Tutta colpa della torta al cioccolato!

di MELINDA_1820
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi presento... ***
Capitolo 2: *** Imprevisti... ***
Capitolo 3: *** Edward.... ***
Capitolo 4: *** The call... ***
Capitolo 5: *** Invito! ***
Capitolo 6: *** Grace e John. ***
Capitolo 7: *** E finalmente ci incontriamo! ***
Capitolo 8: *** Tu ed Io... ***
Capitolo 9: *** Ricordi... ***
Capitolo 10: *** It's so Romantic! ***
Capitolo 11: *** Family ***
Capitolo 12: *** Sorprise ***



Capitolo 1
*** Mi presento... ***


Eccomi di nuovo qui... Questa storia è uscita così per caso, mentre stavo pensando alle cose che adoro.
Il riassunto? Eccolo: chi? Edward e Bella; Cosa? Una torta al cioccolato; dove? Londra.
Adoro tutte tre le cose in misure diverse, ma adoro tutte e tre!
( Shhh! Non ditelo ad Edward e Bella ma la mia preferita è la torta al cioccolato! :D )
Buona lettura a chi la leggerà!
Fa sempre piacere ricevere una recensione.
MEL
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 

TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO



“Dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d'accordo, il miglior amico delle ragazze.”
Carole Matthews


POV Bella
 
Un altro giorno sta cominciando qui a Londra e io sono ancora tra le mie calde e accoglienti coperte quando invece dovrei essere già a fare colazione! Sono sempre e costantemente in ritardo! Quando mi giro verso il comodino il mio sguardo cade casualmente sull’orologio e tiro un urlo che potrebbe aver svegliato tutto il vicinato.
A quest’ora non solo dovrei essere in cucina, dovrei già trovarmi sulla metro; mi alzo a velocità supersonica, corro sotto la doccia, spalanco l’armadio e, mentre mi vesto, divoro un pezzo di pane tostato alla ben e meglio. Per il caffè non c’è tempo, lo berrò in viaggio. Questa è una routine per me o almeno lo è da quando ho avuto la promozione ad assistente del Capo. Lavoro in Cannon Street, nel centro della City e io, tutte le mattine, mi faccio da Greenwich a lì con i mezzi, non posso ancora permettermi il taxi o una macchina!
 Lavoro in una società di finanziamenti per aziende in difficoltà e ora sono l’assistente del Grande Capo, o per meglio dire uno dei magnati d’Inghilterra, Billy Black.
“ Un caffè lungo, per favore.” Ordino il mio caffè al commesso di Starbucks per svegliarmi definitivamente e cercare di evitare di fare figuracce.
Proseguo a piedi verso il palazzone che ospita l’Honor  Corporation, sono cinque minuti di passeggiata, non mi pesano e in più mi piace un sacco vedere la gente che cammina e cercare di immaginare le loro vite. Umm, a proposito di vite, non mi sono ancora presentata, sono Bella, Bella Swan, 25 anni. Vivo in una casetta in Roan Street con la mia migliore amica che conosco da sempre, Rosalie Hale. È una gran bella ragazza, bionda e formosa, radiosa e coinvolgente.                                                             

 
 
 
Quando è venuta per la prima volta a trovarmi in ufficio ho visto le mascelle dei miei colleghi toccare terra in un modo vergognoso. Pensate che ha fatto sbavare anche “L’uomo di Ghiaccio”, Emmett McCarty,  un armadio dai capelli ricci e dagli occhi di un azzurro glaciale.
Da quel momento non passa giorno che non mi chieda un appuntamento con Rose, ma lei non ne vuole sapere dopo che le ho raccontato che tipo di uomo è: algido e freddo, ricco e senza cuore, l’esatto opposto della mia coinquilina.
 Senza neanche essermene accorta sono davanti alle porte di vetro del palazzone e, appena lancio un’occhiata alla nostra centralinista, Renesmee, ho veramente un brutto presentimento. Sorride come un’ossessa, come se avesse visto Dio in persona e, per lei, a Dio può essere associato solo un nome: Jacob Black. L’uomo più pompato e sicuro di sé che io abbia mai conosciuto, è l’avvocato dell’azienda nonché figlio di Billy. Ora vi chiederete, qual è il problema? Basta evitarlo ed è fatta! Il problema è che io cerco di evitarlo ma lui non mi da’ tregua, ha una specie di ossessione per me!
A passo svelto mi dirigo verso il mio ufficio che si trova all’ultimo piano proprio davanti a quello dei 4 soci: oltre a Billy ci sono anche Emmett, Carlisle Cullen e Harry Clearwater.
Per mia sfortuna mi ritrovo in ascensore con Emmett che come al solito non perde l’occasione.
“Salve signorina Swan, Posso essere così indiscreto da chiederle, per l’ennesima volta, un appuntamento con la sua splendida amica?”
“ Non è proprio giornata Signore, se vuole chiedere un appuntamento a Rose vada pure al ‘The Dell’ ad Hyde Park, lei lavora lì.” sapevo già che quando sarei tornata a casa mi sarei presa una bella ramanzina dalla mia amica, questa volta l’avevo messa in un bel pasticcio.
“Grazie mille per l’informazione, dica pure a Billy che mi prendo la giornata libera.” Quando le porte metalliche dell’ascensore si aprirono al 10° piano Emmett esce correndo per dirigersi verso le scale. Rose l’aveva colpito veramente per abbandonare il lavoro; da quando lavoravo lì lui non era mancato neanche un giorno.
Quando l’ascensore arrivò al 30° piano, appena uscita, mi ritrovai davanti Jacob, tutto sorridente che mi stava attendendo.
Incominciò con le sue sviolinate e lo evitai come al solito con scuse molto banali. Mi misi subito al lavoro continuavo a tenere sott’occhio l’orologio; a mezzogiorno sarebbe finita la mia tortura. Lavoravo part-time e il pomeriggio lo passavo nel mio paradiso personale. Quando entrambe le lancette raggiunsero l’apice scivolai via dalla sedia e, agguantando il mio golfino, volai fuori dall’ufficio.
Corsi per Queen Victoria St. per poi camminare per tutto il Millennium Bridge, proseguire per Marigold Alley ed eccomi finalmente a Upper Ground. Lì ci passo tutti i miei pomeriggi da quando ho scoperto il “Sweet Msichana”.

 Prima di scoprirlo, dopo il lavoro, andavo ad Hyde Park a leggermi un buon libro e a prendere quel poco sole che si vedeva in città ma, circa un anno fa, mi sono avventura al di là del Tamigi e, girando per le vie, ho notato un localino, tranquillo e poco frequentato. Aveva un così bel nome, che mi interessava entrare a vedere e da lì ci sono entrata per tutto il seguente anno.
Appena entrata avevo notato un banco dei dolci, i dolci più belli che avessi mai visto, il caffè era ottimo ed era un posto tranquillo per leggere e riposarsi.
Appena entrai Angi mi corse incontro a salutarmi. Angela era una delle due cameriere del locale e con il tempo eravamo diventate buone amiche, era riservata e gentile, timida e simpatica. Lo “Sweet Msichana” aveva dei frequentatori fissi: Io, la più assidua, Ben, il fidanzato di Angi e Leah, una donna in carriera che non distoglieva mai gli occhi dal suo portatile o, quando lo faceva, era intenta in lunghe telefonate di lavoro.
“Allora Bella, cosa prendi? Il solito?”
“Certo Angi, Torta al cioccolato e Caffè lungo!”
Quella torta al cioccolato era speciale, straordinaria, non c’era niente di paragonabile, niente di più assurdamente fantastico.

Quando l’assaggi ti senti in paradiso, o almeno è quello che provo io, sembra fatta apposta per me, Rose non la trova niente di speciale, non sa quanto si sbaglia! Ho sempre insistito per conoscere il pasticcere per fargli i complimenti ma Angela mi ha detto che il suo capo, nonché il produttore di quell’opera d’arte, era un tipo piuttosto riservato e restio ai contatti.
Mi siedo al mio solito tavolino, quello davanti alla cucina, e rincomincio a leggere la mia sgualcita copia di Cime tempestose mentre sorseggio il mio caffè. Come sempre il tempo vola e alle 6 ormai se ne sono già andati tutti e siamo rimasti solo io e Angela. L’aiuto a sistemare gli ultimi tavoli e tiriamo giù la saracinesca, ci salutiamo con un abbraccio, domani lei non ci sarà, è il turno di quell’odiosa di Jessica. Dopo una mezzoretta sono davanti a casa mia ma non noto la BMW di Rose, strano di solito è già a casa a quest’ora. Mentre apro il frigo noto un post-it appeso.
 
Ciao Bella,
Stasera non ci sono, non preoccuparti se non mi vedi tornare, domani sera ti racconterò tutto.
Nel forno c’è un po’ di pasta che ti ho preparato.
Passa una buona serata
Baci
Rose
 

Umm bhe, speriamo passi una buona serata anche lei, domani come minimo gli farò un interrogatorio. Mangio la pasta svogliatamente, anche se devo ammettere che è davvero buonissima, Rose è un’ottima cuoca, ma stasera non ho davvero fame. Mi faccio una doccia velocissima e mi infilo a letto, non c’è niente in tv e oggi sono davvero stanca, anche se non so perché.

Lasciate una recensioncina! :)

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Capitolo 2
*** Imprevisti... ***


Spero che questo capitolo, anche se breve, possa piacervi. Aggiornerò presto! :)
Mel

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 


 

Questa sarà una giornata davvero intensa! Al lavoro verranno quelli della Volturi, un’altra azienda simile alla nostra.
C’è in ballo un’importante trattativa per fondere le due aziende; porterebbe giovamento sia alla direzione che a noi impiegati. Che ben venga la fusione allora!
Sono stranamente in orario e posso permettermi di gustarmi il caffè in santa pace e di guardarmi un po’ in giro per la città. Pensandoci bene, capisco veramente di non conoscere veramente Londra, la città in cui vivo da ormai sei anni. È sempre stato un avanti e indietro tra Cannon St. e Greenwich con unica esclusione lo “Sweet Msichana”, il mio paradiso felice.
Vorrei tanto girarla, vederne i monumenti, i musei, le mostre e i parchi; passeggiare in riva al Tamigi, mano nella mano con il Grande Amore.
Lo ammetto, sono una piuttosto romantica, sogno il Cavaliere Nero, di gran lunga meglio del Principe Azzurro, da quando avevo 10 anni. Resoconto della mia vita amorosa: tabula rasa. Si si, proprio tabula rasa, o meglio, qualche bacio, e strusciatine ma niente di più. Fermi più o meno in seconda base. Attraversato il portone dell’Honor vengo investita da uno sciame di gente che corre di qua e di là intenta a mettersi in tiro o a trasportare degli “importanti” documenti.

Prendo al volo l’ascensore e mi trovo davanti, ancora una volta Emmett, non mi nota neanche, non nota nessuno in effetti, ha un sorrisone stampato in volto, non l’avevo mai visto così. Meglio non indagare oltre.
Il 30° piano è davvero un trambusto: Carlisle e Harry discutono animatamente della trattativa imminente mentre Billy aspetta ansiosamente Emmett che è il responsabile di questo affare. Mi precipito nel mio ufficio e incomincio a preparare la sala riunioni per i “Grandi Capi”.
 
