In light of the sun

di Kekkafox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI- prima parte ***
Capitolo 13: *** Capitolo Xi- seconda parte ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Ciao

Salve a tutti. Questa è la mia nuova storia, nata un po’ per caso. Ero fuori il balcone di casa mia, ad ascoltare le canzoni di Glee e osservare gli uccelli liberi nel cielo. Così, mi sono immaginata come sarebbe la vita di Kurt e Blaine se fossero uccelli. Poi, però la mia immaginazione ha pensato a questa storia. Spero vi piaccia.
Verso la fine c’è una canzone: Man In The Mirror. Questa è la versione del Glee Club:
http://www.youtube.com/watch?v=gLfM8LDjTSw (ascoltatela al momento opportuno)
Ora vi lascio alla lettura.
Kekka Fox
:)

 

 

Nessuno conosce questa teoria, ma sembra proprio che sia vera. Nel lato oscuro della luna, si rifugiano tutti gli uccelli di notte. Tutti gli uccelli del mondo, in realtà, sono uccelli controllori. Quando nasce un uccello, gli viene affidato un uomo da controllare. L’uccello controllore deve, per tutta la sua vita, controllare la persona che gli viene affidata. Quando questa persona muore, l’uccello dovrà riferire al re degli uccelli (un uccello enorme) come si è comportata nella sua vita. Se si è comportata bene, la persona andrà in Paradiso, in caso contrario andrà all’Inferno. Dopo aver deciso dove mandare la persona, l’uccello muore per far nascere un nuovo controllore.

Gli uccelli controllori, quando arrivano nel lato oscuro della luna, si trasformano in esseri umani. Se durante il giorno, uno degli uccelli si trasformasse in uomo, il re degli uccelli lo trasformerebbe in un inutile buco nero.

Questa storia parla di un particolare uccello: Blaine. Blaine era un uccello bellissimo, che cantava in modo stupendo. Tanto, da far appassionare chiunque lo ascoltava. Blaine doveva controllare un ragazzo: Kurt Hummel.

Da quando era nato, Blaine controllava Kurt sempre e solo dall’alto. Da come lui vedeva, Kurt era un ragazzo molto gentile e premuroso e anche molto forte, considerando come aveva affrontato la morte della madre. Però, era sempre triste.

Una mattina, appena sveglio, Kurt iniziò a canticchiare sotto la doccia. Blaine rimase incantato da quella voce. Era una voce stupenda, anche se femminile ma Blaine sapeva che Kurt era gay.

 Blaine smise di volare e andò ad appoggiarsi sul davanzale della finestra, della camera di Kurt. Il ragazzo uscì dalla doccia, ancora canticchiando. Si fermò solo, quando vide Blaine sul davanzale della finestra.

Per Kurt, quello era l’uccello più bello che avesse mai visto. Aveva delle penne bellissime, di colore olivastro e aveva la testa nera, con occhi indefiniti. Kurt non riusciva a capire qual era il vero colore di quegli occhi.

Il ragazzo fu distratto dallo squillare del cellulare.

Blaine, dall’alto, non aveva mai notato la bellezza di Kurt. Era un ragazzo bellissimo, con una pelle candida come la neve e con degli occhi che avevano rubato il colore al cielo. E lui il colore del cielo, lo conosceva più di chiunque altro.

Quando vide che Kurt stava per scendere dai suoi genitori, iniziò a cantare. Voleva intrattenerlo nella stanza ancora per un po’. Ogni volta che cantava, i suoi amici rimanevano incantati e pensò che forse avrebbe fatto lo stesso effetto su Kurt. Infatti, quando iniziò a cantare Kurt, rimase incantato sulla soglia della porta.
Il ragazzo si mosse, solo quando il padre lo richiamò di nuovo. Blaine ritornò in cielo, come suo dovere e seguì Kurt a scuola.

Blaine non poteva entrare nella scuola di Kurt, così per tutto il tempo volava sull’edificio e qualche  volta sbirciava dalle finestre. Però, vedeva sempre Kurt triste, con la testa sui libri. Nei momenti che lui non poteva seguirlo, ci pensava il re a controllare il ragazzo.

Kurt stava per entrare a scuola, ma vide che un ragazzo enorme lo stava spintonando. Non era mai successo prima, o almeno Blaine non l’aveva mai visto. L’uccello scese subito in picchiata e iniziò a beccare quel ragazzo enorme. Agli uccelli non era permesso far del male agli umani ma Blaine non era riuscito a resistere.

Kurt riconobbe l’uccello che lo stava difendendo. Era lo stesso che stava cantando nella sua stanza.

Il ragazzo enorme cercava di liberarsi, ma Blaine non lo lasciava. Kurt scappò via e solo quando il ragazzo era al sicuro, Blaine lasciò libero l’altro.

A un tratto, Blaine fu richiamato all’ordine del re degli uccelli e Blaine sapeva anche il perché.
Si ritrovò davanti al grande uccello immortale che li governava. Il re era arrabbiato.

- Perché hai aggredito quel ragazzo? Lo sai, che non è permesso. – lo rimproverò il re. Blaine, che si era già trasformato in uomo, non sapeva cosa rispondere. Sapeva di aver trasgredito una regola, ma aveva le sue buone motivazioni.

- Quel ragazzo stava facendo del male a Kurt! – provò a difendersi Blaine, ma non era una scusa buona.

- Dovrei sospenderti per quello che hai fatto, ma avevi delle buone motivazioni. Puoi andare, ma ti vieto di stargli troppo vicino, per una settimana. – Blaine si ritenne fortunato. Quando si trasgrediva una regola, il re non era mai così buono. Lo ringraziò a dovere, poi si trasformò in uccello e volò di nuovo sulla terra.

Si nascose in un cespuglio e dormì, aspettando Kurt, come faceva di solito. Prima di addormentarsi, rivide il ragazzo enorme che aveva aggredito Kurt, con un bicchiere in mano. Riusciva a vedere della roba rossa fuoriuscire dal bicchiere. Avrebbe tanto voluto seguirlo, ma lui non controllava quel ragazzo e non poteva seguirlo.

Finalmente, Kurt aveva finito scuola e quando Blaine sentì l’ultima campanella, volò in cielo per non stare troppo vicino a Kurt. Ogni giorno, Blaine notava che il ragazzo aveva sempre vestiti diversi dalla mattina. Diverse volte, si era chiesto il perché, ma non sapeva come scoprirlo.

Blaine ascoltò Kurt cantare di nuovo, quella sera e quando il ragazzo andò a dormire, l’uccello volò nel lato oscuro della luna.

Si trasformò in uomo e andò al banchetto. Aveva una fame da lupi. A un tratto, gli si avvicinò il suo amico Wes. Wes era il suo migliore amico, gli diceva qualsiasi cosa e quando aveva qualche problema, non si faceva scrupoli e glielo raccontava.

- Amico, ho saputo che il re ti ha rimproverato, stamattina. – esordì Wes, prendendo un mucchio di cibo. Wes adorava mangiare. Si riempiva piatti enormi e mangiava tutto in un sol boccone. Blaine si chiedeva come faceva a mangiare così tanto.

- Come lo sai?

- Le notizie girano in fretta, tra noi. – rispose Wes ed era vero. Soprattutto, quando si veniva rimproverati dal re, le notizie giravano in un lampo.

- Ho difeso Kurt. Un ragazzo lo stava spingendo. Non potevo sopportarlo. – rispose Blaine, sapendo già qual era la prossima domanda di Wes.

- È questo il problema di noi uccelli: dobbiamo osservare, ma non dobbiamo toccare. Rachel è così piena di problemi d’amore. A volte, vorrei aiutarla, ma non posso fare nulla. – spiegò Wes. Anche lui diceva tutto a Blaine. Gli aveva parlato diverse volte di Rachel, la ragazza che doveva controllare. Gli diceva che cantava bene come lui e gli raccontava tutti i suoi problemi.

- Che schifo di vita. – commentò Blaine, sedendosi al tavolo con gli altri uccelli e mangiò la sua cena.

- Kurt ne ha passate tante. Non è giusto che non possa aiutarlo.

- Potresti chiedere un consiglio al re. Lui saprà cosa dirti. – gli consigliò Wes. Blaine ci pensò un po’ su. Poi si convinse. Prese Wes per un braccio e lo trascinò con lui mormorando un “ho bisogno di te”.

Si presentò alla corte del re. Il re era molto gentile con tutti gli uccelli, ma quando si arrabbiava, diventava intrattabile. Però, sapeva anche dare ottimi consigli e aiutava chiunque si presentasse alla sua corte.

- Blaine, di nuovo qui? Come posso esserti utile? – chiese gentilmente il re. Blaine pensò un po’ alle parole da dire, senza sembrare inadeguato, ma poi preferì ciò che gli suggeriva il cuore.

I’m gonna make a change, for once in my life
It’s gonna feel real good, gonna make a difference

Gonna make it right…                     

As I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin’ my mind

I see the kids in the street, with not enough to eat
Who am I, to be blind?
Pretending not to see their needs

A summer’s disregard, a broken bottle top
And a one man’s soul

They follow each other on the wind ya’ know

 ‘Cause they got no where to go

That’s why I want you to know

I’m starting with the man in the mirror
I’m asking him to change his ways
And no message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make that change

I’m starting with the man in the mirror ([Wes:] Oh yeah)
I’m asking him to change his ways (change his ways)
And no message could have been any clearer (Ooh ooh)
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make a change (Come on!)

You got to get it right, when you got the time
‘Cause when you close your (You can’t), then you close your
(Your) mind!

I’m starting with the man in the mirror (Oh yeah)
I’m asking him to change his ways
And no message could have been any clearer (Ooh ooh)
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make that change

Stand up!
Stand up! (Make a change!)
Stand up!
Stand up!

Left, yourself now!

Man in the mirror!
(Ooh!)
(Ooh!) Ah aaah
(Ooh!) ah aaah
Make that change! (Stand up! Stand up!)
You know!
You Know!
You Know! (Man in the mirror!)
You Know!

Change!

Make that change.

 

Il re li applaudì entusiasta. Blaine era un ottimo cantante ed era bello se fosse andato lì solo per cantargli quella canzone, ma lui sapeva che non era lì per quello.

- Blaine, con questa canzone mi fai capire che vuoi aiutare qualcuno. – disse il re, guardando bene negli occhi Blaine. Era come se gli stesse urlando: cosa vuoi da me?

- Beh, ecco… Io vorrei aiutare Kurt. È un ragazzo fantastico, ma è sempre triste. Io voglio aiutarlo. – spiegò Blaine, tenendo lo sguardo basso. Aveva paura di incontrare lo sguardo del re.

- Sai, che non puoi farlo – iniziò il re e Blaine aveva già perso le speranze – ma tu sei un grand’uomo. Dopo che avrei scontato la tua punizione, ti permetterò di parlargli. Potrai dirgli qualsiasi cosa, ma non una parola sul nostro mondo. Potrai spiegargli chi sei, ma non potrei dirgli dove vivi. – spiegò il re. Blaine e Wes si scambiarono un’occhiata e si sorrisero.

- Grazie, signore. Le prometto, che renderò felice Kurt. – disse Blaine, saltellando via con Wes, mentre il re stava già osservando il futuro di Blaine.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Dedico questo capitolo alla mia cugina adorabile Marianna. So che non leggerai mai questa storia, ma ti voglio bene comunque (anche se sei Finchel.)

 

Durante quella settimana, Blaine non faceva altro che parlare a Wes di Kurt. Di come cantava bene, della sua pelle, del suo viso e Wes lo ascoltava pazientemente, mentre s’ingozzava con qualsiasi cosa si potesse mangiare.

La settimana passò in fretta e così anche la punizione di Blaine era finita. L’uccello si presentò dal re, che gli comunicò che la sua punizione era terminata e che poteva parlare a Kurt.

Blaine si sentiva privilegiato. Nessun uccello poteva parlare alla persona che gli era stata affidata, ma chissà per quale sconosciuto motivo, il re glielo aveva concesso. Però, preferì non pensarci. Stava per parlare con Kurt, cosa c’era di meglio?

Volò sulla terra, come di suo dovere. Si posò sul davanzale della finestra di Kurt e aspettò che si facessero le 7:30, l’ora a cui Kurt si svegliava.

Blaine decise di fargli una sorpresa, così s’intrufolò nella camera di Kurt e gli spense la sveglia, poi si posizionò, di nuovo, sulla finestra. Quando vide che l’orologio portava le 7:30, Blaine iniziò a cantare una melodia che aveva ascoltato sulla terra. Era una delle sue melodie preferite. Sembrava si chiamasse Teenage Dream.

Kurt si svegliò con quella dolce melodia, chiedendosi chi aveva cambiato la suoneria della sua sveglia. Ancora con gli occhi assonnati, si alzò dal letto.

Blaine lo trovava ancora più perfetto. Era carinissimo con i capelli arruffati. Di solito, aveva sempre i capelli pieni di lacca che gli mantenevano quel ciuffo perfetto.

L’uccello non smesse di cantare e Kurt stava letteralmente uscendo fuori di testa. Si accorse, solo dopo un po’, che c’era un uccello che stava cantando sul davanzale della sua finestra.

Riconobbe subito quell’uccello. Era l’uccello che lo aveva salvato da uno dei tanti spintoni di Karofsky. Si avvicinò con cautela, cercando di non farlo scappare, ma Blaine stava aspettando quel momento da una settimana e di certo non sarebbe volato via.

Il ragazzo, quando vide che Blaine non si allontanava, lo accarezzò. Kurt pensò che avesse delle piume stupende e morbidissime.

- Ciao. – esordì Blaine, facendo sobbalzare Kurt. Il ragazzo si allontanò in preda allo spavento e crollò sul letto, senza accorgersene.

- Non aver paura, Kurt. – continuò Blaine, con una tranquillità disarmante, come se fosse normale che un uccello parlasse. Kurt si alzò dal letto e si avvicinò lentamente a Blaine.

- Io sono Blaine. – disse Blaine. Kurt pensò che forse aveva delle allucinazioni molto reali, ma da come parlava quell’uccello non sembravano per niente allucinazioni. L’aveva perfino chiamato per nome.

- P-Piacere. – rispose Kurt, senza nient’altro da dire. In effetti, non sapeva cosa dire.

A un tratto, vide Blaine volargli davanti e si posò sul suo letto. Kurt sgranò gli occhi.

- Hai un letto morbidissimo, Kurt. – per quanto sembrasse assurdo, il suo nome pronunciato da quella voce aveva un altro effetto. In effetti, quella voce era bellissima. Dolce e sensuale allo stesso tempo.

- Grazie. Come conosci il mio nome? – chiese Kurt, tanto per chiedere, perché sapeva che non avrebbe risposto, ma si sbagliava. Blaine era educato.

- Io conosco molte cose di te. Quando sei nato, mi hanno affidato l’incarico di controllarti. – spiegò Kurt, anche se ci capì ben poco.

