Il primo amore di Luna di RyoSaebaChan (/viewuser.php?uid=204440)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Un prezioso regalo ***
Capitolo 1 *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio.
Harry aveva appena lasciato la festa di Lumacorno inaspettatamente.
Luna con aria sognante, stava guardando affascinata una parete della stanza apparentemente vuota.
Dopo svariati minuti, uscì dalla stanza come se stesse seguendo qualcosa, ma si arrestò e si mise di nuovo a fissare attentamente la parete accanto ad un arazzo.
Blaise Zabini, uno studente serpeverde del sesto anno, che doveva essere un po’ alticcio visto che aveva la cravatta tutta storta e da come camminava c’era il rischio che inciampasse ad ogni passo, passò accanto a Luna.
Poi, notato lo sguardo fisso di lei, tornò indietro e gli occhi iniziarono ad andare da lei al muro e viceversa.
«Cosa diavolo stai facendo Lunatica?» disse ad alta voce.
Lei si voltò per guardarlo, ma non trovandolo interessante tornò a fissare la parete.
«Hei Lovegood!» disse voltandole la faccia con forza e avvicinandosi con un grugnito dipinto sul volto.
«Devi rispondere quando ti faccio una domanda.»
Luna guardò la feroce espressione del ragazzo, ma stranamente non rispose, inarcò soltanto un sopracciglio.
Il ragazzo appoggiò una mano alla parete e tentando (senza successo) di essere affascinante disse ridendo:
«però vista da vicino non sei per niente male per essere una stramba, potremmo andare nella mia stanza e spas-» non riuscì a finire la frase, la bocca si stava storcendo come tutto il resto del corpo, formando sempre più velocemente una spirale concentrica.
Il ragazzo iniziò a vorticare freneticamente venendo risucchiato verso l’interno, al centro dello stomaco, fino a sparire.
Da dietro l’angolo spuntò Fred con in mano una pallina delle dimensioni di una gobbiglia di un nero perlato semitrasparente.
«Non so te, ma quel ragazzo non l’ho mai sopportato» disse divertito rivolgendosi alla ragazza.
Luna si avvicinò incuriosita.
«Sembra che qualcosa all’interno di quella pallina si muova, cos’è?»
«Questa? E’ un buco nero tascabile. Carino eh?» disse con un sorriso soddisfatto e divertito.
«Ma è davvero un buco nero?» chiese lei.
«Non potrei dirtelo, perché è un nuovo prodotto mio e di George…» si fermò qualche secondo ma poi riprese. «In realtà sfrutta il sistema della metro polvere, il resto è tutta una magia per creare l’effetto del buco nero».
Luna inclinò la testa e sorrise.
«Ma cosa ci fai qui? Non eri andato via lo scorso anno?»
«Dovevo sperimentare il buco nero portatile, e ho pensato di venire a trovare Ginny, ma ho visto che quel Zabini stava facendo l’idiota e così…»
«hai pensato di spedirlo da un’altra parte…ma dove?»
«Ho notato che era un po’ accaldato, quindi ho deciso di farlo rinfrescare nel Lago nero» disse ridendo divertito, con Luna a fargli una lieve eco.
«Tu invece cosa ci facevi davanti a questo arazzo?» chiese poi.
«Io ho seguito questo sciame di Glissipodi, ma non ho con me il mio Lucescopio e non volevo perderli di vista.»
«Glissipodi?»
«Si, li hai notati anche tu vero? Sono difficili da individuare, perché riflettono la luce e sono praticamente invisibili.»
«Ah ecco…Ehm…stai bene con quel vestito, eri ad una festa per caso?»
«Si sono con Harry, anche se non lo vedo da un po’…oh! Forse l’ho abbandonato quando ho visto i Glissipodi. Credo sarebbe meglio se lo cercassi.»
«Si, beh…in effetti anche io dovrei andare da Ginny ora. E’ stato un piacere rivederti Luna, buon divertimento.»
«Grazie Fred» rispose Luna dirigendosi dondolando verso la porta.
