Hige, pur sapendo che ha ragione.

Allora ragazzi, dove andiamo? – chiede Toboe.

Da quelle parti mi sembrava ci fosse qualcosa di buono – dice Hige.

Se tu hai visto qualcosa di commestibile buon per te – commenta Tsume.

 

Ci sono cose che nulla può spiegare. Questo è quello che Tsume e Toboe pensano della concezione che ha Elys del cibo. Da una ragazza, anche se lupa, uno si aspetta paranoie per il cibo, storie sulla linea e cose varie. Lei no. Pur avendo un fisico snello, la sua “tecnica” per mangiare è la stessa di Hige: ingoiare tutto ciò che puoi mettendoci il minor tempo possibile. Toboe e Tsume non ci avevano messo molto a notare quanto strano sia che una ragazza magra per giunta divori tutto a quella velocità. E nessuno dei due aveva molto gradito il fatto che oltre allo sguardo di Hige ora anche quello di Elys dice “sbrigatevi a finire la vostra roba o ci penserò io per voi”.

Per me potevamo prendere qualcos'altro – borbotta Hige.

Era quello che c'era e lo sai anche tu – ribatte Toboe.

Seriamente non c'era nient'altro? – chiede Elys, che li ha raggiunti appena aveva recuperato qualcosa da infilarsi. Pazzesco il fatto che il suo abbigliamento non sia variato minimamente da prima: giacca jeans e top nero.

Sì, era tutto qua, pozzi senza fondo – replica Tsume.

Allora, quando andiamo? –

Quanta fretta. Pronto per consumarti i piedi Hige? –















Salve a tutti! Allora, scusate il ritardo nell'aggiornare e scusate anche quelli futuri, vi prego. Ora ho anche iniziato la scuola quindi T___T Bye!

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Capitolo 12
*** Scoperti ***


SCOPERTI

I ragazzi stanno per uscire dal villaggio quando sentono un urlo angosciato. Si voltano per vedere una donna con le mani sporche di sangue e l'espressione sconvolta.

Aiuto! Aiuto! –

Che succede? – le chiede un uomo bloccandola.

Nel bosco... mio dio, mio dio... quei ragazzi... Qualcuno ha ammazzato dei ragazzi! – Tsume, Toboe e Hige si voltano verso Elys.

Beh? Che c'è? – borbotta.

Andiamocene in fretta – ringhia Tsume.

Fermi! – urla qualcuno. I ragazzi si trovano un uomo che gli corre dietro.

Cosa... –

Tu! – urla indicando Elys – Ti ho vista prima, piena di sangue da capo a piedi! – Elys si sente ghiacciare. Merda. Quello era il momento di voltarsi e scappare. Cosa che avrebbe fatto se non avesse saputo che sarebbe stato come dire “sparatemi addosso” a tutta quella gente che li fissava.

Siete stati voi, eh? – chiede un ragazzo.

No! Cosa andate a pensare? – biascica Hige.

E noi dovremmo credervi? Stranieri, che se ne vanno in fretta e di cui una era piena di sangue? – chiede un altro.

Sì, dovreste. Proprio perché siamo stranieri non avremmo ragione di ammazzare qualcuno – dice Tsume.

Chissà, magari siete banditi – borbotta qualcuno circondandoli.

N-non è vero! Ci avevano aggrediti loro! – grida Toboe.

Io. Ti. Ammazzo – ringhia Elys. Un idiota peggiore di così non poteva esistere.

Gli uomini corrono verso di loro. Tsume ed Elys tirano fuori i coltelli per difendersi. Un tizio sferra un pugno in faccia a Toboe, spedendolo a terra. Tsume prova a colpirlo, ma un altro gli molla un colpo con una sbarra di ferro sul gomito. Il ragazzo urla di dolore. Un altro tipo ne approfitta per colpirlo con un pugno allo stomaco che lo fa piegare in due senza fiato.

Che succede? – tutti si bloccano. Toboe si tira seduto a fatica e Tsume apre gli occhi. Ci sono due uomini in divisa militare. Soldati del signore del luogo probabilmente.

Pensiamo che abbiano ammazzato della gente – risponde un uomo.

Ah sì? – borbotta uno dei soldati – Dite, siete stranieri voi quattro? –

Sì – risponde Elys.

Bene. Perché dobbiamo farvi una specie di test, come a tutti gli stranieri in questo periodo. È la prassi – dice l'altro soldato. I due si avvicinano.

Levatevi le maglie – dice perentorio i primo soldato. I quattro ragazzi lo fissano.

Fate come dice! – Toboe inizia a slacciarsi piano la camicia, Hige si sfila la felpa e Tsume sbuffa prima di allentare la cinghia del chiodo. Rimangono tutti e tre a petto scoperto. Solo Elys non si è nemmeno mossa.

Ragazza, muoviti – dice il soldato.

Che test è? – chiede Elys. Ha una brutta impressione.

Non ti importa – ringhia un soldato.

Cretina, muoviti o finiamo nei guai peggio di prima – sibila Tsume.

Tu non mi dici quello che devo fare! –

Ma io sì! Ora! – urla il soldato. Elys si leva la giacca.

Se vuoi che io mi levi il top, puoi tranquillamente impiccarti – mette in chiaro la ragazza. A volte essere femmina è una seccatura.

Non credo che serva. Girati di schiena e tiralo su sulle spalle. Anche voi tre, di schiena – i ragazzi ubbidiscono malvolentieri. Il soldati gli passano qualcosa di freddo sulle schiene. Una macchina probabilmente, che fa un suono insopportabile appena li sfiora, facendoli sussultare.

Interessante – dice un soldato.

Cosa? – chiede Hige.

Rivestitevi – dice semplicemente il soldato. I quattro riprendono i loro abiti.

Secondo voi cos'era? – chiede Toboe.

Qualcosa di brutto – risponde Hige vedendo le espressioni dei soldati.

Possiamo andarcene ora? O non vi è bastato lo spogliarello? – chiede Elys.

Mani dietro la schiena –

COSA? –

Ora, lupi rognosi – tutti e quattro si irrigidiscono.

C-cosa... – chiede Hige.

Oh sì bestiacce. Quella cosa serviva per vedere se voi siete umani o lupi. E visto che ha suonato... – dice il soldato.

Cosa dicevi sul non metterci in guai peggiori? – sibila Elys a Tsume. Il ragazzo non risponde. Questa non ci voleva. Certo, probabilmente visto che avevano catturato due lupi ora dovevano fare lo stesso con loro.

Correte! – ordina Tsume. Gli altri non se lo fanno ripetere, e iniziano a correre. Se non fosse che i soldati sparano loro dei dardi, facendoli cadere addormentati.


















