SWITCH

di FeIdEn91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. (Hana) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. (Sayuri) ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. (Hana) ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. (Sayuri) ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. (Hana) ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. (Sayuri) ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. (Hana) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. (Sayuri) ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. (Hana) ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. (Sayuri) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. (Hana) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. (Sayuri) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. (Hana) ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. (Sayuri) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. (Hana) ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. (Sayuri) ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. (Hana) ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. (Sayuri) ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. (Hana) ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. (Sayuri) ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. (Hana) ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. (Sayuri) ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. (Hana) ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. (Sayuri) ***
Capitolo 25: *** Epilogo. (Due Mesi Dopo) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. (Hana) ***


NOTE DELL'AUTORE: salve a tutti, cari lettori =) questa ff è nata da scleri notturni vari tra me e Koko_Chan...è la nostra primissima creazione a 4 mani e speriamo (credo di parlare per entrambe) vivamente che possa piacervi ^-^ fateci sapere tramite dei commenti cosa ne pensate...siamo molto curiose del vostro parere...quindi fatevi sotto xD scusatemi se vi ho rubato del tempo con tutte queste sciocchezze, ma erano premesse che andavano fatte ;) beh, buona lettura!



SWITCH

CAPITOLO 1. (Hana)

La sensazione della neve soffice sotto le scarpe mi faceva sentire come se stessi camminando su una nuvola, non si sentiva il rumore dei miei passi, solo un leggerissimo fruscio, mentre passeggiavo con la sciarpa tirata fin sopra il naso, con affianco la mia ragione di vita, il ladro che era entrato in me e mi aveva rubato il cuore.
L’aria fredda e pungente del parco mi carezzava il viso e danzava tra i miei capelli. Ero vestita di nero e sembravo un corvo su un prato imbiancato.
Mi girai e sorrisi al viso familiare del mio ragazzo, che con il bavero tirato su cercava di resistere ai brividi.
Lui si girò a sua volta e mi irradiò con il suo sorriso dolce, socchiudendo quegli occhi così profondi.
 - Oppa, grazie di avermi accompagnata a fare questa passeggiata… - dissi stringendomi a lui. – Era tanto tempo che volevo farla, la neve mi piace davvero tanto, lo sai…
 - Non devi ringraziarmi, l’ho fatto volentieri, per te farei di tutto. E poi avevo bisogno di staccare un po’, far parte degli SHINee comporta uno stress continuo… - disse cingendomi la sottile vita con un braccio.
 - Povero – dissi con una punta di ironia modellando le labbra in un sorriso beffardo. – Ma sai anche quanto stress comporta essere in fase trainee, giusto? Toccava anche a me staccare un po’…-
Lui rise, poi continuammo a camminare, in silenzio, come spesso succedeva.
Passarono alcuni minuti, poi mi girai nuovamente e presi a specchiarmi nei suoi occhi neri, attraverso i quali potevo vedere il mio volto pallido incorniciato da lisci capelli neri tempestati di ciocche viola scuro e la mia figura asciutta ma armoniosa, nascosta in parte dal cappotto.
 - Taemin ah, lo sai che ti amo, vero? – gli chiesi.
Le parole erano, come sempre, venute fuori senza che neanche me ne accorgessi, e ormai sia io che lui ci avevamo fatto l’abitudine, a queste mie uscite improvvise.
Lui si girò e, fermandosi, mi attirò dolcemente a sé, per darmi un bacio.
 - Lo so. Ti amo anch’io.
Ci fu un breve scambio di baci, dopodiché ricominciammo a camminare e il silenzio tornò ad avvolgerci.
Né io né lui eravamo tipi chiacchieroni, io ero una tipa di poche parole e lui era probabilmente troppo timido per iniziare una conversazione, ma quel silenzio era, in qualche modo, piacevole.
La realtà era che non sentivamo affatto il desiderio o il bisogno di parlare, stavamo bene in silenzio e ci bastava.
E saremmo rimasti ancora per molto in silenzio, se non fosse arrivato un messaggio sul mio cellulare ad interrompere quella dolce quiete.
Lo presi dalla tasca del cappotto e lessi:
“Hana, spero che tu sia in macchina. Vedi di essere puntuale in sala prove, almeno questa volta D:”.
Guardai l’orologio: avevo cinque minuti per arrivare alle prove del gruppo, e non mi sarebbero bastati. Lo dissi a Taemin e iniziammo a correre per arrivare alla mia macchina, rischiando più volte di scivolare rovinosamente nella neve.
Di chi era il messaggio? Era della peste che sopportavo tutti i giorni, ma a cui volevo un bene immenso, l’unico essere sulla faccia della terra capace di farmi uscire di testa con le sue provocazioni schiette volte solo a farmi venire i nervi, ma anche la persona a cui tenevo di più e che ammiravo maggiormente, per la sua capacità di superare ogni ostacolo e di rialzarsi dopo ogni caduta…la mia gemella Sayuri.











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Capitolo 2
*** Capitolo 2. (Sayuri) ***


NOTE DELL'AUTORE: allora...spero che il capitolo precedente possa avervi incuriosito =) cmq c'è da sottolineare il fatto che Koko_Chan si occupa di scrivere la parte di Hana, mentre io quella di Sayuri...detto questo, buona lettura ^^



CAPITOLO 2. (Sayuri)

Mentre inviavo il messaggio risi tra me e me. Sapevo benissimo che mia sorella non si sarebbe mai ricordata quello che le avevo detto: “le prove sono rimandate alle 17.00”. Erano solo le 15.30, ma conoscendo che razza di ritardataria era e aggiungendo il fatto che fosse con quella palla ambulante del suo ragazzo, mi era venuto ben in mente di darle un po’ di fastidio e di far terminare tutti quegli atteggiamenti smielosi di cui solo loro erano capaci. Oddio…già immaginavo la scena. Scossi il capo provando ribrezzo e mi ripresi da quell’attimo di defaiance. Io ero rimasta in sala prova insieme a Jonghyun…si lui era tipo il mio ragazzo. Cioè, spieghiamo una cosa. Mi sono sempre definita uno spirito libero e non mi sono mai piaciute quelle relazioni alla pucci-pucci, amore-tesoro, cuore a cuore…insomma avete capito! Io e Jong siamo praticamente l’opposto di quello che una coppia normale fa. Non siamo gelosi l’uno dell’altra, ognuno ha i suoi spazi, non stiamo sempre li a baciarci e a dirci ti amo…infondo a che serve?! E, per fortuna, che Dio lo benedica! Benedica il giorno che ci siamo conosciuti! Sono passati circa otto mesi d’allora. Stavamo provando una delle loro coreografie, Lucifer per esattezza, e Taemin ci faceva da insegnante. Non vi dico…per mia sorella fu un colpo di fulmine. Appena lo vide per poco non allagava la sala da ballo con la sua bava! Per me fu odio a prima vista. Ma davvero si credeva così bravo? Tzè…chi era lui per darmi ordini? Così, dopo varie riprese su come correggere il mio movimento di gambe, uscii dalla sala e mi avviai verso la macchinetta delle bevande per dissetarmi un po’. Di arrivare ci arrivai, ma non bevvi mai perché m’incantai a guardare la schiena sudata di colui che, dopo un paio di mesi, è diventato il mio “ragazzo”.
-Sei la solita..- disse Jong mentre mi abbracciava da dietro.
-E tu sei il solito impiccione che non si fa mai i fatti suoi e che legge i miei messaggi…aria!- dissi liberandomi dalla sua morsa e ridendo. Lui rise con me e cercò di riagguantarmi. Davvero credeva di riuscirci? Mi scansai facendogli abbracciare l’aria ma evidentemente la forza che ci aveva messo fu tale da fargli perdere l’equilibrio e cadere rovinosamente a terra. Mi girai a guardarlo e non potei fare a meno di ridere a crepa pelle.
-Ben ti sta- dissi mentre mi avvicinavo a lui. Gli porsi la mano e lo aiutai ad alzarsi. –Ti sei fatto male?- chiesi gentilmente.
-…Non quanto io possa farne a te…- disse ammiccando e baciandomi rudemente, solo come lui sapeva fare.
-Forse è il contrario caro mio- continuai io, prendendo fiato e mordendogli il labbro inferiore.
-Ti amo- mi confessò tra un sospiro di piacere.
-Mi amo anche io- risi, riprendendolo a baciare. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. (Hana) ***


NOTE DELL'AUTORE: eccoci qua cari lettori =) miraccomando fateci sapere sempre cosa pensate riguardo i capitoli...e dato che ci siamo...diteci chi delle due ragazze vi piace di più e perchè xD buona lettura ^^


CAPITOLO 3. (Hana)


 - Taemin ah! Corri che Sayuri m’ammazza! – urlai sfrecciando attraverso i corridoi, cercando di arrivare incolume alla sala prove, trascinando il pesante borsone con il cambio. Taemin cercava di starmi dietro.
Con il fiatone aprii la porta della sala e Taemin rischiò di finirmi addosso per quanto fu brusca la mia frenata.
All’interno, mia sorella e Jonghyun si sbaciucchiavano al limite dell’umano.
“Perché non è ancora pronta?” pensai inarcando un sopracciglio.
Poi ricordai.
Le prove erano state posticipate! Io me ne ero dimenticata e logicamente Sayuri ne aveva approfittato.
Si girò a guardarmi e, dopo essersi ravvivata la chioma rosso fuoco (naturalmente tinta), iniziò a ridere.
La rabbia iniziò a diffondersi nelle fibre del mio corpo e gettai il borsone a terra.
 - Tu! Piccola bastar…
 - Ehi, porta rispetto – mi disse interrompendomi. – Ricorda che sono più grande di te di dieci minuti.
E lei e Jonghyun ridacchiarono. Jonghyun non l’avevo mai sopportato, era troppo esuberante, si dava troppe arie… Sayuri lo sapeva, come io sapevo quanto lei detestasse Taemin.
 - Vero, Unnie, dimenticavo quanto sei vecchia – ribattei avvicinandomi e iniziandomi a scaldare i muscoli.
 - Tutta invidia, la tua… io sono più bella – sentenziò appoggiando il peso corporeo su una sola gamba.
 - Sì, sì, creditela – dissi cercando di mettere fine a quella spiacevole conversazione. – E dato che sono arrivata in anticipo, si inizia in anticipo.
Spalancò gli occhi e fece un passo indietro, verso Jonghyun.
 - Co…cosa? In anticipo?! Non se ne parla proprio – disse scuotendo energicamente la testa.
 - E invece sì, dato che mi hai fatto questo bellissimo scherzetto ora me la paghi.
Sbuffò e si girò verso Jonghyun: - Mmmh, ok… Jong, fuori dai piedi.
 - Mamma mia, come lo tratti bene… - constatai ironicamente mentre mi stiravo un po’ le braccia.
 - Mh, ormai sono abituato. Va bene, baby, ti lascio provare… pensami – rispose Jonghyun cingendo la vita di Sayuri con le braccia possenti.
 - Non contarci nemmeno – gli disse lei prima di dargli un bacio particolarmente intenso.
E Jonghyun sparì dietro la porta.
 - Taemin ah, noi ci vediamo dopo – dissi abbracciando Taemin e dandogli un bacio dolce come il miele.
 - Ti amo – disse lui e sorrise.
Sayuri fece roteare gli occhi e disse: - Oh, per favore, sto per vomitare…
Mi girai stizzita. – Unnie, non è colpa mia se non sei capace di un briciolo di romanticismo – replicai dando un ultimo bacio al mio oppa, che subito dopo uscì e ci lasciò da sole.
 - Il romanticismo, o come si chiama, è per le pappe molli! Su, forza, proviamo – mi disse lei avvicinandosi allo stereo per far partire la musica.
 - Ah, inutile combattere con te – e iniziammo a ballare.
Non pensate che litigassi spesso con mia sorella, semplicemente avevamo un modo tutto nostro di relazionarci. Eravamo l’una l’opposto dell’altra e fare dei discorsi lunghi e sensati senza prenderci un po’ in giro a vicenda sarebbe stato impossibile.
Tuttavia, continuavo a non capire come le facesse a piacere Jonghyun. Forse per le somiglianze di carattere, quella sfacciataggine sfrontata, quel pizzico di ironia sempre sulle labbra, la battutina pronta… caratteristiche che io, chissà perché, tendevo ad ignorare in mia sorella ma a mettere in risalto in Jonghyun.
Mentre ballavamo eravamo una cosa sola, ci muovevamo come se fossimo controllate da un’unica mente. I nostri piedi in perfetta sincronia, i nostri corpi uguali per aspetto e movimenti erano ciò che davvero ci rendeva gemelle, perché i nostri visi assumevano tante espressioni, e mai le sue erano uguali alle mie e viceversa.
Ufficialmente avevo una gemella, ma Sayuri non mi assomigliava affatto.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. (Sayuri) ***


CAPITOLO 4. (Sayuri)

Avevamo provato fino allo sfinimento quel giorno. Nonostante avessimo cominciato prima delle nostre compagne e dato il massimo anche durante l’allenamento insieme a loro, io e mia sorella continuammo a ballare per un’altra ora abbondante. Mi piaceva restare in sala prove sola con lei. Ero affascinata dal guardare i nostri corpi che si muovevano all’unisono nell’enorme specchio che avevamo difronte. Nessuna delle due mostrava segni di cedimento. Si, io e mia sorella eravamo molto rivali, in senso positivo, per quanto riguardava il nostro lavoro. Entrambe meticolose perfezioniste fino all’inverosimile. Avremmo coronato il nostro sogno insieme e insieme dovevamo essere la perfezione. Era una promessa che ci eravamo fatte da bambine…e poi si sa, l’unione fa la forza.
-Oddio basta- dissi buttandomi letteralmente sul parquet –Sono stremata!.
Mia sorella m’imitò all’istante, stendendosi al mio fianco. Restammo in silenzio per un po’ ad ascoltare i nostri respiri affannati che piano piano si placarono. Istintivamente girammo entrambe il capo ritrovandoci a fissarci negli occhi, stanche ma col sorriso sulle labbra.
-Ottimo lavoro…- dissi prendendole la mano in segno d’affetto. Lei chiuse gli occhi e poggiò la testa sulla mia spalla.
-Scusami per lo scherzo di prima…- dissi poggiando la testa sopra la sua – so che non è facile sopportarmi…a volte non so davvero come tu riesca a trattenerti dal picchiarmi a sangue- risi.
-Effettivamente sono tentata il più delle volte- rise –ma sei pur sempre mia sorella- concluse teneramente.
-Dovresti essere più dura con me Hana…quante volte te l’ho detto? Esercitati su di me…se si è troppo buoni nella vita alla fine tutti ti mettono i piedi in testa e tu sei troppo gentile e dolce con chiunque…non va affatto bene.
-Cominci di nuovo con la solita ramanzina? Non possiamo goderci questo momento e basta per una volta?- disse supplichevole.
-Si forse hai ragione- mi arresi –sai cosa ci serve? Una bella doccia bollente.
-Oh si!!!- disse mettendosi a sedere, con gli occhi che le brillavano –mi lasci usare il tuo buonissimo bagnoschiuma al cioccolato?- continuò facendo uno dei visi più dolci che abbia mai visto in vita mia.
-Sai che non riesco a dirti di no se fai quel faccino così- dissi alzandomi da terra e aiutando mia sorella ad alzarsi.
-Ti voglio bene!- disse aggrappandosi al mio collo.
-Ti voglio bene anche io…più di quanto immagini- ricambiai l’abbraccio dolcemente. Hana si che sapeva come prendermi!
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. (Hana) ***


CAPITOLO 5. (Hana)

Sì, siamo strane.
Sì, siamo lunatiche, e parecchio anche.
E...sì, ci vogliamo bene, nonostante tutto.
Dopo esserci fatte la doccia ci dividemmo. Non so cosa dovesse fare lei, ma io avevo un appuntamento con Taemin e non me lo sarei fatto mai scappare. Era uno dei rari giorni in cui potevamo stare un po’ insieme e cercavamo di approfittarne come meglio possibile. Capitava, a volte, che io avessi il giorno completamente libero, ma in quei casi lui era a qualche concerto o alle prove, e se era lui quello libero, ero io quella impegnata.
Abbracciai un’ultima volta quella peste di mia sorella, dopodiché scesi al piano di sotto, dove c’era… Jonghyun.
Malvolentieri, gli chiesi: - Dov’è Taemin?
Lui sorrise e si appoggiò al muro dietro di lui.
 - Non saprei, starà arrivando… tu sai che fine ha fatto il mio tesoro? – mi chiese a sua volta con una punta di divertimento nella voce.
Ma mi sta prendendo in giro?
 - È ancora su, sta finendo di cambiarsi.
 - Bene.
Stare lì, da sola con Jonghyun, avvolti da quel silenzio tagliente, mi dava sinceramente sui nervi.
Passavano i minuti e Taemin non si faceva vedere.
Cinque minuti.
Un quarto d’ora.
Venti minuti.
 - Ehi, dimmi un po’, ma il tuo ragazzo ti ha per caso dato buca?
Mi girai di scatto, stizzita, e fulminai Jonghyun con lo sguardo.
Pensai di rispondere con un bel “pensa a quella ritardataria della tua fidanzata”, poi ricordai che lui era abituato ad aspettare i comodi di Sayuri che, quando si preparava, era più lenta di un bradipo.
Rimasi in silenzio e pescai il cellulare dal borsone.
Inviai un messaggio a Taemin:
 
H: Amore, che fine hai fatto?
 
