A journey to Italy

di Emilie Hamida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vivi il divertimento! (E il giorno dopo entri gratis) ***
Capitolo 2: *** Vivi il divertimento! ( E il giorno dopo entri gratis ) 2 ***
Capitolo 3: *** 2 - 1 ***
Capitolo 4: *** Tutto 1 € ! ***
Capitolo 5: *** Ritorno ad Asgard. ***



Capitolo 1
*** Vivi il divertimento! (E il giorno dopo entri gratis) ***


<< Ma che diavolo succede!? >> ruggì Thor, lottando contro il senso di nausea che quel viaggio vorticoso gli stava provocando.
Il dio del tuono, dopo aver combattuto al fianco dei Vendicatori contro i Chitauri, era appena riuscito a catturare Loki, e finalmente si apprestava a tornare a casa, portando con se anche quel traditore di suo fratello.
Ma il tesseract, probabilmente , aveva subito qualche danno e, invece di riportarli ad Asgard, aveva deciso di sballottolare i due per l'intera Midgard.
 
Dopo aver ricevuto la punta della Tour Eiffel in pieno volto e aver preso la fiaccola della Statua della Libertà sullo stomaco , Thor si accorse che l'energia del tesseract stava per esaurirsi.
Si preparò all'atterraggio, ma la catena che bloccava le braccia di Loki si impigliò nei suoi capelli dorati.
Troppo preso dalla disperazione nel sentire i suoi amati capelli iniziare a staccarsi uno ad uno, il dio del tuono perse il controllo.
 
Thor cercò di non schiantarsi a terra e riuscì ad aggrapparsi ad una delle cabine di un'enorme ruota panoramica.
I due restarono attaccati come lucertole alla cabina, che oscillava pericolosamente.
 
Loki allentò la presa sul mantello del fratello e precipitò dalla ruota, andando a finire ... su un grosso e soffice papero azzurro che attutì la sua caduta.
Stordito Loki si alzò dal malcapitato intrattenitore travestito da peluche e si guardò attorno.
Non riusciva a capire in che strano posto fosse capitato. La persone andavano vestite con pantaloni corti e T-shirt. Si sentivano grida di terrore da una parte e risate dall'altra e qua e la si ergevano strane costruzioni, alcune delle quali erano addirittura in movimento.
 
'Questi midgardiani sono proprio strani' , pensò, mentre il papero dietro di lui si rialzava da terra, interrogandosi sul proprio nome di battesimo, sul motivo per cui si trovava li e perché si fosse vestito in quel modo dato il clima afoso del parco.
 
Loki, sogghignando soddisfatto, si dileguò dalla vista di Thor, confondendosi tra la folla.
Ora il prossimo passo era farsi togliere quella fastidiosa museruola dalla bocca, così sarebbe riuscito a persuadere qualche midgardiano e avrebbe così continuato la sua conquista di Midgard.
 
Molte persone lo fissavano, ma sembravano estranei ai fatti appena accaduti nel resto del mondo, visto che nessuno dava segno di riconoscere il criminale Loki Laufeyson.
Il dio del male, vagando per il parco, si accorse di avere una fame tremenda.
Si fermò di fronte ad un bar e guardò desideroso i cartelli che riportavano le foto di invitanti gelati e dolci vari.
Non aveva mai assaggiato i cibi di Midgard e non aveva mai desiderato farlo almeno fino ad ora.
Con lo stomaco che brontolava Loki entrò nel piccolo locale e si diresse al bancone, dove una ragazza dall'aria non molto intelligente masticava una Big Babol con la stessa modalità di un ruminante.
<< Salve signore >> disse la ragazza formando una bolla con la Bigbabol << Cono o coppetta? >>


 
 
Thor si arrampicò sull'enorme struttura che si muoveva roteando lentamente. Col sole che gli batteva in faccia, cercò di individuare suo fratello, ma quest'ultimo pareva essere scomparso.
Temendo una possibile fuga di Loki, con un salto scese dalla ruota panoramica.
Senza preavviso qualcosa di caldo e peloso gli afferrò un braccio. Thor si voltò di scatto e con una martellata spedì un grosso coniglio di peluche contro un negozietto di souvenir.
Il dio del tuono, resosi conto troppo tardi di aver colpito un povero midgardiano, corse verso di lui, per assicurarsi che non si fosse rotto nulla. O almeno che fosse tutto intero.
 



