Missing.

di cOstanza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Missing. ***
Capitolo 2: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Missing. ***


Missing
Evanescence
 
 
 
 
 
 
Please, please, forgive me 
but I won't be home again. 
 
 

Uscìì da quella casa con la morte nel cuore e delle lacrime che scendevano imperterrite sulle mie guance. Avrei preferito non farlo. Avrei preferito trovare una nuova soluzione, qualcosa che non includesse la mia totale devastazione.
-E' l'unica scelta- aveva affermato il mio migliore amico, Harry, con una mano sulla mia spalla. 
E io avevo preso quella decisione. 
Quella stessa notte presi altre decisioni importanti. Decisi di partire con Harry, per aiutarlo a sconfiggere i seguaci di Voldemort. Decisi che l'avrei aiutato anche a costo della mia stessa vita. 
Decisi di scrivergli una lunghissima lettera. 
Glielo dovevo. 
Almeno una parte di me sarebbe rimasta su quella carta. Ma ero sicura che sarebbe rimasta l'unica cosa di me.
 
 
§
 
 
Stava camminando verso un ufficio del Ministero, con una lettera stretta in mano. Dopo anni di lavoro lì, non si sarebbe mai aspettato di essere chiamato con una convocazione ufficiale del Ministro della Magia. 
Dopo la guerra, aveva deciso di diventare un Auror. Avrebbe dimostrato a tutti che essere figlio di un Mangiamorte, aver seguito il Signore Oscuro nei suoi pazzi progetti non significava per forza stare dalla parte del male. 
 
 Maybe someday you'll look up 
and barely conscious you'll say to no-one: 
"isn't something missing?"
 
 

La mano libera avvertì una strana pulsazione, come una sensazione. Come se qualcuno avesse stretto la sua mano, dolcemente e con amore. Si voltò di scatto e notò come uno strano alone vicino alla sua mano. No. Non un alone. Era come se ci fosse qualcuno, una presenza, un fantasma che gentilmente gli stringeva la mano. 
-C'è qualcosa che manca...-.
Fu inspiegabile, ma era sicuro di aver sentito come un ricordo che veniva alla luce. Scuotendo la testa, continuò il suo viaggio verso il Ministero. 
Quando entrò nell'ufficio del Ministro, era sconvolto. Non sapeva il motivo della convocazione. Non sapeva se era per il suo passato o perché aveva combinato qualcosa di strano. Era seduto nella poltrona davanti  alla scrivania del Ministro, in attesa, con l'ansia che cresceva.
-Signor Malfoy- cominciò lui, osservandolo con le mani unite -devo chiederle una cosa che mi incuriosisce molto.-
Accavallò le gambe.
-L'ascolto.-
Il Ministro Kingsley si alzò in piedi e fece il giro della scrivania, fino ad arrivare davanti a Draco. Si appoggiò al tavolo e lo osservò con interesse.
-Quando Tom Riddle è morto, lei, Signor Malfoy, è stato scagionato grazie all'aiuto di Harry Potter.-
Storse il naso davanti a quel nome. Ancora doveva ringraziarlo per quello che aveva fatto, ma di certo sarebbero passati ancora molti anni. Non si sarebbe mai piegato davanti a Harry Potter. I ricordi dei loro anni passati ad Hogwarts erano ancora freschi, nonostante fossero passati più di cinque anni dalla caduta del Signore Oscuro.
-Ma immagino che lei non sa che ci fu anche un'altra persona che testimoniò a suo favore e che convinse la giuria a lasciarla libera.-
Con sguardo interrogativo, Draco incitò il Ministro a continuare il suo discorso.
-Hermione Jane Granger.-
Per un secondo, Draco credette di aver sentito male. Sbatté più volte le ciglia, cercando di assimilare al meglio quel nome, gustandolo come se fosse il suo dolce preferito. Poi si rese conto che era impossibile, improbabile e terribilmente sbagliato pensare alla Mezzosangue in quel modo e quindi smise. Semplicemente, rimase con la bocca aperta, nel tentativo di non dar adito ai suoi pensieri.
La Mezzosangue aveva testimoniato a suo favore?
-Perché?- domandò Draco, sapendo che era l'unica domanda che realmente aveva senso. Avrebbe voluto chiedere molto altro, come se fosse sicuro di non sbagliare, se si trattava della stessa persona, se lo stava prendendo in giro. Ma in quel momento, sembrava la domanda più appropriata e quella che riuniva tutti i suoi dubbi in una sola risposta.
-E' la stessa domanda che mi sono posto anche io, Signor Malfoy.- Kingsley si mosse di nuovo, andando verso l'enorme finestra che illuminava tutto il suo ufficio. -Si da il caso che la Signorina Granger abbia pregato in ginocchio il sottoscritto di partecipare come testimone anonimo della sua udienza. Mi disse che era una cosa che aveva il dovere di fare, che aveva fatto una promessa.-
-Te lo prometto Draco-.
Una voce entrò nella sua testa intensamente e gli fece quasi girare la testa. Infatti, l'appoggiò alla mano e mise il gomito sul bracciolo della poltrona. 
-Ovviamente, non potevo tirarmi indietro. Ero appena stato nominato Ministro, dovevo dimostrare che perdonare a volte poteva essere la scelta giusta. Acconsentii a farla testimoniare.- Sospirò. -Come ho già detto, convinse tutta la giuria.- Si voltò verso Draco. -Quindi, lei fu scagionato.-
Draco scosse violentemente la testa.
-Quindi, oltre allo Sfregiato dovrei ringraziare una Mezzosangue?-. Disse l'ultima parola come se fosse il peggiore degli insulti, nonostante qualcosa dentro di lui voleva cercare di cancellarlo. Era una parola che troppo spesso aveva usato, in modo giusto o in modo errato.
Il Ministro si voltò di scatto, con uno sguardo infuocato.
-Quella Mezzosangue, come la definisce lei, è colei che l'ha salvata da Azkaban, Signor Malfoy. Dovrebbe come minimo onorarla. E' una strega eccezzionale, di grande talento, che l'ha aiutata. Definirla come se fosse feccia della società magica crea solo disonore e odio intorno a lei.-
Draco deglutì. Ma riprese il controllo delle sue azioni.
-Ministro, non capisco perché mi ha convocato d'urgenza e perché ha ritirato fuori questa vecchia storia. Sono passati anni, ed ora voglio solo vivere la mia vita, se lei permette.-
Il Ministro gettò fuori dai polmoni l'aria. Si risedette sulla poltrona e appoggiò il mento sulle dita incrociate. 
-Sa dell'aggressione avvenuta circa sette mesi fa a King's Cross?- domandò l'uomo.
Draco annuì. L'aveva sentita nominare. La stazione era stata il bersaglio di un attentato rivendicato dai seguaci del Signore Oscuro ancora a piede libero e non identificati. Alcuni erano morti nell'attacco e nello scontro contro gli Auror, altri erano riusciti a sfuggire, non prima di aver ucciso tre Auror.
-So cos'è successo.-
-Lì avevamo i nostri Auror migliori. Eppure, ci hanno battuti, uccidendo tre Auror.-
-Potevate chiamare me- affermò ridendo Malfoy.
-Non sia sciocco. Lei non era addestrato per questo genere di missioni.- Il Minitro scosse la testa. -E poi gli Auror che hanno combattuto lì erano dei Servizi Segreti.- 
Draco si morse l'interno della guancia, per fermare le sue parole. Avrebbe voluto rispondergli, ma non sarebbero arrivati a niente così.
-Ancora non capisco perché sono qui, Ministro.- 
Kingsley sospirò di nuovo.
-In quell'attacco è rimasta ferita anche la signorina Granger.-
Inspiegabilmente, Draco avvertì una fitta perforargli il cuore.
-Ora è in un ospedale babbano, al centro di Londra.- 
Di nuovo, una fitta si impossessò di lui.
-E' in coma.-
A questo punto, Draco era come stregato dalle parole di Kingsley. Il suo cuore si fermò, ripartì e poi si fermò di nuovo, come se non avesse la forza di andare avanti, e non sapeva neanche il perché.
Sentiva quasi un ombra sul suo cuore, come se qualcuno lo stesse per invadere. Un'ombra del passato che sembrava non aver mai sentito, ma che sentiva sua. Un'ombra che non sapeva riconoscere.
-Com'è successo?- domandò solo, con le mani strette sui braccioli.
-Un Mangiamorte l'ha colpita di striscio con l'Anatema che Uccide. E' salva per un pelo, ma è...-.
-E'?- incentivò Draco, alzando lo sguardo verso il Ministro, sentendo dentro di sé un'emozione implacabile.
-E' praticamente morta. Sono sette mesi che è in quello stato. I medici babbani credono che non si sveglierà più. Sono pronti a staccare la spina.-
-Staccare la spina?-.
-E' un termine tipicamente babbano. Significa che la faranno morire, che la uccideranno con dei medicinali.-
Draco frenò uno strano impulso, istinto, di gettare a terra la poltrona e ribaltare la scrivania. Si contenne.
-Non potevano trasferirla al San Mungo?- domandò il giovane.
-Non sarebbe cambiato niente. Al San Mungo non sarebbero comunque in grado di salvarla. La sua vita è appesa ad un filo.-
Draco si passò una mano tra i capelli, terribilmente confuso. Aveva in sé una sensazione che di certo non si spiegava e non sapeva neanche darle un nome.
-Signor Malfoy, mi sembra sconvolto. Lei conosceva la Signorina Granger?- domandò ingenuamente Kingsley.
Draco alzò di scatto gli occhi.
-Ovvio che la conoscevo!-.
-Intendevo, se aveva un rapporto intimo con la Signorina...-.
Draco analizzò ogni parola, sentendo il suo stomaco contraendosi.
-Si sta chiedendo se io... Assolutamente no!- urlò Draco, alzandosi in piedi. -Io e quella feccia non avevamo niente in comune.-
Kingsley gli sorrise, anche se i suoi occhi trasmettevano rabbia.
-E' curioso, perché la Signorina Granger le ha lasciato qualcosa nel suo testamento.-
Più andava avanti la conversazione, più Draco era confuso.
Testamento? Che diavolo centrava lui nel testamento della mezzosangue?
-Non so di cosa sta parlando, Ministro. E sono stanco di questa conversazione. Me ne vado.-
Fece per andarsene.
-Le ha lasciato una scatoletta.-
Draco si bloccò.
-Con dentro una lettera e una fialetta. Solo lei può aprirli, la Granger l'ha stregati in modo che solo l'interessato possa aprirli.-
Si girò di nuovo verso il Ministro.
-Cosa avrebbe dovuto lasciarmi la Granger?- domandò Draco, con la giacca in mano e le braccia spalancate, confuso.
-Non ne ho idea.-
-Perchè avrebbe dovuto lasciarmi qualcosa?- chiese ancora.
Kingsley scosse la testa.
-Non ne ho idea.- Si alzò e si avvicinò alla libreria alla sua sinistra. -So solo che- prese una scatoletta in mano -questa ormai gli appartiene.-
Draco guardò Kingsley porgergli una scatoletta di legno, semplice e levigata, abbombata dolcemente ai lati, con dei ghirigori d'oro sul coperchio. Il ragazzo sgranò gli occhi.
-Significa che la Granger è morta?- domandò.
Kingsley lo guardò serio.
-Non ancora. Ma credo che lei avrebbe voluto che lei aprisse questa scatoletta prima della sua morte. Penso sia molto importante.-
-Avete letto il testamento prima della morte della Granger?- domandò Draco prendendo la scatola.
-Ci è stato consigliato così.-
-Chi?-.
Il Ministro scosse la testa.
-Il suo interesse ormai è di capire cosa contiene la fiala. Credo che ogni spiegazione verrà data all'interno della lettera. Arrivederci.- Kinglsey congedò con freddezza Draco, dandogli le spalle, sedendosi di nuovo sulla poltrona e leggendo alcune pratiche sulla sua scrivania. Senza aggiungere una parola, Draco strinse forte la scatola ed uscì dall'ufficio, per smateriallizzarsi nel Malfoy Manor.


