Verdosso.

di venice_876
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione. ***
Capitolo 2: *** Mentre tutto corre. ***
Capitolo 3: *** Crudele. ***



Capitolo 1
*** Introduzione. ***


                                                  INTRODUZIONE.


Alcuni la chiamano giovinezza, altri sregolatezza, altri ancora irresponsabilità.
Io, sinceramente, non so definirla.

L’aria mi soffia sul viso. Ossigeno. L’odore fresco dei pini, mi inebria. Mi è mancato questo posto, penso.. Casa. Mi è mancata. O forse no?..

Ma ora, ci ritorno sola. Di nuovo. Non resta mai nessuno, storia vecchia. Prima o poi vanno via tutti, ma proprio tutti.

Cado, mi ferisco. Brucia. Sangue. Rosso.

Il rosso è sempre stato il mio colore; scuro, pieno, sfacciato, passionale. Un po’ come me.. o come molti mi vedono. Rosso. Tutto è rosso. Il nostro amore lo è, o meglio il mio amore. E’ solo mio, il nostro, di amore. Solo nel mio petto, nel mio stomaco, nella mia testa. Ci amiamo e ci ameremo. Solo che ancora non lo sai..

E tu sei, verde. Come il mare, il cielo, le montagne e il mio maglioncino di filo.
Sei verde come i miei boschi e il muschio. Sei verde come l’acqua che scroscia libera, e il vento che mi scompiglia i capelli. Sei verde come la speranza, la vita, la giovinezza. Come la menta fresca o il prato appena selciato.

Tu sei. Io sono. E noi, saremo mai?..
 
 
 
Piccolo inizio..*si nasconde*.
Sono nuova, è la prima volta che scrivo. Spero possiate compatirmi çç.
Scusate per gli errori, gli ORRORI che leggerete.. spero possiate aiutarmi a crescere e migliorare con le vostre critiche.
Tolgo il disturbo..hola.<3
Venice.





 

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Capitolo 2
*** Mentre tutto corre. ***


                                      1. Mentre tutto corre.
 
 
 
Il paesaggio autunnale correva veloce dal finestrino. Verde. Oggi, tutto era verde..
Di un verde morto, che giaceva li ad aspettare il sole, forse.
Ed anche io seduta sui sediolini grigi e malridotti del treno, aspettavo invano  la comparsa del mio sole. Un sole verde. Di un verde brillante.
Ma proprio oggi, il sole, il mio sole, non voleva sorgere. Non c’era..
Mi guardavo intorno. Visi. Occhi. Anime. Vite. Respiri. Tanti, ma non lui.
E tutto pareva essere morto, come il paesaggio che mi contornava. Mancava il sole anche qui.
Speravo di trovare il mio Sole Verde, in biblioteca, con una vecchia copia malridotta di un libro di poesie.  Sussurrando le parole che da stampate su carta prendevano forme astratte mediante la sua voce. Parole già sussurrate, milioni di volte, da altre voci.. da altre anime. Ma che ora, dette da lui si tingevano di verde, inondando tutto.  
 
Le parole sono sempre state il mio unico vizio. La mia unica dipendenza.
E lui, pare fatto di parole. Le più belle parole. Quelle che l’uomo non ha ancora pronunziato. Quelle non ancora legate ad un oggetto. Quelle che non conoscono materia.
E da allora lui e le sue parole sono entrate a far parte nel mio unico grande vizio, che oramai è immenso..
 
 
 
 
I'm so lonely but that's okay I shaved my head...
And I'm not sad
And just maybe I'm to blame for all I've heard...
But I'm not sure
I'm so excited, I can't wait to meet you there...
But I don't care
I'm so horny but that's okay...
My will is good - hey, hey, hey.
Ma, in un attimo tutto si ferma. Eccolo. E’ arrivato il sole. Tutto diventa verde. I visi, i respiri, gli occhi, perfino i seggiolini tristi e grigi.
Tranne una piccola macchia Rossa, indesiderata. Che stona con tutto quel verde. Forse rovina tutto.
Unico posto libero. Accanto alla Macchiolina. Naturale, fa paura un po’ a tutti.
Il rosso in se, non fa paura a nessuno, anzi attira. Ma non il Suo di Rosso.
Pare quasi prender fuoco. E Verde se ne accorge, forse.
 