- Perché devi controllarmi? – chiese, di nuovo, Kurt, ma giustamente aveva un uccello sul letto che gli stava parlando. Aveva tutto il diritto di fare domande.

- A tutti gli uccelli del mondo sono affidate delle persone da controllare. Noi vi controlliamo per tutta la vostra vita e alla vostra morte decidiamo se mandarvi in Paradiso o all’Inferno. – spiegò Blaine. Kurt, stavolta, fu più attento e ci capì qualcosa in più. Stava per replicare, ma Blaine lo anticipò.

- So che non credi in Dio e non importa. Non sai le persone quanto si sbagliano, quando parlano di com’è il Paradiso o l’Inferno. – chiarì Blaine. Kurt spostò la testa su un lato con fare curioso.

- Ora tocca a me farti una domanda. – esordì Blaine. Per ora, voleva tagliare corto le domande di Kurt, perché non poteva rivelare molto del suo mondo. Il re glielo aveva detto bene.

- Perché sei sempre triste? – Kurt si stupì a quella domanda. Se lui doveva controllarlo, doveva seguirlo ovunque e bastava seguirlo per un giorno a scuola, per capire il perché della sua tristezza.

- Io sono gay. – gli facevano spesso quella domanda e lui rispondeva sempre in quel modo e tutti subito capivano. Ma Blaine non faceva parte di quei tutti.

- Lo so, ma non capisco dov’è il problema. – replicò Blaine innocentemente. Kurt sgranò gli occhi. Nessuno gli aveva mai risposto in quel modo. Di sicuro, Blaine era un uccello interessante.

- Qui in Ohio essere gay è un po’ come un peccato. – spiegò Kurt, ma Blaine non sembrò molto convinto.

- Perché? – Kurt si stupì, di nuovo. Quella domanda era davvero inaspettata.

- Non l’ho mai capito. – rispose Kurt. Blaine diventò un po’ triste, ma subito riacquistò la sua curiosità.

- Sei triste perché essere gay, qui è un peccato? – chiese Blaine. Kurt si stava davvero divertendo in quella conversazione. La curiosità e l’ingenuità di Blaine erano davvero carinissime.

- Sono triste perché le persone mi trattano male. – rispose Kurt. Blaine, inaspettatamente, iniziò a canticchiare una melodia molto familiare a Kurt. Quella era un’altra delle melodie preferite di Blaine. Perfect. Kurt sorrise. Era un bel gesto.

- Posso farti una domanda? – chiese Kurt. Blaine iniziò ad andare in panico, sperando che Kurt non gli chiedesse da dove venisse.

- S-Si.

- Perché mi parli solo ora? – chiese Kurt. Blaine tirò un sospiro di sollievo tra sé e sé. Iniziò a pensare a cosa rispondere e poi lo rispose.

- Ho avuto il permesso di parlarti solo una settimana fa, ma una settimana fa ero in punizione perché avevo aggredito quel tizio che ti stava spingendo. A noi uccelli non è permesso fare una cosa del genere. – Kurt non capì da chi aveva avuto quel permesso, ma capì perfettamente che l’aveva difeso, anche se non avrebbe potuto.

- Perché mi hai difeso, anche se non potevi? – Blaine gli sorrise, anche se da piccolo becco non si poteva vedere molto bene.

- Non sopporto le persone che fanno del male agli altri. – rispose Blaine. Kurt gli sorrise e andò ad accarezzarlo. Blaine chiuse i piccoli occhietti e si fece coccolare da quelle mani dolci.

- Sai, Blaine? Ti sono molto grato. Quel tizio mi fa del male tutti i giorni. È per questo che sono triste. – si confidò Kurt. Blaine aprì gli occhi e poté vedere delle piccole lacrime negli occhi di Kurt.

- In che senso, ti fa del male? – chiese Blaine, curioso di sapere cosa torturava quel ragazzo dolcissimo.

- Mi spintona sugli armadietti, mi getta nei cassonetti, mi getta granite in faccia. – spiegò Kurt, continuando ad accarezzare Blaine, ma l’uccello gli volò via. Volò per la stanza.

- Kurt, tu sei forte! Hai affrontato la morte di tua madre in un modo grandioso. Non puoi arrenderti. Devi affrontare quel ragazzo enorme! – gli disse Blaine. Kurt si chiese come sapeva della morte di sua madre, ma poi si ricordò che lui controllava.

- Come dovrei affrontarlo? – chiese Kurt. Come assurdo come pendeva dalle labbra di quell’uccello.

- Il pregiudizio nasce dall’ignoranza, Kurt. E questa è la tua occasione per insegnarlo a quel tipo. Affrontalo, anzi sfidalo tu. – Kurt stette in silenzio ad ascoltare quelle parole bellissime. Era facile dirlo, ma era difficile farlo.

- Non ti arrendere. Coraggio, Kurt.

 

Ciao

Salve! Ecco il nuovo capitolo. Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma mia nonna è venuta a mancare e ho avuto molti impegni.
Spero di essermi fatta perdonare con l’incontro tra Kurt e Blaine. Spero che vi sia piaciuto com’è piaciuto a me scriverlo.
Le parole che Blaine dice a Kurt non le ho volute cambiare, perché per me sono molto più che stupende e il mio cervello non sarebbe capace di crearne altre più belle.
Spero di rivedervi alla prossima.
Kekka Fox
:)

P.S.: Scusate se mi pubblicizzo da sola, ma vorrei presentarvi un’altra mia storia. Questa storia è molto triste e consiglio ai deboli di stomaco di non leggerla. Se siete interessati, eccola qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1086241&i=1  (primo capitolo)

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Kurt dopo aver parlato con Blaine, si decise a scendere in cucina per la colazione. Aveva fatto decisamente tardi e lui aveva bisogno di tempo per scegliere i vestiti, così Blaine per farsi perdonare lo aiutò. Kurt si disse che quell’uccello aveva un pessimo gusto nel vestire, ma apprezzava lo sforzo.

Kurt andò a scuola a piedi, per camminare con Blaine che lo riempiva di complimenti che lo facevano arrossire. Arrivati a scuola, Kurt salutò Blaine, che si addormentò nel cespuglio vicino all’entrata, è entrò a scuola.

 

Andò al suo armadietto o almeno, voleva andarci, perché appena entrato, fu ricoperto di granita. Ormai, era diventato il suo buongiorno quotidiano. Si asciugò gli occhi, che già bruciavano, e andò in bagno per cambiarsi.

 

Blaine, nel frattempo, per uno strano motivo non riusciva a dormire. Sognava in continuazione Kurt e poi si svegliava con la figura del ragazzo davanti agli occhi. Si svegliò definitivamente e volò un po’ intorno alla scuola. Si posò sul davanzale di una finestra e, casualmente, quella era la propria la finestra dell’aula di Kurt.

Il ragazzo lo vide e lo salutò. Blaine notò che era seduto vicino alla solita ragazza. Sapeva come si chiamava. Era Mercedes. Glielo aveva raccontato Jeff. Lui controllava quella ragazza. Diceva che era molto brava nel canto e lei si definiva una diva. Entrambi, si erano accorti che Kurt e Mercedes erano migliori amici e così si avvicinarono di più anche loro. Anche se, il migliore amico di Blaine rimaneva, comunque, Wes.

- Kurt, chi saluti? – chiese la ragazza, guardando fuori la finestra. Vide solo un uccello, a suo parere troppo piccolo, e si rivolse di nuovo a Kurt, che stava fissando il quaderno con gli appunti.

- È una lunga storia, ma non so se posso raccontartela. – rispose il ragazzo, rimanendo vago. Mercedes s’incuriosì ancora di più, ma preferì lasciar perdere. Aveva già notato, che Kurt era diventato pensieroso dopo quella granita.

 

Mentre Blaine cercava di dormire, Kurt vagava per i corridoi del McKinley alla ricerca di Rachel Berry. Non riusciva a trovarla in nessun modo, così decise di uscire un po’ in cortile. Non aveva per niente voglia della prossima lezione.

Vide un piccolo uccello disteso a terra, che si contorceva nel sonno e non poté far a meno di sorridere, quando capì che era Blaine. S’inginocchiò davanti a lui e lo accarezzò.

- Oddio, cos’è successo? Dove mi trovo? Salvatemi! – Kurt non poté far a meno di ridere a quel discorso senza senso di Blaine.

- Blaine, non è successo niente. Sei sul pianeta Terra e nessuno deve salvarti. – gli spiegò, ridendo, Kurt. Blaine scosse la testa e si riprese subito, appena vide Kurt.

- Scusa, lo faccio sempre quando mi svegliano all’improvviso. – spiegò l’uccello. Blaine lo osservava con attenzione, per poi parlare.

- Non avevi un’altra maglia stamattina? – chiese Blaine con interesse. Kurt si guardò e poi rispose.

- Oh, questa? Granitata del buongiorno. – rispose con tranquillità Kurt, come se fosse normale una granitata del buongiorno.

- Lo hai affrontato? – gli chiese Blaine serio.

- Non era lui. – mentì.

 

A un tratto, sentirono delle urla stizzite e Kurt riconobbe subito a chi appartenevano. Rachel Berry. Disse a Blaine di seguirlo e andarono nel parcheggio della scuola. C’era la squadra di football pronta a gettare Rachel nel cassonetto. C’era anche Dave.

Kurt avrebbe voluto difendere la sua amica, ma aveva troppa paura. Blaine, invece, era coraggioso e non sopportava vedere persone che facevano del male alle altre, così volò verso quei ragazzi.

- Blaine, no! Non puoi farlo! – urlò Kurt, ma Blaine non lo ascoltò minimamente. Si rese conto, che se avesse attaccato quei ragazzi avrebbe avuto un’altra settimana o più di punizione, così si limitò a voltare tra di loro.

I ragazzi infastiditi fecero cadere la ragazza a terra e cercavano di scacciare Blaine, ma l’uccello, pur essendo piccolo, dava abbastanza fastidio, così i ragazzi scapparono via.

Kurt corse ad aiutare Rachel, che era caduta a terra con forza.

- Rach, stai bene? – chiese Kurt preoccupato, mentre Blaine si posava sulla spalla del ragazzo.

- Tutto ok. Ah, grazie. – Kurt l’aiutò a rialzarsi e le sorrise.

- Non ringraziare me. Ringrazia Blaine. – le disse il ragazzo, indicando l’uccello che si era posato sulla sua spalla. La ragazza s’incuriosì.

- Ehm... Grazie, Blaine. Non ti avevo mai visto prima. – rispose la ragazza, guardando incuriosita Blaine. Cercò di accarezzarlo e Blaine la lasciò fare. Gli piacevano tutte quelle coccole.

- Me l’ha regalato mio padre, ieri. Non mi ha voluto dire il perché, però. – mentì Kurt, scambiandosi un’occhiata con Blaine.

- Ok. Andiamo. C’è il Glee. Perché, non fai venire anche Blaine? – chiese Rachel, iniziando a incamminarsi verso la scuola.

- Non credo si possono portare animali nella scuola. Blaine mi aspetterà fuori la scuola, vero? – disse Kurt, accarezzando l’uccello che annuiva felice.

- Wow, è intelligente. A dopo, Blaine. – disse Rachel, mentre Blaine volò via dalla spalla di Kurt.

 

Rachel andò in bagno, mentre Kurt la aspettava vicino a un armadietto. Sbruffò e pensò alle parole che gli aveva detto Blaine, la mattina.

I suoi pensieri, però, furono interrotti da Dave che lo incastrò completamente vicino all’armadietto con una spinta. Kurt pensò alle parole di Blaine, coraggio, e inspirò.

- Ehi, Dave. – esordì Kurt, facendo voltare il giocatore di football, che si avvicinò.

- Come ti permetti di parlarmi? – gli ringhiò contro Dave.

- Si può sapere, perché ce l’hai con me? Cosa diavolo ti ho fatto? – chiese Kurt, alzando il tono. Dave già preparò un pugno.

- Stai zitto! – gli sputò contro, prima di ricevere un pugno in pieno stomaco.

Kurt crollò a terra, mentre Dave si allontanava. Nessuno si degnava di aiutarlo, prima che Rachel uscisse dal bagno.

- Oddio, Kurt cos’hai? – chiese la ragazza, preoccupata.

- A-Aiutami. – gli rispose Kurt. Rachel lo aiutò a rialzarsi, ma il ragazzo si teneva lo stomaco.

- Cos’è successo? – gli richiese la ragazza.

- Poi ti spiego. Andiamo al Glee, ora. È tardi.

 

Ciao

 

Salve! Allora eccomi ritornato con questo capitolo. Vi prego non odiatemi, per quello cha ha fatto Dave a Kurt. Vi dico solo, che grazie a quest’episodio Kurt e Blaine si avvicineranno.

Ci tengo a precisare che in questa storia Dave non è come nel tf. Dave è davvero cattivo e ce l’ha con Kurt perché è gay.

Ok. Ci vediamo alla prossima. Ringrazio chi ha messo nelle preferite/seguite e quell’anima fantastica di KlainerAnna che recensisce.

A presto.

Baci

Kekka Fox :)

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Blaine volò intorno alla scuola, cercando l’aula dove si svolgeva quello che Rachel aveva chiamato “il Glee”. Non sapeva minimamente di cosa si trattasse, ma voleva solo assistere alla lezione di Kurt, visto che non riusciva a dormire.

Volò per un bel po’, fino a quando non vide Kurt e Rachel entrare in aula. C’era qualcosa di strano, però. Kurt si teneva lo stomaco e un signore, pieno di ricci come lui, che parlava al ragazzo.

Non l’aveva ancora notato, ma la finestra dell’aula era aperta, così s’intrufolò nell’aula. Volò tra i ragazzi, che all’inizio si spaventarono, e volò sulla spalla di Kurt.

- Ma lui è Blaine! – urlò Rachel, osservando il piccolo uccello che si era posato su Kurt.

Tutti i ragazzi la guardarono curiosi.

- Chi è Blaine? – chiese una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi penetranti. Blaine sbatté un po’ le ali, per attirare l’attenzione su di sé. Gli piaceva sentirsi al centro delle attenzione.

- È il mio uccello, non vi preoccupate. È innocuo. – spiegò Kurt, lanciando un’occhiata a Blaine. Gli sussurrò nelle minuscole orecchie un “cosa diavolo ci fai qui?”.

- Mi sono preoccupato per te. Cos’è successo? – gli sussurrò Blaine, in un modo impercettibile. Kurt la guardò male e scosse la testa.

- Non credo che si possano portare animali a scuola, ma lui mi ha seguito. Sarà entrato dalla finestra. – spiegò Kurt, mentre Blaine annuiva sorridente.

- È molto intelligente, a quanto pare. – commentò quella ragazza, che Kurt chiamava Quinn. Rachel annuì, mentre il professore diceva che poteva farlo rimanere in aula, se voleva.