Salve gente! Non prendetevela se ho fatto catturarei nostri amici, mi serviva.... Comunque, vi devo avvertire: d'ora in avanti e per un po' di capitoli credo che il linguaggio usato inizi a diventare un po' più volgare e ci saranno scene più violente/macabre/comunque non troppo allegre. Bye!

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Capitolo 13
*** Nel camion ***


NEL CAMION

Elys si sveglia con un mal di testa lancinante. Non si sentiva così dall'ultima volta che si era presa una sbronza solenne. Cerca di mettere a fuoco la situazione. Allora, loro se ne stavano andando, poi i soldati li hanno beccati e... Probabile che gli avessero sparato contro dei dardi soporiferi. Apre gli occhi lentamente.

Davanti a lei ci sono delle sbarre. Sono così vicine che è costretta a tenere le gambe piagate. È seduta. Di fianco a sé, sente qualcuno che respira. Girandosi, vede che a sinistra è appoggiata contro a delle sbarre, mentre a destra contro Tsume.

Buongiorno – dice il ragazzo.

Che succede? –

Ci hanno presi, credo –

Lo so. Altre informazioni? –

Ti informo che siamo su un camion, in una gabbia troppo stretta per due persone e Hige e Toboe sono in un'altra gabbia, dormono ancora e quel sonnifero dà un'emicrania allucinante. Basta, credo – Elys sbuffa.

Con gabbia troppo stretta intendi? –

A destra sento una sbarra che mi sega il braccio, va bene? – ringhia Tsume. Elys si guarda intorno. In una gabbia vicino vede Hige e Toboe che dormono profondamente.

Com'è che quelli ronfano ancora? –

Ho il sospetto che quei sonniferi abbiano effetti simili a quelli di un po' di birre – Elys si appoggia meglio contro al fondo della gabbia. È molto probabile che lei e Tsume siano gli unici ad essersi mai ubriacati seriamente. Quei due là sono ancora un po' giovani per certe cose.

Idee su come uscire? –

Meno di zero –

Che novità – Tsume si morde un labbro.

Non ho voglia di mettermi a litigare con te ora – ringhia. Non si rivolgono la parola per qualche minuto. Nella gabbia di fianco, Hige inizia a lamentarsi.

Cos'hai sulla schiena? – Elys sussulta.

Come? –

Prima, quando ti sei levata la giacca, mi sembrava che avessi una specie di cicatrice sulla schiena –

E se fosse? –

Chiedevo – Elys sbuffa.

Sì, ho una cicatrice che fa bella mostra di sé dalla vita scorsa e no, non ho nessuna intenzione di dirti come o quando me la sono fatta – sibila, voltandosi dall'altra parte. Tsume rimane un attimo a guardarla. Doveva essere una di quelle cicatrici che ti fanno vergognare. Decide di non insistere, sa com'è come esperienza.

Mi sento a pezzi... – borbotta Hige.

Ne avevamo il sospetto – sbuffa Elys.

Perché siamo in gabbia? –

Tu cosa ne dici? – Hige sospira accasciandosi contro la sua gabbia. Non si era mai sentito così da schifo in tutta la sua vita. Forse in quella prima aveva provato qualcosa di simile, ma in questa...

Siamo nella merda – commenta.

Acuta osservazione – il camion sobbalza, facendogli picchiare la testa contro alle gabbie. Hige sente una nausea crescente.

Mh... – geme Toboe nel sonno.

E questo dorme beato – sbuffa Hige.

Anche tu lo stavi facendo fino a due minuti fa. E tutto sommato credo che non sarebbe una prospettiva così tremenda – dice Tsume. Muore dalla voglia di prendersi la testa e stringersela, ma è già tanto se ha lo spazio per girarla la testa.

Dove stiamo andando? – chiede Elys.

Non ne ho idea –

Sai, visto che sei quello sveglio da più tempo... –

Bene, mi spiace ma non sono andato a chiedere al camionista “scusi, ci può dire dove ci sta portando?” per ragioni alquanto evidenti –

Ragazzi, dovete litigare ora? – geme Hige. Quei due sono incorreggibili. Potrebbe anche finire il mondo ma ancora litigherebbero come se niente fosse.

Mi fa male la testa – si lamenta Toboe appena svegliatosi. Sente che se quel mal di testa va avanti a lungo si metterà a piangere come un bambino.

A tutti fa male moccioso – lo zittisce Tsume. Si sente il rumore di una frenata e il camion si ferma. Qualcuno scende sbattendo una portiera. Delle voci. Poi qualcuno apre il telone del rimorchio. Tutti strizzano gli occhi, infastiditi dalla luce improvvisa.

Salve a tutti inutili figli di puttana vi informo che siete arrivati a Guna e che ora verrete rinchiusi nelle prigioni del nostro signore Cairda –














Salve gente! Non so cosa dire... In effetti non so nemmeno perchè sto facendo le note, ma fa nulla!
Tutti: sì lo sappiamo che non sei proprio a posto
Spero che vi sia piaciuto il capitolo! Bye!

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Capitolo 14
*** Blue ***


BLUE

Muovetevi – un soldato colpisce Toboe alla schiena con la canna del fucile. Il ragazzino geme per il dolore e affretta il passo. Lui ed Hige camminano senza fare storie, troppo doloranti per recepire bene gli stimoli esterni. Tsume ed Elys al contrario sono lucidi e combattivi. Dopo qualche minuto di lotta impari, Tsume si era preso un colpo nello stomaco e ora camminava respirando a fatica. Elys invece era finita col camminare piegata in due mentre un soldato la tirava per i capelli. Tutti e quattro hanno le mani legate strette dietro alla schiena.

Più in fretta – sbraita il soldato che tiene Elys tirando più forte. Lei cerca di ribellarsi, ma la presa dell'uomo è ferrea e la sua testa ormai implora pietà.

Mollami stronzo – sibila in direzione del soldato.

Che brutta parola – commenta un altro, e le assesta uno schiaffo al volto.

Siamo arrivati – dice l'uomo che guida il gruppo. L'edificio davanti a cui stanno è alto e lungo, di costruzione molto recente. Le pareti sono in cemento spesso, la porta di metallo. Diverse guardie controllano il perimetro.

Questi? – chiede il soldato all'entrata indicando i lupi.

Cagnolini che fanno finta di essere umani – risponde la guida.

Sapete dove buttarli – sbuffa il primo soldato, facendoli entrare e tirando un calcio ad Hige mentre passa. I corridoi sono bui e umidi. Le celle non sono molto grandi e alcune molto affollate.

Ho paura – sussurra Toboe guardandosi intorno con le lacrime agli occhi.

