Yes,miss!

di Lady Cheshire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Due maggiordomi, che strano regalo! ***
Capitolo 3: *** A scuola, perchè ci siete anche voi?! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                                                 Prologo

Quante ragazze hanno sognato, sin da bambine, di essere delle principesse?
Tutte, ammettetelo…beh, io ci vado vicino all’esserlo.

Quante adolescenti sognano di avere un ragazzo pronto ad esaudire ogni loro desiderio?
Io ne ho due, e sono pronti a soddisfare ogni mio capriccio.

Loro sono Cristopher e Gilbert, i miei maggiordomi personali…
Il mio nome dite? Io sono Nathalie, e questa è la mia storia.
La mia vita insieme a questi due scapestrati maggiordomi è iniziata il giorno del mio 18 compleanno.

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Capitolo 2
*** Due maggiordomi, che strano regalo! ***


                                                                   Due maggiordomi, che strano regalo!

Era un giorno come tutti gli altri, quello dei miei 18 anni. Un comunissimo mercoledì, non avevo mai amato festeggiare il mio compleanno, specie da quando avevo lasciato la casa principale. Dalle feste sfarzose che ti costringevano a sorridere a persone che non hai mai visto, dai vestiti scomodi e dalle scarpe che ti massacravano i piedi con quei tacchi vertiginosi ero scappata tre anni fa. Avevo detto basta a quella vita, nonostante tutti mi chiedessero il perché della mia scelta. E’ molto semplice, ero stufa! Il mondo dal quale sono fuggita sembra bello, se visto dall’esterno, dagli occhi di chi non ci vive davvero. Quel mondo, così sfarzoso e frivolo, che ti offre tutte le comodità non è altro che uno specchietto per le allodole. Quei saloni colorati e le feste scintillanti sono solo la facciata che maschera la verità, l’intreccio di bugie e mezze verità che circondano e condizionano la vita di chi ci si trova immischiato, suo malgrado. Per questo, a 15 anni, mi sono ribellata e sono scappata. Mia madre è stata mia complice, nemmeno lei voleva vivere in quel mondo, ci era entrata per amore, per l’amore nei confronti di mio padre si era fatta rinchiudere in gabbia, come un uccellino, il cui canto non sarà più udito da nessuno. Ma io posso ancora cantare! Così ho iniziato la mia vita, conquistando traguardi che per tutti sono scontati, ma che a me, dalle sbarre di quella gabbia, sembravano irraggiungibili. Come il mio primo giorno di scuola. Io non era mai andata scuola, ero una privatista ed entrare in una classe, sedermi ad un banco, parlare con gli altri ragazzi della classe, seguire le lezioni…per me era tutto nuovo. Dopo tanti anni ,avevo una vita tutta mia senza nessun’altro attorno…almeno fino ad oggi!
Sono le 7:10 di mattina, mi sto preparando per andare a scuola, come ogni giorno. Metto la camicia, stringo la cravatta, indosso la gonna e le calze bianche, infilo le scarpe e mi metto a fare colazione. Una mattinata ordinaria ,come tutte le altre, fino a quando non capita un  imprevisto… suona il campanello.
“Chi potrà essere?  A quest’ora del mattino poi” apro la porta e…
  “Buongiorno ,signorina!” davanti a me si presentano due ragazzi, vestiti con eleganti abiti da maggiordomo. Erano identici se non per la divisa e l’espressione. Uno era vestito in bianco, con una camicia nera e una cravatta cremisi e un sorriso strafottente stampato in faccia, l’altro era in nero, con camicia bianca e cravatta blu scuro con un’aria seria e distaccata. Entrambi avevano fatto un inchino non appena ero comparsa sulla porta.
“E voi…chi siete?”
 “I suoi nuovi maggiordomi, signorina” era stato quello con la divisa nera a parlare
 “Io sono Gilbert ,mentre questo è mio fratello Cristopher.”
