Dopo anni

di Saeko_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova arrivata. ***
Capitolo 2: *** Non riuscendo a dormire ***
Capitolo 3: *** Presentazioni e un brutto presentimento ***
Capitolo 4: *** Allenamento e Cerebro ***
Capitolo 5: *** Tra chiese e altari ***
Capitolo 6: *** Sfogandosi ***
Capitolo 7: *** Padre e figlia ***
Capitolo 8: *** Roma ***
Capitolo 9: *** Incubi ***
Capitolo 10: *** Un attacco! ***
Capitolo 11: *** La loro fuga e un primo soccorso per Kurt ***
Capitolo 12: *** Di nuovo a casa ***
Capitolo 13: *** Ricordi improvvisi ***
Capitolo 14: *** Il giorno di Natale ***
Capitolo 15: *** Tre settimane dopo ***
Capitolo 16: *** Problemi ***



Capitolo 1
*** Una nuova arrivata. ***


Questo é il mio primo scritto sugli “X-men”, spero vi piaccia! :)

 

Una nuova arrivata.

 

Ormai ero giunta finalmente a destinazione.

La villa che avevo di fronte a me era casa sua, la sua scuola.

Dopo aver suonato il campanello il cancello dinanzi a me si spalancò, lasciandomi passare in assoluta tranquillità, il tutto mentre pure la porta d' ingresso cominciava ad aprirsi.

Dopo pochi secondo da quando ero entrata nel giardino di quell' enorme casa qualcuno tentò di entrare nella mia mente, ma appena compresi chi era e riuscii a scacciarlo, dopo tutto il mio scudo mentale aveva i suoi vantaggi, giusto?

Una volta entrata dentro la villa mi ritrovai dinanzi un uomo sulla sessantina, pelato e su una sedia a rotelle.

-Chi sei? Che cosa vuoi? E soprattutto, come mai ti sei difesa dalla mia telepatia?- Ah, quindi era lui ad aver tentato di entrare nella mia mente... già, perché io avevo capito chi era per me, ma non chi fosse di preciso... io avevo capito che tipo di rapporto avessi io con lui, ma non sapevo affatto che quell' uomo avesse quell' aspetto...

Accennai un mezzo sorriso.

-Tomoko, Tomoko Nakamura, ti ricorda niente questo cognome?- Lui rimase in silenzio per qualche secondo, per poi guardarmi intesamente negli occhi.

Quel cognome gli doveva ricordare qualcosa, eccome se gli ricordava qualcosa...

-Vieni nel mio ufficio.- E detto ciò mi apprestai a seguirlo nel suo ufficio in assoluto silenzio.

Una volta giunta a destinazione lui si sistemò dietro una scrivania e io mi sedetti davanti ad essa.

-Chi sei?- Mi domandò di nuovo, mentre io mi limitai ad un' alzata di sopracciglio e a una grattatina sul collo, evidenziando il mio nome tatuatomi sopra di esso.

Alla fine mi decisi a rispondere, ma prima mi arricciai la manica destra, facendo intravedere uno dei miei tanti tatuaggi.

-Secondo te chi dovrei essere?- Il mio tono di voce era chiaramente ironico e l' uomo che avevo di fronte lo intuii subito, sospirando pesantemente e grattandosi la nuca.

-Perché sei giunta fin qua? Non ti trovavi in Giappone? Per caso sei qua semplicemente per frequentare questa scuola?- Sul momento avrei voluto ridere amaramente, ma non lo feci, non ero dell' uomore per mettermi a ridere.

Chiusi gli occhi per qualche istante e poi li riaprii, respirando con molta calma e concentrandomi per non sembrare troppo fredda.

-Più o meno. Mia madre mi ha mandata sin qua perché da ciò che sa questo posto é l' unico luogo dove sono al sicuro e dove posso imparare a controllare al meglio i miei poteri, anche se io non volevo venire.- E quindi ripresi fiato, dopo tutto per nessuno doveva essere facile dire a qualcuno una cosa simile, soprattutto se si aveva la mia età e se la persona con cui stavi parlando era qualcuno che avresti dovuto conoscere da sempre ma che uno strano scherzo del destino te lo aveva fatto conoscere solo dopo moltissimi anni dalla tua data di nascita.

Pultroppo proprio in quel momento sentii dei rumori provenirmi da dietro e girandomi vidi tre persone, una donna dai capelli bianchi -per caso era albina?-, un tizio con un paio di occhiali da Sole -ma non eravamo in una stanza chiusa e prriva di illuminazioni esterne proprio per via delle finestre chiuse?- e un altro tizio con un sigaro in mano -nessuno gli aveva mai detto che fumare al chiuso poteva essere davvero molto nocivo per chi era sottoposto al fumo passivo?-.

-Siete arrivati proprio nel momento meno adatto... comunque, ormai ero certo che prima o poi sarebbe giunto questo momento, quindi, vi presento Tomoko Nakamura.- I presenti mi squadrarono e dopo poco l' uomo con gli occhiali da Sole prese la parola.

-Perché é qui? E chi é?- Domandò rivolgendosi all' uomo in sedia a rotelle, a Charles Xavier.

-Ormai che ci siamo posso dirlo pure davanti a tutti, giusto? Prima che voi tre entraste qua dentro io e Xavier stavamo discutendo e lui stesso mi aveva chiesto come mai non mi trovo ancora in Giappone e la risposta é la stessa che ho dato a lui: Semplicemente mia madre mi ha spedita sin qua perché là rischiavo di combinare solamente dei pasticci assurdi.- Il tizio col sigaro dopo avemi osservata per bene mi pose le domande più ovvie del mondo, ma anche le uniche logiche.

-E perché sei venuta proprio qui? Per caso sei una mutante?- Io mi grattai lungo il braccio sinitro, mostrando anche l' altro tatuaggio e lasciando tutti leggermente perplessi, probabilmente perché si vedeva la mia giovane età ed era illogicho che avessi così tanti tatuaggi già a quell' età.

-Tecnicamente Charles Xavier é l' unico parente che mi rimane -oltre a mia madre-, anche se lui non mi ha mai vista prima d' ora, contento? Dopo tutto fino a prova contraria ho il 50% di DNA in comune col qui presente Charles Xavier... ah, sì, sono una mutante.- Tutti e tre guardarono me e Xavier con un' espressione assai sorpresa, dopo tutto quell' uomo sicuramente non aveva mai parlato con nessuno di me e della sua relazione con mia madre.

-Oh, quindi Rotelle avrebbe una figlia che a occhio e croce non ha neppure raggiunto i 20 anni! Impressionante!- Il tizio col sigaro in bocca era davvero irritante, infatti mi avvicinai a lui e lo guardai freddamente, per poi lasciare che una liana avvolgesse il collo di quell' uomo sotto il suo sguardo e quello degli altri.

-Non ho nessun problema a strangolarti o a distruggere quest' edificio con te dentro, sia ben chiaro questo concetto.- Detestavo chi prendeva in giro e la mia iritazione salì ancor di più quando quell' uomo si limitò ad accendersi il sigaro tramite il fuoco che avevo creato sul mio dito, senza neppure guardarmi in faccia, per poi fumare e lasciare che il fumo mi finisse sul volto, facendomi tossire e quindi allontanare da lui.

-L' omicidio é ancora un reato?- Chiesi, mentre tornavo a sedermi sulla sedia dove mi trovavo poco prima e vedevo quell' uomo sorridere ironico.

-Non sei l' unica che non lo sopporta, Tomoko, ma mi spiace, l' omicidio é ancora un reato, comunque, io sono Ciclope.- Si presentò il tizio con gli occhiali, sorridendomi tranquillamente.

Io annuii e guardai gli altri due, per poi sentire la donna dai capelli bianchi presentarsi a sua volta.

-Io sono Tempesta, piacere.- Ah, quindi là dentro tutti loro usavano un soprannome, il quale in tutta probabilità rispecchiava almeno in parte i loro poteri...

-Io sono Wolverine e il piacere é tutto tuo.- Chi sa se quell' uomo aveva scelto tale nome per i suoi poteri o per il suo carattere -il quale con tutta probabilità era davvero molto simile a quello di un ghiottone- ?

-Naaah, mi sa che il piacere non é di nessun di noi due, sai? Se sei insopportabile non é di certo colpa mia...- E un secondo dopo me lo ritrovai davanti con tre artigli che gli spuntavano dalle dita e che adesso stavano sfiorando il mio collo.

La cosa più sorprendente era il fatto che tali artigli erano fatti di metallo -o come minimo ricoperti da un qualche tipo di metallo- e la cosa mi fece restare assai scombussolata, ma dopo pochi istanti mi ripresi, comandando a Wolverine di allontanarsi dalla sottoscritta e di rimettere a posto i suoi artigli -anche se il tutto mi richiese un certo sforzo visto che i miei poteri non erano ancora sviluppati al massimo-, per poi veder apparire nella mia testa l' immagine di un uomo voltato di spalle con tre artigli a mano.

Ma perché mi ero ricordata una cosa simile?

Che io avessi un qualche tipo di legame con Wolverine?

Alla fine sospirai e mi ripresi dallo stupore iniziale, limitandomi a rivolgermi a Wolverine in tono freddo e distaccato.

-Sarai pure ricoperto di metallo, ma mi spiace deluderti, non sei davvero in grado di uccidermi, dopo tutto telepaticamente posso benissimo tener testa a mio padre stesso -cioé, al qui presente Charles Xavier- e sono davvero formidabile pure nel combattimento corpo a corpo, dopo tutto sono stata allevata come una ninja e sono a tutti gli effetti davvero un' avversario temibile, mi spiace ma non credo proprio che tu sia alla mia altezza, mio caro ghiottone.- Fu allora che mio padre si portò accanto a me e guardò i presenti, per poi posare il suo sguardo su di me.

-Tu alloggerai nella camera libera situata nel dormitorio femminile per le studentesse. Tempesta, portala in quella stanza e visto che tu hai uno zaino in spalla immagino che ti sia portata qualcosa dietro -oltretutto hai pure una spada legata sulla schiena-, quindi, disfa pure i bagagli appena ti troverai nella tua nuova stanza. Da ciò che so tu non hai neppure 18 anni, quindi diventerai una studentessa dell' istituto. Ah, domattina alle 06:30 di mattina di voglio qua -in questo ufficio- visto che ti devo comunicare i tuoi orari di lezione e ti devo dare pure una piantina della scuola, oltre che presentarti a tutti i tuoi nuovi compagni.

Una fitta al cuore mi ricordò che molto probabilmente mio padre mi aveva rinnegata quando ero nata, ma perché?

Perché lo aveva fatto? E soprattutto, perché io ero andata proprio da lui e non avevo semplicemente cominciato a vagare senza una meta ben precisa? Dopo tutto potevo benissimo vadare a me stessa senza troppi problemi...

Comunque, alla fine seguii Tempesta mentre Ciclope e Wolverine si allontanavano per la loro strada e mio padre rimaneva nel suo ufficio.

Ormai era sera e fra poco sarei andata quasi di sicuro a letto, mi chiedevo solamente che tipo di lezioni avrei dovuto affrontare, se quella era una scuola solamente per mutanti o se oltre a ciò insegnava pure le cose normali, tipo matematica e fisica... ok, era ufficiale: Una parte di me sperava vivamente che in quella scuola insegnassero solo a controllare i propri poteri e non le materie normali, anche se di sicuro avrei dovuto fare entrambe le cose...

 

Angolo autrice:

Se siete arrivati sin qua siete degli angeli, visto che non so neppure io da dove ho tirato fuori 'sta roba oscena xD

Comunque, grazie mille a chi leggerà e soprattutto a chi recensirà questa schifezza vivente :)

Ah, comunque, tanto per esser chiari: Non ho voluto ambientare la storia in un epoca precisa ma ho voluto fare un' AU apposta, almeno m' invento la storia di sana pianta, coi personaggi che mi fanno comodo (senza contare che in alcuni casi ho dovuto pura cambiare l' età di alcuni di loro per motivi di trama o perché non sapevo quella esatta)

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Capitolo 2
*** Non riuscendo a dormire ***


Non riuscendo a dormire.

-Prima di lasciarti sola a sistemare la tua roba posso farti una domanda?- Io annuii, sistemando il mio zaino su quello che adesso era appena diventato il mio letto e poggiando la mia katana -perché quella non era una semplice spada- su una mensola.
-Ti ho intravisto diversi tatuaggi, ma quando te li sei fatta? Mi sembri un po' troppo giovane per una cosa del genere...- Io scossi vioentemente la testa, dopo tutto non ero affatto troppo picocla per potermi tatuare ciò che preferivo, in fondo mia madre aveva acconsentito tutte le volte che volevo sottopormi a un nuovo tatuaggio e tutto era filato sempre e comunque liscio come l' olio, quindi, dove poteva trovarsi il problema?
-Ho 17 anni, e allora? Mia madre ha accettato ogni mia singola operazione, dalla volpe a nove code dietro la schiena -quando avevo appena nove anni- ai due tatuaggi sulle braccia, alla Luna e al Sole sul collo e al mio nome tatuatomi dietro il collo, dal lato opposto della Luna e del Sole. Dopo tutto stai parlando con un' esperta di arti marziali e di uso delle armi bianche asiatiche -in particolar modo per quanto riguarda quelle nipponiche- quindi dei piccoli tatuaggi innocenti per me non sono affatto un problema.- La donna sospirò e scuotendo appena la testa uscì dalla mia camera, lasciandomi mettere a posto la mia roba.
A quel punto dallo zaino estrassi qualche vestito e un po' di biancheria intima, sisteando il tutto dentro l' armadio situato nella mia nuova stanza, per poi passare al resto, cioé, agli shuriken e ai kunai.
Dopo di ché mi catapultai nel bagno situato nella mia stanza e mi gettai a capofitto sotto la doccia, togliendomi i vestiti mentre accendevo l'acqua.
Una volta sotto il getto dell' acqua calda mi sentii rinata, dopo tutto avevo viaggiato per giorni interi tentando di passare sempre più inosservata e l' impresa era stata assai dura, ma alla fine ce l' avevo fatta e adesso avevo finalmente raggiunto la mia meta.
Una volta fuori dalla doccia mi misi una semplice vestaglia da notte, un paio di ciabatte e mi diressi a letto, per poi liberarmi dalle ciabatte e infilarmi sotto le coperte, dopo tutto adesso avevo proprio bisogno di dormire se la mattina dopo dovevo raggiungere l' ufficio di mio padre solamente alle 06:30, infatti avevo già messo la mia sveglia portatile sopra il piccolo comodino situato accanto al letto e l' avevo già impostata sull' orario che mi serviva.
Alla fine mi addormentai abbastanza serenamente.

Era piena notte quando mi svegliai di scatto, sudando e respirando con estrema fatica.
Appena mi resi conto che le immagini ancora presenti nella mia mente erano solo frutto di un mio fottutissimo incubo tentai, invano, di rilassarmi.
Odiavo ammetterlo, ma quell' incubo mi aveva davvero spaventata, sognare la mia fuga da casa mentre mia madre si dirigeva da altri nostri prarenti e quindi mandandomi da sola verso il posto dove mi trovavo in quel momento mi aveva assai scombussolata, dopo tutto la mia casa nel mio sogno e pure nella realtà era andata totalmente in fiamme, era distrutta...
A quel punto misi una mano sotto il mio cuscino e ne tirai fuori un kunai, per poi mettermi a sedere e sistemare l' arma in una delle tasche della mia vestaglia.
Dopo di ché mi alzai e mi stropicciai gli occhi, per poi mettermi le ciabatte, accendere una piccola luce sul comodino e controllare l' ora.
Le 05:35.
Sospirai e dopo aver spento la piccola lampada uscii dalla mia stanza accendendo la luce del corridoio.
Non ci volle molto perché raggiungessi una stanza e in cui ero più che sicura che ci fosse almeno una persona sveglia e dopo aver aperto la morta ne ebbia la prova.
Dovevo essere in una specie di salotto e Wolverine era seduto su una sedia, il tutto mentre beveva una birra.
Io mi limitai a guardarlo e ad alzare un sopracciglio irritata, dopo aver acceso la luce.
-In questa scuola si può tranquillamente fumare e bere al chiuso?- Lui sbuffò e spense il sigaro, per poi guardarmi mentre mi avvicinavo a lui e mi sedevo dal lato opposto del tavolino.
-Anche tu non riesci a dormire? Incubi?- Tentai di istaurare almeno un mezzo dialogo, mentre lui dopo avermi guardato male si decise a rispondermi.
-E' da tanto che i miei sogni non sono affatto tranquilli, ragazzina.- Mi disse Wolverine, mentre si alzava e andava ad accendere la luce per poi tornare a sedere.
-Com' hai fatto a raggiungere questo luogo direttamente dal Giappone? E non dirmi che il tuo nome scritto sul tuo collo é un tatuaggio... per caso ne hai altri?- Era più loquace di ciò che pensavo, impressionante!
L' unica pecca era la birra, dopo tutto glielo avevo pure fatta notare, ma lui non aveva detto niente, si era limitato a spengere il sigaro, ma per il resto niente...
-Semplice: Sono scappata di casa e ho cominciato a vagare, ma visto che mia madre aveva fatto in tempo a informarmi su questo posto e su mio padre mi sono messa a cercare questa scuola, non mi sembra una cosa tanto complessa, soprattutto se come me sei sempre stata abituata a badare a te stessa senza il bisogno di qualcuno che mi difende, dopo tutto mia madre mi ha allevata a pane e arti marziali, con tanto di uso delle armi bianche in mezzo, ergo, lei dopo la scoperta dei miei poterimi ha pure aiutata, almeno in parte, pure con essi e quindi a quest' età sono stata benissimo in grado di raggiungere questo posto da sola.- A quel punto ripresi fiato e risposi alla sua domanda sui miei tatuaggi, dopo tutto ne avevo davvero parecchi, poco ma sicuro, peccato solo di non aver trovato ancora niente da tatuarmi sulle gambe...
-Per rispondere all' altra tua domanda: Beh, sì, lo sono, che cosa ci trovi di così strano? Ho diversi tatuaggi sul mio corpo e oltre al mio nome tatuatomi sul collo ne ho diversi che credevo tu avessi come minimo intravisto poche ore fa.- Detto ciò mi arricciai la manica destra e mostrai a Wolverine il tatuaggio di un kappa, per poi passare a fargli vedere il mio braccio sinistro con sopra il tatuaggio di un tengu, ma poi mi fermai.
-Ne avrei altri quattro, una piccola Luna e un piccolo Sole dietro il collo -dalla parte opposto del tatuaggio che ritrae il mio nome-, una volpe a nove code -detta pure Kyūbi no Kitsune- con l' ultima coda aggiunta da poco, visto che me ne aggiungevo una ogni anno e quest' anno era  il nono, però tatuaggio si trova sulla mia schiena... senza contare la spada che ho tatuata sul petto e sulla pancia... credo di poterti mostrare il tatuaggio del mio nome ma non questi ultimi due che ti ho elencato, soprattutto l' ultimo...
-E perché non puoi?- Il suo tono di voce era leggermente ironico, ma perché mi stava provocando?
Poco prima che io potessi rispondergli per le rime Wolverine nascose velocemente le birre in uno zaino situato su una sedia proprio accanto a lui e subito dopo la porta della cucina si aprì, lasciando entrare una ragazza dai capelli castani e con un cuffio -o due- bianco che le ricadeva sulla fronte.
La giovane doveva avere circa la mia età e indossava una felpa con tanto di cappuccio e con delle maniche piuttosto lunghe, un paio di pantaloni molto lunghi e un paio di guanti, sembrava che proprio non volesse avere nessun tipo di contatto con le altre persone, o almeno non corporeo.
-Ciao Logan. Tu chi sei?
-Oh, quindi ti chiami Logan... ma in questo posto vi cambiate tutti nome? Comunque, io sono Tomoko Nakamura, piacere.- Dissi, dopo aver guardato male Wolverine, per poi allungare una mano verso la ragazza in questione, la quale me la strinse calorosamente.
-Io sono Rogue e il piacere é tutto mio. Comunque, sì, qua dentro praticamente sempre ci diamo anche un nome da mutante, infatti il mio vero nome é Anna Marie, per caso sei una nuova studentessa? Ma perché il professore non ci ha avvisati subito dell' arrivo di una studentessa nuova?- Mi sorrise ed io ricambiai -o almeno ci provai- visto che sorridere non era affatto il mio forte, quindi, dopo che pure Rogue aveva preso posto al tavolo dove ci trovavamo io e Wolverine mi decisi finalmente a parlare.
-Vi informerà in mattinata, almeno da ciò che so io... comunque, sì, sono una nuova studentessa, anche tu sei un' allieva di questa scuola, giusto?- Lei annuì e si alzò, andando a prendere una coca-cola da una mensola  eporgendomene un' altra, ma io prontamente negai con la testa.
-No, grazie, al massimo se c' é dell' aranciata, ma comunque grazie lo stesso dell' offerta.- A quel punto lei mi passò una bittiglia d' aranciata e guardò Wolverine, il quale si limitò a scuotere la testa, molto probabilmente aveva intuito la domanda che la ragazza gli stava per porre.
-No, sto bene così.- E dopo ciò Rogue tornò a sedersi e quindi mi parlò nuovamente.
-Sì, anch' io studio in questa scuola. Per caso i tuoi genitori sanno che sei qui?- Io accennai un mezzo sorriso, anche se subito dopo ripensai a mia madre e quindi mi rattristai, ma Wolverine mi mise una mano sulla spalla ed io lo guardai, ricordandomi pure che io non dovevo essere debole.
-Mio padre lo sa molto bene e sa pure che mi trovo in una scuola per mutanti, ma mia madre... lei sapeva che mi stavo dirigendo qua, ma ormai non c' é più...- E detto ciò sospirai, appoggiandomi alla sedia e chiudendo gli occhi per qualche secondo, anche se alla fine li riaprii e almeno in parte mi sentivo più calma di prima.
-E come fa tuo padre a sapere che questa scuola ospita dei mutanti?- Mi chiese perplessa Rogue, mentre Logan -a quel punto potevo pure usare il suo vero nome, non vi pare?- abbozzò un mezzo sorriso ironico, il quale fu subito ricambiato dalla sottoscritta.
-Il mio cognome é materno, non paterno, infatti il cognome di mio padre é Xavier e credo che come risposta sia piuttosto esauriente...- L' espressione di Rogue fu davvero divertente.
Era rimasta quasi shockata da ciò che le avevo appena riferito.
-Sei la nipote del professore?- Se il mio carattere me lo avesse permesso mi sarei messa a ridere di gusto e lo stesso doveva valere per Logan, vista la sua espressione assai divertita.
-Sono sua figlia.- Rogue quasi spalancò la bocca, per poi alzarsi, mentre io bevevo tranquillamente la mia aranciata e lei aveva sì e no iniziato la sua coca-cola.
-Io me ne torno a letto, per colazione che ne dici se vieni a sederti al tavolo con me e con i miei amici?- Io annuii e lei mi sorrise, per poi allontanarsi e uscire dalla stanza.
Io e Logan-san ci guardammo e poi lui sorrise ironico.
-Per molti sarà assai strano scoprire che rotelle ha una figlia, soprattutto se é così giovane come lo sei tu... quanti anni hai?
-Perché t' interessa così tanto? Dopo tutto gli anni che ho all' anagrafe non sono i miei anni mentali, non credi?- Lui non mi rispose subito, ma in fondo io avevo perfettamente ragione, dopo tutto una persona della mia età poteva benisismo sentire di avere 35 anni, così come poteva sentirsene 5 e così come una persona adulta poteva sentirsi un bambino o cose simili.
-Hai ragione, in fondo io potrei persino essere più vecchio di tuo padre, ma mi sento lo stesso poco più di 30-35 anni, comunque, é solo una mia curiosità, tu quanti anni hai?
-17. Io ho 17 anni, contento? Ah, io e te potremmo già esserci incontrati al massimo 13-14 anni fa, se non dopo?- A quel punto mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la porta, per poi guardare l' orario sull' orologio appeso a uno dei muri della stanza e notare che mancavano pochi minuti alle 06:30, capendo, quindi, di dovermi muovere, ma prima aspettai una risposta da parte di Logan, in fondo quella domanda ormai l' avevo fatta e non potevo di certo tornare indietro.
-Sì, ma io non mi ricordo affatto di te... molto probabilmente sei cambiata talmente tanto da renderti quasi irriconoscibile.- Io anuii e compresi di dover proprio andare.
-Io vado, mio padre mi aspetta.- E quindi uscii, salutando Logan e dirigendomi nell' ufficio di mio padre.

