Sometimes sons are better than parents

di thisisnarnia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eveleen Grace Dursley ***
Capitolo 2: *** Una notizia ***
Capitolo 3: *** Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** Acquisti. ***
Capitolo 5: *** La nonna ***
Capitolo 6: *** L'espresso ***
Capitolo 7: *** Il primo giorno ***



Capitolo 1
*** Eveleen Grace Dursley ***


Mi ricordo tutto di quel giorno, a partire da quando aprii gli occhi, ancora non sapevo che tutto stava per cambiare.

Appena alzata scesi le scale, pian piano, i passi felpati. Mi piaceva fare così, fare una sorpresa ai miei tutte le mattine. Ma prima di scendere dall’ultimo gradino e gridare “Buongiorno!” mi fermai perché sentii mio padre mormorare qualcosa che mi insospettì.
-Ma… non è possibile…- era chiaramente stupito, forse preoccupato.
-Che succede, Dudley?- chiese mia madre interessata.
-Oh…niente, cara! E’ solo che è domenica e ho appena ricevuto una lettera per Eveleen. Curioso, non trovi?- disse mio padre palesemente nervoso.
-Mpf, e da parte di chi è?- disse mia madre non completamente convinta.
-Ehm… Non c’è scritto…-
-Che maleducati…!- commentò mia madre, lei non transigeva su quel che riguarda la buona educazione, o veniva rispettata, o chi ha infranto la regola non era degno della sua parola.

Decisi di entrare in cucina senza il rito del “Buongiorno”.
-Oh, Evvie! Buongiorno amore! Siediti, su! Ti ho preparato una torta, ieri. Buon compleanno!- giusto, me l’ero scordato! Mangiai una microscopica fetta di torta mentre mio padre e il mio fratellino si abbuffarono. Mia madre invece mangiò uno yogurt dietetico mentre imboccava la mia sorellina. Aveva tre anni e l’omogeneizzato lo poteva benissimo mangiare da sola, ma mia madre era afflitta da numerose paranoie perciò non si separava un attimo da quella povera bambina.
-Leenie, beh, non ci chiedi i regali?- Evvie, Leenie, mia madre aveva la mania dei nomignoli frivoli. Ma a me era andata tutto sommato bene, a mio fratello toccava il peggio: si chiamava Elliott, perciò nostra madre lo chiamava Ellie o Lottie, che sono nomi da femmina. Pure la mia sorellina aveva il nome con la E, una delle innumerevoli fisse di nostra madre, oltre che, il secondo nome di tutti e tre incominciava con la G. Eveleen era già un nome al limite della sopportabilità di suo, poi i miei mi avevano pure appioppato un secondo nome altrettanto frivolo e stupido: Grace. Quindi mi ritrovavo con un nome da stupida ragazzetta ricca, capricciosa e viziata.
-Oh si, giusto… I regali!- dico con un ampio sorrisone finto. Ecco un’altra cosa che mi differenziava dai miei: loro mi viziavano e mi ritrovavo sommersa dai regali, ma avevo sempre giocato con i miei amici immaginando di vivere in un mondo incantato, popolato da maghi e streghe, draghi, elfi e gnomi, lasciando i giocattoli costosi da parte. Ora che sono cresciuta, scrivo queste storie di nascosto con la mia migliore amica Lily, e a lei riescono particolarmente bene, queste storie, chissà perché.
Mi sdilinquii per una buona mezzora in gridolini eccitati, dicendo continuamente frasi tipo “Ooh, che bello!” o “Era proprio quello che volevo!” perché in fondo erano i miei genitori e non volevo rattristarli.

Finita la cerimonia mia madre disse:
-Beh, io porto ai giardinetti Eliz e Ellie, vuoi venire pure tu, Eve?-
-Mmm… no, preferisco stare qui a casa prima di vedermi con Lily…-
-Oh, ho già invitato Charlotte e Josephine a fare la merenda per il tuo compleanno…-
Tipico. Ai miei non andava parecchio a genio Lily e la sua famiglia, non ho mai capito il perché. Forse perché sono troppo “semplici”… Cercavano di farmi fare amicizia con quelle stupide oche delle mie compagne di classe. Le odiavo.
-Preferisco andare da Lily, per il mio compleanno…-
Mia madre sospirò guardando mio padre e rassegnata borbottò un “va bene…”. Avevo anche una specie di cotta per tutti e due i suoi fratelli, James e Albus, ma non lo sapeva nessuno.

Ero seduta in salotto a leggere con mio padre quando lui mi disse:
-Ti devo raccontare una cosa… Mettiti comoda.-
-Allora, innanzi tutto sei stata ammessa a una scuola che si chiama Hogwarts. E’ una scuola speciale, perché tu sei speciale. Lascia che ti spieghi.-

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Capitolo 2
*** Una notizia ***


-Ora, hai presente la tua amica Lily e la sua famiglia… Ecco pure la sua famiglia è speciale, sai che i suoi due fratelli grandi partono tutti gli anni per andare in questa scuola, che è come un college, è la scuola dove andrai tu.-
Il mio cuore perse un battito, “andrò nella stessa scuola di James e Albus” pensai.
-E… come dirtelo… loro padre è… mio cugino.-
Il mio cuore perse un altro battito, “La mia migliore amica è mia parente, ma soprattutto i ragazzi per cui ho una cotta sono miei parenti! Non posso essere innamorata di loro!”
-Harry, mio cugino, è un mago, come sua moglie Ginny. Sì non guardarmi così, è una famiglia di maghi e streghe!-
“Ecco perché Lily è così brava a scrivere quelle storie!”