Mi rispose quasi subito.
 
T: Scusami tanto, non so più che devo fare, c’è un traffico assurdo… tra cinque minuti sono lì.
 
Bene, altri cinque minuti con quel presuntuoso di Jonghyun potevo anche sopportarli, ma non un secondo di più.
 - Fammi indovinare, “Sto arrivando, amore della mia vita, tesoro della mia anima, dammi solo un secondo” – scimmiottò Jonghyun con un sorriso sarcastico stampato su quella faccia che avrei tanto preso a schiaffi.
 - Ti dispiace smetterla? – gli chiesi cercando di apparire indifferente a quelle provocazioni.
 - Oh, dai, scherzavo… - disse fingendo una grande noia.
Pausa.
 - Però dai, ammettilo che c’ho azzeccato – aggiunse.
 - Oh, e finiscila! – sbottai dandogli le spalle.
Lui fischiò e mi si avvicinò.
 - Ehi, cacciamo gli artigli, eh? Beh, non sapevo che “Hana l’angioletto, Hana il fiore” potesse rispondere… - mormorò divertito.
 - Jonghyun, mi spieghi che ci trovi di tanto divertente nel prendermi in giro? – dissi mettendomici faccia a faccia.
 - Ma io non ti sto prendendo in giro, volevo solo scherzare un po’ – rispose abbassando lo sguardo.
Allora rinunciai a lottare e mi appoggiai al muro a mia volta, prendendo a rigirarmi tra le dita il cellulare.
Il silenzio che stava pian piano risollevando le barriere tra di noi venne bruscamente interrotto da l’ennesima domanda di Jonghyun, la più inopportuna, la più imbarazzante, la più fastidiosa…
 - Allora… Tu e il piccolo ‘Minnie l’avete fatto?
Mi girai di scatto, probabilmente con le guance color porpora ed ebbi l’impulso di tirargli uno schiaffo, per tatuargli su quel bel faccino l’impronta della mia mano, con tutti gli anelli.
E stavo davvero per farlo. Ringrazio il cielo che in proprio in quel momento entrò Taemin e, vedendomi in posizione di difesa, pronta a scagliarmi contro il suo hyung, mi si avvicinò e mi trattenne.
 - Hana, che succede? – mi chiese spostando lo sguardo dal viso di Jonghyun, sul quale regnava ancora quel placido sorriso, al mio, da quale era scomparsa ogni traccia di rossore, che poco resisteva sulla mia pelle pallida.
 - Niente – risposi reggendo lo sguardo di Jonghyun, poi presi Taemin per mano e lo portai fuori.
Dovevo liberarmi al più presto della vista di quello stupidissimo sorriso.
In macchina Taemin ritenne opportuno non chiedermi nulla e rimanemmo in silenzio.
Chissà perché, quel silenzio iniziava a stancarmi.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. (Sayuri) ***


CAPITOLO 6. (Sayuri)

Impiegai un’altra mezz’ora per finire di prepararmi. Beh, i miei capelli non volevano collaborare e stavano facendo i capricci. Presi tutta la mia roba in fretta, mi guardai un’ultima volta allo specchio per verificare il risultato finale e, dopo un giudizio abbastanza positivo, mi precipitai da Jong. E’ vero che era abituato ad attendermi a lungo, però l’avevo fatto attendere più del solito. Mi morsi il labbro inferiore e scossi la testa…presi un respiro profondo e, appena incrociai il suo sguardo, gli sferrai uno dei miei sorrisi migliori. Chissà, magari con quell’agile mossa l’avrei corrotto facendomi perdonare!
-Sei bellissima baby…- mi disse languido avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra.
-Anche tu non sei niente male – risi, portando la mano destra d’avanti alla bocca, il palmo rivolto verso il suo viso, fermando quel pericoloso bacio improvviso. Gli diedi una pacca sulla spalla e continuai – Dove mi porti sta sera?
-Non saprei – rispose prendendomi sotto braccio. Iniziammo a camminare sotto la neve. Il freddo era pungente ed evidentemente indossare la minigonna non era stata una delle scelte migliori! Un brivido mi percorse la schiena facendomi tremare all’istante. Jong mi guardò preoccupato… -Ti porto in un posto caldo prima che congeli.
-Mi sta bene – dissi stringendomi di più al suo braccio e affondando la testa nella sciarpa.
-A quanto ho capito, Taemin portava Hana in un ristorante italiano sta sera…potremmo unirci a loro…- non gli diedi il tempo nemmeno di finire la frase.
-Si mi sembra un’ottima idea – mi s’illuminarono gli occhi. Io sarei stata al caldo e avrei avuto anche l’ennesima occasione per stuzzicare la mia adorata sorellina.
-Calma baby…so cosa stai pensando…quello sguardo malvagio lo conosco bene – rise.
-Ti prego, ti prego, ti prego!! – mi sentii mia sorella in quel momento talmente fu tenero e stupido il faccino che feci.
-E va bene! Però tua sorella non sprizzerà gioia da tutti i pori quando ci vedrà arrivare…soprattutto dopo quello che è successo – disse in tono dispiaciuto –Sai credo di non piacerle…
-Non dire sciocchezze, mia sorella ti adora – scoppiai in una fragorosa risata –Comunque che è successo? Vi siete detti qualcosa mentre non c’ero?
-Ecco, si…io volevo chiacchierare un po’…mi stavo annoiando a morte!
-Scusa ancora – dissi colpevole.
-Ti ho già perdonata…- mi schioccò un bacio sulla guancia.
-Non tentare di comprarmi così! Forza, che è successo dopo? – insistetti.
-Beh le ho fatto un paio di domande e lei si è arrabbiata con me – rispose vago.
-Jong…che genere di domande? – m’insospettii. Conoscevo mia sorella e non era per niente un tipo che si arrabbiava facilmente.
-Le ho chiesto se lei e Taemin…l’avessero…si insomma…
-Jong!! Ma sei scemo!!! Ma come ti è venuto in mente!! Mi meraviglio come Hana non ti abbia mollato un cazzotto in faccia!! La conosci, sai che è super mega timida…come hai potuto chiederle una cosa del genere?? – dissi tutto così velocemente che nemmeno io mi capii.
-Io non volevo, non so da dove mi è uscito…- disse in tono dispiaciuto abbassando il capo. Non ce la feci. Scoppiai a ridere.
-Mi sarebbe piaciuto vedere la scena – confessai placando la mia risata.
-Sai che tua sorella non l’avevo mai vista così? Quando si arrabbia è veramente carina…potrei farci un pensiero… - disse tranquillo.
-Ahahahahah…tu provaci e sei un uomo morto – conclusi, guardandolo negli occhi, minacciosa. Lui ricambiò lo sguardo sfidandomi e fece uno dei suoi soliti sorrisi beffardi. Non potevo resistergli quando faceva così. Lo afferrai per il collo del giubbotto e me lo tirai addosso, baciandolo con tanta di quella passione che la neve, se avesse potuto, si sarebbe sciolta all’istante. Non glielo avevo mai detto…ma io amavo Kim Jonghyun! 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. (Hana) ***


CAPITOLO 7. (Hana)

Quella sera Taemin mi portò in un ristorante italiano. Ero davvero felice, principalmente per due motivi: perché potevo stare con lui e perché potevo mangiare delle cose davvero buone, lì. Diciamo che i motivi erano tre: quella sera sarei stata lontana da Jonghyun e mia sorella.
Come non detto.
Ero intenta a scegliere l’antipasto dal menu, quando mi sentii chiamare da una voce squillante inconfondibile.
Sayuri e Jonghyun ci stavano venendo incontro, decisi a cenare con noi.
Ah, no, sorellina, questa me la paghi…
Molto comodamente, si sedettero affianco a noi, e notai con stupore il disagio di Taemin.
C’era effettivamente qualcosa di estremamente sbagliato, in quella situazione già di per se imbarazzante, ma non capivo cosa.
Poi guardai i vestiti di mia sorella.
Guardai i miei.
 - Ma… Sayuri, ci siamo vestite uguali! – esclamai sbarrando gli occhi.
Lei rise.
La serata passò pressoché tranquilla, al contrario di quanto mi aspettassi. Certo, Jonghyun trascorse l’intera cena a cercare di stuzzicarci in qualche modo, ma noi ignoravamo e basta, o tuttalpiù rispondevamo con altrettante provocazioni.
Alla fine pagammo, Jonghyun andò in bagno e noi ci dirigemmo fuori.
Poi mi fermai: - Perfetto! Ho dimenticato la borsa dentro… voi iniziate ad andare in macchina, io vi raggiungo.
Sayuri e Taemin seguirono il mio ordine e si avviarono verso la macchina. Dall’interno del locale li vidi sparire dietro l’angolo.
Agguantai la borsetta e uscii di nuovo. Faceva un freddo tremendo, ero scossa dai brividi e mi tirai su il cappuccio della giacca. Grande idea, mettermi la minigonna.
Non feci neanche in tempo a fare un passo, che Jonghyun mi raggiunse di tutta fretta.
Beh, finalmente si era deciso a uscire dal bagno, pensai infastidita.
Stavo per accelerare allo scopo di togliermi dalla visuale il principale motivo del mio nervosismo, quando parlò e mi bloccai.
 - Ehi, baby…
Che cosa…?
 - Sei bellissima…
Che?!
Ma non feci in tempo a formulare un pensiero di senso compiuto che mi afferrò per la vita, mi strinse a sé e mi baciò.
Avrei voluto staccarmi, dargli uno schiaffo e correre via, ma… non riuscivo a muovermi.
Forse per l’immensa forza nelle braccia di Jonghyun, forse per lo shock, ero paralizzata e non potei fare altro che restare lì e aspettare che quel supplizio finisse presto.
Iniziai ad avere paura quando un pensiero assurdo mi attraversò la testa.
Forse.. forse non era un supplizio…
Le sue labbra si modellavano perfettamente alle mie, delineandone i contorni, ed era una sensazione… strana. Non saprei dire se in senso positivo o negativo, semplicemente… strana.
Mi prese il viso con le mani e mi attirò ulteriormente a sé.
Il mio cuore saltò un battito quando, tra un bacio e l’altro, mormorò un “Ti amo”.
Pian piano iniziò a baciarmi con più impeto, con più passione di quanto Taemin avesse mai fatto, e lentamente mi tirò giù il cappuccio.
Fu in quel momento che, data un’occhiata ai miei capelli, si bloccò e si staccò da me.
 - Hana! – esclamò sconvolto.
Entrambi avevamo il fiatone e, probabilmente, il cuore a mille.
E poi realizzai. Lui non aveva baciato me, o meglio lo aveva fatto, ma pensando che io fossi Sayuri.
E quando mi aveva tirato giù il cappuccio, invece di ritrovarsi davanti la chioma rosso fuoco di mia sorella si era ritrovato la mia, color nero pece, con ciocche viola ovunque.
Stavo sinceramente per mettermi a piangere. Mi girai e corsi verso il parcheggio. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. (Sayuri) ***


CAPITLO 8. (Sayuri)

Erano già dieci minuti che io e Taemin aspettavamo in macchina. Sia chiaro…avevo accettato di rimanere sola con lui giusto perché fuori sarei decisamente congelata! Ovviamente avevo optato di sedermi dietro, già stare li dentro con lui era uno strazio…figurati vicino! Appena entrati nell’abitacolo Taemin accese subito i riscaldamenti, e la cosa non poté che farmi piacere, ma malgrado ciò si poteva sentire benissimo il gelo che c’era tra noi due. Nessuno si decideva a parlare e la cosa cominciava a stancarmi, anche perché non ero mai stata abituata a stare zitta più di un minuto. Decisi di prendere l’ipod e m’infilai le cuffie nelle orecchie. Feci partire subito una delle mie canzoni preferite “Goose’s Dream”. Quanto l’amavo. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da quella meravigliosa melodia. Non so perché, ma poco dopo mi sentii alquanto osservata. Riaprii gli occhi, tornando alla realtà, e con mio grande stupore trovai Taemin ad osservarmi con stampato in faccia un tenero sorriso.
-Che vuoi?- chiesi decisamente in maniera poco carina mentre mi toglievo le cuffie dalle orecchie e rimettevo l’ipod al suo posto.
-Hai una bellissima voce, non l’avevo mai notato- rispose sincero quasi arrossendo.
-E tu come lo sai?- continuai non lasciandomi intenerire.
-Stavi cantando…- disse ovvio, ampliando il suo sorriso.
-Non me n’ero accorta- dissi abbassando il capo e grattandomi dietro la nuca. Ok, era riuscito a mettermi in imbarazzo…1 a 0 per lui…glielo concedevo.
-Non capisco per quale motivo Hana ci stia mettendo così tanto- disse battendo i polpastrelli sullo sterzo. Era nervoso?
-Perché Jong? E’ andato a morire nel bagno! Mmm…forse l’hanno rapito gli alieni – dissi seria. Non chiedetemi perché, non ero dell’umore giusto per scherzare…non con Taemin almeno, ma lui scoppiò in una fragorosa e argentina risata che mi mandò nel panico! Sbarrai gli occhi e mi sistemai meglio sul sedile, facendo finta che nulla fosse accaduto.
-Oddio perdonami…non avrei dovuto ridere in questo modo, scusami tanto – disse ridendo ancora sotto i baffi ma in evidente imbarazzo.
-Certo che sei stano forte tu eh…- dissi incrociando le braccia al petto.
-Non posso che dire lo stesso di te-. Ma mi stava provocando? Non ci avrei messo niente ad annegarlo nella neve!
-Ehi bambolina vacci piano- dissi ravvivandomi la folta e lunga chioma.
-Bambolina a chi??- disse girandosi di scatto verso di me. Non avevo mai visto Taemin così serio. Il suo sguardo mi mise quasi paura. Quasi!
Fortunatamente il nostro piccolo battibecco fu interrotto da un rumore di portelle chi si apriva e un’ondata di aria gelida. Hana e Jonghyun erano tornati…ce ne avevano messo di tempo! Ma…perché Jong se ne stava serio serio, con una faccia da funerale, al suo posto? Non un sorriso, non una parola, nessun tentativo di bacio…
E perché Hana aveva improvvisamente acceso la radio iniziando a cantarci su? No…questi comportamenti non mi andavano a genio. Che avessero di nuovo litigato? Decisi di non pensarci, e non appena Taemin diede gas, iniziai a guardare fuori dal finestrino…aveva smesso di nevicare e la luna splendeva fiera nel cielo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. (Hana) ***


CAPITLO 9. (Hana)

Io amo Lee Taemin.
Io amo Lee Taemin
Io amo solo e soltanto Lee Taemin.
Erano circa le due di notte ed era un’ora e mezza che mi rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno.
Le mie compagne e mia sorella dormivano beate, io invece avevo in testa solo quel dannatissimo bacio.
Perché? Perché non riuscivo a liberarmi la testa da tutti quei pensieri e mettermi a dormire?
E non smettevo di ripetermi la frase “io amo Lee Taemin” perché avevo paura che qualcosa di diverso potesse insinuarsi nella mia testa.
Oddio, ma che vado a pensare? Quel verme che mi ha scambiata per la sua ragazza…, pensai cambiando posizione per la trentesima volta.
Dovevo assolutamente parlare con qualcuno.
Inviai un messaggio a Taemin con scritto “Dormi?”. Chiaramente, nel caso dormisse non mi avrebbe risposto e io mi sarei messa l’anima in pace. Sicuramente non mi andava di parlare con mia sorella.
Poco dopo mi rispose al messaggio.
 
T: “Sì”.
 
Io inarcai un sopracciglio.
 
H: “scusa, se dormi come fai a scrivermi?”
 
La risposta arrivò immediata e ne scaturì un principio di conversazione.
 
