University Days.

di Abudinbudan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** University Days - Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** University Days - Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** University Days - Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** University Days - Capitolo1 ***


GIORNI UNIVERSITARI – Capitolo 1.
 
Il campus della West Manehattan University era impeccabile.  Arroccato sulla cima di un immenso altopiano di prati, appena fuori la città vera e propria, era una meraviglia di ingegneria ed arte. Le caratteristiche più evidenti erano le aule di lettura ed  i laboratori dei pegasi che fluttuavano sopra il resto del campus; un larga cortile erboso nel centro, costellato di alberi ed un piccolo ruscello, che si irradiava all’esterno lungo due percorsi principali che si intersecavano nel mezzo; ed ovviamente la vasta gamma di opere d’arte astratte disseminate in luoghi apparentemente casuali per tutto il cortile.

Era l’inizio di un nuovo anno, tutti i primini stavano girovagando nervosamente  guardando le mappe e raccogliendo di tanto in tanto il coraggio per chiedere indicazioni. Tutti i primini, ad eccezione di due.

Il primo era un pony di terra dal pelo come pallida cenere e la liscia criniera color del carbone. C’era attorno al suo collo un papillon rosa attaccato ad un colletto bianco. Era l’unico indumento che indossava, ma era davvero tutto ciò che avesse bisogno di indossare. Ogni suo singolo passo era preciso e solenne e nonostante la sua giovinezza dava l’impressione di essere molto, ma molto più sofisticata di chiunque altro fosse là.

Questo non significa che fosse spocchiosa; al contrario, era estremamente gentile e cordiale con tutti coloro che [osavano] parlare con lei. Diresse altri primini verso le loro stanze, avendo già memorizzato l’intera piantina del campus, ed aiutò altri a familiarizzare con quel nuovo ambiente, così enormemente diverso da quello delle superiori nelle quali molti di loro si erano da poco diplomati, lei compresa.

Si chiamava Ottavia, era una violoncellista e studiava teoria della musica (classica), storia e, curiosamente, psicologia.

Il secondo pony era un unicorno dal pelo bianco con una criniera blu elettrico che parlava di migliaia di party passati e milioni a venire. A coprirle gli occhi c’erano un paio di occhiali dal colore viola scuro che nascondevano tutto e rivelavano nulla. Camminava con sicurezza ma in modo noncurante, accennando con il capo ad un ritmo che nessun altro poteva sentire. Chi le si avvicinava riceveva un sorriso ed un bro-hoof, chi restava in disparte non poteva che ammirare come dominasse l’area intorno a lei senza nemmeno dire una parola.
Questo non significa che fosse rigida; al contrario, era molto rilassata e disinvolta ogni volta che qualcuno le parlava. Scambiava veloci commenti su band e artisti con altri appassionati di musica che la notavano per la sua band a sei zoccoli, ma non si soffermava per molto. Ritirata alle superiori, era qui per una fortuita borsa di studio per musicisti e sapeva di cosa stava parlando quando si trattava di musica elettronica.

Il suo nome era Vinyl, era un DJ e studiava teoria della musica (moderna), disegno e, stranamente, psicologia.

Si incontrarono per la prima volta fuori da un aula conferenza. Nessuna disse una parola e si dimenticarono completamente l’una dell’altra in pochi minuti.
Una più profonda impressione nacque fuori da un aula mentre aspettavano che arrivasse l’insegnante. Ventitre pony, incluse loro, erano lì riuniti in un silenzio imbarazzante.
Decisa a non essere semplicemente parte della folla, Ottavia si voltò verso il pony più vicino a lei, che semplicemente capitò essere Vinyl.
“Ciao. Sono Ottavia, piacere di conoscerti” disse gradevolmente, porgendole lo zoccolo.

L’unicorno bianco, invece di stringerlo, lo colpì con il suo sulla punta e sorrise. “Piacere. Scratch Vinyl, probabilmente avrai sentito parlare di me.”
Mettendo cautamente a terra lo zoccolo dolorante, Ottavia scosse la testa. “No, temo di non averlo mai sentito.”

“DJ Pon-3 ti dice qualcosa?” Le sue sopracciglia si inarcarono come se volessero forzare la memoria della violoncellista.

“No.”

“Allora devi farti un giro per qualche club, la mia musica ti garantirà un bel passatempo”

“Nella mia esperienza, ‘farmi un giro per qualche club’ è raramente sinonimo di emozioni ed esperienze positive”

La DJ piegò la testa incuriosita. “Perché parli in questo modo? Sembri un po’ ridicola.”

Ottavia aggottò la fronte mentre rispondeva: “Parlare così come? Questo è il mio modo normale di parlare.”

Ridendo della sua espressione, Vinyl capì lentamente che non stava venendo presa in giro. “Oh. Wow. Quindi … sei nata a Canterlot o qualcosa del genere?”

“No, sono nata qui a Manehattan. Grazie comunque per il complimento.” Si sentì onorata per essere stata confusa per un abitante di Canterlot.

“Uh-huh, tranquilla.” Il DJ realizzò che loro avevano chiaramente due opinioni divergenti su cosa significasse essere da Canterlot.

Fortunatamente, fu salvata dall’improvviso arrivo del loro insegnante. Era un alto stallone dai crespi capelli rossi e la pelliccia arancione. Ad ogni passo sembrava rimbalzare sul suolo e la sua coda penzolava continuamente con grande vigore. Ogni briciolo del suo essere urlava “Preparatevi ad imparare!”.
I pony entrarono all’interno dell’aula, prendendo posto sui tre larghi tavoli posizionati in modo  [astratto]. Ottavia sedette elegantemente vicino alla sua nuova conoscenza e tirò fuori taccuino e penna, mentre Vinyl sospirò e gettò la sua bisaccia sul tavolo.

“Bene gente, vediamo di iniziare con le introduzioni. Il mio nome è Psych. Sì, lo so, cosa stavano pensando i miei genitori?” rise. Da solo. “Eppure, è venuto fuori che avevano una qualche sorta di  incredibile preveggenza, perché questo è un corso di psicologia ed io sono il vostro insegnante! Non è pazzesco?” Rise di nuovo, e nuovamente nessuno si unì alla sua risata. Non scoraggiato neppure un pochino, continuò “Siete un gruppo tranquillo, vero? Non vi preoccupate, vedremo di rimediare al più presto. Facciamo qualche gioco per conoscerci meglio l’un l’altro!”

Finalmente una reazione dal pubblico: tutti i pony sbuffarono allo stesso tempo. Ottavia alzò gli occhi per la loro immaturità e decise di dire la sua a proposito. “Onestamente, cosa vi aspettavate? Questa è la prima settimana di corso.”
 
