La douleur exquise.

di beastille
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ouverture ***
Capitolo 2: *** Atto I ***



Capitolo 1
*** Ouverture ***


 

 

 

 


Qualche ragazza particolarmente portata per la matematica ha calcolato che la probabilità di sposare uno dei membri degli One Direction é circa di uno virgola nove su un milione.
Quando Martha riguarda il DVD del tour live non ci pensa, a queste piccolezze, guarda solo il sorriso di Niall e il modo in cui le sue labbra chiare si piegano mentre scandisce le parole di Same Mistakes.
Quando poi guarda dritto nella telecamera con i suoi occhi deliziosamente chiari le piace pensare che quello sguardo speciale sia diretto proprio a lei, e non alle altre milioni di ragazze con il suo stesso sogno.
Davvero, a Martha non é mai importato molto di questi dettagli.


Il fatto che le abbiano regalato una maglietta con scritto "Future Mrs. Horan" dovrebbe farla riflettere ma non ci pensa neanche tanto, se la mette come pigiama la sera e se la tiene addosso tutto il giorno fino al punto che sua sorella deve obbligarla a sfilarsela per lavarla.

Lo sfondo del suo telefono é Niall, il poster sopra il suo letto é Niall, la parola più ripetuta sul diario é Niall.


Piano piano passa, come tutte le fisse, come le ossessioni, come le boyband.
Alcune di queste cose durano di più e lasciano un segno più marcato, certo, ma sono tutte destinate a sfumare.
Da Bath si trasferisce a Londra, come ha sempre voluto, e trova un lavoro come cameriera in un bar rumoroso della periferia.
Catherine, la sua collega, ha tre anni più di lei ma vanno così d'accordo che per caso finisco anche a dividere l'appartamento.
Ogni tanto, ma solo quando la giornata é stata particolarmente triste, si guarda intorno sperando di intravedere il loro tour bus passare per qualche via o di vedere uno di loro passeggiare per caso.

Sulla BBC passano un documentario su di loro e lei si sorprende a canticchiare More Than This sottovoce.



«E poi invece continuava a guardarmi e non si decideva a venire verso di me! Giuro, incapace di mettere un piede davanti all'altro!» dice Cathy in tono civettuolo rivolta verso Martha, che la ascolta interessata.
Sono quasi le due, orario di chiusura, e non c'è anima viva nel bar se non per le due ragazze sedute a un tavolo in attesa di poter tornare a casa.
«E quindi? Te ne sei andata?» domanda Martha sempre più curiosa.
«Certo, tesoro! A me piacciono decisi.» conclude con un occhiolino.
Martha scoppia a ridere ma viene interrotta di colpo dal suono della porta che si apre, la voce dello sconosciuto anticipata dallo stridere delle suole bagnate delle sue scarpe sul pavimento asciutto.
«C'è nessuno?» dice a voce alta.

Martha si dice che non é possibile, perché davvero lo é. Anche se quella voce la riconoscerebbe ovunque, anche se quel forte accento irlandese non é fraintendibile, con tutto il suo cuore spera che quella vecchia ombra del suo passato non sia tornata da lei così prepotente. Quella voce le ricorda qualcosa, o meglio, qualcuno, e sente che é qualcosa di importante. Spera con tutto il cuore che non sia grave.
E invece.

«C'è nessuno?» ripete la voce con più insistenza.
Catherine si precipita alla porta, i tacchi che fanno troppo rumore e la risata stridula sempre presenti mentre si sposta.
«Si, si, ci siamo! Cosa posso farti? Vuoi prendere un tavolo? Ma non é troppo tardi per un ragazzo bello come te e per di più solo?» ammicca verso di lui.
«No, grazie, volevo solo chiedervi se avete un ombrello da prestarmi, devo tornare dall'altra parte della città e non ho soldi per un taxi, posso comunque farvelo riportare domani.» dice il ragazzo sorridendo dolcemente.
In effetti, pensa Cathy, é fradicio: i capelli biondissimi, in alcuni punti quasi castani per la pioggia, ricadono umidi sulla fronte e i vestiti gli aderiscono al corpo come una seconda pelle. É strano, ma questo ragazzo continua a ricordarle moltissimo qualcuno.
Improvvisamente, si porta una mano alla bocca sospirando shoccata.