T: “Perché non sono Taemin. Lui dorme sul serio”
H: “E chi sei?”
T: “…”
H: “Hey?”
T: “Jonghyun”
 
Mi fermai e, d’istinto, spensi il cellulare.
Ma che sto facendo?, mi chiesi. Non potevo dargliela vinta.
Lo riaccesi di tutta fretta e feci per inviargli un messaggio, ma proprio quando premetti “invio”, me ne arrivo uno suo, identico.
 
H: “Come mai sei sveglio?”
T: “come mai sei sveglia?”
 
Gli risposi:
 
H: “Perché non riesco a dormire”
 
Guarda caso, la sua risposta fu…
 
T: “perché non riesco a dormire”
 
Presi un bel respiro e continuai.
 
H: “Ma domani non avete un live in Seoul?”
T: “Esatto. E voi domani non avete le prove?”
H: “Esatto”
T: “… Non hai sonno?”
H: “Per niente… Tu?”
T: “Affatto…”
 
Era strano riuscire ad avere una conversazione “normale” con Jonghyun, senza insulti o prese in giro. Ma era una conversazione fredda, priva di logica, di significato.
D’un tratto, sentii il letto muoversi.
Il mio era un letto a castello; sopra di me RaRa, una delle componenti del gruppo, stava per svegliarsi.
 
H: “Jonghyun, ora vado”
T: “D’accordo. E per favore, non chiamarmi Jonghyun”
H: “E come dovrei chiamarti?”
T: “Jong”
 
Dopo quel messaggio non ce ne furono altri.
 - Ha.. Hana?
Sporsi la testa fuori e vidi, nella poca luce lunare filtrante dalla finestra, il riflesso che mandavano i capelli cortissimi biondo platino di RaRa, che a quella luce sembravano praticamente bianchi.
 - RaRa… ti ho svegliata? Scusami…
Ma lei si era già riaddormentata.
Quella notte mi addormentai solo verso le cinque di mattina e il mio breve sonno fu turbato da molti incubi. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. (Sayuri) ***


CAPITOLO 10. (Sayuri)

La sveglia suonò alle 7:30 precise, come ogni mattina.
Mi alzai a fatica dal mio caldo e simpatico lettino che tanto amavo...ma come si suol dire...prima il dovere e poi il piacere! Mi trascinai a fatica verso il letto di mia sorella mentre le altre ragazze avevano già iniziato ad urlare come pazze e fare a gara per appropriarsi del bagno.
Hara era quasi pronta, stava giusto sistemandosi alla buona e meglio i pazzi capelli rosa. NeulMi si stava arricciando la folta chioma arancione col ferro e ogni tanto imprecava perché si scaldava le dita. Rara stava sgridando Sojin, la maknae del gruppo, perchè aveva trovato nella doccia resti di capelli verde bottiglia... Beh si, non eravamo un gruppo tanto normale.
D'altronde ci chiamavamo Candy Fruits e il nostro look doveva per forza essere ultra colorato! Scossi la testa e tornai a occuparmi di mia sorella che continuava a dormire beatamente. La scossi leggermente e con altrettanta cautela le dissi "Irona". [*significa “svegliati” in coreano]
Per tutta risposta Hana si sistemò le coperte e si girò dall'altro lato. Ci riprovai di nuovo con calma e il risultato fu lo stesso. Non ci vidi più. Mi buttai di peso su di lei e con tutto il fiato che avevo in corpo le gridai "Ironaaaaaaaaaa!!!!". Si mise a sedere sul letto immediatamente, il viso pallido per la paura. Si, l'avevo spaventata...però ero riuscita a svegliarla.
Mi lasciai scappare un sorriso e, baciandole una guancia, le augurai il buongiorno.
Dopo di ciò mi fiondai in bagno...dovevo sbrigarmi ed eravamo in netto ritardo. Un'ora dopo, miracolo, eravamo in sala prove più concentrate che mai. Solo Hana sembrava essere da tutt'altra parte, mentalmente.
Non riusciva a seguire, sbagliava i passi e il tempo delle coreografie, non si ricordava le parole delle canzoni... Durante un momento di pausa presi a fissarla intensamente da lontano.
Chissà perché il suo viso sembrava stanco, assente, lo sguardo vuoto, le occhiaie accentuate...e pensandoci, aveva cercato di evitarmi tutto il tempo.
 Appena mi avvicinavo per chiederle cosa le prendesse, lei mi girava le spalle ignorandomi e andandosene.
 Decisi di lasciarla in pace...se avesse avuto bisogno di parlare ci sarei stata comunque.
In quel momento vidi passare d'avanti la nostra sala prove tutti gli SHINee tirati a lucido. Incrociai lo sguardo di Jong e mi sbracciai per salutarlo, col sorriso a 32 denti piantato in faccia.
Lui mi guardò e serio, quasi a sforzo, mi fece un cenno con la mano. Ci rimasi malissimo. Non ero abituata a ricevere un saluto così freddo da lui...solitamente il suo sorriso beffardo seguito dall'occhiolino mi facevano sciogliere all'istante. Niente. Rimasi li a guardarli rigare dritto alla velocità della luce...lo SHINee World li attendeva. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. (Hana) ***


CAPITOLO 11. (Hana)

I giorni successivi li trascorsi cercando di evitare in tutti i modi mia sorella.
Capivo che lei aveva voglia di parlarmi, che voleva sapere cosa mi succedesse, ma sapevo bene che dirle la verità avrebbe solo peggiorato le cose.
Ogni volta che mi capitava di incontrare Jonghyun nei corridoi o nel dormitorio, quando veniva a prendere Sayuri, restavamo imbambolati a guardarci, rigidi come due tavole da stiro.
E Sayuri e Taemin non capivano.
Ogni volta sembrava che Jonghyun volesse dirmi qualcosa, ma puntualmente si bloccava.
Pian piano, però, avevo riniziato a dare il massimo alle prove, e almeno di quello ero pienamente soddisfatta.
Avevamo appena finito le prove e da un’ora mi ero infilata nel letto, erano circa le dieci di sera ed eravamo distrutte, quando mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto in cui c’era scritto un banalissimo “Hey”.
Risposi.
 
H: “Chi sei?”
 
Nessuna risposta. Passò un quarto d’ora buono, poi il cellulare tornò a vibrare.
 
J: “Jonghyun”
 
Per poco non mi volò via il cellulare dalle mani.
 
H: “Jonghyun, che c’è? E come fai ad avere il mio numero?”
J: “L’ho preso dal cellulare di Taemin”
H: “Ah”
J: “senti… noi… dobbiamo parlare. Pensi di riuscire a venire al piazzale davanti i dormitori?”
H: “Beh… sì. Quando?”
J: “Ora”
 
E allora sì che mi cadde il cellulare di mano, ma fortunatamente finì sul letto.
 
H: “Ma sei matto? Fa un freddo cane! E ti rendi conto di che ore sono?!”
J: “Ti prego”
H: “E che racconto a mia sorella??”
J: “Le dici che Taemin vuole vederti”
H: “…”
J: “Ti prego”
 
Sospirai, mi infilai il giubbino, mormorai qualche giustificazione stupida e corsi giù per le scale.
In poco tempo fui nel piazzale, ma di Jonghyun nessuna traccia.
Poi mi girai e lo vidi appoggiato al cofano di una macchina, che mi fissava.
Mi avvicinai, titubante.
 - Allora... che volevi dirmi? – gli chiesi tremando per il freddo.
 - Volevo… - sospirò – volevo chiederti scusa.
Che?!
Scuse da Jonghyun? Miracolo!
 - Per… per il bacio?
 - Sì… non volevo…
 - Lo so – dissi istintivamente, interrompendolo. L’avevo detto senza che neanche me ne accorgessi, e la cosa mi spaventò un pò.
 - Allora… - sussurrò grattandosi la nuca. – Tutto a posto?
Sospirai. Sorrisi dolcemente.
 - Tutto a posto.
Sorrise a sua volta e rimase a fissarmi per qualche attimo. Sentii il solito color porpora affluirmi alle guance e pensai bene di distogliere lo sguardo.
Ci separammo, ma entrambi sapevamo che, anche con quelle scuse, non era cambiato nulla.
Il danno ormai era fatto. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. (Sayuri) ***


CAPITOLO 12. (Sayuri)

Eravamo prossime al debutto.
Finalmente, dopo ben due anni da trainee, i nostri superiori avevano deciso che eravamo mature abbastanza per lanciarci sul mercato. Effettivamente eravamo migliorate moltissimo artisticamente, e come gruppo eravamo molto affiatate. Appena seppi la notizia, mi buttai addosso ad Hana e piansi dalla gioia. Mia sorella mi strinse a se teneramente e sapevo che si stava trattenendo dallo scoppiare in lacrime d’avanti a tutta quella gente. Dopo tanto tempo, quello fu il giorno in cui “ritrovai” mia sorella. Mi aveva evitata per circa tre settimane di fila e ci stetti malissimo.
Non solo lei faceva finta che non esistessi, ma anche Jonghyun non era da meno. Sempre schivo, mai un sorriso, non una battuta stupida su Taemin e mia sorella come eravamo soliti fare… Sembrava che quando c’incontravamo da soli, lui lo facesse per fare un piacere a me e non perché gli andava sul serio.
Tornai alla realtà appena mia sorella si staccò da me e sul suo volto non c’era la stessa espressione di felicità che avevo io…cos’era quello? Un sorriso triste? Stavo per chiederle cosa le succedesse e per offrirle il mio supporto, ma le squillò il cellulare e si allontanò per rispondere. Io e le altre ragazze, nel frattempo, avevamo deciso di andarci a bere qualcosa…così per festeggiare. Uscimmo dall’ufficio del nostro direttore e, percorrendo quei soliti corridoi, mi sentii…come dire…importante! Era una bella sensazione. Stavo per realizzare il mio sogno, mia sorella pure, stavo insieme a uno dei ragazzi più belli della Corea del Sud e che tutte m’invidiavano…non potevo desiderare di meglio.
-Hei!- chiamò qualcuno alle nostre spalle. Eravamo arrivate quasi all’uscita dell’edificio e istintivamente mi girai.
Era mia sorella, in compagnia degli SHINee al completo.
-Muoviti lumaca, sei sempre la solita ritardataria!- la canzonai.
-Ciao Sayuri- mi disse Key sorridendomi e mettendosi subito al mio fianco. Io e lui eravamo grandissimi amici, forse perché entrambi amavamo alla follia il rosa shokking!
-Hana ci ha informati…complimenti!- disse Onew raggiante.
-Fossi in te inizierei a preoccuparmi…non vi daremo vita facile cari SHINee…diventate idol avrete parecchio filo da torcere- dissi scherzando e facendo una linguaccia ad Onew.
Tutti insieme c’incamminammo al bar più vicino. Io , Kibum e Taemin eravamo a fondo fila e da quella visuale non potei certo perdemi la scena che avevo difronte: mia sorella e Jonghyun che camminavano vicini senza litigare e che ogni tanto si lanciavano sguardi strani, seguiti da sorrisini idioti.
No, quell’atmosfera non mi piaceva per niente! Così mi venne un lampo di genio. Alzai il passo e m’intrufolai tra Jong e Hana, allontanando mia sorella in modo poco carino.
-Jonghy…- dissi prendendolo sotto braccio e facendogli le fusa –che ne dici se sta sera festeggiassimo solo io e te, a modo nostro? –conclusi ammiccando.
Diede un colpo di tosse e si schiarì la voce…forse l’avevo messo in imbarazzo.
-Stupiscimi baby- mi guardò languido col suo solito sorriso sghembo.
Notai che Hana ci stava guardando e la cosa m’infastidì parecchio, così, dopo averle lanciato uno sguardo di sfida che la costrinse a riportare l’attenzione su Taemin, presi il viso del mio ragazzo tra le mani e lo baciai con così tanto trasporto che Minho, dietro di noi, ci disse –Affittatevi una stanza!-.
Trascorremmo un piacevole pomeriggio e, appena i ragazzi si congedarono, chiesi alle mie compagne se potessero lasciarmi il dormitorio libero almeno per quella sera. Per fortuna avevano intenzione di uscire e quindi non fecero storie.
Tornammo al nostro alloggio verso le 18.45 perché mi fermai a comprare tutto l’occorrente per quella sera.
Le mie amiche iniziarono a sbrigarsi e verso le 20.30 mi lasciarono finalmente sola in casa. In me che non si dica accessi tutte le candele profumate e le sistemai un po’ ovunque, cosparsi tutto il pavimento di petali di rose rosse, apparecchiai la tavola, scelsi del buon vino rosso e mi andai a vestire.
Scelsi d’indossare un abito semplice ma molto sexy. Era un tubino decoltè a mezza coscia nero che aderiva perfettamente al mio corpo e metteva in risalto le forme giuste. La cosa che adoravo in quel vestito era il generoso spacco laterale…a Jong sarebbe piaciuto!
Puntuale come un orologio svizzero, alle 22.00 suonò il campanello. Mi ravviai i lunghi capelli rossi con le mani e aprii. Jong era perfetto, bello come il sole. Prese a guardarmi stupefatto e, dopo aver fatto un giro su me stessa, lo presi per mano e lo feci accomodare in casa.
-Ti ho stupito abbastanza?- chiesi sussurrandogli all’orecchio mentre portavo le mani sulle sue spalle per sfilargli il cappotto.
-So che puoi fare di meglio…- rispose, provocandomi col suo sorriso beffardo. Decisi di accontentarlo. Mi catapultai famelica sulle sue labbra e lo inchiodai al muro. Jong affondò le mani nei miei capelli tirandomi la testa indietro e baciandomi il collo. Risi e mi tirai su. Lo presi per il collo della camicia riportandolo sulle mie labbra, e mentre iniziammo a vagare per chissà dove, lui trovò un ostacolo. Si guardò dietro e si sedette sulla poltrona mettendosi comodo. Voleva giocare? Bene! Mi misi a cavalcioni su di lui tirandomi più su il vestito. Sentii la mano di Jonghyun accarezzarmi il ginocchio, la coscia, la vita, il seno, il collo…poi mi tirò a se baciandomi con passione.
-Chiudi gli occhi- sussurrai.
Mi obbedì subito. Presi a baciargli il collo con veemenza mentre cercavano di sbottonargli la camicia. Quando ci riucii, accarezzai i suoi addomimani scolpiti e iniziai a baciargli il petto. Sapevo che stavo facendo un buon lavoro, lo notavo dal suo respiro accelerato. Sorrisi soddisfatta e ripresi a torturargli le labbra. Mi abbracciò e tra un sospiro e l’altro riuscii a distinguere qualcosa…
 - Hana…
Mi bloccai all’istante fulmimandolo con lo sguardo. Lui mi guardò perso e terrorizzato, come se si fosse lasciato scappare un segreto che non avrei mai dovuto conoscere. Mi misi in piedi scioccata, portandomi una mano sulle labbra. La furia si stava impossessando di me.
-Hana chi?- domandai strabuzzando gli occhi.
-Non ho detto nulla- disse frettolosamente mettendosi sulla difensiva.
-No, no, no, no, no…tu hai pronunciato il nome di mia sorella…Hana!- inarcai le sopracciglia, arrabbiata –adesso mi spieghi! – continuai seria.
-Non c’è niente da spiegare- disse vago.
-Bene, se non vuoi dirmelo tu allora sarà lei a darmi delle spiegazioni- conclusi prendendo il cellulare e mandandole un sms.
Adesso c’era davvero qualcosa che non quadrava…i conti non mi tornavano! 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. (Hana) ***


CAPITOLO 13. (Hana)

Stavo serenamente chiacchierano con SoJin, abbracciata a Taemin, quando mi arrivò un messaggio di mia sorella.
 