Fred si incamminò verso la torre dei Grifondoro, ma non aveva ancora capito che quel “grazie” non era dovuto al suo “buon divertimento”, ma a qualcosa di più complicato. |
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Capitolo 2 *** Un prezioso regalo ***
Capitolo
2
Un
prezioso regalo
Il
Natale arrivò. Luna era tornata a casa per trascorrere le
vacanze con suo padre
Xenophilius, ed era intenta a finire di decorare l’albero di
Natale, vorticando
allegramente attorno ad esso per appendere le ghirlande, (secondo lei
era
l’unico sistema per appenderle per bene).
L’albero
era di un blu elettrico, ed era decorato con tutti i colori
dell’arcobaleno.
Osservandolo bene, si potevano vedere appesi degli strani esserini
paffutelli,
vestiti da babbo natale.
«Luna,
cara, ricordati di
lasciare il succo di zucca per i nostri amici borbottini quando hai
finito di
appendere le decorazioni»
disse Xenophilius indicando gli strani babbi.
«Certo
papà, l’ho lasciato sul
davanzale a prendere i raggi della luna»
rispose la ragazza.
«Che
brava figlia che ho,
l’avevo completamente dimenticato.»
Si allargò in un grande
sorriso e l’abbracciò.
Il
resto della stanza era pressoché sullo
stesso stile dell’albero. C’erano festoni che
fluttuavano per tutta la stanza
che cambiavano forma ogni volta che si distoglieva lo sguardo per poi
guardarli
ancora. Sul camino erano appese delle calze già piene di
dolci. Sparsi per la
stanza c’erano dei pacchetti dalle forme insolite, che si
infiocchettavano da
soli. In un angolo c’era uno strano marchingegno che ogni
volta che si nominava
il Natale o le feste si animava e andando dalla persona che
l’aveva citati
iniziava a saltellargli intorno pronunciando frasi natalizie.
Il
padre di Luna stava alla sua scrivania
con la penna d’oca sulle labbra intento a vagliare gli
articoli che avrebbe
pubblicato per lo speciale natalizio del “Cavillo”. Ogni tanto si sentiva un
“no no e no!” oppure
un “tutto sbagliato” seguito da uno scribacchiare
correttivo.
«Ma
come si fa a pensare che i
lamporossi possano cacciare di giorno, quando si sa benissimo che
vivono
soltanto dal tramonto all’alba?!»
sbottò Xenophilius.
Luna
era abituata ai discorsi del padre e rispondeva solo quando
l’argomento la
interessava.
Finito
di decorare l’albero e dato il succo
di zucca ai borbottini, Luna si avvicinò al padre.
«Mi
piacerebbe andare a Diagon
Alley, possiamo papà?»
«Eh?
Oh si, va bene.
Devo ancora comprare delle cose, tanto vale che lo faccia a Diagon
Alley.»
Luna
felice per
la notizia decise di accendere la radio e cominciò a fare un
balletto che
comprendeva svolazzi con le mani e saltelli con i piedi.
Il
mattino
seguente, il nottetempo aveva lasciato un’eccitata Luna e un
assonnato
Xenophilius all’entrata del Paiolo Magico.
«Luna,
perché siamo qui così presto?» disse
sbadigliando.
«Perché
altrimenti potremmo non trovare quello che cerchiamo
papà.»
«Fermiamoci
almeno a fare colazione, dormo in piedi». Detto
ciò, entrarono nel pub e fecero
colazione, anche se Luna spiluccò solo qualcosa.
Aperta
l’entrata di Diagon Alley nel retro
del locale, i due si incamminarono per lo stradone principale.
«Bene, ora sto
meglio. Dunque, dovremo andare al Serraglio Stregato per le uova in
salamoia di
diricawl da dare ai borbottini. Poi da Fortebraccio per prendere i
dolci, visto
che ieri ho avuto quel piccolo incidente in cucina e ho bruciato la
torta di
mirtilli verdi» e lasciatevelo dire, era stato un bene
poiché erano velenosi.
«Tu
dove volevi andare piccola mia? Hai
bisogno di qualche ingrediente dallo speziale per la scuola?»
«No
papà, veramente volevo fare soltanto un
giro.»
«Capisco, allora
se vuoi fai pure mentre io compro quello che mi serve, magari mi
raggiungi dopo.»