Loki guardò la ragazza di traverso per parecchi secondi, ma quella non pareva accorgersi della museruola che gli impediva di parlare e per tutta risposta continuò a fissarlo a sua volta, gonfiando un'altra bolla con la gomma da masticare.
Loki alzò gli occhi al cielo e con aria spazientita le indicò la museruola.
Dopo minuti che parvero ore, la ragazza sbatté le palpebre e uscì da dietro il bancone.
<< Eh poteva dirmelo prima! >> fece con una risatina acuta, mentre toglieva quelle specie di ganasce dalla bocca dell'uomo.
<< Lei fa parte dell'attrazione Ghostville, vero? >> chiese la ragazza, tornando al suo posto.
Loki non rispose ( dopotutto non aveva nemmeno capito di cosa stesse parlando quella cretina ) e guardò i gusti di gelato esposti.
<< Allora, quale gusto vuole? >> chiese di nuovo la gelataia.
<< Li voglio tutti >> rispose Loki.
<< Non può averli tutti! >> rise la ragazza con la sua vocina isterica.
<< Invece sì! >> gridò Loki, tirando un pugno con entrambe le mani ( poiché erano legate da una catena d'acciaio ) all'espositore di vetro, che andò in frantumi.
La ragazza, per lo spavento, ingoiò la gomma da masticare d'un fiato, rischiando di soffocare.
Le altre persone che stavano facendo la fila per comprarsi un gelato smisero di parlare tra di loro e fissarono con gli occhi spalancati l'uomo che aveva appena dato di matto.
Loki prese tutti i contenitori di gelato e andò a consumarli come se nulla fosse su uno dei tavoli del bar.
Dopo aver vuotato l'ultimo contenitore, il dio del male abbandonò il piccolo locale, lanciando uno sguardo divertito all'espressione sconvolta delle persone presenti.
La fame si era placata ed euforico come non mai, credeva di poter finalmente conquistare la Terra.

 
Solo dopo qualche minuto, portandosi una mano sulla pancia e una davanti alla bocca, si rese conto dell'enorme errore che aveva appena commesso.





( Nessun intrattenitore di Mirabilandia è stato maltrattato durante la scrittura di questa fanfiction )

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Capitolo 2
*** Vivi il divertimento! ( E il giorno dopo entri gratis ) 2 ***


In fondo Loki doveva aspettarselo.
Non essendo abituato al cibo midgardiano, avrebbe dovuto essere più prudente, invece di riempirsi lo stomaco di quella roba dalla consistenza cremosa e dai tanti colori diversi ( che tutti noi midgardiani conosciamo sotto il difficilissimo nome di gelato ) solo per fare un dispetto a quella povera ragazza priva di cervello.
Più veloce di un fulmine percorse il parco di divertimenti in lungo e in largo, a piedi e in volo, fino a quando trovò il tanto bramato cartellino che segnalava la presenza di una toilette a pochi metri da dove si trovava.
 
Zoppicando dal dolore che gli attraversava la pancia ad ogni passo, Loki raggiunse i servizi igienici, ma la fila che si era formata davanti alla porta del bagno riservata agli uomini era talmente lunga da non riuscirne a vedere la fine.
Con un gemito di disperazione, Loki si fece spazio tra la folla a spintonate, scansando le persone come fossero sacchi di farina, ignorando le loro proteste e i loro insulti ( pronunciati in tutti i dialetti possibili ed immaginabili. Probabilmente anche nel tuo ).
Arrivato quasi alla fine della fila, Loki andò a sbattere contro qualcosa di grosso e decisamente più alto di lui.
Irritato cercò di spintonare da parte anche l'ultimo ostacolo, ma il proprietario di quel corpo, ovvero un bestione di due metri per 180 kg, si voltò verso di lui e lo afferrò per i capelli, sollevandolo da terra.
<< Ehi! Stupida creatura! Lasciami stare immediatamente! >> gridò Loki, sospeso a mezz'aria, agitando le gambe. ( Se hai appena avuto un de ja vu è perfettamente comprensibile ).
Avrebbe potuto benissimo eliminare quell'omone, ma il dolore era troppo forte e gli impediva di muoversi come voleva.
 
<< Ehi, ti avverto che sto per ... >>
Dal bagno in quel preciso istante uscì Thor, che non si accorse della presenza di suo fratello che si agitava a pochi centimetri da terra.
<< Thor! >> gridò a malincuore Loki, con un tono di voce inquietante, dato che stava proprio sul punto di rimettere tutto quel maledetto cibo dalla consistenza cremosa e dai tanti colori diversi.
Il dio del tuono individuò finalmente suo fratello Loki, che, senza successo, si dimenava nel tentativo di colpire il bestione.
Thor sospirò.
<< Loki, adesso devi dirmi che razza di deviazione hai? >>
Loki smise di agitarsi e guardò il fratello con aria interrogativa << Cosa? >>
<< Beh! Comincio a sospettare che ti crei qualche strano piacere farti maltrattare da creature di una certa stazza! >> disse, riferendosi indirettamente allo scontro che era avvenuto qualche ora fa tra Hulk e il suo fratellino.
Loki arrossì dall'umiliazione ricordando il modo imbarazzante in cui era riuscito a farsi sconfiggere e incominciò ad imprecare contro Thor per l'insinuazione idiota che aveva appena fatto.
 
