Ricordi dell'infanzia di un lupo mannaro

di noneraunabattuta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1.I grandi non piangono ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2.Il mostro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3.Un modo per guarire ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4.Il preside di Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1.I grandi non piangono ***


Capitolo 1.
I grandi non piangono

 

 
Remus John Lupin stava giocando in giardino con un trenino magico,che andava da solo e faceva fumo vero,fischiando ad intervalli regolari.
Era un tardo pomeriggio di fine maggio del 1964. Aveva quattro anni. Suo padre,John Lupin,era considerato dal figlio uno dei migliori maghi di tutti i tempi. Come d’altronde la pensano quasi tutti i figli sui loro genitori.
Si assomigliavano molto. Erano entrambi magri e pallidi,con i capelli castani e gli occhi azzurri. John era Nato Babbano,ma aveva avuto successo nel mondo magico grazie alle sue capacità.
La madre di Remus,Annabel,era Purosangue,ma non di quel tipo che considera Nati Babbani e Mezzosangue indegni di usare la magia. Era una donna intelligente e molto dolce,con folti ricci biondi e occhi verdi.
Quando i suoi genitori si erano sposati,si erano trasferiti in quella casa appena fuori un piccolo villaggio di campagna,abitato quasi interamente da maghi,che Remus adorava. La loro casa era grande,su due piani,con i muri in pietra e le finestre grandi che illuminavano le stanze. Il giardino era molto vasto,e ad un albero era appesa un’altalena.
Sul retro c’era anche un granaio,benché inutilizzato. Ma Remus andava sempre a giocare in quel posto.
Non si annoiava mai in quella casa.
Era figlio unico,ma aveva numerosi amici al villaggio. Fin dai primi anni aveva dimostrato di possedere notevoli capacità magiche,cosa che rendeva i genitori orgogliosi.
Avevano la convinzione che tutto sarebbe sempre andato bene. La loro vita era semplice,ma perfetta.
In quel momento la madre era in cucina a preparare la cena,aiutata dall’elfo domestico Eddy.
Il padre avrebbe dovuto tornare tra una mezz’ora. Lavorava al Ministero della Magia,nell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia.
A Remus sarebbe piaciuto un giorno seguire le orme del padre,poiché sentiva sempre parlare bene di lui dai suoi colleghi.
Aspettava con impazienza il suo ritorno,come tutti i giorni. Aveva l’abitudine di attenderlo in giardino,e,appena lo scorgeva in lontananza,corrergli incontro.
Il sole stava tramontando dietro le colline in lontananza,e i suoi ultimi raggi imprimevano una sfumatura dorata alle cose. Anche i capelli di Remus traevano vantaggio da questo effetto,accendendosi di un bel castano dorato.
Finalmente,scorse una figura Materializzarsi all’improvviso dal fondo della via. Riconobbe l’andatura svelta ed elegante del padre,che,come al solito,si era Materializzato a duecento metri da casa per poter fare due passi con lui.
Remus scattò in piedi e si mise a correre,felice per il ritorno del padre,che,non appena lo vide,si fermò e si chinò per accoglierlo.
In pochi secondi Remus fu tra le sue braccia forti e rassicuranti.
-Papà!-gridò,felice.
Il padre gli sorrideva,ma Remus riconobbe,dietro l’espressione felice,un cipiglio più stanco e preoccupato.
-Cosa c’è,papà?-chiese.
-Niente. Niente,figliolo. Ho solo fame.-rispose lui,con la sua voce calda e morbida.
Fece scendere il figlio dalle sue braccia e insieme percorsero la poca distanza verso casa. Nel frattempo Remus gli mostrò,orgoglioso,come riusciva a far levitare i sassolini per alcuni secondi.
Il padre per poco non fece salti di gioia. Lo abbracciò e disse:
-Scommetto che quando sarai a Hogwarts diventerai il primo della classe!
Remus fu fiero di quelle parole. Non vedeva l’ora di andare a Hogwarts. Aveva un cugino,di otto anni più grande di lui,che viveva a Londra e frequentava il secondo anno lì.
Quando con la sua famiglia veniva a passare da loro il Natale,lui gli raccontava sempre ogni cosa della Scuola di Magia e Stregoneria,e Remus fremeva d’impazienza al solo pensiero di dover aspettare ancora sette anni per ricevere la lettera.
Entrarono in casa e trovarono la madre ad accoglierli.
-Ciao,Annie!-la salutò il padre.
-Che hai John? Mi sembri preoccupato.-disse lei.
Il padre sospirò,strofinandosi gli occhi.
-Oh,ti spiego dopo.
Durante la cena,John Lupin cercò di deviare l’attenzione della moglie e del figlio su altri argomenti,ma si capiva che era preoccupato per qualcosa.
Quando Remus finì di cenare,si alzò.
-Posso andare a giocare nel granaio?
-No.-scattò il padre.
Remus ci rimase male. La risposata del padre era stata dura. Non era mai stato così categorico con lui. Sia Remus che Annabel se ne stupirono.
Remus cercò nella memoria per capire se aveva fatto qualcosa di sbagliato,ma non trovò nulla.
-John,perché … ?-cominciò la madre,ma lui la interruppe.
-Remus,vai in camera tua,devo parlare con la mamma.-disse,più dolcemente.
Remus uscì dalla stanza. Ma non andò in camera sua. Voleva sentire cosa aveva di tanto importante da dire il padre.
Così rimase accostato alla porta,sperano che lui non lo scoprisse,e prestò attenzione alle sue parole.
Lo udì sospirare di nuovo.
-Con Greyback è andata male.-disse alla fine.
La madre si lasciò sfuggire un gridolino.
-Pensavo di incastrarlo,questa volta. Ma non c’è stato modo. -continuò il padre.
-Ma com’è possibile? Quante vittime ha fatto,finora? Venti,trenta? Quante? Possibile che se la cavi sempre?-la voce della madre tramava.
Era spaventata. E lo era anche il padre,Remus lo sapeva.
Greyback. Fenrir Greyback. Ne aveva già sentito parlare dai grandi. Ma ai bambini nessuno diceva nulla.
Accostò ancora di più l’orecchio alla porta,incuriosito. Forse quella sera avrebbe scoperto una volta per tutte chi era questo Greyback.
-Ha detto che me la farà pagare.-concluse John,interrompendo una pausa che a Remus era sembrata interminabile.
Poi lo udì scoppiare in singhiozzi.
-Sai cosa vuol dire questo.-disse,tra le lacrime.
Questo avvenimento fece stare malissimo Remus. Ebbe paura. Suo padre era il più forte,non aveva mai pianto. I grandi non piangono.
Questo Greyback era così terribile da fargli paura? Me la farà pagare. A Remus tornarono in mente le parole del padre.
Aveva paura che Greyback lo uccidesse. D’un tratto Remus capì,e il sangue gli si gelò.
Greyback voleva uccidere suo padre.
A Remus tremarono le gambe. Involontariamente,scoppiò a piangere. Non riusciva a controllare i singhiozzi. Sentì i passi dei genitori che si avvicinavano alla porta. Il padre la aprì e lo trovò seduto per terra,in lacrime.
Remus si aspettava di essere sgridato per non aver ubbidito,e invece il padre lo prese tra le braccia e lo cullò.
-Andrà tutto bene,Remus.-gli disse,con voce tremante.
-Io ti difenderò,papà! Non permetterò a quel Greyback di ucciderti!-esclamò.
Vide i genitori fissarlo,confusi. Poi gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime.
-No,Remus,non lo permetterai.-confermò John.
-Dobbiamo andarcene.-disse la madre-Prendiamo il minimo indispensabile e andiamocene.
-Sì,sono d’accordo.-convenne il padre-La prossima luna piena è tra due settimane. Per allora ce ne saremo già andati. 


