Come diventare una Mary Sue in 10 lezioni facili

di Leia Ashtray Myrsky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Chap 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ichigo Shirogane Production presenta:

Ichigo Shirogane Production presenta:

 

Come diventare una MarySue in 10 lezioni facili

 

Chapter 1

 

 

 

So che come inizio è piuttosto vecchio, stravecchio, letto e riletto, ma al momento altro non mi viene perciò accontentatevi e via.

Il mio nome è Ichigo Shirogane, ho ben DICIASSETTE anni e tredici giorni e mi sono da poco trasferita in giappone….

Non che mi dispiaccia, ovvio.

Solo che io credevo d’esserci vissuta, in giappone.

Bah, i misteri della vita.

Andiamo avanti.

Sono la classica giapponesina, occhi color cioccolato, lunghi e lisci capelli castani, un fisico esile e gracilino e notevolmente sotto l’altezza media.

Certo, questo mi crea parecchi problemi quando vado al cinema a vedere i film vietati ai minori di 14 anni, dove mi sbattono fuori urlando che sono una pervertita e che non ho l’età adatta (il film in questione era TITANIC O.ò)… Ma non importa.

Il mio caro paparino, seguito dalla mamma e da quell’idiota di Yamiz*, il mio fratellino, mi ha scaricato davanti a un’anonima casetta in mattoni rosa e marroni e ha esclamato:

-Io e la mamma andiamo in Egitto a studiare le piramidi, tu rimani qui e fai la brava!-

-Papi, perché ti porti dietro Yamiz?-

-Perchè è ora che cominci a conoscere questo mestiere, perché un giorno, in quanto figlio maggiore, erediterà il nostro lavoro!-

Yamiz si grattò gli attributi, al pensiero di un lavoro tra maledizioni faraoniche e mummie tutankamoniche.

-Papi, sono IO la figlia maggiore.-

-….-

Attimi lunghissimi di silenzio.

-Beh, Ichy-chan, fai la brava! Ci si rivede tra un anno! Bye bye!-

E senza darmi tempo di ribattere, ha inserito la quinta ed è schizzato in fondo alla strada, abbandonandomi qui.

 

 

 

 

Beh, come inizio era stato disastroso, non c’è che dire.

 

 

Così mi sono ritrovata qui, davanti a questa casetta alla Hansel e Gretel, senza sapere a chi ero stata affidata, come comportarmi, cosa avrei fatto d’ora in poi e che diavolo ne sarebbe stato di me.

Bah, al diavolo, genitori del cazzo.

Trascinando gli angoli smussati della mia valigia rosa shocking raggiunsi la porta in metallo laccato di nero e suonai il campanello.

Una volta.

……

Due volte.

……

Tre volte.

…...

-Ho capito, ho capito, arrivo-

Finalmente qualche anima pia si decide a venirmi ad aprire sta stra-cazza di porta!

-Che desidera?-

Mi chiede una voce roca di ragazzo.

Cosa

Diavolo

E’?!

UN ANGELO?!?!

Davanti a me si para un ragazzo alto, capelli castani tagliati irregolari, lunghi sul collo e sugli occhi, un paio di iridi di acciaio e pelle candida, candida! E vellutata anche solo allo sguardo!

-Allora, ragazzina, che vuoi?-

Mi domanda ancora, un po’ sgarbato in effetti.

-Sono Ichigo Shirogane. Dovrei… venire ad abitare qui per un anno.-

Biascico, imbarazzata.

-Ah si? Seto!-

Chiama il moro.

E appare un secondo angelo, identico a lui, con gli occhi azzurri e chiari come un cielo d’estate.

S..Sono in paradiso per puro caso..?!

 

 

-Allora, chi diavolo è questa qua?-

Certo che i miei due angeli non si distinguono per gentilezza.

-Ahem. Sono Ichigo Shirogane, i miei genitori mi hanno lasciata qui, dicendo che avrei vissuto con voi per un anno. Lo sapete almeno?-

Chiedo, fissando i gemelli.

Scuotono la testa.

-C’è vostra madre?-

Scuotono la testa.

-Vostro padre?-

Scuotono la testa.

-Nonni?-

Come sopra.

-Zii…?-

Come sopra.

-E allora come vivete?!?-

Chiedo ancora, esasperata.

-Da soli.-

Mi rispondono, con un’alzata di spalle.

Oh merda.

 

 

 

 

Cioè, i miei genitori, coloro che dovrebbero pensare al mio futuro, e  proteggermi dai maschietti, mi abbandonano per un anno con DUE FIGHI DA PAURA?!?!

 

…..

Evvivaaaaaaa!!! *___*/

 

-Ahem. Posso entrare?-

-Mhf. Certo. Ma prima, un consulto fra gemelli.-

Ah. Sono gemelli.

Borbottano e bisbigliano tra di loro. Ma di che cosa…?

-Okei, puoi rimanere. Per noi sta bene. A patto…-

 

 

Sento puzza di bruciato.

 

-A patto……?-

Chiedo sospettosa.

-A patto che ti occupi tu della casa. Noi non ne capiamo granchè, e stamattina ho rischiato di lavare il parquet con la candeggina e lo sturalavandini.-

……

 

 

-Okei. Fatemi vedere in che condizioni è casa vostra.-

 

 

 

 

 

 

 

 

ARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRGGGGGHHHHHHHHHH!!!!!

 

NOOOOO!! NON PUO’ ESSERE VERO!!

Hanno ridotto questa casa a un porcile!!! NoOoOoOoOOO!!! Voglio andare via di quiii T^T

-Allora? Accetti?-

-Ma da sola non ce la posso fare!!!-

-Mi dispiace ma i patti erano questi. Allora ciao.-

 

Mi chiudono la porta in faccia.

 

-State scherzando?-

-State scherzando, vero?-

-…Apritemiiiiii ç___ç-

 

Quella stramaledettissima porta non si apre nemmeno dopo un’ora, e disperata mi accingo a dirigermi da qualunque altra parte che sia più accogliente del marciapiede.

