Inazuma Eleven Warrior - Battle Of Freadom

di FallingStar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                          INAZUMA ELEVEN WARRIOR – BATTLE OF FREADOM
 
                                                                 CAPITOLO 1
 
Era solo un bambino quando il mondo gli crollò addosso. Quell’essere era comparso dal nulla, aveva spaccato la terra in due e aveva portato via tutti. Era solo un bambino quando rimase solo. Era l’unico ad essersi salvato, anche se non capiva come o perché. Passò una notte intera raggomitolato su se stesso, nascosto tra i ruderi della sua casa per ripararsi dalla pioggia, piangendo e chiamando i genitori che forse non avrebbe più rivisto. Ad un tratto sorse l’alba. Le nuvole si aprirono e le prime luci del mattino scacciarono le tenebre. Vedendo questa scena il bambino sembrò ridestarsi, come se una forza che era racchiusa dentro di lui si fosse risvegliata. Era solo un bambino quando capì che era arrivato anche per lui il momento di combattere. Si alzò in piedi e si asciugò gli occhi, promettendo a se stesso che non avrebbe pianto mai più. Raccolse dai ruderi della sua casa tutte le cose che erano rimaste integre, le chiuse in una sacca e si incamminò per la foresta. Un posto pieno di ostacoli insormontabili per un bambino. Ci vollero dei giorni, ma riuscì a superarla, arrivando alla costa. Non sapeva dove andare, aveva preso una strada a caso, quando vide una nave avvicinarsi alla costa. Notò che gli stendardi sulle vele avevano un’aria familiare. Anche l’uomo che stava sul ponte aveva un’aria familiare. Quando il bambino si ricordò il perché ebbe come un sussulto. Non era possibile! Sua madre gli aveva detto che era morto, come poteva essere lì? Forse si stava sbagliando, forse stava avendo un’allucinazione a causa della stanchezza. La nave attraccò in un punto vicino a lui. L’uomo scese dalla nave e andò verso di lui. Quando se lo trovò davanti e parlò, il bambino capì che non si era sbagliato e che era tutto vero.
 
- Ciao Mamoru, sono il nonno. Sono venuto a prenderti.-
 
Il bambino, ancora un po’ spaesato, si limito a sorridere e a farsi prendere in braccio da lui. Era solo un bambino, ma aveva già capito che il mondo che aveva perso non sarebbe più tornato, ma almeno non sarebbe rimasto solo. E a Mamoru andava bene così…
 
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Aki P.O.V.
 
Accidenti sono in ritardo! Il concerto sta per cominciare e io sono ancora in questo taxi! Non posso perderlo per ben due motivi. Il primo è che devo farci un articolo, e se non lo faccio Natsumi mi spellerà viva! Il secondo è che tra le band che si esibiranno ci sono i Thunders e io li adoro! Sono in assoluto la mia band preferita! In questo modo ho unito l’utile al dilettevole. Ma sarà stato tutto invano visto che il concerto inizia fra pochi secondi e io sono imbottigliata nel traffico! Pago il taxista e scendo. Tanto vale che vada a piedi. Comincio a correre per le strade semi-affollate finché, dopo quindici minuti, arrivo finalmente davanti allo stadio. Ormai l’inizio è perso, ma almeno riuscirò a vedere il resto. Entro nello stadio e mi dirigo verso l’area dove si sta tenendo il concerto. Strano, le porte sono ancora aperte e non si sente nessuna musica. Entro e vedo che il sipario e chiuso e le luci accese. Possibile che siano già in pausa? Una signorina, che dal vestito immagino lavori lì, mi si avvicina e mi chiede se ho bisogno di aiuto. Le faccio vedere il mio tesserino. La signorina annuisce e mi porta ai posti riservati per i giornalisti. Una volta trovato il mio posto la ringrazio e le chiedo se ho perso qualcosa.
Signorina:- Assolutamente nulla. Alcune band non sono ancora arrivate, quindi il concerto comincerà con una mezz’ora di ritardo.-
Mezz’ora di ritardo?! Cioè, mi sono fatta quindici minuti di corsa folle quando potevo tranquillamente restare nel taxi?! Mi lascio cadere al mio posto sentendomi una perfetta stupida. Spero vivamente che il concerto mi ripaghi con qualcosa di interessante da scrivere! In realtà io non dovrei essere qui. Mi occupo di sport, è Natsumi in persona che si occupa del settore musica (oltre a quello di moda), ma pur di poter assistere dal vivo ad un concerto dei Thunders scalerei un grattacielo! Per non dire il fatto che ho dovuto sudare sette camicie per convincere Natsumi a prendere il suo posto. Anche lei è una grande fan dei Thunders, ma non lo ammetterebbe neanche sotto tortura. Chissà perché… Finalmente le luci si spengono e il sipario si apre. L’annunciatore presenta le band che ad una ad una fanno le loro esibizioni. Io e gli altri giornalisti passiamo la maggior parte del tempo a scattare foto e, tra un’esibizione e l’altra, scrivo qualche nota per l’articolo. Il tempo sembra volare, infatti siamo già all’ultima band. Ed eccoli finalmente, i Thunders! Endou Mamoru, il cantante della band, saluta tutti con un ampio sorriso e poi incominciano. Adoro questa canzone, si chiama Mamotte Miseru. C’è l’ho sia sul CD che come suoneria del cellulare. Esagerata? Forse un po’, ma quando Endou la canta riesce a trasmettere alle persone che la sentono la sua allegria ed energia, due cose di cui molta gente, tra cui la sottoscritta, ha bisogno in questo periodo. E poi, credo proprio che lui sia una brava persona. Insomma, io penso che solo una persona dall’animo buono sia un grado di trasmettere dei sentimenti positivi con tanta facilità. Forse, se fossimo stati entrambi delle persone normali, saremmo potuti diventare amici. La canzone finisce. Endou saluta il pubblico con un luminoso sorriso e poi sparisce dietro al sipario con la sua band. Peccato che i Thunders siano una di quelle band che non concedono mai interviste. Un tu per tu con lui non mi sarebbe dispiaciuto. Mi riferisco all’intervista, ovviamente. Ora che il concerto è finito posso tornare a casa. Esco dallo stadio insieme agli altri spettatori e cerco un taxi libero con lo sguardo. Appena ne trovo uno, ci entro dentro e do al taxista il mio indirizzo. Fortunatamente il traffico di prima è passato, quindi non dovrei metterci molto per tornare a casa. Chi sa che ore sono… Guardo il mio orologio da polso e… Oh no! E’ più tardi di quello che avevo previsto! Il mascheramento cesserà tra pochi secondi e se non arrivo a casa in tempo rischio che mi individuino! Ma perché questi taxi corrono quando non vuoi e vanno lenti quando vai di fretta? Siamo quasi arrivati. Forse ce la faccio, forse ce la fa-
Ma che succede? Perché non ci muoviamo più?
A:- Mi scusi perché ci siamo fermati?-
Taxista:- Veramente io ho il piede premuto sull’acceleratore, ma la macchina non si muove.-
Oh, no! Temo di sapere che cosa significa. Dopo pochi secondi l’auto si ribalta e ci ritroviamo a testa in giù. Fortunatamente nessuno dei due si è fatto niente. Usciamo dal mezzo con qualche difficoltà, poi l’autista si gira verso di me, sbianca e corre via urlando. Mi volto lentamente all’indietro e li vedo. Demoni Ombra! Sono in tre e io sono nei guai fino al collo! Ma non posso arrendermi così! Afferro il mio ciondolo a forma di foglia che si trasforma subito in uno scettro. Provare ad affrontarli sarebbe impossibile per me. Gli unici attacchi che funzionano contro di loro sono quelli di tipo luce e io non ne conosco. Mi resta solo una cosa da fare.
A:- Tempesta di foglie!-
Un tornado di foglie secche avvolge i tre permettendomi di scappare. Casa mia non è molto lontana e se riesco ad arrivarci sarò al sicuro. Ormai mancano pochi isolati. Ma, ad un tratto, qualcosa mi fa perdere l’equilibrio e finisco col cadere all’indietro. Alzo gli occhi e vedo i tre demoni ombra sbarrarmi la strada. Mi alzo in piedi. A questo punto posso solo difendermi. Alzo lo scettro urlando:- Protection!-
Dalla sfera parte un raggio arancione che forma una barriera intorno a me. I tre cercano di attaccarmi ma finiscono col rimbalzare sulla barriera. Però non funzionerà per molto. Devo trovare un modo per andarmene, ma finché uso la barriera non posso muovermi. I tre demoni ombra cominciano a girare vorticosamente formando una trivella per poi accanirsi sulla barriera. Il loro attacco è troppo forte! La barriera si frantuma e io vengo sbalzata all’indietro. Lo scettro mi sfugge di mano e cade nella direzione opposta alla mia. Senza il mio scettro non posso fare niente. Adesso è veramente la fine. I tre mi guardano divertiti per poi venirmi addosso. Io posso solo incrociare le braccia davanti a me e urlare. Haruna, Natsumi, vi voglio bene! Ma… non sta succedendo niente. Qualcuno è sbucato fuori dal nulla e, mettendosi fra me e i demoni, ha creato una barriera di energia che ha respinto i demoni ombra. La barriera si dissolve e il ragazzo si alza. Indossa una maglia e un pantalone blu, un corpetto dorato che credo sia un’armatura, e ha un elmo blu con due fulmini ai lati. Le sue mani sono coperte da quelli che sembrano proprio guanti da portiere. Dalla mano che ha usato per generare la barriera stanno uscendo delle scariche elettriche. Scariche elettriche? Possibile che sia… Guardo i demoni ombra e, dalle loro facce spaventate direi che ho ragione. Questo ragazzo e una creatura del tuono! Ma com’è possibile? Io sapevo che si erano estinti dieci anni fa!
??:- God’s Hand!-
Una grossa mano fatta di luce creata dal ragazzo afferra i tre demoni ombra che finiscono col dissolversi. Il ragazzo si gira verso di me. A metà del volto coperto, e riesco a vedere solo i suoi occhi. Sul corpetto a uno stemma blu con tre fulmini. Ma questo simbolo…!
??:- Stai bene?-
La sua voce mi riporta alla realtà.
A:- Si, sto bene. Vi ringrazio, mi avete salvato la vita.-
Lui mi sorride e poi si gira verso il mio scettro.
??:- Sei una maga bianca vero?-
Confermo e intanto recupero il mio scettro.
??:- E’ pericoloso per le creature magiche girare senza protezione.-
A:- Lo so. Infatti uso sempre una magia di mascheramento quando esco, ma oggi il suo effetto è finito prima che riuscissi a raggiungere casa. Ma voi, fate parte della resistenza?-
??:- Si, il nostro nome è Inazuma Eleven Warrior.-
Quindi è così che si chiamano. Il ragazzo crea una scintilla di luce che manda sul mio scettro, illuminandolo.
??:- Questo ti maschererà ai demoni ombra, ma il suo effetto dura solo per pochi minuti. Ti consiglio di andare subito a casa.-
Le suole delle sue scarpe si illuminano e cominciano a mandare scintille. Pian piano, il ragazzo si solleva da terra per poi andare verso l’alto.
A:- Aspettate! Io mi chiamo Aki, qual è il vostro nome?-
??:- Mi dispiace ma per ragioni di sicurezza non mi è permesso rivelare il mio nome, ma puoi chiamarmi Capitan Inazuma.-
Sparisce nel cielo in pochi secondi. Capitan Inazuma. Qualcosa mi dice che ci rivedremo ancora.
 