Angolo autrice
Premetto che è la prima FF che pubblico... in questo capitolo Remus non è ancora un lupo mannaro,e vive una vita felice con i genitori. Tra l'altro,ho voluto aggiungere particolari che evidenziano che la famiglia Lupin non aveva problemi economici,anzi,stava bene (la grande casa in campagna,l'elfo domestico),e il padre aveva un buon lavoro al Ministero. Questo per poter in seguito far risaltare di più la differenza causata dalla condizione di Remus.
Remus ovviamente non sa chi sia Greyback,e pensa che sia il padre ad essere in pericolo,non lui. I genitori,invece,l'ahanno capito e cercheranno di salvarlo.
Detto questo,spero vi piaccia. Le recensioni non mi danno fastidio,neanche quelle negative,anzi,mi fanno capire se devo continuare oppure no.
Mi pare che non manchi niente...
Alla prossima!
Marghe

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Capitolo 2
*** Capitolo 2.Il mostro ***


Capitolo 2.
Il mostro

 

Passarono i giorni. I Lupin si erano trasferiti in Cornovaglia. A Remus piaceva quel posto,anche se gli mancava la sua vecchia casa in campagna.
Ma no vi badava molto. Dentro di sé aveva la convinzione che mentre loro si trovavano lì,i colleghi del padre avrebbero catturato Greyback,e poi loro sarebbero tornati a casa come se nulla fosse accaduto.
Vivevano in una casetta sulla spiaggia,a pochi passi dal mare. Vicino a loro abitava un’altra famiglia di maghi,i Grant,che i genitori di Remus conoscevano dai tempi di Hogwarts.
Il padre stava con il figlio per tutto il tempo possibile,a parte quando doveva andare al lavoro. E quelli erano i  momenti che Remus temeva di più.
Se Greyback avesse raggiunto il padre mentre era al Ministero?
Remus non voleva pensarci. L’agitazione dei genitori cresceva man mano che il tempo passava. Ormai erano due settimane che se n’erano andati.
Quel giorno,John Lupin non andò al lavoro. Remus lo trovò a passeggiare sulla spiaggia,quella mattina. La madre stava leggendo un libro di incantesimi,Eddy stava pulendo la cucina,e le pentole si lavavano da sole.
-Mamma,posso andare da papà?-le domando Remus,una volta terminata la colazione.
-Certo,vai.-acconsentì lei,sorridendogli e baciandolo sulla guancia.
Remus uscì,a piedi nudi,e corse sulla spiaggia per andare incontro al padre,che aveva immerso i piedi nell’acqua,i pantaloni arrotolati fino alle ginocchia.
-Papà!-lo chiamò.
John Lupin si volse. Appena lo vide,il suo sguardo,prima pensieroso,si fece allegro.
-Ehi,Remus! Vieni qui!
Anche Remus si arrotolò i pantaloni e corse a raggiungere il padre. L’acqua gli arrivava alle ginocchia.
-Papà,perché non sei andato al lavoro?-gli domandò,stringendogli la mano.
-Mi sono preso un giorno libero.-rispose lui -Per passarlo con te e la mamma.
-Evvai! Andiamo a fare un’escursione?-domandò Remus,entusiasta.
Amava i giorni in cui il padre era in vacanza. In quelle occasioni la famiglia andava sempre a fare brevi viaggi nei posti più belli dell’Inghilterra.
Ma questa volta John non rispose. Remus lo fissò. Il suo sguardo era fisso sul mare,assorto in pensieri che,a giudicare dalla sua espressione,erano piuttosto cupi.
-C’è la luna piena stanotte.-disse a un certo punto,più a sé stesso che al figlio.
Remus lo fissò incuriosito,ma non pose domande. Tornò ad osservare le onde che si infrangevano sugli scogli.
-Papà,i cattivi vengono sempre sconfitti,vero?-chiese.
-Certo figliolo. Prima o poi,vengono tutti sconfitti.
Remus sorrise,e quindi tornò sulla spiaggia. Entrò in casa e prese un libro da uno scaffale. Andò a sedersi su una poltrona e lo aprì.