Psych alzò le spalle. “Ha ragione, sapete. Questa è la procedura standard.”

“Non significa che ci deve piacere,” brontolò Vinyl, con il tacito assenso di tutti i pony circostanti.

“Oh, sono sicuro che vi piacerà quanto basta. Tuttavia,” indicò Ottavia ed il DJ, “vi ho viste parlare prima in corridoio, perciò mi dispiace ma dovrò separarvi. Non ha senso fare un’attività per conoscersi meglio con qualcuno che è già tuo amico, dopotutto.”

Come la violoncellista iniziò ad obiettare sul fatto che si erano appena conosciute, Vinyl rapidamente spostò i suoi bagagli in un banco vuoto dall’altro lato della classe. “Addio, Octobia.”
“Il mio nome è Octavia.”

“Quel che è.” L’unicorno trottò al suo nuovo posto.

Psych osservò la discussione con grande interesse ed un leggero sorriso. Scuotendo la testa portò ancora una volta l’attenzione su di sé. “Voglio che tutti voi parliate con la persona al vostro fianco ed impariate quanto più possibile, dopo dieci minuti toccherà a voi introdurla al resto della classe.”

L’attività finì con l’occupare più di dieci minuti, visto che Psych si divertiva moltissimo a prestare ascolto alle differenti conversazioni. Infine, li fermò e cominciarono le presentazioni. La maggior parte erano abbastanza accurate, ma il principale problema era la storpiatura dei nomi.

"Lei è ... um ... V-Vinyl Hatch," disse una piccola puledra.

"Scratch! Vinyl Scratch! Pronuncialo giusto!" Gridò il DJ.

“M-mi dispiace!” squittì. “Questa è Vinyl Scratch, e lei … um … lei fa m-musica elettronica ed a volte si esibisce in dei locali.”

Psych calpestò il suolo in segno di apprezzamento. "Ottimo lavoro Lillycup!" Un rombo generale di lode si innalzò dalla classe e l’ansioso pony si lasciò cadere sulla sedia con gratitudine.

“Ora, Ottavia, che ne dici di introdurre la tua nuova amica lì?”

“Come desidera.” La puledra grigia si alzò dritta in piedi. “Lei è Bonbon. Le piace creare vari tipi di specialità dolciarie. Sta frequentando questo corso di psicologia per imparare come attirare più pony nel suo negozio, ad esempio quali colori sono più adatti per attrarre l’attenzione e quant’altro.”

“Ottimo lavoro, Octavia. Molto sintetica.” La puledra sorrise per la lode e tornò a sedersi. “Bonbon, saresti così gentile da introdurci Ottavia?”

Con una criniera blu scuro dai riflessi rosa, Bonbon sembrava lo stereotipo dello studente universitario, uno di quelli che sarebbe stato messo sulle pubblicità che illustrano l’importanza di perseguire un'educazione. “Lei è Ottavia. Studia teoria della musica e storia e … suona il … violino?”, chiese speranzosa.

 “In realtà, il violoncello”

“Oh, scusami”

Vinyl si fece sentire dall’altro lato della stanza. “Aspetta! Sto facendo anch’io teoria della musica e non ti ho mai vista a lezione!”

“Per quale motivo stai facendo teoria della musica?!” chiese con incredulità il raffinato pony.

 “Sono un DJ. Non hai sentito miss timidina qui?”

“Essere un DJ non richiede un’educazione specialistica.”

“Che diamine hai appena detto?!”

Il professore, riluttante, si intromise. “Calme voi due! So per certo che ci sono due classi di teoria della musica, una per quella classica ed una per quella moderna. Non c’è bisogno di iniziare a discutere. Sono certo che avete pure qualcosa in comune, considerando che ambedue siete orientate verso la musica.”

“Certo, a tutte e due piace la musica moderna – oh, whoops! A te piace quella classica, giusto Ottavia? Che peccato. Come ci si sente sapendo che una scimmia potrebbe essere addestrata a suonare il tuo amato violoncello? L’ho visto al circo una volta” Il DJ tirò fuori la lingua.

“Moderna? Tutto quel sferragliare e martellare è più simile ad un pony primitivo che colpisce delle rocce con delle bacchette. Hai più cose in comune con le scimmie che con me, sei tu la scimmia.” Chiaramente offesa, il pony dalla scura criniera non avrebbe semplicemente accettato quest’insulto alla sua musica.

Vinyl si alzò così rapidamente che la sua sedia cadde. "Come mi hai chiamata, snob?"

Alzata anche lei, Ottavia rimase sulle sue posizioni “Ti ho chiamata scimmia.”

“Almeno una scimmia sa scatenarsi un po’, perfettina!”

“Oh sì, tu devi saper tutto dello scatenarsi, raver sfacciata!”

Un coro di sussulti accompagnò la mascella della DJ mentre cadeva per la sorpresa, ma recuperò subito e socchiudendo gli occhi si avvicinò sempre più alla violoncellista. “Tutto ciò che devi fare è sfregare delle corde con un bastone e chiami me primitiva? Io faccio musica con suoni che tu non puoi neppure comprendere, figuriamoci goderne!”

La faccia di Ottavia si accartocciò in una smorfia, si avvicinò ulteriormente. “Che razza di ciarlatana sei? Ci vuole abilità per fare musica!”

Vinyl si mosse verso l’obiettivo della sua rabbia, sopprimendo violentemente l’assurda voglia di ridere che le veniva ogni volta che qualcuno le urlava contro. Questa sua tendenza l’aveva portata a degli scontri molto ‘tesi’ con il preside della sua vecchia scuola, per usare un eufemismo . “Mi stai dando della incompetente?” disse pericolosamente.

La vista dell’orgoglioso pony grigio che deglutiva prima di rispondere le era soddisfacente. Chiaramente il DJ era ancora in grado di intimidire con abilità. “Io … non sto dicendo che sei un incompetente, ma che fare la tua ‘musica’ non impiega neppure la metà delle abilità richieste per suonare il violoncello!” Per recuperare il terreno perduto, fece un altro passo in avanti e si portò faccia a faccia con il furioso unicorno.

Con le guance arrossate dalle urla ed il naso increspato dal disgusto,  Ottavia sembrava più che un po’ ridicola. Vinyl aprì la bocca per evidenziarlo quando finalmente l’insegnante si mise nuovamente in mezzo, pensando evidentemente che stessero per saltarsi addosso. “Basta così signore, vediamo di darci una calmata. Per quanto io ami avere due completi opposti  che discutono nella mia classe, e credetemi, lo adoro, sento che è meglio fermarci qui prima di andare troppo oltre.”

