I give my heart, cause nothing can compare in this world to you.

di Destroyer Cactus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- flashback. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** -Capitolo 1 ***


Cosa ci facevo io in una casa al mare?
 

Non ne ho la più pallida idea, fatto sta che io ero li e quella mattina mi svegliai in un letto che non era mio. Ai piedi del letto c'erano cinque ragazzi sorridenti che parlavano tra di loro.

 
"Ma che cazz..?" dissi un po' rintronata..
"FINALMENTE TI SEI SVEGLIATA!" disse un ragazzo molto alto con gli occhi dannatamente azzurri.
"Ma chi siete? Dove sono? Perchè? Da quando?"
"Piacere, sono Matt!" disse uno dei ragazzi, era alto e pieno di muscoli e tatuaggi da far paura. "Ti abbiamo trovata sulla spiaggia l'altra notte, eri stesa per terra e pensavamo avessi bevuto un po' troppo, allora siamo venuti ad aiutarti, ma abbiamo notato che eri priva di sensi." continuò il ragazzo.
"Devi aver preso proprio una bella botta!" Disse il più basso dei ragazzi "Comunque io sono Johnny!"
 
OK, OK, OK, CERCA DI FOCALIZZARE, CRISTINA, COSA HAI FATTO L'ALTRA SERA? BOH.
DOVE ABITI? IN UNA CASA CON UN CANE E UN GATTO. E CHI GLI DA DA MANGIARE?? ODDIO! CALMA! QUANTI ANNI HAI? QUESTA VOLTA NON MI FREGHI CERVELLO! NE HO 16.. O 17? BOH.
CERVELLO? RIPRENDITI CAVOLO! NON SAI DOVE SEI, CHI SONO E COSA CI FAI QUI. MAGARI SONO DEI MATTI. NO, PENSA POSITIVO, PENSA POSITIVO.

 
"Ooook ragazzi, io non so chi voi siate e non mi ricordo proprio un bel niente!"
"Magari hai perso la memoria ahahhahah" disse un ragazzo dai capelli neri e gli occhi scuri che se ne stava seduto su uno sgabello con una chitarra in mano.
Deve essermi spuntato un punto interrogativo in faccia, diavolo.
"Brian, chiamami Gates."
"Non è una bella cosa se ho perso la memoria, BRIAN."
"Era per dire.." disse lui un po' scazzato.
"Scusalo, è permaloso. Io sono Zacky, piacere."
"Eh già, quell'idiota è prorpio un permalosino. Jimmy, baby!" Disse il ragazzo che aveva parlato appena mi ero svegliata.
 
BEL CASINO CRI! ADESSO CHE FAI EH? PENSA POSITIVO, PENSA POSITIVO.
 
"Beh ragazzi, grazie. Io sono Cristina e ho sedici o diciassette anni, non me lo ricordo. Non mi ricordo nè dove abito nè come faccio di cognome nè che ci facevo l'altra sera in spiaggia.."
"Hai sbattuto la testa.." disse Matt
"LO DICEVO IO CHE AVEVA PERSO LA MEMORIA!" sbraitò Brian alzandosi dallo sgabello.
"State calmi cacchio, almeno sa come si chiama!" disse Johnny "vuoi farti una doccia?" continuò.
Lo guardai come se mi avesse appena offerto diecimila dollari.
"SI, VI PREGO!"
"Ci sono dei vestiti della mia ragazza di la, credo che ti possano andare bene, te li metto qui sul letto" disse Matt.
"Grazie mille ragazzi! Ma.. Voi chi siete? Cioè siete tipo un gruppo musicale? Ci saranno 60 chitarre in questa stanza.."
"Si Cristi, posso vero?" chiese Jimmy
"Certo" risposi io con un sorriso che andava da un orecchio all' altro.
"Avenged Sevenfold!" Gridò Brian e Johnny alzò subito in alto il braccio facendo le corna con la mano.
 
OK, QUESTI NON SONO NORMALI, TUTTO APOSTO, APPENA FINISCI LA DOCCIA TI CAMBI E TE NE VAI E POI GLI SPEDISCI I VESTITI LAVATI. QUALCOSA TI TORNERA' IN MENTE MENTRE SEI SULLA STADA DI CASA, E' CERTO SCIMMIA. E SE POI MI PERDO? E SE MI RAPISCONO GLI ALIENI? E SE MI INVESTE UNA MACCHINA? VABE' PRIMA ESCO DI QUI POI CI PENSO CON CALMA.
 
"SONO PRONTAAAAAAAAAAAAAAA!"
"Finalmente Cristi, ci hai messo seicento anni a cambiarti!" disse Jimmy con un gran sorriso.
"Scusa, sono un po' lenta.."
"Hai fame?" chiese Zacky.
Altra domanda alla quale credo di aver risposto con un sorriso che faceva il giro della faccia.
"ZACKYYYYY AMORE MIOOOOOOOOOOOOOOO PREPARA DEL CIIIIIIIIIBOOOOOOOOOOOOOOO HO UNA FAME BESTIALEEEEEEEEEEEEE!" urlò Brian dalla cucina.
"Arrangiati scimmione, hai due mani e sai usarle! Cristi è un' ospite, tu qui ci vivi!" ribattè Zacky un po' innervosito.
"Dai, poverino" dissi io.
"JIMMYYYYYYYYYY VOGLIO LE FRITTELLEEEEEEEEEEEEEE!!!!" urlò di nuovo Brian.
"Cacchio Syn sei uno scansafatiche! Arrivo, idiota." gli gridò di rimando Jimmy.
 
DAI, NON SONO POI COSI' MALE, CERTO UN PO' TATUATI ED ENORMI, MA FANNO UN SACCO RIDERE E SONO GENTILI. MI PIACE STARE QUI'.
 
"Cristi, ho chiamato il dottore, verrà tra un paio d'ore, almeno finalmente capiremo cosa ti è successo" disse Matt.
"Grazie mille ragazzi, cioè, magari se non fosse stato per voi non sarei quì" dissi io facendo gli occhioni
"Ehy baby, devi ringraziare solo ME. Non ero ancora ubriaco marcio!" Disse Brian.
"Sei sempre il solito!" disse Jimmy.
"OHH, GRAZIE MILLE BIAN, MI HAI SALVATO LA VIIIIIIIIIIIITA!" Dissi io in tono scherzoso.
Tutti risero e io per il primo momento da quando mi ero svegliata non mi sentii fuori luogo.
 
*din don*
Matt si avviò ad aprire la porta ed entrò in casa un uomo sulla cinquantina con pochi capelli e una valigetta in mano. "Venga dottor Stewart, si accomodi pure, adesso faccio venire la ragazza."
"Fai pure con comodo Matt.." disse il dottore con un sorriso appena accennato.
 
"Ciao, sono il dottor Stewart, tu sei"
"Cristina"
"Quanti anni hai Cristina?"
"Sedici o diciassette, non mi ricordo"
"Hai battuto la testa?"
"Non mi ricordo"
Il dottore alzò lo sguardo e Jimmy che era in piedi dietro di me disse "L'altra sera era sulla spiaggia senza sensi, l'ambulanza non è arrivata, forse perchè credeva che scherzassimo, non lo so. Credi che, si, abbia battuto la testa e anche forte."
"Ok Jimmy, grazie. Sai dove abiti Cristina?"
"Ehm, si, non mi ricordo via e numero, so che vivo da sola con un cane e un gatto."
"I tuoi genitori?"
Rimasi in silenzio, non perchè non mi ricordassi. Anzi, era l'unica cosa certa che mi ricordavo. Loro non c'erano da un bel pezzo, da quel viaggio in Islanda e io li avevo aspettati per due anni. Dopo di che mi ero rassegnata, ma non mi andava di raccontarlo a loro.
"Boh" dissi sussurrando.
"Dobbiamo trovarli, magari pensano che tu sia scappata"
"Non mi ricordo nulla. Nemmeno come si chiama il mio gatto."
Il dottore mi guardo un attimo fissa negli occhi che mi si riempirono subito di lacrime.
"Cristina puoi andare di la, lascio tutto quello che devo lasciare a Jimmy, poi ne parlerai con i ragazzi."
"Grazie" dissi io con la voce spezzata dal pianto.
 
NON TE NE ANDARE CRISTINA, RESTA QUI E ASCOLTA COSA SI DICONO.

 
"..Tac al cervello..memoria..mesi.."
Ci capii ben poco di quella conversazione e quando senti il rumore delle sedie decisi di andarmene.
In salotto c'erano tutti gli altri ragazzi intenti a guardare la TV, mi sedetti con loro e cominciammo a parlare e scherzare.
Dopo qualche minuto arrivò Jimmy che mi guardò con un sorriso e disse "Ti va di restare un po' di tempo qui con noi?" io tergiversai un po' e  Jimmy mi si avvicinò, mi guardò negli occhi e aveva un espressione che lasciava trapelare una frase "So tutto, stai tranquilla". I miei occhi si riempirono di lacrime di nuovo e feci cenno di si con la testa.
 
RESTO QUI' E NON CERCARE DI FERMARMI CERVELLINO. DEVO ALMENO RICORDARMI QUALCOSA PRIMA DI USCIRE DI QUI'!








Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfic in generale.
Ringrazio anticipatamente tutti quelli che la leggeranno e che recensiranno, spero vi piaccia.
Rebs

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ero in quella casa ormai da tre settimane e mi piaceva starci. Con i ragazzi si era creata un'amicizia bellissima. Eravamo ormai come fratelli.

Una notte ero stesa in cortile a guardare le stelle, mi ero quasi addormentata quando sentii una voce "Non è meglio che entri per dormire? Fa freddino" era Jimmy, stava in piedi con una spalla appoggiata allo stipite della porta. "Si papààà entro subito" dissi in tono scherzoso con un sorrisino. In un batter d'occhio Jimmy si era sdraiato affianco a me, tirò fuori dalla tasca della felpa un iPod e mi diede una cuffietta. "Con la musica è più bello" lo guardai un po' male ma accettai. La canzone che aveva fatto partire diceva:

"Your hazel green tint eyes watching every move I make.
And that feeling of doubt, it's erased.
I'll never feel alone again with you by my side.
You're the one, and in you I confide. And we have gone through good and bad times.
But your unconditional love was always on my mind.
You've been there from the start for me.
And your loves always been true as can be.
I give my heart to you.
I give my heart, cause nothing can compare in this world to you."


Mi ero girata su un fianco a guardare Jimmy, che teneva gli occhi chiusi e le mani sulla pancia. Era incredibilmente bello quel ragazzo, certo, erano tutti carini ma lui aveva qualcosa in più secondo me e credo che quel qualcosa fossero gli occhi, azzurri come il cielo che ti prendevano per non lasciarti più.
"Ti piace?" Chiese lui sottovoce, "E' stupenda, le parole sono bellissime" dissi io arrossendo "Grazie" disse lui con un sorrisino "Grazie?" "Certo, siamo noi. Avenged Sevenfold" "Siete bravissimi" dissi tornando stesa a pancia in su.
Avevo le braccia stese lungo il corpo, dopo pochi secondi da quando ero tornata stesa sentii la mano di Jimmy che prendeva la mia, al che girai la faccia verso di lui, lui fece lo stesso e ci guardammo per un tempo che credo sia stato infinito. Quello sguardo valeva più di cinquecento baci; era stato magico. Mi avvicinai a lui, mi abbracciò e ci addormentammo lì.