 

 

 

Niente!

Nemmeno una fermata dell’autobus, una panchina, un portone, niente di nienteeee!!

Solo asfalto, un gatto e un’auto che si è gentilmente incaricata di docciarmi passando ai 120 KM/h su una pozzanghera.

E si è messo pure a piovere.

Uffaaaaa, non ce la faccio più!

Sono perseguitata dalla iella ecco ç_ç

All’orizzonte appare la stazione.

Ho sentito che ci dormono i barboni là… Mhhç_ç sarà meglio sbrigarsi e trovare una panchina lì ç_ç bhwaaa!! Ç_ç

 

 

 

 

 

 

Sono qui da due-tre ore, la panchina l’ho trovata ma in marmo, pazienza, meglio che niente.

Ho paura ad addormentarmi perché temo che mi freghino la valigia, così mi sono ficcata l’Ipod con la fanfara dei bersaglieri nelle orecchie, a ciclo continuo, e a occhi sbarrati guardo avanti a me senza chiudere le palpebre nemmeno un secondo.

….

-Bambina, c’è posto?-

Gh. Puzza d’alcool.

-Mi siedo qui.-

Non ti ci voglio, ma chi sono per dirti di non sederti? Manco fosse mia la panchina… Ma lo vorrei tanto ç_ç!

-Sei proprio carina, sai?-

E tu sei proprio brutto.

-Hai la pelle morbida morbida…-

Nemmeno me ne sono resa conto, e quel mostro mi stava toccando le gambe nude, coperte solo da un paio di shorts di jeans. Oddio, e che faccio???!!

Annaspo un po’ e urlo con tutto il fiato che ho in corpo, attirando un tizio con l’impermeabile giallo canarino fluorescente.

….

So che sto particolare non vi interessa, ma l’ho trovato inquietante.

 

Beh, il tizio-prode-batman tira un cazzotto sul mascellone dell’ubriaco che cade all’indietro, purtroppo senza farsi troppo male. Come se non fosse successo niente, si rialza ma due guardie arrivate al volo lo agganciano e se lo portano via.

Uff, che spavento…

-Stai bene?-

-Si. La ringrazio, mi ha salvata. Come si chiama? Batman? Clark Kent?-

-Eh?-

Il tipo con l’impermeabile mi fissa dall’incerata gialla.

-Scusi, ma quando si parla con qualcuno si è pregati di guardarla negli occhi.-

-Hai ragione.-

Si abbassa il cappuccio e –TADAN!- è….

Ehm…

Chi è? O.ò?

-Mi chiamo Jono-Uchi, Jono-Uchi Katsuya. Tu?-

-Shirogane, Ichigo Shirogane. Licenza d’uccidere.**-

-Eh?-

-Lascia perdere.-

-Sei una spia tedesca?-

-Si, Ichigo Shirogane è un nome tipicamente teteskio.***-

-Mi stai prendendo per il culo.-

-Per il culo, da tutte le angolazioni possibili e immaginabili.-

-…Ti sto già detestando.-

-Grazie. Faccio lo stesso effetto a molti.-

-Dove abiti?-

-A Osaka, ma mi trovo qui per motivi di lavoro dei miei. Ovvero, sono andati in egitto e m’hanno mollata qui.-

-Beh, insomma, ti devo accompagnare da qualche parte?-

-No, grazie. Torna pure a casa tua. Qui c’è una panchina molto comoda. Buona notte.-

 

 

 

 

 

 

-Ichigo? Ichigo?-

-Che c’è, mamma…?-

-Mamma di tua sorella. Sono Seto, demente.-

-Ah.-

Risveglio rapido mode on. Chi mi passa un espresso?-

-Andiamo, vieni a casa. Ci divideremo i compiti. Ci dispiace di averti chiuso la porta in faccia.-

INIETTATEMELO DIRETTAMENTE NELLE VENE!!! STO SOGNANDO!!!!!

-Scherzi?-

-No, davvero. Io e Cyber siamo dispiaciuti. Abbiamo eliminato già tutta la spazzatura, a te toccano solo i piatti e i pavimenti.-

Oddio parlano sul serio!!

I miei due angeli della discarica hanno fatto VERAMENTE un po’ di ordine!! Piango dalla gioia guardate!!

 

 

 

 

-Ehy, che ci fossero due metri di piatti non era previsto nel contratto!!-

-Zitta e lava!-

-Ma perchèèèè ç_ç??-

 

 

 

 

To be continued

 

 

*Yamiz: è il nome internettiano del mio vero fratellino XD

**Shirogane, Ichigo Shirogane. Licenza d’uccidere: Sta sfottendo Jono che ha parlato tipo James Bond,

senza farlo apposta però, poverino XD Facendolo anche lei, ma apposta XD

***Teteskio: Vuol dire Tedesco *_*v

 

Attendo commentiiii *_____*v

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ichigo shirogane production

Ichigo shirogane production

Presents

 

Come diventare una marysue in dieci lezioni facili

 

Chapter 2

 

 

Mi chiamo Fuuma Reiki.

Ho diciassette anni e sei mesi e sto sorvolando l’isola di Kyushu *_*

Ovviamente non guido io, altrimenti c’era da scappare o da buttarsi dai finestrini.

Però sono comodamente seduta su un sedile di seconda classe in un aereo diretto a Tokyo, vestita da perfetta gal americana e sorseggiante un succo di frutta come se fosse un whisky. Accanto a me, vestito da scombussolato pauroso americano col mal d’aria e sorseggiante un whisky* come fosse un succo di frutta, il mio prode cuginetto Yuugi mi fissa atterrito.

-Fuu-chan, quando atterriamo…?-

Mi chiede, con un fil di voce.

