Grazie Memè

di betty boop
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grazie Memè ***
Capitolo 2: *** EXTRA ***



Capitolo 1
*** Grazie Memè ***


Ciao ragazze! questa è la prima volta che pubblico una storia su Edward e Bella ma ne sono un'accanita lettrice! comunque mi è venuta l'ispirazione e mi sono cimentata con questa one-shot sperando che vi possa piacere! buona lettura!
 

13 febbraio 2000
Stavo correndo felice lungo la corsia dell’ospedale per andare da mia madre che quel giorno stava dando alla luce il mio fratellino Jacob, tra le braccia stringevo dei regali che avevo pensato di portare loro, un mazzolino di fiori che avevo raccolto nel nostro giardino per la mamma e il mio peluche preferito, un piccolo pollo di nome Memè, da donare invece al mio fratellino cosicché non piangesse.
A un certo punto però fui attratta dal pianto di un bambino che veniva da una stanza, la cui porta era socchiusa, così incuriosita, mi avvicinai ed entrai. Nella camera trovai un solo letto sul quale giaceva un bambino che avrà avuto all’incirca dodici anni e piangeva e tra i singhiozzi diceva:
- Sono rimasto … solo! Non ricordo … più nulla! Dove … sono … la mia mamma e … il mio papà?  –
Sentire le parole di quel bambino mi fece stringere il cuore, così mi avvicinai a lui:
- Non piangere bambino! Non sei solo, ora ci siamo noi, io sono Isabella ma preferisco farmi chiamare Bella, -e indicando il mio peluche, aggiunsi- questo piccolo pollo invece è Memè, tu invece come ti chiami? –
-I dottori mi hanno detto che mi chiamo Edward, io purtroppo non riesco a ricordarlo –
Finalmente potei guardarlo bene in viso scoprendo che Edward aveva dei bellissimi occhi verdi che quasi m’ipnotizzarono. Comunque mi ripresi subito e continuai:
- Che bel nome! Ma ... che cosa ti è successo? Perché dici che sei rimasto solo? –
- Non so, dove sono la mia mamma e il mio papà, mi hanno lasciato solo! Stamattina è venuta la sorella della mia mamma e mi ha detto che non ci sono più, che sono volati in cielo insieme agli angeli ma che comunque mi vorranno sempre tanto bene! Io però non ci credo altrimenti non mi avrebbero lasciato! –
- Gli angeli, però, sono sempre vicini a te e poi tu stai bene quindi vuol dire che la tua mamma e il tuo papà già ti stanno proteggendo! Intanto per non farti sentire solo ti lascio un regalo- dissi prendendo il peluche – Memè è il mio pupazzo preferito ogni volta che piango, lo stringo forte e mi consola, lo avevo portato per regalarlo al mio fratellino per non farlo piangere ma credo che tu ne abbia più bisogno, lui ti aiuterà a non sentirti solo e poi quando vorrai ci sarò io! –
- Grazie Bella! È un regalo bellissimo ma non se lo posso accettare in fondo è il tuo peluche preferito, ci tieni troppo! –
- Io ora sono una sorella maggiore e ho un fratellino di cui occuparmi, che mi farà tanto felice e quando ne avrò bisogno potrò stringere lui mentre tu potrai stringere Memè e comunque io ci sarò sempre ormai siamo amici! –
Intanto una voce dal corridoio mi chiamò:
- Bella dove sei? – era mio padre che giustamente mi cercava, credeva di avermi perduto nei meandri dell’ospedale. Prima di rispondergli mi avvicinai di nuovo a Edward e gli dissi:
- io ora devo andare a conoscere il mio fratellino però tornerò a trovarti promesso! E mi raccomando prenditi cura di Memè! E non piangere più! Ciao Edward! – e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, scappai via, ma feci comunque in tempo a udire la sua risposta.
- Grazie ancora Bella! Io sarò qui ad aspettarti! A presto! –
Tornai anche nei giorni successivi a trovarlo prima di passare da mia madre e dal mio piccolo Jacob e mi stavo affezionando tanto a lui, diventavamo sempre più amici. Un giorno però arrivata in camera sua non lo trovai più e subito mi spaventai così chiesi alla prima infermiera che incontrai:
- Scusi dov’è andato il bambino che era in questa camera? Gli è successo qualcosa? –
E l’infermiera gentilmente mi rispose:
- No piccolina lui sta benissimo solo che oggi è stato dimesso e i suoi zii sono venuti a prenderlo per riportarlo a casa –
Non sapevo se essere triste o felice perché sapevo, di dover essere contenta che Edward fosse comunque con la sua famiglia nonostante non avesse più la sua mamma e il suo papà, ma allo stesso tempo mi dispiacque tantissimo perché non sapevo dov’era e quindi ero sicura che non l’avrei mai più visto, anche se ci speravo tanto. Chissà forse un giorno, magari da grandi, Edward ed io ci rincontreremo...
 

18 maggio 2012
O cavolo! Anche questa mattina sono in ritardo! Forse avrei dovuto sprecare meno tempo con le mie creazioni da make up artist allo specchio! È inutile ripensarci ora è il caso che corra altrimenti la lezione, comincerà senza di me!
Mentre mi facevo largo tra la gente sul marciapiede, passai davanti al parco cittadino e pensai che se avessi tagliato di là avrei incontrato meno gente e avrei fatto sicuramente più in fretta.  Durante la corsa però mi distrassi e non vidi un ostacolo davanti ai piedi e visto il mio scarso senso dell’equilibrio non potei evitare di cadere ma il caso volle che proprio in quel momento passasse qualcuno ed io naturalmente gli finii addosso facendolo cadere con me.
 E così mi ritrovai stesa su questo qualcuno e per l’esattezza con la testa sul petto di quello che indubbiamente doveva essere un ragazzo, con dei bei pettorali aggiungerei. In ogni caso cercai di trovare il coraggio di alzare la testa, anche se stavo morendo di vergogna, infatti, ero certa che il colore delle mie guance avrebbe svelato tutto il mio imbarazzo, e nel momento in cui lo feci, mi scontrai con il viso più bello che avessi mai visto. Una mascella squadrata con appena un accenno di barba rossiccia, le labbra rosse e leggermente carnose, un naso perfetto, un’indomabile chioma castano-ramata ma quello che mi colpì di più furono i suoi occhi di un verde talmente intenso e limpido che pensai di poterci affogare dentro.
Appena mi ripresi dallo shock, provocatomi dalla visione di questa sorta di dio greco, pur con la salivazione alquanto azzerata provai a parlare:
- Scusami davvero tantissimo! Purtroppo sono sempre la solita imbranata! Spero di non averti fatto troppo male ma la colpa non è tutta mia è il mio precario equilibrio che la fa sempre da padrone… - e non riuscii più a continuare, un po’ per la vergogna un po’ perché rimasi nuovamente incantata dal suo viso su cui ora compariva un’espressione molto divertita e un sorriso a dir poco proibito, probabilmente il mio essere così imbranata e impacciata aveva suscitato la sua ilarità.
- No, tranquilla! Non mi sono fatto nulla! E poi non è solo colpa tua anch’io ero distratto e non ti avevo visto altrimenti forse avrei anche provato a prenderti a volo! Anche se in fondo l’atterraggio non è stato così male! – concluse sorridendomi ancora in quel modo.
 Nel frattempo io tentai di farmi forza con le braccia per tirarmi su, quello che non avevo calcolato, però era, dove fosse in quel momento il mio ginocchio e lo capì soltanto quando vidi l’espressione del ragazzo mutare da divertita a dolorante e lì capii.

- Complimenti per la figura, Bella! - mi disse immediatamente la mia coscienza alla quale risposi:
- Per favore non ti ci mettere anche tu! Già vorrei andare a sotterrarmi e non serve che tu metta il dito nella piaga, perciò taci! – comunque è ufficiale voglio sprofondare!

Tolsi immediatamente il ginocchio e mi tirai su cercando di fare molta più attenzione questa volta e intanto mi rivolsi a lui:
- O mio dio! Scusami davvero! Non l’ho fatto apposta! Non volevo! Insomma non mi ero resa conto che eravamo rimasti incastrati in questo modo! Dimmi che non ti ho fatto troppo male! Mi dispiace davvero moltissimo – avevo il fiatone quando finii di parlare sia a causa del profondo imbarazzo che provai in quel momento sia per la velocità con cui “vomitai” quel fiume di parole, mentre un po’ impaurita allungai la mano nel tentativo di aiutarlo ad alzarsi con la speranza di cominciare a rimediare al disastro che stavo combinando.
Lui si riprese subito dal colpo e accettando la mia mano, anche se con un po’ di titubanza si tirò in piedi.

- Cavoli com’è alto! – fu il mio pensiero

- Tranquilla! Non è niente di grave! Tu piuttosto tutto bene? Mi sembri un po’ agitata -
Agitata, dice lui, e certo vorrei vedere te al mio posto? Una figuraccia assurda con figo come te è sicuramente da guinness world record! Comunque mentre nella mia testa tentavo di ristabilire un po’ di ordine, gli risposi:
- Si! Figurati tutto bene! Sono atterrata sul morbido quindi era difficile che mi facessi male! – purtroppo mi resi conto di ciò che avevo detto solamente dopo che tutte le parole furono uscite dalla mia bocca e immediatamente abbassai la testa nel tentativo di nascondere tutto il mio imbarazzo che si stava largamente manifestando grazie al colore delle mie guance.
Nel frattempo, lui rise di nuovo e riprese:
- Toglimi una curiosità, ma i ragazzi tenti di rimorchiarli sempre così? –

Ok! C’è qualcuno che potrebbe darmi una pala, così comincio a scavarmi la fossa e mi ci seppellisco immediatamente!