Il mattino seguente fummo svegliati da un gavettone di Brian e dalle risate di Zacky e Johnny "PICCIONCIIIIIIINIIIIII" gridava Brian correndo per il giardino, io ero imbarazzatissima, mi alzai di scatto e me ne andai veloce.
Dalla mia camera sentivo Jimmy discutere con i ragazzi.
"Dovevate lasciarci stare, idioti! Non avete un briciolo di cervello! Ce l'avevo quasi fatta!"
"A fare cosa, Jimmy?" chiese Johnny
"Lascia stare! Siete dei deficienti e non avete nemmeno un po' di buon senso! Andate a giocare, bambinetti!"

Mi stavo cambiando i vestiti quando sentii bussare alla porta della camera "Chi è?" "Sono Zacky" "Cosa vuoi?" "Posso entrare?" "Ti ho fatto una domanda. Cosa vuoi?" "Parlare.." "Non mi va, scusa." "Ok" disse entrando in camera. "Ti ho detto che non voglio parlare." "Puoi almeno ascoltarmi?" "Seh." Zacky si sedette sul letto e io mi misi in piedi. "Scusa per lo scherzo di prima, è stata tutta una mia idea." "Ok, hai finito?" "No." "Cos'altro c'è?" "Gli piaci." "Ma a chi?" "Al cane! No, davvero, a Jimmy." "Dai  Zacky.. Smettila di scherzare, non sono in vena di scherzi stamattina." "Non scherzo."  Detto questo si alzò e uscì dalla mia camera senza nemmeno salutare.

"Gli piaci" , gli pianccio? Io? Voglio dire; avrà cinque o sei anni in più di me. Non posso piacergli. Non io. Certo che mi piace anche lui, che domande. Ma cosa devo fare? Niente. Ecco cosa farò: esattamente NIENTE. Farò come se non sapessi nulla.

Andai in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare, i ragazzi erano usciti. Credevo fossero usciti tutti ma mentre ero davanti al frigorifero sentii qualcuno toccarmi i fianchi, ma non come facevano di solito per scherzare. Era Jimmy. Mi si avvicinò all'orecchio e mi sussurrò "Buongiorno piccola" poi mi diede un bacio sulla guancia e si sedette al tavolo "Ciao gigante" dissi io con un sorriso "Vuoi mangiare qualcosa? Mi sto facendo un toast." "No grazie, piccola, non ho fame."

C'era qualcosa di strano: Jimmy mi aveva sempre chiamato "piccola", ma non in quel modo. Forse Zacky aveva ragione? No, no, no e no. Non era possibile. Non poteva essere vero.

Mangiai il toast in silenzio e poi mi alzai per mettere in ordine. Stavo uscendo dalla cucina quando Jimmy mi prese la mano, io mi girai di scatto e mi trovai i suoi occhi azzurri puntati addosso e mi abbracciò stretta, io mi divincolai da quell' abbraccio e gridai "Vado a fare un giro in spiaggia, gigante. Ci vediamo dopo!" Jimmy si limitò a mugugnare un ciao e io uscii. Dovevo pensare. Da sola.








I'm back! Nuovo capitolo della storia. Spero che vi piaccia e ringrazio Alisea che mi ha recensito.
Tornerò presto ^^
Destoryer Cactus

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Jimmy è grande per me, ma mi piace da morire ed è proprio questo che mi distrugge, voglio dire, mi è già successo di trovare carini dei ragazzi più grandi, ma io non piacevo a loro ed era più semplice. Un bel pianto e passava tutto. Così però mai. Cosa dovrei fare?
 
"CRIIS!! DOVE DIAVOLO TI SEI CACCIATAAAA??" Gridava Matt, praticamente dall' altra parte della spiaggia, "SONO QUI' MATT! ARRIVOOOO!"
Appena arrivai da lui mi mise un braccio attorno alle spalle e mi disse "Jimmy mi ha detto che ieri sera ti ha fatto ascoltare 'Warmness on the Soul'" "mi ha fatto ascoltare che?" "La canzone!" "Aaaaaah, sisi tutto chiaro. E' veramente bella" "Grazie scimmietta! Andiamo a casa che ci aspettano." Sulla strada di casa cantammo insieme Walk dei Pantera, poi Matt mi raccontò del gruppo, di quando e come erano nati, di Brian e Johnny che erano arrivati dopo, degli album e dei live.
Diceva che era il più bel regalo che la vita gli avesse mai fatto e che erano una famiglia.
Quando arrivammo a casa ci apri Brian che aveva in braccio un piccolo maltese bianco "E chi è?" chiesi io, già innamorata di quel cagnolino completamente bianco, "Lei è Pinkly, e sembra già che tu le piaccia!" feci due carezze al cane e poi andai in salotto. Seduti sul divano c'erano Jimmy e Zacky. Dalla cucina provenne la voce di Johnny "Ciao criiiis!" "Ciao gnomo!" gli gridai io di rimando.
Tra i due ragazzi seduti sul divano c'era un po' di spazio e decisi di sedermi lì.  Guardai Jimmy che non mi degnò di uno sguardo, allora mi rivolsi e Zacky e gli indicai Jimmy, lui mi fece segno "dopo" con la mano e ricominciò a guardare la TV.
"Cris! Allora vieni con noi?" Chiese Matt dalla sua stanza "Dove?" "A registrare i making of delle canzoni del nuovo album." "Va bene!" "Usciamo tra un paio d'ore!"
Uscii di casa e andai in cortile a giocare con Pinkly, dopo una ventina di minuti arrivò un Audi nera sopra alla quale c'erano tre ragazze. Scesero e mi venirono in contro "Ciao, io sono Gena, la ragazza di Zacky" "E io sono Valary, la ragazza di Matt, ma chiamami Val." dissero le due ragazze bionde, la mora si limitò ad un "Michelle, sto con Bian."  "Piacere di conoscervi, io sono.." "Lo sappiamo chi sei Cristina!" disse Gena con un gran sorriso. "Vieni anche tu a vedere i ragazzi?" mi chiese Val "Si, mi hanno chiesto di venire." "Val, io non vengo. Devo andare a fare la spesa, chissà cos'hanno mangiato i ragazzi in queste ultime tre settimane.." Disse Michelle "Quindi anche voi vivete quì?" chiesi io, anche se sapevo già la risposta. "Si, ma in queste tre settimane siamo andate in vacanza tra di noi.. Ma ragazza tu hai bisogno di una sistematina, non puoi certo venire a vedere i ragazzi conciata così!" "Dici eh? In effetti sono tre settimane che mi arrangio con i vestiti di Valary, a proposito scusa.." "Tranquilla, non c'è problema. Per me va benissimo!" disse Val mentre scaricava le valigie dalla macchina. Entrammo in casa per appoggiare le valigie, le ragazze salutarono i loro ragazzi e Gena annunciò "Porto Cris a casa mia, così la vesto e poi ci troviamo quì".
Jimmy era sempre sul divano a fissare la TV, aveva giusto salutato le ragazze appena erano entrate e poi era tornato con lo sguardo passivo davanti alle immagini che scorrevano.
Mi avvicinai a lui, gli stampai un bacio sulla guancia e gli sussurrai all'oreccio "vado a farmi bella, gigante" lui si girò e mi guardò come mi aveva guardato la notte passata. Mi alzai e raggiunsi Gena in macchina.
 
Sei cotta, Cris! Però devi smetterla di trattarlo così e deciderti! Non puoi dormirci insieme, poi ignorarlo e in fine baciarlo! Non puoi essere lunatica in questa maniera! Deciditi!
 
Arrivammo a casa della ragazza e subito mi portò in camera sua. Era tutto assolutamente rosa. Io odiavo quel colore ma me lo feci andare bene. Prese dall' armadio un sacco di vestitini, minigonne e top corti. Io la fissavo come per dire "mi stai prendendo in giro, vero?" mi fissò qualche secondo, guardò i vestiti che aveva messo accostati sul letto e poi disse "Decisamente NO" infilò nuovamente tutto nell' armadio e poi trovò i vestiti giusti. Piacevano a lei e piacevano anche a me.
Shorts di jeans e una canottiera con un teschio; stava tirando fuori dalla scarpiera un paio di ballerine, io me ne accorsi "Piuttosto che mettere quelle cose vado in giro senza scarpe." le dissi acida "Ok, ho capito.. Per oggi puoi tenerti le tue scarpe da maschiaccio, però non durerà a lungo questa storia, sappilo!" tutte e due ci mettemmo a ridere, poi mi fece sedere e mi truccò. Mise tanta di quella matita nera che mi sembravo un panda, poi aggiunse altre cose di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. "Struccati stanotte, non voglio che ti si rovini la pelle" "Tranquilla, lo farò di certo" dissi mettendomi a ridere. Lei mi tirò un buffetto amichevole e si mise a sistemarmi i capelli. In cinque minuti riuscì a cambiarmi pettinatura tre volte, optando alla fine per il nastro rosso che avevo legato al polso. Andavo fin troppo bene.

Quando arrivammo dai ragazzi c'era una macchina parcheggiata in cortile "Adesso che torniamo noi, arrivano. Sembra che lo facciano apposta!" "Chi?" "Vedrai" disse Gena, il sorriso che aveva in faccia si spense di botto ed entrammo in casa. In salotto c'erano tre ragazzine intente a fotografarsi con i loro idoli, gli Avenged Sevenfold.
Mi arrabbiai in una maniera indescrivibile quando vidi una di loro che abbracciava Jimmy come se si fossero sempre conosciuti, mi avvicinai a loro per andare in cucina e, apposta casualmente urtai quella che aveva abbracciato Jimmy poco prima "Ehi, guarda dove vai, ragazzina!" mi disse lei scorbuticamente "se avessi voluto guardare dove andavo ti avrei colpita in pieno." le risposi io con un sorrisino. Cercai approvazione nello sguardo di Gena, che mi fece l'occhiolino coprendosi la bocca con una mano per evitare di ridere in faccia alla ragazza.

 
Cris, calmati! Non è il tuo ragazzo e, anche se lo fosse, è famoso ed è normale che faccia foto con delle ragazzine. Fai finta di nulla, avanti!
 

Prendemmo il pullmino dei ragazzi per andare allo studio che distava mezz'ora da casa. Arrivati in studio girarono un sacco tutti, tranne Jimmy. Dopo un' oretta fecero una pausa e Jimmy si avvicinò al pianoforte e suonò la canzone che mi aveva fatto sentire la notte precendente, io ero in piedi dietro di lui, gli andavi vicino e lo abbracciai stretta.
Tornammo a casa e fu una serata tranquilla. Mangiammo e ridemmo. Ognuno quella sera avrebbe dormito nella prorpia camera, non dove capitava come nelle settimane precedenti "Sono tornati i capi!" girdò Johnny, provocando l'ilarità generale.

Tutti dormivano, riuscivo a sentire i loro respiri pesanti. Ad un certo punto, verso le due, avvertì un rumore di passi. Qualcuno arrivò nella mia stanza. Io non mi mossi di un millimetro, mi si sedette vicino e cominciò a parlare, era Jimmy ed era convinto che dormissi.
 
"Vedi piccola, tu mi piaci. Mi piaci un sacco. Dal primo momento in cui ti ho vista sulla spiaggia senza sensi e ho deciso con gli altri di portarti qua, non ho dormito in tutto il tempo in cui hai dormito tu, ti ho controllata per una notte intera. Poi sono passate tre settimane e mi piaci ogni giorno di più. So che non sono bello come gli altri ragazzi ma non mi importa, mi piaci da impazzire e vorrei che tu contraccambiassi questo sentimento, ma non ti capisco. Prima dormiamo abbracciati, poi mi ignori e poi vieni a baciarmi, come se niente fosse. Ora dormi ed è meglio, perchè se fossi sveglia probabilmente non riuscirei a dirti nulla. MI PIACI."

"Anche tu mi piaci da impazzire, Jimmy." 

