Under your Spell

di Egle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 

CAPITOLO 1

La sala è fredda e umida. La voce del giudice rimbalza tra le pietre scure, riempiendo le orecchie dei presenti. Odio questo posto. Non so che cosa ci faccio qui. Forse sto solo cercando il mio raggio di sole in questo cupo e glaciale sotterraneo. Entrano altri imputati. C’è solo una persona che abbia catturato io. Manette gli immobilizzano i polsi. I capelli una volta lucenti gli ricadono scompostamente sul viso. E’ pallido. Mortalmente pallido. I suoi occhi sono chinati verso il basso. Sono sicura che affronterebbe tutto a testa alta se non fosse così stanco, distrutto…annientato. Non so che cosa abbia patito. Forse, pensando a quello che ha dovuto fronteggiare l’Ordine, non mi rammarico per la sua sorte. Ma poi penso che in fondo non ha avuto scelta.

Ron dice che si ha sempre una scelta, ma io non ne sono poi così convinta. Silente è seduto accanto a me. Guardo il suo profilo deciso e mi chiedo che cosa stia pensando. Lui si volta impercettibilmente verso di me e solleva un angolo della bocca, come se volesse sorridermi. Gli rivolgo un cenno col capo e lui riporta la sua attenzione sugli imputati. Sono tutti accusati di essere Mangiamorte. Mi domando se il preside -anche se ho terminato la scuola due anni fa, per me rimarrà per sempre il preside Silente- sappia del mio piano. Alla mia destra è seduto Neville. È dimagrito rispetto ai primi anni trascorsi ad Hogwarts, ma conserva ancora quell’aria da ragazzino innocente e impacciato. E’ uno dei miei migliori amici. E’ per questo che è qui oggi. Ieri sera sono andata da lui. Mi sono seduta nell’ordinata cucina di sua nonna e ho bevuto il tè che lui mi ha preparato. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo affrontato molte prove insieme: dal ballo durante il mio terzo anno di scuola, ai pericoli del quarto anno fino alla guerra aperta. Ha intuito facilmente che quella di ieri sera non era una semplice visita di cortesia.

“che cosa c’è?” mi ha chiesto con calma.

Ho distolto lo sguardo dal suo viso e ho appoggiato il mento su una mano, coprendomi la bocca.

“Ginny”

“Voglio che domani tu venga con me al ministero. Voglio che tu interceda per lui”

Neville è rimasto immobile di fronte a me fissandomi a bocca aperta. I suoi occhi grandi e scuri erano fissi nei miei ed erano pieni d’incredulità.

“Stai scherzando, vero?”

“Non posso chiederlo a Ron. Lui non capirebbe. E nemmeno gli altri miei fratelli. Tu sei il solo…”

“Ma Harry? Perché non lui?”

“perché si odierebbe”

“Harry? Lo farebbe se solo tu glielo chiedessi”

“Non sto parlando di Harry. Lui si odierebbe. E poi lo sto chiedendo a te”

Ha avuto una cotta per me per tutto il terzo, il quarto e il mio quinto anno. Neville…mi ha sempre voluto bene. E’ convinto che io stia sbagliando. E’ convinto che stia facendo una pazzia eppure è qui con me.

“Imputato numero 5571. nome: Draco Malfoy. Anni: 23. Accusato di aver preso parte all’attacco alla scuola di Hogwarts. Di aver giurato lealtà a Colui-che-non-deve-essere-nominato. Omicidi accertati:nessuno. L’accusa propone per lui la detenzione a vita nella prigione di Azkaban”.

Draco non alza nemmeno la testa. Devono aiutarlo a star seduto, altrimenti cadrebbe per terra. Mi chiedo che cosa gli abbiano fatto. Mi chiedo che cosa si provi a stare per quasi tre mesi nell’attesa del processo e nell’attesa che altri Mangiamorte vengano catturati a contatto con i Dissennatori. Ricordo quando erano a scuola. Era come se la felicità fosse scomparsa dal mondo intero. Come se non potessi essere più felice…mai più. Mi chiedo se lui lo è mai stato veramente.

“se mi consentite di parlare, vorrei presentare delle prove per scagionare l’imputato”.

Fisso Silente sbigottita. E’ per questo che è qui? Io non credevo che…

“Parlate pure”

“Signor giudice, posso testimoniare che il qui presente Draco Malfoy ha fornito informazioni importanti all’Ordine”

Un brusio sommesso serpeggia per la sala a questa rivelazione. Io e Neville ci guardiamo un attimo negli occhi, prima di voltarci nuovamente verso Silente in piedi di fianco a me.

“continui”

“Ci ha fatto evitare di cadere nell’imboscata del lago. Con questo suo gesto ha salvato molte vite dei nostri”

“o più semplicemente stava tentando  salvare la sua di vita, prima della disfatta.”

“Voldemort avrebbe riportato una piena vittoria se non fossimo stati avvisati in tempo. Egli era ancora potente e temuto e soprattutto ben lontano dalla caduta. Malfoy non avrebbe avuto nessun motivo per tradirlo se non la volontà di redimersi.”

“non che noi non crediamo alla sua parola, preside, ma…”.Mentre il giudice parla tiro un calcio a Neville nello stinco. Il ragazzo balza in piedi di riflesso, stropicciandosi nervosamente le mani.

“sì?”

Si schiarisce la voce un paio di volte e io sono tentata di allungargli un altro calcio, quando comincia a parlare.

“vostro onore” mormora “posso testimoniare che durante uno degli ultimi duelli prima della caduta di Voi-sapete-chi, Malfoy mi ha risparmiato la vita”

Il mormorio che si era spento quando Neville si è alzato sovrasta la voce del giudice.

“Silenzio. Signor Paciock dice sul serio?”

Neville si inumidisce le labbra con la punta della lingua e io mi accorgo di trattenere il fiato.

“sì, signor giudice” dice infine “Draco Malfoy avrebbe potuto uccidermi o peggio…” Non ho difficoltà a capire che sta pensando ai suoi genitori. Povero ragazzo… “ma non lo ha fatto. Ero a terra. Privo della mia bacchetta e in sua balia. Hannah Abbott , poco distante da me, era ferita e priva di sensi. Io avevo un orecchio sanguinante e una gamba mal ridotta. Ed ero disarmato. I nemici stavano arrivando. Li sentivamo salire le scale. Ci avrebbero finito loro se Malfoy non si fosse caricato Hannah sulle spalle e non mi avesse ordinato di rimettermi in piedi e di seguirlo. Mi trascinai tra le macerie, raccolsi la bacchetta e lo seguì per un corridoio laterale. Era un miracolo che il castello non fosse ancora crollato. Malfoy mi precedette per lunghi cunicoli stretti e bui. All’inizio non mi fidavo. Credevo che fosse una trappola, ma non avevo scelta. se avesse voluto farmi fuori l’avrebbe fatto. Ne aveva l’occasione e i mezzi. Non pensai neppure una volta a colpirlo alle spalle, benché fossi più che sicuro di poterlo atterrare facilmente. Ci condusse fuori dal castello , in aperta campagna. Posò Hannah a terra e mi volse di nuovo le spalle per tornare indietro.

Perché l’hai fatto, gli chiesi. Lui mi guardò per qualche istante da sopra la spalla. Senza nemmeno rendermene conto gli avevo puntato addosso la bacchetta, ma lui non assunse un atteggiamento di difesa.

Rischio grosso per le tue chiappone, Paciock. Silente dovrebbe scegliere meglio i suoi uomini, mi ha detto prima di andarsene. Fu l’ultima volta che lo vidi prima di oggi.”

“Quindi, secondo lei, signor Paciock, Draco Malfoy vi ha salvato intenzionalmente la vita”

Comincio a mordicchiarmi il labbro inferiore nervosamente. Neville è stato grande. Non l’ho mai sentito in tanti anni parlare in questo modo. E’ un uomo ormai. È vissuto per tutta la vita cercando di non disonorare troppo la memoria dei suoi genitori. Sua nonna gli ripeteva in continuazione che lui doveva essere orgoglioso dei suoi genitori. Ora credo che sia vero il contrario: Neville è il mio più grande amico e io lo stimo e lo rispetto per il suo coraggio e per la sua determinazione. E per la sua dolcezza e la sua comprensione.

“Sì, signor giudice. Affermo esattamente questo”

Chiudo gli occhi per un istante, rilasciando lentamente il fiato.

Altre voci salgono dalla sala. Persone che vogliono che lui venga condannato a morte. Continuo a tenere gli occhi chiusi, anche quando sento la mano di Neville appoggiarsi sulla mia spalla. E poi la voce di Silente. Ora che so che Silente è dalla sua parte credo che vivrà. Ora che io sono dalla sua parte, vivrà.

“non vedo come possiamo ignorare le prove oggi presentate”

“Quello è il figlio di Lucius Malfoy, colui che ha ammazzato mio figlio…non può…”

“I Malfoy sono stati da sempre dalla parte di Voi-sapete-chi”

“Dovete condannarlo”. Il giudice è indeciso. Ed è adesso che mi alzo in piedi.

“Mi offro io come garante per la sua vita”

La mia voce non era particolarmente alta eppure tutti hanno udito le mie parole. Silente mi guarda attraverso gli occhiali a mezza luna. Dal suo volto non trasparisce nessuna emozione. Neville geme piano. Non credeva che sarei arrivata fino a questo punto. E nemmeno io.

“Sono Virginia Weasley. Auror del ministero e figlia di Arthur Weasley. Membro onorario dell’Ordine della Fenice. Sono io che ho catturato Draco Malfoy e oggi mi propongo davanti a voi tutti quale sua garante”

Il giudice si spinge gli occhiali su per il naso e scartabella dei fogli sparsi sul tavolo.

“Signorina Weasley, la pratica del “garante” non è in uso da parecchi anni ed è applicabile solo a casi particolari.”

“Signor giudice, secondo il Codice, la pratica del garante è applicabile quando l’imputato non è accusato di alcun crimine violento. E non è stato riconosciuto nessun delitto a carico del signor Malfoy”.

“Ha ragione, signorina Weasley, ma mi permetta di esprimere la mia perplessità, data la sua giovane età. Conosciamo perfettamente il suo stato di servizio e il ruolo importante che lei ha ricoperto nella guerra contro Voi-sapete-chi, ciononostante è ben cosciente dell’onere che pretende di accollarsi?”

“Sì, vostro onore”

“e’ ben consapevole che se il signor Malfoy infrangerà una qualche legge, la colpa ricadrà su di lei, finché il caso non sarà preso in esame, non prima di tre anni a partire da oggi?”

“Sì, signore”

“E’ consapevole che lei sarà responsabile in tutto e per tutto delle azioni del signor Malfoy e che non potrà allontanarsi da lui per una distanza superiore a trenta miglia per più di ventiquattro ore consecutive per tutta la durata del suo incarico?”

“sì, signore. So esattamente che cosa comporta l’offrirsi come garante per un prigioniero”

“e nonostante questo è pronta ad assumersi la responsabilità della sua vita?”

“Sì, signore”

La tensione è palpabile. La fronte del giudice è solcata da molte rughe di preoccupazione. Gli altri giudici intorno a lui stanno riflettendo sulla mia proposta. Deliberano sottovoce. Le mie gambe stanno tremando.

Non guardo Draco. Non credo che sia cosciente di quello che sta accadendo.

“bene” riprende il giudice dopo quella che sembra essere un’eternità “stando così le cose la decisione di questo consiglio è che il signor Draco Malfoy venga rilasciato sulla parola della signorina Weasley. Che sia messo agli atti che la signorina Virgina Weasley si fa garante per l’imputato. Si proceda ora con l’Incantesimo del Legame.”

Mi avvicino a Malfoy slacciando il bottone che chiude il polsino della mia camicia e arrotolandomi la manica fin quasi al gomito. Una guardia fa altrettanto con Draco e per la prima volta da quando è cominciato il processo vedo il suo viso. E’ scavato dalla fatica e dalla sofferenza. Gli occhi sono chiusi e il respiro è breve è irregolare. Sta davvero molto male. Il giudice si alza e si accosta a me.

“signorina Weasley, è sicura? Non vorrebbe che chiamassimo suo padre per…”mi dice a bassa voce.

“No” lo interrompo decisa. L’uomo scrolla la testa ed estrae la bacchetta.

“Si proceda allora. Virginia Weasley, dichiara di accettare la custodia del qui presente Draco Malfoy, accusato da questo tribunale di aver giurato fedeltà a…”. La voce gli trema solo per un istante. “Lord Voldemort” la sala è percorsa da un fremito. Mi chiedo quando ci abitueremo a sentir pronunciare il suo nome. “senza costrizioni o circuizioni di sorta?”

“Sì Vostro Onore”

“Virginia Weasley, è pienamente cosciente di quello che il suo giuramento comporta?”

“Sì, Vostro Onore”

“Bene. Questo tribunale lega la signorina Weasley al signor Draco Malfoy per la durata di tre anni a partire da oggi 5 agosto 20**. Il signor Malfoy e di conseguenza la signorina Weasley sono condannati a non lasciare lo stato per la durata della condanna. Inoltre questo tribunale dispone che al signor Malfoy verrà proibito l’uso della bacchetta magica ed egli sarà seguito per tutto il tempo della condanna da un supervisore”

“Mi offro io come supervisore per il signor Malfoy” interviene Silente. Lo guardo con gratitudine e lui annuisce piano. Si avvicina e mette una mano sulla mia spalla e una su quella di Malfoy.

“Si metta agli atti che il preside Albus Silente si offre come supervisore. Qualcuno è a conoscenza di qualche motivo per cui questa corte non dovrebbe affidare l’incarico al preside Silente?”

Nessuno parla.

“Bene.” . Il giudice punta la bacchetta verso il polso di Malfoy e poi verso il mio “Questo tribunale dichiara Virginia Weasley come garante di Draco Malfoy” annuncia. I nostri polsi vengono circondati da un filo di luce dorata , che ci unisce. A poco a poco si affievolisce prima di scomparire del tutto.

“E con questo la seduta è tolta”

Dopo le solite formalità, la gente defluisce dalla sala tra un vociare acceso. Nessuno mi rivolge la parola direttamente.

“ti sei cacciata in un bel guaio, Gin”

Lo penso anch’io. Che diavolo mi è saltato in testa? E poi per chi dovrei rischiare così tanto? Per Malfoy? No, forse non per lui…forse per quella notte nella guferia …o forse per quella sera vicino al lago...

Ricordo i suoi occhi grigi pieni del rosso del tramonto e la sua voce insolitamente priva di quella traccia di arroganza e strafottenza che lo aveva fatto odiare da tutti i Griffondoro.

“non dovresti piangere per uno così non ne vale la pena”

Non l’avevo neppure sentito avvicinarsi. Mi asciugai in fretta agli occhi anche se ero più che sicura che avesse visto perfettamente le mie lacrime.

“non so di che cosa tu stia parlando” replicai , cercando di conservare quel minimo di dignità che mi restava.

“Sai che potresti sbarazzarti di lui facilmente, vero?”

“che intendi dire?”

“Che se solo tu volessi potresti fargli, molto, molto male. Sono più che certo che conosci qualche incantesimo per sistemarlo”

“Come quello che ho usato su di te l’anno scorso nell’ufficio della Umbridge?” ridacchiai, soffiando il naso in un fazzolettino. Un lampo di rabbia gli attraversò i lineamenti, eppure non mi sentii intimorita o impaurita. Si girò di nuovo verso il lago con la mascella lievemente contratta. “E’ per questo che siamo diversi, Malfoy. Io non ne sarei mai capace…di vendicarmi, intendo”

“Che cosa potevo aspettarmi da un Weasley?” ringhiò e improvvisamente persi il controllo. In quattro falcate lo raggiunsi e gli afferrai il braccio per farlo voltare verso di me. Forse me la stavo semplicemente prendendo con lui, invece che con me stessa o con quel bastardo. “Ripetilo se hai coraggio”

“Ma non siete voi Griffondoro a essere coraggiosi? Oppure hanno sbagliato ad assegnarti a quella casa di perdenti. Forse saresti stata meglio in cucina insieme a tutte le altre sguattere” . Lo schiaffo risuonò sonoro e incredibilmente forte nell’aria immobile della sera. Guardai i segni rossi sul suo viso e indietreggiai di un passo, non perché avessi paura di lui, ma perché mi vergognavo del mio gesto.

Si portò la mano alla guancia strofinandosela piano. I suoi occhi erano fissi nei miei e improvvisamente avvertì l’impulso di correre via da lì. Ma resistetti.

“Non è me che dovresti picchiare, Weasley” mormorò. Si avvicinò lentamente a me, torreggiandomi, essendo più alto di me di tutta la testa. Non mi mossi. Credo che non sarei riuscita a muovermi neppure se mi avesse colpita. “Se non senti il bisogno di vendicarti, vuol dire che non era vero amore”

“Che ne vuoi sapere tu dell’amore?” dissi a voce bassa. Non so perché avessimo cominciato a bisbigliare.

“Che cosa ne sai tu di me?”. Non risposi. Chinai lo sguardo perché non riuscivo più a sopportare quegli occhi fissi nei miei, odiandomi per questo. Se solo avessi potuto mi sarei schiaffeggiata. “Ti dico una cosa sull’amore” continuò dopo qualche istante di silenzio “se non brucia, se non distrugge e non consuma non è vero amore”

“Non è vero!” esclamai stringendo i pugni e alzando nuovamente il viso verso di lui. Non mi ero accorta che fosse così vicino e il fiato mi si mozzò in gola, ma non abbassai lo sguardo, non di nuovo. “Ne sei convinta?” rispose prima di chinarsi verso di me. Il tocco delle sue labbra sulle mie fu lieve, come la carezza di una leggera brezza, appena percettibile. Si scostò da me così rapidamente che mi chiesi se mi avesse baciata davvero  o se l’avessi solo immaginato.

“Quando avrai capito che cosa sia veramente l’amore potremmo anche riparlarne, ma fino ad allora smettila di interpretare la povera fanciulla tradita. E’ degradante perfino per un Weasley ridursi così per un Corvonero” .

Si allontanò verso la scuola con il mantello gonfiato dal vento e i capelli biondi lucenti sotto gli ultimi raggi del sole morente. Avrei voluto rincorrerlo per parlare ancora con lui, per farmi spiegare che cosa voleva dire, ma non lo feci. Se oggi avessi permesso che lo uccidessero o che lo rinchiudessero per il resto della sua vita ad Azkaban non avrei potuto mai più sapere che cosa intendeva dire quel giorno.

Gli accarezzo piano i capelli, ma lui non si muove.

“che cosa ne farai ora?”

“Credo che dovrò cercare di aiutarlo a guarire”

“sì, ma dove? Sai come verrebbe trattato in ospedale, vero?”

A questo non avevo pensato. “Beh io ho un solo posto dove tornare” mi giro per guardare Silente, immobile e taciturno alle mie spalle, e Neville, sempre più agitato. “La Tana. E’ lì che lo porterò”.

Neville scuote la testa in senso di diniego. “Ron non ne sarà entusiasta.”

 

Silente si è offerto di spiegare lui la situazione ai miei familiari, ma ho risposto di no . Ormai non sono più una bambina e devo assumermi le mie responsabilità Guardo mamma che sistema con colpi di bacchetta le cose che ha comprato negli scaffali, mentre papà legge il giornale immerso nella sua poltrona preferita. Per fortuna quando sono arrivata qui con Draco e Neville la casa era deserta. Ho sistemato il mio ospite nel seminterrato. E’ ancora privo di sensi e non credo che si rimetterà in fretta. Ha la febbre alta e vorrei rimanere con lui, finché non sarà scesa, ma devo parlare con i miei genitori.

“Ginny cara, vuoi una tazza di tè?” mi chiede mamma sorridendomi.

Sto per dirle tutto quando Ron entra dalla portafinestra. Si scrolla i capelli umidi di pioggia e si toglie il mantello verde per appoggiarlo sull’attaccapanni.

“Ciao tesoro” lo saluta mamma. Lui risponde con un cenno del capo. Prende un chicco d’uva dal cesto sul tavolo e se lo infila in bocca. “Oggi è mi successa una cosa strana” dice e io mi lascio cadere su una sedia “Al lavoro dicono veramente una cosa strampalata…dicono che Ginny si è offerta come garante per Malfoy. Per Draco Malfoy!”.

“oh che sciocchezza” dice mamma, gesticolando con uno straccio in mano.

“Perché è una sciocchezza, vero, Ginny?” interviene Hermione , appena entrata in casa. Non mi ero neppure accorta della sua presenza. Tutti gli sguardi si fissano su di me. Le orecchie di Ron cominciano a cambiare colore e a tendere verso il rosso accesso. Papà posa il giornale e mi guarda. Mamma è paralizzata.

“Posso spiegare” mormoro con un filo di voce.

“tu puoi COSA?” sbraita Ron, mentre il rosso delle orecchie invade anche le guance pallide.

“non potevo lasciare che lo condannassero” mi difendo balzando in piedi.

“Oh Signore” dice mamma abbandonandosi su una sedia e facendosi aria con lo straccio come se le mancasse il respiro. Papà aggrotta la fronte, ma non commenta.

Hermione incrocia le braccia sul petto. “E Silente te lo ha permesso?” dice con una sfumatura di impertinenza nella voce che mi irrita.

“Non ho bisogno del consenso di Silente per fare qualcosa. E…” m’interrompo un attimo respirando a fondo “in ogni caso anche lui era d’accordo con me. Mi ha detto che se non lo avessi fatto io, si sarebbe offerto lui stesso. E poi è lui il mio supervisore”

Il silenzio cala sulla cucina.

“E ora dov’è?” chiede papà. Il suo tono dolce e comprensivo mi risolleva un po’ il morale.

“giù, nel seminterrato. L’ho attrezzato come infermeria”

“E’ q-qui? È qui alla Tana?” esclama Ron con una voce sorprendentemente acuta e stridula per lo sgomento. “Un Malfoy è nella nostra casa?”

“E’ malato. Non è in sé” dico.

“Beh se è malato bisognerà curarlo” interviene mamma avvicinandosi ai fornelli e ravvivandosi i capelli con una mano. “gli preparerò un bel brodo di pollo”.

“Ma mamma! N-non puoi…quello…quello…”

“Se Silente si fida di lui una ragione ci deve pur essere! E poi se non sta bene, non possiamo buttarlo in mezzo alla strada!”

“ma…ma…”

“finchè non starà bene , potrà rimanere in questa casa. SOLO finché non starà bene” dice, puntandomi con un cucchiaio “poi dovrà andarsene! Sono stata chiara?”

Ron scuote la testa. Le sue orecchie sono ancora color porpora.

Credo che non sia il momento adatto per spiegare loro che tecnicamente Malfoy non potrà andarsene molto lontano…almeno non più lontano di trenta miglia.

Corro a dare un bacio sulla guancia a mia mamma e poi scendo di sotto dal mio ospite.

 

La testa sembra volermi scoppiare da un secondo all’altro. L’ultima cosa che ricordo è … Azkaban. E i Dissennatori. Sollevo di poco le palpebre e vedo una luce fioca sopra la mia testa. C’è un buon profumo qui. Profumo di lavanda e di pulito. Cerco di mettermi a sedere, ma le forze mi vengono meno.

“Devi stare tranquillo” mi dice una voce, che non riesco a riconoscere, pur sapendo di averla già ascoltata da qualche parte. Cerco di parlare, ma le mie labbra sono secche e insensibili. Qualcuno si china verso di me e mi passa un fazzoletto bagnato sulle labbra. Questo mi fa sentire un po’ meglio. La mia vista è offuscata dalla debolezza. L’unica cosa che posso distinguere con certezza è una massa di capelli rossi e due grandi occhi scuri davanti a me.

“dove sono?” chiedo con un filo di voce.

“Al sicuro” mi risponde, prima che io cada di nuovo nell’incoscienza.

Ho frammenti di immagini e di suoni nella mia testa: una mano calda e gentile che mi accarezza la guancia, una voce sommessa e musicale che mi dice che niente può farmi più del male, ma che io devo reagire. Devo guarire.

Non so quante ore dopo riprendo conoscenza. Credo di essere sempre nella stessa stanza, ma i miei ricordi sono confusi.

“Ah ti sei svegliato” dice una voce, ma non è la stessa dell’altra volta.

“Acqua”

Una donna mi porta un bicchiere alle labbra sollevandomi piano la testa per farmi bere. L’acqua è fresca e buona.

“dove mi trovo?”

“Shhht” mormora la donna portandosi un dito davanti alla bocca “sta dormendo” continua indicando con un cenno del capo una figurina rannicchiata sopra a una poltrona di fianco al mio letto. Sbatto le palpebre un paio di volte, cercando di capire se i miei occhi mi stanno ingannando. “Ti ha vegliato per quasi tre giorni senza mai allontanarsi da te. Povera piccola. Ha bisogno di riposo”

“E’ è…” dico compiendo un movimento per mettermi a sedere.

“Sei proprio testardo!” dice la donna mettendosi le mani sui fianchi. Mi prende sotto le ascelle e mi aiuta a sistemarmi in una posizione semiseduta.

“è mia figlia Ginny. Sei ridotto peggio di quanto credessimo se non riconosci nemmeno un Weasley, Malfoy” continua rimboccandomi le coperte quasi fossi un bambino piccolo.

“un un…”

“ora riposa. Il tuo corpo è ancora debilitato per via della febbre” dice, costringendomi a stendermi di nuovo. Sto per assopirmi quando qualcuno entra nella stanza.

“Ho sentito delle voci e sono sceso a vedere che succedeva”

Ron Weasley si avvicina al mio letto. I capelli rossi gli ricadono scompostamente sugli occhi, privi di una qualsiasi traccia di intelligenza. Se non fossi così stanco mi alzerei in piedi e gli darei una bella lezione.

“guarda chi si vede…il leccapiedi di San Potter” dico con la voce leggermente rauca.

“non ti permetto di…” sbotta , quando sua madre gli appioppa una sberla sulla spalla.

“Non vedi che tua sorella dorme?” dice fissandoci alternativamente e incrociando le braccia sul petto. La ragazza addormentata mugugna qualcosa nel sonno e si stringe addosso un animale di peluche, che riconosco essere una tigre. Ron sposta la sua attenzione su di lei e la sua espressione si addolcisce. “se la svegliate con i vostri battibecchi , giuro che ve la farò passare io la voglia. Comunque , signor Malofy, si ricordi che questa è pur sempre casa nostra e non le permetto di parlare in questo modo sotto il nostro tetto. Sono stata chiara?”

Annuisco solo per non sentirla più brontolare. “e in quanto a te” continua rivolgendosi al figlio “voglio che tu abbia almeno un comportamento civile con il nostro ospite.”. Lui annuisce silenziosamente e io sono tentato di rincarare la dose con una battuta tagliente, ma preferisco abbandonarmi sui cuscini e lasciarmi scivolare nel sonno.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


UNDER YOUR SPELL

CAPITOLO 2

“Grazie per avermi portato la mandragola , Neville”.

Ancora la voce che ho sentito per tutto il tempo in cui ho avuto la febbre. Provo a sollevarmi e con mia grande sorpresa scopro che posso mettermi seduto senza sforzo. Le forze mi stanno a poco a poco tornando. Non vedo chi sta parlando, ma conosco solo una persona che ha un nome tanto cretino come “Neville”.

“non c’è di che.” Un attimo di silenzio. “Gin?”

“Mh?”

“La mia proposta è ancora valida”

“sei tanto caro, Neville, ma sappiamo entrambi che sarebbe uno sbaglio. Io ti voglio bene. Ti voglio veramente bene, ma…non posso…”

“lo so. Sono stato un idiota a continuare a insistere. Non ci pensare”

“Non sei un idiota, Neville. Sei una delle persone migliori che io conosca e sarei felice di…”. La voce di lei s’incrina per un momento.

“ma non puoi, giusto?” finisce per lei la frase.

“Grazie per aver capito”

Dopo qualche momento sento dei passi che si allontanano e Virginia Weasley entra nella stanza con in mano una pianta di mandragola in un vaso. Tiene gli occhi fissi sul pavimento, ma non ho difficoltà a intravedere le tante lacrime che vi albergano. Tira su col naso e si siede sulla poltrona dove l’ho vista dormire, appoggiando il vaso ai suoi piedi. Si copre il viso con le mani e rompe in un singhiozzo. Sono sicuro che sta tentando di piangere senza farsi udire da quelli di sopra. Una volta l’ho fatto anch’io, ma sono più che certo che le nostre ragioni sono completamente diverse. Lei non vuole far preoccupare i suoi genitori…io cercavo di non mostrarmi debole, indegno della loro stima…

Cerca nelle tasche qualcosa, probabilmente un fazzoletto per soffiarsi il naso, ma non lo trova. Si alza velocemente, ma i suoi piedi inciampano in qualcosa. Non so ancora come afferro al volo il suo braccio, slanciandomi di lato,  per impedirle di cadere, ma il mio corpo debole per la malattia non riesce a sostenere il suo peso e vengo trascinato giù dal letto con lei. I suoi occhi scuri sono sbarrati per la sorpresa e le sue guance sono umide per le lacrime.

“t- ti sei ripreso” mormora quando la porta viene aperta violentemente.

“Non la toccare” urla Fred - o George- attraversando la stanza come una furia e sbattendomi contro al muro. L’impatto mi mozza il respiro in gola. Le sue mani sono chiuse intorno al colletto del mio pigiama.

“Lascialo stare, Fred” grida lei tentando di liberarmi della sua stretta, ma lui non cede “Non mi ha fatto niente”

“Niente? Quello lo chiami niente? E allora perché stai piangendo, Ginny?” ringhia, facendomi sbattere di nuovo la testa contro alla parete.

“Fred! Fred!”

“lo ammezzerai!”. Il Weasley fricchettone lo immobilizza facilmente e lo allontana da me. Senza forza mi accascio al suolo. La gola mi brucia incredibilmente e faccio fatica a respirare.

“Stai bene?” mi chiede la mia ospite inginocchiandosi di fianco a me e accarezzandomi la fronte con due dita. Scaccio la sua mano come posso, sforzandomi di alzarmi, ma da solo con ce la faccio.

“Che cavolo state combinando?” .

Ci mancavano solo loro, penso, guardando l’inseparabile trio comparire sulla porta. San Potter, il Weasley dall’espressione vuota e Miss So-tutto-io.

“Malfoy ha aggredito Ginny” sbraita Fred. Il fratello maggiore non molla la presa, altrimenti sono più che sicuro che si scaglierebbe di nuovo addosso a me.

“Io ti faccio a pezzi Malfoy”

“No”. Virginia si frappone tra me e Ron. Non l’avevo mai visto così infuriato. Nemmeno quando ho dato della Mezzosangue alla sua preziosissima Granger. “E’ stato un incidente. Sono inciampata nel tappeto e Malfoy ha solo cercato di non farmi cadere, ma ci siamo ritrovati sul pavimento”. Ron si arresta di fronte a lei. I pugni sono serrati violentemente.

“Ma tu stavi piangendo” insiste Fred.

A queste parole, Ron compie un altro passo verso di me. Non distolgo i miei occhi dai suoi. Virginia gli mette le mani sul petto per non farlo procedere oltre. “Non mi ha fatto piangere lui. Non…non è colpa sua. Ron…ti prego

“E’ andata così?” interviene il Weasley fricchettone, fissandomi intensamente.

“Sì, più o meno è andata così” rispondo.

“Tu prova solo un’altra volta a mettere le mani addosso a mia sorella” dice Ron in un ringhio “prova anche solo a pensare di farle del male, Malfoy” pronuncia il mio nome come se fosse un insulto “e io ti ammazzo con le mie mani”. Dall’espressione del suo viso capisco facilmente che non sta mentendo. E’ la stessa minaccia che leggo anche sulla faccia degli altri due fratelli.

“dai andiamo” interviene la Granger, prendendolo per un braccio e cercando di trascinarlo fuori.

“Stasera rimarrò io con lui. Non voglio che succedano altri…incidenti

“Ron, sono io che mi sono offerta di ospitarlo. E’ una mia responsabilità…e poi non è successo niente”. Lui la supera senza rispondere, mi prende per un braccio e mi fa rimettere nel letto. Se solo potessi gli tirerei un pugno in faccia, ma non ne ho le forze. Odio essere così debole. E soprattutto odio esserlo con loro qui.

