Lupus

di diokoxkristof
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** treno, smistamenti e zii perduti. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lupus

 

 

Caro papà,

come stai? È tutta l’estate che siamo separati, ne ho sofferto molto mi è dispiaciuto, Ted come stà? Sicuro bene, quel deficente testone non si fa male nemmeno a farlo apposta al contrario della mamma e me !

Di certo, purtroppo, non riusciremo a vederci prima dell’inizio dell’anno, ma renditi conto papà, questo è il mio primo anno a Hogwarts!

In ogni caso non vedo l’ora di assistere alle tue lezioni, sono sicura che tu mi metterai sempre il voto massimo!

Piuttosto indovina chi ho incontrato qui al campeggio?

Non l’hai ancora capito?

Beh... te lo dico io allora, sono stata messa in tenda con la mia amica Lili, non sai che felicità averla con me!

In ogni caso tranquillo! Niente incidenti, niente morti ne feriti!

Eh sì! Puoi essere fiero di me.

In ogni caso spero che arrivi presto la scuola di vedere presto i miei amici  Albus, James, Hugo e Rose!

Approposito, Ted ha percaso toccato il mio computer? Rispondimi sinceramente papà perchè se lo ha fatto lo smembro a morsi tanto non gli faccio nulla.

Spero in una tua pronta risposta!

Tua Sophia

P.S: dì alla mamma che mi manca.

 

Questo è il contenuto della lettera che, se fosse stati sul davanzale della finestra di casa Lupin al numero trentaquattro di Pelago Street, avreste visto legata alla zampa di un buffo gufo completamente nero con due grandi occhi di colori contrapposti, uno blu cobalto e uno rosso cremesi, che tendeva l’oggetto cartaceo con un certo orgoglio, come a sottolineare la sua perizia nell’aver completato il suo incarico in modo rapido e preciso, verso il destinatario il cui nome era scritto in una calligrafia composta da tratti di piuma lunghi e imprecisi con molte macchie di inchiostro di colore verde pistacchio a schizzarne i lati.

Pochi istanti prima, se fosse stati nello stesso luogo, avreste visto il professore di difesa contro le arti oscure della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts Remus Lupin che, sentendo il frusciare delle ali ed il verso del volatile, si affrettava ad alzarsi dal tavolo dove stava consultando un libro dall’aria vecchia e polverosa e con scritto sul dorso di pelle di drago il titolo: “Gli animali fantastici: dove trovarli.” Borbottando cose come: “Erumpent...” oppure: “pelle spessa...” o ancora: “ il corno... perforare qualsiasi cosa...” con fare rapito e accompagnato da libri come: “Il quidditch attraverso i secoli” di Kennilworthy Whisp, “Le Fiabe di Beda il Bardo” versione tradotta da Hermione Granger e tanti altri tomi che sembravano essere libri da studente acquistati recentemente.

Arrivato dal gufo lo fece salire delicatamente sul suo braccio dicendogli con tono cortese: “Bravo Mitto, ottimo lavoro.” Dandogli subito come ricompensa per il suo lavoro un angolo di una barretta di cioccolato al latte acquistata recentemente a mielandia durante un viaggio nell’allegra cittadina di Hogsmeade in compania della moglie Ninfadora Tonks Lupin che, anche dopo il matrimonio, ha voluto mantenere il suo cognome da nubile in quanto l’odio che prova verso quello di battesimo le impediva ed impedisce tuttora di non urlare addosso a chiunque la interpelli con esso che non la deve chiamare “Ninfadora”, e del figlio maggiore Tod Lupin ormai al terzo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Dopo aver fatto adagiare il gufo su un trespolo di noce aprì la tanto attesa lettera della figlia leggendola tutta ad un fiato e sforzandosi di capire anche le parti cancellate riuscendo però solo ad intravedere un “deficente” e un “smembro... morsi” che intuitivamente collegò al figlio maggiore ora impegnato a studiare per gli ultimi strascichi di quelli che erano i compiti per le vacanze.

“Tonks! È arrivata la lettera di Sophia!”