"Non dirmi che hai sentito tutto.."

"Dalla prima all' ultima parola."



Mi misi a sedere e lui si girò verso di me. Lo baciai. Fu il bacio più bello di tutti. Poi ci stendemmo e ci addormentammo insieme, abbracciati, come la notte precedente, l'unica differenza era che ora io e Jimmy eravamo una cosa unica.




Ciao bbbelli, sono ancora qui!
Il finale del capitolo è parecchio smielato ma boh, avevo la luna di traverso.
Tornerò presto.
Baci, baci.
Rebs, Destroyer Cactus

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La memoria mi era tornata tutta. Mi chiamo Cristina Boxten ho diciassette anni, il mio gatto si chiama Oliver e il mio cane Muso. Mi ricordo tutto e vivo con gli Avenged Sevenfold.
 

Era il giorno del nostro settimo mesiversario.
 

 
Quella mattina Jimmy si era svegliato con un sorriso strano, "Auguri Piccola" era la prima cosa che aveva detto "Auguri Gigante" gli avevo risposto. Andammo a fare colazione e tutto sembrava normale, ad un certo punto Jimmy iniziò a scambiarsi strane occhiatine con gli altri ragazzi.
 
Dai Cris, vivi con loro da otto mesi. Lo sai che sono strani e che hanno i loro segreti. Non devi preoccuparti troppo.
 
"Cris, oggi pomeriggio andiamo a fare shopping, questa sera ti portiamo in un bel posto!" aveva detto Val, poi si era scambiata un occhiata d'intesa con Gena, non aspettarono nemmeno la mia risposta e dissero "Alle 14 si esce!" e poi uscirono insieme.
I ragazzi erano andati allo studio di registrazione e io ero rimasta a casa da sola, stesa sul letto a fissare il soffitto e a pensare a quegli otto mesi che avevo passato in quella casa. Pensavo ai ragazzi:

A Zacky che era diventato il mio migliore amico;
a Matt che mi aveva sempre fatto da papà;
a Johnny che mi aveva sempre fatta ridere nei momenti di tristezza;
a Brian che, nonostante i litigi e le ostilità tra noi due, mi era sempre stato vicino.
E poi pensavo a Jimmy, che era diventato il mio ragazzo dopo appena un mese che vivevo con loro e che si era SEMPRE stato vicino. Come un migliore amico, un padre, un fratello. Era amore e ne ero certa.

 
Ad ora di pranzo i ragazzi tornarono, tutti tranne Jimmy "E' andato a fare una cosa.." mi disse Zacky quando gli chiesi dove fosse. Mi rassegnai all'idea che fosse rimasto in studio a scrivere qualcosa.
 
Quando io e le altre ragazze uscimmo Jimmy non era ancora tornato, chiesi a loro se sapessero dove fosse e mi risposero di no. Andammo in svariati negozi e provai come minimo una cinquantina di vestiti ma nessuno soddisfava nè me nè loro. Poi lo vidi e lo indicai alle altre "E' bellissimo!" esclamò Val, "Secondo me ti sta benissimo!" disse Gena. Lo provai ed era perfetto, senza spalline, nero con una fascia azzurra, come gli occhi di Jimmy, sotto il seno e mi arrivava appena sopra il ginocchio. Ci abbinammo un paio di scarpe nere con un  tacco dannatamente alto e poi andammo dalla parrucchiera. I miei capelli che fino a mezz'ora prima erano liscissimi divennero pieni di boccoli che mi ricadevano sulle spalle. Finito di acconciarmi i capelli passarono al trucco. Implorai Gena di lasciarmi il più naturale possibile "Tranquilla!" disse lei. Quando finì di truccarmi non sembrava nemmeno che fossi truccata.
Andammo a casa di Gena, mi vestirono e poi arrivò un' auto.
 
Era l'auto di Matt; le ragazze mi ci spinsero praticamente dentro e vidi che alla guida c'era Zacky in giacca e cravatta che mi disse "E' proprio bella questa sera signorina, lo sa?" "Smettila scimmia! Dove andiamo?" chiesi io imbarazzata, "sorpresa!" rispose lui. "Legati la benda sugli occhi e non fare in modo che debba usarla per impiccartici." disse lui in tono scherzoso "sempre gentile eh?" "certo baby!"
 
Dopo una ventina di minuti arrivammo a destinazione "Non mi state per buttare giù da una collina per liberarvi di me, vero?" "Ciao scimmietta, ci vediamo più tardi" disse lui, senza rispondere alla mia domanda. Qualcuno aprì la portiera e mi fece scendere, mi prese la mano e chiese "agitata, Cris?" riconobbi la voce di Brian e gli dissi "Con te vicino un pochino si, ma vedrò di fidarmi". Mi portò in una stanza buia, mi tolse la benda dagli occhi e mi disse sottovoce "buona fortuna, scimmia" non gli risposi e lasciai che i miei occhi si abituassero all' oscurità di quella stanza.
 
Dopo una manciata di secondi partì una canzone, la nostra canzone, la riconobbi dai primi due accordi di pianoforte. -Warmness on the Soul. La voce di Matt riempiva la stanza. Ad un certo punto vidi una luce accendersi, era l'accendino di Jimmy che si avvicinava sempre di più a me. Era bellissimo ed elegantissimo. Mi prese la mano e cominciammo a ballare. "Sei proprio una principessa, amore", per fortuna al buio non si vide quanto arrossii. Finita la canzone le luci iniziarono ad accendersi e vidi che al centro della sala c'era un tavolo, Jimmy mi ci fece sedere e ci guardammo negli occhi, senza bisogno di baci o parole.
 
Arrivò Johnny con il primo piatto e io guardai Jimmy sbalordita "Sei pazzo" "Di te!" esclamò lui "Ma non dire cavolate!" dissi io in tono ironico. Mangiammo tutto quello che Johnny ci portò. "Sta cucinando Matt, vero?" chiesi, come se non sapessi la risposta "E' ovvio, chi vuoi che facessi cucinare? Brian, che riesce a bruciare anche i toast?" "Sei il migliore, Gigante." "Tu lo sei, piccola".
 
Mentre aspettavamo il dolce Jimmy mi disse che doveva farmi vedere una cosa. Si sfilò la giacca e alzò la manica della camicia, sul suo braccio c'era un pezzo di pellicola trasparente tenuto fermo da del nastro di carta, sotto ad esso c'era un nuovo tatuaggio: "I give my heart to you, 'cause nothing can compare in this world to you, Cristina". Finimmo di mangiare e poi ballammo e ridemmo tutta la notte, ci addormentammo alle quattro del mattino, abbracciati, su un piccolo divano.
 
Ero la ragazza più felice del pianeta.
 


Il cactus è tornato! Quanto è tenero Jimmy *-*
Si, sono stata smielata anche in questo capitolo, ma non ci posso fare niente, sono così di natura. T_____T
*abbraccia tutti* al prossimo capitolo! :D
Rebs, Destroyer Cactus.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- flashback. ***


Flashback.

Aeroporto di Orange Country.

Perché siamo tutti in questo posto alle due di notte? Che diamine succede? Parenti dall’ Italia? Nonna Michela e nonno Angelo?
Ma che.
“Amore, mamma e papà vanno, ti chiamiamo presto.”
“Ma dove andate? Perché piangi, mamma?”
“Mamma ti ama tanto, ricordatelo.”
“Anche io mamma, me lo dici dove andate?”
“In un posto lontano, ricordati che ti amo. Tieni, i soldi per il pullman.”
“Ciao mamma”

Fu l’ultima cosa che le dissi, prima che mio padre la trascinasse via per un braccio, senza nemmeno salutarmi. Che bravo padre.
Presi il pullman e me ne tornai a casa, alle tre del mattino, a quattordici anni.


Ok, se volete uccidermi ne avete tutto il diritto, questo capitolo è orrendo: corto e insensato.
Ma io vi voglio bene e ve ne posto un altro.
Tanto lovvvvve
Rebs, Destroyer Cactus.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Era il 7 di luglio, compleanno di Brian, quella mattina venne svegliato da noi tutti che in coro gli avevamo cantato "tanti auguri a te" con Zacky che la suonava alla chitarra. Aveva aperto gli occhi, ci aveva fatto il medio e, con un sorriso, si era girato dalla parte opposta per ricomincare a dormire.
Mentre pranzavamo il festeggiato annunciò con il suo ghigno da bastardo stampato in faccia: "STASERA TUTTI AL JOHNNY'S, OFFRO DA BERE.. ANCHE A CRIS!" "Ci manca solo che non mi offri da bere!" gli risposi io ridendo, per quanto non ci sopportassimo all' inizio, ora andavamo un po' più d'accordo.
 
Nel primo pomeriggio io e Val andammo al centro commerciale per farci un giro e comprare il regalo a Gates, avevamo scelto una camicia bianca, semplice, una di quelle che gli piacevano tanto.
 
Erano svariati giorni che Michelle non si vedeva in casa e Val mi confessò che tra sua sorella e Brian le cose non andavano affatto bene, litigavano di continuo e avevano deciso di prendersi un periodo di "pausa", Michelle era tornata a casa dai suoi e Brian era rimasto con noi, ma passava un sacco di tempo in camera o in sala prove a suonare.
Anche Gena e Zacky si erano lasciati, perchè la ragazza era molto, troppo gelosa. Era già successo altre volte e Val mi aveva detto che secondo lei sarebbero tornati insieme. Zacky passava un sacco di tempo con Johnny per alzarsi il morale.
Le uniche coppie stabili eravamo io e Jimmy, Valary e Matt.
Matt e Val erano una coppia ormai storica e andavano d'accordissimo. Tra me e The Rev le cose miglioravano di giorno in giorno, mi aveva dato il regalo del mesiversario, un anello con all' interno inciso "CJ, 5 Dicembre 2004" era una certezza quell' anello, da quando me lo aveva dato non lo avevo tolto.
Avevo in programma di tatuarmi qualcosa dedicato a lui, come aveva fatto lui per me.
 
"Val, -esordii in un momento di silenzio- tu sai in quale studio vanno di solito i ragazzi a farsi tatuare?" "Certo, è un negozietto in una strada perpendicolare al lungomare, come mai me lo chiedi?" "Mi ci potresti portare? Ho in mente una cosa.." prendemmo la macchina e dal centro commerciale arrivammo allo studio in una decina di minuti.
Entrai e parlai con una commessa, mora, alta e molto bella "Ciao, vorrei farmi un tatuaggio.." "Certo, dimmi tutto" "E' per una persona molto speciale.." mentre pronunciavo quelle parole entrò Val, che era andata a cercare parcheggio. Appena la commessa la vide la salutò in tono amichevole "Ciao Val -disse- in cinque minuti sono da te!" "Tranquilla, sono con lei -e mi indicò- è venuta a farsi il suo primo tatuaggio.. E' per il suo ragazzo" "Perfetto!" la commessa mi guardò e mi fece cenno di continuare a parlare "dunque.. Come ha detto Val, è per il mio ragazzo.. Vorrei tatuarmi l'iniziale del suo nome unita a quella del mio.. J e C con in simbolo dell' infinito" "uhm.. dove vorresti farlo?" "qui" dissi, indicando la parte interna del polso sinistro.
La prima volta che James mi aveva preso per mano mi aveva preso la mano sinistra, ed era anche la parte dalla quale stava il cuore. "farà un male cane. Ma.. Io lo conosco questo J?" Chiese guardando Val, la quale cercò approvazione nel mio sguardo. Le feci cenno di si.

Che io e Jimmy stavamo insieme lo sapevano i membri degli A7X e le rispettive ragazze. Ancora per poco ma ero minorenne, anche se dimostravo più della mia età, non volevo che Jimmy finisse nei guai.