“ho detto che rimango qui io. Tu hai bisogno di riposo. Domani sei convocata al Ministero” chiude il discorso afferrando la sedia e accomodandosi di fianco al mio letto. Appoggia il mento sulle braccia incrociate sopra allo schienale e mi fissa direttamente negli occhi.

“Vieni di sopra, Gin. La cena si sta raffreddando”. La Granger le passa un braccio intorno alla vita e la conduce fuori. Ma lo sguardo di lei non si distoglie da me finché la porta non viene richiusa alle sue spalle. Sto ancora guardando il pannello di legno levigato quando due mani si chiudono nuovamente intorno al mio collo.

“Tu ringrazia il tuo Dio che mia sorella si è messa in mezzo, altrimenti avrei ridotto il tuo preziosissimo corpo di purosangue in un milione di pezzettini” ringhia Weasley “Nascondersi dietro alle gonne di una ragazza…questo è troppo anche per te, Malfoy”

“Chi ti dice che non mi sia già infilato sotto le gonne di tua sorella invece”

Solleva il braccio e chiude il pugno pronto a colpirmi.

“avanti, Weasley. Avanti. So che non aspetti altro da dieci anni a questa parte, ma sei sempre stato troppo vigliacco per farlo”. Le sue labbra si riducono a una fessura e il suo braccio scatta all’indietro per caricare il colpo.

“RON. NO!” scandisce una voce femminile. La Granger attraversa la stanza velocemente e posa un vassoio con un piatto fumante su un basso tavolino. “Lascialo” ordina nello stesso tono di voce pacato, avvicinandosi.

“Questo bastardo…”

“Può dire quello che vuole, Ron. Non ha più importanza ormai. Non c’è più nessuno che lo stia a sentire. E’ solo. Il suo mondo è andato in pezzi e…guardalo. Guardalo, per favore. E’ debole come un bambino, costretto a letto. La ricchezza della sua famiglia è andata distrutta. I suoi amici…morti o imprigionati. È un povero furetto senza denti. L’unica cosa che gli è rimasta è il suo veleno”

La rabbia mi fa distorcere le labbra in un ghigno, ma non rispondo. So che ha ragione. E lo sa anche Weasley che molla la presa.

“Tu sei troppo arrabbiato per occuparti di lui. Resto io”

“No! Potrebbe…”

“Oh lascia solo che ci provi” ribatte lei, estraendo la bacchetta “Non aspetto altro che un buon motivo per usarla” . Weasley scuote la testa in segno di diniego e mi lancia un’occhiata torva.

“adesso chi si nasconde dietro alle gonne di una ragazza, Weasley?” sogghigno. Lui vorrebbe aggredirmi di nuovo, ma la Granger glielo impedisce.

“Va’ di sopra”

Mi volta le spalle e raggiunge la porta.

“Pensaci Weasley. Perché tua sorella avrebbe dovuto salvarmi la vita se non le importasse nulla di me? Perché avrebbe dovuto rischiare così tanto se non mi amasse?”. Sentendo le mie parole si blocca. Un tremito lo scuote e i suoi pugni si chiudono nuovamente. E’ solo un istante, ma io me ne accorgo ugualmente.

Centro!

Mi abbandono contro i cuscini, degnando appena di uno sguardo la Granger seduta poco distante da me, con le gambe incrociate e la bacchetta in mano. Mi sta studiando.

“che hai da guardare?”

Lei non risponde, limitandosi a far dondolare mollemente una gamba annoiata. Mi immergo nelle coperte e chiudo gli occhi, ma non riesco a prendere sonno per molto tempo.

Perché Virginia Weasley avrebbe dovuto prendersi la responsabilità della mia vita? Non so con esattezza che cosa sia accaduto, ma da quello che ho potuto capire è chiaro che è per causa sua che io mi trovo qui, invece che in una cella. Che cosa può averla spinta a rischiare così tanto? E come diavolo ha fatto a tirarmi fuori da Azkaban?

 

Sto per mettermi a urlare. Continuo a mangiare quello che ho nel piatto senza nemmeno far caso al sapore, mentre intorno a me la tensione cresce ogni minuto che passa. Fred e George continuano a fissarmi e si trattengono dal dirmi cose che potrebbero ferirmi solo perché mamma li ha sgridati per bene prima che salissi dal seminterrato. Accanto al camino Bill pulisce un coltello che ha scovato in una tomba non so dove con fin troppo zelo. Harry è silenzioso, seduto di fianco a me. Si è fermato qui a cena come tutti i giovedì sera. Papà ha fatto qualche tentativo di conversazione, ma ha abbandonato l’impresa quando le uniche risposte che ha ottenuto sono state monosillabiche. E’ strano respirare quest’atmosfera alla Tana. Mai ci sono state tante tensioni e tante liti. Fred e George hanno dato il loro bel daffare ai miei genitori, ma credo che loro non li abbiano mai…delusi. Non come ho fatto io, la piccola e coccolata Ginny. Alla fine ho dovuto raccontare loro con esattezza che cosa è successo durante l’udienza e quale obblighi comporta il fatto di essere garante per qualcuno. Se poi questo qualcuno è accusato di essere un Mangiamorte, questi sono ancora più onerosi.

Quando Ron compare sulla porta che dà al piano inferiore ci voltiamo tutti a guardarlo. I lineamenti del suo viso sono tesi.

“Dobbiamo parlare”.

“veramente…” bofonchio.

“Adesso” ribadisce secco precedendomi in cortile. Poso il tovagliolo sul tavolo e lo seguo. Il cielo si è rasserenato e l’aria fresca della sera mi fa rabbrividire. Camminiamo in fretta nella semioscurità, dirigendoci verso il pozzo. È la parte del giardino più lontana dalla casa. Anche se urliamo è difficile che da dentro possano udirci. L’erba umida mi bagna leggermente i pantaloni e l’oscurità mi impedisce di vedere chiaramente dove metto i piedi. Finalmente Ron si ferma a pochi passi da me. Rimane voltato verso lo steccato. Mi stringo nello scialle azzurro e aspetto che lui parli per primo.

“lo ami?” mi chiede senza preamboli.

Sbatto le palpebre confusa e lo guardo girarsi verso di me. Le sue orecchie stanno andando a fuoco. Forse Malfoy gli ha riferito il discorso tra me e Neville…

“chi?” dico cautamente.                                            

Ron avanza verso di me e io mi sento intimorita da lui. Per la prima volta in vita mia ho paura di mio fratello. Mi prende per le spalle e mi scrolla violentemente.

“Malfoy, Ginny. È di Malfoy che sto parlando. Voglio sapere se lo ami. Voglio sapere se mia sorella si è completamente bevuta il cervello.”

“lasciami! Mi fai male” grido, divincolandomi.

Gli occhi di Ron si fanno ancora più grandi per lo shock. Congiunge le mani e se le porta alla bocca, come se stesse pregando. Io mi passo le mani sulle braccia per riscaldarmi e cerco di ricacciare indietro le lacrime.

“Voglio sapere perché piangevi” continua con voce apparentemente più calma.

“Non stavo piangendo” mento.

“Ginny, credi che io sia uno stupido? Credi che Fred sia uno stupido? Dannazione! Sei mia sorella…MIA SORELLA, capisci?”

“ed è per questo che devi avere fiducia in me” ribatto, compiendo un passo verso di lui.

“Allora è vero?”

“che cosa?”

“che sei innamorata di lui”

“No”. La mia affermazione si perde nella brezza della sera. Rimaniamo in silenzio per alcuni istanti.

“Domani parlerò con il Ministro. Gli spiegherò la situazione e gli chiederò di scioglierti dall’impegno”

“tu cosa?”

“hai sentito bene. Non voglio che mia sorella sia immischiata con un Malfoy. Non voglio che tu gli stia vicino. Non voglio che…Diavolo Ginny! E’ Malfoy. Ti rendi conto? Hai già dimenticato tutto quello che abbiamo passato per causa sua? Hai dimenticato che cosa ha fatto a Harry? A me? A Hermione e perfino a te?”

“no, Ron” dico a bassa voce “non ho dimenticato niente. Ma lui ha salvato la vita di Neville. E anche la mia”.

Ron mi guarda stralunato scuotendo la testa come se fosse infastidito da una mosca.

“Cosa?”

“hai capito bene. Ha salvato Neville quando Hannah Abbott è stata ferita. E la mia…una volta…”

“Quando? Ma di che diavolo stai parlando?”

Mi sistemo meglio lo scialle sulle spalle e mi avvicino al pozzo. Non riesco a vederne il fondo. E’ troppo buio e le luci della casa arrivano fioche fino a noi.

“E’ stato durante il mio primo anno ad Hogwarts. Io mi sentivo molto, molto sola. Mi mancava la mia casa e tu, Harry ed Hermione sembravate così affiatati, così irrimediabilmente chiusi nella vostra amicizia. Pensavo e forse non a torto che non avrei potuto farne parte. Poi trovai Tom Riddle. Lui diceva di voler essere mio amico. Lui diceva che io ero ... speciale. Mi fidavo di lui e gli rivelavo tutti i miei piccoli segreti. E la cosa peggiore è che lui mi capiva. Mi diceva le cose che avevo bisogno di sentirmi dire. Solo dopo qualche tempo cominciai ad accorgermi che c’era qualcosa che non andava. Avevo vuoti di memoria. Mi ritrovavo nel mio dormitorio e non mi ricordavo come avevo fatto ad arrivarci. E tutte quelle aggressioni…io sapevo di esserne coinvolta, ma non potevo dirlo a nessuno. A nessuno”

“Potevi dirlo a me”m’interrompe.

“Mi vergognavo” ammisi semplicemente “Come sempre voi tre scopriste il colpevole e io…mi sentii ancora peggio. Tom mi aveva tradita. E mamma non mi guardava più con gli stessi occhi. Vi leggevo il sospetto e la preoccupazione ogni volta che si fissavano su di me. Me ne accorsi quando lei e papà corsero a scuola dopo che Harry mi ritrovò nella Camera dei Segreti. E fu allora che cominciai a pensare che forse il Cappello Parlante aveva ragione. Sai mi ha chiesto se volevo essere messa tra i Serpeverde?”

“tu? Tra i Ser…”

“sì. E fu con uno di loro che mi confidai. Mi confidai con Malfoy”

“cosa?”. La voce stridula di Ron mi farebbe ridere se quello che sto raccontando non mi facesse così male.

“I corsi stavano per finire e io sarei stata costretta a tornare a casa, dove tutti sapevano. Sapevano quello che avevo fatto e…”
”Ma non è stata colpa tua. Nessuno ha mai pensato che …”

“Forse voi no, ma io sì. Non vi siete mai chiesti come mi sentissi io? Non vi siete mai chiesti se non provassi vergogna o rimorso?”

“ma…”

“Per favore lasciami finire. Come stavo dicendo,” inspiro a fondo e chiudo gli occhi per qualche secondo. Quando li riapro è come se mi trovassi di nuovo nella guferia quella notte d’estate. “Il dolore che provavo era troppo forte per essere affrontato da sola. Il pensiero che Percy…”

“Percy? Eri preoccupata per quello che avrebbe pensato Percy?”

“Percy. E Bill e tu…chissà cosa devono pensare di me i miei fratelli, continuavo a dirmi. E mamma. Come ho potuto dare un tal dispiacere a mamma. Piangevo e mi disperavo e non avevo neppure Tom a cui confidare le mie paure. Fingevo che tutto andasse bene, ma non era affatto vero. Una sera sgusciai fuori dal mio letto e andai nella guferia. Ero decisa a mandare un messaggio a mamma e a scappare via, lontano, dove nessuno potesse sapere che cosa avevo combinato. Avevo già legato la lettera di addio alla zampa di uno dei gufi della scuola, quando guardai il cortile dalla torre. E mi chiesi come sarebbe stato buttarsi da lì, librarsi nell’aria senza scope o altro. Pensai alla delusione che vi avevo dato e mi sedetti sul bordo della finestra. La luna piena era alta e luminosa nel cielo e io…mi sentivo così infelice. Mi chiedevo se nel mio cuore vi fosse qualcosa di sbagliato, qualcosa di cattivo e se era per questo che Voldemort mi avesse scelta. Mi sporsi ancora, lasciando penzolare una gamba al di fuori del parapetto. Quando improvvisamente sentii una voce alle mie spalle.

Se vuoi farlo, muoviti, mi disse.

Mi voltai e vidi Malfoy fermo sulla soglia. Sulla faccia aveva il solito ghigno crudele.

Lasciami in pace, Malfoy, risposi cercando di allontanarmi dalla finestra come se mi trovassi lì per caso. Ma lui me lo impedì. Si avvicinò a me e guardò di sotto.

Un bel salto, eh Weasley. Il tuo amato Harry Potter ti ha piantata per caso? È per questo che sei qui tutta sola soletta a disperarti?

Fatti gli affari tuoi, Malfoy risposi, cercando di andarmene ,ma il suo corpo quasi appoggiato al mio mi teneva inchiodata alla finestra. Tentai di nuovo, ma lui rise di me e mi imprigionò il mento con una mano e la nuca con l’altra.

Non giocare con la morte, piccola Weasley, se non sei pronta ad andare fino in fondo. mi disse. Che ne sai tu di quello che sono pronta a fare? ribattei, mostrando una sicurezza e una spavalderia che ero ben lungi dal provare.

Beh se non lo hai già fatto dubito che tu possa avere abbastanza fegato per buttarti. Senza contare che sporcheresti la tua bella magliettina da quattro soldi.

Sei disgustoso Malfoy ringhiai dandogli uno spintone. Lui mi afferrò le braccia e me le torse dietro la schiena. Tentavo di oppormi con tutte le mie forze, ma lui non si smuoveva di un millimetro. Mi spinse all’indietro verso la finestra.

Guarda giù, piccola Weasley. Guarda il prato e la serra sotto di noi. Vedi come sono piccoli? Ci vogliono almeno cinque secondi per raggiungere il suolo. Saresti capace di sopportare cinque lunghi secondi cadendo nel vuoto con la consapevolezza di morire? Ne saresti capace, piccola Weasley? Mi disse. Ero terrorizzata, semplicemente terrorizzata. Mi aggrappai a lui, piantandogli le unghie nelle braccia e tremando dalla paura. In quel momento mi accorsi che volevo vivere. Che volevo riconquistare la fiducia e la stima della mia famiglia. Ma soprattutto di me stessa. Sarei diventata più forte e più abile con gli incantesimi, per non farmi più ingannare a quel modo. Non volevo più essere debole e indifesa…

Ho capito. Ti prego…ti prego, lasciami andare, piansi. E lui lo fece. Mi rivolse qualche altra frase cattiva e mi seguì con lo sguardo correre giù dalle scale. Non ne abbiamo mai parlato. Non so se lui intuisse quello che si agitava dentro di me o se si è comportato a quel modo per divertirsi, ma…” mi volto di nuovo verso mio fratello e mi passo i palmi delle mani sulle guance per asciugare le lacrime “è per questo che l’ho fatto. Era il suo turno di essere affacciato dalla finestra della torre. Non potevo lasciare che si gettasse di sotto.”

Il silenzio cade tra di noi come un manto invisibile e pesante. Ron copre la distanza che ci divide e mi abbraccia forte. Immergo il viso nel suo torace e piango a lungo. Il mio corpo è scosso dai singhiozzi, ma mio fratello è qui con me. So che ci sarà sempre.

“Va bene, Gin. Va bene. Non piangere. Sistemeremo tutto. Non preoccuparti”

Annuisco piano e mi scosto da lui. Mi appoggia le mani sulle spalle e mi fa alzare il viso verso di lui. “non ho mai pensato che tu fossi debole. O che ci fosse qualcosa di sbagliato in te” mi dice e io mi chiedo se ha capito qualcosa del mio discorso. Ero io prima degli altri a dovermi convincere che tutto questo era vero. Sorrido e gli stringo una mano con la mia. So che questo è il suo modo di starmi vicino.

“Grazie, Ron” mormoro. Lui mi circonda le spalle con un braccio e mi conduce di nuovo verso casa.

“Sai che ti dico?”

“cosa?”

“che ho una fame da lupo!”

 

La visita al Ministero è stata più lunga del previsto. Molti dei miei colleghi volevano sapere tutto - o meglio tutto quello che potevo raccontare - sulla mia decisione di fare da garante a Malfoy. I pettegolezzi si sprecavano e il mio solo desiderio ,mentre mi tempestavano di domande e mi lanciavano sfrecciatine, era di poter tornare a casa. Ma ora che sono qui, cerco una scusa qualsiasi per andarmene di nuovo. Ho raccontato tutto ai miei genitori e l’intera storia a Ron, ma non avevo ancora affrontato lui. La febbre è sparita del tutto e un pallido color rosa è tornato a tingere le sue guance , fino a ieri sera mortalmente pallide. E’ ancora debole, tuttavia credo che per la fine della settimana potrà già alzarsi dal letto. Gli porgo una tazza di tè, che lui si porta alle labbra lentamente. I suoi occhi sono fissi nei miei, come se cercassero risposte che non voglio o che non sono capace di dare.

“E così non finirò ad Azkaban, non potrò usare la bacchetta e sono legato indissolubilmente a te per tre anni”. Mi inumidisco le labbra con la punta della lingua e annuisco.

“Sai Weasley, non riesco ancora a capire perché tu l’abbia fatto” dice con voce tagliente “Non ti sarai per caso innamorata di me?”. Sollevo la testa con uno scatto rabbioso.

“non per distruggere il tuo fragile ego, Malfoy, ma non sei poi così irresistibile”

“davvero?” mi dice, inarcando un sopracciglio. Mi alzo dalla sedia e afferro il libro posato sul tavolino. L’ho letto quasi tutto vegliandolo nelle lunghe notti in cui delirava e il suo corpo bruciava per la febbre. Lo apro casualmente e faccio scorrere lo sguardo sulla pagina, senza cogliere veramente quello che c’è scritto. Mi siedo nuovamente , mostrando palesemente di non badare a lui.

“eppure non mi sembrava che ti sia dispiaciuto che io ti abbia baciata”

Il libro mi scivola dalle mani e finisce sul pavimento con un tonfo sordo. Lui inclina la testa da un lato come per studiare con più attenzione la mia reazione. E io mi sento andare in panico. Raccolgo il libro e cerco di ricompormi.

“non so di che cosa tu stia parlando” rispondo, incrociando le gambe e tenendo gli occhi fissi sulla pagina.

“Io dico di sì”

“e io dico basta con queste sciocchezze! Mi chiedo perché io stia ancora qui ad ascoltarti” . Mi rimetto in piedi e faccio per andarmene quando le sue parole mi impietriscono

“perché sei attratta da me…oppure perché mi ami, Virginia” sogghigna. Mi volto verso di lui. Sento lo sdegno e il disgusto che mi distorcono la bocca in una smorfia.

Amarti? Dammi una sola ragione per cui dovrei amare o per cui dovrei essere attratta da uno come te, Malfoy”

Lui mi guarda fisso e io sostengo il suo sguardo con fermezza. I suoi occhi sembrano la superficie di un lago di alta montagna, così profondi e cristallini. Alla fine è lui a distogliere lo sguardo, voltando il capo dall’altra parte e osservando un punto indeterminato sulla coperta.

“Credo che la discussione sia chiusa” concludo con tono volutamente beffardo. Esco dalla camera e mi appoggio alla porta con la schiena. Non so perché sono stata così…cattiva. Continuo a ripetermi che devo avere pazienza con lui, che non può essere così perfido se ha salvato Neville e Hannah…e se ha salvato, seppur inconsapevolmente, anche me…ma non ce la faccio. C’è troppo veleno in lui. Troppo odio. Troppo rancore. Dov’è la luce che ha visto Silente? Io non riesco a trovarla. Per quanto mi sforzi non sono in grado di vedere altro che tenebre in lui. Ron aveva ragione: è ancora lo stesso dannato Malfoy, infido e strafottente. Non un cenno di ringraziamento, non una parola gentile, solo quell’aria di superiorità che ho sempre detestato.

Mi ripeto in continuazione che molto probabilmente è la sua unica difesa contro il mondo. Quella difesa che si è creato per non essere ferito o umiliato. Ma è difficile. È così difficile e io non so se sono capace di aiutarlo. Non so nemmeno se devo aiutarlo o se lui vuole essere aiutato.

Un lieve pop mi fa trasalire.

“Professor Silente” balbetto.

Si dev’essere materializzato.

“ciao Ginny. Sono venuto a vedere come sta il nostro protetto e a parlare con te”

“con me? M-ma certo. Posso offrirle qualcosa? Un po’ di tè?”

“Magari più tardi. Ora vorrei parlare con Draco, se non ti dispiace”

“Certo” rispondo” venga che l’accompagno”

Silente mi segue senza aggiungere altro fino alla stanza dove abbiamo sistemato Malfoy. “preferirei parlargli da solo” mi dice.

Lancio un’occhiata nervosa in direzione della porta. Sono un po’ preoccupata, ma Silente mi rassicura stringendomi affettuosamente il braccio e sorridendomi da sotto la folta barba bianca.

“l’aspetto di sopra” dico, prima di allontanarmi. Salgo in cucina e metto sul fuoco il bollitore per il tè. Mi siedo davanti alla finestra e aspetto. I minuti passano lentamente e io mi chiedo che sta accadendo al piano inferiore. Mamma entra in casa, carica di borse come sempre e io l’aiuto a sistemare la spesa, raccontandole della mia visita al Ministero e della comparsa di Silente, che dopo quasi un’ora ricompare finalmente sulla soglia della cucina.

“Preside, buongiorno” lo saluta mamma “si accomodi. Il tè sarà subito pronto”

“Grazie Molly”. I suoi occhi azzurri si fermano su di me attraverso le lenti a forma di mezzaluna. “Ho fatto una lunga chiacchierata con il nostro ospite e sono felice di comunicarvi che forse abbiamo raggiunto un compromesso” dice dopo un istante di silenzio. “ora dipende da te, Ginny”

“da me?”

“Come sua garante, dovrai stargli vicino quindi ogni decisione riguardante la sua vita dovrà riguardare anche te e viceversa”. Rabbrividisco, invasa da un brutto presentimento. Silente sembra intuire il mio stato d’animo e mi sorride. “oh non preoccuparti. È stato molto ragionevole” mi assicura e mi chiedo se lui abbia parlato proprio con lo stesso ragazzo odioso che avevo lasciato solo pochi minuti prima del suo arrivo. “Il numero di iscritti ad Hogwarts quest’anno è aumentato molto e ci servono nuovi insegnati. Potresti prendere in considerazione quest’idea?”

“Io? Un’insegnate?”

“Esatto. Chi meglio di un Auror può occupare la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure?”

“Ma il professor Lupin?”

“il professor Lupin rimarrà al suo posto. Ci servono due insegnati. Dato che non hai esperienza come docente ti affiderei solo i ragazzi del primo anno e le supplenze nelle ore in cui il Professor Lupin non si sente bene…sempre che tu lo voglia”

“Io? Signor preside…io non so che cosa dire…e Malfoy?”

“Ho offerto un incarico anche a lui”

“Ma preside, i genitori non…” esclama mamma con un tono di voce forse un po’ troppo alto.
”E poi non ha il permesso di usare la bacchetta…” intervengo io.

Silente solleva le mani con i palmi rivolti verso di noi.

“calma. Ne ho già parlato con il Ministro in persona e il Signor Caramell mi ha assicurato che non interferirà negli affari di Hogwarts. Qualsiasi lamentela verrà spenta sul nascere. E poi per l’incarico che avevo in mente non avrà bisogno di usare la bacchetta.”. Sorseggia piano il tè, che gli ha preparato mia madre, stando attendo a non scottarsi le labbra sottili “ Il Professor Piton” riprende dopo qualche istante “dovrà assentarsi per lunghi periodi di tempo e c’è bisogno di un altro insegnate di Pozioni. Draco lo sostituirà quando se ne presenterà la necessità. Preparerà pozioni per l’infermeria e darà ripetizioni ai ragazzi che ne avranno bisogno.”

“Malfoy…COSA?”sbraito, sfoderando lo stesso tono di Ron quando è sbalordito.

“lei sta scherzando, signor preside”

“io non scherzo mai sul corpo insegnate e sul Quidditch. Ma come ho già detto dipende da te, Ginny”

“vuol dire che Malfoy ha accettato?”

Silente si stropiccia i lunghi baffi bianchi distrattamente. “Ha detto semplicemente che non ha più nessun posto in cui tornare e che gli è…indifferente”

“beh Ginny cara, tu fai quello che ritieni più giusto per te. Lui…si adatterà”

“Vorrei rifletterci un po’ su, preside” taglio corto.

Silente annuisce alzandosi in piedi. “ora devo andare. Fammi sapere la tua risposta al più presto” dice “e ricordati che siete sempre i benvenuti ad Hogwarts. Tutti e due”

Improvvisamente si smaterializza lasciando dietro di sé solo il suo profumo di menta peperita.

 

Sono trascorsi due giorni da quando Silente ha fatto la sua comparsa nella mia stanza. Non so ancora perché non l’ho mandato direttamente al diavolo. Mio padre mi ha sempre ripetuto che Silente è stato la peggior disgrazia che potesse capitare alla scuola…me lo ha ripetuto così tante volte che ho finito per crederci. Se ora sapesse che lui è l’unico che mi ha offerto la possibilità di rimettere insieme quello che è rimasto della mia vita e se sapesse che io ho accettato, mi ucciderebbe con le sue stesse mani. So che ne sarebbe capace. Esco per andarmi a sedere sul dondolo sotto al porticato, ma con mia grande sorpresa vedo che è già occupato. Prima che possa fare marcia indietro indisturbato, lei gira il capo verso di me.

“Siediti un po’ qui. Dobbiamo parlare” mi dice, raccogliendo le ginocchia contro il petto. Io ignoro le sue parole e mi appoggio alla ringhiera. C’è tanta pace qui la notte. L’aria è riempita dal canto dei grilli e non una luce rischiara il giardino a parte quella delle stelle e della grande luna piena.

“di che cosa dobbiamo parlare?”

“del nostro futuro”

nostro?”. Lei china lo sguardo giocherellando con un filo che pende dalla sua gonna corta.

“Oggi ho parlato con il mio superiore al ministero” continua ignorando la mia affermazione “Silente ha già sistemato tutto. Se vogliamo diventare insegnanti di Hogwarts non dobbiamo fare altro che prendere l’Espresso al binario 9 ¾ il primo settembre.”

“Allora mi sembra che non ci siano più problemi”

“Ho sempre desiderato diventare un’insegnante. Silente lo sapeva. Ma tu? Tu che cosa vuoi fare?”

“Ha importanza?”. Lei mi guarda per qualche istante senza rispondere. “Forse no” ribatte alla fine , superandomi come una furia e dirigendosi verso la porta d’ingresso. “Tra due settimane andremo ad Hogwarts. Ti conviene ripassare come si preparano le pozioni se non vuoi che tutti si accorgano fin da subito di quanto tu sia incompetente. Questa volta non ci sarà Piton a coprirti”

*******

Non mi ricordavo che la partenza per Hogwarts fosse così caotica. Ragazzini che corrono da tutte le parti. Genitori in lacrime. Grida di gufi e civette che riempiono il binario…e non mi ricordavo che gli ultimi saluti fossero così penosi…

“E così non potremmo più lavorare insieme”mi dice a bassa voce.

“A quanto pare no . Spero che il tuo nuovo compagno sia all’altezza di te” rispondo, porgendogli la mano. Lui la trattiene nella sua a lungo.

“Tu lo sei” mi dice e il mio cuore comincia a battere più forte. Lo sento nella mia gola, come se stesse per balzarmi fuori dal petto. E’ solo un attimo, poi Harry lascia la mia mano e mamma ricomincia le sue raccomandazioni, ma il mio sguardo indugia ancora sul migliore amico di mio fratello. Intorno a noi gli ultimi ritardatari corrono verso il treno, ma io continuo a fissare Harry, cercando una spiegazione per le sue parole. Per il tocco caldo e sconvolgente della sua mano. E il suo sguardo così serio e triste.

“Non essere troppo severa con loro. Sono solo dei bambini. Ma ricordati anche ci vuole polso con i ragazzini di quell’età” mi dice mamma.

“Lo sa, ma! Non continuare a riempirle la testa di cose che si dimenticherà non appena salirà sul treno” esclama George, subito fulminato da un rimbrotto da parte di lei. Ron, Hermione ed io scoppiamo a ridere, mentre mamma strapazza ancora una volta i gemelli.

“in carrozza!” grida il capotreno.

“e’ ora. Stai attenta e scrivi spesso”

“Lo farò”

“Mi mancherai, Gin” mi sussurra Ron in un orecchio. La sua voce è strozzata e imbarazzata e io provo un moto di affetto ancora maggiore per lui. Poi è la volta di Hermione, la mia migliore amica. All’inizio credevo che noi due fossimo “amiche per riflesso” dato che lei è amica di Ron. Ma in questi anni mi ha sempre dimostrato la sua lealtà e il suo affetto come solo una vera amica può fare. “ non abbassare mai la guardia, Ginny” mormora e io non ho difficoltà a capire a chi si riferisca.

“Credi che oserebbe farmi del male ad Hogwarts?” le chiedo scostandomi da lei scioccata.

“affrettarsi prego” urla il capotreno. Devo andare, ma voglio sapere perché Hermione mi abbia detto una frase del genere.

“Si può far male in molti modi a una persona. Tu … stai solo attenta.” Mi bacia su una guancia e mamma mi spinge verso il treno.

“ciao cara” mi saluta mentre lei e i gemelli mi issano quasi di peso sul vagone. Il mio sguardo rimane fisso su Hermione. Ron le ha circondato la vita con un braccio. Harry è appena dietro di loro. E io non sono mai stata tanto confusa in vita mia. Solo quando le porte si chiudono e il convoglio comincia a muoversi lasciando la stazione dietro di noi, mi decido a raggiungere il mio scompartimento.

Malfoy sta guardando fuori dal finestrino con le braccia incrociate sul petto. “Che scena commovente” ghigna non appena mi sente entrare.

Io non gli rispondo prendendo posto di fronte a lui. I miei pensieri continuano a tornare alle parole di Hermione e all’espressione di Harry. Perché ora? Perché proprio adesso che me ne sto andando? Perché proprio ora che cominciavo a farmene veramente una ragione? Perché doveva ancora una volta sconvolgere i miei sentimenti? Lui…è sempre stato il mio chiodo fisso. Il mio primo vero amore. Il ragazzo che non potrò mai dimenticare. Ma avevo finito per convincermi che lo avevo idealizzato troppo. Che l’Harry Potter che amavo in realtà non esisteva e in questo modo ero riuscita a cancellarlo almeno in parte dai miei pensieri. E per lo meno fino ad ora…

“Ginny, Draco. Buongiorno” . La voce del Professor Lupin mi strappa dalle mie riflessioni. Gli rivolgo un largo sorriso di benvenuto e sposto la borsa per farlo sedere accanto a me.

“E così comincia un altro anno!” commenta, lasciandosi cadere sul sedile con uno sbuffo. I suoi capelli sono diventati ancora più grigi dall’ultima volta che ci siamo visti, anche se i suoi vestiti sono meno malandati. Le rughe gli solcano il viso senza rendere la sua espressine arcigna o dura. Nonostante tutto è sempre un uomo affascinante. Non come Sirius, ma non è il classico professore gentile e intelligente , ma irrimediabilmente brutto. Mi chiede se ho bisogno di qualche consiglio per il mio programma didattico e io sono più che felice di parlare con lui di questo, sperando, in questo modo, di distogliere la mia mente dal pensiero di Harry…o di Malfoy che per tutto il tragitto non spiccica una parola e rimane con gli occhi inchiodati fuori dal finestrino. L’Espresso arriva in stazione all’imbrunire. Scendiamo dal treno , facendoci largo tra gli studenti. Il professor Lupin afferra la sua valigia e si offre di portare anche i miei bagagli, ma io declino l’invito.

“Se speri che ti faccia da schiavetto e che te li porti io, ti sbagli di grosso” sibila Malfoy passandomi di fianco.

“No, non conto di certo su di te, furetto” rispondo nello stesso tono di voce.

“cominciate già a litigare, bambini” ride una voce poderosa alle nostre spalle.

