Dove eravamo rimasti

di Sunflower394
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Protezione e Gelosia ***
Capitolo 2: *** La città magica ***
Capitolo 3: *** Impossibile ***
Capitolo 4: *** Matrimoni e vittorie ***
Capitolo 5: *** Fuggire, restare, soffrire ***
Capitolo 6: *** insieme per sempre ***
Capitolo 7: *** niente di più,niente di meno ***
Capitolo 8: *** codardo ***
Capitolo 9: *** Siamo tutti una Famiglia ***



Capitolo 1
*** Protezione e Gelosia ***


Buonsalve,

prima di lasciarvi al capitolo ho una premessa da fare. Questa storia l'avevo scritta e conclusa ben tre anni fa. Nel frattempo sono cambiate molto cose, il mio amore per questo cartone e ahimè anche per la scrittura sono venuti meno. Di recente però ho riletto ciò che avevo scritto e me ne sono vergognata immensamente. Errori e Orrori ortografici che non posso perdonarmi, ma a cui spero di poter porre rimedio adesso.
Sono comunque molto legata ai miei scritti passati e quindi cercherò di non stravolgerli completamente. I primi capitoli saranno quelli più diversi, perché quelli a mio parere scritti più superficialmente.

A tutti quelli che hanno già letto questa storia e l'hanno apprezzata anche nella sua imperfezione dico grazie e spero vi piaccia anche in questa nuova versione.

A quelli che l'hanno letta e a cui non è piaciuta chiedo scusa e spero che adesso possa piacere di più, sebbene ovviamente nel frattempo io non sia diventata la Austen e troverete comunque degli errori.

A quelli che leggeranno per la prima volta dico fuggite, sciocchi grazie per avermi scelta(?), spero di non deludervi ;)

 

 