Quasi goffamente corre di nuovo verso il tavolo dal quale Martha non si é mossa e, chinandosi verso di lei, le sussurra nell'orecchio.
«Guarda che qui c'è quel cantante che tanto ti piaceva, quello del poster nella tua vecchia camera» e si allontana ridacchiando felice.
Martha si alza lentamente dalla sedia e, mormorando a Niall che arriva subito, si avvia verso il retro del locale per cercare questo benedetto ombrello.
Ne trova uno color giallo fosforescente, e pensa che un ombrello del genere sia meglio perderlo che trovarlo. Si, glielo lascerà tenere. Non che si aspetti che il ragazzo torni indietro, no, ma forse é meglio: terrà per sempre qualcosa di suo.

Oppure lo butterà ne primo cestino davanti all'albergo.

Non si accorge di essere rimasta tutto questo tempo ferma davanti a Niall Horan, star internazionale, con un ombrello giallo in mano e un'espressione ebete dipinta sul viso: lui la sta guardando piuttosto accigliato e Martha arrossisce immediatamente desiderando sprofondare nel terreno.

«Hai intenzione di darmelo questo ombrello o preferisci tenertelo tu?» dice con un sopracciglio alzato in modo scettico, senza però riuscire a trattenere una risata.
Martha glielo lancia e lui lo prende al volo, facendo un cenno verso di lei con il capo in segno di ringraziamento.
«Passerò a riportarlo,» dice poi. «Sia mai che questo capolavoro non ritorni a casa.» conclude leggermente abbagliato dalla tonalità dell'oggetto.
«Si, come no» mormora Martha appena il ragazzo esce facendo suonare di nuovo la porta.
Merda, si dice, non aveva neanche un CD da fargli autografare. 

 
-

 

«E così hai incontrato Niall Horan?!» la voce al di là della cornetta quasi la stordisce.
«Si, ma la mia risposta non cambia rispetto a quando me l'hai chiesto trenta secondi fa.» sbuffa Martha alzando gli occhi al cielo.
«Ok, ma é incredibile! Insomma, iniziano il loro tour in Asia tra una settimana ed é un miracolo che abbia avuto una serata libera per passeggiare in giro per Londra!»
«Liz, Dio mio, tu sei ancora sempre informata su di loro, vero?» commenta con dolcezza.
«Certo» risponde l'amica con tono di superiorità, «io ho mantenuto il mio impegno con la boyband più gay del mondo. Sei tu che hai perso la fede. Hai vent'anni ed hai abbandonato i tuoi sogni.» occlude solennemente.
Liz può chiaramente sentire Martha alzare le sopracciglia anche dall'altra parte dell'Inghilterra.
«Senti, almeno gli hai offerto qualche tipo di prestazione? Che ne so, l'hai invitato nel retro del locale? Gli hai lasciato qualcosa di tuo?»
«Si é portato via un ombrello giallo fosforescente.» commenta Martha con nonchalance.
«Oh. Beh, bello schifo, davvero. Gli hai dato un ombrello. A Niall Horan, il tuo primo grande amore.»
«Veramente quello é stato Anthony quando avevo tredici anni, ma comunque…»
«Dettagli, idiota, dettagli. Niall é sicuramente più bello di quel ragazzino con un cespuglio in testa.»
Martha alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta, e inizia a pensare che potrebbe tenerli fissi così, giusto per prevenzione.
«Senti, devo andare Martha, ti chiamo dopo il lavoro. Magari riesco a venire lì il prossimo week-end, devo controllare se ho degli esami in vista.»
«Ok, Liz, sentiamoci presto. Ti voglio bene, nonostante tu sia così… Liz
«Sempre adorabile, tesoro, sempre adorabile.» e attacca.
É passata esattamente una settimana da quando Niall Horan, capelli tinti e bagnati compresi, si é presentato nel suo locale, e Martha ha perso la speranza nel suo ritorno esattamente cinque minuti dopo la sua uscita di scena.
Ventiquattro secondi dopo la fine della chiamata, alle ore undici e venti del mattino, la ragazza posa il telefono e prende in mano qualche tazza da un tavolo lì di fianco per portarla in cucina.