“Hagrid” dico, abbracciandolo. Le mie braccia sono lunghe abbastanza per circondare un terzo della sua ampia vita. Lui mi accarezza piano la testa un po’ imbarazzato. “sono contenta di rivederti”

“Anch’io, bambina” risponde con voce rotta “ma ora è meglio che faccia il mio dovere. Ci vediamo a cena” dice per poi allontanarsi gridando “primo anno! Da questa parte!”

“e’ meglio che ci affrettiamo anche noi. Da questa parte” dice il Professor Lupin precedendoci verso una delle carrozze. Le luci del castello si riflettono sull’acqua del lago, solcato dalle tante barche cariche di studenti. E quando la carrozza comincia a muoversi mi sembra quasi di star facendo ritorno a una seconda casa…a un luogo che amo e che ha significato così tanto nella mia vita: Hogwarts.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Singhiozzi a stento trattenuti mi accolgono nella sala insegnati. Impreco a mezza voce. Speravo che a quest’ora di notte questo posto fosse deserto. Vedo qualcuno accoccolato sulla poltrona con il viso nascosto tra le mani e una cascata di capelli rossi sparsi sullo schienale verde. Non ho difficoltà a capire di chi si tratti.

“Ti manca il tuo amichetto Potter?” le chiedo con voce tagliente. Weasley trasale sollevando il capo di scatto

“Che cosa ci fai ancora in piedi?” ribatte tirando su con il naso. Possibile che questa ragazza non abbia mai un fazzoletto quando serve? Le porgo un po’ scocciato il mio. Spero solo che lo lavi prima di rendermelo.

“grazie” bofonchia, asciugandosi le lacrime e soffiandosi il naso, che è incredibilmente rosso. “non credevo che cedessi così presto” continuo, accomodandomi sulla poltrona di fronte alla sua. La luce calda del fuoco lambisce i nostri visi e getta strane ombre nella stanza.

“che intendi dire?”

“Esattamente quello che ho detto. Non credevo che sentissi così tanta nostalgia di casa. E del tuo grande amore”. La sua bocca s’incurva all’ingiù e un singhiozzo rimbomba per la stanza deserta. Alzo gli occhi al cielo chiedendomi che cosa ci faccio ancora qui! Non posso semplicemente andarmene?

“Non è per questo” mormora con un filo di voce. Riporto la mia attenzione su di lei. Ha le gambe incrociate sotto il sedere e il plaid drappeggiato sulle spalle. Sta tentando di non piangere. So che non vuole dimostrarsi debole proprio davanti a me. “E’ solo che…” continua con voce sempre meno sicura “che i miei studenti mi odiano” . Nasconde il viso nel fazzoletto e io mi trattengo dal scoppiare a ridere.

“E come dargli torto? Avranno già capito quanto tu sia incompetente … mi sembra che mi avessi detto così una volta o sbaglio?”

“oh sta’ zitto, Malfoy” ringhia in un tono di voce che riconosco come suo. “Solo perché tu…” s’interrompe mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Sì?” insisto intuendo dove stava andando a parare.

“Solo perché tu sei diventato molto popolare non significa che…”

“Molto popolare? Dì pure che metà delle studentesse di questa scuola sono follemente innamorate di me”

“Ragazzine. Sono solo delle ragazzine! E’ logico che siano innamorate di te!”

“davvero?” ribatto sporgendomi verso di lei. Le sue guance diventano improvvisamente di un ricco e profondo color rosso.

“Beh sei tu che ti aggiri per la scuola facendo il bello e dannato. Ti vesti sempre di nero, non dai confidenza a nessuno…”

“Mi stai dicendo che sono bello, Weasley?”. Lei batte un pugno sul bracciolo imbottito della poltrona e si sistema meglio la coperta sulle gambe. “Hai capito che cosa voglio dire! Tu sei per loro la novità più eclatante di quest’anno. E poi tutte quelle storie che circolano su di te…”

“quali storie?”

“Fandonie! Tutte fandonie! Non c’è un solo grammo di verità sui tuoi presunti duelli o sulle tue conquiste amorose tanto decantate.”

“ah sì?mi chiedo chi abbia messo in giro certe menzogne su di me” le dico, strofinandomi il mento con una mano. Lei strizza gli occhi come se volesse fulminarmi con lo sguardo.

“non è questo il punto. Il punto è…”

“Che i tuoi studenti di Serpeverde dell’ultimo anno oggi , durante l’ora di supplenza di Lupin, hanno fatto un incantesimo alla tua sedia e non appena ti sei seduta questa è diventata acqua facendoti cadere a terra come un sacco di patate e bagnandoti completamente.”

“Come fai a saperlo?”

“beh ho insegnato io loro la formula”

“TU COSA?” sbraita alzandosi in piedi. E io mi metto a ridere.

“Avrei voluto vederlo! Ma in quel momento stavo dando ripetizioni a Melissa McBouder. Ripetizioni molto, molto private!”

La sua espressione passa dall’arrabbiato al scioccato e il mio divertimento aumenta. Siamo qui da poco più di un mese e devo ammettere che non sapevo che mi sarei divertito così tanto. Insegnare mi piace. Posso tiranneggiare i miei studenti, soprattutto gli odiosi Griffondoro, Posso assegnare punizioni senza limiti di sorta e con l’aura di mistero che mi sono creato intorno, tutti mi temono o mi venerano. Specie, inutile dirlo, le ragazze. Dato che ho finito la scuola quattro anni fa, molti si ricordano di me. Mi chiamano “il rivale di Potter”…non so se esserne disgustato o lusingato.

“DRACO! MA E’ UNA STUDENTESSA! E’… E’ IMMORALE, OLTRE CHE ILLEGALE!”

“ per te sono il signor Malfoy, signorina Weasley” sogghigno, mentre lei ancora confusa scuote la testa aprendo e chiudendo la bocca come per inalare più aria.

“hai mai pensato ad assegnare delle punizioni?”cambio argomento.

“punizioni?”

“sì, compiti in più o altre belle cosine da svolgere…oggi ho assegnato un tema di dieci pagine a uno dei miei studenti. Titolo: spiega in modo dettagliato e riportando degli esempi perché la Grediana è più efficace della Fredietra nell’avvelenamento. L’ho assegnato a un Griffondoro e gli ho intimato di fare un lavoro molto accurato se non vuol passare metà del prossimo mese in punizione”

“Ma…sono la stessa cosa. La Grediana e la Fredietra sono la stessa pianta!”

“È per questo che è divertente”dico, alzandomi in piedi e aggiungendo un altro pezzo di legno nel camino. Le mie mani una volta ben curate si stanno indurendo. Non potendo usare la bacchetta, devo svolgere molti compiti manuali, come mettere ciocchi di legna nel camino e trasportare i calderoni. Ma non posso lamentarmi. Ricordando i tormenti di Azkaban perfino Hogwarts con il suo stomachevole preside e gli idioti che mi fanno da colleghi appaiono sopportabili.

“sono stanco. Me ne vado a letto. Senza contare che la compagnia non è delle migliori. Almeno se ti dessi un po’ da fare…” sogghigno, lanciandole un’occhiata che non può fraintendere. Ma lei continua a mantenere lo sguardo fisso di fronte a sé, concentrata sulle sue meditazioni.

“Secondo te, se domani faccio interrogazioni a sorpresa, togliendo punti alle case di appartenenza, sarebbe una cosa … giusta?” mi chiede.

Mi stringo nelle spalle e la supero senza darle risposta. Sono davvero stanco e ho bisogno di riposo.

 

Non mi sono mai sentita così soddisfatta in tutta la mia vita…magari proprio in tutta la mia vita no, ma nelle ultime cinque settimane sicuramente. Vedo Malfoy , stretto nel suo mantello nero, incedere con passo sicuro nel corridoio. Non ha bisogno di scansare gli studenti, sono loro che si fanno da parte per farlo passare. Mi sistemo i libri sotto al braccio e mi avvicino sfoderando un sorriso.

“volevo ringraziarti” dico fermandomi di fronte a lui. Le sue sopracciglia si corrugano leggermente , mentre tenta di capire a cosa mi riferisca. Il mio sorriso si allarga sulla mia faccia. “per il consiglio che mi hai dato ieri sera. Ho interrogato i miei studenti”. Lui mi rivolge un’espressione scocciata e menefreghista, guardando il giardino spazzato dal vento freddo.

“Beh se è solo per questo, puoi anche smetterla di farmi perdere tempo” mi dice. Alcuni studenti si sono voltati verso di noi. Credo che abbiano sentito. E anche lui ne è consapevole. Ci gode nel mettermi in imbarazzo. Prosegue di qualche passo prima che io lo richiami. Ha la stessa espressione di sempre.

“volevo solo dirti che Serpeverde ha perso trentaquattro punti grazie al tuo suggerimento” sogghigno prima di voltagli le spalle. Compio qualche passo e mi giro di nuovo verso di lui. ”Quasi mi dimenticavo…Griffondoro ne ha guadagnati venticinque!”. Me ne vado ridacchiando tra me e me. La vecchia rivalità, fomentata dal ritorno a scuola, è tornata più forte di prima. Se Malfoy e Piton parteggiano apertamente per Serpeverde perché io non posso fare altrettanto con Griffondoro?

La giornata sta proseguendo nel migliore dei modi. Sto cominciando a conquistare la stima dei miei studenti e mi sono presa una piccola rivincita su Malfoy…se solo questa spalla smettesse di prudere! Busso alla porta di Lupin , sperando di non disturbarlo. La sua voce stanca mi dice di entrare. Sta un po’ meglio rispetto a ieri , ma è ancora debilitato dalla luna piena.

“Com’è andata la lezione, Ginny?” mi domanda.

“A meraviglia!” rispondo, sorridendogli. Lui mi guarda un po’ scettico, ma mi sorride a sua volta. “Ne sono felice. Posso offrirti qualcosa?”

“No, grazie. Volevo solo chiederti se hai qualche rimedio per uno sfogo cutaneo”

“Sfogo cutaneo?”. Scuote la testa in segno di diniego. “Credo che dovrai andare da Madama Chips”

“Ci ho provato” spiego “ma si è dovuta assentare da Hogwarts per andare a comprare non so che cosa per l’infermeria”

“Allora credo che dovrai chiedere a Piton. Mi sembra il più adatto”

“P-Piton?” dico , trasalendo. Lui annuisce piano. “c’è qualche problema?”

Scuoto la testa , ma non ne sono convinta. “oppure a Draco. È davvero molto bravo. Non come Piton, ma è giovane e può ancora migliorare” mi dice, forse credendo di farmi sentire meglio. Il mio buon umore si è improvvisamente dissolto.

“Sei pallida. E’ meglio che tu ti sieda un attimo”

“no, no. Va tutto bene! Ho una lezione. È meglio che vada se non voglio fare tardi” bofonchio fiondandomi fuori dalla porta.

Accidenti! Mi ci mancava solo questa! Solo pensare di rivolgermi a Piton per un problema del genere, mi fa rabbrividire dal ribrezzo. Immaginare i suoi piccoli e malevoli occhi neri che si soffermano su di me… D’altra parte non mi sentirei molto più a mio agio con Malfoy. Eppure anche Lupin mi ha dato lo stesso consiglio della McGranitt.

Entro in classe con passo spedito e guardo severamente i ragazzi del quarto anno. Casa di appartenenza: Serpeverde.

“Spero che abbiate ripassato quello che abbiamo fatto ieri perché oggi ci sarà un’interrogazione a sorpresa!”

 

Un leggero bussare alla porta mi distoglie dalla lettura. Guardo l’ora e mi accorgo che sono quasi le undici. Mi alzo dalla poltrona e apro la porta.

“Virginia Weasley” la saluto, sorpreso di vedere proprio lei, qui nei sotterranei di Serpeverde. Lei si stringe addosso il maglione scuro e arrossisce.

“ho bisogno di un favore” dice con voce strozzata. Sento già che un sorriso cattivo mi si distende sulle labbra.

Mi faccio da parte per farla entrare nella mia camera, ma lei rimane impietrita nel corridoio, strabuzzando gli occhi come se mi fossi appena spogliato di fronte a lei.

“Non vorrai discuterne in corridoio, vero?” le dico con tono di voce sbrigativo. Lei comincia a mordicchiarsi il labbro inferiore come le ho già visto fare migliaia di volte ed entra lentamente. Richiudo la porta alle sue spalle, pensando a come potrei spaventarla ulteriormente. Il suo sguardo vaga sui libri sparsi in tutta la stanza, sul mantello appeso di fianco al fuoco ad asciugare, sulla poltrona…

“allora?”

Lei si volta verso di me, mettendosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

“Ho un problema…ehm…di natura medica…”

“E perché vieni da me?”

“non verrei da te se non fosse un’emergenza e se Madama Chips non ci fosse!” sbotta, rossa in viso.

“Se devi chiedermi un favore, questo non è di certo il tono migliore da usare” sogghigno avvicinandomi a lei.

“scusa” mi risponde con lo stesso tono di voce “mi vuoi aiutare oppure no?”

“Sentiamo, qual è il problema?”

“qualche studente deve essersi introdotto nel mio bagno e deve aver messo una sostanza irritante su uno dei miei asciugamani”

“hai portato l’asciugamano?” . Annuisce estraendo un asciugamano azzurro dalla borsa che ha sotto al braccio. Scuoto la testa con disappunto prendendo l’attizzatoio e afferrando con quello l’asciugamano.

“Mi chiedo come tu sia riuscita a diventare un Auror. Vigilanza costante! Non ti ricordi cosa ripeteva Moody in continuazione?”

“Io mi ricordo quando ti ha trasformato in un furetto” ride e io sono tentato di sbatterla fuori di qui, senza darle più ascolto. Deve aver intuito i miei pensieri perché si affretta a cancellare il sorriso dalla faccia e il divertimento dalla voce chiedendomi se riconosco la sostanza.

“potrebbe essere della Verdia o della Trementa. Entrambe lasciano questo riflesso verdastro sulle stoffe su cui sono applicati. Ed entrambe si trovano facilmente nelle scorte della scuola. I loro effetti sono molto simili, ma la cura molto diversa. Dovrò vedere lo sfogo” dico, continuando ad esaminare l’asciugamano.

“devi proprio?” tentenna.

“Sei più stupida di quanto pensassi, Weasley! Come puoi pretendere che io possa fornirti una cura se non vedo neanche che cos’hai!”

“Lo so benissimo” inveisce “è solo che speravo che non fosse necessario” la sua voce si riduce a un bisbiglio. “è qui. Su una spalla”. Lentamente si sfila il maglione e si slaccia i primi bottoni della camicia. Sono come ipnotizzato dai suoi gesti … dalla sua pelle lattea e priva di lentiggini, a differenza delle sue guance. Lei sembra accorgersi del mio rapimento perché si ferma titubante. Mi affretto a riprendere il mio solito cipiglio strafottente e lei mi volta le spalle, scostando i lunghi capelli rossi per farmi vedere una macchia rossa sulla spalla sinistra.

“puoi fare qualcosa?”.

Accarezzo con la punta delle dita la pelle per sentire se è molto ruvida e lei trasale. Con mio grande stupore mi accorgo che anche le mie mani tremano.

“sì” dico , riacquistando a fatica il pieno controllo di me stesso e cominciando a cercare qualcosa nel mio cassettone “Mettici questa pomata, finché non sarà sparito del tutto. Il che dovrebbe avvenire tra non più di ventiquattro ore”. Quando mi volto nuovamente è perfettamente vestita. Il suo viso è ancora incredibilmente rosso.

“Grazie” risponde, prendendo il recipiente dalle mie mani. Le nostre dita si sfiorano appena eppure percepisco come una scossa elettrica che passa tra di noi. “beh buonanotte” mormora e scappa via dalla mia stanza.

 

“basta così, grazie”. Silente ferma un gesto la teiera , che vola di nuovo verso il vassoio senza essere sollevata da nessuna mano.

“e così tu non ne sai niente” dice il preside portandosi la tazza alle labbra. Scuoto la testa in segno di diniego. “strano. Molto strano. Sono stato costretto a sorbirmi le lamentele di due genitori inviperiti per quasi un’ora e tu dici di non saper nulla di quello che un certo Ross possa aver fatto”. Scuoto nuovamente il capo posando la tazza sul piattino.

“No, signor preside. Gli ho assegnato io stessa un tema abbastanza lungo una settimana fa, dato che mi aveva infilato un topo morto nel cassetto della cattedra, ma dopo quell’episodio non ho più avuto occasione di incontrarlo. È un allievo del professor Lupin, che stavo sostituendo per via della sua debolezza”

“capisco. E quindi tu non sai proprio perché Draco gli abbia fatto pulire una tonnellata di vermi con cui Hagrid nutre il suo ultimo cucciolo?”

“Malfoy ha fatto cosa?”

“Mi è giunta voce anche che tu abbia avuto dei lievi problemi di salute qualche giorno fa. Uno sfogo cutaneo su una spalla, se non sbaglio. Niente di doloroso, ma molto , molto fastidioso” continua ignorando volutamente la mia domanda.

“Sì “rispondo confusa.

“E tu non pensi che questo Ross possa essere entrato nel tuo bagno di nascosto per vendicarsi di te e del fatto che l’avevi messo in imbarazzo davanti a tutta la classe assegnandogli un tema dal titolo: perché i maschi pensano che le donne debbano essere terrorizzate dai topi morti?”

“vuol dire che Malfoy..”

“Io non ho detto niente del genere. Stavo solo…come dire? Ragionando”

“potrebbe scusarmi, signor preside?” dico alzandomi in piedi senza aspettare la sua risposta. “certo certo”! mormora mentre io scendo le scale come una furia. E’ domenica pomeriggio e gran parte degli studenti è dispersa nei prati verdi attorno alla scuola. Scendo velocemente i gradini, sistemandomi il mantello nero sulle spalle ed esco in giardino. Lo vedo seduto all’ombra di un albero a leggere un libro. Mi dirigo verso di lui, tentando di calmarmi, ma inutilmente.

“Perché lo hai fatto?” gli chiedo senza preamboli.

“Fatto cosa?”

“lo sai benissimo”

“ti ha dato di volta il cervello, Weasely? Non so a cosa tu ti riferisca!”

“A Ross. Come hai fatto a scoprire che è stato lui ha farmi lo scherzo dell’asciugamano?”

“Ah! È stato lui?”

“smettila di fare così! lo sai benissimo che è stato lui! per questo gli hai assegnato la punizione dei vermi”. Lui scatta in piedi. Mi torreggia, ma io non mi sento affatto intimorita da lui.

“se gli ho assegnato una punizione ciò significa o che se la meritava o che l’ho fatto per divertirmi. Non di certo per difendere qualcuno. Tanto meno un Weasley!” ribatte velenosamente, prima di allontanarsi.

“Non ho ancora finito di parlare con te” gli grido raggiungendolo.

“ma io non gradisco più la tua compagnia, Virginia” ribatte, entrando nel castello e sbattendomi bellamente la porta in faccia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Nuova pagina 1

CAPITOLO 4

Adoro la notte di Halloween. Le decorazioni quest’anno sono incredibilmente belle. Centinaia di zucche galleggiano nell’aria con i loro ghigni crudeli e la luce tremula delle candele al loro interno. Finte ragnatele - quanto finte?- sono applicate un po’ ovunque e il castello ha assunto un’aria lugubre e “polverosa”. Sto per andare nella mia camera sulla torre dei Griffondoro, quando una voce mi chiama piano. Mi fermo in mezzo al corridoio, cercando la persona che mi ha chiamato ,ma non vedo nessuno.

“professoressa Weasley” prova di nuovo “Sono qui. Qui dietro all’armatura”

“Sarah, ma cosa ci fai lì?” le chiedo avvicinandomi. Anch’io sto bisbigliando.

“Ho un assoluto bisogno di parlare con lei, professoressa”

Sbatto un paio di volte le palpebre confusa e le porgo una mano per uscire da lì dietro.

“no, non voglio che mi vedano. Possiamo incontrarci nell’aula dove di solito facciamo lezione tra dieci minuti?”

“Sì, sì va bene” rispondo, mentre lei sguscia via da dietro all’armatura e si allontana. Sarah è la sorella di una mia ex compagna di camera, Mary Luhmann, ed è davvero molto timida, ma non credevo fino a questo punto…e poi perché tanta segretezza? Compio il tragitto più lungo per arrivare fino alla classe, ammonendo gli studenti che trovo in giro che dovrebbero andare nei loro dormitori, dato che il divieto di aggirarsi nella scuola scatterà tra poco meno di mezz’ora.

Quando arrivo nell’aula, scorgo il profilo di Sarah in piedi davanti a una delle grandi finestre. Sto per accendere la luce, ma lei mi blocca con un piccolo gridolino.

“Stai tranquilla, va tutto bene” dico , accendendo la luce e così facendo mi accorgo che ci sono altre tre ragazzine del quarto anno, tutte estremamente intimorite.

“Qual è il problema?”.

“vede…forse sbagliamo a parlarne con lei , ma … Ho scritto a mia sorella e lei mi ha detto che se c’è un’insegnate a cui possiamo rivolgerci è proprio lei…” mormora Sarah, che evidentemente è la portavoce del gruppo. “ne abbiamo parlato anche tra di noi e abbiamo deciso di confidarci con lei”. Mormorii di assenso provengono dalle altre , strette le une alle altre, come se si dovessero difendere da un nemico.

“avete un problema con qualcuno degli insegnati? Con Piton magari?”

Lei scuote la testa in segno di diniego. “Non proprio” aggiunge dopo qualche istante.

“beh non posso aiutarvi se non mi dite chiaramente qual è il problema”

“Il problema sono i ragazzi” sbotta una delle altre. Mi pare che si chiami Phoebe. China lo sguardo imbarazzata ,mentre i suoi si riempiono di lacrime.

“ecco…è da un po’ di tempo che un ragazzo lascia dei bigliettini a Phoebe in mezzo ai libri. Questo ragazzo si chiama Aron Green”riprende Sarah.

“Lasciatemi indovinare…casa Serpeverde?” la interrompo. Phoebe annuisce.

“va’ avanti”

“In uno di questi le ha chiesto un appuntamento per sabato sera vicino al lago. Ma Phoebe non è potuta andare perché era in punizione e così ieri mattina…”

“sì?”

“Green le si è avvicinato, l’ha presa per le spalle e…l’ha baciata! E poi è detto che è così che vanno trattate le donne!”

“COSA?” sbraito, prima di riprendere il controllo “e non siete andati subito da un insegnate?”

“Non era necessario” singhiozza Phoebe , nascondendo il viso nella spalla di una compagna.

“vede…il Professor Malfoy era lì e quando Green si è allontanato gli ha detto…”

“Sì?”

ben fatto” sussurra con un tono di voce talmente flebile che fatico ad udirla.

Avverto che le mie orecchie stanno andando a fuoco per la rabbia. Rimango per qualche istante lì a osservarle con la bocca spalancata, incapace di una qualsiasi reazione razionale.

“è per questo, professoressa Weasley, che ci siamo rivolte a lei…se tutti i ragazzi cominciano a… noi come possiamo…”

“ora tornate nel vostro dormitorio” dico , avendo ripreso l’uso della favella “parlerò io con il professor Malfoy”. Quello che mi esce è poco più che un ringhio.

Mi dirigo a tutta velocità verso i sotterranei dei Serpeverde più che sicura di trovarlo lì. Molti studenti mi guardano curiosi o sospettosi, ma io non bado a loro. Entro come una furia nella sala comune e lo vedo seduto accanto al camino intento a leggere un libro.

“Professor Malfoy, ho bisogno di conferire con lei. Immediatamente” dico , tentando di mantenere un tono di voce normale, ma so che è impossibile. Lui mi guarda al di sopra del libro con un’espressione falsamente mortificata.

“mi rincresce incredibilmente , professoressa Weasley, ma ora non ho proprio tempo”.

Risolini a stento trattenuti serpeggiano per la sala. Molti studenti cercano di contenere le risa, quando poso il mio sguardo inviperito su di loro, ma la maggior parte se ne infischia. Ed ora che estraggo la bacchetta e la punto verso la poltrona di Malfoy. Pronuncio una formula magica a bassa voce e la poltrona sobbalza talmente violentemente che Malfoy cade faccia a terra. La sala ammutolisce.

“ho detto immediatamente” ringhio precedendolo fuori di lì.

“sei uscita di senno, Weasley?”

“ah sarei io quella uscita di senno , Malfoy? E tu? Permetti ai tuoi studenti di baciare le ragazze contro il loro volere. Non ti sembra…”

“Beh è così che le donne vogliono essere trattate”                       

“Cosa? Io non credo alle mie orecchie! Ma che ti dice il cervello?”

“esattamente quello che ho appena detto. Se tu non fossi sempre così rigida e impettita potresti…anzi dovresti trovarlo piacevole!”

“Essere usata come un oggetto. Essere ridicolizzata davanti a tutta la scuola? Ah questo è classico di te!” sbraito, ormai senza più badare a chi possa sentire la nostra discussione.

“Scusa tanto se insegno ai miei ragazzi a divertirsi”

Divertirsi? Prendersi gioco dei sentimenti delle ragazze è un divertimento per te? Ma certo!” dimenticavo che tu sei un Serpeverde

“vuoi metterti contro di me, Griffondoro?”

“non aspetto altro” sibilo, fissandolo direttamente negli occhi. Siamo così vicini che solo pochi centimetri dividono i nostri nasi. La bacchetta è ancora stretta nel mio pugno e pronta all’uso.

“Basta così”. Una voce possente interrompe la nostra lite. Silente è in piedi sulle scale, affiancato dalla McGranitt e da Piton. Non so come ci siamo ritrovati nel grande ingresso della scuola e centinaia di occhi sono puntati su di noi.

“Ragazzi, rientrate subito nei rispettivi dormitori. Il divieto di aggirarsi per la scuola è scattato cinque minuti fa” dice Silente calmo “in quanto a voi due…nel mio ufficio. Subito”. Rivolgo ancora un’occhiata in cagnesco a Malfoy. Lui me la restituisce appieno. Seguiamo Silente fino al suo ufficio, insieme alla McGranitt e a Piton. Nessuno pronuncia una sola parola. Il preside si siede dietro alla sua scrivania, mentre io e Malfoy rimaniamo in piedi davanti a lui. Mi sembra di essere ritornata ragazzina.

“e così questa sera ci avete deliziato con un bello show”

“signor preside, Malfoy…”

“So esattamente tutto quello che è successo, Ginny. So di Pheobe Keesing e di Aron Green. Quello che non so è perché due dei miei insegnati si stessero accapigliando come due scolaretti nei corridoi.” La sua voce si spegne per qualche istante, ma noi due non siamo tenuti a rispondere “E quello che non so è perché rivalità che ormai dovrebbero essere dimenticate sono più vive che mai. Ora siete due insegnanti e gli insegnanti dovrebbero essere super partes… basta con i “tu sei un Griffondoro e tu un Serpeverde”. Fate parte dello stesso team. Voglio che questo ve lo ricordiate sempre. E voglio che impariate ad andare d’accordo. Ora datevi la mano e chiudiamo una volta per tutte questo spiacevole incidente”.

Porgo la mano a Malfoy senza guardarlo in viso. So che se incontrassi si nuovo la sua espressione da stronzo gli mollerei un ceffone. Lui la stringe brevemente e intuisco che vorrebbe torcermela per farmi un dispetto, ma davanti a Silente non osa.

“in ogni caso, Draco permettiti di esprimere il mio disappunto. Gradirei che in futuro dessi consigli meno…sconvenienti ai tuoi studenti. E gradirei che evitassi di mettere la signorina Weasley in imbarazzo davanti agli alunni. In quanto a te , Ginny. Preferirei che in futuro evitassi di gettare incantesimi sugli altri insegnanti. E’ tutto. Potete andare.”

Sarei tentata di precisare che io in realtà ho colpito la poltrona, ma non mi sembra il momento adatto di fare delle rimostranze. Silente ci ha dispensato solo una lavata di capo e non ho intenzione di irritarlo ulteriormente. Ha ragione. Non dovevamo…o meglio non dovevo perdere il controllo in quel modo davanti a tutti.

 

Stamattina mi sono svegliato insolitamente di buon umore. Avevo quasi dimenticato quanto possa essere gratificante prendermela con qualcuno. Specie se questo qualcuno è un Weasley. L’alba è passata da poco e tutto il castello è immerso nel sonno. Dalle cucine proviene un buon odore di plum cake appena fatti. Salgo nella guferia per spedire un messaggio. Lego la mia ordinazione di alcune piante a un gufo della scuola e lo guardo spiccare il volo nel cielo sgombro da nuvole. Un rumore di passi affrettati mi fa voltare verso la porta.

“signorina Weasly, come siamo mattiniere” la saluto.

Lei si riprende praticamente subito dallo shock che la mia vista deve averle procurato e si avvicina al suo gufo, uno stupido animale di nome Heathcliff. Ma si può dar un nome del genere a un uccello?

“Professor Malfoy!” mi rende il saluto, volgendomi le spalle. Armeggia nervosamente con la zampa del gufo , a cui lega un voluminoso messaggio.

“una lettera d’amore per il tuo Potter?” le chiedo in tono beffardo.

“non sono affari che ti riguardano” risponde secca. Sono più che sicuro che sta facendo l’impossibile per trattenersi.

“sei ancora arrabbiata con me per il litigio di ieri sera?” le chiedo, sperando che lei colga il divertimento nella mia voce. Mi avvicino piano con l’intento di spaventarla. In anni e anni di pratica ho imparato a rendere i miei passi appena percettibili e la mia presenza non individuabile se lo desidero.

“tu sei…” ringhia voltandosi verso di me e sbattendomi contro. Non si era accorta che mi fossi fermato proprio dietro di lei. Una brezza leggera che entra dalle finestre le scompiglia i capelli rossi, facendoli ondeggiare sulle sue spalle e portando alle mie narici il loro profumo di fragola.

“La mia teoria però è giusta…anche tu hai bisogno di essere baciata” le dico piano. Lei è immobile, impietrita mentre mi chino fin quasi a sfiorare le sue labbra. Sono tentato di baciarla veramente invece che limitarmi a giocare con lei, quando sento un dolore appena sotto al costato. Mi rendo conto che è la sua bacchetta.

“tu prova soltanto a farlo che ti ritroverai senza i tuoi preziosi….attributi” dice, prima di scansarmi con una manata e di correre giù dalla guferia. Sono tentato di inseguirla, per prendermi ancora gioco di lei, quando il vano della porta viene occupato da un’altra persona.

“si diverte così tanto a giocare con lei, Draco?”. Gli occhi severi della McGranitt si posano su di me, studiandomi attentamente.

“Non so di che cosa stia parlando”

“io invece credo di sì. E voglio che si ricordi anche che se lei si trova qui è merito di quella ragazza. Era un Auror del ministero a tempo pieno. Ha lasciato il suo lavoro e ha rischiato di mettersi contro alla sua famiglia per darle la possibilità di ricostruirsi una vita, quando molti pensavano che dovesse essere rinchiuso ad Azkaban per il resto dei suoi giorni”

“compresa lei?”

“Io mi fido del giudizio del Preside Silente e se lui l’ha voluta qui, deve aver visto qualcosa di buono in lei. Io, almeno per ora, non riesco a proprio a vederlo. Se ora vuole scusarmi” dice, sollevando un lembo del lungo vestito con una mano e scendendo le scale.

Un movimento e una voce proveniente dal cortile mi spingono ad affacciarmi alla finestra. E’ ancora lei. I raggi del sole si riflettono sui suoi capelli, facendoli risplendere di mille sfumature diverse. E il suo viso è illuminato da un sorriso , mentre gioca con Thorn. Quello che ha detto la McGranitt è vero : lo devo a lei, se oggi sono qui e non a marcire in una cella. Ma nessuno sembra accorgersi che forse…e dico forse io non so come ringraziare una persona. Non so come comportarmi per non sentirmi debole e sciocco. Mio padre mi avrebbe detto “prendi tutto quello che puoi da lei e poi gettala via come una cosa inutile”. Ma non posso farlo. Non a lei. Non dopo che mi ha accolto a casa sua, senza fare domande, senza voler ricevere nulla in cambio. Si è solo…fidata del suo istinto. Si è solo fidata di me, come nessuno aveva mai fatto prima. E io cosa faccio per ricompensarla? Non perdo un’occasione per metterla in imbarazzo, per farla vergognare davanti agli studenti. Eppure questo è l’unico modo che conosco per attirare la sua attenzione. Per avere i suoi occhi grandi ed espressivi tutti per me. Mi rendo conto che forse in fondo è un po’ infantile…

 

Cara Ginny,

la tua ultima lettera non mi ha sconvolto molto. Intuivo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere, solo che non credevo che tu perdessi il controllo a tal punto da non renderti nemmeno conto che l’intera scuola stava assistendo al vostro litigio. Sei un’insegnate , ora! Non puoi non pensare alle conseguenze del tuo gesto! Silente è stato fin troppo magnanimo con voi.