PROTEZIONE E GELOSIA

La Spirale di sangue era appena stata sconfitta e mentre i cercatori anziani facevano in modo di ristabilire ordine al quartier generale della Fondazione e monitoravano la situazione alla Base della Spirale per evitare altre noie, Lok e Sophie erano stati costretti a tornare a scuola, con grande dispiacere di lui e immenso entusiasmo di lei.
Era la prima ora di lunedì e poiché era risaputo che Lok fosse un ragazzo fortunato avevano lezione di algebra. Chi non vorrebbe sentirsi parlare di seno, coseno e tangente alle otto e mezza del mattino? Si adagiò completamente sul banco cercando una posizione comoda per dormire e lanciando nel frattempo occhiate di soppiatto alla sua compagna di banco, che al contrario di lui stava minuziosamente prendendo nota di tutte le parole che uscivano dalla bocca del professore. Era china sul suo foglio e così concentrata da non curarsi nemmeno del ciuffo di capelli che le ricadeva sul volto. Lok distese pigramente il braccio per spostare quel boccolo ribelle dietro al suo orecchio, ma anche allora Sophie non diede segno di aver notato alcunché, totalmente indifferente a qualsiasi movimento che non fosse riempire di linee e numeri il quaderno. Lok decise allora che era suo dovere distogliere la giovane ragazza da quelle che alle sue orecchie suonavano come maledizioni e le mostrò tutto il suo disappunto sbuffando rumorosamente.
«Uffa che noia, non vedo l'ora che Metz ci chiami per affidarci una missione!»
«Oh insomma Lok, la scuola è iniziata soltanto da una settimana e tu già ti lamenti» sbottò la Casterwill scocciata senza neanche voltarsi. Vista da fuori, poteva sembrare una schizofrenica che ce l'aveva con il proprio banco.
«Scusa» sussurrò Lok un po' spaventato dalla reazione esagerata della ragazza ritraendosi sul proprio banco come un cucciolo bastonato.
Sophie si voltò per la prima volta verso di lui e con un'espressione mortificata e combattuta aprì la bocca -forse per scusarsi- ma poi ci ripensò e tornò ai suoi fogli e ai suoi doveri. Lok si arrese momentaneamente e tornò a dedicarsi all'immenso piacere di una dormita.
Quando un' ora dopo la campanella suonò mettendo fine a quello strazio a quella interessantissima lezione, Sophie guardò soddisfatta i suoi appunti e li sistemò con cura nello zaino. Quando si girò per svegliare il suo svogliato compagno di banco, notò con stupore che la sedia era vuota, ma prima che si potesse domandare dov'era finito -probabilmente alle macchinette a ingozzarsi- avvertì una calda e delicata pressione sulle spalle e un fresco respiro solleticarle l'orecchio « Sophie sei così tesa, si può sapere cos'hai?»
La giovane cercatrice non riuscì a rispondere, troppo sorpresa, felicemente sorpresa, da quel contatto -da quando Lok sapeva fare i massaggi?- e consapevole di avere il volto in fiamme. Decise quindi di lasciarsi andare e rilassarsi, ma proprio mentre sentiva che si sarebbe addormentata, affidandosi totalmente alle dolci carezze di quelle mani grandi, giunsero alle sue orecchie parole intrise di crudeltà e invidia
« Guarda la Casterwill quant'è patetica, finge di stare male per ottenere attenzioni e tratta Lok come uno schiavetto»
La sua amica accanto a lei rincarò la dose « Pensa che tutti siano ai suoi ordini solo perché è ricca, ma non capisce che se continua così rimarrà sola».
Sophie e Lok si voltarono contemporaneamente verso le loro compagne di classe -ochette starnazzanti preferiva chiamarle lei- che fingendo di parlare tra loro avevano alzato così tanto la voce che Lok era sicuro l'avessero sentite anche sua madre e sua sorella in Irlanda.
La giovane Casterwill mostrando una calma serafica degna della sua nobiltà fece per ignorarle, ma il biondo, che adesso si era portato fra lei e le ragazze non la pensava allo stesso modo e con uno sguardo duro, così dissonante con la sua solita dolcezza le freddò dicendo « Solo perché voi lo sappiate Sophie è una ragazza fantastica e umile e a differenza di altre persone non ha bisogno di fingere proprio un bel nulla perché è impossibile non ama-volerle bene»
Loro non ebbero il tempo di ribattere che il professore della lezione successiva entrò in classe e inconsapevole del diverbio appena avvenuto iniziò a spiegare.
Quello stesso giorno al pomeriggio i due ragazzi si ritrovarono nella magnifica residenza Casterwill per studiare, perché di quelle cose noiosissime e difficili che il prof aveva spiegato al mattino, e Lok lo aveva scoperto con orrore pochi minuti fa, ci sarebbe stata presto una verifica.
Tra i due vigeva una tesa e insolita quiete, tanto che Cherit quando li aveva visti aveva subito pensato ad una nuova e improvvisa minaccia ed era subito corso ai ripari. Quello che il piccolo titano non sapeva era che i suoi amici erano alle prese con ben più gravi problemi di alcuni fanatici, problemi di cuore.
Se Lok , infatti, si chiedeva cosa gli avesse fatto quella brillante ragazzina dai profondi occhi verdi per farlo diventare così dipendente da lei e protettivo tanto da odiare chiunque non la trattasse come meritava; Sophie ripensava alle sensazioni che le avevano provocato le mani di Lok e al calore che l'aveva invasa quando lui l'aveva difesa. Sapeva di doverlo ringraziare, ma non se la sentiva di rompere quel silenzio fatto di sguardi sfuggenti e parole d'amore non ancora espresse.
Alla fine fu il giovane Lambert a far scoppiare la loro bolla d'intimità con un sorriso accennato « Alla fine non me lo hai detto perché eri nervosa stamattina»
scegliendo le parole peggiori per Sophie, la quale arrossì assumendo la stessa colorazione dei capelli di Teresly.
Recuperato il suo aplomb e ricordatasi di essere una coraggiosa cercatrice guardò fissò Lok e disse senza esitare «Perché avevo sentito quelle ochette fare apprezzamenti su di te» sperando che Lok capisse senza che lei dovesse spiegare. Lok però era sì un bravo cercatore, ma di ragazze non ne capiva nulla e le lanciò uno sguardo interrogativo prima che Sophie decretasse che era giunta l'ora di studiare seriamente.
Quando un'ora dopo capì che quello che aveva animato la sua amica? era gelosia Lok sorrise tra sé e sé pensando che sarebbero stati davvero una bella coppia, lei gelosa e lui iperprotettivo.