Angolo autrice:
Ok, alla fine ho postato pure questo capitolo :)
Ah, nel prossimo capitolo Tomoko spiegherà un po' alla ben meglio i propri poteri e fra un paio di capitoli Xavier la metterà un po' alla prova.
Ah, per darvi una panoramica sull' aspetto fisico di Tomoko Nakamura:

L' immagine l' ho presa da internet e lei é l' attrice Yukie Nakama che impersonà Sadako Yamamura nel film "Ring 0: Brithday", cioé il prequel di "Ring", film che é stato rifatto in occidente sotto il nome di "The Ring" (Sadako sarebbe Samara da noi).

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Capitolo 3
*** Presentazioni e un brutto presentimento ***


Presentazioni e un brutto presentimento.

-Allora siamo d' accordo? Tu ora vieni con me che ho fatto radunare praticamente tutta la scuola, ti presento e poi vai a lezione, ok?
-Certo, farò come mi hai detto tu.- Mio padre mi squadrò e poi riprese a parlare, mentre con la sedia a rotelle veniva verso di me ed io mi alzavo.
-Com' hai fatto a raggiungere questo luogo senza riportare neppure un taglio? E soprattutto, che cos' hai in tasca? Ah, quando siamo in presenza degli altri dammi del lei, al massimo mi pui dare del tu in privato o con la presenza degli X-Men, ma comunque non in situazioni almeno in parte ufficiali.- Io sospirai e mi accinsi ad aprire la porta dell' ufficio di mio padre, per poi passarmi tranquillamente una mano fra i capelli e osservare la mia tuta da ginnastica che indossavo in quel preciso momento, scarpe comprese.
Mi ero cambiata poco prima di andare nell' ufficio di mio padre e ciò mi aveva fatto ritardare di qualche minuto, ma niente di preoccupante.
-Anche Logan-san mi ha posto la tua stessa domanda, sai? Comunque, ti dovrebbe bastare sapere che sono stata allevata come una guerriera, come una ninja e mia madre in un qualche modo mi ha aiutata pure con i miei poteri da mutante e questo fa di me una persona per cui un' impresa come raggiungere questo posto direttamente dal Giappone é solamente un gioco da ragazz, anzi, da bambini.- Poi, però, sorrisi divertita nel pensare di dovergli mostrare il mio  kunai, ma subito dopo mi ricordai degli artigli di Wolverine e quindi fui quasi certa che mio padre non poteva dirmi nulla su un' arma come un semplicissimo kunai e quindi lo tirai fuori dalla mia tasca -visto che ce l' avevo rinfilato dopo essermi cambiata- e glielo mostrai.
-Devi stare attenta con le armi, questa é una scuola...
-E Wolverine é un' arma vivente, senza contare che i suoi artigli sono fatti interamente di metallo, perché a lui non dici niente? E a tutti gli altri? Noi tutti abbiamo dei poteri fuori dal comune e questo ci rende molto più potenti della gente comune, quindi non dovrebbe essere un problema il fatto che io posseggo delle armi come questa.- Lui sospirò e mi sorpassò, per poi girarsi e guardarmi direttamente negli occhi.
-Basta che tu non combini qualche distratto e mi va bene qualsiasi cosa, comunque, Wolverine non ti sta simpatico, vero?- Io annuii, dopo tutto era vero, proprio non sopportavo quell' uomo, anche se in un qualche modo mi incuriosiva, questo sì.
-Me lo immaginavo... comunque, lo sai che delle volte l' amore nasce proprio dall' odio?- E mi sorrise appena, mentre io scuotevo la testa, ben sapendo di non potermi innamorare di un tipo come Logan e non solo per il carattere, ma mamma mia, non era possibile che io stessi con un uomo di quell' età!
-E se ti dicessi che una cosa del genere é totalmente impossibile?
-Non dare tutto così per scontato...- Fu la sua semplicissima risposta, prima che io mi posizionassi davanti a lui e guardassi dall' alto in basso, sorridendogli divertita.
-Sono troppo giovane per lui, non sto dando niente per scontato.- Lui mi sorrise con appressione e mi venne una voglia matta di strangolarlo seduta stante.
-Io non credo... sei più matura di quanto tu creda, però, adesso muoviamoci.- E mentre mi superava io sorrisi appena, per poi accingermi a seguirlo, finché non ci trovammo dinanzi a un gruppo piuttosto ampio di persone -probabilmente tutti quelli che stavano in quella scuola- e quindi mio padre prese la parola, mentre io ero al suo fianco e tutti mi osservavano.
-Volevo presentarvi una vostra nuova compagna, Tomoko Nakamura. Tomoko, se vuoi aggiungere qualcosa...- Io sospirai, dopo tutto parlare in publico non era mai stato il mio forte, ma alla fine mi feci coraggio e con le mani in tasca presi la parola.
-Come già vi ha detto il qui presente Charles Xavier io sarò una vostra nuova compagna di scuola, mi chiamo Tomoko Nakamura e ho 17 anni, in più scusatemi per il mio forte accento nipponico ma non ci posso far niente, sono cresciuta in Giappone, quindi l' accento é il minimo.- Detto ciò mio padre salutò tutti e mi lasciò prendere posto a sedere per la colazione e subito Rogue mi venne incontro, invitandomi al tavolo con lei e alcuni suoi amici.
-Scusa, ma tu e Rogue quando vi siete conosciute?- Mi chiese un ragazzo mentre facevamo colazione ed io sorrisi appena.
-Stanotte, visto che io sono arrivata qua ieri sera...
-Cioè?- Mi chiese una raggazza, ma prima che io potessi rispondere Rogue mi anticipò, presentandomi i due ragazzi che erano davanti a me.
-Lei é Kitty e lui é Bobby, il mio ragazzo.- E quindi strinsi le mani a entrambi, per poi, usare involontariamente la telepatia su Rogue e scoprire qual' era il suo potere.
-Scusa, Rogue-kun, ma involontariamente ho usato la mia telepatia su di te... come fate tu e Bobby-kun...? Cioé... insomma, penso che ci siamo capiti, o no?- Era imbarazzante chiedere una cosa simile, ma in fondo era una domanda più che logica.
Una col potere di risucchiare l' energia altrui al solo tocco come poteva avere una relazione sentimentale con qualcuno?
-Ci stiamo lavorando... per ora la nostra relazione é molto, come dire? Platonica, ecco!- Intervenne immediatamente Bobby, facendomi sorridere e facendomi ricordare il discorso di poco prima e quindi facendomi parlare di nuovo.
-Ah, comunque io e Rogue-kun ci siamo incontrate stanotte in cucina, tanto per la cronaca. Nessuna dei due riusciva a dormire, io ero scesa in cucina, avevo incontrato Wolverine e poi Rogue si é unita alla compagnia.- Conclusi, alla fine, continuando a fare colazione.
-Hai il potere della telepatia, quindi? Come il professor Xavier o in modo molto più limitato? Per caso hai altri poteri?- Era stato Bobby a farmi quella domanda ed io subito mi preparai a snocciolare tutti i miei poteri mutanti.
-Sono una telepate -posso leggere nella mente degli altri e pure controllare la mente degli altri-, in più controllo l' elemento terra che é una meraviglia, l' elemento fuoco e ho pure i sensi molto più sviluppati del normale. Ah, posseggo uno scudo mentale naturale che posso attivare a mio piacimento. La mia telepatia quasi sicuramente non é ancora arrivata ai livelli del vostro professore, ma visto che é mio padre penso che ci arriverà ben presto.- Sia Kitty-kun che Bobby-kun per poco non finirono con lo strozzarsi col cibo appena dissi di essere la figlia di Xavier.
-Ma il professore potrebbe quasi essere tuo nonno! Senza contare che tu sei almeno per metà giapponese! Come mai?
-Beh, semplicemente Xavier ha avuto una relazione con una nipponica ed io sono cresciuta con mia madre in Giappone, ma per alcuni “piccoli imprevisti” sono dovuta scappare di casa, venendo sin qua, visto che sapevo di questa scuola e di mio padre...
-Tua madre aveva scoperto che sei una mutante e non ti aveva accettata?- Mi chiese Kitty-kun, facendomi quasi sorridere.
-No, anche lei é una mutante, ma pultroppo siamo state attaccate e mentre io sono venuta qui lei é andata da alcuni nostri parenti... sempre che sia ancora viva... comunque, da lei ho ereditato il controllo dell' elemento terra.- Dissi, sospirando e alzandomi, visto che stavano quasi per cominciare le lezioni e alla prim' ora c' era arte, materia in cui me l' ero sempre cavata abbastanza bene.
-Io vado a lezione, credo che dobbiate andarci pure voi.- Conclusi, per poi salutarli e sorridere leggermente a tutti e tre.
Guardai un attimo la cartina che avevo nella tasca dei pantaloni e quindi mi diressi verso l' aula di educazione artistica, passando, però, per camera mia a prendere la mia borsa con dentro l' occorrente per le varie lezioni, il tutto sistemato già dentro da Tempesta mentre io e mio padre discutevamo quella stessa mattina.
In quel momento decisi di mettermi in contato con mia madre per dirle che era tutto ok e quindi mentre mi dirigevo verso l' aula di educazione artistica tentai di contattarla.
Tutto inutile, non riuscivo a rintracciarla.
Eppure tecnicamente il Giappone non era neppure così lontano dagli Stati Uniti... improvvisamente ebbi un bruttissimo presentimento, ma subito lo ricacciai indietro e decisi che dopo la scuola avrei parlato con mio padre.
Alla fine raggiunsi l' aula d' arte ed entrai assieme ad altri ragazzi e subito vidi Rogue che mi sorrise e quindi presi posto nel banco vuoto alla sua sinistra, ma appena tirai fuori l' occorrente dalla mia borsa -ovviamente dopo averla aperta e appoggiata per terra- vido entrare l' insegnante nell' aula e quindi per poco non rischiai di mettermi a ridere davanti a tutti quanti.
Logan-san... Logan-san insegnava arte!
-Ah, Nakamura, dovestri farmi vedere quello che sai fare.- Io annuii e subito dopo l' appello disegnai qualcosa usando tutta la mia bravura e dopo il voto, un 7 pieno, seguii la lezione come tutti gli altri e alla fine dell' ora chiusi i libri e l' album e dopo aver messo tutto a posto uscii dall' aula, quindi mi diressi in un' altra stanza dove mi aspettava proprio mio padre.
Dovevo mostrargli di che cos' ero capace.

Angolo autrice:
Beh, che ve ne pare? XD Il prossimo capitolo mostrerà alla ben meglio alcune abilità di Tomoko che lei stessa ha elencato in questo capitolo e sarà concentrato pure su Cerebro, visto che lei chiederà al padre di aiutarla a scoprire dov' é la madre e soprattutto se é ancora viva, mentre fra due capitoli ci sarà l' incontro fra Tomoko e Nighcrawler ^_^
Recensite, mi raccomando ^_^

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Capitolo 4
*** Allenamento e Cerebro ***


Allenamento e Cerebro.

Prima di raggiungere mio padre ripassai per la mia stanza a lasciare lì la mia borsa e ad armarmi del necessario, dopo tutto gliel' avveo detto che mi sarei presentata ben armata...
Katana legata sulla schiena, armi nelle varie tasche e qualche fumogeno, ecco tutto ciò che mi occorreva niente di più.
Alla fine mi diressi verso la stanza dove mio padre mi aveva dato appuntamento e nel mentre ritentai in contatto mentale con mia madre.
Niente, di nuovo niente.
Sospirai e con una certa preoccupazione raggiunsi mio padre, il quale era in compagnia di Bobby.
-Anche tu qui?- Chiesi salutanto Bobby e subito dopo mio padre.
-Come ben sai voglio metterti alla provo e pensavo a uno scontro fra te Robert Drake.- Io anuii e compresi che Bobby era solo il nome abbreviato di Robert.
-Allora, cominciamo subito?- Chiese Bobby, avviandosi verso la stanza in questione e sorridendomi.
Mio padre annuii e aspettò che entrambi fissimo davanti alla stanza prima di parlare per l' ultima volta.
-Ah, tanto per avvertirvi: Io ho preparato la stanza come se fosse una foresta pluviale, in tutti i casi, Tomoko, cerca di usare il meno possibile la tua telepatia.- Io annuii, ma prima d' entrare mi rivolsi a mio padre.
-Dopo gli allenamenti io e te dobbiamo parlare, ok?- Lui annuì e ci lasciò entrare nella stanza, la quale, dopo pochissimo si trasformò in una grande e vasta foresta pluviale, anche se ero certa che fosse tutto frutto solo una proezione.
-A te la prima mossa, Tomoko...- Io sorrisi e tirai fuori un kunai e tre shuriken, per poi correre verso Bobby.
Lui nel frattempo aveva creato una lancia di giaccio, mentre creava pure del ghiaccio sotto di lui e quindi anche tutt' intorno a me, ghiacciando pure i suoi piedi.
Io fui obbligata a saltare e ad aggrapparmi a un ramo piuttosto robusto, per poi lanciare i miei tre shuriken a Bobby e quindi tirar fuori un fumogeno e prepararmi a lanciarglielo contro.
-Che cosa pensi di fare? Hai in mano un fumogeno, vero? Se me lo lanci saremo pari, anzi, io sarò avvantaggiato perché ti ritroverai a camminare su una lunga lastra di ghiaccio.- Io sorrisi divertita, dopo tutto si stava sbagliando di grosso.
-Ti sei scordato i miei sensi molto, ma molto sviluppati...- E quindi gli lanciai il fumogeno, per poi coprirmi la bocca e ritrovarmi a non vedere quasi più niente e con gli occhi che pizzicavano leggermente, quindi li chiusi e decisi di fare affidamento solo sgli altri miei sensi.
Grazie al mio olfatto e udito riuscii a trovare più o meno la posizione di Bobby e quindi gli lanciai contro delle liane, le quali non arrivarono mai a destinazione e quindi compresi che quasi sicuramente il ragazzo era riuscito a romperle con la lancia di ghiaccio di poco prima, quindi, mi nascosi dietro all' albero dove mi trovavo, rimanendo sempre sopa uno dei suoi grossi rami, per poi aspettare che il fumogeno finisse il suo effetto.
Alla fine sbirciai in direzione di Bobby e lo vidi osservarsi attorno con aria circospetta e con ancora la lancia in mano, quindi scesi dall' albero dove mi trovavo e mi misi a correre coperta il più possibile dalla vegetazione, per poi creare delle liane e lanciarle contro Bobby, legandolo e buttandolo a terra.
Lui si stava ribellando, mentre io mi avvicinavo col kunai in mano, e con una fiamma nell' altra mano -dopo tutto potevo controllare pure l' elemento fuoco, anche se stavolta non l' avevo utilizzato granch' é-, quando la foresta pluviale attorno a noi scomparve mostrandoci la stanza per quel che era.
-Mi sa che dobbiamo uscire.- Osservai mettendo a posto il kunai e liberando Bobby, per poi avviarmi verso l' uscita e appena fuori vidi mio padre che già ci aspettava.
-Ottimo lavoro ragazzi, soprattutto per quanto riguarda te, Tomoko, dopo tutto non hai neppure utilizzato la tua telepatia/controllo mentale... Bobby, tu puoi andare, per quanto riguarda te, Tomoko, avevi detto che volevi parlarmi, giusto? E di cosa?- Appena Bobby ci ebbe salutati e se ne fu andato io mi rivolsi a mio padre, comprendendo che era finalmente giunto il momento per dirglielo.
-Ho tentato un contatto telepatico con mia madre, ma non riuesco più a rintracciarla... eppure il Giappone non é neppure così lontano... ho un brutto presentimento. In parole povere mi chiedevo se tu mi potessi aiutare.- Lui annuii e quindi mi misi a seguirlo in silenzio, finché, dopo aver girato mezzo edificio non rgagiungemmo le parti inferiori della sua enorme casa e quindi ci ritrovammo dinanzi a una porta rotonda, che si aprì appena le fummo davanti, mostrando un lungo ponte che si fermava più o meno in mezzo alla stanza e che aveva dinanzi a sé uno strano apparecchio.
-Cerebro. Serve per amplificare la mia telepatia e la mia possibilità di trovare le altre persone ovunque esse siano e visto che conosco tua madre -anche se non la vedo da anni- penso proprio che riuscirò a localizzarla senza problemi e a capire se le é capitato qualcosa di spiacevole o meno.
Così entrammo insieme e quando lui mi disse di rimanere immobile io lo feci, bloccandomi proprio in mezzo a quello strano ponte, mentre lui si metteva una specie di casco e azionava quello strano marchingegno.
Quello che successe dopo mi risulta molto difficile spiegarlo, fu come se anch' io riuscissi a vedere tutti i mutanti e tutti gli umani, ma a un certo punto chiusi gli occhi, avevo troppa paura di sapere che cosa fosse accaduto a mia madre.
Quando riaprii gli occhi mio padre mi stava fissando e quando si accorse che pure io lo stavo guardando mi si avvicinò, prendendo le mie mani nelle sue, guardandomi con uno sguardo davvero dispiaciuto e persino addolorato.
-Mi dispiace davvero tanto, non so che cosa le sia successo, ma non ce l' ha fatta.- Come immaginavo... a quel punto mi girai e uscii dalla stanza seguita a ruota da mio padre e quindi il mio tono divenne improvvisamente freddo e distaccato.
-Non sarò presente alle altre lezioni, mi dispiace.- Detto ciò mi allontanai, dopo tutto adesso dovevo pensare a calmarmi e poi al resto.
-Se hai bisogno di parlare basta cercarmi, Tomoko.- Sì, come no, lui che mi aveva affidata a mia madre e ora, solamente perché io ero venuta a cercarlo di mia spontanea volontà e perché mia madre era morta voleva incominciare a fare il padre? Che schifo di vita che mi ritrovavo a condurre!
Alla fine cominciai a correre con le lacrime agli occhi e dopo non molto mi ritrovai nella stanza principale dell' edificio, per poi uscire in giardino e camminare un po' all' aria aperta.
Stavo ancora piangendo in silenzio quando giunsi davanti a quella che doveva essere una chiesa e quindi mi pulii le lacrime con la manica destra della maglia, per poi sospirare ed aprire il pesante portone della chiesetta in questione.
Dovevo essere proprio disperata se da perfetta shintoista qual' ero entravo in un posto del genere.

Angolo autrice:
Mentre partorivo questo capitolo penso d' aver immaginato me che entor in una chiesa e credo d' aver riso per tre ore di fila LOOOOL
Cioé, con che logica entri in una chiesa se non sei neppure cristiana? o.O
Della seria: Che cosa non si fa per far incontrare due personaggi! XD
Comunque, come vedete a 'sto punto Tomoko é proprio costretta a rimanere nella scuola, visto che é minorenne e solo col padre che stà proprio in quella scuola e se tornasse in Giappone sarebbe ancor più minorenne, visto che da loro la maggiore età é a 20 anni U_U
Comunque, che ve ne pare di questo capitolo? ^_^

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Capitolo 5
*** Tra chiese e altari ***


Tra chiese e altari.