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Endou P.O.V.
 
Uffa, ma dove sono? Avevano detto che mi avrebbero aspettato vicino alla banchina. Ah, eccoli laggiù! Scendo verso di loro e, appena sono vicino al pulmino, una botola sul tetto si apre permettendomi di atterrare direttamente dentro il bus. Una volta con i piedi per terra mi levo questo elmo del caspita. Elmi e caschi non mi sono mai piaciuti, ma fa parte della divisa, quindi devo portarlo. Sento un mormorio dietro di me e, quando mi giro, cerco di non sussultare. I gemelli Lighting sono delle brave persone, ma trovarseli davanti all’improvviso può provocare un infarto. Voglio dire, hanno freddi e seri occhi viola tendenti al rosso, pelle bianca cadaverica e capelli lunghi. Sono identici sia nell’aspetto che nel carattere. La loro unica differenza, oltre al sesso, e che i capelli di Spark sono neri e sembrano l’incrocio tra la criniera di un cavallo e quella di una zebra, invece quelli di Hikari sono biondo chiaro e sono ordinatamente raccolti in una coda di cavallo. Quando mi volto di nuovo davanti a me vedo Tachimukai che mi viene incontro per poi porgermi le mani per prendere il mio elmo e darmi la mia fascia. Una volta effettuato lo scambio, vado a sedermi vicino a Rococo e faccio segno all’autista di partire. In un minuto, le ruote spariscono per venire sostituiti da dei razzi che ci sollevano da terra e cominciamo a volare.
Ro:- Endou, qual’era il problema?-
E:- Tre demoni ombra stavano aggredendo una creatura magica.-
Ro:- Solita amministrazione insomma.-
E:- Già.-
Quella ragazza è stata fortunata. Se non avessimo installato nel pulmino un radar per captare le aggressioni non ci saremmo accorti di niente. Se la memoria non mi inganna era una delle giornaliste presenti al concerto di stasera. Chissà come avrebbe reagito se avesse scoperto che a salvarla è stato il cantante dei Thunders. Chissà come la prenderebbero tutti se sapessero che i Thunders e altre band sono in realtà team dell’Inazuma Eleven Warrior sotto copertura. Guardo attraverso il finestrino e finalmente la vedo. Inazuma Island, la nostra casa nonché quartier generale. All’apparenza può sembrare una normale isola, ma in realtà è solo un illusione ottica creata dal campo di mascheramento. Una fessura nella roccia si apre permettendoci di entrare. Una volta atterrati, i razzi vengono rimpiazzati di nuovo dalle ruote e scendiamo. Auguro una buona notte a tutti e mi incammino verso l’interno della base. Sono molto stanco e vorrei andare subito a dormire, ma prima c’è una persona che devo vedere. Devo ricordarmi di chiedergli perché ha voluto il suo ufficio così lontano. Finalmente sono arrivato. Faccio passare la mia tessera magnetica nella fessura, poi mi levo uno dei guanti e appoggio la mano sul piccolo schermo per effettuare il riconoscimento.
-Identificazione in corso….
Nome: Endou Mamoru
Nome in codice: Capitan Inazuma
Grado: Capitano
Identificazione confermata
Permesso di accesso accordato.-
La grande porta di metallo si apre permettendomi l’accesso all’ufficio computerizzato del generale, nonché capo dell’Inazuma Eleven Warrior. Le pareti dell’ufficio sono piene di schermi. Da qui si può controllare l’intera isola, sia fuori che dentro. Al centro si trova una poltrona girevole, che sarebbe la postazione del generale. Lui si gira verso di me e io gli sorrido.
E:- Ciao nonno, sono tornato.-
 
 
 Ciao a tutti!^^
Io sono nuova in questo sezione e questa è la prima storia che scrivo su IE, quindi spero che sarete clementi!^^
Allora, adesso vorrei dare qualche spiegazione sulla storia. I protagonisti principali saranno Endou, Gouenji e Kidou (e un pochino anche Kazemaru) e ci saranno vari paring, ma quelli principali saranno la EndouKaze, la GouFubu e la Kidou Fudou. Le parti scritte in corsivo sono dei flash-back, mentre quelle scritte normali sono quello che succede nel presente. Quasi tutti i capitoli saranno scritti dai punti di vista di due o tre personaggi (un piccolo esperimento che volevo provare a fare). So che il capitolo è un pò noioso ma serve per intrudurre il tema principale della storia.
Sempre parlando della stroria, mi pareva giusto informarvi che ho iniziato a scriverla l'anno scorso, ma che mi sono bloccata al terzo capitolo. Qualche mese fa l'ispirazione mi è tornata e sono riuscita a scrivere fino al quarto capitolo. Questo per farvi capire che ho l'ispirazione ballerina, quindi non so quanto tempo potrebbe passare da un capitolo all'altro.
Ho riletto il capitolo un sacco di volte, ma non sono sicura che sia tutto corretto, quindi se ci sono degli errori vi prego di scusarmi (la grammatica non è mai stata il mio forte).
Qui sotto vi metto un paio di screen-shot che ho ricolorato. Una è Endou-Capitan Inazuma e sotto Endou vestito per il concerto.
Beh, questo è quanto per ora. Ringrazio chi vorrà leggere e chi vorrà recensire.
Ciao,
FallingStar
 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Tenebre. Ormai non vedeva altro. Da quanto lo avevano rinchiuso lì? Giorni? Mesi? O addirittura anni? Non lo ricordava più. Anche perché tutti i giorni erano sempre uguali. Lui era sempre nelle tenebre, legato a quei macchinari che ormai erano diventati le sue catene, utilizzato come cavia da quelli che lo avevano ingannato, da cui si era fatto ingannare come un perfetto stupido! Non sentiva più ne freddo, ne caldo, ne gioia, ne tristezza, solo tanto dolore. Perché quello resta sempre. Era come se dentro fosse morto. Sperava di morire anche fuori, così almeno quella tortura sarebbe finita. Perché era consapevole che quelle persone l’avrebbero sfruttato fino alla fine. Anche se non sentiva più niente, però, ogni tanto gli capitava di piangere. I suoi occhi lasciavano che le lacrime rigassero il suo volto senza che lui avesse dato alcun comando, anche se sapeva che piangeva solo da un occhio. Dall’altro sanguinava. Perché ormai era solo una bambola. Una bambola che si stava rompendo poco, a poco.  Ad un tratto, la porta che divideva la stanza dove si trovava con il resto del laboratorio si schiantò a terra. Il bagliore che veniva da fuori lo costrinse a chiudere gli occhi. Non era più abituato alla luce. Qualcosa colpì i macchinari che si spensero. I fili che lo legavano ai macchinari si spezzarono e lui cadde a terra. Cadde in piedi, ma finì per crollare sulle ginocchia. Non aveva più forze, gliele avevano strappate via. E pensare che era proprio la capacità di diventare più forte la cosa che gli avevano promesso quando lo avevano convinto a seguirli. A volte l’ironia delle cose può essere veramente crudele. Sentì dei passi venire verso di lui, ma continuò a tenere la testa bassa. Ad un tratto, una mano si posò delicatamente sulla sua nuca. Rimase sorpreso. Di solito, quando qualcuno faceva così era per afferrargli i capelli e alzargli la testa per costringerlo a deglutire qualcosa. Ma quella che sentiva adesso era come una carezza, un gesto affettivo che non riceveva più da tanto tempo. Incuriosito alzò la testa e vide un ragazzo che pareva avere la sua stessa età con addosso una specie di armatura. Quando lo vide, ebbe l’impressione che la luce non venisse dalla porta, ma da quel ragazzo. Era come se le tenebre non fossero capaci di avvolgerlo nella loro morsa. Doveva essere molto forte se persino le tenebre non potevano fargli niente. Anche lui avrebbe voluto essere così…
 
-Stai tranquillo, va tutto bene. E’ tutto finito.-
 
Lo guardò confuso. Che cosa voleva dire? La mano del ragazzo scivolò delicatamente sull’occhio danneggiato e, con il pollice, lo ripulì dal sangue.
 
-Quei mostri non potranno farti più niente! Io faccio parte della resistenza, sono venuto a liberarti.-
 
Sgranò l’occhio sano per lo stupore. Gli stava dicendo che era finalmente libero? Il ragazzo gli sorrise e vedendo quel sorriso luminoso capì che la sua non era stata un’impressione, era veramente quel ragazzo a brillare. Un battito. Poi un altro e un altro ancora. Dopo tanto tempo, Ichouruta sentì il suo cuore battere di nuovo.
 
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Aki P.O.V.
 
Mi massaggio la gola dolorante. Ormai mi hanno fatto ripetere la stessa storia almeno cinque volte! Spero che bastino.
Na:- Allora, ricapitoliamo. Mentre tornavi dal concerto, dei demoni ombra hanno cercato di aggredirti, ma in tuo soccorso è arrivato un ragazzo misterioso che faceva parte della resistenza. Sei certa di questo?-
Annuisco. Non ho dubbi che quel ragazzo facesse parte della resistenza. Il fatto che sapesse il vero nome della resistenza e lo stemma sul suo corpetto sono delle prove più che sufficienti.
Ha:- Si trattava davvero di una creatura del tuono?-
Annuisco di nuovo. I poteri che ha sprigionato potevano essere solo di una creatura del tuono.
Na:- Quindi non è vero che si sono estinti tutti.-
Ha:- E, com’era?-
Riesco a leggere la curiosità nei suoi occhi. Anche Nastumi si volta verso di me con interesse. In effetti nessuna di noi tre ha mai visto una creatura del tuono. Beh, almeno io non ne avevo mai visto uno prima di ieri sera.
A:- Ecco, credo che avesse la mia età, aveva un aspetto umano, gli occhi marroni ed era molto forte. Non saprei dirti altro.-
Ha:- Ti ha detto come si chiama?-
A:- Capitan Inazuma.-
Na:- Sarà un nome in codice.-
Ha:- E il nome vero?-
A:- Ha detto che non poteva dirmelo.-
Haruna sembra un po’ delusa. Immagino che volesse più informazioni. Natsumi invece sembra soddisfatta così.
Na:- Pensiamo al lavoro adesso. Aki, hai con te il materiale per l’articolo sul concerto di ieri?-
Annuisco e le consegno il rullino delle foto e i fogli degli appunti. Lei li prende e ci dirigiamo tutte e tre nel suo ufficio. Eppure non riesco a non pensare a ciò che è successo ieri. Quegli occhi, quella voce….. Avevano un non so che di familiare. Ma dove-
-Mai Agareeeee!-
Uh? Mi volto e vedo su una parete uno schermo che fino a ieri sono sicura che non c’era. Le immagini sono quelle di un concerto. Se non mi sbaglio questa band si chiama i Winds e il loro cantante Kazemaru Ichouruta.
Ha:- E questo?-
Na:- A questo? Solo un cosetta che ho preso per il lavoro ieri pomeriggio. Funziona così: quando fanno un concerto che devo recensire ma non posso muovermi dall’ufficio, mando qualcuno con una telecamera collegata direttamente a questo schermo, così posso vedere il concerto in tempo reale stando direttamente in ufficio. Comodo, funzionale e pratico. Non trovate?-
Io e Haruna annuiamo insieme e ci voltiamo verso lo schermo. La vita della star deve essere bella.
 