-I genitori di Harry furono uccisi quando lui aveva solamente un anno, da un mago cattivo di nome Vol qualcosa, e i miei genitori erano gli unici parenti a lui rimasti quindi venne a vivere da noi, e quindi in un certo senso siamo fratelli. Quando aveva 17 anni uccise quel mago oscuro, e perciò Harry è un mago famosissimo nel mondo… Beh, dei maghi. A Hogwarts imparerai a usare la magia e cose simili…-
-Ma se siete praticamente fratelli, perché non vi frequentate e non volete che io mi veda con Lily?- chiesi sconvolta. Mi sembrava di far parte di un libro fantasy.
-Ecco… se vuoi odiarmi ora fallo pure, ma… Lo trattammo malissimo, i miei genitori lo odiavano per la sua diversità, e mia madre in particolare perché sua sorella (la madre di Harry) era una maga bellissima mentre lei era una ragazza normale, senza poteri. E di conseguenza l’odiavo anche io.-
-Ma perché ora siete vicini di casa anche se vi odiate?-
-Lui non mi odia… Sono io che non mi sono mai voluto avvicinare a lui, e poi tua madre sapeva la verità, e… lei mi ricorda tantissimo mia madre, vuole assolutamente essere normale e la spaventa questa diversità. Chissà come reagirà alla notizia, ma non voglio assomigliare ai miei genitori, infatti loro vietarono a Harry di andare a Hogwarts, ma lui ci andò comunque, io ti farò andare in quella scuola, a costo di litigare con la mamma. Comunque questa era la casa dei tuoi nonni, e non so perché Harry è vento a vivere qui affianco.-

Ero sconvolta, non sapevo cosa pensare. Ero una maga, ero innamorata di due miei cugini, mio padre ha odiato suo cugino/fratello per una vita perché era diverso e ora se ne pentiva, e la mia migliore amica è mia cugina.

Mi alzai senza dire niente e andai a casa di Lily. Mi aprì Harry.
-Ciao zio.- dissi, e mi guardò senza capire.
-Papà mi ha raccontato tutto, di voi, perchè ho ricevuto la lettera per Hogwarts.-
-Oh.. che… bello! Sei felice?-
-Sì, ma sono triste perché sei stato odiato dai miei nonni e da mio padre, e mia madre non vuole tanto che ci vediamo, io e Lily.-
-Domani, noi andiamo al mondo dei maghi per comprare il necessario per la scuola, se vuoi venire con noi…-
-Harry! Ma sei pazzo?? Hai rivelato a Eveleen, che è una babbana, che siamo dei maghi??- disse Ginny che era arrivata in quel momento.
-Io sono… cosa?- mormorai.
-Ha ricevuto la lettera pure lei! E finalmente Dudley ha avuto il coraggio di dirle che siamo parenti.-
-Perché, Lily , Albus e James, lo sapevano che siamo parenti?-
-Certo che sì, non mentiamo ai nostri figli!- disse Ginny, un’ondata di odio nei confronti dei miei genitori mi travolse.
-Vuoi andare da Lily? Anche lei oggi ha ricevuto la sua lettera!- Annuii e salii di sopra.
-Lily, Lily! Non ci crederai! So tutto della tua famiglia e anche io ho ricevuto la lettera!!-
Lei mi abbracciò ridendo.


                                                                                                  ***

Ciao, spero che la storia vi stia piacendo, è la mia prima FanFiction su Harry Potter, perciò se avete dei commenti vi prego di lasciarmi una recensione, perché ci terrei davvero molto! I capitoli non sono molto lunghi ma preferisco farli così... Beh se la state leggendo, grazie mille! :)

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Capitolo 3
*** Diagon Alley ***


Col permesso di mio papà, quella notte dormii dai Potter e io e Lily parlammo tutta la notte dell’anno scolastico che ci attendeva. Ero eccitatissima, anche perché l’indomani sarei entrata per la prima volta nel modo magico, a Diagon Alley per comprare tutto il necessario per essere una maga.
Alle sei di mattina ci addormentammo nello stesso letto tenendoci per mano, anche se Ginny mi aveva preparato una branda accanto al letto di Lily.