 

-Ehi, tu chi sei?- Appena sentii tali parole un uomo mi apparve davanti -doveva essersi come teletrasportato- e il suo aspetto era a dir poco strano, quasi spaventoso, eppure io non mi spaventai, dopo tutto quella era una scuola per mutanti, giusto? Quindi perché avrei dovuto spaventarmi nel vedere una persona del genere?

Ok, tralasciando il fatto che era di sicuro un mutante come lui non avevo mai visto della gente blu e con un aspetto quasi demoniaco aggirarsi dentro una chiesa!

Però, alla fine mi limitai a presentarmi con tutta la calma di cui disponevo, dopo tutto non era affatto giornata...

-Tomoko, Tomoko Nakamura, tu, invece?- Era strano, davo automaticamente del tu alla gente eppure usavo ancora l' appellativo “san” nei confronti delle persone più grandi di me... no, non ero affatto normale.

-Kurt Wagner, piacere.- Disse, per poi allungare una mano verso di me e quindi io gliela strinsi, mentre lui mi sorrideva, per poi accorgersi della mia espressione che lasciava intravedere molto bene il mio stato d' animo.

-Che hai? Perché quella faccia?- Io sospirai e mi sedetti su una delle panchine della chiesa.

-Sia chiaro, se tu sei una specie di prete o di pastore in questo posto non chiedermi di confessarmi, ok?- Lui si sedette accanto a me e mi mise una mano sulla spalla, dovevo ammettere che comunque era una brava persona.

-Ok, anche se da questo deduco che tu non sei cristiana, giusto?- Io anuii e poi chiusi gli occhi, stringendo i pugni più che mani.

-Comunque, se vuoi parlare io ti ascolto tranquillamente.- Mi disse, poi, senza nessun problema quell' uomo ed io accennai un mezzo sorriso, per poi farmi forza e riprendere a parlare, lasciando che alcune silenziose lacrime mi rigassero il volto.

-Sono venuta sin qua dal Giappone e tutto questo perché la mia casa é stata attaccata da non so chi e quindi io ho rgagiunto questa scuola in quanto mutante, mentre mia madre doveva andare da alcuni dei nostri parenti e non mi chiedere come mai, visto che poteva venire qui pure lei, essendo anche lei una mutante...- A quel punto ripresi fiato e quindi continuai il mio discorso tentando di trattenere le lacrime che ormai scorrevano senza potersi mai fermare.

-E' successo tutto quanto stamattina... dopo un paio di lezioni ho fatto controllare a papà se mia madre stava bene, con la mia telepatia non riuscivo a rintracciarla... in parole povere non sta affatto bene, tutt' altro... papà non é riuscita neppure a localizzarla, questo vuol dire che mia madre non ha mai raggiunto i nostri parenti ad Hiroshima...- In quel momento il silenzio calò tra noi e solo poco dopo mi resi conto di come avevo parlato. Avevo parlato di mio padre, non di Charles Xavier e quasi di sicuro Kurt-san non sapeva che ero la figlia di Xavier, però, fu lui a rompere il silenzio per primo.

-Tuo padre sa usare Cerebro? Ma Il professor Xavier é l' unico in grado di farlo...- Io alzai lo sguardo su di lui e il suo volto mi sembrò assai perplesso, quindi, sorridendo appena e scacciando indietro le lacrime gli venni prontamente in soccorso.

-Mio padre é il professor Xavier, infatti il mio cognome é materno, essendo cresciuta con mia madre e avendo conosciuto mio padre solo ieri sera.- Precisai, sotto lo sguardo incredulo di Kurt-san, il quale dopo poco, però, alzò gli occhi verso il crocefisso intonando una preghiera e passandomi un braccio intorno alle spalle.

-Mi dispiace davvero molto per tua madre, se hai bisogno di qualcuno con cui parlare sai dove trovarmi.- Io gli sorrisi e quindi mi alzai, decidendo di andare a preparare l' altare in camera e di mettere pure una tavoletta dedicata a mia madre, dopo tutto dovevo solo inciderci sopra il suo nome, nient' altro...

-Io vado a preparare l' altare, devo pure tirare fuori una tavoletta e inciderci sopra il nome e cognome di mia madre...- Quindi mi alzai e mi diressi verso il portone della chiesa, ma appena lo ebbi raggiunto Kurt-san fu accanto a me in un lampo.

-Vuoi una mano? Sei davvero molto turbata, si vede lontano un miglio...- Io anuii, ma alla fine scoppiai di nuovo in lacrime e Kurt-san mi abbracciò, accarezzandomi con dolcezza i capelli, per poi allontanarsi e guardarmi negli occhi.

-Ehi, va tutto bene, adesso andiamo in camera tua e prepariamo quest' altare, va bene?- Io anuii e mi imposi di smettere di piangere, per poi dirigermi dentro la scuola assieme a Kurt-san.

-Tomoko, posso chiederti una cosa? Come mai hai una spada legata sulla schiena?- Io sorrisi appena, mentre ci accingevamo a varcare il portone d' ingresso della scuola.

-Sono stata allevata come kunoichi, sono una ninja, in poche parole. La spada é una katana, se si vuole essere precisi, senza contare i kunai e gli shuriken che mi sono portata dietro...- E glieli mostrai, lasciandolo leggermente basito, probabilmente non si aspettava tutte quelle armi da parte della sottoscritta.

-Non é pericoloso per una della tua età?- Scossi la testa ma non risposi, dopo tutto io ero abbastanza grande per sapere che cosa fosse pericoloso per me e che cos anon lo fosse.

Comunque, alla fine entrammo dentro la sala principale e poi ci dirigemmo verso la mia stanza, incrociando mio padre per la via.

-Vedo che hai già conosciuto Kurt e immagino che sia successo nella piccola chiesatta della scuola... come mai? Non credo che tu sia cristiana...

-Non mi chiedere come mai una shintoista sia entrata in una chiesa... sono strano, lo so. Comunque, Kurt-san mi deve dare una mano con l' altare.- Conclusi, ma mio padre subito mi rivolse di nuovo la parola, precedendo la domanda di Kurt-san.

-Che cosa vuol dire ”san”?

-E' un suffisso onorevole giapponese, lo usiamo soprattutto noi ragazzi come forma di rispetto verso le persone più grandi di noi per mostrargli rispetto, stima e distacco.- Kurt-san si passò una mano sulla faccia ed io non capii tale gesto, ma dopo una veloce lettura del suo pensiero mi sentii le guance andare in fiamme.

Aveva solo 21 anni!

-S-scusami... non credevo che tu fossi cosi giovane! Scusami davvero, non volevo sembrare affatto offensiva!

-Come fai a sapere che ho 21 anni?- Mi domandò leggermente basito, visto che doveva essersi scordato della mia telepatia.

-Telepatia, semplice ed efficace telepatia.- Gli disse, sentendomi, però, ancora in costante imbarazzo, quindi, lui mi sorrise tranquillamente, per poi mettermi una mano sulla spalla e calmarmi, anche se subito dopo mio padre si rivolse di nuovo a me.

-Quindi, se io non fossi tuo padre tu dovresti rvolgerti a me col suffisso di “san”?

-No, con te dovrei usare “sama”, visto che da ciò che ho capito sei il preside di questo posto ed io solo una studentessa. Comunque, Kurt-kun, andiamo?- Detto ciò salutai mio padre e mi avviai verso camera mia seguita a ruota da Kurt-kun, il quale appena giunto davanti alla mia stanza riprese la parola, il tutto mentre entravamo dentro ed io sistemavo le mie armi ai loro posti.

-E “kun” che cosa vuol dire?

-E' usato tra ragazzi o comunque tra persone piuttosto giovani per indicare una certa forma di rispetto, in mancanza di una confidenza più approfondita...- Kurt sorrise appena ed io tirai velocemente fuori tutto l' occorrente per l' altare, per poi incidere col fuoco il nome e cognome di mia madre sulla tavoletta votiva.

Kurt-kun mi diede una mano a sistemare la mia stanza e pure con l' altare e alla fine guardò la tavoletta di mia madre.

-Sakura? Per caso ha un signifcato preciso in giapponese?

-Ciliegio... e per noi giapponesi, anzi, per noi shintoisti il ciliegio é un albero davvero molto importante, sai, per la festa della primavera...- Kurt-kun mi mise una mano sulla spalla, per poi darmi un leggero bacio sulla guancia, per poi teletrasportarsi davanti alla porta, lasciandomi con un leggero rossore sulle guance.

-Ci vediamo e se hai bisogno di parlare con qualcuno sai dove trovarmi- Detto ciò sparì, lasciandomi sola dentro la mia nuova stanza.

A quel punto pregai un po' e dopo di ché mi legai la mia katana sulla schiena, per poi uscire dalla mia stanza e dirigermi verso il portone dell' edificio, volevo sfogarmi un po' con la mia arma preferita e il tutto dovevo farlo nel giardino della scuola.

Però, quando raggiunsi la sala principale Rogue-kun mi venne incontro, sorridendomi.

-Come mai non ti ho visto alle lezioni, dopo la prim' ora?- A quel punto decisi di dirle tutto e quindi, dopo essermi appoggiata contro un muro qualsiasi cominciai a parlare, sospirando e lasciando che la calma che mi aveva trasmesso Kurt-kun svanisse del tutto.

-Alla second' ora mio padre mi ha fatto allenare con Bobby-kun per poter testare il mio potenziale, anche se nello scontro non ho praticamente mai usato l' elemento fuoco e poi, beh, alla terz' ora ho chiesto a mio padre se poteva vedere di rintracciare mia madre, dopo tutto io con la mia telepatia non c' ero ancora riuscita...- E quindi chiusi gli occhi, trattenendo a stento le lacrime e sentendo Rogue che posava la sua mano guantata sulla spalla sinistra, cercnado di calmarmi.

-Comunque, lui ha usato Cerebro e non é stato in grado di rintracciare mia madre... in poche parole sono orfana...- Ero sul punto di piangere, ma mi trattenni, dopo tutto io non potevo mostrarmi debole, mia madre mi aveva sempre insegnato ad essere forte, in qualsiasi situazione, quindi, coi pugni chiusi sospirai e tirai su col naso, per poi aprire gli occhi e allontanarmi da Rogue.

-Io vado un po' all' aria aperta, ah, prima che tu me lo chiesa, la katana che porto sulle spalle é mia, con me ho diverse armi, non é niente di strano, semplicemente sono stata allevata come una ninja, comunque, adessvo vado.- Conclusi, precedendo velocemente la sua domanda che le avevo letto nella mente, quella sulla mia katana.

-Ah, per qualsiasi cosa io ci sono, Tomoko, ci vediamo.- Io sorrisi a quelle parole e quindi uscii, salutandola con un veloce cenno della mano.

 

Angolo autrice:

Il peggior capitolo di tutta la fanfiction, anzi, il peggiore molto probabilmente é il prossimo, ma va be'... comunque, lascio a voi i commenti e torno alle mie varie fanfiction e storie originali, nel tentativo di creare qualcosa di veramente decente e leggibile xD

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Capitolo 6
*** Sfogandosi ***


Sfogandosi.

 

Ormai era quasi un' ora che mi trovavo in giardino a tirare fendenti al vuoto, quando qualcuno mi si avvicinò ed io riconobbi immediatamente tale persona dall' odore che emanava, ma soprattutto dal puzzo del suo sigaro...

-Sta' lontano da me con quel sigaro. Odio i fumatori accaniti come te.

Quindi mi girai verso di lui rimettendo la katana nel suo fodero di sempre, per poi vedere Logan-sensei spengersi il sigaro su una mano e quindi osservare la sua bruciatura rigenerarsi alla velocità della luce.

-Hai un fattore rigenerativo molto potente e veloce, questo lo devo proprio ammettere... per caso si può sapere di che metallo sono fatti i tuoi artigli?

-Non sono fatti di metallo, credo che inizialmente fossero delle semplici ossa... comunque, sono ricoperti di adamantio.- Adamantio!? Ma che cos' ero quell' uomo? Un' arma vivente? Però, non glielo domandai, dopo tutto una domanda simile poteva ferirlo seriamente...

-In che senso “credi”? Per caso hai perso la memoria?- Lui annuì, ma poi posò lo sguardo sulla mia katana.

-Ti alleni anche tu nelle arti marziali? Ah già, sei giapponese, mi sembra il minimo...

-Metà giapponese e metà statunitense, preferisco precisare.- Conclusi, per poi girari e allontanarmi a passo spedito, ma sentendo comunque che lui continuava a seguirmi, quindi, alla fine alzai gli occhi al cielo e dopo essermi seduta per terra -con la schiena poggiata contro un albero- lo guardai senza proferire una sola parola.

-Che hai?

-Sensei, i fatti tuoi non te li sai proprio fare?- Non volevo aprirmi di nuovo, dirlo di nuovo a qualcun' altro, dover soffrire ancora al solo pensiero di ciò che era successo.

Forse, se solo non me ne fossi andata, se solo avessi aiutato mamma o se solo lei fosse venuta via con me... forse non sarebbe dovuta morire...

-Volevo solo sapere che cosa c' é che non va, visto che non serve la telepatia per capire che stai male. Ah, ti fa così fatica chiamarmi semplicemente “professore”?- Sospirai e alzai un sopracciglio, odiavo quando qualcuno mi parlava in quel modo, non c' arrivava da solo che io ero cresciuta in giappone e per me chiamarlo “sensei” era la cosa più ovvia da fare?

-Sono cresciuta in Giappone per 15 anni, ti basta come risposta? Sai, da noi “sensei” vuol dire proprio insegnante...- Lui nel sentire queste mie parole mi si sedette accanto.

-Sì, lo so, sono stato per qualche anno in Giappone, dopo tutto non avevi detti d' avermi incontrato giusto? Probabilmente é stato durante quel periodo...- Accennai un mezzo sorriso e quindi poggiai la mia testa sulla sua spalla, non sapevo perché ma quella vicinanza mi rassicurava, mi sentivo come se fossi protetta, al sicuro...

-Prima mio padre ed io abbiamo tentato di localizzare mia madre con l' aiuto di Cerebro e... sì, insomma, il risultato non é stato affatto dei migliori... mi chiedo soltanto se la mia presenza l' avrebbe potuta salvare.- Logan-sensei mi cinse la vita con un braccio, stringendomi a sé, senza dire una sola parola per diverso tempo.

-Io non ricordo niente dei miei genitori, ma sono sicuro che dev' essere assolutamente terribere perdere la propria madre. Ma comunque tu hai ancora tuo padre e sono sicuro che lui ti voglia un mondo di bene.- Mi allontanai da Logan-sensei e chiusi gli occhi, stringendo i pugni il più possibile, mentre ripensavo al fatto che mio padre mi aveva abbandonata, lasciata completamente sola, quindi, estrassi la mia katana e con tutta la forza che possedevo la piantai in terra proprio davanti a me, lasciando che qualche centimetro della mia arma rimanesse sotto terra.

-Una persona che ti abbandona alle cure di tua madre, fregandosene altamente di te tu la chiameresti “padre”? Io non credo proprio...

-Sai, non credo che vi abbia abbandonate perché non voleva prendersi la responsabilità di figlio, sicuramente c' é qualcos' altro sotto.

Proprio in quel momento si avvicinò a noi un ragazzo dai capelli castani tenuti un po' lunghi, dagli occhi rossi e dai tratti somatici francesi.

-Buon giorno chére, tu devi essere quella nuova... sei il professor Xavier mi avesse detto della tua bellezza sconvolgente non me lo sarei fatto ripetere due volte di venire a cercarti.- Mamma mia quanto odiavo i dongiovanni... il problema, però, si pose quando quel ragazzo vide la mia katana e la prese, rigirandosela fra le mani.

-Questo non é di certo un oggetto per una ragazza come te, Tomoko, non é vero?

-Gambit, te lo dico per esperienza, l' ultima cosa che vorresti vedere é una kunoichi arrabbiata, se poi questa é pure una mutante allora sei finito... lasciale stare la katana.- In quel momento ringraziai mentalmente il sensei, usando la mia telepatia, per poi osservare Gambit che con gentilezza mi porgevva la mia arma e quindi la rimisi immediatamente nella sua fodera di sempre.

-Kunoichi?

-E' il femminile di shinobi, in parole povere é il femminile di ninja.- Mi limitai a dire, per poi sospirare ed alzarmi da terra, mentre con la telepatia scoprivo il vero nome di Gambit e il fatto che era un mio senpai.

-Perché sei qua Remy-senpai? E poi, si può sapere come mai qua dentro tutti debbano avere un soprannome!? Mio padre come si fa chiamare!? Rotelle!?- Lui per poco non strabuzzò gli occhi, facendomi alzare gli occhi al cielo come se niente fosse.

-Sei una telepate? E poi, che cosa c' entra tuo padre, scusa chére?- Il sensei per poco non rise, trattenendosi all' ultimo e grazie a un miracolo divino, mentre io per poco non rischiai di farmi sorprendere dall' istinto primordiale dell' omicidio.

-Sì, sono una telepate e controllo sia l' elemento fuoco, sia l' elemento terra, contento? Mio padre? Ma il professor Xavier non te l' ha ancora detto che sono sua figlia?- il senpai per poco non cadde, ma perché a tutti pareva così strano il fatto che fossi la figlia di Xavier?

Che cosa c' era di strano in ciò?

-Beh, chére, si pranza, tuo padre mi ha mandato a cercati per comunicarti questo, comunque, sei vuoi il mio parere potresti mirare a persone un po' più di bell' aspetto e non a gente come Wolverine.- Sospirai e ricacciando indietro la rabbia che avevo provato sino a quel momento mi avvicinai al senpai.

-La vita é mia, ok? Ci faccio quel che mi pare con essa, intesi? E comunque di certo non sono interessata al sensei -e prima di farmi delle stupide domande “sensei” in giapponese significa professore-, tutt' altro, se proprio lo vuoi sapere ho già puntato gli occhi su una persona di questa scuola e di certo non sei tu.- Detto ciò mi allontanai, lasciando in quel posto sia il sensei che il senpai.

 

Il pranzo fu tranquillo, nessuno mi chiese niente per tutta la durata del pasto, ma quando mi alzai per farmi un giro riconobbi l' odore di mio padre avvicinarsi sempre di più a me e quindi mi limitai a far finta di niente, andando in giardino e sedendomi su una panchina, per poi vedere mio padre guardarmi con un' assurda gentilezza e dolcezza.

-So quel che stai pensando, o meglio, ciò che provi in questo momento... credi davvero che io ti abbia voluta abbandonare? Avevi due anni quando tua madre ti riportò in Giappone e sai perché? Io volevo mettere su questa scuola e lei non voleva, lei non accettava di essere nata mutante, vedeva tale dono come una maledizione e sono sicuro che in un qualche modo ciò l' abbia fatto pesare pure a te.

Sentendo quelle parole rimasi come bloccata, dopo tutto era vero... mia madre pur usando i suoi poteri e pur insegnandomi il più possibile a usare i miei mi aveva sempre ripetuto che non dovevo andarne fiera, che tali poteri erano tremendamente sbagliati... odiavo dover dare ragione a mio padre, ma pultroppo era così, lui aveva ragione, punto e basta, anche se mia madre mi aveva sempre detto che mio padre mi aveva semplicemente rinnegata... eppure, Xavier lasciò che usassi la telepatia su di lui e quindi compresi che sì, era ufficiale, aveva ragione lui, ma pultroppo non riuscivo ancora a perdonarlo.

-Avresti dovuto tentare di avermi in affidamento o in adozione, sarei dovuta crescere con te, te lo dico per ciò che ho dovuto sopportare e fare in questi 17 anni, io sono cresciuta molto, troppo velocemente e tutto questo per mancanza di denaro... che ne dici se ti consiglio qualche canzone da sentirti per capire quel che voglio dire? “Amor de madre” degli Aventura, “Ebano” dei Modena City Ramblers, “House of The Rising Sun” possibilmente nella versione della Baez e poi, vedi che cos' hanno in comune 'ste canzoni e quindi ragionaci un attimo su.- Detto ciò mi allontanai, dovevo andare a cercare Kurt-kun.

-Dove stai andando?

-In chiesa e non per convertirmi, ma per parlare con un amico.

Dopo poco raggiunsi la piccola chiesa e quindi entrai, vedendo Kurt-kun intento a pregare e quindi mi sedetti su una delle ultime panche, per poi aspettare che avesse finito e dopo di ché lo chiamai telepaticamente e immediatamente me lo ritrovai accanto, seduto sulla mia stessa panca.

-Perché sei qui?

Perché ero lì? Già, perché? Neppure io sapevo darmi una risposta, ma in qualche modo la vicinanza di quel ragazzo mi calmava in un modo assurdo, ne avevo assolutamente bisogno.

-Non lo so neppure io... dovevo calmarmi, parlare con mio padre mi ha solamente fatto male, tremendamente male.- A quel punto lui mi prese per mano e mi invitò ad alzarmi.

-Andiamo a farci un giro per il giardino?- A quelle parole io annuii piano, per poi farmi condurre da lui fuori e dopo poco ci ritrovammo in un piccolo boschetto che faceva sempre parte della scuola.

Ma mio padre quanti stramaledetti soldi aveva?

-Sai, quando sono triste vengo sempre qua... é un ottimo posto per calmarsi.- Disse Kurt, per poi sedersi a terra, con la schiena poggiata contro un albero, mentre io facevo lo stesso, sistemandomi accanto e lui e con la voglia matta di dirgli che a me non importava dove fossimo, perché io mi calmavo solo con la sua presenza.

