In light of the sun di Kekkafox (/viewuser.php?uid=179492)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI- prima parte ***
Capitolo 13: *** Capitolo Xi- seconda parte ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Ciao
Salve a tutti.
Questa è la mia nuova
storia, nata un po’ per caso. Ero fuori il balcone di casa
mia, ad ascoltare le
canzoni di Glee e osservare gli uccelli liberi nel cielo.
Così, mi sono
immaginata come sarebbe la vita di Kurt e Blaine se fossero uccelli.
Poi, però
la mia immaginazione ha pensato a questa storia. Spero vi piaccia.
Verso la fine c’è una canzone: Man In The Mirror.
Questa è la versione del Glee
Club: http://www.youtube.com/watch?v=gLfM8LDjTSw
(ascoltatela
al momento
opportuno)
Ora vi lascio alla lettura.
Kekka Fox :)
Nessuno conosce
questa teoria, ma
sembra proprio che sia vera. Nel lato oscuro della luna, si rifugiano
tutti gli
uccelli di notte. Tutti gli uccelli del mondo, in realtà,
sono uccelli
controllori. Quando nasce un uccello, gli viene affidato un uomo da
controllare.
L’uccello controllore deve, per tutta la sua vita,
controllare la persona che
gli viene affidata. Quando questa persona muore, l’uccello
dovrà riferire al re
degli uccelli (un uccello enorme) come si è comportata nella
sua vita. Se si è
comportata bene, la persona andrà in Paradiso, in caso
contrario andrà
all’Inferno. Dopo aver deciso dove mandare la persona,
l’uccello muore per far
nascere un nuovo controllore.
Gli uccelli
controllori, quando
arrivano nel lato oscuro della luna, si trasformano in esseri umani. Se
durante
il giorno, uno degli uccelli si trasformasse in uomo, il re degli
uccelli lo
trasformerebbe in un inutile buco nero.
Questa storia
parla di un particolare
uccello: Blaine. Blaine era un uccello bellissimo, che cantava in modo
stupendo.
Tanto, da far appassionare chiunque lo ascoltava. Blaine doveva
controllare un
ragazzo: Kurt Hummel.
Da quando era
nato, Blaine controllava
Kurt sempre e solo dall’alto. Da come lui vedeva, Kurt era un
ragazzo molto
gentile e premuroso e anche molto forte, considerando come aveva
affrontato la
morte della madre. Però, era sempre triste.
Una mattina,
appena sveglio, Kurt
iniziò a canticchiare sotto la doccia. Blaine rimase
incantato da quella voce.
Era una voce stupenda, anche se femminile ma Blaine sapeva che Kurt era
gay.
Blaine
smise di volare e andò ad appoggiarsi
sul davanzale della finestra, della camera di Kurt. Il ragazzo
uscì dalla
doccia, ancora canticchiando. Si fermò solo, quando vide
Blaine sul davanzale
della finestra.
Per Kurt, quello
era l’uccello più
bello che avesse mai visto. Aveva delle penne bellissime, di colore
olivastro e
aveva la testa nera, con occhi indefiniti. Kurt non riusciva a capire
qual era
il vero colore di quegli occhi.
Il ragazzo fu
distratto dallo squillare
del cellulare.
Blaine,
dall’alto, non aveva mai
notato la bellezza di Kurt. Era un ragazzo bellissimo, con una pelle
candida
come la neve e con degli occhi che avevano rubato il colore al cielo. E
lui il
colore del cielo, lo conosceva più di chiunque altro.
Quando vide che
Kurt stava per
scendere dai suoi genitori, iniziò a cantare. Voleva
intrattenerlo nella stanza
ancora per un po’. Ogni volta che cantava, i suoi amici
rimanevano incantati e
pensò che forse avrebbe fatto lo stesso effetto su Kurt.
Infatti, quando iniziò
a cantare Kurt, rimase incantato sulla soglia della porta.
Il ragazzo si mosse, solo quando il padre lo richiamò di
nuovo. Blaine ritornò
in cielo, come suo dovere e seguì Kurt a scuola.
Blaine non
poteva entrare nella scuola
di Kurt, così per tutto il tempo volava
sull’edificio e qualche
volta sbirciava dalle finestre. Però, vedeva
sempre Kurt triste, con la testa sui libri. Nei momenti che lui non
poteva
seguirlo, ci pensava il re a controllare il ragazzo.