Io, mandando all’indietro con un gesto seducente i miei lunghi capelli ricci e blu, sospirando gli rispondo:

-Non so. Forse un’ora, forse meno.-

-Ho paura.. ç.ç-

-Su cugy**, devi solo farmi compagnia per un paio di giorni. Poi altre sette ore di volo e sei a casa!*_*v-

-……Mamma ç.ç-

E così, lui piangendo, io leggendo una rivista, stiamo atterrando all’aereoporto di Tokyo.

Che bello!*_*

Che bello!*__*

CHE BELLO!*___*

Giubilante come un cardellino e trintrillante*** come un campanello suonato dalla rompicoglioni di turno, scendo dall’aereo e in men che non si dica sono fuori dall’aereoporto.

 

 

 

 

 

Ma mio cugino dov’è? O.ò?

-Ma Fuu-chan sono qui ç.ç-

-Oh, scusa cugy, ma non ti avevo visto ^.^ I’m sorry ^_^-

 

 

 

 

“L’albergo è dotato di ogni genere di comfort.”

E mi sembra il minimo!

T_____T Visto che dista sessanta-settanta KM dall’aereoporto, mi sembra il minimo!

Ahhh, le mie povere zampette ç_ç e non c’era nemmeno un taSSì, ma tu guarda ç____ç

-…..Cugy Fuu....-

Un rantolo.

Sarà un topo? O.ò?

-…No, sono io, cugy…. ç.ç-

Oh, è il mio PICCOLO cuginetto. Ò.ò

-Dì un po’, che ci fai lì per terra? Cerchi di spiarmi le mutande?-

-No, cerco di non svenire cugy ç.ç-

-Su, su, non è tempo di perdersi in chiacchiere! Vammi a prendere un succo ghiacciato al bar dell’hotel, su!-

-Ma cugy, non ho nemmeno le forze di respirare! Ç.ç-

-Fa niente, così risparmi fiato per scendere le scale e andarmi a prendere sto benedetto succo. Su, ! ù.ù-

-Uhhhhiiii ç____ç-

Il mio sfruttato cuginetto esce dalla camera tutto sconfortato, e ridacchio.

Povero piccolo, ha pure sfidato il suo terrore degli aerei pur di non lasciarmi sola in “balia dei maschietti”, come dice lui XD.

Ha quindici anni, due anni e tre mesi di differenza, ma è come se di anni di differenza che ne fossero sei!XD Con me si comporta come un bambino ma siamo sempre stati uniti e appiccicati, fin da quando eravamo bimbi e io ero più bassa di lui.

….

Beh, forse questo periodo non c’è mai stato.

Comunque è stato davvero carino.

Gli farò trovare la vasca pronta v_v.

Oh, non sono mica di ghiaccio, io.

 

 

 

So che vi state chiedendo per quale motivo sono venuta a Tokyo invece di rimanere lì a casina mia, a New York. Beh, sai com’è, siamo di origine giapponese, così io e il mio bassissimo cugy siamo qui per visitare la città, e..

Ehm…

Trascorrerci qui un anno, frequentarci la scuola e infine sposarmi con un tipo giapponese che non ho mai visto!!! T______________T BHOOOOOOOOOOOO!!!! Non vojoooo!!! Ç____ç Oh dear, why me??? WHY???I’m kissed by the misfortune ç.ç****

E tutto perché la mamma è un pezzo grosso, quindi c’è una certa tradizione, io devo diventare una signorina di buona famiglia e blablabla ç.ç Ove blablabla sta per blablabla perché quello che seguiva non l’ho capito. Ç_Ç

 

QUALCUNO MI SALVIIIIII ç_ç

 

 

Yuugi ancora non lo sa. Non ne ho il coraggio. Pensa che sono qui in vacanza, e crede che alla fine tornerò.

Io invece non tornerò, dovrò mettere radici qui finchè morte non mi separi dal mio promesso sposo.

BHUAAAAAA ç___ç

 

 

 

 

-Cugy, il tuo succo. All’ananas come piace a te.-

Ecco il mio angelo di ritorno. Ç.ç Yuugi I love you!

-Cugy, hai riempito la vasca?-

Annuisco.

-Fai tu per primo il bagno. Poi lo faccio io.-

Mi abbraccia e ride.

-Grazie Fuu-chan! Faccio presto!-

E scompare dietro la porta del bagno.

 

 

 

 

 

 

I’ll miss you, Yuugi-chan.

 

 

 

 

 

 

 

Esco dalla vasca avvolta da una nuvola di vapore.

Voglio tornare a casa mia.

E’ l’unico pensiero che ho in mente e non riesco a cancellarlo, dannazione!

 

 

 

I want to go back home.

I don’t want leave home.

 

 

 

E continuo a pensarci mentre mi asciugo i capelli, mentre mi infilo il pigiama e auguro la buonanotte a Yuugi-chan, spegnendo la luce.

Fisso le luci fuori dalla mia finestre, le insegne dei bar pieni di vita, i megaschermi e il traffico.

 

 

Già ti odio, città del cazzo.

 

 

 

 

-Fuu…?-

-Fuu-chan…?-

-Fuu-chan, sei sveglia..?-

-….Ora sì… Che c’è, Yuugi…?-

-Dormiamo insieme?-

-…mmmhhh… Va bene… Ma non scalciare, altrimenti giuro che ti butto a terra..-

Ride.

-Grazie!-

Si accoccola contro di me.

 

 

 

 

Non lo ricordavo così esile e così caldo.

Avevo sempre il ricordo di due piccole manine gelide posate sulle mie, bollenti anche dopo una battaglia a palle di neve.

Ricordavo due guantoni blu ricamati di rosso e due guantoni gemelli gialli e rossi.

Ricordavo un sorriso e le risate e le favole e i giocattoli, e le sgridate della mamma coi capelli sporchi di farina, l’odore della torta di mele nel forno, l’odore dell’erba bagnata di pioggia mentre dondolava l’altalena…

 

 

 

What have we missed?

What have we done?

Oh, I really wanna know..