Tre secondi dopo, Niall fa il suo ingresso nel locale. Di nuovo. Questa volta, però, asciutto.
Un attimo dopo, una delle tazze cade dalle mano insicure di Martha e va ad infrangersi contro il pavimento di legno. Bastardo.
«Contenta di vedermi?» le chiede Niall con un sorriso sincero.
I frequentatori del locale hanno già smesso di guardarli, tutti troppo vecchi per riconoscere il ragazzo biondo che é appena entrato.
Martha gli fa cenno di avvicinarsi con lei verso le cucine, per avere un momento di tranquillità.
Niall sfila dalla borsa a tracolla il galeotto ombrello e glielo porge con gentilezza. Lei lo afferra, ancora abbagliata dalll'improbabile tonalità, e lo posa su una sedia lì vicina.
«Come mai non hai una schiera di fan e paparazzi al tuo seguito?» domanda Martha curiosa.
«Ci sono Liam e Danielle che fanno shopping da Topshop, io sono un'attrazione secondaria oggi.» risponde facendole l'occhiolino.
La ragazza si irrigidisce appena dopo quel gesto così strano.
«Perché sei tornato?»
«Dovevo riportare l'ombrello indietro, che domande.»
«Oh, andiamo,» lo intima lei, «avresti potuto semplicemente mandare qualcuno a tuo nome.»
Niall la osserva un po' in imbarazzo.
«Sono così ovvio?» ammicca.
«Un po'» gli sorride lei.
«Oh, ok, sono tornato per rivedere una ragazza bionda decisamente carina.»
Martha lo guarda accigliata.
«Sei davvero molto carina, ragazza dell'ombrello, ma so nemmeno come ti chiami.»
«Martha.» risponde lei in fretta.
«Martha.» ripete lui gustandosi appieno il nome, passandoselo sulla lingua e dandogli un suono completamente diverso sporcandolo col suo accento marcato.
Martha pensa a malincuore che non vuole più sentire nessun'altra al mondo ripeterlo se non lui.
«Ti andrebbe di vederci questa sera, Martha? Ti passo a prendere alle nove qua davanti.» aggiunge ritrovando l'ilarità perduta.
«Si.»
No.
Non é lei che ha parlato.
Vero?
Prima ancora che possa realizzare che cazzo le sia preso si ritrova da sola in cucina con Cathy che le urla di tornare subito ad aiutarla.
Ed un appuntamento.

    A: Liz - 11:35
stasera esco con Niall Horan. 

    A: Martha - 11 36
stronza. vedi di riuscire a portarmi Liam.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok. Cosa sto facendo?

Insomma, fino a qualche giorno fa me ne stavo tranquilla tranquilla nella parte shalsh di questo fandom, con risultati discreti, senza mai fare del male a nessuno.

Ora, invece, eccomi qui, a scrivere una het Niall/OC per colpa di questa ragazza che mi constringe ad "allargare i miei orizzonti" in campo di scrittura.

- Per amor della timeline:
questa particolare mini-long é ambientata anni dopo Up All Night. Non ci é dato sapere, ma indicativamente cinque, quindi il nostri Niall ha più o meno ventiquattro anni e Martha ne ha circa venti.

- Per amor della continuità:
come ho accennato prima questa é una mini-long, ovvero una one shot troppo troppo grande per essere pubblicata a sé stante (siamo a 3000 parole e passa solo nella seconda parte) ma troppo piccola per essere considerata una long a tutti gli effetti.
Sarà costituita da tre capitoli e verrà aggiornata una volta a settimana, più o meno. Spero.