- No veramente no! Sono solo molto goffa … - mentre dicevo questo, però realizzai effettivamente ciò che mi aveva detto – aspetta … ma come ti permetti? Non stavo tentando di rimorchiarti è stato solo un incidente! Piuttosto giacché anche tu dici che eri distratto non è che per caso eri tu che cercavi di rimorchiare me? –

- e questa da dove mi è uscita? Oggi devo essere proprio impazzita! –

Lui rise di nuovo ma improvvisamente si bloccò e prese a fissarmi molto intensamente, tanto che in quel momento credevo che il mio cuore sarebbe uscito dal petto talmente batteva forte.
- Quando sei imbarazzata, diventi dolce e più carina, ma da arrabbiata diventi addirittura sexy! – disse lui con totale tranquillità

- Prego? Ha detto che sono sexy? Io? –

- … comunque a questo punto mi sembra doveroso presentarsi, molto piacere io mi chiamo Edward, tu invece? –
Sto per andare in iperventilazione, ok calma Bella, un bel respiro profondo e rispondi. Cosa mi ha chiesto? Ah sì il mio nome! Come mi chiamo? Certo che stupida! Ok sono quasi certa che oggi il mio cervello abbia deciso di andare in vacanza e dubito che voglia tornare tanto presto!
- io … mi chiamo Bella … cioè Isabella ma tutti mi chiamano Bella! –
- un nome piuttosto azzeccato per te! – mi rispose ammagliandomi di nuovo con quel suo sorriso, che definirei sghembo.
- Gr-razie! –
- Senti io sto morendo di sete, dopo una bella corsa e con questo caldo ci vorrebbe proprio una bella bibita fresca, perché non mi fai compagnia? –
È possibile che ogni sua frase mi debba spiazzare? Sta di fatto che ormai la lezione l’avevo persa quindi perché non accettare di trascorrere un po’ di tempo con questo dio greco, almeno mi rifaccio un po’ gli occhi.
- S-i grazie! Perché no? – rispose di nuovo quasi balbettando

Insomma Bella è così difficile parlare con lui in maniera fluida senza balbettare e passare per una scema?

- Perfetto! Allora andiamo, Bella! –
Ci incamminammo verso un chioschetto che si trovava nel parco e ci accomodammo a un tavolino all’ombra e dopo aver ordinato due succhi di frutta, lui riprese a parlare:
- Dunque Bella, se non sono indiscreto, dove correvi come una furia questa mattina?-
- Beh a dire la verità correvo all’università. Avevo una lezione che stava per cominciare e tentavo di arrivare in orario e ho pensato bene di accorciare tagliando per il parco ma non aveva calcolato il nostro scontro - finii con un sorriso che lui ricambiò.
- Capisco! E che facoltà frequenti? –
- Frequento biologia, sono al secondo anno. Tu invece cosa fai nella vita? –
- Anch’io studio sono al terzo anno di medicina –
- Wow allora sto parlando con un futuro dottore! Bene allora in futuro saprò da chi farmi medicare dopo la mia ennesima caduta per colpa della mia goffaggine –.
- In questo caso però credo che ti converrà fare l’abbonamento poiché non sei una che ha molto equilibrio, in fondo mi sembra di averne avuta anche la prova poco fa! – concluse ridendo
- Ehi! È vero che sono un po’ goffa ma ora non esageriamo! Non credi di star prendendo troppa confidenza in fondo ci conosciamo da così poco! – risposi fingendomi offesa
Lui rimase spiazzato e mi rispose:
- Hai ragione, scusa forse ho esagerato! –
Sembrava essere dispiaciuto davvero mi sa che pensava che mi fossi offesa sul serio.
- Tranquillo stavo scherzando! Lo so benissimo da me di necessitare costantemente di un medico per le mie innumerevoli cadute! – mi precipitai a precisare e scoppiando a ridere e lui con me.
La mattinata proseguì senza che neanche ce ne accorgessimo e con mia piacevole sorpresa scoprii che Edward era un ragazzo molto intelligente e spiritoso ma anche tanto gentile, oltre che bello ovviamente. Fatto sta che a ora di pranzo decidemmo di salutarci ma lui prima di andar via mi sorprese e avvicinandosi molto e fissandomi di nuovo intensamente mi disse:
- Sono stato davvero bene con te questa mattina e mi piacerebbe molto replicare, posso invitarti a cena domani sera? –
Dicevo appunto che mi aveva sorpreso ma non avevo la minima intenzione di rifiutare e, infatti:
- Si! Mi farebbe molto piacere! –
- Perfetto! Allora potremmo scambiarci i numeri di telefono così ci sentiamo per metterci d’accordo? –
- Oh sì! Certamente! –
- Bene! Allora a domani sera … Isabella! – dopo avermi lasciato un leggero bacio sulla guancia, andò via.

E ora chi si sarebbe ripresa da questo incontro e soprattutto … che diavolo avrei indossato domani sera? Perfetto! Ora che avevo realizzato che sarei dovuta uscire a cena con lui mi assaliva il panico! C’era solo una persona che poteva aiutarmi:
- Pronto, Alice? –
- Ciao tesoro! Dimmi tutto –
- Sarò sintetica: emergenza moda! Causa: uomo molto sexy! –
- Sono da te tra mezz’ora! –
- Grazie Alice! Ti adoro! A più tardi! –
Ovviamente Alice pretese un preciso e dettagliato reso conto della mattinata e alla fine del racconto era entusiasta quanto me per l’invito a cena. Anche se durante la storia si era piegata in due dalle risate per le mie figuracce nonostante io non fossi dello stesso avviso anzi, rivissi lo stesso imbarazzo di quel momento e presi coscienza per l’ennesima volta di quanto fossi un caso disperato a causa della mia goffaggine.

Una sola cosa non dissi ad Alice cioè che gli occhi di Edward io ero quasi certa di averli già visti, quel verde così intenso e profondo e come anche quei capelli ramati, mi ricordavano qualcosa, ma non riuscivo bene a mettere a fuoco.

Chiuso questo siparietto, Alice prese a svuotare il mio armadio ma non essendo soddisfatta di quello che vi trovò dentro, pensò che fosse il caso di andare a fare un po’ di shopping, anche se secondo me era tutto una scusa giacché per lei ogni occasione era buona per andare in giro per negozi. E naturalmente neanche questa volta si smentì ma fui felice di darle corda perché trovammo il vestito perfetto da indossare la sera dopo insieme alle scarpe, con il tacco vertiginoso per mia sfortuna, e tutti gli accessori.
Il giorno dopo sentii Edward per telefono e credo che il suo buongiorno mi trasformò la giornata rendendola molto felice dal momento che la sua voce al telefono era ancora più sexy di quanto lo potesse già essere dal vivo. In ogni caso ci accordammo per la serata e infine, dopo che gli ebbi dato il mio indirizzo, lui mi disse che sarebbe passato a prendermi alle otto in punto.

Nel primo pomeriggio mi arrivò un sms e con enorme gioia potei costatare che era proprio lui:
- Non vedo l’ora che arrivi questa sera. Un bacio. Edward –
Alla lettura del messaggio dovetti trattenermi dall’urlare anche perché ero in biblioteca a studiare. Mi affrettai a rispondergli cercando di non sembrare troppo appiccicosa.
- Anch’io. A stasera. Bella –

Fu incredibile la rapidità con cui arrivarono le sette di sera ed io dovevo ancora iniziare a prepararmi!
- Perché sono sempre in ritardo? Va bene ora cerchiamo di non farci prendere dal panico. Devo solo darmi una mossa! Speriamo che lui non sia troppo puntuale –.
Speranze vane ovviamente perché alle otto spaccate il mio citofono suonò ed io mi stavo finendo di truccare e dovevo ancora vestirmi. Mi dispiaceva farlo aspettare sotto perciò gli dissi di salire, intanto per accoglierlo alla porta infilai al volo una vestaglia. Appena sentii l’ascensore, aprii la porta e dopo esserci scambiati un bacio sulla guancia, lo invitai a entrare:
- Vieni. Accomodati! Scusa sono un pochino in ritardo ma stavo studiando e ho perso la cognizione del tempo! Comunque dammi al massimo dieci minuti e sono pronta! Tu intanto fa come se fossi a casa tua, di là c’è la cucina e serviti pure io cerco di fare in fretta! –
- Ok grazie mille! Non preoccuparti, fai pure con comodo io ti aspetti qui –.
Scappai in camera, non prima, però, di essermi soffermata sul suo abbigliamento: jeans scuro stretto, camicia a righe bianche e grigie con i primi bottoni lasciati aperti, dai quali s’intravedeva la leggera peluria rossiccia del suo petto, gilet nero e scarpe da tennis nere, ma comunque eleganti. In parole povere anche stasera era bellissimo, anzi direi proprio bono!
Salii in camera e iniziai a vestirmi velocemente. Indossai infine un abitino blu corto a palloncino e a bretelle, abbastanza scollato, con una cinta argentata alta sotto il seno, un paio di leggins sempre blu con il pizzo in fondo, decolté argentate tacco 5 cm, e a finire tracolla argentata con una collana a girocollo e cerchi d’oro bianco. Ricontrollai un ultimo volta allo specchio anche i capelli, lasciati sciolti e con i loro boccoli naturali, e il trucco, make up sfumato sul blu, matita blu, mascara, blush e gloss trasparente.