 
§
 
Non aveva intenzione di leggere quella maledetta lettera. Non gli importava niente, anche se dentro di sé sentiva di sbagliarsi. Sentiva che cercare di convincersi che lei fosse solo una strega come le altre, che poteva morire da un momento all'altro, fosse sbagliato. 
Ma non voleva aprire la lettera. Non voleva.
O meglio, voleva. Ma doveva contenersi e credere che le sensazione che regnavano in lui non lo conducessero a quella scatola. 
Due giorni dopo il colloquio con Kingsley, durante la notte, Draco si era alzato per un goccio di thé. Non riusciva a dormire, e sapeva che bevendo il thé la situazione non sarebbe cambiata, ma doveva almeno rilassarsi. Quando versò il thé nella sua tazza, il suo sguardo cadde sulla scatola. Troneggiava su un tavolinetto, posto a lato della sua poltrona preferita, che dalla cucina era ben visibile. 
Si decise.
Doveva leggerla. Sperava che quella lettera avrebbe spiegato molte cose, prime fra tutte quelle strane sensazione che aleggiavano intorno a lui da giorni.
A grandi passi, raggiunse la scatola, le posò accanto la tazza e l'aprì. La fialetta d'argento ancora luccicava alla luce della candela che illuminava la stanza. La lettera era posta proprio sotto la fiala. Con delicatezza, la estrasse e si mise seduto. 
L'aprì, con il cuore in gola e cominciò a leggere:

 
"Caro Draco,
non spaventarti, ti prego, se leggi che ti chiamo per nome. Scoprirai il perché, e tempo fa ti ho chiamato con ben altri nomi. Dovrai fare una cosa per me. 
Fidarti.
Dovrai fidarti di me, delle mie parole. Dovrai fare quello che ti dico e tutto ti sarà più chiaro. 
Primo fra tutti, però, dovrai promettermi una cosa. Non sarò lì per vedere se effettivamente lo farai, ma devo provarci. Devi promettermi che la tua vita non cambierà quando vedrai ciò che ti riserva la fiala. Dovrai promettere che tutto quello che vedrai è solo passato e, come tale, dovrà restare fuori dalla tua vita.  Certo, mostrartelo e poi farti promettere di dimenticare è come farmi cadere due volte nello stesso errore, ma io devo provarci, perché devo dirtelo. Non posso permettere che tutto cada nell'oblio.
Prendi la fiala e svuotala nel Pensatoio. Immergi la testa e osserva il nostro passato."


 
Draco rilesse quelle prime righe confuso. Quella Mezzosangue era matta! Ma lui anche di più perché prese la fialetta, strinse la lettera in mano e si avviò verso l'ex studio del padre dove era certo di trovare un Pensatoio. Con mano tremante, lo prese e lo sistemò davanti a lui. Deglutì e poi versò il contenuto della fiala. Con il cuore che tremava, immerse il viso nel Pensatoio e aprì gli occhi.
Nuvole nere si mossero sinuose e crearono il primo ricordo. 
Davanti a un giovane Draco con la divisa da Serpeverde c'era una graziosa Hermione Granger, con la sua divisa color oro e rosso, che illuminava la stanza. 
-Malfoy, non sei cambiato affatto. Sei sempre il solito stronzo.-
Draco si mise una mano sul cuore, accusando il colpo, ma fece finta di niente. Inscenò un finto infarto.
-Oh, no, Granger, così mi uccidi- le rispose ridendo, con la mano ancora sul cuore, perché lo aveva sentito perdere un battito.
-Non basterebbe un Anatema che uccide per farti fuori, Furetto!-.
-Certo, perché sono imbattibile.- Draco si passò una mano tra i capelli.
-E a quanto pare anche incredibilmente ottuso e narciso.-
-Però non hai messo in dubbio il fatto che sono imbattibile- affermò Draco avvicinandosi a lei di qualche passo. La Granger non si allontanò. Anzi continuò a stare ferma, di fronte a lui, con lo sguardo fisso nei suoi occhi color del ghiaccio. Lo stava sfidando.
-Sei imbattibile, eh? D'accordo. Ti lancio una sfida. Tu contro di me, Malfoy. Mezzanotte di domani sera, Club dei Duellanti. Non mancare.-
Con quest'ultime parole, se ne andò, ancheggiando con classe, lasciandolo da solo, con i suoi pensieri e con il cuore in tempesta.
Nuvole nere distussero la scena, per creare un'altra.
Erano nella stanza del Club dei Duellanti, uno di fronte all'altra, con la bacchetta alzata. 
-Granger non vorrei distruggere il tuo bel musetto, quindi ritirati.-
La ragazza gli sorrise.
-Tranquillo, ci andrò piano con te.-
Prima ancora di rispondere, la ragazza agitò la bacchetta e Draco si ritrovò appeso per aria, per le caviglie. 
-Che razza di incantesimo è?- urlò Draco.
La Granger rise, piegata in due.
-E' un incantesimo scoperto da Harry-.
-E come accidenti l'ha scoperto?-.
La ragazza aprì la bocca per parlare, poi la richiuse, rendendosi conto di aver parlato anche troppo.
-Siamo qui per duellare, non per parlare. Expelliarmus!- urlò in direzione di Draco. La bacchetta di Draco volò via.
Hermione si ritrovò piegata in due, con le lacrime agli occhi per le risate. 
-Smettila, Mezzosangue e fammi scendere.-
-Perché? Mister "Sono-Imbattibile" non è in grado di farlo da solo?- domandò asciugandosi una lacrima di gioia. 
Draco si mosse cercando di resistere all'incantesimo ed Hermione distratta abbassò la bacchetta. Draco si ritrovò a scendere a velocità sul pavimento, fino ad atterrare su qualcosa. O meglio su qualcuno.
Hermione.
Da quando aveva cominciato a chiamarla per nome? Da quando aveva cominciato a pensare a lei? Da quando aveva trovato terribilmente meraviglioso ritrovarsi a distanza di pochi millimetri dal suo viso ed avere voglia di baciarla?
-Malfoy, o santo cielo- Hermione boccheggiò, senza aria. -Non respiro, sei sopra i miei polmoni!-.
Draco si mosse leggermente per darle aria, ma non si rialzò. Rimase sopra di lei, guardando i suoi occhi tenebrosi e scuri, le sue labbra così carnose e le sue guance rosse per l'imbarazzo e la poca aria. 
La guardò e avrebbe voluto fermare il tempo, arrestarlo fino a quando non si fosse stancato di guardarla, cosa che non era certo di voler fare. 
-Malfoy...- sussurrò Hermione, osservando il modo in cui Draco la guardava.
-Hermione...-. La ragazza sussultò quando udì Draco pronunciare il suo nome, più per il tono con cui l'aveva pronunciato, che per il nome di per sé.
Prima ancora di poter opporre resistenza, Draco accarezzò dolcemente le labbra di Hermione con le proprie.
La ragazza sobbalzò, ma chiuse gli occhi. Poi, Hermione posò una mano sul viso di Draco e sorrise sulle sue labbra. 
A quel punto, Draco approfondì il bacio e sentì Hermione rispondere entuasiasta. Con il cuore che batteva a mille, strinse forte a sé la ragazza, lasciandole solo qualche secondo per respirare. 
Tutto intorno a loro si fece scuro.
Di nuovo, le nuvole dissolsero la scena per crearne una nuova.
Sembravano cambiati. Più grandi, forse solo diversi da com'erano prima.
-Ho visto esattamente com'è andata!- urlò Draco, di fronte alla ragazza.
-Tu mi hai mollato prima della guerra. Mi sono presa una cotta per Ron, è un crimine? TU non c'eri!- lo aggredì Hermione.
-Ti avevo mollato per la tua incolumità, lo sai, te l'ho spiegato un milione di volte.-
-Ho aiutato Harry a scovare gli Horcrux, non avevo di certo bisogno che tu mi proteggessi!-.
-Se avessero scoperto il nostro amore, ti avrebbero uccisa e poi avrebbero ucciso anche me.-
-Quindi hai preferito farmi soffrire come un cane abbandonato e poi venirmi a supplicare in ginocchio di tornare con te!-.
-Ho preferito salvarti la vita, pensi che questo non basti?- gridò Draco con tutta la forza che aveva in corpo.
Hermione lo guardò, mentre una lacrima scendeva sul volto. Draco la vide prendere un lungo respiro.
-Avrei preferito restare con te, combattere al tuo fianco, anche morire, pur di stare con te.- Si avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia. -Io ti amo, Malfoy. Ti amo più di quanto avrei mai immaginato. Ti amo come se fossi l'unica ragione della mia vita. Forse lo sei davvero. Per questo ti sto dicendo che avrei preferito morire piuttosto che perderti.-
Draco posò la sua mano su quella di Hermione.
-Hermione, io ho pensato solo a te...- le sussurrò, con una lacrima che scendeva sul suo viso.
La ragazza sorrise.
-Sono in grado di cavermela. Sono un Auror, adesso, e sono ben addestrata. Potrei fare qualsiasi cosa, e niente può fermarmi.-
Il sorriso di Hermione svanì, per comporre di nuovo il suo viso, ma illuminato da una luce diversa. Un nuovo ricordo.
-C'è un nuovo pericolo!- affermò Hermione di fronte a Draco sul suo divano.
-Cosa?- domandò Draco, avviciandosi a lei, con sguardo spaventato.
-Si, alcuni Mangiamorte sopravvissuti o nascosti alla legge si sono riuniti e stanno creando un nuovo esercito per vendicare la morte di Voldermort. Io ed alcuni Auror professionisti siamo stati scelti per far parte dei Servizi Segreti.-
Draco avvertì il suo cuore frantumarsi.
-NO!- disse solo scuotendo la testa, ma con voce ferma.
-Devo farlo, lo sai...-.
-E invece non puoi farlo, lo sai! Non in questo momento!-.
-Non posso rinunciare a questo lavoro! Sono un Auror, ed è mio dovere difendere il Mondo Magico.-
-Aspetti nostro figlio, non provare a fare una cazzata del genere.-
Hermione si toccò la pancia. Si portò le ginocchia vicino al petto e cominciò a massaggiarsi la pancia.
-Non sono sicura di volerlo...-.
Se Draco avesse potuto, avrebbe deciso di farla finita. 
-Non avevamo deciso così- affermò, con le lacrime pronte a uscire.
-Non avevo avuto questo incarico. Devo pensare agli altri e poi a me.-
-Perchè non possono mandare un altro a rischiare la vita, eh? Perchè proprio tu?- domandò Draco, alzandosi in piedi.
-Perché sono una specie di eroina del Mondo Magico. Perché rappresento la forza dei Babbani e perché sono un Auror. Tre ottimi motivi per mandarmi in missione.-
Draco si passò una mano tra i capelli, nervoso.
-Non posso crederci...- sussurrò, impietrito. 
-C'è un'altra cosa che devi sapere...-. La voce di Hermione era un sussurro, pieno di paura. 
-Cosa?-.
-E' una missione segreta, e nessuno deve sapere che faccio parte dei Servizi Segreti.-
-Che vorresti dire?- domandò Draco. Poi ci ragionò su, vedendo anche la faccia triste di Hermione. -Mi devi cancellare la memoria?- chiese sconcertato.
Hermione si asciugò una lacrima ed annuì.
-Questa conversazione quindi non è mai esistita?-.
La ragazza annuì di nuovo.
-E mi stregherai per non farmi preoccupare nel caso rientri a casa tardi dal lavoro?-.
Hermione scosse la testa.
-Cosa mi farai, Hermione?- domandò, con la voce ridotta ad un sussurro.
Hermione cominciò a piangere.
-Ti prego... Ti prego... Non chiedermelo. Non chiedermi niente. Non chiedermi cosa devo fare... Per favore...- Si piegò su sé stessa, con la faccia che si nascondeva tra le pieghe del lenzuolo posto sopra il divano. -Ti prego- sussurrò ancora.
Draco le si avvicinò, con il cuore a pezzi. Non chiese, e non capì. Aveva solo voglia di abbracciarla, di tenerla stretta, baciarla. 
-Non accettare il lavoro, ti prego.-
Hermione sospirò triste sul collo di Draco. Alzò lo sguardo ed incrociò lo sguardo di Draco. La ragazza aveva le lacrime che scendevano lente sul suo viso, e il volto contratto in una smorfia di dolore.
-Harry dice che è la scelta giusta...- sussurrò.
-Non mi interessa se lo Sfregiato dice che è la scelta giusta farti uccidere. Non lo permetterò!- urlò Draco.
-Non mi riferivo a quello.- 
La voce di Hermione a mala pena si sentì. Draco la guardò abbassare lo sguardo e  rialzarlo.
-Mi riferivo a questo.-
Alzò la bacchetta sulla tempia di Draco e gli diede un ultimo rapido bacio.
-Obliviate.-
Draco sentì la sua mente venire risucchiata, sentiva che tutto, involontariamente gli veniva sottratto con la forza. Non si potè opporre. Vide passare davanti ai suoi occhi tutti i ricordi bellissimi passati con la sua Hermione. Il loro primo bacio, la loro prima volta, la loro prima litigata, quando entrambi scoprirono che Hermione era incinta, quando la presentò a sua madre. 
L'ultimo ricordo che vide fu il suo bellissimo sorriso rassicurarlo in una notte buia. 

