L'abbraccio morbido dei miei jeans

di Caramell_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-10 ***
Capitolo 2: *** 11-20 ***
Capitolo 3: *** 21-30 ***



Capitolo 1
*** 1-10 ***


L'abbraccio morbido dei miei jeans
Primi dieci passi


kimi ni todoke kimi ni todoke
kanawanai koi demo ii kizutsuite mo ii
nando demo tsutaetai


1° - Jeans
Chizu non amava indossare gonne. O almeno non più. Lo faceva da piccola – ricordi di fanciullezza – lo faceva spesso. Non che l’odiasse ma ora, ad un corto pezzo di stoffa svolazzante, preferiva di gran lunga l’abbraccio morbido dei pantaloni di stoffa o dei jeans attillati. L’aveva fatto presente a Yano-chi e a Sawako-chan – compagne e amiche fidate – così come l’aveva fatto notare a Ryu senza un normale perché. Ed era stata immensamente felice quando, voltandosi verso di lei e sorridendo in quel modo dolce, Ryu le aveva confidato, senza alcuna vergogna, che si, era perfettamente d’accordo con lei e che quel giorno era davvero bellissima in camicia e pantaloni di jeans.
 
2° - Baseball
Ryu era un ragazzo comune, piuttosto taciturno ed estremamente pigro, ma comune, in fondo. Non che ci fosse qualcosa di male nell’esserlo, però Chizu sapeva che non era proprio così.  Era un ragazzo comune, ok, il suo Ryu, eppure aveva qualcosa di unico, qualcosa che solo lei vedeva. Come la scritta rossa a sfondo bianco del suo cappellino da baseball che, puntualmente e ad ogni partita, si toglieva e, energico, sventolava nella sua direzione.
 
3° - Palla
Sudato e accaldato, aveva gli occhi fissi sul battitore. La palla gli si formava nella mente, così come i movimenti che avrebbe seguito. Con lo sguardo abbracciò tutto il campo. L’erba che vi cresceva intorno, la terra brulla sotto le scarpe e, lentamente, reclinò la testa. Un sorriso appena accennato venne nascosto prontamente dalla visiera del cappellino nel vederla lì, in pantaloncini e maglietta bianca, gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra.
Riportò gli occhi sul battitore e sgomberò la mente, pronto a lanciare. Non sapeva se quella palla sarebbe andata a segno. Se quello sarebbe stato il suo ultimo lancio. Sapeva solo – e con chiarezza – che era per quel sorriso che lui giocava.
 
4° - Sorriso
Tooru era tornato da poco, aveva salutato tutti, sua madre, costantemente calma e rilassata mentre armeggiava in cucina e suo padre, il giornale in mano e una tazza di caffè a portata di mano. Aveva trovato Ryu con un sorriso appena accennato sulle labbra, composto nella sua posizione immobile, più alto dell’ultima volta e un po’ scuro in volto, come a volerlo avvisare di qualcosa che nemmeno lui comprendeva appieno. Poi, superati i saluti e i sorrisi felici e malinconici, aveva chiesto di Chizu – piccola amica d’infanzia – perché la notizia che aveva portato con sé nella sua casa lei doveva saperla, sarebbe stata felice per lui e poi, glielo doveva. Solo che, quando l’aveva fatto, il sorriso di Ryu aveva assunto quella nota marcata e stonata che gli aveva fatto capire che, forse, non sarebbe stato proprio così.
 
5° - Fratello
Ryu non era mai stato geloso di suo fratello. Non ne aveva mai avuto motivo. E poi era stancante, la gelosia. Eppure, quando Tooru tornò a casa e, come era prevedibile chiese di vedere Chizu, al loro incontro Ryu non poté fare a meno di invidiare quel suo fratello perfetto, geloso soprattutto degli sguardi che Chizu gli lanciava.
 
6° - Carattere
Chizu aveva sempre pensato a Ryu come ad un amico d’infanzia. Piccolo, taciturno e attento ne completava il carattere così energico, trillante ed emotivo.
 