- ok ci siamo! Un bel respiro profondo e vai da lui, Bella! –

Appena tornai in salotto da lui, potei cogliere una sorta di stupore nel suo sguardo nel momento in cui mi vide, ripresosi immediatamente, si avvicinò e dopo aver sfiorato la mia mano con le sue labbra, rivolse a me le sue gemme verdi e con la voce leggermente roca mi disse:
- Sei bellissima! Vogliamo andare? –
- Gr-razie! Si, prendo solo le chiavi di casa! – ed ecco che balbettavo di nuovo. Come diavolo riusciva a farmi questo effetto?
Il viaggio in macchina fu molto silenzioso, lui sembrava molto concentrato sulla guida ed io ogni tanto buttai l’occhio su di lui e restavo ogni volta incantata dalla sua bellezza.
Ero così persa nei miei pensieri da non accorgermi che eravamo arrivati, non fino a quando Edward spense il motore e venne ad aprirmi la portiera proprio con un vero gentiluomo, mi porse la mano e dopo avermi aiutato a scendere mi cinse la vita con un braccio e mi scortò fino all’ingresso del ristorante che scoprii essere su un lago e dava l’idea di essere anche un luogo molto romantico. Non appena il cameriere ci fece accomodare al nostro tavolo, che vista la temperatura tiepida di quella sera, si trovava proprio su una terrazza esterna che si affacciava proprio sulle acque del lago, non potei più resistere, così mi accostai verso Edward e gli dissi:
- questo posto è davvero meraviglioso! Non ci ero mai stata! Perché hai pensato di portarmi proprio qui? –
- Non c’è un motivo preciso, volevo semplicemente portarti in un posto speciale per la nostra prima uscita – mi rispose sorridendomi sghembo.
- Grazie. È stato molto carino da parte tua!- risposi io non riuscendo però a nascondere il rossore che mi avevano provocato le sue parole.
- Ecco il dolce rosso che ti colora le guance! Non immagini neanche quanto mi piaccia –

- Sappi, bello, che se continui a comportarti così, questo rossore persisterà tutta la sera. Per la tua gioia! –

La cena andò benissimo, era tutto squisito, e non dico solo il cibo, mi riferisco anche alla compagnia, anzi, soprattutto alla compagnia di Edward. Fu davvero molto piacevole parlare con lui, mi apparse ancora più brillante di quanto lo fosse già sembrato quella mattina, ma allo stesso tempo anche molto simpatico e mai noioso, riuscì a mettermi a mio agio e a incitarmi nella conversazione, cosa che a me con persone che conosco poco riesce alquanto difficile. Anche se in tutto questo scenario perfetto ci fu un momento molto difficile e cioè quello del dessert. Infatti, durante la cena Edward ed io scoprimmo di essere entrambi due golosoni ed essendo profondamente indecisi su quale dolce prendere decidemmo infine di ordinarne ognuno uno diverso e poi di farcelo assaggiare reciprocamente. Quando arrivò quel momento, Edward pretese che fossi io a imboccarlo con il mio tiramisù e fu tremendo vedere come le sue labbra si chiusero sul mio cucchiaio e come poi quella bocca perfetta assaporò il mio dolce, a tal punto che mi venne la pelle d’oca. Dopo di ché fu lui a imboccare me e mentre gustavo la sua panna cotta, non potei non notare come il suo sguardo fosse fisso sulle mie labbra ed ecco l’ennesimo brivido di eccitazione.

- Com’è possibile che un uomo riesca a trasmettere tanta carica erotica solo con lo sguardo o con la bocca? –

A fine cena Edward mi propose una passeggiata sulla riva del lago ed io accettai volentieri anche perché il panorama era meraviglioso poiché quella sera il cielo era sereno e pieno di stelle e la luna sembrava più luminosa del solito e in tutta la sua bellezza si rifletteva sulla superficie piatta e trasparente del lago.
- Quale specializzazione vorresti prendere dopo esserti laureato? – gli chiesi io, a un certo punto
- Vorrei specializzarmi in neurochirurgia –
- Complimenti! Come mai questa scelta? Se posso permettermi –
- Certamente! È normale la tua curiosità! È che vorrei aiutare le persone a preservare i loro ricordi che potrebbero andare persi in seguito a gravi traumi. Ed io credo che perdere i ricordi sia una cosa tremenda perché belli o brutti che essi siano fanno di parte di noi e di ciò che siamo, ci raccontano perché siamo quelli che siamo –.
- Non avevo mai pensato ai ricordi in questo modo, e devo ammettere che hai proprio ragione. Da come parli, però sembra quasi che tu non sia riuscito a conservarli tutti. Che cosa ti è successo? Ti va di parlarne –
- Effettivamente è così! Purtroppo io ricordo pochissimo o quasi nulla dei primi 10-12 anni della mia vita! Quando avevo dodici anni io e i miei genitori rimanemmo vittime di un bruttissimo incidente stradale, io riportai solamente qualche escoriazione e un trauma cranico che mi cancellò buona parte della memoria, i miei genitori, però non sopravvissero. Fu tremendo scoprire della loro morte, mi sono sentito molto solo, nonostante vivessi con i miei zii, Esme e Carlisle, quel senso di solitudine non mi abbandonava perché sapevo che per quanto bene loro mi volessero non erano comunque i miei genitori. –
Il suo racconto mi rattristò molto, chissà quanto doveva aver sofferto.
- No, Bella, ti prego non piangere, ormai sono passati tanti anni ed io cerco di tenere stretti quei pochi ricordi dei miei genitori che l’incidente non è riuscito a cancellare. -
Solo all’udire delle parole di Edward mi resi conto di come alcune lacrime mi stessero bagnando le guance, allora mi tuffai tra le sue braccia nel tentativo di calmarmi e di confortare Edward per quel che riuscivo:
- Edward è terribile quello che ti è accaduto, ma ora non sei più solo, ci sono io con te – quelle parole mi provocarono una sensazione di deja-vu che non riuscii a spiegarmi
- Grazie Bella! Sai, tu sei la prima persona con cui riesco a condividere tutto questo. Con te riesco ad aprirmi come forse non sono mai riuscito con nessun altro. –
Le sue parole mi sorpresero di nuovo e alzai la testa e rivolsi il mio sguardo nel suo; ci stavamo fissando di nuovo così intensamente e senza che neanche me ne rendessi conto la distanza tra i nostri visi si era incredibilmente ridotta così io potei fissarlo ancora più attentamente e mi ritrovai a desiderare di posare le mie labbra sulle sue. Edward, come se mi avesse letto nel pensiero, azzerò la distanza tra le nostre bocche e finalmente ci baciammo. Inizialmente fu un bacio molto dolce, fatto solo di labbra e sfioramenti ma non appena dischiudemmo entrambi le labbra e i nostri fiati vennero a contatto fummo scossi entrambi da un moto di passione che spinse anche le nostre lingue a incontrarsi rendendo il bacio molto più travolgente e passionale. Le mie mani salirono sul suo collo fino alla nuca e da lì s’immersero nei suoi capelli, quella chioma indomabile che mi faceva impazzire mentre le mani di Edward scivolarono lungo il mio corpo, i miei fianchi, provocandomi al loro passaggio una serie di brividi di eccitazione, e mi strinsero a lui.
Non seppi effettivamente per quanto tempo ci baciammo, l’unica cosa di cui ero certa fu che avremmo continuato se non fossimo stati costretti a staccarci perché ormai in mancanza di ossigeno. Restammo comunque molto vicini, poggiando le fronti l'una contro l'altra e nel momento in cui aprimmo gli occhi, potei leggere in quelli di Edward la luce dell’eccitazione e probabilmente anche lui la lesse perché, si accostò al mio orecchio e mi sussurrò:
- è da ieri mattina che volevo darti questo bacio! Sono due giorni che non faccio che pensare alle tue labbra! Ma ora ho un altro desiderio … Isabella … -.
Sentire il mio nome intero uscire dalle sue labbra e sussurrato con quella voce roca ed eccitata, riuscì a eccitarmi ulteriormente, al punto che decisi di stare al suo gioco:
- Anch’io lo volevo tanto! Ora però dimmi qual è il tuo desiderio? –
- Voglio fare l’amore con te! Da morire! –
Questa volta anche la mia timidezza tacque, lasciando uscire dalle mie labbra solo la verità:
- Anch’io! –
Non dovetti aggiungere altro, perché dopo avermi sfiorato un’ultima volta le labbra, Edward mi prese per mano e mi trascinò nella sua macchina e prima di mettere in moto si avvicinò di nuovo al mio orecchio e mi bisbigliò:
- Andiamo a casa mia! –

In pochissimo tempo fummo a casa sua e non appena entrammo e chiudemmo dietro di noi la porta di casa, Edward mi ci sbatté contro riprendendo a baciarmi con maggior voracità di prima mentre le sue mani mi accarezzavano dappertutto. Sentivo un fuoco dentro di me pronto a esplodere da un momento all’altro. Non so né come né quando ci togliemmo tutti i vestiti e andammo nella sua camera, sta di fatto che mi ritrovai sdraiata sul suo letto con lui sopra di me che continuava a baciarmi e ad accarezzarmi. Poi lentamente le sue labbra presero a scendere lungo il mio collo, su cui si soffermò per molto tempo, scoprendo che si trattava di un punto molto sensibile e che mi eccitava particolarmente.
Nel frattempo anch’io lo accarezzavo, le mie mani scendevano lungo la sua schiena e poi passando davanti sui suoi pettorali e sui suoi addominali e potei sentire come ciò gli provocò i brividi.
 Ci baciammo ancora e poi la sua bocca scese ancora e arrivò sul mio seno e prese a stuzzicare i miei capezzoli facendo impennare la mia eccitazione ulteriormente. Poi scese ancora con le sue mani arrivando ad accarezzarmi le cosce, spostandosi pian piano verso l’interno coscia, giungendo infine alla mia intimità.
A quel punto non riuscì a trattenere un gemito, e gli altri che seguirono man mano che lui approfondiva le sue carezze, ma anche lui faceva fatica a contenersi perché anche la mia mano era scesa sulla sua erezione. E mentre continuavamo a darci piacere a vicenda le nostre labbra continuavano a scontrarsi in baci sempre più profondi e passionali e quando stavamo finalmente per raggiungere entrambi il picco di massimo piacere, smettemmo di accarezzarci e Edward mi penetrò con un’incredibile delicatezza iniziando poi a spingere sempre con maggiore intensità finché entrambi non raggiungemmo l’orgasmo gridando il nome dell’altro:
- AH AH AAAH Edward!!! –
- AH AH si siii Bella!!! –
Lui crollò sul mio petto e si adagiò con il viso sui miei seni mentre io gli accarezzavo i capelli ed entrambi stavamo regolarizzando il nostro respiro, ancora sconvolti da quell’orgasmo così intenso. Appena ci fummo rilassati, Edward alzò la testa e si tuffò di nuovo sulle mie labbra stavolta, però con delicatezza e poi si sdraiò poggiando la schiena sul materasso e mi attirò affinché appoggiassi la mia testa sul suo petto, dove delicatamente lasciai dei soffici baci non essendo ancora stanca di venerare il suo corpo. Continuammo a coccolarci per un po’, fino a quando Edward non pensò di alzarsi per andare a bere qualcosa in cucina. Io non avendo voglia di rivestirmi mi limitai a indossare gli slip e la sua camicia e lo raggiunsi in cucina, dove lo trovai indaffarato a preparare qualcosa sul bancone.