- Per amor mio (e vostro):
se ve la sentite potete lasciarmi una recensione, e magari anche segnarmi il vostro nick di twitter (io sono @precipitiamo) così posso avvisarvi quando aggiorno col secondo capitolo.

Detto questo, non posso che auspicarmi che la storia vi sia piaciuta :)

A presto.

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Capitolo 2
*** Atto I ***


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a Marta, con affetto.
se non cogli la citazione cinematografica sei morta.


well I hope
it's going to make you notice
someone like me

use somebody, kings of leon 

 

 

 

«Dobbiamo studiare un piano d'azione, idiota!»
«Ma Liz, scusami, tanto sarà una cosa da una notte e bas-»
«Niente ma, signorina! Stasera sarai la ragazza più desiderata e desiderabile dell'universo!»
Martha vorrebbe davvero odiare Elizabeth per tutto quello che le fa passare, certo, ma proprio non ci riesce.
«E sentiamo, cosa prevederebbe questo piano d'azione?» sospira angosciata, il panico tangibile nella sua voce.
«Punto primo: il vestito. Scordati qualcosa di hipster o di sportivo, abbiamo già dato con la Calder e la Peazer. Quello che manca alla fidanzata ufficiale di un membro degli One Direction é la semplicità. Se optassimo per jeans, ballerine e una maglietta carina?»
«Liz, davvero, io non sto per diventare la fidanzata ufficia-»
«Però non dobbiamo sottovalutare la scollatura. Insomma, un po' di tette al vento vanno sempre bene, ma con troppo rischieresti di passare per la troietta di turno. E noi non vogliamo fare questa figura, vero Martha?» la incita con tono suadente.
«Non capisco perché parli al plurale, dato che sono solo io ad andare.»

Silenzio dall'altra parte della cornetta.

«Oh, Liz, scusa.» chiede timidamente Martha, sapendo di aver ricordato all'amica per l'ennesima volta di essere stata lei ad avere questa fortuna.
«Niente, tesoro, niente. Mi sono solo fatta un po' prendere la mano, hai ragione. Detto questo, che ne dici della canottiera a fiori che ti ho regalato l'anno scorso? O forse sarebbe meglio la camicetta viola, quella che abbiamo comprato a Manchester…»

Va tutto bene, Martha. Ancora poche, pochissime ore.

 

 