-Già... però, onestamente a me non interessa, sai?- E dicendo ciò appoggiai la mia testa sulla sua spalla, mentre lui mi accarezzava i capelli e con dolcezzava mi dava un leggero bacio sulla guancia, quindi, io gli accarezzai dolcemente il volto e le labbra.

Fu questione di un attimo e lui, passandomi un braccio intorno alla vita, mi attirò a sé, baciandomi e venendo totalmente ricambiato dalla sottoscritta.

In quel momento tutto ciò che ci circondava scomparve -almeno fu quelo che sentii io-, per poi riapparire quando lui si allontanò leggermente da me, guardandomi.

Di sicuro doveva aver notato il rossore sul mio viso... ma perché non avevo la pelle blu come lui?

-Ich liebe dich.

A quelle parole lo abbracciai, ringraziando il cielo di conoscere moltissime lingue, tra cui pure il tedesco, per poi sussurrargli a mia volta: -Watashi wa anata o aishite- e quindi lasciarmi cullare dalle sue braccia.

-Scusa la domanda, ma che cos' hai detto?

Risi, a quel punto risi divertita, buttandolo a terra e baciandogli la punta del naso, per poi sdraiarmi accanto a lui.

-Stupido, é giapponese! Ti amo...

-Quindi mi avevi capito, prima?

-Secondo te? Conosco abbastanza lingue per capire quasi sempre chiunque, dopo tutto oltre al giapponese e all' inglese non conosco solo il tedesco, ma pure l' italiano, il russo, il francesce, l' arabo, lo spagnolo e il cinese.- Dissi, tutto d' unfiato, strappando un sorriso divertito a Kurt-chan, per poi vederlo alzarsi e darmi una mano a mettermi in piedi a mia volta.

-Dammi la prova di conoscere tutte queste lingue.

Ok, quello che stavo per fare poteva risultare assai sdolcinato, ma mi sembrava un modo carino per dargli la prova delle mie conoscienza in merito e quindi, abbracciandolo cominciai tranquillamente a parlare.

-Ti amo, je t'aime, ya lyublyu tebya, te amo e wo ài ni- Alla fine di tutto sorrisi appena, per poi allontanarmi e ammirare la sua faccia quasi sconvolta, per poi prenderlo per mano e incominciare a camminare verso la scuola, dopo tutto ormai si stava facendo tardi.

-E' tardi, dai, andiamo.

E quindi c' incamminammo verso la scuola.

 

Angolo autrice:

Ammazzatemi, vi prego... fatelo, davvero...

Devo aver avuto un caraggio immenso per pubblicare questo capitolo...

Ah, sì, lo so che Gambit teoricamente sarebbe molto più grande, che io non credo di aver seguito né il film e neppure nessun tipo di fumetto sugli X-men, ma mi serviva più giovane e come già ho spiegato ad AcidDragon in questa fanfiction non dò molta importanza alle varie età dei vari personaggi.

Ok, dopo avermi tolto questo stramaledettissmo peso vado a deprirmi perché oggi é San Valentino ed io sono single che più single di così si muore xD

Va beh, aspetto i vostri pareri e anche la fucilazione ^^

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Capitolo 7
*** Padre e figlia ***


Padre e figlia.

 

Ero in quella scuola ormai da una decina di giorni e a quel punto avevo ripreso a frequentare normalmente le lezioni, cominciando pure a svolgere tranquillamente i compiti che ci assegnavano, per poi passare più tempo possibile assieme a Kurt-chan, almeno finché un giorno in cui eravamo nel bosco dove mi aveva portata all' inizio Logan-sensei non ci sorprese, mentre io ero sdraiata con la testa sulle sue gambe.

-S-sensei?- Ciese, leggermente imbarazzata, mentre mi sedevo accanto a Kurt-chan e il sensei, divertito sorrideva col singaro spento tra le labbra.

-Mi accendi il sigaro, Tomoko? Sai, non trovo più l' accendino...

Sendo quelle parole avrei tanto voluto dargli fuoco, invece mi limitai ad alzarmi, accendergli il sigarono grazie a una fiammella che avevo appena evocato sul dito medio della mano destra -tenendo chiusi le altre dita-, per poi tornare da Kurt-chan e sedermi sulle sue gambe, mentre lui mi cingeva la vita.

-Ah, ecco di chi parlavi l' altro giorno, quando hai allontanato Gambit.- Osservò il sensei, sorridendo appena, mentre io guardandolo male gli risposi senza nessun giro di parole.

-Sore wa o shiri o kakunin suru hitsuyō ga arimasu, sensei!

-Grazie e altrettante.- Mi rispose quell' uomo, mentre io mi trattenevo dal picchiarlo e quindi alzavo gli occhi al cielo, invocando gli dei per tentare di calmarmi.

-Che cosa gli hai detto, Tomoko?- Mi chiese dolcemente Kurt-chan, accarezzandomi amorevolmente i capelli e posandomi un bacio sulla guancia sinistra, ma pultroppo non riuscii a risponderglii in tempo e quindi mi precedette il sensei.

-Mi ha mandato dolcemente a quel paese.- A quelle parole Kurt-chan sorrise divertito, mentre io mi rivolgevo al sensei, visto che non capivo il motivo della sua presenza in quel luogo.

-Perché sei qui, sensei?

-Tuo padre ti vuole vedere, ha detto che ha letto la traduzione di non-mi-ha-detto-cosa e vuole parlarti in privato.- Al solo sentire pronunciare quelle parole scattai in piedi, mi girai, baciai velocemente Kurt-chan sulle labbra, andai dal sensei e involontariamente lo abbracciai, quindi, salutai entrambi.

-Devo andare, se davvero ha letto la traduzione di quella canzone voglio vedere che cosa s' inventerà per difendersi.- Detto ciò mi misi a correre come una dannata, raggiungendo prima di tutto la scuola, fregandomene di chi m' insultava per averlo urtato o cose simili e dirigendomi di corsa verso l' ufficio di mio padre.

 

-Volevi vedermi?- Chiesi, entrando nell' ufficio di mio padre il quale era dietro la sua scrivania con un computer portatile che m' impediva di vederlo in faccia e quindi mi misi a sedere davanti a lui mentre mio padre chiudeva il computer e mi guardava in faccia.

-Sakura ha dovuto davvero fare questo per manetenrti?

-Già... hai proprio indovinato, divertente, non é vero? Ah, vorrei dirti che non é stata l' unica a doverlo fare... sai, mentre lei riceveva i clienti in camera sua io facevo altrettanto in camera mia.

Lui mi prese le mani nelle sue -visto che le avevo appoggiate sulla scrivania- e mi guardò dolcemente, facendomi sbuffare sonoramente.

-Senti, mi dispiace davvero tanto, ma ormai io non ci posso fare niente, dimmi, dopo tutto che cos' avrei potuto fare se neppure sapevo di avere una figlia? Venire a cercare una mia ex senza neppure avere un motivo per farlo?-

Già, che cosa poteva mai fare lui in questi 17 anni? A che cosa serviva odiarlo? A nulla...

-Perché l' hai fatto pure tu? Non bastavano i suoi soldi? E poi, tu non eri troppo piccola?

Troppo piccola... come no... per fare un lavoro simile nessuno é mai stato troppo piccolo, forse si può essere troppo grandi o non abbastanza belli, ma non troppo piccoli...

-Credi che per allargare le gambe per soldi si possa essere troppo piccoli? Oh come ti sbagli... i suoi soldi? Molti venivano presi dal nostro capo, ecco perché non bastavano mai... lei lavorava in fabbrica, ma i soldi del suo stipendio non bastavano e quindi cominciò con la prostituzione, ma anche quelli bastavano il giusto e quindi dopo poco cominciai pure io. I miei parenti non lo sanno, mia madre é sempre stata troppo orgogliosa per ammettere di avere un disperato bisogno di soldi, se no i suoi fratelli -cioé i miei zii- sarebbero stati i primi ad aiutarci assieme ai miei nonni.- Detto ciò vidi mio padre allontanarsi dalla sua scrivania e avvicinarsi a me.

Eravamo più o meno alla stessa altezza -visto che lui era in sedia rotelle e dio seduta- e quindi mio padre non ebbe problemi ad accarezzarmi una guancia per poi sorridermi appena.

-Tu non sai quanto mi dispiace, quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo e crescerti o comunque aver avuto con te quel rapporto che in tutti questi anni non abbiamo mai potuto avere, chiedo il tuo perdono, me lo darai?- Sentendolo parlare in quel modo mi alzai e portandomi alla sua altezza lo abbracciai, fu tutto molto spontaneo e quando mi allontanai gli sorrisi appena.

-Beh, direi di sì, adesso riesco a perdonarti, dopo 17 anni finalmente ci riesco. Comunque, adesso devo proprio andare, torno da Kurt-chan.-Dissi, allontanandomi, ma mio padre mi bloccò, parlandomi, poco prima che io uscissi dal suo ufficio.

-Ti stai convertendo o cosa?

-No, se io mi convertisco al cristianesimo é la volta buona che ti ricrescono i capelli e che tu ricominci a camminare, fidati.- Una volta finito di parlare uscii dalla stanza senza aggiungere altro e una volta fuori per poco non mi venne un colpo, ritrovandomi Logan-sensei davanti intento a fumare il suo ennesimo sigaro.

-Che c' é?

-Sai, passavo di qua e non avendo niente da fare ho sentito il discorso che facevate tu e il professore, sai, avere i sensi sviluppati aiuta parecchio. Ah, ma scusa, in Giappone non é illegare la prostituzione minorile?- A sentirgli pronunciare quelle parole con quel suo tono insopportabilmente ironico mi venne una voglia matta di strangolarlo, anche se alla fine sospirando mi limitai ad appoggiarmi contro la porta chiusa dell' ufficio di mio padre e ad osservare Logan-sensei in silenzio, per rispondergli dopo non molto tempo.

-E quindi? Da quando una cosa illegale é impossibile da praticare?

Logan-sensei sorrise appena, spengendosi il sigaro su una mano, davanti al mio sguardo leggermente schifato.

Proprio in quel preciso istante Kurt-chan si teletrasportò accanto a me sorridendo sia a me che a Wolverine.

-Ero sicuro che tu fossi qui, Tomoko.

Io gli sorrisi a mia vola, ma subito dopo mio padre mi chiamò e quindi io mi girai, aprii di nuovo la porta del suo ufficio ed entrai acocmpagnata sia da Wolverine che da Kurt-chan.

-Che c' é Rotelle?- Chiese Logan-san, prendendo un altro sigaro e facendoselo accendere dalla sottoscritta, mentre tutti e tre ci sedevamo davanti a mio padre, il quale mi passò subito la cornetta di un telefono fisso che teneva in mano e quindi io risposi senza troppi preamboli.

-Pronto? Nanako!? Ma come diavolo hai ottenuto questo numero, sei per caso diventata una telepate? Ah, capisco... sì, quello che ti ha risposto prima é il preside della scuola. Ok, sei ancora a Roma, giusto? Benissimo, entro qualche giorno sarò da voi. Ok, ciao.- Detto ciò rimisi la cornetta al suo posto e sospirai.

-Chi era?- Chiese Kurt-chan, guardando prima me e poi mio padre e lo stesso ero sicura che le so stesse chiedendo pure Logan-sensei.

-Nanako Nakamura, mia cugina di secondo grado di tredici anni, la figlia del figlio del fratello di mia madre. Adesso é in Italia -più precisamente nella capitale- e le ho appena promesso di andarla a trovare nei prossimi giorni

-Benissimo, io, Wolverine e Nightcrawler verremo con te, lascerò detto a Ciclope di occuparsi della scuola in questi giorni. Ah, puoi ritelefonare a questa ragazza per informarla che non ci sarai soltanto tu e che arriveremo di noi col nostro jet personale? Sai, fra tu che sei perennemente armata, io che sinceramente non so come funzionano i servizzi per i disabili sugli aeroplani e aggiungiamoci pure che Wolverine la ossa interamente ricoperte di metallo e che quindi potremmo ritrovarci in crisi per via dei vari controlli. Comunque, questi tuoi parenti sanno della tua natura di mutante? E soprattutto, hanno un giardino piuttosto grande dove possiamo atterrare?

Io alzai un sopracciglio, dopo tutto perché dovevano venire con me? Ok, ero minorenne, ma perché non potevo andare da sola?

-Come vuoi, comunque sì, hanno un giardino enorme proprio dietro casa e penso che il vostro jet c' entrerà perfettamente anche se non l' ho mai visto di persona e pultroppo no, mio cugino e sua moglie non lo sanno affatto, così come non lo sanno neppure i loro due figli di nove e cinque anni, mentre la più grande sì, visto che é a sua volta una mutante e prime che tu me lo possa chiedere: No, i suoi genitori non ne sanno niente, io l' ho scoperto un paio di anni fa e sono stata io a farle capire che doveva rimanere in silenzio perché dirlo ai suoi genitori poteva essere troppo rischioso.- Dopo aver detto ciò vidi mio padre farsi assai pensieroso e quindi guardare Kurt-chan e quindi senza dovergli leggere nel pensiero compresi quel che stava pensando, quello che lo preoccupava.

-Basterà coprire Kurt-chan con qualcosa che lo copra interamente e dire che non può mostrarsi alla luce, che ne so, inventiamoci che é totalmente albino e che quindi non può avere contatti con la luce del Sole o cose simili, basterà che lui nasconda per bene la coda, ok, Kurt-chan?- Alla fine mi girai verso Kurt-chan e lui mi sorrise, prendendomi una mano e allungando la coda in modo tale da passermela intorno alla vita e appoggira la sua punta sulle mie gambe.

-Ok, Tomoko.

-Rotelle, io come mai dovrei venire?- Intrvenne, prontamente Wolverine.

-Perché non mi fido a mandarla da sola, ho paura che chi l' abbia costretta a scappare riattaccherà e voglio che lei sia protetta in tal caso, ergo, non voglio che le succeda niente, comunque, adesso potete benissimo andare a prepararvi, nel tardo pomeriggio di oggi si partirà e tu, Tomoko, prima di tutto ritelefona a tuo cugino o alla tua cugina di secondo grado e informali che non sandrai da sola e che verremo stasera.- A quelle parole annuii e mentre Kurt-chan e Wolverine uscivano dalla stanza io prendevo in mano la cornetta e telefonavo ai miei parenti in Italia, dopo tutto dal giorno dopo sarebbero cominciate le vacanze di Natale e quindi non avrei avuto problemi con la scuola.

 

Angolo autrice:

Tanto per la conaca: Nanako si riverà essere copiata da un personaggio realmente esiste di un anime, almeno per quanto riguarda il potere principale (e per ora non ne ha sviluppati altri) e il suo aspetto fisico.

Mai visto “Elfen Lied”? Se non l' avete visto ve lo consiglio caldamente, anche se dovrete armarmi di fazzoletti prima di guardarvelo e dovete essere di stomaco piuttosto forte.

Comunque, temo di avervi spoilerato un po' troppo, quindi, chiudo qua ^^

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Capitolo 8
*** Roma ***


Roma.

 

-Ok, é ufficiale: Facciamo concorrenza all' Area 51 e alla NASA.- Costatai mettendomi a sedere in uno dei posti per i passeggieri -più precisamente accanto a Kurt-chan-, mentre il sensei si sedeva con noi dopo aver sistemato i nostri bagagli ai loro posti e mentre mio padre si accingeva a mettere in moto il Blackbird e quindi a partire.

-Tomoko, lascia che io entri nella tua mente, é l' unico modo che abbiamo perché io sappia dove dirigermi una volta giunti a Roma.

Io sospirai, presi la mano di Kurt-chan che teneva nascosta sotto il lungo e strano vestito che lo copriva interamente -probabilmente un estraneo avrebbe pensato che quell' uomo fosse in realtà una donna musulmana con addosso un burqa o qualcosa di simile- e quindi lasciai che mio padre vagasse dentro la mia mente per poter scoprire dove viveva mio cugino assieme alla sua famiglia.

-Quanto manca, Rotelle?- Chiese il sensei dopo diverso tempo, ma non riuscì ad ottenere nessun tipo di risposta da mio padre in quanto quell' uomo si stava appena accingendo a parcheggiare il Blackbird in un immenso giardino comunicante con un modesto bosco. E quindi, ci affrettammo a scendere tutti quanti mentre prendevamo una borsa a testa e i bagagli più presanti li portava proprio il sensei.

Una volta a terra ci trovammo in un giardino enorme ed io osservai compiaciuta le espressioni meravigliate di Wolverine e di Kurt-chan.

-Sembra quasi la tenuta della scuola!- Osservò Kurt-chan anche se poi improvvisamente si zittì in quanto ci ritrovammo davanti tre persone appena uscite dalla porta del retro della villa che si trovava proprio in quel giardino.

Due di esse erano adulte, poco più che trent' enni e dai tratti tipicamente giapponesi, mentre l' altra era una ragazzina sui tredici anni dai lunghi capelli rossi, gli occhi verdi e un cappello di lana a coprirle la testa.

-Tomoko! Da quanto tempo! Oh, che bell' elicottero! Da dove viene fuori?- Sentendo la mia cugina di secondo grado domandarmi ciò mi voltai verso il jet e rimasi spiazzata, ricordandomi che avrei dovuto pensare a un modo per spiegare a loro tale arnese, ma comunque adesso il mio dubbio numero uno era come mai quella ragazzina vedesse un elicottero e non il Blackbird, però, nel preciso momento in cui mi girai e vidi mio padre sorridermi e parlarmi telepaticamente compresi tutto quanto.

Sono sotto il mio controllo mentale e non solo loro tre, ma anche gli altri tuoi due cugini di secondo grado che sono dentro casa e pure tutte le altre persone che sono dentro assieme a loro due, fidati, é meglio se non vedono il jet ma vedono semplicemente un elicottero.” Io annuii e quindi venni preceduta d amio padre nella risposta riferita alla piccola Nana.

-L' elicottero é mio, sai, avere molti soldi ha i suoi vantaggi... tu devi essere Nanako, vero?

-Sì, sono io, lei é...?

Solo in quel momento mi accorsi dell' accento molto forte di Nanako nel parlare in inglese e quindi sorrisi appena, mentre Kurt-chan e il sensei mi si avvicinavano.

-Charles Xavier, piacere. Lei dev' essere il cugino di Tomoko, vero? Mentre lei é la moglie, giusto?- E quindi mio padre strinse le mani ai presenti per poi girarsi leggermente verso di noi e lasciare che io presentassi gli altri due.

-Lui é Logan-sensei e lui é Kurt-chan, scusate se si é coperto in questo modo ma temo che non possa fare altrimenti, visto che soffre di una strana allergia che non so descrivere neppure io... ah, l' allergia lo impossibilita pure ad avere contatti fisici con le altre persone, ecco perché non dovete stupirvi se non vi può stringere la mana.- Alla conclusione della frase mi sorpresi di me stessa per essermi inventata tutto così, su due piedi, senza neppure ragionarci su, ma pultroppo Logan-sensei se ne uscì con una frase delle sue e ciò rovinò il mio entusiasmo per la aver scoperto di possedere una grandissima dote d' improvvisazione.

-Io non credo che Kurt non possa avere tutti questi contatti, sai?

-Crepa, sensei...- Però, per fortuna, proprio in quel momento mio cugino c' invitò a entrare dentro casa, ma mentre camminavamo si lasciò passare una delle tre valigie che aveva fra le mani Logan-sensei.

-Ah, più che altro questa é una riunione di famiglia, quindi non preoccuparti se alcuni parenti neppure li riconosci, lo sai che ogni tanto ne facciamo una o due... ah, tu sai perché tua madre é introvabile?

Io mi bloccai e abbassai lo sguardo, per poi essere affiancata da Kurt-chan che mi passò un braccio coperto lungo la vita, mentre mio padre mi guardò senza dire una parola e il sensei si accendeva l' ennesimo sigaro, quindi, alla fine dopo aver sospirato e alzato gli occhi al cielo mi decisi: Dovevano saperlo.

-Ormai é giunto il momento. Dovete sapere tutto quanto.- A quelle parole il sensei mi guardò e alzò un sopracciglio, mentre mio padre si limitò a un telepatico “Sei sicura di quel che fai?” e dopo aver annuito e guardato Kurt-chan, il quale sembrava quasi impaurito, avergli sorriso e averlo rassicurato con una semplice mano sulla spalla mi avviai sin dentro la villa di mio cugino, il tutto mentre Nanako scuoteva la testa probabilmente preoccupata a sua volta.

-Vi spiegherò tutto quando molti dei nostri parenti se ne saranno andati via.

-I nostri nonni, i nostri zii e i miei genitori resteranno per qualche giorno, davanti a loro puoi parlarne di questa cosa?- Mi domandò mio cugino per poi vedermi annuire e varcare il portone d' ingresso senza dire una sola parola in più del dovuto.

Una volta dentro casa andai a salutare un po' di gente e mi ritrovai costretta il più dlele volte a tradurre molti discorsi al sensei, a mio padre e a Kurt-chan, visto che i miei parenti venivano praticamente da ogni parte del mondo e le persone cresciute quasi interamente in Giappone erano ben poco, quindi mi ritrovai a parlare in diverse lingue, dal giapponese all' arabo, o dal cinese al russo, insomma, parlai in quasi tutte le lingue possibili e inimmaginabili, mentre la moglie di mio cugino, Nanako e mio cugino sistemavano le valigie mie, di mio padre, di Wolverine e di Kurt-chan in tre stanze differenti, visto che io non mi ero fatta scrupoli a dire a mio cugino della relazione fra me e il tedesco, il tutto mentre io continuavo a parlare con i miei vari parenti e spiegavo un po' a tutti il fatto che Kurt-chan non potesse avere contatti umani di nessun genere.