Kurt si sedette vicino a Rachel, mentre un’altra ragazza dai capelli biondi, ma con gli occhi azzurri, accarezzava Blaine.

L’uccello assistette a tutta la lezione. Scoprì, che come diceva Wes, Rachel era un vero talento nel canto, ma, secondo il suo parere, nessuno era più bravo di Kurt. Anche Mercedes era molto brava e lo stesso era una ragazza ispanica, che sembrava si chiamasse Santana.

- Perché non canti anche tu? Sei bravissimo. – sussurrò Blaine, nell’orecchio di Kurt. Il ragazzo gli scoccò un’occhiata e poi alzò la mano.

- Professor Schuster, anch’io ho una canzone da cantare oggi. – esordì Kurt. Il professore gli lasciò la stanza per lui e la musica partì. (http://www.youtube.com/watch?v=WfvVJZ8Po9U)

Comin’ home used to feel so good
I’m a stranger now in my neighborhood
I’ve seen the world at a faster pace
And I’m comin’ now from a diff’rent place
Though I may look the same way to you
Underneath there is somebody new
I am not
The boy next door
I don’t belong
Like I did before
Nothin’ ever seems like it used to be
You can have your dreams, but you can’t have me
Oh, I can’t come back there anymore
‘Cause I am not the boy next door
You’ve been savin’ those souvenirs,
Faded photographs from our foolish years
We made plans, but they’re wearin’ thin
And they don’t work out ’cause I don’t fit in
And those mem’ries will just weigh me down
‘Cause I got no place to keep ‘em uptown
I am not
The boy next door
I don’t belong
Like I did before
Nothin’ ever seems like it used to be
You can have your dreams, but you can’t have me
Oh, I can’t go back there anymore
‘Cause I am not the boy next door, uh!
I’m not sorry for just bein’ me
But if you’d look past the past you could see
That I am not (I am not the boy next door)
Nothin’ ever seems like it used to be
You can have your dreams, oh, but you can’t have me
I can’t go back there anymore
‘Cause I am not (You are not)
I am not (You are not)
I am not the boy next door

 

Tutti i ragazzi del Glee lo applaudivano, compreso il professore. Blaine, che si era appoggiato sulla sedia vuota di Kurt, cinguettò, facendo sorridere Kurt e i ragazzi nell’aula.

- Sei stato bravissimo, Kurt! – lo elogiò il professore e Kurt fece un piccolo inchino, sedendosi sulla sedia e facendo salire Blaine sulla sua spalla.

- Grazie. Sapete che anche Blaine è bravissimo? Mi ha cinguettato qualche melodia ed è fantastico. – disse Kurt, facendo l’occhiolino all’uccello, che si sentiva di fuoco in quel momento.

- Facci sentire qualcosa. – disse un ragazzo con una cresta e l’aria un po’ annoiata.

Blaine ispirò fortemente e dopo un incoraggiamento di Kurt, canticchiò la sua melodia preferita. La sveglia di Kurt. Continuò fino alla fine della canzone e i ragazzi si meravigliarono di come conoscesse tutta la melodia preferita.

Alla fine, lo applaudirono. Sembrava una stupidaggine, ma Blaine era stato davvero bravo e si godette il suono di quegli applausi.

- Sei stato bravissimo. – gli sussurrò Kurt, accarezzandolo e in quel momento, per Blaine, non esisteva niente, oltre le carezze del ragazzo accanto a lui.

 

Ciao

Salve a tutti!! Ecco il nuovo capitolo. Questo è più un capitolo di passaggio, dove Blaine e Kurt si avvicinano. Dal prossimo capitolo, s’inizierà a parlare dei veri problemi.

Vi è piaciuta di The Boy The Next Door? Io amo quella canzone e ancora non riesco a capire, come cavolo è passato per la mente ai RIB, di far entrare Rachel e non Kurt alla NYADA.

Avete letto il titolo della 4x01? Si chiamerà *rullo di tamburi* The New Rachel!! Yheeee. Ma come sono contenta di rivedere il Rachel Berry Show, mi era mancato. *inserire sarcasmo qui*

No, davvero spero solo che la quarta stagione si concentri di più sui nuovi arrivi e non solo su Rachel, ma dagli spoiler si capisce solo il contrario.

Ok. Ora basta lamenti.

Potassio, Iodio, Zolfo, Zolfo. (avete capito? xD non vi preoccupate, è una bella cosa)

Kekka Fox J

P.S.: questo è l’uccello che rappresenta Blaine (non è carinissimo? *_*)

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3b/Regulus_regulus_60North_cropped.jpg

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


L’ora del Glee era, ormai, passata e Kurt stava tornando a casa con Rachel, che sparlava cose senza senso su Barbra, e con Blaine che se ne stava tranquillo sulla sua spalla. Kurt e Blaine si scambiavano occhiate annoiate e l’uccello, per distrarre un po’ Kurt da Rachel, gli canticchiò qualche melodia.

Kurt si meravigliò di come quell’uccello conoscesse ogni suo pensiero. Cioè, lo aveva controllato per diciassette anni, ma era come se lo leggesse nel pensiero. In più, era molto gentile e difendeva chiunque si trovasse in pericolo. Aveva difeso Rachel e, anche  se non poteva, aveva difeso anche Kurt.

- Kurt? Kurt, mi stai ascoltando? – Rachel disturbò il corso dei suoi pensieri. Scosse la testa, per ritornare dal mondo dei pensieri e osservò la ragazza.

- Scusa, mi ero un po’ distratto. Sono un po’ stanco. – cercò di giustificarsi Kurt, ma Blaine, a differenza di Rachel, sapeva che c’era qualcosa che non andava. Doveva fare una bella chiacchierata con Mr sono-un-po’-stanco.

 

Kurt salutò Rachel e si diresse verso casa sua. Kurt si sentiva davvero stanco. Era successo anche troppo quel giorno. La granita, il pugno. Quello faceva ancora un po’ male. Si accorse di essere ritornato di nuovo nel mondo dei pensieri e si chiese cosa gli succedeva quel giorno.

- Ti aspetto in camera tua. – gli disse Blaine, improvvisamente, volando via da Kurt. Il ragazzo non si era nemmeno accorto di essere arrivato a casa.

La sua mente era molto occupata, quel giorno. Da quando era arrivato a scuola, non pensava a nulla oltre che a Blaine. Era un uccello speciale. Lo aiutava, lo confortava, gli cantava melodie incoraggianti, gli aveva detto coraggio. Quella parola era molto importante per Kurt. Lui ne aveva davvero bisogno di coraggio, per andare avanti ogni giorno.

E Blaine gliene aveva dato. Aveva scombussolato la sua vita in un solo giorno. Gli aveva dato il coraggio di affrontare Dave e la sua violenza. Gli era davvero grato e non aveva senso mentirgli, così prese la decisione di raccontargli di ciò che era successo a scuola.

Entrò in casa, salutò Finn, che era tornato a casa con la macchina di Noah, prese un po’ di latte, dei biscotti per Blaine e andò in camera sua. Trovò Blaine sul davanzale della finestra. Sembrava infreddolito. Beh, con quel freddo. Aprì la finestra e Blaine volò nella stanza.

- Oh, cavolo. Che freddo. – disse l’uccello tremante. Kurt lo accarezzò e gli poggiò una copertina sulla schiena. Blaine lo ringraziò e Kurt gli porse i biscotti che aveva preso per lui. Blaine sembrava molto affamato, infatti, mangiò tutti i biscotti in un battibaleno.

- Allora, Mr sono-un-po’-stanco, com’è andata la giornata? – domandò Blaine divertito, mentre guardava il ragazzo fare zapping. Kurt gli fece una smorfia e prese un biscotto dal piatto.

- Dovresti saperlo, visto che ti sei infilato nell’aula canto, senza chiedermelo. – rispose Kurt. Faceva il finto arrabbiato quando era a disagio e Blaine lo sapeva. Blaine sapeva tutto di lui.

- Ero preoccupato per te. Ti tenevi lo stomaco. Ti faceva male? – chiese l’uccello davvero preoccupato. Kurt lo guardò e spense la tv. Si voltò completamente verso di lui e incrociò le gambe.

- Mi prometti di non dirlo a nessuno? – chiese Kurt, con uno sguardo serio. Blaine lo osservò un po’ e poi annuì, mordendo con il suo piccolo becco un biscotto.

- Ho affrontato quel ragazzo, come mi hai detto da fare. – a Blaine s’illuminarono i piccoli occhietti – Mi ha… dato un pugno… nello stomaco. – confessò Kurt. L’uccello abbassò lo sguardo, pensando che era colpa sua. Gli aveva suggerito lui di affrontarlo e aveva finito per farlo soffrire ancora di più.

- Kurt… mi dispiace. Io-Io non volevo questo. Te lo giuro. Mi dispiace, è tutta colpa mia- - Kurt gli bloccò il becco, per fargli finire quel delirio senza senso. Solo quando Blaine finì di boccheggiare, lo liberò.

- Non è colpa tua. Mi hai dato solo il coraggio di fare ciò che ero troppo vigliacco per fare. Te ne sono grato. – gli rispose il ragazzo. Kurt vide una minuscola lacrimuccia scendere lungo la guancia di Blaine e non poté far a meno di intenerirsi. Lo accarezzò dolcemente e gli baciò la testa.

- Sei proprio un uccello speciale, Blaine. Ti voglio bene.

- Ti voglio bene, anch’io.

Passarono la serata a chiacchierare a guardare la tv. Kurt scoprì che Blaine amava i musical, come lui, e la disco music (scelta pessima, per Kurt). Aveva un amore sconfinato per i papillon e i gilet e che nutriva una forte passione per cantanti che lui aveva chiamato Punk e Kity*. Aveva scoperto le sue melodie preferite e le avevano canticchiate insieme.

Quando iniziava a fare notte, Blaine cinguettò una specie di ninna-nanna a Kurt e volò, verso il lato oscuro della luna, dove era pronto a fare una bella ramanzina a Wes, per non aver difeso Rachel quando ne aveva bisogno.

Blaine non sapeva che gli spettava un futuro difficile e stupendo allo stesso tempo.

 

* Punk e Kity, in realtà, sarebbero P!nk e Katy  Perry. Blaine è un piccolo uccellino e non conosce tutti i nomi delle cantanti.

 

Ciao

Salve a tutti! Scusate per il ritardo, ma sono stata molto impegnata. Piscina, Glee, Giffoni. Troppe cose.

Allora, ecco il nuovo capitolo. Scusatemi, se è terribilmente corto, ma è un altro piccolo capitolo di passaggio. Dal prossimo, Dave farà davvero del male a Kurt e Blaine non potrà di certo perdonarglielo. Ok, ora basta, altrimenti spoilero troppo

Ringrazio ancora molto, chi legge, segue, preferisce e, soprattutto, a chi recensisce. Grazie davvero tanto.

Baci baci

Kekka Fox :)

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Note: la parte in corsivo blu è la parte raccontata da Kurt, quella in corsivo nero è la parte raccontata da Blaine e quella nera normale è quella raccontata dall’autrice, cioè io.

Era bello passare del tempo con Blaine. Aveva i miei stessi interessi (a parte la moda, in cui lui era un disastro) e ci piaceva prenderci in giro per i nostri difetti (e credetemi lui ne aveva parecchi). Avevamo la serata a chiacchierare e a guardare i film Disney che, stranamente, lui adorava da impazzire. Mi chiesi, dove l’avesse mai visti.

Mi aveva perfino cinguettato una melodia, per farmi addormentare e poi era volta chissà dove. Però, non riuscivo a dormire quella notte. Mi compariva davanti la figura di un ragazzo dai capelli ricci e scuri e con degli occhi molto simili a quelli di Blaine. Mi chiesi chi fosse questo ragazzo, che non avevo mai visto.

Così passai la nottata a farmi domande su ciò che era successo nelle mie ultime ventiquattro ore. Un uccello parlante mi era volato in camera sconvolgendo la mia vita. Sempre quest’uccello aveva Rachel da un cassonetto bello pronto per lei, così come aveva fatto con me una settimana fa, anche se non avrebbe potuto.

Decisi che dovevo distrarmi e così presi il mio Ipod, le mie cuffie e la mia ultima rivista di Vogue, che non avevo ancora letto. Vidi un papillon sulla rivista e la mia mente mi portò immediatamente a Blaine. Da quanto avevo capito, lui amava i papillon. Quella mattina aveva cercato in tutti i modi di farmene mettere uno e ci era anche riuscito.

A un tratto, nella pagina del giornale si creò una specie di vortice che risucchiò tutto le immagini e le scritte. Non rimase più nessuna scritta, ma solo la faccia del ragazzo dei miei sogni. Chiusi gli occhi e scossi la testa. Quando riaprii gli occhi, tutto era ritornato come prima. Era ufficiale. Avevo bisogno di un bicchiere d’acqua.

Scesi in cucina. Era tutto buio e mi meravigliai di non trovare Finn a mangiucchiare qualcosa. Purtroppo, la mia meraviglia fu subito stroncata, perché Finn stava mangiando in salotto, davanti alla Tv. Non avevo scelta, che sedermi accanto a lui, visto che non riuscivo a dormire.

- Che ci fai qui? – mi chiese. Avrei dovuto fargliela io quella domanda, visto che lui stava mangiando una busta di patatine davanti alla Tv, ma già sapevo che era tempo perso, così decisi di rispondere normalmente.

- Non riesco a dormire. E tu? – domanda stupida. Si vedeva cosa stava facendo. Forse, Blaine stava iniziando a fondermi il cervello. Di nuovo lui. Perché diavolo non riesco a dimenticarlo?

- Io qui ci vengo ogni sera. – mi rispose, porgendomi il pacco di patatine. Io lo fulminai con gli occhi, ovvio. Non avrei mai mangiato quella roba. Pensavo l’avesse imparato, ma è ovvio che Finn non impara mai niente.

- Finn?

- Mmm? – mormorò nel buio, continuando a guardare la Tv.

Sospirai. Mi era venuta in mente una domanda, ma l’unico a cui potevo porgerla era Finn. Sapevo già che mi avrebbe dato una risposta stupida, ma tentare non nuoce, no?

- Ti è mai capitato di non riuscire a dormire, perché hai sempre davanti la figura di una ragazza che non hai nemmeno mai visto? – ok. Aspettiamo la risposta stupida. Finn continuava a guardare la Tv e questo mi stava facendo un po’ innervosire.

- Ti sta capitando con un ragazzo? – mi chiese, voltandosi verso di me. Ah, finalmente ti sei accorto di me, Finn.

- Si.

- No, non mi è mai capitato.

Bel colpo Finn, davvero. Ok, ora ho svelato un segreto a mio fratello. Sono nei guai! Ok, Kurt. Calma. Puoi sempre trarne vantaggio.