Alle dieci scendemmo a fare colazione, con un vistoso paio di occhiaia a testa ma con un sorriso eccitato stampato in volto.
Di nascosto scrutai James, il più grande dei fratelli di Lily, aveva tre anni in più, e mi sembrò lo stesso irresistibilmente carino, con i capelli arruffati simili a quelli del padre ma più chiari e dei riflessi ramati, gli occhi verdi e una leggera spruzzata di lentiggini. Aveva un’aria sbarazzina che ricordava tantissimo il padre quando era un ragazzino.
Anche Albus non era male, aveva i capelli rosso fiamma, gli occhi di un colore misto tra il verde e il nocciola e la faccia ricoperta interamente di lentiggini. Portava gli occhiali tondi come quelli del padre, ma non era tanto l’aspetto fisico che mi piaceva, quel ragazzo era speciale, dolce e simpatico allo stesso tempo, mentre James era un po’ sbruffone. Ma sarei stata presa per malata se mi fossi dichiarata innamorata di un mio cugino, seppure come sangue di terzo grado.
No, decisamente dovevo sopprimere il sentimento per quei due, e trovarmene un altro.

Dopo che mio padre ha dato un bel po’ di soldi a Harry,che avrebbe fatto convertire alla banca dei maghi, mi ha detto, mi sono ritrovata davanti al camino di casa Potter con della polvere in mano ascoltando le spiegazioni di Ginny per come usare la cosiddetta “Metropolvere”. Mi sembrava tutto assurdo, queste cose erano scritte solo sui libri!
Titubante, entrai nel camino e gettai la polvere per terra scendendo il nome del luogo dove sarei dovuta arrivare: Diagon Alley. Tutto il mondo intorno a me prese a vorticare e mi venne una nausea assurda. Il mondo intorno a me si fermò, e provai uno strano senso di sollievo, e vidi che Lily e Albus erano lì davanti a me sorridenti, come se il viaggio non li avesse turbati minimamente.
-Allora, com’è stato?- mi chiese Lily allegra.
-Orribile!- dissi.
-Si vede dalla tua faccia verde! Ti serve un sacchetto per vomitare?- disse James che era arrivato poco prima. Feci una smorfia tirandogli una gomitata, poi mi sistemai i capelli neri che erano tutti scompigliati e mi ripresi un pochino. Intanto tutta la famiglia si era riunita e proseguiva verso un muro di mattoni, allora li seguii.
Harry toccò alcuni mattoni e pian piano si aprì un varco che prese la forma di una porta e ne oltrepassai la soglia con la bocca a dir poco spalancata. Davanti mi si aprì un mondo che non conoscevo, pieno di colori e odori strani, di gente con lunghe tuniche colorate e cappelli a punta, di negozi con strane insegne e nomi, era fantastico!

-Ti piace?- mi chiese dolcemente Ginny, che aveva notato il mio stupore. Talmente ero emozionata che non mi uscirono le parole di bocca, quindi annuii vigorosamente. Vidi una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri sgranati venire verso di noi, accompagnato da un tale alto e dinoccolato con delle sproporzionate orecchie a sventola. Poi una ragazzina con due trecce scure e gli occhi identici a quelli della madre corre incontro a Lily e l’abbraccia. Ha un sorriso simpatico, con gli incisivi separati, e mi suscita subito curiosità.
-Lei è Alice Paciock, è figlia di vecchi amici dei miei, e quello è suo fratello Frank. Al ha la nostra età, mentre Frank ha due anni in più. Loro padre insegna a Hogwarts una materia che si chiama Erbologia! Al, Frank lei è mia cugina Eveleen, è nata babbana ma ha ricevuto la lettera, quindi verrà a Hogwarts con noi!-
Feci un timido sorriso e strinsi prima la mano sudaticcia di Alice poi quella di Frank. La sua mano era calda e morbida, la presa salda. Lo guardai negli occhi scuri, che facevano contrasto con i miei chiarissimi, e sentii come un sasso cadermi nello stomaco. Era bellissimo, aveva i capelli sbarazzini biondi come quelli della madre, era alto parecchio più di me e aveva un sorriso da mozzare il fiato.
Intanto Harry e Ginny avevano intrapreso una lunga chiacchierata, e insieme ci incamminiamo verso i negozi.
 
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Lo so che la Rowling voleva che Luna si sposasse con con Rolf Scamandro, ma mi piace molto la coppia Neville-Luna quindi mi sono presa la libertà di inserire la loro coppia nella mia Fic. Comunque, spero che la storia vi piaccia :)

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Capitolo 4
*** Acquisti. ***


4
La presenza di Frank accanto a me mi rendeva nervosa, insomma, cavoli se era bello! Ero accanto a Alice che mi faceva sentire a mio agio, era una gran chiacchierona, ma parlava di cose che non capivo e ben presto persi il filo del discorso. Sparava nomi a raffica come “Nargilli” o “Gorgosprizzi”, o cose che non avevo mai sentito nominare prima d’ora. C’è da dire che prima di un giorno fa credevo che i maghi e le streghe esistessero solo nei libri. Cominciai a fissarmi i piedi, non riuscivo a entrare nel dialogo fra Lily e Alice, e di certo non volevo attaccare bottone con Frank, avrei solo fatto la figura della stupida.

