The life is a big question

di _laKsitia_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prefazione ***
Capitolo 2: *** Il dolore. ***
Capitolo 3: *** ritorno a scuola ***
Capitolo 4: *** Joe e la danza. ***
Capitolo 5: *** i believe, i can fly ***



Capitolo 1
*** prefazione ***


The life is a big question

prefazione

 

Clair è una ragazza di 16 anni che vive con sua sorella e sua nonna in una piccola abitazione delle vie colorate di Londra. Dopo un brutto incidente avvenuto ai genitori quando Clair aveva 10 anni, la ragazza vive con la nonna Sarah e la sorella maggiore Catherine che ha 20 anni e frequenta la facoltà di recitazione all'università. Le due sorelle sono molto legate ma, tra una lezione di danza classica e una prova di recitazione, il destino delle sorelle cambiera'... Il dolore è una casa dove gli specchi non sanno piu' riflettere i nostri volti, le sedie non sanno piu' sostenerci, le pareti non sanno piu' accoglierci. Il dolore è una casa che scompare ogni volta che qualcuno bussa alla porta, o suona al campanello, una casa che si solleva in aria al piu' lieve soffio di vento e si nasconde sotto terra quando tutti dormono.

Il dolore è una casa dove nessuno può proteggerti,

dove la sorella più piccola diventerà più grande della sorella grande, dove le porte non fanno più entrare né uscire nessuno.

 

Salve a tutti, sono __laKsitia_96 e questa è la mmia nuova storia. Spero che vi piaccia il tema di cui tratta..piano piano andrò avanti. Grazie a tutti.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il dolore. ***


Nonna è preoccupata per me.

Non mangio, non esco, non parlo con nessuno se non con lei.

Catherine.

Vuoto.

Catherine non c'è piu'.

Ma mi sembra di averla sempre vicina.

Eppure cosa ha fatto di male per andarsene?

Perchè mi hanno portato via la persona piu' importante della mia vita?

Sono le domande che mi faccio di continuo.

Catherine aveva 20 anni, li aveva compiuti il 10 agosto, e dopo un mese, se ne è andata. Inavvertitamente. Come un fulmine a ciel sereno. Come qualcosa che non ti aspetteresti mai.

Frequentava la prima università, era sempre stata brava, aveva sempre studiato, mi aveva sempre aiutata, mi è sempre stata accanto, ma durante quella maledetta prova di teatro che lei aspettava da tanto tempo, è stata stroncata da un attacco di aritmia.

Ci penso ogni momento. Ciò che ho visto è stato orribile. Vederla cadere sul palco, mentre ero lì a guardarla.

Mi siedo, con la nonna, che soffre più di me, ma cerca di andare avanti perché in questi casi, è l'unica cosa da fare.

La stanza è buia, ci sono tutti i libri di Cathe sul letto. Piango.

E' la mia attività principale da quando è successo di Cathe.

E' come se qualcuno avesse d'un tratto spazzato via ogni cosa dal nostro orizzonte mentre noi eravamo distratti a guardare dall'altra parte.

Come quando è successo dei miei genitori. Però non ne parlo mai. Avevo 10 anni, e Cathe 14, mamma e papà erano usciti a fare la spesa per la cena, pioveva fuori.

Un camion sbandò, e loro finirono in un fossato, morti sul colpo.

Ogni tanto mi chiedo se lassù' c'è davvero qualcuno a proteggerci. Perché succedono queste cose brutte? Perché sono rimasta sola, con il mio dolore, con mia nonna che la notte non fa altro che piangere.

Ma devo andare avanti.

Devo riprendere la scuola.

Devo riprendere la danza.

Devo riprendere a condurre una vita ''normale''.

E' difficile.

Ma devo farcela.