- Bisogna ammettere che solo con i boxer addosso è … sexy, più del solito! –

Mi avvicinai dietro di lui e gli avvolsi le braccia intorno alla vita, depositandogli un bacio sulla nuca:
- Che prepari? –
- Niente di speciale, a dire il vero mi era venuta voglia di gelato dopo tutto quel movimento, ne vuoi un po’ anche tu? –
- Come potrei mai rifiutare qualcosa di dolce specie se i gusti del gelato da quel vedo, sono le creme! E poi hai ragione dopo tanto movimento occorre reintegrare gli zuccheri – gli dissi lasciandogli un bacio sulle labbra.
- Bene allora perché non vai stenderti di nuovo a letto, io preparo le coppe e ti raggiungo – mi disse lui senza staccarsi troppo dalle mie labbra così da potermi stampare subito un altro bacio.
- Ok ti aspetto in camera! –
Considerando che quando ero entrata in casa non ebbi modo di guardarmi bene intorno decisi di approfittarne e presi a ispezionare accuratamente la stanza di Edward anche perché ero curiosa di conoscerlo ancora meglio e quale posto migliore per entrare nel suo mondo, della sua stanza?
Vidi molti testi universitari ma anche tanti libri di letteratura ma soprattutto molto dischi che con sorpresa scoprii essere in particolare di musica classica. In verità la mia attenzione fu poi attirata da un altro oggetto, un peluche, giacché ero l’unico in quella stanza, pensai che dovesse avere un certo valore per essere lì e conservato nonostante l’età di Edward. Non appena mi feci più vicina, venni di nuovo sopraffatta da quella sensazione di deja-vu che provai prima sulla riva del lago, presi tra le mani il peluche e mi accorsi che era un simpatico pollo, un po’ vecchiotto però molto tenero.

Ed ecco che al deja-vu si sostituirono delle immagini:

Io da bambina che correvo per la corsia dell’ospedale con quel peluche stretto tra le braccia e il pianto di un bambino che mi attraeva …

… io che consolo il bambino e che per non farlo piangere più gli regalo il pollo …

… - Adesso non sei più solo, ci sono io con te! - …

… - Io mi chiamo Bella e questo è Memè, invece tu come ti chiami? - …

… - Mi chiamo Edward - …

Edward! Il bambino dell’ospedale di tanti anni fa è lui! Ecco perché mi ricordava qualcuno, quegli occhi e quei capelli, ma certo! Erano di Edward come ho potuto dimenticarlo e come ho fatto a dimenticare Memè, il mio peluche preferito!

- Eccomi Madame! Il suo gelato è servito! – disse Edward entrando,
ma io ero così persa nei miei pensieri che non me ne accorsi finché lui non mi giunse alle spalle facendomi sobbalzare.
- Bella! –
- Edward! Mi hai spaventato! –
- Che succede? – poi notando che stringevo il peluche in mano continuò:
- Che ci facevi con questo peluche? Beh già che ci sono, faccio le presentazioni, Bella questo è Memè, Memè ti presento Bella! Eheh! – disse ridendo
- Seriamente Bella, lo so che sono un po’ grande per i peluche però questo è speciale perché me lo regalò una bimba dolcissima quando io ero in ospedale dopo l’incidente dei miei genitori. Sai ora che ci penso vi somigliate un po’, lei aveva i tuoi stessi occhi coloro cioccolato, luminosi e allegri … -.
- L’hai conservato per tutti questi anni? –
- Bella ma che … ? – improvvisamente Edward si bloccò e prese a guardare alternativamente me e il peluche e poi scattò come se avesse avuto un’illuminazione
- Tu e quella bambina vi somigliate fin troppo, non mi dirai che … -
- Edward quella bambina sono io! –
- Cosa? Non posso crederci! Davvero? Oh finalmente ti ho ritrovata piccola Bella! Non sai che dolore è stato dover lasciare l’ospedale senza poterti neanche salutare – e dicendo questo mi sollevò tra le sue braccia e cominciò a farmi volteggiare.
- Adesso che ti ho ritrovata non ti lascio più andar via! Non sai quanto ti ho aspettata! –
- Non dovrai sforzarti più di tanto perché io non ho nessun intenzione di andar via! – suggellammo quella sorta di promessa con un bacio che poi divenne di nuovo amore sul suo letto. Credo che quella sia stata una delle notti più magiche della mia vita, alla quale però ne sono seguite tante altre poiché le ho trascorse tutte con Edward.


13 settembre 2015
Ormai da tre anni a questa parte, la mia vita è perfetta e il motivo è molto semplice: Edward. Da quella sera non ci siamo più lasciati e abbiamo trascorso insieme dei momenti magici e li viviamo tuttora.
Ora però sono davanti al mio armadio come al solito eternamente indecisa su cosa indossare, è il mio compleanno e Edward ha deciso di portarmi fuori a cena ma non mi ha detto, dove nascondendosi dietro la solita scusa, “è una sorpresa”. Il problema è che non posso neanche contare sui consigli di Alice perché è fuori per un weekend romantico con il suo amato Jasper, perciò devo fare a gusto mio, ma nel frattempo continua a ripetere nella mia testa:

“Edward mi ama per quella che sono e quindi qualsiasi cosa indosserò a lui piacerà!”

Alla fine scelgo un abito verde con le rifiniture nere, regalo di compleanno di Alice dell'anno scorso, copri spalle nero sandali con la zeppa neri e infine un trucco abbastanza semplice eye-liner verde, matita nera all’interno dell’occhio, mascara, blush e gloss alla fragola (il preferito di Edward). Nel momento in cui sto per afferrare la borsa, mi coglie l’ennesimo capogiro della giornata, per fortuna questa volta senza nausea, comunque mi riprendo subito faccio un bel respiro profondo e mi dirigo in salotto per aspettare che Edward mi venga a prendere. Il tempo di sedermi sul divano che sento il citofono suonare, è arrivato quindi prendo le chiavi e scendo di sotto. Purtroppo però non sono mai sufficientemente preparata alla bellezza del mio ragazzo, infatti, questa sera indossa un completo scuro cui ha abbinato una camicia azzurra abbastanza attillata da evidenziare il suo fisico scolpito e scarpe classiche. Mi accoglie con il suo solito sorriso sghembo e mi porge una bellissima rosa rossa:
- Buon compleanno amore mio! Ti amo! – e mi bacia in modo sconvolgente nonostante non ci vedessimo da stamattina, da come ci coccoliamo, sembrerebbe che abbiamo passato interi mesi lontani.
Comunque sciolto il bacio, mi scorta fino alla sua Volvo argentata e partiamo alla volta del luogo misterioso, dove vuole farmi festeggiare il compleanno, non prima però di avermi coperto gli occhi con una benda, e avvicinandosi al mio orecchio mi ha spiegato:
- altrimenti rischieresti di riconoscere la strada e tutta la sorpresa si rovinerebbe piccola mia! – lasciandomi poi un bacio dietro l’orecchio ha acceso il motore e via.

Non ho idea di dove siamo, mi sembra solo di sentire il rumore dell’acqua e ora mi sembra di essere poggiata a una ringhiera mentre Edward stringe la mia schiena al suo petto tenendomi per i fianchi:
- Ora ti toglierò la benda ma devi promettermi che non aprirai gli occhi finché non te lo avrò detto io, va bene tesoro? – mi sussurrò di nuovo nell’orecchio e mentre aspetta la mia risposta, inizia a lasciarmi dei baci infuocati lungo il collo che naturalmente ritardano ulteriormente la mia risposta insinuando già in me l’eccitazione.
- O-ok – risponde con la voce bassa e roca
Sciolse il nodo della benda e al suo via aprii gli occhi per ritrovarmi davanti ad uno spettacolo meraviglioso, siamo al nostro lago ma questa volta la superficie dell’acqua non riflette solo la luna ma mi mostra una serie di lanterne che compongono la scritta “Ti amo”. Una lacrima di felicità sfugge al mio controllo e mi solca una guancia e non appena Edward la vede, s’irrigidisce, sicuramente avrà pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma io mi affretto a rassicurarlo:
- Grazie amore! È meraviglioso! Non immagini quanto sia felice – e immediatamente lo sento di nuovo rilassarsi e facendo pressione sui miei fianchi mi gira verso di lui e fa scontrare le nostre labbra in un bacio dolcissimo.
Al termine di quel bacio mozzafiato, Edward, stringendomi la vita con un braccio mi scorta al nostro tavolo e solo quando mi siedo noto che il resto del locale è vuoto o meglio non c’è nessun altro tavolino sulla terrazza, perciò mi sorge spontanea una domanda:
- Amore, dove sono tutti gli altri tavoli? –
- Non ci sono. Questa sera il locale è tutto per noi in fondo è una serata speciale! – mi risponde lui con tranquillità
- Mi stai dicendo che hai affittato l’intero locale solo per noi due questa sera? –
- Esattamente! Tanti auguri amore! –
Mi ha spiazzato come al solito e continua a farlo poiché il menu prevede tutte le mie cose preferite dall’antipasto al dolce e al vino.