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Kazemaru P.O.V.
 
Finalmente posso sedermi. La vita della star/agente segreto/supereroe è bella, ma anche molto stancante. Il pulmino parte e io appoggio la testa sullo schienale. La mia pace dura si e no pochi minuti visto che Kirigakure, seduto accanto a me, ha la geniale idea di strattonarmi per attirare la mia attenzione.
Kaze:- Che c’è?-
Kir:- Abbiamo finito prima del previsto. Che facciamo una volta alla base?-
Lo guardo interrogativo poi fisso l’orologio appeso ad una parete del bus e vedo che si, effettivamente abbiamo finito con un bel po’ di anticipo.
Kaze:- Ne approfitteremo per allenarci.-
Kirigakure annuisce per poi crollare in avanti a causa di una frenata.
Kaze:- Dovresti deciderti a mettere la cintura di sicurezza.-
Kir:- Quella non è roba da ninja!-
Kaze:- Preferisci sbattere la testa contro il pavimento tutte le volte che l’autobus frena?-
Kirigakure si limita a sbuffare e a rimettersi seduto. Penso che sia ancora incavolato con me perché io sono stato eletto capitano del nostro team e lui vice. Ma non è colpa mia! Sono stati il nostro comandante e il generale a decidere! Guardo fuori dal finestrino e vedo che ormai abbiamo raggiunto Inazuma Island. Appena atterrati mi alzo, scavalco il corpo di Kirigakure che ha fatto l’ennesimo capitombolo e scendo dal bus. Gli altri mi seguono e, una volta arrivati alle nostre camere, do l’ordine di trovarci tutti nel nostro campo di allenamento fra cinque minuti. La prima cosa che faccio dopo essere entrato in camera è prendere carta e penna per poi scrivere il rapporto per il generale. Tutti i capitani devono farlo dopo un concerto o una missione. Una volta finito di scrivere infilo il rapporto nel tubo di trasporto. Il tubo di trasporto è un piccolo, stretto e lungo tubo trasparente che parte dalle stanze dei capitani e finisce nell’ufficio del generale. E’ un modo comodo e veloce per portare i rapporti al generale senza dover girare mezza-base per andare al suo ufficio. Una volta inviato il rapporto vado in bagno a darmi una rinfrescata. Mi tolgo gli abiti del concerto, mi metto la divisa e mi lego i capelli in una coda. Devo diventare più veloce, devo diventare più forte. Non posso deludere la sua fiducia. Una volta che ho finito di sistemarmi, prendo la mia borsa e vado al campo riservato alla mia squadra. Si, perché ogni squadra ha un campo di allenamento privato, a cui solo la squadra assegnata può accedere. Le uniche eccezioni sono per i comandanti, il generale e….. suo nipote. La mia squadra è composta da creature del vento, e visto che i nostri punti di forza sono agilità e velocità, ci è stato assegnato un addestramento di tipo ninja. Infatti abbiamo un percorso ideato in modo che solo un ninja sarebbe capace di superarlo. Io ormai lo faccio ad occhi chiusi. Dovrei provare quello a livello superiore… Mi siedo su una panchina e tiro fuori la mia bottiglia dell’acqua. Kirigakure mi raggiunge mostrando una faccia esausta. In quel momento arriva anche Miyasaka, una delle nostre reclute.
Mi:- Kazemaru-sempai credo che tu abbia superato l’ultimo record che hai fatto. Come fai a finire il percorso così in fretta?-
Kaze:- Questione di allenamento.-
Kir:- Ci fermiamo per oggi?-
Kaze:- Scherzi? Abbiamo appena cominciato! Credevo che volessi diventare capitano.-
Kir:- Certo che lo voglio!-
Kaze:- Beh, non lo diventerai mai se non ti alleni in modo adeguato.-
Dopo un bel sorso, poso la bottiglia e decido di fare una corsa. Devo diventare più veloce, devo diventare più forte. Devo farlo perché lo voglio, e perché non voglio deludere-
Kir:- Capitano Endou, buongiorno. Come mai qui?-
C-COSA?! Giro la testa all’indietro ma non lo vedo. Perché Miyasaka si sta sbracciando in quel modo? Che sta cercando di dir-
SBAM!!!
Argh! Chi ha messo qui questa parete?! Mi giro e vedo Kirigakure che ride come un pazzo. Adesso capisco! Ha detto quel nome per distrarmi e farmi andare a sbattere. Ma se crede che gliela farò passare liscia si sbaglia di grosso! Afferro la mia borsa con l’intenzione di spaccargliela in testa, ma lui doveva averlo previsto perché è già corso fuori dal campo. Non penserà davvero di sfuggirmi così facilmente? Infatti lo inseguo subito. Questo tipo di “dimostrazioni di affetto” è molto comune tra i membri dell’Inazuma Eleven Warrior, quindi penso che sia per questo che, quando due si rincorrono per i corridoi, nessuno sembra farci caso. Lo vedo infilarsi dentro a una sala, ma quando entro anch’io non lo vedo più. Deve aver usato la tecnica camaleonte. La tecnica camaleonte è un’abilità innata delle creature del vento che ci permette di diventare trasparenti come l’aria. Ma non sarà certo questo a fermarmi! Utilizzo anch’io la tecnica camaleonte e poi salgo sulle impalcature. Mi guardo intorno e, quando capisco dove mi trovo, deglutisco nervosamente. Sono nel campo di addestramento del team Thunder. Questo è l’unico campo aperto a tutti per svariati motivi. Ma questo non deve distrarmi. Devo trovare Kirigakure per dargli una lezione, e niente e nessuno potrà distrar-
??:- Prestate attenzione ragazzi perché ve lo farò vedere solo una volta!-
Questa voce! Mi sporgo un po’ aggrappandomi al corrimano dell’impalcatura per non cadere. Si, è proprio Endou! Si trova nella zona addetta ai combattimenti. A qualche metro di distanza ci sono i gemelli Lighting. I gemelli attaccano Endou con il loro attacco singolo più forte, ma lui respinge entrambi gli attacchi con una barriera di energia, facendo anche sbalzare via i gemelli. E’ così forte (figo) quando combatte!
E:- E questo era il modo corretto di creare una barriera. Come avete visto, se fatta bene può respingere anche due attacchi insieme. Fate solo attenzione alla quantità di energia che usate, perché potrebbe costarvi parecchio.-
Mi sporgo meglio e vedo che ci sono almeno una ventina di persone, per la maggior parte reclute, quasi tutte provenienti da altri team. C’è anche quel ragazzo che Endou ha preso sotto la sua ala protettiva. Mi pare che si chiami Tachimukai. Sta fissando Endou come una ragazza fisserebbe un divo del cinema. Mi chiedo se il suo sia solo un misto di rispetto e ammirazione o se ci sia qualcosa di più (e per la sua incolumità sarà meglio la prima!). Intanto Endou sta ringraziando i gemelli per l’aiuto nella dimostrazione e poi invita i ragazzi ad esercitarsi. Si avvicina ad una panchina e si toglie l’elmo. Questo è uno di quei rari momenti in cui puoi vederlo senza fascia. Secondo me sta bene (è carino) anche senza. Si siede sulla panchina e rivolge ai ragazzi un sorriso (bellissimo) di incoraggiamento e….. Argh! Lo sto facendo di nuovo! Sbatto la testa contro il corrimano. E’ tutto inutile, non sono capace di auto-ingannarmi. Sono perfettamente consapevole di essere cotto di lui, ma questo non è proprio il periodo giusto per pensare all’amore! Noi membri dell’Inazuma dobbiamo pensare ad un modo per vincere la guerra e abbattere il “Grande Demone”, non abbiamo tempo per lasciarci andare ai sentimenti! E poi sono sicuro che lui mi considera solo un compagno d’armi ed amico… Scendo in silenzio dall’impalcatura e mi avvicino a lui con passo felpato. Se solo lui-
E:- Ciao Kazemaru, che fai di bello?-
Eh?! Ma come…? Ritorno visibile e lo fisso sbigottito.
Kaze:- Come hai fatto a- No, volevo dire, buongiorno capitano Endou- no cioè, buongiorno Capitan Inazuma- no cioè-
Accidenti! Fra gradi, nomi in codice, e chi più ne ha più ne metta, non ricordo mai come devo rivolgermi a qualcuno qui dentro! Endou ride, per poi risistemarsi la fascia fra i capelli.
E:- Kazemaru, sei qui da più di tre anni e non hai ancora imparato? Capitano Endou è per la sala riunioni e Capitan Inazuma è per le missioni. Adesso sono solo Endou Mamoru.-
Mi sorride per poi farmi segno di sedermi vicino a lui. Io mi siedo e, notando che la sua bottiglia dell’acqua è vuota, gli passo la mia.
E:- Grazie.-
Kaze:- Di niente. Ma mi spieghi come ci riesci?-
E:- A che ti riferisci?-
Kaze:- Come fai a capire quando mi avvicino a te?-
Quella di prima non era la prima volta. Tutte le volte che mi avvicino a lui, che io sia invisibile o meno, se ne accorge sempre.
E:- Sinceramente, non lo so. E che riesco a sentirlo.-
Kaze:- A sentire cosa?-
E:- Quando mi sei vicino. Non so come spiegarlo. Si vede che ho una specie di sesto senso quando si tratta di te.-
Sesto senso? Quando si tratta di me? Sono arrossito come uno stupido, vero? Ma come fa a dire certe cose con tanta facilità?!
E:- Come mai sei qui? Sapevo che tu e la tua squadra vi stavate allenando.-
Eh? Ah già, perché sono venuto qui? Ah si, ora ricordo.
Kaze:- Stavo rincor- ehm, cercando Kirigakure, e mi era parso di vederlo venire qui.-
E:- Io non l’ho visto, ma non mi stupirei se fosse nascosto qui intorno. Quel ragazzo è un mattacchione.-
Se per mattacchione intende rompiscatole allora si, Kirigakure è un gran mattacchione. Endou mi ridà la bottiglia e si gira verso le reclute per gridare qualcosa a che fare con le ginocchia. Forse è meglio che me ne vada. Mi alzo e lui si gira verso di me.
Kaze:- Allora, ti lascio alle reclute.-
E:- Okay, ci vediamo in giro.-
Annuisco per poi uscire dal suo campo di addestramento. Mi rigiro la bottiglia fra le mani mentre penso a quello che mi ha detto prima. Una specie di sesto senso quando si tratta di me……
Che io abbia qualche possibilità di piacergli? Sento qualcuno ridacchiare alle mie spalle. Afferro la bretella della mia borsa, mi giro velocemente e……
SBAM! 
Kir:- AHIA!-
Kaze:- Così impari a fare lo stupido!-
Kir:- Come ti sei accorto che ero dietro di te? Hai anche tu il sesto senso?-
Ah! Stava anche origliando! Gli do un’altra botta in testa, facendolo crollare sul pavimento.
Kir:- AHIA!-
Kaze:- La tecnica camaleonte è inutile se non stai zitto. Essere silenziosi è una delle basi ninja, ma tu sembri incapace anche solo di prenderla in considerazione.-
Kir:- Tu, invece, la prendi troppo seriamente.-
Kaze:- Che vuoi dire?-
Kir:- Sai a cosa mi riferisco. Dovrai dirglielo prima o poi.-
Abbasso la testa e mi metto a fissare il pavimento. Kirigakure e Miyasaka sono gli unici a cui ho detto della mia cotta per Endou.
Kaze:- Te l’ho già detto. Non posso farlo. Non adesso, almeno.-
Kir:- Preferisci che qualcun altro si faccia avanti e te lo freghi da sotto al naso senza fare niente?-
Mi mordo il labbro inferiore con rabbia. Certo che no! Però, se Endou è felice sono felice anch’io.
Kir:- La bottiglia che gli hai dato è la stessa da cui hai bevuto prima?-
Lo guardo confuso per poi annuire.
Kir:- Lo sai che quello era un bacio indiretto?-
B-Bacio indiretto?! Mi sento le gambe molli, e credo che potrei svenire da un momento all’altro. Kirigakure invece si sta sganasciando dalle risate. Ti diverti eh? Ora ti sistemo io!
SBAM! 
Kir:- AHIA!-
Kaze:- Ride bene chi ride ultimo Kirigakure, ricordalo!-
Mi allontano da lui a passo svelto, quando mi accorgo che nella bottiglia c’è rimasta ancora un po’ d’acqua…………
Non faccio niente di male se la finisco prima di buttarla, no?
 