"Si, lo conosci" disse Val "J basso o J alto?" chiese la commessa guardandomi, "Alto, decisamente alto" risposi io con un ridacchiando "adoro quel ragazzo! E' stato quì pochi gio.. ODDIO MA QUINDI TU SEI CRISTINA?" "Così dicono" dissi sorridendo timidamente "Piacere, io sono Lea. Sono la cugina di James!" "piacere mio!" dissi con un sorriso a trentadue denti."Dieci minuti, dammi solo dieci minuti che preparo il disegno poi arrivo."
 
Preparò il disegno e poi arrivò da me, mi fece sedere su una poltrona da dentista nera e preparò l'occorrente per iniziare a tatuarmi. Io mi guardavo intorno, avevo una paura fottuta ma non mi andava di mostrarglielo. "Adesso inizio -aveva detto- tieni la mano rilassata" mentre mi tatuava era concentratissima e non parlava ad un certo momento sbottò "da quanto state insieme?" "Otto mesi e due giorni" "Wow"
Avevo una soglia del dolore abbastanza alta, ma quello faceva DAVVERO un male cane. "finito!" esclamò Lea soddisfatta dopo un quarto d'ora. Guardai il tatuaggio che sarebbe rimasto indelebile sul mio polso, PER SEMPRE.
Era stupendo, non avevo sofferto invano. Val sembrava più felice ed eccitata di me.
 
Arrivammo a casa mentra Zacky preparava la cena, corsi da lui e mi sedetti sul tavolo, mi venne vicino e gli scoccai un bacio rumoroso sulla guancia. Nonostante fosse luglio faceva abbastanza feschino. Alzai la manica della felpa e gli feci vedere il tatuaggio. "Sei pazza" "Di lui? Si, decisamente!" ci mettemmo a ridere, preparai la tavola e cenammo tutti insieme, diedi il suo regalo a Brian che lo aprì e mi disse "Grazie idiota, mi piace" dopodichè mi sedetti vicino a Jimmy che mi prese la mano, ancora la sinistra. Aveva una fissa per quella mano, a parer mio.
 
Il Johnny's era un piccolo pub, i ragazzi lo frequentavano da quando andavano alle superiori e tutti li conoscevano. Ordinammo una quantità industriale di birra (del tipo che un gruppo di tedeschi ci guardò come per dire "cazzo, a confronto di quelli noi siamo dei principianti") e liquori vari. Brian aveva già preso in mano il boccale per brindare a sè stesso quando Matt lo bloccò "Abbiamo due motivi per festeggiare, questa notte. Il primo è il compleanno di questo schifoso -disse facendo l'occhiolino all' amico- e il secondo, è che OGGI LA CASA DISCOGRAFICA MI HA CHIAMATO, TRA DUE SETTIMANE PARTIAMO PER IL TOUR IN EUROPA!" gli altri componenti della band sgranarono gli occhi e alzarono i pugni al cielo esultando, come un gruppo di bambini.
Io mi rabbuiai in viso, Jimmy mi si avvicinò all' orecchio prendendomi per mano (ovviamente la sinistra) e mi sussurrò "naturalmente tu vieni con noi, ho gia parlato con Matt. Qui da sola io non ti ci lascio" il mio sguardo triste scomparve in un istante per lasciare spazio ad un largo sorriso. Quei ragazzi avevano il superpotere di tranquillizzarmi in ogni situazione.
Dopo la terza, o quarta, birra mi accoccolai a James, alzai la manica della felpa e gli feci vedere il tatuaggio. Non riuscii bene a capire se i suoi occhi fossero lucidi per l'effetto dell alcool o per quello del tatuaggio. Erano comunque lucidi e io sorridevo allegra.
 
Quando eravamo già brilli e i ragazzi iniziarono a dire cavolate mi divertii tantissimo.
"dovremmo scrivere una canzone dedicata alla birra" dichiarò Johnny, The rev cominciò ad urlare a squarciagola "MY DEEEEEEEEEEEAR BEEEEEEEEEEEEEEER IIIII LOVE YOUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU" tutti scoppiarono a ridere e poi Vee affermò "cazzo, alle sigarette niente canzone?" Gates alzò le mani, sulle quali era tatuata una grossa scritta "MARLBORO, SCUSA SE E' POCO, BRO!" Matt si piegò sul tavolo a ridere, tutti ridevamo ed eravamo fottutamente felici.
 
"SIETE LA MIA FAMIGLIA, VI AMO TUTTIIIIIIIIII" Gridava Jimmy mentre camminavamo senza meta.
Non mi ricordo chi stesse peggio, ci sorreggevamo l'uno con l'altro per evitare di cadere e avevamo formato una catena umana che bloccava la strada. I pochi automobilisti in giro alle quattro del mattino sul lungomare di Huntington Beach decisero di cambiare strada, perchè nessuno di noi aveva intenzione di spostarsi. "mi è venuta un' idea!" esclamò Jimmy, Brian lo guardò spaventato senza dire nulla, "andiamo al parco!" "NONONONONO, SULLIVAN SEI COMPLETAMENTE UBRIACO!" aveva urlato Brian che aveva compreso le intenzioni del suo amico "sarà divertente il doppio!"
Andammo al parco e raggiungemmo il laghetto artificiale dove c'erano le anatre che Jimmy tanto odiava. "ANDIAMOOOOOO!" ci mettemmo ad insegurie i poveri pennuti che svolazzavano starnazzando. Ridevamo tutti un po' per la sbronza, un po' per la felicità in generale.
Quando le anatre se ne andarono da quella sponda del laghetto ci stendemmo sul prato a guardare l'alba, tutti insieme, come una famiglia, una famiglia vera che non avevo mai avuto.




Sono di nuovo qui! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto più del precedente, perchè a me quell' altro faceva davvero ribrezzo.
*abbraccia tutti*
Rebs, Destroyer Cactus.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Le due settimane che ci separavano dalla partenza passarono dannatamente in fretta. Voglio dire, io non ero mai stata fuori da Huntington Beach e loro mi portavano IN TUOR, IN EUROPA. Sapevo a malapena dove fosse l'Europa!

“paura nanetta?” mi aveva sussurrato all' orecchio Brian mentre aspettavamo l'aereo che ci avrebbe portati a Parigi, prima tappa del tour degli Avenged Sevenfold.
“si, Haner, ho una paura fottuta di allontanarmi da casa. Vi mollerei in Europa per sei mesi e resterei qui, se solo non amassi alla follia Jimmy” mi limitai a pensarlo, mentre Zacky tirò un pugno a Brian e gli disse di non rompermi le palle, lui si ritirò sulla poltroncina e si stampò in faccia il sorrisino bastardo che tanto odiavo, fissandomi.

Arrivarono un sacco di fangirl dei ragazzi. Avevano tutte un' espressione scioccata e dicevano cose come ‘oh cielo santissimo’ ‘oh perdincibacco’ ‘sia lodato il cielo’ vi aspettereste che un gruppo metal/hardrock/quelcavolocheè abbia fan che dicono ‘sia lodato il cielo!’ ? Io no e Zacky nemmeno. Ci scambiavamo occhiate d'intesa mente quelle impazzivano nel vedere i loro ‘idoli’ seduti ad aspettare l'aereo come delle persone comuni.

Salimmo sull' aereo, Jimmy mi teneva la mano (sinistra, ovviamente) talmente stretta che pensai che si sarebbe spappolata “James, me la rompi così..” “scusa piccola è che..” “CHE SEI UN CAGASOTTO!” urlò Brian, seduto dietro di noi. “Bri, appena scendiamo di qui giuro che ti ammazzo.” gli disse Jimmy puntandogli gli occhi addosso.
“Anche io ho paura.. - gli sussurrai in modo che Brian non potesse sentirmi - è la prima volta che me ne vado da Huntington..” “ci sono io..” disse lui “ci sono io” gli risposi sorridendo.
Nonostante l'ansia che avevamo, tutti e due riuscimmo ad addormentarci.

Arrivammo in Francia. Tutto era così.. francese? Si, decisamente francese.
“Stasera siamo in hotel, domani arriva il tourbus e sarà come essere a casa” annunciò Matt. “Poi domani si festeggia, eh Cris?” domandò Zacky facendomi l'occhiolino, io arrossii e annuii lievemente.
Arrivammo in hotel, un Hilton a 435453 stelle.
La camera dove avremmo dormito io e Jimmy era enorme, appena entrammo Jimmy abbandonò le valigie sul pavimento e si lanciò a peso morto sul letto invitandomi a seguirlo, mi lanciai sopra di lui.
Dopo dieci minuti avevamo già disfatto il letto facendo la guerra.
“SOLLETICOOOOOOOOO” gridò Jimmy quando le acque sembravano essersi calmate “NONONONO, JIMBO TI PREGO NOO! AHAHAHAHAH JIMMY! AHAHAHAHAHAHA BASTA! AHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAH NON RESPIROOOOO!” si bloccò all' improvviso e mi guardò, quello sguardo di ghiaccio che era in grado di sciogliermi dentro e mandarmi il cervello letteralmente in pappa.
Cominciammo a baciarci e baciarci e baciarci e baciarci, poi mi tolse la felpa e tutto il resto.
Fu la mia prima volta. Il giorno prima del mio diciottesimo compleanno, con l'uomo che ero sicura di amare.
Dormimmo fino al mattino seguente, quando fummo svegliati da dei persistenti colpi battuti alla porta “arrivo.. arrivo - biascicò Jimmy alzandosi dal letto - chi è?” “IL TUO MIGLIORE AMICO, AL QUALE NON HAI NEMMENO DATO L'ONORE DI SAPERE CHE NON SARESTI SCESO A CENA CON QUELLO SGORBIETTO CHE DORME CON TE!” gridò Brian appena fuori dalla porta “scusa Bri, abbiamo avuto da fare.. - disse Jimmy aprendo la porta - la prossima volta che la chiami sgorbietto ti sotterro, chiaro?” Brian entrò come se fosse stata casa sua e si lanciò sul letto accanto a me “Signorina Sullivan, auguri” mi urlò addosso “fanculo Haner” gli risposi io infilandomi di nuovo sotto le coperte “cooomunque, il tourbus è quì sotto, se volete portare giù la vostra roba ci fareste un favore. Ah, Jimmy, alle 3 c'è il sound ceck” “ok vomito di Madre Natura, ora, fuori di qui!” Brian uscì rassegnato e Jimmy si lanciò sul letto intonando il ‘tanti auguri a te’ più stonato che avessi mai sentito.