 

 

Note:

Tra i capitoli che avevo scritto questo era in assoluto il peggiore, corto e pieno di errori. Ha quindi subito una netta modifica, compreso il titolo, sebbene l'idea di base sia essenzialmente quella precedente.
Amo molto sia Lok che Sophie come personaggi in sé e li amo ancora di più come coppia. Ho deciso di inserirli nell'ambiente scolastico un po' perché mi sento molto vicina alla pigrizia di Lok XD, un po' perché credo permetta di vedere al meglio la differenza tra i due, che invece di separarli li unisce.
Spero che questo primo capitolo modificato vi sia piaciuto.

Baci

 

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Capitolo 2
*** La città magica ***


LA CITTÀ MAGICA

 

Una splendida donna dai capelli blu, scuri come la notte che l'avvolgeva, guardava la luna, seduta sul bordo della fontana di Trevi. Da quando erano arrivati a Roma per un'importante missione, Zhalia si era innamorata subito di quella città e aveva dovuto imporsi più volte concentrazione perché ogni angolo, ogni via le faceva sognare una futura vita lì. Tutto in quel posto le sembrava magnifico e se solo avesse potuto, ci sarebbe rimasta per sempre. Zhalia non era mai stata superstiziosa, ma quella città le sembrava così magica che si alzò, diede le spalle alla fontana, tirò fuori una monetina dalla tasca dei suoi jeans e la lanciò. Sophie le aveva raccontato che era tradizione lanciare una monetina nell'acqua per favorire un nuovo ritorno in quella città. E lei ci sarebbe voluta ritornare eccome, magari con qualcuno al suo fianco, magari qualcuno alto bello e con capelli e barba rossi. Le mancava Dante, inutile mentire a se stessa. Da quando avevano sconfitto la spirale di sangue, Dante faceva parte del consiglio e quindi era Lok a guidare le missioni. Non che non fosse bravo, anzi, quel ragazzo aveva forza e coraggio da vendere, ma non era lui, non era Dante. Con quell'uomo si sentiva protetta e sicura, anche davanti alle più grandi difficoltà lui manteneva la calma e affrontava tutto e tutti con quel suo perenne sorriso strafottente, che diventava dolce quando era rivolto a lei. Il telefono che squillava la ridestò dai suoi pensieri «Pronto» rispose annoiata senza guardare chi fosse.

«Zhalia, sono Dante ti disturbo?» la sua voce calda e inaspettata la raggiunse e la fece andare in confusione.

«No figurati» rispose cercando di non balbettare. ''Insomma Zhalia, sei una donna forte, datti un contegno''.

«Ma perché mi hai chiamato? C'è qualche problema?» chiese poi preoccupata. ''Ecco così va meglio, seria e professionale''

«No tranquilla nessun problema, avevo solo voglia di sentirti»

Zhalia perse un battito e non riuscì a formulare una risposta di senso compiuto. Anche la sua coscienza e il suo buon senso si arresero di fronte a quelle poche e semplici, ma bellissime parole.

Dante allora continuò «Sai, stavo pensando che mi mancano le nostre missioni e soprattutto... mi manca stare con te. Mi sarebbe piaciuto visitare Roma insieme a te... È una città stupenda, ci potremmo tornare che dici?»

Come diavolo faceva quell'uomo a dire sempre le cose giuste al momento giusto?

«Comunque ricordati sempre che anche se adesso non sono lì, sono sempre con te. Ora devo andare, ci sentiamo presto».

Zhalia, che era rimasta pietrificata per tutta la telefonata, riuscì a ritrovare la voce per salutarlo e dopo che ebbe rimesso il telefono in tasca si voltò verso la fontana senza vederla realmente. Sorrideva la bella cercatrice e pensava che aveva proprio ragione: quella città era davvero magica, o forse più semplicemente erano loro due insieme a esserlo.