 
 
Salve!^^
Vorrei dire solo un paio di cose…
In realtà il pezzo di Kazemaru sarebbe dovuto andare nel quarto capitolo, ma ho deciso di metterlo come secondo perché vengono spiegate alcune cose sulla base. Poi, vorrei specificare che i team sono formati da undici creature (come nelle squadre di calcio) e cinque di queste formano la band. La squadra è guidata dal capitano, che ha anche il compito di allenare le reclute. Ogni team viene addestrato da un comandante, che da ordini direttamente al capitano e può riceverli solo dal generale. Spero che sia chiaro^^’’’
Un ultima cosa, nello scorso capitolo mi sono dimenticata di dire che i gemelli Hikari e Spark sono due miei OC che ho creato per la band di Endou.
Non credo di avere altro da aggiungere.
Arrivederci,
FallingStar
 

 

   
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 
Il bambino camminava senza seguire una strada precisa, stringendo a se un pallone bruciacchiato. Era l’unica cosa che suo padre gli aveva permesso di prendere dopo che lo aveva cacciato di casa. Perché? Perché lui era diverso. Ma non era colpa del bambino! Lui non sapeva come riusciva a fare quella cosa, ci riusciva e basta. E non era sempre in grado di controllarla. Forse era soprattutto per questo che lo aveva mandato via nonostante le suppliche della madre. Scosse la testa. Ormai era inutile pensarci. Era stanco di camminare, così si raggomitolò per terra, tenendo il pallone stretto contro il suo petto. Il sole stava tramontando. Appoggiò la testa sul pallone. La sua mente era affollata da pensieri vari, quando una mano si posò delicatamente sulla sua spalla.
 
-Stai bene?-
 
Non rispose, sperando che lo sconosciuto se ne andasse.
 
-Perché non rispondi? Non ti senti bene?-
 
Capendo che lo sconosciuto non se ne sarebbe andato, alzò la testa per fargli vedere che stava bene. Quando lo fece, vide che lo sconosciuto era un bambino che pareva avere la sua età, ed anche lui aveva in mano un pallone da calcio.
 
-Perché piangi?-
 
Lo guardò confuso per qualche secondo, poi si portò una mano sotto all’occhio e vide che era bagnato. Stava…… piangendo? Quando aveva iniziato? E quante altre volte aveva pianto senza accorgersene? Si asciugò velocemente le lacrime, si alzò e cominciò ad incamminarsi in una direzione a caso.
 
-Aspetta!-
-Sei seccante! Lasciami in pace!-
 
Prese a camminare più in fretta sperando che l’altro non lo seguisse. Gli dispiaceva di essere stato scortese, infondo quel bambino era stato gentile con lui, ma sapeva che era meglio così. Si bloccò di colpo. Il piede aveva cominciato a pizzicare. Sapeva bene che cosa voleva dire. Si guardò intorno preoccupato, quando vide un muro molto malandato. Nessuno si sarebbe accorto di una crepa in più. Posò a terra il pallone e sollevò il piede. Appena lo fece, il piede prese fuoco, ma il bambino non sembrò risentirne. Diede un calcio al pallone. La fiamma passò dal piede al pallone che volò velocissimo contro il muro, sbattendoci contro con molta violenza e formando una grossa crepa. Il pallone, ancora fumante, rimbalzò a terra più bruciacchiato di prima.
 
-Che tiro pazzesco!-
 
Sussultò per poi girarsi e vedere il bambino di prima. Però non sembrava impaurito o stupito. Sembrava…… estasiato? Decise di ignorarlo di nuovo e andò a recuperare il suo pallone. Quando lo raccolse scottava ancora, ma tanto lui non sentiva il calore. Il pallone però era ridotto male. Ancora un tiro simile e sarebbe diventato inutilizzabile.
 
-Come riesci a fare quella cosa con il fuoco?-
-Non lo so. Ci riesco e basta.-
 
Non sapeva perché gli aveva risposto, ma tanto ignorarlo non serviva. Decise di concentrarsi sul pallone, cercando di salvare ciò che restava. L’altro bambino si avvicinò a lui. Guardò il pallone fumante e mal ridotto fra le mani del suo coetaneo. Posò a terra il suo pallone e cerò di afferrare l’altro, ma quando il bambino si accorse di quello che voleva fare, allontanò il pallone di colpo.
 
-Che fai?-
-Voglio aiutarti.-
-Ma non lo vedi che fuma ancora? Io non avverto il calore, ma tu potresti scottarti.-
-E perché tu non ti scotti?-
-Perché sono diverso.-
-Siamo tutti diversi.-
 
Il primo bambino lo guardò sorpreso. Il secondo bambino ne approfitto per prendergli il pallone. Quando il primo, preoccupato, allungo le mani per riprenderselo prima che quello si facesse male, notò che le mani dell’altro bambino brillavano. Anche il pallone cominciò a brillare. Quando la luce scomparve, il pallone era di nuovo in condizione decenti.
 
-Ecco fatto.-
 
Il primo bambino riprese il pallone fra le mani, rigirandoselo per bene per guardarlo meglio. A parte qualche bruciatura lieve, il pallone sembrava quasi nuovo.
 
-Come ci sei riuscito?-
-Non lo so. Ci riesco e basta.-
 
Gli sorrise e l’altro ricambiò.
 
-Ah, allora eri qui.-
 
I due bambini si voltarono e videro un uomo vestito di viola che andò verso di loro, o meglio verso il secondo bambino.
 
-Ti avevo detto di non allontanarti, o sbaglio?-
-Scusa zio. Senti, quando arriva il nonno?-
-Fra una mezz’ora, credo.-
-Allora posso fare qualche tiro con lui mentre aspettiamo?-
 
L’uomo notò solo in quel momento il primo bambino, che si stava limitando a guardare i due in silenzio.
 
-Per me va bene, però si sta facendo tardi. Dimmi piccolo, quando devi tornare a casa?-
-Non posso tornare a casa, mio padre non vuole.-
 
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi il secondo bambino parlò.
 
-Allora puoi venire a stare da noi. C’è tanto posto sulla nostra isola. Che ne pensi zio?-
-Beh, bisognerebbe chiedere il permesso a tuo nonno, ma conoscendolo è probabile che dirà di si.-
-Perfetto! Ah, io sono Endou Mamoru, e tu?-
 
Il primo bambino guardò entrambi sorpreso, non sapendo come reagire. Abbassò lo sguardo sulla mano che il secondo bambino gli tendeva in segno di amicizia e, dopo qualche secondo, la strinse con la sua.
 
-Gouenji Shuuya.-
 
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Burn P.O.V.
 