  “E’ un vero piacere essere al servizio di una bella ragazza” Ed ecco che mi imbarazzo come una cretina!
“Scusa ma perché mi dici così? Tu non sei una ragazza?” la mia frase era rivolta all’essere con la divisa bianca che si era subito pietrificato
  “C-come una ragazza? Io ti sembro una ragazza?”
“S-si?”
  “SANTO CIELO, NON E’ POSSIBILE! DI NUOVO? E che cavolo non è possibile che ogni volta c’è qualcuno che mi dice che sono una femmina, solo perché non ho i lineamenti marcati come Gil! UFFA!”
In effetti ora che lo notavo aveva dei lineamenti delicati, ma era indubbiamente un maschio. Aveva le ciglia e i capelli più lunghi rispetto a quelli del fratello ma era comunque un maschio, e si vedeva. Erano due ragazzi molto affascinanti, entrambi con biondissimi capelli e profondi occhi verde smeraldo.
“Ti chiedo scusa, è che per la sorpresa non avevo subito fatto attenzione al vostro aspetto”
 “Non si preoccupi, ci può trattare come preferisce, solo una cosa ,se posso permettermi”
“Si, dimmi”
 “Il tostapane sta andando a fuoco”
“Uh! AHHHHHH mi ero dimenticata del tostapane” Che figuraccia! Sono corsa subito in cucina e l’ho spento. Pericolo scongiurato, però…
“Ahi!”
 “Che le succede?” si era avvicinato non appena mi aveva sentito gemere, lui era in nero quindi doveva essere Gilbert, credo…
“Li ci sono le tende quindi volevo spostare il tostapane, ma mi sono bruciata la mano. Che imbranata ,eh?” Santo cielo mi conoscevano da appena 5 minuti e avevo già fatto due figuracce, che record!
 “Stia tranquilla, da oggi non si dovrà più preoccupare di queste cose. Ci penseremo noi”  aveva detto, per poi posare le sue labbra sulla ferita. Sentivo di essere arrossita fino alla punta del capelli, infatti a confermare…
  “Signorina, state bene? Siete tutta rossa” Avevo subito ritratto la mano, scattando come una molla.
 “Cris non ti smentisci, tu hai sempre tatto 0 con le donne, eh?”
  “Ops, chiedo scusa”
“N-non preoccuparti. Sto bene, credo. Cos’è sta storia dei maggiordomi, non perché non mi è molto chiara”
 “Semplice, suo padre vuole che,  essendo di buona famiglia, non si abbassi a fare lavori di casa eccetera. Quindi ci ha mandato da lei per occuparci della casa e altre faccende”
 “Ahhh capisco. Beh mi spiace avervi fatto scomodare ma mio padre ancora non ha capito che io sto bene così.”
  “Anche se cerca di mandarci via, noi siamo tenuti a rimanere qua. Per un anno noi dobbiamo seguirla come un’ombra signorina, ed esaudire ogni suo desiderio”
“E io che credevo di poter vivere tranquilla, almeno adesso”
 “Perché non ci riflettete con calma? Quello di vostro padre voleva solo essere un atto gentile, un regalo di compleanno in pratica” disse Gilbert sorridendo timidamente, per poi ritornare serio.
“Come volete, tanto non riuscirò a dissuadervi, vero?”
 “No!”
“Ho capito…Caspita sono già le 7:40! Devo andare o farò tardi a scuola!”
  “Lei va a scuola?”
 “Perché mai?”
  “Già è una tortura, perché lei che può non evita di andarci?”
“Beh perché io non ci sono mai andata, ed è anche piuttosto divertente”
  “Divertente? La scuola? Ma dove?”
 “Scusalo, non gli è mai piaciuto studiare”
  “Ah perché a te piaceva Gil?”
 “A me si! Imparare è una cosa positiva”
  “Che secchione!”
 “E piantala!” per poi dare un pugno sulla testa del fratello… che buffi!
“Pff…certo che per essere maggiordomi, siete molto poco professionali. Sembrate dei comici! Forse vivere con voi non sarà poi tanto male” Eh si ,ero dell’idea che mi sarei divertita, e anche parecchio con quei due scapestrati.
 “Signorina…”
“Si?”
 “Non era in ritardo?”
“AHHH è vero! Scusate devo scappare… a dopo. Ah e comunque chiamatemi Nathalie o Nathy, ma non signorina, mi da fastidio. Ok?”
Non gli avevo nemmeno dato il tempo per protestare, avevo idea che quello sarebbe stato un anno alquanto movimentato.

