Disadattata

di Disadattata
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima della rovina... ***
Capitolo 2: *** Io sono quella nuova. ***
Capitolo 3: *** Ora, mi credete? ***
Capitolo 4: *** Cadaveri. ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca. ***



Capitolo 1
*** Prima della rovina... ***


<< Jillow, interrogata! >> Gridò la Daniels. Quanto la odiavo. Si sentiva una fichetta ed aveva soltanto 70 anni. Pedofila!
<< Prof, non ho studiato >> sbottai.
<< E' la quinta volta che vieni impreparata, signorina. Che devo fare? Voglio che sua madre venga qui, le devo parlare di quello che non fai! Signorina , lei così può essere bocciata lo sa? Che futuro ha in mente di avere? Vuole essere una vagabonda? Penso che il suo desiderio si possa avverare se continua così! >>.
<< Fanculo! Lei che cazzo ne sa di quello che voglio fare da grande! Lei non mi conosce.. la scuola è solo una rottura di palle! >>.
Delle risatine si sollevarono nel fondo dell'aula.
<< Jillow, vada subito dal preside, questi non sono atteggiamenti adeguati a chi frequenta la scuola! Subito dal preside! >>. Aveva già perso la pazienza quella racchia, ma volevo giocare un altro poco.
<< Non rompere e continua questa merda di lezione! >> risi detta l'ultima frase. 
 
La racchia si alzò dalla sua comoda poltrona verde, si avvicinò e posò le sue ruvide mani sul mio banco. << Ho detto subito dal preside, o chiamo i suoi genitori! >>. Pensavo di finirla lì ma qualcosa mi spinse a dirle: << Su allora chiami i miei genitori, che aspetta , avanti lo faccia, io sono qui pronta per sentire le loro romanzine. >> Mi prese con forza per il braccio e mi spinse verso la porta facendomi sbattere la spalla sulla maniglia. Persi la pazienza. '' Non farlo, non farlo'' pensai ma lo feci. Ricordavo che la prof=racchia era allergica fortemente alla polvere del gesso perciò lasciai la sua presa, afferrai la spugnetta della lavagna e gliela sbattei in faccia, polvere di gesso volava davanti quell'orribile faccia, la spinsi e lei cadde a terra come un bambino ai suoi primi passi.
 
Scappai dall'aula e riuscì ad uscire dalla porta di sicurezza senza farmi vedere. La scuola mi aveva completamente rotto le palle!
Feci 20 metri quando qualcosa di grosso e bianco cadde sopra una macchina facendola completamente spezzare in due.
<< Cazzo! >> gridai. Incominciai a correre senza sapere dove andavo e poi , tutto ,d'un tratto, divenne nero, ero sola nel buio totale. Sentìì qualcosa di strano in me. Ero diversa. Il fulmine mi colpì ed io presi una scossa terrificante. Le mie vene pulsavano fortissimo e i miei occhi bruciavano come se infuocati. '' Merda, sto morendo!''. E forse era proprio vero, forse ero proprio morta.
 
Mi svegliai, una puzza di vecchio riempiva le narici del mio naso. Ero in ospedale.
<< Ti sei svegliata, ragazzina. >> accanto a me c'era mio zio Jess in lacrime. Riuscivo a malapena ad aprire gli occhi.
<< Che è successo? La tempesta.. Tu come stai? >>. Ero stanca e ancora stordita da quel dolore lancinante. Non riuscì a capire bene le parole di mio zio, forse mi disse che stava bene. Ma svenni di nuovo.
 
 
Mi rialzai dopo una mezz'oretta, ma stavo già meglio. Stavolta accanto a me ritrovai due poliziotti in divisa. Li guardai e dissi<< Che cavolo volete da me? Dov'è mio zio? >>.
Uno di loro mi scrutò male e rispose: << Lei è condannata ai servizi sociali per aver aggredito un adulto. Si vesta e ci segua. >>
Servizi sociali? Aver aggredito un adulto? Non ero sicuramente stata io ad incominciare ma non volevo problemi con la polizia, quindi mi preparai e li seguì.
Arrivammo davanti una struttura grigia. Scesi dalla macchina insieme al poliziotto che mi accompagnò.
<< Questa è la sua divisa, e cerchi di non combinare altri guai. >> Mi porse una tuta arancione. Era una merda.
Ecco che mi trovavo davanti una cazzo di prigione per colpa di una fighetta di 70 anni.