Mi siedo al primo posto libero che trovo e poi poso il vassoio sul tavolo. Sbadiglio. Non ho dormito molto per via del concerto che abbiamo fatto ieri sera e ho ancora sonno, e a giudicare dalle facce dei miei compagni direi che sono assonnati almeno quanto me. Oh beh, in questi casi non c’è niente di meglio che una buona colazione per riprendersi. Sto per infilzare la forchetta nelle uova, quando la voce della persona seduta affianco a me mi blocca.
??:- Non dovresti cominciare adesso, Burn.-
Bu:- E perché no?-
??:- Perché il capitano non è ancora arrivato.-
Bu:- Senti fenice, io ho fame e quindi mangio. Non posso far aspettare il mio stomaco perché Gouenji è sempre in ritardo!-
Parli del diavolo e spuntano le corna. Eccolo che arriva. Alla buon’ora, aggiungerei! Tutti si alzano per salutarlo, tutti tranne il sottoscritto che sta mangiando. Con la coda dell’occhio intravedo gli altri che con lo sguardo mi fanno segno di alzarmi, ma io li ignoro. Non sono mai stato uno che segue l’etichetta, e poi la mia colazione è più importante! Tanto Gouenji non sembra averci fatto caso. In realtà, anche se il suo elemento è il fuoco, come il mio e di tutti gli altri membri del nostro team, non è un tipo molto caloroso. Ci sono momenti in cui penso di avere a che fare con un robot! D’altronde ci sono solo due persone con cui tira fuori il suo lato umano (e se i miei sospetti sono fondati, c’è la possibilità che salgano a tre). Finita la colazione ci dice di avviarci al nostro campo di addestramento, mentre lui ci raggiungerà dopo aver consultato la bacheca delle missioni. No, cioè, dobbiamo ancora recuperare il sonno perso ieri, e lui vuole già andare in missione? Ma perché sono circondato da masochisti e da sadici?! Ci avviamo verso il campo, quando passiamo davanti a quella porta. Mi fermo a fissarla, o meglio mi fermo a fissare le persone che si allenano dentro quel campo (la porta è trasparente, quindi si vede tutto ciò che c’è dall’altra parte, persone comprese), e in special modo quella persona. Mi giro verso i ragazzi del mio team. Non si sono accorti che mi sono fermato e stanno continuando a camminare. Mi rigiro verso la porta e ghigno. Una bella litigata di mezz’ora (o anche più) mi aiuterà sicuramente a svegliarmi.
 
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Gouenji P.O.V.
 
Mentre mi incammino verso la bacheca delle missioni sento una vibrazione provenire da una delle tasche del mio pantalone. Deve essere il mio cercapersone. Visto che probabilmente incontrerò Endou da un momento all’altro, il messaggio deve essere di Kidou. Infatti è suo. Vediamo, dice:
-il raffreddore mi è passato, ma mio padre insiste perché io resti a letto anche oggi, quindi ci vediamo domani, Kidou. P.S.: controlla che Mamoru nii-chan non si metta nei guai.-
Impresa ardua, ma ci proverò. Arrivo davanti alla bacheca, ma non ci sono molte missioni. Effettivamente questo è un periodo piuttosto tranquillo.
??:- Gouenji!-
Mi giro e vedo Endou correre nella mia direzione. Si ferma davanti a me per poi dire:- Hai ricevuto il messaggio di Kidou?-
Annuisco.
E:- Allora verresti con me al posto suo?-
Go:- Eh?-
E:- Stasera i nostri team dovevano andare in missione insieme, ma visto che lui non può più venire e che un team non può andare in missione senza il suo capitano, pensavo che magari tu e il tuo team potevate sostituirli.-
Go:- Certo, nessun problema.-
E:- Perfetto. Allora ci vediamo nell’ufficio di mio nonno a fine allenamento per discutere della missione. Adesso devo andare, ci vediamo più tardi.-
Mi sorride e si allontana correndo. Faccio un mezzo sorriso e poi mi allontano anch’io. Cammino dritto verso il mio campo di addestramento, almeno finche non arrivo davanti a quella porta. Le mie gambe si fermano mentre gli occhi si muovono in automatico alla ricerca di una persona in particolare, il tutto contro il mio volere. Ma perché dovevano mettere quel campo proprio sulla strada per il mio? Potevano almeno evitare di fare la porta trasparente! Sto ancora cercando di riprendere il controllo del mio corpo, che sembra essersi bloccato (eccetto per gli occhi che continuano nella loro ricerca, sempre contro la mia volontà), quando la porta in questione si spalanca e una scheggia rossa esce fuori ruzzolando, per poi sbattere contro il muro. Fatto strano, ma almeno ha l’effetto di sbloccarmi. Fisso confuso la cosa rossa, che altri non è che Burn, per poi girare la testa e incontrare lo sguardo di giaccio del vice comandante del team Ice, che in tono glaciale mi dice:- Porta via quell’essere irritante prima che decida di ibernarlo per sempre.-
Detto questo si volta e ritorna nel suo campo di addestramento. Burn si alza e sembra deciso a tornare lì dentro per vendicarsi del volo ma, prima che possa infilarsi di nuovo la dentro, lo afferro per il colletto della maglia e lo costringo a camminare in direzione del nostro campo.
Bu:- Che stai facendo? Lasciami!-
Go:- Quante volte devo dirti di non entrare nei campi di addestramento degli altri team? E’ vietato! Soprattutto se si tratta di una delle squadre speciali!-
Bu:- E’ una regola idiota! E poi, se questa regola vale per tutti, perché il capitano Endou può andare dove gli pare e piace senza che nessuno gli dica niente, eh?-
Go:- Endou è il nipote del generale e come tale ha il permesso di andare dove vuole.-
Con uno sbuffo e uno strattone, Burn si libera dalla mia presa, poi si volta verso di me e mi guarda ghignando.
Bu:- Tutte balle! La verità e che tu, al contrario di me e del capitano Endou, non hai il coraggio di entrare lì dentro.-
Go:- Di cosa stai parlando?-
Bu:- Non far finta di non capire! Mi sono accorto che tutte le volte che passi davanti a quella porta ti fermi a fissare qualcosa dall’altra parte del vetro. O forse dovrei dire qualcuno?-
Accidenti! Se ne accorto! E io che faccio di tutto per non darlo a vedere. E adesso cosa faccio? Come diceva quella tizia di quella commedia che io, Endou e Kidou siamo andati a vedere la settimana scorsa? Negare, negare sempre, anche l’evidenza? Proviamo.
Go:- Non so di che cosa tu stia parlando, comunque abbiamo già perso troppo tempo e stasera andiamo in missione con il team Thunder.-
Bu:- Cosa?! Ma io sto ancora cascando dal sonno!-
Go:- E allora vedi di svegliarti.-
Burn comincia a lanciarmi contro delle imprecazioni, ma io lo ignoro e continuo a camminare. Qualcosa mi dice che sarà una lunga giornata.
 
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Ci muoviamo lentamente, nascondendoci tra la vegetazione. Inizio a intravedere qualcosa. Quella costruzione deve essere il nostro bersaglio. Dopo qualche secondo Endou si avvicina a me e dice:- Aniki, quella è una delle basi chimiche del nostro nemico. Secondo le nostre informazioni, di guardia alla fabbrica c’è una squadra di ragazzi, mentre all’interno ci sono una ventina di gorilla armati di fucili. Il piano è questo: voi create un diversivo per attirare l’attenzione fuori dando a noi la possibilità di aggirare la fabbrica ed entrare dall’alto senza essere visti, in modo da prendere i gorilla di sorpresa e metterli K.O. Tutto chiaro?-
Annuisco. Lui annuisce di rimando e ci mettiamo in posizione. Io e la mia squadra siamo nascosti vicino all’entrata della fabbrica. Vedo la squadra nemica intenta a caricare delle casse su un camion. Fra loro spicca soprattutto un ragazzo con i capelli neri che indossa un mantello come quello di Kidou e ha una tiara d’argento sulla fronte. Deve essere il capo.
I:- Qual è il piano?-
Go:- Burn, fai del tuo peggio.-
Il diretto interessato ghigna per poi lanciare un pallone infuocato contro il camion, facendolo esplodere e incendiando l’entrata della fabbrica. Esco allo scoperto e do l’ordine di attaccare. Comincia il combattimento. Ad un tratto sento degli spari. Guardo verso l’entrata e vedo un paio di quei gorilla di cui mi aveva parlato Endou davanti alla porta che sparano alla cieca, quando una mano di luce sbuca fuori dal nulla e li trascina all’interno dell’edificio. A quanto pare Endou e il suo team sono riusciti ad entrare. Ad un certo punto, il tizio che penso sia il capo mi si para davanti. In mano ha una lancia piuttosto corta. Cerca di colpirmi con quella ma io lo schivo e lo blocco da dietro per le braccia. Lui si divincola per liberarsi ma non ci riesce. Ad un certo punto preme un pulsante nascosto sulla lancia. L’asta si allunga colpendomi in faccia. Finisco per mollare la presa e indietreggiare. Lui ne approfitta e mi colpisce alla testa con l’asta per poi darmi un calcio che mi fa volare fino all’edificio e scontrare contro una parete. Ichinose, che si trovava vicino a dove mi sono schiantato, sobbalza per poi controllare che io sia a posto.
I:- Tranquillo, ci penso io.-
Gli afferrò un braccio fermandolo. Lui mi fissa confuso.
Go:- No, lui è mio.-
Torno all’attacco. Il mio nemico tenta di colpirmi con la lama della sua lancia, ma riesco a schivarla. Prova di nuovo, ma la blocco con l’avambraccio. Afferro l’asta e con un pugno lo costringo a mollare la presa sulla sua arma, poi lo colpisco con un calcio restituendogli sia il volo che lo scontro che mi ha fatto fare prima. Gli scaglio la lancia contro e questa lo blocca al muro tramite il mantello. Mi avvicino mentre lui apre gli occhi e mi guarda storto. Prima che possa fare qualsiasi cosa afferro l’asta della lancia, tendo il braccio e mollo la presa. L’asta va a colpire la faccia del mio avversario che perde i sensi. Un pezzo della parete a fianco si rompe e due di quegli armadi che stavano dentro si schiantano per terra e svengono. Dopo pochi secondi, Endou esce fuori con un salto (sempre da quella stessa apertura) e mi fa un segno di vittoria.
E:- Direi che abbiamo vinto.-
Mi guardo intorno. Il mio team ha messo K.O. la squadra avversaria e non sento più alcun rumore venire dall’edificio. Si direbbe proprio che abbiamo vinto. Mi volto verso Endou e vedo con orrore che uno di quei gorilla si è ripreso e sta per colpirlo alle spalle. In una frazione di secondo, lancio un “Fire Tornado” contro il gorilla facendolo volare in un punto della foresta e incendiando qualche albero. Forse ho un po’ esagerato……
Endou guarda la zona in questione poi si gira verso di me e, guardandomi con fare scettico, mi chiede:- Aniki, tu lo sai che, tra noi due, quello con i poteri protettivi sono io, vero?-
Si, si lo so. Ma non posso farci niente. Perché tutti mi hanno rinnegato e cacciato, mentre tu mi hai accettato e accolto. E’ per questo ho deciso di proteggerti. E, puoi metterci la mano sul fuoco, anche se dovesse costarmi la vita, io ti proteggerò sempre… ototo.
 