Note finali:

Zhalia e Dante, quanto mi piacciono. Se non fossero entrambi così orgogliosi e presi a salvare il mondo lo avrebbero già fatto in ogni stanza della casa di Dante, poco ma sicuro. Non ho molto da dire su questo capitolo, se non che vediamo la Zhalia che mi piace di più, quella fragile e insicura. Oh quando si tratta di lavoro è forte e spacca i culi, ma la bambina sola è ancora dentro di lei. Purtroppo i due sono lontani, ma la mancanza fomenta l'amore e ci sono cose che riesci a dire solo. Ecco perché Dante è forse un po' troppo dolce rispetto ai suoi standard. Se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate, sia che vi piaccia e soprattutto in caso non vi piaccia.

 

un abbraccio

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Capitolo 3
*** Impossibile ***


IMPOSSIBILE
Le mura della stanza tremavano e il lampadario di cristallo oscillava pericolosamente. Uno scontro in atto tra titani?
No, niente del genere, erano solo due ragazzi che si urlavano contro ad una voce talmente alta che sforava di molto i decibel che un normale orecchio umano può sopportare.
«Non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare, hai capito ragazzina?» sbraitò arrabbiato il ragazzo.
«Non sono io la ragazzina! Se non sbaglio sei tu che pedinavi tua sorella» controbatté la bionda.
«Hai detto bene, lei è MIA sorella, perciò non sono affari che ti riguardano» continuò sempre più infuriato e in procinto di saltarle addosso, anche se non era sicuro che sarebbe stato per strozzarla.
«Sì invece, dal momento che insieme a lei c'era mio fratello» gli rispose lei a tono.
Lucas e Cathy litigavano così da mezz'ora e non sembravano intenzionati a smettere. Si erano conosciuti solo due settimane prima e già maledivano il giorno in cui si erano incontrati.
Quando Lucas era andato da Sophie per proporre a lei e al suo amico irlandese una missione mai avrebbe sospettato di trovarsi quella scocciatura tra i piedi. Da lì in poi le cose erano decisamente degenerate. Non solo infatti non aveva potuto far parola alla sorella del motivo per cui era andato a trovarla poiché la biondina non sapeva nulla sul mondo dei titani, ma si era anche dovuto trasferire momentaneamente lì perché «Non sarebbe carino stare un po' insieme io, tu, Lok e la sua sorellina?». Sì, carino come una ginocchiata sui denti.
Alla fine però aveva acconsentito per Sophie, non voleva perderla, non di nuovo.   Era pensando alla sorella che tentava invano di calmarsi.
«L'ho fatto solo per il suo bene, volevo assicurarmi che Lok la trattasse bene» disse quindi Lucas abbassando i toni.
Cathy però non era della stessa opinione « Innanzitutto non sei la guardia del corpo di Sophie, secondo Lok è il ragazzo più buono che esista e terzo dovresti avere un po' più di fiducia in tua sorella, non credi?»
«Ma cosa vuoi saperne tu» affermò lui glaciale.
«Oh certo, io sono solo una ragazzina» rispose sarcastica ma con un sorriso amaro.
''solo una ragazzina'' ecco come la vedeva e come l'avrebbe sempre vista quel ragazzo che, doveva ammetterlo, l'aveva affascinata sin da subito, ma la faceva sentire al tempo stesso tremendamente a disagio.
Da quando era arrivato in quella casa, Cathy aveva avuto l'impressione che tutti le nascondessero qualcosa, cioè, più del solito. Perché sì, lei non era stupida, anzi, aveva capito subito che intorno alla scomparsa del padre e agli amici di suo fratello, molto più grandi di lui e stravaganti, c'era qualcosa che le tacevano. Se non aveva fatto mai domande era perché si fidava ciecamente del giudizio di sua madre e del buon cuore di suo fratello. Se non l'avevano coinvolta evidentemente era per il suo bene e lei non voleva causare problemi a nessuno. Quando però guardava Lucas quel mistero che sapeva di antichità, dolore e avventura le sembrava quasi palpabile. Glielo leggeva negli occhi, quei bellissimi occhi verdi uguali a quelli di Sophie. Ma cos'era, una maledizione della famiglia Lambert innamorarsi dei Casterwill? No, innamorata no. Attratta, quello sì. 
«Comunque credo che dovresti chiederle scusa» concluse andandosene via da quel ragazzo impossibile.