Ora che la tensione era spezzata, le due puledre si guardarono intorno e notarono che avevano catturato l’attenzione di tutta la classe. Vinyl ridacchiò goffamente e si grattò la nuca mentre tornava al suo posto, Ottavia semplicemente aggiustò la sua criniera tornando graziosamente a sedersi.

Ripreso il controllo della classe, Psych battè gli zoccoli. “Ottimo! E’ stata una magnifica dimostrazione di personalità contrastanti. Spero che abbiate tutti preso appunti!” I pony si affrettarono a buttar giù su carta tutto ciò che potevano ricordare. “Questo rappresenta un’opportunità davvero unica per la nostra classe. Sapete, gli esempi di vita reale vanno ben oltre quelli dei libri.” Si fermò un attimo a raccogliere i suoi pensieri, guardando l’orologio sulla parete. “Bene, non abbiamo abbastanza tempo ora per fare qualcosa ma ho un’idea per la prossima settimana.” Mentre i pony iniziavano a prepararsi per uscire, Psych rivelò il suo piano. “Ottavia, voglio che tu e Vinyl passiate del tempo assieme questo weekend.” 
“Cosa?!” gridarono all’unisono, facendo sorridere il resto della classe.

“Vuole che io sprechi del prezioso tempo con … lei?!” esclamò Ottavia.

“Esatto, stavo progettando di divertirmi questo weekend!” aggiunse Vinyl, guadagnandosi un’occhiataccia dall’altro capo della stanza.

“Questo perché,” Spiegò pazientemente Psych, “sarà una grande opportunità per studiare come possa svilupparsi nel tempo una relazione, bene o male che vada. Compareremo i nostri appunti di oggi con il comportamento che terrete lunedì, quindi trarremo le nostre conclusioni e faremo su quei dati delle ipotesi. Effettivamente, potrei farvi uscire assieme abbastanza spesso, così da poter  avere più dati a nostra disposizione. Questo non è strettamente relativo al corso, ma sarà un piccolo e divertente progetto a parte.”

“Vai a psicologia, dicevano. L’insegnante è carino, dicevano.” Mormorò Vinyl, gettando violentemente il suo blocchetto degli appunti nella bisaccia.

L’insegnante ridacchiò. “Sono sicuro che non sarà così male. Chissà, forse potreste trovare qualche punto in comune.”

“Ne dubito fortemente.” Ottavia prese i suoi bagagli e li caricò sulla schiena. “Cosa ci consiglia di fare, allora?”

Psych alzò le spalle. “Bevetevi qualcosa al bar, guardatevi un film, fatevi un giro in città. Sin tanto che starete assieme non importa cosa farete.”

“Che bere sia!” Esclamò il DJ.

“L’alcool potrebbe renderti normale, o intollerabile. Sono disposta a correre il rischio.” Borbottò la violoncellista mentre seguiva gli altri pony fuori dalla stanza. “Però scelgo io dove andiamo!” Disse di spalle.

Vynil sospirò ed uscì trotterellando dopo di lei. Mentre camminavano sotto il sole cocente ed iniziavano la scalata della collina dietro il cortile principale, si costrinse a camminare vicino ad Ottavia. “Va bene, mettiamo in chiaro una cosa. Ti darò il mio numero, ma per nessun motivo devi chiamarmi o mandarmi messaggi a meno che non sia per i nostri piani, capito?”
“D’accordo. Lo stesso vale per il mio numero.” L’unicorno strappò un pezzo di carta e lo inserì all’interno della borsa della puledra grigia, allo stesso tempo lei tirò fuori la penna ed il blocco note. Si fermarono qualche secondo per permetterle di scrivere, aveva una scrittura impressionante tenendo conto che teneva la penna in bocca, poi quando ebbe finito continuarono a camminare. “Molto bene. Cerca di non diffonderlo per errore ai tuoi malfamati amici.”

 “Come ti pare. Ti chiamerò domani a qualche ora, partiremo da qui, ok?”

“Proverai a farlo a qualche orario ragionevole, giusto? Non tutti qui sono abituati a stare alzati sino alle quattro di notte a forza di cocktail di alcool e caffeina.”

“Shove it up your flank, Octavia.”

Con questo la coppia si separò sul campo erboso. La violoncellista andò verso la sua prossima classe e la DJ a casa sua.

Non lo sapevano ancora, ma le loro vite stavano già cambiando, danzando la sinfonia del conflitto si avvicinavano inesorabilmente verso qualcosa che nessuna di loro aveva mai  neppure sognato.
 
 
Storia originale di DawnFade
Traduzione di Sephirothmn
 
Link all’opera originale:
http://www.fimfiction.net/story/13477/Vinyl-and-Octavia:-University-Days
 
 

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Capitolo 2
*** University Days - Capitolo 2 ***


{[NUMERO SCONOSCIUTO]}

> Ehi, qui Vinyl, allora, che facciamo?

Ottavia sospirò ed aggiunse riluttante il numero ai suoi contatti, essendosene dimenticata di farlo il giorno prima.

> Pistole all’alba?**

La violoncellista sorrise alla sua stessa battuta.

{[VINYL]}

>  Dimmi un bar ed un’ora, intelligentona.

Alzando gli occhi rispose in fretta.

>  Blues’ Tavern, alle sette in punto di sera.

----- 


E così, mentre il campanile di Manehattan suonava la settima ora, Ottavia si trovò seduta sull’angolo di una panchina a guardare l’unicorno che tanto disprezzava avvicinarsi con un espressione infastidita coperta da una scura tonalità viola.

I suoni vivaci del bar si diffondevano intorno a loro, ma le due cavalle erano fredde nei confronti della felicità altrui. Entrambe si aspettavano svariate ore di discorsi stancanti che col crescere dei drink sarebbero diventati sempre meno comprensibili.

Ma, naturalmente, nulla va mai come ci si aspetta.

“Allora,” disse Vinyl sedendosi sulla panchina opposta, frapponendo un tavolo tra lei e la violoncellista. La situazione era decisamente imbarazzante, perciò iniziò la conversazione in modo standard. “Che fai di bello?”

“Assolutamente nulla che ti possa interessare” fu la breve risposta.

Roteando gli occhi da dietro le lenti, il DJ prese un drink dal tavolo di uno stallone svenuto. “Ecco, bevi questo. Magari ti aiuterà a levarti quella spina dal fianco.”

Ottavia scosse la testa e non lo toccò. “Non ho ancora raggiunto l'età legale per bere.”