S: “Devo vederti. Ora. Vieni al dormitorio, ti aspetto in camera. Se non vieni ti uccido”
 
Rimasi qualche attimo a fissare lo schermo del cellulare, con il cuore che, inspiegabilmente, iniziò a galoppare.
Dissi a Taemin di accompagnarmi e promisi alle mie amiche che sarei tornata dopo.
Davanti l’edificio, ebbi un giramento di testa. Avevo seriamente paura che Sayuri avesse scoperto qualcosa e non riuscivo a stare tranquilla. Lo stomaco mi si attorcigliava, la testa mi pulsava e il cuore mi batteva forte.
Salii le scale e mi ritrovai davanti la porta dell’appartamento. Prima di bussare esitai.
Toc toc.
Non feci neanche in tempo ad abbassare il pugno che Sayuri mi venne ad aprire con un’espressione sconvolta e particolarmente… furiosa?
Ma che diamine s’è messa?, pensai squadrandola dalla testa ai piedi.
Poi notai Jonghyun seminudo e mi avvamparono le guance.
 - Sayuri, che c’è? – le chiesi corrugando la fronte e poggiando la giacca sul mio letto.
 - Senti, tralasciamo il fatto che non mi hai parlato per non so quanto, che tu e Jong improvvisamente andiate d'amore e d'accordo, che vi lanciate sguardi e sorrisini imbarazzanti a mio avviso...ma non posso far finta di niente quando lui, prima di venire a letto con me, improvvisamente invoca il tuo nome! Come me lo spieghi? No dimmelo...
Il tempo sembrò fermarsi e poi prendere la rincorsa tutto insieme. Il mio cuore ebbe un sussulto, Taemin spalancò gli occhi, Jonghyun si irrigidì.
- Io... Sayuri, io non ... – non sapevo davvero cosa dire.
- Basta Hana! Non sto impazzendo... è chiaro che tra voi due è successo qualcosa... vuota il sacco per cortesia. Almeno tu che sei mia sorella.
Sentivo gli occhi bruciarmi.
Perché indugiavo così tanto? D’altronde era stato solo un malinteso, solo uno sbaglio… di che dovevo aver paura?
Taemin osservava la scena in silenzio, con gli occhi sbarrati.
 - Io… io…
Guardai Jonghyun esasperata. Cercavo aiuto in lui, probabilmente perchè era iniziato tutto da lui e la sua incapacità di distinguere la sua fidanzata dalla sorella, e speravo che se ne assumesse le responsabilità.
E così fece.
 - L’ho baciata – disse con lo sguardo perso nel vuoto.
Sayuri diventò paonazza.
 - Tu hai cosa?! – sbottò alzando la voce.
 - Pensavo fossi tu…
Lentamente, senza che me ne accorgessi, una lacrima mi scivolò su una guancia e ne chiamò altre.
 - Ma che hai al posto del cervello?! Si vede chiaramente che lei non è me e viceversa!
 - Avevo il cappuccio alzato… - cercai di difendermi.
 - Questo non vi giustifica! – urlò.
Taemin divenne livido e il respiro gli si fece più pesante.
 - Lo so…
Sayuri si girò di scatto verso Jonghyun e gli chiese: - Lei ti piace, vero?
Stavamo tutti aspettando un “no” secco di Jonghyun, ma quello non arrivò.
 - Che… che stai dicendo?
Taemin sussurrò il mio nome e mi guardò come a dire “Hana, ti prego, dì qualcosa”.
Cosa potevo dire? Cosa mai avrei potuto dire?
 - Beh – continuò Sayuri. – sicuramente ti è piaciuto se pensavi a lei mentre ti spogliavo!
Jonghyun si alzò dalla poltrona.
 - Io… Sayuri…
 - Sei uno stronzo! – urlò allora Sayuri, dopodichè tirò un ceffone a Jonghyun, che ancora cercava di giustificarsi.
Io non sapevo più cosa fare, dove guardare, cosa dire. Guardavo Taemin, cercando di fargli capire che cosa provassi in quel momento con un solo sguardo, ma tra noi sembrava essersi eretta una barriera.
 - Sayuri… - a quel punto iniziai seriamente a piangere.
Lei si voltò di scatto e, con la rabbia negli occhi, pronunciò quell’unica frase che tanto temevo, quell’unica frase che mi faceva così male…
 - E tu non sei più mia sorella!
Tutto tranne questo. 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. (Sayuri) ***


CAPITOLO 14. (Sayuri)

L’unica cosa che riuscii a fare dopo aver pronunciato quell’ultima frase, fu scappare immediatamente da quella casa. Mi sentivo soffocare, improvvisamente l’unica cosa di cui avevo bisogno era l’aria gelida del rigido inverno tipico delle nostre parti.
Corsi via, più veloce che potei, senza prendere nulla con cui coprirmi, senza dire una parola. Corsi e basta.
Ma dove sarei potuta andare?
Mi fermai circa a due isolati da casa mia. Mi guardai intorno e stranamente, forse per il freddo e per il cielo plumbeo che non prometteva nulla di buono, non c’era nessuno.
Difronte a me, dall’altro lato della strada, c’era un piccolo parco ancora coperto dalla neve. Attraversai senza prestare alcuna attenzione, poco m’importava di finire sotto qualche macchina, e mi misi a sedere su una delle poche panchine non innevate.
Ero sola. Completamente sola.
Tutto ciò che mi rendeva felice si era sgretolato in un istante. I miei sogni, l’amore per Jonghyun, quello per mia sorella…
Niente aveva più senso. Nemmeno io.
Mi portai le mani al viso e, lentamente, iniziai ad accarezzarmelo.
Pian piano, le carezze si trasformarono in sfregamenti, sempre più forti, sempre più duri. Mi guardai le mani sporche di trucco…dovevo essermi conciata peggio di un pagliaccio ma non ci diedi peso.
Mi lasciai scappare un sorriso amaro e subito dopo piansi. Mi sentivo un vuoto dentro, un dolore ad attanagliarmi l’anima.
Urlai, con tutto il fiato che avevo in corpo.
Iniziavo a sentire freddo, avevo cominciato a tremare. Non m’importava.
Mi distesi sulla panchina, mi misi in posizione fetale e chiusi gli occhi. L’unica cosa che sentivo erano le calde lacrime che mi scivolavano copiose sul viso.
Non so per quanto tempo restai così, immobile, silenziosa…non riuscivo più a muovermi, non sentivo nemmeno più il freddo.
Poi qualcosa di pesante, di morbido e caldo si posò su di me. Sentii qualcuno che mi sollevò la testa e, quando la riappoggiai, non trovai il freddo ferro della panchina, ma qualcosa di ugualmente morbido e caldo e…
Aprii gli occhi –Taemin…- sussurrai, battendo i denti. Non rispose, evidentemente ancora scioccato per la pietosa scena di prima, ma prese ad accarezzarmi i capelli.
Mi sentii piccola, indifesa…non ero più io.
Mi misi a sedere. Lui mi guardò per tutto il tempo. Mi avvicinai a lui, avvolsi entrambi con le coperte che Taemin mi aveva messo addosso precedentemente e poggiai la testa sulla sua spalla.
Mi cinse la vita e io lo abbracciai.
Taemin non lo avevo mai sopportato, è vero, però in quel momento mi era sembrata l’unica persona che capisse davvero quello che stavo provando.
Abbassai l’ascia di guerra per un istante e rimasi lì, insieme a lui, circondanti dal silenzio, ognuno a piangersi il proprio dolore…mentre alcuni fiocchi di neve riprendevano a scendere.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. (Hana) ***


CAPITOLO 15. (Hana)

Il cuore sembrava volermi esplodere.
Sentivo un peso sul petto, un fardello insostenibile, un masso piazzato sul cuore. Non riuscivo a respirare.
L’unica cosa che riuscivo a pensare era “Che cosa ho fatto? Che cosa abbiamo fatto?”.
Jonghyun era sbiancato nel momento in cui Sayuri gli aveva tirato lo schiaffo, e ancora se ne stava lì, in piedi, con lo sguardo perso nel vuoto e un leggero rossore sulla guancia che mia sorella gli aveva colpito.
La porta era rimasta aperta e filtrava aria gelida.
Taemin e Sayuri se n’erano andati. Non avevo più nessuno.
Le lacrime scorrevano veloci e silenziose sul mio viso, cadendo poi sulla moquette ancora sparsa di petali di rosa.
Ad un certo punto Jonghyun mi guardò e mosse qualche passo nella mia direzione.
 - Hana, io… - tentò di dire, ma lo interruppi.
 - Esci fuori di qui.
Si fermò e mi guardò con gli occhi lucidi.
 - Io non…
 - FUORI! – urlai allora scoppiando definitivamente a piangere.
Lui non si oppose; prese la sua giacca, senza neanche riabbottonarsi la camicia, e se ne andò, chiudendo la porta dietro di sé.
 Mi sentivo persa, non avevo più nessuno, nessuno con cui sfogarmi, nessuno che mi ascoltasse. Ero sola, completamente sola.
Ed era anche colpa mia.
Perché non avevo confessato subito? Perché avevo taciuto tutto quel tempo, facendo sì che quel piccolo malinteso si trasformasse in qualcosa di pericoloso?
E la cosa peggiore era che forse avevo iniziato a fidarmi di quell’idiota di Jonghyun, che si era sempre divertito a prendermi in giro.
Eppure quando mi aveva chiesto scusa mi era sembrato così sincero…
Tutte balle.
Mi avvicinai alla finestra e sbirciai fuori. Aveva riniziato a nevicare debolmente, ogni angolo del parcheggio e dello spazio circostante era ricoperto da una soffice e gelida coperta bianca.
Poi il mio sguardo si posò su una panchina dall’altro lato della strada, dove Sayuri e Taemin se ne stavano abbracciati sotto una coperta.
Mi sembrò come se qualcuno mi avesse appena adagiato una corona di spine sul cuore, sanguinavo dentro.
E dunque Sayuri aveva qualcuno a confortarla ed abbracciarla, stessa cosa per Taemin.
E io chi avevo?
Nessuno. Ero completamente sola.
Dovevo sfogarmi, in qualche modo, piangere non era sufficiente.
Presi il cappotto, uscii per la scala antincendio, che si affacciava sul retro, e mi intrufolai in sala prove.
Iniziai a ballare, e senza accorgermene trascorsi lì tutta la notte.
Alle quattro del mattino il sole non era ancora sorto, avevo sete, i muscoli mi bruciavano, urlavano pietà e fui costretta a dargli ascolto.
Mi appoggiai di schiena agli specchi della sala e mi accasciai a terra, senza fiato, completamente sudata.
Nonostante non avessi neanche la forza di respirare, riniziai pian piano a piangere.
In pochi istanti quel pianto pacato e silenzioso divenne un pianto disperato, coronato con urla straziate.
Era colpa mia, era tutta colpa mia.
E le mie urla non furono per niente silenziose, perchè di lì a poco qualcuno entrò in sala prove e, sussultando, corse ad abbracciarmi.
Mi aveva avvolta nelle sue braccia solo una volta, ma riconobbi ugualmente la sua stretta forte, salda, possente.
 - Jonghyun, vattene… vattene… - sussurrai singhiozzando.
Lui mi ignorò e mi strinse ulteriormente, iniziando pian piano a cullarmi, con la guancia appoggiata sulla mia testa.
 - Perdonami, perdonami… - sussurrò iniziando a piangere con me.
Sentire le sue lacrime, pure e sincere, mi stupì.
Non cercai di ribellarmi, rimasi lì, a farmi cullare dolcemente, confidando in un sentimento che non si decideva a rivelarsi.
Continuai a piangere ininterrottamente nelle sue braccia fino al mattino dopo, senza neanche guardarlo in faccia.
Mi addormentai.
Quando mi svegliai ero stesa sul pavimento, da sola.
Lui non c’era più.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. (Sayuri) ***


CAPITOLO 16. (Sayuri)

Era notte inoltrata quando Taemin mi riportò a casa. Il calore dell’appartamento fu tale da farmi colorare il viso, mi sentii improvvisamente le guance in fiamme, e malgrado il mio corpo stesse esultando silenzioso per avergli consesso finalmente tregua dal freddo, nel mio cuore c’era il gelo più totale.
Non sapevo se le mie compagne fossero rientrate o meno. Speravo vivamente che non ci fossero o che per lo meno stessero dormendo. Avevo bisogno di starmene per i fatti miei, fare mente locale su cosa fosse realmente accaduto, calmarmi, metabolizzare la cosa e cercare di andare avanti come avevo sempre fatto nelle situazioni difficili.
Mi voltai a guardare colui che si era preso cura di me fino a quel momento e notai che si stava avviando alla porta.
-Allora io me ne vado…- disse a voce bassa, monocorde.
-Grazie- dissi sincera mentre lo guardavo chiudersi la porta alle spalle.
Silenzio.
Mi sedetti sul divano e mi guardai intorno cercando non so cosa…forse la quiete che non c’era in me.
Silenzio.
Uno strano senso di ansia iniziò a prendere il sopravvento su tutto quello che mi ero preimpostata mentalmente di fare e piano piano si trasformò in paura.
Ero terrorizzata all’idea di restare da sola in quell’appartamento.
Non ci vidi più. Il mio corpo si mosse senza che me ne rendessi conto. Mi ritrovai fuori la porta di casa, con le lacrime agli occhi…
-Taemin- gridai con la voce rotta dal pianto. Fortunatamente non era molto distante da me e appena lo chiamai si girò subito. Mi venne incontro stupito, stava per dire qualcosa ma lo fermai all’istante.
-Non te ne andare…- dissi singhiozzando –non lasciarmi sola, almeno tu- sussurrai. Mi guardò con occhi lucidi, forse si sarebbe messo a piangere di li a poco…dovevo fare veramente pena!
E invece il suo gesto mi lasciò sconvolta.
Mi abbracciò forte, ma non fu uno dei soliti abbracci a cui ero abituata, no…era, come dire…dolce.
Mi lasciai cullare senza fare storie, godendomi il momento. Le parole che mi uscirono di bocca non le avevo previste.
-Rimarresti con me sta notte?- chiesi innocentemente.
Accennò un lievissimo si col capo e, prendendomi per mano, mi trascinò in casa. Gli dissi di fare come se fosse a casa sua e mi andai a cambiare. Dopo essermi fatta una veloce doccia bollente, infilai il pigiama di pail, mi legai i capelli in una coda di cavallo e mi diressi in camera. Taemin era seduto sul letto di Hana con in mano due tazze fumanti.
-Ho pensato che bere qualcosa di caldo ti avrebbe fatta stare meglio…- disse offrendomi la tazza mentre prendevo posto affianco a lui –dicono che la cioccolata aiuti a tirar su il morale- continuò abbassando timidamente lo sguardo.
-L’unica cosa che può tirarmi su adesso è il diabete- dissi afferrando la tazza con cautela –grazie comunque- conclusi iniziando a sorseggiare.
Quella situazione era davvero strana. Mai mi sarei immaginata di poter bere una cioccolata calda, come se fossimo migliori amici da sempre, insieme a lui. Mi lasciai scappare un sorriso e lui se ne accorse.
-Visto, avevo ragione!- disse puntandomi il dito contro e sorridendomi.
Finimmo di bere e, dopo aver posato le tazze nel lavandino, ci stendemmo nel mio letto. Averlo accanto mi confortava e sentirlo così vicino a me mi metteva anche un po’ in imbarazzo. Chiusi gli occhi sfinita e mi addormentai subito.
Il mattino seguente mi svegliai prima che suonasse la sveglia. Mi girai sul fianco e quasi mi spaventai trovandomi Taemin a un palmo dal naso. Mi ero completamente dimenticata che fosse rimasto a dormire con me.
Piano piano, cercando di non farlo svegliare, allungai il braccio verso il comodino per prendere la sveglia. Vani furono i miei tentativi, così rinunciai rimettendo il braccio sotto le coperte.
Taemin si mosse e mi paralizzai. Il suo braccio cadde sul mio bacino e mi strinse a me come fossi un pupazzo. Imprecai mentalmente dato che mi aveva completamente bloccata. Sbuffai e, trovandomi a un centimetro dal suo viso, i suoi capelli svolazzarono appena, liberandogli leggermente la fronte.
Iniziai a fissarlo non avendo altro da fare. Se ne stava beato a dormire, come se non avesse alcun problema, come se la sera precedente non fosse accaduto nulla. Lo guardai con più attenzione. La pelle liscia, priva d’imperfezioni, lo faceva sembrare un bambino e a sottolineare ciò c’era anche la tenera espressione che aveva assunto. M’ipnotizzai sulle sue labbra schiuse…da quando Taemin aveva delle labbra così? E da quando io mi ponevo certe domande??
Sentii la porta della camera cigolare, segno che qualcuno stava entrando. La mia attenzione fu catturata da quel suono e, girando lo sguardo, trovai Hana a fissarci mentre la sveglia cominciava a suonare. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. (Hana) ***


CAPITOLO 17. (Hana)

