Voglio vivere con lui serenamente

di occhidolci31
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ricordi spiacevoli ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***



Capitolo 1
*** ricordi spiacevoli ***


Mi trovavo distesa sul mio letto a guardare il soffitto e a pensare a come ancora una volta nella mia vita avevo permesso agli altri di decidere per me. Nella mia infanzia erano sempre stati i miei genitori a fare le scelte  al posto mio: la scuola in cui dovevo  andare e anche le persone che dovevo frequentare che secondo loro dovevano far parte  della nostra classe sociale ed io ho sempre cercato di rispettare le loro decisioni perché sapevo che  erano felici ed era questo che contava, non importava che dentro di me stessi male e per non fare insospettire mia madre, l’unica tra i miei genitori che pensava veramente un po’  a me, facevo finta di essere felice. Fino a quando un giorno, all’età di 16 anni, tornando a casa da scuola trovai un uomo molto giovane seduto nel mio salotto, che stava  parlando di qualcosa animatamente con mio padre, mi preoccupai un po’ ma sapendo che mio padre era uno dei migliori uomini d’affari  del nostro paese e un uomo che si faceva rispettare da tutti, decisi allora di andare in cucina da mia madre, le chiesi cosa ci facesse quell’uomo a casa nostra e lei mi rispose che non erano affari miei e di andare immediatamente in camera mia a mettermi il migliore vestito che avessi. Ero abituata al fatto che lei si comportasse così con me e ormai non ci facevo più caso. Risalii le scale fino ad arrivare in camera mia, una volta chiusa la porta, aprii l’armadio e tirai fuori il vestito che pensavo fosse più adatto a qualsiasi situazione visto che non sapevo neanche perché dovessi farmi bella, se a quel tempo lo avessi saputo sarei scapata una volta per tutte di casa, ma non potevo sapere quello che sarebbe successo da quel momento in poi. Quando finii di prepararmi riscesi le scale e ritornai in cucina, insieme a mia madre andai in salotto da mio padre per conoscere l’uomo che si trovava con lui. Andando verso di loro, avevo anche pensato che non era per niente un brutto uomo anzi mi affascinava un po’, sembrava avere il doppio degli anni che in realtà aveva cioè 24 anni, aveva un viso perfetto, la carnagione bianca della pelle intonava con il colore dei suoi occhi piccoli e di un giallo intenso, il suo naso era alla francese, le sue labbra erano un po’ carnose ma non molto e il suo fisico dava l’impressione di un ragazzo che amava fare sport. Le sue spalle stavano a pennello con la giacca che portava, era alto e con dei capelli biondi e lunghi che gli scivolavano sulle spalle . Mio padre mi portò vicino a se e mi presentò al ragazzo, che prese la mia mano e con irruenza la strinse e si presentò  
ciao io sono