Nonostante la sua giovane età,era già in grado di leggere,a differenza dei suoi amici.
Passò in quel modo metà della mattinata,in preda alla noia. Aveva pensato che,con il padre a casa,avrebbero fatto almeno una passeggiata nei dintorni.
Invece i genitori si limitarono a stare vicino a lui e ad aiutarlo a costruire un castello di sabbia,che nella mente di Remus doveva assomigliare a Hogwarts.
All’ora di pranzo Eddy lo chiamò. Era pronto in tavola.
I Grant pranzarono con loro. Durante il pasto,entrambi domandavano a Remus come stava,se gli piaceva la Cornovaglia,e la nuova casa in cui abitava.
-Mi piace questo posto,ma tra pochi giorni torneremo a casa,vero papà?
-Certo.-rispose John.
Nel pomeriggio,finalmente,i Lupin decisero di fare una passeggiata,cedendo all’insistenza del figlio. Remus voleva andare nei boschi,ma i genitori decisero di restare sulla spiaggia. Camminarono fianco a fianco,sotto il sole.
Ogni tanto Remus si separava da loro per correre,inseguire una farfalla o un gabbiano.
Rimasero all’aria aperta fino al tramonto. A quel punto,entrambi i genitori si affrettarono a far tornare a casa Remus,che,seppur controvoglia,obbedì.
Il bambino si affacciò alla finestra e osservò la luna sorgere,piena,rotonda,come un grande disco d’argento. Adorava la luna piena,pensava che fosse lo spettacolo più bello che la notte potesse offrire.
Eddy aveva preparato una cena squisita,e Remus,una volta mangiato,tornò a sedersi sulla poltrona a leggere. Non aveva voglia di andare a letto.
Verso le dieci si addormentò. Si svegliò poco dopo,quando la madre lo prese in braccio per metterlo a letto,dove,sotto le coperte,ricadde addormentato.
 
Aprì gli occhi nell’oscurità,era notte fonda. Quel rumore di passi l’aveva sognato,se l’era immaginato,o c’era davvero?
Tese le orecchie. Non udì nulla per alcuni secondi.
Senza pensarci,saltò giù dal letto,e corse verso la porta,socchiusa. Ma,quando l’aprì,si trovò davanti Eddy.
-No,padron Remus,non esca!-disse l’elfo,spingendolo dentro,ed entrando dopo di lui.
Chiuse la porta e si voltò verso il bambino.
-Devo badare a voi,padron Remus. Vostra madre è appena andata a dormire-spiegò l’elfo.
Remus tornò a letto,domandandosi perché i genitori e Eddy facessero i turni per fargli la guardia.
Qualche minuto,o forse un’ora dopo,all’esterno rimbombarono dei rumori. Un ringhio. Silenzio. Poi dei passi. Passi felpati,di animale,che si avvicinavano.
Eddy trattenne il fiato,e iniziò a tremare.
-Andiamo via,padron Remus.
Lo prese per mano e lo fece alzare. Dalla stretta forte dell’elfo,Remus pensò che stessero per Smaterializzarsi.
Successe tutto in pochi secondi. La finestra andò in frantumi,e qualcosa di grosso e indefinito fece irruzione nella stanza. Remus,terrorizzato,si separò da Eddy. Avrebbe volto correre e gridare,ma era completamente paralizzato dal terrore. Subito,il mostro cercò di scagliarsi su di lui,ma Eddy gli si piazzò davanti.
Remus finalmente gridò.
La figura che aveva davanti era una specie di lupo,enorme e dall’aspetto terribilmente feroce. Si avventò su Eddy.
Remus vide i denti affondare nella carne dell’affezionato elfo domestico. Lo vide farlo a brandelli,e poi scaraventarlo addosso a una parete.
Eddy,ormai privo di vita,si accasciò sul pavimento,lasciando una scia di sangue scuro lungo il muro.
-Eddy!
Altre grida,dei suoi genitori che accorrevano.
-No … ti prego … non farmi male!
Poi l’unica cosa di cui Remus si rese conto fu il dolore dei denti affilati che entravano nella carne. Nella sua carne.
L’urlo gli si spezzò in gola. Poi tutto si fece buio.
 