- Secondo te, cosa potrebbe significare? – come diavolo mi è venuto in mente di fare questa domanda?! Ok. Vediamo cosa mi risponde. Ho proprio bisogno di dormire.

- Forse, lo conoscerai presto. – bella risposta. Come ti è venuta in mente? Gli sorrisi, annuendo e mi alzai. Lo salutai e m’infilai nel letto per quelle pochissime ore di sonno che mi erano rimaste. Ero sicuro che il mattino dopo, avrei avuto delle occhiaie che mi avrebbero rovinato. Tutta colpa di un tizio che non avevo nemmeno mai visto.

****

Guardai Wes mangiare qualsiasi cosa, come ogni sera, mentre io non riuscivo a mangiare nulla. Avevo lo stomaco chiuso, senza sapere nemmeno il perché. Una cosa, però, la sapevo. Wes si meritava una bella ramanzina.

Rachel stava per andare a finire in un cassonetto e lui non aveva fatto un bel niente. Questo davvero non se la poteva giustificare.

- Amico, cosa c’è? – mi chiese, come se nulla fosse. Davvero, come poteva non fregargliene nulla di ciò che stavano facendo alla sua protetta.

- Niente. – risposi, ma era più che chiaro che c’era qualcosa che non andava. Infatti, lui mi osservò stranito.

- Non parli da quando sei tornato e ciò è strano, visto che parli in continuazione. – replicò. Lo presi un po’ come un’offesa, ma cercai di non pensarci. Dopotutto, Wes me lo ripeteva in continuazione.

- Beh, non parlo, perché forse dovresti essere tu quello che dovrebbe parlare? – chiesi, ironico. Lui mi guardò stranito e sapevo già quale sarebbe stata la sua prossima domanda. “Sei ubriaco?” Me lo diceva sempre, ogni volta che non capiva. – No, non sono ubriaco. – lo anticipai.

- Non capisco. – mi disse lui. Io sospirai.

- Rachel! – lui continuava a non capire – Quel ragazzo mastodontico la stava gettando in un cassonetto e tu non hai fatto nulla per fermarlo. – gli spiegai. Lui sospirò e scosse la testa. Stavolta, ero io quello che non capiva.

- Blaine, non possiamo farlo, capisci? Ci è proibito affrontare gli umani, lo sai. - mi disse. Io scossi la testa. Non era una giustificazione valida. Come poteva lasciare che la sua protetta finisse in un cassonetto dell’immondizia?

- Lo so, ma avresti potuto fare qualsiasi cosa. Come ho fatto io. – gli risposi io, ma mi accorsi che lui non mi prestava attenzione, ma guardava alle mie spalle.

- Non l’ho fatto per lo stesso motivo, per cui Trent si sta dirigendo verso di te. – mi voltai e vidi Trent che stava per venire verso di me. Trent era il servitore del re e ogni volta che veniva da uno di noi, significava che il re ci voleva a corte.

Non diedi neanche il tempo a Trent di avvicinarsi, che mi alzai e andai io verso di lui. Lui mi cinse le spalle con un braccio e mi accompagnò dal re, come suo dovere. Stavolta, ero anche stato attento a non fare davvero del male a quel ragazzo.

Arrivammo, ma il re non sembrava arrabbiato.

- Eccomi, Signore. – dissi io, facendo un inchino. Non era pronto a un’altra settimana lontano da Kurt. Ora, che mi ero abituato a stare con lui.

- Allora, Blaine? Com’è andato il tuo primo giorno con Kurt? – questa domanda mi stupì. Mi aspettavo un rimprovero, ma non era arrivato. Forse, il re non voleva punirmi. Cosa strana, perché era la seconda volta che violavo il regolamento.

- B-Bene, credo. – risposi, ansioso. Non sapevo cosa aspettarmi.

- So che hai attaccato di nuovo quel ragazzo. – eccolo il rimprovero. Come potevo credere che me l’avrebbe fatta passare liscia? Sospirai e annui, pronto a una nuova punizione. Forse, dovevo stare a sentire Wes, una volta tanto.

- Perché lo fai? – mi chiese. Il re, stavolta, mi stava davvero stupendo. Non ci aveva mai girato attorno quando doveva rimproverare qualcuno, ma con me lo stava facendo e ciò non fece che aumentare la mia ansia.

- In che senso?

- Gli altri non proteggono i loro protetti o i protetti degli altri. Tu perché lo fai? Cosa ci guadagni? – mi chiese. Io boccheggiai per qualche secondo. Non sapevo cosa rispondere. Cosa ci guadagnavo a proteggere gli umani?

- Non lo so. È solo che non sopporto vedere le persone soffrire. – risposi. Infondo, era la verità. Non sopportavo vedere le persone soffrire, specialmente a causa di altre persone. Lui mi guardò e mi sorrise.

- Sei davvero un bravo ragazzo. Puoi andare. – mi disse, facendomi un segno con la mano. Pensai di star sognando. Avevo violato il regolamento per la seconda volta e il re non aveva fatto nulla.

Decisi che era meglio fare come aveva detto e andai via, nella confusione più totale.

****

Il mattino arrivò troppo in fretta, per Kurt, che si era addormentato da sole poche ore. Si svegliò con la vera sveglia, quella mattina. Si guardò intorno in cerca di Blaine, ma di quel piccolo uccellino non ce ne era traccia. Fece un sorriso amaro e scese in cucina. C’era Finn, con cui si scambiò un’occhiata complice, e Carole che prendevano un caffè.

- Dov’è papà? – chiese Kurt, guardandosi intorno. Di sicuro, non era ancora a letto. Non era da Burt Hummel dormire fino a tardi. Se era uscito senza fare colazione, allora gliel’avrebbe portata lui.

- È uscito presto, stamattina. Ma non ti preoccupare, ha fatto colazione. – disse Carole, anticipandolo. Finn ridacchiò, meritandosi uno scappellotto da Kurt.

Kurt annuì e si preparò la sua colazione.

****

Era strano andare a scuola, quella mattina. Forse, Kurt si era già abituato ad andare a scuola con Blaine. Non l’aveva ancora visto e si guardava continuamente intorno, per cercare di vederlo. “Forse, ha avuto un’altra punizione e deve starmi lontano un’altra settimana” pensò Kurt.

- Ehi, che fai? Vai a scuola, senza di me? – Kurt sentì LA voce e si guardò intorno. All’improvviso, vide Blaine poggiarsi sulla spalla. Gli sorrise e lo accarezzò.

- Sei tu che non sei venuto da me. – si giustificò Kurt. Blaine fece uno sguardo colpevole e si strusciò contro il collo di Kurt, per farsi perdonare e ci riuscì anche.

- Ho capito. Hai fatto tardi. – disse Kurt, meritandosi un sorriso soddisfatto di Blaine.

****

Arrivarono a scuola e i due si separarono come il giorno precedente. Blaine volò sulla scuola, mentre Kurt si diresse all’interno della scuola. Beh, quello almeno era il suo intento, visto che fu fermato da una granita giusto in faccia.

Quella mattina, però, non ci fu solo la granita ma Dave gli lanciò anche un pugno dritto nello stomaco, che fece precipitare Kurt al suolo. Questo non fece altro, che aumentare la sete di sangue di Dave che iniziò a prenderlo a calci ovunque, insultandolo.

Blaine, in cielo, sgranò i piccoli occhietti. Non poteva permettere che Dave facesse del male in quel modo a Kurt, ma un piccolo uccello non poteva fargli davvero del male. Atterrò sull’asfalto e si trasformò in uomo.

Dave si distrasse alla vista di questo nuovo ragazzo, sbucato dal nulla. Ma non ebbe il tempo di riflettere, che gli arrivò un pugno dritto sul naso. Kurt sgranò gli occhi alla vista di quel ragazzo dagli occhi caramello e i capelli ricci. Proprio, come quello che gli appariva davanti ogni volta che chiudeva gli occhi.

Dave si riprese e tirò un pugno al ragazzo, che lo scansò e gli diede un altro pugno, stavolta sotto la mascella.

- Non ti permettere di fargli più del male! – urlò il ragazzo, mentre Dave lo guardò stranito e scappò via.

Il ragazzo diede una mano a Kurt ad alzarsi, che era ancora stordito da ciò che era successo. O aveva le allucinazioni o Blaine si era trasformato nel ragazzo che aveva sognato la notte.

- Chi sei? – chiese Kurt e il ragazzo boccheggiò un po’, senza sapere cosa dire.

 

Ciao

 

Salve a tutti!!! Come ve la passate e Klainer miei?!! Ve la state spassando!!!

Ok, è ufficiale. La Klaine Box Scene mi ha dato alla testa. Ma avete visto quanto è tenera quella scena? No, davvero, ma è stupenda!! *_* L’ho vista circa cinquanta volte da stamattina. I love it!!!

Ok, Francesca. Calma e respira!

Eccomi ritornata dal mio sclero. Scusate per prima, ma era il mio alter ego Klainer. Da stamattina, ha preso il sopravvento su di me.

Allora? Vi è piaciuto questo capitolo? Vi anticipo che Blaine si sta cacciando un bel guaio, ma molto grande. Vabbè, ma l’ha fatto per il bene di Kurt, no? Possiamo perdonargliela e poi è così tenero. Con quegli occhi da cucciolo scintillanti, quando vede Kurt.

Scusate, di nuovo il mio alter ego.

Ok. Beh, alla prossima. Fatemi sapere cosa ne pensate di questi capitoli. Mi raccomando. Ah, a proposito. Ringrazio chi recensisce, segue e ha messo tra i preferiti. Siete davvero fantastici, vi amo tutti!!

Ok, ora sparisco. Oggi, voglio salutarvi con una promessa speciale.

I promes you to always love you. 
To defend you even if I know you're wrong. 
To surprise you. 
To always pick up your call no matter what I'm doing. 
To bake you cookies at least twice a year and to kiss you whenever 

and where ever you want. 

But mostly to make sure that you always remember how perfectly imperfect you are.

Klaine is fuckin perfect, bitches!

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Questo capitolo è dedicato a Fiorenza, che mi dà idee e mi supporta, nonostante non sia una Gleek.

Ti voglio un mondo di bene. Sei il Kurt del mio Blaine.

 

- Chi sei? – chiese Kurt di fronte al ragazzo che lo aveva salvato da Dave. Non sapeva se ci aveva visto giusto, ma sembrava proprio quel ragazzo era Blaine. Un bel ragazzo, soprattutto.

Blaine boccheggiò, senza sapere cosa dire. Aveva combinato un bel guaio. Come la spiegava quella? Aveva perso completamente il controllo e si era trasformato in uomo senza pensare. Ora, era destinato a diventare un inutile buco nero.

- Io… - Kurt lo osservò attento, cercando di capire qualcosa su quello che era successo. Dave era fuggito senza dir parola, questo era chiaro. Era stato salvato da un ragazzo che nemmeno conosceva, ma che gli appariva davanti agli occhi ogni volta che li chiudeva. Questo non era chiaro.

A un tratto, il cielo divenne scuro e un vortice scese dal cielo, abbattendosi violentemente sul ragazzo. Lui non sembrava molto sorprese. Il vortice ritornò nel cielo e non c’era più nessuno. Kurt rimase scioccato. Il cielo ritornò sereno e tutto sembrava essere tornato come prima.

- Kurt! – Kurt si sentì chiamare, ma non aveva minimamente intenzione di voltarsi. Aveva inchiodato gli occhi nel punto preciso in cui era scomparso il vortice. Sentì una mano poggiarsi sulla spalla, ma non si mosse.

- Kurt, stai bene? – chiese Rachel. Era possibile che nessuno avesse visto nulla? Kurt si voltò di scatto verso la sua amica, facendola sobbalzare.

- Tu-Tu non hai visto nulla? – chiese Kurt, osservando la sua amica che lo guardava stranito. Com’era possibile che lo avesse visto solo lui?

- No. Perché cos’è successo qualcosa? – chiese Rachel curiosa, come al solito. Kurt rivolse di nuovo lo sguardo al cielo, come se guardandolo potesse capirci qualcosa. Abbassò lo sguardo su Rachel e le sorrise.

- Nulla, non preoccuparti. Andiamo. – disse Kurt. Camminò con Rachel verso la porta principale. Guardò di nuovo il cielo, ma nulla.

****

Blaine si aspettava tutto quello e, sinceramente, aveva una paura folle. Non voleva diventare un buco nero, ma aveva inviolato una regola. La regola più fondamentale di tutte e si meritava la punizione giusta.

Si presentò davanti al re, che sembrò più calmo del solito. Si stava preparando mentalmente un modo per poter chiedere al re, di salutare i suoi amici. Già gli mancava Wes.

- Blaine, di nuovo tu. – Blaine abbassò lo sguardo. Non sapeva davvero cosa dire. Non aveva giustificazione per quello che aveva fatto. Non solo aveva aggredito un umano, ma si era perfino trasformato in uomo.

- Hai violato la regola di vita. Sai cosa significa? – chiese il re e Blaine lo sapeva bene. Questa volta non aveva scusanti.

- Lo so. Mi scusi, Signore. So che non ho scusanti e vorrei solo salutare i miei amici, se possibile. – disse Blaine, mantenendo lo sguardo basso. Non aveva il coraggio di guardare quell’uccello grande e maestoso negli occhi.

- Perché vorresti salutare i tuoi amici? – e quella domanda lo spiazzò di sicuro. Era una specie di negazione o gli stava dicendo che non doveva trasformarlo in un buco nero?

- Blaine, dovrei trasformarti in un buco nero. È questa la regola. – Blaine alzò gli occhi, per la prima volta, e annuì – Tu non sai che io ho la capacità di leggere il destino delle persone. – Blaine sgranò gli occhi. Quella non la sapeva.

- Tu, figliolo, hai un destino particolare che io non posso cambiare. Anch’io sto violando una regola ora, per questo ti chiedo di non dire a nessuno che ti ho lasciato andare. – sul volto di Blaine si scavò un sorriso. Il re gli stava chiedendo di mantenere un segreto e in più, gli aveva detto che lo lasciava andare. “Sono sveglio, dormo o è fantasia?*”, pensò Blaine.

- Signore, io davvero non so come ringraziarla. – e diceva sul serio, Blaine. Il re gli sorrise e gli fece un cenno con l’ala.

- Rendi felice Kurt e mi avrai già ringraziato abbastanza. – Blaine saltellò sul posto. Fece un inchino e andò via dalla corte del re. L’unico problema, ora, era trovare una spiegazione valida per Kurt, che di sicuro era rimasto scosso.

****

Infatti, Kurt era davvero rimasto scosso. Non aveva seguito una minima parte delle lezioni. Si muoveva tra i corridoi come uno zombie e pensava continuamente a ciò che era successo, senza trovare nemmeno una spiegazione.