Si sentì un tonfo, una forte imprecazione a carico di un pezzo della mobilia che era presente nella casa, e infine un frenetico scendere dalle scale di una donna vestita con una maglietta delle sorelle stravagarie e un paio di pantaloni da ginnastica bordati di viola, il viso a forma di cuore con le labbra della medesima forma scrutava impaziente ed euforico contornato da lunghi capelli viola quello segnato da profondi graffi e cicatrici del marito.

“Non ci credo finalmente quella si è decisa a scrivere, figlia degenere!”

“Dai Tronks, non ti pare di essere troppo dura?”

Disse l’uomo con fare pacato cercando di calmare quella furia di sua moglie che, nonostante i caratteri estremamente diversi e l’abissale differenza di età, lui amava alla follia.

“Non è vero! Non sono dura, è lei che non ci scrive mai...”

Pronunciò tristemente la donna mentre i suoi occhi erano attraversati da un velo di tristezza.

“Non una sola parola, tutta l’estate senza sue notizie! Basta, non la manderemo mai più in campeggio da sola.”

“Queste parole... mi sembra di avere un deja-veùx...”

Ridacchiò il lupo mannaro sotto lo sguardo allibbito della moglie che in tutta risposta gli mostrò la lingua con fare bambinesco ed i capelli che sfumavano nel rosso.

La donna lesse la lettera e poi la gettò arrabbiata sul tavolo.

“Si era scordata di me! Mi ha messa nel Post Scrittum!”

Disse allibita, il marito comprensivo la prese per i fianchi e le diede un delicato bacio sulla pelle abbronzata dall’estate.

“Lei ti vuole bene, e lo sai.”

Disse Remus con fare quasi paterno, e in effetti in base all’età sarebbe potuto essere suo padre.

“Ma tu invece lo sai che preferisce te.”

Gli disse con fare accondiscendente la donna dandogli un leggero bacio di ricambio e guardando i suoi occhi profondi che con il tempo erano diventati gialli, alcuni si azzardavano persino ad ipotizzare che fosse a causa di un’accettazione da parte di Remus J. Lupin del suo stato di licantropo, altri credevano che semplicemente avesse voluto cambiare.

“Sono il suo genitore preferito nonostante gli abbia rovinato la vita?”

I due si guardarono a lungo, e grazie a quella complicità che si acquista solo con gli anni di convivenza e amore decisero di chiudere, per il momento, la discussione.

Se in quel momento dei babbani avessero visto quella casa in cui i gufi mangiavano solo il cioccolato al latte e consegnavano la posta, tre inquilini su quattro cambiavano il colore dei capelli un giorno sì e l’altro pure e vi erano individui che ogni plenilunio diventavano animali... beh... basti dire soltanto che per fortuna al contrario di noi non l’hanno visto.

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“Oh... che disastro! Merlino!”

Una ragazza in una tenda impreca vivacemente, per una della sua età, contro l’entita malvagia che, nessuno provi a negarlo, si annida in ogni vacanza che si rispetti.

Sophia Lupin si domandava il perchè il suo storico avversario, la valigia, apparisse così leggera e si chiudesse così in fretta quando la preparava suo padre, sua madre nemmeno ci avrebbe provato, e invece, anche se lei non cambiava il suo carico e ripiegava tutto con cura, al ritorno cercare di chiuderla era come cercare di non vomitare e chiedere di bruciare il libro di Beatrix Bloxam dopo aver letto il riadattamento de “Il mago e il pentolone salterino”; si ricordava ancora i versi:

E allora la pentolina d’oro danzò per la gioia –hoppitti, hoppitti, hop!– sui piedini rosa! Gigetta Cosetta aveva curato tutte le bambole dal male al pancino, e la pentolina era così felice che si colmò di dolcetti per Gigetta Cosetta e le sue bamboline!

- Ma mi raccomando di lavarti i dentini! -

E Gigetta Cosetta baciò e abbracciò la pentolina saltellosa e promise di non fare mai più la vecchia cicciosa lagnosa.”