Quando aprì gli occhi,la prima cosa che vide fu una luce bianca.
Man mano che i suoi occhi si abituavano ad essa,si rese conto che stava fissando il soffitto di una stanza.
Tutto d’un tratto gli ultimi ricordi della notte gli riaffiorarono nella memoria.
Era successo davvero? La bestia era entrata nella sua stanza? Eddy era morto? Era morto anche lui?
Si toccò la spalla sinistra,dove ricordava che la bestia aveva affondato i suoi lunghi denti. Era fasciata. Ed emanava un cattivo odore.
Era successo davvero,allora?
Si sentiva debole,affaticato. Cos’era successo ai suoi genitori? E Eddy? Non poteva essere morto davvero!
Cos’era quella bestia?
-Remus!-era la voce di sua madre.
Remus voltò la testa,a fatica,perché la ferita gli faceva male. Vide la madre seduta vicino a lui,che gli sorrideva. I suoi occhi erano rossi di pianto.
Di fianco a lei c’era suo padre,con il volto nascosto tra le grandi mani. Tremava.
-Do-dove sono?-domandò.
-Al San Mungo,Remus.-rispose lei.
Il respiro di Remus accelerò.
-Cosa è successo? C-chi era? Eddy,come sta?
John Lupin alzò la testa e lo fissò.
-Eddy è morto,Remus.-disse.
-No. No!
Ma dallo sguardo del padre capiva che era la verità.
-Cosa è successo?-ripeté,in un grido disperato.
-Sei stato aggredito.
-Da cosa? Cos’era?
-Chi era.-lo corresse il padre.
Remus deglutì. La madre scoppiò a piangere.
-Remus,-proseguì il padre.
La sua voce era colma di dolore.
-Remus quello era un lupo mannaro. E ti ha morso.
Ci volle un po’ perché Remus capisse.
Quella sera c’era la luna piena. L’aveva ammirata dalla finestra del salotto. Senza sapere che un lupo mannaro era nei paraggi,e perdendo il controllo,era entrato nella sua cameretta.
E l’aveva morso.
Non c’erano rimedi per un morso di licantropo.
Sarebbe diventato un lupo mannaro anche lui.

 
Ciao!
Ecco il secondo capitolo … il rating,come avrete capito,è arancione per la scena di Greyback.
Ora,premetto che non conosco il calendario lunare del 1964,quindi non so quando di preciso c’era la luna piena in quell’anno. Nella mia storia Remus è stato morso in un giorno tra il 10 e il 15 giugno,ma potrei anche sbagliarmi. In questo caso mi scuso in anticipo.
Come sapete,Remus per molti anni non sa che è stato Greyback a morderlo,quindi è chiaro che i genitori non gliel’hanno detto. Lui pensa che si sia trattato solo di una terribile coincidenza.
Prima di lasciarvi,ringrazio George e Fred forever per aver recensito,e annasue per aver inserito la storia nelle seguite.
In tutto questa FF conta quattro capitolo,che pubblicherò a breve. All’inizio volevo scriverla tutta intera,ma mi sono resa conto che sarebbe stata troppo lunga,quindi l’ho divisa.
Credo non ci sia null’altro da aggiungere,quindi vi saluto!
Marghe  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3.Un modo per guarire ***