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Capitolo 2
*** Io sono quella nuova. ***


Entrai nella logora struttura grigia. Stavo cercando l'assistente sociale ma avevo già le palle piene. Sentìì delle persone parlare e quindi seguìì le voci che provenivano da un corridoio.
Tre ragazzi e due ragazze mi stavano fissando. Rimasi a bocca aperta per l'imbarazzo ma riuscì a rompere il ghiaccio dicendo : << Ciao, mi chiamo Jane e sono fottuta come voi! Mi potete dire dove posso trovare l'assistente sociale? >>.
Incominciarono a ridere tutti tranne uno, aveva gli occhi color ghiaccio e i capelli pettinati alla Hitler, le sue labbra erano particolarmente rosse e carnose, indossava una camicia nera bottonata fino al colletto e dei pantaloni vecchi color grigio scuro. La sua voce era sensuale e interessante.
<< L'assistente sociale lo trovi al piano di sopra, girando a destra , nel suo ufficio >>.
<< Grazie.. >>
<< Simon! >> completò la mia risposta.
Non gli rivolsi un vero e proprio sorriso , era come un ringraziamento muto. Sentìì bisbigliare un ragazzo : << Dai che ormai è tua quella! >> . Mi incazzai ma non risposi a quella cazzata, non volevo avere altri problemi con certa gente.

Salìì le scale e andai nell'ufficio come mi disse Simon ma non trovai nessuno. Ma che palle!
Scesi e senza dire niente ai ragazzi andai a cercare i camerini da sola per mettermi quella merda di tuta arancione. Li trovai dopo 5 minuti, c'era puzza di ascelle in quella stanza. Indossata la tuta mi misi davanti lo specchio per sistemarmi meglio i capelli e il trucco.
C'era silenzio in quella stanza, si sentiva soltanto qualcosa sgocciolare, pensavo che le tubature perdessero acqua fino a quando mi accorsi che da un armadietto usciva qualcosa di rosso, era sangue.
Mi avvicinai a quell'armadietto per controllare se fosse veramente sangue, lo era. Avevo paura di quello che avrei potuto trovarci dentro ma dovevo aprirlo, volevo scoprire che cosa si giaceva lì dentro, e lo feci, lo aprì. Mi ritrovai faccia a faccia con un cadavere, aveva la gola sgozzata e gli occhi quasi usciti del tutto dalle orbite, dal suo naso colava sangue e non solo da lì. Corsi via il più veloce possibile.
Caspita, era soltanto il mio primo giorno!
Chiamai gli altri, che increduli mi seguirono negli spogliatoi, ma quando arrivammo nel punto preciso in cui vidi quel cadavere non c'era più niente, era tutto sparito. Il sangue e il cadavere si erano dissolti, come se mai fossero esistiti.
<< Vi giuro che qua c'era un cadavere immerso in una pozza di sangue. >> gridai  quando vidi le loro facce seccate.
<< Senti, tutti ce ne vogliamo andare di qui, ma non c'è bisogno che inventi queste cazzate, sul serio! >> disse l'idiota che bisbigliò quella cazzata a Simon.
<< Ma c'era sul serio, proprio lì dentro.. >> indicando l'armadietto da cui fuoriusciva quel liquido rosso. I ragazzi non mi ascoltavano più si erano già diretti verso la porta, mentre io rimasi a guardare il pavimento '' pulito ''.
<< Io ti credo, non devi farci caso a quello che dicono loro. >> era Simon. I suoi occhi fissi nei miei, erano ancora più belli da vicino.
<< Non ti preoccupare per me. Prima o poi dovranno cambiare atteggiamento. Del resto fanno così solo perchè io sono quella nuova! >>.
Io e Simon raggiungemmo il gruppo ma non parlai con nessuno, avevo la testa soltanto a quell'orribile visione nello spogliatoio.