Dopo di ché andammo a cenare e solo allora mi accorsi degli sguardo omicida che i miei nonni riservavano a mio padre e che pure i miei zii riservavano per lui, probabilmente lo avevano riconosciuto.

Comunque, alla fine ci sedemmo a tavola, alla mia sinistra Kurt-chan, alla mia destra mio padre, accanto al primo il sensei e a capotavola c' erano rispettivamente il padrone -cioé mio cugino- di casa e mio nonno e via discorrendo, praticamente in totale non sapevo neppure in quanti eravamo.

Mentre mangiavo la mia porzione di sushi assieme a delll' insalata di cavolo bianco mi accorsi che davvero alcuni dei miei parenti neppure me li ricordavo, dopo tutto avevo quattro zii, di cui il più anziano aveva nove figli, un altro ne aveva sette, un altro cinque e un' altra tre e questi miei cugini erano tutti sposati tranne tre, dei quali uno aveva comunque un figlio di un anno pur convivendo e basta con la madre del bambino, senza contare i tre prozii con rispettivi mariti e mogli -tranne uno che era vedovo da non sapevo quanti anni- e così via.

-Tomoko, come mai tua madre é pressoché introvabile?- Sentendo lo zio Haruki chiedermi ciò mi pulii le labbra e quindi appoggiai il cucchiaio sul tavolino, abbassai lo sguardo, strinsi i pugni senza farmi vedere e sentii mio padre posarmi una mano sulla spalla e Kurt-chan accarezzarmi dolcemente un braccio senza farsi vedere

-Te lo spiegherò dopo cena, quando saremo rimasti solo io, quelli che sono con me, coloro che vivono in questa casa, tu, gli altri miei zii e i nonni.- Conclusi per poi tornare a mangiare sotto lo sguardo incuriosito di un po' tutti i presenti.

Alla fine della cena molta gente cominciò a salutare e ad andarsene, insomma, alla fine restammo piuttosto in pochi e il sensei si accese uno dei suoi tanti sigari mentre la moglie di mio cugino spalancava le tre finestre che davano sul giardino.

-Allora Tomoko? Di che cosa volevi parlarci?

Io mi sedetti sul divano situato nella stanza dove ci trovavamo in quel preciso istante -cioé nel soggiorno- e quindi guardai i presenti, passando lo sguardo prima sui miei zii, poi sui miei nonni, poi su mio cugino e sua moglie e poi sui miei tre cugini di secondo grado.

-Beh, inziamo dicendo che immagino che voi, nonni, e voi, zii, abbiate già riconosciuto chi sia quest' uomo...- E quindi indicai mio padre.

-Charles Xavier, giusto? Il codardo che ha lasciato nostra sorella dopo due anni dalla tua nascita, giusto Tomoko?- A sentir pronunciare quelle parole da mia zia io scossi violentemente la testa, per poi guardare mio padre che si trovava poco più in là del divano dove mi ero seduta con accanto a me Kurt-chan e il sensei in piedi intendo a fumare e con la schiena appoggiata contro un muro.

-No, o meglio, non proprio. Non é stato lui a lasciare mia madre, ma il contrario. Sì, é stata mia madre a lasciare lui e quindi a portarmi via con sé.

-E tu che ne sai? Te l' ha raccontata lui questa versione die fatti? E tu gli hai persino creduto? Non ti credevo così ingenua, piccola mia...- Era stato mio nonno a parlare e a quel punto Nanako si mise in mezzo alla conversazione, comprendendo come mai io fossi così sicura di ciò che dicevo.

-Non le ha mentito, non potrebbe mai farlo ed é proprio questo che dovete sapere.

-Cioé? Come mai non può mentirti in nessun modo, Tomoko?

Io sospirai e guardai Kurt-chan.

-Kaito, pensaci un attimo, negli ultimi due anni non ti sei mai domandato come mai tua figlia abbia cominciato a coprirsi perennemente la testa? E poi, prima ti ho detto della relazione fra me e Kurt-chan, mi spieghi come si può parlare di vera e propria relazione se uno dei due non può avere nessun tipo di contatto con gli altri esseri umani?- A tali parole vidi il volto di mio cugino farsi pensieroso, mentre mia nonna prendeva la parola.

-Vuoi spiegarci che cosa intendi dire?

-Che io non faccio parte della razza “homo sapiens”, nonna. Ah, non ne fanno parte neppure il sensei, mio padre, Kurt-chan e la figlia Nanako del qui presente mio cugino ah sì, e che mia madre é morta.

 

Angolo autrice:

Sto peggiorando capitolo dopo capitolo... Kami, era tutto meno assurdo all' inizio...

Comunque, Nanako fisicamente é Lucy di “Elfen Lied” versione infantile, quella col cappellino di lana e compagnia bella, adesso vi posto l' immagine che facciamo prima xD

 

Lucy é la bambina col cappello ^_^

In tutit i casi, al prossimo capitolo ^_^

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Capitolo 9
*** Incubi ***


Incubi.

 

-CHE COSA!?- Urlarono all' uninsono i miei nonni assieme a mio cugino, a sua moglie e ai miei zii maschi, visto che mia zia rimase in un silenzio veramente strano e che mi meravigliò, almeno finché con la mia telepatia non sondai la sua mente usando un certo sforzo sia fisico che mentale e scoprendo che lei sapeva, sapeva tutto quanto alla natura mutante mia e dia mia madre.

Vidi molti dei suoi ricordi ricollegati a quando mia madre le disse tutto quanto e le fece addirittura vedere i propri poteri in azione, ma stranamente mia madre non mi disse mai niente, pur parlando a mia zia di me, dei miei poteri.

-Oh, Susanoo-sama* fulminami seduta stante! Zia Hana, perché non me l' hai mai detto che tu sapevi!?- Le ringhiai contro, anche se lo sforzo che avevo appena fatto era sttao davvero notevole e quindi improvvisamente sentii un forte mal di testa e mi toccò appoggiare la mia testa sulla spalla di Kurt-chan.

-Tua madre non voleva che tu ne fossi a conoscienza... aveva paura che tu dopo mi temessi, sai, magari non ti saresti fidata di una persona che non ha i tuoi poteri e che era a conoscienza del tuo segreto, ma comunque che cos' hai? Stai bene?

-Sì, sta benissimo, é solo un po' stanca, dopo tutto non è mai stata aiutata da nessuno a imparare a gestire la sua telepatia. Tomoko, hai usato quella per scoprire che tua zia sapeva dei tuoi poteri da mutante, vero?- Fu mio padre a rispondere al mio posto e a domandarmi ciò, ricevendo dalla sottoscritta solo un leggero cenno del capo che voleva assomigliare a un “sì”.

Proprio in quel momento sentii i miei nonni piangere e vidi gli altri miei zii stringere i pugni, si vedeva che erano piuttosto tristi e la più calma era proprio mia zia, mentre la meno triste sembrava essere la mia cuginetta di secondo grado, la quale non aveva mai avuto un grandissimo rapporto con mia madre e sapeva pure della mia condizione, visto che era proprio come me, ma proprio in quel momento vidi mio cugino e sua moglie prendere Nanako per le spalle e guadarla dritta negli occhi.

-Perché non ce l' hai detto subito!? E tu...- e quindi mio cugino si rivolse a me -tu perché hai voluto tenercelo nascosto?

-Vostra figlia aveva paura della vostra reazione e io ho solamente rispettato il suo volore e comunque non potete pensare che non avreste fatto come lei se foste stati al suo posto, non vi pare? Praticamente tutto il mondo ti odia, chi vorrebbe rinchiuderti a vita, chi curarti e chi ucciderti, alla fine temi persino i tuoi stessi genitori... dopo tutto vostra figlia aveva undici anni quando le é venuto fuori il suo potere mutante, quanto ha cominciato a indossare quel capello. Ah Nanako, adesso il capello te lo puoi pure togliere, non é più necessario coprirle.

Nanako si tolse il capello nero di lana e tutti gli umani presenti in quella stanza rimasero ad osservare le due corna che la ragazzina aveva in testa e subito dopo la mia cuginetta di secondo grado poggiò il proprio capello sulle mie gambe utilizzando il suo potere e tutti quanti rimasero a fissarla meravigliati, mentre mi cugino, sua moglie, i miei nonni e i miei zii -mia zia un po' meno- erano pure shockati da ciò.

-Telecinesi? Eppure Jean non ha quelle strane corna in testa...- Osservò Logan-sensei riferendosi a quella specie di dottoressa che avevo conosciuto qualche giorno prima in quanto era una mia insegnante e anche perché cadendo da un albero avevo perso i sensi ed ero stata portata prontamente in infermeria dove c' era proprio lei.

Proprio in quel momento entrarono in salotto pure i due bambini pià piccoli entrambi figli di mio cugino, rispettivamente Akira di cinque anni e Murai di sette.

-State ancora parlando? Nee-san** ma che cos' hai sulla testa? Perché non indossi più il tuo solito cappello?- Chiese prontamente Murai, per poi non aggiungere altro in quanto io alzai una mano come per dirgli di fare silenzio e lui ubbidì immediatamente.

-Adesso spiego tutto quanto pure a voi due, non temere Murai-chan. Vostra sorella é una mutante, io sono una mutante e pure le persone che sono venute assieme a me lo sono. Ah, questo lo dico a tutti quanti voi, quello che vedete fuori in realtà non é un semplice elicottero. Papà, vuoi mostrargli la verità, oppure devono rimanere ancora sotto l' effetto dell' illusione a lungo?- Mio padre neppure mi rispose, ma quando Murai andò ad aprire l' enorme porta finestra che dava sul giardino della villa e strabuzzò gli occhi così come tutti gli altri allora compresi che finalmente vedevano pure loro il Blackbird.

-Nee-san***, lavori nell' Aria 51, per caso?*- Chiese Akira, guardandoci tutti con tranquillità e rivolgendosi a me.

-Adesso ci mancherebbe qualche mutante dall' aspetto non umano e siamo a posto, Tomoko!- Ironizzò leggermente irritata mia nonna, per poi farmi ridere di gusto e farmi prendere la decisione di far vedere ai presenti l' aspetto fisico di Kurt-chan.

-Guarda che non hai mica esagerato con la tua battuta, nonna, secondo te perché Kurt-chan si copre? Per bellezza? Ah, ricordati che te l' avevo già detto che no, non ha nessun tipo di allergia. Amore, togliti il vestito.

Quando il mio fidanzato mostrò finalmente il suo vero aspetto a tutti quanti molti di loro, Nanako compresa, per poco non svennero.

-Non preoccupatevi, Kurt-chan é un vero e proprio angelo, anche se il suo aspetto può ingannare... lo so che la prima impressione può essere quella di avere davanti un demone,- e quindi presi Kurt-chan per mano e cercai di tranquillizzarlo, non volevo apparirgli scortese, dopo tutto quelli erano solamente i fatti -ma non é affatto così, lui é la persona più buona che io abia mai incontrato sin' ora, ve lo posso assicurare.

-Tomoko, temo di avere il diabete, sai? I tuoi discorsi giungono all' apice delle cose più smielate che io ricordi di aver visto in tutta la mia vita.- Ironizzò il sensei, facendomi sospirare affranta, mentre gli altri si tranquillizzavano e il padrone di casa mi sorrideva.

-Capisco. Beh, in 17 anni non hai mai fatto del male a nessuno e per nostra figlia vale lo stesso, quindi perché dovremmo temervi? Certo, non siete come noi -soprattutto il tuo ragazzo se me lo permetti, Tomoko-, ma non siete neppure cattivi e soprattutto Nanako é nostra figlia e tu per me sei quasi una sorta sorella, quindi per quanto mi riguarda non c' é nessun problema se tu sei una mutante, se lo é pure mia figlia e la gente che ti sei portata dietro, comunque, lavorate davvero per l' Aria 51? Sapete, quel jet là fuori lo farebbe davvero pensare...

Io sorrisi e mi alzai, ridando il capello di Nanako alla sua legittima proprietaria e guardando tutti i presenti con aria piuttosto assorta.

-No, non facciamo parte dell' Area 51, anche se quel tipo di jet é stato usato pure dalla N.A.S.A.**** per diversi anni, comunque, se per voi non é un problema io avrei sonno, che ne dite?- I presenti annuirono e tutti si diressero verso le proprie camere, anche se io fermai mia zia appena in tempo e le parlai.

-Sapevi altro su mia madre? Oltre che era una mutante, intendo...- Nel pronunciare tali parole mi resi finalmente conto che tutti loro erano sttai più colpiti dla fatto di avere dei parenti mutanti che dalla morte di mia madre, ma alla fine non ci diedi tanto peso e me ne fregai.

-Mi aveva solo detto che per ottenere un po' più di soldi faceva delle cose non molto legali, anche se non soi bene che cosa... comunque, buona notte e mi raccomando: Non rimanere incinta prima del tempo!- Mi avvertii, per poi andarsene e lasciarmi da sola in salotto assieme a mio padre, il sensei e Kurt-chan.

-Io vado a letto, 'notte- Quello era il sensei.

-Vi lascio da soli, buona notte a tutti e due.- Questo invece era mio padre e quindi, alla fine toccò a me e a Kurt-chan andare nella nostra camera e dopo essermi messa il pigiama cambiandomi in bagno e aver aspettato che pure l' altro facesse lo stesso mi infilai sotto le lenzuola assieme a Kurt-chan.

-Gute Nacht, meine liebe******.- Mi sussurrò dolcemente Kurt-chan, mentre io appoggiavo la testa contro la sua spalla sinistra e lui mi accarezzava i capelli per poi farmi cadere vittima nel dolce abbraccio di Morfeo.

 

-Sgualdrina! Sei solo una ragazzina senza cervello!- Mi urlò contro il mio protettore per poi tirarmi uno schiaffo in piena guancia e farmi quasi gemere dal dolore, dopo tutto con lui non potevo affatto usare le maniere forti, dovevo sottometermi al suo volere in ogni caso se volevo avere un futuro almeno in parte sereno.

-Non posso partorire, dare il bambino via e poi ritornare nel giro?- Chiesi per poi vedere mia madre entrare nella stanza e guardarci entrambi come se non capisse che cosa stesse succedendo.

-Tua figlia é rimasta incinta e a quanto pare non può più abortire avendo superatoil limite di tempo. E' fuori dal giro, per quanto mi riguarda.- Concluse quell' uomo e quindi uscì velocemente dalla stanza, lasciandomi da sola con mia madre, la quale mi si avvicinò e mi abbracciò.

-Dovevi dirmelo quando ancora potevi abortire, lo sai, vero, che era la tua posisbilità per rimanere nel giro? Quell' uomo ci ha dato una grandissima opportunità e visti i rapporti sessuali che abbiamo e la tua minore età* si é preso pure una grandisisma responsabilità, sai anche questo, vero?- Io dopo ciò rimasi in assoluto silenzio e quando mia madre si fu allontanata me e fu fuori dalla stanza mi decisi ad uscire pure io, ma dalla finestra, peccato che mentre saltavo da neppure tre metri persi l' equilibrio e caddi di pancia.

L' ultima cosa che vidi fu tanto sangue intorno a me e poi il buio.

 

-Tomoko, stai bene!?- Ero seduta sul letto in un bagno di sudore e Kurt-chan mi stava stringendo a sé nel tentativo di calmarmi, peccato che il mio cuore battezze all' impazzata.

-E' stato solo un incubo, piccola... solo un incubo...

-No! Non é stato solo uno stramaledettissimo incubo! Avevo 15 anni, ero incinta e ho abortito contro la mia stessa volontà, ma é stata lo stesso colpa mia! Era prostituta non dovremme mai rimanere incinta! Ecco... l' ho detto... prima di scappare di casa ero una prostituta.- Rendendomi conto di tutto ciò mi misi a piangere sonoramente, mentre Kurt-chan mi stringeva fra le sue braccia e mi accarezzava dolcemente.

-E allora? Questo dovrebbe cambiare qualcosa nel nostro rapporto? Ricordati: Lo eri, adesso non più.- A quelle parole sorrisi commossa più che mai, per poi tornare a sdraiarmi e baciarlo asciugandomi lentamente le lacrime.

-Arigatò****** Kurt-chan.

 

Angolo autrice:

*Susanoo é il dio delle tempeste e della guerra secondo la religione shintoista e quel “sama“ mi sembra più che ovvio, visto che il sama é il massimo titolo onorifico ustao in Giappone e alle divinità ci si riferisce con tale titolo onorifico che ovviamente é impossibile da tradurre nella nostra lingua (anche se il “sama“ non é utilizzato solamente per parlare delle divinità).

**Nee-san= Sorella maggiore.

***I bambini giapponesi usano il termine di “sorellona“ o “fratellone“ anche con ragazzi più grandi di loro che non sono propriamente loro fratelli o sorelle maggiori.

****Il Lockheed SR-71 soprannominato “Blackbird“ fu sviluppato a “Groom Lake“ meglio nota come l' attuale Area 51 e detiene ancora il record come quello per la maggiore velocità mai raggiunta prima da un aereo, anche se ormai non é in più in servizio, visto che é stato utilizzato come ricognitore strategico statunitense dal 1966 al 1989 ed é del tutto identico a quello utilizzato dagli X-men.

*****“Buona notte, amore mio“ o almeno questo é ciò che mi dice il traduttore automatico di Google! XD

****** Arigatò= Grazie

Credo di aver appena scritto il capitolo con più note al mondo.. o.O

Ah sì, per chi se lo sta domandando: No, Tomoko non ha avuto una vita facile e se nel sogno non ho precisato come mai é caduta dalla finestra é solo perché essendo un sogno é logico che uno non si ricordi i dettagli così bene, probabilmente, però, verrà fuori tutto quanto, col tempo.

Comunque, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento ^_^

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Capitolo 10
*** Un attacco! ***


Un attacco!

 

Io e le altre donne di casa eravamo in cucina, quindi, oltre a me in quella stanza c' erano la moglie di mio cugino, loro figlia, mia zia e mia nonna.

-Tu e Kurt da quanto tempo state insieme?- Mi chiese mia nonna, anche se io sapevo molto bene che la mia risposta l' avrebbe lasciata alquanto sorpresa e forse quasi arrabbiata.

-Neppure due settimane.

-Che cosa!? E già dormite insieme!? Mi ricordi terribilmente tua madre... come ben sai anche lei é stata conuno statunitense ed io resto dell' idea che se tuo padre fosse stato un giapponese le cose non sarebbero andate a finire così.- Ma perché mia nonna se ne usciva sempre con queste frasi!? Senza contare che Kurt-chan non era neppure statunitense...

-Kut-chan é tedesco, non statunitense e poi comunque é un angelo, ok? Senza contare che mio pare é una bravissima persona, é stata tutta colpa di mia madre...

In quel momento mia zia mi diede un sonoro schiaffo

-Tua madre sì che era un angelo! Non provare mai più a parlar male di lei, Chiaro!?- o a quelle parole guardai mia zia con rabbia, per poi stringere le mani a pugno e per poi alzarmi di scatto dalla sedia dov' ero seduta pochi istanti prima.

-La vuoi sapere la verità!? Tutta la verità!? Mia madre non ha mai accettato la sua natura mutante e anche solo l' idea che mio padre potesse desiderare un mondo in cui l' homo sapiens e l' homo superior convivono in pace le faceva schifo, ecco perhcé mi ha portata via da lui quando avevo solo due anni! Ah, sai che cos' era quella cosa illegale che faceva per andare avanti!? Prostituzione! Sì, si prostituiva e dopo qualche anno ci sono entrata pure io in quel circolo schifoso! Ti ricordi quando non avevo neppure 15 anni ed ero finita all' ospedale e né io e né mia madre volemmo dire a nessuno come mai ero lì!? Aborto spontaneo! Avevo litigato col protettore mio e di mia madre, dopo tutto una prostituta non dovremme mai rimanere incinta, giusto!?- Ormai ero esplosa e alla fine cominciai a piangere senza neppure trattenermi, fregandomene di ciò che mi aveva insegnato mia madre, fregandomene di tutto il mondo che mi circondava.

Proprio in quel momento sentii due braccia forti stringermi a un petto caldo e amorevole che riconobbi immediatamente.

-Tomoko, che é successo?- Mi chiese la dolce e familiare voce di Kurt-chan, mentre io lentamente smettevo di piangere e lui mi asciugava alcune lacrime, per poi posarmi un leggero bacio sulla guancia sinistra.

-Niente d' importante...- E quindi mi allontanai dolcemente dal mio ragazzo però, in quel momento tutti gli altri ospiti della casa ci raggiunsero, tutti tranne il sensei e mio padre.

-Xavier e il tizio grosso con la barba che era con te- e quindi mio zio m' indicò -sono andati in giardino. Dicendo che é successo qualcosa e Xavier vuole che vengano pure Tomoko, Kurt e Nanako. Gli altri devono restare qua dentro.

A quelle parole corsi in camera mia, presi la katana, i kunai, gli shuriken e qualche fumogeno per poi correre fuori assieme agli altri due.

Appena fummo tutti e tre fuori improvvisamente mi sentii come se fossi bloccata, o meglio, come se la mia katana e le altre mie armi di metallo lo fossero...

-Che diavolo sta succedendo!?- Chiesi molto allarmata, liberandomi dalle mie armi e continuando ad avanzare, visto che avevo intravisto mio padre, il sensei e altri tre sconosciuti poco lontani da dov' eravamo noi tre.

-Erik, che cosa vuoi?

-Una mutante che tu stai difendendo. Charles.- Gli rispose un uomo che doveva avere su per giù l' età di mio padre e che portava uno strano elmetto in testa, quindi, il suo sguardo si posò su Nanako, su Kurt e poi su di me, mentre le due persone che erano con lui fecero lo stesso.