Oh, I really wanna go away…*****

 

Ricordavo tante cose di quando eravamo bambini e al pensiero che queste cose non ci saranno più, mi viene da piangere.

Lo abbraccio stretto e lui si sveglia, sentendomi singhiozzare poco poco e bagnare di lacrime il suo pigiama blu.

-Fuu-chan?-

Domanda, e mi accarezza i capelli.

Stavolta sembra lui quello grande e io gli confesso le mie paure, e il suo sguardo pare più strano, più maturo…

-Non ti preoccupare Fuu-chan. Troveremo un soluzione insieme. We’ll be always together, don’t matter what happens.******-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ passata in fretta questa notte, piangendo e parlando l’americano, la nostra vera lingua, non questo stupido e difficile giapponese, ricordando le cose di quando eravamo piccoli, gli odori, i profumi, i libri, i luoghi, le cose belle e le cose brutte. Abbracciati stretti ci siamo addormentati, la sveglia ha suonato ma l’abbiamo ignorata, chissenefrega, il giro per la città può attendere.

 


Poi, nel pomeriggio, Yuugi ha chiamato i suoi genitori. Ho sentito frasi dette con serio inglese, risposte in un veloce giapponese di passaggio e rispostacce incazzate e piene di parolacce in slang americano, soprattutto alla fine. Ha sbattuto il telefono sul tavolo, chiudendo la chiamata, e si è seduto sul letto, passandosi le mani tra i capelli. Mi sono seduta al suo fianco, aspettando, e lui dopo un po’ mi ha abbracciato e ha sorriso a stento.

-Non torno a New York, Fuu. Rimango qui. Non aver paura.-

 

 

 

 

 

 

Ora sono contenta.

I nostri ci butteranno fuori casa, verremo diseredati e succederà un casino, ma staremo insieme.

Improvvisamente sono più felice.

 

 

 

 

 

Già ti amo, città del cazzo.

 

 

 

To be continued

 

 

*Sorseggiando un whisky:Oh, dovrà pur riprendersi, no?XD

**Cugy:Cugino

***Trintrinllando:Rumoreggiare tipico dei campanelli XD

****Oh dear, why me, WHY??? I’m kissed by the misfortune:Oddio, perché io, PERCHé???? Sono baciata dalla sfiga!

***** I’ll miss you, Yuugi-chan.

 I want to go back home.

I don’t want leave home.

What have we missed?

What have we done?

Oh, I really wanna know..

Oh, I really wanna go away…:

Mi mancherai, Yuugi-chan.

Voglio tornare a casa.

Non voglio lasciare casa.

Cosa abbiamo perso?

Cosa abbiamo fatto?

Oh, voglio davvero saperlo…

Oh, voglio davvero andare via…

****** We’ll be always together, don’t matter what happens.:Saremo sempre insieme, non importa cosa accade.

 

Allora? Che ve ne pare della seconda eroina? Nel prossimo chap andranno a scuola e appariranno le mistiche creature selvagge!XD

Ringrazio tutti dei commenti, a presto!XDDD

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


ICHIGO SHIROGANE PRODUCTION

ICHIGO SHIROGANE PRODUCTION

PRESENTS

 

COME DIVENTARE UNA MARYSUE IN DIECI LEZIONI FACILI

 

CHAPTER THREE

 

 

Rosa: Ichigo [Pensieri]

Blu: Fuuma [Pensieri]

 

 

Dopo due di casini, litigi, confusione, festini a base di pizza, birra e film horror *___*, purtroppo le vacanze estive erano finite e doveva ricominciare la scuola. Così, il 19 settembre ero lì, nella mia camera, fissando la mia cartella e i miei libri scolastici come un condannato a morte.

 

Noooo! T________T non ci credo! It’s unbelievable!! The holidays CANNOT be over!!* Non mi va di rimettermi di già di testa nei libri, di fare i turni di pulizia, di uccidermi per un panino al melone o agli azuchi o all’uovo o al tonno.. Mhh, che fame ò_ò!

 

So che state per dire.

“Queste sono tradizioni della scuola giapponese, non di quella americana!”

Ma sapete che ho fatto un anno di medie qui, nel periodo in cui mio nonno non stava bene e la mamma doveva aiutarlo?

No?

E allora statevi zitti, grazie ù_ù.

 

Comunque non mi và.

Perché non fanno vacanze dalla durata di sette anni?

 

 

20 settembre ore 8.10

Corridoi del Liceo K.

 

 

-Wahh!! Akiko, sono nella 2°D!-

-Waaaahh! Anche io, Kikyo!-

-Uffa, Soi-chan, verremo separati!-

-Io sono in classe da solo…-

-E io in quale sono?-

 

 

§BLA BLA BLA BLA§

 

C’è confusione nei corridoi. I ragazzi leggono i loro nomi sulla bacheca e la classe assegnatogli. Si dirigono nelle aule tristi, sconfortati, annoiati, sereni, felici, indifferenti, allegri, assonnati e rassegnati.

-Dunque, Ichigo Shirogane2°F.-

-DunqueFuuma Reiki2°F.-

-Anche tu nella F?-

-Si.-

-Nuova?-

-Si?-

-Anche io. Andiamo?-

-Ah-a.-

Fuuma fissò la ragazzina incontrata. Era davvero una sua coetanea? Non sembrava. Era piccola piccola e aveva anche la sensazione che dovesse essere molto leggera.

Le tirò una ciocca di capelli.

Così, per sfregio.**

-Ahi!-

-Che c’è?-

-Mi hanno tirato i capelli ç_ç!-

-Io non ho visto niente.-

 

 

 

 

-Attenzione ragazzi!-

Il professore, entrato tra il vociare allegro della classe, li richiamò all’ordine e li fissò serio.