Ah cara Hermione! Sono contenta che tu non sia un’insegnante, altrimenti poveri ragazzi! Sgridi me…figuriamoci loro!

Ad ogni modo ti consiglio di mantenere la calma. Malfoy vuole solo provocarti. Ignoralo come abbiamo sempre fatto e vedrai che tutto andrà per il meglio.

Io intanto sto studiando a fondo i verbali del processo a suo carico. Sembra che Hannah Abbott si stia riprendendo grazie alla terapia del St. Mungo e se riesce a ricordare qualcosa sul giorno in cui Malfoy ha salvato lei e Neville, è possibile che il caso di Malfoy venga ripreso in esame. Le indagini sono ancora in corso e se verrà scagionato, tu non dovrai più essere la sua garante.

Ron, a cui non ho detto assolutamente nulla del battibecco tra te e Malfoy -sai com’è fatto tuo fratello-

Ah sì, lo so. Lo so benissimo.

Ti saluta e spera che tu maltratti i Serpeverde. Inutile che io stia qui a dirti come la penso…

Ora devo andare. il lavoro mi chiama.

Con affetto

Hermione.

Non una parola su Harry. Non so neppure io che cosa mi aspettavo di leggere. Forse parole del tipo: Oh mio Dio , Ginny. Harry ha saputo che Malfoy ti dà dei problemi e si sta precipitando lì per rimetterlo al suo posto…

Sarebbe stato romantico, anche se poco da Ginny Weasley. E poi non penso di essere ancora nei pensieri di Harry, se mai ci sono stata. Abbiamo lavorato insieme per tutto questo tempo, andando in giro per il mondo a seconda delle necessità e non mi ha mai, mai fatto sentire più di quello che sono: la sorella del suo migliore amico. Eppure quel giorno alla stazione…

Dannazione! Non posso vivere nel ricordo di un qualcosa che forse mi sono solo immaginata! Devo decidermi a metterci una bella pietra sopra! Lui rimarrà per sempre il mio ragazzo ideale…il mio sogno! È questo il problema! I sogni non hanno difetti!

Ho un mal di testa colossale questa sera. Chiudo gli occhi e mi abbandono contro lo schienale della poltrona. Devono essere tutti a letto ormai. Devo trovare la voglia di alzarmi e di andare nella mia stanza, ma qui fa un bel calduccio e c’è tanta pace. Quando qualcosa si posa sulle mie gambe, sobbalzo spaventata. Riapro gli occhi e vedo Malfoy chino su di me. Mi stava mettendo una coperta addosso. 

“C-credevo che dormissi” dice imbarazzato. Non ho mai , mai visto Malfoy imbarazzato prima di questo momento. Ripiego la lettera che mi ha mandato Hermione e me la infilo in tasca.

“E’ stato un pensiero, carino” rispondo , scostando il plaid per rimettermi in piedi. Lui non mi risponde, indietreggiando di un passo. “sei stato molto gentile”

“Beh non farci l’abitudine” ribatte infine prima di allontanarsi dalla stanza silenziosamente così come è arrivato.

 

“Professoressa McGranitt, professoressa Weasley, da questa parte, presto!”

Seguiamo un ragazzino del primo anno fino ai bagni del secondo piano. Un’ondata d’acqua sta allagando il corridoio e un gruppettino di studenti , tutti del primo anno e tutti dei Serpeverde, è radunato fuori da bagno.

“che cosa è….AH!” grida la McGranitt portandosi una mano davanti alla bocca per lo spavento. Un bambino è infilato fino a metà busto nel cesso e due suoi compagni stanno tentando di tirarlo fuori. “allontanatevi” ordino, puntando la bacchetta verso di lui e formulando un incantesimo, che lo fa uscire facilmente da lì.

“Simon” dico , riconoscendolo “ come ti senti?”. Gli occhi del ragazzino sono pieni di paura e la sua faccia è tutta sporca. I capelli gli stanno ritti in testa.

“b-bene professoressa” risponde prima di stramazzare al suolo.

“che cosa è successo?”. Lupin entra nel bagno e s’inginocchia di fianco al bambino privo di sensi. Io gli tengo la testa sollevata con le mani.

“Dobbiamo portarlo in infermeria” dico. Lupin lo prende in braccio, mentre io e la McGranitt rimaniamo qui per interrogare i ragazzi.

“chi è stato?”

“Dei ragazzi dell’ultimo anno di Griffondoro” mi risponde un ragazzino con il naso enormemente grande. Io e la McGranitt ci scambiamo un’occhiata pensando entrambe la stessa cosa: di nuovo. Nelle ultime tre settimane, e quindi dal litigio tra Malfoy e me, gli scherzi e le ritorsioni tra Griffondoro e Serpeverde si sono moltiplicati. Che tra le due case non corra buon sangue è risaputo da tempi immemorabili, ma non si era mai arrivati a questi livelli. Neppure quando io, Ron, Hermione ed Harry eravamo studenti qui, si era giunti alla guerra aperta. Non passa giorno in cui non accada qualcosa. Il preside è preoccupato e noi insegnanti non sappiamo più cosa inventarci per risolvere la situazione. Entrambe le Case vogliono vincere la Coppa e con l’approssimarsi dell’apertura della stagione di Quidditch le cose andranno sempre peggio.

“dov’è mio fratello?” ci chiede un ragazzo, arrivando di corsa. E’ del penultimo anno ed è molto più alto di me e della McGranitt, con due spalle enormi e i denti sporgenti.

“Il professor Lupin l’ha portato da Madama Chips” risponde la mia collega.

“Ancora i Griffondoro, vero?” domanda con un ringhio e prima che noi possiamo rispondere si precipita giù dalle scale. Anche la McGranitt ed io raggiungiamo in fretta l’infermeria. Molti letti sono occupati da Griffondoro e Serpeverde. L’incantesimo dei brufoli, delle gambe molli, dei piedi pelosi -davvero disgustosi- e dei capelli bianchi…

“La competizione sta superando ogni limite” ci accoglie Madama Chips, con un’espressione preoccupata. “se continuerà così, dovrò mettere letti nel corridoio per prendermi cura di tutti quelli che portano da me. Scusatemi” sospira allontanandosi.

“ha ragione” mi dice la McGranitt, stropicciandosi nervosamente le mani “Ma non possiamo far altro che minacciare e assegnare punizioni. Speriamo che basti”.

 

“E così hai pensato bene di infilargli un rospo nel colletto della camicia” puntualizzo con aria annoiata. E’ la quarta volta oggi che devo fare una predica. Non che dire agli altri come devono comportarsi mi irriti particolarmente, ma a tutto c’è un limite!

“sì, signore”

“Potresti rischiare l’espulsione, lo sai questo?” Il ragazzino deglutisce a fatica, facendo roteare gli occhi. “Ma oggi mi sento particolarmente magnanimo. Vai nell’aula di pozioni e affetta in minuscole striscioline tutte le erbe che trovi sul bancone centrale. Quando avrai finito, voglio che tu le separi in trentanove piccoli mucchietti , non uno di più non uno di meno. E bada che siano tutti delle stesse dimensioni. Voglio un lavoro fatto bene. Puoi andare.”. Il ragazzino esce dalla porta tenendo la testa bassa e mormorando un “salve, professoressa Weasley”.

“ciao Kevin” lo saluta lei, entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.

“professoressa Weasley, quale onore”

“Professor Malfoy” risponde lasciandosi cadere sulla sedia di fronte a me con un gemito. “che cosa hai fatto alla fronte?” mi chiede indicando con un cenno del capo il graffio sulla mia tempia sinistra.

“immagino di essermelo procurato mentre stavo cercando di separare due ragazzi che si picchiavano nel corridoio”

“il motivo?”

“beh Silente non me l’avrebbe fatta passare liscia se avessi permesso che due studenti si ammazzassero nei corridoi della scuola, anche se, a dir la verità, mi stavo divertendo non poco…”

“Il motivo della lite, volevo dire!”

“ah”. Incrocio le braccia sul petto e mi dondolo all’indietro sulla sedia. “Non lo so. Ho solo sentito qualcosa come sporco mezzosangue e schifoso Serpeverde”. Lei abbassa la testa e ridacchia piano, mettendosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

“tutto questo ti fa ridere, Weasley?”

“no, cioè sì. Mi riporta indietro nel tempo. Ma le cose sono cambiate da allora”

“davvero?” ribatto velenosamente. Lei solleva il viso verso di me, sgranando gli occhi.

“ora siamo due insegnanti. E come ha detto Silente, non dovremmo farci coinvolgere nella rivalità tra Griffondoro e Serpeverde”

“Oh andiamo Weasley! Non vorrai venire a raccontare questa storiellina proprio a me?” sbotto, balzando in piedi e cominciando a camminare su e giù per la stanza “Sappiamo entrambi che siamo ampiamente coinvolti nelle loro beghe! Tu parteggi per la tua Casa e io per la mia. Almeno questo posso ancora farlo…”. Queste parole mi scappano dalla bocca prima che possa impedirlo. Lei corruga le sopracciglia e mi osserva tentando di capire il significato della mia frase.

“ci sono molte cose che potresti fare, se solo tu volessi” mi dice cautamente.

“Certo! E come se sono legato a te? A questo maledetto posto…”. La mia voce è dura e tagliente. Non penso veramente quello che sto dicendo. Quando ero ad Azkaban avrei dato tutti gli anni che mi restavano da vivere pur di poter rivedere il cielo, respirare l’aria impregnata di buon profumi…eppure non sarei un Malfoy se mi accontentassi! Ma non è neppure questo. Non mi dispiace stare qui, ma stasera ho bisogno di sfogare tutta la mia frustrazione e con chi posso prendermela se non con un Weasley! La sua reazione, però, mi coglie del tutto impreparato. Mi aspettavo che scattasse in piedi e che mi rispondesse a tono, invece si mordicchia il labbro inferiore e i suoi occhi si riempiono di lacrime, che tenta di non far cadere.

“Scusa se ho tentato di salvarti la vita. Evidentemente per te era più facile morire piuttosto che essere indebito con me” mormora. La sua voce si spegne in un singhiozzo. Si alza precipitosamente dalla sedia e corre fuori dal mio ufficio.

“ehi Weasley” la richiamo, ma lei non volta indietro “aspetta! GINNY ASPETTA!”. La rincorro nel corridoio e l’afferro per un braccio facendola voltare verso di me.

“io sto facendo del mio meglio per aiutarti! Ma come posso fare a venirti incontro se tu non aiuti te stesso! Lupin ha ragione quando dice che il tuo fisico è guarito, ma la tua anima è ancora malata. Mi ripetono tutti che devo darti tempo…che devo scavare più a fondo dentro di te, ma io non riesco a trovare la tua luce , Draco. Io non ce la faccio! Forse ho commesso solo un grande errore a tirati fuori di là. Tu sei sempre lo stesso meschino e ipocrita piantagrane. Credevo che il tempo e il dolore ti avessero cambiato, ma mi sbagliavo. Tu sei e rimani un Malfoy” singhiozza, prima di sgusciare via dalla mia stretta e correre via.  Rimango impietrito in mezzo al corridoio, mentre la mia mente assimila quello che lei ha appena detto. Ha pienamente e totalmente ragione. Faccio per ritornare al mio ufficio, quando mi blocco nuovamente. Un Malfoy ritornerebbe a sbrigare le sue faccende senza più pensare a quello che ha detto una stupida strega, invischiata a babbani e mezzosangue. Un Malfoy, al limite, si prenderebbe la briga di ricacciarle in gola tutto quello che ha detto in un modo umiliante e doloroso. Un Malfoy non la seguirebbe come sto facendo io in questo momento.

Salgo le scale e arrivo fino alla torre dei Griffondoro. Mi arresto davanti al ritratto della grassona, rendendomi conto che non so la parola d’ordine. Come insegnante dovrei sapere quella di qualsiasi casa, ma non mi sono dato pena d’impararle. Per fortuna sta per entrare un gruppetto di ragazzine.

“dov’è la camera della professoressa Weasley?” chiedo loro. Arrossiscono tutte incredibilmente. “su per quella scala” mi risponde una. Rivolgo loro un cenno col capo e mi precipito su per le scale facendo i gradini quattro a quattro. Sapevo che un giorno avrei dovuto affrontare questo discorso con lei. Mi rendo perfettamente conto di doverle la vita. Dentro a quella prigione non sarei resistito un’altra settimana. Mi fermo sul primo pianerottolo e busso alla porta alla mia destra. Nessuna risposta. Provo di nuovo , ma ancora niente. Con circospezione abbasso alla maniglia e apro la porta lentamente. Lei è seduta davanti alla finestra con il viso nascosto tra le mani. I suoi singhiozzi rimbombano per tutta la stanza. Mi avvicino a lei e mi inginocchio al suo fianco. Lei solleva lo sguardo quel tanto che basta per guardarmi in viso.

“non intendevo dire veramente quello che ho detto”

“Ah no?” mi ribatte con un tono da vera Weasley.

M’inumidisco le labbra , inspirando a fondo. Non sono venuto qui per litigare ancora con lei.

“ti sono grato per quello che hai fatto per me”. I suoi occhi si sbarrano per la sorpresa e due grandi lacrime le scivolano sulle guance. “è mai possibile che tu non debba mai avere un fazzoletto”? le dico porgendole il mio. Lei tira sul col naso abbozzando un sorriso.

“che piagnona” mormora , asciugandosi la punta del naso.

“Già, una vera mezza sega” . Il mio tono questa volta non è cattivo e lei sorride. E il suo sorriso è così bello … così meraviglioso. Non so perché non riesco a vederla sorridere più spesso. Le accarezzo una guancia con due dita e il suo sorriso si paralizza sulla sua faccia.

“non è poi così orribile questo posto” dico piano “Non pensavo a tutte quelle cose che ho detto prima. So che…dato che siamo in vena di confidenze…perché ti sei offerta come mia garante? Tu non mi devi niente”

Lei guarda fuori dalla finestra, intrecciando le dita delle mani sulle sue gambe.

“non è vero. Possiamo dire che siamo pari” dice , voltandosi di nuovo verso di me “anche tu mi hai salvato la vita una volta”

“stai vaneggiando, Weasley?” le chiedo, avendo il vago sospetto che mi stia prendendo in giro.

“No. È la verità” risponde e poi comincia a raccontarmi la storia di Tom Riddle, del suo tradimento, della sua solitudine, della sua vergogna … e io la sto sentire seduto sul suo letto e attento a non perdermi una sola parola. Quando tace rimango a osservarla ancora per qualche istante, prima di alzarmi in piedi.

“Non so che cosa pensassi quella mattina. Forse volevo solo divertirmi” ammetto. Dal suo viso non traspare nessuna emozione “o forse sentivo che avevi bisogno di aiuto. Non lo so…non mi è importato mai granché di te”.

“beh grazie, signor Malfoy” dice, alzandosi a sua volta. Dal tono non sembra arrabbiata. “una delle tue grandi virtù è sicuramente la schiettezza”

“oh andiamo, Weasley. Lo sapevi benissimo che questa è la verità”

“Sì, lo sapevo” sussurra, stringendosi le braccia intorno al corpo. Scuote la testa cacciando i capelli all’indietro. “beh almeno ci siamo tolti un bel peso dallo stomaco tutti e due.”

“sono d’accordo. Tu fai come vuoi, ma io ho fame” le dico, uscendo dalla stanza.

Lei scoppia a ridere e mi segue.

“a dir la verità, anch’io”

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


UNDER YOUR SPELL

 

CAPITOLO 5

Finalmente dicembre è cominciato e le vacanze natalizie si stanno avvicinando.  Distolgo lo sguardo dal libro che sto leggendo quando sento…o meglio avverto i suoi passi avvicinarsi. Si abbandona sulla poltrona accanto alla mia con uno sbuffo.

“Maledetto cane” ringhia. Il suo mantello sgocciola sul tappeto e le sue spalle sono ricoperte da un sottile strato di neve. Anche i suoi capelli biondi sono completamente zuppi d’acqua. “potresti…” dice aprendo le braccia.

Afferro la bacchetta e lo asciugo con un incantesimo.

“che ti è successo?”

“Fuffi è scappato di nuovo. Hagrid dice che è in calore”

Scoppio a ridere , deponendo il libro sul tavolino.

“Divertente. Davvero molto divertente” sibila, incrociando le braccia sul petto.

Ci incontriamo qui tutte le sere da due settimane a questa parte. Non so com’è cominciato. Non parliamo di nulla d’importante, al massimo ci ringhiamo un po’ contro, ma il ghiaccio tra di noi è come scomparso nel nulla dal giorno in cui gli ho confessato il perché mi fossi offerta come sua garante. Non siamo amici. O almeno non lo siamo nel senso più classico della parola. Non so neppure io come definirci. Quello che so con sicurezza è che non siamo più “nemici”.

“oggi mi è arrivata una lettera dal ministero”

“sì, anche a me”

“a quanto pare stanno riprendendo in esame il tuo caso. Se vuoi posso chiedere a Hermione di incontrarci per esaminare gli atti…per essere preparati all’udienza. Il 23 febbraio non è così lontano come può sembrare”.

Lui mi scocca un’occhiata al di sopra della spalla.

“Credi che la Granger lo farà? Per me?” risponde con voce disgustata. Mi stringo nello scialle e calzo le pantofole.

“no” sospiro “lo farà per me. È brava in queste cose e ci aiuterà a preparare dei buoni argomenti per la difesa.”

“Non vedi l’ora di liberarti di me, vero?”

“Oh, Malfoy! Quando fai la vittima sei quasi più insopportabile di quando fai il cinico” sbotto, alzandomi in piedi e dirigendomi verso l’uscita. “e poi non sto cercando un modo per liberarmi di te a qualsiasi costo. Non sei così male….se non mi sei nelle immediate vicinanze. Beh me ne vado a letto”

Lui alza un braccio nella mia direzione a mo’ di saluto.

Questi battibecchi sono frequenti. È come una specie di rituale tra di noi: ci sediamo davanti al fuoco e ci diciamo quanto ci troviamo odiosi. Mi stendo nel letto felice che lui sia l’ultima persona con cui abbia parlato anche stasera.

 

Non riesco a capire che cosa mi abbia svegliato finché il rumore non si ripete di nuovo. “Professoressa Weasley” bisbiglia una voce appena fuori dalla mia porta. Accendo la luce e indosso la vestaglia , guardando l’ora: le 3:37. Ho dormito poco più di tre ore. Apro la porta e vedo una figurina tremante nella penombra.

“Phoebe? Ma che succede?”

Lei si copre il viso con le mani e io la faccio e entrare. Solo ora mi accorgo che è tutta bagnata e che sulle sue scarpe c’è delle neve. “sei andata fuori a quest’ora? Sei impazzita?” dico, prima di rendermi conto che forse il mio tono è troppo accusatorio e che dev’esserci per forza qualcos’altro sotto. Faccio sedere la ragazzina sulla poltrona accanto il caminetto e con un colpo di bacchetta asciugo i suoi vestiti e riattizzo il fuoco.

“E’ colpa mia, professoressa. È tutta colpa mia” geme forte.

“ora calmati. Dimmi che cosa è successo”

“tutto è iniziato da me…dal fatto del bacio…e io ho detto che non era poi così importante e che la cosa era finita lì, ma…non mi hanno dato ascolto”

“Chi non ti ha dato ascolto?”

“Oh professoressa finirò in un mare di guai se scoprono che…”

“Va bene, calmati. Nessuno verrà a sapere che sei stata tu a parlare. Ti do la mia parola.” La ragazzina sospira piano e due grandi lacrime le solcano il viso.

“Kenneth Tyler” mormora “ha cominciato a dire che i Serpeverde si sentono superiori a noi e che bisognava rimetterli al loro posto. Anche i Serpeverde sono infuriati con noi Griffondoro, soprattutto dopo che Simon Finegan, il fratello minore del capitano della squadra di Quiddicth di Serpeverde…beh sa che cosa gli hanno fatto…la testa…nel bagno…”

“sì, lo so, Phoebe. Vai avanti”

“Sono volate parole grosse. Tutti sembravano su di giri…troppo su di giri. E Rubens Colin ha detto che dovevamo fargliela pagare, così hanno organizzato una prova di coraggio. Io ho detto che non era una buona idea…che era pericoloso…io e altre ragazze li abbiamo inseguiti, ma ci hanno detto di tornare indietro e di tenere la bocca chiusa.”

“Dove stanno andando?”

“Nella foresta proibita” sussurra e il mio cuore ha un mancamento. Quegli incoscienti! Anche noi durante il mio quarto anno ci siamo addentrati nella foresta, ma quella era una situazione completamente diversa…era un’emergenza!

“le altre ragazze dove sono?”

“nella sala comune. Hanno mandato me a chiamarla perché ero quella meno fradicia.”

“Raggiungi le altre. Sveglia la McGranitt. Mi vesto e andiamo a chiamare Silente” dico sbattendola fuori dalla porta. Mi metto addosso i vestiti più caldi che ho e mi sistemo sulle spalle il lungo mantello nero. Afferro la bacchetta e corro come una furia nella sala comune. Io e la McGranitt arriviamo praticamente a tempo. Era da molto tempo che non la vedevo così sconvolta.

“Sapete dove possano essere diretti?” chiede con voce ferma. Non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare una situazione del genere, anche se è la prima volta che lo faccio come insegnate. La Torre dei Griffondoro è completamente illuminata. Sono tutti svegli. Le ragazze, praticamente tutte quella della nostra casa, scuotono la testa o mormorano di no. Ci sono anche dei ragazzi, tutti del primo, secondo e terzo anno.

“Quanti erano?” chiedo io.

“ventitre” mi risponde Alice, la cacciatrice della squadra di Quidditch.

“in tutto?”

“Solo dei nostri. Non sappiamo quanti Serpeverde ci siano. Crediamo più o meno altrettanti”

“Ma come è possibile che più di quaranta ragazzi siano riusciti a sgattaiolare fuori dal castello senza che nessuno si sia accorto di nulla?”

“progettano questa cosa da settimane. Hanno calcolato tutto alla perfezione.”

“quanto vantaggio hanno su di noi?”

“quaranta-quarantacinque minuti, forse un po’ di più”

Io e la McGranitt ci scambiamo un’occhiata. “Io vado dal preside.”

“E io dagli altri professori. Ci rivediamo nell’ingresso tra dieci minuti. In quanto a voi. So che è impossibile costringervi a dormire, ma almeno rimanete qui. Non muovetevi dalla Torre” dico prima di correre giù dalle scale, accendendo tutte le lampade al mio passaggio con la becchetta. Lascio la McGranitt a dare istruzioni a Gazza, mentre scendo nel sotterraneo dei Serpeverde. Anche qui la sala comune è piena di studenti. Mi lancio un’occhiata intorno e mi accorgo che c’è lo stesso sgomento e la stessa inquietudine che ho visto nei miei ragazzi di Griffondoro.

“Li ritroveremo” dico. “non muovetevi da qui”. Proseguo su dalle scale dove ci sono le stanze dei professori. Busso senza tanti complimenti alla porta di Piton, che mi apre dopo pochissimo tempo- ho sempre avuto la convinzione che dorma solo con metà cervello per volta- e in vestaglia.

“Si vesta. È un’emergenza” dico sbrigativamente, prima di proseguire per la camera di Malfoy. Sto per bussare quando lui spalanca la porta perfettamente vestito.

“Ho visto dalla finestra la torre illuminata. Che succede?”

“una prova di coraggio. Serpeverde contro Griffondoro”

“Dove?”

“nella Foresta Proibita”

Ci riuniamo agli altri insegnanti nell’ingresso. Silente è calmo , come al solito, e la sua serenità riesce a tranquillizzarmi almeno un po’.

“Ci divideremo in squadre. Piton e Lupin sul lato ovest. La professoressa Bump e la professoressa Sprite al centro. Ginny e Draco sull’ala est. Hagrid voglio che tu prenda contatto con tutti gli esseri che ti sono amici e che dica loro di trovare gli studenti. Chi rintraccia i ragazzi manderà una vibrazione alle bacchette degli altri insegnanti. Spero solo che non sia troppo tardi. Andate.”

Con un cenno del capo e mormorii di assenso usciamo di corsa dal castello, addentrandoci nell’oscurità. La neve mi arriva a metà polpaccio e fa molto freddo.

“aspetta” mi dice Malfoy, entrando nella casupola di Hagrid. Ne esce poco dopo con una balestra e una faretra agganciata alle spalle. “Non mi va di entrare in quel posto disarmato. Non sappiamo cosa possiamo trovarci” . Solleva in alto la lampada e cominciamo ad addentraci nella foresta. Presto le voci degli altri professori vengono inghiottite dalla notte. La foresta è piena di scricchiolii e ululati di ogni tipo. Ci guardiamo intorno per cercare le loro tracce, ma non ve ne sono. Nessuna impronta. Hanno usato uno speciale incantesimo. Ci devono essere molti ragazzi dell’ultimo anno dato che questa è magia avanzata. Il fiato si condensa davanti alla mia bocca e la neve ghiacciata scricchiola sotto alle suole dei miei stivali. Camminiamo non so per quanto tempo nella semioscurità. Le mie mani si stanno congelando e il mio corpo rabbrividisce per il freddo. Guardo Draco, ma lui sembra immune a tutto questo. Avanza con passo deciso scrutando tutt’intorno con i suoi occhi azzurri.

“Non li troveremo mai” sbotta a un certo punto, tirando un calcio a un ramo. “Dannazione!”. Si siede su un tronco caduto e sbuffa nuovamente.

“ma non possono essere spariti nel nulla!” dico io, avvicinandomi a lui e alla lanterna per riscaldarmi. Lui mi guarda dal sotto in su con un’espressione assorta.

“hai ragione” dice piano “Non possono essere venuti qui senza avere un piano per tornare indietro”

“Che intendi dire?”

“che nella foresta è facile perdersi. E loro domattina pensavano di riuscire a ritornare a scuola indisturbati”

“Aspetta!” grido , forse a voce un po’ troppo alta “Un paio di giorni fa ho visto Tyler che si esercitava con un incantesimo su una matita. Poteva essere l’incantesimo per il nord” dico. Malfoy si alza e impugna più saldamente la balestra.

“E’ possibile. Dobbiamo curvare un po’ più a sinistra per il nord.”

“Ma la professoressa Sprite e…”

“Quella palla di lardo! Credi che quelle due vecchie megere possano tenere il passo di una mandria di ragazzini? Nemmeno la McGranitt si è unita alle ricerche. E Silente ha detto a mezze parole ad Hagrid di accompagnare quelle due. Oltre a Piton e a Lupin siamo gli unici che possiamo riacchiapparli, quindi muoviti”ringhia.

Non l’ho mai visto tanto infervorato. Ricominciamo la nostra marcia a ritmo serrato e il mio respiro diventa sempre più rapido e breve. Devo allungare il passo per riuscire a stargli dietro.
”Sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?”

Non mi risponde , continuando a camminare. Sono quasi due ore che abbiamo lasciato il castello. Improvvisamente sentiamo delle voci in lontananza. Sono loro!

 

Inizio a correre, tenendo la luce davanti a me. Weasley mi segue ansimando leggermente.

“ma bene! Che bel gruppetto di studenti di Hogwarts” dico fermandomi appena davanti a Tyler e Finegan, che fanno da capigruppo. Sono tutti ammaccati e feriti da qualche parte. Hanno un’espressione stravolta sul viso.

“oh cazzo” mormora il bestione di Serpeverde davanti a me.

“Sì, Finegan, hai detto bene! Ora per voi saranno veramente cazzi!”

“state tutti bene?” chiede Weasley fermandosi al mio fianco. Le sue guance sono incredibilmente rosse per lo sforzo e per il freddo. Continua a rabbrividire. Anch’io comincio a sentirmi infreddolito e per questo li odio ancora di più…ho in mente almeno un centinaio di punizioni da assegnare a questi idioti per averci costretto a passeggiare nel cuore della notte nella Foresta Proibita.

“ma che cosa vi è saltato in mente? Il preside era fuori di sè. Sarei stupita se non vi espellesse…”

“Ma professoressa...”

“Niente ma! Quello che avete fatto è stato sciocco e imprudente…”. Weasely si lancia in una predica che sembra non voler aver mai termine, ma io non bado più a quello che sta dicendo. C’è qualcosa nella foresta. Armo la balestra, maledicendomi per non aver una bacchetta. Mi sentirei molto, molto più sicuro con una bacchetta in mano. Un rumore sommesso, appena percettibile…un fruscio…un ramo spezzato…

“Weasley andiamo” sibilo a bassa voce, ma lei non mi ascolta, troppo impegnata nella sua ramanzina.

“Weasley. Andiamo” ripeto a voce leggermente più alta, stringendole una spalla con una mano. Lei si volta a guardarmi. Estrae la bacchetta quasi inconsciamente e annuisce.

“in fila per due. Il professor Malfoy chiuderà la fila. Non una parola” dice fermamente. Non riusciamo neppure a compiere dieci metri che veniamo attorniati da centinaia di ragni. Sono disposti circolarmente tutt’intorno a noi, debolmente illuminati dalle prime luci dell’alba. I loro corpi neri e pelosi coprono per intero il candore della neve, come un’unica enorme macchia scura, strisciante e pericolosa. Ci riuniamo in gruppo , schiacciandoci gli uni contro gli altri e facendo scorrere lo sguardo intorno a noi febbrilmente, per cercare una via d’uscita. Ma so già che non ce ne sono. Bene, dovremo crearcene una! Sto per scagliare la prima freccia, ma una mano si posa sul mio braccio. “Non servirebbe” mi dice Weasley lentamente. “andate sugli alberi”.

“I ragni sanno salire sugli alberi! Non lo sai?”

“fai come ho detto”

“che cos’hai in mente?”. Lei mi guarda seria e concentrata.

“fidati di me, Draco”

“Dannazione!” impreco “va bene ragazzi. Niente panico. Seguitemi sugli alberi”

“ma prof…”

“niente ma prof, Finegan! Fate come vi ho detto. siete tutti dei maschietti no? Non ditemi che siete così patetici da non riuscire neppure ad arrampicarvi su un maledetto albero” . I ragazzi eseguono il mio ordine, mentre i ragni ci osservano e aspettano. Weasely punta la bacchetta un po’ in tutte le direzioni, per tenere sotto controllo la situazione, ma i suoi gesti sono lenti, calibrati, assolutamente calmi. Prendo per la collottola uno degli studenti più piccoli e lo isso a forza su un ramo.

“che hai intenzione di fare?” bisbiglio ancora una volta, ma lei non si volta nemmeno per guardarmi in faccia.

“anche tu” dice secca.

“Non scherzare , Weasley! Come puoi pensare di cavartela da sola contro centinaia di ragni? Ti serve il mio aiuto”

“sì, è vero. Mi serve il tuo aiuto: voglio che tu stia con i ragazzi. E voglio che tu li riporti alla scuola in caso…”

“tu sei fuori di testa”

“e tu stai rischiando grosso! Vuoi che ti butti sulla cima di quell’albero con un incantesimo?”

“sai che ti dico? Fai come vuoi!” ringhio, indietreggiando fino alla grande quercia alle nostre spalle e salendovi sopra. Mi sistemo su un ramo a cinque o sei metri di altezza.