- Credo che non riuscirei a ingoiare un altro boccone neanche se mi pagassero! Scherzi a parte, tesoro, era davvero tutto perfetto! –
- Non è ancora finita … è il momento del tuo regalo, cucciola! –
- Edward, non avresti dovuto. Questa cena e questo posto sono già un regalo meraviglioso! –

- Non cambierà mai il mio dolce e romantico uomo! –

- Non dire sciocchezze! È ovvio che non potesse mancare il regalo!- detto questo si china ai piedi del tavolo per prendere qualcosa e dopo essersi rialzato, mi porge Memè con un fiocco dietro la cresta, il papillon e un assurdo zainetto sulle spalle. Povero il mio pollo! Anche se devo ammettere che è proprio buffo.
- Amore, scusa ma mi stai regalando Memè? Se la memoria non m’inganna, te l’ho già regalato io qualche anno fa? –
- Infatti, non ti sto regalando Memè, tesoro, lui in realtà è il mio paggetto, ti sta porgendo il mio dono! Prova a guardare meglio la sua schiena! –
Non so se ridere o continuare a restare perplessa a causa delle parole di Edward, in ogni caso faccio come mi dice e focalizzando meglio l’attenzione sulla schiena di Memè scopro che quello che indossa non è effettivamente uno zaino ma una scatoletta di velluto blu.
Mentre realizzo questa scoperta, Edward si alza e solo quando lo vedo inginocchiarsi davanti a me l’attenzione si sposta da Memè su di lui. In compenso lui prende Memè, gli sfila lo “zainetto” e mi rivolge forse lo sguardo più intenso che abbia mai usato da quando lo conoscevo e inizia a parlare:
- Bella, ormai sono tre anni che stiamo insieme e con te ho trascorso i momenti più felici della mia vita. La sera in cui ci siamo ritrovati io ho capito che noi eravamo destinati perché tu sei stata capace di donarmi il sorriso la prima volta che t’incontrai quindici anni fa in quell’ospedale e me l’hai donato di nuovo il giorno che ci siamo scontrati al parco e poi hai continuato a farlo per tutti i giorni che sono seguiti fino ad oggi. Io ho capito che non riesco a immaginare la mia vita senza di te, che voglio condividerla con te per sempre e per realizzare tutto questo c’è solo un modo: Bella, vorresti continuare a farmi sorridere per il resto della nostra vita e donarmi forse il sorriso più grande e importante diventando mia moglie? –
Credo di essere sotto shock, perché non riesco a dire niente? E, infatti, Edward non ricevendo alcuna risposta prosegue:
- Quello che sto cercando di dirti è: Isabella Swan, mi vuoi sposare? – e detto questo apre la scatolina mostrandomi uno stupendo solitario di oro bianco con un diamante meraviglioso contornato da piccoli smeraldi.
Finalmente, dopo aver fatto un respiro, molto profondo, riesco a recuperare la parola e rispondo nel solo modo possibile:
- Si! Non vedo l’ora di diventare tua moglie! –
A questo punto Edward fa per abbracciarmi e baciarmi ma lo blocco e riprendo a parlare:
- Amore, aspetta io non avevo finito di parlare. Dicevo che non vedo l’ora di diventare tua moglie e … la madre di tuo figlio –.
Ecco abbiamo sganciato la bomba. Ebbene sì! Sono incinta di sei settimane.
- Amore, scusa che cosa vuoi dire? – dice Edward evidentemente sorpreso e perplesso.
- Edward sono incinta! Da sei settimane aspettiamo un bambino! –
Mi è davvero difficile decifrare lo sguardo di Edward, al punto che rinuncio nella speranza che lui si affretti a dire qualcosa perché il panico mi sto chiaramente assalendo, infatti, cerco di stimolarlo a parlare:
- Non dici niente? –
E come se si fosse risvegliato da uno stato di trance, Edward finalmente mi risponde:
- Mi stai dicendo che tu ed io avremo … cioè che io avrò una mia famiglia con te? Io diventerò padre! Oh mio dio! Sarò padre! Amore mio ti amo infinitamente non potevi farmi dono più bello! Sei anzi siete tutta la mia vita! – e finalmente gli permetto di baciarmi mentre lui mi stringe tra le braccia e per la felicità mi fa volteggiare.

Ora siamo a letto e dopo aver fatto e rifatto l’amore in un modo in cui forse non l’abbiamo mai fatto ed è stato ancora più stupendo delle altre volte, Edward si è addormentato, non prima, però, di avermi dato un ultimo bacio e avermi sussurrato.
- Buonanotte amore mio! – e aver fatto lo stesso rivolgendosi però al mio grembo dove sta crescendo il nostro piccolo e sul quale lui ora poggia la testa. Io intanto ho immerso una mano nei suoi capelli e glieli accarezzo delicatamente anche perché so quanto questo gesto, lo rilassi e inizio a ripercorrere con la mente tutta la mia vita e i suoi momenti più espressivi, che per la maggior parte comprendono Edward ovviamente. Ed ecco che rivedo il nostro incontro in ospedale, lo scontro al parco, la cena sul lago, la nostra prima notte insieme e il ritrovamento di Memè e la scoperta della verità, e questa stessa sera in cui mi ha chiesto di sposarlo usando Memè. E senza accorgermene mi ritrovo a pensare che indirettamente è merito del mio adorato pollo se io e Edward ci siamo incontrati la prima volta, ci siamo ritrovati e ora fidanzati, perciò mi viene spontaneo sussurrare:

- Grazie Memè – e mi addormento con un sorriso rivolto al pensiero della vita meravigliosa che mi attende da oggi in poi, anche perché con Edward non potrebbe essere diversamente.

Ed eccoci qui giunti alla fine! piccola nota: il cambio dei tempi verbali da passato per il 2000 e 2012 a presente per il 2015 è voluto perché volevo sottolineare il fatto che Bella stesse raccontando la sua storia con Edward ora che é la sua fidanzata ufficiale e futura moglie nel presente! Per il resto spero che vi sia piaciuta e spero che vogliate lasciarmi un commentino perché mi farebbe molto piacere. Ciao! baci

 
 
 
 

 

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Capitolo 2
*** EXTRA ***


Ehm ... ciao ragazze come va? è un tanto che non ci si vede! so che doveva essere una one shot ma siccome alcune di voi me lo hanno chiesto, ieri sera ho avuto un momento di ispirazione folle e ho scritto questo extra! sottolineo che è frutto di un momento di follia ma spero comunque che vi piacerà! buona lettura! ci si legge in fondo!!!

      
  - Grazie Meme – pensai quella notte…

E ora la mia vita continua a scorrere e sono felice come forse non lo sono mai stata in vita mia perché sono ufficialmente fidanzata, sono incinta e sono dottoressa in Biologia finalmente, dopo tanto studio e fatica ho conquistato la mia laurea. Anche se preparare la tesi lottando con le nausee dei primi mesi di gravidanza, gli sbalzi d’umore per gli ormoni impazziti, non è stato per niente semplice per me ma anche per quel meraviglioso uomo che da più di tre anni è al mio fianco e che si ostina sopportarmi perché mi ama, Edward. Come potrei descrivere lui e la nostra storia? Beh la nostra storia è paragonabile solo a una fiaba e lui di conseguenza a un meraviglioso principe azzurro come ho sempre sognato di incontrare ma che razionalmente non credevo che arrivasse. E invece eccoci qui io e lui insieme e immensamente innamorati, so che può sembrare dannatamente sdolcinato ma lui riesce a tirare fuori il mio lato più romantico in assoluto, perciò dovete subirvi tutto questo zucchero. Come se non bastasse che sia un fidanzato romantico e premuroso si comporta già da padre infinitamente dolce e protettivo e addirittura già geloso della principessa (come la chiama lui) che sta per arrivare. Se poi dovessi raccontarvi la sua reazione quando abbiamo scoperto che nella mia pancia stava crescendo una bambina…
 
1 mese prima
Eravamo nella sala d’attesa della ginecologa e Edward mi stringeva la mano mentre batteva ritmicamente la gamba sul pavimento per alleggerire un minimo quella tensione che lo avvolgeva. Il motivo? Molto semplicemente oggi avremmo scoperto il sesso del nostro bambino e nonostante lui fosse convintissimo che avremmo avuto una bambina era comunque molto agitato al punto da rendere nervosa anche me che inizialmente non lo ero poiché amavo già talmente tanto il nostro bambino che il sesso non m’importava. In verità per quel che mi riguardava, era sufficiente sapere che il frutto del nostro amore fosse sano e forte. Anche se a dirla tutta avevo un po’ fantasticato sul fagiolino che stava crescendo dentro di me e la mia fantasia aveva disegnato un meraviglioso bimbo con i tratti identici a suo padre, capelli ramati e occhi smeraldo, insomma un Edward in miniatura. Ma questo Edward non lo sapeva, figurarsi i simpatici battibecchi che sarebbero nati e non avevo nessuna intenzione di dargli la soddisfazione che la sua euforia anzi, fissazione per il sesso del bambino avesse contagiato anche me, giacché all’inizio sostenevo che non avrei voluto sapere se il mio piccolino fosse maschio o femmina ma che piuttosto avrei preferito una sorpresa il giorno del parto.  Ovviamente Edward non era dello stesso avviso e alla fine mi aveva convinto nei modi più “subdoli” quindi, tacevo per conservare un minimo di orgoglio e dignità femminile. Che cosa potevo farci se il mio uomo ci sapeva fare e mi conosceva talmente bene da usare le mie debolezze a suo vantaggio? Ora però stava davvero esagerando per cui non esitai a colpirlo dietro la nuca:

- Che cosa ho fatto? – chiese lui innocentemente

- Nulla tesoro,sorvoliamo sul fatto che mi stai facendo il mal di mare e che tutta la sala ti sta guardando, ma semplicemente vuoi deciderti a darti una calmata? Ti ricordo che stiamo andando a fare un’ecografia esattamente come il mese scorso e quello prima ancora –

- Non è solo un’ecografia! Oggi confermeremo che lì dentro sta crescendo la mia principessa e poi sono calmissimo –

- Sì certo, come no! Calmissimo, in questo caso allora, caro il mio dottore, credo che tu stia male perché il tremolio della tua gamba non si spiega, con quelle scarpe poi
sembri un ballerino di flamenco! Comunque a parte questo, ti conosco abbastanza da riconoscere quando sei agitato per cui sei pregato di non prendermi in giro e calmarti altrimenti non ti faccio entrare nello studio e terrai questo tremendo dubbio fino al giorno in cui nascerà, è chiaro? E sappi che non transigo su questo perciò nessuna tua tecnica di persuasione mi farà cambiare idea anzi, credo proprio che entrerò in “sciopero” –.