L'atmosfera al concerto era abbastanza tesa, fuori la gente era ansiosa ed io ero più agitata di tutti i ragazzi. Prima di uscire Jimmy mi stampò un bacio in fronte e tutto andò subito meglio.
Cantai tutte le canzoni insieme a Val e il mio cuore andava all' unisono con i battiti della batteria. Quando il concerto finì i ragazzi decisero di andare a bere qualcosa prima di andare al bus, io ci andai subito. Ero stanca e non avevo voglia di festeggiare il mio compleanno.
“PRIMA SBRONZA DEL TOUR!” gridò Jimmy stringendo a sé Johnny.
“non vengo..” dissi prendendogli la mano “ti accompagno al bus..” disse lui con un sorriso “no James, non è necessario, è qui  vicino..” ribattei io “per qualsiasi cosa chiamami..” disse lui baciandomi sulla guancia.
“Buonanotteee!” urlai uscendo da backstage “notte!” risposero i ragazzi in coro.
La strada per il bus non era lunga. Passai davanti ad un bar gremito di gente, quando mi sentii afferrare per il braccio. Un uomo mi tirò a sé mi sussurrò, in un inglese biascicato: “li vuoi fare un po' di soldi?” puzzava incredibilmente d'acool. Mi immobilizzai dalla paura e mi si impastò la lingua “LI VUOI FARE O NO, EH PUTTANELLA?” stringeva il braccio sempre di più e io avevo sempre più paura, chiusi gli occhi pronta al peggio. Poi tutto d'un tratto la presa si allentò, io caddi all' indietro e battei la testa. Sentii delle parole confuse, qualche insulto e poi due braccia mi sollevarono e da li più niente.
Il buio.
Mi svegliai un' ora dopo, nel bus, su un divanetto, con la testa appoggiata sulle cosce di un ragazzo che non inquadrai subito. “Ti sei svegliata, sgorbietto?” Era Brian. Mi alzai di scatto e lo abbracciai stretto “Grazie Bri..” “Dovere nanetta, figurati se ti lascio andare in giro da sola di notte.. Però mollami.” “Non dovevi..” “Non dovevo? Insomma, io ti voglio bene, anche se non lo diresti mai.. Forse troppo..” detto questo mi diede un bacio, un bacio serio. Per me vuoto e insensato, per lui non so. “Vado a dormire..” disse poi, alzandosi.

Brian Haner Jr, ragazzo che fino a due ore fa non poteva soffrirmi mi ha baciata?
Il migliore amico del ragazzo che amo mi ha baciata?
Dev’essere un sogno, un incubo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Il primo che arrivò al bus fu Zacky, non troppo ubriaco, che mi trovò seduta sul divanetto con lo sguardo fisso. “Cris, CRIS STAI BENE?” mi chiese percuotendomi “Si Zacky, sto bene -dissi, staccando lo sguardo dal punto fisso. - dammi le sigarette..” “Ma tu non..” “DAMMI LE SIGARETTE, ZACKY!” urlai alzandomi.
Mi passò le sigarette ed uscii dal bus, mi sedetti per terra, sull' asfalto caldo e ne accesi una.
Dopo pochi minuti uscì anche lui che si sedette accanto a me “cosa cazzo ti è successo?” mi chiese sottovoce “non doveva, non doveva farlo.. mi ha portata via e poi.. non doveva..” mi accoccolai a lui e cominciai a piangere “non ho capito niente, qualsiasi cosa sia successa si sistemerà, stai tranquilla..” disse Zacky accarezzandomi i capelli “non dire niente a nessuno Zacky, niente. Fai come se non fosse successo nulla.” “Lo farò piccola, conta su di me..”
Dopo un paio d'ore arrivarono gli altri, erano ubriachi da far schifo, anche Jimmy, allora decisi di dormire sul divanetto. Così, il mio ragazzo, avrebbe potuto stare tranquillo e mandare giù quella sbronza colossale.

Non dormii molto, anzi, non dormii affatto. Verso le cinque, quando iniziarono a vedersi le prime luci del giorno, presi il pacchetto di sigarette e uscii. Ora capivo la gente che fumava, mentre fumavo pensavo solo a quello, non avevo in mente il bacio o Jimmy ubriaco, niente.
Entrai nel bus due ore dopo. James era seduto al piccolo tavolino e beveva del caffè “buongiorno piccola” disse in tono affettuoso “Ciao James” ribattei io “Che succede?” “Sto bene” dissi fredda. “Non ti ho chiesto come stai, ti ho chiesto che succede” disse appoggiando la tazza sul tavolo “niente” “vieni qui” mi avvicinai a lui e mi abbracciò “puzzi di fumo..” “lo so” “non devi fumare” “ho diciotto anni ormai, James. Faccio quello che voglio” “Si, fai quello che vuoi? Senti, qualunque cosa sia successa puoi anche non dirmelo, puoi non dirmi cos'hai e tutto il resto. Ma se fai così sei ancora più bambina” disse uscendo. Sabattè la porta e io mi misi a piangere. Si, ero una bambina che era stata catapultata in una cosa più grande di lei. “Ti amo, James, ti amo.” dissi sottovoce, sperando che mi sentisse.
Val si svegliò, la prima cosa che vide quando scese ero io, con la faccia appoggiata al tavolo che piangevo “Cris, che succede?” “Niente Val, ho nostalgia di casa..” “Non è vero - disse aprendo il frigo - se avessi avuto nostalgia di casa saresti stata con James, invece sei qui sola. Avete, per caso, litigato?” “Una specie - dissi cercando di asciugarmi le lacrime - io lo amo, Val” “Oh si piccola, stai certa che ti ama anche lui. Sarà solo un po' nervoso per il tour..” “Non lo so, lo spero”.

Due settimane dopo,                        Regno Unito.

“Ho la nausea di nuovo, Val.” “Andiamo..” Val mi portò in bagno, era più di una settimana che stavo male, ormai. Non era possibile, non potevo crederci. Non poteva essere successo, non a me.
“James, dobbiamo parlare” gli dissi prendendolo per il braccio “AAAAHIA, QUANDO LO CHIAMA 'JAMES' NON E' UN BUON SEGNO..” disse Johnny ridacchiando con Zacky “E' una cosa seria, infatti, gnomo. Possiamo uscire, James?” prese il pacchetto di sigarette e mi precedette nell' uscire.
Mi si mise di fronte e mi cinse i fianchi con le braccia, avvicinandomi a sè.
“James, tu.. insomma.. ti ricordi di quando..” “Quando?” “Quando noi abbiamo..” “Si.. perchè?” “C'è qualcosa che mi devi dire, per caso?” “No, perché? Cosa succede Cris?” “Jimmy, sono passate due settimane.. non ho il ciclo, certo, ho pensato che fosse normale, ma ho cominciato a stare male ho un brutto presentimento.
“Ah” “Che facciamo?“Il test?”  

“Ci sei?” “Ci sono.” “Allora?” “dobbiamo aspettare dieci minuti, ho paura amore.” “Ci sono io, piccola. Credo che saranno i dieci minuti più lunghi della mia vita..” disse, all’ inizio serio, poi rilassando il suo viso in uno dei suoi sorrisi contagiosi.
Non passavano veramente più quei dieci minuti e io continuavo a torturarmi il braccio. Jimmy mi prese la mano per impedirmi di tartassarmi ulteriormente, mi guardò negli occhi e mi diede un lungo bacio.  

“Due settimane fa, a Parigi, Brian mi ha baciata.” dissi tutto d'un fiato, senza nemmeno aprire gli occhi “Brian.. Brian cosa? Non dirmi che l'hai detto per davvero. Io giuro che lo uccido. GIURO.” “Jimmy, aspetta, fammi spiegare.” “SPIEGARE COSA? CHE IL MIO MIGLIORE AMICO HA BACIATO LA RAGAZZA CHE AMO? L'HO CAPITO DA SOLO!” sbraitò Jimmy “Per favore Jimmy, calmati. Per favore, è stato solo un bacio.” le lacrime mi rigavano le guance e lui aveva gli occhi lucidi. Lo abbracciai più stretto di quanto avessi mai fatto “E' tutto passato Jimmy, io amo te.” “E io amo te.. Sono passati dieci minuti. Guardalo” “facciamolo insieme”.

:) - voleva dire positivo, mai ci fu nella mia vita momento più negativo di quello.
 
ERO INCINTA.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


“Beh quindi siamo.. incinti?” disse Jimmy scoppiando in una risata rumorosa “Eh già..” gli risposi io poco convinta “Dovremmo dirlo agli altri..” “Si, dobbiamo piccola.”

Jimmy si sedette sul tavolo e gridò “RIUNIONEEEEEEEEEEEEEEEEEE!” nessuno lo ascoltò, a parte Val. “Non funziona Jimmy, lo sai.” disse lei.
“HO QUARANTA BOTTIGLIE DI BIRRAAAAAA! L'ULTIMO CHE ARRIVA NON BEVEEEEEEE!” in pochi secondi tutti arrivarono spingendosi. “Scherzavo - disse Jimmy scendendo dal tavolo - dobbiamo parlarvi” tutti si sedettero guardandoci un po' straniti. Io e Jimmy eravamo in piedi davanti a tutti. Mi abbracciava da dietro e mi teneva le mani sulla pancia, io tenevo le mie mani sopra alle sue e guardavo gli altri con un finto sorrisino stampato in faccia. “Quindi?” disse Johnny “Beh, insomma.. - cominciai a tergiversare - io..” “NOI” mi corresse Jimmy, lo guardai sorridendo “Ehm.. Siamo incinti.” “Ahahahahahahahahah che cacchio? No dai Jimbo, ahahahahaha siete pessimi! ahahah tirate fuori le birre ahahah.. Perché scherzate, VERO?” Conoscevo Zacky fin troppo bene, era entrato in panico. “Effettivamente no” disse Jimmy. “Cazzo” disse Brian alzandosi.
Uscì dal bus e Jimmy lo seguì, lasciandomi sola. “E così.. Siamo uno in più” disse Matt “già..” “E' una cosa magnifica - disse abbracciandomi - e io ti starò accanto, sempre.” “grazie Matt” “Ti staremo TUTTI vicino, piccola e poi.. FINALMENTE CI SARA' QUALCUNO PIU' GRASSO DI ME!” ridacchiò Zacky “Ma piantala porchetta, noi saremo due, tu uno solo e sarai comunque il più grasso, sempre. Il record è il tuo!” gli dissi io di rimando “ooooh, vieni qui, piccola balena!” andai da lui e ci abbracciammo stretti “sei il migliore Zack” “oh si, lo so piccolina!” “E a me niente abbraccio?” disse Johnny “certo che ti abbraccio, nano!” “tanti auguri, scimmietta” disse abbracciandomi “grazie gnomo” sussurrai “Beh, manco solo io!” Val si alzò e io la abbracciai strettissima “Siamo la famiglia più bella del mondo” dissi sciogliendomi da quell' abbraccio.
Jimmy p.o.v.

“Che cosa c'è, Bri? E’ successo qualcosa?” Chiese Jimmy al suo migliore amico mentre fumavano l'ennesima sigaretta “Ehm è che non me lo aspettavo..” “Sicuro Brian?” “No” “Dimmi allora, cazzo, sono il tuo migliore amico!” disse Jimmy facendo finta di non sapere niente “Promettimi che poi non mi ucciderai..” “Si Bri, te lo prometto. Ma che cazzo succede? Devo preoccuparmi?” “No..  ehm.. Ecco.. E' successa una cosina con Cris...” “Che cazzo? Sei diventato scemo, Brian? fino a due giorni fa non la sopportavi!” “Lo so Jimmy, lo so. Ho fatto di tutto per evitarlo. Cazzo, è la tua ragazza e tu sei il mio migliore amico! Ma poi cazzo, due settimane fa a Parigi mentre tornava al bus uno l'ha aggredita e, cazzo Jim, l'ho portata via. Era così fragile, non.. non ce l'ho fatta. L'ho baciata. Ma è tua, cioè, sei mio fratello. Io non.. non lo farò mai più, Jim. Io voglio che voi siate felici..” Jimmy lo abbracciò, lasciandolo senza parole “Non è la prima volta che ci piace la stessa ragazza.. Stai tranquillo Bri, adesso è un periodo fottutamente difficile. Cazzo, è incinta. Dobbiamo fare in modo che stia bene. Non voglio che soffra.. La amo..” “E io amo Michelle, davvero.” disse Brian.
Cris p.o.v.
“Allora.. Se è maschio Paco!” disse Johnny “Ma che cazzo di nome è Paco? Mica è un cane!” disse Zacky “Oh ma sono incinta di due settimane e pensate già al nome?” chiesi io sorridendo “Eh si! Bisogna portarsi avanti! Dieci mesi passano in fretta!” Disse Johnny “sei proprio un idiota, Christ - gli rispose Matt ridendo - sono nove mesi!” “Eh, peggio ancora!” Tutti scoppiammo in una risata, mentre Jimmy e Brian salivano sul bus abbracciati. E io che pensavo che se le stessero dando..
“Eh no eh! Se è maschio lo chiamiamo Marcus” disse Jimmy “Anzi, Andrew!” Passammo metà mattina a sparare nomi, sembrava che fossimo TUTTI genitori di quel cosino che avevo dentro.
“Michael”
“Daniel”
“Josh”
“Luke”
“Pietro”
“Anthony”
“Drake”
“Damon”
“John”
“Simon”
“Paul”
“David”
“Charles”
“Jacopo”
“Manuel”
“E se fosse femmina?” Chiesi ad un certo punto
“Stephanie”
“Leana”
“Gwen”
“Zoe”
“Lucy”
“Rebecca”
“Joanne”
“Mary”
“Liz”
“Dai ragazzi basta, mi mandate in crisi, ci penseremo più avanti” Dissi io “Ha ragione Cris” disse Brian che era stato in silenzio tutto il tempo.
Il concerto di quella sera fu bellissimo, io ormai ero tranquilla perché sapevo che il mio piccolino avrebbe avuto una famiglia che lo amava DAVVERO.