Capitolo 3.
Un modo per guarire

 
Un lupo mannaro. Ecco cosa sarebbe stato per il resto della sua vita. Un mostro.
Non c’era un rimedio.
Era passato quasi un mese da quando era stato morso. Era stato dimesso dal San Mungo,ma con i Lupin era rimasta una Guaritrice,perché li assistesse durante la trasformazione di Remus,che sarebbe avvenuta tra pochi giorni.
Questa era una donna grossa e dal cipiglio sicuro,probabilmente abituata alle mansioni più difficili.
Remus era caduto in uno stato di apatia che preoccupava lei ed entrambi i genitori.
Dopo aver scoperto cos’era successo,non aveva reagito in maniera violenta,come si erano aspettati. Si era chiuso in sé stesso,non parlava mai,a parte quando veniva interpellato. Mangiava poco,e non sembrava provare nessuna emozione.
In realtà,dietro questa maschera di indifferenza per la sua sorte,Remus moriva di rabbia. Perché era successo proprio a lui? Perché non c’era un modo per guarire?
Ormai aveva compreso la sua situazione.
Ad ogni luna piena si sarebbe trasformato e avrebbe perso il controllo. Avrebbe potuto mordere chiunque,anche i suoi genitori.
Non sarebbe mai andato a Hogwarts,ora che era un pericolo per chi lo circondava. Nessun preside con un briciolo di buon senso gli avrebbe permesso di frequentare la scuola. E così,il suo sogno più grande era andato distrutto.
Non avrebbe mai più avuto degli amici. Appena avessero scoperto cos’era,si sarebbero tutti allontanati come di fronte a puzzalinfa.
Ne aveva già avuto le prove.
Erano tornati a vivere nella casa in campagna,perché era più isolata rispetto alla casetta sulla spiaggia in Cornovaglia.
Remus era stato inizialmente contrario all’idea di tornare. Nonostante tutto quello che era capitato,non aveva dimenticato che Greyback voleva vendicarsi del padre. Quando aveva esposto ai genitori questo problema,erano scoppiati a piangere.
Ma al suo ritorno non era stato accolto con calore e affetto dagli abitanti del villaggio. Anzi,lo avevano trattato con freddezza,nessuno si era fermato a parlare con i genitori. I bambini con cui giocava,i suoi amici,non  venivano più a trovarlo,e quando lui andava in paese con la madre,se li incontrava,loro lo ignoravano.
La gente gli stava alla larga.
L’esperienza peggiore l’aveva avuta due giorni prima. Remus era andato al villaggio con la madre,che doveva comprare alcuni ingredienti per una pozione antilumache.
Di solito compravano il materiale per le pozioni in una piccola farmacia gestita da un vecchio mago di nome Wilkins,in buoni rapporti con i Lupin.
Ma,nel momento in cui Annabel aveva messo piede nel negozio,seguita dal figlio,Wilkins l’aveva cacciata.
-Gli animali entrano nel mio negozio solo all’interno di barattoli e scatole!-aveva detto.
La madre,umiliata e indignata,era scoppiata a piangere.
-Siamo amici,Wilikns!-aveva risposto.
-Il fatto che siete stati miei clienti non fa di voi dei miei amici!
-Lei … e tutti voi del villaggio che parlate alle spalle … siete tutti degli stronzi infami!
Era la prima volta che Remus aveva sentito la madre dire una parolaccia. Doveva essere proprio arrabbiata.
Poi l’aveva preso per mano ed erano tornati in fretta a casa,le lacrime sulle guance di lei.
Anche a Remus veniva da piangere,ma era troppo orgoglioso per farsi vedere debole,voleva consolarla in qualche modo.
 
E suo padre era stato licenziato. Questo i genitori non gliel’avevano detto,ma lui li aveva sentiti discutere sull’indifferenza dei colleghi e del capo di papà,che invece di stargli vicino e dargli una mano,si erano sbarazzati di lui.
Remus poi sentiva tremendamente la mancanza di Eddy,che era stato il suo compagni di giochi fin dalla sua nascita.
Se almeno ci fosse stato lui,non gli avrebbe pesato molto il fatto di non avere più amici.
Ricordava benissimo il momento in cui il lupo mannaro aveva dilaniato la carne dell’elfo,che si era messo in mezzo per difenderlo. Aveva dato la vita per lui.
A peggiorare le cose,ora che il padre non aveva più il lavoro,i suoi genitori avevano cominciato a  viaggiare per tutto il paese in cerca di qualcuno che li potesse aiutare.
Nemmeno gli zii venivano più a trovarli. Non rispondevano nemmeno alla posta che Annabel mandava loro. Remus non aveva più notizie del cugino di Hogwarts.
 
La trasformazione fu terribile. Non aveva mai provato un dolore così forte nemmeno quando i denti del lupo gli erano penetrati nella carne.
Aveva pensato che sarebbe morto o impazzito. Aveva gridato così tanto che di sicuro si sarebbe risvegliato con il mal di gola.
Era come se la pelle gli si strappasse,come se avesse qualcosa dentro che gli lacerava le carni per poter uscire.
Inoltre il panico che provava per la paura di fare del male a qualcuno,lo aveva fatto star male tutto il giorno. La nausea non gli aveva permesso di mangiare,la voglia di fuggire da sé stesso era incontrollabile.
Ma la cosa peggiore era certamente il fatto di non avere nemmeno un ricordo di quello che successe,a parte gli spasimi e le sofferenze della trasformazione.
Il pensiero che tutto questo avrebbe avuto una frequenza mensile era orribile. Perché non farla finita e basta? Perché il licantropo non l’aveva ucciso? Sarebbe stato tutto più semplice.
 