- Così sei scorretta però, queste minacce sono troppo crudeli – mi rispose guardandomi con i suoi occhioni da cucciolo nel tentativo di farmi cedere

- Si parlava appunto di “tecniche di persuasione” non sfidarmi Edward, sai che in quanto a testardaggine ti batto per cui potrei seriamente attuare le mie minacce e tu sarai costretto a subire tutto ciò insieme con una donna incinta, frustrata, con gli ormoni impazziti e stress a mille in vista della discussione della tesi, sei disposto a correre questo rischio? –

- Quando fai così, sei sleale e spaventosa!!! Uffa!!! D’accordo lo ammetto sono un po’ nervoso ma ora cercherò di calmarmi anche se ripeto che sei scorretta! –

- Ma amore è anche per questo che mi ami! – conclusi io dandogli un bacio sulla guancia e lui alzava gli occhi al cielo.
Mentre stava per ribattere, però l’infermiera ci chiamò ed entrammo in studio dalla dottoressa. Saltando i convenevoli e le domande di routine, mi sono ritrovata con la sonda sulla pancia e a tremare per il freddo come al solito per il contatto con il gel. La dottoressa ci descriveva il perfetto stato di salute del nostro fagiolino ma intanto Edward mi stava stritolando una mano, talmente che fremeva per conoscere il sesso del bambino per cui per evitare di rendere mio figlio, orfano di padre addirittura prima della sua nascita, domandai alla dottoressa:

- Possiamo conoscere il sesso del bambino? –

- Sì, infatti, stavo per dirvelo … complimenti Bella avrete una bella femminuccia –

Io annuii felice mentre una lacrima scendeva dai miei occhi, ma il mio fidanzato non reagì esattamente come me, prima si fiondò ad abbracciare la dottoressa e le ripeté continuamente grazie al punto che quest’ultima rimase un po’ perplessa e cercò il mio sguardo e probabilmente aiuto, infatti, intervenni e lo chiamai:

- Amore… - ma non riuscii a terminare la frase perché mi trovai immediatamente stretta tra le sue braccia e con le labbra impegnate in un bacio molto profondo. Appena si staccò prese a ripetere come un mantra:

- Grazie amore, grazie amore mio, mi hai fatto un regalo splendido … ti amo … ti amo da morire! – io fui felice di questa sua dichiarazione ma quando mi voltai verso la dottoressa, mi resi conto che forse stavamo esagerando, per cui mi separai da lui e gli dissi:

- Sì, amore anch’io ti amo tanto, però ora perché non cerchi di calmarti e vai ad avvisare Alice, Rosalie e soprattutto mia madre che morivano dalla curiosità? –

- Certo! Hai ragione! Vado subito! Oh mio dio non posso crederci avrò una bambina, la mia principessa! – urlò ancora con gli occhi lucidi e si mosse per aprire la porta dello studio e appena uscito urlò di nuovo:

- È una bambina! Mia figlia è una bambina! – e chiuse la porta.

Io, rossa di vergogna, mi voltai verso la dottoressa e mi scusai:

- Lo scusi dottoressa, il mio fidanzato è un po’ emotivo e poi è il nostro primo figlio per cui è un po’ emozionato e … -

- Non preoccuparti Bella, ho visto di peggio! E poi è bello vedere dei giovani padri così felici per i loro bambini! Tranquilla ci vediamo il prossimo mese! –

- Grazie mille dottoressa! Arrivederci -.

Ma tornando a oggi, ora siamo stesi sul letto mentre lui parla con la mia pancia descrivendogli tutta questa giornata che per me è stata molto importante, poiché oggi ho discusso la mia tesi e mi sono laureata ricevendo i complimenti della commissione per il mio percorso di studi e per la futura mamma. Non ho voluto fare grandi festeggiamenti non solo perché ultimamente tra l’università e la gravidanza sono molto stanca ma anche perché abbiamo preferito risparmiare in vista del matrimonio. Infatti, se ve lo state chiedendo, io e Edward non ci siamo ancora sposati perché abbiamo preferito aspettare che si stabilizzasse la mia situazione universitaria e quella sua lavorativa, che soprattutto per lui non è stata semplice e sinceramente io non volevo sposarmi con il pancione e correre tra matrimonio e tesi. Perciò ora con calma, aspettiamo che la nostra piccolina nasca e poi abbiamo appuntamento all’altare tutti e tre, io Edward e la nostra principessa. Persa nei miei pensieri però non mi sono accorta che Edward ha preso ad accarezzarmi la pancia e a baciarla dolcemente e che ha cambiato argomento:

- Sai principessa, spero proprio che tu abbia gli occhi color cioccolato come la tua mamma e le labbra a forma di cuore come le sue. Devi sapere che sono stati proprio i suoi occhi a colpirmi la prima volta che l’ho vista o per meglio dire, che mi è caduta addosso e da allora non sono più riuscito a smettere di guardarli -.

Ecco l’ennesima prova di quanto possa essere meraviglioso e, infatti, non ci vuole molto prima che una lacrima scenda giù dai miei occhi per mostrargli come le sue parole mi abbiano emozionata e commossa.

- Ti amo tanto Edward –

- Anch’io ti amo piccola – e si avvicinò per darmi un bacio da capogiro all’inizio dolce ma improvvisamente appassionato con labbra che si succhiano e lingue che s’intrecciano ed ecco che gli ormoni della gravidanza si risvegliano e non si accontentano più di un solo bacio ma vogliono il pacchetto completo “Edward”.
E subito dopo l’aria diventa satura di sospiri e gemiti mentre i nostri vestiti sono volati a terra mentre Edward, si muove dentro di me con tutta la dolcezza di cui è capace perché ha sempre paura di fare male alla bambina. Ma io voglio di più, infatti, inverto le posizioni e mi porto sopra di lui a cavalcioni e detto un ritmo più intenso al quale lui si adegua subito, mettendosi seduto e facendo leva sulle mie cosce spinge sempre di più fino a portare entrambi in vetta al piacere e facendo gridare a ognuno il nome dell’altro.
Subito dopo si è steso al mio fianco e mi ha stretta a lui facendomi poggiare la testa sul suo petto e nel frattempo lui prende ad accarezzarmi la schiena. Poco dopo lo sento sospirare e considerando che difficilmente è così silenzioso mi preoccupo:

- Amore cosa c’è? –

- Nulla … - mi risponde lui senza spostare lo sguardo dal soffitto, dunque non mi arrendo e riprovo

- Invece qualcosa c’è. Dimmi che cos’hai, Edward? Di qualunque cosa si tratti la risolveremo insieme come sempre –.

Sembra ancora ostinato a non rispondermi ma quando sto per parlare di nuovo, lui rilascia un ultimo sospiro e finalmente parla:

- Bella, ma secondo te, io saprò essere un buon padre? –

Mi sento subito sollevata e gli rispondo:

- Ma certo che lo sarai amore. Perché me lo chiedi? –

- Bella voglio che tu sia sincera, saprò essere un buon padre? – mi ripete di nuovo ed io avverto un forte tormento nella sua voce per cui ritorno a preoccuparmi.

- Edward ma che ti prende? Perché improvvisamente hai questi dubbi? Sono mesi che sei al settimo cielo per questa gravidanza, stai cercando di dirmi che ci hai ripensato? Che non lo vuoi più … - non mi lascia continuare e tiratosi a sedere, mi risponde con un tono più alto quasi arrabbiato:

- Come puoi pensare una cosa del genere?! Certo che voglio la nostra principessa, la desidero più di ogni altra cosa al mondo, ma … -

- Ma? –

- Ma ho paura! Ho una dannatissima paura che non saprò essere un buon padre per la nostra piccola! Io non so cosa voglia dire crescere con l’affetto di un padre, non ricordo nulla di lui perciò come potrò essere un padre all’altezza della nostra bambina? Non ho idea di come si cresca un figlio, come lo si educhi, non so nulla. Io … -

Finalmente capisco i suoi timori, purtroppo è vero lui non ricorda nulla del breve periodo che ha vissuto con i suoi genitori e certe ferite non si rimarginano mai. Povero amore mio, per cercare di tranquillizzarlo lo stringo a me e interrompo il flusso delle sue parole e delle sue paure:

- Amore ora cerca di stare calmo e ascoltami attentamente. Io capisco che crescere senza genitori sia stato terribile, ma tu ce l’hai fatta e sei diventato un uomo speciale e straordinario e anche se non ricordi tuo padre, sono sicura che per la nostra bambina – e nel dire questo gli prendo una mano per poggiarla sul mio grembo- sarai un padre perfetto, eccezionale. Certo potrai commettere errori ma potrò farli anch’io e come lo farà qualsiasi altro genitore. Nessuno nasce imparato ma diventare genitori è un processo lungo che non avviene dall’oggi al domani, biologicamente parlando forse sì, ma il rapporto con il proprio figlio è frutto di un lungo percorso che però si fa insieme, figli e genitori e i due genitori. Infatti in qualunque momento ci sarò sempre io con te, anch’io ho paura e non ho idea di cosa voglia dire essere mamma ma la scopriremo giorno per giorno, anzi lo stiamo scoprendo già in questo momento accarezzando la nostra bambina e affrontando le nostre paure. Io lo so già che sarai un padre eccezionale perché vedo come ti comporti con lei prima ancora che nasca e lo sguardo che rivolgi ogni volta alla mia pancia mi fa sciogliere il cuore da quanto è intenso e colmo d’amore. Saprai amare la nostra bambina come solo un padre è capace di fare e le insegnerai a essere una persona forte come te. Ed io sarò sempre con te, non ti libererai di me tanto facilmente Cullen!!! – concludo rivolgendogli un sorriso carico di tutto il mio amore.