Senza alcun dubbio questo era stato il peggiore trauma infantile di molti bambini, ma adesso bisognava tornare al problema principale: la valigia.

La ragazza diede un’occhiata in giro e vide la bacchetta del prefetto di quella zona del campus, doveva averla lasciata per sbaglio lì, era un tipo molto sbadato quello in questione e Sophia sapeva che non sarebbe tornato prima di cinque minuti, quindi prese la bacchetta e pronunciò decisa verso l’avversario la soluzione a tutti i suoi problemi che vedeva utilizzare dalla madre quando il padre... beh... quando il padre non poteva stare con loro.

Bagalius.

Era una magia molto semplice, ma la ragazza fù molto soddisfatta di vedere la valigia riordinarsi e chiudersi in modo impeccabbile.

Rimise subbito la bacchetta a posto, al solo pensiero che tra poco ne avrebbe avuta una sua si esaltava, e con il baule in mano uscì in fretta dalla tenda.

Il vento passava tra i suoi capelli rossi spettinati mentre il sole d’inizio autunno le provocava fastidio agli occhi gialli, odiava la luce troppo forte.

In quel momento abbassando gli occhi la ragazza fece finta di dimenticarsi la maglietta dell’associazione C.R.E.P.A. che era stata messa a forza nel suo bagaglio da suo padre; di certo non l’aveva indossata mai in pubblico, ma anche come pigiama era orribbile.

Uscì dal campus con Lili e, guardando il proprio pulman passare senza lei a bordo, sperò di poter ripetere le avventure dei suoi predecessori una volta a Hogwarts.

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A.D.A.(Angolo Delirio Autrice)

Okkkk.... io adesso in teoria dovrei scrivere il nuovo capitolo per la long di Dragon Ball, e invece sono qui a scrivere sulla mia più grande passione dall’età di sei anni: Harry Potter!

In ogni caso, come immagino tutti avrete capito, questa è una “What if...” in cui Ninfadora Tonks e Remus J. Lupin non sono morti durante la battaglia finale con Lord Voldemort ed hanno avuto un’altra figlia: Sophia.

Mi sono presa una piccola licenza in questa fic: dato che io sono una tipa pignola su Harry Potter, si sa, ho scritto accompagnata da, oltre i sette libri della saga, altri quattro libri: un’enciclopedia su tutti i personaggi, incantestmi, oggetti magici e creature del mondo di Harry Potter ed i tre libri che ho menzionato nella fic, quelli che Remus aveva acquistato per la figlia.

Comunque il punto è( sì, lo ammetto, ho divagato) che Ted Lupin se è nato prima dell’ultima battaglia avrà nell’epilogo, che si svolge diciannove anni dopo, VENTI ANNI!!! Vi prego di correggermi se sbaglio, ma questo dato è assurdo per me che devo scrivere questa fiction un anno dopo l’epilogo della Rowling.

L’unico OC che inserirò sarà, per l’appunto, Sophia.

È la figlia di R.J.Lupin e, come molti avranno capito, è un lupo mannaro come lui, anche se questa cosa è sconosciuta a tutta la “nuova generazione” tranne che a Lili Luna che è la sua migliore amica.

Se avete domande fatele pure!

Questo è il mio primo esperimento in questo fandom dove non conosco nessuno, siate clementi!!!

diokoxkristof

 

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Capitolo 2
*** treno, smistamenti e zii perduti. ***


LUPUS

treno, smistamento e zii perduti

La ragazza, seduta comodamente nello scompartimento numero otto del binario nove e tre quarti, osservava la luna che ormai era prossima all’essere piena.

Era sua abitudine, in quelle notti, chiudersi in una stanza isolata in modo da non fare male a nessuno; -Purtroppo...- pensò -... non posso prendere la Pozione Antilupo a causa della mia età, da quando hanno scoperto che poteva causare problemi nella formazione ossea dei licantropi sotto i diciassette anni mio padre mi ha vietato assolutamente di berla. Ma forse è meglio così, mi hanno riferito che ha un sapore orribile.-

Lily accanto a lei stava osservando la sua nuova uniforme che aveva ancora lo stemma di Hogwarts con tutte e quattro le case; anche se presto sarebbe stato sostituito da un solo scudo rappresentante della casa di appartenenza.