Un'altra persona uscì dalla toilette e il bestione lasciò cadere Loki a terra, per raggiungere l'ambito gabinetto.
Thor aiutò il fratello ad alzarsi in piedi e solo in quel momento si accorse del suo viso matido di sudore e più pallido del solito.
<< Tu non stai bene >> disse Thor, senza mollare la presa sul suo braccio.
Loki gli lanciò un'occhiataccia della serie you-don't-say ( se non sai cosa significa, probabilmente non possiedi un account facebook ) e si appoggiò al muro dei servizi igienici, mantenendosi la fronte arrossata a causa della presa energica che il bestione aveva esercitato sui suoi capelli.
Si sentiva in trappola, doveva escogitare qualche stratagemma per riuscire a sfuggire di nuovo a suo fratello.
Un'idea fiacca, ma pur sempre efficace , gli attraversò la mente come una freccia schioccata dall'arco di Legolas.
<< T-Thor >> prese a singhiozzare Loki, tremando.
Suo fratello lo fissò con uno sguardo carico di rimprovero, ma subito la sua espressione si addolcì.
<< Ho tanto freddo, sto tanto male >> continuò a lamentarsi il dio dell'inganno, in perfetto stile piccola fiammiferaia .
Il dio del tuono si intenerì nel vedere il suo fratellino soffrire in quel modo.
 
Si chinò su di lui e gli scansò alcune ciocche di capelli che si erano appiccicate alla sua fronte sudata.
<< Cos'hai combinato questa volta? Non ti avrà mica fatto del male quel bestione? >> chiese Thor preoccupato.
Loki colse al volo l'occasione. Annuì energicamente e continuò a lamentarsi.
Come aveva sperato, Thor si adirò e con aria di sfida aspettò l'omone fuori dalla toilette, facendo roteare minacciosamente il suo martello.
Ed ecco presentarsi l'occasione perfetta.
Thor incominciò a prendere a calci e pugni il bestione tra le urla di terrore e il fuggi fuggi collettivo.
Loki sgattaiolò dall'angolo contro il muro dove si trovava e concentrò tutte le sue energie sulle proprie gambe, correndo più veloce possibile.
Inspiegabilmente si sentiva molto affaticato e infatti non riuscì ad allontanarsi come desiderava.
 
<< LOKI! >> sentì dietro di lui il ruggito di Thor, mentre sfrecciava in direzione di una di quelle strane costruzioni intricate.
Non un salto riuscì ad aggrapparsi ad uno strano veicolo prima che quest'ultimo partisse come un missile su delle rotaie d'acciaio rosso.
 
Loki sentì incordarsi il collo per lo strattone improvviso e mentre il veicolo correva velocissimo si lasciò scappare una bestemmia che riecheggiò per tutta Mirabilandia.
Mentre i midgardiani seduti sull'attrazione gridavano e si mantendevano alle protezioni per paura di cadere, Loki stava rannicchiato su un sedile vuoto, aggrappato come se stesse guidando una moto d'acqua, voltandosi di tanto in tanto per vedere se Thor lo stesse seguendo.
Ma fortunatamente era riuscito un'altra volta a seminarlo.

 
Finito il giro, Loki stava più male di prima.
Con la testa che gli girava, il dio del caos camminava per il parco sbandando e inciampando.
Sembrava che quello strano luogo non avesse ( oltre che un senso per esistere ) un'uscita.
Fulminava con lo sguardo chiunque osasse fissarlo e aveva una terribile voglia di fare fuori ogni singolo midgardiano che camminava in quel parco.
Riprendendosi dallo sconquasso e riacquistando una camminata più dignitosa, Loki superò un cespuglio, dietro il quale, senza preavviso, spuntò Thor.
Il dio del tuono si fiondò alle spalle del fratello e lo atterrò, finendo con tutto il suo peso sul suo corpo già provato.
 
Loki cacciò un grido soffocato e gli occhi diventarono lucidi dal dolore.
I passanti fissavano la scena incuriositi. Un ragazzo li guardava con tanto trasporto da non accorgersi che il gelato che stava leccando, in realtà, si trovava lontano cinque centimetri dalla sua lingua.
<< Ora torniamo a casa! >> fece Thor, senza rialzarsi dal fratellino, che gemeva dal dolore.
<< Thor >> disse Loki con un filo di voce, mentre sentiva sempre più acuti tutti i dolori che si era procurato nel giro di poche ore.
 