-Non ci stai capendo niente di quello che dice Al, vero?- trasalii. La sua voce profonda mi sorprese, era la prima volta che la sentivo, ma soprattutto perché mai mi sarei immaginata che un tipo figo come lui potesse parlarmi.
-Ehm… no effettivamente no. Ma a malapena so dove mi trovo, perciò non stupirti.- dissi con un tremito nella voce, che si era assottigliata, nemmeno sembravo io a parlare.
-No, guarda è normale, nemmeno i maghi capiscono. È tipico di Al, potrebbe passare ore a discutere con mia madre di cose di questo genere, ed è quello che fa. Sinceramente a me non interessa molto, ma non lo dico alla mamma perché ne sarebbe delusa.- era molto carino quando parlava, guardava in basso e la frangia bionda spioveva sui suoi fantastici occhi neri. Aveva le mani nella tasche e guardava per terra mentre io lo fissavo ammaliata. Poi mi diedi della stupida e distolsi lo sguardo da lui.
-Dov’è che stiamo andando, di preciso?- chiesi tanto per rompere l’imbarazzo.
-Oh, a quell’edificio grande in fondo alla strada, la New Gringott, la banca dei maghi, dove tu convertirai le monete babbane in monete magiche e noi preleveremo i nostri soldi per fare gli acquisti.-
-Oh, a proposito cosa vuol dire babb…-
-Una persona babbana è una persona senza poteri magici, come i tuoi genitori.-
-Oh, capisco…-

L’interno dell’edificio era enorme e per raggiungere le camere… blindate, sì, ecco come si chiamavano, bisognava fare delle specie di montagne russe, ma la cosa più sorprendente erano le strane creature che vi lavoravano.
-Sono elfi!- mi spiegò Frank. Poi salimmo su un vagoncino e mi strizzai in mezzo a Lily e a Frank, e quando il vagone partì velocissimo cacciai un urlo e afferrai le mani dei miei vicini, quando mi accorsi che avevo preso la mano di Frank arrossii violentemente e la mollai subito. A Frank scappò un sorriso. Il viaggio fu paurosissimo, almeno per me. Credo di essere stata più o meno tutto il tempo con la bocca spalancata, anche se non me ne accorsi, probabilmente era terribilmente ridicola.
-Ehi la prossima volta chiudila quella bocca, se no ti entrano le mosche!-
-James!- lo rimproverò Ginny.
-Devo ricordarti che la prima volta che sei stato alla Gringott te la sei quasi fatta sotto?- aggiunse Harry sorridendo.
-Harry!- disse Ginny indignata, -Dio, quanto sei infantile, a volte!-
-Sì, ok, ma ero piccolo!- puntualizzò James che non aveva digerito il commento del padre. 
-Avevi esattamente la stessa età di Eve!- I Potter la chiamavano con l’unico soprannome decente del suo stupido nome.
-Non ti preoccupare, non lo ascoltare, a James piace fare lo sbruffone, ma non lo pensa davvero! A quattordici anni i ragazzi sono così…- gli sorrisi, mentre Harry e suo figlio continuavano a battibeccare come dei bambini mentre Ginny gli intimava di smettere.
-Neville, Luna, state voi con i ragazzi mentre noi portiamo le piccole da Olivander per le bacchette?-

-Bacchette…?-
-Beh, ovvio, come pensavi di fare le magie senza bacchetta?- mi disse Alice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Al! Lei è cresciuta tra i babbani!- disse sottolineando quella parola, non mi piaceva come la pronunciavano, come se fosse una sorta di malattia.
Entrammo in un vecchio negozio pieno di scatolette allungate e dietro il bancone c’era un giovane ragazzo dai capelli lunghi.
-Ciao Douglas!- disse Harry.
-Oh, salve, vi chiamo mio zio, un momento!- detto questo sparì. Ricomparse tenendo a braccetto un anziano signore dalla schiena ricurva che doveva essere il signor Olivander.
-Salve, signor Olivander.- disse cordialmente Harry, confermando quello che pensavo. Il vecchio fece un segno di saluto.
Prima fu il turno di Alice, che ebbe una bacchetta che il signore descrisse così: “Alloro, rigida, 10 pollici e tre quarti, nucleo di crine di unicorno”.
Quando anche Lily ebbe ottenuto la sua bacchetta, “Cipresso, leggermente flessibile, 12 pollici e mezzo, nucleo di piuma di fenice”, mi feci avanti io. Mi mise in mano una mezza dozzina di bacchette, poi ne presi una che cominciò a sprizzare tante scintille rosse e seppi che era la mia bacchetta. “Biancospino, nucleo di piuma di fenice, 12 pollici e un quarto, non flessibile.”

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Probabilmente vi annoierà, però se vi piace vi prego di lasciare una recensione perché ci terrei tanto! :) Ringrazio tutti quelli che me la recebsiscono e che la seguono!

