But did you know that I love you? or were you not aware?

di sorawrbieber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Laugh. ***
Capitolo 2: *** Be alright. ***



Capitolo 1
*** Laugh. ***


Laugh.

Vorrei tanto dipingere di rosso 
quella vecchia casa.
Mi piacerebbe dipingere
anche un bel sorriso sul tuo viso, Judie...

 

 

 

 

 

 

Corro, corro fino a sentire soffocare l'aria nei miei polmoni. Le villette con i loro cespugli verdi, contrastati dalle macchie rosse e gialle delle rose, si stringono intorno a me come a volermi intrappolare. Gli occhi si annebbiano e le ginocchia cedono facendomi cadere. Lo sento, è qui vicino. Mi insegue, mi chiama. 



Mi sveglio improvvisamente nel mio letto, se così può essere definito questa specie di cuccetta nella quale sono costretta a fare i miei adorati sonnellini. Eppure, questi sonnellini, non sono più così piacevoli. Mi metto a sedere, sbattendo la testa sopra il soffitto. Scendo la scaletta.
Saranno ancora tutti al concerto, penso.  
Apro il minifrigo e ne estraggo un cartone di latte, verso il contenuto in un bicchiere e ne bevo qualche sorso. Sto per riaddormentarmi sul tavolo quando il rumore della porta d'ingresso del tour bus sbatte violentemente. Un frastuono misto tra urla, pianti e altro difficile da decifrare mi invade, quasi spaccandomi i timpani. 
Duo omoni vestiti di nero fanno da guscio a Heather che liberandosi da quella morsa, si volta e fa un cenno di saluto mostrando uno dei suoi sorrisi più sgargianti.  
-Che ci fai ancora in piedi?- mi chiede con una mano nel fianco, pronta a farmi un ramanzina. 
In effetti sono le tre di notte e lei non sa che mi sono appena svegliata, ignoro comunque la sua domanda e cambio discorso mentre lei slaccia il corpetto di pelle nera.
-Hai fatto il bis stasera? sono le tre.- dico tornando a contemplare il mio bicchiere di latte.
-Si, è stata una loro richiesta, e io non potevo rifiutare.- risponde.
Guardo le iridi blu di mia sorella, appena diciottenne. Vedo in lei tutto ciò che vorrei essere. Bella, decisamente bella; talentuosa, così tanto da essere una delle stelle più promettenti di questa generazione; e generosa. Ripenso a quando si spaccava la schiena a faccendare per la casa mentre mia madre era in qualche bar a bere del buon wisky insieme al suo bell'amante George, e mio padre in preda a una delle sue crisi da 'blocco dello scrittore'. Un brivido percorre la mia schiena.
-Che fai? fissi il vuoto?- la sua voce mi riporta alla realtà. 
Non rispondo, mi schiocca un bacio sulla fronte e entra in bagno. Mi alzo e mi avvicino al calendario dei concerti, per vedere quanto manca alla fine del tour. Solo un'altra tappa, poi si rientra in studio di registrazione per il nuovo album. A volte mi chiedo come faccia a sopportare tutto questo: vivere sotto controllo, tornare a notte inoltrata, cantare per ore intere senza pausa.
Almeno fa qualcosa che le piace, questo è l'importante.
Siedo sull'ampio divano di velluto rosso portando con me il mio fedele telecomando, accendo la tv e faccio un pò di zapping in cerca di qualcosa di guardare mentre Heather si lava. 
Trovando tutto abbastanza noioso, i miei pensieri vanno all'incubo appena fatto.
Io, nel vialetto della mia vecchia casa, che corro a perdifiato, inseguita da qualcuno. Ma da chi? 
Ricordo la mia vecchia villetta. Si trovava infondo a un quartiere stretto, era rossa, con delle ampie finestre in legno. Il tutto aveva un aria  così vintage. L'allegria che la 'infestava' se ne andò con il suicidio di mio padre. Anche il rosso delle pareti esterne erano diventate di un rosa antico, tendente al grigio. Grigia come la nostra vita, mia e di Heather. 
Poi la chiamata, mia sorella che urlava di gioia, il sorriso le era ritornato sul volto mentre preparava le valigie. -Judie, tu verrai con me.- Mi aveva detto così, non per compassione certo, ma perchè non poteva lasciarmi nelle mani di una madre alcolizzata il cui unico pensiero era uscire a scopare con George.
Sono passati due anni, eppure una lacrima sta per cadere, ma mi stofino gli occhi per spazzarla via.  
Mi accorgo di Heather solo quando mi circonda le spalle con il suo braccio, fermo, protettivo.
-Hai avuto un incubo, vero? hai sempre questa espessione quando fai brutti sogni.- Mi conosce più di qualsiasi altra persona, e si vede.
Annuisco.
-Puoi dormire con me, se vuoi.- 
Affero la coperta e vado verso il suo letto-cuccetta.
Mi addormento prima di poter riportare la mia mente al sogno di prima. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

my space.
Sono tornata con una nuova ff,
ho una strana ispirazione in questi giorni.
Ma è penosa '-'
spero in qualche recensione comunque.
@xciaastin.  

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Capitolo 2
*** Be alright. ***


Be Alright.

il sole torna sempre,
Perchè non lo può spegnere
nemmeno il temporale.