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Capitolo 3
*** A scuola, perchè ci siete anche voi?! ***


Mentre correvo per i corridoi, schivando gli altri studenti, cercavo di dare un senso alla mia assurda mattinata. Forse non era stato altro che un sogno, già forse ero troppo addormentata per rendermi conto che mi ero immaginata tutto, ma ora mi dovevo sbrigare, oggi iniziavo l’ultimo anno di superiori…non potevo certo arrivare in ritardo.
Mentre cerco di arrivare in classe, sento su di me gli sguardi di tutti i presenti, dagli studenti di 5° alle matricole, è sempre stato così. Sono una ragazza di indole riservata, e il mondo in cui ho sempre vissuto ha reso il mio sguardo freddo con tutti, cosa che spesso spaventa le persone. E il colore dei miei occhi non facilita di certo la cosa, si io ho degli occhi molto strani, ma sono io che li voglio così. Oggi sono viola scuro, domani chissà. Lo so ,non è normale direte voi, ma visto che nessuno mi guarda mai negli occhi perché hanno paura, almeno visto che ho gli occhi strani mi guardano in faccia quando parlo. Arrivo in classe e trovo Erika, la mia prima amica da quando sono arrivata in questa scuola.
« Buongiorno Nathalie!» Disse salutandomi energicamente
«Oggi viola eh? Carino, ti sta bene ma preferivo il rosso che hai usato l’ultimo giorno di scuola l’anno scorso» Lei è l’unica che approva mia “politica” degli occhi, lo farebbe anche lei ma sua madre non vuole e lei si arrabbia sempre!
 «Già, oggi ho optato per qualcosa di sobrio, non vorrei spaventare troppo le matricole»
«Si vede! Sembri uscita da Oxford! Spero che domani ti vestirai come consono alla leggenda del nostro istituto»
 «Parla per te! Sembri una donna d’affari! »
«Lo so ,ma sono i miei, ora vado a cambiarmi» e si fiondò in bagno, tornò dopo dieci minuti tornò la mia Erika. Le gambe fasciate in un paio di jeans rosso fuoco, e una canottiera bianca tempestata di borchie e spille… eccola l’unica ragazza abbastanza pazza da starmi vicino!
   «Buongiorno ragazzi!»
«Giorno prof»
   «Signorina Clarke, non si smentisce mai vero?»
 «Eh, no prof!» Erika è dolce e coccolosa solo quando i suoi genitori sono nei paraggi, per il resto è la ragazza orgogliosa e testarda, e anche un po’ strafottente che tutti amiamo.
   «Mentre lei Thompson vedo che oggi si è contenuta»
«Si ma non ci faccia l’abitudine, oggi non volevo spaventare le matricole come lo scorso anno»
   «Certo che voi due non cambiate proprio mai, allora visto che anche oggi non vi siete smentite sarete le prime a fare la visita medica! Forza in infermeria e fate con calma mi raccomando!»
  «Prof lo ammetta che ci vuole fuori dai piedi!»
   «Ma no Clark! Al contrario, vi mando per prime così tornate subito, senza di voi la classe rischia di diventare noiosa, il registro sarebbe una linea retta senza le studentesse con i voti più alti e più bassi della classe» Eh già Erika non aveva mai voglia di studiare, andava bene solo in matematica. Io invece non toccavo un libro ed ero la migliore della classe, mai capito come mai ma era così.
  «Che ci vuol fare prof, la classe non è acqua»
«No è gassosa! Spicciati o faremo tardi per la visita, lo sai che la dottoressa Collins odia aspettare»
E ce ne siamo andate lasciando la classe tra le risate dei nostri compagni, in classe nessuno aveva paura di me, andavo d’accordo, bene o male ,con tutti. Ma appena uscivo sembrava che passasse Attila.