Il dio del tuono si alzò dalla schiena del suo fratellino e lo aiutò a rialzarsi da terra.
Nessuno dei due aveva la minima idea di dove fosse finito il tesseract, ma Thor era sicuro che non dovesse trovarsi troppo lontano.
Esausto e tormentato da spasmi di dolore, Loki decise che, dopotutto, valeva davvero la pena ritornare ad Asgard. Qualsiasi fosse stata la decisione della legge asgardiana nei confronti dei suoi delitti, sarebbe stato sicuramente meglio che sopportare di stare in quel posto qualche minuto in più.
 
Anche se cominciava seriamente a pensare che la punizione per lui fosse già iniziata.

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Capitolo 3
*** 2 - 1 ***



Arrivati ai piedi di due grosse torri di uguale altezza, Loki e Thor ritrovarono il tesseract smarrito , atterrato sulla schiena di Arturo il Canguro.
Prese le due estremità del cubo cosmico i due fratelli si guardarono negli occhi e Thor girò il manico con cui reggeva la sua parte di tesseract.
Di nuovo la luce blu scaturì dal cubo e li avvolse.
 
L'energia era molto debole, tanto che i loro corpi stavano svanendo molto lentamente.
Loki sbuffò e incominciò a muovere un piede con malcelata impazienza.
<< Appena torniamo a casa il bagno è mio! Devo sistemarmi questi capelli. Ne hanno viste di tutti i colori oggi, sono stressati! >> disse Thor nell'attesa, fissandosi una ciocca di capelli biondi che gli svolazzava davanti agli occhi.
Loki lo fulminò con lo sguardo << Al bagno devo andarci io! >> disse stizzito.
Thor scrollò le spalle.
<< Non agitarti. Se urge anche a te andarci ci andiamo insieme! L'ho sempre detto ai nostri genitori che due bagni sarebbero stati utili in casa. I miei capelli non sono così perfetti per volere divino. Li devo curare con il balsamo e dopo ogni doccia devo mettere la maschera e l'olio per non farli elettrizzare e ... >> mentre Thor blaterava del modo in cui si prendeva cura dei suoi capelli, Loki avrebbe desiderato strangolarlo.
 
Lentamente l'ambiente del parco scomparve e i due fratelli si sentirono trasportare altrove. E questa volta in maniera decisamente più gentile.
Passati pochi attimi qualcosa incominciò a prendere forma attorno a loro.
Con evidente panico negli occhi di Loki, i due dei si resero conto che quel luogo non era Asgard.
 
I loro piedi toccarono una superficie umida e bianca. L'aria era pregna di odori e le pareti erano simili al pavimento.
Un ragazzo vestito di bianco con un grembiule sporco dello stesso colore, portava in mano quattro piatti di spaghetti avanzati durante la giornata di lavoro del ristorante.
Con aria assonnata, il cuoco si avviò ai lavandini per pulire gli ultimi attrezzi e posate, col desiderio di tornare a casa prima che scoccasse la mezzanotte.
Accelerò il passo ma si scontrò contro qualcosa che non aveva previsto di trovare nella cucina e cadde a terra, rovesciando i piatti tutt'attorno.
Lentamente due uomini si alzarono da terra.
 
Uno era piuttosto pallido e aveva i capelli neri tirati all'indietro, l'altro era biondo e decisamente più muscoloso.
Entrambi avevano il capo e il viso sporchi di sugo e alcune manciate di spaghetti sulle spalle e sui capelli.
Loki si scansò lentamente quella roba dal viso, per poi fissare disgustato le sue dita sporche di sugo.
Thor fece lo stesso ed assaggiò qualche spaghetto, emettendo un verso di gradimento.
<< Perché non ha funzionato nemmeno questa volta? >> disse Loki furente,mentre il suo istinto omicida si faceva sempre più acuto.
<< Non ne ho idea >> rispose Thor.
 
Loki si guardò attorno.
Quell'odore gli dava il voltastomaco.
Si chiese come mai si fosse aperto un conflitto così intenso tra lui e il cibo midgardiano, mentre due spaghetti calavano lentamente sul suo occhio.
<< Dov'è finito il cubo?! >> domandò sull'orlo di una crisi di nervi.
Suo fratello si alzò da terra e si rivolse al cuoco, che non aveva smesso un attimo di guardarli.
<< Buon uomo. E' possibile che lei abbia visto un cubo blu molto luminoso scagliarsi da qualche parte qui vicino? >>
Il ragazzo continuò a fissare i due, senza rispondere. Dopo tutte quelle ore di lavoro, il suo cervello non poteva sopportare una cosa del genere. Così restò impalato, con lo sguardo nel vuoto.
<< Ah, capitano tutti a noi i midgardiani più intelligenti! >> esclamò Loki, alzando le mani in segno di rassegnazione.
 