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Capitolo 3
*** Ora, mi credete? ***


Ciao a tutti, o almeno a te che stai leggendo questa serie, mi dispiace non essermi presentata prima ma solo ora sono riuscita veramente a capire come funziona questo programma.
Il mio nome è Letizia, ho 14 anni e sono della Sicilia. Sono una fan sfegatata di Harry Potter. Lo so, adesso ti stai domandando '' e perchè non hai fatto una serie su Harry Potter?''... Bhe, la risposta è semplice. Da poco, ho conosciuto questa serie Misfits, e mi son detta : << Ci saranno 100.000 Fanfiction su HP, perchè non provare con qualcosa di diverso?  >>.. 
Ebbene, questa è la mia storia.. Spero vi piaccia e divertitevi, un bacio.
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Passò una settimana da quell'orribile visione negli spogliatoi e finalmente avevo preso posto nel gruppo.
Kelly è , per così dire , la mia migliore amica. Simon lo adoro, amo tutto di lui : la sua goffaggine, la sua timidezza, i suoi occhi, la sua voce.. TUTTO!
Bhe.. per quanto riguarda gli altri tre : Nathan , l'idiota; Alisha, la Lady e Curtis, l'atleta, con loro sono soltanto una semplice amica, niente di più.

Io e i miei compagni eravamo nell'atrio della ''prigione'' a mangiare un panino (schifoso a parer mio) dopo aver fatto 5 ore di servizi sociali. Simon quando mangiava era bellissimo, sempre con le gambe ben postate e i gomiti fuori dal tavolo mentre noi altri sembravamo delle scimmie, specialmente Nathan.
<< Sei bellissima oggi. >> disse Simon rivolgendosi a me.
<< Grazie Simon.. ma sono uguale a tutti i giorni.. >>
<< No, invece sei diversa. Sei magnifica >>
<< Bhe.. in effetti ho comprato un nuovo mascara, sarà quello.. >>. Scoppiammo a ridere tutti e due.
<< Ci sta solo provando con te! >> si intrufolò nella conversazione Nathan.
<< Ah stai zitto! E anche se ci stesse provando con lei , loro due starebbero bene insieme! >>; io e Simon arrossimmo alle parole di Kelly mentre Nathan si girò snervato. Lui è sempre nervoso quando sto in compagnia di Simon, e questo mi infastidisce! Insomma, a me Simon piace!
Finito il panino andai con Nathan a continuare i lavori..
<< Ma che ci trovi di bello in lui? >> iniziò a rompere.
<< Che cazzo te ne frega? Lui mi piace! Punto e basta! >> quando dissi quelle parole non mi ero accorta che Simon era spuntato dietro l'angolo. Arrossì.
Lui venne da me con un sorriso magnifico.