-Abbiamo due nuove alunne. Fuuma Reiki, giapponese di nascita ma residente fino ad oggi in America- Fuuma si alzò e fece un breve inchino, poi tornò a sedersi, completamente indifferente agli sguardi curiosi dei compagni.- E Ichigo Shirogane, da Osaka.- Anche Ichigo fece un breve inchino, ma lei sorrise allegramente, sperando d’apparire simpatica.

 

-Bene. Mi raccomando, cercate di fare sentire a vostro agio le vostre compagne. Ora, aprite i testi a pagina 11…-

 

Fuuma posò gli occhi sul libro.

Letteratura giapponese, un poeta noioso che aveva composto un libro intitolato Le memorie della dama di Sarashina. Tempo sprecato (a suo parere).

Scarabocchiò qualche appunto sul quaderno.

 

 

Ichigo invece non prestò alcuna attenzione alla lezione. Era tutta presa dallo scarabocchiare un piccolo quadernetto…

 

 

E in un battibaleno la giornata finì.

 

-Finalmente è finita!-

Sbuffò Fuuma, sbocconcellando un panino al tonno. Si slacciò il nodo del fiocco della divisa e posò la cartella su una spalla.

-Reiki! Reiki-san***!-

Una figurina correva cercando di raggiungerla.

Ah, era Shirogane.

-Reiki-san!!!-

Si fermò, con l’affanno.

-Reiki-san. Ti disturbo?-

-No. Che vuoi?-

-Ecco… Se non hai altri impegni, ti va di venire a casa mia? Se ti va.-

-Non mi . Ciao.-

-Ah…-

Non potè dirle niente, che era già sparita dietro l’angolo.

Sbuffò.

Accidenti che scorbutica!

 

-Yuu-chan.. Sono tornata!-

Si tolse le scarpe, infilò le ciabatte e lanciò la cartella nella stanza più vicina.

-Fuu-chan!-

Il cugino le corse incontro.

-Bentornata! Com’è andata??-

-Bene. C’è un’altra nuova come me, per il resto è una classe noiosa, è una SCUOLA noiosa, ma non importa.-

-Mi dispiace..-

Lo abbracciò. Dio quant’era carino >.

-Ma di cosa? A proposito, che c’è per cena?-

Il ragazzino diventò tutto rosso e iniziò a balbettare.

-E-ecco… Siccome non ho avuto tempo di cucinare.. e allora.. se non ti dispiace… ho comprato del cibo cinese.. Non ti arrabbiare!-

Si schermì, coprendosi il viso con le braccia.

-Scusa, ma perché mi dovrei arrabbiare?-

Fuuma lo fissò, stupita.

-Ah.. Ehm…-

-Fa niente. Ma perché non sei riuscito a cucinare? Hai dormito tutto il giorno?-

-….-

-Yuugi-chan?-

-….Ho…ce-cercato un lavoro…-

-COSA?! E perché???-

-P-Perché non posso andare a scuola! Non ho i soldi. E tu devi studiare, non hai e non avrai tempo. In altro modo ti sarei di peso. Quindi ti ricambio così. Ci penso io, tu non ti preoccupare!-

Fece, convinto. Si batté il pugno sul petto.

-Lascia fare a me. Sono l’uomo di casa IO!-

Lei rise, scostandosi un ricciolo blu mare dal viso. I suoi occhi celesti brillavano, guardando suo cugino.

-Ti ringrazio Yuu-chan. Ora andiamo a cenare.-

 

 

 

 

-Cyber!Seto!Sono tornata!-

-Ichigo-saaaaaaaaan!!-

Cyber la prese in braccio al volo, stringendola e strusciando la testa sulla sua pancia.

-Ichigo-san, Seto mi fa i dispetti! Digli qualcosa!-

“Un classico”, pensò Ichigo, “Il mio compito qui è quello di far la mamma.

-Seto-kun, che hai combinato stavolta?-

-Io?? NIENTE! L’ho solo battuto 12 volte a Fifa Street 2006****, da me che vuoi?

Ichigo fissò intensamente Cyber negli occhi.

-Si, ma tu sei una schiappa però!-

-Ma Ichigo-san ç__ç!-

 

 

 

21 settembre ore 8.16

Classe 2°F

Del Liceo K.

 

 

-Shiroganeeeeee!-

-Chi mi cerca ò_ò?-

Tre ragazze:

a)      Una bionda riccia,

b)      Una rossa ondulata,

c)      Una bruna liscia,

apparentemente:

a)      un’allegra

b)      una sexy

c)      una fredda

fissavano Ichigo con:

a)      un sorriso estatico come se avesse visto la Madonna di Lourdes con tutti i santi annessi

b)      un sorriso sensuale come Madonna e basta, modello fidanzata di Rocco Siffredi

c)      uno sguardo talmente incazzoso che sembrava volesse farti un culo della Madonna.

Abbinate le risposte e vedete cosa esce.

 

-Ciao, io sono Lolly Smith!-

Fece la bionda riccia, ridendo.

-Ciao, io sono Dolly Johnson..-

Fece la rossa ondulata, ancheggiando.

-Sono Molly Mitchell.*****-

Fece la mora liscia, incrociando le braccia.

 

-Ehm.. Salve ragazze!-

Rispose Ichigo, intimorita.

 

-Abbiamo notato che sei sola, povera cara!-

Disse la bionda, piangendo calde lacrime.

-Abbiamo pensato che ti servisse allora un po’ di compagnia..-

Continuò la rossa, con voce roca e sensuale, facendo svenire ragazzi nel raggio di 500 metri.

-Così ti abbiamo chiamato.-

Finì apatica la bruna.

 

-Ehm.. Grazie ma sto bene così!-

Rispose loro Ichigo, cominciando a fare dietro-front.

 

-Ma nooooo, non ti vergognare Ichigo-chan! Noi diventeremo tue amiche e saremo SEMPRE insieme!!-

 

 

Cos’è, una minaccia?!

 

 

 

To be continued

 

 

*It’s unbelievable! The holidays CANNOT be over!: E’ incredibile! Le vacanze NON POSSONO essere finite!  [Fuuma è americana. Rassegnatevi già da adesso, la sentirete spesso parlare inglese o in slang americano.]