Il dio del male uscì dalla cucina a passo svelto e Thor dovette correre per raggiungerlo.
Nonostante l'ora tarda, molti clienti erano ancora seduti ai tavoli e stavano fissando lo schermo di un grosso televisore.
Appena Loki mise piede nella sala, un boato si levò fra le persone sedute ai tavoli, che si alzarono dalle sedie con le mani in alto quasi nello stesso momento. Un signore sulla cinquantina d'anni corse verso Loki e lo abbracciò gridando << GOOOOOOOAL!!! >> poi si staccò da lui e andò ad abbracciare tutte le persone che gli capitavano a tiro, senza smettere di gridare di gioia. Anche gli altri urlavano e ripetevano in coro << Italia! Italia! >>
 
Loki era sconvolto.
Thor , preso dall'allegria dei midgardiani, si unì a loro e il baccano aumentò.
<< Prendetevi questo, tedeschi di ******** ! >> esclamò un altro cliente.
 
Loki guardò lo schermo.
Vide un grande campo verde e gruppi di midgardiani che indossavano indumenti di colori diversi, intenti a calciare un pallone bianco.
Il dio del male si mise una mano sul viso nel vedere Thor prendere un bicchiere di birra e sbatterlo contro il bicchiere di un midgardiano, ovviamente mandandolo in frantumi.
 
<< Aaah! Perché?! Perché?! >> una voce di donna si udì improvvisamente alle spalle di Loki.
Il dio si voltò e vide una giovane donna avvolta in un abito bianco molto lungo, con lo strascico e un velo trasparente sul capo che arrivava fino alla schiena.
Aveva un fazzoletto bagnato in mano e dagli occhi le colava qualcosa di nero mescolato alle lacrime.
La sconosciuta, palesemente brilla, si rivolse di nuovo a Loki << BASTARDO! VOI UOMINI SIETE TUTTI DEI BASTARDI! >> urlò singhiozzando e prendendo fra le mani la sedia di un tavolo e alzandola sulla propria testa.
Loki spalancò gli occhi e si allontanò << Cosa passa per la tua testa, ottusa creatura!? >> esclamò quando la donna scagliò la sedia verso di lui, mancandolo per un pelo.
Furioso il dio dell'inganno si avvicinò al fratello che era intendo a scolarsi l'ennesimo bicchiere di birra e lo prese per la collotta.
<< Andiamo THOR! >> disse trascinandolo fuori dal locale.
 
Thor, una volta portato da Loki ai parcheggi del locale, prese a ridere senza controllo e a volteggiare in una specie di danza ridicola.
Loki lo bloccò con le mani e lo scrollò << Idiota di un ubriacone, vedi di riprendere coscienza e di ritrovare il tesseract prima che decida di far sprofondare questa penisola nell'abisso! >> disse a pochi centimetri dal viso del fratello, che non smetteva di sorridere con espressione ebete.
 
Loki socchiuse gli occhi e con un ghigno stampato sul viso mollò un potente ceffone a Thor, che quasi cadde a terra.
Il dio del tuono si toccò la guancia dolorante ed emise un debole << Ahu! >>, ma subito dopo tornò a ridere.
<< Di cosa ti preoccupi Loki!? >> gridò riprendendo a volteggiare.
Il dio del male lo prese di nuovo per le spalle e gli tirò altri due schiaffi ben assestati, tanto che Thor rischiò di perdere gli incisivi.
Loki lo atterrò e si mise su di lui a cavalcioni, senza smettere di malmenarlo.
Ad ogni colpo che infliggeva al fratello rideva senza controllo, con una strana eccitazione che aumentava.
<< Non ti difendi Thor? Eh?! >> gridò preso dalle convulsioni, ridendo come un pazzo uscito dal manicomio, con le lacrime agli occhi.
 
Poi un rumore lo costrinse a voltarsi.
Come un battaglione le persone erano tutte uscite dal locale, urlando, cantando e sventolando una bandiera tricolore.
Lo stesso signore di prima corse verso di Loki e lo alzò dal fratello per abbracciarlo, saltando e cantando come un indemionato.
Il dio dell'inganno cercò di liberarsi dalla presa stritolante dell'uomo, ma appena ci riuscì la donna con l'abito da sposa, sbucata di nuovo dal nulla, gli spaccò una bottiglia di birra vuota in testa, gridando << BASTARDO!!! >> prima di riprendere a piangere come una fontana.
 
<< VOI SIETE PAZZI! >> urlò Loki, tastandosi la testa per vedere se uscisse del sangue.
Furente si preparò a colpire la donna a morte, ma sentì qualcuno picchiettare sulla sua spalla.
Loki si voltò e suo fratello lo fece volare lontano qualche metro con un colpo di martello allo stomaco.
<< Torniamo a casa >> disse Thor, col volto contuso per gli schiaffi ricevuti dal fratellino.
Loki si alzò da terra e vide che il fratello stringeva il tesseract nelle mani.
 