Con un forte strappo, Draco levò la testa dal Pensatoio. 
Aveva il fiato corto, rotto dalla troppa emozione, e le lacrime che scendevano fredde sul suo volto. 
Come aveva osato? Come aveva potuto? Gli aveva strappato i ricordi degli ultimi cinque anni insieme, aveva messo in pericolo la sua stessa vita e quella del loro bambino.
Un bambino... Con Hermione
Non poteva crederci. 
Sentiva di essere sul punto di svenire. Draco, però, si fece forza. Guardò la sua mano sinistra e si ricordò di avere la lettera in mano.
Si ritrovò a leggerla. Si rese conto di essere incontrollabile, che niente o nessuno potevano più controllare le sue azioni. Tutto era manovrato dal suo cuore,  che, ormai lo ricordava, apparteneva ad Hermione.


"Spero che tu abbia rivisto i nostri migliori ricordi.
Draco, ti prego perdonami, ti prego. 


Please, please, forgive me 

but I won't be home again. 
 


You won't cry for my absence, I know, 
you forgot me long ago. 
Am I that unimportant? 
Am I so insignificant? 
Isn't something missing? 
Isn't someone missing me?

 


"Quella notte è stata terribile. Sapevo che non mi avresti mai più ricordato, che se mi avessi rincontrata per strada non avresti neanche incontrato il mio sguardo. Sapevo che piano piano avrei portato avanti la crescita del piccolo dentro di me senza aver bisogno del tuo aiuto.
Che ingenua. Avevo bisogno di te più che mai.
Avevo bisogno di qualcuno che mi asciugasse le lacrime e mi dicesse che avevo fatto la cosa giusta. Harry lo faceva, ma non era lui che volevo al mio fianco. Volevo te. Sapevo però che tu non saresti mai venuto. Non avresti mai pianto me, per la mia assenza, perché ti avevo privato di ogni nostro ricordo.
Ti prego, credimi. Non l'ho fatto per me, l'ho fatto per te. Perché tu potessi avere una vita normale. Una vita che io non avrei mai potuto avere. Sono una ragazza che è destinata a combattere il male. Sì, modesta, vero? Me l'hai sempre detto, Draco. Mi dicevi:
-Sei destinata a cose più grandi di quelle che ti immagini, Hermione. Voldermort era solo l'inizio.- 
Beh, avevi ragione. 
Ero destinata a una cosa ben più grande di Voldemort. Una cosa che Voldermort stesso non aveva considerato. 
L'amore.
Quell'amore sei tu. Sai, non avevo mai pensato di dirlo, ma mi sono innamorata di un Serpeverde. Di te. E non ci potevo credere. Ad Hogwarts sembrava solo un sogno, un bel sogno. Un qualcosa che nessuno dei due poteva controllare, perché eravamo in balia delle nostre emozioni e ci lasciavamo trasportare felici da quella marea. 
Ma poi tutto è cambiato. Hogwarts è cambiata. Tu sei cambiato. Io sono cambiata. Siamo cambiati entrambi. E alla fine abbiamo imparato ad amarci di nuovo, abituandoci alla nostra nuova forza. 
Ed ora, se penso a tutto quello che ho perso con te, vorrei solo tornare indietro, da te e dirti:
-Sono sempre io, Hermione, la tua Hermione. Sono io... Facciamo che niente è successo. Scappiamo.-
Vorrei poterlo dire, ma scapperei dalle mie responsabilità, scapperei da me stessa.
Io non sono una che scappa, ho sempre affrontato il pericolo a testa alta e non mi sono mai lasciata condizionare da niente. Ma avrei facilmente dato la mia vita per vederti in salvo. Ed è quello che sto facendo ora.
Sapere che tu non ricordi niente, oh, mi rende così pazza. Vorrei venire da te e urlarti ogni cosa che abbiamo fatto, come quella volta che mi hai svegliata alle due di notte, sei venuto a prendermi con la scopa a casa dei miei e mi hai portato a vedere l'alba sorgere sulla collina di fronte a casa tua. E' diventata la nostra collina. E' stato bellissimo. Vorrei venire lì e dirti che siamo fatti l'uno per l'altra. Ma so che per te sono niente ormai. Così insignificante. So anche che non ti mancherò, che non piangerai per la mia assenza.

 

 
Even though I'm the sacrifice 
you won't try for me, not now. 
Though I'd die to know you loved me 
I'm all alone. 
 

"So che, nonostante io sia solo la pedina di un piano più grande, tu non mi verrai a cercare. So che sono inutile. Senza di te, sono niente. Sono sola. E sarei pronta a morire. Davvero. Lo farei subito, se qualcuno mi dicesse che tu sei in pericolo. Mi butterei a capofitto alla ricerca di te, e ti salverei, anche a costo di perdere me. Perché, anche se sono sola senza i tuoi ricordi, io non dimentico. Io non ti dimentico.

 
And if I bleed, I'll bleed, 
knowing you don't care. 
And if I sleep just to dream of you 
I'll wake without you there. 
Isn't something missing, 
Isn't something...? 
 

"So che starò male. So che vorrò mettere fine a questa mia inutile esistenza. So che vorrò venire a cercarti, che cercherò di non dimenticarti mai. E so che starò come se avessi perso tutto, come se fossi pronta a morire, per te. 
Vorrei solo che tu non dimenticassi quello che sto per dirti. 
Sono pronta a stare male, a cercarti solo nei miei sogni, a sanguinare dal mio cuore, a svegliarmi senza te al mio fianco, a crescere nostro figlio da sola, ma voglio che tu prenda sul serio le mie parole. 
Dimenticami
Io non vivrò senza il tuo ricordo, e voglio che anche tu sappia quanto vivo di te, ma dopo di ciò devi dimenticarmi. Perché vorrei venire a cercarti, ma non lo farò. Per te. 
Non verrò. Mi devi dimenticare. 
Sappi, però, che io non dimenticherò. Non posso farlo. Anche se volessi, non posso farlo.
Non posso dimenticare la parte più importante della mia vita.

Ti prego, ti prego, perdonami. 
Ti prego, ti prego, dimenticami.

 
H."