Piantala... di lamentarti – risponde Tsume ansimando ancora per il colpo precedente. I soldati li portano per diversi corridoi ed arrivano ad una rampa di scale che sale. Salgono per due piani, e poi riprendono per i corridoi. Qua le celle sono quasi vuote. Ci sono pochissimi prigionieri, la maggior parte dei quali magri e dall'aria malata. Alcuni hanno brutte ferite sul corpo. Un uomo all'apparenza poco più che ventenne, pallido e con le occhiaie li fissa da dietro le sbarre. Quando un soldato gli passa vicino, l'uomo cerca di tirargli un calcio.

Pezzo di merda! – impreca il soldato, colpendolo al volto e facendolo cadere a terra.

Tsume... non voglio rimanere qua – geme Toboe quasi nel panico cercando con lo sguardo il compagno. Il maggiore non risponde e continua a fissare il vuoto, strattonando ogni tanto le corde che lo bloccano.

Benvenuti al canile – dice un soldato arrivati in fondo ad un corridoio. Tutti e quattro vengono sbattuti in celle diverse, le corde tagliate con un colpo secco di coltello dei soldati, che se ne vanno subito.

Maledizione – geme Hige guardandosi i polsi circondati da brutti segni rossi.

Hige? – chiede una voce da una cella vicina. Tutti e quattro si girano verso la cella. Gli occhi di Hige si spalancano e di colpo tutta la paura e la stanchezza gli scivola via lasciando una specie di allegria.

B-Blue... – balbetta. Nella cella c'è quella che una volta era una lupa ma ora è una ragazza sulla ventina dalla pelle scura e gli occhi azzurrissimi.

Hige, stai bene? – chiede vedendo i segni sulle braccia del compagno.

Benissimo! Tu piuttosto? – chiede il ragazzo sfoderando un sorriso a trentadue denti.

Non c'è male. E voi ragazzi? – chiede Blue vedendo gli altri.

Beh... sono stato meglio – sorride Toboe grattandosi la testa.

Mpf – è tutta la risposta di Tsume. Bizzarramente l'unica cosa che riesce a pensare in quel momento è che Hige e Toboe gli ripeteranno a vita quanto si fosse sbagliato su Blue e che il fatto che lei fosse lupo solo a metà non vuol dire nulla.

Mi sono persa un pezzo? – chiede Elys.

È vero voi non vi conoscete! – esclama Toboe – Lei è Blue, la compagna di Hige, te ne abbiamo parlato. Blue, lei è Elys, si è unita a noi un po' di tempo fa –

Piacere – dice Blue sporgendo la testa per vedere meglio nella cella di fianco alla propria, nella quale c'è Elys.

Se non è un problema, che dite se pensiamo a come uscire da qua? – dice Tsume tirandosi in piedi.

Scordatevelo – risponde un'altra voce da una cella – Non c'è modo di uscire –

Chi sei? – chiese Hige.

Un lupo. Mi hanno preso tre o quattro giorni fa, poco prima della vostra amica. Non usciremo mai da qua –

Come fai a dirlo? Sei dentro da tre giorni, cosa ne sai? – chiede Tsume.

Mi rendo conto quando sono in una situazione senza via d'uscita – risponde il lupo. È un uomo adulto, sui quaranta forse, magro e alto, capelli castano scuro spettinati e occhi spenti.

Ci sarà una maniera per uscire – si intromette Toboe.

Sai che posto è questo? –

No –

La prigione più importante di questo dominio. Guardi ovunque, celle impossibili da aprire. E noi siamo nell'ala di massima sicurezza – spiega il lupo – Qua vengono messi dentro solo lupi o prigionieri davvero importanti. O muori di fame o un giorno ti torturano a morte – l'uomo viene interrotto dal suono di qualcosa che sbatte con violenza. Elys ha dato una violenta spallata alle sbarre e si prepara a colpirle ancora.

Che fai? – chiede Toboe.

Odio stare in gabbia – risponde lei ansimando e colpendo di nuovo le sbarre.

Non credo che le spezzerai così – dice Blue.

Parlate pure tra voi se volete, ma io cerco di uscire – ringhia lei massaggiandosi la spalla. Il lupo prende un'espressione strana, arrabbiata.

Femmina, mi ricordi qualcuno. E non sarei per nulla felice se fossi tu sul serio – sibila osservando Elys. Lei non risponde e riprende a colpire le spalle.

Vi conoscete? – chiede Hige.

Mai visto – risponde Elys con un tono irritato.















Salve gente! Perdonatemi se ho fatto trovare solo Blue e un tizio sconosciuto al mondo, ma Kiba... eh... Spero vi sia piaciuto questo capitolo!

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Capitolo 15
*** In cella ***


IN CELLA

Senti, davvero non c'è maniera di uscire di qua? – chiede Toboe.

Te l'ho già detto, non c'è – risponde il lupo per l'ennesima volta.

Ma se sei qua anche tu da poco, come fai ad esserne sicuro? – ripete il ragazzino.

Anche prima giravo spesso da queste parti, anzi ero proprio uno degli abitanti di questa città. Riuscivo a passare per umano senza problemi, finchè l'altro giorno hanno fatto un controllo e mi hanno beccato – spiega il lupo.

Come ti chiami? – chiede Toboe.

Io... Ecco... Quale nome intendi? – chiede il lupo.

Beh... Quello che ti hanno dato la vita scorsa quando sei nato – risponde Toboe perplesso. Come faceva a non sapere cosa intendeva?

Giman – risponde il lupo.

Giman, va bene. Come fai ad essere così sicuro che non usciremo da qua? – chiede Toboe. Giman sospira.

Senti, le celle sono chiuse con serrature elettriche, impossibili da scassinare. Ci sono delle telecamere piazzate qua e là per sorveglianza, e guardie in alcune postazioni strategiche armate di fucili. Siamo nel bel mezzo di questo posto, quindi ci metteremmo un sacco per uscire. Non ci sono finestre come puoi notare e le mura sono spesse mezzo metro, di cemento e metallo. Sul tetto e all'uscita ci sono dei soldati, armati di mitra. In più intorno alla città ci sono barriere di filo spinato e fossi profondi alcuni metri. Come credi di uscire di qua? – Toboe chiude la bocca.

Come mai tutte queste precauzioni? – chiede Hige.

Questa è una capitale, per forza ci sono tutte queste precauzioni – risponde Giman. C'è un silenzio interrotto solo dagli occasionali tonfi di Elys contro le sbarre.

Piantala – dice Tsume dopo un po'.

Parli con me? – chiede Elys fermandosi e massaggiandosi le spalle.

Vedi altri idioti intenti a rompersi le ossa contro a pezzi di metallo? – chiede Tsume sarcastico indicando le celle.

Non provocarla ora, ti prego... – geme Hige. Ma ormai il “danno” era fatto.