7° - Cibo
Chizu amava mangiare. Ramen soprattutto. Glielo si leggeva in faccia quando, gli occhi spalancati e l’acquolina in bocca, si fiondava su una di quelle scodelle di ramen istantaneo e lo divorava tanto velocemente che Yano aveva appena fatto in tempo a sbattere le palpebre. A volte si chiedeva come facesse, quella sua amica pazza e rideva, osservandola ancora mentre frugava anche nel suo zaino in cerca di dolciumi o del suo cestino per il pranzo.
 
8° - Sguardo

Sawako non era mai stata brava in quel genere di cose. Era rimasta chiusa nel suo piccolo mondo ovattato fino a che non aveva incontrato, insieme a Kazehaya, anche Yano e Chizuru. Da lì, il suo piccolo guscio si era sfaldato e ora stava cominciando a disfarsi, come se fosse bruco che diventa farfalla. Eppure, nella sua ignoranza, ogni volta che guardava Ryu e con un po’ di coraggio ne seguiva lo sguardo, non riusciva a non pensare che il ragazzo – forse per noia o forsebeh, non lo sapeva – non smetteva un attimo di guardare Chizuru, troppo occupata a mangiare per accorgersi di qualcosa. E, da quello che poteva notare, era uno sguardo che non rivolgeva a nessun altro, nemmeno a Kazehaya, a cui era così legato.
 
9° - Mano
Ryu aveva sempre vegliato su di lei. Senza farsi notare, l’aveva sempre seguita con lo sguardo. L’aveva sostenuta, sorridendole e porgendole la mano – grande e umida – che tanto riusciva a tranquillizzarla.
 
10° - Attesa

Chizu non aveva mai pensato all’amore. Quasi mai. Non lo riteneva una parte fondamentale della sua vita. Avrebbe trovato qualcuno, certo e, anche se non ne era convinta, non si disperava. Aspettava, paziente quel dolce sfarfallio alla bocca dello stomaco e il rossore colorarle le guance. Aveva degli amici, ora, questo era l’importante. Rimuginava su questo, quando gli si avvicinò Ryu, il sacco del pranzo nella mano destra e un sorrisetto sardonico negli occhi. E, proprio mentre non se lo aspettava, così forte da farla tremare, lo sfarfallio gli occupò lo stomaco e le guance le si colorarono di rosso.

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Capitolo 2
*** 11-20 ***


L'abbraccio morbido dei miei jeans
Dieci passi anche per loro

kimi ga suki de kimi ga suki de
nemurenai yoru demo ii asa ga kunakute mo ii
nando demo tsutaetai kimi ni todoke


11° - Idiota
Ryu era un idiota. Chizu l’aveva sempre sospettato, ma ora ne era assolutamente convinta. Come poteva averlo fatto? Era stato alla fine della sesta ora, quando il cielo ormai cominciava ad imbrunire, che l’aveva perso di vista. Era stato un momento. Era riuscita a trovarlo solo dopo dieci minuti buoni passati a girovagare per le aule e il corridoio. C’era una ragazza con lui – oca giuliva – che insistente gli pizzicava il braccio in una desiderata, muta proposta. Ryu era un idiota. Ormai lo sapeva tutta la scuola perché, per contenere la rabbia e quel pizzico di frustrazione che gli aveva raggiunto il cervello, l’aveva urlato tanto forte da far tremare le montagne.

12° - Fidanzato
Lei non aveva un ragazzo. Era questo ciò che diceva quando le compagne di classe, i genitori o i parenti glielo chiedevano. Lei non aveva il ragazzo, eppure nel rispondere non riusciva ad evitare di pensare – sconsideratamente – al volto del suo più caro amico d’infanzia.

13° - Filosofia
La filosofia di Ryu era facile da comprendere. Lavorare in silenzio, ecco ciò che pensava e che – da ormai una vita – ciecamente seguiva.