I mesi passavano in fretta. Ogni volta che Remus si risvegliava da una trasformazione,afflitto e sfinito,provava sollievo all’idea che mancasse ancora un mese alla prossima trasformazione.
Ma quel mese scorreva sempre più in fretta di quanto desiderasse,e tutto ricominciava da capo.
Le visite al San Mungo diventarono piuttosto frequenti per un certo periodo,perché durante la sua trasformazione in lupo,Remus si faceva spesso del male.
Ad un certo punto,però,i genitori avevano smesso di portarcelo. Remus li aveva sentiti parlare con la Guaritrice,dicendo che “nemmeno al San Mungo piacciono quelli come Remus”.
Il padre non trovava un lavoro,e ben presto furono costretti a vendere tutto. Anche la casa in campagna. Con i soldi ricavati,iniziarono un viaggio per l’Inghilterra,come dei vagabondi,in cerca di qualcuno che potesse aiutarli nel trovare una cura.
Entrambi i genitori si davano da fare per cercare un rimedio alla licantropia del figlio. Lui,invece,aveva perso ogni speranza fin dall’inizio.
Tutti quei viaggi,quelle preghiere,quei tentativi,gli sembravano inutili. Erano solo illusioni,vane speranze,che presto si tramutavano in delusione. Ogni volta per i genitori era un duro colpo da assorbire.
Anche per Remus lo era,ma cercava di non darlo a vedere.
Era diventato abbastanza maturo da sapere,nel suo cuore,che era tutto inutile.
I suoi genitori avrebbero fatto meglio a trovarsi un nuovo lavoro e ad abbandonarlo.
Di solito i lupi mannari non crescevano con le famiglie. Ad ogni trasformazione Remus correva il rischio di morderli.
Se fosse stato libero,se lo avessero abbandonato,sarebbero stati al sicuro.
Il giorno del suo quinto compleanno erano da qualche parte nel Surrey. Per tirargli su il morale dopo l’ennesima delusione,i genitori decisero di portarlo a una fiera lì vicino.
Gli comprarono lo zucchero filato,e Remus lo divise con loro. Nonostante la giovane età,si rendeva conto delle difficoltà economiche che gravavano sulla sua famiglia.
Erano mesi che non compravano un vestito nuovo,o un libro. Né per loro,né per il figlio.
Quel giorno Remus indossava calzoni rattoppati sulle ginocchia,piuttosto malridotti. Il padre aveva una camicia sbiadita che indossava da tre giorni. Il viso,un tempo bello,era scavato e stanco,la barba lunga e poco curata. La madre aveva le occhiaie e i capelli spettinati.
Sembravano poveri. Erano poveri.
Nemmeno le meraviglie della fiera fecero sentire meglio Remus.
Passarono la notte in una squallida locanda,e il mattino dopo erano già partiti per il Berkshire.
 
Passarono quattro anni.
Era il giorno del nono compleanno di Remus. Nonostante avesse solo cinque anni in più di quando era stato morso,era molto diverso.
Era più alto,più magro e più pallido,oltre che più trasandato che mai. Stava imparando a ricucirsi i vestiti da solo,per non dover gravare la madre di troppo lavoro. Aveva cicatrici su tutto il corpo,e l’aria malaticcia e stanca.
A stufarlo era soprattutto il comportamento dei genitori,che in tutti quei mesi non avevano ancora perso la speranza.
Remus capiva che erano stanchi,perché avevano perso l’energia con cui viaggiavano un tempo. Ora si fermavano nello stesso posto per più tempo. Ma nessuno dei due aveva ancora detto basta.
La Guaritrice non era più con loro,perché ormai i Lupin erano in gardo di gestire al situazione da soli.
Erano appena arrivati a Londra,e avevano trovato un ostello Babbano in cui alloggiare per pochi soldi.
-E’ il tuo compleanno,Remus. Come lo vuoi festeggiare?-chiese il padre.
Remus scosse le spalle.
-Non mi interessa.- rispose.
Il padre sorrise,e gli si avvicinò.
-Andiamo a Diagon Alley,non è distante da qui.-gli disse.
-A Diagon Alley? Per fare cosa? Per incontrare un altro a cui chiedere se sa come guarirmi?
-Ma no!-rise il padre,ma Remus capì che era così.
Si alzò di scatto dalla sedia,e andò alla finestra,che dava su una squallida via londinese.
-Sono stufo!-gridò.
-Remus … -iniziò la madre.
-No! Basta!-tuonò il bambino-Non ce la faccio più a girare per l’Inghilterra! Non lo capite che non c’è un modo per guarirmi!
-Noi lo facciamo per te.-mormorò lei.
-Se volete fare qualcosa per me,smettetela di farvi illusioni! Io non voglio continuare a seguirvi! Voglio un posto in cui restare!
-Ma …
-Voglio degli amici! –la interruppe Remus -Ma tanto non potrò mai averli.
-Remus,non dire così. Non è vero.-cominciò il padre.
Ormai il bambino aveva le lacrime agli occhi.
-Dovete arrendervi! Dovete arrendervi!
-Noi non ci possiamo arrendere. Sei nostro figlio,e dobbiamo garantirti un futuro.
-Un futuro? Quale futuro!-gridò lui-Non andrò mai a Hogwarts,lo sapete benissimo anche voi! E non avrò un lavoro. Il meglio che possiate fare è lasciarmi con quelli come me!
-MAI!-urlò il padre,con un tono autoritario che Remus non aveva mai sentito nella sua voce.
Alzò lo sguardo per vederlo meglio. Aveva un’espressione decisa,lo fissava come se stesse per scoppiare.
-Non ti permettere mai più di dire una cosa simile. Io e tua madre non ti lasceremo andare con loro. Non ti abbandoneremo. Vuoi davvero diventare come loro?
-Lo sono già.-ribatté Remus.
-No. Tu non sei come loro. Non sei come chi ti ha morso.
-Ah,no?
-Tu non sei malvagio,Remus. Non faresti mai ciò che lui ha fatto a te. Almeno,non di tua volontà.
Altre lacrime scesero sulle guancie di Remus,ma questa volta erano lacrime di gratitudine. Anche se non era d’accordo sull’ultima frase. Aveva perdonato,infatti,chi l’aveva morso. Ormai sapeva come ci si sentiva durante la trasformazione. La fame,la voglia di mordere qualcuno. Era ovvio che nemmeno chi l’aveva morso in realtà desiderasse farlo.
Ma la cosa importante era che i genitori avevano fiducia in lui. Gli volevano bene,e credevano nelle sue capacità. E lui era stato un egoista. Un egoista,a pretendere che loro non avessero a cuore la sua situazione. Era stato lui a sbagliare,a giudicarli male. Era il loro unico figlio,dopotutto,e non aveva più intenzione di deluderli. Se loro continuavano a sperare,ad insistere,l’avrebbe fatto anche lui.
-Ma non esiste un modo per guarire.- disse,accennando un sorriso.
-No. Probabilmente no.-convenne il padre -Ma noi continueremo a cercare.
Si abbracciarono,e per la prima volta da anni,Remus rise di una risata vera,allegra,fiduciosa.
Non importava cosa era diventato. Era sempre lui,Remus John Lupin,e doveva esserne orgoglioso.
Poteva scegliere chi essere,da che parte stare,e finalmente l’aveva capito.
Poteva anche cambiare nell’aspetto,ma non nell’anima.