Quando finalmente, dopo un tremendo ritardo, i Volturi si presentano, rimango stupita: sono pallidi e vecchi, come se avessero sulle spalle migliaia di anni, mentre i loro assistenti sembrano ragazzini delle medie. Connubio molto interessante!
Scopro che Alec, l’assistente di Aro, il capo, è molto simpatico e gentile mentre Jane, sua sorella, è una vera arpia da capelli biondi e dal viso d’angelo.
Quando sto per andarmene Alec mi ferma:
“Bella, ferma ferma, ti andrebbe di andare a bare qualcosa insieme?” mi sembrava molto simpatico, perché non accettare?
“Certo! Vieni con me, ti porto in un posto speciale!”
Mentre camminiamo per arrivare al “Sweet Msichana” mi racconta dell’Italia, da dove vengono tutti loro, mi descrive Firenze, una città che avrei sempre voluto visitare e io gli parlo delle mie origini italiane, di mia nonna Maria che abita nella Pianura Padana.
È un ragazzo molto intelligente e carismatico, una buona compagnia.
Il locale stranamente ha la porta chiusa ma, appena busso, arriva una Jessica parecchio scocciata che cambia subito espressione appena nota il mio accompagnatore.
“Ciao Bella! Chi è il tuo amico?” ecco, proprio come immaginavo, ci vuole provare con lui! Non che io sia gelosa, mettiamolo bene in chiaro, Alec potrebbe essere un buon amico ma niente di più, non è proprio il mio tipo!
“ Che piacere vederti Jessie!- si sente il mio tono sarcastico?- lui è Alec, un mio collega che viene dall’Italia!”
“Bhe, è un vero piacere incontrarti” e mentre gli stringe la mano fai i suoi penosissimi occhi languidi.
“ Vorremmo ordinare” dissi facendola riprendere dalla sua radiografia completa.
“Per me la torta al cioccolato e un caffè lungo e…”
“… e per me un cappuccino.”
“mi dispiace Bella ma per oggi niente torta al cioccolato, c’è rimasto solo qualcosa lì sul bancone, prendi quello che vuoi!” molto delusa mi avviai verso il bancone. Era la prima volta che mancava la Mia torta. Incominciò a squillarmi il cellulare, guardai il display: “Lavoro”. Risposi immediatamente e la voce profonda di Billy si diffuse dal ricevitore.
“ Signorina Swan, mi dispiace disturbarla, ma avremmo immediatamente bisogno della sua presenza qui in ufficio. Lo dica anche ad Alec”e chiuse la comunicazione. Guardai distrattamente il foglietto con indicati i diversi tipi di dolci: semplici muffin; presi il primo che mi capitava, ordinai le bevande da portar via e riferii al mio accompagnatore il messaggio.
Addentai distrattamente il dolcetto mentre richiamavo l’ufficio per sapere di cosa si trattava di così urgente. Camminavamo in grande fretta quando incomincia ad avere mancamenti d’aria. Un attacco d’asma. Mi fermai e mi piegai in due, cercavo nella borsa il mio inalatore ma non c’era traccia. Alec mi sembrava molto spaventato e, visto che non rispondevo, lo sentii chiamare l’ambulanza.
I soccorsi furono veloci, mi caricarono su una barella e mi diedero l’ossigeno. Mi portarono al pronto soccorso del St Thomas' Hospital, mi ero ripresa abbastanza bene ma decisero comunque di ricoverarmi. Alec fu richiamato dall’ufficio ed è dovuto andarsene, i medici non volevano lasciarmi da sola e allora chiamarono Rose. 

Le recensioni sono sempre molto ben accette! :D

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Capitolo 3
*** Edward.... ***


Eccomi di nuovo qui! :) In questo capitolo scopriamo finalmente qualcosa di Edward!  E rispondo a una delle domande che mi avete posto.
Se faccio in tempo ne posto uno anche stasera. :)
Spero vi possa piacere!
 
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, messo tra le preferite, seguite, ricordate. Grazie!  :D

 
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO



 
POV. Edward
Ero di ritorno da Liverpool, oggi era il compleanno di mia Sorella Alice e lei ci tiene a festeggiarlo in famiglia.
Per quel che n’è rimasto della nostra famiglia! Non abbiamo mai avuto buoni rapporti con nostro padre, lei non lo vede da circa dieci anni, io purtroppo l’ho incontrato in città, lavora e vive a Londra proprio come me.
Nostra madre vive in una piccola villetta vicina casa di Alice ed è stata presente alla festa come sua abitudine.
Oggi, essendo lontano dal mio locale, non ho potuto vedere Bella, una stupenda ragazza che passa i pomeriggi nel mio piccolo caffè.

Da quando l’ho vista la prima volta non ho potuto fare a meno di staccare gli occhi dalla sua figura.
So come mette i capelli dietro l’orecchio quando è in un punto difficile della sua lettura, so come mette le mani a pugno sotto il mento quando pensa a qualcosa, so che adora Cime Tempestose, lo legge circa una volta ogni due mesi, e adora la mia torta al cioccolato.
Bhe, in verità sarebbe la sua torta al cioccolato, io l’ho fatta per lei.
Nei primi giorni che veniva al locale ordinava sempre qualcosa al cioccolato stando attenta a che non ci fossero dentro noci e farina di castagne così, ho cercato di fare la miglior torta al cioccolato che avessi mai fatto da allora l’ho fatta ogni giorno, solo per lei.
Essì, sembra stranissimo, ma sono innamorato di Lei e prima o poi avrò il coraggio di farmi avanti e farmi conoscere.Lei è perfetta, ancora non la conosco, ma ne sono sicuro.  Nei miei 28 anni non avevo conosciuto niente di meglio di lei e quando Edward Cullen si mette in testa qualcosa niente lo distoglierà dall’obbiettivo. Io la conoscerò.

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Capitolo 4
*** The call... ***


Ecco il secondo capitolo di oggi! :) Questo credo sia importante per chiarire un po' le idee.
Recensite!  :D
Mel


TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO



POV Edward
 
Appena sceso dal treno, alla stazione di Londra, cerco il primo taxi disponibile; devo fare il più in fretta possibile se voglio essere allo “Sweet Msichana” prima delle sei e mezza, quando Bella se ne va di solito.
Sono più o meno le sei quando arrivo al caffè, entro dal retro, mi affaccio alla finestrella della cucina ma lei non c’è, esco e faccio un giro per il locale ma di lei nemmeno una traccia. Strano, molto strano.
Sono in cucina ormai da una mezzoretta quando irrompe nel locale un uomo alto e muscoloso, abbronzato e vestito in giacca e cravatta.

“Vorrei parlare con il proprietario” dice una voce piuttosto acuta per essere di un uomo.
“Se mi dice chi è glielo chiamo subito” Jessica, la solita scortese. Sto aspettando solo l’occasione per licenziarla.
“Sono Jacob Black, l’avvocato della Signorina Swan” Appena sento il suo cognome mi precipito fuori dalla cucina e mi avvicino all’uomo porgendogli la mano.
“Piacere, sono Edward Cullen, il proprietario.”
“Jacob Black. Vorrei parlarle in privato di una cosa molto urgente.”
“ Va bene, non c’è problema, può seguirmi nel mio ufficio.”
Dire ufficio è un parolone! È il vecchio sgabuzzino delle scope un po’ allargato!
“Mi dica pure” e gli faccio segno di accomodarsi nella sedia di fronte alla piccolissima scrivana.
“Sono qui per informarla che la mia cliente, la Signorina Isabella Swan, è stata male dopo aver mangiato uno dei suoi insulsi dolcetti e quindi stia certo che le faremo causa”. Oddio! Bella, la Mia Bella è stata male proprio quando io non ero qui! Chissà come sta? Devo calmarmi, c’è qui il suo avvocato! Respirai a fondo, pronto per rispondergli.
“Mi scusi, non ne ero a conoscenza, sono appena tornato da Liverpool. Mi assumerò tutte le responsabilità del caso, non si preoccupi.”
“Ne sono contento, tanto se le sarebbe assunte comunque. Arrivederci.”
Gli strinsi di nuovo la mano e scomparve fuori dalla porta.
Volevo assolutamente sentirla per sapere come stava ma non me la sentivo di incontrarla, tra l’altro non sapevo neanche dove poterla trovare. Mi risedetti e mentre stavo sistemando delle carte mi si illuminò la lampadina.
“Ma certo, il concorso!” Qualche mese fa avevo indetto un concorso. Tutti i clienti avrebbero potuto mettere il loro nome con il loro numero di cellulare, alla fine dei tre mesi prestabiliti ne avrei estratto uno così da regalargli un buono da 50 £. Sul bancone si trovava la scatola, ero sicuro che Bella avesse messo il suo bigliettino, l’avevo vista e avevo lottato per giorni per non cadere in tentazione e tirare fuori il suo numero, ma questa era un’emergenza.
Jessica se n’era già andata lasciandomi da solo a cercare il famoso bigliettino.
Quasi una mezzora più tardi trovo il piccolo foglietto azzurro con scritto in bella calligrafia:
             
         Bella Swan  435 7658457
 
Non persi un attimo e digito il numero sul cordless del negozio.
 
 
POV. Bella
 
Avevo appena finito di mangiare la mia “buonissima” cena offerta dall’ospedale quando prese a squillarmi il cellulare.
Numero sconosciuto.
“Pronto!”
“ Isabella Swan? Sono Edward Cullen, il proprietario dello ‘Sweet Msichana’. Chiamo per scusarmi dell’accaduto, immagino sia stata una reazione allergica. Mi scuso per la negligenza nel non aver messo il cartoncino con gli ingredienti, non ci sono scuse, anche se ero assente non doveva avvenire una mancanza del genere. Come ho già detto al suo avvocato, mi prenderò tutte le responsabilità necessarie. Pagherò quello che devo pagare.” Il famoso proprietario, il creatore di quella delizia, l’uomo che ho sempre voluto conoscere. Ha una voce bassa e roca, dolce e sensuale.  Ma aspetta, che avvocato? Io non ho mandato nessuno!
“Avvocato? È venuto il mio avvocato?”
“Sì, questo pomeriggio.”
“Come si chiama?” i sospetti incominciavano a formarsi e un viso famigliare apparirmi nella mente.
“Lei non ne sa niente?” certo che non sapevo niente! Secondo lei volevo far chiudere il posto che è per me una seconda casa?
“ No. Come si chiama?”
“Jacob Black.” Ovvio! I miei sospetti erano veri! Alec quando era arrivato al lavoro avrà spiegato la mia assenza e Jacob avrà incominciato con le sue domande impertinenti e si è auto-nominato mio avvocato! Pazzesco!
“ O no! Sempre a mettersi in mezzo quel persecutore!”
“Non è il suo avvocato?”
“No! Per niente! Non ci faccia caso, domani quando esco dall’ospedale chiarirò tutto. Domani pomeriggio sarò già lì da lei, posso sperare che ci sia la torta al cioccolato?”
“Ospedale? Era davvero così grave?”
“Si, Bhe… non proprio. L’hanno fatto per sicurezza.”
“Allora ci sarà la mia torta?”
“ O si, non si preoccupi, ne troverà una intera solo per lei! Non so ancora come posso farmi perdonare. Troverò un modo però!”
“ Certo, non si preoccupi, non ci sarebbe neanche bisogno. Ora devo andare, è arrivato il dottore per visitarmi. Salve e buonanotte.”
“Sogni d’oro, Isabella!” la sua voce mentre pronunciava il mio nome era ancora più sexy, non ho mai adorato così tanto il mio nome di battesimo come adesso! Voglio conoscere il possessore di questa voce! Voglio conoscere Edward Cullen!
 
