Il primo amore di Luna

di RyoSaebaChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Un prezioso regalo ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Capitolo 1
  
Come tutto ebbe inizio. 


Harry aveva appena lasciato la festa di Lumacorno inaspettatamente. 
    Luna con aria sognante, stava guardando affascinata una parete della stanza apparentemente vuota. 
Dopo svariati minuti, uscì dalla stanza come se stesse seguendo qualcosa, ma si arrestò e si mise di nuovo a fissare attentamente la parete accanto ad un arazzo.  

    Blaise Zabini, uno studente serpeverde del sesto anno, che doveva essere un po’ alticcio visto che aveva la cravatta tutta storta e da come camminava c’era il rischio che inciampasse ad ogni passo, passò accanto a Luna. 
    Poi, notato lo sguardo fisso di lei, tornò indietro e gli occhi iniziarono ad andare da lei al muro e viceversa. 
    «Cosa diavolo stai facendo Lunatica?» disse ad alta voce. 
Lei si voltò per guardarlo, ma non trovandolo interessante tornò a fissare la parete. 
    «Hei Lovegood!» disse voltandole la faccia con forza e avvicinandosi con un grugnito dipinto sul volto. 
    «Devi rispondere quando ti faccio una domanda
Luna guardò la feroce espressione del ragazzo, ma stranamente non rispose, inarcò soltanto un sopracciglio. 

Il ragazzo appoggiò una mano alla parete e tentando (senza successo) di essere affascinante disse ridendo:
    «però vista da vicino non sei per niente male per essere una stramba, potremmo andare nella mia stanza e spas-» non riuscì a finire la frase, la bocca si stava storcendo come tutto il resto del corpo, formando sempre più velocemente una spirale concentrica. 

Il ragazzo iniziò a vorticare freneticamente venendo risucchiato verso l’interno, al centro dello stomaco, fino a sparire. 
    Da dietro l’angolo spuntò Fred con in mano una pallina delle dimensioni di una gobbiglia di un nero perlato semitrasparente. 

    «Non so te, ma quel ragazzo non l’ho mai sopportato» disse divertito rivolgendosi alla ragazza. 
Luna si avvicinò incuriosita.

    «Sembra che qualcosa all’interno di quella pallina si muova, cos’è?» 

    «Questa? E’ un buco nero tascabile. Carino eh?» disse con un sorriso soddisfatto e divertito. 
    «Ma è davvero un buco nero?» chiese lei. 

    «Non potrei dirtelo, perché è un nuovo prodotto mio e di George…» si fermò qualche secondo ma poi riprese. «In realtà sfrutta il sistema della metro polvere, il resto è tutta una magia per creare l’effetto del buco nero»
Luna inclinò la testa e sorrise. 

    «Ma cosa ci fai qui? Non eri andato via lo scorso anno?» 
    «Dovevo sperimentare il buco nero portatile, e ho pensato di venire a trovare Ginny, ma ho visto che quel Zabini stava facendo l’idiota e così…» 
    «hai pensato di spedirlo da un’altra parte…ma dove?» 
    «Ho notato che era un po’ accaldato, quindi ho deciso di farlo rinfrescare nel Lago nero» disse ridendo divertito, con Luna a fargli una lieve eco.       
    «
Tu invece cosa ci facevi davanti a questo arazzo?» chiese poi.
 
    «Io ho seguito questo sciame di Glissipodi, ma non ho con me il mio Lucescopio e non volevo perderli di vista.»
 
    «Glissipodi?»
 
    «Si, li hai notati anche tu vero? Sono difficili da individuare, perché riflettono la luce e sono praticamente invisibili.»
 
    «Ah ecco…Ehm…stai bene con quel vestito, eri ad una festa per caso?»
 
    «Si sono con Harry, anche se non lo vedo da un po’…oh! Forse l’ho abbandonato quando ho visto i Glissipodi. Credo sarebbe meglio se lo cercassi.»
 
    «Si, beh…in effetti anche io dovrei andare da Ginny ora. E’ stato un piacere rivederti Luna, buon divertimento.»
 