Si rese conto di stare piangendo solo quando una lacrima bagnò la carta. 
Hermione sarebbe morta presto, e lui non l'avrebbe più vista. Aveva bisogno di vederla, di stringerla tra le braccia, di combattere per lei, allo stesso modo e con la stessa intensità con la quale lei aveva combattuto. 
Si dimenticò del tutto la razionalità, si dimenticò della sua vita. Voleva solo lei, lei, suo figlio ed un futuro insieme. E non l'avrebbe lasciato sfuggire. 
Aveva bisogno di sapere dov'era Hermione. Ma come trovarla? Kingsley aveva solo detto che si trovava in un ospedale babbano, al centro di Londra. 
Si incamminò verso il salone, andando a prendere la giacca per recarsi al Ministero. Avrebbe chiesto a Kingsley quale fosse il posto dove era ricoverata Hermione. 
Quando, qualcosa brillò all'interno della scatoletta. Draco si avvicinò e la guardò meglio. 
Un fogliettino brillava alla luce della candela. Lo prese tra le mani e lesse:


St Thomas' Hospital
Westminster Bridge Road

Draco uscì dalla porta e s'incamminò subito. In mente aveva solo il pensiero di lei, di Hermione, e delle condizioni in cui l'avrebbe trovata. Aveva solo le parole che avrebbe voluto dirle, i progetti che le avrebbe proposto, l'idea del matrimonio. Tutto questo, con la paura di non arrivare in tempo e di non poterla abbracciare.
Arrivò davanti all'entrata dell'ospedale con il fiatone. Aveva corso, camminato, corso e poi mantenuto un passo veloce. Doveva vederla il prima possibile. 
Entrò nella sala d'accesso e si avvicinò a un bancone.
-Salve, cerco una certa Hermione Granger. Mi hanno detto che è ricoverata qui- disse Draco nel miglior modo formale che potesse sfoderare con il cuore in gola e il fiato andato a farsi fottere.
L'infermiera alzò gli occhi dalle sue cartelle ed incontrò gli occhi di Malfoy.
-Chi è?- domandò gentilmente.
-Il suo futuro marito- affermò senza paura Draco.
-Nei sette mesi precedenti dov'era, mi scusi?- chiese ancora l'infermiera.
Draco sentì la rabbia montare in lui.
-Lei si faccia i fatti suoi e mi dica dov'è la mia ragazza.-
L'infermiera non si spaventò. Gli indicò solo un ascensore e gli disse:
-Terzo piano, lato destro.-
Draco salì nell'ascensore e, mentre aspetteva di arrivare a destinazione, cercava di calmarsi, ma i suoi sentimenti erano senza controllo. 
Quando, poi, scese al terzo piano, svoltò a destra e chiese ad un'altra infermiera, decisamente più gentile. Gli indicò la porta e gli diede una lieve carezza sulla spalla, come a incitarlo a non perdere mai la speranza.
Lentamente, con la mente piena di dubbi, di certezze e di parole, camminò verso la porta e rimase stupito di ritrovarsi Harry Potter appoggiato allo stipide della porta, con la testa rivolta verso la stanza.
-Potter...- disse sorpreso Draco.
Harry si voltò di scatto, sorpreso di sentire quella voce da tanto tempo.
-Oh, Dio. Malfoy, sei qui. Non ci posso credere, quindi hai letto tutta la lettera e hai visto i ricordi?- domandò speranzoso, felice e ad una velocità indecifrabile.
Draco alzò una mano per stopparlo.
-Fermo! Tu sapevi ogni cosa?- domandò.
Harry gli sorrise.
-Hermione è la mia migliore amica. Ovvio che sapevo della vostra storia.- 
Draco deglutì.
-E non l'hai giudicata, non l'hai trattata in modo diverso?-.
Harry si girò a guardare di nuovo la stanza, chiusa dalla porta.
-No. E' la persona che mi è stata accanto, sempre. Ero solo confuso, ma felice per lei. L'importante era che non soffrisse. La volevo proteggere, ma a quanto pare, non ci sono riuscito.-
Draco vide Potter passarsi una mano sul viso per asciugarsi una lacrima passeggera.
-Avrei dovuto proteggerla quel giorno. Se fossi stato più attento, ora lei non sarebbe lì.-
-Cos'è successo quel giorno?- domandò Draco, con il cuore che piano distruggeva la sua speranza. Prima ancora di vederla, voleva capire.
-Stavamo combattendo contro quei Mangiamorte, uno mi aveva colpito alla spalla. Sanguinavo, ma Hermione mi ha curato subito. Poi ha avuto una forte fitta e si è accasciata a terra. L'ho aiutata a rialzarsi, ma quando ha sentito qualcuno urlare la maledizione, è riuscita a sfiorarla per poco. Ed ora è lì, in coma. Per colpa mia.-
Draco non riusciva a credere che fosse colpa anche di Potter, ma non aveva voglia di fare da giudice. 
Voleva solo vedere la sua Hermione.
-Vuoi entrare?- domandò Harry, guardando come Draco osservava la porta.
Draco non rispose. Si limitò a fare un passo avanti ed ad abbassare la maniglia.
Lo spettacolo che si mostrò davanti a lui gli mozzò il fiato dalla tristezza. 
Hermione era distesa su un letto bianco, con un camice bianco dolcemente posto sul suo corpo, con un tubo che le era stato infilato in gola e un ago impiantato nella sua mano sinistra, posta sul suo ventre curvo.
Il bambino...
Era ancora vivo? Stava bene? Sarebbe riuscita a portare avanti la gravidanza?
Sarebbe tornata a sorridere?
Con una lacrima che scendeva sul suo corpo, prese una sedia e si sedette accanto a lei.
-Hermione?- la chiamò, sperando di vederla aprire gli occhi. -Amore, sono qui. Sono accanto a te, e non ho intenzione di andarmene. Sai ho letto la tua lettera. E voglio dirtelo. Tu sei pazza, pazza, amore mio. Tu hai pensato che io potessi dimenticarti, che un semplice Incantesimo di Memoria potesse cancellare l'amore che provo per te. Mi dispiace, ma per la prima volta nella tua vita, ti sbagli. Anche se mi avevi tolto i ricordi, sentivo ancora quelle sensazioni che provavo quando stavo con te, amore. Le sentivo più o meno tutti i giorni. Quindi, tu non mi hai mai abbandonato. Io non ti ho mai abbandonato. E non ho intenzione di farlo.-
Draco prese un lungo respiro e si avvicinò ancora di più ad Hermione, guardandola fissa, cercando di far fermare le lacrime, per lasciare libero sfogo ai suoi pensieri.
-Avresti preferito morire piuttosto che vedermi morto, tra le vittime dei Mangiamorte? Beh, devo dirtelo. Sei stata egoista! Non hai pensato a me? A quello che io avrei potuto provare nel vederti morta, a quello che sto provando adesso nel vederti così, immobile, quasi morta?- Scosse la testa e scese una lacrima sulla sua guancia. -Non hai mai pensato a me, vero? Hai pensato sempre a té stessa e a non soffrire, ma non hai pensato che lasciandomi, mi avresti fatto soffrire. Sei stata egoista, Hermione, egoista.-
Prese un altro lungo respiro, pronto a rivelare i suoi sentimenti.
-Ma io ti amo, Hermione. Ti amo davvero, ti amo lo stesso, ti amerò sempre, e ti avrei amato comunque, anche se tu non fossi stata qui, in un letto di ospedale. Ti avrei amata perché sei parte di me, perché tu sei me, ed io sono te. Perché senza la metà corrispondente non si può soppravivere. Io senza di te non posso vivere. Lo sai?-. Si avvicinò e lasciò libero sfogo alle lacrime. -Quindi non puoi morire, capito?- Le prese una mano. -Non puoi morire! Ti è chiaro, non puoi farlo! Non fare l'egoista, Hermione, non morire.- 
Cominciò a piangere lentamente, poi sempre più furiosamente. -Hai capito? Ti è chiaro, non puoi morire. Non puoi...- Si gettò sul bordo del letto, lasciando libere le lacrime. -Io ti amo.-
Sentì dietro di sé la porta aprirsi. 
-Signor Malfoy?- domandò una giovane donna con un camice bianco. Draco alzò lo sguardo verso di lei e si asciugò le lacrime.
-Si?-.
-Salve, sono la dottoressa Kennylle. Seguo la signorina Granger.-
-C'è qualche possibilità?- domandò Draco, interrompendola.
La dottoressa prese un respiro.
-E' possibile, Signore, ma le possibilità sono al venti per cento. Capita che i pazienti si risveglino dal coma dopo due o tre giorni. Una settimana massimo. Ma quando comincia a passare il primo mese, il secondo e così a venire, si comincia a prendere una decisione. E lei a quanto pare è il suo ragazzo, ed è l'unica persona in grado di prendere una decisione.-
-Come lo sa?- domandò Draco.
-Il Signor Potter mi ha informata.-
Draco si voltò verso Hermione e poi di nuovo verso la dottoressa.
-Non intendo lasciarla morire.-
La dottoressa si avvicinò a lui.
-Signore, gliel'ho detto. Le possibilità sono alquanto scarse, potrebbe non risvegliarsi più. Darebbe un esempio pessimo per sua figlia! Vorrebbe che venisse ogni giorno qui per...-.
-Come dice scusi? Figlia?- domandò Draco, spalancando gli occhi.
-Non gliel'hanno detto? La signorina ha partorito circa una settimana fa. Cesario. E' una bimba, ma non ha ancora un nome. Il signor Potter ha detto che avremmo aspettato il padre, che doveva darglielo lui il nome. Ed è arrivato.-
Draco sentì il tempo fermarsi.
Una figlia? Lui? 
Una figlia.
-Voglio vederla!- affermò con fermezza.
-E' in incubatrice, ma possiamo farla portare qui. E' nata di otto mesi, e pesa due chili e mezzo. I nutrimenti non arrivavano bene, a causa del coma della madre. Eravamo stupiti quando ci hanno detto che non aveva perso il bambino e che era in buona salute. Gli arrivavano i nutrimenti che noi mandavamo alla madre e una settimana fa è nata. Sta bene ora, ha solo bisogno di passare un po' di tempo in incubatrice per riprendersi.- 
La dottoressa si avviò verso la porta e prese una specie di aggeggio metallico e ci parlo dentro:
-Portate la bambina. C'è il padre.-
La donna poi si rigirò verso Draco.
-Sta arrivando. Nel frattempo, vorrei ridiscutere la situazione di Hermione...-.
-Non ho intenzione di uccidere la mia fidanzata. Troverò un modo per salvarla.-
-E' un coma irreversibile, Signor Malfoy- affermò con dolcezza la dottoressa.
-La salverò.-
-Lei non vuole accettare la realtà. Hermione sta morendo e sta soffrendo molto. Non vorrebbe allevviare le sue sofferenze?-.
Draco si voltò verso Hermione, guardandola con le lacrime agli occhi. Si avvicinò a lei e le strinse la mano.
-Hermione è sempre stata una combattente. Ha sempre combattutto per quello in cui credeva. Non si è mai arresa. E neanche io lo farò- disse con voce ferma Draco.
Prima che la dottoressa potesse replicare, un'infermiera entrò nella stanza trasportando una teca di vetro, che aveva all'interno una copertina rosa.
-Eccola- sussurrò dolcemente la dottoressa.
Draco, con calma, si avvicinò al vetro e la osservò.
-Posso prenderla?- domandò, con la voce strozzata dall'emozione.
La dottoressa annuì verso l'infermiera e lei aprì con delicatezza la teca, prendendo tra le braccia la copertina. Poi si avvicinò verso Draco e gliela depose tra le braccia. 
In quel momento, il mondo aveva un senso. Aveva una scopo, rendere la piccola felice. Renderla la persona più felice del mondo. 
-E' bellissima.- Tutti i padri dicono questo della loro bambina quando la vedono e la prendono in braccio per la prima volta, ma questa volta nessuno poteva affermare il contrario. I capelli di Hermione incorniciavano il viso della bambina. Le piccole manine era soffici come quelle delle madre. 
Il meglio arrivò quando aprì gli occhi.
Due piccoli occhi color del ghiaccio fissaro un altro paio, che sorridevano.
-Ha i miei occhi...- disse con le lacrime che scendevano lente. Per la prima volta, quelle lacrime erano di gioia.
-E' veramente una bella bambina.- La dottoressa sorrise e spinse fuori dalla porta l'infermiera. 
Quando Draco sentì la porta chiudersi alle sue spalle, si girò verso Hermione e le sorrise.
-Amore- sussurrò, con la voce strozzata. -Amore, è bellissima, quanto te. E so anche come chiamarla.-
Prese un respiro e sorrise alla piccola.
-Jane.-
Accarezzò la testa della bambina e vi appoggiò dolcemente le labbra.  Si voltò verso Hermione.
-Ora non hai scuse, amore. Devi risvegliarti. Lo devi fare. Per Jane... Per me.-
Reggendo Jane con un braccio -era così piccola-, toccò la mano di Hermione.  Poi lasciò la presa e mise la bambina di nuovo nell'incubatrice. 
Non riuscì a vedere una cosa che l'avrebbe reso molto felice. 
Non riuscì a vedere che Hermione aveva mosso un dito. 