Edward ha gli occhi lucidi e mi stringe di nuovo tra le sue braccia e improvvisamente sento il mio pigiama bagnato, segno che sta piangendo:

- Amore mio, cosa ho fatto per meritarti? Sei straordinaria! Ti prometto che m’impegnerò al massimo per essere un buon padre e un buon marito. Saremo una famiglia felice … - e non riesce a continuare perché è perso nei suoi singhiozzi, quindi decido di tentare di strappargli un sorriso

Prendo il nostro immancabile Memè:

- Piccolo Edward non piangere! Ti ricordi di me? Ora sei grande non devi piangere però se vuoi, ti racconto una cosa. Io mi ricordo di una bambina che ci ha fatto incontrare e che ti ha raccontato che la tua mamma e il tuo papà sono due angeli che vegliano su di te e ti proteggono quindi quando avrai dei dubbi, puoi sempre rivolgerti a loro. E poi ricorda che c’è sempre quella bellissima brunetta che stai per sposare che non ti molla e che rimane sempre sempre sempre sempre con te – so che potrà sembrare infantile far parlare un peluche ma l’importante è che io abbia ottenuto il risultato sperato e cioè un sorriso del mio fidanzato

- Grazie Memè. Ma certo che mi ricordo di te e devo dire che hai perfettamente ragione, i miei genitori sono sempre con me e per quanto riguarda la brunetta ti confido un segreto – e si fa più vicino al pollo per sussurargli – fortuna che non mi molla perché nemmeno io ho la minima intenzione di lasciarla andare – detto ciò alza il suo sguardo su di me e riprendere :

-Sei davvero la cosa più bella e preziosa che abbia mai incontrato e non vedo l’ora che tu sia moglie per vederti arrivare all’altare avvolta in un bellissimo abito e insieme alla nostra bimba, per giurare di fronte a Dio e al mondo intero che ti amerò per sempre, angelo mio! –

Ed ecco che riparte il fiume di lacrime:

- Accidenti a te e al tuo romanticismo mi hai fatto piangere di nuovo! Amore mio ti amo da impazzire! –

- Anch’io Bella, non immagini neanche quanto! – e si fionda di nuovo sulle mie labbra per riprendere a fare l’amore facendomi impazzire come solo lui sa fare.
 

1 mese dopo

È notte fonda e proprio non riesco a dormire, sarà che la piccolina è più agitata del solito. Ma a un certo punto mi sento improvvisamente bagnata in mezzo alle gambe, il che vuol dire solo una cosa:
 
MI SI SONO ROTTE LE ACQUE!!!

Inizio a toccare Edward nel tentativo di svegliarlo:

- Edward! Edward! Edward svegliati! –

- Mmm! Che c’è Bella? – mi risponde lui ancora dormendo in pratica

- Mi sa che ci siamo … -

- Amore vedrai che è solo un falso allarme siamo tra il settimo e l’ottavo mese, rimettiti a dormire … - mi risponde Edward rimettendosi placidamente a dormire, e lì davvero non ci ho visto più:

- Edward Cullen! Svegliati immediatamente! Porta quel culo fuori dal letto e portami subito in ospedale se non vuoi che tua figlia nasca qui! Mi sono rotte le acque idiota!!! – urlo fuori di me

Finalmente Edward realizza ciò che sta accadendo:

- Oh mio Dio! Sta nascendo! Ok amore, ora sta tranquilla ti porto subito in ospedale! –

- Edward io sono calma tranne che il fatto che le contrazioni stanno arrivando e dobbiamo andare! Maledizione il medico qui sei tu! Dovresti essere tu a tranquillizzare me e a dirmi cosa fare non il contrario! Muoviti! Aaaaaaaaaaah! – ecco che arrivano le prime contrazioni

Edward si è improvvisamente pietrificato ma le mie urla sembrano risvegliarlo e sta cercando di vestirsi e prendere il mio borsone semi vuoto in sostanza, dal momento che non pensavo che sarebbe giunto il momento così presto

- Edward aspetta non c’è quasi nulla nel borsone … -

- Lascia stare Bella poi torno io a riempirlo, ora dobbiamo correre in ospedale! –

Finalmente sembra che l’Edward medico si stia svegliando e gli stia facendo riacquistare un minimo di sangue freddo. Partiamo alla volta dell’ospedale e una volta giunti lì mi portano in camera per monitorare la situazione. Qui mi dicono che c’è ancora da aspettare perché non sono del tutto dilatata anche se io non sono dello stesso avviso dal momento che le contrazioni le ho e mi stanno uccidendo. E tra le mie urla l’infermiera mi suggerisce di camminare e credo che qualche santo in paradiso mi abbia trattenuto dal non stringerlo le mani intorno alla gola:

- Camminare?! Io mi spacco in due dal dolore e lei mi suggerisce di camminare??!! Ma che razza d’infermiera è? Si è laureata a Disneyland?  Piuttosto datemi qualcosa per calmare questo dolore! –

Edward tenta di intervenire per farmi calmare:

- La scusi infermiera, non è in sé di solito è molto più gentile. Amore cerca di respirare e di stare calma! Su respira con me … -

- ‘fanculo la respirazione Edward! –

Vi risparmio la caterva d’insulti che sono seguiti dopo altre tre ore l’ostetrica finalmente, mi dice che ci siamo e possiamo andare in sala parto. Stringo la mano di Edward e lo supplico di non lasciarmela:

- Edward! Resta qui! Ho paura! –

- Tranquilla amore sono qui, non ti lascio! –

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!! Cullen è tutta colpa tuaaaaaaaaa! Non avvicinarti più a me!!! – una nuova contrazione è arrivata e ne seguono altre sempre più ravvicinate e forti

- Non pensare nemmeno di avvicinarti a me senza una confezione formato famiglia di preservativi! Aaaaaaaaaaaah! Sappi che in futuro dovrai ricorrere al fai da te! Aaaaaaaaaaaaah!!! Giuro che te lo taglio Cullen se pensi anche solo lontanamente di mettermi incinta di nuovo!!! Aaaaaaaah!!! – mentre lo insulto senza rendermi effettivamente conto delle mie parole stritolo la mano di Edward e credo che se continuerò cosa gli provocherò qualche frattura. Ma sono talmente accecata dal dolore che non riesco a pensare a lui, in questo momento desidero solo che tutto questo finisca in fretta.

- Aaaaah! Non ce la faccio! –

- Forza Bella spingi! Dai amore fammi vedere ancora volta quanto sei forte! –

- Sì sono forte! Aaaaaaah! No non è vero! Non sono forte! Non ce la faccio –

- Sì invece che ce la fai! Sei la persona più forte che io conosca, ti ricordi che me l’hai insegnato tu a essere forte quando ci siamo visti per la prima volta! Lo so che ce la fai, forza un’ultima spinta e finalmente abbracceremo la nostra bambina! –

- Aaaaaaaaaah! – un’altra contrazione mi fa urlare ma questa volta è diversa perché insieme alle mie urla si unisce un pianto che improvvisamente diventa il suono più bello che abbia mai sentito. È nata la mia piccolina!!!

Sono così felice che scoppio in lacrime e con me anche Edward, mentre l’ostetrica si complimenta con noi:

- Complimenti Bella! è una bambina, una bellissima bambina! Edward vuoi tagliare il cordone? –

Edward si asciuga gli occhi e risponde: - Sì! Eccomi! –

Mentre puliscono la bambina, Edward torna da me e di nuovo con le lacrime agli occhi mi bacia e mi ringrazia:

- Brava amore! Sei stata bravissima! L’ho detto che sei forte! Amore mio grazie! Grazie! Grazie! Ti amo! Ti amo da morire! –

- Anch’io ti amo Edward!  Tantissimo! E scusami per tutto quello che ti ho detto, non ero in me e il dolore mi aveva annebbiato completamente il cervello. Ma dov’è nostra figlia? Voglio vederla – appena finisco di formulare la frase, un’infermiera posa nostra figlia tra le mie braccia e finalmente posso vederla:

- Sei bellissima! Ciao amore della mamma! Allora eri tu che mi davi tanti calci nella pancia? –

- Ciao! Ciao piccolina! Sei meravigliosa e soprattutto uguale alla tua mamma!!! –

Sono sfinita lo ammetto ma nulla è lontanamente paragonabile alla gioia di poter stringere finalmente mia figlia tra le mie braccia.

Poco dopo, anche se non sono effettivamente sicura che sia proprio poco giacché fuori è ormai buio, sono in camera con al mio fianco la culla con la nostra bambina e Edward appisolato sul letto. Cerco di non muovermi molto per non svegliarlo ma tutta la mia buona volontà diventa vana quando nostra figlia si sveglia e reclama il suo latte e sveglia anche il suo papà. Il quale subito la va prendere così da darla a me e, non appena la avvicino al seno si attacca subito come una piccola ventosa.

 È adorabile, stupenda, una pittura.

Edward ci osserva estasiato:

- Siete bellissime! Non ho parole per descrivervi! L’unica cosa che riesco a dire è che vi amo e che siete tutta la mia vita –

Poi approfittando di una mia distrazione ci scatta una foto

- Edward ti prego una foto ora no! Sarò distrutta, in condizioni pessime … -

- Invece io non ti ho mai trovata più bella di così! E poi hai appena dato alla luce nostra figlia è normale che tu sia un po’ stanca ma resti sempre stupenda! – mi risponde lui fissandomi intensamente con quei suoi smeraldi che si ritrova al posto degli occhi

- Sei il solito adulatore – gli rispondo arrossendo

- No, sono semplicemente un uomo innamorato della sua donna e di sua figlia –

- Sei tremendo Edward! Ma è anche per questo che ti amo –

- Anch’io ti amo, mammina – mi risponde sfiorando le mie labbra con un bacio.