“Stai scherzando? Come hai fatto ad entrare qui?”

“Loro non hanno chiesto, io non ho detto. Inoltre,” piegò gli zoccoli, “tu non puoi essere di molto più vecchia di me, siamo arrivate tutte e due all’università dalle superiori, no?”

“In realtà … ho tipo abbandonato un anno prima.” Vinyl sembrava stranamente riluttante a rivelare quest’informazione.

“Ha senso” sogghignò la violoncellista.

“Ehi! Io non ti ho insultata quando ti sei rifiutata di bere qualcosa perché sei minorenne, cosa davvero patetica tra l’altro, quindi perché non provi ad essere meno snob in cambio?”

“Va bene,” acconsentì lei. “Come hai fatto ad entrare all’università se non hai completato l’ultimo anno delle superiori?”

“Ho passato tutto l’anno scorso facendo ‘sta specie di programma per borse di studio. Non mi pento d’aver mollato, ma sapevo che avrei dovuto fare qualcosa o sarei diventata uno di quei pony che sprecano la loro vita a far nulla.”

Ottavia alzò un sopracciglio. “In primo luogo, perché mollare se sapevi che potevi compromettere il tuo futuro?”

Sentendosi a disagio, Vinyl distolse lo sguardo. “E’ stato solo per … motivi, ok? Parliamo di qualcos’altro.”

“D’accordo, allora …”

“Così, quand’è il tuo compleanno?”

“Tra un paio di settimane.”

“Figo.”

“Già.”

Un silenzio imbarazzante si erse tra le due come un muro. I DJ sono stati fatti per interrompere i silenzi imbarazzanti.

“Questo compito per casa è stupido,” mormorò Vinyl. Con sua sorpresa, Ottavia ridacchiò. “Ehi, non immaginavo sapessi anche ridere!”

“Umpf, simpatica. Non sono così noiosa come pensi.”

“Ah, sì?” Vinyl sorrise. “Provalo! Bevi il drink.”

“Io … no, non posso.”

“Eddai! Non essere così … te!”

“Vinyl, non sto scherzando.”

Il DJ sospirò. “Ovviamente non stai scherzando. Bene, sii asociale. Sai quanto me ne importa.”

Ottavia le lanciò uno sguardo piatto. “Trovo abbastanza sciocco che tu sembri pensare che non si possa socializzare senza alcool.”

“Nel tuo caso? Dannatamente certo.” Vinyl guardò tristemente la bevanda e la rimise sopra l’altro tavolo. Si voltò e vide che Ottavia la guardava perplessa. “Che c’è?”

“Perché non l’hai bevuto? Sei grande abbastanza dopotutto.”

“Credimi, non è divertente bere da soli.”

“Non pensar male, ma speravo che la tua sanità mentale fosse collegata al tuo livello d’alcool nel sangue.”

“Non sono così fuori di testa … vero?” L’unicorno sembrava così sorprendentemente indifeso che Ottavia decise di rispondere sinceramente.

“No, suppongo di no.  Ammetto che mi ero fatta una certa idea di te solo sulla base della nostra discussione in classe piuttosto … riscaldata. Non era un’idea molto positiva.” Esitò per un attimo prima di continuare. “Poiché sembra che stiamo riallacciando i contatti, vorrei chiederti … sono davvero noiosa? Sii onesta.”

“Non proprio, o almeno non più. Se non altro, è stato divertente discutere con te.” Vinyl sorrise.

La violoncellista ridacchiò e rispose. “E che discussione!”

“Quelle risposte erano brutali, ma magnifiche!”

“Grazie. Mi è piaciuto quando hai usato il fatto che la tua musica è più tecnologicamente avanzata per vanificare il mio commento su quanto fosse primitiva.”

“Non ho idea di come abbia fatto.”

Le due cavalle scoppiarono a ridere, la tensione si era finalmente spezzata ed era stata sostituita da un’atmosfera più confortevole.

“Ehi, se sei d’accordo, potremmo fingere di aver passato un’orribile serata?” Chiese Vinyl, appoggiandosi allo schienale della sedia per mettersi a proprio agio.

“Perché?”

“Tipo … non voglio che Psych  pensi che avesse ragione quando aveva detto che non sarebbe stato così male. Semplicemente mi sembra il tipo da dire “Te l’avevo detto!”, capisci?”

“Devo concordare con te. Molto bene, allora durante le lezioni litigheremo come se nulla fosse cambiato. D’accordo?”

“D’accordo! E fuori dalla classe?” comparve un leggero rossore sulle guance di Vinyl. “Perché non conosco nessun’altro pony e mi piacerebbe avere qualcuno con cui rilassarmi e passare il tempo.”

Ottavia sorrise calorosamente. “Sono contenta che Psych non sia qui adesso, perché questo è qualcos’altro che abbiamo in comune.”

“Che mi dici dei tuoi amici delle superiori? Nessuno di loro è venuto in quest’università?”

Fu il turno della cavalla grigia di sentirsi a disagio. “No.” Fu tutto ciò che disse.

“Oh. Che schifo. Vivi nel campus?”

“Sì, sto al dormitorio. E tu?”

“Nah, io abito in uno schifoso appartamento non lontano da qui.”

“Dev’essere fastidioso dover fare avanti e indietro dall’università ogni volta che hai lezione.”

“Sì, lo faccio da solo una settimana e mi sono già stufata.”

“Beh?” Ottavia chiese speranzosa.

“Beh cosa?” Rispose confuso il DJ.

“Che cosa hai intenzione di fare a proposito?”

La sua compagna alzò le spalle. “Non so. Potrei cercare un posto più vicino all’uni, ma sono abbastanza sicura che siano già stati presi tutti.”

“La risposta mi pare ovvia. Basta che prendi un appartamento al campus, come ho fatto io.”

Vinyl si grattò il mento. “Pensi che dovrei?”

“Sicuramente. Anzi, credo che se ti metti in contatto con chiunque ti stia pagando la borsa di studio potrebbe aiutarti a trovare l’opzione migliore.”

“Davvero? Chiamerò domani allora!” Rise. “Dai buoni consigli, Ottavia.”

La violoncellista rise con lei. “Sembra che la lettura di migliaia di opuscoli universitari abbia finalmente dato i suoi frutti.”

“Devi essere stata dannatamente eccitata per l’entrata all’università.”

“Cosa posso dire? L’avevo immaginato per così tanto tempo. Ogni singola classe, ogni singolo pony che avrei incontrato, tutti gli amici che avrei avuto e come ogni pony sarebbe stato simpatico e rispettoso, il tutto in un ambiente maturo. Stupidaggini del genere.”