**Così, per sfregio: Far qualcosa per sfregio vuol dire farlo per fare un dispetto, senza un motivo vero e proprio. A Barletta[BARI], la mia città, è così… Da voi non so^^

***Reiki-san!: Il suffisso –san si usa con le donne, o le ragazze, con cui non si ha confidenza, in giappone. Invece si usa -kun per i ragazzi, –chan per quelli più piccoli o tra ragazzi/e, se c’è confidenza. Si usa il nome senza suffissi solo quando si è molto intimi.

****Fifa Street 2006: Se si chiama così. Oh, uno dei più famosi giochi di calcio, se non conoscete questo meritate la morte…!

*****Lolly Smith/ Dolly Johnson/Molly Mitchell: Tipici nomi marysueniani. A propò, sapete chi è Rocco Siffredi, vero? O.ò?

 

 

E così è finito anche il terzo capitolo! Ecco le care malvagie e temibili creature. Riuscirà Ichigo a sopravvivere? MAH! XD Al prossimo, aspetto commenti!!

QQQQ

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Capitolo 4
*** Chap 4 ***


Ichigo Shirogane Production presenta:

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Come diventare una MarySue in 10 lezioni facili

Chapter 4

-Non scappare Ichigo-chan!-

Noooo.. E chi scappa?

..

Dov'è l'uscita d'emergenza, qui?!?

-Saremo le tue migliori amiche!-

..Aiuto!

Ma chi vi vuole?!

-Ehi, quand'è che la piantate? La nanerottola ha detto che vuol stare sola.-

Una voce seria e pacata.

Ichigo alzò gli occhi castani, trovando quelli azzurri di Fuuma.

-E tu che vuoi? Fatti i fatti tuoi, stupida mezzosangue*!-

Una venuzza pulsò nervosa sulla fronte della ragazza dai capelli blu.

-Mezzosangue..?-

Regola Reiki n.1:

Mai insultare le mie origini di meticcia.

-SPARITE!!-

Un sonoro calcio nel sedere al trio di streghe, e volarono lontano.. lontano..

..Ciao ciao!

-Tutto ok?-

Domandò la più grande, infilando le mani nelle tasche della divisa maschile che portava. Lo notò solo in quel momento, Ichigo: Fuuma non portava gonna e camicetta come il primo giorno, ma pantaloni e giacca blu scuro.

Sorrise.

-Si, grazie. Come posso ringraziarti?-

Un'occhiata rapida allo zaino di Ichigo.

-Che hai oggi come bento?-

La brunetta la guardò stupita, poi tirò fuori il kinchaku** rosso coi pulcini gialli dalla borsa e gli mostrò il contenuto.

-Beh.. Un'omelette, delle umeboshi, del riso e un pò di insalata.. Perchè?-

Lo sguardo di Reiki brillò affamato.

-Bene. Da oggi in poi mi preparerai il bento.-

-Ehhhh?!-

-Ah, e ovviamente quello che hai oggi è per me.-

Aggiunse, strappandole il bentobox dalle mani.

-E io cosa mangio?!-

-Affari tuoi.-

-Ma Reiki-san..-

Piagnucolò, senza commuoverla.

-Sono tornata!-

Salutò, lasciando le scarpe nell'ingresso. La mano chiara massaggiò il collo, mentre la bocca si piegava in una smorfia stanca.

-Ahhh, che giornata! Ho una fame..-

Uno strano odore di bruciato pizzicò il suo olfatto.

-Ma cos'è questa puzza..? ... No, Kami, ti prego!-

Sbottò, correndo nella cucina.

-Cyber-kun?-

Lo fissò negli occhi grigi.

Quello rise in risposta, un pò nervoso.

-MA CHE ACCIDENTI AVETE COMBINATO STAVOLTA?!-

Uno spettacolo pietoso si presentava davanti ai suoi occhi:

Cyber, con il suo grembiule rosa a fragole e pizzi, con due grossi guanti da forno in mano, reggeva la pentola che conteneva il misoshiru, chiaramente carbonizzato. Seto, invece, con una forchetta tentava in tutti i modi di convincere quel che rimaneva di un pesce a staccarsi dalla padella.

-...-

-Ichigo-san, NON E' QUEL CHE SEMBRA!-

-...-

-..Ichigo-san?-

Gli occhi della ragazza brillarono malvagi.

-..Ichigo-san?..Moshi moshi***..? Ichigo-saaan, perchè c'è una densa e pesante aura nera che ti circonda?..Ichigo-san? .. Moshi-moshiiii?-

STONK!

-Ichigo-san, sei una violentaaaa!!-

Miagolò Cyber, stringendo le mani su un grosso bernoccolo nero apparso misteriosamente sulla sua nuca.

-Sarò anche una violenta, ma voi mi dovete spiegare come diavolo avete fatto a bruciare la cena! Era già cotta, andava solo riscaldata!-

Disse Ichigo, riponendo il padellone gigante su uno scaffale con molta nonchalance.

-E ora, visto che se stasera siamo senza cena è SOLO colpa tua..-

-MIA?!-

-NON MI INTERROMPERE!-

-Sissignora. [Caiii...]-

-..Si va al MC a farci un paio di cheeseburger. Per stasera dobbiamo cavarcela così.-

Seto si infilò la giacca, sospirando sollevato.

Si aspettava di peggio.

-Ah, e ovviamente paga Seto-kun.-

-DOH!-

-Sono tornataaa!-

Salutò, lasciando le scarpe all'ingresso. La casa era immersa nel silenzio, non si sentiva neanche un respiro, sembrava completamente vuota.

-Yuugi?-

Chiamò, sbottonando il colletto della giacca. Sentiva stranamente caldo.

-Yuugi, dove sei?-

Accese la luce nella cucina. E lì, seduto davanti al tavolino, c'era Yuugi, con le braccia incrociate e la testolina dai capelli neri e biondi abbandonata sulle mani.