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Capitolo 3
*** ritorno a scuola ***


''Il giorno che Cathe morì mi svegliò dicendomi che era felice perché il giorno stesso avrebbe fatto le prove per l'imminiente spettacolo teatrale. Poi ha cominciato a provarsi un vestito dopo l'altro:

  • Quale mi metto, quello azzurro o quello giallo?-

  • Quello azzurro-

  • Non mi hai nemmeno guardato Claire-

  • Okay, quello giallo-

E dai cosa vuoi che mi importi quale ti metti?

Mi sono girata e ho ripreso a dormire.

Ho scoperto che si era messa quello azzurro e che quelle sarebbero state le ultime parole che le avrei detto''

 

Una settimana dopo, passata a piangere, a sfogare il mio dolore, decisi di tornare a scuola.

Fu come pensavo.

Tutti mi guardavano, mi dicevano che gli dispiaceva per ciò che era successo, perfino i professori, ma il mio dolore rimaneva sempre lo stesso...ma la forza di andare avanti c'era.

Entrai in classe e andai subito dalla mia migliore amica.

Era molto che non la vedevo, l'ultima volta la vidi al funerale di mia sorella, e sono passati mesi.

Il suo modo di vestirsi era cambiato, da dolce ragazza con i capelli biondi raccolti in una coda a una con i capelli viola e neri con i vestiti aderenti.

Nonostante quello, era la mia migliore amica.

Mi sedetti accanto a lei.

Mi sorrise e mi abbracciò.

Mi mancavano i suoi abbracci dolci che allievavano il dolore.

La lezione passò in fretta e alla fine della scuola non tardai ad andare a casa e sedermi in camera di Cathe.

 

 

 

C'erano ancora i suoi panni sparsi sul letto, i vestiti arruffati, i suoi gioielli nel portagioie e il libro che stava leggendo ancora sul comodino.

Nessuno osava toccare niente.

Tutto era rimasto tale e quale a quel giorno di settembre.

Nonna mi diceva che dovevo mettere via quella roba

ma ne io né lei ne avevamo il coraggio.

 

I giorni passavano tutti uguali.

Tra lacrime e lacrime di dolore. Quel dolore che non passa.

 

Avrei dovuto ri iniziare danza.

Forse avrei trovato uno sfogo.

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Capitolo 4
*** Joe e la danza. ***


Joe.

Era il suo nome.

Mi venne a dire che gli dispiaceva molto per cio' che mi era successo, sarebbe stato pronto ad aiutarmi, ad andare avanti con il programma perchè ero rimasta indietro.

Io gli feci un cenno con la testa e me ne andai.

Qualche pomeriggio dopo decisi di iscrivermi di nuovo a danza.

Entrai nella sala d'aspetto che frequentavo ormai da molti anni e che per me era quasi una casa; aspettai qualche istante,

poi vidi la sagoma affascinante di Brenda.

Brenda era la mia insegnante di danza da ormai molto tempo, mi aveva sempre appoggiata, aiutata, spronata.

Quando la vidi, le scese una lacrima.

Io le corsi incontro e la abbracciai.

Un abbraccio che mi dette un po' di quella sicurezza che avevo perso. Mi disse che potevo iniziare quando volevo, e che lei sarebbe stata li pronta ad aiutarmi e a proteggermi.

Era cio' che mi serviva per ricominciare.

 

Le ore passavano ed io ero seduta sul divano, immersa nei miei soliti tristi pensieri.

Il campanello suono'.

Un suono che ormai avevo scordato, dimenticato.

Dopo l'accaduto nessuno si era fatto vivo, tutti ci avevano lasciato da soli, con il nostro rancore.

Mi alzai ed aprii la porta.

Forse era Jess, la mia migliore amica, che era venuta, dopo molto tempo, a trovarmi.

Così aprii.

Vidi qualche ciocca di capelli biondi che brillavano alla luce, due grandi occhi azzurri che mi fissavano e una dolce bocca rosea che mi parlava.

Era Joe.