<< A..Anche tu mi.. mi piaci... t..Tanto!>> . Queste furono le più belle parole che una persona mi aveva mai detto. Ci guardammo fissi negli occhi per almeno due minuti e in seguito un lieve bacio accompagnò quegli sguardi innamorati. Cazzo, non potevo crederci, finalmente stavo con Simon!
Nathan era lì a fissarci, con la bocca aperta.
<< La volete smettere! Che schifo! >> gridò Nathan. Io e Simon ridemmo ma per educazione ci allontanammo le facce l'uno dall'altro. Gli stringevo forte la mano.
Kelly entrò nella stanza, seguita da Curtis.
<< Dov'è Alisha? >> chiesi incuriosita.
<< Pensavo stesse con voi.. >> rispose Curtis, nonchè il suo ragazzo.
Ero andata in panico. Già da tempo pensavo che là dentro ci fosse un assassino, perciò ho sempre cercato di stare con il gruppo senza mai separarmi da nessuno.
<< Dobbiamo trovarla>> dissi impaurita.
<< Sarà andata in bagno.. non c'è bisogno di aver paura>> mi rassicurò Nathan.
<< La vado a cercare io, non ti preoccupare >> e così Simon si partì per cercarla. Mi tranquillizzai, ma fu solo per un attimo. Un urlò riempì la stanza, era Alisha.
<< Va bene, ora ho paura! >> gridò Nathan.
<< Devo andare da lei! >>. Curtis cominciò a correre per andarla a cercare.
<< No, aspetta! Dobbiamo stare uniti!>>
Nathan mi prese per mano, e scappammo da quella stanza. Andammo tutti nel bagno delle ragazze. Sangue ovunque..
<< Alisha!! Alisha!! >> continuava a gridare Curtis con nessuna risposta!
<< Proviamo in cucina>> propose Kelly.
Io e Nathan ci tenevamo ancora per mano, ma non volevo lasciare la presa. Con lui mi sentivo più sicura anche se ero spaventata per Simon.
Corremmo per la cucina ma anche lì non c'era nessuno.
Cercammo di ragionare, quando arrivò di colpo Simon insanguinato. Lasciai la presa di Nathan e corsi ad abbracciarlo.
<< Che è successo? >> chiese Kelly impaziente.
<< Un lupo..>> rispose Simon sfinito.
<< Un lupo vero! Con gli artigli e i denti affilati.. ha preso Alisha.. Non ho potuto fare niente!>>
<< Oh cazzo! >> gridò Curtis sbattendo le mani al muro.
<< Calmati tu! Dobbiamo solo trovarla!..e poi... MERDA SCAPPATE! >>. Un enorme bestia spuntò dalla porta. Corsi nella direzione che prese Nathan. Ci nascondemmo dietro una colonna. Eravamo cagati dalla paura.
<< Cazzo.. ora muoio!>> bisbigliai a Nathan con le lacrime che rigavano il mio volto.
<< Qui non muore nessuno, stai tranquilla! >> mi rassicurò Nathan abbracciandomi.
<< Ora mi credete, cazzo? Ora che l'avete visto pure voi il sangue.. Ora mi credete?>> dissi a Nathan a mo' di presa in giro.
Un nuovo urlò riempì le mie orecchie, era Kelly. Dovevo fare assolutamente qualcosa!