Sento che il sonno sta tornando ma voglio Edward vicino a me per cui lo faccio stendere al mio fianco e mi accoccolo al suo petto per poi lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo.

Ora credo sia mattina ma a svegliarmi non è il pianto di mia figlia ma un tocco lieve sulle mie guance che scopro essere la manina della mia piccolina insieme a quella del suo papà che la stringe tra le sue braccia.

- Buongiorno amore – dice Edward

- Buongiorno ai miei due amori! Siete meravigliosi anche voi due insieme! Ora sono io a volervi fare una foto –

Una volta scattata reclamo subito la mia bambina e la prendo subito in braccio anche per farla mangiare. Mentre la allatto, la osservo e mi perdo in lei e nella ricerca dei tratti miei e di Edward. I capelli sembrano scuri ma credo proprio che si schiariranno e diventeranno come quelli del suo papà mentre gli occhi sembrano scuri come i miei, probabilmente il desiderio di Edward si è avverato e il resto del viso sembra come il mio un ovale magro e con le labbra a forma di cuore ma spero che dal suo papà abbia preso l’altezza e in futuro la sua coordinazione e che non sia goffa come la sua mamma. In ogni caso a chiunque somigli è bellissima e soprattutto è la nostra bambina, siamo io e Edward e questo mi basta per rendermi immensamente felice. Persa in questi pensieri non mi sono accorta che la camera è stata invasa dai nostri amici e dalla mia famiglia che non perdono tempo e si fiondano subito su di me e la piccola, spodestando il povero Edward dal suo posto che di conseguenza si ritrova alla finestra, lontano da noi. Alice e Rosalie, le mie migliori amiche, si fiondano immediatamente sulla piccola mentre mia madre prima si preoccupa di me e con gli occhi lucidi, mi dice:

- Piccola mia sei stupenda! Non posso credere di essere diventata nonna! Mi sembra ieri che ero io a essere in questo letto e tenevo te tra le mie braccia! Però sto rivivendo le stesse emozioni e so che le stai vivendo anche tu, diventare madre è una delle cose più meravigliose che si possano provare e ti cambia la vita per sempre, rendendola perfetta –

Le parole di mia madre riescono a farmi commuovere e non resisto dal gettarmi tra le sue braccia, visto che le mie sono libere da quando Alice e Rosalie mi hanno strappato via mia figlia per spupazzarla, perché anche se sono diventata mamma, rimango sempre una figlia e ho bisogno di condividere questo momento con la mia mamma. Intanto si avvicina anche il mio papà e dopo avermi abbracciato, mi dice:

- Tesoro mio sono così orgoglioso di te. La piccola è meravigliosa e tu sembri ancora più bella. Non posso credere che la mia bambina sia diventata una mamma – e per la seconda volta in vita mia lo vedo con gli occhi lucidi, proprio come il giorno della mia laurea, e questo emoziona anche me tanto che lo stringo in un altro abbraccio.

Intanto alzo lo sguardo e vedo Edward osservarci mentre riceve pacche da parte di Emmett e Jasper, che si stanno complimentando con il neo papà.  Poi si avvicina il mio fratellone Jake che inizialmente sembra limitarsi a una stretta di mano, ma non perché ce l’abbia con lui ma semplicemente perché è molto geloso della sua sorellina e anche se il mio fidanzato gli piace, non perde occasione per stuzzicarlo e intimorirlo con la sua enorme stazza, ma poi si lascia andare e abbraccia il suo futuro cognato e si complimenta con lui e lo sento mentre lo ringrazia :

- Grazie per avermi fatto diventare zio, Eddy e soprattutto grazie per tutto quello che fai per mia sorella non credo di averla mai vista così felice come negli ultimi tre anni! Continua su questa rotta e andremo d’accordo Cullen! –

Il mio adorabile fratellone non si smentisce mai quando si tratta di me e infatti, lo chiamo subito a rapporto:

- Ma tu guarda che razza di fratello che mi ritrovo, dico tua sorella sono io e sono sempre io che partorito la tua nipotina dopo ore di travaglio e non mi merito neanche un abbraccio? Vergognati! – gli dico fingendomi offesa

E prontamente Jake vola da me e mi stringe in un abbraccio stritolatore:

- Ma che dici sorellina? Aspettavo semplicemente che fossi libera dagli altri per avere la tua completa attenzione e poi dovevo divertirmi ma soprattutto complimentarmi anche con Edward –

- Lo so e ho sentito quello che gli hai detto, grazie Jake sei il fratello migliore che si possa desiderare! Ti voglio bene –

- Anch’io sorellina, non sai quanto -

Mentre sono ancora tra le braccia di mio fratello, la mia attenzione viene reclamata da Alice e da mia figlia, quest’ultima vuole tornare dalla sua mamma invece Alice mi pone la domanda che penso frema tutti quanti:

- Allora Bella ti vuoi finalmente decidere e dirci che nome avete dato alla vostra bambina? –

Ebbene sì, nessuno sa che nome ho scelto per la mia bambina nemmeno Edward, volevo fargli una sorpresa. So che mi ucciderete per aver aspettato tanto ma volevo che fosse un momento quasi solenne perché la scelta che ho fatto non è stata casuale e a dirla tutta è da quando ho scoperto che nostra figlia sarebbe stata femmina che ho deciso. Perciò cerco la mano di Edward e lo avvicino a me, mentre lui cerca il mio sguardo e lo vedo molto emozionato:

- Sì avete ragione! Mamma, papà, Jake, amici e amore mio sono orgogliosa di presentarvi Elisabeth Cullen! –

Appena detto il nome, mi giro verso Edward e il suo sguardo è indecifrabile talmente sono tante le emozioni che lo stanno attraversando ma poi, come se si fosse risvegliato da uno stato catatonico, mi guarda con gli occhi lucidi e così innamorati come forse non glieli ho mai visti

- Elisabeth? Come mia madre? –

- Proprio come tua madre –

- Oh mio dio Bella … io non … ecco … ma insomma grazie amore mio! Mi hai fatto l’ennesimo splendido dono! Come puoi essere ogni momento più meravigliosa? Ed io, se è possibile, ti amo ogni giorno di più –

- Anch’io ti amo Edward – gli risponde tra le lacrime e ci fiondiamo l’uno tra le labbra dell’altra mentre i nostri visitatori applaudono e si complimentano con noi.

Dopo pranzo ho costretto Edward a tornare a casa per farsi una doccia e rinfrescarsi mentre io e la mia Elisabeth ci siamo fatte un bel riposino che viene però interrotto dal ritorno del mio fidanzato, il quale mi accorgo subito che nasconde qualcosa dietro la schiena e la mia curiosità salta subito fuori:

- Ciao Eddy! Tagliamo la testa al toro, che nascondi dietro la schiena? –

- Sì ciao amore, anche tu mi sei mancata comunque è una sorpresa – mi risponde lui sarcastico ma lanciandomi il suo solito sorriso sghembo

- Eddai siamo stati separati solo nel pomeriggio non esagerare, dimmi piuttosto della sorpresa dai che sono curiosa – proseguo io facendo il broncetto che lui adora e che soprattutto lo fa arrendere subito

- Piccola streghetta usi le tue armi subdole per farmi cedere, ok ok questo volta mi arrendo subito, semplicemente ho un piccolo regalo per Elisabeth –

- E per me nulla? – gli dico ridendo e aumentando il broncetto poi però aggiungo – amore però ha solo un giorno è già iniziamo con i regali, inizi presto a viziarla –

- Ma questo è un regalo molto speciale che sono sicuro che apprezzerà molto anche la sua mamma – detto questo mi allunga il pacchetto che stava nascondendo e m’incita a scartarlo.
Io non me lo faccio ripetere due volte e subito dopo mi ritrovo tra le mani il mio pollo di peluche, Memè. Sono sorpresa e quando sto per parlare Edward mi zittisce con dito sulle labbra affinché possa essere lui a farlo:

- Prima che tu mi faccia qualunque domanda, parlo io. Ho pensato che innanzitutto Memè morisse dalla voglia di conoscere la nostra bambina – inizia facendomi un sorriso poi prosegue – ma soprattutto ho pensato che sia giusto che dopo aver salvato e protetto, noi due, sia quando eravamo separati sia ora che siamo insieme, Memè protegga la nostra Elisabeth. In fondo lei è il frutto del nostro amore e chi più di Memè potrà essere capace di proteggerla, non dimentichiamoci che questo pollo è e resterà testimone del nostro amore per cui mi sembra corretto questo passaggio del testimone. Allevierà tutte le sue lacrime proprio come ha fatto con me quando ci siamo conosciuti -.

Ma com’è possibile che quest’uomo riesca sempre a farmi piangere? Vedete che non sbaglio quando dico che è il mio principe azzurro

- Amore non ho parole! Quello che hai detto è meraviglioso e questo regalo è perfetto! Sono senza parole riesco solo a dire che ti amo immensamente, da morire! – e non gli do neanche il tempo di rispondere perché mi sono già gettata tra le sue braccia e sulle sue labbra per dargli un bacio colmo di tutto l’amore che sento per lui e ovviamente lui non si fa attendere nel ricambiarmi con un bacio altrettanto innamorato e appassionato.

È sera ormai ed io e Edward siamo persi a fissare la nostra Elisabeth che dorme beata nella sua culla mentre stringe tra a sé il suo nuovo amico Memè e siamo stretti l’uno tra le braccia dell’altra. In questo momento che posso considerare solamente perfetto, mi sento completa e a casa con il mio futuro marito, con mia figlia e con il mio immancabile polletto Memè, che come al solito non può mancare all’ennesimo momento meraviglioso della mia vita e per l’ennesima volta mi ritrovo a sussurrare:

- Grazie Memè – e continuo e continuerò a occuparmi del mio perfetto angolino di felicità.

 

ora credo che la storia sia davvero finita in goni caso mi auguro di cuore che vi sia piaciuta, in ogni caso grazie per essere passate! alla prossima magari e spero che vogliate lasciarmi un commentino, sono pronta a tutto!!! un bacio

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