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Capitolo 5
*** La nonna ***


 
5
Dopo che ci fummo riuniti andammo a comprare un animale, io scelsi un gufo da granaio perché aveva un aspetto fiero ed elegante, il negoziante mi disse che era femmina, perciò la chiamai Bess. Lily prese un gatto fulvo che chiamo Molly mentre Alice un rospo, Oscar II. Non so come mai, ma Neville mi sembrò parecchio soddisfatto della scelta della figlia. Finiti gli acquisti, andammo tutti a mangiare un gelato da Florian Fortebraccio. Nel tavolo accanto a noi c’era una famiglia di biondi, il figlio, la copia perfetta del padre, scrutava di nascosto Lily, e dal pallore della sua pelle sembrava che facesse capolino un po’ di rosso, ma forse mi sbagliavo. Anche Lily gettò un’occhiata fugace al ragazzo, ma poi si girò di nuovo verso di me.
-Quelli sono i Malfoy, Draco, il padre, era il nemico di mio papà a scuola, ma poi mio padre gli salvò la vita durante la Seconda Guerra Magica, perciò non si odiano più, ma di certo non sono buoni amici. Il ragazzo si chiama Scorpius, ed è del nostro stesso anno, non dev’essere un tipo simpatico.- dicendo quest’ultima frase mi sembrò che Lily arrossì, ma siccome aveva un bel po’ di lentiggini era difficile determinarlo. In ogni caso, Scorpius era carino, aveva i capelli chiarissimi e gli occhi grigi. Tornammo a casa, ed ero particolarmente eccitata perché era la fine di agosto, e il primo di settembre sarei andata ad Hogwarts, mancava una settimana.
 
Il giorno seguente, appresi che mia madre era al corrente della mia natura magica, perché a colazione mi disse:
-Evie, non sei obbligata ad andare in quella orribile scuola…- mi disse apprensiva.
-Dahlia…- disse mio padre.
-Mamma! Certo che voglio andarci!! È bellissima la magia!- Mia madre rimase un po’ interdetta.
-Ma… Lo sai cosa direbbero i tuoi nonni…-
-Non me ne frega niente!-
-Eveleen! Torna subito qui!- mi urlò mia madre con voce rotta quando mi alzai.
 
Assomiglia tantissimo a Harry…
-Dahlia, so che per te è difficile da accettare, e lo sarà pure per i miei genitori, ma per i diciassette anni in cui ho convissuto con mio cugino l’ho sempre disprezzato, ma alla fine, quando se n’è andato, ho capito quanto era speciale, non diverso, non strano, ma speciale. E pure Eveleen lo è. Dahlia, è nostra figlia! Se lei è felice in quella scuola per me va bene, e per te?- guardai mia moglie, che tratteneva le lacrime, e per la prima volta la vidi come un’estranea, e per un istante mi domandai perché l’avevo sposata, e me ne vergognai. In lei rividi mia madre, con la sua mania di essere sempre cos’ normale, ma era davvero una qualità esserlo? I suoi occhi chiari erano limpidi e lucidi, mentre una sola lacrima le rigava una guancia. Si teneva una mano sul petto e il suo sguardo era profondamente addolorato e si intuiva che stesse combattendo una lotta contro sé stessa, per non impedire a Eveleen di frequentare quella scuola.
 
Stavo spiando i miei genitori dal buco della serratura della porta che avevo sbattuto con violenza piangendo, e mi stupii per quello che stava dicendo mio padre, riuscii a intuire che aveva uno sguardo e una voce molto triste, mentre mia madre era afflitta. In quel momento non riuscivo proprio a volerle bene, non riusciva a capire perché fosse così ossessionata dalla perfezione, dalla normalità, che poi la normalità era un concetto relativo, per come parlavano i maghi, loro erano quelli normali, e io mi sentivo nel mezzo, non completamente magica, ma nemmeno normale come di definiva mia madre.
Mia sorella Elizabeth cominciò a strillare perché aveva fame e mia mamma, con il trucco sciolto scosse la testa e disse con voce sconvolta:
-Oh cielo, piccola, scusa, non ho finito di imboccarti!-
 
In quel momento suonò il campanello e incautamente andai ad aprire, e mi ritrovai davanti l’ultima persona che avrei voluto vedere: mia nonna Petunia. Mi abbracciò, non mi piacevano i suoi abbracci, lei era così ossuta che faceva quasi male quando mi abbracciava.
I miei genitori la salutarono calorosamente ma si vedeva che mio padre era a disagio.
-Allora, è tutto pronto per la scuola, Lily? Andrai in prima media, sei emozionata?-
-Ehm… Sì un po’…-
-Ecco, mamma, a proposito di questo… Eveleen non andrà nella scuola in cui avevamo pensato all’inizio…- mia nonna trasalì.
-Ma, come, è una scuola così per bene!- non era per bene, era proprio snob.
-Ecco, lei… insomma…-
-Dai, Diddino piccino, non può essere così orribile!-
-Ecco, lei ha ricevuto la lettera di ammissione alla scuola… in cui è andato Harry…- l’espressione di mia nonna rimase immobile, come se stesse cercando di assimilare l’informazione, poi si aperse in un sorriso tirato e disse:
-Beh, è semplice, non ci andrà!- disse con una voce particolarmente acuta.
-No, mamma, lei ci andrà-
 
Mia madre socchiuse le labbra e boccheggiò per alcuni istanti.
-Diddino, figlio mio, ma sai com’era tuo cugino quando è tornato da quella scuola, non era normale.-
-Mamma, io… Eveleen vai in camera tua!- dissi a mia figlia, non volevo che dovesse assistere a tutto ciò.
 