“Tenetevi forte” grido ai ragazzi , che sono sugli alberi vicini. Non so che cosa voglia fare, ma non sarà piacevole…almeno per i ragni, che stanno ricominciando a muoversi. Lentamente convergono verso di lei, ma Ginny non mostra nessun segno di debolezza. È in piedi con il lungo mantello nero scosso dal vento. Il braccio con cui regge la bacchetta abbandonato lungo il fianco. La grande massa di corpi pelosi e di zampe si muove come una marea che sta crescendo e si fa sempre più vicina.
”guardate come combatte un Auror” dico ai ragazzi. Lei non sembra avermi udito, ma qualche commento si solleva dai ragazzi, saldamente ancorati ai rami. I ragni sono arrivati a lambirle il mantello, ma lei continua a non muoversi. Mi chiedo che diavolo stia aspettando ancora. Il loro  numero continua a crescere, finchè, improvvisamente, lei non solleva in alto il braccio e grida “Reductor”. Per un secondo non succede nulla, poi la terra comincia a tremare. I corpi dei ragni vengono sollevati in aria e scaraventati lontano da una mano invisibile. È come se fossero travolti da un’onda gigantesca. Gli alberi si piegano e ondeggiano pericolosamente, mentre lei grida un’altra volta l’incantesimo, che si propaga intorno a noi, come onde create da un sasso gettato in uno stagno. Corpi di ragni sfrecciano da ogni parte e la foresta viene travolta da un’altra bordata, mentre lei getta l’incantesimo per la terza volta. Quando tutto si acquieta la vedo a bocconi sulla neve. Dev’essere distrutta dopo aver usato incantesimi di questa portata. Carcasse di ragni sono accatastati qua e là con la pancia rivolta verso l’alto e le zampe contorte nell’ultimo spasmo della morte. Scendo piano dal tronco, cercando di evitare i rami spezzati , quando vedo un’ombra appena dietro la testa di lei.
”Ginny, alle tue spalle” grido, ma lei è troppo debole per reagire con tempestività. Un  ragno si lancia dall’alto di un albero, dove il suo incantesimo non era arrivato per non colpire i ragazzi, e le si scaraventa addosso. Salto giù dalla quercia e corro verso di lei. Ginny grida forte e allunga una mano per afferrare la bacchetta che le è scivolata di mano. La mia freccia si conficca appena al di sopra degli occhi del ragno. Non ho il tempo di caricare di nuovo la balestra e così gli tiro direttamente addosso l’arma. L’animale emette un suono basso e gorgogliante. Gli sferro un calcio dove credo ci sia il muso e lo ferisco con un’altra freccia, affondandola sul dorso. Un getto si sangue nero fuoriesce dallo squarcio. Estraggo la freccia e lo colpisco per la seconda volta. Il ragno si riversa all’indietro, con la pancia verso l’alto. Sto per colpirlo di nuovo , ma una voce mi trattiene. “Draco, è morto”

Mi inginocchio di fianco a lei e la guardo negli occhi. “tutto ok?”

 “sì, i ragazzi?”

“Stanno bene. Hai fatto un buon lavoro, Weasley”

Lei sorride stancamente, appoggiandosi al braccio che io le porgo per alzarsi, ma le sue gambe la tradiscono e si piega sulle ginocchia. La prendo in braccio, contro le sue deboli rimostranze. Sta letteralmente congelando. Apro il mio ampio mantello e copro entrambi…anche se io a dir la verità sono un po’ meno coperto di prima.

“forza ragazzi, andiamo” li richiamo, mentre scendono con cautela dagli alberi. Sta albeggiando e il cielo coperto di nubi bianche promette un’altra nevicata. Spero di riuscire ad arrivare fino alla scuola in tempo per evitarla.

“non è necessario che mi porti in braccio”

“oh Weasley, vuoi stare un po’ zitta! E in quanto a voi, se non vi sbrigate giuro che vi lascio qui!”. Proseguiamo per quasi venti minuti prima che una voce attiri la nostra attenzione. Piton e Lupin arrivano semi di corsa- dico semi perché sembra che stiano per stramazzare al suolo con la bava alla bocca da un secondo all’altro-.

“abbiamo sentito l’incantesimo. Che cosa è successo?”

“Una baruffa con un paio di ragni. Riaccompagno la signorina Weasley alla scuola. Potete scortare voi gli studenti?”

Lupin annuisce massaggiandosi la nuca. Senza aggiungere altro , mi allontano da loro velocemente. Senza tutta quella schiera di persone al seguito sono molto più veloce. Ginny si è appisolata tra le mie braccia. La sua mano è chiusa saldamente attorno alla bacchetta. Ora capisco perché è un Auror. Rientriamo nella scuola con più di mezz’ora di vantaggio sul resto del gruppo. La McGranitt ci accoglie con un urlo stridulo.

“E’ ferita?”

“No. Solo stanca. La porto in camera sua. Gli studenti sono sani e salvi con Lupin e Piton” rispondo , superandola senza nemmeno darle il tempo di farmi altre domande. Salgo le scale e raggiungo la camera di Ginny. Il letto è già stato rifatto dagli elfi domestici e tutto è in ordine e pulito. “ehi Weasley?” la chiamo, deponendola sul letto, ma lei si accoccola a me e continua a dormire. È così bella. Così innocente. Non sembra quell’abile strega che ci ha salvato la vita, ma una ragazza fragile, da proteggere. Le accarezzo delicatamente una guancia e lei mugugna piano, abbandonasi al contatto delle mie dita con la sua pelle. Mi rialzo di colpo , frastornato dal mio gesto. Che diavolo stavo facendo? Lei non significa nulla di me! Non è come ha detto Lupin…lei non è l’unica cosa che mi è rimasta…lei non è niente! Meno di zero! Esco dalla stanza come una furia e ritorno nei sotterranei.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Nuova pagina 1

“Entra pure. Ti stavamo aspettando” dice Silente, seduto dietro alla sua scrivania. Funny sul suo trespolo mi guarda incuriosita. È cresciuta dall’ultima volta in cui sono stata qui.

“come stavo dicendo, la tensione tra Serpeverde e Griffondoro è diventata insostenibile. Anche le altre due case sembrano esserne coinvolte: Tassorosso parteggia per Serpeverde, mentre Corvonero si è schierata con Griffondoro. I ragazzi che questa notte sono usciti dal castello sono stati puniti a dovere, ma non credo che questo basterà per scoraggiare altre rappresaglie.”

La McGranitt tace e io mi schiarisco la gola.

“Io avrei un’idea…”

Gli occhi di tutti i presenti sono puntati su di me.

“Ecco, se c’è una cosa che ho imparato durante … i miei anni come studentessa qui, è che un nemico più grande e più pericoloso può creare nuove alleanze”

“Sta dicendo che dovremmo scatenare un’altra guerra, signorina Weasley?” sibila Piton. I suoi occhietti neri si strizzano come se volesse incenerirmi.

“no, sto semplicemente dicendo che dobbiamo cercare di far leva sul loro essere studenti di Hogwarts, più che delle singole case”

“hai già qualche idea?”

“beh, una ce l’avrei, signore, ma ho bisogno di qualche giorno per sapere se è attuabile”

Silente si alza con la solita compostezza e batte le mani. “bene, allora hai carta bianca. Fai pure quello che ritieni più giusto. Tornate alle vostre occupazioni. La riunione è finita”.

Mi avvicino a Malfoy, mentre gli altri insegnati defluiscono dalla stanza. Gli faccio cenno di seguirmi e lui sbuffa sonoramente…è classico di lui.

“Vuoi sapere qual è il mio piano geniale?” gli chiedo allegramente, mentre passeggiamo per il corridoio che dà sul giardino interno, ingombro di neve.

“Se rispondessi di no, servirebbe a non doverti ascoltare?”

Scoppio a ridere, gettando i capelli all’indietro. Devo deciderli a tagliarli!

“suppongo di no. Ma ti conviene ascoltare quello che ho da dire dato che sei coinvolto in prima persona”. Lui solleva un sopracciglio scettico e aspetta che io continui.

“E se il nemico di cui parlavo prima fosse una squadra di Quidditch? Si potrebbe organizzare una partita . Studenti contro ex studenti! Che ne pensi?”

“Che come idea fa schifo”

“Aspetta che abbia finito di spiegarti tutto per bene prima di buttare lì giudizi affrettati! Dunque, si dovrebbe fare una selezione tra i giocatori delle varie case. Per ogni casa due giocatori, così non ci sarebbero ingiustizie”

“ti ricordo che i giocatori in una squadra sono sette”

“appunto. Come guest star avremo niente poco di meno che Krum”

“Krum? Victor Krum?”

“Sì, credo che Hermione riuscirà a convincerlo a venire”

“E a far venire un’ulcera a tuo fratello”

Gli appioppo una sberla sul braccio, ma lui fa finta di niente.
”Hey . Ron non è poi così geloso”. Lui si volta verso di me , reclinando il capo da una parte.

“Sì, forse lo è. Ma si metterà l’anima in pace!”

“Proseguiamo. Chi dovrebbero essere gli ex studenti?”

“E’ proprio qui che entri in campo tu…letteralmente”

“scordatelo!”

“Oh andiamo, Draco!”

“Da quando siamo passati a chiamarci per nome?”

“non cercare di cambiare discorso! Ho già pensato a tutto! Solo che tu dovrai un po’ … ehm … adattarti. Dovresti ricoprire il ruolo di cacciatore, invece di cercatore. Non ti dispiace, vero?”

Lui si ferma con le mani sprofondate nelle tasche del mantello e i capelli mossi da una leggera brezza. “che cosa ti fa pensare che io sia disposto a giocare?”

Butto il labbro all’infuori mettendo il broncio … con i miei fratelli funziona. Perfino con Percy! Ma lui continua a mantenere la sua espressione imperturbabile e leggermente scocciata.

“Ti preeego” dico con voce mielosa.

“Virginia Weasley! se pensi che io mi lasci convincere da due moine, ti sbagli di grosso!”

“preparerò le pozioni al tuo posto per l’infermeria per un mese”

“no” risponde riprendendo a camminare

“Due mesi”

“No”

“tre mesi”

“No”

“farò qualsiasi cosa tu voglia”. Lui si blocca di nuovo e mi guarda negli occhi. Il respiro mi si mozza in gola. Ha sempre avuto occhi tanto profondi?

“vieni a letto con me?”

“Cosa? Stai vaneggiando!”sbraito indietreggiando di un passo, quasi avendo paura che lui possa saltarmi addosso in pieno giorno e a scuola.

“E allora niente” ribatte, stringendosi nelle spalle e ricominciando a camminare.

“Ti ho salvato le chiappe là fuori, questa notte…in caso tu te lo fossi dimenticato!” grido inseguendolo. Lui si ferma di colpo e sbatto contro la sua schiena. Mi massaggio il naso mentre lui si volta verso di me.

"E io ho dovuto rovinare i miei stivali preferiti per prendere a calci un maledetto ragno per salvare le tue...in caso tu te lo fossi dimenticato! Ma voglio essere magnanimo e la ricompensa si riduce a un bacio”

“Cosa?”

“hai capito benissimo!”

“Non se ne parla!”

“Hai il coraggio di affrontare da sola centinaia di ragni, ma non hai il coraggio di baciare me per il bene dei tuoi studenti?”

“e poi mi prometti di giocare…chiunque siano gli altri componenti della squadra?”

“ti do la mia parola”.

“e va bene! Accidenti a te” dico guardando da una parte e dall’altra per assicurarmi che nessuno ci veda. Siamo completamente soli. I miei occhi incontrano i suoi per un istante, prima che le mie braccia serpeggino intorno al suo collo. Mi alzo sulle punte dei piedi e sfioro le sue labbra con le mie. Draco rimane perfettamente immobile, mentre il mio cuore sembra volermi schizzare fuori dal petto per l’agitazione. Mi scosto da lui, cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni. Sento le guance e le orecchie bruciare per la vergogna.

“e’ stato pietoso. Non mi vendo per un bacio così. Del resto che cosa potevo aspettarmi da un Weasley!” sibila, riprendendo a camminare imperturbabile Afferro un lembo del suo mantello per trattenerlo.

“vuoi provare un’altra volta?” sogghigna chinandosi verso di me. Solo pochi centimetri separano i nostri nasi.

“Sì, sempre che sua maestà sia d’accordo” dico con voce tagliente, sperando che lui non si accorga di quanto io sia in imbarazzo. È solo un bacio…uno stupidissimo bacio. Non significa niente per me! Niente di niente! Non è come se al suo posto ci fosse Harry…ma quando le sue mani m’imprigionano le guance e le sue labbra si uniscono alle mie Harry viene spazzato via dai miei pensieri…c’è solo Draco in questo momento. Solo lui. Il suo tocco, a differenza di quella sera al lago, non è delicato, appena accennato, ma è urgente, bruciante. Mi stringo a lui, cercando il suo corpo con il mio, e quasi inconsciamente mi appoggio alle sue spalle, in cerca di sostegno. Chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dalla marea di emozioni che lui suscita in me. I suoi occhi sono una distesa di ghiaccio…le sue parole spesso velenose e perfide, ma la sua pelle è così calda e il suo profumo così inebriante…Questa doppiezza in lui mi sconvolge. Il suo cuore sotto strati di gelo e indifferenza è caldo…lo posso sentire, come se lui si fosse insinuato in qualche modo sotto la mia pelle, nei miei pensieri, nella mia anima…Una sua mano scivola dietro alla mia nuca per trattenermi, ma io non voglio andarmene. Non voglio separarmi dalla sua bocca, dal suo abbraccio. Lui abbandona le mie labbra e traccia una scia di baci lievi fino al mio orecchio, facendomi rabbrividire. Non ho mai provato nulla di simile. Un tale rapimento…un fuoco che arde nel mio petto…

“questo sì che era un bacio, Weasley” mormora con un filo di voce e questo mi fa ritornare improvvisamente in me. Mi scosto da lui e chino lo sguardo. Non voglio osservare l’espressione sul suo viso. Non ora. Non so cosa potrei leggervi e questo mi fa paura. È molto probabile che ci sia solo scherno e divertimento. Mi sentirei ferita…enormemente ferita. Non so neppure io il perché.

“sarà meglio che tu ti alleni per la partita. Sempre che riesca a ricordarti come si vola con una scopa” borbotto, prima di correre via.

 

*******

Mia carissima Ginny,

chissà che questa lettera non ti giunga già sulla strada del ritorno. Io e papà siamo così contenti che tu possa tornare a casa per le feste di Natale. Anche quest’anno abbiamo organizzato un cenone qui alla Tana. Percy ci porterà finalmente a conoscere la sua fidanzata e Charlie si è preso qualche giorno di vacanza dai suoi draghi in Romania. Naturalmente ci saranno anche Hermione ed Harry…

 

Rileggo di nuovo l’ultima frase. Harry… ero certa che si fosse anche lui. Da…beh non mi ricordo neppure con precisione da quando festeggia il Natale con noi. Ormai fa parte della famiglia, come direbbe mamma. Una volta, durante una lite con Sirius, ha detto che per lei è come un figlio e sospetto che non abbia mai abbandonato l’idea che io e lui potremmo metterci insieme. Sarebbe meraviglioso per tutti…per mamma e papà, per Ron…e per me?Harry Potter era il massimo a cui potessi aspirare. Che lui si accorgesse di me era il mio sogno…la mia illusione, il mio miraggio neppure poi così segreto e ora che lui…

Riprendo in mano la seconda delle tre lettere che è arrivata oggi e la apro sulle mie gambe.

 

Cara Ginny,

leggerai la notizia sui giornali , ma volevo essere il primo a dirtelo: ho catturato Joe Mclanan. Il processo si terrà per direttissima questa sera stessa. Molto probabilmente sarà rinchiuso ad Azkaban per il resto della sua vita. Non ce l’avrei mai fatta senza gli appunti che mi hai lasciato…senza di te.

Spero di rivederti alla Tana per Natale.

a presto

Con affetto

Harry

 

E infine l'ultima delle tre lettere. Quella che mi ha fatto più male, quella che non avrei mai voluto leggere, perchè in essa vi è la verità, vi è quella verità che ho cercato di negare, di seppellire in un angolo buio della mia mente...

 

..La tua idea della partita di Quidditch è ottima. Sono sicura che saranno tutti più che contenti di accettare. Non sento Victor da un paio di mesi, ma non dovrebbero esserci problemi- tuo fratello a parte-. La formazione Weasley al completo -beh quasi dato che Charlie dovrà tornare in Romania subito dopo Capodanno- più Harry Potter... ma manca un giocatore all'appello. E anche se nella tua lettera non ne hai fatto parola, sono più che certa di conoscere l'identità del terzo cacciatore. Non mi hai dato retta, vero Gin? Come hai fatto a convincerlo a giocare in squadra con Harry? Ti prego, ti prego, stagli lontana e ricorda sempre che lui è in debito con te, non tu con lui. Capito? Non lasciare che ti...manipoli, che ti inganni. Che ti usi e che poi ti getti via. E' un Malfoy, non dimenticarlo. Ho riesaminato ancora una volta gli atti del processo e le ultime testimonianze raccolte e ci sono buone probabilità che venga prosciolto da tutte le accuse. Silente sta smuovendo mari e monti e presto potrai liberarti di lui.

Perchè tu vuoi liberarti di lui, vero Ginny?

 

"Ehi Weasley". Sollevo lo sguardo dalla lettera e lo poso su Draco, in piedi sulla porta. Non abbiamo più parlato di quello che è successo tre giorni fa e lui si comporta esattamente come sempre: strafottente e menefreghista. Ma il problema non è lui. Sono io. Sono io che non riesco più a sentirmi come prima. Continuo a ripetermi che quel bacio non ha significato nulla, ma allora perchè continuo a pensarci? perchè non posso fare a meno di chiedermi se lui ha provato le stesse emozioni che ho provato io...lo stesso rapimento...lo stesso desiderio di lui...così inspiegabile e così inaspettato...

"Silente ha detto di muovere quel tuo culo da filo-babbana e di venire nella Sala Grande. Sta per fare l'annuncio e vuole che anche tu sia presente". Mi alzo dalla sedia, infilandomi le lettere in tasca e lo seguo silenziosamente per i corridoi del castello. Non scambiamo neppure una parola. Mi dirigo al tavolo insegnanti e mi siedo alla destra della McGranitt, mentre il preside comunica agli studenti che si terrà una partita di Quiddicth il prossimo 14 febbraio contro una squadra ospite. Gli ho chiesto espressamente di mantenere il più assoluto riserbo sui componenti del team che i ragazzi dovranno affrontare. Voglio che sia una sorpresa.

"Vi allenerete insieme. E coloro che non faranno parte della squadra dovranno decorare il castello con i colori delle quattro case in vista del ballo che si terrà quella sera in onore dei nostri ospiti. E voglio che lo facciate IN-SIE-ME! Siete tutti studenti di Hogwarts allo stesso modo. Ogni Casa è il simbolo di una particolare capacità, ma questa capacità è complementare a quella delle altre Case. Non esistono esseri umani migliori, solo esseri umani diversi, speciali. Ed è proprio in questa differenza che è la vera forza di Hogwarts. Voglio che lo capiate. Da ora in poi voglio che lavoriate insieme. La professoressa Bump si occuperà della selezione dei giocatori, tranne del cercatore, che sarà un ospite molto, molto speciale. E ora potete ritornare alla vostra cena".

"Non hai fame cara?" mi chiede la McGranitt piano dopo quasi dieci minuti. Non mi ero nemmeno accorta di non aver toccato cibo. "Ho un pò di mal di testa" rispondo "Preferisco tornare in camera mia" concludo allontanandomi velocemente.

 

...Non lasciare che ti...manipoli, che ti inganni. Che ti usi e che poi ti getti via. E' un Malfoy, non dimenticarlo...

Perchè tu vuoi liberarti di lui, vero Ginny?

Ripiego la lettera e l'appoggio sopra al suo libro. Si è di nuovo addormentata sulla poltrona accanto al fuoco. Vuoi liberarti di me, Virginia? Non so perchè ma questo pensiero mi ferisce...qui, dentro al petto.

Ma forse quella mezzosangue della Granger ha ragione: sono pur sempre un Malfoy. E i Malfoy sfruttano le persone, non vengono ferite da quelli come i Weasley. Possono esserne infastiditi, disgustati, ma non feriti. Mi porto il pugno chiuso alla labbra e premo i denti contro al mio dito. Ma in fondo che cosa mi ha portato l'essere un Malfoy? Dolore e morte. Vorrei poter essere ferito da qualcuno come Ginny perchè forse significherebbe che riesco a provare qualcosa che non sia odio , rancore e invidia. Perchè forse sarebbe bruciante e intenso e distruttivo...come le ho detto la prima volta che l'ho baciata, quella sera in riva al lago. Ma niente è violento o distruttivo con lei. Tutto è puro e innocente, come la neve mai sfiorata da uomo o animale. E tutto è così sorprendente... come se scoprissi il mondo per la prima volta. E' meraviglioso vedere il suo sorriso e sapere che per una qualche ragione è per me. E' meraviglioso tenerla tra le braccia e sapere che lei si fida di me. Di me. Altrimenti perchè cercherebbe la mia presenza? Altrimenti perchè sarebbe corsa da me a confidarsi? Si muove nel sonno, rigirandosi piano nella coperta. Il suo viso è illuminato dal tenue bagliore del fuoco nel caminetto e le sue labbra sono leggermente dischiuse. E' sempre stata così bella? Forse sì. Forse sono i miei occhi a essere cambiati. E scoprirlo mi fa paura. Sto per lasciare la stanza quando la sua voce mi chiama. Si stropiccia gli occhi con i palmi delle mani e si stiracchia pigramente sulla poltrona.

“come mai stasera non arrivavi più? È un secolo che ti aspetto”

"Non sapevo che dovessimo incontrarci tutte le sere. Ordine del Ministero?" ribatto con voce tagliente. Lei scuote la testa confusa.

"Ordine del Ministero? ma che stai dicendo?"

"Ad ogni modo, che cosa volevi?"

"Volevo chiederti se vuoi venire a casa per Natale. Silente ha già detto..."

"Casa? Casa mia è bruciata più di un anno fa, Weasley".

Lei si alza in piedi e si avvicina a me. I suoi occhi sono sbarrati. "Hai capito che intendevo dire" esclama lentamente.

"Preferisco rimanere qui. Ho delle cose da fare" rispondo, voltandole le spalle e uscendo a passi misurati dalla stanza. Lei m'insegue nel corridoio afferrandomi per un braccio.

"ma se tu non vieni non posso andare nemmeno io. Lo sai che non possiamo separaci per più di ventiquattro ore."

"non è un problema mio" ringhio, liberandomi della sua presa e procedendo risolutamente verso i sotterranei di Serpeverde.

 

*******

Cara Hermione,

lascio a te il difficile compito di dire a mamma che non sarò a casa per Natale. Avevo dato che scontato che Draco venisse con me, dato che Silente aveva dato il permesso ad entrambi di lasciare Hogwarts, ma le cose non sono andate come previsto. Non posso allontanarmi dal castello senza di lui per via degli obblighi che mi hanno imposto come sua garante. Ti prego amica mia, non raccontare niente ai miei fratelli di quello che ti sto dicendo. Dì loro che si trattengono nel castello più studenti del previsto e c'è bisogno di noi, o qualcosa del genere. Non voglio veder arrivare qui la tribù Weasley per vendicarmi, ok? Non è il primo Natale che trascorro ad Hogwarts ,anche se è il primo Natale senza di voi.

Sento molto la vostra mancanza. La tua...quella di Ron...e anche quella di Harry, ma sono costretta a rimanere qui.

Ma basta parlare di argomenti tristi! Silente ha dato l'annuncio della partita ai ragazzi e sono tutti molto eccitati dalla novità. Soprattutto dal ballo che si terrà il giorno di San Valentino. Perchè non vieni qui anche tu? Prenditi qualche giorno di vacanza...fallo per me. Ho tanto bisogno di confidarti pensieri che non posso mettere sulla carta.

Ora ti devo salutare,

a presto

Ginny.

 

Lego la lettera alla zampa di Heatcleaff e gli dico a bassa voce di portarla a Hermione. Lui saltella felice sul suo trespolo prima di spiccare il volo e alzarsi nel cielo grigio. Guardo gli studenti uscire dal castello con i bagagli in mano...quanto vorrei poter ritornare alla Tana...anche solo per una sera. Non che qui sia infelice o che mi senta sola, ma ho nostalgia dei miei fratelli, dei miei genitori e dei miei amici. Scendo le scale lentamente stringendomi nello scialle e raggiungo l'ingresso, dove si affrettano gli ultimi ritardatari. Rivolgo qualche cenno di saluto e mi accingo a salire sulla Torre dei Griffondoro, quando Lupin mi fa segno di aspettarlo. Mi raggiunge di corsa, sorridendomi.

"Posso offrirti una tazza di tè?" mi chiede. Sto per rifiutare , ma lui mi prende sottobraccio e mi conduce nel suo ufficio. Ogni volta che entro qui dentro mi accorgo che c'è sempre più roba! Mi lascio cadere sulla poltrona rattoppata mentre lui mette il bollitore sul fuoco.

"Ho saputo che non vai a casa per le feste".

"Già" sospiro mestamente, guardando fuori dalla finestra per non essere costretta a sostenere il suo sguardo conciliante.

"Beh non posso biasimarlo se non ha voluto venire con te"

Mi volto verso di lui con la bocca spalancata. Il mio labbro inferiore freme per la rabbia.

"Ti immagini Draco a cena a casa tua con le fidanzate dei tuoi fratelli ed Harry..."

"Non mi pare di ricordare che abbia fatto lo schizzinoso quando l'ho tirato fuori da Azkaban"

"Ha avuto scelta? mi sembra che fosse in stato di incoscienza quando lo avete portato alla Tana. O sbaglio?"

Il suo tono tranquillo e pacato mi fa montare su tutte le furie. Balzo in piedi e comincio a camminare su e giù per la stanza.

"ma io avevo voglia di tornare a casa per Natale!"

"hai mai pensato a come debba sentirsi lui? tu almeno hai una casa...una famiglia da cui tornare! Ti sei chiesta per un decimo di secondo che cosa debba provare vedendovi così affiatati ? Suo padre è stato ucciso dagli Auror, sua madre è ricoverata al St. Mungo sotto stretta sorveglianza perchè ha cercato di suicidarsi almeno una dozzina di volte. Il fatto che lui non lo dia a vedere non significa che non si senta solo o malinconico. E' Natale anche per lui, Ginny"

"Beh non gli ho detto io di essere imparentato con dei Mangiamorte!"

"Ma non l'ha chiesto neppure lui". Ammutolisco. Forse Lupin ha ragione...come al solito, del resto. Ripiombo sulla poltrona,mantenendo lo sguardo inchiodato sul pavimento.

"Perchè non cerchi di parlargli?"

"Ma l'ho fatto! è da agosto, dalla fine del processo che gli parlo, ma ancora non riesco a...".M'interrompo mordicchiandomi il labbro inferiore.

"a fare che cosa?"

"a capirlo. A volte mi sembra che noi due siamo...non so...come in sintonia. Riesco a intuire quello che sta per dire o per fare prima che lui lo faccia. Ma di solito lui si chiude nella sua arroganza e non mi permette di avvicinarmi"

"Forse è semplicemente impaurito"

"ma impaurito da cosa?"

"da te. Mi sembra chiaro." Tace per qualche istante finendo di bere il suo tè "Piton dice che sta facendo un ottimo lavoro. E gli studenti lo rispettano"

"al diavolo Piton!" ribatto stizzita. Lupin non riesce a trattenere un sorriso divertito.

"Perchè non vai a cercarlo?"

"Chi? Piton?"

"Sono più che sicuro che tu abbia capito a chi mi sto riferendo. Quindi non ti trattengo più"

"Mi stai per caso buttando fuori dal tuo ufficio, Remus?"

Lui ride gettando la testa all'indietro e accompagnandomi alla porta. "E' esattamante quello che sto facendo".

"Grazie" dico , correndo verso i sotterranei di Serpeverde.

Il castello è pressochè deserto e i miei passi rimbombano per le stanze vuote. Quando sono in prossimità dell'aula di pozioni rallento il passo per non farmi sentire. E' quasi sicuramente qui e voglio spaventarlo. Mi avvicino alla porta stando attenta a non fare il minimo rumore, ma una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare.

"Se ti aggiri per la scuola in questo modo qualcuno penserà che tu stia per combinare qualcosa". Emetto un gridolino per la sorpresa. Lui mi precede nell'aula con un mazzo di erbe in mano.

"Che stai facendo?" gli chiedo, sbirciando nel calderone, riempito per metà da una sostanza verdognola. Arriccio il naso disgustata dall'odore.

"Che cosa vuoi , Weasley?"

"Darti fastidio" rispondo sedendomi sul tavolo di fronte a quello dove lui sta lavorando.

"Allora ci stai riuscendo alla perfezione"

"E voglio parlare con te"

Lui mi guarda direttamente negli occhi, tentando di capire quali sono le mie intenzioni. "Sei uscita di senno?"

"Forse" ribatto scendendo dal tavolo e appoggiando i palmi delle mani sul ripiano davanti al tagliere con le erbe sminuzzate. Lui non arretra di un millimetro, ma vi è un bagliore nei suoi occhi. Non capisco se è sospetto o semplicemente sorpresa.

"Ti mancano molto i tuoi genitori?" gli chiedo a bruciapelo e la sua espressione diventa per un attimo costernata, per poi mutare nel solito ghigno malevolo.

"A te? ti manca molto il tuo caro Harry?"

"Sì. Mi manca molto la mia famiglia" dico con naturalezza. Lui mi osserva ancora per qualche istante prima di ritornare a occuparsi della sua pozione.

"Beh a me no. Ma non ne voglio parlare"

"con me?"

"Non ne voglio parlare e basta!" ribadisce, mescolando la pozione.

"D'accordo. per ora mi arrendo, ma sai dove trovarmi se hai voglia di parlarne...lo sai questo, vero?"

Lui mi volta le spalle, senza rispondermi. Esco dalla stanza un pò più sollevata:Lupin aveva ragione. Forse per una volta nella sua vita Draco non ha cercato di ferire deliberatamente un'altra persona -me- forse stava solo proteggendo sè stesso.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Nuova pagina 1

Le vacanze di Natale ormai sembrano solo un ricordo lontano. Gli studenti se ne sono andati e sono ritornati, eccitati per la prospettiva della partita contro gli ex studenti. Che io e Draco facciamo parte del team avversario non è più un mistero per nessuno, anche se tutti sono convinti che lui ricoprirà il ruolo di Cercatore e non quello di Cacciatore. Mamma mi ha mandato una Strilettera, che se l'è presa con me, Draco e perfino con Silente, ma alla fine si è calmata e ha detto che il dovere viene prima di tutto. Ho l'ultima lettera di Hermione sul comodino. Non mi sono ancora decisa a leggerla. Mi ha mandato solo poche righe un paio di settimane fa per confermarmi la presenza di Krum e poi più nulla, prima di questa mattina. Non vorrei che fosse in qualche modo offesa con me...Ma non voglio pensarci ora! Indosso la mia vecchia divisa da Quidditch con i colori di Griffondoro e mi lego i capelli in una coda. Oggi è sabato e non ci sono lezioni. La temperatura è gradevole, benchè sia in pieno inverno. Il cielo è sgombro da nuvole e non c'è vento. E' una giornata ideale per volare. Prendo la mia scopa e scendo fino al campo. Draco si sta allenando da poco più di mezz'ora-l'ho visto dalla finestra- e non sono riuscita a resistere alla tentazione di unirmi a lui. Anche lui indossa la vecchia divisa della squadra di Serpeverde. Salgo a cavalcioni della scopa e mi stacco da terra. Non ha notato la mia presenza. Sta tirando la Pluffa in una porta, ma io intercetto la palla prima che s'infili nel cerchio alle mie spalle. Lui mi guarda leggermente stupito, incrociando le braccia sul petto. Mi sono sempre chiesta come faccia a volare senza mani. Anche Bill ne è capace.

"che ne dici di allenarci un pò insieme?" gli chiedo rilanciandogli la Pluffa.

"Certo. Se riesci a trovare qualcuno al mio livello".

Scoppio a ridere disegnando una semicirconferenza intorno a lui. Draco rimane immobile tenendo la Pluffa tra il gomito e il fianco.

"vediamo chi arriva a cento punti per primo. Un solo cerchio"

Lui arriccia il naso in una smorfia. "Ho detto che non mi batto con una femmina"

"Hai paura di fare una figuraccia, signor Malfoy?"

"Una figuraccia? con te?"