 
 
Salve a tutti!^^
Immagino sia necessario spiegare un paio di cose. Il rapporto che Endou avrà nella fic con Gouenji e Kidou sarà di tipo fraterno. Infatti spesso Endou si rivolgerà a loro chiamandoli aniki (che dovrebbe significare fratello maggiore o solo fratello), mentre invece Gouenji e Kidou lo chiameranno (in privato e nelle loro menti) nii-chan oppure ototo (che dovrebbe significare fratello minore o fratellino).
Per chi segue la fic volevo avvertire che non so quando posterò di nuovo per due motivi: il primo è che non ho ancora finito di scrivere il quarto capitolo; il secondo è che nel weekend andrò con i miei nella nostra casa al mare dove potrò continuare a scrivere (i vantaggi di avere un portatile) ma non potrò andare in rete se non con una chiavetta (che per la cronaca fa schifo).
Beh, non credo che ci sia altro per adesso.
Arrivederci,
FallingStar
 

 
   
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 
Il bambino correva sempre più veloce per allontanarsi più che poteva da quelle macerie che fino a pochi minuti fa formavano quella che era stata la sua prigione per ben due anni. Correva senza fermarsi tenendo stretto al petto un giornalino (il suo piccolo, grande tesoro) e una pergamena (il grande, piccolo tesoro del suo carceriere). Correva, correva, finché le sue gambe non cedettero e crollò a terra. Non aveva idea di dove si trovava, ne quanto a lungo avesse corso, sperava solo di essere abbastanza lontano dalla sua ex-prigione. Chissà se anche gli altri bambini si erano salvati? Se lo chiese e sperò che la risposta fosse si. Certo, non poteva dire che quelli erano suoi amici, in realtà aveva legato solo con uno di loro, ma sperava lo stesso che fossero riusciti a salvarsi. In fondo erano anche loro vittime, proprio come lui. Guardò il cielo stellato e gli venne in mente lei. L’unica persona che gli era rimasta. Chissà che cosa aveva fatto in quei due anni? Chissà se era ancora all’orfanotrofio, o se qualcuno l’aveva adottata? E, cosa più importante, chissà se lo aveva dimenticato? Tante domande a cui avrebbe voluto avere delle risposte. E ancora di più avrebbe voluto rivedere lei. Voleva che tornassero a vivere insieme come prima, ma poi qualcosa gli tornò alla mente. Loro due erano allontanati da tutti e tormentati dai bulli. Perché lui era un mostro e lei la sorella del mostro. O almeno così gli avevano detto. Forse, dopo che lui se ne era andato, loro avevano smesso di maltrattarla. Forse, con la sua assenza, si erano dimenticati che era sua sorella e magari la trattavano bene. Forse era anche stata adottata da delle brave persone che non sapevano del loro legame di sangue. Forse, adesso, era felice. Perché sapeva di essere l’unico colpevole della sua infelicità. Abbassò lo sguardo sui due tesori che aveva tra le braccia. Quello del suo carceriere era pericoloso e lo avrebbe sicuramente messo nei guai. E se avesse ritrovato sua sorella avrebbe finito per metterla in pericolo, e questa era l’ultima cosa che voleva.
 
- Starai molto meglio senza di me, Haruna…-
 
A malincuore prese la direzione opposta a quella che avrebbe voluto prendere. Una lacrima gli scappò da un occhio, ma se l’asciugò subito. Avrebbe cominciato una nuova vita, lontano dall’unica persona che gli voleva bene e a cui lui voleva bene. Perché quello era l’unico modo che aveva per proteggerla. Perché Yuuto sarebbe stato disposto a qualsiasi sacrificio  pur di sapere che sua sorella era felice.
 
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Haruna P.O.V.
 
Il posto dovrebbe essere questo. Il porto di notte non è esattamente un bel posto, ed è anche piuttosto pericoloso, ma una reporter d’azione deve essere pronta anche a questo genere di situazioni. Mi avvicino silenziosamente al molo n.16. Se le informazioni che abbiamo ricevuto sono esatte, dovrebbe esserci uno scarico illecito di merci. Ed eccoli là, alcuni tizi vestiti da marinai intenti nel loro sporco lavoro. Mi nascondo dietro ad alcune casse e scatto delle foto. Sembra proprio che io abbia trovato un nuovo scoop per l’edizione mattutina. A questo punto posso anche andarmene. Mi metto la macchina fotografica intorno al collo e-
- Ehi tu! Che cosa stai facendo qui?!-
Mi giro di scatto e vedo tre tizi che mi guardano torvo. Ma la cosa non mi preoccupa.
Ha:- Credo che per voi sia arrivato il momento di dormire.-
Sfrego un po’ le dita della mano destra e, in pochi secondi, i tre crollano a terra addormentati. Il bello dell’essere una strega bianca è che per lanciare un incantesimo basta pensare la formula magica che ti serve, muovere un po’ le dita e il gioco è fatto.
??:- Bene, bene, guarda un po’ cosa abbiamo qui, una bella signorina magica intenta a ficcanasare.-
Mi volto e vedo un energumeno che dalla divisa deve essere il capo. Ma nemmeno lui mi preoccupa. Ripeto quello che ho fatto prima con i tre tizi e……… ma-ma non funziona!
??:- Spiacente carina, ma con me i tuoi trucchi da fattucchiera non funzionano.-
L’energumeno comincia a cambiare aspetto e io comprendo con orrore perché il mio incantesimo non ha funzionato. Questo tizio non è un umano, ma un orco! E gli orchi sono una delle poche creature immuni alla magia! C’è solo una cosa che posso fare per salvarmi. Schiocco le dite. Delle radici escono da sotto l’orco e lo bloccano. Mi giro e comincio a correre. Gli orchi non sono molto veloci, quindi se riesco a raggiungere la mia bicicletta dovrei riuscire a salvarmi. Sento dei rumori che non mi piacciono venire da dietro di me, ma io continuo a correre senza voltarmi. Ad un tratto qualcosa mi avvolge le gambe bloccandomi e facendomi crollare a terra. Giro la testa e vedo che l’orco mi ha lanciato addosso una catena che si è attorcigliata attorno alle mie gambe legandole. Mi sporgo per cercare di liberarmi, ma un’altra catena mi avvolge le braccia bloccandomi le mani. Oh no! Adesso non posso neanche lanciare un incantesimo! Guardò davanti a me e vedo l’orco che si avvicina. Cominciò a strisciare cercando di allontanarmi da lui, ma dopo pochi secondi sono costretta a fermarmi perché dietro di me ci sono delle casse che mi impediscono il passaggio.
Orco:- Povera illusa! Credevi veramente che qualche radice bastasse a fermarmi? Adesso vieni con me sulla mia barca privata e ci facciamo un bel giretto in alto mare, così potremmo parlare tranquillamente, e poi ti farò fare un bel bagno.-
Da come sta muovendo la lingua posso immaginare come voglia “parlare”. Sinceramente, preferirei essere gettata direttamente in mare e venire divorata dai pescecani. Comunque, non era così che doveva andare! Volevo diventare forte ed indipendente, così che quando avrei ritrovato mio fratello lui sarebbe stato orgoglioso di me! E invece sto per finire nelle sudice mani di un sudicio orco!
Orco:- Su, non fare quella faccia. Pensa che farai felici un sacco di pesci, dopo aver fatto felice me.-
Allunga la lingua verso il mio volto, che io giro spaventata e disgustata dall’altra parte. Un urlo. Ma non sono stata io ad urlare. Mi volto e vedo che un dardo ha mozzato la lingua dell’orco che ha le mani davanti alla bocca e uno sguardo dolorante.
Orco:- La mia lingua! La mia povera lingua! Chi è stato? Chi ha osato? Fatti vedere bastardo!-
In un momento, qualcosa di blu e rosso mi si para davanti e vedo che si tratta di una persona con un’armatura che indossa un mantello.
Orco:- Imperatore Pinguino?! Credevo ti avessero mangiato gli squali! O che almeno fossi morto affogato!-
IP:- Mi dispiace deluderti, ma ci vuole più di qualche litro d’acqua salata e di un paio di pesci carnivori per fermarmi!-
Orco:- Allora stavolta mi occuperò di te personalmente!-
L’orco alza un braccio pronto a mollargli un pugno, ma prima che possa sferrare il colpo, il ragazzo con un balzo gli salta in faccia per poi correre nella direzione opposta a quella in cui mi trovo inseguito a ruota dall’orco. L’ha fatto per allontanarlo da me? L’orco sta cercando in tutti i modi di colpirlo, ma il ragazzo è più agile e veloce di lui e continua a schivare tutti i colpi. Ad un tratto l’Imperatore Pinguino, a quanto ho capito il ragazzo si chiama così, crea una sfera di energia per poi calciarla contro l’orco, colpendolo in pieno petto. Da come sta urlando direi che deve fare davvero male. D’altronde la sfera d’energia è una delle poche magie che funzionano sugli orchi.
IP:- Arrenditi.-
Orco:- Mai!-
Con uno scatto a sorpresa l’orco afferra il ragazzo per una gamba e lo scaglia con forza contro delle casse di ferro, che finiscono per crollargli addosso e seppellirlo vivo. Mi lascio scappare un urlo. Spero che quell’armatura fosse resistente, perché ci sono molte possibilità che si sia rotto più di qualche osso!
Orco:- Finalmente sistemato. E adesso, mia bella signorina, mi occuperò anche di te.-
L’orco mi si avvicina minaccioso e io temo proprio che adesso sia davvero la fine! Un rumore fortissimo distrae entrambi. Ci giriamo verso le casse di ferro e vediamo che sono state tutte gettate in aria. Quello che sta succedendo accade così in fretta che quasi non riesco a capire che succede. Dopo essersi liberato, in qualche modo a me sconosciuto, dalle casse, l’Imperatore Pinguino si avvicina all’orco così velocemente da risultare quasi invisibile, per poi mollargli un calcio micidiale sulla mascella. A causa del colpo, l’orco fa un volo assurdo che finisce quando sbatte con forza contro una parete. Ma come caspita a fatto?! Vorrei chiederglielo, però anche lui sembra confuso… Sento delle voci e mi accorgo che sono arrivati alcuni ragazzi con addosso delle armature simili a quella del mio salvatore. I ragazzi si fermano a guardare confusi prima l’orco, poi l’Imperatore Pinguino, poi me e di nuovo l’Imperatore. Quegli sguardi confusi ed interrogativi devono averlo fatto riprendere, perché si gira verso di loro e dice:- Non state lì impalati! Andate a prenderlo e portatelo sul jet!-
I ragazzi si mettono subito sull’attenti e corrono a fare ciò che ha detto. Di sicuro deve essere lui il capo del gruppo. L’Imperatore Pinguino si inginocchia affianco a me e comincia a liberarmi le caviglie e i polsi dalle catene.
IP:- Stai bene?-
Ha:- Si, grazie a voi.-
IP:- Ho solo fatto il mio dovere. Comunque, è pericoloso camminare da soli da queste parti. Sei stata fortunata che io sia riuscito ad arrivare in tempo.-
Ha:- E’ vero, ma questo genere di situazioni possono capitare nel mio lavoro.-
IP:- E’ un lavoro pericoloso il tuo.-
Ha:- Mai quanto il suo. Comunque, ha ragione, sotto certi aspetti è pericoloso, ma non ci rinuncerei per niente al mondo.-
IP:- Perché?-
Ha:- Perché è il mio sogno. E’ perché spero possa aiutarmi a ritrovare una persona…-
Perché anche se tutti mi hanno detto che è morto, io sono sicura che mio fratello è ancora vivo. Riesco a sentirlo, è sono sicura che un giorno lo ritroverò. Una mano si poggia delicatamente sulla mia testa, distraendomi dai miei pensieri. L’Imperatore Pinguino mi sorride dolcemente e dice:- La prossima volta sta più attenta.-
Leva la mano dalla mi testa e si allontana. Ma quel gesto, quelle parole… Anche mio fratello faceva così… Continuo a seguire con lo sguardo il mio salvatore finché non sparisce fra le ombre del porto. L’orco e gli altri ragazzi non ci sono più. Devono essersene andati mentre noi parlavamo. C’è una cosa che non capisco. Come ha fatto a stendere l’orco con un calcio? Io sapevo che le uniche creature fisicamente più forti degli orchi sono-
Accidenti ma è tardissimo! E io non ho ancora preparato l’articolo! Questa è la volta buona che Nastumi mi spella viva! Corro alla mia bicicletta, ma mentre sto per salirci sopra, vedo un jet scuro con sul fianco il simbolo di un pinguino con una corona in testa volare via. Imperatore Pinguino… ci rivedremo ancora… vero?
 