Se tu ti sei arreso a schiattare qua sono cazzi tuoi, io ora me ne vado –

Non mi sono arreso, sono solo realistico –

È realistico pensare che stare seduto lì per terra farà in modo che una guardia venga qua ad aprirti e dirti di andartene? –

No, ma... –

Ma un cazzo! –

Non interrompermi! –

Oppure? Mi sputi addosso dalla tua cella? Senza offesa, ma non credo che riusciresti a far arrivare la tua saliva fino a qua –

Credi di essere spiritosa? –

No, mi limito ad osservare l'ovvio –

Anch'io osservo l'ovvio, e di ovvio vedo una deficiente convinta che colpire quelle sbarre la porterà da qualche parte –

Se hai idee migliori proponile –

Non ne ho, ma probabilmente pensando è possibile trovarne. Dì un po', il problema te lo sei posta e hai concluso che pensare era troppo complesso o non ti è nemmeno passato per la testa? –

Perchè non usi la tua tanto decantata testa vuota per altri scopi? –

Tipo? –

Tipo sbatterla contro al muro finchè anche quel poco che c'è dentro non subisce qualche trauma grave. Chissà, potresti anche riattivare un paio di neuroni –

Ah sì? Suppongo che dovresti prima provare tu, anche se conoscendoti non credo sarebbe di qualche utilità! –

Mi stai dando della pirla? –

Sei più intuitiva di quanto pensassi –

Ragazzi, non ora – disse Toboe.

STA ZITTO MOCCIOSO! – urlarono in coro Tsume ed Elys lanciandogli degli sguardi che sarebbero bastati per zittire chiunque. Toboe si rannicchia in un angolo della sua cella. Hige sospira.

Sempre così? – sussurra Blue al suo compagno.

Anche peggio. Qualche volta si sarebbero messi le mani addosso se io e Toboe non ci mettevamo in mezzo – risponde lui. Intanto Elys e Tsume avevano ripreso la loro conversazione, che diventava sempre più volgare e ad alto volume. Sembra che sarebbero andati avanti fino a che non avrebbero perso la voce, quando uno sparo risuona nell'aria. Tutti si voltao, e Giman incrocia le dita sperando in un qualche tipo di miracolo o grazia.

Mi spiace interrompervi, ma abbiamo delle discussioni da fare – dice un soldato. Alto, capelli rasati a zero, uniforme pulita, dà l'aria di un comandante. Dietro di lui ci sono due soldati con dei mitra e un altro uomo. In carne, occhi piccoli e luminosi, una grossa borsa a tracolla, non sembra l'aria di un soldato.

Che volete? – ringhia Tsume, nervoso per la situazione nonché per l'interruzione.

Fare due chiacchiere. Una bella discussione da uomo a cagnolino ribelle. Chi è il “capobranco” qua? – chiede il comandante.















Ciao! Quindi... dopo la solita amorevole discussione tra Elys e Tsume che ha lasciato abbastanza rilassamento in questo capitolo, vi informo che nel prossimo inizieranno ad esserci una serie di problemi un po' più seri dei due innamorati...
Elys & Tsume: COSA?
...e anche un po' più disturbanti per certi versi. Bye!

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Capitolo 16
*** Interrogatorio ***


INTERROGATORIO

Tutti gli sguardi (tranne quello di Elys, ovviamente) vanno verso Tsume.

Quindi sei tu il capo di questa combriccola? – chiede il comandante avvicinandosi.

Che vuoi? – ripete Tsume scoprendo i denti. L'uomo sorride malevolo.

Il cagnolino mi ringhia addosso, che paura. Te l'ho già detto animale, voglio fare due chiacchiere – il comandante si avvicina alle sbarre. Il suo naso è a circa venti centimetri da quello di Tsume.

Parla bastardo e facci uscire – ringhia Tsume.

Sul farvi uscire non credo proprio. Il mio signore è stato molto chiaro a proposito di voi bestie. Una volta che siete qui, ci rimanete. Comunque ho lo stesso delle domande da farvi – Blue e Giman si guardano confusi. Entrambi sono lì da un po' e i soldati sono venuti solo per dargli da mangiare e insultarli.

Perchè? Cosa potete volere da noi? – chiede Tsume.

Io niente. Il mio signore vuole sapere qualcosa, non so cosa, ma vuole saperlo. Dite un po', qualcuno di voi risponde al nome di Kiba? – chiede il comandante. Tsume, Hige, Toboe e Blue trattengono il respiro.

Kiba? Che volete da lui? – sibila Tsume.

Suppongo di no, e suppongo che lo conosciate. Il mio signore dice che se lui non è qua, voi dovete dirmi dov'è – Tsume sente la sua gola farsi secca. Come diamine fa quella specie di nobile a sapere di Kiba?

Non lo so e se lo sapessi non lo direi – ringhia Tsume.

Capisco. Vuole anche chiedervi un altra cosa – il comandante si avvicina di più alla cella, e Tsume può sentire il suo respiro. Puzza di alcool e qualcos'altro – Vuole chiedervi dov'è un certo fiore – la gola di Tsume diventa anche più secca. Cheza, quel bastardo sa anche di lei.

Non ne ho idea – il comandante ride.

Curioso, il mio signore mi ha assicurato che voi avreste potuto dirmi qualcosa circa la sua posizione di certo – Tsume non risponde. Nessuno apre bocca. La verità è che ognuno di loro sente in certo modo una sorta di richiamo dentro di sé. Giman lo sente ma non sa cosa sia, Elys ne ha un'idea anche se la tiene per sé. Gli altri in quel richiamo sono certi di sentire una specie di musica e una voce dolce che avevano già conosciuto nella loro vecchia vita, e se si concentrano anche un vago sentore di fiori.

Scegliete. O collaborate, o vi costringeremo a farlo. Vi do cinque minuti, dopo tornerò qua e uno di voi mi abbaierà la vostra risposta – i soldati si allontanano.

Con fiore... intende quella ragazza? – chiede Elys pensando a quello che i ragazzi le avevano detto di Cheza.

Di certo. Ditemi che sono l'unico ad immaginarmi una voce che mi dice qualcosa – dice Tsume. Nessuna risposta.

Quindi... Cheza ci sta chiamando? – mormora Toboe.

Già, e questi lo sanno – risponde Blue – Ma perché hanno scelto proprio questo momento per chiederlo? –

Noi... Noi siamo stati tra quelli più vicini a Cheza e Kiba. Forse dato che sei mezzalupa non credevano tu potessi sentirla, ma evidentemente hanno riconosciuto noi – risponde Tsume.

Quindi vogliono che noi diciamo loro dove ci porta questo richiamo. Voi lo sentite con chiarezza? – chiede Hige. Gli altri annuiscono piano.

Non possiamo dirglielo – dice Toboe.

Vi tortureranno se non lo fate – dice Giman.