 
**********
Spazio autrice:

Ciao a tutti!
Questa song-fic TRISTISSIMA e malinconica mi è venuta in mente qualche giorno fa. Volevo renderla ancora più triste, ma mi sembrava veramente orribile poi. Quindi ho optato per una fine che da un po' di speranza.

Lo so.
E' bruttissima, considerate che ho finita di scriverla ora, alle 2 di notte, quindi potrebbero esserci errori. Molto probabile.

Prima però di andare a dormire per un meritato riposo, voglio ringraziare chiunque leggerà questa storia. Mi renderebbe molto felice :)
Ringrazio chiunque recensirà.
Ringrazio chiunque potrebbe metterla tra le preferite, tra le seguite o le ricordate.

Grazie, grazie, grazie.


C.





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Capitolo 2
*** Epilogo ***


Missing
Epilogo
~
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Perfect
Hedley
 
 
 
 
 
 
 
Draco si ritrovò presto a coccolare con estrema dolcezza la sua piccola. La teneva tra le braccia, le sorrideva, l'accarezzava. Non avrebbe mai immaginato che dal più bel atto d'amore tra Hermione e lui potesse nascere una creatura del genere, ancora più bella e amata. 
Cullò la piccola con il viso vicino alla sua testa, dandole dolci e lievi baci.
-Malfoy?- domandò una voce dietro di lui, ben conosciuta. Harry Potter.
Si voltò con delicatezza, cercando di non svegliare la piccola. Si mise un dito sulla bocca ed indicò la figlia.
-Sta dormendo.- La strinse ancora un attimo, poi la rimise nella culla. 
Erano passati più di dodici giorni dalla prima volta che aveva visto Jane e ormai la creaturina era in grado di sopravvivere al di fuori dell'incubatrice. Per cui era stata trasferita al reparto pediatria dell'ospedale, dove si trovava in quel preciso momento.
-Non avrei mai immaginato di vederti nel ruolo di padre, soprattutto per la figlia di Hermione.-
-E' anche mia figlia, Potter.-
-Lo so- sussurrò Potter, avvicinandosi verso la culla ed osservandola. -Lo so.-
Sporse il suo viso oltre la culla e sorrise.
-Assomiglia così tanto ad Hermione- bisbigliò Potter , con un sorriso dolce sul viso.
Inspiegabilmente, anche Draco si ritrovò a sorridere. Non poteva negarlo, era bellissima quanto la madre.
-Non ci aspettavamo un figlio. Quando lo ha scoperto, insomma, ho dato di matto. Pensavo che fosse colpa sua.-
La voce di Draco era quasi un sussurro, dedicato alle attenzioni di un amico.
-Ti ricordi tutto ora?- domandò Potter.
Draco lo guardò ed annuì.
-E' ancora un po' confuso, ma tutti i ricordi stanno tornando al loro posto.-
-Hermione ha fatto un ottimo lavoro.-
-E quando mai non lavora al massimo quella ragazza?- domandò scherzoso Draco, tornando ad osservare Jane.
Potter lo seguì.
-Perché Jane?- domandò.
Draco si avvicinò alla piccola e gli accarezzò la manina.
-Jane è il secondo nome di Hermione. Mi sembrava il minimo. Insomma- si schiarì la voce -Hermione è la persona più importante della mia vita. Ed ora lo è anche mia figlia. Un padre vorrebbe sempre il meglio per la sua piccola, ed io spero che assomigli a tutto e per tutto a sua madre.-
-Ecco perché non hai scelto un nome tipicamente Malfoy.-
Draco ridacchiò.
-Sì, perché già che porta il mio cognome è una maledizione.-
-Essere un Malfoy non è una maledizione- lo contradisse Potter.
-E invece sì. Sei sempre criticato, ogni cosa che fai, ogni tuo pensiero. Non hai una vita. E poi guarda quello che ha fatto mio padre in nome del Sangue Puro dei Malfoy.- Prese un lungo respiro. -Nessuno crede all'innocenza di un Malfoy. Per gli altri, siamo solo crudeli e patetici.-
-Io ho creduto alla tua innocenza, Draco.- Il Serpeverde si stupì di udire il proprio nome uscire dalla bocca di Potter. -E ci ha creduto anche Hermione. Ha creduto nel vostro amore nato all'interno dei muri di Hogwarts. Ci ha creduto e ha combattuto per te. E guarda ora dov'è! E' lì anche per il vostro amore. Ma fidati di me, non se n'è mai pentita. Soffriva, piangeva e si disperava, ma se gli chiedevo di voler tornare indietro e cambiare qualcosa lei mi rispondeva che non l'avrebbe mai fatto, che avrebbe preferito vederti con un'altra donna, magari felice di averla dimenticata, piuttosto che saperti in pericolo. Ha fatto tutto questo per te.- Guardò la bambina nella culla. -E anche per lei.-
Draco non riuscì a fermare una lacrima. Se l'asciugò velocemente.
-Guarda che ti ho visto.-
-Non riesco a capire. Perché continuare in questo modo? Perché cancellarmi la memoria e crescere da sola nostra figlia? Perché?-.
Potter sospirò. 
-Perché ci  sono cose che il nostro cuore fa inconsciamente. Sono cose e sensazioni che non possiamo fermare, sappiamo solo che bisogna farlo. Non ci si ferma a pensare se può essere la scelta giusta, la si fa e basta. Spesso, è per il bene di una persona. Questo significa amare. Pensare all'altro, alla felicità dell'altro e sapere che sta bene. Amare qualcuno è sapere che l'altra persona può essere felice con qualcun'altro ed essere contento di vedere un sorriso sulle sue labbra. E' semplicemente guardarlo e rendersi conto che fare qualcosa ha uno scopo. Lo scopo è il benessere dell'altro, e spesso bisogna annullarsi per farlo.- Harry prese un respiro e gli mise una mano sulla spalla.-Hermione l'ha fatto per te, Draco. Non te lo scordare.-
Il pianto della piccola Jane risvegliò Draco dalle parole di Harry. La prese in braccio e la coccolò, fino a quando non smise di piangere. Draco la guardò negli occhi e percepì la stessa energia e la stessa emozione che avvertiva quando guardava negli occhi Hermione. Sentiva che Jane aveva la stessa forza e la stessa passione della madre. Sarebbe stata una grande strega. 
-Sarà una grande strega un giorno.-
Harry annuì.
-Non ne dubito.-
Prima di andarsene, Harry aggiunse un ultima parola.
-Sai, dovresti ringraziarmi. Jane è viva anche grazie a me.-
Draco si voltò verso di lui, con sguardo interrogativo e Jane tra le braccia.
-Non erano sicuri della salute di Jane, pensavano fosse morta per il colpo. Insomma, l'Anatema, la botta a terra, il coma. Tutte cose che di certo non lasciavano presagire una buona gravidanza. Ma io ho fatto controllare, ho chiamato il ginecologo che sta curando anche la gravidanza di Ginny in questo momento...-.
-E' incinta?- l'interruppe Draco inspiegabilmente felice.
Harry sorrise.
-Si, sesto mese. Manca poco, praticamente.-
-Ne sono felice- affermò sinceramente Draco. Harry capì che era la verità e gli sorrise.
Poi, uscì.
Chi avrebbe mai pensato che Draco Malfoy ed Harry Potter potessero diventare amici?
 
 
 
§
 
 
 