Sorrido fermandomi appena davanti a lui. Le punte delle nostre scope sono divise da pochi centimetri. "Allora ti propongo un'altra sfida che forse ti sarà più confacente". Lui aggrotta la fronte e aspetta che io continui. "Una sfida con il boccino"

"Accetto" risponde stringendosi nelle spalle "Ehi, tu, Brooks. Metti a posto questa" continua rivolgendosi a un ragazzo appena fuori dal campo , tirandogli la Pluffa "E libera il boccino d'oro. La professoressa Weasley ha deciso di vedere come gioca un vero Cercatore!". Il ragazzo obbedisce gridando a qualcuno che non riesco a vedere che cosa sta succedendo.

"Non ti diverti se non hai ammiratori?". Lui apre le braccia e si spinge più in alto. Lo seguo. Siamo di nuovo uno di fronte all'altro. Gli spalti appena sotto di noi si stanno a poco a poco riempiendo di studenti. Ci sono anche alcuni professori....Lupin, che ho come l'impressione che ci tenga d'occhio costantemente, e la McGranitt, una delle persone più appassionate di Quidditch che io conosca... mio fratello Ron, Oliver Baston e Krum a parte. 

"Siete pronti?"

"sì" grido senza distogliere i miei occhi da quelli di lui. Si sta divertendo. Se crede di potermi battere così facilmente si sbaglia di grosso! Un leggero bagliore cinque o sei metri più in basso ...e ci lanciamo all'inseguimento del boccino. L'aria fredda mi accarezza il viso e mi fa lacrimare gli occhi. Draco mi rifila una spallata, ma non demordo. Mi appiattisco sulla scopa per acquistare velocità, non rallentando nemmeno quando sfioro la tribuna dei Corvonero. Allungo la mano davanti a me, tendendo le dita per afferrarlo...mancano solo pochi centimetri, ma Draco non molla. Mi tendo ancora verso la piccola sfera dorata e la sfioro con la punta delle dita. Sto per vincere quando...succede tutto così in fretta...Una mano mi fa voltare la testa e mi ritrovo tra le braccia di Draco, con le sue labbra pigiate sulle mie. Il mio braccio ancora slanciato in avanti nel tentativo di conquistare il boccino...cadrei se lui non sostenesse entrambi...

Si scosta da me e mi mostra il boccino appoggiato sul palmo della sua mano sinistra. Guardo prima lui e poi il boccino alternativamente...e poi le risa dei ragazzi qua sotto e un applauso scrosciante.

"Ora puoi anche chiudere la bocca, Weasley" mi dice con un sorriso beffardo. Sento le lacrime assieparsi nei miei occhi, ma non le lascio cadere. Un nodo mi stringe la gola, mentre lo guardo sollevare in alto il boccino e salutare i suoi amati Serpeverde. Senza dire neppure una parola, volo velocemente verso il castello. E' solo uno stupido! stupido! stupido! Come...come ha potuto farmi una cosa del genere? Scendo velocemente dalla scopa e mi dirigo a tutta velocità verso la torre dei Griffondoro. Sento la sua voce chiamarmi e i suoi passi risuonare per la scuola e aumento l'andatura, ma lui mi raggiunge prima che io possa rifugiarmi nella torre.

"hey Weasley! Non te la prendere! Dovevi saperlo che ero io il più bravo a volare!".

Mi volto verso di lui, accecata dalla rabbia e dalle lacrime. "Tu hai imbrogliato" dico con voce incrinata.

Lui si stringe nelle spalle, facendo una smorfia.

"imbrogliare o no, è il risultato quello che conta" ribatte. Serro i pugni e in quattro falcate lo raggiungo, dandogli uno spintone. Lui non si sposta di un millimetro.

"Non puoi fare così! Non puoi mettermi in ridicolo davanti a tutta la scuola!" sbraito. Ormai non posso più impedire alle mie lacrime di scorrermi sulle guance."Come...come hai potuto farlo?"

"E' questo che ti disturba tanto? il fatto che io ti abbia baciata davanti a tutta la scuola?".

Il tono della sua voce...è così...incollerito, ferito, non so neppure io come definirlo. Prima che io possa rispondere lui mi spinge contro al muro. L'impatto mi strappa un gemito. Appoggia le mani sulle mie spalle per tenermi ferma e abbassa la testa per potermi guardare direttamente negli occhi.

"perchè credi che ti abbia baciata?".

Il mio labbro inferiore freme per qualche istante e le lacrime continuano a bagnarmi le guance. Gli occhi di Draco lampeggiano furenti.

"per vincere" mormoro con un filo di voce.

Lui aumenta la pressione sulle mie spalle, mentre l'espressione sul suo viso s'indurisce. "già! dovevo immaginarlo! Ti è così difficile, Weasely?"

Mi lascia andare indietreggiando di qualche passo e rimanendo a fissarmi per un intero minuto, prima di voltarsi e allontanarsi.

"mi è così difficile far cosa?". Ma la domanda rimane imprigionata nella mia gola,mentre lo seguo con lo sguardo camminare per il corridoio con il mantello verde che ondeggia a ogni suo passo.

 

 

Che diavolo per potevo aspettarmi da lei?

Per vincere…ma certo! Io l’ho baciata solo vincere. Non pensa che magari l’ho fatto perché ne avevo voglia…perché da quel giorno in cui ci siamo baciati, il pensiero delle sue labbra non ha fatto che tormentarmi ogni singolo istante della mia esistenza.

Maledizione!

Sferro un pugno contro al muro per sfogare la mia rabbia, ma inutilmente.

Un Weasley! In tutto il mondo della magia non c’è un'altra famiglia con cui non vorrei essere immischiato per niente al mondo.

Devo starle lontano. Devo cancellare dalla mia mente il suo sorriso, i suoi splendidi capelli rossi, la sua pelle soffice e delicata…tutto di lei mi fa impazzire. Il suo essere così innocente eppure così forte. La sua cocciutaggine, il suo non arrendersi mai. La sua dolcezza e la sua fragilità. E la sua immensa stupidità!

Come può non capire che sono attratto da lei? Che m’invento ogni scusa possibile per starle accanto? Come può essere così cieca e ottusa?

Dannazione!

Sferro un altro pugno al muro, facendomi male al dorso della mano. Mi porto le nocche alla bocca, per ripulirle dal sangue.

“Tenti di radere a terra le mura di Hogwarts con i pugni?”

Volto il capo di pochi centimetri per vedere Lupin fermo sulla soglia con le mani ficcate nelle tasche del cappotto.

Non ho voglia di parlare con lui. Non c’è un solo essere umano con cui vorrei parlare in questo momento.

Forse con mio padre. Lui riuscirebbe a farmi tornare il Draco di sempre.

Lui riuscirebbe a cancellare il profumo di fragola dei suoi capelli dalla mia mente.

Lui riuscirebbe a farmi rinsavire.

Che diavolo sto facendo?

Come mi sono ridotto?

Che cosa ci faccio in questo maledetto posto?

Devo andarmene! Devo riacquistare il mio sangue freddo. La mia strafottenza. Devo fregarmene di tutto e di tutti.

A Draco Malfoy importa solo di una persona, di Draco Malfoy. Devo…

“Dovresti farti medicare quella mano”

“E’ solo un graffio” rispondo meccanicamente.

“non ti fidi di nessuno, vero?” ribatte, avanzando di qualche passo.

“Che cosa vuole?”

“Vedere sei stai bene” dice , inclinando leggermente il capo, come se stesse cercando di leggermi dentro.

“Mai stato meglio”

“davvero?”

Mi giro per andarmene, ma le sue parole mi bloccano.

“Potrebbe non essere così terribile fidarsi di qualcuno”

“di chi? Di lei per esempio?”

“Perché no?”

“Sicuro! Draco Malfoy amico dei membri dell’Ordine della Fenice! Perché non mi regalate una bella spilletta come membro onorario. Sono sicuro che il mio vecchio ne sarebbe oltremodo fiero…ah dimenticavo! Avete ucciso mio padre quindi non potrà mai sapere che suo figlio è diventato proprio quello che gli ha sempre augurato di essere”

Prima che abbia il tempo di rispondere al mio sfogo, me ne vado verso i sotterranei di Serpeverde, l’unico luogo  in cui mi sento almeno in parte in pace con me stesso.

 

 

Liscio la lunga gonna blu e mi metto i capelli dietro le orecchie. Non mi ricordo di essere mai stata tanto nervosa in vita mia. Inspiro profondamente e salgo anche gli ultimi gradini che danno l’accesso alla terrazza di Astronomia. Mi stringo nel mantello rabbrividendo per il freddo della sera. Il cielo è sereno e la luna quasi piena si rispecchia nel lago davanti al castello.

Il suo profilo si staglia contro il cielo stellato e i suoi capelli risplendono in modo quasi innaturale sotto la luce lunare.

“Lupin mi ha detto che avrei potuto trovarti qui” dico con un filo di voce.

“Lupin dovrebbe farsi gli affari suoi” mi risponde secco.

Non bisogna essere un genio per capire che è arrabbiato. Dovrei essere io quella arrabbiata per come mi ha trattata! Eppure eccomi qua a cercare di appianare di nuovo le cose tra di noi.

Mi avvicino di qualche passo. Fa veramente molto freddo.

“perché mi hai baciata?” gli chiedo in un soffio.

“per vincere” ribatte, senza un attimo di esitazione. Il tono della sua voce è duro, tagliente. Vuole deliberatamente ferirmi.

Gli afferro un braccio per farlo voltare verso di me, ma lui si libera della mia stretta violentemente. La sua reazione mi coglie così di sorpresa che per poco non cado per terra. E’ fermo davanti a me. I suoi occhi solitamente impenetrabili sembrano il mare d’inverno in tempesta. Il labbro inferiore freme per la rabbia e le sue mani sono contratte.

“ti è mai passato per la mente, che ti ho baciata perché mi andava di farlo?” ringhia “l’errore più grande che potessi fare” dice quasi in un bisbiglio. 

Chino il viso ferita e lui si gira nuovamente verso il lago.

Improvvisamente il freddo si è fatto più intenso. E’ come se fosse penetrato dentro di me. Raggiungo la porta con l’intenzione di andarmene, di correre il più lontano possibile da lui e dalle sue parole piene di veleno, quando mi arresto indecisa sul da farsi. Non posso semplicemente scappare. Devo sapere. Devo avere da lui una spiegazione. Devo rimettere le cose a posto. Mi sta guardando. Non riesco a decifrare l’espressione sul suo viso. I miei piedi animati di una volontà propria mi riportano verso di lui, che resta perfettamente immobile. Non so che cosa sto per fare, finchè non mi sollevo sulle punte dei piedi e non unisco le mie labbra alle sue. Con urgenza. Con passione. Ma il bacio è talmente breve, da non dargli il tempo di rispondere. Mi scosto leggermente ansante. C’è sorpresa nei suoi occhi. Ma non c’è più l’odio che vi ho letto prima. Le mie dita sfiorano la sua nuca e poi la sua guancia.

“Perché l’hai fatto?”. La sua voce è poco più di un sussurro.

“perché mi andava di farlo” rispondo, prima di correre via.

che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?

Ho baciato Draco! Questa volta non ci sono scuse o giustificazioni. Nessuna stupida partita di Quidditch…nessuna lacrima sulle rive del lago. Questa volta l’ho baciato perchè volevo farlo. Perché avevo il bisogno di farlo.

Raggiungo la mia camera e mi getto sul letto, nascondendo il viso nel cuscino, ben consapevole che questa notte non riuscirò a prendere sonno.

 

*******

“Non credo che sia una buona idea. La foglia dell’acacia è un rimedio molto più efficace contro le piattole delle mandragole, rispetto a…”. Le parole mi muoiono in gola quando vedo l’intera frotta Weasley entrare nella sala insegnati. Le sopracciglia di Piton si corrugano al di sopra del suo naso , incredibilmente pronunciato, e i suoi occhi si riducono a due fessure. La loro presenza qui deve essere insopportabile per lui almeno quanto lo è per me. Se non di più.

E naturalmente ci sono anche la Mezzosangue e lo sfregiato.

“Non vi aspettavamo così presto. Dovete rimanere nelle stanze adibite agli insegnati fino a questa sera. Ginny ha insistito affinché la sorpresa per gli studenti sia completa” dice la McGranitt.

“non c’è…hm…problema” risponde Potter, guardandomi dritto negli occhi. Sostengo il suo sguardo, alzando di poco il mento come gesto di sfida. Anche i Weasley mi fissano. Odio puro lampeggia negli occhi di Ron e nei gemelli. La McGranitt sembra accorgersi della tensione che si è creata perché smette di parlare, guardando alternativamente me e i nuovi arrivati. Si schiarisce la gola e accampa una scusa per andarsene, dopo aver aggiunto qualcosa sul fatto di essere tutti della stessa squadra.

“Sarà meglio andare a dare un’occhiata a quelle piante” dice Piton, alzandosi e sperando che io colga l’occasione per non essere costretto a rimanere nella stanza con questi idioti.

Ma non è così semplice.

Anche se sono in minoranza, anche se so di non avere neppure una possibilità contro di loro, non sono di certo il tipo che scappa. Forse sono solo un idiota.

Mi rimetto in piedi lentamente, senza abbassare gli occhi un solo istante.

“Malfoy” mi saluta la Granger in tono neutro.

Non mi prendo la briga di risponderle, intanto so che qualsiasi cosa io possa dire in questo momento, è inevitabile che scoppi una lite tra di noi. Non aspetto altro.

“Ti aspetto nella serra. Ragazzi” si congeda Piton, uscendo a passi misurati dalla porta.

“E così adesso sei diventato il galoppino di Piton” sogghigna uno dei due gemelli.

“Un gran passo in avanti rispetto a Voi-sapete-chi” conclude la frase l’altro gemello.

Sto per rispondere quando qualcuno s’intromette.

“Draco è un ottimo insegnate e non ha bisogno di essere il galoppino di nessuno per essere indispensabile a Hogwarts”.

Lupin entra dalla porta. Per una volta la sua faccia è seria e tirata. I suoi occhi sono cerchiati e le guance scavate. Il Plenilunio sarà fra tre giorni, ma risente già dei suoi effetti. Si posiziona accanto a me e per la prima volta in vita mia sono sollevato di avere qualcuno dalla mia parte. E’ difficile per me ammetterlo, specie se questo qualcuno è Remus Lupin, ma … beh semplicemente sono stanco di dovermi sempre difendere. Sempre guardare le spalle. Forse ho bisogno di un posto come Hogwarts. Un posto in cui posso ricominciare da zero. Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto. Ho bisogno di qualcuno che abbia fiducia in me. Come ha fatto Ginny.

“Spero che riuscirete a mettere da parte le vostre divergenze per la partita di domani” continua.

“Certo! Non credo che…” comincia la Granger quando Virginia entra nella stanza di corsa. Le sue guance sono rosse e sulle sue labbra è disteso un largo sorriso.

“Perché non mi avete detto che sareste arrivati prima?” dice, abbracciando Ron. Poi è la volta di Hermione, dei gemelli, del fricchettone ed infine di Potter. Ginny s’impietrisce di fronte a lui imbarazzata. Anche Potter non sa con esattezza che cosa fare. Si guardano sorridendosi timidamente, finchè lui non prende l’iniziativa e non la stringe a sé. E io mi accorgo con orrore che il mio stomaco si contorce per la rabbia.

Maledetto. Maledettissimo Potter. Anche se avrei voglia di spaccargli quel suo faccino da bravo ragazzo, mi costringo a rimanere immobile. Ginny si scioglie dalla sua stretta e sembra accorgersi solo ora della mia presenza e di quella di Lupin.

“C’è qualche problema?” chiede, allarmata, notando l’espressione delle nostre facce.

“No, nessun problema. Ho del lavoro da fare” dico, uscendo in quattro falcate dalla stanza, non prima di aver lanciato un’occhiata in tralice a Potter. Mi fermo solo un secondo nel corridoio, inspirando profondamente e sento la voce di Ginny. E’ arrabbiata.

“Che cosa gli avete detto”?

“Gin”

“Ron! Vi conosco. E conosco Draco.”

“e da quando conosci Draco?”

La domanda di uno dei suoi fratelli si perde nel silenzio.

“Non mi sembra il caso di litigare” interviene Lupin con la solita calma.

“Sì, hai ragione. Ma sia ben chiaro che non voglio scontri fin dopo la partita. Avete accettato di partecipare per farmi un favore e ve ne sono grata, ma dovete cercare di non…Draco, lui non è come…”

Mi allontano silenziosamente. Non desidero sentire altro. Ginny ha detto che mi conosce. Mi chiedo se sia vero. Probabilmente sì. Probabilmente è la persona che più mi conosce sulla faccia del terra.

 

 

“TU HAI FATTO COSA?”

“l’ho baciato” mormoro.

Hermione richiude la bocca facendo schioccare le due arcate dentali l’una contro l’altra. Continuo a giocherellare con il bordo del mio maglione evitando di incrociare i suoi occhi con i miei. Avevo deciso di non dirle nulla, ma è così bello potermi confidare con una cara amica. Mi è mancata molto in questi mesi, anche se ci siamo scritte spesso. Ci siamo ritirate nella mia camera, dove ho fatto sistemare un altro letto, subito dopo la cena nella Sala Grande. I ragazzi sono rimasti esterrefatti nello scoprire i componenti nella squadra degli ex studenti. Soprattutto per la presenza di Harry. Krum dovrebbe arrivare domattina, poche ore prima della partita. O almeno spero. Ma in questo momento Krum è l’ultimo dei miei pensieri.

“E con Harry?” mi domanda Hermione, dopo un’eternità.

“Con Harry cosa?”

“Non sei innamorata di lui?” mi chiede a bruciapelo. Mi avvicino alla finestra e guardo il grande parco immerso nelle tenebre. E’ passata da poco l’una ma nessuna delle due ha sonno.

“non lo so” ammetto” rivederlo mi ha fatto uno strano effetto. Ero imbarazzata…felice, ma… non lo so”

“E con Malfoy? Sei innamorata di lui?”

Di Draco?”. La mia risatina è isterica e nervosa. “Non potrei mai essere innamorata di Draco! Lui è…beh in questi mesi ho imparato a conoscerlo e abbiamo passato molto tempo insieme, ma…”

“Ginny”. Hermione mi stringe una mano e mi costringe a guardarla in faccia. “Sei innamorata di Draco?”

Chino di nuovo il viso imbarazzata.

“non lo so. Veramente non lo so. A volte mi sembra che lui sia…così speciale”. Lunghi istanti di silenzio si susseguono, intervallati solo dal ticchettio dell’orologio.

“E’ meglio andare a dormire” mi dice infine, scendendo dal mio letto e coricandosi nel suo.

“Hermione. Sarebbe così grave sei fossi innamorata di lui?”

Lei si gira verso di me. Non c’è rimprovero, né biasimo sul suo viso.

“Ne sei sicura?”

Scuoto la testa.

“Tu lo conosci sicuramente più di me. Ed è certamente cambiato dai tempi della scuola. Ma se posso darti un consiglio…vacci piano con lui. Domani lo studierò con attenzione e ti dirò sinceramente cosa ne penso”

“Grazie. E non dire niente a Ron”

“A Ron? Certo che no! Come minimo gli verrebbe un colpo apoplettico!”

Si corica , coprendosi con il piumone e io provo un moto di affetto per lei.

“sono contenta che tu sia qui” le dico.

“Anch’io”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

 

“e’ la pozione per Lupin?”

La Granger si avvicina al calderone su cui sto lavorando con circospezione.

“Che cosa vuoi?”le chiedo senza preamboli.

“Niente. Stavo solo facendo un giro per il castello…per ricordare i vecchi tempi”

Certo, come no! E casualmente è capitata davanti all’aula di pozioni e ha pensato di passare a salutare il suo vecchio amicone Malfoy! Continuo a mischiare gli ingredienti attentamente. La pozione è già difficile da preparare di suo, senza avere una voce petulante che mi ronza nelle orecchie.

“Ginny mi ha raccontato di quando siete dovuti andare nella Foresta Proibita per recuperare degli studenti”

Sminuzzo attentamente le erbe, senza darle risposta. Voglio solo che se ne vada e che mi lasci in pace.

“E mi ha detto che le hai salvato la vita”

“Ho solo reagito d’istinto”

“Come con Neville? E Con Hanna Abbot?” mi chiede “e con tua madre?” finisce la frase in un sussurro.

“che ne sai tu di mia madre?” sibilo. Trasale per il mio tono di voce.

“Ginny mi ha chiesto di occuparmi del tuo caso e ho raccolto parecchie deposizioni che ti riguardano. Compresa quella di Silente. Mi ha raccontato tutto. Di tuo padre. Di come si fosse…lasciato prendere la mano”

“Lasciato prendere la mano.. che eufemismo” bisbiglio a fior di labbra.

“E mi ha detto che sei stato tu ad andare da lui. Da Silente per chiedergli di proteggere tua madre. Lei non ce la faceva a servire il tuo signore, vero? Il suo sistema nervoso ha cominciato a cedere, ma ormai sapeva troppo. E’ per questo che hanno cercato di ucciderla? E’ per questo che…”

Mi volto verso di lei pieno di rabbia e la raggiungo in quattro falcate. Se solo fosse un uomo la prederei a pugni per quello che ha appena detto.

“Che ne vuoi sapere tu di mia madre?”

“So che non ha il marchio. E so che sei diventato una spia dell’Ordine in cambio della protezione di Silente per lei. Per questo non è stata processata ed è stata mandata direttamente al St. Mungo. Se lo diciamo al…”

“No” la interrompo intuendo dove vuole andare a parare. “Nessuno deve sapere niente di questa storia. Nessuno. Nemmeno…”

“Nemmeno Ginny?”

“Dimentica tutto e basta”

“ma perché? Lei…”

“Lei deve essere tenuta fuori da questa storia” ringhio, inchiodandola al muro. “Non una parola. Lei…non dev’essere coinvolta nei miei casini.”

“Non posso aiutarti se non mi autorizzi a rivelare tutto al giudice”

“Non m’importa. Sono comunque fuori da Azkaban”

“ma così sarai legato a Ginny per altri tre anni. E poi il tuo caso dovrà essere preso di nuovo in esame e … e non pensi a lei? Dovrà essere tua garante per…”

“E’ perché penso a lei che non voglio che sappia nulla”  taglio corto.

La Granger mi guarda sbigottita. Non avevo intenzione di dire quello che ho appena detto. Soprattutto alla mezzosangue. Ci fissiamo per qualche minuto in perfetto silenzio, entrambi stupiti dalle parole appena uscite dalla mia bocca.

“Dimentica tutto. Questo colloquio non è mai avvenuto” dico, uscendo dall’aula, incurante che la pozione si sta bruciando.

Ritorno in camera mia e indosso l’uniforme nera con i bordi argentati per il match. Sono un po’ in ritardo, ma non me ne curo. Mi siedo sul davanzale della finestra e inspiro profondamente chiudendo gli occhi.

“Draco sei pronto?” chiede una voce che ben conosco. Non rispondo.“Draco?”

Apre la porta ed entra lentamente nella mia camera. Sta sorridendo, ma guardandomi il suo sorriso viene cancellato da un’espressione preoccupata.

“c’è qualcosa che non va? Sono i miei fratelli, vero? che cosa hanno fatto questa volta? Giuro che a volte sono proprio infantili” esclama animosamente.

Mi alzo in piedi e prima che possa aggiungere una sola sillaba la stringo a me. Lei s’irrigidisce per un istante, per poi circondarmi lentamente la vita con le braccia. Immergo il viso nei suoi capelli che profumano di fragola e chiudo gli occhi, assaporando questo momento. Non voglio ferirla. Non voglio metterla in pericolo. Non voglio che sappia quanto marcio ci sia stato nella mia vita. Non voglio che sappia della follia di mia madre. Di quella di mio padre. Del mio patto con Silente. Lei è troppo bella…troppo innocente e pura per essere invischiata con uno come me.

“Draco, che cosa c’è?”

“Niente” farfuglio, ritraendomi e sentendomi improvvisamente molto sciocco “Abbiamo una partita da giocare” dico, precedendola nel corridoio.

 

 

Salgo a cavalcioni della scopa e aspetto che madama Bomp dia inizio alla partita, ma i miei pensieri continuano a tornare a lui. A Draco. A quello che mi ha detto. E alle sue braccia strette intorno al mio corpo. E all’espressione così triste del suo viso. E’ alla destra di Bill, perfettamente calmo. Dal suo viso non trapela una sola emozione, mentre il mio stomaco sembra essere pieno di farfalle. Che cosa mi succede?

E’ possibile che io sia davvero innamorata di lui?

Di Draco Malfoy?

Il fischio d’inizio mi strappa dalle mie riflessioni. Bill prende la Pluffa e scattiamo all’attacco. I miei pensieri vengono spazzati via, come accade ogni volta che volo. I primi tre punti sono nostri. I Cacciatori degli studenti sono bravi, ma Bill sembra di un altro pianeta. E anch’io non sono poi così male. Schivo Trent, sesto anno, casa Corvonero, e segno. Alzo un braccio esultante quando vedo che un Bolide sta per colpire Draco, che mi aveva appena passato la Pluffa.

“Attento” urlo, ma Fred si porta al suo fianco e ribatte il Bolide prima che lo colpisca. Quasi non credo ai miei occhi. Fred e Draco si guardano in cagnesco per una manciata di secondi e poi il gioco riprende. La squadra di casa segna, ma per ogni loro punto noi ne segniamo tre. Non ho neppure bisogno di assicurami dove sia Bill, ci muoviamo in sincronia, evitando Bolidi e altri giocatori. Anche Draco, benché non stia ricoprendo il suo ruolo abituale, si è adeguato al nostro gioco e riesce a sorprendere gli avversari sgusciando tra loro e rendendosi smarcato.

La partita procede a nostro vantaggio. È trascorsa quasi un’ora da quando è iniziata e un vento freddo e tagliente ci gonfia i mantelli e ci rende instabili sulle scope. Spero solo di non buscarmi un raffreddore! George colpisce con la mazza un Bolide, che stava per centrami in pieno e io passo la Pluffa a Draco quando il fischio finale ci blocca.

Punteggio finale: Squadra ex studenti: 170. Squadra studenti: 180.

Krum ha preso il Boccino.

Battiamo le mani sportivamente. E’ stato davvero un bel match. Anche se Harry è bravissimo a volare con Krum non c’era storia. Non ho visto che cosa è successo, ma fortunatamente nessuno dei sue si è schiantato a terra.

Ritorniamo piano al suolo e Silente consegna una coppa alla squadra vincente. Sono tutti in piedi ad applaudire, senza distinzione di sorta. Forse il mio piano ha funzionato.

Ricerco inconsciamente la presenza di Draco. E’ in piedi appena dietro a Bill, immobile. Gli sorrido, ma lui non mi risponde, limitandosi a fissarmi.

Imbarazzata distolgo lo sguardo.

Mi chiedo che cos’abbia oggi. Non che lui sia mai stato una persona semplice da comprendere, ma…non lo so. Forse è solo una sensazione, ma credo che oggi non sia il Draco di sempre. Sono certa che sia successo qualcosa.

 

 

“Tua madre aveva presagito che non ti saresti ricordata del vestito per il ballo di stasera e così ha mandato me a comprartene uno.”

“Hermione! Non dovevi!” dico, rimirandomi nello specchio. E’ un lungo abito blu scuro di vellutino, che lascia scoperte le spalle e che mette in risalto la mia carnagione chiara.

“E’ veramente bellissimo” mormoro, mentre lei mi sistema una collana con un piccolo ciondolo a forma di giglio.

“ti sta molto bene” dice sinceramente “Potresti aiutarmi con la chiusura del mio vestito?”

“certo. Hai parlato con Draco questa mattina?” le chiedo, sperando che la mia domanda appaia casuale. Lei mi guarda attraverso lo specchio. Le sue guance si tingono di rosso.

“No”

Sta mentendo.

“Hermione”

“Non posso dirti nulla, ok?” sbotta, sempre più rossa in viso. “Se vuoi un mio consiglio, non pensarci stasera. Goditi il ballo e basta. Ti aspetto nella sala” dice uscendo come una furia dalla camera, senza darmi il tempo di chiederle altro. Mi sistemo ancora una volta i capelli, trattenuti sulla nuca da due forcine, che richiamano la forma del ciondolo, ed esco anch’io. Sono così immersa nei miei pensieri che per poco non sbatto addosso a una persona.

“Harry” mormoro sollevando lo sguardo.

Lui mi sorride impacciato.

“Ho pensato che ti servisse un cavaliere per il ballo” mi dice, arrossendo. Anche le mie guance e le mie orecchie vanno a fuoco.

“che pensiero carino…grazie” rispondo, ma la mia mente è assorbita ancora interamente dal pensiero di Draco.

Per anni ho sognato che Harry Potter si accorgesse della mia esistenza, che mi accompagnasse a un ballo e che fosse il mio principe azzurro. E ora che sta accadendo…ora che scendiamo le imponenti scale che conducono alla Sala Grande a braccetto, come una vera coppia, io non faccio che pensare a un altro. Che poi questo “altro” sia Draco Malfoy rasenta il miracolo.

La Sala Grande è meravigliosa con centinaia di candele che galleggiano nell’aria e un buon profumo da mangiare. Harry mi scorta fino al tavolo del professori e scosta la sedia per farmi accomodare, come un vero gentiluomo. Draco è seduto nella sua abituale posizione. Sta ascoltando qualcosa che gli sta dicendo Lupin. Non ha nemmeno voltato la testa quando sono entrata. Mi sta volutamente ignorando.

Harry mi dice qualcosa riguardo agli addobbi della sala… alla partita, a quanto sia bello ritrovarsi di nuovo tutti insieme ad Hogwarts, ma io rispondo a monosillabi. Che cosa mi prende? Dovrei essere felice. Questa dovrebbe essere la serata più felice di tutta la mia vita. Harry è qui, seduto accanto a me, che mi sta corteggiando. Harry. Il mio Harry. Il ragazzo di cui sono stata perdutamente innamorata e per cui mi sentivo sempre immensamente inadeguata per tutti questi anni, tenta di farmi ridere, di coinvolgermi nella conversazione, eppure i miei occhi corrono continuamente verso Draco.

“Non ti senti bene?” mi chiede il mio cavaliere dopo un po’.

“No, sto benissimo, Harry” mento.

“E’ solo che non hai toccato cibo e…”

“No, va tutto bene. Forse è un po’ di stanchezza”

“Allora non ti va di ballare?” mi chiede, con una punta di delusione nella voce.

“Certo. Certo che mi va di ballare” rispondo.

Metto la mia mano nella sua e lo seguo sulla pista da ballo. Devo dar retta a Hermione. Per questa sera dovrei dimenticarmi di tutto e divertirmi. Ma allora perchè non ci riesco? Perché mi sento sommergere dall’amarezza? E per cosa poi?

Anche la seconda canzone termina e io mi arrischio ad alzare lo sguardo dal pavimento. Non ho spiccicato una singola parola, da quando abbiamo cominciato a ballare. Devo rimediare. Harry è così carino e gentile con me questa sera, che il mio comportamento mi fa sentire in colpa. Sto per chiedergli le ultime novità del ministero, quando Draco ci raggiunge.

Inchina leggermente il capo e io mi sottraggo dalle braccia di Harry, che forse stava per dirgli di andarsene, per passare nelle sue. Non voglio che litighino qui in mezzo. E soprattutto non voglio che litighino per me. E non voglio ferire Harry, ma devo assolutamente parlare con Draco.

Cominciamo a muoverci lentamente, seguendo la melodia.

“ti dispiace che ti abbia rubata al tuo adorato Potter?” mi chiede piano.

“Mi dispiace di aver perso la partita. Se solo tu fossi stato un pochino più bravo come Cacciatore…”. Ma che diavolo sto dicendo? Di tutto quello che potevo parlare, proprio la partita dovevo tirar fuori! Lui sogghigna, facendomi compiere una lenta piroetta e riprendendomi tra le braccia.

“non sono io che mi sono fatto fregare il Boccino da sotto il naso” ribatte.

“Vorresti dire che tu saresti stato capace di battere Krum?”

“Può darsi”

“Magari avresti potuto baciarlo come hai fatto con me? Potrebbero mettere questa tecnica nei manuali per il Quidditch!”

Weasley

“Sì, signor Malfoy?”

“solo il pensiero mi fa venire da vomitare. O di gettarmi nel lago con una pietra legata al collo”

Scoppio a ridere per l’espressione disgustata della sua faccia.