Ciaao a tutti, scusate se mi ripresento dopo mesi con questo schifo, ma ho avuto un po’ di problemucci.
Ringrazio le ragazze che hanno recensito e mi scuso per non aver mai risposto.
Un abbraccione,
Destroyer Cactus (che soprannome orrendo)

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Ormai la pancia era ben visibile, se non enorme. “Sei gigante, tieni due posti” mi disse Zacky ridendo mentre salivamo sull' aereo che ci avrebbe riportati a casa “Ha parlato la pochetta!”.
Jimmy, ovviamente, mi stritolava la mano per la paura e io lo rassicurai dicendogli che sarebbe andato tutto bene. Guardai Brian e gli sorrisi dicendogli “E' veramente un fifone..” il ragazzo scoppiò a ridere e Jimmy gli tirò uno schiaffo amichevole.

Arrivammo in aeroporto ad Orange Country. Ad aspettarci c'erano il fratello di Jason che era venuto a prenderci insieme a Gena e Michelle, che avendo ‘fatto pace’ con i loro ragazzi erano venute a riprenderseli. (mi guardavo bene dal dir loro che, nonostante la ‘pace’, i ragazzi tornavano ogni sera accompagnati da una ragazza differente)
L'aeroporto era stracolmo di giornalisti e fotografi, pronti a strappare una dichiarazione o ad immortalare le star del momento: Me, il piccolo/a e Jimmy.
Non avevamo voluto sapere il sesso del "cosino" e i ragazzi l'avevano soprannominato Grampy, un nome neutrale, per non creare confusione.
Ovviamente i ragazzi si mostrarono cordiali con tutti i giornalisti e io e Zacky prendemmo a scherzare con i fotografi, facendo foto con le mani sulla pancia e guardandoci con aria di sfida come a dire
‘tanto sono più grasso io’.

“THE REV, BATTERISTA DEGLI A7X, DIVENTA PADRE. LA MADRE, ‘SIAMO FELICI CHE CI SIA UN NUOVO PICCOLO NELLA FAMIGLIA DEI SEVENFOLD’”

Finalmente arrivammo a casa, la mia Huntington Beach, sempre la stessa. Anche dopo sei mesi. Mi era mancata tantissimo.

TRE MESI DOPO               26 Aprile 2006

“Jimmy..” esordii in piena notte “mmmh” mugugnò lui “o mi sono pisciata addosso o mi si sono rotte le acque e credo che sia più probabile la seconda..” ero spaventata a morte, non avevo nemmeno diciannove anni! “OHCACCHIO!” gridò Jimmy, svegliando tutti i ragazzi che si precipitarono subito in camera nostra.
Zacky prese dei vestiti a caso e li infilò in una valigia, (non accorgendosi nemmeno che erano tutte magliette di Jimmy e non mie) Brian corse in macchina seguito da Johnny; le ragazze, più in panico di me, continuavano a chiedermi cose tipo ‘stai bene?’ ‘hai fame?’ ‘vuoi dell' acqua?’ ‘ti gira la testa?’ io rispondevo a tutte scuotendo il capo con un gran -finto- sorriso. Faceva un male cane, tutto. Matt e Jimmy mi aiutarono ad arrivare alla macchina. Brian partì e in meno di quindici minuti arrivammo in ospedale. Mi misero subito su un lettino in una camera, aspettando il momento. I ragazzi e le ragazze erano intorno a quel lettino e tutti mi guardavano con una faccia spaventata. “Ehi ragazzi, sto bene cacchio. Tra poco nasce Grampy e voi ve ne state tutti lì con quelle facce? Un po' di vita!” “Nonononono, non lo chiamerete davvero Grampy, vero?” disse Johnny scuotendo la testa “Si certo, Grampy e di secondo nome Anfigi - disse Jimmy ridendo - sei davvero un idiota, Christ!” “Eh che ne so io! Ci si può aspettare di tutto da voi due!” rispose il piccolino ridendo.
Tutti scoppiammo a ridere.

Le contrazioni, cazzo. Perché non avevo voluto leggere nessun libro riguardo al parto? Un dolore atroce.
Ma non era tutto. Ogni volta che gridavo dal dolore Jimmy stringeva più forte la mano “James, diavolo. Non puoi rompermi la mano. Dovrò tenerlo in braccio quel cosino!” “Scusa piccola, mi preoccupo se stai male..” poco dopo arrivò un infermiera con una faccia del tipo ‘sarà il centotrentottesimo bambino che faccio nascere stanotte’ accompagnata da un finto sorriso a trentadue denti. Mi portarono in sala parto e Jimmy venne con me.

I ragazzi erano fuori dalla sala parto.
Matthew continuava a camminare avanti e in dietro e avrebbe finito con lo scavare una buca profonda un paio di metri se non si fosse fermato. Zacky pregava in tutte le lingue che conosceva. Johnny beveva il suo diciassettesimo caffè, un po' per l'ansia e un po' per rimanere sveglio. Brian continuava a ripetere “speriamo sia maschio, speriamo sia maschio, speriamo sia maschio” Val borbottava “sia quel che sia, basta che sia sano!” Gena e Michelle, invece, si torturavano le mani parlando d'altro, per non pensare alla piccola Cris che soffriva di quel dolore, il più bello di tutti.

Ore 3:18

“Spingi Cristina!”
Eh si, io spingo. Però fa un male cane, santo cielo che dolore. Jimmy mi stringe la mano ma non percepisco quel dolore, sembra come se mi si stessero rompendo tutte le ossa contemporaneamente, sono sudata marcia, fa un caldo terribile e ho i capelli fradici, ma Jimmy mi accarezza comunque come se fossi una bimba. Lo amo, lo amo sopra ogni cosa.
Nonostante tutto questo dolore sono felice.

Ad un certo punto lo sentii: quel pianto talmente acuto da far male alle orecchie, che però in quel momento sembrò il canto degli angeli.
“E' femmina!” disse l'infermiera con un sorrisone -stavolta vero- che le padroneggiava il volto.
Me la misero in braccio. Era così piccola, così fragile, così bella.

“Hope..” sussurrai stingendo la mano di Jimmy “cosa?” “chiamiamola Hope..” “Hope?” “si amore, solo Hope, niente secondo nome.” “E Hope sia. La nostra piccola Hope.” disse abbassandosi e baciandomi la fronte “sarai un papà perfetto.. Ti amerò sempre..” dissi quasi in un sussurro chiudendo gli occhi. Non ce la facevo più. Strinsi l'ultima volta la sua mano e lo sentii dire “che cazzo dici? Cris..”.

Poi tutto divenne buio.

Ultimo respiro, diciassette anni vissuti nella peggior maniera possibile, diciotto mesi vissuti nel miglior modo desiderabile.
Avevo trovato l'amore della mia vita, gli avevo donato la piccola Hope e me ne ero andata.
Speravo avesse i suoi occhi.









Ciaaaao a tutti,
scusatemi se ogni capitolo è peggiore del precedente ma non posso farci proprio nulla.
Eeeh, povera Cris. Non volevo ucciderla, ma quando creo un personaggio poi quello prende vita e si fa una storia da solo.
Spero che vi piaccia ^^

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Due settimane dopo.

Sono morta. Ho lasciato tutti senza nemmeno salutarli, a parte Jimmy e la piccola Hope. Ho lasciato la mia piccola e il mio ragazzo, ho lasciato la mia famiglia.
Beh ma comunque ci sono, sono qui, con loro, sono una specie di fantasma. Ma non come nei film horror, no, io sono qui per aiutarli, non per spaventarli.
La piccola è bella, ha gli occhi uguali a quelli del suo papà e io ne sono felice.
Jimmy è distrutto, è da quando non ci sono più che continua a piangere senza sosta, io gli sto vicino, per quello che posso fare. Lo abbraccio mentre dorme e gli sussurro all' orecchio che andrà tutto bene e che sarò sempre con lui.
La piccola comincia già a sorridere e a fare delle smorfiette. Prende il dito del suo papà e sorride, la notte quando è sveglia mi avvicino a lei per non farla piangere. E' come se lei potesse vedermi.


Jimmy dorme ancora, gli altri sono tutti in cucina, piccola compresa.
“NON E' POSSIBILE - grida Matt - SBATTONO TUTTO IN PRIMA PAGINA, NON CAPISCONO CHE NOI SOFFRIAMO? CHE JIMMY SOFFRE? NON NE POSSO PIU'!”
Val ha le lacrime agli occhi, sua sorella le accarezza i capelli e le dice che va tutto bene.
Leggo il titolo del giornale che, da quanto ho capito, è l'argomento della discussione: “LA FIDANZATA, APPENA DICIOTTENNE, DI THE REV LASCIA LA PICCOLA E SE NE VA”

SE NE VA? No ma, dico, non sono mica in vacanza! Non ci posso credere. Io che credevo che gli spiriti non avessero sentimenti. Ma non è possibile. "se ne va". Se Jimmy lo scopre si infurierà peggio di me.

“Devono smetterla, ragazzi, non è possibile. Sono due settimane che questa cosa fa notizia. Ne parlano ovunque, TV, giornali, i ragazzini nei bar. Se solo si potesse tornare indietro. Mi manca, da morire” Brian ha appena parlato e una lacrima gli sta rigando la guancia. Non ci credo, Brian Haner che piange? PER ME?
“Manca a tutti, Bri.” dice Zacky “Già” dice Jimmy entrando in cucina.
“Jimbo, stai bene?” chiede Gena alzandosi per preparare del caffè “Un pochino meglio. La mia bimba sta bene?” “Benone!” dice Johnny.
Jimmy si avvicina alla piccola culla bianca e accarezza la bimba che gli prende un dito e sorride. “Ha il suo sorriso - sentenzia prendendola in braccio - Matt, questa notte mi sono venute in mente delle parole per una canzone. Le ho scritte da qualche parte, poi te le faccio vedere. Ho già in mente la melodia.”
“Jimbo, ti devi calmare. Non puoi continuare a scrivere così, hai scritto due canzoni, con questa tre. In due settimane!” dice Brian “Scrivo quando ho l'ispirazione, lo sai Bri. Adesso ne ho parecchia. Quest'album sarà una bomba, lo sarà per lei.” “Si Jim, sarà una bomba, per lei” dice Zacky.