 
 
Si siede accanto a me. Sfigata. Sarò arrossita e tremante. Che figura.
Credo di sentire il suo respiro nonostante le urla di Kurt sparate al massimo dalle cuffie. O è il mio di respiro?
Tolgo le cuffie. La testa sta per esplodermi. Il cavo si intreccia con il dread che pende dalla nuca. Altra figura. Mi stava anche guardando.
 -mm, posso aiutarti?-  ha una voce melodiosa, sembra quasi liquida.
Arrossisco.
-n-no.. ho fatto, grazie-  ghigna divertito. Che scena pietosa.
-Bei capelli-
-oh.. ma grazie..- mi sta mettendo in imbarazzo.
- sono così.. colorati..-  sembra sbalordito.
-uhm.. si. Mi piacciono i colori-
-Si nota.- Ride.
Mi prende per il culo.
E fa bene.
E’ la prima volta che gli parlo..
Sono esattamente tre anni che ogni giorno alla stessa ora prendiamo lo stesso treno, e restiamo lì a fissarci.
Oramai salgo sul treno senza alcun motivo, alcuna meta. O meglio, la mia unica meta è vederlo. Anche se per poco. Ma vederlo.
 
Ed ecco il priiimo capitolo!
Capitolo, poi, pff, è minuscolo. Lo so çç ed anche ovvibile.
Scusate.
Hola. :3
Ps. La canzone è lithium dei Nirvana. *w*

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Capitolo 3
*** Crudele. ***


                                             2.Crudele
 
 
I giorni passavano veloci. Colorati. Diversi. Inesorabili.
Ogni notte fremevo al ricordo del suo volto ed ogni mattina andavo ad incontrarlo.
Oramai, era sua abitudine sedersi accanto a me. Parlavamo poco. Ma ci capivamo  molto.
Oggi, intorno c’era un’ aria strana. Un aleggiare di freddezza. Ghiaccio. Tutto era chiaro e pallido. Anche la mia pelle lo era. Ciò mi fece rabbrividire.
Sono sempre stata amante dei climi freddi, forse perché dove sono nata, il sole e il caldo regnano. Ed una povera pallida bambina, stonava con la carnagione scura e i capelli corvino degli abitanti del posto.
Ma ora, tutto questo gelo mi inquieta. Ansia. Mi assale salendomi su per lo stomaco. Serrandomi in una morsa gelida e forte.
Ma, ecco il treno. La mia salvezza. Lui e i suoi sorrisi caldi. Verde.
Salgo. Siedo al solito posto. Un po’ un appuntamento.
Lo aspetto, aspetto che tutto si inondi di Verde, come al solito.
Ed eccolo, è arrivato. Ma oggi, c’è qualcosa di strano, proprio come mi aspettavo. Anche lui è Ghiaccio. Freddo e chiaro. Non inonda e non sorride, non si avvicina. Lo guardo, sorrido. E’ il mio tacito invito a sedersi. Mi guarda, schifato, freddo, come ustionato.
Solo una cattiva giornata, penso, mentre l’ansia ricomincia a farsi strada in me più forte che mai. Ossigeno. E’ ciò che mi manca.
Mi giro a guardarlo. Ride, calorosamente. Non è solo, ci sono amici con lui. Ora comprendo.
Sono io il gelo.
Il treno di ferma. Scendo, stranamente prima. Forse, non ci fa nemmeno caso.
Devo respirare.
Mi immergo nel gelido contorno immobile della città. Oggi dovrei lavorare. In effetti anche ieri, e il giorno prima e quello prima ancora… ma, la mia testa e il mio corpo volevano stare altrove. E Charlie, il mio capo, capirà.
I mattoncini del marciapiedi sono scivolosi. Stanotte ha piovuto.  La strada non è lunga, ma oggi sembra interminabile.
 Salve… scusatemi davvero. Oggi ho scritto poco e male. La testa non c’è. Mi rifarò in futuro. Scusate. <3

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