Vicino al letto di Hermione, Draco era ormai stanco. Era stanco di aspettare, di sperare, di continuare a sognare che la sua ragazza si svegliasse. Non poteva continuare così. Era passato quasi un mese da quando aveva rivisto tutti i suoi ricordi ed ancora la ragazza non aveva accennato a muoversi. 
Stava cominciando ad avere paura, paura che lei fosse già morta e che nessuno potesse più aiutarla. Ma non voleva pensare a quella eventualità, non poteva. Non voleva credere di dover crescere da solo una bambina di appena un mese, senza l'aiuto della donna che amava. 
Cominciava a credere, però, che Hermione stesse veramente soffrendo, che forse non fosse più in grado di vivere. E in quel momento voleva solo prendersi a schiaffi da solo. 
Lei ce l'avrebbe fatta, non l'avrebbe abbandonato, non più. E allora cominciava a piangere, senza fermarsi mai, accanto al corpo inerme della ragazza. Piangeva e si dava dello stupido per aver dubitato della sua Mezzosangue.
Draco si sentì molto stanco. Doveva riposare, la bambina gli sciupava tutte le energie, ed aveva bisogno di qualche ora di riposo.
Quando si alzò da vicino il letto di Hermione per spostarsi sulla poltrona a lato, Draco notò un leggero guizzo della coperta.  Per una attimo rimase fermo, aspettando che la coperta si muovesse ancora. Di nuovo, la coperta venne leggermente mossa. 
Draco sgranò gli occhi e osservò la coperta. Ancora, si mosse, ma questa volta non si fermò. Qualcosa sotto il lenzuolo si muoveva.
-Oh...-. Draco si girò intorno, cercando di capire cosa fare. Delicatamente, alzò il tessuto e rimase a bocca aperta, con il cuore che correva in petto. 
La mano di Hermione si stava muovendo, come alla ricerca di qualcosa. Sembrava che volesse afferrare qualcosa, qualcosa di indefinito.
-Dottoressa!- urlò Draco, uscendo di corsa fuori dalla porta. Con gli occhi sgranati, osservò Harry scattare in piedi.
-Che succede?- domandò la voce di Harry che correva dietro di lui, poiché Draco si stava già dirigendo verso un'infermiera. 
-Avanti, si sbrighi...- cominciò a dire Draco, spingendola verso la camera di Hermione.
-Signore, che sta facendo?- chiese sconvolta la donna, allontanandosi da Draco.
-Mia moglie si sta risvegliando!- urlò alla donna, che si diresse subito verso il corridoio.
-L'hai chiamata tua moglie?- domandò Harry, dietro di lui.
Draco si girò, con una serie di emozioni in corpo. Hermione si stava risvegliando e lui si preoccupava del fatto che l'avesse chiamata moglie?
-Ovviamente, appena si risveglia le chiederò di sposarmi. E staremo bene, e saremo felici, e avremo Jane e...-.
-Draco, respira- intimò Harry, con una mano sulla sua spalla. -Andrà tutto bene!-.
-Come fai a dire che andrà tutto bene?- urlò Draco, togliendo con forza la mano dalla sua spalla. -Hermione si sta risvegliando ed io...-. Boccheggiò. -...io ho paura che non possa farcela.-
Draco abbassò gli occhi verso il pavimento.
Harry lo scosse.
-Draco, smettila di dire cazzate, okay? Hermione è la strega più potente che io abbia mai visto, è coraggiosa, valorosa e combatte. Ha sempre combattuto, anche per te.- A quelle parole Draco alzò lo sguardo verso di lui. -Credi che voglia morire? Credi che non abbia passato ogni minuto dopo averti lasciato a pensare alla tua salute, alla tua sicurezza ed anche a quella della sua bambina? Non credi che abbia pensato prima a te che a chiunque altro?-.
Harry abbassò le braccia.
-Quindi, smettila di non credere in te, perché se lei fosse sveglia ti prenderebbe a schiaffi. E se non si sveglia lo faccio io! Credi in te, perché Hermione ci ha sempre creduto. Ora è il tuo turno, però, di credere in lei. Ce la farà.-
Draco guardò il ragazzo e lo trovò cambiato. Era diverso da qualche anno prima, era diverso da quel ragazzo un po' arrogante ma terribilmente altruista che aveva ucciso Voldemort. Ora era più adulto.
-Grazie- disse solo Draco, con voce flebile. 
Ma Harry lo sentì.
-Di cosa?-.
-Di tutto. Ma forse per aver creduto in me.-
-Di cosa stai parlando, Malfoy?- domandò confuso Harry, con voce scherzosa.
-Dell'udienza. Di quando hai testimoniato in mio favore...-.
Harry annuì, capendo.
-Sì, mi ci è voluto un po' di coraggio. Ron non era d'accordo, credeva che tu dovessi finire ad Azkaban. Ma Hermione si è opposta con decisione. Sai anche lei ha testimoniato per scagionarti...-.
Draco l'interruppe, annuendo.
-Da lì ho capito che non ti aveva mai dimenticato, che, nonostante la cotta per Ron, non aveva mai smesso di amare una sola persona: te.-
La voce di Harry era l'unica cosa che sentiva. L'unica cosa che in quel momento lo distaeva dall'imminente risveglio di Hermione. Ma in quel momento, ciò che veramente voleva era vederla.
Con passo veloce, si girò verso la camera di Hermione e vi entrò. 
All'interno vi era la più totale confusione.
Le parole di Harry ed il suo discorso l'avevano confuso. Non aveva visto entrare nella camera la dottoressa e le infermiere pochi secondi prima.
-Presto, levatele il tubo. Si strozzerà...- stava dicendo la dottoressa, mentre controllava la strana scatola accanto a sé, collegata ad Hermione.
-Il battito è regolare, e le frequenze celebrali stanno aumentando. Credo che ci siamo...- Si girò verso Draco e gli sorrise.  
-Aveva ragione, Signor Malfoy. E' una combattente.-
Ma Draco non le diede molto retta. Si avvicinò ai piedi del letto ed osservò le infermiere espellere dalla gola di Hermione il tubo che prima l'aiutava a respirare. Il corpo della ragazza ebbe un sussulto e tutti rimasero immobili.
La osservarono, con il fiato sospeso. 
La osservarono muovere lievemente le palpebre e, successivamente, inclinare la testa di lato. 
Aprì delicatamente gli occhi. 
Sembrarono passare i secoli. Il cuore di Draco non smise un secondo di battere dall'ansia. Sembrava fosse pronto a fuoriuscire dal torace e correre via. Con il respiro mozzato, si avvicinò ancora di più e guardò quelle iridi scure come illuminarsi. 
Hermione sbatté più volte le ciglia, con gli occhi semichiusi.
-...ac...o....D...-.
La voce fu un fleblire respiro, ma fu sufficente a provocare un sorriso enorme sul viso di Draco.
-Hermione..- sussurrò anche lui, avvicinandosi al suo fianco e accovacciandosi per far combaciare la linea dei loro occhi. -Hermione- ripetè.
A quel punto, Hermione aprì gli occhi.
E per Draco fu la gioia immensa. 
Gioia, angoscia, tristezza, amore. Emozioni che si affollavano in lui senza dargli il tempo di respirare. Emozioni che gli procurarono le palpitazioni e le lacrime agli occhi. Emozioni che non smisero di farlo sorridere.
Con delicatezza, posò la sua mano sulla testa di Hermione.
-Amore.-
Quella parola era indirizzata ad Hermione, ovviamente, ma era anche la dimostrazione dello scopo della loro vita.
Amore.
L'amore era lo scopo per cui si erano conosciuti Hermione e Draco. L'amore era la missione di Hermione, far innamorare un Purosangue di una Mezzosangue, per dimostrare che tutto è possibile, che niente è scontato. L'amore era quella cosa che ora teneva Draco accanto al letto della sua Mezzosangue, in trepida attesa anche di un solo respiro da parte di Hermione.
-Dra....Draco...- sussurrò la giovane, guardando negli occhi il ragazzo.
Gli occhi di Hermione erano proprio come Draco se li ricordava. Luminosi e pieni di vita, anche se era in quelle condizioni.
Per un secondo, sembrò essere tornato tutto com'era prima. I ricordi riaffiorarono dolcemente nella testa di Draco, con la prepotenza di un Bolide mirato alla testa di un giocatore. Ma poi, era cambiato.
C'era qualcosa di diverso.
-Cosa ci fai qui?- domandò la voce impastata di Hermione. 
Prima di poter rispondere e di capire il vero significato delle parole, Draco fu sbattuto fuori dalla porta. 
Harry gli fu subito addosso.
-Allora?- domandò in trepida attesa.
Draco lo guardò con occhi lucidi.
-Si è svegliata.-
Vide Harry tirare un respiro di sollievo.
-Grazie! Grazie, grazie...- sussurrò, con le mani sul cuore. Poi prese a ridere, inconcrollabilmente. -Si è svegliata! Non ho mai sentito parole più dolci, dopo il 'ti amo' e 'sono incinta' di Ginny.-
-Non posso crederci...- sussurrò Draco, andandosi a sedere sulle sedie di fronte alla porta. Si prese la testa tra le mani sconcertato.
Gli occhi di Hermione non mostravano né gioia né amore. Mostravano solo odio e rabbia. Sembravano dire quasi che non lo volesse lì.



Falling a thousand feet per second, 
you still take me by surprise. 


Draco era sopreso. Sembrava che fosse caduto da mille piedi d'altezza e non avesse la forza di rialzarsi, perché era stato spinto giù nel baratro dalla sua ragazza, da colei che amava. 
Si sentiva confuso, perso, innamorato, sorpreso.
Si sentiva pronto a cadere di nuovo in quel baratro.
E poi non sentì più niente. Si appoggiò alla parete ed aspettò che il sonno lo invadesse. 
Forse avrebbe trovato consolazione nei sogni, ma ne dubitava. Il più bel sogno si era appena realizzato ed aveva capito che in realtà era un incubo.