14° - Vicinanza
Non erano mai stati così vicini. Almeno stando ai suoi ricordi. Non si erano mai ritrovati così: le braccia a contatto, i petti vicini e i respiri mescolati. Non era mai successo eppure entrambi – i visi vicini, occhi negli occhi – si ritrovarono a sperare che continuasse per sempre.

15° - Imbarazzo
Quello era stato imbarazzante. Davvero, davvero imbarazzante. Va bene che si piacevano, va bene che forse nessuno dei due ne era pienamente consapevole, che erano dei codardi attanagliati dalla paura di perdere qualcosa di estremamente prezioso, ma non sarebbe più successo. Era troppo. Il cuore di Chizu non avrebbe retto un altro, singolo, abbraccio così.

16° - Amici
Sarebbe stato estremamente più semplice rimanere semplici amici. Tornare ad essere comuni amici d’infanzia li avrebbe riportati all’inizio, senza che nella sua testa si affollassero pensieri poco opportuni simili a quello che era appena passato. Come, per esempio, il voler rimanere lì, tra le sue braccia, per assaporare, lentamente, quel calore dolce che gli circondava il corpo.

17° - Fuga
Yano non avrebbe mai pensato di vedere Chizu arrossire. Non era da lei, soprattutto farlo per la presenza di Ryu. Insomma, amici d’infanzia,eh…? Sogghignò. All’ora di pranzo non se la sarebbe lasciata scappare, poco ma sicuro.

18° - Confessione
Chizu non si era mai confidata con nessuno. O almeno, non su problemi di cuore. Eppure ora era lì e Yano-chi non faceva altro che squadrarla con quel suo sguardo indagatore. Si guardò intorno, cercando di alleggerire quel nodo doloroso che le chiudeva la gola e la bocca dello stomaco. Sawako-chan era vicino a lei e la fissava con quegli occhi sognanti e adoranti che la mettevano a disagio. Rassegnata, incassando la testa nelle spalle e chiedendosi come faceva ad avere amiche così, fissò gli occhi davanti a sé e, mentre un calore bruciante gli intorpidiva le membra, ammise, forse un po’ riluttante, di amare davvero Ryu da molto tempo.

19° - Silenzio
Ryu era stato sempre estremamente silenzioso e taciturno. In quel periodo però, con estremo disappunto di Kazehaya, lo era diventato ancora di più e questo cominciava a preoccuparlo. Gli aveva chiesto il motivo allora, in un pomeriggio d’estate, il sole negli occhi e il cappellino da baseball abbassato e il suo amico, nella sua schiettezza, aveva solo risposto, stiracchiando le labbra in un mesto sorriso: “Credo che mi piaccia Chizu”. Realizzata la cosa, Kazehaya era sbiancato e – quasi senza accorgersene – si era ritrovato la mascella sotto le scarpe.

20° - Preghiera
Quella sera stessa, afferrati da una strana inquietudine, Yano, Sawako e perfino Kazehaya si erano ritrovati alla finestra e, nel guardare la luna e le luci che la circondavano avevano pregato e sperato che quei due stupidi alla fine finissero insieme perché, ogni volta che li guardavano e li vedevano insieme, non potevano evitare di scorgere la sottile felicità che li circondava. 

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Capitolo 3
*** 21-30 ***


L'abbraccio morbido dei miei jeans
Dieci passi per arrivare a te

kimi ni todoke kimi ni todoke
kanawanai koi demo ii kizutsuite mo ii
nando demo tsutaetai

21° - Noia
La scuola era noiosa. Svegliarsi la mattina era noioso. Ascoltare degli adulti imbellettati era noioso. Per questo dormiva; Appoggiava la testa sul banco, fletteva le braccia e, la testa ciondolante, si addormentava sui libri nuovi. La scuola era noiosa. La classe piccola, claustrofobica. C’era qualcosa – qualcuno – però, tra quelle quattro mura, che – come fosse magia – allontanava la sua noia e – spesso – lo portava a sorridere. Quel qualcuno non faceva altro che mangiare ramen.