Uscii dalla stanza e appoggiai l’orecchio alla porta:
-Mamma, cos’è per te la normalità? Siamo tutti normali! Harry era una persona fantastica, e gli ho sempre dimostrato il mio odio, e me ne pento. Tu no? Non posso credere…- non potevo più sentire altro, aprii la porta e uscii.
 
Andai a casa Potter, ultimamente lo facevo spesso, anche senza invito, era brutto da dire, ma lì mi sentivo a casa veramente, per me Harry e Ginny erano come zii, anche se tecnicamente Harry era un mio cugino di secondo grado, erano sempre gentili e disponibili con me.
 
Bussai e mi aprì Ginny.
-Che brutta faccia che hai? C’è qualcosa che non va?-
-Mia mamma non vuole mandarmi a Hogwarts, però mio papà sì e mi sa che stanno litigando. So solo che verrò, anche di nascosto.-
-Oh, cara, mi dispiace!- e mi abbracciò. Poi salii da Lily e lei mi spiegò un po’ come funzionava il mondo magico, mi spiegò che a Hogwarts c’erano quattro Case, che la scuola durava sette anni, le materie. Mi sembrava tutto fantastico, ero davvero entusiasta di partire di lì a pochi giorni. Riuscì a tornarmi il buonumore, per affrontare mia madre. Dopo aver cenato tornai a casa.
 
Aprii la porta di casa e entrai cauta. Vidi mia mamma seduta sul divano con l’espressione distesa e rilassata, probabilmente stava guardando alla TV uno dei suoi programmi preferiti pieni di storie d’amore complicatissime che non finivano mai, sempre piene di colpi di scena.
-Ciao tesoro!-
-Ciao…-
-Sappi che per me va bene se vai a… in quella scuola.- era evidente che le era costata molto quella decisione, ma un improvviso moto d’affetto nei confronti dei miei genitori.
-E… la nonna?-
-E’ contraria, ma sai quanto ti vuole bene, prima o poi lo accetterà…-
Sorrisi avvolta nel buio del pianerottolo in cima alle scale e infilai la porta di
camera mia.
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So che in realtà Scorpius è più grande ma ho voluto che avesse la stessa età della protagonista, mi piaceva di più l’idea… Spero che non vi dia fastidio quest’ulteriore modifica della storia originale della Rowling. Se possibile potete lasciare una recensione? Anche critica, mi farebbe comunque piacere! :)

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Capitolo 6
*** L'espresso ***


6
Continuavo a rigirarmi nel letto, non riuscivo a prendere sonno ma ero nel letto da ormai quattro ore. Ero preoccupata, emozionata, spaventata a morte dall’idea che l’indomani sarei partita per andare in una scuola di maghi e streghe dove avrei imparato a usare la bacchetta magica. E se fosse tutto uno scherzo? L’idea era assurda eppure continuava a insinuarsi subdolamente nella mia mente, fino a diventare quasi una certezza. Sentivo le viscere annodate e il cuore rimbombarmi nel petto, quasi come se stesse per scoppiare.
Avevo scoperto da pochi giorni come funzionava la posta magica, e con Lily mi divertivo a spedirmi le lettere con la mia giovane gufetta Bess, anche se eravamo vicine di casa. La sentii rientrare dalla finestra aperta di camera mia, e tra le zampe teneva stretta una lettera.

Ciao Eve,
anche io non riesco a dormire, e conosco il mondo magico da tutta la vita, perciò non riesco nemmeno a immaginarmi come possa sentirti! Mi manchi! Un bacione e buona notte, anche se non penso che ne passerai una delle migliori!

Sorrisi e mi rigirai nel letto, e dopo un po’ finalmente mi addormentai. Feci un incubo assurdo, sognai che ero arrivata a Hogwarts e il preside mi diceva che si trattava di uno scherzo, che i nati babbani non potevano entrare in quella scuola e che dovevo tornare a casa. Vidi Lily, Frank, Alice, Albus, James e tanti altri che ridevano di me, che sapevano tutto e mi avevano preso in giro.
Mi svegliai più spaventata che mai, con la fronte imperlata di sudore e il cuore che batteva fortissimo. Prima di scendere per colazione ricontrollai per l’ennesima volta il baule, per assicurarmi di non aver dimenticato niente, e dopo essermi seduta sopra lo richiusi per l’ultima volta.
 