“Simpatico e rispettoso? Credo di averti tipo rovinato la prima settimana allora, eh?”

Con una risatina, Ottavia scosse la testa. “Non ti preoccupare, hai già rimediato.”

“L’ho fatto? Tutto quello che abbiamo fatto è stato sederci qui e parlare.” Vinyl aggrottò la fronte.

“Sì , beh … te lo dirò un’altra volta. E’ noioso in ogni caso.” La violoncellista sposto una ciocca di capelli scuri dagli occhi e distolse lo sguardo.

“Sto seriamente iniziando a dubitare della mia idea su cosa significhi “noioso”, perciò perché non me lo dici?”

“E’ un po’ … personale.”

“Oh.” Seguitò una piccola pausa, ma era più comprensione che imbarazzo. “Va tutto bene, non c’è bisogno che tu me lo dica se non vuoi.”

“No, probabilmente dovrei dirtelo. Non posso semplicemente dire una cosa del genere e poi non spiegare.”

“Sei sicura?”

“Sì.” Fece un respiro profondo. “Prima dell’università, della nostra classe, ero abbastanza … sola.”

“Chiunque rimane da solo ogni tanto.”

“Non credo tu capisca il livello di solitudine senza precedenti  che stavo vivendo.”

“Ok, ok. E allora perché eri sola? Una cavalla come te deve avere tonnellate di amici d’alta classe con i quali uscire.”

Ottavia arrossì e volse gli occhi verso il basso. “Non proprio.”

“Oh.” Vinyl non sapeva cosa dire in seguito a quella rivelazione.

Dopo pochi istanti, Ottavia continuò tranquillamente. “Non ho avuto tonnellate di amici. O solo una piccola quantità di amici. O … semplicemente degli amici.” I suoi occhi rimasero abbassati per l’imbarazzo.

"Questo è ..." Il DJ cercò a tentoni la cosa giusta da dire.

“Sì.” Con un profondo respiro, la cavalla grigia si strofinò il viso con gli zoccoli, come se volesse rimuovere gli ultimi secondi. “Mi dispiace,” forzò un sorriso. “E’ stato del tutto fuori luogo da dire. Vorrei non aver detto nulla.”

“No, va bene. C-cioè, non la parte del “nessun amico” ma, voglio dire … uhm …”

“Per favore, lascia perdere. Parliamo di qualcos’altro.”

“Va bene …” prima di continuare Vinyl sembrò pensierosa per un momento. “Beh, hai condiviso qualcosa di personale, quindi dovrei farlo anch’io. Così non dovrai preoccuparti che io possa pugnalarti alla schiena e dirlo a tutti.”

Un piccolo, sincero sorriso abbellì le labbra della violoncellista. “Grazie.”

“Potresti non essere così grata quando avrò finito.” Prese un momento per riunire i pensieri. “Ok, questo è un po’ patetico, ma io non ero un granché a scuola. Ho fallito praticamente in … tutto. Ecco perché ho reagito così male prima quando ti sei presa gioco di me per aver abbandonato.” L'unicorno si chinò sul tavolo ed appoggiò il mento sui suoi zoccoli.  “Ho passato ogni anno ad impegnarmi duramente per migliorarmi, ma non ho ottenuto nulla. Ero l’idiota che c’è in ogni classe. L’unica cosa che mi faceva andare avanti era la mia musica.” I suoi occhi erano nascosti dal vetro colorato, ma il resto del suo corpo s’illuminò improvvisamente, come pieno di vita. “Non riuscivo ad analizzare un testo o risolvere un equazione, ma quando ero dietro ad un mixer nessun pony poteva tenermi testa. Ero il dio della mia classe di musica ed ogni oscillazione del basso era il mio vangelo.” Sorrise e sollevò la testa dal tavolo. “Ho suonato ovunque potessi per quanto potessi. Gli altri pony potevano avere le loro verifiche ed i loro buoni voti,  tutto ciò che serviva a me, era la mia musica.”
Ottavia trattenne una risata per l’entusiasmo del DJ. Anche lei aveva sentito il calore della musica in un mondo altrettanto freddo. Ma trattenne la lingua, perché la storia non era ancora finita.

“Ma …” il sorriso scivolò via dal volto di Vinyl. “Nessun’altro la pensava come me. Avevo bisogno di una buona pagella per andare a studiare musica all’università, e questo proprio non era possibile. Alla fine dell’anno, mi dissero che mi avrebbero fatto retrocedere di un anno perché non ero riuscita a superare nulla, a parte musica. La mia unica alternativa era di mollare e cercare di trovare un’altra strada per entrare all’uni. E così ho fatto.”
Raggiungendo l’altro lato del tavolo, Ottavia toccò con il suo zoccolo quello del DJ. “Grazie per avermelo detto, considerando che da quando ci siamo incontrate sono stata solamente scortese con te sono sorpresa che tu riponga tanta fiducia in me.”

“Come ho detto, questa è la tua assicurazione perché io non dica a tutti ciò che mi hai rivelato. Oppure … sì, fiducia suona molto meglio.”

“Ma la mia storia non era neppure una storia. Era semplicemente un piccolo fatto triste. Tu … mi hai detto così tanto a proposito di te stessa, non me lo sarei mai immaginata.”

Il suo sguardo era così intenso che Vinyil arrossì e distolse lo sguardo. “Be’ , ehm, grazie.”

La violoncellista si accorse del suo comportamento ed arrossendo tornò sul suo lato del tavolo. “Per favore, perdonami. Sono stata troppo coinvolta dalla tua storia.”

“Va bene, davvero. Nessun problema.”

“Tuttavia, non era opportuno, mi dispiace.”

Vinyl ridacchiò. “Siamo sedute ad un tavolo in un angolino di un bar. Questo posto avrà visto cose ben peggiori di due zoccoli che si toccano appena.”

“Cosa?!” L’espressione mortificata che assunse Ottavia mentre ricontrollava il tavolo e le sedie fece ridere ancora di più il DJ.

“Rilassati, questo posto viene pulito ogni notte. Probabilmente.” Vinyl si divertiva a vederla in preda allo sconforto.

“Penso che sia per me il momento di tornare al campus. Non posso rischiare di scombussolare tutti i miei orari.” Scese dalla sedia, appoggiando con cautela gli zoccoli sul terreno.
“Awwww” piagnucolò il DJ.

La violoncellista le fece un sorrisetto divertito. “Non immaginavo che godessi così tanto della mia compagnia.”

“Dobbiamo far finta che non sia così. Quindi, ci vediamo lunedì?”