Non potevo crederci.
Non volevo crederci.
Ok, mentre io ero stata da sola, a piangermi addosso, con un principio di masochismo nel cuore, il mio ragazzo e mia sorella avevano trascorso la notte insieme ed entrambi mi avevano tradita.
Taemin aprì gli occhi, lentamente, e si guardò intorno con aria assonnata. Quando vide me sbarrò gli occhi e saltò a sedere. Per Sayuri fu un po’ diverso: mi vide, mi squadrò dalla testa ai piedi (e molto probabilmente notò anche le mie belle occhiaie, ma fece finta di niente) e si girò dall’altro lato.
Io rimasi qualche secondo immobile, ma sentivo che le gambe non mi avrebbero retto oltre, a causa dell’eccessivo sforzo della notte precedente, e mi girai di scatto, prendendo a barcollare per raggiungere il bagno. Non volevo che quei due mi vedessero svenire.
Arrivata in prossimità del water, non me ne importò più niente della dignità.
Mi inginocchiai, feci appena in tempo a reggermi i capelli con una mano, che mi rivomitai anche l’anima.
E lo feci per tante, troppe volte, finchè non mi sentii vuota e prosciugata.
Scaricai e andai a guardarmi allo specchio. Bella cera, che avevo. Occhiaie scavate, fronte imperlata di sudore, viso smunto, pallido, quasi cianotico per la mancanza di sonno e lo sforzo eccessivo.
Non riuscivo a reggermi in piedi, mi tenevo issata al lavandino con entrambe le mani e quando dovetti staccarle per aprire il rubinetto per poco non caddi.
Mi sciacquai la faccia più volte, mi asciugai, mi legai i capelli e andai in cucina, cercando di non guardare nella camera da letto.
Pescai una mela dal cesto sul tavolo e mi afflosciai sul divano, mentre la mangiavo.
Sentii la porta sbattere. Bene, Taemin e Sayuri erano usciti.
Rimasi una mezz’ora buona stesa sul divano, cercando di riacquistare le forze, poi qualcuno bussò alla porta.
Andai ad aprire barcollando e mi ritrovai davanti… Jonghyun.
Rimanemmo momenti interminabili a guardarci, poi ebbi un giramento di testa e dovetti appoggiarmi al muro.
 - Hana! – esclamò Jonghyun vedendomi sbattere violentemente di schiena contro lo stipite dello sgabuzzino, e si fece avanti per aiutarmi.
 - Non toccarmi.
Lui ignorò come al solito le mie parole e mi aiutò a sdraiarmi sul letto, rimanendo poi seduto affianco a me.
 - Scusami – mi disse abbassando lo sguardo. – Scusa ancora, sono un idiota…
 - Sì, lo sei – sentenziai.
La sua presenza iniziava ad innervosirmi. Davvero non si rendeva conto della gravità della situazione? Stavo per incitarlo ad andarsene, quando, inaspettatamente, mi abbracciò.
 - Davvero, scusami tanto, non volevo che succedesse tutto questo casino, non era mia intenzione…
Cercando di allontanarmi, mi alzai di scatto dal letto, dimenticandomi delle mie pessime condizioni. Ebbi un altro giramento e rischiai di cadere sul pavimento, ma Jonghyun si alzò e mi prese giusto in tempo.
Avrei voluto liberarmi e andarmene, ma le gambe non reggevano e non riuscivo a muovere un passo. In effetti non riuscivo proprio a stare in piedi.
Jonghyun mi reggeva come se fossi più leggera di una piuma e mi sentivo indifesa, insignificante.
Rimase qualche secondo immobile, stretto a me, poi mi prese in braccio come se fossi una bambina, per rimettermi sul letto.
Non fece in tempo.
Sayuri e Taemin entrarono nell’appartamento.
Jonghyun si affrettò a stendermi sul letto, ma ormai era fatta, Taemin e Sayuri avevano visto tutto ed era facile intuire cosa avessero pensato.
 - Di nuovo… - mormorò Sayuri arretrando di un passo.
 - Ma non ti vergogni? – disse Taemin avanzando.
Jonghyun sembrò essere scosso da un tremito.
 - Di cosa dovrei vergognarmi? La stavo solo aiutando… - cercò di dire, ma Sayuri lo interruppe.
 - Sì, se tu la stavi solo aiutando io ho i capelli bianchi. Dì un po’, ti diverti così tanto a tradire le persone? – gli chiese mentre delle lacrime iniziavano ad imperlargli le ciglia.
 - Vogliamo parlare dello stupendo spettacolo di stamattina? – dissi io intromettendomi, impassibile.
 - Quale spettacolo? – chiese Jonghyun guardandomi perplesso.
Taemin stava per parlare ma lo interruppi.
 - Ah, è vero, non te ne ho ancora parlato. Bene, stamattina ho trovato la tua ragazza e Taemin abbracciati nel letto. Tira tu le conclusioni.
Jonghyun sembrò spaesato, poi si ricompose e guardò Taemin con una rabbia che mai avrei pensato di poter vedere negli occhi di qualcuno.
 - Che hai fatto con la mia ragazza? – gli chiese avvicinandosi, furioso.
 - Che hai fatto tu con la mia, casomai! – esclamò Taemin, alzando la voce.
Avevo un brutto, bruttissimo presentimento.
 - Io non gli ho fatto niente, lo vuoi capire?! – esclamò Jonghyun continuando ad avvicinarsi.
 - Smettila di dire cazzate! Se non fosse stato per te, a questo punto non sarebbe successo niente! Niente! – urlò Taemin.
 - Non vuoi proprio capire che è stato tutto un malinteso?!
 - No! – urlò a quel punto Sayuri. – Non è stato tutto un malinteso, perché se così fosse stato sarebbe finito tutto lì! Non gli saresti diventato amico e non avresti sussurrato il suo nome mentre ti spogliavo! Significa che in testa avevi una sola cosa, e quella cosa era lei!
 - Come fai ad esserne così sicura? Può… può essere stato solo uno sbaglio! Mi state aggredendo per niente! – urlò Jonghyun girandosi a guardarmi.
A Taemin questo non piacque affatto.
 - Devi smetterla! Tu avevi Sayuri e l’hai fatta stare male! Tu… tu non la meriti!
E gli tirò un pugno sulla guancia.
Sayuri urlò, io sussultai.
Il tempo sembrò fermarsi alcuni istanti e temevo che la situazione potesse peggiorare.
Così fu.
Jonghyun chiuse il pugno, caricò e colpì Taemin in pieno viso. Quest’ultimo barcollò all’indietro, poi si fermò un attimo, il tempo di massaggiarsi la guancia dolorante, e tornò a colpire.
Jonghyun riuscì appena in tempo a schivare il colpo e a frenarne un altro stringendogli il polso. Gli bloccò anche l’altra mano e lo sbattè contro uno dei letti a castello, rischiando di farlo finire su Sayuri.
 - Ragazzi, smettetela! – urlò mia sorella ormai in lacrime, pallida.
Loro non la ascoltarono.
Taemin tentò di reagire e tirò un calcio sul ginocchio di Jonghyun che fu costretto a liberargli i polsi per il dolore.
Non riuscivo a credere che Taemin, il Taemin che avevo sempre creduto fragile, fosse capace di tanta aggressività.
In poco tempo la situazione fu invertita, Jonghyun in trappola e Taemin pronto per dargli il colpo decisivo. Poi, guardando mia sorella prossima ad un attacco di panico, mi sentii in dovere di fare qualcosa.
Mi alzai di scatto dal letto, rischiando di finire sul pavimento, e corsi verso Jonghyun e Taemin.
 - Basta! Che pensate di risolvere, così?! BASTA! – urlai, sperando che non fossero così freddi da ignorarmi.
Fortunatamente, dopo un attimo di esitazione Taemin allentò la stretta e lasciò andare Jonghyun.
Quest’ultimo rimase un attimo immobile, impassibile, mentre un livido iniziava a comparirgli sullo zigomo, poi si girò e se ne andò.
Prima di chiudere la porta, si girò a guardarmi e, rivolto a Taemin, sibilò: - Sei tu che non meriti quello che già hai.
Improvvisamente, sentii quel minimo di forza che ero riuscita a recuperare scivolarmi via dal corpo e le mie gambe cedettero.
Le ultime cose che sentii furono i singhiozzi di mia sorella e la soffice moquette sotto la mia guancia. 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. (Sayuri) ***


CAPITOLO 18 (Sayuri)

La scena a cui avevo assistito era stata una delle più pessime e sconvolgenti della mia vita. Mai avrei pensato che Taemin e Jonghyun potessero arrivare a picchiarsi. Insomma…da Jong me lo sarei aspettata ma…da quando Taemin aveva iniziato a fare a botte? Non era da lui…o almeno era quella l’idea che mi ero fatta fino a quel momento.
Restai immobile, in lacrime e confusa per tutto il tempo della furiosa lite…come avevamo fatto ad arrivare fino a quel punto?
Poi fu tutto così veloce, così improvviso.
Jonghyun lasciò il dormitorio e mia sorella svenne sotto i miei occhi.
Non ero preparata ad una cosa del genere…certo, avevo visto mia sorella molte volte stare male ma questa volta era totalmente diverso.
Mi sentii in dovere di aiutarla, d'altronde era pur sempre mia sorella, anche se in quel momento continuavo ad odiarla con tutta me stessa.
Mi precipitai da lei, m’inginocchiai al suo fianco e le alzai la testa cercando di farla rinvenire.
Taemin venne subito in mio soccorso. Insieme la sollevammo da terra e l’adagiammo sul suo letto.
Corsi subito in cucina, presi uno straccio che bagnai con acqua fredda e tornai da Hana. Chiesi a Taemin di preparare un bicchiere con acqua e zucchero e di fare presto.
Iniziai a passarle lo straccio bagnato sulla fronte, dietro il collo, sui polsi, mentre con la mano libera le davo leggere pacche sul viso e continuavo a chiamare il suo nome.
Aprì leggermente gli occhi, confusa…e nel frattempo arrivò Taemin con quello che gli avevo chiesto di preparare.
-Bevi questo, ti sentirai subito meglio…- dissi cercando di contenere la mia preoccupazione.
-Sayuri…- mi rispose lei quasi in un sussurro impercettibile.
Tagliai corto. Ancora non mi andava di parlare con lei…anzi…doveva ringraziarmi per averla anche aiutata!
Le feci bere acqua e zucchero e appena mi accertai che si fosse ripresa mi allontanai tornando in cucina lasciandola da sola con Taemin. Un po’ d’intimità potevo concedergliela.
Chiamai il nostro manager per avvertirlo della situazione, non soffermandomi sui dettagli, e gli dissi cortesemente di far venire un dottore al nostro dormitorio, così avrebbe controllato Hana e io sarei stata più tranquilla, e se avrebbe potuto annullare tutti gli impegni che avevamo per quel giorno. Non mi andava di lasciare mia sorella da sola in quelle condizioni.
Fortunatamente il nostro manager acconsentì e notai un velo di preoccupazione nella sua voce.
Poche ore più tardi arrivò il medico, visitò mia sorella e disse che aveva avuto un collasso da stress, nulla di grave, lei si era già ripresa, ma doveva comunque prendere degli integratori che lui gli prescrisse…così per stare più sicuri.
Taemin non si staccò da lei nemmeno per un attimo e la cosa mi urtò alquanto.
Alla fine, qualsiasi cosa Hana facesse, le si perdonava sempre tutto e questo non potevo sopportarlo…non in questo caso.
Per distrarmi preparai il pranzo per tutti, le ragazze erano rincasate da poco e Taemin si fermò a mangiare da noi. Per quanto capii, non se la sentiva di tornare dagli altri dopo quello che era successo.
I giorni passarono e la nostra vita tornò quella di sempre…più o meno.
Io continuavo a ignorare mia sorella, dopo l’ultimo spiacevole episodio non mi ero più avvicinata a lei in nessun modo e non intendevo farlo per nulla al mondo.
Iniziai a messaggiare con Taemin, cosa che non avevo mai fatto prima e che mai avrei pensato di fare.
Mi raccontava che le cose nel loro gruppo non andavano affatto bene. Non erano più affiatati come una volta e l’aria che si respirava nei momenti in cui non erano sotto i riflettori era davvero uno schifo. Erano divisi a metà: Minho restava sempre con lui, Key era il migliore amico di Jong e in quanto tale doveva stargli vicino anche se non condivideva ciò che aveva fatto e Onew, da bravo leader, cercava quantomeno di placare gli animi perché di far pace non se ne parlava.
Effettivamente, guardando un programma dove gli SHINee erano ospiti, mi era sembrato che c’era qualcosa che non andava tra di loro. Erano freddi, distaccati…non brillavano più.
Non potevo starmene con le mani in mano…dovevo fare qualcosa.
Finite le prove, decisa più che mai, appena finii di farmi la doccia e di vestirmi, mi munii di cappotto, sciarpa, guanti e cappello e mi diressi al dormitorio dei ragazzi.
Era mezzanotte, speravo vivamente fossero li.
Bussai. Niente. Nessuno mi venne ad aprire.
Bussai più forte, non potevo arrendermi. Ancora niente.
Sospirai e abbassai il capo.
Improvvisamente mi sentii toccare una spalla lievemente. Mi girai di scatto e vidi Taemin, Minho, Jong, Key e Onew che mi guardavano quasi impauriti. Pensavano fossi una fan impazzita?
Mi tolsi il cappuccio e abbassai lo sciarpone per farmi guardare bene in viso.
Appena capirono che ero io si tranquillizzarono tutti, Jonghyun a parte.
-Sayuri!- disse Key abbracciandomi –ci hai fatto prendere un colpo…ti rendi conto di che ore sono?!
-Si, ma siccome siamo sempre tutti impegnati questo è l’unico momento per farlo…promesso, sarò veloce e indolore- cercai di convincerlo facendogli gli occhi dolci e ci riuscii.
Entrammo nell’appartamento e mi misi subito a mio agio. Mi tolsi tutto l’ambaradan che avevo addosso e presi il toro per le corna.
-Bene…siete degli idioti, tutti voi!- dissi con convinzione.
-Ma grazie, benvenuta nel nostro dormitorio…- disse Onew sarcastico.
-Ecco perché non invitiamo mai le ragazze qui- sussurrò Minho rivolgendosi a Taemin.
-Ti ho sentito Minho…e comunque idioti ci restate lo stesso! Ma vi rendete conto di cosa state facendo? Dopo anni di duro lavoro per arrivare fino a questo punto, adesso avete deciso di mandare tutto a puttane? Siete un gruppo, per la miseria! Siete gli SHINee…i tanto ammirati e osannati SHINee. Non voglio che per colpa di quello che è successo vengano messe in mezzo persone che non c’entrano nulla…-guardai Jonghyun- mi sento uno schifo a vedervi così- le parole mi uscirono a fiume, sincere.
I ragazzi ascoltarono tutto attentamente, Onew annuii, segno che condivideva il mio pensiero.
-Se solo Taemin non fosse venuto a letto con te a quest’ora sarebbe già tutto finito- disse Jonghyun mettendo fine a quel silenzioso momento di riflessione.
-Come prego?- dissi sbarrando gli occhi.
-Per favore Jong, non ricominciare con questa storia- s’intromise Minho prendendo le difese del più piccolo.
-Hana li ha visti- rispose con rabbia.
-Ha visto male- continuai io –Per tua informazione, Taemin non mi ha sfiorata nemmeno con lo sguardo…- guardai il maknae per cercare conferma e appoggio in lui, ma tutto ciò non avvenne.
Gli altri ragazzi ci guardarono strano…cosa diamine stava passando per la testa di Taemin adesso?
Mi sentii sola e impotente…improvvisamente avevo perso tutta la mia tenacia e sicurezza. Cos’altro avrei potuto dire?
-Me ne frego di queste liti amorose! Non m’importa nulla di chi ha tradito chi…l’avete fatto? Ok, prendetevi le vostre responsabilità! Non l’avete fatto? Chiaritevi una volta per tutte! Sono stufo di stare a guardare e cercare, invano, di mettere la pace nel gruppo…non ce la faccio a gestirvi così…non riesco a fare niente!- Onew scoppiò di colpo…fortunatamente per me!
-Hyung…calmati- Key gli mise una mano sulla spalla dolcemente.
-No Kibum, non questa volta! Ne va del mio buon nome perché alla fine, se il gruppo non rende come dovrebbe, quello che si subisce tutti i rimproveri e le umiliazioni sono io! Quando avrete deciso di crescere – guardò Jonghyun e Taemin fulminandoli – avvisatemi…fino ad allora io me ne tiro fuori…non ne voglio più sapere degli SHINee! – concluse chiudendosi in camera sua.
Restai sbigottita…non riuscivo nemmeno a muovermi.
Le cose stavano andando di male in peggio…e pensare che ero andata da loro per chiarire, non per sfasciare un gruppo! 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19. (Hana) ***


CAPITOLO 19. (Hana)