Perché lui è capace di farmi sentire così bene? Perché bastano solo poche sue parole per risollevarmi il morale? Si china lentamente verso di me e accosta la sua bocca al mio orecchio, mozzandomi il respiro in gola.

“Ridi di nuovo e i tuoi fratelli sono pronti a saltarmi alla giugulare” sussurra e io rido per la seconda volta nel giro di pochissimi minuti. Il suo alito mi solletica il collo in un modo delizioso.

“Che ne dici di far vedere a questi pivelli come si balla?” dice, aumentando il tocco della mano sulla mia vita. Un nodo mi stringe la gola, mentre Draco inizia a volteggiare in circonferenze sempre più larghe. Sembra quasi che i nostri piedi non tocchino il pavimento. E io mi sento incredibilmente leggera. La sala non esiste più…gli studenti, i miei fratelli, Harry…tutto è stato cancellato e per me c’è solo Draco. La musica rallenta e anche i nostri passi si fanno appena accennati. Draco mi stringe ancora più a sé e si china nuovamente verso di me. La mia fronte è separata solo di pochi centimetri dal suo petto.

“Sei bellissima” mormora con un filo di voce. Chiudo gli occhi, credendo pienamente alle sue parole. Lui mi fa sentire bellissima. Mi fa sentire come se fossi una principessa delle favole.

Ma è sbagliato! E’ tutto sbagliato! Harry dovrebbe farmi provare queste emozioni! Non Draco! Non è mai stato Draco il mio grande amore, ma Harry! Eppure sono tra le sue braccia e non c’è altro luogo al mondo in cui vorrei essere in questo momento.

“Che ne dici di andare a prendere una boccata d’aria?”

Annuisco e insieme lasciamo la Sala Grande, per uscire nel giardino.

Anche il parco è immerso nella tenue luce delle candele. Candele sui muretti bassi. Candele che costeggiano il sentiero ghiaioso per le panchine. E le stelle. Milioni di stelle sopra di noi, che si riflettono sulla superficie piatta del lago. Mi stringo al suo braccio e lui copre la mia mano con la sua. Sembra un gesto così naturale...spontaneo…Com’è cominciato tutto questo tra di noi? Ci fermiamo la guardare la notte,rabbrividendo per il freddo. E’ tutto così meraviglioso. Draco apre il mantello e prima che possa capire che cosa ha intenzione di fare, mi stringe a sé avvolgendomi nel tepore delle sue braccia. Sento il suo cuore battere sotto al mio orecchio e il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto alla mia guancia. Chiudo gli occhi, mentre mi perdo nella dolcezza delle sue carezze. Le sue mani sui miei capelli, sulla mia schiena, sulle mie spalle nude, alternando il leggero tocco della punta delle dita, alla soffice pressione del suo palmo. E improvvisamente non avverto più freddo. Mi sento protetta, al sicuro. Nulla al mondo può farmi del male. Sollevo lo sguardo e incontro i suoi occhi con i miei. E per una volta non sono furiosi, pieni di odio e strafottenza, ma sono caldi, pieni di luce. Intimorita rimango a fissarlo. Lui si china verso di me e sfiora le mie labbra con le sue. Le mie mani si appoggiano al suo petto e lui torna a baciarmi con più passione. Rispondo al bacio, sentendo l’urgenza di quel contatto pari alla mia.

“Anche questa volta avevi voglia di farlo?” mormoro.

Ma invece rispondermi nel solito modo beffardo, lui rimane a fissarmi per un attimo con intensità. Fremo sotto il suo sguardo. Mi accarezza piano una guancia e io chiudo gli occhi assaporando questo momento. Quando Draco si ritira velocemente da me, mi sento smarrita. Sbatto le palpebre un paio di volte, realizzando che mi ha voltato le spalle e che sta ritornando verso il castello.

“Draco” lo richiamo. Lui si blocca e si gira verso di me. La sua espressione è così…scocciata.

“mi sono divertito abbastanza per questa sera, Weasley. Se posso chiamare divertimento due giri di lingua con te”.

Entra nel castello e io rimango da sola, impietrita e frastornata nel giardino. Il freddo invade il mio corpo in profondità fino ad avvolgere il mio cuore. Perché? Perché fa così?

Per divertirsi

Beh io non mi sto divertendo. Non mi sto divertendo affatto. Mi avvolgo le braccia attorno al corpo, cominciando a tremare. Mi morsico il labbro inferiore nel tentativo di frenare le lacrime e cammino lentamente verso la torre dei Griffondoro. Non posso correre. Se lo facessi non riuscirei a impedirmi di piangere. Attraverso l’atrio, evitando di passare vicino all’ingresso della Sala Grande, da cui proviene ancora della musica e salgo verso la torre. A metà scala un giramento di testa mi coglie all’improvviso.

Sto per cadere quando una mano si serra attorno al mio braccio e una mi trattiene per la vita.

“Ginny, stai bene? Vuoi che vada a chiamare uno dei tuoi fratelli?” mi chiede Lupin, aiutandomi a stare in piedi.

“No” mi affretto a rispondere. Lui mi studia attentamente e io chino il viso imbarazzata. “è solo un po’ di stanchezza” dico usando per la seconda volta nella stessa serata la medesima scusa, quando la ragione del mio malessere è tutt’altra.

“Ti accompagno nella tua camera”

“non è necessario” ribatto, appoggiandomi alla ringhiera e salendo un paio di gradini. Ma un senso di vertigine mi fa barcollare. Lupin mi sorregge di nuovo e mi conduce verso la torre dei Griffondoro, ignorando le mie deboli proteste. Tutti gli studenti sono ancora al ballo e non incontriamo nessuno per i corridoi. Lupin mi fa sedere sulla sedia a dondolo vicino alla finestra e poi esce rapidamente dalla stanza. Ritorna dopo pochi minuti, tenendo un calice tra le mani. Io non mi sono mossa. Non ne ho la forza.

“Bevi questo” mi dice e io mi porto il bicchiere alla labbra senza reclamare.

Il gusto pungente del vino mi strappa un gemito di disapprovazione, ma ne bevo un’altra lunga sorsata. “Basta così, se non vuoi ubriacarti. Le tue guance stanno riprendendo colore” dice, togliendomi il calice dalle mani e riattizzando il fuoco con un colpo di bacchetta.

“Allora, che cosa è successo tra te e Draco?”

“Che cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa tra me e Draco?”

“il fatto che prima vi ignorate per tutta la sera, poi ballate insieme, condannandoti a una morte lenta e dolorosa per aver fatto infrangere i sogni d’amore delle nostre care studentesse con un certo rubacuori, e poi vedo lui rientrare dal giardino con una cera peggiore di Nick-quasi-senza-testa e trovo te in queste condizioni”

Chiudo gli occhi, sorridendo, mio malgrado. Se avevo ancora qualche dubbio sul fatto che Lupin ci tenesse d’occhio, ora non ne ho più.

“Avete litigato?”

“sì…no…più o meno”

Lui reclina il capo da una parte, aspettando che io continui.

“E’ complicato. E confuso”

“E tu non sai se ne vale la pena”

Corrugo le sopracciglia non capendo cosa intenda dire.

“Non sai se ne vale la pena , soffrire…rischiare così tanto per lui”

“ormai non penso che abbia più importanza” dico, passandomi le mani sulle braccia, come se una corrente d’aria fredda mi avesse appena colpita.

“Perché non ci dormi su. Forse domattina riuscirai ad avere le idee più chiare”. Estrae la bacchetta e la punta contro il bicchiere. Dice una formula magica a bassa voce e poi mi porge il calice.

“Ti aiuterà a dormire”

Senza chiedergli che cosa sia, lo bevo tutto d’un fiato. Sa di more. Una pesante sonnolenza s’impadronisce di me, mentre Lupin mi fa coricare sul letto e mi copre con il piumone.

“Puoi farcela con lui, Ginny”

“Non posso “mormoro.

“Sì che puoi…” la voce di Lupin mi dice qualcos’altro, ma ormai sono troppo intontita per capire le sue parole e il sonno mi accoglie tra le sue braccia.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

 

“Draco”

Chiudo gli occhi rimanendo immobile appoggiato al davanzale della finestra. Forse se ne andrà se non le rispondo.

“Dobbiamo parlare”

“Parlare? Non abbiamo nulla da dirci” rispondo secco.

I suoi passi risuonano per la stanza vuota e mi rimbombano nella testa. Mi volto verso di lei con ferocia, cogliendola di sorpresa.

“Avanti Weasley, che cosa vuoi dirmi?” le chiedo, mentre un ghigno cattivo mi si distende sulla faccia “oppure hai in mente qualcos’altro” le dico, attirandola contro di me. Spiazzata dalla mia mossa, non oppone resistenza mentre mi impadronisco delle sue labbra con forza.

“no” dice appoggiando le mani sul mio torace e tentando di liberarsi dal mio abbraccio, ma io non la lascio andare. Scendo a baciarle il collo, cominciando ad accarezzare il seno. Ma i miei gesti non sono delicati, dolci…pieni d’amore come vorrei che fossero. Tutto è così orribile. Io sono così orribile. Le mordo la pelle delicata del collo, spingendo il mio bacino verso di lei in modo da farle sentire la mia eccitazione.

“Draco, no, ti prego”

“Non dirmi che non ti piace, Weasley? Ricordi che cosa ti avevo detto una volta? Hai bisogno di essere trattata in questo modo”

“che cosa ti è preso?”

“a me?” le chiedo slacciandole i primi bottoni della camicia. “Niente. Sono un Malfoy, ricordi?” sogghigno.

Le faccio scivolare la camicia fuori dai pantaloni e insinuo una mano sotto di essa. La sua pelle è così calda, così vellutata sotto il mio palmo.

“DRACO NO” grida divincolandosi e colpendomi sulla faccia. Ma non lo fa con forza. Non vuole farmi del male. I suoi occhi sono pieni di dolore. Non c’è rabbia. Solo dolore.

“Ti prego no” mormora e due lacrime le rigano le guance. “perché fai così?”.

Dio, la sua voce…il tremore del suo corpo…il pallore del viso e i suoi occhi sbarrati e indifesi. Non posso farle questo. Non posso farla soffrire in questo modo. Non posso insudiciare l’unica cosa bella della mia vita.

“perché mi diverte. Mi eccita” rispondo, stringendola ancora di più per farle capire quanto la desideri “perché ne ho voglia

“No, tu non sei così” mormora con voce incrinata. I suoi begli occhi sono rossi e gonfi per il pianto. E la sua espressione…ma che cosa sto facendo? Che diavolo sto facendo? Eppure questa è la cosa più giusta da fare. Devo allontanarla da me. Devo farla scappare da me prima che sia troppo tardi. Non sarei mai dovuto arrivare fino a questo punto con lei, ma ieri sera era così bella, così desiderabile eppure così triste. E sapevo che la colpa era la mia. Non volevo vederla così e prima di accorgermi di quello che stavo facendo, avevamo già cominciato a ballare insieme. Che stupido idiota! È stata totalmente colpa mia, stupido, debole, vigliacco.

“che ne sai tu di come sono io?” ribatto, strappando la sua camicia e chinandomi sul suo seno. Dio, ti prego, fulminami ora, in questo momento. Fa troppo male. Come posso farle questo? Come? Ginny finalmente riesce a trovare la forza per sgusciare via dal mio abbraccio. Avrei potuto impedirglielo se solo avessi voluto, ma mi sento sollevato che l’abbia fatto. Non so fino a che punto sarei stato in grado di spingermi. Si stringe addosso i lembi della camicia singhiozzando.

“io” mormora con la voce rotta dal pianto “non so che cosa ti sia preso, ma questo non sei tu. Non sei mai stato così. E anche tu lo sai, ma finché non avrai ritrovato di nuovo il Draco di prima non osare avvicinarti a me”

Corre via e io mi lascio cadere su una sedia prendendomi il viso tra le mani. L’ho fatto. Ho rovinato anche lei. Le ho strappato la sua innocenza, ma forse potrà ritornare la Ginny di sempre fra qualche tempo, mentre io potrò godermi la mia solitudine, l’unica cosa che mi meriti. Merito di stare da solo. Non potrò mai stare con lei, senza rovinarle la vita.

Non capisco che cos’è quella macchiolina concentrica scura sul pavimento vicino al mio piede, finchè non realizzo che è una mia lacrima.

 

 

Mi sento svuotata. Come se la mia anima fosse stata risucchiata via dal mio corpo. Ho pianto per diverso tempo, ricercando la solitudine all’interno della Foresta Proibita.  Sento ancora le mani e la bocca di Draco sul mio corpo, ma le sensazioni che ha suscitato in me non sono il rapimento, il piacere, la dolce confusione delle altre volte…Il suo tocco era violento, prepotente e ho avuto paura di lui. Non era in sé. Non era il Draco che io…

Riemergo dalla Foresta e lo vedo camminare verso la casupola di Hagrid ed entrarvi senza nemmeno bussare. Non credo che si sia accorto della mia presenza. Non me la sento di affrontarlo ora, così proseguo spedita verso il castello, quando una voce mi blocca. Ma non è quella di Draco.

“Ginny, non ti ho vista questa mattina a colazione!”

“Ciao Harry, mi sono alzata molto presto” rispondo. Harry mi sorride, ma io non provo né imbarazzo né quello strano rimescolio allo stomaco. Lui è solo Harry, l’amico di mio fratello e mio ex collega.

“E’ una giornata splendida, non è vero?”

“Hai ragione”

“che ne diresti di fare un giro con le scope? Mi sembra il tempo ideale”. Sto per rifiutare quando vedo Draco camminare con Hagrid sul parto. Mi sforzo di sorridere e di accettare l’invito di Harry. Rientriamo insieme nella scuola sotto lo sguardo di Draco e saliamo le scalinate che portano alla torre dei Grifondoro. Davanti alla Signora Grassa incontriamo Ron ed Hermione.

“Dove state andando?”

“A fare una gita con le scope. Volete unirvi a noi?” risponde Harry. Le labbra di mio fratello si piegano in un sorriso,mentre scambia un’occhiata complice con l’amico. E io vorrei a mettermi a urlare.

“no, abbiamo altri progetti. Ci vediamo più tardi”ci saluta allontanandosi con lo stesso sorriso. Ma il viso di Hermione è attraversato da un’ombra, mentre i suoi occhi incontrano i miei. E’ solo per un istante, ma è sufficiente per rendermi pienamente cosciente che sto usando Harry per vendicarmi di Draco. E anche lei lo sa.

“Allora andiamo?”

“Dammi solo un minuto per prepararmi”

 

 

La vedo alzarsi in volo accanto allo sfregiato. Li ho visti anche prima sul prato. Rimango ad osservarla finché non diventa che un puntino nell’azzurro del cielo. Meglio così. Meglio vederla con quella mezza tacca di Potter piuttosto che con me. Mi dirigo verso la serra e scelgo con cura ogni pianta, ogni foglia, ogni radice per le pozioni che devo preparare oggi. Essere così ossessivamente zelante nel mio lavoro mi aiuta a non pensare a lei. A quello che ho detto. E soprattutto a quello che avrei voluto dire. Mi dirigo verso i sotterranei, ma vengo raggiunto da Lupin. Mi chiede qualcosa sulle erbe che ho in mano e poi riprende a camminare con me senza dire nulla.

“So perché l’hai fatto” interrompe il silenzio dopo qualche minuto.

“Fatto cosa?”

“l’hai allontanata da te. Ho insistito un po’ con Hermione e alla fine mi ha confessato di essere venuta a conoscenza del tuo patto con Silente e di aver fatto pressioni affinché tu dica tutto al giudice”. Gli lancio un’occhiata in tralice, ma non rispondo. Lupin sa tutta la storia, come Silente, la McGranitt, Piton e ora Miss-So-Tutto-Io. Non credo che mia madre sia cosciente di quanto mi sia costata la sua libertà.

“Hai avuto paura…”

“Io non ho paura”

“che se venisse fuori che hai dovuto usare la Imperius contro due Mangiamorte per salvare tua madre. Tu finiresti ad Azkaban e Ginny con te per averti coperto. Perché sai perfettamente che anche Ginny non ti denuncerebbe mai…senza contare che essendosi offerta come tua garante, verrebbe sospettata di essere tua complice fin da prima. Potrebbe passare guai seri”

“sì, devo dire che hai riassunto la situazione con inaspettata esattezza” ribatto seccamente. Lupin sorride di quel suo sorriso strano e sempre un po’ triste.

“Mi sorprende il fatto che lei non ti abbia mai chiesto nulla sul tuo essere diventato nostra spia”

Mi arresto davanti alla porta del castello e mi assicuro che nessuno possa ascoltare il nostro discorso.

“Questi non sono affari tuoi”

“Forse hai ragione, ma vorrei sapere perché ti ostini a farti del male. Ginny non è una sprovveduta e il tuo segreto è ben riposto nelle poche persone che ne sono a conoscenza. Hermione si è perfino offerta di diventare il tuo Custode Segreto, per non mettere in pericolo te e la sua amica”

“Quando è successo?”

“Questa mattina. Ho assistito personalmente al colloquio con Silente. Hai la possibilità di essere felice, forse per la prima volta nella tua vita, perché continui a tirarti indietro? Per cosa devi punirti, Draco?”

Ci allontaniamo verso il lago quando un gruppettino di studenti ci passa vicino. Rifletto sulle sue parole in silenzio.

“Ho troppo da farmi perdonare” ammetto alla fine.

“e credi che questo sia il modo migliore per pagare il fio”

“No, è il solo modo che conosco per farlo. E inoltre…” lascio la frase in sospeso chiedendomi che cosa sto facendo. Remus Lupin, il confidente di Draco Malfoy?

Scuoto la testa come infastidito da una mosca e mi volto di nuovo verso di lui.

“sai che ti dico? Dimentica tutto quanto e impara a farti gli affari tuoi”

Faccio per allontanarmi, ma lui me lo impedisce.

“Sai quanti membri dell’Ordine ti devono la vita?”

“Non m’importa”

“Anche Ginny sarebbe caduta nell’imboscata del lago se tu non ci avessi avvertito in tempo. So che ti sei fatto infliggere il Marchio Nero per non farti scoprire. So che hai dovuto scendere a…compromessi. E so anche che odiavi quello che ti facevano fare. Quello che non so è perché tu non riesca a perdonare te stesso”

“Perché non ho avuto la forza di ribellarmi prima. Perché se non fossi stato così impaurito e combattuto forse mia madre non continuerebbe a tagliarsi le vene e mio padre…”

Lui alza le mani con i palmi rivolti verso di me. “Non sei responsabile anche per gli altri. Tuo padre aveva una scelta. Tuo padre poteva scegliere di schierarsi con noi. L’ha avuta vent’anni fa quando Piton è passato dalla nostra parte e l’ha avuta anche due anni fa, ma lui ha sempre rifiutato. Avrebbe potuto almeno tenere fuori te da quello schifo e invece ti ci ha gettato dentro. E così tua madre. Non sei tu il genitore, Draco. Loro avrebbero dovuto aiutarti, guidarti…e non porti davanti a muri di odio”

Volto il capo dall’altra parte. Nella mia foga non mi sono accorto neppure di aver fatto cadere a terra tutte le erbe che avevo raccolto.

Sto per riprendere a parlare quando delle voci di fanno sussultare. E poi vedo Fuffi correre scuotendo le tre teste per il giardino!

“DOVE CAZZO E’ HAGRID?” grido. Gli studenti, attirati dalla bella giornata di sole, sono tutti nel cortile della scuola. Se non lo fermo sarà una strage. Lupin è al mio fianco con la bacchetta in pugno. Sta per schiantarlo quando vedo la faccia barbuta di Hagrid alle spalle del cane. Do un colpo al braccio di Remus e l’incantesimo evita di pochissimo il cane, che spaventato si dirige dalla parte apposta rispetto a dove sono tutti gli studenti.

“Ho già assistito una volta allo spettacolo pietoso di Hagrid in lacrime” spiego alla sua occhiata incuriosita. Mi chino a raccogliere alcune erbe, pensando velocemente a una soluzione per far calmare quel dannato cane.

“la pillola per il sonno” dico. Lupin dirige la sua bacchetta sulla mia mano e pronuncia una formula a bassa voce. Mi metto le erbe in bocca e le mastico per qualche istante facendole diventare una piccola sfera.

“Non fate del male al mio cucciolo” dice Hagrid raggiungendoci.

“Quella cosa è di nuovo in calore” sbraita Lupin. E’ la prima volta che lo sento urlare.

“Bisognerà dargli una calmata” dico , ma Hagrid mi mostra il flauto spezzato a metà.

“Perfetto” commento “beh è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare” dico cominciando a correre verso il cane. “Tenetelo a bada finché potete” grido , sgusciando al di sotto di una delle tre teste. Un po’ di bava mi cade sul mantello. Che schifo!

Mi aggrappo al collare – come ha fatto a mettergli il collare?- e mi isso sulla sua schiena. E ora dovrei infilargli la pillola in bocca…dovrei! Il cane non gradisce la mia presenza e tenta di afferrarmi con una delle bocche. Mi appiattisco sulla sua schiena, non mollando la presa.

“Draco, scendi di lì”

“Devo farlo addormentare se non volete ritrovare i vostri preziosi studenti a brandelli”

“faremo in un altro modo. E’ troppo pericoloso”

Non bado più alle parole di Lupin e tento ancora di raggiungere la bocca del cane- una delle tre-. Se solo avessi una scopa...e improvvisamente il cane comincia a correre velocemente e il mio polso a bruciare.

 

 

“Che bello”

La campagna si estende sotto di noi. Le ultime tracce di neve si stanno sciogliendo al calore del sole. Non sembra per niente una giornata di febbraio.

“Londra dovrebbe essere da quella parte” mi dice Harry puntando il suo braccio di fronte a sé.

“Sei sicuro?”.

Annuisce.

“Al Ministero abbiamo bisogno del tuo aiuto” aggiunge dopo qualche istante di silenzio “Mi manchi. Era bello lavorare con te”

“Anche tu mi manchi” rispondo, sorridendogli. Vorrei aggiungere che ormai il mio posto è ad Hogwarts, ma quando lo vedo accostare la sua scopa alla mia il respiro mi si blocca il gola. I suoi occhi verdi sono fissi nei miei. Una mano si solleva verso il mio viso. Vuole baciarmi. Oddio! Harry Potter vuole baciare me! Proprio me!

Un grido esce dalla mia gola contro il mio volere. Abbasso lo sguardo sul polso circondato da un cerchio dorato, pulsante di dolore. Guardo di nuovo Harry negli occhi. Non voglio baciarlo. Non è … giusto. Non dovrei essere qui con lui.

“Draco” bisbiglio “ Draco ha bisogno di me” e senza perdere un secondo di più riprendo a volare verso il castello. Il mio corpo aderisce al manico della scopa per acquistare velocità. Il mio cuore palpita furiosamente nelle mie orecchie e gli occhi cominciano a lacrimarmi per l’aria fredda. Presto le alte guglie di Hogwarts si delineano di fronte a me. Il cortile è pieno di agitazione. Vedo Hagrid e Lupin che stanno correndo e più avanti… molto più avanti Fuffi con qualcosa attaccato al collo. Con orrore realizzo che si tratta di Draco. Spingo la mia scopa ad aumentare velocità e mi affianco al cane, tenendomi a distanza di sicurezza.

“Che stai facendo?”

Draco si volta il viso verso di me, sorpreso.

“Sto tentando di non farmi sbranare” ribatte

“Vuoi una mano?”

“no, ce la faccio da solo. Ordinaria amministrazione”

“come vuoi” rispondo, facendo per allontanarmi. Draco non mi richiama indietro. Lo sapevo. Non ammetterebbe mai che ha bisogno del mio aiuto. Mi affianco di nuovo al cane e gli faccio cenno di saltare sulla mia scopa.

“Vattene da qui,stupida”

“Salta su, idiota”

“Ginny, cazzo, vattene” grida, quando Fuffi gira una testa verso di me e tenta di afferrami. La evito scartando bruscamente a sinistra e il cane riprende la sua corsa.

“hai un piano?”

Lui mi mostra la pallina di erbe che ha in mano.

“Qualcos’altro?”

Lui mi guarda in un certo modo e capisco che non c’è nessun piano di riserva.

“io lo distraggo. Tu pensa a mettergliela in bocca. Attento alle mani”

“Ginny no!” grida, ma ormai mi sto già dando da fare per attirare l’attenzione di Fuffi. Draco impreca a voce alta e poi si sistema meglio sulla schiena del cane. Striscia verso la sua testa di sinistra, mentre io continuo a zigzagare per evitare i morsi di Fuffi.

“fatto”

Mi sollevo in modo che il cane non possa afferrami. Inizia a perdere velocità, intontito dalla pillola. Ma Draco è ancora sopra di lui. Verrà travolto quando il cane perderà i sensi!

“Sali” gli dico, tendendogli una mano.

“vattene”

“sei peggio di un mulo”

“Dannazione a te, Weasley! vattene!”

“Dannazione a te Malfoy! Sali su questa maledettissima scopa!”

Lui alza gli occhi al cielo e poi si sposta con cautela sulla schiena del cane per avvicinarsi a me. Un sobbalzo improvviso del cane gli fa mollare la presa con una mano, ma Draco riesce ugualmente a slanciarsi verso di me. Perdo il controllo sulla scopa e ci incliniamo di lato.

Il prato a poco più di un metro da noi…la zampa di Fuffi e poi la voce di Draco che urla qualcosa…e il suo corpo appoggiato al mio. Le sue braccia intorno alle mie spalle. La fronte schiacciata sulla mia guancia…

L’impatto con il suolo è rovinoso. Vengo catapultata lontana dalla scopa e perdo il contatto con il corpo di Draco.

Rimango per qualche istante supina, cercando di capire se ho qualcosa di rotto. Delle voci gridano il mio nome. Mi metto a sedere. Fuffi è coricato per terra su un fianco. Il torace si muove a un ritmo lento e regolare. Non vedo Draco. Scatto in piedi allarmata, ma un capogiro mi fa vacillare.

“Ginny, stai bene?” mi chiede Harry prendendomi per le spalle.

“Dov’è Draco?” ribatto, quando vedo la zampa di Fuffi. Ci sono dei brandelli neri attaccati alle unghie… e poi vedo Lupin, che s’inginocchia al di là del corpo del cane.

“DRACO” . Mi libero della stretta di Harry e circumnavigo il cane addormentato. Draco è steso a terra. Il suo mantello è lacerato su una spalla e l’erba sotto di lui è macchiata di sangue. Mi getto al suo fianco e gli prendo una mano.

“ODDIO DRACO NO” . Le lacrime mi riempiono gli occhi, mentre realizzo che mi ha protetta con il suo corpo dall’attacco del cane. Perché fa così? Perché mi allontana da sé, si prende gioco dei miei sentimenti e poi è pronto a farsi ridurre in questo stato per salvarmi?

Le sue palpebre si sollevano lentamente e i suoi bellissimi occhi grigi si fermano su di me.

“Sei uno stupido, Draco! Perché l’hai fatto?”

“Non …facesse …del male” geme, prima di perdere conoscenza. Appoggio la fronte sulla sua mano, ancora stretta nelle mia e i miei singhiozzi s’intensificano. Qualcuno mi strappa dal suo corpo e mi abbraccia forte.

“Shhh andrà tutto bene” mi dice una voce familiare.

“Ron” mormoro , abbandonandomi contro il petto di mio fratello “lui…lui”

“Ha la pelle dura. Non basterà una zampata a metterlo fuori gioco” mi rassicura Lupin, passandomi accanto per scortare la barella su cui è stato sistemato Draco al castello.

 

 

“Come sta?”

“ha perso parecchio sangue ma le ferite non sono profonde. Ho usato la pozione che hanno messo a punto lui e Piton. E’ davvero eccezionale. Domattina avrà appena i segni della ferita”. Allora è questo a cui stava lavorando. Una pozione per far rimarginare in fretta le ferite…

“Vorrei rimanere con lui questa notte…in caso avesse bisogno di qualcosa”

“Non è necessario, cara. Io…” mi risponde Madama Chips, ma qualcosa nella mia espressione deve averla fermata dal continuare la frase. “Va bene. Se ci tieni…”

Annuisco. Lei mi rivolge ancora un cenno di saluto con il capo e si allontana.

“Verremo a vedere come sta domani mattina. Se vuoi che ti dia il cambio…”

“Non ce ne sarà bisogno. Non è la prima volta che lo veglio tutta la notte “mormoro. Hermione mi sorride, prima di abbracciarmi.

“è ridotto così per causa mia” le sussurro in un orecchio in modo che gli altri non possano sentire le mie parole. Lei mi stringe più forte baciandomi una guancia.

Lei, Ron ed Harry escono dall’infermeria e io mi siedo di fianco al letto di Draco. Bevo lentamente una tazza di tè caldo e lo guardo dormire profondamente. Il petto è coperto solo dalla candida fasciatura e i capelli gli ricadono scompostamente sulla fronte. Sono cresciuti da quando siamo arrivati qui in settembre. Gli accarezzo piano la fronte. Lui non si muove. Afferro il libro che mi sono portata e comincio a leggere alla luce delle candele. Fuori è calata la notte e a poco a poco le voci del castello si spengono, lasciandomi immersa nel silenzio. Le mie palpebre si fanno pesanti e il sonno mi appanna la vista. Sono molto stanca, ma non voglio addormentarmi sulla sedia. Siamo soli in infermeria. Mi alzo senza fare rumore e con la bacchetta faccio volare uno degli altri letti accanto a quello di Draco. Domani mattina lo rimetterò a posto senza che Madama Chips si accorga di nulla. Draco non sembra aver bisogno di aiuto, ma non voglio andarmene. E non voglio dormire per tutta la notte su una sedia, buscandomi un feroce mal di schiena.

Mi distendo sul letto e prendo una delle mani di Draco tra le mie. È così calda. Gli scosto qualche ciocca di capelli dalla fronte, sfiorando la sua pelle con la punta delle dita. Le labbra sono leggermente dischiuse e la sua espressione è serena. Mi accoccolo al braccio, che non è rimasto ferito da Fuffi e lentamente scivolo nel sonno. È così bello dormire abbracciata a lui…

La prima cosa di cui mi accorgo quando mi sveglio è il calore di un corpo accanto al mio. Senza aprire gli occhi, richiamo alla mente gli avvenimenti delle ultime ore…la discussione con Draco, il bruciore al polso e la consapevolezza che lui avesse bisogno di me…e poi lui che viene ferito. Sento la consistenza del suo braccio sotto la mia mano e le sue dita intrecciate con le mie. E poi qualcosa mi accarezza una guancia. Sospiro piano, abbandonandomi al contatto con una mano calda. Riapro gli occhi e vedo Draco di fianco a me. E’ perfettamente sveglio. Continua ad accarezzarmi,scendendo sul collo e poi risalendo lentamente fino a soffermarsi sulla nuca.

“Drac…” mormoro, ma lui mi pone il pollice sulle labbra facendo aderire completamente il suo palmo sul mio viso, prima di chinarsi verso di me. Il sapore delle sue labbra e il loro tocco delicato, quasi impercettibile, mi fanno sciogliere. Affondo una mano nei suoi capelli e lo attiro verso di me, approfondendo il bacio. Le nostre mani sono ancora intrecciate. Quando si scosta siamo entrambi senza fiato. Mi guarda negli occhi per un istante, prima di distogliere lo sguardo. Ma io gli prendo il viso con una mano e lo faccio voltare di nuovo verso di me. Non gli permetterò di sfuggirmi ancora. Lo bacio di nuovo e il suo corpo scivola lentamente sul mio. Gli accarezzo le spalle, attenta a non urtare la ferita, il collo, le braccia forti e poi scendo sulla sua schiena. Sento le sue mani, che esplorano senza fretta il mio corpo, scostandomi la camicetta, e le sue labbra tracciare una fila di baci sulla mia mascella. Ma poi si ritrae di nuovo e io sono costretta ad inseguirlo un’altra volta. Gli imprigiono il viso tra le mani e lo bacio piano, senza dargli la possibilità di scappare da me. Il suo corpo freme.

“Ginny”mormora con un filo di voce. So che ha paura. Anch’io ne ho. Forse la stessa paura di farci del male, di farci soffrire, di non riuscire a riscaldare la vita dell’altro - come lui riscalda la mia.