«Buongiorno dottoressa Collins! Siamo qui per la visita»
 «Eccoci qui Doc! Ehi ma dov’è? Qui ci sono solo due ragazzini»
   «Hei mocciosa, abbiamo 20 siamo più grandi di te modera le parole»
 «Io ne ho 19, non mi sembra che ci sia molta differenza»
  «19?! Cacchio sembri una primina!»
   «Chris, vacci piano»
  «Ho solo detto la verità…Salve!»
«CHE CI FATE VOI DUE A SCUOLA?!»
   «Siamo i nuovi dottori della scuola, a quanto pare la Sig.ra Collins è in maternità»
 «Due gnocchi al posto di una vecchia cornacchia? Ma ben venga!»
«Erika non li appoggiare!»
 «Ma perché? Tu sai chi sono?»
«Si sono i miei maggiordomi, li ha mandati mio padre per tenermi d’occhio»
 «Posso venirti a trovare?»
«ERIKA!!»
 «Ok, ok la smetto! Però questa visita bisogna farla no? Allora? Non ho voglia di stare qui molto, in classe almeno posso dormire sul libro di algebra»
  «Prego ,da questa parte…Ah io sono Cristopher Knight, mentre lui è mio fratello Gilbert»
 «Lo terrò a mente»
  «Sali sul misuratore, per favore»
    «Bene, iniziamo anche noi?»
«Si Gilbert»
   «Se io ti posso chiamare Nathalie, tu puoi chiamarmi Gil .Allora prima le informazioni principali…» Disse mentre annotava tutto su un foglio con aria annoiata
   «Altezza 1,73, capelli castani ,occhi ehm… di che colore sono i tuoi occhi?»
«Non lo sa nessuno!»
   «Davvero?»
«Davvero ma tu non mettere niente, tanto lo sanno che io non ho un colore definito»
   «Come vuoi peso 58 kg, gruppo sanguigno 0 RH negativo siamo i suoi maggiordomi ,queste cose le sappiamo già…bene ora passiamo alla visita vera e propria, non vorrei essere scortese ma dovresti togliere la camicia»
«E perché scusa?» Dissi diventando di un rosso non esistente in natura
   «Se non la togli come faccio a usare lo stetoscopio?»
«Va bene…Ma voi due fate medicina?»
   «Esatto! Lavoriamo come maggiordomi per pagare la retta universitaria»
«Wow, e allora perché siete qui a scuola?» chiesi mentre mi sedevo sul letto dell’infermeria
   «E’ il nostro tirocinio per vedere se siamo idonei a questo lavoro. L’alternativa era fare da medico in un carcere e non mi sembrava la migliore delle idee»
«Concordo pienamente»
   «Fatto, puoi rimetterti la camicia, è tutto a posto»
«Grazie. Però sono quasi convinta che Chris uscirà da qui con un bel 5 dita in faccia»
   «Perché?»
«Perché Erika ha una terza di seno e sono sicura al 100% che lui non si farà scappare un commento»
  «Non dire così… lo conosci da poco» anche lui sapeva che avevo ragione, anche se lo avevo incontrato solo stamattina ,avevo già un quadro su come fosse il suo carattere
«3…2…1…» SCIAFF
«Come volevasi dimostrare»
   «Sei brava a inquadrare le persone»
«E’ un pregio di chi vive nel mio mondo, devi imparare a distinguere le persone alla prima occhiata. Hai finito Erika?»
 «Si! Quel tizio è un maniaco , buona fortuna d’ora in poi»
 
«Grazie, noi torniamo in classe! Ci vediamo dopo ragazzi»
 «Va bene signorina»
«Ragazzi, per favore…»
  «Lo sappiamo, è l’abitudine»
E così siamo tornate in classe, sorridendo nel vedendo tornare ragazze estasiate dalla gentilezza di Gil, furenti nei confronti di Chris e ragazzi palesemente irritati dalla presenza di entrambi…sarà un’ anno faticoso, me lo sento! 

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