Osservando la folla impazzita che sparava fuochi d'artificio in aria e suonavano trombette assordanti, Loki raggiunse il fratello.
Lo guardò e si rese conto di averlo ridotto piuttosto male, ma almeno era riuscito a farlo tornare in se.
Sorridendo sotto i baffi, Loki perse il tesseract dal suo lato e lo azionò.
Di certo non aveva intenzione di tornare ad Asgard senza aver prima conquistato Midgard.

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Capitolo 4
*** Tutto 1 € ! ***


Il terribile scoppio fu coperto dal rumore dei fuochi d'artificio che i midgardiani stavano sparando fuori dal ristorante.
Thor ci mise un po' di tempo prima di rendersi conto di quello che era successo.
Come suo solito, Loki lo aveva colpito a tradimento e ora il dio del tuono si trovava steso a terra, con la testa dolorante per la botta appena presa.
Notò a pochi centimetri da lui la catena che Loki portava alle braccia.
 
Era riuscito a togliersela.
 
Thor si mise in piedi e guardò assorto i colorati fuochi d'artificio che si espandevano nel cielo buio.
" Maledetto Loki, dove sei scappato questa volta? "

 
 
Erano le due di notte.
I festeggiamente per la vittoria dell'Italia contro la Germania erano finalmente terminati.
Loki si distese sulla panchina di una piazza e fissò le stelle in cielo.
Si sentiva le palpebre pesanti e i muscoli doloranti.
Decise che un po' di riposo non gli avrebbe certo fatto male. Così chiuse gli occhi.
Il silenzio era pressoché assoluto e il sonno giunse in fretta.

 
<< Ma guarda tu come sta andando in malora l'Italia! Ogni giorno ci sono nuovi barboni per strada >> disse una voce ad di sopra di Loki.
Il dio aprì lentamente gli occhi e vide due uomini vestiti di un arancione sgargiante prendere delle buste nere da alcuni cassonetti per poi buttarle nel carico di un camion fermo li vicino.
Loki si mise a sedere e si stiracchiò.
Pur essendo mattina, il caldo era già soffocante.
Il dio dell'inganno si alzò e si stropicciò gli occhi. Guardò quella piazza e le poche persone che l'attraversavano.
Sorridendo si immaginò di possedere l'intera Midgard e ricordò di aver addirittura sognato enormi manifesti con la sua foto sovrastare su ogni monumento e ogni punto più alto della Terra. Ogni cosa, anche prodotti di bellezza come creme per viso o lamette usa e getta, avevano il suo viso stampato sulla confezione.
 
Preso dalle fantasticherie, non si accorse di Thor che mangiava una brioche e beveva un caffé seduto sulla panchina da cui si era appena alzato.
<< Buongiorno fratellino >> disse il dio del tuono, con la voce alterata dalla presenza di cibo nella bocca.
Loki si voltò di scatto e fissò suo fratello incredulo.
<< Come ... ? >>
<< Dormivi così profondamente. Non ho voluto svegliarti >> disse Thor scrollando le spalle.
<< Fratello, tu non puoi fermarmi ormai. Sto riacquistando tutti i miei poteri. In meno di un'ora questo pianeta sarà mio! >> disse Loki ridendo trionfante, prima di grattarsi le natiche, dove un gruppo di zanzare lo aveva punto attraverso i pantaloni la notte appena scorsa.
<< Loki, per favore, non sei abbastanza in forma per conquistare un pianeta. Certe cose vanno fatte con stile. >> disse Thor tranquillamente, poggiando la tazza del caffè sulla panchina, reprimendo la voglia di scarventarlo a terra come suo solito.
Il dio dell'inganno, a quelle parole, si incamminò verso la vetrina di un negozio di vestiti e si specchiò.
 
Dopotutto Thor non aveva tutti i torti.
Il suo viso era bianco più del solito, tanto che assomigliava ad un lenzuolo lavato con Perlana.
Il pallore era spezzato solo da profondi graffi e lividi, che si era procurato nei giorni precedenti, prendendole da tutti e in tutte le parti del corpo.
Come se non bastasse, aveva ancora qualche pezzettino di vetro nei capelli, altrettanto malridotti, incollati e sporchi di sugo com'erano.
Con evidente disgusto impresso sul volto, Loki si accorse anche di non emanare un gradevole odore, dopo ore ed ore passate a correre sotto il sole cocente e senza mai fermarsi per darsi una dignitosa ripulita.
 