31 Ottobre 2007, esce il nuovo album. AVENGED SEVENFOLD.

"Dear God the only thing I ask of you is
to hold her when I'm not around,
when I'm much too far away
We all need that person who can be true to you
But I left her when I found her
And now I wish I'd stayed
'Cause I'm lonely and I'm tired
I'm missing you again oh no
Once again"


“E’ bellissima, Jimmy” sentenzia Val, una delle prime ad aver ascoltato il nuovo album “E’ per lei, Val. Tutto quello che c'entra con lei è bellissimo..” le risponde Jimmy.
“Papà, papà! Io vollo sentire la canzone!” dice la piccola Hope correndo per la cucina “Amore, fermati. Vai dallo zio Zacky..”

E io? Io sono la ragazza -morta- più felice di tutte. Mi ha scritto una canzone. E' bellissima. Lo amo ogni giorno di più.

“Zio Zacky.. Canzone!” dice la piccola Hope “Arrivo piccolina.. Che canzone vuoi?” “di mamma” “Andiamo di là, te la canta papà. Io non sono bravo..”
Zacky comincia a suonare e Jimmy canta.

"A lonely road, crossed another cold state line
Miles away from those I love purpose hard to find
While I recall all the words you spoke to me
Can't help but wish that I was there
Back where I'd love to be, oh yeah"


La piccola Hope balla e sorride, i suoi occhioni azzurri sprizzano gioia, al contrario di quelli del suo papà che sono sempre un po' spenti.
Si avvicina al suo papà e gli si arrampica su una gamba. “Ti amo papo.” “Anche io ti amo, piccola mia.”
Sono bellissimi, non mi stupisco che Val abbia le lacrime agli occhi. Mi avvicino ai due, accarezzo Hope e do un bacio a Jimmy. Sono sempre più triste, perché non mi possono sentire.
“Andiamo a nanna, amore?” chiede Jimmy, la piccola annuisce e si avviano in camera. Il papà la tiene in braccio, le cambia i vestiti appena arrivano in cameretta e la piccola si infila sotto le coperte.
Prima di chiudere gli occhietti dice, seguita da Jimmy “Ciao mamma”.

"Ciao piccola, ciao Jimmy. Vi amo."



Sono simpatica che mi faccio viva dopo millemila anni eh, ammettetelo!
Ho deciso che pubblico oggi anche gli altri capitoli, così. per non farvi aspettare troppo.
Destroyer Cactus.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


27 Aprile 2009, ore 3.18

Mi avvicino al letto della mia bambina, come faccio ormai da tre anni a questa parte per farle gli auguri. Le accarezzo il volto e le sussurro “buon compleanno, amore mio”. Lei apre gli occhi di colpo, piazza la sua manina sopra alla mia e mugugna con la voce impastata dal sonno “sapevo che venivi, grazie mamma”
Lei mi vede, non sempre, però mi vede. Sa che non deve dire a nessuno della sua mamma magica, perché questa magia è solo per lei.


Quella stessa mattina , quattro ore dopo, i ragazzi sono svegli: Matt, Zacky, Brian e Johnny. Vestiti rigorosamente di nero escono di casa e si dirigono al cimitero.

“Ciao piccola” dice Zacky sedendosi davanti alla mia lapide, gli altri lo seguono e borbottano quasi in coro un ‘ciao’
"Sai, -inizia Zacky- stiamo scrivendo un nuovo album.. Ci manchi davvero tanto Cris. Sei stata davvero importante per noi. In quei diciotto mesi ci hai dato tanto, Hope compresa. Credo sia lei che ci ha dato, soprattutto a Jimmy, la voglia di continuare.. La speranza.." si blocca. Qualche lacrima gli riga le guance rosee.
"comunque.. -Continua Johnny- Noi lo sappiamo che ci sei, sempre. E' come se sentissimo la tua presenza, è bello sapere che ci guardi.”
Matt comincia a piangere e Brian si calca gli occhiali sa sole sul naso.
"La verità -dice Matt con la voce spezzata da qualche singhiozzo- è che quella bambina è come se fossi tu. Eri una figlia per tutti e senza di te non ce la facciamo più.. Ora è meglio se andiamo, ragazzi.. Ciao Cris, ti voglio bene." "anche io"  dice Zacky "Io di più!"  dice Johnny sorridendo.
L'unico che non ha ancora detto nulla è Brian, ma so che lo farà presto.
Gli altri si alzano, lui si avvicina un po' alla lapide e quando gli amici sono a debita distanza inizia a parlare:
"Ciao Scimmia. So che odiavi quando ti chiamavo così, però non mi importa. Manchi, ma questo l'hanno già detto gli altri, sai che io voglio parlarti d'altro. La tua piccola.
E' esattamente come te, fa la dura ma poi è più tenera di un peluche.
Il suo zio Bri, quello che le fa da 'papà versione rompipalle' le ha comprato una batteria per il compleanno.
Spero che diventi brava come il suo papà. Dovresti vederla, quando prende le sue bacchette e inizia a sbatterle ovunque. E' una piccola Jimmy, ha i suoi occhi. I suoi occhi color del cielo, che le poche volte che piange, sembrano il mare in tempesta e rischio di affogarci dentro. Ha il tuo sorriso e questo mi rende felice, perché mettevi allegria quando sorridevi.
La amo Cris, si, la amo come ho sempre amato te..
Perché lo sai che io ti ho sempre amato, vero? Si, l’ho sempre fatto. Anche quando sembrava che ti odiassi, lo facevo per James, perché lui è il mio migliore amico e non volevo che soffrisse per colpa mia..
Passiamo oltre, sai che Jimmy non ha avuto NESSUNA ragazza dopo di te? Si certo, qualche groupie ogni tanto, ma solo per soddisfare le voglie.
Nessuna ragazza.. Mi dice sempre che lui ha già la sua donna, si chiama Hope ed è la forza della sua vita..
Ora devo proprio andare, Cris.
Mi.. Ci manchi da impazzire. Proteggici, per favore. Ti amo.."


Da un bacio al suo indice e lo appoggia sulla mia foto, poi si alza e si avvia.

“TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI PICCOLA HOPE, TANTI AUGURI A TE!” le canta la sua grande famiglia.
Val le porta la torta e appena la canzone finisce le grida "soffia!", la piccola che è in piedi su una sedia, soffia. Sputacchiando un po' in giro.
“E' ORA DEI REGALIII!” grida Johnny, come se il bambino fosse lui.
Hope batte le mani, il sorriso non le scompare mai un attimo dal volto.
Zio Matt e zia Val le hanno regalato la bambola che tanto desiderava;
Gena e Zacky la Barbrie con il vestito rosa;
Johnny e Lacey una maglietta azzurra “è come gli occhi del papoo!” urla la piccola, che ormai è in piedi sul tavolo.
“Zio Bri..” “Oh si, adesso io e papà andiamo di la a prenderti il regalo!”
Dopo poco i due fanno ritorno, trascinando una piccola batteria che, per quanto piccola, è vera.
“E' COME QUELLA DEL PAPO!!” grida la bimba con gli occhi illuminati dalla felicità.
Zio Bri la prende in braccio e la piccola gli scocca un bacio sulla guancia, lui la stringe forte a sè, con le lacrime agli occhi, poi la fa scendere.
Hope si avvicina allo strumento e si siede sul piccolo sgabello.
Jimmy si abbassa, fino ad arrivare vicino alla bimba e lei gli domanda “le bacchette, papo?”
“Oh certo, amore!” dopo di che, l'omone, sfila dalla tasca posteriore dei jeans due bacchette da batteria, quasi identiche alle sue, se non per la lunghezza. La piccola le guarda come se fossero fatte di cioccolata e il papà le indica una scritta “qui c'è scritto: Mamma; sull' altra: Papà. Ti piacciono, tesoro?” “bellissime papo, come te!” risponde la piccola avvinghiandosi a mò di koala al collo del gigante, che la circonda con un braccio e le sussurra all' orecchio “ti amo tanto, piccola”
Hope si stacca dal collo del padre, prende le bacchette e comincia a battere disordinatamente sui tamburi.

Stanno andando tutti a dormire, ormai. La piccola si è addormentata sul divano e Jimmy la porta in camera; le infila il pigiama e la mette a letto. Va a farsi una doccia e rientra in camera.

“Sai amore, oggi per me è un giorno orribile e stupendo contemporaneamente. So che lo sai. Forse, in un certo senso è colpa mia se non ci sei più..” sussurra Jimmy da sotto le coperte “NO!” grido io “chi è?” domanda allarmato sedendosi. Cerco di calmarmi e ricomincio “Jimmy, amore, non è colpa tua. Doveva succedere.” “C..Cris?” dice lui con gli occhi sbarrati, gli accarezzo la guancia e lui mette la mano sopra alla mia.
“Jimmy, ti amo” “anche io ti amo, Cris. Mi manchi” “Anche tu. Ora dormi amore, sono sempre qui.”
Si stende e si addormenta, ancora con la mano sulla guancia che gli ho accarezzato.

Sono qui, ma mi mancate anche voi. Mi manca la mia famiglia.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Natale 2009

Jimmy P.o.v.

“Dai Matt, andiamo a registrare la canzone.. Svegliati!” “Ma che ore sono?” mi chiese con la voce impastata dal sonno “Dai muoviti, sono già le cinque! Facciamo in fretta e per le otto siamo a casa.” “Solo a un matto come te può venire in mente di registrare alle 5 del mattino, a Natale” calcò molto l'ultima parola come per dirmi che ero un cretino e che se non me ne fossi accorto era Natale. Certo che sapevo che era Natale, cazzo. Ma uno come me non può mica stare a pensare che giorno o che festività sia. Devo registrare oggi. DEVO.
“Ti giuro che se non finiamo per le otto ti uccido!” disse Matt mentre iniziavo a registrare le parti di piano, registrai anche la batteria e le mie parti di voce, mentre lui si studiava il testo.
Alle sei avevo finito di registrare tutto, mancava solo la sua voce.
“Come si chiama almeno me lo dici?” “non lo so, avevo pensato di chiamarla Death, ma Fiction mi intrippa di più.. Secondo te?” “Meglio Fiction” “E Fiction sia!”
Alle 7.45 avevamo finito di registrare la canzone, tornammo a casa e festeggiammo tutto il giorno.

Cris P.o.v.

E' uscito alle cinque del mattino con Matt per registrare una canzone, il giorno di Natale. Quell' uomo non finirà mai di stupirmi.
E' ingrassato un po', i capelli gli sono tornati lunghi e del colore naturale, si è fatto crescere la barba. E' ancora più bello.
C'è qualcosa che non va, però, io quella canzone l'ho sentita e ho un po' paura. L'ha messa dopo pranzo e tutti gli hanno detto che è bellissima.
E' strano. Ho paura.

27 Dicembre 2009

Jimmy P.o.v.

Voglio divertirmi stanotte, come non ho mai fatto. Voglio ubriacarmi fino a star male come non sono mai stato.
Brian mi ha dato le pastiglie, mi sento un drogato. Mi faccio schifo.
“ragazze, potete stare voi con Hope stasera?” quella bimba, la mia bimba, è un amore. Non posso però portarmela in giro ed insegnarle a bere. Non ha nemmeno quattro anni.
“Certo Jimmy!” mi risponde Val con un gran sorriso.
Brian e Michelle si sono lasciati di nuovo, credo che questa volta sia definitivo. (Hanno quasi distrutto casa per mandarsi a quel paese!)
“ragazzi, stasera usciamo!” annuncio, tamburellando con le dita sulla testa di Christ. “Bella Jimbo! Sono mesi che non ci sbronziamo di brutto!” mi risponde il nano che sto torturando “Ehmm.. Non so se Val...” “ohoh, tu esci e basta, caro il mio Shad! E' IL Reverendo che te lo ordina, si sa che quello che dico io è legge!” “ok bro!” dice Matt spiaccicandomi una manona sulla spalla.
“La bimba?” mi chiede Brian con una faccia più preoccupata del solito “starà con le ragazze, tranquillo ammmmòre!”
Spero che gli passi, non mi piace tutta quest'aria di tristezza in casa.