Al Glee Club non aveva seguito una minima parola di Schuster e diverse volte Tina gli aveva chiesto se stava bene, ma lui non rispondeva, perso nei suoi pensieri. Non era capace di pensare ad altro. La sua domanda principale, però, non da dove diavolo era arrivato quel vortice, ma se quel ragazzo fosse davvero Blaine. E questo era strano.

- Kurt, sei sicuro di sentirti bene? – chiese Rachel, mentre camminavano verso casa di quest’ultima. Quella mattina Kurt rispondeva sempre con sì e senza nemmeno saperlo, aveva accettato di passare un pomeriggio con Rachel.

Kurt, come da protocollo per quella mattina, non rispose e continuò a guardare il cielo. Però, come tutti sanno, bisogna guardare la strada, mentre si cammina. Kurt non lo fece e finì per ritrovarsi tra le braccia di qualcuno.

****

Blaine era tornato sulla Terra, ancora uomo, e camminava per le strade di Lima, con mille pensieri. Il re gli aveva detto che aveva un destino particolare. Cosa voleva significare? Davvero, non riusciva a capirlo. La cosa più importante, però, era trovare una spiegazione plausibile per Kurt.

Non finì nemmeno di pensarlo, che si ritrovò tra le braccia un angelo dagli occhi azzurri. L’angelo Kurt Hummel.

Quando Kurt lo vide, sembrò che si stesse svegliando da un sonno profondo. Gli occhi caramellati di Blaine, si persero in quelli azzurri di Kurt.

Il biondo si ricompose e lo fissò intensamente, mentre Rachel si scusava. Quando si accorse che nessuno dei due la stava ascoltando, si fermò e li osservò.

- Vi conoscete? – chiese la ragazza, incuriosita. I due ragazzi continuavano a guardarsi, ascoltando solo di sfuggita la domanda di Rachel.

Blaine, in quel momento, si rese conto del destino particolare di cui parlava il suo re. Si era innamorato. Si era innamorato di Kurt. Si era innamorato di Kurt, il suo protetto. Ora, capiva perché sentiva tanto il bisogno di stargli vicino, di parlargli, di difenderlo.

Loro non lo sapevano, ma sul lato oscuro della luna il Signore stava osservando la scena e stava sorridendo. Sì, quello era il destino particolare di Blaine, che il Signore non poteva cambiare. Kurt era il destino di Blaine.

 

Spazio dell’autrice

Salve a tutti! Eccomi ritornata con il nuovo capitolo. Eh, sì. Kurt è il destino di Blaine. Qualcuno ne dubitava?

Dal prossimo capitolo, vedremo un Kurt molto confuso e un Blaine molto innamorato. Nel tf, Kurt si è subito innamorato di Blaine, mentre Blaine ci ha messo un bel po’ per accorgersi di essere innamorato (sì, perché mi rifiuto di credere che Blaine si sia innamorato di Kurt solo durante Blackbird). Io ho voluto cambiare. Blaine ha già capito di essere innamorato di Kurt, mentre quest’ultimo ci metterà un po’.

Ricordiamoci sempre che Blaine è un uccello e quindi la loro relazione non sarà molto semplice.

Bene, ora ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie, davvero. Ringrazio moltissimo anche chi recensisce, anche se non ce ne sono molti. Ringrazio, comunque.

Spero di rivedervi alla prossima. Sappiate che se volete sclerare con qualcuno o sfogarvi o qualsiasi cosa, questo è il mio profilo di Facebook: http://www.facebook.com/francesca.volpe2. Io sono sempre a vostra disposizione e chissà, forse potrei darvi anche qualche spoilerino.

Baci

P.S.: *= questo pensiero è stato tradotto in italiano, dalla A’ Livella di Totò. Io sono di Napoli e non so perché, ma ho voluto celebrare un pochino il grande principe

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Kurt non riusciva a smettere di guardare negli occhi quel ragazzo, il presunto Blaine. Sembrava che i suoi occhi avessero una loro autonomia e non volevano staccarsi da quegli occhi caramellati. Si sentiva come una persona diversa. Sembrava che tutto fosse cambiato.

Neanche Blaine riusciva più a staccare gli occhi da quelli di Kurt. Sembrava che quegli occhi azzurri lo avessero ipnotizzato e portato in un altro mondo. Ormai, lo aveva capito. Era innamorato di Kurt. “Bel problema” si disse.

- Ragazzi? – la voce di Rachel li distolse dai loro pensieri ed entrambi si voltarono verso la ragazza. Si diedero un’ultima occhiata e le risposero.

- Ci conosciamo di vista. – rispose Kurt, che in quel momento aveva molte più capacità mentali, rispetto a Blaine, che non ragionava più, in quel momento. Rachel sorrise e annuì. La ragazza tese la mano verso il ragazzo.

- Piacere, Rachel. – si presentò la ragazza e Blaine si ritrovò spiazzato. Se avesse detto il suo vero nome, Kurt avrebbe scoperto tutto e lui non volesse che Kurt scoprisse tutto così. Era una cosa da affrontare con calma.

- Jonas. – Blaine s’inventò un nome alla svelta e gli uscì quel nome, per lui orrendo. Notò che Kurt aveva abbassato lo sguardo dispiaciuto. Infatti, Kurt, non sapeva il perché, ma aveva sperato tutto il giorno che quel ragazzo fosse Blaine.

- Beh scusaci, ma ora dobbiamo andare. – salutarono “Jonas” e andarono a casa di Rachel, come da programma.

Blaine si allontanò e si nascose in un luogo appartato, per ritrasformarsi. Si nascose nel retro di una casa e si trasformò in uccello. Spiccò il volo e andò in cerca di Kurt. Ora che ci aveva pensato Kurt non vedeva l’uccello Blaine da un bel po’.

Lo trovò e si posò sulla spalla, sussurrandogli un “ciao” nell’orecchio. Rachel, appena lo vide, si scaraventò ad accarezzarlo e Blaine approvò con un sorriso.

- Mi era mancato Blaine. – disse sorridente Rachel. Appena la ragazza si allontanò, Kurt sussurrò a Blaine un “dove diavolo sei stato?”.

- Poi ti spiego. – sussurrò Blaine, di rimando.

****

Dopo un pomeriggio passato tra canzoni e film strappalacrime a casa di Rachel, Kurt e Blaine stavano finalmente tornando a casa e per quest’ultimo era una cosa difficile, visto che avrebbe dovuto spiegare tutto a Kurt.

Infatti, appena arrivarono nella stanza del ragazzo, Kurt intrecciò le braccia al petto ed era pronto ad ascoltare. Quella era una cosa difficile. Come poteva spiegargli una cosa del genere? Blaine prese un respiro profondo e si decise a parlare.

- Kurt, forse è meglio se ti siedi. – e il ragazzo così fece. Si sedette sul letto, pronto ad ascoltare. Ne aveva bisogno, era rimasto confuso per troppo tempo.

- Kurt, quel ragazzo che hai incontrato oggi non si chiama Jason, ma Blaine. Quel ragazzo ero io. – Kurt si aspettava quella confessione da tutto il giorno, ma appena quella frase uscì dalle labbra di Blaine, si sentì mancare.

- Io vivo nel lato oscuro della Luna e lì posso trasformarmi in uomo, ma non posso sulla Terra. – continuò Blaine. Kurt quando sentì le ultime cinque parole, sentì le lacrime agli occhi. Era confuso e spaventato.

Blaine osservò gli occhi di Kurt incresparsi dalle lacrime e sentì il cuore frantumarsi. Non poteva sopportare di far piangere quell’angelo che aveva davanti agli occhi e si precipitò sul letto, per abbracciarlo. Sentì l’odore di vaniglia inondare le sue narici e gli sembrò di essere a casa.

- Blaine, io-io non capisco. Perché non puoi? - disse tra le lacrime Kurt, senza staccarsi da Blaine. Non sapeva il perché, ma quelle braccia muscolose che lo avvolgevano lo facevano sentire al sicuro. Protetto.

- Non posso dirtelo, Kurt. Non posso. – rispose Blaine, anche lui piangendo. Non sopportava l’idea di stare lontano da Kurt e vedere quegli occhi azzurri tra le lacrime, non aiutava. Lui non voleva farlo piangere.

- Blaine, io non voglio allontanarmi da te. Con te sto bene. – Blaine, quando ascoltò quelle parole, sentì il suo cuore ricomporsi e battere più forte del normale. Era convinto che se non si fosse trasformato in uomo, il suo piccolo cuore da uccellino sarebbe scoppiato.

- Non mi allontanerò da te, se il destino non vuole. – e Blaine non era mai stato così convinto di quelle parole. Gli era stato detto di avere un destino particolare e lui desiderava quel destino. Lui desiderava Kurt.

****

Kurt si sentiva strano. Aveva provato una miriade di sentimenti, di cui non conosceva nemmeno l’esistenza. Aveva assistito alla trasformazione di un uccello a un ragazzo. Un ragazzo che lo aveva difeso, protetto, abbracciato e che aveva pianto con lui.

Quella sera, non era riuscito a mangiare, né a fare i suoi riti d’idratazione. Non era riuscito a fare nulla, neanche a dormire. E ora, che Blaine era andato via, si sentiva vuoto. Non sapeva cosa fare, cosa dire. Come spiegare tutto ciò che stava succedendo.

Capì che quella giornata era passata troppo in fretta. Era stata una giornata veloce, ma con molte cose inspiegate. Kurt aveva bisogno di spiegazioni. Aveva bisogno di chiarire con qualsiasi sentimento stesse provando. Aveva bisogno d’indicazioni.  Aveva bisogno di Blaine.

****

Blaine si sentiva diverso. Stava provando qualcosa di nuovo, ma che lo faceva sentire benissimo. Stava provando dei sentimenti veri e ciò era strano. Non aveva una spiegazione di quello che stava succedendo, sapeva solo che aveva bisogno di stare con Kurt, di parlargli, di renderlo felice. Aveva bisogno di Kurt.

Non era mai capitato a nessun uccello che s’innamorasse di un suo protetto, ma a lui era successo e non sapeva come affrontare la cosa. Era una cosa difficile e bellissima allo stesso tempo. Era innamorato. Agli uccelli non capitava mai, ma lui era diverso. Lui era…

- Umano. – Blaine sentì la voce del re alle sue spalle e si voltò sobbalzando. Senza accorgersene, era stato catapultato alla corte del re. – Tu sei umano, Blaine. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Blaine, devo parlarti.

 

Spazio dell’autrice

Salve a tutti. Scusate se sarò breve, ma non sono dell’umore giusto. Dopo tutte le foto e gli spoiler che ho visto, sto piangendo come una fontana e non so quanto la smetterò.

Siete stati fortunati, perché questo capitolo lo avevo scritto ieri pomeriggio. Non so quando arriverà il prossimo, visto che non credo che l’umore giusto arriverà presto. Mi dispiace, ma spero mi capiate.

Vi lascio il mio account Facebook, nel caso volete sfogarvi con qualcuno, anche perché io ho bisogno di un bel sfogo, ora: http://www.facebook.com/francesca.volpe2.

Baci

Kekka Fox :)

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Blaine non sapeva cosa pensare. Cosa voleva dire che lui era umano? Se fosse stato umano, non si sarebbe trovato in quel posto. Non sarebbe stato un uccello. Non sarebbe mai arrivato sul lato oscuro della luna.

Il re lo guardò dritto negli occhi e questo lo spaventava moltissimo. Certo, voleva una spiegazione che solo il re poteva dargli, ma non sapeva se era pronto per questa spiegazione che si rivelava molto confusa. Blaine aveva solo una certezza, in quel momento: voleva Kurt.

- Blaine, tu non sei come tutti gli altri. Hai una storia diversa dagli altri. – spiegò il re. Blaine abbassò la testa con lo sguardo perso nel vuoto. Lui sapeva di essere diverso dagli altri solo con il canto. Lui aveva un talento particolare, ma non pensava di avere persino una storia diversa dagli altri uccelli.

- Tu, sedici anni fa, sei stato concepito da una ragazza. Eri un bambino come tutti gli altri. La ragazza era troppo giovane per poterti curare, aveva solo sedici anni. Così, ti abbandonò all’ospedale. Fino a un anno sei stato in un orfanatrofio, ma io, dall’alto, ti scoprii. Mi sembravi perfetto e così ti ho trasformato in uccello e ti ho fatto credere di essere mio figlio, come tutti i tuoi amici. Purtroppo, però, non ho dato peso al tuo destino. Tu avevi una vita disegnata per te. Una vita dove c’era Kurt, per te. Il tuo aspetto sarà anche cambiato, ma il tuo destino è rimasto lo stesso. Il tuo destino è Kurt ed io te l’ho distrutto. – Blaine si sentiva preso in giro. Aveva creduto di essere un uccello, per sedici lunghi anni. In realtà, lui era uno come tutti gli altri e la sua vita era stata distrutta. Una vita dove aveva potuto avere Kurt. Sentì gli occhi pizzicargli, il cuore frantumarsi e la sua vita cadere a pezzi.

- Blaine, mi dispiace. Davvero. Avevi una vita meravigliosa davanti a te, ma io te l’ho distrutta. Mi disp-

- Basta! – Blaine non voleva ascoltare più nulla. Voleva solo correre via e piangere. Piangere tutte le lacrime che aveva e che non sarebbero bastate, per aiutarlo. Solo una persona poteva aiutarlo: Kurt.

- Non voglio sentire più nulla. Mi hai distrutto la vita. Ti odio! – Blaine corse via. Si trasformò e volò sulla Terra. Volò da Kurt. Sapeva che aveva la finestra aperta. La lasciava aperta apposta per lui. Aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva bisogno di parlare con Kurt.

Voleva svegliare Kurt, ma gli sembrò un angelo nel sonno. Non ebbe il coraggio di svegliarlo. Si accoccolò sull’incavo del collo del ragazzo. Inspirò l’odore di Kurt e si sentì invadere dal sollievo. Si addormentò lì, dove davvero voleva stare.

****

- Oddio! – così fu svegliato Blaine, quella mattina. Non si proclamava un bel risveglio. Aprì gli occhietti ancora assonnati e vide Kurt dimenarsi nel letto. Stava cercando di scacciarlo via dalla sua spalla. Ci riuscì dopo un bel po’. Blaine si ritrovò catapultato sul letto e si fece anche male.

- Oh, sei tu. Ti avevo scambiato per un topo. Scusa. – gli disse Kurt, quando lo vide, cercando di sopprimere una risata. Blaine lo guardò offeso e il ragazzo si fece perdonare con una bella dose di coccole. Lui non sapeva come quelle coccole mandassero in estasi Blaine.

- Come mai stavi dormendo sulla mia spalla? – chiese Kurt, scendendo dal letto e andando in bagno. Ormai Blaine lo seguiva ovunque, anche in bagno. Beh, non in quei momenti, ovvio. Kurt non gliel’avrebbe mai permesso.