Il dio dell'inganno si voltò verso il fratello, che lo stava scrutando, pronto a bloccare una sua possibile fuga.
<< Ora che ci penso, avrei proprio bisogno di un bagno >> ammise in fine, grattandosi la testa.
<< So più di te come funziona questo posto, fratellino. Seguimi,troveremo un posto dove poterci lavare. E vedi di non scappare, perché una volta che ci saremo puliti, torneremo ad Asgard. >> disse Thor, desideroso di riportare immediatamente Loki a casa, ma troppo preoccupato per i suoi capelli dorati, che avevano perso la laro brillantezza.
Loki annuì e seguì Thor fino ad arrivare ai piedi di un grande edificio, su cui campeggiava a lettere cubitali la parola " Hotel ".
Prima di mettere piede in quell'edificio, Loki si accorse di qualcosa che luccicava sotto il mantello di Thor. E non si trattava dell'armatura, ma della catena e della museruola che con tanta fatica era riuscito a togliersi.
 
Senza che il fratello se ne accorgesse, il dio del male sfilò un ombrellone chiuso da uno dei tavolini posti di fronte all'entrata.
Con tutte le sue forze scagliò l'oggetto sulla testa di Thor, colpendolo talmente forte che si sentì un inquietante suono come di un metallo che sbatte contro una roccia.
Vedendo tante stelline danzare davanti agli occhi e sentendo tanti uccellini cinquettare in coro attorno alla sua testa, il dio del tuono si accasciò a terra.
Loki incominciò a ridere talmente forte da attirare l'attenzione di tutti.
Thor finse ancora di essere svenuto, attendendo il momento giusto per catturare Loki e legarlo di nuovo.
Non c'era più tempo da perdere, doveva riportarlo ad Asgard.
 
Loki continuava a ridere come un posseduto, con le lacrime agli occhi. Poi smise di colpo, quando uno strano movimento di viscere gli comunicò l'arrivo di una dissenteria fulminante.
Sconvolto dal dolore non si accorse del repentino scatto di Thor, che lo prese da dietro , tentando si legargli nuovamente i polsi.
Loki cercava di dimenarsi, ma Thor riuscì ad infilargli il tesseract in una mano, azionandolo.
Tuttavia i movimenti bruschi del dio dell'inganno non permisero al Cubo Cosmico di prendere la spinta necessaria a riportare i due su Asgard.
Così Loki e Thor furono scaraventati lontano , verso il mare.

 
 
<< Mamma, mamma! Guarda! >> urlò un bimbo sulla riva del mare, indicando qualcosa che volava in cielo.
La madre del piccolo gli sorrise, convinta che si stesse esaltando per l'ennesima volta al passaggio di un gabbiano o di qualche aereo.
 
I due oggetti volanti non identificati si avvicinavano sempre di più e, sotto lo sguardo rapito del bimbo, caddero in mare, alzando un'enorme quantità d'acqua.
I due, annaspando e tossendo, nuotarono verso riva e raggiunsero la spiaggia.
Loki emise un verso di rabbia, togliendosi un grosso granchio che si era aggrappato al suo orecchio.
<< Almeno possiamo dire di esserci dati una pulita >> disse Thor, strizzandosi i capelli.
Poi si avvicinò al fratello con fare minaccioso.
<< Maledetto! Non ho nessuna intenzione di tornare ad Asgard con te! >> gridò Loki in sua direzione, prima di cominciare a correre.
Thor sospirò e si mise all'inseguimento del fratello, senza curarsi dei midgardiani che passeggiavano sul bagnasciuga e che li fissavano sbigottiti.
Loki si voltò per vedere a che punto si trovasse Thor, andando ad inciampare in una grossa buca scavata da un gruppo di bambini.
 
Il dio del male alzò lentamente il volto coperto di sabbia e si ritrovò di fronte un piccolo midgardiano che lo guardava con aria di rimprovero << Mi hai rotto il castello! >> piagnucolò il bambino, prima di assestarli una palettata in testa.
Loki prese il bimbo per le spalle e lo tirò verso di se << Tu! Piccolo midgardiano impertinente! La pagherai per questo, io ti... >>
L'ennesimo movimento di viscere mozzò il fiato del dio, che restò con gli occhi sbarrati e la bocca semiaperta dal dolore.
Il bimbo si liberò della presa e gli diede un' altra palettata in testa. << Lo vado a dire alla mamma! >> strillò prima di allontanarsi.
Loki si alzò in piedi e individuò un lido non molto lontano da lui. Con un po' di fortuna forse avrebbe trovato li qualche toilette.
 