Quando appoggio il cordless sul comodino di fianco al letto ho un aria sognante e sospiro in maniera stucchevole.
Rose è ormai introvabile, risponde solo con messaggi del tipo: “ Sono troppo impegnata ci sentiamo più tardi” o “ Non è proprio il momento. Richiamerò presto!”. Non so dove sia ma quello che è sicuro è che c’è sotto qualcosa.
 
Il dottore mi ha somministrato un calmante così da dormire più tranquillamente. Appena chiudo gli occhi quella voce incomincia a vorticare nella mia mente e non mi abbandona fino alla mattina seguente.


continua...
 

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Capitolo 5
*** Invito! ***


Grazie ancora a tutti quelli che recensiscono, mi fa un immenso piacere sapere le vostre opinioni! :)
Capitolo abbastanza importante per la storia! 

Si vi va leggete anche la mia One-shot:
un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=769589&i=1

 
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO


 
 
 
POV. Bella
 
Alle 11 sono già fuori dall’ospedale, sana come un pesce. Vorrei tanto poter correre ad Upper Ground, sedermi al solito tavolo, mangiare una fetta di torta e conoscere Edward ma prima devo fare una cosa: affrontare Jacob Black.
“Cannon Street, per favore!” dico al primo taxista che trovo.
In poco tempo siamo davanti al palazzo, pago la corsa ed entro. La prima persona che vedo è Renesmee, ha la stessa espressione nel giorno precedente e questo mi fa sperare nella presenza di Jacob. Senza troppi indugi salgo sull’ascensore. Durante la salita prendo un grosso respiro e penso a come poterlo affrontare.
Un suono metallico mi ridesta dai miei pensieri, mi avvio verso il mio ufficio e proprio davanti alla porta trovo il giovane Black.
“Ciao Bella, ho sentito dell’accaduto di ieri. Non devi preoccuparti mi occuperò di tutto io”
“Ecco, proprio di questo volevo parlarle Signor Black. Può entrare un attimo ne mio ufficio?”
“Certo, non c’è problema. Ma chiamami Jacob e dammi del tu, quante volte te l’ho detto?”
“Preferisco mantenere il Lei” più lontano stiamo meglio è.
Ci accomodiamo nel mio piccolo ufficio e lo faccio sedere nella poltrona davanti alla mia. Prendo un grosso respiro e incomincio a parlare:
“È stato gentile il suo gesto di andare al locale come mio avvocato ma non doveva permettersi di farlo senza la mia approvazione. Io non voglio un avvocato, non voglio fare causa allo “Sweet Msichana”. Io ci tengo a quel posto e la prego di lasciarmi in pace d’ora in poi.” Vedo arrivare la tristezza e la rassegnazione nei suoi occhi color pece ma c’è qualcosa che mi dice che lui se lo aspettava.
“Lo sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Ci ho sperato per tanto tempo, ti ho perseguitata per tanto tempo ma sapevo che tu mi avresti sempre detto no. A quanto pare l’amore non fa per me.” Infatti lui lo sapeva. Si sta dimostrando una persona migliore di quanto credevo.
“ Non dica così. Non ha mai notato quella bella ragazza che c’è giù al centralino? Sono sicura che Renesmee sarebbe più che felice delle sue attenzioni!”
“Ci farò caso la prossima volta. Ora ti lascio al tuo lavoro Bella. A Presto.”
Quando chiude la porta tiro un sospiro di sollievo, è andato tutto bene.
Durante tutta la mattinata si susseguono le visite di quasi tutti i miei colleghi. A quanto pare erano tutti preoccupati per me o, forse, volevano solo perdere 10 minuti del loro tempo. Fatto sta che a mezzogiorno ho già detto “Sto bene. Non era niente di grave” circa una trentina di volte.
Sto prendendo l’ascensore quando le porte metalliche si riaprono e un uomo molto elegante entrare dentro con nonchalance: Carlisle Cullen. Adesso che ci penso bene ha lo stesso cognome di Edward. Sarà una casualità!
“Signorina Swan! Ieri il Signor Alec mi ha riferito il suo incidente, pensa di far causa a quel locale?” un altro? Perché tutti devono essere così cattivi? Io adoro quel posto, non voglio fargli niente!
“ No, non ne avevo proprio intenzione. Io adoro quel posto!”
“Lei conosce il proprietario?” Perché me lo chiede? Sono tutti strani qua dentro!
“Non ho ancora avuto questa fortuna, ma vorrei farlo al più presto!”
Il Signor Cullen stava per pronunciare qualcos’altro ma non fece neanche in tempo ad incominciare che eravamo già arrivati al piano terra.
Mi dileguai, il più velocemente possibile, verso l’uscita, ne avevo già abbastanza di tutte quelle attenzioni insolite. Oggi non mi sentivo particolarmente in forma, anche se a tutti avevo detto il contrario, quindi decisi di prendere un taxi per andare al Locale.
Fu una delle corse più brevi che avessi mai fatto ma era una giornata piuttosto fredda e preferivo stramene lontana per un po’ dagli ospedali. Appena varcata la soglia della porta un profumi di cioccolato mi invase completamente e mi ritrovai strangolata da due braccia gentile e familiari: la mia amica Angi.
“Oddio Bellina, ho appena saputo di quello che ti è successo ieri! Mi sono preoccupata tanto!” e la riabbracciò come  per avere la conferma della presenza dell’amica.
“E’ stata tutta colpa di quella stupida di Jessica! Il capo finalmente ha fatto quello che doveva fare mesi fa!” Cosa? Mi ero forse persa qualcosa?
“Non dire così, ero io che ro di fretta e non ho chiesto se c’erano le noci. Dovevo sapere che la usate spesso qui. E comunque, cos’è che avrebbe fatto il capo?”
“L’ha licenziata finalmente! Bhe, questo vuol dire che dovrò fare doppi turni fino a quando non assume una nuova cameriera! Uffa, non ci avevo pensato a questo!” Ero felice che non ci fosse più Jessica, non perché la ritenevo colpevole del mio malore, solo perché era una antipatica sgualdrina!
Mi diressi al tavolo e sopra al piano si trovava una piccola busta con scritto in bella calligrafia:
 
 Per Isabella
 
 Aprii in fretta la busta curiosa del suo contenuto.
Su un cartoncino blu c’era scritto:
 Le faccio ancora le mie più sentite scuse. Come posso farmi perdonare?   _ Edward _
 
 
Presi la mia biro bianca e in modo più ordinato possibile cercai di formulare una risposta. In verità avevo una voglia pazza di conoscerlo, perché non invitarlo a cena? Non era da me, ma avevo come la sensazione che questo uomo avrebbe potuto farmi fare di tutto.
 
 Perché non mi invita a cena ? sempre se le va ovvio!  Se no a me andrebbe benissimo anche una delle sue stupende torte!
Ps: vorrei tanto conoscerla!
_ Bella _
 
 
 
Oddio! L’ho scritto veramente? Da quando ho tutto questo coraggio?  Bha! Ultimamente non mi riconosco neanche io!
Quando Angi si avvicina al mio tavolo con la mia fetta di torta l’idea di non rispondere al biglietto entra sempre più prepotentemente nei miei pensieri.
“Hey Hey Bells! Ci sei?”  “Si, scusa,. Stavo pensando!”
“A ok. Eccoti la tua torta, il resto lo prendi prima di andare via, va bene?”
“Certo! Mi dovresti fare un favore. Potresti dare questo biglietto ad Edward? Lui capirà!”
“Conosci il Signor Cullen?” “ In un certo senso…”
“ O, finalmente si è deciso!” Aggiunge Angi come sovrappensiero.
“ Deciso a far che cosa?”
“ O no…no...niente! Scusa ora devo proprio andare ci vediamo dopo!” E in un attimo è già sparita dietro alle porte della cucina con la mia bustina azzurra. Qui gatta ci cova!
 

Angolino post-capitolo!
 La gentilissima 
rocchia1988 mi ha suggerito questa immagine! Anche se non corrisponde propriamente al "mio" Edward é Davvero MOLTO MOLTO Bella! 
Ammiriamola! :) Grazie ancora Rocchia!

Mel


 

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Capitolo 6
*** Grace e John. ***


 Grazie mille a chi ha recensito! In questo capitolo vedremo cosa farà Edward e scopriremo qualcosa in più su Bella! 
Alla prossima 
Mel

Si vi va leggete anche la mia One-shot:
un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=769589&i=1
 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO

 
 POV. Edward

Questo pomeriggio, quando avevo aperto, ero molto più agitato del solito. ‘ Bella sarebbe venuta?’  questa era la domanda che mi tormentava da questa mattina. In ogni caso ero più che deciso a mettere fine alle mie spiatine giornaliere; se sarebbe venuta io mi sarei fatto vedere in qualche modo e se non sarebbe venuta avrei trovato il modo di raggiungerla dovunque fosse.
Continuo a guardare senza sosta l’orologio appeso all’ingresso del locale che è ancora deserto.
È mezzogiorno. Mezzogiorno e cinque e si apre la porta del locale con l’ormai familiare scampanellio. Sono agitato. Come non lo sono mai stato nella mia vita! Sembro un ragazzino alla sua prima cotta! Ridicolo, ho 27 anni!
Cerco di tenere a freno la mia curiosità ma non posso farne a meno, metto la testa fuori dalla cucina e vedo Leah al suo solito tavolo. Peccato! 
Rientro velocemente, raccatto la prima bustina che trovo e le lascio un messaggio. Richiudo accuratamente la busta, esco e la poso sul suo tavolo. Ancora più ridicolo e vigliacco, non ho neanche il coraggio di dirgli le cose di persona!
I minuti passano in modo agonizzante per me; la porta continua ad aprirsi, io continuo ad alzarmi, ad affacciarmi e puntualmente non è lei. Ormai sono quasi sicuro che lei non voglia più tornare qua dentro.
A mezzogiorno e mezzo la porta scampanella un’altra volta ormai non ho più il coraggio di alzarmi, continuo a preparare i dolcetti alla frutta per il compleanno di Benjamin, un simpatico bambino che viene qui tutti i Sabati con i suoi genitori.
Ho le cuffie alle orecchie, la musica mi tranquillizza quando sono così agitato, di solito dopo un incontro con mio padre. Incomincio a canticchiare tra me e me quando una mano delicata mi scuote battendomi la spalla. È Angela, la mia migliore cameriera e ormai amica. 
Tolgo una cuffietta per poter ascoltare quello di cui a bisogno.
“ Sono molto orgogliosa di te! Finalmente ti sei dato una mossa! Credevo che non l’avresti mai fatto!” dopo avermi detto questo sorridendomi sinceramente felice mi mise nella mano la bustina del biglietto. Quindi se lei me lo aveva portato voleva dire che Bella era arrivata e lo aveva letto! Esultai all’istante ma mi maledissi immediatamente quando mi ricordai di non aver ancora letto la sua risposta.
Quando incomincia a leggere il bigliettino credetti veramente di aver bisogno urgentemente di un oculista! Mi aveva invitato a cena? Bhe, per l’esattezza mi ha detto che la potrei invitare….. potrei? Ma a che cavolo stai pensano Edward. Ci pensi anche? Stiamo parlando di Bella, svegliati! La ragazza che sogni da un anno intero! certo che la devo invitare!
Domani? Troppo presto e poi mercoledì non mi convince, giovedì? Bha, troppo scialbo, non sa né di carne né di pesce! Venerdì? Perfetto!
Presi un altro bigliettino dalla mensola e segnai tutte le indicazioni.
 Certo che mi va! Credo che questa le farà capire molte cose di me!
Andremo da “Moro” in  34  Exmouth Market ma si faccia trovare qui davanti al locale alle 8 di Venerdì . Le piacerà!
_ Edward_
 
 
POV. Bella
 Angela tornò una ventina di minuti dopo con una nuova busta.
Edward aveva accettato la mia proposta e oltretutto mi portava anche in uno dei miei ristoranti preferiti!  L’avevo conosciuto qualche mese prima quando ero uscita con Rose e il suo Ex, Royce, mi era piaciuto molto e ci ero tornata spesso nelle serate in cui non ero particolarmente stanca.
Ero emozionata e felice per questo incontro e non sapevo il motivo, dopotutto mi incontravo con uno sconosciuto, ma era pur sempre uno sconosciuto che mi esprimeva sensazioni positive.
È solo la una ma me ne devo già andare. Oggi è il compleanno della mia coinquilina e non posso mancare.
Saluto Angela con due baci sulle guance e con la due torte in mano, la mia e quella per il compleanno, mi appresto a tornare a casa.
 