Il concetto di "ti passo a prendere" di Niall Horan é evidentemente sfasato rispetto a quello del resto del mondo.
Alle nove e due minuti una stupefacente auto nera si presenta davanti al locale e un uomo in giacca e cravatta le fa cenno di entrare.
L'ambiente é confortevole, la temperatura perfetta, e i sedili sono musica per il suo fondoschiena.
«Posso chiederle dove stiamo andando?» mormora impacciata all'autista.
«Alla residenza del signor Niall Horan, signorina.»
Quel signorina le ricorda decisamente qualcosa.
Quando Martha intravede nel buio i contorni di una sontuosa villetta a più piani stagliarsi nella notte si sente un attimo mancare.
Il respiro le si blocca e la consapevolezza di essere quasi a casa del suo più grande sogno adolescenziale per essere l'ennesima ragazza da una notte la affascina e stordisce allo stesso tempo, lasciandola confusa come dopo una gran sbronza.
Persa in questi pensieri, non si accorge che l'autista le ha aperto la porta e sta aspettando pazientemente che lei scenda.
Scusandosi per l'attesa, Martha scende piuttosto goffamente dall'auto e segue l'uomo fino all'ingresso dell'edificio.
«Prego, signorina, entri pure. Passi una buona serata» le dice indicandole la porta.
«Fa così con tutte, vero?»
«No, signorina, raramente le porta a casa. Di solito si limita a corteggiarle di locale in locale.» le risponde strizzandole l'occhio.
«Questo dovrebbe rendermi in qualche modo speciale?» ribatte dubbiosa.
«Immagino di si, signorina, ma questo spetterà a lei deciderlo.» e questa enigmatica battuta si dirige nuovamente verso il veicolo, mette in moto e si avvia verso la città.
Oh, pensa Martha, e adesso che diavolo faccio?
Intravede alla sua destra un campanello e preme impercettibilmente, udendo il suono rimbombare all'interno della casa.
«Sei arrivata, finalmente.» le sorride la oramai familiare figura. «Hai già mangiato?» le domanda.
«Ho mangiato un panino al locale, si. Perché, avevi in programma una cena?»
Merda. Merda, merda, merda, merda.
«Oh, no, non ti preoccupare, anche io sono a posto.»
Questo ragazzo deve avere qualche talento nascosto oltre al canto, si dice Martha, ed evidentemente uno di questi é spazzare via la tensione come se niente fosse.
Lo invidia moltissimo per questo.
Niall le fa strada attraverso i lunghi corridoi fino a farla accomodare in un enorme salone.
«Allora, vuoi bere qualcosa, Martha? Louis mi ha consigliato questo Chardonnay Planeta,» dice afferrando la bottiglia che c'è li vicino.
«Dal nome sembra qualcosa di terribilmente sofisticato e costoso. Mi spiace però comunicarti che non bevo vino.»
Gli occhi di Niall si illuminano.
«Fantastico, nemmeno io! Non sai quanto sono sollevato.» ridacchia soddisfatto tirando fuori da un piccolo armadietto due bottiglie di Coca-Cola e mostrandogliele.
«Meglio?» ammicca.
«Decisamente,» risponde lei.

 

 «Quindi le ragazze che vengono qui sono poche?» domanda Martha con un filo di malizia, le guance arrossate leggermente.
La facilità con cui sono passati dall'analcolico all'alcolico dovrebbe metterli in guardia, ma quando Niall ha afferrato due bottiglie di Whiskey irlandese di prima qualità nessuno dei due ha obiettato.
«Non troppe, si. Forse due o tre finora.» risponde lui sorridendo contento.
«E a questo punto della serata cosa fai? Quando la ragazza é brilla al punto giusto e le ore di sonno iniziano a diminuire, avrai pure qualche mossa segreta.»
«Se te la dicessi, poi dovrei ucciderti.» risponde il ragazzo ridendo e alzandosi dal divano.
Si dirige verso un enorme impianto stereo e sceglie subito un CD dalla pila, facendo in modo che lei non lo veda.
Martha sussulta alle prime quattro note della canzone, riconoscendola subito.
Niall si avvicina lentamente a lei e inizia a sussurrarne le parole vicino al suo orecchio.
Il suo respiro ha una gradazione alcolica piuttosto alta.
«E così, canticchi "Lego House" alle ragazze per farle venire a letto con te?» mormora Martha.
Niall approfitta di un pezzo strumentale per rispondere alla domanda.
«Come suona male detta così.»
«Deve suonare male, é una subdola mossa per ottenere favori.» risponde imperterrita.
Durante le note finali della canzone i due si ritrovano fronte contro fronte, e guardarsi negli occhi diventa piuttosto scomodo.
Niall si riflette negli occhi azzurri della ragazza, notando quanto siano simili ai suoi.
«Hai un sacco di lentiggini» osserva lui ridacchiando osservandole il collo.
Ti farei giocare a collega-i-puntini con la lingua, pensa lei, dandosi mentalmente un paio di schiaffi (il Whiskey deve decisamente aver fatto effetto).
Grazie a dio non l'ha detto ad alta voce.
«Ha funzionato, nonostante tutto?» sussurra Niall, riferendosi alla canzone ed interrompendo nuovamente il silenzio.
Martha si limita a sorridergli e a posargli un delicato bacio sulle labbra sottili, e Niall la solleva avviandosi su per le scale verso camera sua.