Mi chiese come stavo, poi lo invitai ad entrare.

Mi sentivo in imbarazzo, era tempo ormai che non ricevevo visite, perlomeno di un ragazzo.

Mi disse che se avevo bisogno di aiuto per la scuola lui c'era.

Poi del resto non sentii piu' niente.

Ero troppo presa ad osservare la sua bellezza che mi perdevo in ogni sua singola parola.

Era così bello...ma come potevo pensare a lui? Io dovevo pensare a Cathe, lei era il mio pensiero fisso, ma forse avrei potuto ricominciare, ricominciare quello che avevo perso prima

perchè la vita, la mia vita, non si doveva fermare lì, e dall'alto sentivo Cathe che mi diceva ' Claire, non puoi continuare a vivere nel dolore, sei giovane, hai una vita davanti, innamorati, divertiti, fai qualche cavolata, devi ri incominciare a vivere''

Dirlo è semplice, ma provarci è dura.

 

Ciao a tutti, questo è il mio nuovo capitolo.

Anche se nessuno segue la mia storia continuerò a scrivere perchè è cio' che mi piace fare.

Nel caso qualcuno avesse qualche consiglio si faccia avanti, accetto molto.

Grazie,

_laKsitia_96

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Capitolo 5
*** i believe, i can fly ***


Uscii di casa, il sole splendeva nel cielo e si annunciava una mattinata gradevole per tutti, ma monotona per me, come sempre.

Arrivata a scuola salutai Jess, poi voltai lo sguardo e un raggio di sole mi abbaglio'..era Joe.

Da lontano mi sorrideva e agitava la sua mano lentamente

nell'aria. Era cosi' dolce.

Terra chiama Claire, mi dissi.

Mi diressi verso l'aula...la mattinata scolastica cominciava.

 

 

Passò tutto molto veloce, niente interrogazioni, ma solo spiegazioni.

Tornai a casa ripensando a cio' che avevo fatto il giorno prima.

Mi ero iscritta di nuovo a danza.

La danza era da sempre stata il mio motivo di sfogo,

il mio modo per essere libera, per toccare il cielo, e un po' quell'idea di tornare a danzare mi faceva stare meglio.

 

 

Tornata a casa mangiai un frutto.

Poi mi misi a letto a pensare, a pensare a Cathe.

Ma poi nei miei pensieri filtrava Joe.

Joe era sempre li', li' che mi guardava con il suon sguardo

ipnotizzante e affascinante.

Mi affacciai alla finestra...c'era proprio Joe!

Sentii suonare di nuovo al campanello, aprii senza pensarci un attimo e lui mi saluto' dolcemente.

Lo invitai ad entrare e ci sedemmo.

Parlammo a lungo; mi chiese come era successo di mia sorella e io mi sfogai un po'.

Mi scese anche qualche lacrima, ormai inevitabile.

Alla fine lui mi strinse tra le sue braccia e io crollai nel suo profondo abbraccio.

Quando andò via mi misi a pensare.

Forse Joe è la persona giusta, quella per andare avanti.

Mi stavo illudendo di qualcosa.

 

Il pomeriggio andai a danza.

Entrai, come consuetudine, nello spogliatoio... c'era ancora qualche mia vecchia compagna che mi saluto' con molto affetto.

Poi mi preparai e entrai in sala.

Sentii subito il profumo del parquet che mi aveva accompagnato per anni, quel profumo buono, che ti fa sognare. Sentii il leggero fresco del climatizzatore acceso, che dopo una bella sudata fa comodo, e poi vidi Brenda.

Ci scese a entrambe una lacrima.

 

Ballai tutta la lezione senza fermarmi.

Fu come iniziare a volare.

 

Da li' avrei cominciato.

 

Ed ecco il mio nuovo capitolo.

La storia piano piano sta prendendo forma, almeno spero C:

E spero anche che vi piaccia.

A presto C:

_laKsitia_96

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