-Ciao, tesoro! Ti ho preparato i pancake, che ti piacciono così tanto!- disse con gli occhi lucidi, poi mi abbracciò.-Mi mancherai così tanto!-
-Anche tu a me, mamma.- dissi. Quando mi sedetti a tavola mio papà mi diede un buffetto sulla guancia e mi scompigliò i capelli che avevo pettinato con tanta cura. Non era mai stato forte nelle dimostrazioni d’affetto però gli sorrisi. Guardai Elliott, poi Elizabeth, mi sarebbero mancati molto, lo sapevo.
Dopo aver abbracciato tutti per la decima volta, afferrai saldamente il mio baule e lo trascinai per il vialetto di casa dove i Potter mi stavano aspettando, mi girai un ultima volta per salutare, poi Harry mi aiutò a caricare il baule in macchina e mi sedetti accanto a Lily che mi afferrò la mano.
-Sul vagone, in treno, staremo noi due con Alice e magari Hugo, che è mio cugino, anche lui è del primo anno!- annuii con la testa perché ero troppo emozionata per parlare.
 
Ero lì, impalata a guardare prima James e poi Albus che correvano incontro a una colonna tra il Binario 9 e quello 10 della stazione di King’s Cross e poi ci scomparivano dentro. Poi fu il turno di Lily, in seguito fu il mio.
-Dai, coraggio, prendi una bella rincorsa e via!- mi disse Ginny poggiandomi una mano sulla spalla con fare materno. Deglutii e cominciai a correre spingendo il carrello con il baule e la gabbia di Bess. Chiusi gli occhi aspettandomi l’impatto che non ci fu. Mi ritrovai su un binario gremito di gente che si trascinava enormi carrelli. La cosa più stupefacente però, era un enorme espresso rosso che fumava pronto a partire. Lily si avviò verso una famigliola di ragazzi coi capelli rossi sbracciandosi per attirare la loro attenzione e poi abbracciò una ragazza sui tredici anni dai capelli rosso fuoco proprio come i suoi.
-Rose, Eveleen. Eveleen, Rose.- ci presentò.
-Rose è mia cugina, Eveleen, beh pure lei è mia cugina, è la figlia del cugino babbano di mio papà. Ah, e lui è Hugo.- disse quando un ragazzino dai capelli rossi si avvicinò a noi. Il treno fece un fischio, e dopo che i ragazzi ebbero salutato le loro famiglie, ci avviammo verso il treno. Lily nel frattempo aveva incontrato Alice, così insieme cercammo uno scompartimento vuoto ed entrammo. Dopo poco si aggiunse anche Hugo e una ragazzina che si presentò come Allison Finnigan.
-Voi in che casa vorreste andare? Io in Corvonero, come mia mamma!- disse Alice per rompere il ghiaccio.
-A me piacerebbe essere Grifondoro! Comunque anche Corvonero non sarebbe male…- disse Lily.
-Sì, anche io!- dissero Hugo e Allison insieme.
-Io… beh non lo so, penso anche io Grifondoro o Corvonero… come voi…- dissi io poco convinta, in fondo non sapevo bene che differenze ci fossero.
-Lei è nata babbana…- spiegò Alice ad Allison.
-Oh, mia mamma è babbana!- disse Allison con voce squillante. Io sorrisi, mi sentivo un po’ a disagio. Ripensai al mio incubo.
Dopo un po’ qualcuno bussò alla porta dello scompartimento e con stupore mi accorsi che era Frank, arrossii violentemente ma cercai di darmi un contegno.
-Ehm, scusate ragazzi… Alice! Sei sempre la solita! Ho appena trovato Oscar che stava allegramente facendo un giro del treno!- disse un po’ imbarazzato tenendo il rospo tra le mani. Consegnò l’animale e se ne andò, mi scappò un leggero sospiro e di nuovo arrossii.
Il viaggio trascorse in piacevoli chiacchierate e verso sera si fermò. Scendemmo e mi ritrovai davanti ad un uomo enorme dai capelli e la barba bianchi arruffati che gridava:
-Primo anno verso di me! Primo anno! Primo anno da questa parte, seguitemi, prego!-
-Ciao, tu devi essere Lily, la figlia di Harry.-
-Ciao Hagrid!- disse Lily per niente intimorita dalla mole dell’uomo.
Il mezzogigante, così mi aveva spiegato Lily, ci condusse, a bordo di piccole barchette, fino a un castello enorme pieno di guglie e torri: Hogwarts.

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Salve a tutti, come sempre chiedo per favore se potete lasciare una recensione, anche negativa, se non vi piace. Comunque, stasera parto per due settimane quindi non posso aggiornare, e ho pensato di lasciarvi anche il prossimo capitolo che ho scritto, poi quando torno metterò il prossimo... Mi spiace!

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Capitolo 7
*** Il primo giorno ***


7
Ci ritrovammo in una sala del castello dove li attendeva proprio Neville Paciock, il papà di Alice e Frank, poi mi ricordai che Lily mi aveva detto che era un professore.
-Ciao a tutti ragazzi!- disse con un tono cordiale. –Innanzitutto benvenuti a Hogwarts, io sono il professore di Erbologia, nonché coordinatore della casa di Grifondoro. Spero che vi troverete bene! Ora vi accompagnerò nella sala grande dove sarete smistati, poi la preside farà un discorso, e infine ci sarà un gran bel banchetto! Seguitemi, prego!-
 
Entrammo in una sala enorme, apparentemente senza soffitto dove al centro c’erano quattro lunghissime tavolate e un’altra messa per orizzontale sopra un palco che doveva ospitare i professori e la preside. Sul palco c’era uno sgabello con uno strano cappello logoro appoggiato sopra.
 