Luna,
dopo aver salutato il padre e aver
fatto un breve giro per le vetrine, si trovò davanti al
negozio dei Tiri Vispi
Weasley, così decise di entrare.
Il
negozio era
strapieno, gli scaffali erano colmi di pozioni e oggetti di tutte le
forme. Da
alcune scatole provenivano ronzii, o scoppiettii.
Alcuni
alberelli
di natale, sparsi per la stanza, facevano un inchino ogni volta che
qualcuno
gli passava davanti, e cambiavano decorazione a seconda del gusto della
persona.
La
ragazza si
perse tra gli scaffali, incuriosita. Poi si diresse al bancone dove
c’era uno
dei gemelli a servire una strega tarchiata con un pomposo cappello
verde.
«Hei
Luna, benvenuta e buon Natale!»
«Buon
natale anche a te.»
«Vuoi
comprare dei fuochi d’artificio
autoriparanti?»
«In
verità no, sono qui solo di passaggio,
dov’è Fred?»
«Freeed!
Ti cerca una signorina! Hei
aspetta come hai fatto a capi-» ma non riuscì a
finire la frase, perché venne
spinto via da Fred.
«George,
i clienti aspettano.» E in effetti
la strega in verde era sull’orlo di tirargli il suo ombrello
in testa.
«Luna,
auguri!» disse stringendole la mano.
«Auguri
anche a te Fred.»
«Dunque
mi cercavi?» disse col suo solito
sorriso birbante.
«Si,
sono venuta per darti questo, ho
pensato che visto che eri interessato ai Glissipodi, poteva esserti
utile il
mio Lucescopio.» E gli porse un pacchettino incartato con
cura.
«Un
regalo? Grazie Luna!» Lo aprì e dentro
c’era un marchingegno fatto da pezzi di specchio attaccati
col magiscotch.
Sugli specchi c’erano dei fori e in uno dei lati brillava una
piccola fiammella
azzurra.
Sotto
c’era un
foglio di pergamena, che raffigurava in modo particolarmente
dettagliato Fred
che scagliava via un bolide.
«L’hai
fatto tu questo disegno Luna?»
chiese il ragazzo.
«Eh?
Oh…si. Mi piaceva quando giocavi nella
squadra dei grifondoro.»
Fred
era impreparato,
ma prontamente disse: «aspetta un attimo qui!»
Andò
nel
retrobottega, e tornò con una scatolina verde e rossa.
Luna
l’aprì, e
dentro era contenuto un ciondolo a forma di goccia che riluceva
debolmente.
«Spero
ti piaccia, al suo interno può comparire qualunque cosa ti
piaccia, l’importante
è che tu la pensi.»
In
quel preciso
momento Luna chiuse la scatolina.
«Grazie,
è un bellissimo regalo Fred.»
«Hei
Romeo, che ne dici di darmi una mano?»
disse George visto che la fila al bancone era notevolmente aumentata.
«Scusami
Luna, ora devo occuparmi dei
clienti.»
«Non
preoccuparti, dovevo comunque
raggiungere mio padre.»
«Va
bene, allora ancora auguri a te e a tuo
padre Luna». «Grazie, anche a te e salutami anche
Ginny, Ron ed Harry.»
La
ragazza uscì dal negozio, si fermò ed
aprì la scatolina per vederne di nuovo il contenuto.
Sorrise,
e se
l’appese al collo, ma la nascose sotto il maglioncino.
Dopo
poco raggiunse il padre, che stava
discutendo con Florian sugli effetti che le bacche verdi avevano
sull’essere
umano. Usciti dalla gelateria, il padre continuava a borbottare di come
Florian
si sbagliasse e meditava di fare un articolo sul Cavillo a proposito
delle
bacche.
Luna
sorrideva,
ed era troppo distratta per seguire il discorso del padre,
così annuiva soltanto.
Si
avviarono verso l’uscita di Diagon Alley
camminando sotto un leggero nevischio.
Con
una una mano
Luna si aggrappava al braccio del papà, mentre con
l’altra, stringeva il regalo
prezioso che ora conteneva il volto di Fred.
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