22° - Fortuna
Yano-chi era davvero fantastica: lo pensava ogni volta che la vedeva. Forte, decisa, energica. Anche Sawako-chan lo era. Più timida e riservata, gli scatenava dentro un estremo senso di protezione. Meravigliose. Aveva davvero delle amiche meravigliose.
Poteva ritenersi più che fortunata; La dea bendata era stata dalla sua parte.

23° Folla
Il piazzale quel giorno era affollatissimo. Chizu non riusciva a vedere al di là del suo naso e la sera non era certo d’aiuto. Erano andati al tempio tutti insieme. Senza un motivo si erano accordati in classe per quella giornata e, sotto il freddo cielo d’inverno, si erano avviati, ansiosi come fosse la prima volta. In pochi minuti però – quando già riuscivano a scorgerlo, il tempio – si erano ritrovati divisi, attorniati da così tanta gente da non riuscire nemmeno a muoversi. Si voltò di lato e spalancò gli occhi, la bocca li seguì poco dopo. Yano-chi? Dove era finita Yano? Era con loro. Vicino a Ryu. Come aveva fatto a sparire così in fretta? Allungò il collo. Non l’avrebbe più trovata, non con tutta quella gente. E Ryu, che vedeva la preoccupazione e l’agitazione incendiargli il viso, senza un parola, le afferrò una mano – dolce conforto – mentre Chizu sussultava, presa alla sprovvista.

24° - Calore
Aveva chiesto al Dio che proteggeva quel tempio di poter passare un altro anno con loro. Con Yano-chi, Sawako-chan, Kazehaya e Ryu. Soprattutto con Ryu. Non aveva bisogno d’altro. Il calore di quella mano le era più che sufficiente.

25° - Cambiamenti
Il fatto che Ryu glielo avesse confessato non aveva cambiato niente. Era rimasto tutto uguale se – naturalmente – non si contavano gli sguardi lucidi – fuggevoli – e le dita intrecciate. Yano sorrise; Era felice per lei.

26° - Broncio
Sawako era straconvinta che qualcosa non andasse. Vedere Chizu imbronciata in quella maniera era davvero strano. L’aveva fatto presente a Yano un paio di volte ma lei, nel sentirla, aveva solo sorriso, carezzandola. Non aveva bisogno di aiuto, la loro amica, già qualcuno si era messo all’opera. Doveva solo aspettare e avrebbe capito da sola. Ora, Sawako continuava a guardare e a guardare e a guardare, ma quel broncio persisteva. Sospirò poi un lampo le illuminò la mente.
Ma certo! Ryu. Doveva trovare Ryu. Lui l’avrebbe aiutata.
Lo cercò per tutta l’ora seguente, incontrò Kazehaya e Yano. Entrambi sogghignarono. Poi, solo entrando in classe, alla fine capì. Era lì, Ryu, vicino a Chizu e – dolce – aveva in mano uno dei suoi fiori. Sawako spostò lo sguardo. Il broncio era sparito.

27° - Spiaggia
Chizu non smetteva un attimo di guardare la spiaggia. Appoggiata alla ringhiera di ferro, non staccava – insistente – lo sguardo dalle sue figure in ombra vicine al mare. Sorrise. Sawako ce l’aveva fatta.

28° - Ramen
Il ramen di Ryu era il migliore. Chizu lo amava, il ramen. E per Ryu era più o meno la stessa cosa.

29° - Desiderio
Chizu non poteva desiderare niente di meglio; Stava bene così. Le mani dei suoi amici, una ciotola di ramen fumante sotto gli occhi e l’abbraccio – rassicurante – di Ryu.

30° - Anni
A distanza di anni non sarebbe cambiato niente. Ne erano certi entrambi. Sarebbero rimasti così. Piccoli, non più soli tra tante persone uguali. Nessuno di loro sarebbe cambiato. Che gli anni trascorressero pure, loro non avevano paura. 

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