Addormentato.

Sorrise, mentre le guance si coloravano piano di rosso, e si sedette accanto a lui, accarezzandogli i capelli.

Yuugi aveva sempre avuto il "pallino" del sonnellino pomeridiano: Ogni giorno, fin da quando era bimbo, alle cinque puntuale come un orologio svizzero si addormentava. Ovunque si trovasse. Non era raro sentire un tonfo e trovarlo per terra, mentre si era appisolato sull'altalena, oppure sdraiato davanti alla porta del bagno perchè il sonno l'aveva colto poco prima che entrasse.

Ridacchiò, dandogli un leggero bacio sulla guancia, poi lo tirò piano a sè per poterlo prendere in spalla. Quante cose aveva scordato, di lui, e stava pian piano ricordando? Erano cugini, è vero, ed erano sempre stati insieme, fin da bimbi, ma crescendo si erano allontanati, presi da nuove amicizie e dalla scuola, per poi ritrovarsi non si sa come insieme, in Giappone. Ed era tutto come prima, come se quegli anni passati senza sentirsi neanche una volta non ci fossero mai stati, come se adesso non ci fossero una Fuuma diciassettenne e uno Yuugi quindicenne ma due bambini di sette e cinque anni che giocano insieme, una peste fissata col pallone e le macchinine e un nanerottolo che preferisce i castelli di sabbia e giocare alla mamma.

Buffo, vero? Un maschiaccio e una mammoletta.

Ma è la MIA mammoletta.

Lo tirò su e lo trascinò fino alla sua stanza, sdraiandolo sul futon con uno sbuffo.

Yuugi mugolò, borbottando qualcosa di insensato nel sonno.

-...Fuu..-

-Sono qui.-

Si girò dall'altra parte, soffiando.

-..Yuu sposa Fuu, da grande. Lo prometto.-

Uscì dalla stanza in silenzio, stupita, premendosi una mano sulla bocca.

Ma..cosa..?

Chiuse la porta alle sue spalle.

Il cuore le batteva forte e le faceva male la pancia.

-...-

-...-

-...phhf.-

-...WHAHAHAHAHAAHHAH!!!-

...Dalle risate.

-Yuu, tu sei proprio fuori di testa!! Ahahahahaha!!!! Che mammolettaaaa!!-

Tu, dovresti sposare me? Con quella faccia? AHAHAHA!!

-Ichigo..? Ichigo-saan?-

-Tsk!-

Voltò la testa, azzannando il suo doppio cheeseburger. Come a dire "Questo è quello che ti farò, appena torniamo a casa!".

E, concludendo, prese un paio di patatine e pugnalò il ketchup.

Cyber deglutì a vuoto, leggermente preoccupato da quell'atteggiamento terrorista.

-..Ehi, tappa, per quanto tempo hai intenzione di tenere ancora il broncio?-

Chiese Seto, apatico, sventolandosi davanti agli occhi azzurri il portafogli (vuoto).

Ichigo sospirò.

-E va bene. Per stavolta passa. Ma la prossima volta aspettate me. Non ho pranzato oggi per colpa di una furia dai capelli blu..-

Seto ridacchiò.

-Furia dai capelli blu?-

-Hai****. Una tipa strana, ha la mia età e viene in classe con me. Ha i capelli più assurdi del mondo! Blu e ricci. E gli occhi azzurri, è mezza americana.-

Il sorriso di Seto si incrinò.

-Ichi-chan..-

-Ichi-chan? Cos'è questa confidenza?*****-

-Sta zitta e ascolta. Come si chiama questa ragazza?-

Serio. Serissimo. Troppo serio, al punto tale che Ichigo si preoccupò. Gli occhi castani corsero a Cyber, ma quello aveva la testa china e lo sguardo basso.

-..Fuuma Reiki. Perchè?-

Seto digrignò i denti, lasciandosi sfuggire un mezzo "cazzo" di rabbia.

-Cyber..-

-...-

-..Che facciamo, ora?-

In un MC di Shibuya, noto quartiere dei divertimenti di Tokyo, tre ragazze, sedute intorno ad un tavolo, occupato da altrettanti Happy Meal, discutevano agitate e probabilmente un pò frustrate.

-Non è giusto! Chi è quella meticcia per mettersi in mezzo?-

-Un altro paio di parole e ci cascava con tutte le scarpe, quell'allocca!-

-...-

-Non ci vuole niente a far diventare quella.. come si chiama?-

-Shirogane.-

-Ecco, quella Shirogane, una di noi, a farla diventare una perfetta Barbie, arriva lei e rovina tutto! Non è giusto, ecco.-

La bionda sospirò, dando un morsetto al suo panino. I suoi piani erano andati in fumo, avevano assoluto bisogno della Shirogane, e la Reiki col suo modo di fare da Superhero aveva mandato tutto a rotoli.

-Ritenteremo domani, Lolly, ora calmati.-

Disse la rossa, mandando giù un sorso di coca-cola.

-E tu, Molly, non dici niente?! Non ti fa rabbia?!-

Molly, la moretta, rimasta zitta fino a quel momento, fissò Lolly con cerulei occhi di ghiaccio.

-A me non frega niente di quello che fate con la Shirogane. Sappiatelo. Vi darò una mano magari, ma non sono affari miei. Vedetevela voi.-

Diede una veloce occhiata al suo orologio.

-Ah, è tardi, devo incontrarmi con un gruppo di imbecilli. Sapete, le solite storie del predominio su Shibuya. E' una vita che non faccio a botte.-

-Sè, sè. Dì che vuoi solo scappare, Mocchan.-

Molly, o Mocchan, afferrò Lolly per il colletto della maglia, alzandola in piedi e soffocandola.

-Chiamami un'altra volta Mocchan e passerai i guai, Lolly. Ti avverto.-

I suoi occhi di ghiaccio brillavano di cattiveria.