Quando entro nella nostra piccola casetta la prima cosa che vedo e una donna sorridente seduta sul divano che si alza immediatamente per salutarmi.
“ Eccoti finalmente Bella, mi sei mancata tanto Tesoro!” la solita affettuosa Grace, l’adorabile mamma di Rose.
Una donna semplice ma dall’aspetto elegante e serioso con i capelli bianchi raccolti una crocchia alta e con indosso i suoi bellissimi tailleur.
“Anche tu, Grace, Anche tu.” Mi stinge in un materno abbraccio e non posso evitare di emozionarmi. È quello che di più simile ho ad una mamma. I miei abitano lontano, in Canada, e non si fanno mai sentire o quando lo fanno inventano stupide scuse per riattaccare. Non abbiamo mai avuto un buon rapporto e loro sono sempre stati troppo presi da loro stessi per poter capire i miei comportamenti. Quando sono arrivata qui, in Inghilterra, ho trovato in Grace e in John, il signor Hale, i genitori che non ho mai avuto e loro mi hanno accolto come una figlia.
Quando ci stacchiamo posso notare che anche gli occhi di Grace sono emozionati, devo alleggerire la situazione.
“Dov’è John?” “Non farmici pensare, ti prego! È di là in cucina che si sta dilettando nella preparazione di una torta. Rose quest’anno si dovrà accontentare dei biscotti confezionati, purtroppo.” “ Non preoccuparti, ne ho comprata una io. Vado a controllare che non mi salti in aria la casa!”
“ Fai bene Tesoro!” quando entro in cucina cerco in tutti modi di trattenermi dal ridere ma non posso farne a meno, è più forte di me, così scoppio in una risata senza freni che dura qualche minuto.
“Hey Hey, cosa c’è da ridere? Ho solo fatto un po’ confusione con gli ingredienti!” alzò le mani in segno di innocenza ma non potevo crederci, quel pasticcione aveva sparso farina dappertutto.
“Solo un po’? Dai fattelo dire Boss – il nomignolo che usavo sempre – come imprenditore sarai anche bravo ma come cuoco fai veramente pena!”
“ Non ti permettere sfacciatella questa te la faccio pagare!” e arrivandomi vicino incominciò a farmi il solletico. Era da tempo che non mi sentivo così felice. Prime l’uscita con il misterioso Edward e adesso l’arrivo di John e Grace. Tutto sembrava perfetto. 
 
La festa tutto sommato andò bene e dopo che Rose ebbe aperto i suoi regali scappò via senza dirci niente. I suoi genitori andarono via verso le otto per cenare in un ristorantino molto romantico sul Tamigi e io passai la mia serata a pulire quell’impiastro della cucina e a vedere un film romantico con dei pop corn.  

...

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Capitolo 7
*** E finalmente ci incontriamo! ***


Eccomi, sono tornata!  Gli aggiornamenti non saranno più ogni giorno come prima ma cercerò di postare abbastanza frequentemente. Finalmente c'è l'incontro tra i due protagonisti! :D
Spero vi piaccia. Le recensioni sono sempre MOLTO apprezzate!
A presto
Mel


Si vi va leggete anche la mia One-shot:
un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=769589&i=1
 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO

 
POV Bella 
 
Venerdì arrivò presto e, quel giorno, dopo il lavoro, al posto di andare allo Sweet Msichana, andai a casa per incominciare a prepararmi per la serata. Curai il mio corpo trascurato da troppi mesi, maschere su maschere si susseguivano sul mio corpo e verso le sei ero pronta per vestirmi, decisamente troppo presto.  Andai sul divano a leggere un giornale di moda a caso per perdere tempo e dopo una mezzoretta si era fatta l’ora x.
Davanti all’armadio incominciarono a venirmi i soliti dubbi: gonna o pantaloni? Casual o sexy? Non sapevo che tipo era Edward e neanche che gusti potesse avere. Angy mi aveva detto che era un uomo giovane e piuttosto bello ma alla mano e piuttosto simpatico. Così decisi di seguire il mio istinto e di lasciare fuori tutti i dubbi. Indossai un paio di jeans e una camicia di seta bianca molto giovanile. Le scarpe col tacco mi sembravano d’obbligo, ma se volevo sentirmi veramente a mio agio sarebbe stato meglio se avessi indossato le ballerine. E così fu.
 
La metro, a quell’ora, non era molto frequentata e così trovo con facilità un posto a sedere. Il viaggio mi sembra più breve del solito e ad un quarto alle otto sono davanti al locale. Mi guardo in giro ma di persone o macchine nemmeno l’ombra. Edward non si fa aspettare molto - tra l’altro ero io quella in anticipo! – d
opo dieci minuti una bellissima macchina, credo un’Aston Martin, parcheggia proprio davanti a me e da essa scende un uomo. È piuttosto buio e non riesco a vederlo ma, quando incomincia ad avvicinarsi, la luce del lampione mi rende visibile l’uomo più bello che io abbia mai incontrato. Alto e muscoloso, capelli ramati e due fari verdi che si vedrebbero da miglia di distanza, mi vengono i dubbi che possa non essere lui, come fa un uomo così bello a fare il pasticcere e non il modello?!? Ma sta venendo verso di me, deve essere lui.
“ Signorina Bella! È un piacere conoscerla di persona. È davvero bellissima!” mi prende la mano e molto elegantemente me la bacia in segno di saluto e io, ovviamente, arrossisco come un peperone.  Devo riprendere l’uso della parola, devo rispondergli. Cavolo Bella, ritorna in te!
“ Si, sono io. Lei deve essere Edward. Le posso chiedere una cortesia?”
“Certo, tutto quello che vuole.” Un sorriso sghembo si apre sulle sue bellissime labbra causandomi un mezzo attacco cardiaco.
“ Potremmo darci del tu? Dopotutto io sono giovane e lei anche, mi sembra così freddo darci del lei.” Vorrei conoscerlo e non posso certo passare tutta la sera a dargli del lei, sarebbe controproducente.
“Stavo per chiederti  la stessa cosa. Non parlo spesso con la gente e, quando lo faccio devo usare queste stupide formalità ma stasera voglio essere libero con te Bella.” È così bello sentirlo parlare, pendo già dalle sue labbra.
Mi fa segno di salire sulla macchina e quando lo vedo mettersi al volante non posso fare a meno di sospirare. Quest’uomo deve essere così affascinante in ogni cosa che fa? ‘Purtroppo’ credo di sì!


In dieci minuti, in cui mi racconta del suo lavoro e della sua amicizia con Angela, siamo davanti a Moro.
Dentro è come me lo ricordavo semplice e luminoso.  Mark, il cameriere, ci accompagna ad una tavolo appartato in cui si può parlare tranquillamente.
“ Bella, sai, voglio essere sincero con te fin dall’inizio. Aspettavo questo momento da tanto tempo. Non è la prima volta che ti vedo, ti avevo già vista al locale e non avevo potuto evitare di pensare che ti volevo conoscere. Non ho mai avuto l’occasione per chiedertelo ed ora, anche se in circostanze non proprio piacevoli, finalmente ci sono riuscito.” Rimango  basita, con la bocca semi-aperta dallo stupore, lui davvero mi voleva già conoscere? Allora non l’ha fatto solo per accontentarmi! Mi sento felice, felice che questo uomo mi voglia conoscere. Sarà anche da tanto che non esco con un uomo ma mi ricordo ancora come si fa a capire se lui ti piace o meno e lui mi piace di sicuro e anche tanto. Non è solo un fatto estetico, bello è bello, ma è anche gentile, galante ed educato.
“Scusami Bella, non volevo assolutamente metterti in imbarazzo. Dimentica tutto.” Abbassa il viso in modo deluso. Avrà visto che non gli rispondevo e ha subito pensato al peggio.
“ Oddio, no, Edward, davvero non mi hai messo in imbarazzo, anzi, mi sento molto lusingata dalle tue parole. Voglio conoscerti, come ho già detto prima, e l’imbarazzo non ci serve proprio per conoscerci.”
La tensione si sblocca, parliamo dei nostri studi, della sua laurea in lettere mai utilizzata per potersi dedicare alla sua vera vocazione, dei miei genitori, di Rose e degli Hale. Mi parla di sua sorella Alice, di Esme – sua mamma- e dell’inesistente rapporto che ha  con suo padre. Aspetta un attimo, Edward è un Cullen, suo padre è un dirigente in un’azienda della City ed è elegante ed un po’ freddo. Se faccio due più due posso arrivare alla soluzione.
“Tuo padre non sarà Carlisle Cullen?”
“Si, emm… è lui. Perché? Lo conosci?” Eccome se lo conosco!
“ Si. E anche molto bene. È il mio capo.” La faccia stupita di Edward deve essere ancora meglio della mia di prima!
“ Il tuo capo? Davvero?” sembra davvero molto stupito!
“Si si, davvero. Devo ammettere che non è la persona più simpatica che conosco ma non pensavo che fosse così malvagio da abbandonare la sua famiglia in un momento del genere!” infatti poco prima Edward mi aveva ricordato di come Carlisle avesse abbandonato lui, Alice e sua madre proprio quando quest’ultima si era ammalata gravemente di tumore. Per fortuna la mamma di Edward adesso sta bene.
“ E’ stato un brutto colpo per me ed Alice ma mia madre non si è più ripresa, lei lo amava molto e purtroppo credo che lo ami ancora adesso.”
“Tua madre deve essere una donna straordinaria per riuscire a perdonare un gesto del genere! - ” Un sorriso dolce si dipinge sul viso del mio accompagnatore, sembra che si sia perso, per pochi attimi, nei suoi ricordi di sua madre. Sembra molto legato a lei.  “ – e per aver cresciuto te”  l’ho solo sussurrato ma Edward l’ha sentito sicuramente. Adesso mi sento imbarazzata da morire! Perché non posso tenere la mia boccaccia chiusa? Lo penso davvero ma forse era meglio non far vedere così tanto il mio interessamento per lui!
“ Scusa, Edward, non volevo essere inopportuna!” Lui sembra un po’ indeciso su come rispondermi, sembra che stia cercando la frase giusta.
“Davvero Bella, tu non sei mai inopportuna, mi ha fatto davvero piacere quello che hai detto!” Un silenzio imbarazzante scende tra di noi che ci sorridiamo in un modo da ebeti. Chissà cosa sta pensando la gente! Crederà che siamo del tutto fuori!
Siamo così presi uno dal sorriso dell’altra che non ci accorgiamo del cameriere che è alla destra di Edward.
“Gradite qualcosa come dessert?” Ci “risvegliamo” contemporaneamente e Edward mi precede nel rispondere.
“ No, grazie, siamo a posto così, ci può portare il conto?”
“ Ma certo, Signor Cullen!” Edward sembra intuire la mia disapprovazione, volevo proprio un po’ di zucchero per completare la serata e poi non mi piace che gli altri rispondano per me!
“ Non preoccuparti, Bella, il dolce lo prendiamo da un’altra parte!”
“ E dove?”
“Sorpresa! Non chiedermi niente! Ed ora signorina Swan, si alzi che così la posso finalmente portare via da qui!”
Mi scosta la sedia e gentilmente mi aiuta ad alzarmi e poi ad indossare il cappotto che ci porge il cameriere. Paga il conto in fretta e mi conduce alla macchina.
 