Le due settimane successive si scatenò un putiferio.
Gli SHINee si erano divisi a metà: da una parte c’era Minho ad appoggiare Taemin, dall’altra Key e Onew a cercare di tenere in piedi il gruppo.
Jonghyun, invece, era rimasto solo, affogando nei sensi di colpa per aver causato tutto quel disastro. Ufficialmente erano ancora uniti come gruppo, ma bastava guardarli per notare quanti problemi ci fossero tra loro.
Io e Sayuri non ci parlavamo più, neanche per farci passare il sale a tavola, continuando però ad abitare insieme per motivi puramente professionali.
Mancava una settimana al nostro debutto quando scoprii in che modo avremmo debuttato.
Era previsto di farci salire sul palco durante uno stage generale della SM Town, subito dopo un’esibizione degli SHINee.
Da quel momento mi allenai il doppio del tempo, ogni giorno, per una settimana.
Lo spirito di competizione iniziava a farsi sentire.
Il giorno del debutto arrivò prima del previsto. Dietro le quinte, tutti i gruppi della casa discografica erano in fibrillazione.
Sul palco c’erano le SNSD ad esibirsi con grandi sorrisi e sguardi penetranti, il prossimo turno era degli SHINee.
 - Tenetevi pronte – mi disse Onew sistemandosi il filo del microfono, nascosto sotto i capelli pieni di lacca.
Annuii e li osservai prendere il posto del gruppo precedente sul palco.
Salendo, Jonghyun si voltò un attimo e mi guardò come se volesse dirmi qualcosa. Poi Key lo chiamò e seguì gli altri membri.
Dal pubblico quasi interamente femminile si levò un boato, urla stridule e pianti commossi, quando iniziarono a cantare “Senorita”, seguita subito dopo da “Hit me Baby”.
Restai tutto il tempo a guardarli, affascinata da come brillassero su quel palcoscenico e non mi sfuggì quando, al “What can I do” Jonghyun si girò a guardarmi, malinconico.
 - Levati di lì – mi intimò Sayuri severamente. – Hanno quasi finito, dobbiamo andare.
Obbedii e mi avvicinai al gruppo. Quando gli SHINee scesero, a noi toccò salire, e non passò inosservato il sorrisino dolce che si scambiarono Taemin e mia sorella.
Nonostante tutto, ero ancora parecchio gelosa di lui, ciò significava che, in qualche modo, lo amavo ancora.
Mi resi conto di essere già sul palco solo a causa delle urla del pubblico. Non mi sentivo pronta per debuttare, non ancora. Sentivo il cuore nel cervello, tonfi indistinti che mi facevano perdere la concentrazione.
Per avere un qualche tipo di supporto guardai mia sorella.
Era lì, al centro del palco, felice. Sorrideva serenamente al pubblico, con un braccio attorno al collo della nostra leader, intenta a presentarci.
Da quello sguardo così felice e soddisfatto trassi l’energia e la forza di volontà per cantare e ballare.
In più parti della canzone io e Sayuri ci confrontammo come fosse una dance battle, dimostrando quanto spirito di competizione potesse esserci tra noi due. Alla fine dell’esibizione, tra le urla entusiaste dei fans e quelle degli latri gruppi dietro le quinte, la nostra maknae Sojin iniziò a piangere si felicità ed io e Sayuri ci ritrovammo ad abbracciarla e supportarla insieme.
Ci fu un abbraccio di gruppo, poi ringraziammo di cuore il pubblico e scendemmo dal palco.
 - Ragazze! - chiamò Kibum correndoci incontro con il resto del gruppo.
 - Kibum ah! – urlò Sayuri buttandogli le braccia al collo. – Ce l’abbiamo fatta!
 - Non ne dubitavo – disse lui ridendo e facendola roteare per il camerino.
Ricevemmo poi le congratulazioni da gran parte degli artisti della SM. Taemin le fece personalmente sia a me che a Sayuri, l’unico che non vidi fu Jonghyun.
L’atmosfera iniziava a farsi un po’ pesante, così decisi di prendere una boccata d’aria.
Mi infilai il giubbotto, passai dalla porta sul retro ed uscii in un vicolo lì vicino.
Lì incontrai Jonghyun.
Se ne stava appoggiato in silenzio ad un muro con la testa bassa, che alzò appena uscii.
Rimanemmo entrambi in silenzio e stavo per andarmene, quando mi richiamò indietro.
 - Hana…
Mi girai con riluttanza. Era stata una bella giornata, non volevo che me la rovinasse in alcun modo.
 - Cosa c’è? – gli chiesi bruscamente. Sospirò e fece un passo in avanti verso di me.
 - Siete state bravissime – disse sorridendo appena. – Il pubblico era in delirio… e in effetti non mi aspettavo che andasse diversamente.
Inchinai poco la testa, perplessa.
 - Grazie – risposi con freddezza. – Ora torna dagli altri – aggiunsi. – Ti cercano.
Ma avevo mentito, poiché i suoi amici non lo avevano neanche nominato.
Lui abbassò la testa e scurì la voce.
 - Non è vero. Loro non mi cercano  -. Lo vidi chiudere un pugno e mi ricordò vagamente un bambino capriccioso.
 - Fai come vuoi.
Mi girai, decisa a tornare dal gruppo, quando sentii un passo e poi le sue braccia stringermi la vita da dietro, all'improvviso.
 - Aspetta... - mormorò respirandomi sul collo. Aveva la voce rotta e il respiro irregolare. Sentii una goccia d'acqua scivolarmi sul collo... una sua lacrima. Piangeva.
 - J... Jong...
- Non ce la faccio più... - mormorò nascondendo il viso nei miei capelli. Sentivo il suo petto contro la mia schiena e potevo percepire il suo cuore che batteva forte.
 - Non ce la faccio più... - ribadì. - I membri del gruppo si comportano come se non esistessi, Sayuri mi ha lasciato, tu... tu... - si interruppe ed iniziò a singhiozzare.
Una parte di me mi intimava ad andarmene e lasciarlo lì a piangere, come fosse una punizione, l'altra parte pensava che non fosse la scelta giusta e urlava di rimanere lì a consolarlo.
Ora, a ripensarci, credo di aver preso la decisione giusta.
Mi girai di scatto e lo strinsi forte, affondando il viso nel suo petto.
Alzai pian piano la testa e gli asciugai una lacrima, posandogli la mano sulla guancia.
Conclusi la sua frase lasciata in sospeso. - Io sono qui.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20. (Sayuri) ***


CAPITOLO 20 (Sayuri)

Quando scesi dal palco ero così iperattiva che avrei potuto ballare e cantare ancora per ore ed ore. Beh in effetti in scena mi sentivo molto più a mio agio che nella vita normale, da come stava la situazione. Era tutto più semplice. Bastava un sorriso, un acuto, una camminata sexy…e tutti ti adoravano!
Per un attimo perfino io e mia sorella sembravamo andare d’accordo…
No, non volevo pensare a lei. Non mi avrebbe rovinato l’entusiasmo.
Restai in compagnia dei miei amici a ridere e scherzare, sommersa dai complimenti di tutti loro.
Mi sentivo soddisfatta e finalmente venivo ripagata dopo anni e anni di duro lavoro.
-So che non è Champagne ma fai finta che lo sia…brindiamo!!- disse Kibum porgendomi un bicchiere di plastica pieno di cocacola.
-Basta il pensiero – sorrisi, afferrando il bicchiere e alzandolo in aria – grazie a tutti voi per essere stati così carini nei nostri confronti…prometto che non vi deluderemo in futuro e che continueremo a impegnarci al massimo…alla salute! – conclusi il breve discorso portandomi il bicchiere alle labbra e bevendo il contenuto tutto d’un fiato.
Si, forse ero felice.
Un piccolo timeout temporaneo da tutti i problemi che avevano invaso la mia vita nell’ultimo periodo.
Istintivamente portai lo sguardo sulla figura di Taemin.
Era poco distante da me, seduto su una sedia di legno apri e chiudi.
Stava bevendo anche lui…a piccoli sorsi.
Lo sguardo perso, un falso sorriso sul viso.
Gli andai incontro, senza fretta, sorridendogli.
Forse si accorse di me, non passavo certo inosservata, almeno non quel giorno.
Mi puntò gli occhi nei miei e io gli regalai una delle espressioni più dolci che riuscii a fare, come a volerlo rassicurare.
Abbassò lo sguardo, troppo in imbarazzo per potermi fronteggiare ancora.
Gli arrivai affianco e gli poggiai una mano sulla spalla, massaggiandogliela.
-Hei, ti sono mancata? – dissi fintamente sfacciata.
-Abbastanza…iniziavo a sentirmi solo – rispose sincero, arrossendo appena. Alzò il capo, guardandomi, e il sorriso che mi mostrò mi fece impietrire. La mano che avevo tenuto fino a quel momento sulla sua spalla, scivolò giù penzoloni.
Tirai un respiro per riprendermi ma non riuscivo a immettere aria nel corpo. Ero bloccata.
-Sayuri, ti senti bene? – mi chiese Taemin preoccupato, alzandosi dalla sedia e mettendomi un braccio dietro la schiena, quasi volesse sorreggermi da un imminente mancamento.
-Stavo meglio prima – soffiai impercettibilmente.
La presa sul mio fianco si fece più salda…da quando Taemin era diventato così forte?
-Ti serve un po’ d’aria, ti porto fuori – disse trascinandomi con se.
-Non serve, davvero…- cercai di fargli cambiare idea inutilmente.
-Avanti siamo quasi arrivati – sorrise di nuovo cercando di tranquillizzarmi, anche se, sono sicura, era più per tranquillizzare lui.
Aprii una porta di ferro, dal maniglione rosso, e subito un leggero venticello mi solleticò la pelle.
Rabbrividii.
-Metti questa o ti prenderai un malanno… - disse sfilandosi la giacca e posandomela sulle spalle.
-Ma no, dai, non è il caso che… - feci per togliermi la giacca.
-Non accetto rifiuti – rispose con una dolcezza disarmante.
- Ok Lee Taemin, 1 a 0 per te! – gliela diedi vinta e, tutto contento, mi rimise la giacca. Sorrisi a quel gesto…ma lo feci soprattutto perché ero riuscita a renderlo felice.
Incrociai le braccia e girai il volto verso il parcheggio.
-Guarda – gli diedi una leggera gomitata facendolo girare verso la mia direzione. C’era una coppia di ragazzi che si stava abbracciando ma non riuscivo a vederli bene, li la luce era molto fioca.
Io e Taemin ci lanciammo uno sguardo d’intesa.
-Affittatevi una stanza!!! – gridammo quasi simultaneamente, iniziando a ridere come due cretini.
I ragazzi ci sentirono e, spaventati, si voltarono immediatamente verso di noi.
Il vestito scintillante che attirò la mia attenzione, piano piano, fece placare la mia risata.
Perché quei due ragazzi erano ancora imbambolati li?
Solitamente, quando io e Jonghyun ci divertivamo a prendere in giro le coppiette appartate nei parchi, a quell’affermazione o scappavano via o ci rincorrevano per picchiarci.
La cosa m’insospettì.
Aguzzai la vista per vederci meglio. Taemin aveva smesso di ridere da un po’.
-Oddio…- sussurrai, sgranando gli occhi per l’incredulità.
-Sayuri! – mi gridò Taemin, venendomi sicuramente dietro.
Si, avevo iniziato a correre. Le mie gambe si mossero da sole verso il cancello d’entrata. Ma perché quelle scene dovevo vederle tutte io? Era un tormento. Possibile che quei due dovessero mettere sempre il dito nella piaga?
Mi sentii prendere per il braccio così mi fermai.
Non volevo che Taemin mi guardasse piangere per l’ennesima volta. Era frustrante!
-Sayuri… - soffiò piano il mio nome, senza lasciare la presa. Forse aveva paura che sarei scappata ancora.
-No Taemin, non tentare di giustificarli! – singhiozzai.
-Non voglio giustificarli…solo…non posso continuare a vederti così, lo capisci? Non ce la faccio!- disse lasciandomi il polso.
-Io non sono come te, noi due non potremo mai essere uguali… - dissi voltandomi verso di lui.
-Cosa c’entra questo adesso? – chiese confuso.
-Io non potrò mai farmene una ragione! – gli urlai contro.
-Provaci, dannazione! Lo so che fa male, ma la vita continua…non è da te reagire così Sayuri! Dov’è finita la ragazza forze e intraprendente che conoscevo? – disse afferrandomi le spalle.
-Taemin io lo amo! Lui sarà sempre la mia priorità…il mio primo pensiero quando mi sveglierò la mattina, l’ultimo quando andrò a dormire…se sorrido, quelle poche volte, è solo perché cerco di attirare la sua attenzione…io lo rivoglio – mi portai le mai sul viso bagnato dalle lacrime, coprendolo.
Quella confessione mi spiazzò, mai mi ero spinta così oltre con Taemin.
Mi abbracciò, così dolcemente, così teneramente che io non potei fare altro che lasciarmi abbracciare.
Piansi come mai avevo fatto fino ad allora e lui mi tenne stretta tutto il tempo, senza proferire parola.
Mi stava vicino, dandomi calore e conforto…sempre.
Nemmeno Kibum mi era stato vicino così quanto lui.
Taemin non mi aveva mai lasciata sola, nemmeno per un solo istante.
Mi aveva tenuto compagnia sempre, il nostro dolore era unito e ci facevamo forza l’un l’altro.
Mi calmai.
-Va meglio adesso? – chiese gentile, prendendomi il viso tra le mani e asciugando quell’ultima lacrima con il pollice.
Non so cosa mi prese…forse fu solo un modo per dirgli grazie…ma non ne sono davvero sicura.
Lo baciai sulle labbra…e il mio cuore perse un battito.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. (Hana) ***


CAPITOLO 21. (Hana)

Lo vidi, quel bacio.
Oh, eccome se lo vidi.
Ma non mi importò. Tutto quel disastro era iniziato per uno sbaglio, un semplice errore di un ragazzo, un umano che, in quanto tale, può permettersi di sbagliare.
Il bacio tra me e Jonghyun non era stato previsto, né desiderato, era stato solo un banalissimo errore su cui si sarebbe potuti anche passare sopra, se solo mia sorella non avesse reagito in quel modo.
Proprio quest’ultima, invece, aveva baciato il mio ex ragazzo, comportandosi probabilmente da bambina capricciosa. E il loro sì che era stato un bacio voluto.
Forse senza volerlo, almeno dalla mia prospettiva, era appena passata nel torto, e non potei fare a meno di compiacermene.
Tuttavia, nonostante quel suo atteggiamento che mi ricordava così tanto una bimba capricciosa, non riuscivo a mettere in dubbio che lei, fino a quel momento, avesse davvero amato Jonghyun. D’altronde, anche io avevo amato Taemin e forse, nel profondo del mio cuore, continuavo imperterrita a farlo.
Eppure sapevo che pian piano sarei riuscita a dimenticarlo. Aveva dimostrato di non saper difendere ciò che amava, perdendomi così facilmente.
Ma dentro non avevo un briciolo di rancore, né per lui, né per Sayuri.
Mi bastava il presente, il passato poteva anche essere bruciato.
Poi, vidi Taemin e Sayuri scomparire dietro l’angolo, e guardai Jonghyun, impassibile.
Aveva le labbra schiuse  le sopracciglia leggermente alzate, in un’espressione sorpresa.
 - Cosa…? - iniziò a dire, ma si bloccò. Era perplesso quanto me.
Pian piano sciolsi le braccia dal suo collo e presi a guardarlo, cercando qualcosa da dire. Vagliai più ipotesi, poi non trovai niente di meglio che…
 - Mi dispiace.
Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia sul petto.
 - Dovrei essere io a chiedere scusa, e non solo a te, di tutto questo bel casino – rispose abbassando lo sguardo.
Sospirai, infastidita e feci un passo verso di lui.
 - Non devi chiedere scusa di niente – dissi guardandolo dritto negli occhi come ero stata abituata a fare per rispondere alle sue provocazioni, tanto tempo prima che accadesse quel disastro.
 - Ma io… - mormorò.
 - Tu niente – lo interruppi. – Tu devi solo stare zitto…
Continuavo ad avanzare.
Non riuscivo a capire quello che provavo il quel momento: frustrazione e confusione sicuramente, causate entrambe dalla consapevolezza che qualcosa in me iniziava a cambiare.
 - Io non ti sopportavo – gli confessai.
Sentivo gli occhi bruciarmi. Avanzai ancora di un passo.
 - Perché, ora…
Gli piazzai con forza i pugni sul petto…
E mi fermai. Lo guardai negli occhi, e conclusi la frase abbassando drasticamente il tono della voce e lasciando trasparire tutta la mia confusione.
 - Perché ora… non riesco più ad odiarti?
Il tempo si fermò un attimo, giusto il tempo di prendere una decisione.
Non sapevo se fosse quella giusta, ma poco prima che arrivassero Taemin e Sayuri, gli avevo promesso che, almeno io, non lo avrei abbandonato, non lo avrei lasciato solo.
Jonghyun mi era sempre sembrato uno sbruffone, vanitoso e superficiale, ma improvvisamente, vedendolo piangere per la seconda volta, avevo capito quanto potesse essere capace di soffrire e come fosse fragile il suo cuore.
Con gli occhi che iniziavano a diventargli lucidi, si chinò pian piano verso di me.
Senza aspettarlo, presi l’iniziativa e lo baciai.
Sentii le labbra andarmi a fuoco e la testa girarmi come solo una volta prima d’allora, ovvero quando era iniziata tutta quella serie di litigi, problemi e incomprensioni.
Senza pensare a nulla, per paura di poter cambiare idea, gli portai una mano dietro il collo e lo avvicinai ulteriormente a me, assaporando quelle labbra così maledettamente lisce e perfette.
Non sapevo cosa provavo per Jonghyun.
Ma se quel tepore che iniziava a scaldarmi dentro si chiamava amore, e se era peccato amare quel ragazzo così dannatamente complicato, allora non avrei esitato a diventare una peccatrice. 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22. (Sayuri) ***