  

Il sole entra nella stanza con prepotenza, svegliando la ragazza stesa sul letto e incastrata malamente tra tutte quelle lenzuola.
L'aria é spante come solo quella domenicale può essere, e la meravigliosa sensazione di avere il giorno libero la rasserena.
Al suo fianco, Niall Horan dorme ancora con la bocca spalancata.
Per controllare che sia tutto vero, Martha sfiora la pelle lattea dell'altro col dito indice, come si fa con qualcosa di fragile e prezioso.
Sente carne, muscoli, tendini ed ossa; non é decisamente un sogno.
Si volta dall'altra parte e tende il braccio verso il comodino per afferrare il cellulare.
Otto chiamate perse. Tutte di Liz. Più una di Cathy.
Sbuffa sonoramente e sta per mettersi a scrivere un messaggio quando sente il respiro dell'altro accarezzarle la spalla, e una scia di piccoli baci arrivare fino alla linea morbida della mascella.
«Se inizi la giornata di pessimo umore non ne uscirà mai niente di buono,» sospira.
«E questo cos'è, un detto tibetano?» suggerisce lei ilare.
Niall sorride alla battuta e si mette a disegnare piccoli cerchi con le dita sulla sua schiena.
«Resta qui con me, oggi.» le chiede.
«Potrei avere di meglio da fare.» suggerisce lei.
«Non é vero.» risponde lui sicuro.
«Potrei anche decidere di farmi tentare.» cede.
Niall la guarda con quel sorriso angelico che un po' la spaventa, perché gli basta curvare di poco le labbra e ha già vinto.

 

Passa cinque notti di seguito tra le lenzuola del letto di Niall Horan e si preoccupa solo di avvisare Cathy ogni sera che non tornerà a casa.
La macchina arriva puntuale alle nove davanti al locale - l'autista si chiama Robert, é un tipo simpatico - e il ragazzo l'aspetta nel sontuoso ingresso ogni volta con una bevanda diversa.
Impara così tante cose di lui solo guardandolo che, se fosse ancora interessata, potrebbe aprire un blog su Tumblr elencando ogni sua abitudine. 
Poco a poco si scoprono a vicenda, sotto le coperte e non, ed entrambi al termine dell'ultima notte che tasti toccare per far impazzire l'altro.
«Domani parto, Martha.» le sussurra lui sulle labbra appena prima di addormentarsi. «Ti scriverò, promesso.»
Niall passa una mano tra i capelli biondi della ragazza numerose volte, terminando con una carezza soffice sulla guancia.
Martha non vuole sperare, non deve illudersi, ma c'è qualcosa in quello sguardo che le accende la speranza.
E tutto ad un tratto capisce di essere persa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E così, siamo giunti al secondo capitolo.

Ne manca un altro più l'epilogo ed é già tutto finito.
Già mi manca questo verse un po' particolare, cliché in un modo sorprendente.
Ma vi lascio alle note finali, senza rompervi ulteriormente.

- Per amor della timeline:
questa particolare mini-long é ambientata anni dopo Up All Night. Non ci é dato sapere, ma indicativamente cinque, quindi il nostri Niall ha più o meno ventiquattro anni e Martha ne ha circa venti.

- Per amor della continuità:
come ho accennato prima questa é una mini-long, ovvero una one shot troppo troppo grande per essere pubblicata a sé stante (siamo a 3000 parole e passa solo nella seconda parte) ma troppo piccola per essere considerata una long a tutti gli effetti.
Sarà costituita da tre capitoli + un epilogo e verrà aggiornata una volta a settimana, più o meno. Spero.

- Per amor mio (e vostro):
se ve la sentite potete lasciarmi una recensione, e magari anche segnarmi il vostro nick di twitter (io sono @precipitiamo) così posso avvisarvi quando aggiorno col secondo capitolo.

Detto questo, non posso che auspicarmi che la storia vi sia piaciuta :)

A presto.

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