Ad un certo punto un rumore distrasse le ragazze, un tredicenne con i capelli rossi e arruffati chiedeva se c’era posto anche per qualche altro amico nello scompartimento.

“Certo che c’è posto Hugo! Vieni!”

Disse Lily accanto a lei mentre la ragazza dagli occhi gialli faceva posto la fratello, che in quell’occasione sfoggiava un’acconciatura nera con i ciuffi verdi.

Albus, James, Rose e Teddy si misero nei posti di fronte ai ragazzi e la Weasley prese a parlare:

“Ehi ragazzi, Lily e Soph ora ci diranno a che casa pensano di finire! Dopotutto tutti noi, tranne Albus che è Serpeverde, sono stati smistati a Grifondoro, voi non sarete da meno vero?”

“Per la verità non saprei... penso che finirò nella stessa casa di mio padre, oppure al massimo in Corvonero...”

Disse pensierosa Lily mentre Sophia prendeva parola:

“Io spero solo di non essere Serpeverde!”

“EHI!” disse Albus indignato “Noi Serpeverde non siamo tanto male! Siamo solo... fraintesi...”

“Si, certo, fraintesi... come le acromantule, i thestral e i draghi di Hagrid.”

Pronunciò ironicamente il maggiore dei Lupin per poi essere seguito dalla risposta del serpeverde:

 “Ah-ah. Apparte che anche voi Grifondoro fate la vostra buona dose di misfatti!”

Rose appena sentì la parola “misfatti” si animò come se avesse preso una scossa.

“Ragazzi, ora che siete dei nostri c’è una cosa che dovete conoscere! Anzi, due!”

“Ah, e cosa dovremmo sapere?”

Disse una scettica Lily.

“Le fonti del nostro successo.”

Rispose un convinto Ted.

“Esattamente! Ecco qua!”

Disse Rose mostrando alle nuove arrivate un logoro mantello e una vecchia pergamena tutta macchiata.

“Cosa sono queste vecchie robe?”

Chiese Sophia vedendoli.

“Vecchie robe le ha chiamate lei... si vede che ancora non le sai apprezzare, ma presto cambierai idea, questo vale anche per te lily.”

Detto questo Hugo si fece avanti e disse toccando la pergamena con la punta della bacchetta:

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”

Improvvisamente la mappa si cosparse di un inchiostro dal colore marrone-rossiccio che si delineò a formare un piccolo testo e dei disegni, come quelli di una mappa.

A quel punto James, che era rimasto in disparte fino a quel momento lesse:

Messer Lunastorta, Codaliscia,

 Felpato e Ramoso,

consiglieri e alleati dei magici malfattori,

 solo lieti di presentarvi:

 LA MAPPA DEL MALANDRINO.”

 

“Questa mappa mostra tutta Hogwarts, i passaggi segreti, le scorciatoie, la posizione di ogni persona, cosa fa, con chi, ogni minuto e ogni giorno.”

Disse subito dopo il fratello Albus.

“Che forza! Aspetta, ora che ci penso papa mi ha detto che il suo soprannome è Lunastorta... questo vuol dire che anche lui ha collaborato a fare questa mappa?! Mio padre, Remus J. Lupin, l’uomo più tranquillo del mondo, insegnante di difesa contro le arti oscure alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era un malandrino?!”

“Esattamente, questo vale anche per il tuo nonno paterno Lily e per Sirius Black, con cui tu ed io siamo imparentati Sophia, anche se è morto.”

Disse Ted con espressione ghignante.

Ma allora a Lily venne un dubbio:

“Ma chi era Codaliscia?”

Sul volto di tutti si dipinse un’espressione di disgusto e a quel punto Albus sospirò:

“Piter Minus, non importa, era solo un traditore.”

Ci fu un’imbarazzante silenzio per qualche secondo, poi Sophia disse:

“E invece quel mantello? A cosa serve?”