- Ero venuto per parlarti, ma dormivi così bene che non ho avuto il coraggio di svegliarti. Così, mi sono addormentato con te. – spiegò Blaine, con occhi sognanti. Aveva in mente l’immagine di Kurt che dormiva ed era davvero dolce.

- Che volevi dirmi? – chiese Kurt, mentre si spalmava la crema sul viso. Ora che Blaine era lì, si sentiva più completo e pieno di energie. Non si accorse, che l’uccello aveva abbassato lo sguardo triste.

- Non voglio più tornare sul lato oscuro della Luna. – Blaine aveva sempre creduto che quella fosse la sua vera casa, ma era solo stato ingannato per sedici lunghi anni. In quei sedici anni avrebbe potuto fare migliaia di esperienze, migliaia di cose. Cosa che un uccello non poteva fare.

- Perché? – chiese Kurt, un po’ preoccupato. Guardò Blaine con la coda dell’occhio e si accorse che era triste. Si sciacquò le mani e si avvicinò all’uccello, che era appoggiato sul pavimento. Lo accarezzò e Blaine si rilassò sotto quel tocco così delicato.

- Mi hanno mentito. Tutti quanti. – rispose l’animale, quasi con rabbia. Anzi, decisamente con rabbia. Blaine era arrabbiato con tutte le persone care che gli avevano mentito e non gli avevano dato la possibilità di vivere la sua vera vita.

- Cosa significa? – Kurt voleva davvero sapere cos’era successo. Quell’uccello gli aveva stravolto e cambiato la vita e se qualcosa lo turbava, si sentiva in dovere di aiutarlo.

- Io sono nato umano, ma il mio re mi ha trasformato in uccello, impedendomi di vivere la mia vera vita. Avrei potuto fare tantissime esperienze e ora, non potrò mai più farle! – sbottò Blaine. Kurt non ci capì molto, ma l’unica cosa che sapeva era che Blaine aveva bisogno di conforto e lui glielo avrebbe dato.

- Trasformati. – Blaine lo guardò stranito – Puoi ancora farlo, no? Fidati. Trasformati. – l’uccello ubbidì e si trasformò. Non appena diventò un ragazzo, sentì le braccia di Kurt avvolgerlo in un dolce abbraccio. Scoppiò in lacrime, pensando che non sarebbe potuto restare con lui, per colpa di uno stupido uccello che si era finto suo padre.

- Hai ancora tanto tempo per fare le tue esperienze. – gli sussurrò Kurt. Blaine lo scostò e lo guardò negli occhi. – Che importa se non puoi trasformarti in uomo davanti a tutti. Basterà che tu mi stia accanto e ti mostrerò tutte le belle esperienze che un ragazzo può fare.

Blaine si perse nell’azzurro di quegli occhi e sentì il cuore fermarsi per qualche minuto. Kurt gli stava chiaramente chiedendo di restare con lui. Blaine stava già facendo milione d’immagini nella sua mente, ma nessuna di quelle era opportuna.

- Adesso, però, dobbiamo muoverci altrimenti farò tardi a scuo- - Kurt non riuscì a terminare la frase, che si ritrovò Blaine tra le braccia. Lo abbracciò più forte che poté e gli lasciò un bacio tra quei ribelli capelli ricci.

****

I due ragazzi, o meglio il ragazzo e l’uccello si stavano dirigendo a scuola. Kurt osservava i capi delle persone per strade e li commentava, peccato che Blaine non lo stava per niente ascoltando. Era troppo occupato a osservare i suoi lineamenti perfetti, a parer suo.

- Kurt! – il ragazzo si sentì chiamare e si voltò. Vide Mercedes correre verso di loro. Kurt le fece un cenno con la mano, salutandola.

- Ciao, Blaine. – salutò la ragazza, accarezzando il piccolo animale. – Kurt, hai scelto la canzone per il Glee? – chiese Mercedes, tutta sorridente. Il problema, però, era che Kurt non era stato per niente attento alla lezione del Glee, del giorno prima. Quindi, non sapeva assolutamente nulla di questa canzone da cantare.

- Quale canzone? – chiese Kurt, spaventato.

- Dobbiamo cantare una canzone da dedicare. Non dirmi che te lo sei dimenticato. – rispose Mercedes. Kurt si scambiò un’occhiata con Blaine in cerca di una risposta. Se come quello avesse la canzone a portata di mano, o zampa.

- Ah, sì. Ora ricordo. Certo che l’ho scelta. – cercò di essere convincente. A quanto pare, sembrava che la ragazza ci avesse creduto. Solo che, il problema era un altro. Come faceva a scegliere una canzone da cantare, entro sei ore?

- Non vedo l’ora di sentirla. Io prendo l’autobus, tu?

- No, grazie. Faccio due passi.

- Ok. Ci vediamo dopo.      

****

Kurt aveva nascosto Blaine nella borsa ed era entrato a scuola. Di certo, non aveva seguito un piffero delle lezioni, troppo occupato a scegliere una canzone da cantare al Glee. Purtroppo, però, era arrivata l’ora di cantare e non sapeva ancora cosa.

Fortuna che c’era Blaine. Gli bastò osservarlo solo per qualche secondo, per capire la canzone che voleva cantare e a chi voleva cantarla. Finalmente, Blaine poté uscire da quella dannata borsa. Nel Glee, già tutti lo amavano e non perdevano mai occasione di accarezzarlo.

- Professor Schuster? Vorrei cantare una canzone. – il professore gli sorrise e gli lasciò l’attenzione dei suoi amici.

La musica partì e la voce di Kurt riempì la stanza. (http://www.youtube.com/watch?v=HUquTr3Tcv0)

I've been alone
Surrounded by darkness
I've seen how heartless
The world can be


I've seen you crying
You felt like it's hopeless
I'll always do my best
To make you see

Baby, you're not alone
'Cause you're here with me
And nothing's ever gonna bring us down
'Cause nothing can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
Our love is all we need to make it through...

Now I know it ain't easy
But it ain't hard trying
Everytime I see you smiling
And I feel you so close to me...
And you tell me:

Baby, you're not alone
'Cause you're here with me
And nothing's ever gonna bring us down
'Cause nothing can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
Our love is all we need to make it through...

I still have trouble
I trip and stumble
Trying to make sense of things sometimes...

I look for reasons
But I don't need 'em
All I need is to look in your eyes
And I realize...

Baby, I'm not alone
'Cause you're here with me
And nothing's ever gonna take us down
'Cause nothing can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
Our love is all we need to make it through...

Oh, 'cause you're here with me
And nothing's ever gonna bring us down
Cause nothing, nothing, nothing
Can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
You know our love is all we need


Our love is all we need
To make it through...

 

Tutti si alzarono in piedi ad applaudirlo. Blaine, invece, era paralizzato. Aveva la certezza che quella canzone fosse per lui e si sentiva lusingato, ma era stato così intenso che lo aveva spiazzato. Ora capiva davvero com’era sentirsi amato. E sentirsi amato da Kurt era la cosa più bella che potesse mai capitargli.

- Kurt, sei stato bravissimo. Ma a chi era dedicata, questa canzone? – chiese Schuster entusiasta.

- A tutti voi, che mi avete sostenuto e voluto bene sempre e voglio che sappiate che non sarete mai solo, finche io esisterò ancora. – tutti lo applaudirono ancora una volta, ma sia per Kurt che per Blaine, loro erano soli in quella stanza. Soli nel loro amore alla luce del sole.

 

Spazio dell’autrice

Salve a tutti! Come vedete, sono tornata. La mia depressione è ancora in atto, ma, finalmente, ho capito che devo riprendermi e godermi questi giorni in cui la Klaine è ancor ON. E comunque vada a finire, la Klaine resterà per sempre nel mio cuore.

Ora, che ve ne pare del capitolo? La canzone l’avete riconosciuta, no? Per me, questa canzone di Darren è perfetta. Quando la cantò in A Very Potter Musical, scoppiai in lacrime. E poi, mi è sembrata perfette per questo momento. Ma non cantate vittoria. Kurt è ancora un po’ confuso, riguardo i suoi sentimenti per Blaine.

Non odiate il re. Anzi, no. Odiatelo pure. No, ok. Lui ha fatto quello che ha fatto senza pensare e alla fine, saprà farsi perdonare.

Bene. Come sempre ringrazio tutte le persone che seguono e preferiscono la mia storia. Chi l’ha perfino messa tra le ricordate e ringrazio moltissimo le persone che mi fanno sapere la loro opinione, anche se non sono in molti. Grazie, comunque.

Vi rilascio il mio account Facebook, nel caso volete sfogarvi o sclerare con qualcuno che non sia il muro: http://www.facebook.com/francesca.volpe2 (riconoscete il ragazzo della copertina? Eh, sì. Io l’adoro. Era il mio preferito, dopo Abraham, ovvio).

Baci

Kekka Fox :)

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Kurt e Blaine tornarono a casa, stavolta, con Mercedes. Blaine ebbe la possibilità di costatare che la ragazza era molto più calma di Rachel. Era una ragazza agguerrita e si considerava una “diva”, proprio come gli aveva sempre detto Jeff.

A un tratto, ricordò tutti i suoi amici. Si chiese se loro sapessero di tutta quella storia. Se Wes sapeva di quella storia. Non pensava che il suo migliore amico avesse potuto mai mentirgli, ma fino al giorno prima pensava la stessa cosa del re.

Una carezza di Kurt lo distolse dai suoi pensieri e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata. Non riusciva a credere come facesse una semplice carezza a fargli battere il cuore in quel modo. Si rese conto, però, che il tocco di Kurt era così delicato.

Vide Mercedes prendere la strada di casa, allontanandosi dai due. Stranamente, Blaine non vedeva l’ora di rimanere da solo con Kurt. Voleva ringraziarlo per la canzone e voleva anche trasformarsi. Stava iniziando a odiare il suo essere uccello.

Quando erano rimasti da soli, prese la parola.

- Grazie. – esordì. Kurt lo guardò e gli sorrise dolcemente. Blaine sentì il suo piccolo cuore sciogliersi. Quel sorriso lo mandava in orbita. Kurt sorrideva di rado e ogni volta che sorrideva, era come un metallo prezioso e raro. Blaine amava quando era lui la causa di quel sorriso.

- Di niente. Volevo farti sapere che se non sei solo. – rispose Kurt. Di questo passo, Blaine non sarebbe sopravissuto molto. Amava troppo come lo facesse sentire bene con delle semplici parole.

- Neanche tu sarai solo. Io per te ci sarò sempre. – disse, di rimando, Blaine. Kurt gli sussurrò un “grazie” e gli lasciò un bacio tra le morbide piume. L’uccello sentì il cuore sciogliersi come neve al sole e immaginò di baciare davvero Kurt. Immaginò le dolci labbra del ragazzo sulle sue.

- Ti aspetto in camera. – gli disse Kurt, facendolo volare al piano superiore della casa, mentre lui entrò in casa.

****

Blaine si era trasformato già da un po’ e, visto che Kurt non tornava, aveva acceso la tv e si era sdraiato sul letto del ragazzo. Si sentiva molto a suo agio, quando si trovava a casa del ragazzo. In realtà, si sentiva a suo agio ovunque si trovasse Kurt.

Era così avvolto nei suoi pensieri, che non si accorse del ragazzo che era entrato nella stanza. Sobbalzò così forte da farlo ridere e sentì di nuovo il suo cuore sciogliersi a quel suono cristallino che gli giungeva alle orecchie.

- Ti sei messo comodo, eh? – chiese, sorridente, Kurt. Blaine si riprese dal suo stato di schok e rispose.

- Tu non arrivavi più.

- Scusa, sono stato bloccato da Finn. – spiegò il biondo, sdraiandosi accanto a Blaine e porgendogli un piatto di biscotti. Blaine assunse un’espressione confusa, dopotutto lui non sapeva chi fosse Finn. – È mio fratello. – lo anticipò Kurt.

- Sei consapevole che se mio padre ti trova qui, ti ammazza, vero? – chiese Kurt ironico e Blaine si spaventò subito. Il biondo scoppiò a ridere e abbracciò il ragazzo, sussurandogli un “tranquillo” e lasciando un bacio sulla guancia al moro.

****

Rimasero sdraiati davanti alla tv per un bel po’. In realtà, Blaine non stava ascoltando un bel niente di quello che dicevano in quella scatola infernale. Era troppo impegnato a osservare Kurt, che si era addormentato sulla sua spalla.

Blaine immaginò come fosse svegliarsi tutte le mattine con Kurt al tuo fianco, senza essere scambiato per un topo; come fosse camminare davanti a tutti mano nella mano, dimostrando quanto ci si ama. Immaginò tutte quelle cose che un uccello non poteva fare.

- Mmm… Blaine, altri cinque minuti. – borbottò Kurt nel sonno, facendo scoppiare il cuore di Blaine. Forse, anche lui stava sognando la stessa cosa. Stava sognando di averlo vicino, nello stesso letto.

Blaine non riuscì a resistere e sussurrò un “ti amo” nell’orecchio di Kurt. Non sapeva se fosse stato per quelle due parole, oppure perché Kurt l’aveva scambiato per un cuscino, ma quest’ultimo strinse ancora di più a sé il moro.

Blaine si lasciò andare e si addormentò col sorriso sulle labbra, senza sapere che quelle labbra avrebbero avuto un nuovo amico da accarezzare.

 

Spazio dell’autrice

Salve! Se volete saperlo, le casse con i pomodori da gettarmi sono di là --> *indica con la manina*

So che questo capitolo è tremendamente corto e mi dispiace, ma è solo un capitolo di passaggio che aprirà la strada al prossimo capitolo, che sono sicura, piacerà a tutte le Klainer. In particolare, piace molto anche a me. È il capitolo che stiamo aspettando da tanto tempo.

Blaine è molto fluffoso in questo capitolo. Si capisce che è innamorato pazzo, no? E vi assicuro che Kurt non ha preso Blaine per un cuscino, ma l'ha stretto a sé perché anche lui ne è innamorato, ma è tanto cocciuto da non ammetterlo.

Come sempre, ringrazio tutti quelli che leggono, quelli che hanno messo tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie davvero. E grazie anche a quelle anime pie che recensiscono. Lo sapevate che una recensione allunga la vita a un’autrice?

Bene, io scappo, prima che diventi un’insalata di pomodori vivente…

Baci

Kekka Fox :) *scansa i pomodori volanti*

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Blaine si svegliò ancora lì, accoccolato a Kurt o almeno così credeva. Purtroppo, non fu così, perché quando aprì gli occhi, non trovò il corpo del biondo accanto a lui.

Si sollevò sui gomiti e lasciò che la luce del sole gli penetrasse gli occhi, che diventavano ancora più lucenti con il sole, se possibile.

Vide Kurt entrare nella stanza e lo salutò con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il biondo si sdraiò sul letto, accanto a Blaine e gli diede un bacio sulla guancia, che fece perdere un battito al cuore del moro.