-Magneto, é lei, me la ricordo benissimo, é la stessa ragazza con cui ho provato ad approcciare e la stessa ragazza di cui poi ho incendiato la casa e il resto, beh, più o meno lo sai pure tu.

Quelle parole mi colpirono come una pugnalata al petto.

Era stato lui, quello stramaledetto ragazzo che solo adesso avevo riconosciuto e che qualche tempo fa sembrava aver cercato di rimorchiarmi, ma che in realtà aveva fatto tutto quanto solo per scoprire dove abitavo e per poter passare inosservato!

-Io... io ti... ti...

-Tu non farai proprio niente, ragazzina. Beh, guardati intorno, posso colpirli quando voglio e Wolverine é perennemente in mano mia visto che il suo scheletro é interamente rivestito d' adamantio, come la mettiamo ora? Oh, i tuoi amici uccisi con le tue stesse armi...- A quelle parole mi guardai intorno con gli occhi ormai sul punto di versare nuove lacrime, ma mi trattenni anche se la scena che avevo di fronte mi avrebbe dovuta mandare nel panico più totale.

Mio padre, Nanako e Kurt avevano tutti un kunai puntato alla gola, uno sopra la testa e uno dietro di essa.

Solo a quel punto ricollegai il suo soprannome di “Magneto“ al suo potere mutante!

Lui controllava il magnetismo!

Tentai di usare la mia telepatia su di lui ma niente, infatti, lui alla fine mi guardò assai divertito.

-Hai tentato di usare la tua telepatia, vero? Beh, sappi che del tutto inutile, questo casco mi protegge da tutti gli attacchi telepatici al mondo. Sai, aver lavorato con Charles alla fine dà i suoi frutti...

-Hai lavorato con mio padre? Quando?- Chiesi, tentando di rimanere impassibile e comunicando telepaticamente con Nanako.

Se quel casco gli serviva per proteggersi dagli attacchi telepatici allora forse potevo mettere in atto un mezzo piano, l' unico problema era che non sapevo se il ragazzo dalla parte di Magneto poteva usare solo la pirocinesi e quali fossero i poteri della donna che aveva lo stesso colore di pelle di Kurt-chan e che andava in giro completamente nuda e in più era pure squamosa.

A quel punto mio padre entrò in contatto telepatico con me ed io lo lasciai fare.

Mi comunicò i poteri della donna.

Poteva mutare aspetto a proprio piacimento e questo poteva risultarci assai sconveniente... eppure qualcosa in mente l' avevo lo stesso, avevo già in mente un piano.

Papà, ho un piano e spero vivamente che funzionerà... o almeno dovrebbe funzionare, comunque, lascia tutto quanto in mano mia, fidati.“ Dopo avergli comunicato ciò entrai in contatto telepatico con Kurt-chan e gli comunicai che cosa doveva fare, quindi, la mia attenzione tornò di nuovo su Magneto.

-Quindi tu saresti pure sua figlia? Ah già! La figlia di Sakura Nakamura, adesso ricordo!

Io rimasi in silenzio e proprio in quel momento Kurt-chan si teletrasportò davanti a mio padre, portandolo via da lì e salvandolo, visto che usò di nuovo il teletrasporto, quindi, Nanako si liberò delle armi che la stavano minacciando tagliandole in due senza troppi problemi, poi, in un lampo eseguì un salto di circa tre metri e poi di uno in avanti, ritrovandosi su un ramo di un albero piuttosto grande e robusto.

A dire il vero io sapevo che quello non era stato un salto vero e proprio, ma si era abilmente aiutata con le sue braccia invisibili.

A quel punto Kurt-chan si teletrasportò dietro a Magneto e lo bloccò, ma proprio in quel momento il ragazzo che era con quel bastardo e che aveva incendiato casa mia lanciò del fuoco contro Kurt-chan, dandogli fuoco, ma non avendo comunque il tempo di correre da lui e dargli fuoco di persona, infatti, io poggiai le mani per terra e creai un terremoto, sperando che Kurt-chan non fosse poi così gravemente ustionato come temevo.

In un batter d' occhio l' inceneritore di case, Kurt-chan e Magneto furono a terra e Nanako poté correre ad una velocità supersonica sino a raggiungere Magneto e distruggergli il casco tramite le sue braccia invisibili.

Io mi ripresi dalla scossa che avevo causato e dopo essermi rialzata -Nanako essendo sopra un albero ne aveva risentito meno in quanto l' lbero non era affatto caduto- sorrisi divertita guardando Magneto che si stava rimettendo in piedi.

In quel momento vidi un altro sensei avvicinarsi a me, era identico a quello che si trovava a pochi metri da me e che adesos poteva camminare libero perché Magneto aveva perso la concentrazione.

-Calma, stai calma, sono io.

Sentendo quelle parole mi misi subito sulla difensiva e osservai Logan-sensei con molta attenzione, dopo tutto quella donna blu per tutta la durata dello scontor non l' avevo più vista e a quanto pareva s' eera nascosta nel bosco vicino alla casa di mio cucino e pultroppo se riusciva a copiare in tutto e per tutto qualcuno voleva dire che poteva copiare pure l' odore.

Poteva benisismo essere quella donna blu, dopo tutto mio padre mi aveva detto che poteva cambiare aspetto a suo piacimento e poteva copiare tutto quanto, la voce, le orme digitali, tutto quanto... eppure, le emozioni e i ricordi no, questo non lo poteva proprio copiare.

-Tomoko, non darle ragione! Lei é Mystica!- Anche questa poteva essere benissimo una trappola, quindi, alla fine guardai il sensei che era di fronte a me e presi la mia decisione.

Dovevo metterlo alla prova in tutti i modi.

 

Angolo autrice:

Boh, non ho niente da dire, se non che questo capitlo fa letteralmente schifo, ma questo ormai lo sapete, no? XD Va be', lasciò la parola a voi xD

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Capitolo 11
*** La loro fuga e un primo soccorso per Kurt ***


La loro fuga e un primo soccorso per Nightcrawler.

 

-Dimmi, sensei, dove ci siamo incontrati per la prima volta io e te?

-A scuola, mi sembra ovvio.- Io a quelle parole sorrisi sarcastica, capendo che non avevo affatto a che fare col vero sensei.

-Risposta sbagliata.

In un lampo attaccai il finto sensei e gli sferrai un calcio, ma lui estrasse gli artigli e mi ferì lungo il braccio destro, quindi io col sinistro lo incendiai e poi creai un coltello di terra, ormai ero pronta per colpirlo quando la donna blu tornò col suo aspetto orignale e in qualche modo spense le fiamme rotolandosi per terra, per poi rialzarsi prontamente e correre da Magneto e dal ragazzo -quindi cadde fra le braccia del primo, visto che comunque era ricopera di lievi bruciature un po' ovunque- e nel frattempo Nanako aveva portato Kurt-chan vicino a mio padre e il vero sensei stava controllando le sue condizioni.

-Se il vostro primo incontro non é stato a scuola quand' é stato?- Chiese la donna, ricevendo da me un semplice sorriso sarcastico e divertito.

-In Giappone, diversi anni fa. Kurt-chan come sta?- Domandai, alla fine, rivoolgendomi a Wolverine.

-Non é affatto grave, ha solo bisogno di qualche cura, ma niente di ché, per quanto riguarda voi tre, invece...- Iniziò a dire il sensei, indirizzandozi verso i nostri nemici, ma proprio in quel momento Magneto e gli altri due batterono in ritirata probabilmente per mancanza di forze, soprattutto visto che la donna con la pelle blu era stata portata via da Magneto stesso, visto che faticava a correre per conto suo.

-Tornerò e ti assicuro che prima o poi sarai in mano mia, Tomoko.- Concluse Magneto, per poi sparire assieme agli altri due.

A quel punto io corsi da Kurt-chan e sospirai felicemente.

Stava riprendendo i sensei che aveva perso poco prima.

-Nanako, torna dentro e avverti gli altri di dover preparare il primo soccorso per delle ustioni, dopo tutto non possiamo portarlo all' ospedale, si vede lontano un miglio che é un mutante...- Ammisi tristemente sconsolata da ciò, mentre la mia cuginetta di secondo grado annuiva e correva dentro casa senza neppure badare al Blackbird, il tutto mentre il sensei rimetteva mio padre sulla sua sedia a retelle e poi prendeva Kurt-chan in braccio.

-Tomoko, il tuo piano non era affatto male... se non fosse per la mancanza di uomini e per il fatto che comunque Nanako non é mai stata addestrata a fare una cosa simile probabilmente saremmo stati in grado di batterli del tutto prima della loro ritirata strategica. Ricordami che appena torniamo a casa devo parlarti.

Io annuii -raccattando da terra le mie armi- e una volta dentro casa i miei parenti corsero verso di me e mio cugino si piazzò dinanzi alla sotto scritta senza fare troppi complimenti.

-Avete messo in pericolo mia figlia, te ne rendi conto, Tomoko?

Mio padre si mise accanto a me e guardò mio cugino con calma e con sicurezza.

-Senza sua figlia a quest' ora noi tutti saremmo morti, Magneto avrebbe rapito Tomoko, ma prima si sarebbe fermato a sterminare pure voi, lui odia la razza dell' homo sapiens. In realtà vedendo sua figlia combattere mi é venuta in mente una cosa: Sarebbe molto meglio per lei se venisse nella scuola che adesos frequenta pure Tomoko, lì sarà al sicuro, non dovrà portare quel cappello per coprire le sue corna perché in quella scuola siamo tutti mutanti e soprattutto potrà imparare a controllare al meglio i suoi poteri. Non si preoccupi, voi potrete venire a trovarla quando vorrete e se per voi fosse un problema andare da qui agli Stati Uniti potrei sempre mandare qualcuno a prendervi o comunque pagarvi io stesso il viaggio...

Mio cugino si girò verso sua moglie e verso Nanako.

-Io voglio solo che mia figlia sia al sicuro e che possa vivere una vita per lo meno decente e da ciò che ho capito in questa scuola sarà così, senza contare che Tomoko sarà con lei, giusto?- Io annuii in direzione della donna e poi guardai Nanako, la quale si avvicinò al padre e quindi anche a me.

-Nanako, la decisione é tua, io la rispetterò comunque, anche se, Xavier, se solo succedese qualcosa di spiacevole a mia figlia ti rovinerò la vita, intesi? Non me ne frega se sei il miglior telepate sulla Terra, ma te la rovinerò comunque.

-Ok, ci siami capiti a pieno, allora, Nanako?. Nanako tenennò un attimo prima di rispondere, ma alla fine sorrise e prese la sua decisione finale.

-A me va più che bene! Quando si parte?

-Almeno aspettiamo che Kurt-chan si sia ripreso. Ah, ce l' avete del disinfettante e qualche garza?- Chiesi, scoprendomi il braccio destro che avevo coperto con la manica e che ancora perdeva sangue, anche se io ero stata piuttosto brava a trattenere il dolore.

In quel momento Nanako si fece in quattro e mi disinfettò tutto quanto, per poi usare qualche garza per coprirmi le tre ferite che mi ero procurata con gli artigli del finto sensei.

-Potresti aiutare Jean-sensei in infermieria, visto che almeno col primo soccorso te la cavi piuttosto bene.- Ironizzai sorridendo a Nanako, la quale ricambiò subito il sorriso e si passò una mano fra i capelli.

-Se Charles-sama acconsentirà a ciò io sarò lieta di aiutare in infermieria.

-Scusate, ma perché usa il “sama“ nei miei confronti?- Chiese mio padre in tono assai perplesso e incuriosito.

-Perché ormai si reputa una studentessa del tuo istituto e tu sei il preside di quel luogo, ergo, nella scala gerarchica della scuola sei abbastanza in alto perché lei da studentessa qual' é debba potarti il rispetto massimo che si ha solamente nei confronti di chi é veramente importante, giusto, Nanako?- Concluse il sensei, sotto lo sguardo sbalordito di tutti quanti, mentre io speravo che Kurt-chan stesse riposando il meglio possibile.

-Beh, non stupitevi, il sensei ha passato diversi anni in Giappone, é per questo che é così ben informato sulla nostra cultura.- Dissi, tranquillizzando tutti quanti.

-Ah, mi sono accorto di una cosa: Nanako pur essendo vostra figlia non ha i tratti somatici tipici di una nipponica, mentre i due bambini più piccoli sì, come mai?- Chiese mio padre rivolto a mio cugino e a sua moglie, anche se fu sua moglie a rispondere.

-Vede, io e mio marito pensavamo di essere sterili visto che inizialmente non eravamo riusciti a fare figli, così abbiamo adottato Nanako, la quale ha origini europee, ma poi io sono rimasta incinta e quindi ho partorito due dei miei tre figli, anche se ovviamente noi due vogliamo bene a Nanako come se fosse anche lei una nostra figlia biologica.- Mio padre annuì e poi Akira mi si avvicinò.

-Nee-san, come mai prima c' é stata una violenta scosse?

-Già, vuoi sapete come mai prima c' é stato un forte terremoto?- Ci chiese a sua volta Murai, guardando noi che sino a quel momento eravamo statai fuori a combattere -tutti noi tranne Kurt-chan, ovviamente, visto che lui era a riposare- e quindi fui io a rispondere a entrambi i bambini.

-Vi ho già detto che noi siamo dei mutanti, giusto? Beh, io sono sia una telepate, sia una che controlla l' elemento terra e sono pure una pirocineta, infatti il terremoto sono stata costretta a provocarlo io stessa.- Conclusi, sorridendo a entrambi i bambini, per poi veder Murai farsi avanti e sorridere sornione.

-Voi nella scuola per caso usate dei soprannomi?

-Beh, alcuni lo fanno... anzi, quasi tutti... ma perché?- Chiesi, curiosa del perché il mio cuginetto di secondo grado mi avesse posto quella strana domanda.

-Perché potresti chiamarti Telegrofi!- A quelle parole tutti noi ci guardammo senza comprendere e quindi il piccolo si mise a precisare, spiegandoci da dove derivava questa sua idea.

-Tele = telepathy, gro = grund, fi = fire, che ne pensi?- A quel punto sorrisi e gli scompigliai i capelli, visto che finalmente avevo capito il senso di tutto ciò.

-Da questo momento sarò Telegrofi!- Dissi, alla fine, alzandomi sorridente.

-Vado a vedere come sta Kurt-chan.- Dissi, alla fine, per poi allontanarmi da tutta quella gente e dirigermi verso la stanza che usavamo per la notte.

 

Angolo autrice:

Vorrei avvertirvi, comunque, che Tomoko non é che improvvisamente si farò chiamare col nome in codice, anche perché in parte era per fare un piacere al bambino, ma comunque molto probabilmente in determinate occasioni lo userà.

In più, purtorppo non so bene Frau quanto aggiornerò, o meglio, alcuni capitoli li ho già scritti, ma improvvisamente sono andata a sbattere contro il blocco dello scrittore (scrittrice nel mio caso) e quindi temo di dovermi prendere almeno una piccola pausa, ma comunque vi posos giurare che porterà a termine questa storia! :)

Grazie mille a chi segue ancora la storia! :)

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Capitolo 12
*** Di nuovo a casa ***


Di nuovo a casa.

 

Ripartimmo dopo poche ore, visto che dovevamo far curare Kurt-chan da qualcuno di più esperto e mio padre aveva detto che alla scuola c' era un medico mutante molto esperto e che al contrario di Jean-sensei lui si occupava anche dei casi più gravi ed io non l' avevo ancora potuto incontrare.

Comunque, dopo aver salutato mio cugino e sua moglie, visto che i miei zii e i miei nonni erano tornati nelle loro rispettive case, tornai di nuovo sul jet assieme agli altri e con una persona in più, cioé, Nanako, mentre Wolverine aiutava Kurtchan a salire, visto che era fasciato in più punti per le varie bruciature e viste che ancora non riusciva a camminare normalmente.

Io portavo una valigia, Wolverine altre due, Nanako ne portava un' altra e mio padre un' altra ancora, in parole povere ci eravamo organizzati così perché Kurt-chan non poteva portare nessun tipo di peso e perché a mio padre gli si complicava abbastanza la vita a fargli portare più di una valigia.

Comunque, una volta sopra il jet io mi sedetti accanto a Kurt-chan, tutit noi ci mettemmo le cinture e sistemammo le valige ai loro posti, per poi prendere il volo con mio padre a pilotare il Blackbird.

-Tomoko, per caso ci sono die bei ragazzi a scuola?- Mi chiese Nnako, facendomi sorridere divertita, mentre con una mano accarezzavo dolcemente la mano di Kurt-chan.

-Non ne ho la più pallida idea, dopo tutto io non frequento i tuoi coetanei, ma quelli che hanno più o meno la mia età, a parte Kurt-chan che ha 21 anni- Risposi, mentre il sensei aveva cominciato tranquillamente a fumare ed io storcevo il naso assieme a Nanako.

-Capisco che a te non faccia male fumare o che comunque te ne fregi totalmente di ciò, ma non fumare al chiuso, potrei arrabbiarmi parecchio.

Logan-sensei sorrise divertito a questa mia provocazione fatta con freddezza mentre il mio sguardo era ancora posato su Kurt-chan.

-E quindi? Che cosa mai potresti farmi? La tua telepatia mica é così sviluppata e per il resto ti ricordo che le mie ossa sono ricperte interamente di adamianto e che ho un fattore di guarigione così veloce che neppure t' immagini.- Mi rispose, semplicemente, mentre atterravamo dolcemente nella nostra base e tutti noi prendevamo una valigia a testa, tranne Kurt-chan che doveva essere sorretto da Wolverine perché era ancora messo molto male e infatti parlava a fatica e tranne il sensei stesso che ne portava due e non una.

-Magari mia figlia non sarà una telepate molto esperta, ma se fumi ancora una volta dentro il jet rischi che poi sia io a farti avere una lezione.- Aggiunse in modo neutrale mio padre, facendomi sorridere appena, mentre scendevamo con calma dal jet.

Una volta scesi ci dirigemmo dentro l' edificio e quindi immediatamente andammo verso l' infermieria.

Una volta nella stanza in questione ci vedemmo arrivare Jean-sensei che ci saluto immediatamente, per poi correre verso Kurt-chan.

-Che é successo?- Chiese la sensei, aiutando Wolverine a distendere Kurt-chan sul lettino presente nella stanza.

-Non eravate in Italia dai parenti di Tomoko? Lei chi é?- Chiese, poi, indicando Nanako, mentre io appoggiavo la mia valigia per terra e mi avvicinavo al mio fidanzato.

-Lei é Nanako Nakamura, la mia cuginetta di secondo grado ed é venuta sin qua per restare. E' una mutante.- Conclusi, sedendomi su una sedia sistemata accando al letto dove si trovava Kurt-chan e prendendogli dolcemente una mano nelle mie.

In quel momento aveva perso i sensi.

-Ah, Jean-sensei, posso sapere se ci sono delle garze qua dentro?- Le chiesi, mostrandole il mio braccio e lei andò subito a prenderne alcune e quindi Nanako mi si avvicinò e sorridendo alla donna si mise lei stessa a cambiarmi la fasciatura.

-Vado a cercare Bestia? Non credo di poter aiutare Nightcrawler da sola...- Mio padre rispose di sì e quindi la sensei andò a cercare tale persona

Era tutta colpa mia... avrei dovuto ideare un piano differente, pensare a qualcos' altro, non sarei dovuta arrivare a metterlo in pericolo sino a quel punto.

Sospsirai e chiusi gli occhi, affranta, scuotendo lentamente la testa.

-Logan-sensei, puoi portare la mia valigia in camera mia? Tanto prima di qualche ora penso di non tornarci.- Ammisi, aprendo gli occhi e osservando Kurt-chan, mentre sentivo il sensei prendere la mia valigia e allontanarsi.

-Che gli é successo di preciso?- Una voce mi fece alzare lo sguardo e mi ritrovai davanti un uomo completamente blu, peloso e grosso.

Henry-san, probabilmente era lui, tanto ormai ero abituata a non stupirmi più per l' aspetto fisico di alcuni mutanti, dopo tutto se no a quel punto della situazione non mi sarei di certo innamorata di uno come Kurt-chan.

-Henry-san, giusto?

-Sì, sono io, ma puoi chiamarmi semplicemente Bestia, se preferisci, comunque, tu sei Tomoko, giusto? Comunque, posos sapere che cosa gli è successo?- Domandò, di nuovo, mentre io cercavo la forza di rispondergli, di spiegargli l' accaduto... proprio in quel momento Nanako si avvicinò a noi -passando accanti a Jean-sensei-, per poi guardare con calma Henry-san.

-Glielo spiego io, Henry-san, mia cugina non credo che sia dell' umore adatto per farlo. Kurt-san é stato bruciato in più punti, anche se nella mia casa in Italia lo abbiamo fasciato come meglio potevamo, per aiutarlo alla ben meglio.

Un paio di lacrime mi solcarono il viso e quindi sentii la mano di Nanako sulla mia spalla destra.

Sospirai affranta.

Era tutta colpa mia, come potevo essere stata più stupida di così?

-Come mai?- Chiese leggermente allarmata Jean-san, avvicinandosi a noi, mentre anche mio padre si avvicinava, per poi prendere la parola.

-A Roma siamo stati attaccati da Magneto, Mistica e Pyro e il risultato é questo.

-Se volete prendervela con qualcuno io sono qui, il piano era mio. Kurt-chan doveva tener fermo Magneto, ma il pirocineta lo ha attaccato.- Ammisi, alla fine, tentando di apparire calma, anche se la cosa mi risultava assai difficile.