 
 
 CONTINUA.....

 
 

 

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Capitolo 8
*** Tu ed Io... ***


Ciao a Tutti! :) Ho cercato di fare il più velocemente possibile! Eccovi il capitoletto! 
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, aggiunto tra le preferite, ricordate e seguite e grazie anche chi ha anche solo letto!
Grazie a  
Kristen Cullen che mi ha aggiunto tra gli autori preferiti! :D
Le recensioni sono sempre molto gradite! 
A presto
Baci a tutti
Mel



Si vi va leggete anche la mia One-shot:
un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO


 
 
La serata con Edward era stata fantastica ma a quanto pare non era ancora terminata. Aveva ancora delle sorprese per me.
“ Allora signorina, vogliamo andare?” ero rimasta impalata sul marciapiede intenta a contemplare il cielo stellato che c’era quella notte.
“Certo, andiamo!” mi accompagna alla mia portiera, mi fa sedere e, prima di chiudere lo sportello, mi mette una benda scura sugli occhi.
“Edward! Ma cosa fai? Sei impazzito?” mi dibatto cercando di scansare le sue mani.
“ Stai tranquilla, piccola, non ti rapisco mica!”  cerca di tranquillizzarmi inutilmente.
“ E stai un po’ ferma! Mi servono tutti e due gli occhi per guidare!”  mi riprende bonariamente dopo che, molto delicatamente, gli ho infilato un dito nell’occhio.
“O, scusami, davvero non volevo! Mi dispiace tanto Ed!” Poverino, magari gli ho fatto male!
“ Non fa niente, piccola!” e mi scompiglia i capelli. Allora non me lo sono immaginata! Mi ha chiamato davvero “piccola” prima! Che tenero.
 
Il viaggio è breve, come quello d’andata, e infatti sento l’aria fresca del Tamigi che mi fa venire i brividi, capisco subito dove siamo, il profumo di gelsomino che c’è nell’aria mi toglie ogni dubbio.  Davanti allo “Sweet Msichana”.
“Piano Bella, attenta allo scalino, ancora due passi e ci siamo, ancora uno scalino, eccoci!” Se devo essere sincera non ho sentito neanche una parola di quello che ha detto, da quando mi ha preso tra le sue braccia per condurmi dentro il locale ho spento il cervello e ho sentito solo la sua stretta sicura e il suo profumo inebriante.
“E ora, togliamo questa benda……. Sorpresa! ” siamo all’interno della cucina e, adesso che ci penso, è la prima vola che ci entro, è nuova e molto ordinata, precisa e armoniosa come Edward.
“E’ stupenda questa cucina, davvero complimenti!”
“O, non è niente di speciale, davvero. E’ solo un posto importante per me e volevo fartelo conoscere!” Ora è davvero imbarazzato, la cucina a quanto pare è fondamentale per lui. Sono lusingata che lui mi abbia portato qui.
“Grazie Edward, grazie per farmi conoscere così tante cose di te!” Mi avvicino a lui, gli prendo le mani, rimaniamo a fissarci per momenti interminabili quando capisco di essermi avvicinata a lui, i nostri nasi si sfiorano, voglio baciarlo, lo voglio davvero, ma se lui non volesse? Potrei rovinare tutto quello che abbiamo creato stasera. Ma io lo voglio baciare davvero. So che sarebbe magnifico.
“Tu lo vuoi?”  E lui a pormi questa domanda, a cosa si riferisce è implicito, scontato. Non perdo tempo a rispondergli, mi avvicino e basta, faccio unire le nostre labbra. E’ sconvolgente, stringo i suoi capelli morbidi fra le mie dita e lui avvolge le sue braccia intorno alla mia vita. Tutto diventa molto coinvolgente, non vorrei staccarmi mai ma la mancanza di ossigeno ci costringe a farlo.
Non sappiamo cosa dire, riprendiamo a guardarci intensamente come stavamo facendo prima e, inspiegabilmente , scoppiamo a ridere, gli butto le braccia al collo e rido come non facevo da tanto tempo. Mi sento felice, davvero felice e completa.
“ Lo sapevo che tu eri speciale, l’ho sempre saputo” E teneramente mi accarezza la guancia.
“ Finalmente ti sei deciso ad invitarmi, era da tanto che mi osservavi?”
“ Si, era tanto tempo. Troppo. Non sono mai stato molto sveglio ma se mi muovevo prima potevamo sprecare meno tempo. Era da tanto che aspettavo questo momento”.
“L’importante è che ora siamo insieme e che lo saremo anche domani e dopodomani ancora” è felice delle mie parole e mi coinvolge in un bacio dolce come il precedente.
“Cosa ne dici di una fetta di torta?”
“ Me lo chiedi anche?!? Io vengo qui solo per questa!”
“ Da domani verrai ancora solo per quella?”
“Bhe, forse verrò anche per chi la prepara”
“Eccotene una fetta, siediti qui- batte la mano sul bancone di acciaio vicino a dove si è appena seduto lui- sai, questa torta è speciale per te, ma lo è anche per me.”
“ Perché?” sono molto curiosa, chissà cosa lo legherà a questa meraviglia.
“Perché l’ho fatta per te. Quasi un anno fa ho visto la più bella delle ragazze entrare in questo locale e, osservandone i gusti, ho creato questa torta. A quanto vedo ci ho preso!” Per me? Ossanto Cielo! E’ la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me!
“ Sei stupendo, davvero! Nessuno hai mai fatto una cosa così per me!”
Mi abbraccia e io appoggio la testa sul suo petto. Il suo cuore batte forte ma il mio lo supera sicuramente. Sono anni che non esco con un ragazzo, mai nella mia vita ho provato queste sensazioni e poi così, da un giorno all’altro trovo Edward, la persona migliore del mondo. Sento che sia perfetto per me. Passiamo tutta la sera accoccolati sul bancone della cucina a raccontarci delle nostre vite, dei nostri interessi, dei nostri progetti.
 
Pov. Edward
 
“Allora ciao Ed, grazie per avermi accompagnata a casa!” dice Bella mentre sta letteralmente scappando da me dirigendosi verso la sua villetta.
Scendo velocemente dalla macchina e la raggiungo.
“Pensavi davvero di potertela cavare così, piccola impertinente?” diventa tutta rossa e lentamente si gira verso di me.
“Mmm… forse speravo che tu mi raggiungessi!” Allora l’avevo sottovalutata, sembrava tanto santarellina ma ha anche un suo lato malizioso, credevo che fosse perfetta per come l’ho conosciuta stasera e invece mi piace di più ogni secondo che passo con lei.  È piena di sorprese.
“Allora vuoi darmi una buonanotte adeguata!?”
“Certo, vieni qui tenerone!” mi tira a se per la sciarpa che indosso e si appropria delle mie labbra. Rispondo prontamente al bacio e la stringo a me più che posso. È meravigliosa la sensazione di averla fra le mie braccia.
“Adesso vai, prima che ti riporti indietro con me!” gli tu un ultimo bacio a stampo e con una leggera spintarella sulla schiena la indirizzo versa casa.
Salgo sulla macchina e prima di entrare in casa Bella mi saluta e mi manda un bacio. Questa ragazza mi manderà fuori di testa, ora ne sono più che sicuro.
Sono appena andato via da casa di Bella e già mi mancano la sua presenza e il suo dolce profumo. Mi sto proprio rimbambendo, ma ne sono felice. Rimbambirsi per Bella è una cosa stupenda!
L’ho riaccompagnata a casa anche se continuava ad insistere di voler tornare con la metro. È pazza? Io non l’avrei mai fatta tornare con quella cosa! Già io non ci vado molto d’accordo visto che, l’unica volta che l’ho presa, sono rimasto chiuso dentro per ore interminabili maledendo mia sorella che aveva insistito tanto per prenderla! E poi chissà chi c’era in giro a quest’ora, poteva succedergli di tutto!  Così ho preferito portarla a casa e mi sono anche preso il bacio della buonanotte! Mi complimento con me stesso!  La sera con lei è stata meravigliosa, l’ho guardata per un anno è ho sempre pensato che fosse bellissima, ma non è solo questo, è simpatica, divertente, intelligente e arguta. È perfetta, maledettamente perfetta, forse anche troppo per poter sperare di piacergli tanto quanto lei piace a me.  Ma la conquisterò del tutto, farò di tutto per non farmela scappare. Penso davvero che lei possa essere quella giusta.

Continua....
 

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Capitolo 9
*** Ricordi... ***


Ciao! Eccomi di nuovo qui! Come avrete capito, aggiornerò 1 volta a settimana, il martedì! :)
In questo capitolo ci sarà un salto temporale e successivamente ci saranno due ricordi di Bella che ci faranno capire cosa è successo nel durante. 
Ho incominciato una nuova fic, una AlicexJasper, mi farebbe molto piacere che voi la leggeste! 
"Il mio Cowboy!"
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=933187

Se vi va leggete anche la mia One-shot: Un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=769589&i=1

Le recensioni sono sempre Molto gradiete e mi fa davvero piacere cosa ne pensate della storia e di ogni singolo capitolo! 
Mel


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO

 
E’ passato ormai un mese fatidica sera in cui Edward mi ha invitato a cena, e io sono immensamente e rovinosamente innamorata di lui. È la persona più tenera, dolce e sensibile che esista su questo pianeta. È sempre così attento a me, ai miei pensieri, ai miei desideri, alla mia felicità ma non so se prova quello che provo io.  Non sono semplicemente un passatempo per lui, questo me lo dimostra ogni giorno, ma se non mi amasse o peggio, non potrebbe mai amarmi? E se io non lo facessi felice come lui fa con me?
Lo so che sono pensieri stupidi che, se sapesse dei miei dubbi, si arrabbierebbe sicuramente, ma non starò serena finche non mi dirà quelle due paroline. Chissà quando succederà? Ci sono stati tanti momenti speciali fra di noi e mi piace spesso ricordarli.
 
Inizio flashback
 
È martedì, Edward non si è fatto sentire in questi tre giorni e ieri non era al locale, sono preoccupata e un po’ delusa.
La metro è molto affollata e decido di aspettare la seguente, oltre a molta gente c’è anche molto baccano.
Ci metto parecchio ad arrivare Canon Street e prima di entrare controllo il cellulare.
 
Edward: Tre chiamate perse
 
Tre chiamate perse?  Ossanto! Allora mi vuole ancora sentire!
Lo richiamo subito.
 