“Ah, ora lo vedrai... indossalo!”

Disse Hugo.

“Che?”

“Indossalo.”

La rossa lo guardò per qualche secondo poi mise il mantello.

Lo stupore nei suoi occhi non poteva essere maggiore, la parte inferiore alla testa del suo corpo era sparita.

“Ma, come è possibile?”

“Questo, mia cara sorellina, è un mantello dell’invisibilità, non di quelli di zio George che dopo un po’ ,per quanto siano ben fatti, perdono efficacia, questo è uno dei tre doni della morte, se lo passano di padre in figlio nella famiglia Potter ormai da secoli.”

Pronunciò Teddy con l’aria di chi la sa lunga e deve spiegare qualcosa a un bambino che sa a stento parlare.

“Quindi non perde mai efficacia! Forte, ma in che senso è uno dei doni della morte? Non vorrai dire che questo è il mantello del terzo fratello!?”

“Esattamente mia cara Lily,” disse James “è grazie a questo mantello e alla mappa che possiamo aggirarci per i corridoi senza problemi.”

“Ho notato una cosa...” appuntò Sophia “qui manca il passaggio dalla “Testa Di Porco” a Hogwarts...”

“Perché quello è un passaggio nuovo, la mappa non viene aggiornata da quando mio nonno e tuo padre andavano a Hogwarts.”

Spiegò Albus con tono lievemente amareggiato.

“Perché non la aggiorniamo noi? Penso che se ci mettiamo d’impegno ce la facciamo!”

Disse sophia tutta eccitata all'idea.

Ma la risposta del serpeverde non si fece attendere.

“Gli incantesimi sono troppo complicati, e poi avranno messo delle protezioni, forse delle parole d’ordine...”

“Per questo non ti preoccupare, ci penso io ad estorcere le parole d’ordine o il modo per modificare la mappa a mio padre. E per gli incantesimi, beh, in qualche modo ce la faremo, magari potremmo prendere spunto dai loro...”

Tutti ascoltarono la proposta della ragazza, poi annuirono e ripresero a chiacchierare tra di loro, e qualche ora dopo arrivarono ad Hogwarts.

Il castello era illuminato da torce che ne permettevano la vista sin da lontano e le molte torri e torrette si riflettevano sul lago, anch’esso illuminato.

“Primo anno! Primo anno da questa parte!”

Un grosso uomo torreggiava con la sua ingombrante figura su tutti gli studenti, i capelli, che dovevano essere di un colore molto scuro solo pochi anni prima, erano brizzolati, proprio come la barba.

“Beh, allora ciao, a dopo!”

Disse Rose seguendo il gruppo nella sala grande.

Lily e Sophia salirono su di una barca abbastanza malmessa con uno studente piuttosto ombroso che non spicciò parola per tutta la traversata del Lago Nero.

Arrivati a destinazione si spostarono in un corridoio che doveva condurre alla sala grande.

-E ora?- pensò Sophia agitata- spero di essere una Grifondoro così farò felice papà, ma se diventassi una Tassorosso  Mamma ne sarebbe entusiasta... ah, che casino!-

“Buongiorno,” disse una voce roca, un po’ stanca ma allegra, che vuole far mettere a proprio agio l’interlocutore “io sono il professor Remus John Lupin ed insegno Difesa Contro Le Arti Oscure oltre ad essere il responsabile della casa Grifondoro; adesso entrerete nella sala grande, dove avverrà la cerimonia dello smistamento e verrete destinati ad una casa. Le quattro case di Hogwarts, per chi non lo sapesse, sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde; per il tempo che passerete qui la vostra casa sarà la vostra famiglia. Per essa potrete, con buone azioni oppure dimostrando di aver studiato, guadagnare punti; mentre, al contrario, se compierete cattive azioni o infrangerete le regole ne farete perdere. Ed ora se volete seguirmi inizieremo a smistarvi.”

Il lupo mannaro diede una rapida occhiata a Sophia e poi accompagnò tutti dentro.