E allora? Non possiamo dire nulla lo stesso – dice Elys. Un'idea inizia a formarsi nella sua testa. Un azzardo, senza dubbio, specie se Giman è... Ma forse è l'unica alternativa possibile per uscire e salvarsi la pelle.

Allora? Avete deciso? – il comandante riappare coi suoi soldati.

Non vi diremo niente, lo dovreste sapere – dice Elys.

Forse non ci rendete conto che parlerete prima o poi – dice il comandante.

Oppure? – ringhia la ragazza. L'uomo la squadra da capo a piedi.

Sai, se non fossi una lupa potrei anche fare un pensierino sul tuo corpo... Ma non stupro bestie come te – dice. Elys serra la mascella.

Bestia? Ha parlato, sai, a vederti così sembri proprio un cane leccapiedi del tuo prezioso signore – sibila. I ragazzi riconoscono il tono come il suo tipico tono da provocazione. Tsume si sta seriamente chiedendo se vuole essere violentata. “Se la toccano, gli scanno” pensa istintivamente.

Ne hai di coraggio cagna. Ma vedi è inutile, o tu o uno dei tuoi dolci amichetti parlerete prima o poi – dice il comandante senza scomporsi.

E come? Tortura? Credi sul serio che i tuoi stupidi giochetti saranno abbastanza dolorosi da convincere qualcuno? – lo provoca Elys alzando un sopracciglio. Sente il proprio stomaco in subbuglio, e non solo quello.

O sì. Convinceranno di certo te – sussurra l'uomo. Dicendo così, i due soldati si avvicinano alla gabbia. Premendo un pulsante, una scossa elettrica attraversa le sbarre e colpisce Elys. La ragazza sbarra gli occhi. I due soldati aprono la gabbia e approfittando del suo momentaneo stordimento la trascinano fuori. L'uomo grasso si fa avanti, levandole la giacchetta di jeans e lasciandola in top. Le lega poi le braccia con due corde penzolanti dalle pareti e la colpisce alle gambe, facendola cadere in ginocchio. Lei non fa una piega apparentemente. I suoi occhi osservano le corde. Mezze marce per l'umidità. Gli altri la guardano, Blue preoccupata, Hige e Toboe anche di più, Tsume ha uno sguardo strano che tradisce un certo grado di paura e rabbia. Giman è indecifrabile, lo sguardo fisso sulla sua schiena e la mascella contratta.

E questa cos'è? – chiede il comandante passandole un dito sulla schiena. Lei non risponde. Sente Toboe gemere. Nessuno dei suoi compagni stacca lo sguardo dalla sua schiena. Sa cosa vedono. Una cicatrice lunga quasi venti centimetri e larga cinque dai bordi irregolari, o meglio molte sottili cicatrici così ravvicinate e intrecciate da sembrare una sola, che parte dalla scapola destra ancora coperta dal top e arriva fino a metà schiena, dando alla pelle un aspetto bizzarro.















Salve! Oddio, sono in ritardo mostruoso con gli aggiornamenti! Imploro pietà, ma il mio computer è rimasto spento per molto tempo :( Spero che vi sia piaciuto il capitolo nonostante il ritardo. Avviso: nel prossimo ci sarà tortura. Nulla di davvero estremo, ma ci sarà. E credo che l'aggiornamento sarà il prossimo finesettimana. Bye!

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Capitolo 17
*** Tortura di precisione ***


TORTURA DI PRECISIONE

Cos'è questa? – chiede il comandante fissando la cicatrice di Elys. L'uomo grasso si avvicina e fa un fischio.

Però. Mai vista una cicatrice così. Sembra che una serie di piccoli oggetti affilati le sia stata conficcata nella schiena, rigirata e trascinata. A vederla così direi che erano piccoli uncini, sembra proprio che le si sia stata strappata la pelle – commenta.

Avete finito di fissare la mia schiena? – ringhia Elys. Tutti quegli sguardi fissi sulla sua cicatrice le danno fastidio.

Cazzo – mormora Tsume. Se è come ha detto quell'umano, una cosa del genere deve aver fatto un male del diavolo. Inquietante. Gli altri mormorano qualcosa. L'unico a rimanere in silenzio è Giman, immerso nei suoi pensieri.

Quanta fretta lupacchiotta. Linder, proceda pure – dice il comandante allontanandosi dalla ragazza. Elys sospira. Con la coda dell'occhio, si guarda la mano. I guanti di pelle lasciano scoperte le dita. Stringe le corde, affondando le unghie all'interno. Intanto l'uomo, Linder, ha aperto la sua borsa e si è riportato vicino alla ragazza. Sembra eccitato e allegro.

Bene bene, all'inizio pensavo di frustarti come riscaldamento, ma ho un'idea migliore, sai, visto che la tua schiena è già in queste condizioni – dicendolo, ha tirato fuori un coltellino. Ha la lama sottilissima. Elys deglutisce. Il comandante prende i suoi soldati e se ne va, lasciando soli i lupi col torturatore.

Linder taglia la stoffa del top di Elys, lasciandole del tutto scoperta la schiena. La ragazza rabbrividisce sentendo il freddo del coltello contro la pelle della schiena. L'uomo le passa lentamente la punta lungo la schiena, facendola rabbrividire al contatto senza però farle del male.

Non toccarla! – la voce di Tsume sembra un ruggito. Elys non dice nulla, le unghie si muovono lentamente sulle corde il più vicino possibile ai polsi. Le fibre marce cedono in fretta. Sono molte, ci vorrà un po'.

La ragazza sobbalza quando sente un dolore alla schiena. La punta del coltello è penetrata nella parte alta della cicatrice, dove la pelle della schiena si abbassa e incontra quella rosa acceso della ferita. Un goccia calda scivola lungo la pelle fredda.

Il coltello fa la sua strada lentamente lungo il contorno della ferita. Una parte della mente di Elys si chiede come mai una cosa così gelida possa dare una sensazione di bruciore del genere. Per fare un taglio di nemmeno tre centimetri in lunghezza l'uomo ci mette quasi due minuti. Si diverte.

Di colpo il coltello viene levato. Elys ha un gran brutto presentimento a proposito. Sente il piatto della lama appoggiarsi sulla schiena. Scivola lentamente verso il taglio. La punta si incunea sotto la pelle, seguita dal resto della lama. Elys sente il suo respiro bloccarsi. Il dolore è tremendo, bruciante. Un rivolo caldo le dice che la lama è passata sotto alla cicatrice e la punta è sbucata dall'altro lato. Lentamente la lama si muove verso il basso, fino alla fine del taglio fatto prima dal coltello. E poi torna in alto, fino all'inizio della cicatrice. Il tizio sa come usare il coltello. Lo affonda di più e lo sfila in modo da seguire l'esatto contorno della cicatrice.