Oh mio dio! [Attimo di suspance.]

La lasciò andare malamente, afferrò la cartella e a passi veloci si diresse fuori dal MC.

Lolly si massaggiò il collo, imbronciata.

-Secondo me si è calata troppo nel ruolo. Deve essere un pò più soft..-

04 Dicembre 2006

Liceo K

Erano passati diversi mesi ormai.

Il trio delle Super-Cretine non aveva più provato a contaminare Ichigo.

Il che poteva voler dire solo due cose:

O avevano rinunciato, o stavano solo aspettando il momento giusto per farla fuori.

E così Ichigo aveva cominciato a girare con la schiena rasente i muri, e usando uno specchio per i trucchi come specchietto retrovisore.

Viveva praticamente nel terrore.

Il dominio della Reiki sul suo pranzo continuava, ma dopo tre volte che le fregava i bento aveva iniziato a prepararne due, uno per sè e uno per quella pazza che l'aveva aiutata. Spesso stavano insieme, da sole sul terrazzo della scuola, mangiando e fissando quelle cretine insopportabili delle tre oche che, sedute nel cortile, si facevano ammirare dai ragazzi.

E Ichigo in quel periodo iniziò a tenere davvero d'occhio Reiki.

Quello che gli aveva raccontato Seto, quella sera,(anche se era solo un racconto parziale, lo sentiva) l'aveva fatta star male. Il perchè? Ancora non lo capiva. Ci stava male e basta. Si sentiva triste, ogni volta che vedeva Reiki. Pietà? Rabbia? Indignazione? Bho. Non lo sapeva e basta.

Reiki invece sembrava senza pensieri.

Senza accorgersene, forse, aveva instaurato un vero e proprio "Regno di Reiki", non c'era ragazza che non l'ammirasse o invidiasse oppure ragazzo spaventato e attratto da lei.

Perchè sembrava perfetta, perchè era bella e brava. Un mito insomma, tutti cento e un viso da favola, tant'è che iniziarono a chiamarla Reiki no Queen, "Regina Fredda", giocando anche col suo cognome.

Sembrava bella, buona (perchè nonostante il suo caratteraccio, aveva qualche volta una parola amichevole per tutti), affascinante, e brava nello studio e negli sport.

Sembrava.

Ma a nessuno, in quel momento, importava davvero sapere cosa c'era dietro quegli occhi celesti che incutevano timore e rispetto.

-..Reiki-san?-

Alzò gli occhi dal "suo" bento. Che voleva ora, quella Shirogane?

-Mh?-

-..Mi chiedevo..-

Si morse un labbro, imbarazzata.

-..No, fa nulla.-

Reiki sospirò, scostando la frangia blu dal viso.

-Chiamami Fuuma, Ichigo-san. Dopo quattro mesi che ci conosciamo, puoi anche chiamarmi per nome.-

Sorrise.

-Allora Fuuma-san.-

Sorrise di rimando, infilandosi in bocca un polipetto di wurstel.

-Bene. Domani voglio degli onigiri. E' da tanto che non li mangio!-

-Insomma! Adesso mi detti anche il menù?! Non è giustooo!!-

-Fuuma-san?-

-Si?-

-Ti va di studiare a casa mia oggi pomeriggio?-

-Okey.-

-Sono tornata!-

Salutò, come al solito, lasciando le scarpe all'ingresso.

Fuuma fece lo stesso, lasciando scivolare via il piede con un colpetto di tallone, la cartella sotto un braccio.

-Seto-kun, c'è una mia amica qui. Potete stare tranquilli per un po'?-

Chiese, a voce alta, per farsi sentire dall'altra stanza.

-Un'amica? Incominci a portarmi i ragazzi in casa, baka-Ichi?-

-TI HO DETTO CHE E' UNA MIA AMICA BAKARAYO!-

Strillò, arrossendo. Una voce maschile rise e dei passi risuonarono per il corridoio.

-Baka-Ichi, non me la presenti nea-

Rimase di stucco, trovandosi di fronte Fuuma, che a sua volta lo fissava con occhi cerulei sgranati dallo stupore, la bocca rosa socchiusa.

-..Reiki?-

Domandò Seto, con un filo di voce.

-..Kaiba?-

Fourth Chapter END

-Note dell'autrice-

Eccoci qui! Dopo parecchio, finalmento ho aggiornato! Se vi è piaciuta la storia fino a questo punto, un commento sarebbe anche gradito.

Siamo a metà del racconto, vi annuncio. Nel prossimo capitolo verrà svelato qualcosa che capovolgerà la situazione.. e che farà tornare le tre super-chicche all'attacco!

Anche se siamo a metà (i capitoli dovrebbero essere all'incirca dieci[Dieci lezioni, appunto]) sarà dai prossimi che vedremo davvero in azione le tre maledette. Ma non so se rispetterò la quota. Stiamo a vedere, per il momento.

Dizionario

*: In Giappone la questione dei meticci (ovvero mezzi giapponesi-mezzi “qualsiasi altra nazionalità”) è ancora attuale. Spesso questo genere di “mezzosangue” vengono visti o come degli “sporchi bastardi” oppure come delle persone strafighe. Io propendo per l'ultima, ma purtroppo la maggior parte dei giappini non la pensa così. Spesso, come in Italia o in qualsiasi altra parte del mondo, vengono trattati male, scherniti e coperti di insulti, in quanto apparentemente più deboli. Cosa che non vale con la Reiki, come abbiamo visto.

**: Il Kinchaku è il sacchetto porta bentobox. E' un sacchetto che si chiude con due laccetti, tirandoli, e hanno due maniglie sempre a laccetto. Serve a tenere il bento al riparo e al caldo.

***: Moshi moshi vuol dire Pronto in giapponese.

****: Hai vuol dire Sì.

*****: Come ho già spiegato, chiamare una persona col suffisso chan è segno di confidenza.

Ichigo XoXo

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