-Tomoko, questo non é il momento adatto per commiserarsi, lasciamo Jean e Henry lavorare in pace.- Concluse mio padre, mentre io mi alzavo lasciando andare la mano di Kurt-chan e trattenendo sempre di più le lacrime, mentre senza salutare nessuno seguivo mio padre e Nanako fuori da quel posto.

Assieme a mio padre e a Nanko andammo verso l' ufficio del primo e una volta dentro Nanko appoggiò la sua valigia per terra ed io mi sedetti di fronte a mio padre, seguita a ruota dalla mia cuginetta di secondo grado.

-Tomoko, so benisismo che il momento che stai passando non é di sicuro il massimo, ma devo parlarti e devo parlare pure a te, Nanako.- Iniziò a dire mio padre, guardandoci entrambe, prima di continuare il suo discorso.

-Beh, prima di tutto immagino che tu debba ancora finire le medie e quindi ti sistemerò nella zona dei dormitori femminili per la tua fascia d' età, domattina ti presenterò all' intera scuola, intanto mia figlia potrebbe farti fare un giro del posto, in più, domattina alle 06:30 devi presentarti qua, così ti darò tutto l' occorrente per la scuola e tutte le lezioni che dovrai seguire.- Nella prima parte del discorso si rivolse solo a Nanako, ma poi spostò il suo sguardo su di me ed io non volli incontrare i suoi occhi, ero già troppo distrutta per conto mio.

-Mi chiedevo se tu volessi entrare negli X-men... sai, ho visto come ti sei fatta venire in mente così velocemente un piano del genere e sei piuttosto brava pure sul campo, insomma, ti vorrei in squadra.

Chiusi gli occhi e sospirai, senza capire.

Chi erano questi X-men di cui mi stava parlando mio padre?

-Cioé? Chi sono gli X-men?- Chiesi, alla fine, prima di prendere una decisione finale.

-Wolverine, Tempesta, Jean, Ciclope, Bestia, Kurt e da qualche giorno pure Rogue e Bobby... che ne dici?

Quindi era una specie di squadra di supereroi o cose simili... sorrisi forzatamente, senza pensarci, per poi prendere la mia decisione.

-Ok, va benissimo, adesso posso andare? Devo anccompaganre Nanako in camera sua? In quale stanza, per la precisione?

Mio padre mi diede una mappa della scuola e mi indicò la zona del dormitorio femminile per le ragazzine dell' età di Nanako e quindi mi disse di far scegliere alla ragazzina la stanza libera che preferiva, detto ciò entrambe ce ne andammo in silenzio.

 

Angolo autrice:

Ah boh... sto peggiorando, vero? Ed avrei pure dovuto aggiornare prima di ora... ma sapete, sono stata male e faccio teatro, inoltre vado ancora a scuola e sono rientrata in fissa con Harry Potter (mi sto leggendo tutti quanti i libri e ciò mi prende diverso tempo), quindi fate un po' voi... scusatemi ancora per il ritardo xD Comunque, buona Pasqua a tutti! :)

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Capitolo 13
*** Ricordi improvvisi ***


Ricordi improvvisi.

 

Ormai avevo già accompagnato Nanako in quella che da quel giorno era diventata la sua nuova stanza ed io ero seduta per terra, nel giardino della scuola, con la testa Frau le mani.

Stavo ripensando a ciò che era successo, quando improvvisamente qualcuno si sedette accanto a me.

-Sensei, che c' é?- Lo avevo riconosciuto dlal' odere e non sapevo proprio come mai potesse trovarsi lì in un momento simile.

-Ti ho salvato la vita, ricordi?

Io alzai un sopracciglio, incrociando le braccia e girando la testa verso di lui, fissandolo negli occhi, non capendo neppure lontamente che cosa stesse cercando di dirmi

-Cioé?

-Quando ero in Giappone, ricordi il nostro primo incontro? Ti ho salvata.

Non capivo, non ci stavo proprio capendo nulla.

Mi alzai da terra, sospirando e passandomi una mano fra i miei capelli corvini.

-Spiegati meglio, io di quel giorno ho solo un vago ricordo, un' immagine di te di spalle.- Ammisi, ficcandomi le mani in tasca e restando fredda, distaccata.

Quella giornata per me era stata davvero pesante.

-Ricordatelo da sola.- Mi invitò a fare, quindi, sfrustrata più che mai presi e mi allontanai, dirigendomi verso la chiesetta senza dire una sola parola in più.

Non ci andai per pregare o altro, visto che non ero neppure lontamente cristiana -né tanto meno cattolica-, ma più che altro per calmarmi.

Una volta dentro sospirai e mi sedetti su una delle panche, per poi chiudere gli occhi e sistemarmi meglio la katana che ancora portavo legata dietro la schiena.

Certe volte mi chiedo del perché di tutto questo...“ Mi ritrovai a pensare, dopo tutto se solo non fossi corsa da mio padre non avrei mai incontrato Kurt-chan e lui a quell' ora sarebbe stato sanissimo...

Proprio in quel momento, però, i miei pensieri furono rivolti improvvisamente al sensei e d' un tratto ricordai il nostro primo incontro.

 

Flash-back.

 

-Chi sei?- Chiesi, inclinando appena la testa da un lato e osservando un uomo sulla trentina piuttosto grosso e basso, a prima vista sembrava quasi un tasso.

-Nessuno. Dove ci troviamo?- Si limitò a rispondermi, con tanto di domanda finale che mi fece innervosire leggermente, visto che volevo una risposta.

-Sei Ulisse?- Mi limitai a chiedergli, ironica, fregandomene altamente di avere sì e no sette anni e di trovarmi davanti a qualcuno che come minimo aveva tre volte la mia età, se non di più.

-Non sono affari che ti riguardano. Adesso dimmi dove ci troviamo.- Insistette, facendomi sbuffare.

-In un bosco, non vedi?

-A terra!- Mi urlò lo sconosciuto, per poi darmi una botta e buttarmi a terra, facendomi finire contro un albero, quindi, sentii qualche rumore, come del metallo che finiva contro altro metallo e poi mi rialzai a fatica, rimanendo appiccicata al muro e vedendo quell' uomo con delle specie di coltelli in mano, ma stranamente attaccati al corpo, alle mani...

E' un mutante pure lui?“ Mi chiesi osservando alcuni shuriken a terra.

Appena tre persone si fecero avanti sussultai.

Cappucci neri, una stella rossa appiccicata sulla stoffa del vestito e un' espressione glaciale dipinta in volto.

-Non credevo che la signora Nakamura mandasse in giro sua figlia in compagnia di una guardia del corpo... oppure sei il nuovo compagno di Sakura?

Avevo già sentito quella voce, avevo già visto quell' uomo... una banda di criminali, ecco che cosa mi aveva detto a proposito della sua banda mia madre, eppure lei stessa si era fatta prestare die soldi da quel tizio... perché?

-No, ma lasciatela stare.- Li intimò Logan-san, preparandosi all' imminente lotta.

-Signore, é un mutante, forse é il caso che...

-Noi non ci facciamo intimorire da nessuno, neppure da quelle schifezze chiamate mutanti, quindi, adesso preparati!

A quel punto l' uomo che pareva essere il capo estrasse una katana e Logan-san lo attaccò, mentre mi ordinava di scappare, cosa che feci seduta stante.

 

Fine flash-back.

 

Proprio in quel momento sentii una mano posarsi sulla mia spalla e quindi mi girai di scatto, tirando fuori un kunai dalla cintura die puntaloni dove tenevo legati un paio di sacchetti con dentro le armi più piccole.

Era Rogue-chan...

-Mi hai spaventata...- Ammisi, sotto voce, rimettendo a posto il kunai e cominciando a guarda per terra.

-Non mi sarei mai aspettata di trovarti qui... immagino che tu abbia incontrato Nightcrawler proprio qua, la prima volta, non é vero?

Io annuii a quella domanda, visto che era proprio così.

-Perché sei qua, Rogue-chan?- La voce in quel momento era lontana, così come la mia mente, non riuscivo ancora a togliermi dalla testa quel ricordo così nitido che avevo appena avuto del mio primo incontro con Logan-sensei.

-Mi hanno detto che eri tornata e che Nightcrawler stava male e quindi ho immaginato che ti fossi andata a cercare un posto dove poterti calmare... ho anche incontrato Nanako, ma neppure lei sapeva dov' eri e quindi mi sono messa a cercarti ed eccomi qua.

Sospirai, sorridendo appena, per poi alzarmi dalla panchina e dirigermi fuori, verso l' area aperta, seguita a ruota dalla mia amica.

-E' così evidente?- Chiesi, una volta fuori dalla chiesetta.

-Che cosa?

-Di me e Kurt-chan, sì, insomma... si vede così bene?

Lei rise appena, mentre ritornavamo dentro la scuola, visto che fuori nevicava.

Gli die soli sapevano quanto non sopportassi l' inverno... soprattutto perché Frau pochi giorni sarebbe stato Natale, cosa che già si notava visti i vari addobi in giro per la scuola e visto che molti studenti erano già tornati dalle rispettive famiglie.

Sospirai, per me quel Natale sarebbe stata una schiefezza, soprattutto viste le condizioni di Nightcrawler*.

-Beh, sai, mi sono informata grazie al mio computer portatile sulla natura del suffisso “chan“ e di norma coi maschi coetanei o quasi coetanei non viene usato neppure quando queste due persone sono molto amici, ma due fidanzati lo usano senza problema Frau di loro, senza contare il rapporto che si vede che hai estaurato con lui e il fatto che Logan me l' ha detto fanno sì che io lo sappia.- Concluse, mentre io mi dirigevo verso camera mia e una volta davanti alla porta mi girai verso di lei.

-Ci vediamo, adesso ho bisogno di stare da sola, ok?- Le dissi, per poi vederla mettermi una mano sulla spalla.

-Se hai bisogno di me basta cercarmi, dopo tutto in questi giorni io resterò qua, quindi sono sempre disponibile.

Io annuii e lei se ne andò, quindi io entrai in camera mia e mi buttai sul letto, trattenendo nuovamente le lacrime.

Sospirando mi accinsi a disfare la mia valigia e a rimettere ogni cosa al suo posto, prima di vedere mio padre entrare in camera mia.

-Che c' é?- Chiesi, vedendo che teneva qualcosa appoggiato sulle gambe, una scatola.

-Sai usare il computer?

-Sì, perché?- La mia domanda liasciò intendere la mia perplessità, dopo tutto ormai era quasi impossibile incontrare qualcuno della mia età che non sapeva usare un coomputer, certo, non ero un genio come Nanako, ma me la sapevo cavare abbastanza decentemente.

-Sai, io avrei pure aspettato Natale, ma mi sono informato e da ciò che ho potuto comprendere per te il Natale non é importante come per noi, ragion per cui te lo dò ora, visto che comunque sono sicurissimi che ti servirà, visto che comunque per la scuola serve sempre

A quelle parole sorrisi, comprendendo che cosa volesse dire mio padre e quindi prendendogli la scatola la appoggiai sul letto, aprendola, per poi girarmi e abbracciarlo.

-Beh, grazie!- Gli dissi, in tutta onestà, allontanandomi da lui e vedendolo sorridere dolcemente.

-Papà, lui come sta?- Gli chiesi, poi, sedendomi accanto al PC e guardandolo con l' aria sicuramente distrutta, preoccupata.

-Sì riprenderà, non temere, tornerà come prima, ma gli ci vorrà qualche giorno anche solo per poter ricominciare a camminare. Mi hanno detto che entro una settimana dovrebbe riuscire a stare in piedi senza troppi problemi.

Sospirai e annuii, per poi vederlo allontanarsi da camera mia.

Una settimana... e pensare che Natale sarebbe stato sì e no fra tre giorni.

 

Angolo autrice:

La riflessione finale sul fatto che ormai Natale é alle porte é perché per i giapponesi il Natale non é una festa da passare in famiglia e soprattutto non c'entra un'acca con Gesù, ma é mirata ad essere una festa da passare col proprio fidanzato/a-marito/moglie, una sorta di San Valentino in poche parole. Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto xD

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Capitolo 14
*** Il giorno di Natale ***


Il giorno di Natale.

 

Kurt-chan si muoveva grazie a un paio di stampelle ed ora eravamo entrambi seduti sul mio letto.

Era mattina -il 25 dicembre per la precisione- ed io stavo tenendo per mano Kurt-chan.

-Come stai adesso?

-Meglio. Dai, vieni qui.- Mi disse, sdraiandosi sul mio letto mentre io facevo lo stesso.

Kurt-chan mi baciò, abbracciandomi con dolcezza e con estrema delicatezza, mentre io ricambiavo.

La sua mano destra sotto i miei vestiti, lui che mi spogliava ed io che facevo lo stesso, alla fine fummo entrambi nudi.

-Kurt-chan, sei sicuro...?

-Se per te va bene sì.

Sorrisi ed annuii, dopo tutto io non avevo nessun tipo di problema da quel punto di vista, quindi lasciai che fosse lui a cococlarmi, ad abbracciarmi.

Fu dolcissimi e fare sesso con lui in realtà fu fare all' amore, ragion per cui alla fine gli accarezzai il volto, baciandolo e appoggiando la testa vicino al suo petto, pensando che quella per me era la prima volta che facevo all' amore, anche se non era la prima volta che facevo sesso.

-Ti amo, Kurt-chan...

-Anch' io...

Sospirai ed osservai le varie garze che gli coprivano alcune parti del corpo tutt' ora scottate.

-Quando avevi la prima volta che hai fatto sesso?- Mi domandò, stringendomi a sé, mentre io coprivo entrambi con la coperta che si trovava ai piedi del mio letto.

Io sospirai e dopo averlo baciato appoggiai la mia testa sul cuscino e gli cinsi il fianco destro col braccio.

-Non avevo neppure 14 anni... sai, é stato doloroso, ma dopo un po' ci si abitua.

Proprio dopo aver detto tali parole sentii un odore di fumo allucinante entrarmi dentor le narici e nel frattmpo la porta di camera mia si aprì e nel mentre riconobbi anche l' odore di Nanako, oltre a quello del sensei.

-Logan-sensei, io sapevo che si usasse ancora bussare prima di entrare nelle camere altrui... Nanako, tu quanti anni hai? 13? Spero per te che tu sappia che i bambini non li portano la cicogna.- Commentai, tentando di nascondere il mio enorme imbarazzo davanti a quei due, mentre nascondevo la testa nel petto di Kurt-chan e lui mi accarezzava dolcemente la schiena con una mano.

-Sì, la farfalla, il fiore e compagnia bella...

-Rotelle ci ha detto di avvisarvi che si pranzerebbe, sempre che voi due abbiate finito.- Concluse, poi, il sensei, con un tono leggermente malizioso e divertito.

In una sola parola era odioso.

Finite pure con comodo, ragazzi.” Quella era la voce di mio padre, la quale riecheggiò sicuramente pure nella mente di Kurt-chan, visto che se solo non fosse stato blu di natura a quell' ora sarebbe diventato prima rosso, poi viola e poi bianco cadavere.

Si vedeva lontano un miglio era imbarazzato e non poco.

-Vafaunculo papà!- mi lasciai sfuggire, saltando giù dal letto e coprendomi subito con una maglietta e un paio di mutande.

-Nanako, é meglio se ce ne andiamo...- ipnotizzo il sensei, osservandomi divertito mentre pure Kurt-chan si alzava a fatica e si rivestiva dandoci le spalle.

-E' meglio per voi, soprattutto per te, Logan-sensei... comunque, avvisate quella sotto-specie di uomo che mi ritrovo come padre che veniamo subito.- conclusi, per poi vederli allontanarsi entrambi divertiti e quindi correre a chiudere la porta, per poi appoggiarmici contro e respirare a fondo, col cuore ormai a mille e le guance in fiamme.

-Ce la fai a vestirsi da solo? Non vuoi una mano?- chiese, rivolta al mio compagno, il quale semplicemente prese le stampelle e venne verso di me, ormai completamente rivestito, mentre io mi rivestivo a mia volta.

Io lo aiutai ad andare verso la mensa, dove ci sedemmo allo stesso tavolo, visto che quel giorno c' erano pochisismi studenti e pure pochissimi insegnanti, a dir la verità, ragion per cui dovevamo mangiare tutti allo stesso tavolo.

Io mi sedetti accanto a Kurt-chan, con Nanako accanto e con Rogue-chan davanti, la quale aveva Bobby-kun accanto a lei e accanto a Bobby-chan c' era Remy-kun.

Kurt-chan era seduto accanto a Logan-sensei, il quale aveva di fronte Remy-chan, il quale era accanto a Jean e Scott-sensei, mentre Logan-sensei aveva accanto Tempesta.

Mio padre, invece, era a capotavola.

-Kurt, mi raccomando, devi stare attento. Non metterla incinta prima della maggiore età.- fu l' ironica osservazione di Logan-sensie, mentre io arrossivo e mi trattenevo a stento dall' attaccarlo davanti a tutti.

-E perché non dovrebbe? Stavo per avere un bambino a 15 anni e pensavo di allevarlo, come mai dovrebbe essere un problema se rimanessi incinta ora?- chiesi, ironica, continuando a mangiare come se nulla fosse, per poi accorgermi degli occhi di mio padre fissi su di me.

Una situazione alquanto imbarazzante, poco ma sicuro.

Sospirai e sentii Nanako ridere appena, a bassa voce e trattenendosi.

-Credo che a tuo padre non andrebbe a genio l' idea di diventare nonno.- commentò leggermente divertito Scott-sensei, mentre io mi passavo una mano sul volto, sospirando di nuovo, capendo di essere finita in una situazione alquanto imbarazzante.

-Chérì, davvero sei rimasta incinta? Perchè non hai portato a termine la gravidanza?

Sapevo che il sempei non mi aveva posto tale domanda apposta per ferirmi, ma dovetit lo stesso trattenere le lacrime.

Doverlo spiegare in pubblico, di nuovo... gli dei soli sapevano quanto mi facesse male tutto ciò.

Kurt-chan mi poggiò una mano sulla mia gamba destra, dolcemente.

-Secondo te perché? Ero incinta da pochi mesi -massimo tre- e il mio protettore lo aveva appena scoperto, semplicemente é successo un putiferio. Io non potevo rimanere incinta, non dovevo. Dopo la lite sono saltata sopra la finestra situata al piano terra del mio salotto, volevo semplicemente andare a calmarmi e invece... invece sono caduta. Certo, teoricamente non sarebbe dovuto succedere nulla, ero a sì e no mez'z metro da terra, eppure... eppure il mio bambino non ce l' ha fatta.- conclusi, abbassando gli occhi e lasciando che un paio di lacrime mi rigassero il volto.

Odiai quella situazione con tutta me stessa, ma alla fine incominciai a mangiare, in silenzio, per poi sentire la mano di Nanako sulla mia.

-Perché all' epoca non me l' hai detto?

-Avevi da poco scoperto di essere una mutante, avevi già tanti problemi per conto tuo...- conclusi, per poi alzarmi di scatto e avviarmi verso camera mia, senza batter ciglio.

Il Natale peggiore della mia vita” Pensai, visto l' umore che mi ritrovavo in quel momento.

 

Ero in camera mia quando qualcuno bussò alla mia porta ed io gli dissi d' entrare, per quanto fossi giù di morale e mi trovassi seduta sul mio letto con lo sguardo rivolto verso il pavimento.

Kurt-chan.

Lui si portò accanto a me, poggiando le stampelle accanto al letto e sedendosi accanto a me, per poi appoggiare la testa sulla mia spalla sinistra.

-Ti amo...

-Koishiteru.- appena mi accorsi di quello che avevo detto mi bloccai, mi paralizzai.

Avevo appena utilizzato il termine più forte possibile per dire “ti amo” nella mia lingua...

-Magari rovino pure i momenti magici, ma che hai detto?

-Ti amo... in giapponese ci sono diversi modi per dire “ti amo” e koishiteru equivale a dire “voglio passare il resto della mia vita al tuo fianco”. Sì, sono tremendamente infantile, scusami.- Kurt-chan rise e si strinse a me, dandomi un leggero bacio sulla guancia.

-E chi ti dice che per me non sia lo stesso?- A quella domanda sorrisi.

Sì, qualsiasi cosa mi fosse capitata da quel momento non avrei mai perso la speranza, non potevo, oramai non ero più sola e quindi avrei sempre avuto qualcuno su cui contare.

 

Angolo autrice:

Non commento.

Non so da dove mi sia uscita 'sta schifezza.

Se non ho descritto nel dettaglio l'atto sessuale, comunque, é solo perché non ne sono capace, ve lo posso assicurare.

Sono proprio negata per descrivere certe scene.

Comunque, scusate per il ritardo, ma é da un po' che l'ispirazione é bellerina e purtroppo dipende tutto dal fatto che ho tremila cose da fare, fra scuola, debiti non ancora totalmente recuperati, ripetizioni varie e teatro, verso il quale sono davvero impegnatissima, visto che da lunedì inizieremo a provare molto più spesso e che il 22 ci saranno le prove generali (praticamente sarà morta tutto il giorno xD) e il 23 lo spettacolo (morta totto il giorno pure il 23 xD), in tutti i casi, al prossimo capitolo! ^_^

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Capitolo 15
*** Tre settimane dopo ***


Tre settimane dopo.

 

Aprii di scatto la porta dell' infermieria e trovai Jean-sensei intenta a medicare un taglietto a uno studente ad occhi e croce di 15 anni.

-Devo parlarti, subito- la informai, senza tanti giri di parole, per poi vederla sorridere al ragazzino e invitarlo ad uscire, cosa che lui fece subito, salutandoci entrambe e lasciandoci sole.

-Tomoko, che succede?- io a quella domanda chinai la testa e sospirai, senza sapere da che parte cominciare, ma ben sapendo che dovevo inizare a spiegarmi, se no, non sarei finita da nessuna parte.