“Pronto!”
“Ciao Edward!” Cerco di mantenere un tono di voce normale ma non riesco a contenere la felicità di poterlo sentire.
“Stai bene?”
“Certo, e tu? Hai passato bene il weekend?” Non voglio chiederglielo espressamente, ma sono tanto curiosa di cosa possa aver fatto in questi tre giorni.
“ Insomma, mia madre è stata male e Alice era dai genitori di Jasper in Germania così sono andato io ad occuparmi di lei. Mi dispiace molto non averti potuto sentire!” Mi sento in colpa, in colpa per aver aspettato una sua chiamata quando potevo benissimo farmi sentire io, in colpa per aver pensato a me stessa e non a cosa stesse facendo a lui.
“ Cielo! Mi dispiace tanto Ed! Spero non sia niente di grave!”
“No, niente di che, ma dopo la malattia, anche una semplice influenza la fa diventare molto debole.”
“Scusa per non averti chiamato. Sono stata una stupida egoista ad aspettare che facessi tu il primo passo!”
“ Non preoccuparti piccola! Ti va di vederci pomeriggio al locale? Vieni in cucina che ti insegno a fare la tua torta!”
“ Davvero? Guarda che io sono davvero impedita!”
“ Non ti preoccupare non è difficile e poi hai a disposizione il maestro più bello e bravo sulla piazza!”
“ Ahahah! Ci vediamo dopo Ed!”
“A dopo, piccola!”
 
In ufficio continuo a guardare l’orologio, non vedo l’ora di essere allo “Sweet Msichana”! Finalmente è mezzogiorno!
Prendo l’ascensore e saluto distrattamente Renesmee al centralino. La strada non mi è mai sembrata così lunga eppure sto anche camminando veloce!
Appena vedo il locale corro e lo raggiungo in pochi minuti, ho un fiatone adesso!
“ Ciao Bella! Il tuo principe azzurro ti sta già aspettando in cucina!” Angy mi saluta con un sorriso smagliante e mi indica distrattamente la cucina.
“cioè….. vuol dire… che … tu.. sai..?”
“Certo! Io e Ed siamo molto amici! E comunque, credevi che non venissi a saperlo prima o poi?  E prendi fiato! Hai per caso fatto la maratona? Ahahah!”
“Come sei spiritosa oggi! E comunque ero un po’ di fretta e basta!”
“ Di fretta per poter slinguazzare Ed!”
“OssantoCielo! Faccio finta di non aver sentito!” Mi copro le orecchie e gli faccio la linguaccia e a grandi passi mi dirigo in cucina.
“Cavolicchio!”
“Bella? Tutto Bene? Cosa hai fatto?” Edward mi viene in contro e mi controlla la fronte che ha un grosso segno rosso. Come una sbadata ho picchiato la testa contro la porta! Alzo lo sguardo e mi ritrovo Edward con una mise da cucina, pantaloni a scacchi e camicia bianca con i bottoni e, se possibile, è ancora più sexy di venerdì sera!
“Si.. umpf… abbastanza!” mi scosta i capelli dalla fronte e in modo delicato passa le sue lunghe dita sulla zona dolorante e alla fine ci pone un bacio molto tenero. Cosa vi avevo detto?  È la persona più dolce del pianeta!
“Adesso è passato tutto!” Gli cingo il collo e lo bacio; come mi sono mancate le sue labbra in questi tre giorni!
“Eccola qui, la coccolona!”
“Mi sei mancato tanto in questi giorni”
“Anche tu, Bella, anche tu…” mi accarezza la guancia e mi conduce al bancone.
“Allora… vuoi imparare a fare la torta Isabella?” sgrano gli occhi, non è possibile!
“Gli hai dato il mio nome?” sembra sorpreso dalla mia domanda.
“Ma certo, l’ho fatta per te, che nome gli avrei dovuto dare?”
“Ma lo sai che sei proprio speciale?”  E’ imbarazzato adesso, mi piace quando diventa rosso.
“ E tu lo sai che mi metti in imbarazzo quando mi dici queste cose?!?”
“Certo che lo so, è proprio per questo che le dico!”
“ Diamoci una mossa, se no questa torta non si fa da sola!”
Va verso degli appendini e prende un grembiulino rosso, molto carino, mi aiuta ad indossarlo e intanto mi da dei baci sul collo! Mi vuole fare impazzire allora!
“Edward, se vuoi fare la torta, è meglio che mi lasci se no non faremo niente!”
“Io, lasciarti? Non se ne parla neanche ora che sono riuscito a conquistarti! Perché, ti ho conquistato, vero?”
“Certo, tenerone! Mi avevi conquistato già alla prima parola, venerdì sera!”
“Non credevo di avere tutto questo fascino!”
“E credevi male, perché ne hai anche troppo! Meno male che stai sempre chiuso qua dentro dentro perché se no dovrei essere gelosissima!”
“ Ma stai scherzando, vero? Ti sei vista? Sembri un angelo!” mi pizzica i fianchi e incomincia a farmi il solletico.
“Dai… Edward… tregua!”
“Ok ok, solo perché dobbiamo fare la torta!”
“Allora, assistente, prendi 250 gr di farina per dolci, una tavoletta di cioccolato che trovi su quel ripiano laggiù e lo zucchero che sta sulla mensola.”
“Più che un assistente sembro una schiavetta!”
“ Tutti incominciano dalla base, carina, veloce veloce, scattare!” gli porto tutto, lo appoggio sul bancone dove lui ha già messo altri ingredienti, mi mette in mano una frusta e davanti una ciotola rossa.
“ Ecco, brava, adesso versa lo zucchero, aggiungi quel burro e i rossi delle uova…”  Eccomi, il cervello di Bella è in funzione off, la vicinanza di Edward l’ha fatto spegnere!
Mi sta abbracciando da dietro e prendendomi la mano mi sta aiutando a mescolare gli ingredienti, imburriamo la tortiera e versiamo il composto.
“Ti cedo l’onore di metterla a cuocere!” mi avvicino al forno, alzo a 180° e la infilo dentro, punto il timer e, nascondendo un sacchetto di farina dietro la schiena, mi avvicino a Ed.
“Sai cosa ti starebbe molto bene?”
“Cosa?”
“ Un sacco di capelli bianchi!” e velocemente gli butto una manciata di farina in faccia! È molto sorpreso, rimane immobile per qualche secondo e poi, afferrando la prima cosa che gli capita a tiro, me la rovescia in testa.
Guarda caso erano una bella ciotola di uova!
“Edward!” sono davvero infuriata ora!
“L’hai voluta tu la guerra!” e così incominciamo a lanciarci tutto quello che ci passa a portata di mano. Dopo un po’ ci ritroviamo stesi a terra, sporchi di tutto e di più  stretti tanto da sentire uno il battito dell’altra.
“Sai che tu riesci a tirare fuori il meglio di me? Non sono mai stato così felice, allegro, spensierato. Anche mia madre ha detto che non sembravo neanche su figlio da quanto ero allegro.”
“ Io non faccio niente di speciale, sei tu che sei speciale, io non faccio altro che farlo venire fuori!” Lo stringo forte, talmente forte che potrebbe mancargli il respiro, ma non mi interessa, ora che è qui con me, non lo lascerò mai.
 
Fine Flashback


continua...
 

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Capitolo 10
*** It's so Romantic! ***


Ciao a tutti! Scusate il ritardo ma, causa neve, la connessione internet non mi funzionava! 
In questo capitolo Edward e Bella rafforzano il loro rapporto e vedremo come vanno in generale le cose fra loro. Nel prossimo capitolo torneremo al presente con alcune novità! :D
A presto

Ho incominciato una nuova fic, una AlicexJasper, mi farebbe molto piacere che voi la leggeste! 

"Il mio Cowboy!" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=933187

Se vi va leggete anche la mia One-shot: Un modo strano di conoscersi, un modo strano di amarsi
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=769589&i=1


Le recensioni sono sempre Molto gradiete e mi fa davvero piacere cosa ne pensate della storia e di ogni singolo capitolo! 

Mel


 
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO



P
POV  Bella

Quel fatidico martedì in cui Edward mi ha “insegnato” a fare la torta, è stato un dei momenti più importanti, uno dei più significativi. Quel giorno ho imparato finalmente a sentirmi a casa, sentirmi protetta e libera di essere me stessa. È stato diverso dalla nostra prima uscita perché lì, in quella cucina, sono riuscita a vedere l’Edward di tutti i giorni, quello con cui vorrei condividere il resto della mia vita.
Ma il momento più romantico fra di noi è stato un altro.
 
Inizio flashback
 
E’ il giorno del mio compleanno ed Edward mi  augura, come sempre il buon giorno, ma non accenna, in nessun modo, ad auguri di altro tipo. Rimango un po’ delusa della cosa ma penso subito che vorrà farmeli dopo di persona.
Mi preparo con cura e indosso, stranamente, una gonna che mi risalta le forme. La mattinata al lavoro è molto leggera e tra piccole faccende e tanti auguri dai colleghi arriva finalmente mezzogiorno. Quando ormai sono a metà strada mi accorgo che Edward mi aveva mandato un messaggio.
 
“ Ciao Bella! JOggi non ci sarò al locale quindi passa buon pomeriggio anche senza di me!
Edward”
 
Cosa? Io mi sono messa tutta in tiro per il mio compleanno e anche per lui, per dire tutta la verità, e lui mi lascia sola così?
Il mio compleanno è un giorno felice per me, particolarmente felice, lo è sempre stato, perché era un giorno dedicato solo a me stessa e ai miei desideri. Il mio desiderio per quest’anno era passare una giornata speciale con Lui, lui che mi aveva rubato il cuore da tre settimane ormai. 
Cambio direzione, è inutile andare al locale se non c’è lui, non è più come una volta che ci andavo per me, per passare delle ore tranquille a leggere.
Torno sulla strada verso Cannon street e incomincio a vagare senza meta per un po’ fino a quando mi trovo davanti a un McDonald’s.  Entro, ordino qualche schifezza a caso e mi siedo a un tavolino piuttosto appartato. Sto un po’ lì a pensare, ma mi sento così inutile in quel posto così decido di tornare a casa.
Ovviamente Rose non c’è. Non la vedo ormai da quasi una settimana, passa quasi tutte le notti fuori casa o, quando torna, lo fa di notte e la mattina, quando mi alzo, è già fuori. Ci sentiamo per sms ma neanche lì mi sembra molto presente. E’ molto distratta, come in un mondo tutto suo. Sospetto la presenza di uomo, quando sarà pronta, sono sicura che me lo farà conoscere.
Sono stesa sul divano a guardare un po’ di tv quando mi arriva un altro messaggio. È ancora di Edward. Sono tentata dal non leggerlo, dopo la bidonata di pomeriggio e il non essersi ricordato del mio compleanno sono un po’ arrabbiata con lui ma la parte più istintiva di me ha già preso in mano il telefono.
 
“ Scusa Piccola per non aver passato il pomeriggio con te. Se vuoi perdonarmi cambiati in fretta, vestiti elegante che fra venti minuti sono lì da te!
Tuo Edward “
 
E adesso cosa avrà in mente? Non perdo tempo e corro su per le scale e spalanco l’armadio. Cosa mi metto? Non ho niente di elegante! 
Decido di prendere qualcosa dall’armadio di Rose, tanto lei non se ne accorgerà, non si accorgerebbe neanche se le facessi sparire metà delle sue cose!
Prendo un vestitino semplice, bianco con i fiori, un po’ corto per i miei gusti ma va bene, uno strappo alla regola ci sta.