Il movimento delle unghie di Elys è quasi frenetico. La ragazza avrebbe voglia di urlare, ma sa che la cosa peggiorerebbe la situazione. Si sta mordendo il labbro inferiore fin quasi a farlo sanguinare. Sono quasi dieci minuti che quel coltello è sotto la sua pelle e ha fatto solo cinque centimetri dei venti totali. Il suo sangue ormai sta scorrendo a grandi rivoli lungo la sua schiena. È questo che odia della tortura. Se quell'uomo la stesse frustando, la cosa sarebbe migliore. Una fitta di dolore tutta in un colpo solo, unica e rapida. Anche in un combattimento, una ferita è rapida, facile da ignorare grazie all'adrenalina. Questa cosa no. Questa cosa le sta facendo sentire ogni millimetro di pelle che le viene staccato. Sente le urla di Tsume e Hige, i gemiti di Toboe e i commenti divertiti del torturatore, ma sono confusi. L'unica cosa su cui riesce a focalizzarsi è la sensazione assurda di una cosa gelida eppure bruciante sotto la propria pelle che si muove ad una velocità odiosa e la corda che si disfà troppo lentamente sotto le sue unghie.

Una recisione e i sei centimetri più alti della pelle della cicatrice di Elys sono staccati dal resto della pelle. Un dito le preme contro, un'unghia solleva la pelle dalla ferita e delle dita toccano la carne viva e sanguinante. Ora il labbro di Elys sanguina e la ragazza non è sicura che riuscirà a trattenere le urla ancora per molto.

Il lavoro di taglio è ricominciato. Lento come e più di prima, la pelle di Elys continua a venire lentamente staccata. Il sangue ha ormai raggiunto i pantaloni di Elys e scende lungo di essi. Un plic informa che la prima goccia è caduta a terra. La ragazza quasi non lo sente, tutta la sua schiena in fiamme e le urla che lottano per uscire dalla sua gola. La sua mente si sta annebbiando. Scuote la testa, deve rimanere il più lucida possibile. Il suo intero corpo sta diventando ipersensibile, anche i capelli sulla fronte quasi le fanno male.

Rilassati, mancano solo cinque centimetri – dice Linder con voce estasiata. Chiude gli occhi alcuni istanti, ascoltando il respiro affannoso della sua vittima e gli occasionali plic delle gocce che cadono a terra. Proprio in quel momento, l'ultima fibra cede sotto il lavoro delle unghie di Elys, da entrambi le mani.
















Salve a tutti! Spero la tortura sia stata di vostro ehm... gusto e la cosa delle corde e delle unghie beh... Lo so che è un po' campata per aria ma mi serviva una maniera a caso per liberarla e questa mi andava bene. Diciamo che ha le unghie lunghe. Bye!

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Capitolo 18
*** Fuga ***


FUGA

Prima che chiunque si accorga di cosa è successo, Elys si è alzata con tutta la forza e velocità che ha in sé e salta addosso a Linder. L'uomo fa un'espressione stupefatta. È più forte di lei. Ma la sua distrazione gli regala un coltello conficcato nelle costole. Cade a terra. Elys gli afferra la testa, torcendola più che può. Usa tutta la forza delle braccia e anche delle gambe, e dopo un minuto di lotta Linder giace col collo spezzato e le convulsioni che scuotono il suo corpo agonizzante.

Elys! – esclamano i quattro ragazzi in coro.

Come... Come cazzo si apre questa roba? – ansima lei, gli occhi spiritati, un rivolo di sangue dal labbro e molto di più dalla schiena.

I pulsanti – risponde Blue. La bionda barcolla fino ai pulsanti e li preme. Le celle si aprono. I lupi escono in fretta. Toboe si precipita da lei.

Elys! Stai bene? –

Non fare domande pirla – mormora lei appoggiandosi al muro, debole per la perdita di sangue continua.

Sei completamente pazza? – ringhia Tsume.

Può essere – risponde lei. Fa per prendere la sua giacca, ma il dolore alla schiena la fa gemere e si blocca.

Tieni – sbotta Tsume, chinandosi a prenderle la giacca. Lei borbotta qualcosa e se la infila, gemendo nuovamente quando il tessuto ruvido viene a contatto con la ferita.

Come usciamo di qua? – chiede Hige.

Se apriamo tutte le celle ci sarà abbastanza casino... – mormora Elys. Fa per muoversi, rischiando di cadere subito. Tsume le passa un braccio intorno alla vita e la tiene su.

Come le apriamo le celle? – chiede Toboe.

Ci dovrebbero essere dei comandi da qualche parte – risponde Giman – Un pannello per ogni piano, credo. Non so dove sia il più vicino –

Cerchiamolo in fretta – commenta Blue.

Ci beccheranno! –

Apriamo le gabbie che incontriamo. Si farà decisamente un po' di casino – propone Hige. Tutti si gettano lungo il corridoio il più veloce che riescono, premendo tutti i pulsanti delle gabbie. Alcune persone non riescono nemmeno a reggersi in piedi, altre sono in forma e piene di voglia di ribellarsi.

Ascoltate! Se trovate la maniera di aprire tutte le gabbie della prigione, ci sono più possibilità di uscirne! – urla Toboe. La sua voce squillante risuona lungo il corridoio. La confusione aumenta quando i primi soldati arrivano. Due uomini cadono a terra con un proiettile nel cuore. Gli altri però sommergono i soldati, strappando loro i fucili e partendo alla carica.

I lupi sono quasi alle scale, quando risuona una voce metallica.

Attenzione! Tutte le celle sono state aperte! Attenzione! – i ragazzi si guardano e iniziano a correre verso l'uscita. I detenuti si stanno affollando, i soldati non possono mantenere la calma. I primi riescono ad uscire, venendo però abbattuti dalle mitragliatrici dopo dieci metri.

Che si fa? Tsume, hai idee? – chiede Toboe.

Cerchiamo un'altra uscita, purchè sia vicina – risponde Tsume sentendo che Elys è sul punto di perdere conoscenza per la perdita di sangue.

Di qua! – un ragazzo strattona un braccio a Tsume.

Cosa? –

Conosco la maniera di uscire –

Perchè dovremo fidarci di te? –

Vi voglio aiutare lupi – i lupi si guardano, decidendo di seguire il ragazzo per i corridoi. L'umano ha con sé un fucile, con cui abbatte tutte le guardie che incontrano. Dopo pochi minuti arrivano ad un deposito di camion. Un paio di colpi, e i soldati di guardia hanno il cervello a brandelli.

Cosa facciamo? – chiede Hige.

So guidare i camion, salite e lasciate fare a me – risponde il ragazzo aprendo i tendoni dietro. Toboe sale alla velocità della luce.