Il rumore di una porta aperta con forza risvegliò Draco. Saltò sulla sedia ed osservò chi aveva provocato il rumore.
La dottoressa Kennylle era davanti a lui con la mano sulla porta della camera.
-Hermione sta bene.-
Draco si alzò subito in piedi, seguito da Harry. Non aveva notato che fosse al suo fianco.
-Le sue condizioni sono stabili. Le ho detto che avrebbe dovuto riposare ma non mi ha lasciato neanche finire di parlare. E' una ragazza veramente autoritaria.-
Draco sorrise. Sì, quella era la sua Hermione.
-Ha detto che non intende riposare, poiché vuole prima chiarire alcune cose.-
Credendo che quelle parole fossero un invito ad entrare, Draco si mosse verso la porta. Ma la dottoressa gli si parò davanti.
-Dove crede di andare?- domandò.
Draco la guardò confuso.
-Da Hermione. Dobbiamo parlare, no?-.
-Non ho detto che si riferiva a lei- affermò con fermezza la dottoressa. Poi guardò Harry. -Vuole vedere il signor Potter.-
Il cuore di Draco sprofondò di nuovo.
-Vuole vedere lo Sfregiato e non me?- domandò, alzando la voce.
-Si calmi.-
-Calmarmi?- urlò. Mosse la mano verso la sua bacchetta, ma la mano di Harry e il suo sguardo lo fermarono.
-Sei impazzito?- domandò al suo orecchio.
-Vuole vedere te e non me! Ti rendi conto?- domandò ancora, rivolto verso Harry.
-E' sicura di non sbagliarsi?- chiese Harry alla dottoressa, con la mano su quella di Draco, per frenare il suo impulso a sfoderare la bacchetta.
-Ha chiesto del Signor Potter.- Si rivolse a Draco. -E di nessun altro. Le devo chiedere quindi di accomodarsi in sala d'attesa. Quando vorrà parlarle, Hermione glielo farà sapere.-
-Ma io le voglio parlare ORA!- sbottò Draco.
La dottoressa fece un passo avanti. Nonostante fosse molto più bassa di Draco, lo guardò con aria di sfida, per niente impaurita.
-Ho appena stabilizzato la sua fidanzata, signor Malfoy. Le sue condizioni sono ancora abbastanza preoccupanti. Non voglio correre alcun rischio, mi sono spiegata bene?-. I suoi occhi si appiattirono.
Draco lasciò che la rabbia fluisse via e si lasciò condurre verso la sala d'attesa, che non distava molto dalla stanza di Hermione. Si girò una volta per vedere lo Sfregiato entrare nella stanza e chiudere dietro di sé la porta.
Arrivò nella stanza e si sedette su una di quelle sedie di plastica orribili e senza alcun colore.
Non poteva crederci.
La sua ragazza, la sua Hermione, gli aveva rivolto parole di odio ed aveva voluto vedere prima lo Sfregiato di lui. Voleva parlare con lui e non con il suo amore. O almeno era ancora il suo amore?
Gli erano stati sottratti i ricordi circa nove mesi prima. Forse Hermione, subito dopo aver cancellato la memoria di Draco, aveva trovato un nuovo amore ed ora non voleva più lui. Gli avrebbe lasciato la bambina, avrebbe dovuto crescerla da solo, e ....
Draco, smettila!, si riprese il ragazzo.
Hermione non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Lo aveva scritto nella sua lettera, glielo aveva detto Harry, lo sentiva. Se lo sentiva nello stomaco che non poteva aver cambiato i suoi sentimenti per lui. Il loro amore era troppo... troppo... prezioso, troppo importante per entrambi per poter essere dimenticato facilmente.
Ci doveva essere un motivo.
All'improvviso, a Draco venne una brillante idea. Corse al piano inferiore per poterla prendere e poi risalì, fino ad arrivare alla stanza di Hermione. 
Vi si avvicinò con cautela, in modo da non svegliare la piccola Jane, e appoggiò l'orecchio sulla porta, per poter entrare al momento opportuno. Con la piccola in braccio, non avrebbe mai osato cacciarlo via. 
-Non dovevi farlo!-.
La voce di Hermione perforò l'orecchio di Draco.
-Oh, andiamo Hermione. Sappiamo entrambi che ho fatto la cosa giusta.- La voce di Harry arrivò chiara.
-Nessuno ti ha dato il permesso di fare una cosa del genere! Io non ti ho chiesto niente...-.
-Se non lo avessi fatto probabilmente tu saresti morta!-
-Abbiamo affrontato quest'argomento per quanto? Un mese intero? Ogni giorno! E sai benissimo come la penso!-.
-Io non lo avrei permesso! Ho fatto tutto questo per te, perché vivessi e fossi di nuovo felice!-.
-Ma io sono felice!-.
-E come? Eh?-. La voce di Harry era dura e stanca. Sembrava avessero parlato di questo per anni interi, senza mai smettere. -Dimmi come avevi intenzione di passare il resto della tua vita?! Crescere un bambino da solo senza l'aiuto del legittimo padre, e senza che lui sapesse mai niente?-.
-Avrei trovato un rimedio!-.
-Per favore, Hermione.- La voce di Harry s'interruppe un momento. -Sappiamo benissimo entrambi che dire a Kingsley di contattare Draco e fargli vedere i ricordi è stata una cosa da fare. Ti ha salvata!-.
-Il punto è che io non volevo essere salvata! Avevo già messo in conto che sarei morta!-.
-Abbandonando tuo figlio?- urlò Harry.
-Non pensavo che avrei rischiato di morire così presto! Non mi aspettavo l'agressione a King's Cross!-.
-Quindi, tu saresti morta, e avresti dato il bambino a chi?-.
-A te. Sei la persona di cui mi fido di più.-
Harry non rispose.
-Una volta non avresti detto così. Ricordo che qualche anno fa mi dicesti che Draco era il tuo vero amore, l'unica ragione che ti faceva restare qui, a Londra, e che non ti spingeva ad andartene lontano, in Australia, a cercare i tuoi. Era l'unico motivo per cui eri felice. Ed era la persona più importante per te.- La voce di Harry s'interruppe di nuovo. Draco sentì il letto scricchiolare. -Mi dicesti che era l'unico per te. Ed ora che avete una figlia...-.
-Figlia? Quindi è una bambina? E' viva?- domandò a raffica Hermione.
-Si, Jane sta bene.-
-Jane?- domandò.
-Draco ha scelto il nome. Le ha dato il tuo secondo nome, perché spera che vostra figlia sia uguale a te. Lo spero anche io. Hermione, tu sei una donna meravigliosa, incredibilmente coraggiosa e tenace, hai salvato il mondo con me. Ora, perché non ti lasci salvare dall'amore? Draco può farcela, tu puoi farcela.-
Hermione non rispose. Draco, dall'altra parte della porta, ascoltò con attenzione quelle parole. Strinse a sé Jane, dandole piccoli baci sulla tempia, cercando di frenare l'impulso di piangere. Non doveva, lei ancora lo amava, lo sentiva.
-Non avresti dovuto...- sussurrò la voce di Hermione, scossa da un lieve singhiozzo.
-L'ho fatto perché era giusto che ti lasciassi salvare una volta. Era giusto per te, per Jane e anche per Draco.- La voce di Harry si fermò, come a voler prendere un respiro. -Hermione, ti prego. Ascoltalo, parlaci, dimostragli che ancora lo ami. Non fare l'errore di buttare il passato alle spalle. Draco è il tuo presente, ed il tuo futuro insieme a Jane. Non buttarlo via.-
-Non pensavo che avresti mai detto certe cose per Draco Malfoy.-
-Ti ha reso la donna più felice del mondo. Forse solo Ginny lo è più di te- disse Harry ridacchiando. -Ah, a proposito. E' incinta.-
Draco sentì Hermione trattenere un sospiro e poi un forte rumore, come il letto che veniva sottoposto ad una forte pressione.
-Oddio, Harry è meraviglioso! E quanto manca?-.
-Poco, poco meno di tre mesi.-
-Maschio o femmina?-.
-James.-
Hermione ridacchiò, come se conoscesse il motivo del nome del primogenito del ragazzo. Poi un sospiro.
-D'accordo.-
Draco non sentì più niente. Poi percepì dei piccoli passi avvicinarsi alla porta ed allora si spostò giusto in tempo per veder comparire Harry davanti a lui. Il ragazzo sorrise alla vista di Jane, poi si avvicinò a Draco.
-Non si origlia, Malfoy. Non te l'hanno insegnato?-. Non era un rimprovero, era uno scherzo. Harry gli sorrise e gli indicò con il pollice la porta. 
Il cuore di Draco prese a battere. 
Non era pronto a quel momento. Forse, in cuor suo, aveva un po' perso la speranza. Pensava che i suoi desideri non si sarebbero mai avverati, che...
Preso da un'improvviso coraggio, tipico per un Grifondoro e non per un Serpeverde, entrò nella stanza. 
Fu come la prima volta che aveva visto Hermione in quel letto. Solo che invece di provare tristezza provò gioia, una grande ed immensa gioia nel vederla viva, stesa su quel letto, con lo sguardo rivolto verso la finestra, i capelli che le ricadevano dolcemente sul viso e gli occhi luminosi, come al primo bacio. Quella stessa lucentezza, che l'aveva caratterizzata per molto, era il motivo per cui Draco si era innamorato di lei. I suoi occhi mostravano una cosa che Draco non aveva mai visto: voglia di vita e di amare, desiderio di dimostrare di potercela fare. Al primo bacio, Hermione era la ragazza più bella del mondo.
In quel momento, Hermione ormai era una donna, che aveva vissuto un periodo orribile, aveva avuto una bambina, ma era sempre la più bella del mondo.
-Hermione...- sussurrò Draco, con in braccio ancora la sua piccola.
Solo allora, la ragazza si voltò. Draco incontrò i suoi occhi ed era certo di aver visto felicità nel suo sguardo. Gli occhi di Hermione saettarono sul piccolo involucro di coperte che Draco aveva in mano.
-Oh, sì, certo. Emh, Jane, lei è la mamma. Beh, mamma, lei è Jane.- Si avvicinò piano di qualche passo e depose dolcemente la piccola tra le braccia della madre. Sentì una strana scossa dentro di sé quando sfiorò le sue braccia. Poi però tornò indietro di qualche passo. 



I just know we can't be over,
I can see it in your eyes. 
Making every kind of silence, takes a lot to realize 
Its worse to finish then to start all over and never let it lie. 
 


Draco guardò Hermione stringere Jane. Insaspettatamente, il volto della ragazza fu rigato da silenziose lacrime e comparve un sorriso tirato. Coccolò per un po' la piccola, dimenticandosi della presenza di Draco.
Il silenzio fu imbarazzante, eppure era pieno di parole non dette, di cose da fare, di emozioni da esternare. Rimasero lì, in bilico, in attesa di essere esternate. 
-Scusami se le ho voluto dare il nome. Non sapevo se...-. La gola di Draco si strinse. Era giusto dire alla sua combattente ragazza che non era sicuro che lei vivesse, che non si fidava delle sue capacità?
-Se sarei sopravvissuta.- Hermione strinse la manina di Jane. -Si, hai fatto la cosa giusta.-
-Non avevamo mai parlato di nomi, insomma, non abbiamo avuto tempo. Tu mi hai...-.
Draco, non ne stai facendo una giusta, pensò, volendosi dare un colpo alla testa. Era imbarazzato come il giorno dopo il loro primo bacio, come un bambino impaurito. Lei invece, sempre come quel lontano giorno, era sicura di sé e lo lasciava vedere.
-Ti ho tolto la memoria, e sono stata un po' assente.-
Hermione era fredda, distaccata, come se volesse costruire un muro tra di loro. Ma Draco non capiva il perché.
Ci riprovò.
-Spero che il nome Jane ti piaccia- disse sorridendo, con le mani dentro le tasche. -Gliel'ho dato perché...-.
-Perché è il mio secondo nome. Sì, lo so.-
Draco annuì, ricordandosi di aver udito la conversazione di Hermione avuta con Harry.
Era così difficile. 
Così difficile ricostruire qualcosa che era finito, qualcosa però che lui non aveva intenzione di chiudere. Sembrava, invece, che lei non avesse preso altre decisioni. Era così e basta.
-Senti...- cominciò Draco, avvicinandosi di qualche passo.
-No- disse solamente Hermione, con una mano alzata, per bloccarlo. -Non era previsto che tu recuperassi i tuoi ricordi. Non era previsto che Kingsley ti consegnasse la scatola. Doveva restare un segreto, un qualcosa che tu avresti ricevuto solo alla mia morte, per questo te l'ho lasciato nel testamento e per questo era incantato. Solo tu potevi aprirlo.-
-E come pensavi che avrei preso la tua morte, dopo aver visto i ricordi?- domandò Draco, sentendosi in dovere di eliminare la distanza tra loro.
Hermione abbassò la mano, per accarezzare i capelli di Jane.
-Saresti stato sicuramente meglio, senza di me.-
Draco la guardò confuso e stupito. Non era la sua Hermione.
-Stai scherzando? Sarei stato meglio? E lei?- domandò indicando la bambina.
-Hai sentito prima, no? L'avrei affidata a Harry, ma non immaginavo di rischiare di morire prima del parto. Avevo intenzione di partire un paio di mesi, forse un po' di più, partorire in un posto sicuro e poi tornare con la bambina. Avrei fatto di tutto per proteggerla e poi per proteggere Harry. Così almeno se fossi morta, lei avrebbe avuto una casa con persone che l'amavano.-
Draco era ancora più confuso.
-Saresti stata disposta a salvare il tuo migliore amico, ma lasciandoti morire? Cosa facevi? Ti buttavi tra le braccia dei Mangiamorte sperando in una morte violenta ma rapida?-.
-NON AVEVO SCELTA!- urlò Hermione, coprendo le orecchie della piccola. Poi abbassò lo sguardo. -Non avevo scelta...-.
Di nuovo, Draco vide delle lacrime solcare il viso della ragazza, ma non si avvicinò a lei.
-Non riuscivo a vivere Draco. Non ci riuscivo, neanche sapendo di aspettare un bambino, un bambino che mi avevi dato tu. Non ci riuscivo sapendo che tu non ricordavi niente.-
-E allora avresti potuto risparmiare tutta questa storia!-.
-E rischiare di perderti?- urlò di nuovo Hermione. Questa volta però, si dimenticò di coprire con le mani le orecchie della piccola. Questa cominciò a piangere, piano. Allora Hermione la cullò dolcemente. 
-Harry- chiamò Hermione. Subito il ragazzo entrò. Bastò uno sguardo e capì. Prese in braccio Jane e uscì di nuovo. Mentre usciva, Draco era convinto di aver sentito Harry mormorare:
-Mamma e papà litigano, ma si amano più di quanto la Terra ami il Sole.-
Draco lo guardò stupito. Che strana metafora. Ma forse era vero. Senza il Sole, la Terra non ruoterebbe intorno a nessuno e crollerebbe nel vuoto. Al contrario, senza la Terra, il Sole non brillerebbe. 
Quando Draco si girò verso Hermione, la vide sorridere piano. Aveva sentito anche lei.
-Potevi abbandonare il lavoro- riprese il discorso Draco, eliminando quel sorriso bellissimo che aveva illuminato il volto di Hermione.
Hermione scosse la testa. 
-Sai che lo faccio per un buon motivo...-.
-E io non ero un buon motivo? Amarmi, stare con me, essere felice, non era un buon motivo? Non sono tutti ottimi motivi?-.
Hermione sospirò.
-Ti ricordi, tu mi hai detto che io ero destinata a qualcosa di ben più grande di Voldemort.-
-L'amore- disse Draco, ricordandosi il momento esatto in cui aveva precisato quelle parole. Era la notte in cui concepirono la piccola. Fu la notte più bella.
Hermione, inspiegabilmente, scosse il capo.
-Sono destinata a stare male per amore, ad amare, soffrire e mettere davanti ai miei sentimenti il resto del mondo. E' questo che tutti si aspettano da me, perché sono quello che sono. Un'eroina.-
-Fregatene del mondo intero, e stai con me!-.
-E dimenticare le mie responsabilità, dimenticare quello che sono diventata grazie al lavoro di Auror e poi dei Servizi Segreti? Dimenticare che sono arrivata così in alto perchè ho aiutato Harry a sconfiggere Voldemort? Dimenticare il ruolo che ho avuto nel destino del mondo?-.
-La stai facendo più grande di quello che è...-.
-Non è così- l'interruppe Hermione, guardandolo furiosa. -Il Mondo Magico è cambiato grazie ad Harry. Dietro ad Harry c'eravamo io e Ron. Il mondo è cambiato grazie a noi. E' grande perché noi abbiamo salvato un mondo.-
-C'erano anche altri Auror...-.
-Lo so. Ed è anche a loro che penso ogni giorno. Cerco di dedicare ogni azione che faccio, ogni scontro che vinco a quelli che sono morti per aiutarci a cambiare il mondo. Li ringrazio ogni giorno ed ogni giorno vivo in modo da ricordarli. Perché non saremmo vivi senza di loro.-
Draco prese un lungo respiro. I pensieri incredibilmente eroici della ragazza lo mandavano in confusione. Era così semplice invece, doveva esserlo. Solo loro due, con Jane ed il mondo intero. Quanto poteva essere complicata la loro relazione?