 Faccio dei bei ricci e metto delle mollettine ai lati per tenere fermi i capelli più corti.  Purtroppo, per far bella figura, dovrò anche indossare qui trampoli bianchi che mi hanno regalato i signori Hale per Natale. Sono abbastanza elegante? Spero proprio di sì! Comunque non c’è più tempo per cambiare idea, Edward ha suonato il campanello.
Corro giù dalle scale con le scarpe in mano e un secondo prima di aprire la porta le indosso. Giro la chiave e lui è lì, davanti a me, in tutta la sua bellezza.
“Ciao Tesoro! Sei davvero stupenda stasera, più del solito!” mi prende la mano e mi fa un perfetto baciamano. Lo sto ancora guardando, indossa una giacca nera e una camicia blu che lo rende davvero qualcosa fuori dall’umanità. È come se non avessi sentito quello che mi ha detto prima, lo prendo per le spalle e lo bacio appassionatamente, come non avevo forse mai fatto. Sembra molto stupito del mio gesto ma risponde prontamente. Ci stacchiamo per riprendere fiato ma non aspettiamo neanche un secondo che ci riattacchiamo come se fossimo due calamite.  Mi prende per mano, chiudendo la porta velocemente dietro di me, e mi faccio condurre alla macchina. Guida veloce per le strade di Londra, anche sotto le mie insistenze non ha voluto rivelarmi dove mi stesse portando. Per distrarmi mi racconta di Alice, quella ragazza che ho incominciato ad adorare dai racconti che Edward fa di lei, la descrive come una persona meravigliosa e io sono sicura che lo sia, non vedo l’ora di conoscerla, mi racconta di Alice e di Jasper che hanno appena scoperto di aspettare un bambino, dello stupore di Esme quando ha saputo di dover diventare nonna e della sua felicità nel diventare zio e soprattutto di vedere felice la sua sorellina.
Arriviamo nei pressi di Westminster, si infila in un parcheggio sotterraneo e mi infila un’altra benda.
“Ancora Edward! Ancora con questa storia della benda?”
“Non ti fidi di me signorina Swan?”
“No, no, mi fido!”
“Allora stai zitta!” e mi posa un bacino sul collo, sotto l’orecchio, dove sa che mi fa impazzire!
“Te l’ho già detto che sei sexy questa sera?” me lo sussurra in un orecchio, in un modo che mi fa andare il sangue al cervello, stasera mi vuole davvero uccidere.
“si, ummm, credo di si.”
“Allora vorrà dire che te lo ripeterò fino a farti stancare!”
“Non succederà, te lo assicuro!”
“Meglio così. Adesso stai attenta, Sali un gradino, brava così, un altro gradino, eccoci.”
“Benvenuti! Lei deve essere il signor Cullen.” Un uomo sta parlando con Edward. Chissà dove siamo, non sono molto esperta dei locali nella zona!
“Si, sono io, mi può fare strada per il tavolo? “
“Certo signore!”
Facciamo un breve tragitto, sembra molto instabile il terreno, ma sarò io che non ci vedo.
“Allora signore, miss, Buona cena. Tutti i vostri piatti sono su quel carrello.”
“Certo, grazie mille!”
Sento che il cameriere si sta allontanando, allora Edward si mette alle mie spalle e avvolge le sue braccia intorno alla mia vita, parte una musica leggera e lui mi fa girare fra le sua braccia e appoggio la testa sulla sua spalla.
Incominciamo ad ondeggiare e lui mi stringe forte a sé.
“Tanti auguri Piccola, questa serata è tutta per te.” Non i interessa più della benda, so già che sta sorridendo in quel modo fantastico tutto suo, alzo la testa e prendo le sue labbra fra le mie, è il mio modo di ringraziarlo con i fatti e non con le parole.
“Grazie Cucciolo, grazie. Credevo che te ne fossi dimenticato, non sai come ci sono rimasta male quando mi hai detto che non avrei potuto passare il pomeriggio con te.”
“Davvero avevi così poca fiducia in me? Non avrei mai potuto dimenticarmi di una cosa così importante!”
“Adesso posso togliermi questa benda?”
“Certo! Vieni qui!” mi slega lentamente la stoffa e mi spinge in avanti come per farmi avvicinare a qualcosa. Quando apro gli occhi mi trovo davanti qualcosa di meraviglioso.
Vedo il Big Ben, ma non siamo sull’altra sponda del fiume, siamo sul battello, sul battello che viaggia sul Tamigi. Mi giro nel suo abbraccio e lo bacio, non appassionatamente come sulla porta di casa mia, ma dolcemente cercando di trasmettere tutto l’amore che provo per lui.

“ Grazie Edward. Per tutto questo e per farmi provare queste sensazioni fantastiche. Sei unico.” Mi sono emozionata davvero, alcune lacrime mi sono scese sulle guance e lui me le asciuga lentamente. Ci avviciniamo al tavolo preparato per noi in una saletta intima. Parliamo tutta la sera di noi, delle nostre emozioni, dei nostri sogni e della nostra quotidianità, mi sembra di essere tornati al nostro primo appuntamento quando ci stavamo conoscendo davvero per la prima volta, ora è una conoscenza sempre più intima, per scoprire e donare le nostre anime all’altro.
È quasi mezzanotte, scendiamo dal battello dopo aver ringraziati tutto il personale e ci dirigiamo, mano nella mano, in un posto a me sconosciuto ma adesso non mi interessa, andrei ovunque con lui.
Arriviamo a casa sua, tutto è immerso nel buoi, ci avviciniamo, ci tocchiamo, ci baciamo, tutte le inibizioni sembrano sparire, siamo immersi in una bolla tutta nostra.
“Sei sicura Bella?”
“Non sono mai stata così sicura. Stringimi e fammi sentire speciale, fammi sentire tua.”
Quella notte io e Edward abbiamo fatto l’amore per la prima volta, è stato dolce e attento, disposto a trascurare se stesso per procurare prima il mio piacere. Ci siamo uniti, stretti e sfiorati come non avrei mai neanche sognato, ho cercato di trasmettergli tutte le sensazioni che stavo sentendo io. Abbiamo fatto l’amore ancora e ancora sotto la luce della luna, nel suo appartamento sul Tamigi. E la mattina dopo, quando ci siamo svegliati abbracciati, sono stata la persona più felice del mondo.
 
Fine Flashback
  
 
 
continua...
 
 

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Capitolo 11
*** Family ***


Ciao a tutti, Carissimi!
Sono stata assente e non ho potuto aggiornare per problemi personali che finalmente sembrano si siano risolti e infatti eccomi qui con un nuovo capitolo.
EFP mi è mancato davvero tanto in tutti questi mesi!

In questo e nel prossimo capitolo ci saranno due rivelazioni abbastanza importanti per la storia.
Spero vi possano piacere e spero che mi lascerete un vostro commento.
Buona lettura
Vostra affezionata Mel






Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO


 

POV BELLA

Da quella sera in cui abbiamo fatto l’amore per la prima volta ne sono seguite tante tante altre, a casa mia, a casa sua, perfino al locale, e in quei momenti sono stata tentata tante volte di dirgli quello che provavo, ma ho sempre pensato che così avrei rovinato tutto.
Oggi sono al lavoro, ma non mi sento tanto bene purtroppo. Incontro Meg, una mia collega, in corridoio, non faccio neanche in tempo a salutarla che un senso di nausea mi colpisce e devo correre in bagno per non sentirmi male lì in corridoio. Non mi è mai successo di stare così male, mi bagno la fronte e i polsi e, quando esco dal bagno, mi trovo lì davanti Meg che mi fissa preoccupata.
“Bella, non ti senti bene? Mi sembri  piuttosto pallida!”
“In effetti non mi sento molto in forma. Credo che tornerò a casa. Puoi avvisare tu Billy?”
“Certo, al Capo ci penso io. Ma sarebbe meglio se ti facessi venire a prendere da qualcuno. Non c’è nessuno che puoi chiamare?”
“Si, certo, hai ragione. Chiamo subito Edward.”
“Edward? Chi è questo Edward?” Mi guarda con il suo sorriso malizioso, qui al lavoro non lo sa ancora nessuno e so che, appena lo dirò a lei, la voce si spargerà in un batter d’occhio, ma tanto prima o poi verrebbero comunque a saperlo.
“Edward è il mio ragazzo!” Arrossisco come una bambina e abbasso lo sguardo imbarazzata.
“Buon per te, Tesoro! Era ora che ti sistemassi anche tu!” la ringrazio e a passo incerto mi avvicino al mio ufficio per chiamare Edward.
“ Senti Ed, sono io, non è che potresti venirmi a prendere?”
“Al lavoro?”
“Sì, umm, è possibile?”
“Certo Piccola, nessun problema. Stai male?”
“Si, in effetti non mi sento bene, non credo sia niente di grave ma preferisco tornarmene a casa.”
“Arrivo subito!”
Stavo preparando le mie cose, pronta per andar via, quando qualcuno spalancò la porta dell’ufficio.
“Mi dispiace signorina Swan, ma lei non può tornare a casa oggi!” Il signor Cullen mi aveva urlato contro quelle parole con una faccia davvero odiosa.
“Signor Cullen, Meg ha avvisato Billy da parte mia ed è appena tornata dicendomi che non c’erano problemi se tornavo a casa!”
“Non mi interessa minimamente quello che ha detto quel vecchio, anche io sono un suo superiore e le impedisco categoricamente di andarsene via di qui prima della fine del suo orario lavorativo.”
“Mi sento davvero male, la prego, signor Cullen, mi faccia tornare a casa!”
Ero arrivata a supplicare quell’uomo gelido e insensibile, così diverso dal figlio che io conoscevo molto meglio di lui, così diverso dal carattere dolce e sensibile di Edward, ma non era proprio il caso che io rimanessi lì un minuto di più.
“Adesso basta! Non c’è bisogno che arrivi a supplicare questo mostro! Vieni via Bella!” Edward era appena entrato da quella stessa porta da cui, pochi minuti prima, era entrato suo padre. Non l’avevo mai visto con quella faccia e avrei voluto non vederlo mai. Era arrabbiato e forse ancora una volta deluso da quell’uomo che ora si trovava di fronte.
“Edward, non c’è n’è bisogno, stai calmo, me ne occupo io.” Mi ero avvicinata a lui, gli avevo appoggiato una mano sulla spalla e gli accarezzavo dolcemente la guancia. Quel gesto lo aveva sempre calmato, aveva sempre quello sguardo assorto quando lo coccolavo così. Sembrava che avesse funzionato ma, a quanto pare, non era abbastanza in confronto a tutto l’odio che provava verso Carlisle.
“ Lasciaci soli, Piccola, per piacere!” Aveva uno sguardo determinato, determinato a chiudere i rapporti con suo padre, in un verso o in un altro.
Lo guardo intensamente e cerco di comunicargli che non deve fare cavolate, che non si deve arrabbiare tanto ma mi sembra così infuriato da non vedermi neanche.
Gli accarezzo ancora la guancia, lancio uno sguardo anche a Carlisle e poi esco chiudendo la porta dietro le mie spalle.