CAPITOLO 22 (Sayuri)

Dopo il debutto i nostri impegni triplicarono.
Avevamo così tante schedul che per poco non trovavamo tempo nemmeno per andare in bagno!
Al mattino eravamo ospiti sempre in qualche programma musicale, per farci conoscere e promuovere la canzone, il pomeriggio c’era sempre qualche intervista, poi le ospitate in radio, qualche scatto per qualche rivista…
La sera, stremate, mangiavamo qualcosa al volo e poi correvamo veloci ad allenarci.
Quando riuscivo a dormire cinque ore di fila esultavo!
Però, alla fine, era la vita che avevo sempre voluto…che io e mia sorella avevamo disperatamente inseguito per tutto quel tempo.
Già, mia sorella.
A volte mi mancava. Io e lei siamo sempre state così unite…
Solo d’avanti alle telecamere fingevamo di andare d’accordo, poi tutto tornava esattamente come prima.
Forse Taemin aveva ragione…forse dovevo davvero mettermi l’anima in pace e farla finita con questa storia.
Non avrei potuto continuare all’infinito, sarei scoppiata prima o poi.
Infondo che ci potevo fare se quei due si piacevano?
No! Jonghyun era mio e Hana me l’aveva portato via…
Io amavo ancora il mio ex ragazzo, malgrado quello che mi aveva fatto…
Non avrei mai permesso che lui e mia sorella se la spassassero come se niente fosse.
Eppure quando ero con Taemin, per un attimo, riuscivo a dimenticarmi di loro.
Dopo quell’innocente bacio a fior di labbra che ci eravamo dati, non lo so, qualcosa era cambiato.
No, io e lui eravamo sempre gli stessi…lui il solito dolce e premuroso, e io la solita esibizionista pronta a punzecchiarlo e a farlo prontamente arrossire.
E puntualmente, poco dopo, lui sorrideva…mandandomi in tilt.
Si, io e Taemin ci eravamo avvicinati molto…ma io avevo fraternizzato con il nemico solo perché da sola non ce l’avrei mai fatta.
Inizialmente era stato un puro atto egoistico il mio.
Vedere un’altra persona che soffriva come o più di me…non lo so…mi dava forza.
Era come specchiarmi…e io non avrei mai voluto vedermi ridotta come una pezza.
Per questo avevo “firmato” l’armistizio di pace con lui, perché alla fine, malgrado non sopportassi quel finto biondo slavato incredibilmente dolce, io potevo solo trarne dei benefici da questa ipotetica amicizia.
Ma, evidentemente, avevo fatto i conti senza l’oste.
Senza un motivo preciso, senza che me l’aspettassi, avevo finito con l’affezionarmici a lui.
Forse ero un po’ confusa?
A dirla tutta ero molto confusa!
Amavo Jong, ok, ma perché avevo sempre una voglia irrefrenabile di vedere Taemin? Perché il suo sorriso mi lasciava senza fiato?
Perché quando ero con lui mi sentivo bene?
Non avevo abbastanza tempo per rispondere a tutte queste domande…
Eravamo a Star King e a breve sarebbe iniziata la puntata.
Taemin non avevo avuto modo di vederlo dopo il bacio. Gli SHINee si stavano preparando per il come back imminente e i nostri orari non coincidevano con le loro mini pause.
Malgrado tutto, però, lui mi chiamava ogni giorno e se non poteva mi inviava dei messaggi…e la cosa non poteva farmi più che piacere, anche se non vedevo l’ora di poter passare un po’ di tempo con lui.
-Rossa?! – una voce familiare alle mie spalle attirò la mia attenzione, facendomi girare di colpo. Kibum, tutto tirato a lucido, mi stava venendo in contro con un sorriso a trentadue denti.
-Che ci fai tu qui?? – chiesi sorpresa di vederlo.
-Ya! Come sarebbe a dire? – rispose, facendo il finto arrabbiato. Lo guardai stralunata…mi ero persa qualcosa?
-Possibile che non ne sai nulla? – continuò incredulo.
-Veramente no… - dissi grattandomi la nuca. Dietro di lui vidi arrivare anche gli altri componenti del suo gruppo. Onew mi salutò con un sorriso, Minho con un cenno della mano, Jong abbassò lo sguardo…dov’era Taemin?
-Sta mattina eravamo all’Mnet Contdown…abbiamo presentato il nuovo singolo…davvero non lo sapevi?? – chiese sbarrando gli occhi.
-Ah era oggi allora! Taemin me ne aveva parlato ma con tutti gli impegni che abbiamo ho la testa affollata di cose…scusa, me ne sono dimenticata – risposi dispiaciuta.
-Benedetta ragazza! – rise –comunque non preoccuparti, ci esibiremo anche adesso in puntata, guardaci bene…anzi, guarda solo me, forse è meglio! – disse esplodendo in una fragorosa risata, portandosi una mano davanti alla bocca.
-Il solito esibizionista! Piuttosto, va dai tuoi compagni, mi sa che sono già in studio…e forse ci dovrei andare anche io…- dissi gonfiando le guance.
-Devo aspettare una certa persona…ma che cavolo gli stanno facendo? Che gli sanno montando un’impalcatura?! – si sporse un po’ più in la, verso il corridoio dei camerini e urlò – Taemin ah! datti una mossa o ti vengo a prendere io con le mie mani…e giuro che non sarà piacevole! – disse aumentando il tono della voce sull’ultima parte della frase.
Io mi lasciai scappare un sorriso. Kibum non era un tipo molto paziente ma faceva morir dalle risate quando faceva così.
Per fortuna del mio migliore amico, Taemin sbucò prima del previsto.
Indossava un paio di anfibi neri, come gli skinny jeans, una camicia abbastanza larga di un celeste chiaro, quasi invecchiato, cinta color cuoio e accessori vari dello stesso colore.
Ma la cosa che mi lasciò basita furono i capelli.
Erano lunghi, biondo scuro, legati in un mezza coda.
La frangia, più lunga del normale, metteva in risalto le sue labbra carnose, piene di lucidalabbra.
Cos’era quella sensazione nello stomaco che provai subito dopo?
Mi convissi fosse fame…ma cercai solo di mentire a me stessa. In cuor mio sapevo benissimo cos’era.
-Scusa Hyung, hanno perso tempo ad attaccarmi queste – disse Taemin toccandosi i capelli – ciao Sayuri – continuò girandosi verso di me, facendomi un tenero sorriso.
Cercai di formulare un saluto decente da dire ma alla fine optai per il gesto con la mano…avrei evitato figuracce inutili.
Tutti e tre insieme entrammo nello studio appena in tempo per la diretta. Io ero seduta avanti, al primo gradino. Vicino a me Taemin, dietro di me le mie compagne.
La puntata, tutto sommato, proseguì piacevolmente…fino a quando l’Mc non decise di farci fare il gioco della mela. Ovviamente le coppie le formò lui e rimanemmo tutti di stucco quando i primi nomi che pronunciò furono Hana e Jonghyun, soprattutto io!
Il destino era contro di me, non potevo pensare altrimenti!
Cominciai a pregare mentalmente che almeno non scegliesse di mettere Taemin con un’altra qualunque ragazza e per fortuna non successe. Lui mi rimase seduto accanto, mentre fremevo a guardare quell’orrida scena.
C’erano altre coppie oltre loro ma la mia attenzione era focalizzata solo su quei due.
Avevano entrambi le mani legate dietro la schiena e dovevano mangiare la mela, sospesa per aria con un filo, in mezzo a loro, nel minor tempo possibile.
Vidi Jong avventarsi sul frutto e Hana, poco convinta, lo imitò.
Ma quegli sguardi li notai…era impossibile non accorgersene.
Chiusi i pugni per la rabbia. Taemin se ne accorse e mi prese una mano nella sua.
Ripresi a respirare regolarmente solo quando l’Mc decretò la fine di quello stupido gioco, annunciandone i vincitori e il break pubblicitario.
Non so bene cosa mi prese ma subito dopo mi ritrovai al centro dello studio. Presi per un polso Jong e me lo portai dietro le quinte.
-Ti sei divertito eh? Ti piace proprio vedermi così, stronzo! – sputai in preda al nervoso.
-Stavamo solo giocando…- tentò di giustificarsi.
-A te non è mai importato niente di me… - dissi, calmandomi un attimo.
-Io ti amavo…e tu mi hai lasciato- rispose con un velo di tristezza negli occhi.
-Tu mi hai tradita…cos’avrei dovuto fare? – dissi avvicinandomi a lui.
-E’ stato solo un errore, si sarebbe potuto risolvere tutto se solo tu ci avessi ragionato un attimo, Sayuri! – mi prese per le spalle, fissando il suo sguardo nel mio.
-Stavamo per fare l’amore e hai pronunciato il suo nome…hai detto Hana…te ne rendi almeno conto?  - una lacrima mi scivolò dagli occhi.
-Lo so, Sayuri, lo so! E te lo ripeto…mi dispiace! – disse carezzandomi una guancia. Misi una mano sulla sua e mi lasciai trasportare da quella carezza.
-Non sarebbe dovuta andare così…- dissi avvicinandomi al suo viso –ma possiamo sistemare le cose – continuai, posando le mie labbra sulle sue. Un bacio breve, freddo.
-No che non possiamo…- si staccò da me –Sayuri io…credo di essermi innamorato di Hana – concluse serio, cercando approvazione nei miei occhi.
-Lo so – risposi secca, allontanandomi da lui.
Lo lasciai libero di andarsene. Avevo avuto le mie risposte.
Seguii Jonghyun andarsene con lo sguardo. Era finita. Definitivamente.
Non mi accorsi di Taemin, avevo gli occhi chiusi, ma quando mi abbracciò, la sua stretta la riconobbi subito.
Il suo profumo era inconfondibile, il suo calore era parte di me.
Fui felice di trovarmi tra le sue braccia.
Quello era stato un bacio d’addio ma, forse, era stato meglio così.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. (Hana) ***


CAPITOLO 23. (Hana)

Quel pomeriggio, dopo il bacio, ci eravamo lasciati così, in silenzio, sguardo basso e cuore a mille, ed eravamo tornati dai nostri gruppi.
Non avevamo avuto più occasione di vederci, ma aveva preso l’abitudine di inviarmi dei messaggi per la buonanotte e il buongiorno.
Non sapevo più cosa provare.
L’unica cosa che davvero iniziavo a sentire era la mancanza di mia sorella.
In quell’episodio di Star King, per il gioco della mela, ero capitata in coppia con Jonghyun. Perfetto, il destino ce l’aveva a morte con me. Tutto sommato, però, mi divertii.
L’unica cosa che non mi sfuggì fu lo sguardo accigliato di Sayuri e quello perplesso di… Taemin.
Improvvisamente, mentre ero intenta ad evitare le labbra di Jong per tentare di mordere la mela, mi tornarono in mente una serie di flashback: la passeggiata nella neve con Taemin, i nostri baci, le nostre carezze, quel silenzio che avevo amato così tanto… l’equivoco, i tradimenti, le liti, le lacrime, il bacio tra lui e Sayuri e quello tra me e Jonghyun.
Sapevo cosa dovevo fare.
Dopo lo show, mi fionda nel camerino e mandai un messaggio a Taemin, con il cuore che mi batteva forte.
 
 H: “vieni nel mio camerino. Devo parlarti”.
 
In meno di cinque minuti fu lì. Lo guardai un attimo, cercando di non crollare proprio in quel momento.
Presi un bel respiro e riordinai le idee.
 - Cosa volevi dirmi? – mi chiese passivamente.
- Volevo… - dissi sostenendo il suo sguardo. No, non potevo parlargli così. Lui era stato praticamente la parte più importante della mia vita fino a poco tempo prima.
Sospirai e abbassai lo sguardo. – Volevo chiederti scusa – dissi con un filo di voce.
Lui ascoltava perplesso.
 - Scusa per tutto questo casino, scusa per tutti questi litigi, scusami per non averti parlato prima di quello che stava succedendo…
Presi aria e lo guardai, bloccando la sua risposta che tardava a venire.
 - Ma ti chiedo scusa soprattutto per quello che sto per fare.
Così, all’improvviso, lo abbracciai, mormorando: - Ti ho amato… ti ho amato tanto… ma ora io… io amo…
Mi prese il viso tra le mani, poggiando il pollice sulle mie labbra, serio.
 - Lo so – disse, e le sue labbra si modellarono in un sorriso che mi era mancato così tanto.
 - Non tornerò indietro – gli sussurrai.
 - Non voglio che tu lo faccia, anche io sono… andato avanti.
 - Capisco…
 - Ma non sono io la persona con cui devi scusarti.
Il tempo si fermò, poiché proprio in quel momento Sayuri entrò nel camerino. Notai subito che la sua guancia era stata percorsa da una lacrima.
Ne dedussi che avesse parlato con Jonghyun.
Ci guardammo qualche secondo, in silenzio. Il suo sguardo freddo mi colpì così tanto che sentii gli occhi iniziare a bruciarmi.
Feci un passo nella sua direzione, imponendomi di non piangere. Odiavo piangere in pubblico.
Lei rimaneva lì, immobile e impassibile.
 - Mi dispiace – sussurrai stringendo i pugni.
Lei non mosse un muscolo.
 - Sei stata una stronza… - mormorò facendo un passo verso di me.
Scoppiai a piangere.
 - Mi dispiace, ti chiedo scusa per tutto quello che è successo… mi dispiace…
La vidi stringere i pugni ed irrigidirsi, e le mie lacrime si infittirono.
 - Mi dispiace… ma non ce la faccio più a doverti ignorare, non ne posso più dei tuoi sguardi furiosi… tu… tu… - mi interruppi e presi aria. - … Mi manchi…
A quel punto successe ciò che aspettavo da quasi un mese, ormai.
Le lacrime iniziarono a scorrere anche sul suo viso e mormorò, sorridendo appena: - Quanto sei stupida…
Senza aspettare oltre mi fiondai tra le sue braccia e lasciai che le lacrime mi inondassero il viso.
Ci stringemmo l’una all’altra come non facevamo ormai da troppo tempo, non curanti della presenza di Taemin.
 - Scusa ancora… - mormorai stringendola forte a me. – Non volevo mettermi tra te e Jonghyun… io… - sospirai. – Vorrei poter dire che non succederà mai più, p… però…
 - Non serve – mi disse accarezzandomi i capelli. – io e Jonghyun ci siamo lasciati…
A sentirla singhiozzai e lei mi prese il viso tra le mani.
 - Ed è meglio così – concluse sorridendo. – Quello scimmione starà bene anche senza di me.
Mi era sempre piaciuto quel lato del carattere di Sayuri, quel suo atteggiarsi a sorella maggiore, nonostante avesse solo pochi minuti più di me.
La guardai un secondo, poi guardai Taemin, cercando qualche scintilla nei loro occhi.
 - E poi… - aggiunse Sayuri avvicinandosi al mio orecchio e abbassando la voce fino a ridurla ad un sussurro. – Penso che la testolina bacata di Jong lo stia indirizzando vero una direzione totalmente differente – e rise.
La guardai sbarrando gli occhi, mentre un brivido mi attraversava la schiena, iniziando a capire il vero significato di quelle parole.
Mi staccai pian piano da lei, sentendo che nel mio cuore iniziava a cambiare qualcosa.
Quel tepore che avevo sentito due settimane prima con quel bacio tornò ad attraversarmi le vene.
Lei guardò Taemin e acconsentì silenziosamente con un cenno del capo.
Sorrisi e seguii il suo consiglio silenzioso.
Uscii correndo da quella stanza.
Mi fiondai per i corridoi, alla ricerca disperata di Jonghyun.
Avevo immaginato per quel momento tanti finali da fiaba, con un bacio romantico e  tante parole dolci, forse anche qualche lacrima.
Ma quando mi ritrovai di fronte a lui, che sorrideva così teneramente, in tutta la sua incredibile bellezza, non riuscii a muovere un muscolo.
Rimasi lì a guardarlo, chiedendomi come avessi fatto a non notare prima quel sorriso così tenero e al tempo stesso affascinante, quegli occhi così vispi ed espressivi.
Rimasi immobile, mentre lo vedevo avvicinarsi piano al mio viso.
 - Ragazzi… - mormorò Onew passandoci affianco e posandoci le mani sulle spalle, interrompendo quel momento così magico e prezioso. – Non vorrei invadere la vostra privacy e rompere l’atmosfera del momento e forse qualcos’altro, ma vi vorrei far notare che il direttore vi sta guardando…
Io e Jong ridemmo, imbarazzati e ci guardammo solo un attimo, per poi riportare lo sguardo sul pavimento.
 - Ora… andiamo a toglierci tutto questo trucco dalla faccia? – ci propose Jinki sorridente.
Annuimmo e lo seguimmo nei camerini, Jonghyun con il braccio attorno alle mie spalle.
Forse non era stato proprio un finale da favola, ma chissà… forse quello era solo l’inizio della mia fiaba personale. 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24. (Sayuri) ***