10 minuti dopo in camera di Sophie...
«Che cosa vuoi Lucas?» chiese Sophie scocciata. Non poteva credere che suo fratello l'avesse spiata. Forse non era stata una grande idea invitarlo da lei.
«Ecco io...volevo chiederti scusa, ho sbagliato» mormorò imbarazzato distogliendo lo sguardo.
Sophie lo guardò prima sorpresa e poi curiosa, la bocca curvata in un sorriso consapevole «E posso sapere chi o cosa ti ha fatto cambiare idea?»
una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ecco chi! Nessuno aveva mai avuto tanto ascendente su di lui e improvvisamente arrivava lei e ribaltava le sue certezze. All'inizio la presenza di Cathy non gli aveva fatto né caldo né freddo, era una ragazzina come tante altre, che cianciava tutto il giorno di cose futili. Poi aveva provato invidia per lei, che aveva potuto vivere la sua infanzia senza complicazioni o strani uomini che tentavano di ucciderla per il suo nome. In seguito si era infastidito perché lei aveva iniziato a rispondergli a tono, ma mantenendo sul viso quel sorriso che non la abbandonava mai e negli occhi quella luce di incrollabile speranza. Infine era capitolato e si era ritrovato ad ammirare sempre più spesso la sua bellezza esteriore ed interiore e aveva iniziato anche lui a sperare ''forse anche lui poteva essere felice, forse poteva essere lei la sua felicità''. 
No! Doveva dimenticarsela, perché loro erano inconciliabili. 
Lui era grande, lei era piccola. 
Lui viveva a Parigi, lei in Irlanda.
Lui era un cercatore e un ragazzo dal passato duro e il futuro segnato.
Lei era una ragazzina spensierata e con una bellissima vita davanti da costruire. 
Lui era Lucas Casterwill e lei Cathy Lambert e la loro era una storia impossibile.

 Note:
Questo è uno dei capitoli a cui tengo di più, perché mi ricordo ancora quanto mi fosse sembrato geniale allora far incontrare questi due personaggi. É probabilmente impossibile che ciò avvenga, e che si innamorino ancora meno (anche perché non mi ricordo se le loro età vengono menzionate nel cartone, ma Lucas è più grande di Sophie e Cathy più piccola di Lok e non vorrei che Lucas passasse per un pedofilo) ma a me le storie e gli amori piacciono complicati e/o impossibili. Detto questo, se qualcuno sta leggendo questa storia, vi prego fatemi presente se sto commettendo degli errori nella trama o nei personaggi, perché io a grandi linee me li ricordo, ma alcuni dettagli sicuramente mi sfuggono. 
Un bacio



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Capitolo 4
*** Matrimoni e vittorie ***


MATRIMONI E VITTORIE

Zhalia non aveva proprio un bel ricordo dell'Irlanda.

Ciò non era dovuto al posto in sé, che anzi grazie alle sconfinate distese verdi e alle magiche leggende trovava incredibilmente bello e suggestivo.

Né dipendeva dalla famiglia Lambert, che seppur mancante di un importante componente era allegra e affettuosa.

Il motivo del suo disagio era rossa, di nome e di fatto, aveva la pelle candida come la prima neve e un fastidioso visetto d'angelo.

Zhalia non era certo un'esperta in quel campo, ma aveva capito subito cosa i languidi sguardi che l'irlandese rivolgeva a Dante volessero dire. Così come aveva capito cos'era quel sentimento che la faceva ribollire d'ira, apparentemente immotivata, nei confronti di Scarlet.

La cercatrice nella sua breve ma intensa vita non aveva avuto tempo di pensare a sciocchi sentimentalismi: era dovuta crescere prima del tempo, aveva dovuto imparare a difendersi e ad attaccare per non essere attaccata, aveva dovuto congelare il suo cuore e indossare costantemente una maschera. Era sicura di essere diventata insondabile e imbattibile, quanto si sbagliava. Erano bastati due ragazzini, un minuscolo titano e un uomo bello e sfrontato per frantumare la sua maschera, le sue certezze e le sue insicurezze. Aveva scoperto per la prima volta l'amicizia, la lealtà e la fiducia. Aveva scoperto l'amore e in Irlanda aveva scoperto anche la gelosia.

Zhalia non aveva proprio un bel ricordo dell'Irlanda.