Vedi di non fare scherzi – sibila Tsume passando accanto al ragazzo. Appena tutti sono su, il ragazzo spalanca un portellone comandato e si mette alla guida, uscendo dal deposito. Le scariche dei mitra li inseguono per qualche centinaio di metri, prima di svanire con tutti i suoni.

Siamo fuori – sospira Hige, stringendo a sé Blue con un sorriso.

Sta male! – strilla Toboe allarmato. Elys è svenuta, il volto quasi grigio.

C'è una cassetta di pronto soccorso da qualche parte. Io vi porto fuori, voi fatela rinvenire – dice il ragazzo alla guida. Blue prende una scatola con una croce sopra.

Dobbiamo ricucirle la pelle – dice Toboe.

Sei fuori? Non ci riusciremo mai. La cosa migliore è staccargliela del tutto e poi cercare di cicatrizzare la ferita – lo corregge Hige. Recuperando un bisturi nella cassetta, in un attimo Tsume taglia via il resto della pelle. La ferita continua a sanguinare come prima.

Come blocchiamo il sangue? – chiede Toboe.

Con questo – risponde Blue. Ha trovato un accendino. Toboe e Hige deglutiscono e impallidiscono. Tsume prende l'oggetto e lo accende. Facendo passare la fiamma lungo la ferita, il sangue si ferma in pochi minuti. Intorno alla ferita c'è un'ustione e la ragazza è ancora incosciente, ma almeno così va meglio. Blue le lava la ferita con un l'acqua di una bottiglietta e con l'aiuto di Toboe le benda il busto. Il ragazzo alla guida informa che sono usciti dalla città.














Salve a tutti! Devo dire che questo capitolo non mi convince molto e soprattutto la parte finale dove medicano la ferita di Elys mi sembra un po' campata per aria, solo che ho provato a cercare cosa si fa con una ferita simile e non ho avuto risultati (va' Wikipedia che non ti dice come si curano le ferite da tortura-squoiamento ¬.¬). Bye!

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Capitolo 19
*** Il passato di Mitchel ***


IL PASSATO DI MITCHEL

Per qualche minuto c'è un totale silenzio. Gli unici movimenti sono quelli di Blue che strofina le braccia di Elys per tenerla un minimo al caldo. La ragazza è ancora svenuta e la sua faccia è di un colore orrendo.

Come va lì dietro? – chiede ad un certo punto il ragazzo alla guida. Tutti si voltano per guardarlo bene ora che sono più calmi. Non è molto alto e decisamente magro, capelli castani lunghi e spettinati, barba sfatta e occhi azzurri dall'aria sveglia. Non avrà nemmeno vent'anni.

Abbastanza bene – risponde Toboe.

Perché ci hai aiutati? – sbotta Tsume.

È una lunga storia –

Abbiamo tempo mi pare – il ragazzo sorride.

Vedete, quando ero avevo quattro anni i miei sono morti. Io vivevo in un orfanotrofio. Dopo un po' conobbi un bambino di un anno più piccolo di me. Era stato abbandonato alla nascita e non era mai uscito di lì. Io e lui diventammo amici, eravamo inseparabili. Crescemmo insieme. Un giorno lui iniziò a comportarsi in maniera strana. Accusava spesso mal di testa tremendi e si faceva sempre più slavato in volto, tanto che credevamo tutti fosse malato. Poi un giorno smise di lamentarsi e divenne... strano. Evitava tutti, anche me, era molto più serio e calmo, non diceva mai quello che aveva in testa. Io me la presi e decisi di ignorarlo. Avevo dodici anni, lui undici. Dopo alcune settimane lo vidi che tentava di fuggire la notte. Lo bloccai e gli chiesi perché. Lui mi disse che lo avrei preso per pazzo. Alla fine lo convinsi e lui mi spiegò che aveva avuto delle specie di visioni - ricordi di un'altra vita. Disse che lui era una specie di resurrezione di un lupo e che non poteva rimanere con noi umani. Io gli risi in faccia, gli dissi che era fuori e lo convinsi a restare, quantomeno perché non sarebbe stato comunque in grado di andare lontano. Spesso mi raccontava momenti della sua vecchia vita, di amici lupi e di dei fiori dal profumo dolcissimo. Io non gli credevo, ma mi divertivo a sentirlo parlare.

Quattro anni fa successe quel casino che conoscete. Avevo quattordici anni e non sono particolarmente sveglio, non capivo nulla di che cazzo stesse succedendo. Il mio amico invece sembrava sapere qualcosa, diceva che stava iniziando una specie di nuova era o robe simili. Poi arrivarono quei tizi strambi e iniziarono a governarci. Io ero sempre più perplesso, e il mio amico sempre più preoccupato. Non mi diceva però cosa lo preoccupava. Poi venne fuori questa storia dei lupi. All'inizio non ci credevo, poi capii che il mio amico aveva sempre detto la verità. Non so perché quei bastardi ce l'abbiano con voi, ma fin da subito misero in chiaro che per loro dovevate tutti schiattare. Alla fine riuscii a far scappare il mio amico. Aveva tredici anni, era solo e con solo un po' di cibo e acqua e una pistola rubata. Ma almeno aveva una possibilità. Da quel giorno io ne ho fatte di ogni, entro ed esco di prigione talmente spesso che le guardie fanno scommesse su quanto ci metterò. Proprio tre giorni fa mi hanno buttato dentro per furto. Comunque quando ho sentito che voi eravate lupi, ho deciso di darvi una mano a scappare. Quantomeno per scoprire se il mio amico se l'è cavata –

Wow. Sei forte – commenta Toboe. Il ragazzo ride.

Grazie. Ad ogni modo piacere, Mitchel – si presenta il ragazzo.

Non mi fido ancora di te – sibila Tsume.

Lo immagino Tsume. Lo so che sei un tipo diffidente – il ragazzo sobbalza.

Come sai il mio nome? –

Ho sentito il tuo amico chiamarti così –

E come sai che sono diffidente? –

Era il mio vecchio amico a dirmelo. Per me è sempre Sammy, ma diceva che voi lo conoscete come Kiba – tutte le orecchie e gli occhi si puntano verso Mitchel.

K-Kiba? Tu conosci Kiba? – chiede Hige.

Te l'ho appena detto. Quindi fatemi indovinare... Tu sei Hige, il bambino è To... Toboe, giusto? E la ragazza mora Blue – i ragazzi annuiscono – Mi mancano i vostri amici –

La ragazza svenuta si chiama Elys, è una nostra amica l'abbiamo incontrata nemmeno un mese fa, mentre lui è Giman, era in cella – spiega Toboe.