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


<< Ciao io sono James sono sicuro che avremmo modo di conoscerci meglio con il passare del tempo >> in quel momento non capivo cosa volesse dire con quella frase e mi preoccupai, perché il modo con cui aveva parlato non prometteva niente di buono, ma pensai che era solo frutto della mia immaginazione che mi faceva credere che quel ragazzo avesse delle strane intenzioni verso di me, solo oggi mi rendo conto di quanto invece avessi ragione quel maledetto giorno, che segnò per sempre la mia vita. Già perché fu l’ultima volta che vidi casa mia e i miei genitori, anche se loro cercarono di avere qualche contato con me, ma io non volevo saperne. Come potevano pensare che dopo quello che mi avevano fatto quel primo aprile potessi anche solo guardarli in faccia? Mi avevano venduta per saldare i loro debiti. Ogni santo giorno ripenso a come dopo aver finito di presentarsi mi ordinò con freddezza di preparare velocemente tutte le cose che avrei portato con me nel suo palazzo dove avrei passato il resto della mia vita con lui, all’inizio pensavo che stesse scherzando e avevo anche iniziato a ridere poi però quando mi ero voltata verso mio padre che mi guardava senza dire niente capii che non era uno  scherzo e corsi in camera mia. Dove telefonai al mio migliore amico  Emmett Cullen, quando gli raccontai cosa stava succedendo si mise ad urlare << Non possono farti questo, che genitori sonno, come possono permettere a un sconosciuto di portarti via, vedrai Bella adesso arrivo io e vedrai che sistemeremmo tutto >> quando lo sentii parlare così mi spaventai un po’ perché di solito il mio orso in ogni situazione cercava sempre di calmare gli animi e alleggerire la tensione, anche nei momenti in cui ero triste per il comportamento della mia famiglia verso di me e lui da un mio solo sguardo capiva che stavo male e ci rintanavamo nel nostro luogo segreto e lui faceva di tutto per vedere spuntare dal mio viso anche un miserabile sorriso, solo una volta aveva reagito male quando aveva scoperto che l’ex ragazzo di sua sorella Alice Cullen in realtà la tradiva già mentre stavano insieme e non l’aveva mai amata veramente, molti giorni io e lui tenevamo d’occhio Gabriel perché sapevamo che avrebbe fatto soffrire la mia migliore amica prima o poi anche se speravamo sempre di sbagliarci perché vederla soffrire ci avrebbe uccisi tutti e due, litigavamo anche molto spesso con lei perché ci rinfacciava il fatto di non aver mai parlato veramente con lui e di fidarci solamente delle nostre impressioni che diceva essere sbagliate, poi un giorno il nostro fratello orso girando per il corridoio della scuola lo sentii parlare con il suo gruppo che si chiamava “Goldlions” di quanto se l’era passata la sera prima con una certa Jessica alle spalle di Ali. Emmett non ci vide più dalla rabbia e lo portò di peso in un angolo della scuola e lo prese a pugni finche non arrivai io e lo fermai. Ma sapevo che quella volta non sarebbe bastata la sua forza, grinta e coraggio. Quindi lo bloccai prima che finisse di parlare << Emmett tutto ciò non servirà a niente ormai mi sono arresa all’idea che dovrò fare come mi hanno detto per favore non fare idiozie e ricordati che ti vorrò per sempre bene tu e Alice siete la mia vera famiglia e cerca di far ragionare tua sorella addio >> non gli lasciai neanche il tempo di rispondermi chiusi la chiamata così con le lacrime che correvano lungo le mie guance. Mi buttai sul mio letto e per non far sentire che stavo piangendo morsi il mio cuscino, rimasi ferma così per non so quanto tempo, quando però sentii mio padre urlarmi dal soggiorno di muovermi  mi alzai e misi tutti i miei vestiti velocemente dentro a due valige grandi, presi dai cassetti tutto il resto delle mie cose, non dimenticandomi nessuna foto di me e dei miei amici ma lasciando li tutte le foto che mi ritraevano con i miei genitori e presi anche tutti i regali che mi avevano fatto il mio fratello orso e la mia sorellina Ali. Scesi le scale velocemente << Possiamo andare >> dissi a James senza guardare neanche una volta le due persone che mi avevano rovinato la vita, loro non fecero nessun paso verso di me rimasero li mobili e impassibili senza trasmettere nessuna emozione. Sapevo che non mi sarei dovuta aspettare niente ma nel profondo del mio cuore ci speravo. << Non vuoi salutare i tuoi genitori?? Non li vedrai più >> non mi voltai rimasi li a fissare la porta inattesa che la aprissero. Uscire da quella casa sapendo che era l’ultima volta che l’avrei vista mi strinse il cuore nonostante tutti i ricordi spiacevoli. La sua macchina era una Limousine bianca, lunga tre metri e con i finestrini oscurati. In piedi appoggiato ad una porta della macchina c’era l’autista in divisa, che prese i miei bagagli e li caricò all’interno dell’auto. Mentre James mi apriva la portiera per farmi salire, una volta che l’autista sali James fece scorrere il divisore tra noi e l’uomo che stava guidando. Si avvicinò a me e sottovoce disse << Così non può disturbarci >> mentre parlava mi accarezzava la spalla. Io mi allontanai e mi spostai il più lontano possibile da lui mentre rideva divertito. Pregai che il viaggio non durasse molto e intanto ringraziavo per il poter almeno tenere una certa distanza.

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