- Scusa se mi sono addormentato su di te, ieri. – disse, improvvisamente, Kurt. Blaine gli sorrise divertito, cosa che fece inarcare un sopracciglio del più grande.

- Stai scherzando, vero? Io mi sono addormentato sul tuo collo, nel cuore della notte. – rispose, scherzoso, Blaine. I due scoppiarono a ridere, come se fossero due amici che si conoscevano da una vita e, teoricamente, era così, ma praticamente no.

Blaine era troppo immerso nei suoi pensieri, quando le risate furono fermate da delle labbra, sulle sue. O meglio, le labbra di Kurt sulle sue. Sentì le farfalle nello stomaco e il cuore sciogliersi come burro.

Rispose a quel bacio che lo investì di emozioni. Le labbra di Kurt sapevano di vaniglia e zucchero filato. Sentì una strana sensazione percorrergli tutto il corpo e Blaine poteva affermare con certezza che fosse amore. Non era mai stato innamorato così tanto di un ragazzo. Certo, molto tempo prima aveva avuto una cotta per Wes, ma questa volta era diverso. Sentiva che c’era qualcosa di diverso. Quello che la gente chiamava amore vero.

Quando si staccarono, Blaine sentì una sensazione di vuoto. Voleva ancora quelle labbra, le avrebbe volute per sempre. Kurt lo guardò negli occhi, un po’ spaventato.

- Scusami. Io non dovevo, mi dispiace. Ho perso il controllo… - Blaine sorrise a quel Kurt spaventato e, per farlo smettere di sproloquiare, lo baciò. Stavolta, era un bacio più passionale. Un bacio più intenso e caldo.

- Tu mi piaci davvero, Kurt. E non m’importa se sono un maledetto uccello. Voglio stare con te, voglio starti accanto, voglio baciarti. Voglio te. – e Blaine disse quelle parole, pensandole davvero. Voleva davvero baciarlo ogni singolo giorno, amarlo come nessuno aveva mai fatto. Voleva Kurt. Lo voleva con tutto se stesso.

- Anche tu mi piaci e ti avevo promesso che ti avrei fatto fare tutte le esperienze che un ragazzo può fare. Esperienza più bella dell’amore? – chiese Kurt, sorridendogli dolcemente. Blaine non ce la fece e si catapultò di nuovo sulle sue labbra. Se non avessero sentito i passi di Burt sulle scale, avrebbero continuato così per tutto il giorno.

****

- Non dirmi che l’ho fatto davvero, ti prego. – disse Kurt, ridendo. Erano per strada e, tecnicamente, Kurt stava parlando con un uccello. Avrebbero potuto prenderlo per pazzo, ma a loro non importava.

- Invece sì. Mi hai stretto ancora più forte. – replicò Blaine, ridendo. Aveva omesso la storia del “ti amo”. Era ancora troppo presto. – Io, però, ti ho osservato tutto il tempo. Sei bellissimo, quando dormi.

- Vorrei tanto baciarti, in questo momento. – rispose Kurt, sorridendogli dolcemente. Blaine cercò di sostituire il bacio con una beccata dolce sul collo, che fece ridere Kurt.

- Ora, però, come finirà? Tu sei un uccello e ci siamo baciati. Oddio, sono confuso. – disse Kurt, abbassando lo sguardo. Blaine volò dalla sua spalla e gli comparve davanti agli occhi.

- Kurt, non m’importa se posso baciarti solo nella tua stanza e non possiamo farci vedere da nessuno. Per me, l’importante è starti accanto. – gli sussurrò Blaine, facendolo sorridere. Il biondo lo prese in mano e gli lasciò un bacio tra le piume.

- Sei proprio un ragazzo fantastico, Blaine. Sono stato fortunato ad avere te.

 

Spazio della scema che scrive ste cose (sì, perché mi rifiuto di chiamarmi autrice, dopo questa cosa)

Salve. Le casse con i pomodori, sono sempre da quella parte --> *indica con la manina*

Scusatemi per questa cosa che vi ho rifilato. Mi rifiuto, persino, di chiamarlo capitolo. Finalmente, Kurt capisce di amare quel fluffone di Blaine. Chi non lo amerebbe?

Allora, vi devo dare una bella o brutta notizia, decidete voi. Questo era il penultimo “capitolo” di questa storia. Sì, perché nell’ultimo capitolo capiteranno un bel po’ di cose.

Qualche spoilerino? Sì, per farmi perdonare di sta cosa che vi ho scritto: Dave procurerà molti problemi a Kurt e Blaine non può più sopportarlo. Però, non può aiutarlo, in quanto non può trasformarsi. Così, andrà in un posto che tutti noi conosciamo bene, per chiedere qualcosa di molto importante. La otterrà? Non vi resta che seguire il prossimo capitolo. *si sente come una conduttrice*

Allora io volevo chiedervi due cose: non so se fare un epilogo per questa storia. Voi lo volete? Se sì, basta dirmelo con una recensione o nell’account Facebook, che vi darò tra poco. Poi, l’altra domanda. Come ho detto nell’altra mia ff, The Course of Destiny, la scrittura ha aumentato le dimensioni, perché la mia vista scompare giorno dopo giorno e il mio oculista non si muove a tornare dalle vacanze. Comunque, se vi dà fastidio grande così, basta dirmelo e la cambierò.

Questo è il mio account Facebook, come promesso: http://www.facebook.com/francesca.volpe2.

Grazie a tutti e alla prossima

Kekka Fox :)

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Capitolo 12
*** Capitolo XI- prima parte ***


Vi starete chiedendo come potrebbe funzionare questa storia. Insomma, parliamoci chiaro. Blaine è un uccello, Kurt è un uomo. Sembrava una storia impossibile e Kurt pensava lo stesso, ma si sbagliava. Quando l’amore è quello vero, può superare qualsiasi ostacolo. Anche il più difficile e Blaine era pronto a correre qualsiasi pericolo, pur di avere Kurt.

Non sapevano, però, che i pericoli stavano arrivando. Il pericolo di nome David.

Blaine non sopportava quel ragazzo e aveva tutte le ragioni del mondo. Aveva maltrattato il suo ragazzo (ancora non ci credeva che fosse la realtà) e i suoi amici. Non sapeva cosa c’era di sbagliato, ma sapeva solo che doveva fermarlo, prima che facesse qualcosa peggiore di ciò che aveva già fatto. Doveva proteggere Kurt. Costi quel che costi.

Come accordato, Blaine doveva rimanere nella borsa di Kurt, almeno fino all’ora del Glee. Blaine odiava stare in quella borsa. Doveva cercare di non ammazzarsi con i libri e non si respirava. Era sicuro che sarebbe morto soffocato in quella borsa.

- Kurt, io non voglio starci qui dentro. Si soffoca! – aveva detto più volte Blaine al ragazzo ma Kurt gli dava due opzioni: o rimanere nella borsa o restare a casa e Blaine non avrebbe mai lasciato solo Kurt con quel mostro di David in giro. Così, doveva accontentarsi.

E faceva bene. Perché, mentre Kurt era occupato a far entrare Blaine nella borsa, sentì qualcosa di incredibilmente gelato arrivarci in faccia. Non dovette nemmeno alzare la testa, per vedere chi fosse. Fortuna che non l’aveva colpito negli occhi, ma i suoi capelli erano letteralmente ripieni di ghiaccio e colorante per alimenti.

- Tutto ok? – domanda stupida di Blaine, ma che aveva fatto comunque.

- Ti sembra una domanda da fare? Ho i capelli distrutti! – urlò, irritato, Kurt. Blaine mise una specie di broncio, per farsi perdonare, ma riuscì ad ottenere solo un’espressione al quanto stupida e buffa, che fece ridere Kurt. Beh, almeno lo aveva fatto ridere.

- Almeno non ti è andata negli occhi. – tentò di consolarlo Blaine.

- Chi se ne frega degli occhi! – tentativo fallito. Blaine sorrise nel suo piccolo becco e convinse Kurt ad andare in bagno. Era stata un’impresa difficile, visto che Kurt non voleva farsi vedere in pubblico con quei capelli.

Stavolta, era stato Blaine quello a fare le opzioni: o tornare a casa per lavarsi, perdendo una giornata di scuola che avrebbe gravato sul suo curriculum per la NYADA oppure entrare in quella fottuta scuola, scusate il francesismo, e andare nei bagni che tutti gli studenti usano.
Inizialmente, Kurt aveva davvero scelto di tornare a casa ma Blaine lo fece rinsavire.

****

- Kurt, ti muovi? Sei da dieci minuti sprofondato in quell’armadietto. – Kurt sentì la voce di Rachel in lontananza, ciò significava guai. Guai perché avrebbe scoperto che stava parlando con un uccello. L’uccello che era il suo ragazzo. Quel maledetto uccello, che non voleva stare fermo.

- Kurt, mi spieghi perché diavolo stai combattendo contro la tua borsa? – chiese Rachel, con un’aria metà tra il divertito e il perplesso. La ragazza si sporse e vide Blaine beccare la mano di Kurt.

- Oddio, fallo uscire da lì. Starà soffocando. – disse Rachel, allungando una mano verso la borsa. Ma Kurt la fermò subito con uno schiaffetto sulla mano. Rachel lo guardò offesa.

- Rachel, non posso tirarlo fuori. Capisci che casino, se la faccio uscire? – disse Kurt, abbassando la voce e guardandosi intorno, come se stesse cacciando fuori un coltello. Rachel si portò una mano sotto il mento, pensando. Dopo un po’, annuì.

- Sorry, Blaine. Ci ho provato. – disse la ragazza, rivolgendo lo sguardo all’uccello, che nel frattempo era rimasto lì a guardare i due discutere, sulla sua imminente morte.

- Muoviti. Io ti aspetto in classe. – disse Rachel, allontanandosi. Nel frattempo, Kurt aveva ripreso a lottare contro Blaine.

****

Finalmente, Blaine si era deciso a stare un minuto fermo, senza sbattere quelle ali che facevano spaventare a morte Kurt, quando le apriva senza preavviso.

Kurt non voleva che il suo ragazzo rimanesse soffocato da una borsa, ma non poteva farlo uscire. Erano in una scuola e non poteva farlo uscire da lì. Gli aveva ripetuto più volte di rimanere a casa ma Blaine non ne voleva sapere. Non sapeva il perché, ma Blaine lo seguiva ovunque. Si era “ribellato” al suo presunto padre, quindi non doveva più controllarlo. Ma lo seguiva, comunque.

I suoi pensieri furono scossi da una botta, contro un armadietto. Chi poteva essere, se non Karofsky? Si accorse che la borsa era finita spiaccicata tra l’armadietto e il suo corpo e, in quel momento, si preoccupò seriamente per Blaine.

Aprì la borsa più in fretta possibile e le sue labbra si curvarono in un sorriso, quando vide che Blaine era accoccolato in una sacca e stava dormendo beatamente. Kurt lo accarezzò dolcemente, senza farlo svegliare e andò in classe, sperando di non aver fatto tardi.

****

Finalmente, era arrivata la tanto attesa ora del Glee. Era arrivata l’ora di far uscire Blaine dalla borsa, ma dormiva così bene che Kurt non avrebbe avuto il coraggio di svegliarlo. Così, lo chiese a Rachel. Almeno, avrebbe potuto dire che era stata Rachel a svegliarla, se non voleva essere svegliato.

- Perché non lo lasci dormire, ma lo tiri fuori, comunque? Starà soffocando, lì dentro. – propose Rachel ed era un’opzione più che valida. Così fece, sperando che nessuno lo svegliasse.

Tutto il Glee si era già affezionato a Blaine. Per loro, era un semplice uccello, ma era come se stesse diventando la mascotte delle New Direction. Perfino Schuster, quando lo vedeva, non resisteva a dargli almeno una carezza.

- Oddio, è un amore. – esclamò Mercedes, accarezzando l’animale, ma cercando di non svegliarlo.

- Kurt, tu mi stai nascondendo qualcosa, vero? – chiese, improvvisamente, Mercedes. Kurt non sapeva a cosa si riferiva, ma aveva una strana sensazione.

- Cosa vuoi dire?

- C’è qualcosa di Blaine, che non mi hai ancora detto. Lo guardi in modo strano, come se stessi guardando qualcuno d’importante per te. – spiegò la ragazza. Come l’avrebbe spiegata quella? Mercedes aveva ragione. Blaine, per Kurt, era una persona/uccello molto importante per lui. Insomma, lo aveva baciato.

Kurt sentiva di doverne parlare con qualcuno. Non poteva tenersi tutto per sé. Aveva baciato un uccello. O meglio un ragazzo. O un ragazzo-uccello. Oddio, era confuso. Doveva parlarne.

- Puoi venire da me, dopo? – chiese Kurt. Mercedes annuì, sorridente. Voleva bene a Kurt e se il suo amico aveva bisogno di parlare, lei era più che disponibile.

****

Quella giornata era, finalmente, terminata. Blaine dormiva ancora beatamente sul letto di Kurt, ora. Si era trasformato, improvvisamente. Come se sapesse che fossero arrivati nella stanza di Kurt. Mercedes rimase sbalordita e Kurt capì che era il momento giusto per confidarsi.

Non poteva tenerselo più per sé. Precedentemente, non aveva parlato, sapendo che le regole del mondo di Blaine non gli permettevano di dire niente a nessuno. Ma ora Blaine viveva con lui. Si era ribellato a quel mondo e a quelle regole.

- Mercedes, ti devo confessare una cosa, ma devi promettermi che non mi prenderai per pazzo e mi lascerai spiegare tutto. – esordì Kurt. Mercedes annuì, seria.

- Sono innamorato di Blaine. – confidò Kurt. Mercedes rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire o fare. Come ci si poteva innamorare di un uccello? O di un ragazzo, visto che si era trasformato in un ragazzo, bellissimo d’altronde.

- C-Cos-

- Blaine non è un uccello come tutti gli altri. Mi ha parlato del suo mondo. O meglio, del mondo di tutti gli uccelli. – e così Kurt confidò tutto alla sua amica.

Gli parlò di com’era rimasto confuso, dopo averlo sentito parlare la prima volta. Gli aveva parlato di come Blaine lo aveva aiutato con Dave, di come sognò e vide sul giornale la faccia di quel ragazzo dagli occhi dorati che non conosceva, ma che poi aveva scoperto fosse Blaine. Gli parlò di ciò che era successo a Blaine. Gli raccontò del bacio e della promessa che gli aveva fatto.

Mercedes lo ascoltò attentamente, senza dire parola. Rimase al quanto sconvolta e confusa. Voleva aiutare Kurt, ma non sapeva come. Quella sembrava essere una delle storie d’amore più complicate della storia. E rimase anche abbastanza basita del fatto che gli uccelli controllassero la vita delle persone e, quindi, anche la sua.

- Kurt, questa è una situazione difficile. Mi sembra una pessima idea.