Ora però ci ritornava col sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore per partecipare a un evento decisamente prematuro, ma non per questo inaspettato: il matrimonio della bella Scarlet con il grande e grosso Montehue. L'uomo in questione, da quando aveva conosciuto l'affascinante irlandese aveva perso completamente la testa e tutti si erano meravigliati nello scoprire che dietro al duro e feroce combattente c'era un animo dolce e romantico, che aspettava solo di trovare la sua anima gemella per regalarle rose e cioccolatini. Tutti avevano silenziosamente compatito Monty sicuri che la rossa avrebbe rifiutato le sue smielate avances, ma ancora una volta avevano dovuto ricredersi, perché Scarlet non solo aveva accettato di uscire con lui, ma aveva anche iniziato a chiamarlo ''orsacchiottone''. Un'inusuale scena si era svolta quando la squadra aveva sentito per la prima volta quel vezzeggiativo: Lok si era premuto Cherit in faccia per non scoppiare a ridere, Sophie aveva poco elegantemente sputato l'acqua che stava bevendo, Dan e Harrison erano schizzati fuori dalla stanza, Dante aveva abbassato il viso ma le sue spalle avevano cominciato a tremare visibilmente. Lei era stata l'unica a non reagire. Silenziosa e distaccata come era sempre stata, fissava quell'improbabile ma felice coppia e rifletteva su quanto quel nomignolo così poco virile rappresentasse a pieno l'essenza e la stazza di Montehue. Poi avevano annunciato loro che si sarebbero sposati il mese seguente e li avevano invitati tutti alle nozze. Zhalia non poteva ancora credere che Scarlet l'avesse invitata, e se all'inizio aveva pensato che l'avesse fatto per farle un dispetto e rinfacciarle il suo meraviglioso abito bianco e la sua schiacciante vittoria, aveva poi capito, cogliendo il suo sguardo innamorato mentre guardava Montehue, che forse voleva solo essere gentile e dimenticare il passato. Zhalia aveva quindi sotterrato l'ascia di guerra, si era infilata un lungo abito verde che fasciava delicatamente le sue forme e aveva fatto i suoi sinceri auguri agli sposi. Ora però, mentre guardava i due sposini scambiarsi le fedi, pensava che in fin dei conti forse Scarlet aveva davvero vinto, mentre lei era rimasta ancora una volta sola.
Un tocco delicato ma sicuro la fece sussultare e voltandosi si ritrovò di fronte a due magnifici occhi ambrati, che riuscivano a leggerle l'anima ogni maledettissima volta. Dante in smoking era una visione, bello da mozzare il fiato e irrimediabilmente sexy.

«Questa cerimonia è molto bella, ma c'è un po' troppa gente, non ti pare? Che ne dici se andiamo a farci un giro, tanto nessuno noterà la nostra assenza»

Le aveva soffiato quelle parole a pochi centimetri dall'orecchio e mille brividi le avevano costellato la schiena. Gli rivolse un cenno di assenso e lo seguì sottobraccio fuori dalla chiesa, mentre un sorriso compiaciuto prendeva forma sul suo viso. Scarlet aveva vinto la sua partita era vero, ma adesso nulla impediva a Zhalia di vincere la sua e ottenere anche lei quello che voleva. I sorrisi, le carezze, gli abbracci e i baci di Dante sarebbero stati per sempre solo e soltanto suoi.


 

Note:

Nella scorsa versione appariva una Scarlet molto più antipatica e vendicativa, che invitava Zhalia al suo matrimonio solo per rinfacciarle la sua vittoria, appunto. Anche qui Zhalia inizialmente suppone che il motivo sia proprio quello, ma poi si rende conto che in realtà lo fa proprio per farle capire che Dante per lei è una storia chiusa. Chiariamo una cosa, Scarlet mi sta davvero antipatica, troppo perfettina e ipocritamente buona per i miei gusti, ma alla fine si sta per sposare, è felice, perché dovrebbe pensare ancora alle scaramucce con Zhalia? E poi adoro troppo Monty per fargli sposare una strega. Fatemi sapere che cosa ne pensate, perché su alcuni punti non sono convinta.