“Certamente.” Ottavia esitò. Si mordicchiava il labbro mentre pensava, ma alla fine non disse nulla e se ne trotterellò semplicemente via.
Vinyl la guardò allontanarsi, salendo addirittura oltre la metà del tavolo solo per vedere la sua scura criniera sparire oltre la porta. Appena non vide più nulla, tornò a sprofondare sulla sua sedia.

“Certamente,” sussurrò. “Grazie.”

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*  Questo gioco di parole è abbastanza difficile da tradurre.
La battuta di Ottavia si basa tutta sul “how are we gonna do this?”, che letteralmente si potrebbe tradurre “come andiamo a fare questo?”, che adattata diventa  semplicemente “Come lo facciamo [l’incontro]?” Allora Ottavia ne approfitta per dire “Pistols at dawn?” giocando sul termine incontro/scontro e nominando un classico modo di dire che si riferisce agli antichi duelli all’ultimo sangue, quelli con i due simpatici omini che contavano sino a dieci passi si giravano e si sparavano per intenderci.

Storia originale di DawnFade
Traduzione di Sephirothmn

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Capitolo 3
*** University Days - Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3.


L'oscuro freddo investiva il corpo di Vinyl, ma lei non ci fece caso. Il telefono fluttuava davanti ai suoi occhi, avvolto in una bruma bianca. Luci rosse, che si consumavano nella tarda ora per poi cedere all'oscurità, lampeggiavano ai margini della sua visuale.

Il suo letto era morbido, ma piccolo ed il resto dell’appartamento non era tanto più grande. La mente del DJ però non era lì in quel momento.

{[PER OTTAVIA]}

>  Ciao

Esitò per qualche istante,  sospirò e tornò a battere sullo schermo.

[MESSAGGIO CANCELLATO]

Con un gemito, rotolò e si mise a pancia in giù, premendo il viso contro il cuscino. Il telefono attese pazientemente sino a quando si voltò decisa a fare un altro tentativo.

{[PER OTTAVIA]}

> Che fai?

“Sono le tre del mattino, dormo Vinyl. Sei un idiota.” borbottò l'unicorno in una patetica imitazione della voce di Ottavia. Un fascio magico tastò in cerca del tasto per eliminare il messaggio.

[MESSAGGIO INVIATO]

Il suo cuore sobbalzò come trafitto da una scossa ed ella balzò in piedi. “No no no no no no no,” sussurrò. “Non adesso, non a quest’ora! Dannazione!”
Per alcuni preziosi secondi, Vinyl ebbe la speranza che forse Ottavia non dormisse vicino al suo telefono, pertanto non avrebbe sentito il messaggio arrivare. Per un minuto il sudore le colò sulla fronte. Proprio quando stava iniziando a rilassarsi, un leggero suono riempì l’aria.

“Sono un idiota.”

{[CHIAMATA IN ARRIVO DA OTTAVIA]}

“Sono spacciata.”

Non c’era via d’uscita; Ottavia sapeva che Vinyl era davanti al telefono. Doveva rispondere. Nel suo stato di stordimento dovuto dal sonno, il DJ considerò di non rispondere e lasciare la città, in modo da non dover rivedere mai più la violoncellista. Fortunatamente, i pensieri meno corrotti prevalsero.

Click.

“Hey,” disse Vinyl nervosamente.

“Per quale motivo al mondo mi stai inviando messaggi alle tre e un quarto di mattina?” Rispose una voce divertita e tuttavia ancora molto sofisticata.

“Ehm, non riuscivo a dormire.”

“Perciò hai deciso di infliggere anche a me la tua stessa pena?”

Sussultò. “Mi dispiace.”

“Non ti preoccupare, sto scherzando. Casualmente, neppure io riuscivo a dormire.”

“Perché?” Vinyl si girò e si rannicchiò, la sua espressione intimorita era stata sostituita da un piccolo sorriso.

“Il mio cervello si rifiuta di smettere di pensare.”

“Sì, so come ti senti! Che stai pensando?”

“Sciocchezze. Non voglio annoiarti, ti farebbero solo addormentare.”

“Al momento, sembra fantastico.” Condivisero una leggera risata. “Avanti, dimmi.”

“Beh … in realtà stavo pensando a te, Vinyl.”

Il cuore iniziò a batterle un po’ più forte. “Ah, sì?” Chiese lei, sperando che la sua voce non suonasse troppo rauca.

“Io … ricordi cosa ti ho detto alla taverna? A proposito del … non avere amici?”

“Sì.”

“Beh, stavo pensando che sono davvero stata fortunata ad essere stata obbligata a conoscerti meglio. E’ una sensazione strana … avendo …” Un leggero singhiozzo dall’altra parte della linea fece venir male al petto di Vinyl. “Mi dispiace, l’essere sveglia a tarda notte mi rende più … aperta.”

“Va tutto bene. Lo capisco, è lo stesso anche per me,” rispose confortevolmente il DJ, aggiungendo un quasi impercettibile “Per favore, non piangere.”

“Sto bene, non dovrei nemmeno piangere, questo è un fatto positivo. Suppongo che quello che stavo cercando di dirti è … grazie.”

“Ehi, dovrei ringraziarti anch’io. Nessuno dei miei amici mi è veramente vicino, quindi è bello sapere che ci sei tu.”

Ottavia ridacchiò. “Io non vado da nessuna parte, questo è sicuro. La mia laurea arriverà tra un po’.”

“Heh, anche la mia. Ma prima di aver finito ci faremo i fianchi e saremo già famose. Tu ed io, capito?” Non voleva usare così tanta veemenza ma la DJ era eccitata dall’idea di trascorrere più tempo con la sua nuova amica.

“Assolutamente. Migliori amiche per sempre!” Ottavia suonò altrettanto entusiasta.

Lamentandosi, Vinyl sorrise nel buio. “Questo era abbastanza patetico.”

“Oh, taci. Ho sempre voluto dirlo. Adesso lo dirai anche tu così sarà ufficiale.”

Dopo qualche istante di silenzio, l’unicorno ingoiò il suo orgoglio. “Amiche per sempre.”
 

----


“Non sapresti come mixare un sub-bass  neppure se la tua vita dipendesse da quello!” Gridò Vinyl.

“E tu non saresti in grado di accordare un violoncello personalizzato in modo da soddisfare gli standard di un’orchestra neppure mettendoti d’impegno!” Controbatté Ottavia.

Psych si grattò il mento con interesse. “Sapete, pensavo davvero che voi due sareste diventate presto amiche. Forse sto perdendo il mio tocco magico.” Per un momento, le due si sentirono un po’ in colpa per aver fatto dubitare di se stesso l’insegnante. “O forse avete semplicemente bisogno di uscire assieme ancora per un paio di volte!” Il senso di colpa svanì rapidamente.