Usciamo e beviamo, beviamo, beviamo, beviamo, beviamo, beviamo e beviamo ancora. Brian è sobrio, io non ci sto più dentro con la testa. Quanto tempo che non provavo questa sensazione. So che non mi fa per niente bene ma me ne frego. “Grazie amore!” gli grido mentre mi porta a casa.
Cris P.o.v.
E' (sono tutti, tranne Bri) ubriaco da far schifo. Nemmeno la prima sera del tour in Europa era conciato così, non voglio che stia male o che faccia cazzate. Non deve soffrire lui e non deve soffrire Hope.
Arrivano a casa, si fa la doccia per smaltire un po' il male alla testa e la sbornia, prende le pastiglie..

Le pastiglie? Oddio no, le ha già prese!
Si mette a letto e sussurra da sotto le coperte “mi mancherete da morire” poi si addormenta.
Non può averlo fatto. Non è possibile.
***
Il mattino dopo: 28 Dicembre 2009
“Zio Bri, zio, svegliati!” grida Hope saltando sul letto dell' unico zio che ha lasciato la porta aperta  “cosa c'è Hope?” chiede Brian aprendo lentamente gli occhi “Il papà! Zio Bri, il papà non si sveglia!” sbraita la piccola.
Brian si alza e corre nella stanza di Jimmy, si avvicina al letto e prova a scrollare l'amico. Poi si siede sul letto e cerca il battito.
NON C'E', NON C'E' BATTITO NEL CORPO DEL SUO MIGLIORE AMICO.
Jimmy ha una lacrima secca in volto e un sorriso beffardo.
Brian piange, senza controllarsi e torna da Hope che piange a sua volta. La prende in braccio e si siede sul letto stringendola forte “zio Bri, dov'è papà?” le lacrime scendono sempre più frequenti e non accennano a fermarsi

“papà non c'è più, amore, è andato in un posto più bello insieme alla mamma, adesso ci sono io con te, va bene piccola?”

“Tu non vai con loro poi, vero zio?”

“No piccola. Io resto con te, sempre.”

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Capitolo 14
*** Epilogo. ***


“Hope dai muoviti c'è scuola!”
“Che palle, zio! Ma quand'è che non ci vado più?”
“Quando la finisci tutta e ti predi un diploma come me e, credimi, se ce l'ho fatta io ce la farai anche tu! Sbrigati che tra venti minuti passa Matt a prenderti!”


Mi alzo dal letto, mi lavo velocemente e mi vesto: maglietta della Vengeance University, (rigorosamente da uomo) jeans neri stretti, le mie care Converse All Star tutte distrutte e la tracolla con tutti i loghi dei gruppi che amo e che ascolto più o meno da quando ho imparato a camminare.
I capelli, neri con delle ciocche azzurre, rasati a destra che mi ricadono davanti alle spalle e sulla schiena, i braccialetti borchiati e i miei cari tatuaggi in bella vista, ho anche cambiato l'anellino del septum e la pallina del central labret, per l'occasione. Tanto trucco nero e le bacchette.
DOVE SONO LE MIE BACCHETTE?
“Zio! Hai visto le bacchette?”
“Bacchette?”
“Si, presente quelle che uso per suonare quella batteria enorme?”
“Ah, eh?”
“Le hai viste o no?”
“Si, sono qui. Disgraziata!”
Scendo le scale e quasi rotolo di sotto, regolare, capita tutte le volte. Prendo il mio pane con la nutella e mollo un bacio a mio zio che sta cucinando qualcosa (che sarà, ovviamente, immangiabile). Sento che arriva Matt e mi fiondo nel vialetto salutando Brian che risponde con un “non fare cazzate!”. Salgo in macchina e mollo un bacio anche a mia ‘cugina’ Lizzy, ha tre anni meno di me, però io sono solo un anno avanti a lei e facciamo la stessa scuola. (Che ci volete fare? Ho preso tanto dal papà!)
In realtà non siamo parenti. Non sono parente di nessuno, però erano tutti migliori amici di mio padre e ‘famiglia’ di mia madre.

Sono anche la MIA famiglia.

Classe nuova, bocciata di nuovo.
Una diciassettenne alta un metro e ottanta in una classe di quindicenni che rasentano il metro e sessanta.
Il professore mi fa piazzare davanti alla cattedra e mi chiede di presentarmi alla nuova classe, cominciamo bene.
“Io sono Hope, Hope Sullivan. Si, sono la figlia di The Rev, ma non mi stupirei se nessuno di voi lo conoscesse.”
Il professore viene chiamato fuori da un bidello e io approfitto della situazione.
“Non criticatemi per i capelli, i vestiti, i piercing e tatuaggi. NON AZZARDATEVI A PARLARE, MALE O BENE, DEI MIEI. Altrimenti queste -dico sfilando le bacchette dalla tracolla- ve le faccio ingoiare.”
Tutti mi guardano con gli occhi sgranati, come se fossi un' aliena.

Zio Zacky mi dice sempre che da mia mamma ho preso due cose: Il sorriso e l'aggressività. Sono contenta di sapere che anche mia madre fosse sempre dell’ umore che deve avere un puma mestruato.

Ormai gli Avenged Sevenfold non vivono più tutti insieme, anche se sono ancora tutti ad Huntington:
Matt e Valary vivono a tre isolati di distanza da noi e hanno due figli: Lizzy e Michael.
Zacky e Gena sono i nostri vicini di casa e hanno tre figli (a cui spesso faccio da baby sitter): Josh, Cristina e Lucas -si, hanno chiamato la seconda come mia mamma, zio ci teneva un sacco.-
Johnny e Lacey hanno una sola bimba che si chiama Amelie e vivono un po' più in periferia rispetto a noi.
Poi c’è il ‘nuovo’ batterista, Arin, che vive con la sua ragazza in una casa carinissima e mi presta la batteria quando sono arrabbiata con lo zio e scappo.
Siamo sempre tutti insieme e a volte, quando i 'papà' sono in tour vado a vivere a casa di Zacky.
Mio ‘padre’ sarebbe Brian, che mi ha adottata pochi mesi dopo che papà era scomparso. Non ho mai sentito il bisogno di chiamarlo papà, perché lui è lo Zio Bri e mi ha adottata perché non finissi in qualche collegio. (Oltre al fatto mi vuole un bene centomila volte superiore a quanto io ne voglia a lui.)


***
Sono ormai passati un paio di mesi da quando la scuola è iniziata e non ho ancora avuto molti problemi, a parte qualche occhiataccia. Oggi succede qualcosa, me lo sento.

E' l'intervallo, mi si è avvicinata una ragazza dal faccino tenero che avevo già notato in precedenza. Non so se per i capelli blu o se per il fatto che seguiamo tutti gli stessi corsi.
Cominciamo a parlare, sembra simpatica. Si chiama Stella, ha la mia stessa età e si è appena trasferita qui. Sarà mia compagna di banco. PERFETTO! QUALCUNA CON CUI PARLARE DI MUSICA! Suona la chitarra da un paio di anni e ci piacciono quasi le stesse band.
“sarà sicuramente una drogata, non vedete che capelli ha? Poi ho letto che il padre, che era un batterista e già non promette niente di buono, è morto di overdose! Si sa, da una pianta di pere non nascono mele!” sento dire alle mie spalle, mi giro di scatto. So che parlano di me. Ci sono un paio di ragazze della mia classe che prima mi fissano e poi di nascondono e ridacchiano.
Adesso le sistemo.
“Scusa, tu lo hai per caso conosciuto mio padre?”
“No, però ho letto su internet.”
“Internet non dice proprio tutta la verità, sarei grata se evitaste di parlare di cose che non conoscete.”

Stai calma, Hope.
“Si, tranquilla. Non voglio averci niente a che fare con una puttana e figlia di un drogato!”
Adesso la uccido.
Stella ha capito che mi sto alterando e mi tiene da dietro, riesco a liberarmi. Prendo la biondina con la quale ho appena parlato per il colletto della maglietta e le piazzo un pugno forte come non mai in piena faccia. Sanguina. Così impara, 'sta stronza.
Mi giro e guardo Stella, che ha un sorriso a metà tra lo spaventatissimo e il divertito. All' inizio anche io sorrido come per dire: ‘visto che ho fatto a quel rigurgito di cane?’ poi mi blocco e soffio tra i denti “merda” “che c'è?” mi chiede Stella.
Le faccio segno di voltarsi e mentre lei lo fa il nostro prof di educazione artistica sbraita: “SULLIVAN! VAI IN PRESIDENZA, ORA!”
Faccio l'occhiolino a Stella per tranquillizzarla e mi avvio. Dopo i primi due passi il professore riprende ad urlare “TU SEGUILA, SILVER!”
La biondina che ho appena menato mi segue, tenendosi una mano sul naso che sanguina e un dito sul labbro tagliato.
Non le ho fatto poi così tanto male, peccato.
Arriviamo dal preside che ci chiede di spiegargli la situazione, all' inizio sono calma. Quando la biondina comincia a girare la cosa a suo favore, quasi la meno di nuovo.
Il preside fa chiamare Brian che arriva con i capelli fradici e una tuta, ha anche la maglietta messa al rovescio. Poco importa.
Sospesa due giorni.
Mentre siamo in macchina Brian comincia a farmi la ramanzina “Non puoi finire sempre a botte con tutti, Hope! Non è nemmeno possibile che ce l'abbiano sempre tutti con te!” sbraita lui. “Ha detto che papà era un drogato.” dico con una lacrima che mi riga la guancia, mentre fisso la strada.
Brian inchioda e io per poco non finisco con la testa spiaccicata sul parabrezza “non sono sempre io” riprendo.
Il tragitto prosegue in silenzio, zio Bri ha le lacrime agli occhi e io lo fisso.
Arriviamo a casa, scendiamo dal SUV e io comincio a correre verso la 'sala musica' per sfogarmi un po'.
Lui mi segue, mi placca da dietro, mi gira e mi abbraccia stretta, come faceva tempo fa.

"Tuo padre non era un drogato, lo sai. E sai anche che non ti deve interessare se ti giudicano, perché le vere merde sono loro, che lo fanno solo per  qualche tatuaggio, piercing e capelli strani. Non è che il nostro modo di essere implica per forza essere drogati o alcolizzati. Siamo migliori di loro, perché non ci uniformiamo alla massa. Ricordatelo, piccola. Per quanto possa essere difficile, fallo."

"Per sempre"
dice poi allentando la presa e prendendomi il volto tra le mani "Per sempre." affermo io sicura.

Riprende a stringermi e sento qualche lacrima che mi riga il volto.

Li vedo, sono lì, oltre la sua spalla. Hanno tutti e due un sorriso smagliante e papà alza il pollice come a dire 'sei stata una grande!'  e con l'altro braccio circonda le spalle di mamma, che mi fa l'occhiolino. Sono lì, come quando ero piccola e si saranno PER SEMPRE.

FINE.


Eeeeh, è finita. E' un obrobrio, lo so, ma è stata la mia prima fanfic, siate clementi..
Ah già, i fanni narrati non sono realmente accaduti e i personaggi (putroppo) non mi appartengono, insomma, tutto frutto della mia mente malata.
Amo tttttttutti e ci si rivede presto. (con qualcosa di meno orrendo, spero)
Destroyer Cactus

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