 
Ecco il penultimo capitolo,
E’ il più lungo dei quattro,e forse anche quello più malinconico. In realtà,come sappiamo,nei libri Lupin non è una persona depressa e non passa il tempo a piangersi addosso.
Ma,secondo me,all’inizio deve aver passato un periodo di rabbia e sconforto,visto che la sua vita è cambiata completamente. Ha perso gli amici,la casa,non è più benestante e tutti,a parte i genitori,lo odiano.
Però alla fine del capitolo capisce che non tutto è perduto e che può ancora riscattarsi.
Inoltre,come si legge all’inizio del capitolo e alla fine,non sa ancora che è stato Greyback a morderlo.
Mi piacerebbe scrivere una FF del momento in cui scopre la verità,ma non farà parte di questa.
Mi pare di aver finito.
Ringrazio Sara_Snape per aver inserito la storia tra le ricordate e Narcissa_Merope11 per averla messa tra le seguite.
Un grazie anche a tutti gli altri che leggeranno e magari recensiranno.
Il prossimo capitolo è l’ultimo … e ci sarà un altro personaggio che conosciamo già.
Ciao!
Marghe 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4.Il preside di Hogwarts ***


Capitolo 4.
Il preside di Hogwarts

 

Era un rigido mattino di gennaio. I Lupin si trovavano a Hogsmeade,alloggiati alla Testa di Porco. John,seduto sul letto,teneva un braccio sulla spalla del figlio,per rassicurarlo. Stavano aspettando Albus Silente,preside di Hogwarts.
Remus sapeva che era improbabile essere ammesso,date le sue condizioni,ma,ora che aveva ricominciato a sperare,non aveva intenzione di smettere.
Ed era proprio della sua ammissione che dovevano discutere.
La madre era seduta vicino a lui,le mani tremanti.
-Andrà tutto bene,mamma.-le disse Remus -Guarda il lato positivo. Se non andrò a Hogwarts passerò più tempo con te.
I genitori ridacchiarono,ma l’agitazione non si dileguò dai loro volti.
Remus studiò sé stesso e loro. Erano più poveri che mai,indossavano i loro vestiti più belli,che però erano comunque sgualciti e rattoppati qua e là.
Sapeva che il suo aspetto non era migliore. Magro e dall’aria malaticcia,una vecchia strega l’aveva guardato con apprensione quella mattina,pensando che stesse per svenire.
Qualcuno bussò alla porta. Remus trasse un profondo respiro,mentre il padre andava ad aprire.
Il locandiere accompagnava un uomo alto e magro,con i capelli e la barba argentati,lunghi fino alla vita. Aveva gli occhi azzurri e lo sguardo gentile,occhiali a mezzaluna posati sul naso. Indossava una bellissima veste viola scuro.
Remus non poté trattenere un’esclamazione sorpresa di fronte a tanta magnificenza. Quello era Albus Silente,mago straordinario,e forse anche il più famoso di tutta l’Inghilterra,dopo Merlino.
I genitori di Remus gli avevano parlato molto bene di lui. Quando loro avevano frequentato Hogwarts,Silente insegnava Trasfigurazione,ed era il loro professore preferito.
-Che piacere rivedervi,John,Annabel!-esclamò lui entrando.
La sua voce era calda e rassicurante. Il locandiere uscì,chiudendo la porta,senza quasi essere notato.
-Salve,professor Silente!-lo salutò John.
-Ho ricevuto una vostra lettera in cui mi avete scritto che volete discutere con me di una questione … -cominciò Silente.
Si voltò verso Remus,sorridendogli.
-Che riguarda vostro figlio. Remus,vero?-concluse.
-Esatto.-confermò John.
Remus si fece avanti timidamente. Chinò leggermente il capo,in segno di saluto.
Poi tornò ad osservare il mago. Silente ricambiò il suo sguardo.
Come si sentiva strano! Gli occhi intelligenti del mago erano tanto penetranti che sembrava potessero leggergli dentro.
-Hai un’espressione acuta e gentile,Remus.-disse Silente.
Il ragazzo si sentì arrossire.