CAPITOLO 24 (Sayuri)

Quando mia sorella mi abbracciò, in quel modo che solo lei conosceva, la rabbia che avevo provato verso di lei fino a quel momento svanì come una bolla di sapone.
La strinsi a me talmente forte che avrei potuto stritolarla in me che non si dica e, malgrado ciò, lei non si lamentò.
Ci eravamo mancate troppo e ora che ci eravamo ritrovate nessuno avrebbe potuto sciogliere il nostro legame.
Si, pensandoci forse ero stata una stupida ad allontanarla in quel modo…
Infondo lo stronzo della situazione era stato il mio ex ragazzo, lei si era trovata in mezzo a un malinteso.
Se solo avessi cercato di ragionarci un tantino, forse Hana non si sarebbe innamorata di Jong e io, sicuramente, non avrei mai passato del tempo con Taemin, diventandoci amica e finendo per perderci la testa.
Esattamente…il mio cervello era completamente partito.
Continuavo a pensare alle sue labbra così dannatamente morbide sulle mie, al suo viso dai lineamenti gentili, gli occhi scuri, piccoli e tremendamente dolci, alla pelle candida e profumata…
Mi sentivo come una ragazzina alla sua prima cotta!
Io, Sayuri, mandata in tilt da Taemin!!
Però neanche io ci andavo giù tanto leggera.
Se lui da una parte m’incantava con la sua innata gentilezza e dolcezza, io, dal canto mio, sfoderavo una sfrontatezza e una sensualità assurda.
Ero tornata la ragazza audace e decisa di un tempo, con gli occhi fissi sulla mia preda…e nessuno avrebbe potuto fermarmi.
Avevo capito che a Taemin non gli ero indifferente e ogni volta che arrossiva alle mie avance ne avevo conferma.
Eravamo troppo diversi, lo sapevo bene, ma quando ero con lui mi sentivo completa.
Lui mi sorrideva, io lo prendevo per mano.
Se mi ringraziava, lo abbracciavo.
Quando prendeva l’iniziativa, invece, gli stampavo un bacio sulla guancia.
Gli mandavo segnali in continuazione, volevo che si sentisse sicuro, che prendesse coraggio e che facesse lui, per una volta, la prima mossa.
E dopo un paio di settimane successe.
Eravamo andati a fare shopping insieme in uno di quei mega ipermercati all’ultimo grido.
Taemin doveva comprarsi qualcosa di nuovo e io lo aiutavo a scegliere…o meglio…l’avevo costretto ad entrare nel camerino mentre io gli sceglievo la roba da indossare.
Mi divertivo a vederlo entrare e uscire da quella cabina piccolissima con in dosso vestiti stranissimi, talvolta anche scomodi.
-Sayuri, vieni a darmi una mano, non ce la faccio a sfilare questa diavoleria – disse, cercando di togliersi una maglia con borchie e pizzo, cucita di traverso.
-Oh santo ragazzo! Cosa faresti senza di me?? – risposi alzando gli occhi al cielo ed entrando nel camerino, chiudendomi la porta alle spalle. Lo vidi incastrato nella maglietta in un modo tutt’altro che normale e, spontaneamente, mi scappò una risata – Ora spiegami come hai fatto per ridurti così! – continuai ridendo e aiutandolo.
-Ma se è colpa tua…ti pare una maglia normale questa? Dovrebbero vietarla sul mercato…è un’arma di distruzione di massa! – si lamentò dolcemente.
-Sei il solito piagnone… - dissi tirando verso l’alto l’indumento con più forza, riuscendo a liberare il malcapitato. Involontariamente, però, inciampai sulla catasta di roba per terra dietro di me. Cerci di salvarmi dalla rovinosa caduta tentando di aggrapparmi a lui, ma l’unico risultato che ottenni fu quello di schiantarmi al suolo con lui…sopra.
-Sayuri stai bene?? – mi chiese teneramente, facendo forza sugli avanbracci per alzarsi leggermente e guardarmi in viso.
-Mai stata meglio – risposi languida, con uno sguardo che parlava da solo.
Lui sorrise imbarazzato e io gli carezzai una guancia, facendolo tornare improvvisamente serio.
Lo vidi avvicinarsi piano al mio viso…voleva torturarmi fino alla fine?
Ormai non riuscivo a controllare più i battiti del mio cuore e per un momento temetti seriamente l’infarto.
Sentii il suo respiro solleticarmi il viso e contemporaneamente chiusi gli occhi, in attesa.
Il bacio che mi posò sulle labbra subito dopo mi sembrò sapere di miele e di lui…così follemente delicato, dolce all’inverosimile, cercato, voluto.
Non ero abituata a baci così.
Jonghyun era irruento, passionale.
Taemin, invece, aveva saputo mandarmi in estasi con un tocco semplice e minuzioso.
Mi baciava lentamente, assaporando le mie labbra come fosse un bambino che assaggia per la prima volta una caramella.
Affondai le dita nei suoi capelli lunghi, trovandoli morbidi come seta. Lo tirai di più verso di me, facendolo mugugnare piano.
Gli intrecciai le braccia intorno al collo, approfondendo il bacio, lasciando scivolare la mia lingua nella sua bocca, a cercare la sua.
Quando la trovai un brivido mi percorse la schiena e allacciai le gambe intorno al suo bacino.
-Sayuri… - disse staccandosi dalle mie labbra piacevolmente sorpreso.
-Zitto e baciami! – gli ordinai all’istante…e lui eseguì.
No, non ci spingemmo oltre, non avrei mai potuto. Anche se…mi sarebbe piaciuto parecchio.
Taemin era timido e aveva bisogno dei suoi tempi…io avrei saputo aspettarlo pazientemente.
 

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Capitolo 25
*** Epilogo. (Due Mesi Dopo) ***


NOTE DELL'AUTORE: allora...vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto e commentato questa ff ^^ spero possa esservi piaciuta :)
come tutte le cose belle (?) siamo giunti alla conlusione...ebbene si, questo è l'ultimo capitolo...e sinceramente mi dispiace anche un po =(
ringrazio _Fiore di Loto_ e shekkosa per aver messo la storia tra le seguite...grazie mille :*
che dirvi...grazie ancora di tutto...un bacino...e sontinuate a seguire le altre ff che sto scrivendo ^^ annyeong!!!!




EPILOGO. (Due mesi dopo)

- Dai, hyung, metti il prossimo film!
 - Sì, dai! Veloce!
Gli schiamazzi divertiti di quattro ragazzi risuonavano nella stanza, da ormai più di due ore.
Hana, Sayuri, Taemin e Jonghyun erano da soli nel dormitorio degli SHINee, pronti a trascorrere tutta la notte a suon di film horror.
 - Dai, hyung! Ormai ci sono i titoli di coda!
 - E va bene! – sbottò Jonghyun, alzandosi dalla moquette dove era seduto insieme ad Hana, per dirigersi verso la mensola dov’erano ammucchiati una serie di classici dell’horror.
 - Scelgo io, il prossimo, va bene? – chiese il bling girandosi verso gli altri tre, che annuirono soddisfatti.
 - E sceglilo bene, mi raccomando – sentenziò Sayuri, che se ne stava beata tra le braccia di Taemin, stesa sul divano.
Jonghyun iniziò a far scorrere le dita sulle custodie lisce dei dvd, leggendo con cura i titoli, quasi fosse un’operazione di vitale importanza.
Sapendo poi quanto potessero essere deboli di stomaco Hana e Taemin, scartò tutti gli splatter e si concentrò su gli horror psicologici. Ne scelse uno intitolato “The Ward – il reparto”.
Aprì la copertina e rimase perplesso.
 - Taemin ah…
 - Ne?
 - Ma è normale che sul cd non ci sia scritto nulla?
 - Beh… non saprei… tu intanto mettilo, vediamo se è il film giusto.
 - Hai ragione.
Seguì il consiglio dell’amico ed inserì il dvd nel lettore, tornando poi a sedersi affianco alla sua ragazza – sì, perché da tempo ormai Hana era la sua ragazza – ed avvolgendole le spalle con un braccio.
Passarono alcuni secondi  e il film non si rivelò propriamente… quello scelto.
La stanza venne invasa in meno di qualche minuto da gemiti e urla provenienti dal televisore, e i quattro ragazzi sbarrarono gli occhi.
 - Oddio! – esclamò Taemin. – Questo deve essere uno dei porno di Jinki Hyung!
 - Toglilo, Jong! – esclamò Hana, che intanto non sapeva più dove guardare per l’imbarazzo.
- Ma che toglilo! No Jong, io lo voglio guardare! – intervenne Sayuri, ridendo e con un luccichio malizioso negli occhi.
- In memoria dei vecchi tempi? – rispose Jonghyun, con il sorriso sulle labbra.
- Ahahahah ti ricordi?? Ci siamo fatti una cultura io e te - disse la ragazza dalla chioma rosso fuoco – Taemin, guarda e impara!
Il ragazzo accanto a lei era diventato rosso come un peperone. Cercò di risponderle qualcosa, ma finì solo col balbettare parole sconnesse e imbarazzarsi di più.
- Oppa, per cortesia, togli questa roba! – disse Hana coprendosi il viso, ormai anche lei con le guance imporporate.
- Ma che male c’è, scusa? Cioè…voglio dire…è normale! – intervenne Sayuri – dai sorellina, prendi spunto anche tu…apriti a nuove scoperte! – rise, ammiccando verso la sorella.
- Basta, giuro che se non togliete subito sto coso, mi alzo e me ne vado! – rispose stizzita la gemella.
- E dove? In camera da letto? Cavolo Hana…non ti facevo così intraprendente – continuò a stuzzicarla sua sorella. Era più forte di lei, si divertiva un mondo a prenderla in giro.
Hana, allora, non ebbe altra scelta che restare lì, seppur in un clima di crescente imbarazzo. Si limitò ad accucciarsi affianco a Jonghyun e a nascondere il viso nell’incavo del suo collo.
Taemin, dal canto suo, non sapeva più dove guardare, mentre i gemiti incessanti dei protagonisti di quel film invadevano l’intero appartamento, ma era costretto a fissare lo schermo e ad “imparare”, come impostogli da quella belva di Sayuri.
Da due mesi prima non era cambiato niente: Sayuri e Jonghyun erano rimasti gli stessi, così come Hana e Taemin. L’unico cambiamento, probabilmente drastico, era stato lo stravolgimento dei loro rapporti.
Jonghyun stava con Hana e Taemin con Sayuri, ma probabilmente era la cosa più giusta.
Si completavano a vicenda, stavano bene, perché, come dice il detto: “gli opposti si attraggono”.
E infatti, non ci fu miscela migliore.
Un cocktail di caratteri diversi che s’incontravano, si univano e si amalgamavano alla perfezione.
La tipica famiglia felice, insomma.
Il lavoro andava alla grande.
Gli SHINee erano tornati il gruppo luminoso e unito di sempre, mentre le Candy Fruits erano inarrestabili, conquistando un successo dopo l’altro.
La S.M. aveva perfino pensato di fargli incidere un singolo insieme, visto che tra i due gruppi non vi era alcun tipo di screzio…anzi!
Passavano così tanto tempo insieme che, alla fine, provare una strana “simpatia” verso i membri altrui, non sembrava affatto una cosa anormale. In effetti, era parecchio ovvio che nascessero “preferenze”.
Insomma, il futuro si prospettava roseo, pieno d’ambizioni e….
-…e se un giorno decidessi di sposarti? – chiese Taemin alla sua ragazza. Lui e Sayuri si trovavano in auto. Era una splendida giornata d’estate…agosto per l’esattezza. Il sole splendeva e l’aria condizionata rendeva piacevole quella passeggiata mattutina per le vie caotiche di Seoul. Avevano deciso di andare al mare, insieme a tutti gli altri dei rispettivi gruppi, ma come al solito Sayuri era in ritardo e gli altri avevano deciso di iniziare ad incamminarsi verso il luogo prescelto. In quel momento, in radio, passò Merry You dei Super Junior.
- Taemin…siamo giovani, abbiamo tutta una vita d’avanti…-  rispose la ragazza, presa alla sprovvista da quella domanda assurda e per niente attesa.
- Si ma…devo iniziare a mettere i soldi da parte…sai com’è, ho bisogno di un po’ d’anticipo… - continuò lui in maniera molto naturale, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Il matrimonio non è una cosa facile Tae…e poi sei sicuro di riuscire a sopportarmi per tutta la vita? – rise Sayuri.
- Si, credo di avere le qualità giuste…e poi, chi altro può sopportarti oltre me? – la guardò sornione - …e se stai pensando ad Hana, scordatelo…lei ha Jong ormai!
- Mmm…veramente stavo pensando a Yesung Oppa…sai, lui è carino, gentile…è etero, cosa importantissima…un po’ strano ma… - non ebbe il tempo di finire la frase.
- Ya! Sayuri! – gridò Taemin, mettendo il broncio e fermando di colpo l’auto.
- Ahahahah ma dai che sto scherzando! – rispose, mettendogli una mano sulla spalla – e comunque, sei riuscito a fregarmi Taemin-ah…non avrei la forza di lasciarti – disse dolcemente, sorridendogli e avvicinandosi al suo viso – ti amo – concluse baciandolo.
- Ti amo anche io! – rispose sulle sue labbra.
 
***
 
- Naesarang… [*amore mio]
 - Dimmi, Jong…
Jonghyun indugiò un attimo, prendendo a disegnare cerchi sulla sabbia con un dito.
 - Secondo te come saranno i nostri figli, quando ne avremo?
La domanda lasciò spiazzata la ragazza, che si ritrovò a guardarlo perplessa.
Era un bel giorno d’estate, erano in spiaggia con gli SHINee e le Candy Fruits e stavano aspettando che arrivassero quei ritardatari di Sayuri e Taemin.
Di sicuro Hana non si aspettava una domanda del genere.
 - Beh… - iniziò prendendo al accarezzargli l’avambraccio con la punta delle dita. – Spero che somiglieranno a te…
Jonghyun sorrise, posando una mano su quella di lei.
 - Sicura di volere delle pesti arroganti in giro per casa? – le chiese ironico, sorridendo.
 - Io intendevo solo d’aspetto, è ovvio che il carattere lo prenderanno da me! – esordì lei tirandogli un pugnetto sul braccio per poi prendere a guardarlo negli occhi, contemplando la sua incredibile bellezza. – Ma è presto per pensarci – mormorò. – Adesso siamo solo noi due – e gli diede un bacio.
Era troppo presto per parlare del futuro, d’altronde bisognava ancora crearsi un passato esplorando il presente, imparando dalle esperienze.
E sia loro, che Sayuri e Taemin, ne avrebbero avute di cose da imparare.
Prima tra tutte, anche se probabilmente l’avevano già capito: il destino, a volte, è davvero imprevedibile.



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