- Ma io lo amo, Cedes. Lui mi ha aiutato come nessuno ha mai fatto e, onestamente, bacia da Dio*. – disse Kurt, ridendo e facendo ridere Mercedes, con lui.

- Blaine sembra un ragazzo stupendo, ma come puoi vivere con uomo con cui non puoi nemmeno uscire allo scoperto, se non nella tua stanza. – gli disse Mercedes, sentendosi un po’ in colpa. Non aveva mai visto Kurt così innamorato e voleva davvero che il suo miglior amico ricevesse il dono dell’amore, ma lo stava facendo per la sua felicità.

- Cedes, io non so che fare. Lo amo. Lo amo tanto, ma se fosse la via sbagliata? Se non stessi seguendo il mio cuore?

- Tu stai seguendo il tuo cuore ed è questo il tuo sbaglio. Molte volte hai seguito la testa. Fallo anche stavolta. È la decisione giusta. – Kurt annuì triste. Non voleva dire addio a Blaine, ma doveva farlo. Era la decisione giusta.

Ma appena si voltò e vide il voltò di Blaine avvolto nel sonno, con quei ricci che gli cadevano sulla fronte e quel sorriso accennato sulle labbra, capì che una volta nella vita voleva agire d’istinto e seguire il suo cuore.

Perché, a volte, le decisioni sbagliate sono quelle che, nonostante tutti i pericoli e tutti gli ostacoli, ti portano alla felicità.

Note dell’autrice

Hola! Come ve la passate? Ok, cerco di fare la gentile per farmi perdonare, ma so che non ci riuscirò. Davvero, vi chiedo perdono per questo ritardo.

Ve lo giuro, non è stata colpa mia. Ogni giorno spuntava fuori un impegno, che non sapevo nemmeno d’avere. Ok. *si arrende*. Se volete linciarmi, frustarmi, fate pure. Ma non mi ammazzate, altrimenti non saprete come finirà la storia. LOL

Ok, come vedete nel capitolo Kurt si confida con Mercedes, che gli consiglia di lasciar perdere Blaine, ma il nostro caro Kurtie vuole seguire il suo cuore e il suo istinto e la frase finale dice tutto. Sappiate che Mercedes, non vuole il male di Kurt. Pensa solo che non sia una buona idea e come darle torto?

*= sinceramente, non so come sia baciare Blaine, anche se lo desidero molto sapere. Chi non lo vorrebbe sapere? LOL Ma sono sicura che baci benissimo. *sogna ad occhi aperti e sbavando*

Bene, il prossimo sarà il continuo di questo capitolo e l’ultimo della storia. E vi chiedo di nuovo, se volete avere l’epilogo, per la fine della storia. Decidete voi.

Vorrei ringraziare tutte le persone che mi supportano e un grazie speciale a Drunkofshadows, che ha pubblicizzato questa storia sulla sua pagina Facebook. Davvero, grazie.

Bene, ora sparisco.

Baci

P.S.: Happy Glee-day!! Da quanto volevo dirlo!! Finally, Glee is back, bitches!

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Capitolo 13
*** Capitolo Xi- seconda parte ***


Blaine poteva anche essere un uccello, ma non era stupido. Sapeva quello che voleva e sapeva che avrebbe dovuto affrontare mille difficoltà per avere ciò che voleva. Combattere per ciò che si vuole era una delle esperienze che non aveva potuto fare, ma c’è sempre una prima volta.

Kurt era la cosa migliore che gli era capitata e ci aveva messo sedici lunghi anni per capirlo. Kurt lo aveva sostenuto e amato più di chiunque avesse mai fatto e non poteva perderlo, non per una cosa che era successa sedici anni fa.

Era per quello, che stava osservando Kurt nel sonno. Per poter cogliere ogni minimo dettaglio di quel ragazzo che aveva accanto lui. Quel ragazzo perfetto che aveva le sembianze di un angelo. Un angelo tormentato.

Blaine guardò la sveglia. Erano le 7:20. Burt, Carole e Finn si sarebbero svegliati più tardi, così ne approfittò per scappare in cucina. Stampò un bacio a Kurt, senza farlo svegliare e andò in cucina. L’aveva vista solo dall’esterno, ma da dentro era ancora più bella.

Dopo aver osservato tantissime volte Kurt e Carole cucinare, sapeva perfettamente tutti i posti dove si trovavano le cose. Preparò una colazione abbondante e sana per Kurt e rubò qualche biscotto per lui.

Quando ritornò in camera, Kurt era abbracciato a un cuscino e ancora nel mondo dei sogni. Blaine non riuscì a non sorridere a quella visione paradisiaca.

Solo in quel momento si rese conto di star facendo la scelta sbagliata. Non poteva combattere per ciò che voleva, perché avrebbe ottenuto solo l’infelicità di Kurt.

Kurt doveva meritava di amare una persona con cui poteva mostrarsi fiero e lui non poteva essere quella persona.

Poggiò la colazione sul comodino e scrisse su un foglio di carta che poggiò sul vassoio. Prese il volo e andò via da quella stanza. Andò via dalla vita di Kurt, con le lacrime che gli scendevano. Lacrime che facevano male.

****

Kurt si svegliò, sperando di trovare Blaine accanto a lui, ma Blaine non c’era. Si accorse solo dopo di quel vassoio sul comodino. C’era la colazione e un foglio azzurro. Kurt lo lesse.

Caro Kurt,

ho capito che io non posso renderti felice e la felicità è una delle tante cose che meriti. Ti amo tanto ed ero pronto a combattere per te, ma ho capito che avrei solo sbagliato. Ti avrei reso infelice.
Spero tu mi capisca e ti auguro tutto il meglio che la vita di un ragazzo possa dare.

Non sono mai stato molto bravo con le parole, quindi capirai di più se accenderai lo stereo che hai lì vicino a te.

Ti amo

Blaine

Kurt si sentì morire. Osservò lo stereo che aveva vicino al letto e lo accese, come Blaine gli aveva chiesto.

Le note di Everytime si espansero nella stanza, seguite dalla melodiosa voce di Blaine. (http://www.youtube.com/watch?v=_5GZQxI_184)

Notice me                                                                  Guardami 
Take my hand                                                           Prendi la mia mano
Why are we                                                              Perché siamo
Strangers when                                                       Estranei quando
Our love is strong?                                                 Il nostro amore è forte?     
Why carry on without me?                                   Perché vai avanti senza di
me?

Everytime I try to fly                                             Ogni volta che cerco di volare
I fall without my wings                                         Cado senza le mie ali
I feel so small                                                         Mi sento così piccolo
I guess I need you baby                                       Credo di aver bisogno di tesoro
And everytime I see you in my dreams             E ogni volta che ti vedo nei miei sogni
I see your face, it's haunting me                        Vedo il tuo volto, mi sta tormentando
I guess I need you baby                                       Credo di aver bisogno di te tesoro

I may have made it rain                                      Ho fatto in modo che finisse
Please forgive me                                                Per favore perdonami
My weakness caused you pain                         Ti ho fatto male con le mie debolezze
And this song is my sorry                                   E questa canzone sono le mie scuse

Ohhhh                                                                    Ohhhh

At night I pray                                                     Di notte prego 
That soon your face                                           Che la tua faccia
Will fade away                                                   Possa presto scomparire

And everytime I try to fly                                 E ogni volta che cerco di volare
I fall without my wings                                    Cado senza le miei ali
I feel so small                                                    Mi sento così piccolo
I guess I need you baby                                  Credo di aver bisogno di te tesoro
And everytime I see you in my dreams        E ogni volte che ti vedo nei miei sogni
I see your face, you're haunting me             Vedo il tuo volto, mi sta tormentando
I guess I need you baby                                  Credo di aver bisogno di te tesoro

Kurt sentì le lacrime salate scendergli lungo le guance. Blaine non lo avrebbe mai reso infelice. Lui lo amava come non aveva mai amato nessuno in vita sua. Non poteva lasciarlo così. Non poteva era crudele.

****

Kurt non aveva più una vita sociale se non con le coperte o con Mercedes, da una settimana. Non riusciva più a guardare nessuno negli occhi, senza sentirsi male. Vedeva occhi dorati e capelli ricci ovunque. Aveva pianto circa mille volte o di più.

Ne aveva parlato con Mercedes, che era l’unica che sapeva tutto di quella storia. Lei lo aveva consolato e aveva cercato di farlo uscire da quel letto ma Kurt voleva rimanere in quel letto. Quel letto pieno di ricordi.

Quel letto dove si era svegliato con Blaine che gli cantava Teenage Dream. Quel letto dove Blaine si era accoccolato sulla sua spalla, facendosi scambiare per un topo. Quel letto dove avevano dormito la notte prima che Blaine andasse via.

Quel letto aveva l’odore e i ricordi di Blaine. Tutto ciò che serviva a Kurt, ma anche tutto ciò che lo faceva sentire male.

****

Blaine pensava di aver preso la decisione giusta, ma si sentiva male. Tanto. Amava Kurt e non si era pentito di esser andato via, perché sapeva che era per il bene di Kurt, ma si sentiva vuoto. Era come un corpo senza vita, ma che volava senza meta.

Senza neanche accorgersene, stava volando sul McKinley. Non vedeva Kurt da una settimana e aveva urgentemente bisogno di vederlo. Voleva almeno vedere come stava, anche se sapeva che gli avrebbe fatto del male.

****

Mercedes era riuscita a convincere Kurt ad andare a scuola, facendogli capire che le assenze avrebbero gravato sul suo curriculum per la NYADA.

La ragazza si era accorta più volte che Kurt guardava costantemente il cielo e lei sapeva il perché. Cercava Blaine. Mercedes sapeva che Blaine se ne era andato per il bene di Kurt e lei ne era contenta. Non perché voleva il male di Kurt, ma perché sapeva che era la decisione giusta, ma vedere il suo migliore amico soffrire in quel modo le faceva male.

- Kurt, tu inizia a entrare. Io vado a salutare Sam al campo di football. – disse la ragazza. Kurt annuì sorridente.

Appena Mercedes fu dietro l’angolo, Dave sbatté Kurt vicino al muro, prendendolo col colletto della camicia.

- Non ti sei fatto vedere, eh. Cosa c’è? Avevi paura, frocetto?

 Blaine, dall’alto, vide la scena e sentì subito la rabbia ribollire dentro di sé, ma non poteva affrontarlo in quello stato. Doveva trasformarsi, ma non poteva.

Sapeva cosa doveva fare, però. Volò sul lato oscuro della luna. Dal re.

- Mi devi trasformare in umano, ora. E deve essere per sempre. – disse improvvisamente Blaine, davanti al re. Non aveva tempo da perdere in inutili convenevoli.

- Blaine, non posso. Lo sai. Non ho questi poteri. – gli disse il re.

- Non m’importa. Kurt ha bisogno di me, ora. – il re ci pensò un po’ su.

- Vai da Trent. Lui saprà, dove portarti. – Blaine annuì e si voltò per andarsene, ma il re lo fermò.

- Blaine! – Blaine si voltò. – Vi auguro il meglio. – Blaine sorrise e corse da Trent.

La guardia del re lo portò da un uccello ancora più grande del re che aveva sempre visto. Era enorme e maestoso.

- Perché dovrei trasformarti in umano? – gli chiese con severità.

- L’uomo che amo è in pericolo. Devo aiutarlo. La prego, mi aiuti. – lo pregò Blaine. L’uccello lo esaminò e dopo un bel po’ di minuti gli sorrise.

- Hai un cuore puro, ragazzo. Va bene, ti trasformerò. – Blaine stava per saltare dalla gioia, se non fosse per una strana forza che lo tenne paralizzato. Una luce verde lo avvolse e quando scomparse, si sentii diverso.

- Vai dal tuo amato, ragazzo. – disse l’uccello, dopo di che una luce azzurra lo catapultò sulla Terra.

Vide Kurt sdraiato a terra, sanguinante, mentre Dave lo prendeva a calci.

- Lascialo stare! – urlò Blaine. Dave si voltò, guardandolo con rabbia. Kurt appena lo vide, sorrise. Anche in quelle condizioni, sapeva di amare Blaine.

- B-Blai… Blaine. – mormorò, senza forze, Kurt. Dave si avvicinò a Blaine con aria di sfida, ma il moro non gli diede nemmeno il tempo di avvicinarsi che gli scagliò un pugno sull’occhio.

- Sei uno stronzo! Cosa gli hai fatto? – urlò Blaine, tirando un altro pugno a Dave. – Non devi permetterti mai di fargli del male. Mai! – disse Blaine, prima di perdere i sensi.

****

Blaine si sentiva gli occhi pesanti e sentiva dolore ovunque. Non ricordava quasi niente di quello che era successo, ma l’immagine di Kurt sanguinante era rimasta impressa nella sua mente. Si guardò intorno, capendo di essere in una stanza d’ospedale.

Si voltò di scatto, quando sentì una mano stringere la sua. Era Kurt. Gli sorrideva, anche se era un sorriso dolorante.

- Grazie, Blaine. – gli disse Kurt. Blaine sorrise, anche se sentiva un dolore lancinante.

- Ti amo Kurt. Tanto. Troppo. Non riesco a stare senza di te. Ed è per questo se sono andato da un uccello inquietante che non sapevo nemmeno esistesse, per farmi trasformare in uomo e proteggerti. – disse tutto d’un tratto Blaine. Kurt aveva le lacrime agli occhi.

- È tutto finito, Blaine. Dave e il tizio che ti ha colpito alle spalle sono in riformatorio. – disse Kurt, con un sorriso soddisfatto.

- Ed io sono stato trasformato in uomo, per sempre. – Kurt fece scendere una lacrima sulla sua guancia.

- Ti amo Blaine. Ti amo. Ti amo. – disse, entusiasta, Kurt, abbassandosi su Blaine per dargli un bacio. Il bacio. Quel bacio che significava “per sempre”.

- Ti amo anch’io Kurt.

E si sarebbero amati. Alla luce del sole.

 

Angolo dell’autrice

Salve! Sì, lo so. Volete ammazzarmi per il mio ritardo, ma spero che mi sia fatta perdonare con questo capitolo. Eh sì, miei cari. Kurt e Blaine sono finalmente insieme. E ci voleva, no? Dopo tutto quell’angst che vi ho rifilato in tutta la storia.

Avete sentito la canzone? Everytime, che ha cantato Marley nella puntata di giovedì. Chi di voi, l’ha vista? Comunque, a me quella canzone da i brividi, specie se cantata da Marley.

Questo, amici miei, era l’ultimo capitolo di In light of the sun, ma visto che me lo è stato chiesto, ci sarà anche un epilogo.

Quindi, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e spero di rivedervi al prossimo, che sarà la fine di tutto.

Ringrazio ancora tutte le persone che mi supportano e che mi fanno sapere la loro opinione. Grazie davvero.

Baci

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