-Nostro figlio compirà undici anni a marzo.-proseguì timidamente John -Vorremmo che avesse la possibilità di frequentare Hogwarts.
Silente sorrise.
-Non c’è problema! Riceverà la sua lettera a tempo debito.- disse.
-Sì. Ma … vede,professor Silente … c’è una cosa che lei non sa.
Silente osservò di nuovo Remus,in silenzio. Nonostante le sue parole,Remus ebbe la certezza che fosse già a conoscenza del suo problema.
-Allora spiegatemi … -disse.
Si accomodarono sulle sedie,e Silente fece apparire dal nulla una bottiglia e quattro bicchieri.
Remus non poteva non notare che Silente continuava a lanciargli occhiate. Ma i suoi occhi erano allegri,simpatici,benevoli,non ostili o freddi.
John prese un sorso di idromele e poi si schiarì la voce.
-Professor Silente,mio figlio … mio figlio è … è stato morso da un licantropo quando aveva quattro anni.
L’espressione di Silente si fece più triste. Annuì,mestamente.
-Ho capito. -disse.
-E’ un lupo mannaro.-proseguì John. -Ma è un bambino molto intelligente. Vorremmo che potesse studiare a Hogwarts,come tutti i ragazzi della sua età.
Silente annuì di nuovo,questa volta sorridendo.
-Desideri davvero andare a Hogwarts?-domandò,rivolto a Remus,
Lui annuì,ma non riuscì a dire niente. Gli mancava il fiato.
-Non vedo quale sia il problema,allora!-esclamò Silente,con un sorriso.
-Co-come … ?-fece Annabel.
-Se Remus ha davvero voglia di diventare un buon mago,non capisco perché dovrei privarlo di questa possibilità!
-Quindi … ma …
-Vostro figlio mi sembra sincero. Dovrei impedirgli di vivere ventotto,ventinove giorni di possibilità di diventare un buon mago,a causa di una sola notte in cui …  be’,perde un po’ la ragione?
Sorrise.
Annabel scoppiò a piangere.
-Grazie,grazie!-gridò,inginocchiandosi ai piedi di Silente.
Il mago la fece rialzare.
-Non ce n’è bisogno,Annabel. -disse.
Il cuore di Remus aveva cominciato a battere con più energia.
-Ma come farà per … le notti di luna piena?-domandò John.
-Oh,non vi preoccupate di questo.-fece Silente,agitando una mano-Me ne occuperò personalmente.
Anche John aveva gli occhi lucidi.
-Davvero,professor Silente. Non so come ringraziarla.
-L’unico modo che avete per ringraziarmi è non abbandonare vostro figlio e credere in lui. E mi sembra che lo stiate già facendo.
-Sì,sì.
-Molto bene,allora.-concluse Silente,alzandosi.
I bicchieri e la bottiglia sparirono.
Poi si voltò verso Remus,che scoppiava di gratitudine.
-Tu,invece,Remus,promettimi che non sprecherai la possibilità che ti offro comportandoti da sciocco e irresponsabile.
-Lo prometto.-riuscì a dire Remus.
Il rispetto e l’ammirazione per quel mago erano decisamente cresciute rispetto a quando era giunto ad Hogsmeade per incontrarlo.
Gli era riconoscente di tutto. Grazie a lui aveva la possibilità di studiare e,forse,anche di avere degli amici.
Strinse la mano a Silente,e poco dopo questi se ne andò.
Rimasti soli,i genitori e il figlio si scambiarono un’occhiata. John ed Annabel avevano le lacrime agli occhi e sorridevano.
-Si! Evviva!-gridò Remus.
Corse verso i genitori e si abbracciarono,felici e giubilanti.
Una nuova vita lo stava aspettando.
 
 
Ed ecco a voi l’ultimo capitolo!
Qui la storia si conclude,perché quando Remus va ad Hogwarts termina in un certo senso la fase della sia infanzia,o periodo Pre-Malandrini,o come preferite chiamarlo.
Ringrazio J O A N per aver inserito la storia nelle preferite,e Fellibyl nelle seguite.
Mi farebbe piacere che mi lasciaste una recensione,per sapere se la storia vi è piaciuta oppure no. Grazie anche a tutti quelli che hanno letto o che leggeranno.
Vi saluto,
Marghe

  

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