C’erano quattro tavolate, con posate che Sophia sperava ardentemente non fossero d’argento, molti volti li scrutavano avvicinarsi allo sgabello su cui era poggiato il Cappello Parlante, vecchio e logoro come sempre.

“Iniziamo” disse Lupin con un rotolo di pergamena in mano “ Bigwall Fasha...” dopo pochissimo il cappello la assegnò a Serpeverde, poi un’altra “Capet Eracline.... TASSOROSSO!” pronunciò il cappello parlante e ancora una persona ed un’altra, fino ad arrivare a: “Lupin Sophia!”

La rossa si avvicinò lentamente al padre che le mise il cappello in testa che le calò sopra gli occhi e parlò con voce sveglia:

“Mia cara, ma cosa abbiamo qui! Un bel cervello, senza dubbio, e lealtà verso le persone care, ma anche coraggio, voglia di dimostrare di essere... beh, diciamo “abbastanza” giusto? Ah, si, c’è desiderio di grandezza, orgoglio per ciò che si è, al contrario di tuo padre eh... beh, direi che non staresti male in... GRIFONDORO!!!”

Tutti applaudirono, la ragazza guardò il padre, orgogliosa, e si mise seduta al tavolo del Grifondoro vicino a suo fratello.

Toccò al ragazzo che stava con loro nella barca “Ofblades Jack... SERPEVERDE!”

Ma i suoni apparivano ottavati, era troppo felice, ma una voce, o meglio, un nome la dissolse dai suoi pensieri.

“Lily Potter”

Disse suo padre, la ragazza si sedette sopra lo sgabello, dopo poco il cappello disse:

“GRIFONDORO!”

E la ragazza si unì agli amici a tavola, ridendo e scherzando passarono una buona parte della cena, ma ad un certo punto saltò fuori dal tavolo il fantasma di un ragazzo, era magro con il volto coperto di lentiggini, il corpo era integro a differenza di quello di molti fantasmi, e i suoi occhi erano molto vispi.

“Ciao Fred, passata una bella estate?”

Chiese a quel punto James che stava mangiando una coscia di pollo al fantasma del Grifondoro.

“Splendidamente, probabilmente la Dama Grigia mi eviterà per tutto l’anno a causa dello scherzo che le ho fatto davanti al Frate Grasso, e in più Pix è ufficialmente ai miei ordini, e dimmi, tu invece sai qualcosa di mio fratello? O, ancora, hai visto mio nipote, vorrei dargli un saluto.”

“Oh, lo zio George sta bene, gli affari ai Tiri Vispi vanno bene, ma è sempre come se gli mancasse qualcosa, come se fosse a metà, non riesce nemmeno a evocare un Patronus...” il volto del fantasma si rabbuiò, ma i suoi pensieri furono interrotti da James che gli disse:

“In ogni caso Fred Jr. è lì, in fondo al tavolo.” Disse indicando il posto, il fantasma non se lo fece ripetere due volte e andò dal nipote mancato.

Dopo il banchetto ci fu un breve discorso della preside McGranitt, che annunciò che a fine anno avrebbe abbandonato l’incarico e che presto ci sarebbe stata una grossa sorpresa per tutta la scuola.

Dopo essersi ben rifocillati, gli studenti andarono nei dormitori, Lily e gli altri salutarono Albus e Scorpius, che nonostante la lieve puzza sotto il naso, si poteva considerare un’amico, e andarono nella torre di Grifondoro.

 La sala comune era coperta di arazzi raffiguranti lo stemma della casa, la Signora Grassa li salutò dal buco del ritratto mentre i ragazzi si abbandonarono sulle poltrone a fare baldoria fino a notte tarda noncuranti delle lezioni che ci sarebbero state l’indomani.

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A.D.A.

Lo so, aggiorno dopo più di un mese e ancora sono viva! Il bello e che vi sto anche torturando scrivendo questa... cosa e non mi merito nemmeno le vostre lodi... un bacio, spero vi sia piaciuto il capitolo, dal prossimo entreremo nella storia...

Baci

diokoxkristof



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