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Kidou P.O.V.
 
Accidenti! Come ho potuto perdere la testa in una situazione del genere? Per di più con lei presente! Anche se è successo solo per pochi secondi, non deve più accadere! Appena arriviamo alla base ne dovrò parlare al comandante. Lui saprà cosa consigliarmi. Spero…
??:- Kidou?-
Mi girò e vedo Sakuma che mi fissa preoccupato.
Ki:- Si?-
Saku:- Abbiamo incatenato l’orco nella cella di massima sicurezza e ho lasciato Genda e Narukami per controllarlo, in caso cercasse di liberarsi.-
Ki:- Ottimo lavoro. Ha detto qualcosa che potrebbe esserci utile?-
Saku:- No, e sinceramente temo che sarà difficile farlo parlare.-
Ki:- Una volta arrivati alla base lo lasceremo nelle mani dei SSROA. Loro sapranno farlo cantare.-
Saku:- Temo che sarà un’impresa difficile anche per loro.-
Ki:- Che stai dicendo? Non hanno mai avuto problemi ha-
Saku:- Sarà un’impresa difficile anche per loro, perché l’orco ha la mascella fratturata in più punti e, anche se gli orchi si rigenerano in fretta, ci vorrà comunque qualche giorno prima che possa tornare a parlare.-
Cacchio…
Ki:- Ah…-
Saku:- Kidou, mi dici che è successo?-
Ki:- Per qualche secondo… ho perso il controllo…-
Saku:- Fin qui ci ero arrivato da solo. Quello che volevo sapere è cosa ha fatto di tanto grave per farti perdere la testa?-
Giro la faccia verso il finestrino e guardo il panorama in silenzio. Sento Sakuma sospirare. Mi conosce bene, ha già capito che non ho intenzione di parlarne, così come sa che sarà impossibile farmi parlare se non voglio. Sento i suoi passi che si avviano verso la cella, quando si ferma di colpo.
Saku:- Kidou, a che pensi?-
Ki:- Penso che la vita è davvero strana.-
Mi ero allontanato da Haruna perché speravo che così avrebbe avuto più facilmente una vita normale e che sarebbe stata felice. Quando l’ho vista in vesti di giornalista al telegiornale e ho letto i suoi articoli, mi ero convinto di aver fatto la scelta giusta. E adesso scopro che rischia di cacciarsi in guai seri anche senza la mia presenza. E’ stata una fortunata che l’orco in cui si è imbattuta era lo stesso a cui stavo dando la caccia con la mia squadra, ma non so se una fortuna simile possa ripetersi in futuro. Per stare tranquillo e assicurarmi che non ricapiti più una situazione del genere, dovrei cercare il modo di proteggerla continuando comunque a starle lontano…
E come faccio?!
 
 
 
Salve a tutti!^^
No, non è un miraggio, ho davvero aggiornato la fic!^^ XD
Lo so che ci ho messo un tempo pauroso, ma la mia ispirazione invece di aiutarmi con questa storia mi dava spunti per altre fic! In più, ho in cantiere altre due storie (sempre di IE) a cui sto lavorando e se aggiungete a questo il fatto che sono molto pigra (avete presente Shikamaru di Naruto? Ecco, io sono peggio) e che ho da poco cominciato l’accademia di fumetto, beh, lascio fare a voi i calcoli…
Comunque sia, ecco qui il quarto capitolo con protagonisti la mia coppia di fratelli preferita: Kidou e Haruna! Se devo essere sincera la parte di Kidou non mi soddisfa molto. Avrei voluto che fosse più lunga e più… intensa ecco… Comunque, prima che mi dimentichi, nello scorso capitolo mi sono scordata di dirvi che ci sono alcuni team, come il team Wind (il team guidato da Kazemaru) e il team Ice (citato nello scorso capitolo) che sono definiti squadre speciali perché hanno il compito di occuparsi di missioni delicate, che vanno svolte nell’ombra. Un’altra squadra speciale è stata nominata in questo capitolo. Si, mi riferisco alla SSROA (che sarebbe l’acronimo del vero nome della squadra, che per la cronaca fa schifo! Ma non mi veniva niente di meglio in mente…), che non è semplicemente una squadra speciale, ma mi spiegherò meglio fra qualche capitolo (non voglio spoilerare troppo). Credo di aver detto tutto, quindi vi saluto!
A presto,
FallingStar
 
P.S.: Ma gli screenshot ricolorati che metto si vedono? Perché a me non pare…
 

 
     
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


                                                                     CAPITOLO 5
 
Da quando Gouenji era entrato nell’Inazuma Eleven Warrior aveva creato intorno a se una barriera immaginaria che serviva per impedire che le persone gli si avvicinassero troppo e viceversa. Non voleva che ciò che era successo con suo padre si ripetesse, e per questo aveva deciso che avrebbe pensato solo a due cose: combattere contro il “Grande Demone” e proteggere i suoi nuovi fratelli, cioè Endou e Kidou, che erano anche gli unici che potevano attraversare la sua barriera immaginaria. Tutto il resto non contava. E questo ovviamente valeva anche per le persone. Ma quando aveva preso questa decisione, Gouenji era solo un bambino, troppo piccolo per sapere che il destino si diverte a giocare con le decisioni e le promesse altrui.
 
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Gouenji correva per i corridoi della base. Doveva andare a giocare a calcio con Endou e Kidou ed era in ritardo. Ad un tratto, mentre girava un angolo, sentì dei singhiozzi leggeri. Qualcuno stava piangendo? Si guardò intorno quando vide un bambino, che doveva avere la sua stessa età, che se ne stava raggomitolato sul pavimento vicino alla porta dove i nuovi arrivati venivano presentati al generale. Era vestito di bianco e teneva il cappuccio del giubbino alzato sulla testa. Aveva il volto nascosto fra le braccia e tremava leggermente. Di sicuro stava piangendo. Non era il primo bambino che arrivava così e di sicuro non sarebbe stato l’ultimo. Gouenji avrebbe voluto dirgli qualcosa per confortarlo, ma non sapeva cosa dire. Un:”Stai bene?” o un:”Che ti è successo?” sembravano inappropriati in quel momento. Tirò fuori da una tasca dei pantaloncini un fazzoletto e si avvicinò al bambino.
 
-Posso immaginare come ti senti, ma adesso è finita. Qui nessuno potrà farti del male e, se vorrai, potrai far parte di una squadra e fargliela pagare. Piangere non ti servirà a niente. Tieni, asciugati gli occhi con questo.-
 
Solo allora il bambino alzò il volto verso il suo interlocutore, facendo cadere all’indietro il cappuccio. Gouenji sgranò gli occhi, mentre le guance gli si imporporavano leggermente.
 
-M-ma tu… tu sei… un angelo di neve!-
 
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Kidou P.O.V.
 