And as long as I can feel you holding on.
I won't fall, even if you said I was wrong. 


-Sono ferma sulle mie idee. Mi devi dimenticare.-
Quelle parole distrussero il cuore di Draco. Dimenticare, dopo quello che aveva fatto per lei, dopo tutto l'amore che non aveva mai realmente dimenticato.
-Lo sai, non ho mai realmente dimenticato il tuo amore, Hermione- affermò Draco, avvicinandosi ad Hermione, sotto il suo sguardo preoccupato. -Non ho mai dimenticato quelle sensazioni che solo tu sapevi darmi. Ogni giorno c'era qualcosa che mancava, qualcosa che non andava. Mi sentivo strano. Ed ora che ti ho ritrovato, che so perchè ero così, che so che il mio amore è più forte di qualsiasi altra cosa, ti dico che non mollerò. Che non mi arrenderò. Potrà sembrare che sia pronto a mollare, ma non lo farò, anche se tu mi dici che è sbagliato. Non ho intenzione di smettere di combattere per te mai, Hermione, mai. Ficcatelo in quella testa dura. Io non smetterò mai di lottare per te. Non cadrò.



I'm not perfect but I keep trying cause
that's what I said I would do from the start. 
I'm not alive if I'm lonely, so please don't leave.
Was it something I said or just my personality? 


 
Hermione si morse un labbro, ed allora Draco sapeva che era il momento giusto per attaccare. Sapeva che in quel momento era fragile, pronta a soccombere, che stava analizzando le sue parole. Era il momento di  dimostarle quanto ci tenesse a loro due, insieme.
-Non sono perfetto. Non lo sarò mai, ed anche se per anni l'ho pensato, al momento in cui mi sono innamorato di te, ho capito che avevo torto. Avevo sbagliato per anni. La perfezione eravamo noi due, insieme. Creavamo qualcosa che nessuno poteva capire e che ci avrebbero invidiato, se solo avessimo portato alla luce la nostra relazione. Ma io sapevo dall'inizio che non sarebbe stato facile, che non sarebbe stata una passeggiata in discesa. Sarebbe stata sempre una salita, intervallata da qualche discesa. Ma ero comunque disposto a farla quella salita, purché io avessi te al mio fianco. Te l'ho detto dall'inizio, non sono perfetto, ma con te non ero mai realmente solo. Con te, ero perfetto.-
Draco vide Hermione abbassare lo sguardo, e stringere la coperta. Allora si avvicinò ancora e si mise al suo fianco. Con un lungo respiro, le strinse la mano. Di nuovo, provò una forte scarica attraversargli il corpo. Era una sensazione magnifica.
-Hermione, fammi capire, ti prego. Qual'è il problema, sono io? Non sei più innamorata di me? E' qualcosa che ho fatto? O detto? O semplicemente sono io? Non ti va di stare con un ex Mangiamorte Purosangue?-.
Draco esternò le sue paure più intime ad un'elevata velocità, ma Hermione lo zittì, posando una mano sulle sue labbra. 
Le mani, al contatto con le labbra di Draco, erano fresche, morbide ed un po' umide, come se avessero asciugato molte lacrime.
-Non hai ascoltato una parola di ciò che ho detto fino ad ora?- domandò Hermione, cercando di abbozzare un sorriso, che non riuscì. Si vedeva che stava soffrendo, che stava male, che non riusciva a smettere di piangere. Era tormentata.
-Non capisci vero? E' così difficile da capire che io non voglia mettere la tua vita in pericolo..?-.
Draco scosse la testa, senza però lasciare che le sue mani abbandonassero il suo volto. Prese la piccola mano sulle sue labbra e la spostò sulla sua guancia.
-No. Non capisco! Non capisco per quale motivo tu debba allontanarti da me, fare finta di niente e, nonostante tutto, continuare a pensare a me. Come fai anche solo a credere di poter sopravvivere? Io non ce la faccio senza di te, non sono vivo se non sto con te. Io non vivo senza di te. Sono disposto a tutto, tutto, per te. Cos'altro c'è da capire?-.
La voce di Draco era ferma e diretta. I suoi sentimenti era ben più grandi di quelle parole, ma non era sicuro di riuscire ad esprimerli. 


When you're caught in a lie,
and you got nothing to hide, 
When you got nowhere to run,
and you got nothing inside. 
It tears right through me,
you thought that you knew me,
you thought that you knew.. 

 

Hermione si passò la lingua sulle labbra. Chiuse gli occhi.
-Hermione...- sussurrò Draco, mettendo la mano sulla guancia calda della ragazza. Al suo tocco, Hermione sussultò, ma poi si rilassò, come molto tempo prima. -Non hai mai avuto problemi a rivelarmi le tue bugie, le tue menzogne. Non hai mai avuto problemi a venire da me per ogni cosa, perchè io ero quel posto dove nasconderti, quella persona che ti avrebbe accolto in ogni situazione. Non ti sei mai fatta problemi... Ed ora, perché tutto ciò? Perché credi che io non sarei in grado di proteggermi? Eppure pensavo che mi conoscessi...-.
-Perché tu... Tu non sei un Auror esperto. Non sai molto di combattimento, e se qualcuno dovesse mai farti qualcosa per colpa del mio lavoro, io... io....-.
Hermione scoppiò in lacrime. Draco sospirò, asciugò le lacrime di Hermione e la strinse a sè. Tutti i meravigliosi momenti in cui l'aveva stretta non potevano competere con quello. Avevano passato così tanto insieme, avevano avuto così tanti problemi. Eppure erano ancora lì. Perché insieme erano perfetti.
-Ascoltami, io non sono perfetto, ma sono in grado di cavarmela.- Strizzò l'occhio ad Hermione. -Ti prego, non costringermi a venirti a cercare di nuovo. Non togliermi la memoria.- Mise anche l'altra mano sul suo viso. -Non potrai scappare da me, io ti troverei sempre.-
-E se io ti amassi comunque, senza riserve, tu mi ameresti lo stesso?-.
Sorrise.
-Hai bisogno di chiedertelo?-.
Hermione si ritrovò a sorridere, ridacchiando.
-Non siamo perfetti, vero?- domandò Hermione con un sorriso.
Draco rispose a quel dolce sorriso, asciugando le ultime lacrime di Hermione.
-No. Ma continueremo a tentare.-


 

I'm not perfect but I keep trying.











 


********
Spazio autrice:

Ciao a tutti :)
Beh, come Dear Juliet, al quale dedico insieme a LittleHarmony13 questo lungo capitolo, mi aveva chiesto, ho scritto l'epilogo. 
Strappalacrime? Emozionante? Noioso? Lungo?
Lascio decidere a voi.
A me, semplicemente, ha fatto piacere dare pensiero ad ogni ragione dei protagonisti, far capire per quale motivo era successo tutto. 

Alla fine, c'è un lieto fine. 
Si, perché a volte la vita ha bisogno di un sorriso. Draco ed Hermione ne avevano proprio bisogno. 

Forse è troppo sdolcinata?
Vi prego fatemelo sapere perché comincio ad avere qualche dubbio su tutto l'insieme... Mmmh.


Beh, ringrazio le due meravigliose lettrici che hanno recensito "
Missing": LittleHarmony13 e Dear Juliet. Grazie, bellissime<3 
Ringrazio chi, magari xD, vorrà lasciare una recensione anche allo scorso capitolo.

Ringrazio chiunque leggerà la storia, chi l'apprezzerà e chi come me, ci piangerà sopra :)
E' sempre un onore ed un piacere ricevere recensioni o solo vedere che le persone leggono le proprie storie. :D

Ringrazio chi, leggendo questo epilogo, metterà la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Sempre un onore :)

Grazie, grazie, grazie.


C.



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