Piacere – Mitchel sorride e continua a guidare. Tsume fa qualche verso indefinito. Come se davvero lui credesse a quello che spara quel ragazzo. Lo dovrà tenere d'occhio, se lo sente nelle ossa. Ora però devi tenere d'occhio qualcun altro dice una vocina nella sua mente. Si gira verso Elys. La ragazza è dello stesso colore grigio-verde di prima e del tutto inerte addosso a Blue. E di certo aveva fatto tutto apposta. Come si fa ad essere così fottutamente incoscienti non lo capirà mai.

Dove andiamo? – chiede Toboe.

Dovete dirmelo voi – risponde Mitchel.

Kiba è di sicuro andato verso dove si trova Cheza, se questo è il suo segnale – dice Toboe con un sorriso.

Dimentichi che non sai se il vostro amico è vivo. Un moccioso umano quattordicenne, ex-lupo e da solo non credo abbia vita facile – commenta Giman.

Kiba è forte! Lui ce l'ha fatta di sicuro! Vero? – protesta Toboe.

Ovvio! Ha la pellaccia dura quel tipo – conferma Hige. Tutti guardano Tsume. Lui fa un verso simile ad un ringhio. La battaglia di idee che sta avvenendo nella sua testa è quasi visibile a tutti.

Vai ad est. E spero per te che tu non abbia sparato balle a raffica – sospira alla fine.













Saaalve, spero non sia troppo campata per aria la storia qua di Mitchel e Kiba... Bye!

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Capitolo 20
*** Risveglio ***


RISVEGLIO
Quando Elys torna cosciente e riesce a mettere insieme le idee, un solo pensiero attraversa la sua testa. Vaffacunculo a chi mi ha ridotto così e a chi mi ha tenuto in vita. La schiena le brucia talmente tanto che si chiede come sia possibile che fino a poco prima stesse dormendo, si sente il corpo pesante come il piombo e ha un freddo dell'accidente. Non prova nemmeno ad aprire gli occhi, tanto non ci ruscirebbe. Sente sotto di sé sobbalzi e movimenti. Deve essere su un camion o roba simile. Ci sono delle voci, ma le sembrano solo strani versi senza troppo senso. Dopo circa dieci minuti sente che sta per tornare incosciente, e lo fa con piacere.
La seconda volta che si sveglia la schiena le fa se possibile anche più male e la stanchezza non se n'è andata. Solo il freddo sembra un po' passato. Cerca di costringere il suo cervello a ragionare. Tutti i neuroni si rivoltano contro di lei, ma alla fine sono costretti ad eseguire il loro compito.
L'ultima cosa che ricorda con abbastanza chiarezza è Tsume che la trascina giù dalle scale seguendo gli altri. Poi ha solo flash insensati in cui vede gente che corre ovunque, rumore e polvere. Impossibile capirci qualcosa. Elys prova a drizzare le orecchie per sentire se qualcuno dice qualcosa. Al momento non ci sono voci, solo il costante rumore di un motore e quelli delle ruote quando passano sopra ad irregolarità del terreno. La sua testa sta iniziando a pulsare di dolore a seguito dei sobbalzi.
– Raga, io mi fermo qua un attimo per mettere qualcosa nel serbatoio. Se dovete pisciare, fatelo ora – dice una voce sconosciuta. Dopo pochi secondi, il camion si ferma. Si sente lo sbattere di uno sportello. Vari passi vicino a lei indicano che gli altri passeggeri sono scesi. O era coi ragazzi e qualcuno di cui si fidavano, o tra degli sconosciuti, ergo nella merda fino al collo. Si stupisce quando si rende conto che preferisce l'idea di stare coi ragazzi che altro. In genere non si affeziona così con la gente, e tantomeno si fida di qualcuno.
Con decisamente troppo sforzo riesce ad aprire gli occhi. Mettendo a fuoco con fatica, vede l'interno di un camion. A giudicare dagli armadietti messi in un angolo, dev'essere militare. Ad Elys la cosa non piace per nulla. Vuole alzarsi e andarsene, ma non riesce nemmeno a muoversi. Dopo un violento scontro col proprio corpo, riesce a poggiare le mani a terra. È sdraiata su un fianco. Facendo forza con le braccia, gira il busto e lo alza dal pavimento. Le tremano le braccia e i suoi muscoli si lamentano. Sforzandosi di ignorarli, gira e si mette seduta. La nausea e le vertigini la prendono all'istante. Chiude gli occhi e respira profondamente. Vertigini. Svenimento. Freddo. Debolezza. Pallore anche peggiore del normale. Tutto indica che le manchi sangue. Piuttosto logico considerando le ferite.
La ragazza si tira su. Si deve aggrappare con tutte le sue forze al telone del camion per non cadere all'istante. Le tremano le ginocchia in una maniera incontenibile. A giudicare da come gira il mondo intorno a lei, tra poco sverrà di nuovo. Si accascia contro al telone. Non l'avesse mai fatto. Una fitta di dolore lancinante le attraversa il corpo a partire dalla ferita. Le scappa un lamento. Cade in ginocchio e appoggia le mani per non picchiare la faccia. Sta tremando da capo a piedi.
– Ehi, che combini? – dice una voce. Lei si gira. Affacciato al retro del camion c'è un ragazzo umano dall'aria allegra.
– Chi sei? – biascica lei. La sua voce suona impastata. Prima che il ragazzo le dia una risposta, viene quasi buttato di lato da un ragazzo castano e un moccioso rosso.
– Elys! – esclamano Hige e Toboe in contemporanea.
– Perché ti alzi? Devi stare giù, sei ancora debole! – dice Toboe infermiere improvvisato cercando di rimetterla sdraiata.
– Lasciami – mormora lei. Quando si rende conto di non avere nemmeno la forza per contrastare Toboe si sdraia cercando di evitare lo sguardo di tutti, specie di Tsume appena apparso dietro a Hige insieme a Blue e Giman.
– Fortuna che stai bene, ci hai fatto prendere un colpo – dice Blue con un sorriso salendo e sedendosi vicino a lei.
– Mh – mugugna Elys – Che è successo? –
– Siamo scappati dalla prigione mentre c'era casino, e il ragazzo ci ha dato una mano. Si chiama Mitchel, ti spighiamo dopo i dettagli – risponde Hige. Elys annuisce. Ma che hanno tutti da fissarla così?
– Sei una fottuta idiota – è l'unico commento di Tsume, prima di ringhiare un “guido io” a Mitchel e andare a sedersi al posto di guida. Mitchel si passa una mano tra i capelli e va a sedersi di fianco a lui, mentre Toboe quasi travolge Hige per salire.
– Giman, non vieni? – chiede il ragazzino al lupo.
– No –                        
– Perché? –
– Perché se salgo io, scende lei – ringhia lui indicando Elys.














Ciao gente! Scusate per il ritardo ma ho problemi con il computer e sto dando del genio da sola per aver salvato i file anche su una chiavetta. Recensite please (così domani 21 dicembre posso tranquillamente morire felice xP). Bye!

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