Un abbraccio orsacchiottoso a tutti

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Capitolo 5
*** Fuggire, restare, soffrire ***


FUGGIRE, RESTARE, SOFFRIRE

L'amava e sapeva che sbagliava.

La voleva e sapeva che non poteva averla.

La sognava e soffriva.

Soffriva perché è sbagliato innamorarsi della ragazza del tuo migliore amico. Soffriva perché sapeva che lei avrebbe avuto occhi solo per Lok. Soffriva perché l'aveva sempre in testa e nel cuore e lei non capiva che essere considerato solo un amico gli stava corrodendo l'anima. Dan viveva questo tormento da qualche mese ormai e non riusciva a liberarsene. Ormai era sicuro che sarebbe impazzito, d'altronde i sintomi c'erano già; ogni tanto, infatti, gli sembrava di trovarsi in uno di quei film in cui il malcapitato di turno, trovandosi in un dissidio interiore vede le sue preoccupazioni personificarsi in un diavoletto che dalla spalla sinistra gli suggerisce di essere egoista e prendere la via del peccato e un angioletto che seduto sorridente sulla spalla destra al contrario lo guida verso la retta via. Lui però non aveva bisogno che qualcun altro, o in questo caso una sua controparte buona e una cattiva gli dicessero cosa fare, lo sapeva benissimo quello che era giusto, ma non era altrettanto facile rinunciarvici. Rinunciare a quei capelli morbidi come la seta, a quegli occhi verdi e magnetici che la rendevano simile a una felina predatrice, a quei denti che erano avorio forgiato da Efesto in persona... Basta, perdio! Doveva darci un taglio. Quelle persone lo avevano salvato da quell'orrendo orfanotrofio, lo avevano accolto nella loro squadra come un amico di vecchia data, gli avevano fatto conoscere il magico mondo dei titani e lo avevano aiutato a salvare suo fratello dalla spirale e lui li ripagava così. Si sentiva un verme, indegno di camminare ancora vicino a loro. Per questo motivo aveva cominciato ad evitarli e ad allenarsi sempre più spesso da solo e loro se ne erano accorti, Lok in particolare ci era rimasto davvero male e Dan si sentiva doppiamente colpevole. Era giunto alla conclusione che l'unico modo per dimenticarla fosse andarsene, magari con suo fratello che sembrava essere nella sua stessa situazione con Zhalia, anche se non glielo aveva ammesso apertamente. Ogni sera preparava i bagagli e poi li disfaceva. Voleva davvero mollare tutto per una stupida cotta? Ma era davvero solo questo?se lo fosse stata gli sarebbe dovuta passare in fretta, non avrebbe provato quell'irrefrenabile desiderio di Sophie, quella rancorosa gelosia nei confronti di Lok e quel disgusto per se stesso. Sì, doveva andarsene. Sarebbero stati tutti meglio senza di lui.

« Ehi Dan, da quanto tempo non facciamo un combattimento come si deve?»

Il moro sobbalzò sentendo la voce del giovane Lambert dietro di lui. Quando era arrivato? Restò a fissarlo per dieci minuti buoni senza fiatare tanto che il suo amico inclinò la testa e iniziò a squadrarlo con interesse.

« Tutto bene Dan? È da un po' che ti vedo strano, se c'è qualcosa che non va a me puoi dirlo, lo sai»

Oh Lok, buono e sensibile Lok.

Dan dissimulò il suo turbamento e sfoderando un ghigno strafottente rispose

« Stavo solo pensando se batterti con o senza titani» e dopo aver detto questo evocò Vigilante «Ho deciso»

Anche Lok gli sorrise e sfoderando Baselaird accettò silenziosamente la sua sfida.

Mentre combattevano con vigore ma lealtà e rispetto Dan meditò ancora sul suo destino. Scappare era la via più facile e forse la più utile, ma lui non voleva prenderla. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per restare lì con i suoi amici. Anche se...

L'amava e sapeva che sbagliava.

La voleva e sapeva che non poteva averla.

La sognava e soffriva.

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Capitolo 6
*** insieme per sempre ***


capitolo in revisione

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Capitolo 7
*** niente di più,niente di meno ***


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Capitolo 8
*** codardo ***


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Capitolo 9
*** Siamo tutti una Famiglia ***


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