    «Grazie Fred» rispose Luna dirigendosi dondolando verso la porta. 

    Fred si incamminò verso la torre dei Grifondoro, ma non aveva ancora capito che quel “grazie” non era dovuto al suo “buon divertimento”, ma a qualcosa di più complicato.

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Capitolo 2
*** Un prezioso regalo ***


Capitolo 2

Un prezioso regalo


Il Natale arrivò. Luna era tornata a casa per trascorrere le vacanze con suo padre Xenophilius, ed era intenta a finire di decorare l’albero di Natale, vorticando allegramente attorno ad esso per appendere le ghirlande, (secondo lei era l’unico sistema per appenderle per bene).
L’albero era di un blu elettrico, ed era decorato con tutti i colori dell’arcobaleno. Osservandolo bene, si potevano vedere appesi degli strani esserini paffutelli, vestiti da babbo natale. ­­
    «Luna, cara, ricordati di lasciare il succo di zucca per i nostri amici borbottini quando hai finito di appendere le decorazioni» disse Xenophilius indicando gli strani babbi.
    «Certo papà, l’ho lasciato sul davanzale a prendere i raggi della luna» rispose la ragazza.    
    «Che brava figlia che ho, l’avevo completamente dimenticato.» Si allargò in un grande sorriso e l’abbracciò.
    Il resto della stanza era pressoché sullo stesso stile dell’albero. C’erano festoni che fluttuavano per tutta la stanza che cambiavano forma ogni volta che si distoglieva lo sguardo per poi guardarli ancora. Sul camino erano appese delle calze già piene di dolci. Sparsi per la stanza c’erano dei pacchetti dalle forme insolite, che si infiocchettavano da soli. In un angolo c’era uno strano marchingegno che ogni volta che si nominava il Natale o le feste si animava e andando dalla persona che l’aveva citati iniziava a saltellargli intorno pronunciando frasi natalizie.
    Il padre di Luna stava alla sua scrivania con la penna d’oca sulle labbra intento a vagliare gli articoli che avrebbe pubblicato per lo speciale natalizio del “Cavillo”.  Ogni tanto si sentiva un “no no e no!” oppure un “tutto sbagliato” seguito da uno scribacchiare correttivo.   
   «Ma come si fa a pensare che i lamporossi possano cacciare di giorno, quando si sa benissimo che vivono soltanto dal tramonto all’alba?!» sbottò Xenophilius.
Luna era abituata ai discorsi del padre e rispondeva solo quando l’argomento la interessava.
    Finito di decorare l’albero e dato il succo di zucca ai borbottini, Luna si avvicinò al padre.
    «Mi piacerebbe andare a Diagon Alley, possiamo papà?»
    «Eh? Oh si, va bene. Devo ancora comprare delle cose, tanto vale che lo faccia a Diagon Alley.»
Luna felice per la notizia decise di accendere la radio e cominciò a fare un balletto che comprendeva svolazzi con le mani e saltelli con i piedi.
 