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Capitolo 4
*** Cadaveri. ***


<< Aiuto! Cazzo, aiutatemi! >> supplicava Kelly in lacrime.
Io non sapevo che fare se fossi andata da lei il lupo mi avrebbe ucciso ma se invece fossi rimasta lì dov'ero il lupo avrebbe ucciso lei e io non me lo sarei mai perdonata. Mi alzai dal pavimento, decisa per andare ad affrontare la bestia ma una mano mi fermò.
<< Che cazzo fai? Resta qui o ti ucciderà! >> Nathan sembrava molto preoccupato ma non me ne fregava un cazzo! Kelly è la mia migliore amica e nessuno deve provare a farle del male!
Lasciai la presa di Nathan. Le mie mani erano sudate e il cuore palpitava al massimo. Stavo per affrontare la morte.
Una belva color grigio fumo mi spuntò davanti. I suoi occhi erano umani, di un colore che già avevo visto e conosciuto.
I suoi denti erano rossi, pieni di sangue e il suo alito puzzava di fogna.
Il lupo aprì le sue fauci ed era pronto a mangiarmi. Ma con un semplice scatto corsi via, pensavo di averlo seminato ma sentivo ancora i suoi passi pesanti dietro di me. Non sapevo dove stessi andando , correvo come una dannata. 
<< Jane sta' attenta! >>
Nathan mi spinse con un forza sovrumana. Sbattei le spalle contro il muro. Mi salvò la vita. Guardai il lupo divorarselo , una lacrima uscì dai miei occhi.
<< Nathan.. no..>> sussurai con voce flebile. E poi tutto si fece bianco. Non ero mica morta?
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<< Jane! JANE! >> gridò Simon << Oh! Finalmente ti sei ripresa! Sono tre ore che sei svenuta, sai, dopo avermi baciato sei diventata pallidissima e sei cascata per terra come una morta >>.
<< Simon! Oh cazzo! Simon stai bene..Ti amo! >> calde lacrime mi scendevano dagli occhi. Era tutto un incubo. Non era successo niente.
Presi Simon dal colletto della sua camicia e lo baciai. Aveva la pelle fredda, gelida.
<< Perchè sei così freddo? >> gli domandai.
<< Bhe che pretendi, c'è caldo e mi sono messo davanti il ventilatore per un'ora. >>
<< Capisco. >> non capivo se stesse dicendo la verità o meno ma non me ne importava poi così tanto. Mi ricordai di Kelly e di Nathan.
Andai a cercarli insieme a Simon mano per la mano. Erano fuori a farsi una canna.
<< Ehi! Bella addormentata nel bosco. Come stai? >> fece Nathan. Gli sorrisi, ero così felice del fatto che non era morto.
Abbracciai a Kelly. Ho avuto tanta paura per lei, non potevo perderla.
<< Non mi abbracci? Pure io ti ho pensato ! >> scherzò Nathan, o almeno speravo che schenzasse.
<< Non hai bisogno dei miei abbracci tu! >> gli risposi.
Nathan farfugliò qualcosa e io lo guardai strano.
Simon poi mi riprese per mano . Passammo tutto il pomeriggio insieme al parco a pomiciare e ad abbracciarci.
<< Sono cotta di te dalla prima volta che ti ho visto, i tuoi occhi.. >> ci fissammo. I suoi occhi, li avevo visti nell'incubo. CAZZO! Erano gli occhi del lupo. Lui aspettava che continuassi le parole d'amore che gli stavo dedicando ma in realtà non ne avevo più voglia.
<< ... e meglio andare, è tardi. >> continuai.
<< Stai bene? >>
<< Sisi, tutto bene. >> Non era vero, avevo improvvisamente paura di lui. L'amavo e lo ripugnavo nello stesso tempo.
<< Allora.. ci vediamo domani >> conclusi.
<< Va bene. Ciao amore. >>.
Gli diedi un bacio frettoloso in bocca e poi mi incamminai verso casa. 
Si era fatto veramente tardi. La luna luccicava. Gli uccelli non si sentivano più e i pipistrelli cominciavano ad uscire dalle loro tane.
Camminavo velocemente. Avevo paura ed ero sola nel grande parco. Guardai l'orologio , era mezzanotte.
Non si vedeva più tanto bene. C'era troppo buio e anche troppo silenzio. Inciampai e caddi per terra. La cosa su cui ero inciampata era grossa e lunga. Presi il cellulare e azionai la lucetta blu. Non sapevo se urlare o scappare oppure entrambi, invece rimasi lì inorridita. Una mano, un braccio e un corpo senza vita. Era una ragazza sulla ventina. Aveva le stesse caratteristiche del morto che vidi negli spogliatoi proprio una settimana prima. '' Che cazzo devo fare? Porca miseria! ''. Corsi in cerca di aiuto e inciampai di nuovo. Un altro corpo. Mi accorsi che ero circondata da cadaveri. 
Grossi e pesanti passi si avvicinavano a me. Stavolta ero sicura che non era un incubo. Era tutto vero.

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Capitolo 5
*** Alla ricerca. ***