Il professor Paciock chiamò il primo studente:
-Aaron, Jackson!- il ragazzino si sedette titubante sullo sgabello e il professore gli appoggiò sopra la testa il cappello che gli scivolò fino al naso.
Dopo un minuto circa il cappello, proprio così, gridò: -CORVONERO!- e il tavolo dei corvonerò esultò.
Ci furono alcuni ragazzi, e dopo che Julia Dean si sedette al tavolo dei corvonero fu il mio turno. Tremando mi sedetti sullo sgabello.
 
-OH, BENE. UNA PARENTE DEI POTTER, EH? CORRAGGIOSI I POTTER… OTTIMI GRIFONDORO, MA HAI ANCHE UNA MENTE BRILLANTE… POTRESTI STARE BENE IN CORVONERO… COMUNQUE CREDO CHE LA SCELTA PIU’ GIUSTA SIA: GRIFONDORO!-
Sorridente raggiunsi il tavolo, e mi si presentò il dilemma del dove sedermi: accanto a Frank, oppure accanto a un ragazzo di nome Chester del primo anno.
 
-Ehi, vieni qui!- disse Frank battendo con la mano sul posto vuoto accanto a lui. Arrossendo mi sedetti.
-La conosci?- Chiese un suo amico.
-Sì, è cugina dei Potter, ci siamo conosciuti a Diagon Alley.-
 Di fronte a lei si sedette Allison, la ragazzina conosciuta sul treno. Dopo altre persone Alice si andò a sedere allegramente al tavolo dei corvonero. Poco dopo anche Lily e Hugo si sedettero accanto a me sulla panca raggianti. La cerimonia si concluse con un trionfante Marcus Zabini che si univa ai Serpeverde.
 
Poco dopo, un’anziana donna dai capelli bianchi salì sul palco e prese la parola: fece un discorso di benvenuto e poi ci augurò buon appetito. Era molto più fredda e distaccata del professor Paciock, e mi chiesi se i professori assomigliavano più alla preside, che da quanto avevo capito si chiamava Minerva McGrannitt.
 
Non riuscii a mangiare niente per l’emozione, ma mangiai molti dolci, che erano il mio punto debole, ed erano a dir poco squisiti. Hugo accanto a me era imperturbabile e si abboffava come non avevo mai visto fare e Rose, che era poco distante commentò sollevando le sopracciglia:
-Sei proprio come papà…-
 
Finita la cena, un ragazzo e una ragazza di grifondoro di alzarono e dissero a quelli del primo anno di seguirli perché erano i prefetti, e così feci. Salimmo le scale: era tutto enorme! Le immagini nei quadri si muovevano e ne rimasi scioccata, ad un certo punto sentii un forte rumore e la scala cominciò a muoversi, la maggior parte delle ragazze urlarono e anche qualche maschio.
 
-Ah, quasi dimenticavo, alle scale piace cambiare!- disse il ragazzo. Ci fermammo davanti a un quadro di una signora parecchio grassa.
-La parola d’ordine, prego!- disse. Il quadro aveva parlato. Ma lì era una delle tante stranezze. Cominciavo lentamente a farci l’abitudine.
-Harry Potter!- disse il prefetto. Notai che Lily sorrideva orgogliosa. Il quandro si “Aprì” ed entrammo.
-Questa è la Sala Comune, possiamo entrarci solo noi Grifondoro, e state bene attenti a non dimenticarvi la Parola d’Ordine.- disse la ragazza.
-Il dormitorio maschile è da questa parte, mentre l’altra scala porta a quello femminile.-
 
Continuavo a fissare le tende del baldacchino, non riuscivo a prendere sonno per la seconda notte di fila. Dopo essermi rigirata altre volte mi alzai, infilai le ciabatte e la vestaglia e scesi nella Sala Comune.Scesi i gradini e appoggiai il piede sul pavimento che scricchiolò, e un ragazzo su una poltrona che prima non avevo notato sussultò.
-Oh scusa non volevo…- dissi.
-Non ti preoccupare… Anche tu qui?- chiese. Era Frank.
-Non riuscivo a dormire e allora ho pensato… Ma posso tornare su, non c’è problema!- dissi con la lingua che mi si ingarbugliava.
-Anche io quando non riesco a dormire vengo qui a leggere, così non do fastidio a nessuno, no?- sorrise gentile. Ma che glielo faceva fare di parlare con una stupida ragazzina del primo anno, per di più nata babbana? Annuii e mi sedetti su una poltrona dalla parte opposta della stanza e chiusi gli occhi. Dopo un po’ Frank si alzò.
-Mi è venuto sonno, buonanotte!-
-Notte…- bofonchiai e poco dopo tornai anche io a letto e finalmente chiusi gli occhi.

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Come ho già detto, oggi posto due capitoli perché poi parto. Beh, che dire, grazie mille se lo state leggendo e ringrazio quelli che hanno recensito i capitoli precedenti. :)

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