La speranza gli diede la forza di correre verso il casotto, riuscendo anche a seminare Thor.
Sul punto di piangere per la gioia, si fiondò verso un gabinetto e, dopo un'ultima occhiata alle sue spalle, chiuse con forza la porta.
Thor non riusciva a capire come avesse fatto a perdere di vista suo fratello. Erano passati parecchi minuti, ma non lo aveva ancora trovato.
Esausto si era seduto sulla sabbia, sfinito dal tentativo di un vucumprà che non desisteva dal volergli vendere una bandana.
Così, sbuffando, alla fine ne comprò una, pagandolo con i soldi avanzati del caffè.
Sovrappensiero fissò lo strano copricapo. Era bianco e blu.
Decise che l'avrebbe regalata a Loki.
Sempre se fosse riuscito a ritrovarlo.



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Capitolo 5
*** Ritorno ad Asgard. ***


<< Non ho intenzione di tornare ... ad Asgard...No, no ! >> si ripeteva Loki, mentre sofferente se ne stava seduto sulla tazza del gabinetto, sudando come una fontana poiché li non c'era nemmeno una finestra.
 
Dopo mezz'ora o forse più, Loki decise di alzarsi e di andare a conquistare seriamente Midgard.
Gettò uno sguardo a sinistra, dopo a destra. In fine anche per terra.
Ma non c'era nemmeno l'ombra di un pezzo di carta igienica.
Loki non aveva mai desiderato piangere così tanto.
<< Ma che razza di posto è questo?! Credo proprio che nessuno riuscirebbe a governarlo. E di certo non voglio prendermelo io questo grattacapo! >> disse fra se e se, scartando definitivamente il paese dalle sue future conquiste terrestri.
 
Disperato, dovette ammettere a se stesso di aver bisogno per l'ennesima volta del fratello.
<< THOR!!! >> gridò con tutte le sue forze, facendo scappare tutti i gabbiani che erano atterrati vicino al gabinetto.
<< THOR!!! >>
Il divino udito di Thor sentì le grida di Loki e, preoccupato che gli fosse successo qualcosa, corse immediatamente verso la voce, raggiungendo un casotto.
<< Loki, sei qui? >> disse bussando alla porta del gabinetto.
<< Sì... Thor, potresti prendermi un po' di carta? >> chiese Loki, arrossendo come un papavero per la richiesta che era stato costretto a fare.
Thor entrò nel bar del casotto e prese ciò che serviva al fratellino.

 
Poco dopo, mentre il sole si preparava a tramontare, Loki e Thor camminavano sul bagnasciuga.
<< Non sono mai stato più stanco in vita mia >> disse Thor, mordendo un magnum bianco che si era comprato al casotto.
<< Ne vuoi un po'? >> chiese, porgendo il gelato al fratellino, che si allarmò come un gatto alla vista di una vasca colma d'acqua.

<< Ti odio >> sussurrò Loki stizzito, guardandosi le catene che portava nuovamente ai polsi.
Thor si fermò e costrinse anche il fratellino a fare altrettanto.
<< Non dirmi così. Guarda, ti ho anche comprato uno... una ... beh, un cappellino! >> disse il dio del tuono, tirando la bandana blu e bianca fuori dalla tasca.
Loki la fissò a lungo, poi mandò mentalmente il proprio fratellone a quel paese.
<< Sta fermo che te la metto >> disse Thor, sorridendo.
 
Loki subì l'umiliazione.
<< E ora, si torna a casa >> sospirò Thor, tendendo per l'ennesima volta il tesseract al fratellino che per l'ennesima volta l'afferrò.
Loki, già spaventato per la sorte che lo attendeva una volta tornato ad Asgard, pensò a come avrebbero riso di lui quando l'avrebbero visto conciato in quel modo. Con la bandana in testa, la pelle arrossata a causa del sole ( e lui, essendo un gigante di ghiaccio,aveva la pelle molto delicata ) e residui di cibo e lividi vari sparsi per il corpo.
<< Andiamo >> fece Thor, azionando un tesseract che se solo avesse potuto parlare, ne avrebbe detti di insulti.
 
Finalmente i due abbandonarono l'Italia, che scomparve ai loro occhi in pochi secondi.
<< Non ho preso nemmeno una cartolina! >> disse Thor mentre il Bifrost prendeva il posto della sabbia.
 
Loki si sentiva già meglio.
Aver abbandonato quel posto era stato un sollievo enorme.
Con grande sorpresa di Thor, il dio delle malefatte accelerò il passo per raggiungere Asgard.
 
<< Casa dolce casa! >> esclamò Loki con le lacrime agli occhi, mentre l'imponente paesaggio dorato di Asgard si stagliava all'orizzonte.



                                                                                                                     FINE
                                                     






Ringrazio davvero di cuore chi ha seguito questo mio delirio ( affermando addirittura che sia bello e divertente! D: )

Spero solo che Loki non se la prenda con me per averlo reso così sfortunato in questa fanfiction
.

 


 

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