Ecco, ci risiamo! Mai che si possa fare una riunione tranquilla! Beh, in realtà non è una vera riunione… Ci siamo solo io, Mamoru nii-chan, Shuuya nii e il capitano del team Zeus: Mr. Sono-una-divinità-più-splendente-del-sole-stesso-inchinatevi-davanti-a-me-voi-comuni-mortali, anche conosciuto come Afuro Terumi, nome in codice: Aphrodi. Dovevano esserci anche i due capitani del team Ice (il team Ice è l’unico team che ha due capitani), ma non sono ancora arrivati. Avevo chiesto al capitano del SSROA di venire alla riunione per avere degli aggiornamenti sul caso Orco, ma non è ancora arrivato e, conoscendolo, probabilmente non verrà più. Ma c’era d’aspettarselo, d’altronde non viene nemmeno alle riunioni ufficiali, figurarsi se veniva a questa. Il solito arrogante, menefreghista, affasc-
Urgh! No! Non stavo pensando la parola affascinante! Ha degli occhi bellissimi, questo glielo concedo, ma da qui al pensare che sia affascinante… Bah, meglio pensare alla riunione, anche perché Mamoru nii-chan non sarà in grado di continuare a tenere a bada quei due da solo. Si perché Shuuya e Aphrodi non vanno molto d’accordo. Anzi, diciamo che non vanno d’accordo e basta.
Ap:- Davvero non capisco quale sia il tuo problema testa a porcospino!-
Go:- Ma se te l’ho appena spiegato! Le orecchie le usi, o per te sono solo un accessorio alla moda?!-
Ap:- Che vorresti insinuare?!-
Go:- Quello che ho detto!-
E:- Ragazzi, calma!-
Col fare di un bambino piccolo, Aphrodi si aggrappa (fin troppo stretto aggiungerei) ad un braccio di Mamoru e fa:- Ma, Endou-kun, ha cominciato lui!-
Go/Ki:- Staccati subito o ti taglio le braccia!-
Accidenti, che sincronismo! Scommetto che se avessimo provato a farlo di proposito non ci saremmo riusciti. Ma almeno ha l’effetto desiderato visto che il “dio biondo” molla la presa e fa qualche passo indietro.
Ap:- Ehi, ora che ci penso, che ci fate voi due qui? La riunione non dovevamo farla solo io, Endou-kun e i gemelli?-
Io e Shuuya ci guardiamo senza sapere cosa rispondere. In effetti è vero, tecnicamente noi due non dovremmo essere qui, però…
Ap:- Ah, ho capito, state ancora giocando a:”facciamo le guardie del corpo di Endou-kun, anche se non ne ha assolutamente bisogno, e impediamo a qualsiasi altra persona di avvicinarsi a lui”. Era il vostro gioco preferito da bambini e vedo che i vostri gusti non sono cambiati molto.-
Go:- Che vorresti insinuare?!-
Ap:- Quello che ho detto!-
Credo che adesso Shuuya sia sul punto di dargli fuoco (e anche io gli strapperei i capelli volentieri) quando sentiamo una voce dire:- Scusate per il ritardo.-
Le teste dei due biondi si voltano di scatto verso la porta (seguite con qualche secondo di ritardo dalla mia e da quella di Mamoru) da cui sta entrando il capitano del team Ice, Fubuki Shirou, nome in codice: Lupo dei Ghiacci Nero. A questo punto Shuuya mette su un’espressione neutra, mentre Aphrodi fa per gettarsi su Fubuki, ma un pugno che lo prende in pieno viso blocca a metà il suo volo. Il proprietario del pugno altro non è che il secondo capitano del team Ice, nonché fratello gemello di Shirou, Fubuki Atsuya, nome in codice: Lupo dei Ghiacci Bianco.
Ap:- Ma sei scemo?! Potevi spaccarmi la faccia!-
FA:- Cavoli tuoi! La prossima volta pensaci due volte prima di provare a saltare addosso a mio fratello!-
FS:- Ragazzi, vi prego!-
E:- Adesso che i gemelli sono arrivati possiamo parlare della missione.-
FA:- Ehi, un momento! Che ci fanno qui Mr. Puntaspilli e Mr. Mantellino? Non dovevamo farla solo noi quattro la riunione?-
Ap:- E quello che ho chiesto anch’io.-
E:- Ragazzi la missione.-
Ki: Che importanza ha se ci siamo anche noi due?-
Go:- Infatti!-
E:- Ragazzi la missione!-
Ap:- A me importa!-
FA:- Non che a me freghi qualcosa, però-
FS:- Su, andiamo, che male c’è se ci sono anche loro due?-
Prima che qualcuno possa dire qualcos’altro si sente un suono minaccioso, molto simile al rombo di un tuono. Ci voltiamo e vediamo Mamoru con un’ombra scura in volto, che con voce mortalmente calma fa:- Ragazzi, la missione.-
Io e Shuuya ci guardiamo, impallidendo vistosamente. Non si starà mica arrabbiando?! Ricordo perfettamente la prima e unica volta che abbiamo visto Mamoru veramente arrabbiato e non è stato un bello spettacolo. Per la strizza io e Shuuya siamo rimasti chiusi in bagno per più di un’ora (bagni separati, ovviamente) e non abbiamo chiuso occhio per una settimana! A questo punto posso fare solo una cosa. Dare retta all’istinto di sopravvivenza! Afferrò per un braccio Shuuya e dico:- Avete perfettamente ragione, noi due non dovremmo essere qui, vi lasciamo alla vostra riunione.- Detto ciò me ne vado portandomi Shuuya appressò.
Una volta al sicuro gli chiedo il perché della sua ferma opposizione.
Go:- L’ho già detto il perché!-
Ki:- Non ero molto attento, potresti ripetermelo?-
Go:- Va bene, ma lo ripeterò solo un’ultima volta. Non sono d’accordo all’idea di mandare insieme il team Ice ed il team Zeus, perché è una missione molto delicata e, visto che quelli della Zeus sono tutto fuorché delicati, sarebbe miglio mandare solo il team Ice.-
Ki:- Capisco… e il motivo sentimentale?-
Go:- P-Prego?-
Ki:- Sai a cosa mi riferisco.-
Go:- ……-
Ki:- Ti da fastidio? Si, insomma, che lui possa stargli più vicino di te.-
Go:- …forse…- Detto questo gira i tacchi e se ne va.
Io davvero non so più che fare con lui. Dopo un po’ la porta della sala riunioni si apre e Mamoru nii-chan ne esce fuori insieme agli altri tre. Senza dire niente, afferrò Mamoru per un braccio e lo trascinò via.
E:- Dov’è aniki?-
Ki:- Se n’è andato dopo che sono riuscito a strappargli un abbozzo di confessione sul vero motivo per cui non voleva che i due team andassero in missione insieme.-
E:- Il vero motivo…? Ah! Ti riferisci a “quello”?-
Ki:- Si.-
E:- Capisco… Forse, dovrebbe parlarne con il diretto interessato.-
Ki:- Non lo farà, lo sai. Non ha mai fatto niente per mostrare i suoi sentimenti verso di lui e, a meno che non gli diamo noi una spintarella, dubito che lo farà.-
Mamoru abbassa il capo annuendo. E’ preoccupato per lui e, in effetti, lo sono anch’io. E tutto questo per colpa della sua testardaggine e di una stupida promessa che ha fatto a se stesso quando era bambino!
 
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Gouenji P.O.V.
 
Accidenti! Ho di nuovo perso la calma! E Yuuto si è di nuovo accorto di tutto! Forse dovrei darmi allo yoga o alla meditazione zen… Dubito però che funzionino con il mio tipo di problema…
Anni fa pensai di aver visto un angelo di neve, ma quando ritornai sul posto con Mamoru e Yuuto non c’era più nessuno. Pensai di essermelo immaginato e decisi di non pensarci più, ma quella soave immagine non voleva abbandonare la mia mente. Allora pensai che, se davvero me lo ero immaginato, non c’era niente di male se ci ripensavo ogni tanto. E poi, qualche anno più tardi, il generale ci viene a presentare il team Ice e io per poco non rischiai di strozzarmi con la mia stessa saliva quando vidi chi era uno dei due capitani.
I-Io non posso! Non posso permettermi di farmi distrarre da una cotta! Non posso permettermi neanche di averla una cotta! Mi sono fatto una promessa e ho tutta l’intenzione di mantenerla! Ed “avere una cotta” è fra le cose da evitare! Ergo, devo farmi passare la cotta che ho per Fubuki. Beh, certo, sarebbe più facile se non avessero messo il campo d’addestramento del team Ice sull’unica strada che porta al mio di campo d’addestramento, e se non avessero fatto la porta di vetro trasparente. Perché fare una porta di vetro trasparente poi? Perché non potevano fare una porta non trasparente? Se fossi paranoico penserei che qualcuno l’ha fatto apposta per torturarmi…
FS:- Gouenji-kun!-
Oh cacchio! Ricorda: faccia e comportamento assolutamente neutrali!
Go:- Si, Fubuki?-
FS:- Volevo scusarmi per il comportamento infantile di mio fratello.-
Go:- Non devi. E poi è stato Aphrodi a cominciare, non Atsuya.-
Beh, in realtà sono stato io a cominciare, ma tanto lui non può saperlo.
FS:- Lo so, però anche Atsuya ha contribuito, e visto che lui non è il tipo che chiede scusa…-
Go:- Lo fai tu al posto suo.-
FS:- Già. Compito da fratello maggiore.-
Si porta una mano dietro la nuca con fare imbarazzato, ridendo leggermente. Quanto.è.carino! No! Controllati!
FS:- Gouenji-kun, tutto bene?-
Go:- Eh? Ah si, ero un po’ sovrappensiero, niente di ché…-
FS:- ……va bene. Senti, hai saputo dell’idea del generale?-
Go:- Ti riferisci al “Progetto Combo”?-
FS:- Si, Atsuya e Someoka-kun hanno pensato di parteciparvi, beh in realtà l’idea è stata di Atsuya e ci ha trascinato dentro Someoka-kun senza chiedergli se era d’accordo, e ci stanno lavorando su. Sai, anch’io vorrei partecipare però non sono molto pratico di combo mentre tu ne hai già fatte due o tre e quindi pensavo che, magari, si insomma, potevamo, se per te va bene, provare a lavorarci insieme.-
Io e lui, chiusi in un campo d’addestramento, da soli? Oh si! Cioè no! Non va bene!
Gouenji Shuuya ascoltami, so che muori dal desiderio di accettare, ma devi dire di no. Perciò adesso con voce ferma ma gentile gli risponderai:”E’ una proposta molto interessante, ma non posso accettare.”. Se ti chiede perché, dì qualcosa come:”Devo prepararmi per una missione” o “Devo controllare che Endou non si uccida durante l’allenamento speciale che comincerà oggi”.
FS:- Gouenji-kun?-
Go:- Eh? Ah, scusa, oggi sono un po’ distratto. Comunque, riguardo la tua proposta, la trovo molto interessante, m- è sono certo che ne uscirà fuori qualcosa di davvero eccezionale.-
Ma cosa-?! Perché l’ho detto?!
Intanto, alla mia risposta affermativa, Fubuki sembra illuminarsi, prima di dire:- Splendido! Allora, quando torno dalla missione con il team Zeus, ti faccio sapere quando sono disponibile per le esercitazioni.-
A questo punto posso solo annuire. Lui mi saluta con un sorriso e se ne va.
D’accordo, cos’è successo? Perché ho cambiato quello che volevo dire all’ultimo momento? Mi giro e vedo i miei “fratellini” che si danno il cinque. Adesso capisco!
Go:- Yuuto, accidenti a te e alla tua magia del cavolo!-
Cerco di afferrarlo per il collo o per il mantello, ma Mamoru mi strattona per i lembi della maglia per tenermi fuori dalla portata di Yuuto.
E:- Calmati aniki, Yuuto nii l’ha fatto per il tuo bene!-
Go:- E scommetto che tu eri d’accordo.-
E:- Certo!-
Go:- Così non mi aiutate.-
E:- Al contrario, l’abbiamo fatto proprio per aiutarti.-
Go:- Non è con questo genere di aiuto che riuscirò a risolvere il mio problema!-
Ki:- Shuuya, quando capirai che questo “tuo problema” si trova solo nella tua testa?-
La fa facile, ma temo che loro non abbiano capito…
…che fra me e Fubuki c’è sempre una lastra di vetro trasparente che ci divide…
 
 
 
Salve a tutti!^^
Scusate il ritardo assurdo, ma ho avuto qualche difficoltà con la parte di Gouenji (maledetti blocchi!). Comunque sia, se vi state chiedendo perché ho dato l’armatura nera a Shirou e ad Atsuya quella bianca, beh… pelle bianca, capelli grigio chiaro… se gli davo l’armatura bianca Fubuki mi diventava trasparente! XD
Cercando di essere seri, l’ultima frase (quella in corsivo per essere precisi) sarà piuttosto ricorrente nelle parti GouFubu viste dal punto di vista di Gouenji. Infatti la “lastra di vetro trasparente” simboleggia sia la barriera invisibile che Gouenji si è creato attorno e che lo divide da Fubuki spiritualmente, sia la porta del campo di addestramento del team Ice che lo divide da lui fisicamente.
A questo punto posso solo augurarvi buon anno nuovo!^^
Ciao,
FallingStar


 

 

 

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