Il mattino seguente, il nottetempo aveva lasciato un’eccitata Luna e un assonnato Xenophilius all’entrata del Paiolo Magico.
    «Luna, perché siamo qui così presto?» disse sbadigliando.
    «Perché altrimenti potremmo non trovare quello che cerchiamo papà.»
    «Fermiamoci almeno a fare colazione, dormo in piedi». Detto ciò, entrarono nel pub e fecero colazione, anche se Luna spiluccò solo qualcosa.
    Aperta l’entrata di Diagon Alley nel retro del locale, i due si incamminarono per lo stradone principale.
    «Bene, ora sto meglio. Dunque, dovremo andare al Serraglio Stregato per le uova in salamoia di diricawl da dare ai borbottini. Poi da Fortebraccio per prendere i dolci, visto che ieri ho avuto quel piccolo incidente in cucina e ho bruciato la torta di mirtilli verdi» e lasciatevelo dire, era stato un bene poiché erano velenosi.
    «Tu dove volevi andare piccola mia? Hai bisogno di qualche ingrediente dallo speziale per la scuola?»
    «No papà, veramente volevo fare soltanto un giro.»
    «Capisco, allora se vuoi fai pure mentre io compro quello che mi serve, magari mi raggiungi dopo.»
    Luna, dopo aver salutato il padre e aver fatto un breve giro per le vetrine, si trovò davanti al negozio dei Tiri Vispi Weasley, così decise di entrare.
Il negozio era strapieno, gli scaffali erano colmi di pozioni e oggetti di tutte le forme. Da alcune scatole provenivano ronzii, o scoppiettii.
Alcuni alberelli di natale, sparsi per la stanza, facevano un inchino ogni volta che qualcuno gli passava davanti, e cambiavano decorazione a seconda del gusto della persona.
La ragazza si perse tra gli scaffali, incuriosita. Poi si diresse al bancone dove c’era uno dei gemelli a servire una strega tarchiata con un pomposo cappello verde.
    «Hei Luna, benvenuta e buon Natale!»
    «Buon natale anche a te.»
    «Vuoi comprare dei fuochi d’artificio autoriparanti?»
    «In verità no, sono qui solo di passaggio, dov’è Fred?»
    «Freeed! Ti cerca una signorina! Hei aspetta come hai fatto a capi-» ma non riuscì a finire la frase, perché venne spinto via da Fred.
    «George, i clienti aspettano.» E in effetti la strega in verde era sull’orlo di tirargli il suo ombrello in testa.
    «Luna, auguri!» disse stringendole la mano.
    «Auguri anche a te Fred.»
    «Dunque mi cercavi?» disse col suo solito sorriso birbante.
    «Si, sono venuta per darti questo, ho pensato che visto che eri interessato ai Glissipodi, poteva esserti utile il mio Lucescopio.» E gli porse un pacchettino incartato con cura.
    «Un regalo? Grazie Luna!» Lo aprì e dentro c’era un marchingegno fatto da pezzi di specchio attaccati col magiscotch. Sugli specchi c’erano dei fori e in uno dei lati brillava una piccola fiammella azzurra.
Sotto c’era un foglio di pergamena, che raffigurava in modo particolarmente dettagliato Fred che scagliava via un bolide.
    «L’hai fatto tu questo disegno Luna?» chiese il ragazzo.
    «Eh? Oh…si. Mi piaceva quando giocavi nella squadra dei grifondoro.»
Fred era impreparato, ma prontamente disse: «aspetta un attimo qui!»
Andò nel retrobottega, e tornò con una scatolina verde e rossa.
Luna l’aprì, e dentro era contenuto un ciondolo a forma di goccia che riluceva debolmente.
    «Spero ti piaccia, al suo interno può comparire qualunque cosa ti piaccia, l’importante è che tu la pensi.»
In quel preciso momento Luna chiuse la scatolina.
    «Grazie, è un bellissimo regalo Fred.»
    «Hei Romeo, che ne dici di darmi una mano?» disse George visto che la fila al bancone era notevolmente aumentata.
    «Scusami Luna, ora devo occuparmi dei clienti.»
    «Non preoccuparti, dovevo comunque raggiungere mio padre.»
    «Va bene, allora ancora auguri a te e a tuo padre Luna». «Grazie, anche a te e salutami anche Ginny, Ron ed Harry.»
    La ragazza uscì dal negozio, si fermò ed aprì la scatolina per vederne di nuovo il contenuto.
Sorrise, e se l’appese al collo, ma la nascose sotto il maglioncino.
    Dopo poco raggiunse il padre, che stava discutendo con Florian sugli effetti che le bacche verdi avevano sull’essere umano. Usciti dalla gelateria, il padre continuava a borbottare di come Florian si sbagliasse e meditava di fare un articolo sul Cavillo a proposito delle bacche.
Luna sorrideva, ed era troppo distratta per seguire il discorso del padre, così annuiva soltanto.
    Si avviarono verso l’uscita di Diagon Alley camminando sotto un leggero nevischio.
Con una una mano Luna si aggrappava al braccio del papà, mentre con l’altra, stringeva il regalo prezioso che ora conteneva il volto di Fred.

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