“va tutto bene” gli dico e un sorriso mi increspa le labbra. “voglio che succeda”.

Lui mi fissa per qualche istante. I suoi occhi sembrano un lago di montagna, così chiaro e cristallino da confondersi con il cielo di primavera. Alla fine si china verso di me e mi bacia con ardore. Le sue mani si fanno più impazienti e i suoi baci sempre più travolgenti. E il suo respiro rapido e ansante proprio come il mio. Un gemito di piacere mi scivola tra le labbra quando avverto la sua bocca sul mio orecchio, ma improvvisamente una voce rabbiosa interrompe il momento magico.

“Oh merda” esclama Draco, prima che il suo corpo venga spinto all’indietro.

“HARRY” grido, mentre il migliore amico di mio fratello colpisce Draco sul mento e lo fa cadere a terra.

Mi stringo addosso la camicetta e balzo giù dal letto per dividerli. Harry carica di nuovo il destro, ma io gli afferro il braccio per fermarlo. Harry è talmente infuriato che si libera della mia stretta con violenza facendomi finire a terra. Ed è ora che Draco perde il controllo. Si lancia verso di lui tempestandogli il torace di pugni. Incurante di indossare soltanto i pantaloni, continua ad accanirsi contro Harry spingendolo fuori dall’infermeria.

Mi rimetto in piedi e li inseguo. Ron tenta di dividerli, ma Draco sembra una furia. Alla fine Ron riesce in qualche modo a separarli, dando uno spintone al suo migliore amico e tenendo indietro Draco con una mano.

“Le è saltato addosso” grida Harry, facendo per gettarsi di nuovo su Draco, ma un paio di braccia robuste lo bloccano. Sono quelle di Hagrid.

“Tu. Hai. Fatto. Cosa. A. mia. Sorella?” scandisce Ron, mentre le sue orecchie vanno a fuoco. Io mi precipito davanti a Draco, frapponendomi tra lui e mio fratello.

“Ron no!"

“Ginny , lui...non…non…” tartaglia.

Hermione gli mette una mano sul braccio e gli mormora piano qualcosa, ma lui non l’ascolta.

“Ron” dico cautamente.

“Come puoi difenderlo ancora? Ginny, sei impazzita?”

“IO? Sarei io quella pazza? Vi è mai passato per la testa che ero esattamente dove volevo essere?” urlo in preda alla rabbia. Gli occhi di Ron si allargano, mentre ricerco senza abbassare lo sguardo la mano di Draco con la mia.

“Non dirai sul serio?”

“Ron, non sono affari che ci riguardano” dice Hermione, venendomi in soccorso. Harry se ne va dopo avermi lanciato un’occhiata che non riesco a decifrare.

“Non sono affari che ci riguardano? E’ mia sorella!”continua Ron imperterrito.

“Ginny può fare quello che vuole della sua vita. Non deve certo renderne conto a te” ribatte Hermione convinta.

Ron scocca un’occhiata incredula prima a lei e poi a me. Se non lo credessi impossibile penserei che le sue orecchie stiano per prendere fuoco. La sua bocca è atteggiata a una smorfia. Abbassa lentamente i pugni e scuote la testa.

“Spero che tu sappia quello che fai, perché io proprio non ti capisco”. Si volta e si allontana. Guardo la sua schiena rivolta verso di me e sento una stretta al cuore. Quasi inconsciamente stringo maggiormente la mano di Draco, come a volermi assicurare che lui è ancora qui, al mio fianco.

“Gli passerà” dice Hermione

Non rispondo, continuando a fissare il punto da cui è sparito, sperando che torni indietro, che corra verso di me e che dica una delle sue solite battute.

Ma Ron non torna.

“Ho una bella notizia” continua Hermione, dopo qualche istante “Ho ricevuto questa mattina una lettera del Ministero. Il mio sollecito a velocizzare le pratiche per il riesame del tuo caso è servito a qualcosa. L’udienza si terrà domani a Londra. Siete convocati entrambi”

“C-credi che…”

“andrà tutto bene. Ho raccolto molte prove a nostro favore. Vinceremo”. Hermione mi sorride, ma il suo sorriso non le raggiunge gli occhi. Anche lei è preoccupata per me e Ron.

“Beh ora è meglio che vada. Partiamo questo pomeriggio. Ci vediamo a pranzo” ci saluta, andandosene.

Io e Draco rimaniamo immobili nel corridoio. Le nostre mani ancora unite.

“e ora?” chiedo.

“se vuoi che menta e ti risponda che andrà tutto bene, lo farò”

Mi giro verso di lui e gli circondo la vita con le braccia, appoggiando il viso contro il suo petto.

“voglio solo che tu rimanga con me”

“sai che non posso prometterlo”

Chiudo gli occhi, trattenendo un gemito.

“lo so” mormoro, mentre una lacrima mi scende sulla guancia.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10
"Stanno partendo. Non vieni a salutarli?"
Scuoto la testa in segno di diniego, fingendo di continuare a leggere il giornale.
Lupin si siede di fronte a me, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Mantengo lo sguardo fisso sulla pagina, ma le parole che vi sono scritte sono incomprensibili. La mia mente è troppo occupata da altri pensieri per riuscire a concentrarsi su qualcosa che non riguardi mio fratello, l'appello di domani o Draco.
"Hai litigato con Ron?"
"Chi ti ha eletto Grillo Parlante, Remus?" ribatto tagliente.
Lupin sorride, scuotendo il capo.
"Scusa" mormoro sinceramente.
"non importa"
"Le cose tra me e Ron si aggiusteranno. Lui… ha solo bisogno di tempo"
"e tu?"
"non lo so" ammetto, passandomi una mano sul viso. "domani ci sarà l'udienza per il riesame del caso di Draco. Hermione ce lo ha detto questa mattina. Io so che dovrei essere felice. Finalmente verrà prosciolto, il suo nome riabilitato, le poche proprietà restanti della sua famiglia restituite, ma…"
"Hai paura che questo lo allontani da te?"
"Non è mai stato così lontano da me come in questo momento"ammetto, guardando un punto indeterminato fuori dalla finestra. Sta piovendo e fa freddo. La bella giornata di ieri sembra solo un ricordo lontano. Poso il giornale sul tavolo e mi avvicino alla finestra. È quasi il tramonto.
"Forse non sono affari miei, ma credo che dovresti…"
"parlare con lui? stai diventando monotematico, Remus" lo interrompo. Il mio tono non è offeso. Gli sorrido debolmente e lui mi risponde con un'espressione benevola. Forse Draco non è l'unico che si sente solo…
"beh ora devo andare. Piton- sembra incredibile- ha bisogno di me per non so che cosa…"
"Buona fortuna, allora"
"Anche a te".
"ne avrò bisogno" mormoro, mentre esco dalla stanza per dirigermi verso i sotterranei di Serpeverde.

Capisco che si tratta di lei, prima ancora che bussi alla mia porta. Rimango immobile, seduto davanti al caminetto acceso, sperando che se ne vada. Ma so che non lo farà.
"Draco" mi chiama, entrando lentamente in camera mia. Non muovo un muscolo. Non alzo neppure lo sguardo. Ginny si avvicina lentamente a me, richiudendo la porta alle sue spalle. La pioggia picchietta sui vetri e i lampi rischiarano il cielo ormai buio. La stanza è illuminata dalla debole luce delle candele e del fuoco. Avverto la presenza di Ginny al mio fianco. Non serve che io la guardi per sapere che è nervosa e che probabilmente si sta mordicchiando il labbro inferiore, mettendosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Dio, ma perché dev'essere così bella? Così speciale? Da quando lei ha smesso di essere semplicemente la sorella del Weasley dall'espressione vuota e la fidanzatina di san Potter? Da quando lei occupa un ruolo così importante nella mia vita? Da quando lei è diventata l'unica cosa che mi resti? Chiudo gli occhi e rilascio il fiato lentamente.
"Tutto ok?"
"che cosa vuoi?"
"Ti ho portato qualcosa da mangiare, dato che non ti sei fatto vedere a cena"
"Non ho fame"
"Sei preoccupato per l'udienza di domani?"
"No" rispondo alzandomi. Lei abbassa lo sguardo, indecisa sul da farsi. "Puoi anche andartene. Non ho bisogno di una balia" dico voltandomi verso la finestra.
Vedo il riflesso di Ginny nel vetro. I suoi occhi sono fissi nei miei attraverso la superficie riflettente.
"Posso restare con te questa notte?" mi chiede a voce talmente bassa che fatico a udirla.
"No, voglio dormire. Non sono in vena per certe cose" sogghigno, ma il mio sorriso cattivo non la fa desistere. Si avvicina a me, compiendo ogni passo con fermezza, incatenando i miei occhi con i suoi. Prima che mi possa toccare, mi allontano verso il letto.
"Vattene" dico, ma il tono della mia voce non è deciso come vorrei.
"No"
"Ti ho detto di andartene" insisto
"No. Non me ne andrò. Se tu non sei preoccupato per l'udienza di domani…beh buon per te" mi risponde, stringendo i pugni lungo i fianchi e atteggiando le labbra a quella smorfia che di solito usa con suo fratello Ron. "Non voglio andarmene"
"Ti butterò fuori con la forza, se necessario" ribatto, ma lei alza il mento in segno di sfida gettando i capelli all'indietro.
"Va bene! Fallo"
Mi avvicino a lei con l'intenzione di cacciarla fuori dalla mia camera , ma non riesco nemmeno a sfiorarla. Ma perché mi sento sempre così confuso, vulnerabile quando sono con lei? La mia strafottenza, la mia arroganza, neppure la mia cattiveria funzionano più. Ginny mi prende per mano e mi fa stendere sul letto. Si corica al mio fianco e copre entrambi con una pesante coperta verde. Appoggia il viso sul mio petto e intreccia le dita con le mie. Continuo a rimanere immobile. Non ho la forza per mandarla via , ma non ce l'ho neanche per tenerla stretta a me. Non posso farlo. E'…sbagliato. E ingiusto per lei. Che cosa ho da offrirle? Che cosa ho da darle? Niente. Assolutamente niente. Mi sento vuoto e inutile. Lei è troppo buona, troppo bella per meritarsi uno come me.
"Permettimi di stare con te" sussurra. Non rispondo. Lei si muove piano, sollevandosi su un gomito e guardandomi negli occhi. In essi non scorgo paura, solo forza e luce. Tanta luce.
"permettimi di stare con te" ripete e la sua voce è talmente dolce , che sento incrinarsi qualcosa dentro di me. Mi giro sul fianco e l'abbraccio forte, immergendo il viso nell'incavo tra il collo e la spalla e aspirando il buon profumo dei suoi capelli. Avverto la tenue pressione delle sue mani rassicuranti e leggere sulla mia schiena.
"Draco, che cosa c'è?" mi chiede e solo ora mi accorgo che sto tremando e non so il perché. "Draco?"
"Resta con me questa notte" mormoro, stringendola ancora di più, quasi fosse il mio unico e solo appiglio. "Sono preoccupato per l'udienza di domani. Potrebbero emergere cose di cui ti ho tenuta all'oscuro. Cose che non dovresti sapere. Cose che potrebbero metterti nei guai."
Lei si scosta leggermente da me e mi guarda negli occhi, prendendomi il viso tra le mani. Sono tentato di ritrarmi, di fuggire ancora una volta da quello sguardo così limpido e cristallino, che mi fa paura. Ma lei non me lo permette.
"Qualunque cosa accada, io sarò lì con te."
"resta con me, Virginia" sussurro, mentre il mio corpo viene attraversato da un altro brivido.
"finché tu lo vorrai"


*******
Non ricordavo che il Ministero fosse così affollato e caotico. Io, Draco e Silente raggiungiamo Hermione, che ci accoglie con un sorriso.
"avete fatto buon viaggio?" ci chiede
"Sì, peccato per questa pioggia" risponde Silente. Lancio un'occhiata a Draco, ma dal suo viso non traspariscono emozioni. Vorrei prendergli la mano, ma non oso farlo. Rimaniamo tutti e quattro in silenzio per qualche istante, prima che un impiegato ci dica che dobbiamo seguirlo.
Sto per farlo, quando la voce di Draco mi blocca.
"Non voglio che lei entri"
Mi volto verso di lui sorpresa. Perché? Perché non vuole che io sia presente? Perché vuole ancora una volta escludermi dalla sua vita?
"Non può farlo" esclamo girandomi verso Hermione, ma lei annuisce lentamente.
"E' un'udienza particolare , richiesta dalla difesa e se l'imputato lo chiede può essere fatta a porte chiuse."
"Ma…"
"mi dispiace, Ginny"
"Non puoi farlo" sbraito rabbiosamente, ma Draco mi mette le mani sulle spalle, chinandosi verso di me, in modo che solo io possa sentire quello che sta per dire.
"Non rendermi tutto più difficile. Restane fuori"
Sono tentata di ribattere, di combattere per rimanere con lui, ma alla fine abbasso lo sguardo sospirando. Sta di nuovo scappando da me. Per quanto dovrò rincorrerlo? Per quanto dovrò lottare contro di lui, per poterlo amare? Questo pensiero mi colpisce come un pugno all'imboccatura dello stomaco. Perché non vuole che io lo ami? Perché continua a fare del male a entrambi?
"Va bene" gemo "va bene. Io ti aspetterò qui"
Lui annuisce, prima di allontanarsi da me. Lo seguo con lo sguardo proseguire per il corridoio ed entrare in una stanza. Il rumore della porta che si richiuda sembra perforarmi le orecchie. Mi siedo su una panchina poco distante e comincio a consultare l'orologio. I minuti passano lentamente…troppo lentamente e un'inquietudine mi attanaglia lo stomaco. Cerco di capire che cosa possa succedere nella sala dell'udienza, scrutando le facce degli impiegati del Ministero, invano. Sto giocando distrattamente con la fibbia della mia borsa, quando la porta della stanza viene aperta e ne esce mio fratello. Balzo in piedi con il cuore che accelera improvvisamente i battiti. Ron si passa una mano sulla nuca imbarazzato. Nemmeno io so che cosa dire.
"Ron" dico infine con un filo di voce.
"mi dispiace di essermi comportato come un animale" m'interrompe, mentre le sue orecchie e le sue guance assumono un intenso color rosso "Non avrei dovuto…ma tu…sei mia sorella e Malfoy…"
"lo so che è difficile per te"
"Ma voi…hm…state…"
"Non lo so. E'…complicato. E confuso"
Ron annuisce non del tutto convinto. S'inumidisce le labbra con la punta della lingua e mi guarda per la prima volta negli occhi.
"Se tu però…ecco se tu…insomma se ci tieni a stare con lui…io posso cercare di…sì insomma…fare uno sforzo per…"
"Grazie, lo apprezzo molto" dico, salvandolo dall'imbarazzo più totale. Ron si passa ancora una volta la mano sulla nuca , massaggiandosi piano il collo e mi sorride timidamente. Anch'io gli sorrido.
"Non sono stato molto comprensivo con te. Non devo essere il massimo come fratello, m-ma tu…sei…"
"sei il fratello migliore che potessi desiderare". Le orecchie di Ron diventano ancora più rosse, mentre il suo sorriso si allarga sulla sua faccia. Sta per rispondermi quando la porta si apre nuovamente e questa volta ne esce un impiegato che mi fa cenno di entrare. Io e Ron ci scambiamo un'occhiata prima di seguirlo nella stanza. Vedo un paio di miei ex colleghi seduti al banco del giudice, tra cui Neville ed Hannah Abbott. Non capisco se il verdetto sia favorevole o meno. Sento solo un gran freddo che invade tutto il mio corpo. Ron si è fermato in fondo alla sala, mentre io proseguo fino alla sbarra. Non ho il tempo di guardare in direzione del banco della difesa, perché il giudice comincia a parlare.
"Signorina Weasley, questo tribunale, alla luce delle nuove testimonianze, ha deciso di lasciar cadere tutte le accuse contro il signor Malfoy. Lei, pertanto, deve essere sciolta dall'essere sua garante. Il signor Malfoy è pregato di avvicinarsi alla signorina Weasley per l'Incantesimo. Cancelliere proceda."
Draco mi raggiunge e scopre il polso. Faccio lo stesso. L'uomo che mi ha fatto entrare punta la bacchetta prima verso il suo braccio e poi verso il mio mormorando una formula. Un cerchio dorato avvolge il mio polso per un istante, prima di dissolversi lentamente. È finita. Abbiamo vinto. Dovrei essere felice, sollevata. Draco è libero. Io sono libera. Il terribile segreto di cui non dovevo essere messa al corrente a quanto pare non è stato svelato. Eppure sento ancora un gran freddo dentro di me. Ora anche l'unico vincolo che ci teneva uniti si è dissolto. Niente lo lega a me. Non significo più nulla per lui. Abbasso le palpebre, inspirando profondamente, mentre vengono sbrigate le ultime formalità.
"la seduta è tolta" proclama il giudice e tutti i presenti si alzano. Neville mi saluta impacciato. Scambio con lui qualche parola di circostanza, ma quello che vorrei è parlare con Draco. Non mi interessano gli ultimi sviluppi delle indagini, o quanti criminali sono stati arrestati, o la ripresa di Hannah, per quanto io sia felice di vederla di nuovo in perfetta salute. Ho una gran voglia di mettermi a urlare, ma in qualche modo riesco a trattenermi. Hermione arriva in mio soccorso e mi strappa da quella tortura con una scusa.
"Stai bene?" mi chiede con voce preoccupata.
"Sì, sono felice che Draco sia stato prosciolto"
"Sembra che tu stia per crollare a terra da un secondo all'altro. Vieni con me" mi dice, conducendomi attraverso una porta a vetri sul terrazzo. I rumori della strada ci giungono ovattati e lontani, mentre le voci all'interno dell'edificio si spengono alle nostre spalle. L'aria fresca mi asciuga il sudore che mi era colato sul viso e mi fa sentire un po' meglio. Non mi ero accorta di quanto avessi bisogno di una boccata d'aria fino a questo momento.
"Hai parlato con Ron?"
"Sì. Le cose tra di noi si sono aggiustate. O almeno credo. Devo pensare che tu c'entri qualcosa?"
Hermione mi sorride, stringendosi nelle spalle.
"non proprio. Diciamo che io gli ho solo dato una spintarella nella direzione giusta. Penso che avesse solo bisogno di…assorbire il colpo"
"Anch'io" affermo, appoggiandomi alla ringhiera. Il vento mi scompiglia i capelli e fa ondeggiare la mia gonna.
"e così tu e Draco…"
"Non lo so" mormoro. Hermione mi mette una mano sul braccio, senza aggiungere altro. Restiamo per qualche minuto a congelare all'aperto, ascoltando i suoni di Londra e il rombo del tuono in lontananza. Il temporale di ieri sera si è allontanato e l'azzurro sta sbucando tra le nuvole sempre più rade. Anche il temporale della mia vita dovrebbe essersi allontanato, eppure non è così. Non ho più obblighi. Draco può ricostruirsi una vita. La vita che più gli piace senza essere vincolato da stupide limitazioni, ma io non ne sono del tutto felice. Avverto come un senso di perdita. Solo poche ore fa proprio il vincolo che ora è stato sciolto ci ha fatto sentire più uniti che mai. Io sapevo che aveva bisogno di me. Lo avvertivo come una specie di spina conficcata sotto la mia pelle. Ora il nostro legame si è rotto e non posso fare a meno di pensare che nulla lo trattiene più al mio fianco. Se ne andrà. Lo conosco troppo bene per non sapere che lo farà. Andrà via. Lontano dove non deve per forza vivere nel ricordo del suo passato, dei suoi errori, di quella sciocca convinzione che mi deve qualcosa e che in qualche modo lui non può essere a utile a nessuno qui. Perché non si rende conto? Perché non capisce di quanto io sia in debito con lui? per quella sera in riva al lago…per quella mattina sulla guferia…per la sua forza, per il suo coraggio di cadere, di sbagliare e di rialzarsi…per il suo coraggio di mandare tutto al diavolo e di proteggere le persone a cui vuole bene a costo della sua libertà, della sua vita…
"Ginny, noi siamo pronti ad andare". La voce di Silente mi strappa dai miei pensieri. Hermione è ancora di fianco a me. Ritornando nell'atrio, vedo mio fratello e Neville parlare con Draco. Quando ci vedono, s'interrompono. L'espressione di Draco è indecifrabile.
"anche se so che non l'hai fatto per me, penso di doverti almeno un ringraziamento, Granger"
"anche se so che probabilmente è solo un'allucinazione uditiva, accetto i tuoi ringraziamenti, Malfoy"
"ora che cosa hai intenzione di fare?" chiede Neville. Draco lo guarda come se fosse in presenza di un insetto.
"Credo che me ne andrò da qualche parte all'estero" risponde in tono volutamente cattivo. Mio fratello trasale, pronto a vendicare l'onore della sorella sedotta e abbandonata-io- , ma un'occhiataccia di Hermione lo incenerisce. Io chiudo gli occhi, impedendomi qualsiasi reazione. Lo sapevo. L'ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato. Tentavo di convincermi del contrario, di illudermi che lui sarebbe rimasto- e rimasto poi per cosa? Per me? Per Virginia Weasley? Lui è un Malfoy. E i Malfoy e i Weasley non sono fatti per amarsi. Per insultarsi, giocarsi dei brutti scherzi, combattersi, ma non per amarsi. In qualche maniera riesco a rigovernare il tremito del mio corpo e a rimanere impassibile. Ci congediamo da Neville, Ron- le sue orecchie sono di nuovo rosse- e Hermione, che mi fa promettere di scriverle al più presto e ci dirigiamo verso la vettura che ci riporterà ad Hogwarts. Anche Silente non è rimasto per nulla sorpreso dalla notizia della partenza di Draco.
Il viaggio verso Hogwarts è lungo ed estenuante. Non spiccico una sola parola, abbandonandomi contro al sedile e guardando con occhi stanchi il paesaggio che cambia attraverso il finestrino. Quando giungiamo alla scuola è ormai buio.
"E' stata una lunga giornata. Andate a riposare, ragazzi, vi farò portare la cena in camera dagli elfi domestici" dice Silente. Non ho il coraggio di affrontare il suo sguardo. Farebbe troppo male. Povera piccola Ginny Weasley ci è cascata un'altra volta. Prima con Harry, che si è accorto della mia esistenza con quasi un decennio di ritardo, e ora con Draco, che si è accorto della mia presenza quando ho rischiato di andare ad Azkaban per lui e che , prosciolto da tutte le accuse, mi abbandona per calde spiagge esotiche. Mi mordo il labbro inferiore con forza e vado nella mia stanza. Evito di proposito Draco. Mi siedo accanto alla finestra, vicino al caminetto acceso. Togliendomi il mantello mi accorgo che c'è un biglietto nella tasca. Lo dispiego sulle mie ginocchia riconoscendo la scrittura minuta e regolare di Hermione. Leggo i due fogli velocemente. Parlano della madre di Draco, dei suoi tentativi di suicidio, del fatto che sia stato lui a comprare la sua immunità, diventando una spia dell'Ordine e del fatto che abbia usato una Maledizione senza Perdono su due Mangiamorte per salvarla. Poteva tirarsene fuori in qualche modo e invece non l'ha fatto. E' restato ad affrontare quell'inferno da solo.
"Draco mi ha fatto promettere di non dirtelo e io potrei essere cacciata dall'albo per aver infranto l'etica professionale, ma non potevo semplicemente rimanere zitta!Ginny, lui era pronto a finire in prigione per tenerti fuori da questa storia. Non lo conosco molto bene e non so che cosa passi in quella testa da Purosangue, ma quello che so è che è pronto a tutto per te e che non ti ha parlato di tutto questo non perché non ha fiducia in te , ma perché non voleva che tu venissi coinvolta per nessun motivo. Probabilmente non sta a me dirlo e probabilmente tuo fratello mi ucciderebbe se sapesse che sto scrivendo queste righe, ma non posso rimanere a guardare te e Draco che vi fate del male. Lui sarà uno stupido egoista e arrogante, ma…ti vuole bene. Nemmeno io sapevo quanto finché questa mattina non mi ha detto che preferisce lasciarti libera. Mi ha detto che avrei dovuto rimanerti vicina e che avrei dovuto convincerti che era stato meglio così. Ma non hai visto la sua faccia mentre me lo diceva. Non era Malfoy. O almeno non era il Malfoy che noi avevamo conosciuto a scuola. Forse siamo stati tutti troppo superficiali. Lui era il ragazzino antipatico e sbruffone. Era più facile credere che fosse così, piuttosto che pensare a che cosa doveva passare con i due genitori che si ritrovava. Ci abbiamo creduto tutti, tranne te. Ginny, forse non sarà l'uomo della tua vita, forse commetterai solo un grande errore e te ne pentirai per il resto dei tuoi giorni, ma…non puoi permettergli di andarsene via così. Non dopo tutto quello che avete condiviso. La decisione, però, spetta a te. Io e Ron ti saremo accanto qualunque cosa tu decida di fare.
Con affetto,
Hermione"
Sono svuotata. Affranta. Mi copro il viso con le mani, avvertendo l'amarezza farsi strada dentro di me. Hermione ha ragione. Non posso rimanere qui seduta senza far nulla. Draco…Se ne va…Non sarà più l'ultima persona con cui parlo la sera davanti al fuoco, non potrò più correre da lui e sentire le sue battute pungenti, non potrò più vederlo curvo su un calderone a preparare Dio solo sa cosa, non potrò più litigare con lui e chiamarlo sporco Serpeverde…E all'improvviso mi accorgo che non m'importa di apparire stupida o patetica. Non m'importa nulla del passato, di essere un Grifondoro o un Auror. Non voglio che se ne vada. Non voglio perderlo… Mi precipito fuori dalla stanza, giù dalle scale, non badando di sbattere contro a altre persone. Oltrepasso l'ingresso ai sotterranei, quando mi ritrovo davanti Lupin.
"Sulla torre di Astronomia" mi dice, puntando l'indice verso l'alto.
Non mi soffermo a domandargli come cavolo fa a essere sempre così ben informato su quello che succede tra me e Draco e volo su dalle scale. Arrivo sulla terrazza della Torre di Astronomia leggermente ansante. Draco è qui. Il suo profilo alto e slanciato si staglia contro la sottile falce lunare e il suo mantello nero è gonfiato dal vento.
"che cosa vuoi Weasley?" mi chiede senza voltarsi.
"e tu cosa vuoi?"
"non si risponde a una domanda con un'altra domanda"
"non si scappa via da quello che ci fa paura"
"io non sto scappando. E non ho paura"
"Oh sì che ne hai. Tu non hai solo paura: sei semplicemente terrorizzato" dico convinta avanzando verso di lui di un passo. L'aria fredda della sera mi fa rabbrividire. Il cielo è punteggiato da milioni e milioni di stelle, che si riflettono sulla superficie del lago sotto di noi. "anch'io ho paura" aggiungo con un filo di voce.
"tu, però, non scappi…"
"Non saprei dove andare"
"beh io sì. In qualsiasi posto che non sia questo" risponde, girandosi di scatto e superandomi velocemente. Ha quasi raggiunto la porta, quando le mie parole lo impietriscono.
"Non è così difficile". Guardo la sua schiena voltata verso di me e mi rendo conto di quanto siano profondi i miei sentimenti per lui. Lo inseguirò ovunque pur di riportarlo da me. "Non è così difficile amarti". Lui si gira lentamente verso di me e il mio cuore sembra balzarmi fuori dal petto, artigliato dal freddo. Ho paura che mi volti ancora le spalle, che mi rida in faccia e che mi mortifichi con una delle sue cattiverie. "non andartene" mormoro sull'orlo delle lacrime. "Non voglio che tu te ne vada. Non voglio stare senza di te. Lo so che io ...che il mio sangue non è puro come il tuo…lo so che non sono perfetta, lo so che probabilmente io non ti merito, lo so che devo apparirti stupida e infantile e che probabilmente non riesco a capirti, ma io ti amo. Ti amo, Draco Malfoy" dico tutto d'un fiato,mentre le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance. Gli artigli del freddo penetrano sempre più nella mia carne, ferendomi in profondità. Ho bisogno di lui. ho un disperato bisogno di lui, così tanto che mi fa male.
Draco rimane a osservarmi per qualche istante, prima di coprire la distanza che ci separa e di prendermi tra le braccia.
"sei una stupida, Virginia" mormora e la sua voce è incrinata dall'emozione. Le sue mani m'imprigionano il viso e i suoi occhi si fissano nei miei. Sono così caldi, così profondi. Così pieni di disperazione.
"io non voglio farti del male"
"E allora non lasciarmi, Draco" singhiozzo, appoggiando la mia fronte contro alla sua. Continuo a piangere. È come se una diga si fosse rotta dentro di me. La paura, la speranza, la disperazione…è tutto confuso.
"non troverai mai la luce dentro di me. Sei tu…sei tu la mia luce, Ginny" mormora scostandosi da me, per guardami negli occhi. Un altro eccesso di pianto mi soffoca le parole in gola e non posso che aggrapparmi alle sue braccia, singhiozzando.
"non piangere, Ginny. Ti prego…non piangere. Non piangere , amore mio. Non piangere. Non sopporto vederti piangere" sussurra, baciandomi leggermente sulle labbra e sul naso. Il suo tocco è così gentile, così pieno di amore."ci sono cose che devo dirti….quello che ho fatto per mia madre…quello che…"
"Non m'importa. Non m'importa nulla. Voglio solo pensare al futuro. Ripartiamo da zero. Basta con i sporco Serpeverde e i dannato Grifondoro. Io voglio solo te. Quello che hai dovuto fare o sopportare per diventare come sei non ha più importanza. Io ti amo per come sei ora…oggi…Io ti amo, Draco"
Lui mi bacia ancora. Sento la mia stessa disperazione dentro di lui. "Avevi ragione, Draco. L'amore brucia e consuma…io non posso stare senza di te.". Lui mi accarezza piano una guancia soffermandosi a giocare con una ciocca del miei capelli.
"no, Ginny. L'amore non consuma. Non distrugge. E'…avvolgente e caldo. "
"O forse è entrambe le cose insieme, altrimenti perché mi sentirei così? Perché mi sembra che il pensiero di perderti sembra annientarmi?"
"O forse è entrambe le cose insieme, altrimenti perché mi sembrerebbe di aver trovato la mia luce quando sono con te? Permettiti di restare con te, Ginny".
Non posso smettere di piangere. Sto tentando di controllare i singhiozzi - davvero- ma non ci riesco. Mi sporgo verso di lui e sfioro le sue labbra con le mie. Lui mi stringe a sé, immergendo una mano nel miei capelli e baciandomi lentamente, assaporando il contatto delle nostre labbra e il gusto salato delle mie lacrime.
"Finchè lo vorrai" mormoro, mentre un'ultima lacrima scende dai miei occhi per andare a morire nel vento.
"Finchè avrò vita".


FINE

NdEgle: TA DAAAAN! F-I-N-E!
Una veloce carrellata di saluti e ringraziamenti.
Innanzitutto ringrazio la sempre presente Eli -Lucky- che si è sorbita la trama in anteprima, la stesura della fanfiction e tutte le mie fissazioni, e poi la dolcissima Julie che mi ha spronato a finirla! Grazie ragazzeee! E naturalmente grazie a Lory, per…vabbè tanto ormai lo sa che senza i suoi consigli, i suoi incoraggiamenti e le sue critiche sarei perduta!!!
Grazie a tutte le canzoni che mi hanno fatto da colonna sonora. Sono veramente troppe per elencarle tutte…ma un grazie particolare va a UNDER YOU SPELL cantata da Amber Benson, che fa parte della colonna sonora della puntata del Musical di Buffy e che da il titolo alla fanfiction, DON'T LET GO di Brian Adams e Sarah McLachlan, CALLING ALL ANGEL dei Train…e ce ne sarebbero veramente moltissime, che però, per mancanza di spazio devo lasciare nell'anonimato.
E infine grazie a tutti coloro che mi hanno scritto complimentandosi! Grazie alle ragazze del forum. Grazie, grazie infinite! Non potete nemmeno immaginare quanto mi abbiano fatto piacere i vostri commenti! Se vi è piaciuto leggere la mia fanfiction almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla posso dirmi più che soddisfatta! ^___^
Alla prossima
Egle
 

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