yy ' Cazzo, non urlare ' continuavo a ripetermi ma davanti a quello scempio era impossibile. Sentendo quei passi ancora più vicini, iniziai a correre senza meta raggiungendo una strada illuminata ma allo stesso tempo vuota, non vi era anima viva. Rivolsi uno sguardo al parco e dei grandi occhi umani e gialli spuntarono dal nulla per poi scomparire. Emisi un urlo strozzato e incominciai a prendere aria come se ogni respiro fosse l'ultimo. Mi stavo letteralmente cagando dalla paura. Ma che porca vacca era quella cosa? 
Ripresi a correre, raggiungendo la casa di mio zio. Salìì in camera e chiamai immediatamente Simon. Non rispose ed ebbi uno strano flash. Vidi Simon disteso a terra, insanguinato e macellato. La bestia lo uccise.
- NO! - urlai buttando un cuscino per terra. Era solo una visione stupida e inutile. Mi addormentai con difficoltà continuando a pensare alla bestia, ai cadaveri e a Simon.
Il giorno dopo Simon non si fece vedere ai servizi sociali. Continuavo a chiamarlo inutilmente. Ero spaventata per lui. E se l'avesse preso? No. Poi d'un tratto ripensai a quegli occhi così noti e belli. Non c'erano dubbi che erano quelli di Simon ma come poteva essere lui? E perché avrebbe dovuto uccidermi? Sono la sua fottuta fidanzata.
- Il tuo bambino è rimasto a casa oggi? Ieri vi siete dati alla pazza gioia? - scherzò Nathan. - Non mi rompere, coglione! - -Che hai , principessa? - mi prese per un braccio per posarmene uno suo sulla spalla guardandomi con aria intensa. Sbuffai e mollai la sua presa. - Ti ho detto di non rompermi! - iniziai a piangere. Perché piangevo?
Nathan continuava a fissarmi con quell'aria e poi mi abbracciò - Ok, ora sono serio. Dimmi che ti è successo, Jane -
Sospirai - Ho rivisto quei cadaveri e stavolta pure la bestia. Ma non era un sogno, te lo giuro! Era tutto vero! E ho paura per Simon..- Mi bloccai. Avevo paura per Simon o di Simon? Scossi la testa. Nathan, stranamente, mi prese per mano.
- Andiamo insieme a cercare Barry - mi incitò.Scoppiai a ridere continuava a scambiare il nome di Simon per un certo Barry. Annuìì e mi avviai per il parco insieme al ragazzo. Quando arrivammo tutti quei corpi che avevo visto la sera prima erano spariti, scomparsi nel nulla. Continuavo a guardare incredula la scena.
- Sei sicura che non fosse un sogno? - - Certo, cazzo! Erano qui, io.. - mi avvicinai di più a lui per guardarlo dritto negli occhi - Io te lo giuro c'erano dei fottuti cadaveri in questo fottuto prato! - Notai che il volto di Nathan si era leggermente arrossato quando la distanza tra noi due si era ristretta. Sorrisi a malapena - Che hai? - Scosse la testa e si allontanò inciampando su qualcosa. Una camicia piena di sangue. Sgranai gli occhi. Quella camicia era di Simon, me la ricordo bene. Non riuscì a trattenere le lacrime e mi gettai a terra accanto a quel pezzo di stoffa stracciato.
- Simon! - urlai tra le lacrime. Nessun corpo, solo quella maledettissima camicia blu. - Oddio mi sto sentendo male! Nathan aiuto.. - mi cinse la vita con le sue braccia e mi aiutò a rialzarmi. Prese pure la camicia e se la mise in spalla. - Torniamo ai servizi sociali - e io annuìì senza aggiungere parola. Ero sconvolta e le lacrime che mi occupavano la vista non erano d'aiuto né per me né per Nathan che con difficoltà riusciva a reggermi in piedi.
Arrivati ai servizi, vedo Simon. Stava bene, anzi alla grande. - Oddio, guarda c'è Simon! - - Oh ma che bello..su va da lui e smettila di piangere - guardai Nathan e gli mimai un ' Grazie ' con le labbra. Corsi dentro e abbracciai subito il mio ragazzo. Lo baciai e lo riabbracciai.
- Grazie al cielo stai bene! - Lui ricambia ogni abbraccio e bacio - Certo che sto bene, amore mio! Oggi ho avuto problemi ad alzarmi, ero morto di sonno. Ieri abbiamo fatto veramente tardi - Lo ascoltai - Io e Nathan abbiamo trovato una tua camicia al parco..E' sporca di sangue. E ieri ho rivisto quella bestia quindi mi sono spaventata ma fortunatamente tu sei sano e salvo.. Ma non capisco perché la tua camicia è in quelle condizioni -  Gliela mostrai e lui con aria indifferente mi rispose che un mucchio di persone la potevano indossare. Accettai la sua risposta ma in realtà, ben sapevo che non era quello che volevo sentire. Volevo la verità. Forse la tempesta aveva cambiato pure lui. Col tempo Kelly mi aveva rivelato il suo potere di sentire i pensieri e così hanno fatto anche Alisha e Curtis. Ma Simon no. E poi c'eravamo sia io che Nathan che non avevamo scoperto i nostri poteri. Non ancora. Fottuta tempesta, fottuti cadaveri, fottuta verità, fottuto..fottuto Simon.


Angolo della scrittrice: Ed ecco che sono ritornata dopo tanto ma veramente tanto tempo con questa storia. Se riuscite a notarlo Jane si sta facendo prendere dalle emozioni, soprattutto dall'amore che prova per Simon. E che mi dite di Nathan? Non sembra geloso? Potrebbe essere anche lui la bestia, voi che pensate? Spero continuiate a leggere questa FF, al prossimo capitolo Disadattati :)

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