POV EDWARD

Finalmente sono qui, occhi negli occhi con mio padre. Questa è la resa dei conti, il momento delle spiegazioni e forse degli addii. Ho creduto di odiarlo per tanto tempo invece ero solo deluso da lui, lui che era il mio eroe, il mio modello.  Ho cercato di giustificarlo, ho immaginato migliaia di motivi che riuscissero a giustificare la sua scelta ma nessuno alla fine mi sembrava plausibile.
“Eccoci di nuovo qui, come tanti anni fa, papà.” Pronuncio l’ultima parola con disprezzo perché, nonostante io gli abbia sempre voluto bene, lui mi ha abbandonato, ci ha abbandonato.
“Ancora tutto questo disprezzo? Sei solo uno stupido ragazzino che non sa niente!”
“Io?! Io, un stupido ragazzino? Io, quando lo ero davvero, mi sono dovuto prendere tutte quelle responsabilità che tu avevi abbandonato, ho dovuto diventare un uomo troppo in fretta per cercare di sostituirti in casa e soprattutto nel cuore della mamma. “
“Tua madre mi ama, esattamente come io amo lei!”
“Non parlare di amore!” Lo guardo negli occhi, sembra ferito, sembra dispiaciuto dalle mie parole.
“E tu, allora, non parlare di cose che non sai!” è combattivo, sta cercando di farmi capire la sua verità.
“Cosa non saprei?”  Adesso sono davvero curioso, voglio vedere cosa si inventa.
“Quando scoprii che Esme stava male, mi crollò tutto il mondo addosso. Io e lei avevamo una vita perfetta: lavori gratificanti, una bella casa, due figli stupendi e soprattutto tanto amore nei nostri cuori. Non riuscivo a pensare la mia vita senza di lei, non volevo vederla soffrire perché sapevo che io avrei sofferto con lei; allora di impulso scappai, pensai egoisticamente che così fosse tutto a posto, a posto per me. Dopo pochi giorni mi sono accorto del mio errore, volevo tornare e chiedere perdono a tua madre ma la casa era vuota e il telefono staccato, scoprii solo dopo che eravate andati da Carmen, tua zia. Vi ho cercato per giorni, settimane, ma niente. Alla fine, quando Esme è stata ricoverata sono andato a trovarla, l’ho vegliata tutte le notti, l’ho sostenuta, l’ho coccolata, tutte cose che un buon marito deve fare. Un giorno, quando stava meglio, le ho chiesto perdono, ho aperto la mia mente a lei, gli ho detto tutti i miei pensieri e alla fine mi ha perdonato, ha detto che mi avrebbe amato per sempre, in ogni caso, che mi poteva capire e che mi avrebbe permesso di starle accanto ma non potevo fare lo stesso con voi. Mi ha raccontato di come l’avevate presa, di quanto eravate stati male, mi ha spiegato che la vostra vita era andata avanti anche senza di me e che io, ormai, non potevo più farne parte.” Era emozionato, immerso nei ricordi, con uno sguardo dolce ma anche afflitto, malinconico.
“ Sono stato un buon marito, ma non un buon padre.” Sussurrò più a se stesso che a me.
“Ci ho provato, ho provato ad essere ancora un buon padre, mi informavo sulle vostre vite, chiedevo a vostra madre ciò che vi faceva sorridere e ciò che vi faceva piangere, i vostri desideri, i vostri sogni. Vi sostenevo economicamente perché, anche se io non sarei potuto essere con voi nei vostri successi, volevo comunque che voi raggiungeste i vostri sogni.  Quando ti incontravo qui a Londra, non era per caso, io sapevo dove potevo trovarti. Non ti ho mai detto niente di tutta questa storia perché non potevo, mi accontentavo di scambiare quattro parole con te, anche se avevo un tono freddo e scocciato.” È sempre più sofferente, riesco a vedere nei suoi occhi l’anima pura di quell’uomo che stimavo tanto.
“Perché me lo hai detto adesso, allora?”
“Non ce la facevo più, non riuscivo più a sopportare tutto il dolore di questi anni, pensare che alle cene di famiglia io non potevo esserci, pensare a te,  ad Alice e a quante cose mi sono perso della vostra vita. Ho sofferto tanto io come avete sofferto tanto tutti voi. Ma ora voglio ricominciare da capo. Me lo permetterai?”
Pensavo alle sue parole. Non avevo mai pensato a niente di tutto ciò, le scelte d’istinto di mio padre gli si sono ritorte contro e hanno rovinato il resto delle nostre vite ma, se le cose stanno così, perché non dare una seconda possibilità a tutta la nostra famiglia?
“Io sono sicuro che tu non sprecherai questa seconda possibilità. Sono contento che tutto possa tornare come prima.” Gli tendo una mano, lui me la stringe immediatamente, evidentemente commosso e, tirandolo verso di me, lo abbraccio come non facevo da tanto tempo.
“Ben tornato in famiglia, papà”  una lacrima brilla nei miei occhi e sono sicuro che ce ne sia una anche in quelli di Carlisle. Ora, nella mia vita, è davvero tutto a posto.
 

 

Recensite! Il prossimo capitolo è già in catiere, a presto!
Baci

 


 

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Capitolo 12
*** Sorprise ***




Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Mi dispiace molto che il capitolo che leggerete sia davvero un po' corto ma non volevo farvi aspettare troppo. Spero che vi possa piacere comunque. Fatemelo sapere! :D
Mel

 
TUTTA COLPA DELLA TORTA AL CIOCCOLATO


 

POV Edward
Sono davvero felice di aver sistemato le cose con mio padre; l’ho appena lasciato nell’ufficio di Bella con la promessa di incontrarci presto per un caffè. Trovo la mia ragazza nella hall dell’azienda che sta chiacchierando con un’altra ragazza dai capelli ramati.
“ E brava Ren, finalmente hai fatto cadere quello scapolo d’oro di Jacob!”
“Non sai come sono felice Bella, mi sembra di conoscerlo da sempre, è così affettuoso, dolce, sincero!”
“Si vede che ha trovato la donna della sua vita. A proposito, ti presento Edward, il mio ragazzo” Accorgendosi di me mi tira per un braccio verso di lei e mi presenta alla sua amica.
“E’ un vero piacere conoscerti, io sono Edward Cullen.”
“Oh, il famoso figlio del capo! Io sono Renesmee.”
“Adesso dobbiamo andare Bella, stai diventando sempre più debole.”
Non faccio neanche in tempo a finire la frase che Bella mia cade nelle braccia svenuta. La prendo in braccio e guidando velocemente raggiungo il pronto soccorso.
Due infermiere si prendono cura di Bella.
Aspetto per ore seduto su una sedia scomoda e rigida, torturandomi le mani e sperando che lei stia bene.
Ad un certo punto escono le due infermiere di questa mattina che mi dicono che Bella sta bene e che ha solo bisogno di riposo; nessun altra notizia.
 
POV BELLA
Un minuto prima ero nella hall dell’Honor Corporation e adesso mi ritrovo in una stanza d’ospedale con due infermiere che mi fissano sorridenti.
“Ben svegliata signorina Swan!”
“Si.. si.. grazie… cosa ci faccio qui?”
“E’ svenuta quasi tre ore fa e un ragazzo l’ha portata qui. Abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso e abbiamo scoperto la causa del suo malessere.”
“Ditemi!”
“ Lei non sapeva di essere incinta di tre settimane, vero?”
Incinta?” Oddio! Non me lo aspettavo proprio però, in effetti, è da qualche giorno che non mi sento molto bene, che sono debole e che ho un senso di nausea alla mattina. Mi tocco istintivamente il ventre e lo accarezzo. Lì dentro c’è il frutto del mio amore per Edward, un piccolo esserino tutto nostro. Sono emozionata, diventare madre è sempre stato un sogno per me, ma sono anche preoccupata e spaventata. Come farò a dirlo ad Edward? Sarò capace di essere una brava madre?
“Si, ne siamo sicure. Incinta da tre settimane. Vuole che avvisiamo il suo fidanzato che è qua fuori?”
“No no, assolutamente. Glielo voglio dire io” E’ giusto così, non sopporterei che Edward venisse a sapere del nostro bambino da delle estranee.
“Bhe, entro questa sera può andare via. Adesso si riposi.”
Escono e mi lasciano lì a pensare a quello che è successo; in pochi minuti tutta la vita è cambiata, ora non sono sola, non devo pensare solo a me stessa, c’è una piccola vita che cresce dentro di me. Una lacrima di gioia mi scende lungo la guancia. Incomincio a sentirmi intorpidita, i calmanti stanno avendo effetto.
Mi risveglio bella rilassata, al mio fianco c’è Edward che mi stringe la mano.
“Sto bene, Ed, non preoccuparti.”
“Bella, finalmente ti sei svegliata! Mi hai fatto preoccupare un sacco. Le infermiere hanno detto che, quando ti saresti svegliata, avresti potuto andar via.”
“Finalmente! Tutto questo bianco mi sta accecando gli occhi!”
Mi rivesto velocemente e mano nella mano lasciamo il pronto soccorso.
“Sali in macchina che ti porto nel mio posto preferito!”
“A cosa devo tutta questa allegria?”
“Ci sono novità che ti devo raccontare!”
“bhe, anche io…” Lo sussurro così piano che sono sicura che lui non mi abbia sentito. Lo so che prima o poi dovrò dirglielo ma adesso non mi sento pronta.
 
Parcheggiamo vicino ad un giardinetto.
Edward mi porta verso una panchina sotto un grande salice.
“Qui è il posto in cui vengo quando sono triste, allegro o quando devo riflettere. E’ davvero speciale per me.”
“Bhe, è un po’ come lo Sweet Msichana per me, allora.”
“E’ davvero così speciale per te?”
“Certo. Quando sono entrata lì dentro per la prima volta ho sentito una strana sensazione alla bocca dello stomaco, come se tutta la mia vita, da quel momento in poi, sarebbe cambiata completamente. E, in effetti, è stato proprio così.”
Mi stringo nelle sue braccia e lo bacio teneramente; dopo la scoperta di stamattina mi sento legata a lui come non mai.
“A proposito, cosa dovevi dirmi di così bello?”
“Quando sei uscita dal tuo ufficio ho parlato con papà, mi ha raccontato cosa gli è successo in tutti questi anni,  ho rivisto nei suoi occhi quel’uomo di un tempo, quello buono e amorevole. Era tutto diverso da quello che pensavo io. Forse, dopo tutto quello che mi ha detto, dovrei starci male per un sacco di cose, ma ho deciso di smetterla di perdere tempo, non voglio più stare lì a riflettere, vivo quello verrà.” Con tutto quello che è successo questa mattina mi ero proprio dimenticata di aver lasciato Edward a parlare con Carlisle ma, a quanto sembra, sembra andato tutto per il meglio!
“E quindi lo hai perdonato?”
“Bhe, diciamo che gli ho detto che voglio ricominciare tutto da capo e lasciare il passato alle spalle. Ma tutto questo, grazie a te.”
“Grazie a me?!?”
“Si, se tu non fossi entrata nella mia vita, non avrei mai sentito il bisogno di rendere la mia vita perfetta in ogni aspetto, non avrei avuto il coraggio di affrontare mio padre, di prendermi le mie responsabilità.”
“Non ho mai conosciuto una ragazza come te, nessuna persona come te. Dolce, affettuosa, presente e attenta. La donna che ogni uomo desidererebbe al suo fianco ma, purtroppo, io non ho proprio l’intenzione di lasciarti andare.”
Non me l’aspettavo una dichiarazione da lui, è sempre stato timido, uno di quei ragazzi che ti dimostrano i loro sentimenti on i fatti, non con le parole. Sono piacevolmente sorpresa e vorrei rispondergli che anche per me è lo stesso, che anche lui è così speciale che non riuscirei mai ad incontrare un altro ragazzo come lui, ma non faccio in tempo perché lui, girandomi il volto mi bacia appassionatamente.
“Ti amo, Bella”
Lo sussurra mentre ci stiamo ancora baciando, ma io lo sento bene e lo sente bene anche il mio cuore che incomincia a pulsare ad un ritmo forsennato.
“Anche io, Ed, anche io”
E finalmente è arrivato anche il nostro momento di confessarci il nostro amore e io, non potrei mai essere più felice di così: Ed mi ama e dentro di me sta crescendo il frutto del NOSTRO amore.
 

continua...
Recensite, grazie
Mel

 

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