“Penso che questo violi i miei diritti di cittadina d’Equestria. In particolare, il divieto di infliggere punizioni crudeli ed inusuali.”

Vinyl si segnò mentalmente di complimentarsi per quell’insulto, dopo le lezioni.  “Ah, sì? Beh, ieri eri così occupata a parlare di te stessa al bar che avrei potuto lasciarti lì da sola e non lo avresti neppure notato!” Con questo non controbatté totalmente all’insulto precedente e sentì di dover insistere ancora con quella farsa.

Fortunatamente, decise Psych di farla finita. “Va bene, calmatevi voi due.” Un coro di gemiti di delusione riecheggiò dal resto della classe e l’intromissione dell’insegnante fu vista come una sorta di scorrettezza.  “Torniamo in carreggiata. Ho già finito la lezione per oggi, anche se tecnicamente manca ancora mezz’ora prima che si concluda. Perciò, che ne dite di dare qualche suggerimento su cosa la nostra coppia preferita dovrebbe fare questa settimana?”

Bonbon alzò lo zoccolo con un sorrisetto. “Che ne dice di una cena a lume di candela?” Rise assieme alla cavalla verde con una lira sul fianco vicino a lei. Anche qualche altro pony rise, apparentemente  erano a conoscenza di uno scherzo che Vinyl non riusciva a capire.

Ottavia fissò Bonbon, sperando che il rosso delle sue guancie passasse per furia. Qualcuno la riteneva eccessivamente pura, ma aveva capito molto bene che cosa Bonbon intendeva dire.

“Qualcosa che abbia meno probabilità di finire in un omicidio?” suggerì Psych, ma il suo sorriso diceva chiaramente che anche lui era coinvolto nello scherzo. “Che ne dite di un film? Non dovrete parlare troppo l’una con l’altra.”

Vinyl stette attenta a non accettare troppo velocemente, guardò torvo l’insegnante per qualche secondo prima di annuire lentamente. “Vabbè. Almeno al buio della sala non sarò costretta a vedere la sua faccia.”

“Questo è lo spirito! E tu, Ottavia?”

La violoncellista sospirò come se il solo pensiero di andare a vedere un film con l’unicorno fosse estenuante. “Va bene. Se proprio vuole insistere col continuare questo stupido esercizio. Ma deve pagare Vinyl.”

Scoppiando in un aspra risata, l’unicorno verde vicino a Bonbon le sussurrò a voce alta, “Beh, è consuetudine che lo stallone paghi per la sua cavalla.” Ci fu un attimo di pausa prima che gli studenti scoppiassero in una risata generale, urla e fischi furono rivolti verso il soggetto dello scherzo che ora era di un color rosso barbabietola.
Una volta tanto, Psych non si unì a loro. “Lyra, era fuori luogo. Mi piace qualche battuta ogni tanto, come a tutti, ma cerchiamo di limitarci un attimo, ok?”

“Scusa capo,” disse, imitando il saluto militare e suscitando altre risatine da parte di Bonbon.

“Va bene classe, ora andate! Sono certo che avete altre lezioni a cui partecipare.”

Mentre gli altri pony si mischiavano uscendo alla luce del sole, il DJ doveva resistere alla tentazione di procedere con troppo entusiasmo verso Ottavia, finendo col muoversi in una sorta di camminata irritata che la cavalla grigia imitò ma in modo più dignitoso.

Solo quando raggiunsero il cortile, posto al sicuro da sguardi indiscreti, iniziarono a lasciarsi un po’ andare e far sparire quell’atteggiamento di tensione. I loro compagni si erano dispersi per badare alle loro vite e nessun’altro prestava attenzione alla coppia.

“Mi hai davvero dato la polvere con quel ‘punizione crudele ed inusuale’,” sottolineò il DJ sogghignando.

“Sì, sono molto orgogliosa di quello. L’ho pensata durante una lezione di storia che parlava degli antichi trattati che regolavano le guerre.” Ottavia si soffiò via una ciocca di capelli dagli occhi e guardò Vinyl. L’unicorno stava guardando in giro, senza accorgersi d’essere osservata. La sua chioma blu elettrico con riflessi color ciano sembrava così scompigliata che le se adattava perfettamente, sembrava una miscela di divertimento e bellezza. La violoncellista quasi la invidiava.

“Sai, suona abbastanza figo. Forse dovrei abbandonare uno dei miei corsi e frequentare storia.”

“Per ogni documento interessante che studiamo sulla guerra antica, ce ne sono migliaia di noiosi sulla politica. Ti annoieresti oltremodo, tesoro.”

Vinyl si fermò e guardò la cavalla grigia. “Tesoro?” ripeté, inarcando un sopracciglio.

“Non possiamo ancora darci dei soprannomi? Mi dispiace, non sono brava in queste cose.” Ottavia iniziò a muovere nervosamente gli zoccoli.

“Un, beh, ‘tesoro’ non è proprio un soprannome, è più un …” Tossì e continuò a voce più bassa, “richiamo per animali.”

“Oh.” La vista del sangue che scorreva velocemente nelle guance della violoncellista fece ridere Vinyl.

Per cercare di ridurre l’imbarazzo della sua amica, riprese a camminare normalmente facendole segno con la coda di seguirla. “Vuoi che faccia finta che non sia successo?”

“Sì, per favore.”

“Non ti preoccupare. Inoltre, i soprannomi non si scelgono, si creano col tempo. Per il momento chiamami semplicemente Vinyl, ok?”

“Ok. Perché” si schiarì la voce per tornare in tema, “non lasci uno dei tuoi corsi, allora? La tua compagnia potrebbe effettivamente rendere le lezioni di storia sopportabili.”

“Beh, in realtà non ne ho nessuno che posso permettermi di perdere. Voglio dire, teoria della musica è fuori questione ed adoro veramente tanto disegnare.” L’assenza del terzo corso attirò l’attenzione di Ottavia.

“Perché non lasci psicologia? Vedo che in classe quando non stiamo litigando hai sempre uno sguardo annoiato.”

“Beh, perché …” Vinyl smorzò il tono sino a ridurlo ad un mormorio.

“Pardon?”

“Perché ci da un motivo per uscire,” finì in fretta, arrossendo di imbarazzo mentre guardava altrove per vedere se tra i vari gruppi di pony nel giardino ci fosse  qualcuno che le osservava.

“Mi piacerebbe comunque passare del tempo con te, Vinyl.” Appena il DJ si girò si scambiarono un sorriso reciproco.