 

 

 

 

 

 

Il profumo di Heather, di cui le lenzuola sono impregnate, mi invade le narici. 
Apro le palpebre lentamente.
Sopra di me due occhi color cioccolato mi osservano assorti.
Sobbalzo nel letto, e come per routine sbatto la testa sotto la cuccetta soprastante.
-Chi sei?!- urlo spaventata.
-Piacere, Alfredo. Ma se vuoi puoi chiamarmi Fredo.- Si alza e mi tende la mano con un sorriso a diecimila denti.
Non sembra una brutta persona, ma continuo con il mio tono freddo e faccio per rispondere in malomodo quando mi ferma.
-Ci ha fatti entrare tua sorella, non preoccuparti.-
Ci ha fatti entrare? perchè parla al plurale?
Mi avvio verso la cucina sperando di trovare Heather.
Qui però c'è solo un uomo sui trentacinque anni che cammina avanti e indietro, tortutandosi le mani e mordendosi le labbra
a sangue con i denti.
Dietro di lui, seduto al tavolo, c'è un ragazzo.
Bello, infinitamente bello.
La bocca disegnata, i capelli color oro e due occhi perfetti intenti a esaminarmi.
Rimango a guardarlo per un pò a bocca aperta. 
-Chi siete? e cosa ci fate nel tourbus di mia sorella?- per rendere il tutto più 'minaccioso' cerco di afferrare qualcosa, ma mi ritrovo
in mano una padella. Faccio comunque finta di niente e continuo nella mia sceneggiata.
Non sono preoccupata, dei ladri non sarebbero così tranquilli.  
Noto un sorriso malizioso sul volto del ragazzo seduto al tavolo.
Heather entra improvvisamente, e l'uomo che prima sembrava sull'orlo di una crisi di nervi si inginocchia.
-Dai, non sarà difficile.- la supplica.
Che tizio strano, penso. Lei invece scoppia in una fragorosa risata che dura più o meno una dozzina di secondi. 
-Sapevo che l'avresti fatto.- si rivolge a me.
-Cosa?- chiedo grattandomi la testa con il manico della padella.
ignora la mia domanda e mi presenta i tre.
-Lui è Scooter..- Indicando l'uomo per terra.
-Alfredo...- il ragazzo di prima..
-E lui...è Justin, Justin Bieber.- 
La mia bocca si apre fino a formare un cerchio perfetto.
Justin Bieber? l'ultima volta che l'ho visto aveva in testa una scodella di capelli ed era un nano da giardino.
La pubertà fa miracoli.
-Sei una belieber?- chiede lui.
passa qualche secondo.
-Co..cosa? no!- dico decisa e confusa.
-Allora perchè quella faccia?-
Non so cosa dire, non posso certo sbattergli in faccia 'sei uno gnocco della miseria e hai gli occhi più belli del mondo'
-Justin Bieber nel tourbus di Heather Lohan, questo fa storia.- improvviso.
-No! fa business.- risponde Scooter. 
Scatto verso di lui.
-Justin ha perso popolarità da quando Selena lo ha lasciato, abbiamo bisogno di qualcosa che lo tiri su, che faccia vedere a tutti che non si lascia abbattere da queste cazzate..di una nuova ragazza..Heather!- continua l'uomo. 
 
-E anche se io sono contrario a queste cose, a Scott non fotte niente, giusto?- lo interrompe Bieber.
-Lo faccio per il tuo bene-
-Le mie Beliebers mi amano per quello che sono e per la mia voce, non per il numero di volte che finisco sulle copertine dei giornali di gossip.-
Cade un pesante silenzio, che faccio fatica a sostenere.
-E tu, Heather? cosa vuoi fare?- chiedo.
-Accetto.- risponde decisa.
La guardo con una strana tristezza, amareggiata del fatto che si stia vendendo.
Colgo la stessa tristezza negli occhi di Justin, che incrociano i miei.
Arrossisco e abbasso la testa.  
Alfredo, del quale mi ero completamente dimenticata esclama:
-Per cominciare possiamo andare al mare questo pomeriggio.-
Sorrido. Mi piace il mare.
-Perfetto.-

 

 

Sono intenta a legare il mio costume turchese quando Heather si siede vicino a me sul divano.
-Mi dispiace.- sussura.
-Non ti dispiace.- dico sorridendo.
-Julie ha detto che è la cosa migliore, ma non mi piace realmente.-
Julie è la menager di mia sorella, dice sempre che le vuole bene, ma sono sicura che lo fa solo per soldi.
-E' un bel ragazzo, poteva andarti peggio.-
..ed è vero, penso tra me e me. 
Qualcuno bussa alla porta, interrompendo la nostra conversazione. 
Justin e Fredo si affacciano alla porta. Sorrido.
-Andiamo?- chiedono.
Heather fa cenno di sì con la testa e usciamo.

 

L'odore del mare mi sembra quasi estraneo, è da tempo che non ci vado.
La sabbia che si appiccica sotto i piedi è quasi piacevole.
Io e Alfredo lasciamo che Justin e Heather si conoscano. Io e lui facciamo lo stesso.
E' solare, simpatico e pieno di energia.
Mi sbagliavo, non sembra una brava persona, è una brava persona.
-So di tuo padre.- mi dice a un certo punto.
-emn..- rispondo.
-Scusa.-
Ho bisogno di stare da sola per un pò. I pensieri che riguardano mio padre sono chiusi a chiave dentro me, detesto parlarne.
Mi siedo a terra e inizio a giocherellare con la sabbia.
Il sole sta tramontando.
-Sai cosa c'è di bello nel sole?-
Sento dire alle mie spalle. Non mi giro. 
-No, cosa?- rispondo.


-Il sole torna sempre, perchè non lo può spegnere nemmeno il temporale.-


Justin si siede accanto a me,
mi sta guardando. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

My space.
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Per prima cosa: mi scuso per l'enorme
ritardo.
Seconda cosa: ringrazio per le tre recensioni.
Ammetto che questo capitolo non mi piace per niente,
lo trovo un pò banale.
Spero vi piaccia lo stesso e in qualche recensione.  

Camilla. 

 

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