-Non so da che parte cominciare...- ammisi affranta, mentre lei mi si avvicinava e mi metteva una mano sulla spalla, indicandomi il lettino.

-Siediti, così ne parliamo con calma.

Non me lo feci ripetere due volte e in tre secondi mi trovavo già seduta sul lettino in questione.

-Benissimo. Allora, che succede? Non mi sembri proprio ferita e se avessi avuto l' influenza non avresti avuto tutta quest' energia per correre sin qui in quel modo...- osservò leggermente stupita la sensei, mentre io tentavo ancora di metabolizzare quello che dovevo dirle e la richiesta che dovevo farle.

Alla fine mi feci forza, sospirai pesantemente e decisi di parlare con tutta la calma che possedevo, anche se in quel momento non era molta.

-Ho un ritardo di una settimana. E' da quando avevo circa 13 anni che ho il ciclo in maniera regolare e non ho mai avuto ritardi, se non quando rimasi incinta a 15 anni- conclusi velocemente, alzandomi di scatto dal lettino e andandomi ad appoggiare contro un muro.

Dovevo calmarmi, subito.

Jean-sensei dopo poco mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla sinistra, guardandomi con dolcezza.

-Va tutto bene. Adesso ti dò il test, vai in bagno, lo fai e poi guardiamo insieme, ok?

Io annuì e sospirai, chiudendo gli occhi e sentendo Jean-sensei avvicinarsi a un probabile armadietto, aprirlo e tirarne fuori qualcosa, per poi tornare da me.

-Ecco, tieni, il bagno come sai é da quella parte, poi portami il test. Se non vuoi essere la prima a guardare ci penso io.- mi rassicurò, mentre io annuivo e prendevo il test, dirigendomi a passo incerto verso il bagno, deglutendo a fatica e repsirando a pieni polmoni.

Se le mie paure erano fondate non avrei davvero saputo come comportarmi...

Alla fine sospirai e mi chiusi dentro il bagno, eseguendo il test ed uscendo dopo poco, per poi consegnare il test alla sensein, la quale lo prese tra le mani e lo guardò.

Tempo pochissimo e Jean-sensei si rivolse nuovamente a me.

-E' Kurt?

-Che cosa?- domandai senza capire quale fosse la sua domanda, o meglio, senza volerla capire.

-Il padre chi é? Kurt, vero?

Appena mi resi conto in modo cosciente della domanda della sensei non solo caddi seduta per terra, ma per poco non esplosi dalla rabbia, rendendomi conto che quella donna aveva messo in dubbio la mia lealtà verso l' uomo che amavo!

-Non sono più una prostituta e neppure una troia!- esclamai, alzandomi di scatto da terra e stringendo i pugni fino a farmi male.

-Certo che é suo!- esclamai, di nuovo, per poi uscire di corsa dall' infermieria e sbattere la porta alle mie spalle senza neppure pensarci due volte.

Odiavo quella situazione, la odiavo con tutta me stessa.

Per sbaglio sbattei contro qualcosa, o meglio, qualcuno, ma neppure ci diedi peso, riprendendo l'equilibrio e preparandomi a ricominciare a correre, ma purtorppo qualcuno mi bloccò prendendomi per un braccio e solo allora riconobbi l' odore di Logan-sensei.

-Che vuoi!? Sensei, lasciami stare!- eclamai senza neppure girarmi, cosa che mi obbligò lui stesso a fare dopo pochissimi istanti.

Appena me ne resi conto bloccai abilmente le lacrime che stavano per uscirmi dagli occhi ed abbassai lo sguardo.

Non volevo che il sensei vedesse che ero sull'orlo di una crisi di pianto.

-Sta' attenta quando corri, guarda almeno dove vai, se no alla fine morirai giovane. Io posso permettermi di non guardare dove vado, ma tu no.

Sorrisi tristemente ironica e lo guardai mentre mollava la presa sul mio braccio.

-Se vedi Kurt-chan digli che prima di stasera molto probabilmente non vorrò parlargli.- gli dissi in tono quasi freddo, per poi allontanarmi a passo deciso.

Dopo non molto mi ritrovai nella sala principale e quindi andai verso un divano, dove sprofondai.

Le mani mi coprivano il volto, visto il mio umore, mentre la mia mente tentava di calmarsi e di lavorare il più in fretta possibile.

Ero incinta da almeno una settimana, se non di più.

Okay, ero nei casini da circa una settimana.

Qualcuno si sedette accanto a me e mi mise una mano sulla spalla.

Compresi subito che non si trattava di Kurt-chan, sentendo cinque dita sulla spalla e intuii anche chi dovevva essere, visto che compresi che tale mano indossava pure un guanto.

-Rogue-chan?- domandai, alzando lo sguardo sulla mia migliore amica e avendo la conferma senza aver bisogno di una risposta.

-Che cos'hai?- mi chiese, mentre io appoggiavo la testa contro il divano e sospiravo, mentre guardavo il soffitto senza vederlo veramente.

-Sono nei guai e...- non completai la frase perché dovetti mettermi una mano sulla fronte, visto che sentii un'improvviso mal di testa misto a nausea in modo molto acuto, ma non mi preoccupai, ben sapendo che doveva essere un chiaro sintomo della gravidanza.

Respirai a fondo e dopo essermi ripresa almeno in parte tornai a distendere i nervi il più possibile.

-Tutto bene?- mi chiese nuovamente Rogue-chan ed io decisi di spiegarle tutto quanto.

-Be', diciamo di sì. Solo che non avrei dovuto smettere di prendere la pillola in seguito al fatto che ho smesso di lavorare*- conclusi con una leggera irritazione nella voce.

Rogue-chan non rispose subito, ma poi la sua domanda arrivò senza troppi giri di parole.

-Quindi, fammi capire bene: Sei incinta? E che cosa intendi fare?- a quelle parole la fulminai con lo sguardo.

Che cosa voleva dire con “E che cosa vuoi fare?”? Ma non era chiaro? Mi sarei tenuta il bambino e qualsiasi cosa fosse successa ero sicura che Kurt-chan non sarebbe venuto meno alle sue responsabilità di padre...

-Secondo te? Pensi che intenda perdere anche questo figlio?E' figlio figlio! E poi, siamo onesti...- ammisi, guardandola conuna certa nota d'imbarazzo nella voce -... siamo onesti, dai, non voglio un secondo fantasma che mi tormenta!**- conclusi, per poi abbassare lo sguardo ancora più imbarazzata di prima, ma Rogue-chan si limitò ad accarezzarmi la spalla su cui teneva la sua mano.

-Non ho mai visto una coppia più strana di voi due... tu sei di una mentalità completamente opposta a quella di Nightcrawler, non solo sei cresciuta in una società completamente differente dalla nostra, ma pure con una religione completamente differte dalla nostra e soprattutto dalla sua, visto quant'é fondamentalista- concluse Rogue-chan, facendomi quasi sorridere.

Proprio in quel momento vidi la mia cuginetta entrare dal portone d'ingresso e quindi le feci un cenno con la mano e lei si avvicinò a noi, sedendosi accanto a me.

-Come va?- le chiesi, per poi vedere la sua espressione rabbuiata e piuttosto triste.

-Bene... piccoli problemi, legati all'adolescenza, credo...- ammise, con un'alzata di spalle.

Avevo sempre visto Nanko come una sorella minore e di certo volevo aiutarla, ma onestamente avevo già tanti problemi per conto mio... o meglio, di problemi veri e propri ne avevo uno solo, ma veramente grande.

-Capisco... scusa ne non ti chiedo di parlarmene, ma sono già molto incasinata per conto mio. Sai, ho appena fatto il test di gravidanza e... e be', sono incinta- conclusi, alzando gli occhi al cielo e sospirando.

Mia cugina non rispose per qualche secondo, ma alla fine mi prese una mano e mi sorrise appena.

-Siamo tutti pieni di problemi, ma sono sicura che andrà tutto bene. Kurt-san lo sa di già?- mi domandò, facendomi ricordare che lui non era ancora stato messo al corrente della situazione... sospirai e mi appoiggiai totalmente contro il divano, chiudendo gli occhi e sbadigliando...

-Glielo dirò, promesso...- ma mi addormentai senza neppure rendermene conto.

 

Angolo autriuce:

Avrei voltuo postare prima, ma lunedì avevo le ultime prove a scuola per il teatro, martedù ho passato tutto il giorno fino all'ora di cena al teatro a provare e mercoledì pure, ma stavolta fino alle dieci e mezzo e passa visto che c'avevo pure lo spettacolo... senza contare che anche prima le prove erano aumentate visibilmente... sì, il nostro caro registra ci voleva morti xD (in effetti giovedì a scuola ero mortissima e il professore che ha fatto teatro con noi mercoledì faceva fatica a reggersi in piedi xD) quindi, be', scusatemi per il ritardo xD

Comunque, i problemi per Tomoko sono solo iniziati, giuro xD Fra poco verrà a galla sempre di più il suo passato e il perché una volta tentarono di attaccarla (quando Logan la salvò) e in più Magneto riapparirà e non solo! Be', posso solo dirvi che il problema “adolescenziale” di Nanako in qualche modo destabilizzerà la relazione di Tomoko e Kurt, mettendola a dura prova ^_^

Al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 16
*** Problemi ***


Problemi.

 

-Perché non hai mandato qualcuno a svegliarmi!? Perché mi hai fatto perdere le lezioni!?- urlai rivolgendomi a mio padre e trattenendomi dal balzare in piedi da un momento all'altro per dargli fuoco, ma riuscivo stranamente a limitarmi agli urli e a stringere convulsamente un kunai fra le mani.

Lo sapevo che poteva sembrare strano, ma se c'era una cosa che mi avevano insegnato in Giappone era proprio l'importanza dello studio e quindi mi scocciava non poco perdere una mattinata di lezioni!

-Secondo te perché l'ho fatto?- mi domandò, facendomi irritare quasi di più.

Eppure, se mi fermavo un attimo a riflettere... per caso lui lo sapeva?

-Tu lo sai? Chi te l'ha detto?- domandai, piuttosto sorpresa.

Possibile che un telepate avvertisse la presenza di un bambino non ancora nato e neppure sviluppato a pieno?

-E' da circa tre settimane che sei incinta e Cerebro ha notato la presenza di tuo figlio, di mio nipote... devi stare attenta e per tutta la gravidanza dovrai rimanere a letto anche se ti gira la testa. Kurt lo sa?- mi chiese, infine, osservando la mia espressione esterrefatta.

Accidenti a Cerebro e a chi l'aveva inventato!

-E' mio figlio, non il tuo, so gestirmi la faccenda da sola. Comunque Kurt-chan non né ancora stato messo al corrente... va be', vado a dirglielo- dissi, infine, alzandomi e salutandolo con un veloce cenno della mano, per poi uscire dal suo ufficio.

Inciampai immediatamente contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

Subito mi accorsi che era Kurt-chan e quindi alzai la testa e gli sorrisi quasi forzatamente.

Certo, ero felice di essere diventata madre, ma avevo davvero tanta paura.

-Tomoko, lo sai di tua cugina?- mi domandò, con un tono diverso dal solito.

Non era lo stesso... ma che diavolo aveva combinato Nanako?

Io lo guardai con curiosità e molto probabilmente lui comprese che io ero all'oscuro di tutto, visto che mi spiegò la situazione.

-E' venuta a parlarmi di una cosa. Tua sorella é malata, o nella migliore delle ipotesi é solo una fase, vista la sua giovanissima età- e lì iniziai finalmente a comprendere.

Mia cugina che mi diceva di avere dei problemi, Kurt-chan che la vedeva come una “diversa”... quando si dice l'amore verso il prossimo!

-Cioé? Che cosa ti ha detto di preciso?- gli domandai, sperando di starmi sbagliando totalmente, visto che se avevo ragione quella era la prova della stupidità di quel mutante.

Lui sospirò e poi parlò.

-E' fidanzata da due settimane. Sta con una ragazza- concluse, facendomi alzare gli occhi al cielo divertita.

Ma perché certa gente non capiva che non c'erano problemi da quel punto di vista? Perché mi ero innamorata proprio di uno del genere? Perché ero rimasta in cinta di uno così?

-Bene. La religione shintoista ti obbliga a seguire i precetti della tua famiglia e fino a prova contraria i suoi genitori le hanno insegnato ad amare indistintamente e da ciò che so suo padre -cioé mio cugino- é bisessuale e quindi non vedo dove stia il problema. Io stessa quando mi prostituivo non avevo problemi ad andare sia con i mashci che con le femmine- gli risposi, lasciando che lui mi guardasse come se mi pensasse pazza.

-Credevo che fra categorie discriminate ci si aiutasse a vicenda- ammisi, alla fine, senza guardarlo negli occhi.

Non potevo credere che quel ragazzo la pensasse davvero così! Okay che era cattolico e tutto il resto, ma non poteva davvero pensarla così!

-Comunque, sono incinta e il figlio ovviamente é tuo- conclusi, dicendogli quello che avrebbe dovuto sapere sin dal giorno prima.

A quel punto non sapevo davvero come l'avrebbe presa, ma non m'importava, se avesse accettato bene, ma in tutti i casi se avesse voluto vedere suo figlio crescere e fargli da padre avrebbe dovuto accettare anche Nanako.

-Ma é una notizia bellissima!- esclamò, abbracciandomi di slancio, ma io non ricambiai, infatti lui si staccò quasi subito e mi guardò senza capire.

-Se non accetti Nanako non credo di poterti rimanere accanto- gli dissi ciò senza utilizzare mezzi termini, freddamente, per quanto mi facesse male parlargli in quel modo.

-Il tuo Dio mi sembra che insegnasse l'amore e il rispetto verso il prossimo. Posso sopportare che tu non capisca Nanako, che per te sia una cosa illogica, ma é solo amore e non uccide nessuno amando un'altra ragazzina, quindi, se vuoi vedere crescere tuo figlio dovrai accettare mia cugina- gli dissi, incrociando le braccia e rimanendo impassibile, tant'era che tra un po' mi facevo quasi paura da sola.

Lui non disse niente, infatti non riuscì a rispondermi in tempo.

Di scatto sentii la porta dietro di me aprirsi e mio padre rivolgersi a Kurt-chan.

-Vai nella sala principale assieme agli altri, c'è un attacco- gli disse, quindi lui mi guardò e senza aggiungere altro si smaterializzò.

Io mi girai verso mio padre.

-Vado anch'io, sono degli X-men, giusto?- ma lui scosse la testa, indicandomi la pancia, anche se poi fu costretto a spiegarsi.

-Non metteresti solo in pericolo tuo figlio, ma te stessa. Credo che vogliano te- bene, adesso sì che non mi tornava più nulla.

Volevano me, eppure almeno che non fosse Magneto non riuscivo a capire chi potesse essere a volermi vedere morta, anche se a dir la verità anche Magneto non sapevo perché mi voleva.

-Chi sono?

-Non sono mutanti, sono umani sin troppo abili. Hanno eluso facilmente la mia telepatia, sembrano sin troppo ben addestrati- potevano per caso essere...?

Fu questione di un attimo, chiusi gli occhi e mi concentrai, separando la mia mente dal resto del mondo.

Ricordai, ricordai tutto quanto.

-Oh merda!- urlai, iniziando a correre.

-Tomoko!?- mi richiamò mio padre, ma ormai ero partita a razzo.

Sono quasi peggio dei mutanti, sono di una Yakuza molto potente, sono ninja, sono addestrati meglio delle stesse macchine da guerra” comunicai mentalmente a mio padre, correndo in camera ed armandomi per una lotta tutt'altro che mutante.

In un lampo iniziai a correre verso la sala principale, ma Nanako mi si mise in mezzo, finendomi addosso.

-Vattene, chiuditi in camera, siamo nei guai e tu devi andare in camera tua. Subito- le ordinai, guardandola per pochi secondi, per poi ricominciare a correre come una pazza.

La sala principale era messa peggio che mai.

Stavo lottando, infatti neppure si accorsero di me, ma io mi accorsi di loro.

-Dov'é il vostro capo!?- urlai, sovrastando i rumori della battaglia.

Era impressionante vedere come dei comuni esseri umani potessero tener testa a dei mutanti, eppure quei ninja erano addestrati a fare di tutto e soprattutto erano senza pietà, senza cuore.

I mutanti si fermarono e alcuni si girarono persino a guardarmi e i ninja fecero lo stesso.

-E tu chi saresti?- mi domandò uno dei ninja, quindi io scesi l'ultima gradinata di scale e sorrisi quasi divertita.

-Tomoko Nakamura, figlia di Sakura Nakamura e Charles Xavier. Quanto tempo è passato dall'ultimo attentato che mi avete teso? Anche se ancora non ho ben capito perché lo avete fatto, me lo potete spiegare, per cortesia?- avevo paura, certo che ne avevo, sapevo di essere in una situazione che definire pericolosa era poco, anche perché, in primis, ero incinta, ma dovevo rischiare, era l'unico modo.

Un altro ninja si fece avanti.

Ora che li guardavo meglio erano tutti in una specie di divisa, probabilmente ideata per mimetizzarsi il meglio possibile al buio o cose del genere*.

-Quanti anni sono passati, dici? 10, 12 massimo, non ne sono certo. Il motivo? L'uomo per il quale tua madre lavorava, colui che riscuoteva il suo stipendio e a dire il vero anche il tuo. Puttana- strinsi i pugni ed abbassai lo sguardo.

Non dovevo guardarli, se no sarei scoppiata e li avrei attaccati senza pensarci due volte, sbagliando tutto, sbagliando le mosse e gli attacchi, cose assolutamente da non fare.

-Bene. Che cosa vi aveva fatto quel codardo?- domandai, facendo finta di tutto, mentre, però, i ricordi del mio passato affioravano pericolosamente nella mia mente.

Uno degli shinobi** si avvicinò a me abbastanza da trovarsi a tre metri, massimo, dalla sotto-scritta.

-Non è tanto lui il problema, ma il fatto che tua madre abbia accettato di lavorare aiutata per lui e non per il nostro capo, lui l'avrebbe pure voluta come amante, sai? Ma lei non voleva... e lei pensava di proteggerti a fare così, sai? E invece il nostro capo ci ordinò di ucciderti a tutti i costi, visto che per lei rappresentavi tutto. Ci abbiamo provato, ma un uomo all'epoca fermò i nostri uomini, però, sarà un incidente che non ricapiterà- fu questione di un attimo, un ricordo più nitido degli altri si formò nella mia mente.

Le mani di un uomo su di me, qualcuno che mi spogliava... eppure ero solo una bambina.

Appena il ricordo finì il mio corpo si mosse da solo.

La katana con cui lottavo si scontrò con quella dello shinobi che avevo davanti e in un lampo lo ferì sulla spalla sinistra con un kunai.

-Spero per gli altri che tu non sia il loro capo- dissi, togliendomi dalla mente qualsiasi pensiero e tirandogli un calcio, per poi schivare la lama della sua katana e mirare alla sua spalla destra.

Io non ero un'assassina, ma in quel momento neppure mi controllavo, era quasi come se non fossi più in me.

Infatti la katana sembrava quasi agire da sola, mi sembrò quasi di non essere stata io a mozzare il braccio destro al mio avversario, ma qualcun altro.

Appena l'uomo cadde a terra tentò di proteggersi con la propria katana, ma io ormai stavo per finirlo con la mia di katana.

Peccato, però, che qualcuno mi tirò un calcio in mezzo alla schiena e che quindi caddi in avanti.

Mi sarebbero bastati pochi secondi per rimanere uccisa dalla katana del mio avversario, ma qualcuno mi portò via da quel posto, teletrasportandomi in un angolo della stanza.

Io respirai a fondo, inginocchiandomi e col cuore ormai a mille, oltre che con gli occhi completamente sgranati.

Quando alzai lo sguardo sul mio salvatore guardai immediatamente altrove.

-Non dovevi farlo- gli dissi in tono seccato, mentre mi rialzavo con estrema fatica e mi tastavo la mia povera schiena dolente.

-Forse, se non fossi stata incinta di mio figlio non mi sarei mai sognato di aiutarti, ma visto che aspetti colui che é anche mio figlio sono stato costretto, mi sentivo obbligato nei confronti del bambino. Ovviamente non nei tuoi- aggiunse, con un tono di voce quasi sprezzante.

Non lo riconoscevo quasi più.

Appena fui in piedi, però, mi resi conto che i nostri problemi di coppia potevano tranquillamente aspettare.

Quella battaglia era veramente il problema principale, soprattutto perché gli shinobi stavolta erano almeno una settantina, se non di più.

 

Angolo autrice:

 

*I ninja nacquero come associazioni segrete che rispondevano soltanto al capo-clan e che attaccavano di sorpresa e spesso con l'aiuto del buio, quindi, preferivano mimetizzarsi bene. Infatti, erano persone tutt'altro che buone, rispettose dell'avversario e cose simili, come spesso vengono dipinti nei cartoni animati/fumetti, ma persone spregevoli, erano vere e proprie macchine da guerra o spie.

**Il termine shinobi indica i ninja maschi, mentre kunoichi indica i ninja femmine. In realtà fra i due tipi di ninja le differenze sono tantissime. I primi miravano tutto sul combattimento, mentre le seconde sulla seuzione e soprattutto sul veleno. Praticamente andavano a letto col nemico e poi lo uccidevano nel sonno e cose del genere.

 

Comunque, appena posso mi sparo. Sia per il ritardo sia per il passato ancora più incasinato che sto creando a 'sta povera figlia di Tomoko... ah, inizialmente non sapevo se complicare la relazione Kurt/Tomoko con qualcosa del genere o meno, solo che non so, mi piace complicarmi la vita, quindi... xD

Va be', alla prossima! :)

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