Divenne ben presto evidente che ciascun pony stesse cercando di portare l'altro in una direzione diversa.

“Uh, Ottavia? Non vuoi andare al reparto ristorazione?”  **

“La mia lezione di storia inizia tra pochi minuti … pensavo che mi stessi accompagnando lì.”

Vinyl ridacchiò. “Oh, sì, giusto, colpa mia. Dove si trova la classe?”

Sospirando, la violoncellista si girò e fece strada.

----


Ci furono due ragioni per le quali Vinyl non rimase nei dintorni dopo che Ottavia si unì alla sua classe.

Uno, sarebbe stato tremendamente imbarazzante se la cavalla grigia avesse guardato fuori dalla finestra e l’avesse vista lì ad aspettarla.

E due, lei aveva le sue cose di cui prendersi cura. Non era così sola da aver bisogno di rimanere lì vicino aspettando che la sua amichetta finesse scuola. Il DJ ha i suoi amici e le proprie occupazioni di cui preoccuparsi. Eggià.

Mezz’ora dopo, i suoi amici e le sue occupazioni la fissavano dal fondo di una tazza. La taverna dell’università non era così malandata come il suo solito bar, ma dimostrava sicuramente una certa età. Una lastra sopra la porta d’ingresso la informò che quello era uno dei primi edifici eretti quando l’università stava venendo costruita. Anche se era divertente sapere che una delle priorità nella costruzione di un campus scolastico era quella di avere un posto dove servire alcolici, non era sufficiente per distrarla dal problema che aveva tra gli zoccoli.

“Andiamo Vinyl. Riprenditi. ” mormorò prima di leccare l’ultima goccia di sidro dal boccale. “Hai un sacco di amici con cui uscire. Non essere così attaccata ad uno solo di loro.”

Le parole le risuonarono nelle orecchie. Una flebile voce saltò fuori dalla sua mente.

Ma lei è così interessante!

“No, non lo è! Mi sto solo annoiando e lei mi aiuta a passare il tempo.”

E’ per questo che dipendi da ogni parola che dice?

“Lasciami stare!” Spingendo via la tazza si mise la testa tra gli zoccoli.

Da dietro di lei provenne uno sbuffo. “Ma se non ho ancora detto nulla.” Disse Psych, prendendo posto accanto a Vinyl.

Scattò sull’attenti, guardando l’insegnante con gli occhi spalancati. “Uh … ehi …”

“Rilassati. Non sono qui per torturarti. Vengo qui per un drink dopo le lezioni, a volte.”

“Uh, figo.” Si sentiva così imbarazzata a parlare con un insegnante in quel contesto, come se due diverse aree della sua vita fossero in collisione.

L’insegnante sospirò, sembrava aver perso parte della sua allegria. “Lo sai che in classe stiamo solo scherzando un pochino, vero? Non avevo capito che ti infastidisse così tanto da farti trascorrere il pomeriggio in un bar brontolando ad una tazza di sidro.”

“Huh?” Rendendosi presto conto di come doveva sembrare, il DJ si raddrizzò e si schiarì la gola. “Non bevo per questo … però lei deve comunque continuare a sentirsi dannatamente in colpa.”

Psych ridacchiò ed alzò gli zoccoli per difendersi. “Ehi, l’insegnamento a volte può essere abbastanza noioso. Penso che sia una fortuna che tu ed Ottavia siate capitate nella stessa classe. Non importa quanta fastidiosa burocrazia ci sia sul mio tavolo, posso sempre tirare avanti in vista del vostro scontro successivo. Credo che oggi abbia vinto lei, tra l’altro.”

“Eh, ci ride su lei.” Vinyl desiderò improvvisamente di non aver allontanato la tazza in modo che adesso avrebbe potuto spruzzargli qualche goccia sul viso.

“Ah, non ti preoccupare. Sono certo che vincerai tu la prossima volta. Magari prova a dirle qualcosa a proposito dei capelli; sembra molto sensibile al riguardo.” Suggerì utilmente lo stallone.

Alzò un sopracciglio. “Davvero?”

“Certamente. Oppure, se vuoi vedere il suo lato positivo, potresti provare a complimentartene.”

“Ha un lato positivo?” Vinyl scherzò di riflesso, ma i suoi pensieri erano molto lontani dall’essere maligni.

L’insegnante scoppiò in una risata. “Questa era bella. Suppongo che non ci siano molte chance che voi due vi riconciliate.”

“Qualsiasi speranza per la nostra amicizia è morta quando ha detto che essere un DJ non richiede nessuna abilità.” La sua voce era ferma e convinta.

“Sì, capisco. Oh beh, tanto il buon intrattenimento è comunque difficile da trovare.”

L’unicorno bianco sgusciò fuori dal suo posto e si stiracchiò gli zoccoli. “Grazie per la chiacchierata, ma devo proprio andare. Sa com’è, feste da mandare avanti, bassline da droppare. Ci si sente.”

Psych si limitò ad annuire ed alzò appena uno zoccolo in segno di saluto ed approfittando dello zoccolo alzato fece un segno al barista, che iniziò a preparare il solito.
Appena Vinyl fu uscita, il suo cellulare galleggiò fuori da un sacchetto nella sua bisaccia e si posizionò di fronte alle lenti viola dei suoi occhiali da sole. Dopo aver digitato velocemente qualcosa, il DJ rimise al suo posto il cellulare. Mentre iniziava a trottarsene via, si mise a fischiettare.

----


Ottavia sentì un leggero ronzio provenire dalla sua bisaccia che giaceva accanto al suo posto. Il vecchio insegnante ronzava in sottofondo mentre lei estraeva velocemente l’oggetto incriminato, il suo telefono, e controllava da sotto il tavolo, ben fuori dalla visuale dell’insegnante.
 
{[VINYL]}
> La tua criniera è piuttosto figa :)

----
 

** Il reparto ristorazione, food court, è un termine entrato da poco nel lessico italiano e solitamente se deve essere indicato è lasciato in lingua originale.
Ma cosa sono questi food court? Si tratta di aree - o anche interi piani - dei centri commerciali, o di strutture apposite, in cui è possibile sedersi e mangiare varie tipologie di cibi. Solitamente è un insieme di bar, ristoranti, caffetterie ed altro per tutti i gusti, si può mangiare messicano col cinese, italiano con l’indonesiano oppure semplicemente qualcosa per ogni ristorante disponibile.
Per completezza, c’è un famossissimo food court a Manhattan e visto che la nostra storia si svolte a Manehattan molto probabilmente Vinyl si sta riferendo proprio a quello.
 
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