Kurt stava per
entrare a scuola, ma
vide che un ragazzo enorme lo stava spintonando. Non era mai successo
prima, o
almeno Blaine non l’aveva mai visto. L’uccello
scese subito in picchiata e
iniziò a beccare quel ragazzo enorme. Agli uccelli non era
permesso far del
male agli umani ma Blaine non era riuscito a resistere.
Kurt riconobbe
l’uccello che lo stava
difendendo. Era lo stesso che stava cantando nella sua stanza.
Il ragazzo
enorme cercava di
liberarsi, ma Blaine non lo lasciava. Kurt scappò via e solo
quando il ragazzo
era al sicuro, Blaine lasciò libero l’altro.
A un tratto,
Blaine fu richiamato
all’ordine del re degli uccelli e Blaine sapeva anche il
perché.
Si ritrovò davanti al grande uccello immortale che li
governava. Il re era
arrabbiato.
- Perché
hai aggredito quel ragazzo? Lo sai, che non è permesso. –
lo rimproverò il
re. Blaine, che si era già trasformato in uomo, non sapeva
cosa rispondere.
Sapeva di aver trasgredito una regola, ma aveva le sue buone
motivazioni.
- Quel
ragazzo stava facendo del male a Kurt! –
provò a difendersi Blaine, ma non
era una scusa buona.
- Dovrei
sospenderti per quello che hai fatto, ma avevi delle buone motivazioni.
Puoi
andare, ma ti vieto di stargli troppo vicino, per una settimana. –
Blaine si
ritenne fortunato. Quando si trasgrediva una regola, il re non era mai
così
buono. Lo ringraziò a dovere, poi si trasformò in
uccello e volò di nuovo sulla
terra.
Si nascose in un
cespuglio e dormì,
aspettando Kurt, come faceva di solito. Prima di addormentarsi, rivide
il
ragazzo enorme che aveva aggredito Kurt, con un bicchiere in mano.
Riusciva a
vedere della roba rossa fuoriuscire dal bicchiere. Avrebbe tanto voluto
seguirlo, ma lui non controllava quel ragazzo e non poteva seguirlo.
Finalmente, Kurt
aveva finito scuola e
quando Blaine sentì l’ultima campanella,
volò in cielo per non stare troppo
vicino a Kurt. Ogni giorno, Blaine notava che il ragazzo aveva sempre
vestiti
diversi dalla mattina. Diverse volte, si era chiesto il
perché, ma non sapeva
come scoprirlo.
Blaine
ascoltò Kurt cantare di nuovo,
quella sera e quando il ragazzo andò a dormire,
l’uccello volò nel lato oscuro
della luna.
Si
trasformò in uomo e andò al
banchetto. Aveva una fame da lupi. A un tratto, gli si
avvicinò il suo amico
Wes. Wes era il suo migliore amico, gli diceva qualsiasi cosa e quando
aveva
qualche problema, non si faceva scrupoli e glielo raccontava.
- Amico,
ho saputo che il re ti ha rimproverato, stamattina. –
esordì Wes, prendendo
un mucchio di cibo. Wes adorava mangiare. Si riempiva piatti enormi e
mangiava
tutto in un sol boccone. Blaine si chiedeva come faceva a mangiare
così tanto.
- Come
lo sai?
- Le
notizie girano in fretta, tra noi. – rispose Wes
ed era vero. Soprattutto,
quando si veniva rimproverati dal re, le notizie giravano in un lampo.
- Ho
difeso Kurt. Un ragazzo lo stava spingendo. Non potevo sopportarlo. –
rispose Blaine, sapendo già qual era la prossima domanda di
Wes.
- È
questo il problema di noi uccelli: dobbiamo osservare, ma non dobbiamo
toccare.
Rachel è così piena di problemi
d’amore. A volte, vorrei aiutarla, ma non posso
fare nulla. – spiegò Wes. Anche lui
diceva tutto a Blaine. Gli aveva
parlato diverse volte di Rachel, la ragazza che doveva controllare. Gli
diceva
che cantava bene come lui e gli raccontava tutti i suoi problemi.
- Che
schifo di vita. – commentò Blaine,
sedendosi al tavolo con gli altri
uccelli e mangiò la sua cena.
- Kurt
ne ha passate tante. Non è giusto che non possa aiutarlo.
- Potresti
chiedere un consiglio al re. Lui saprà cosa dirti. –
gli consigliò Wes.
Blaine ci pensò un po’ su. Poi si convinse. Prese
Wes per un braccio e lo
trascinò con lui mormorando un “ho bisogno di
te”.
Si
presentò alla corte del re. Il re
era molto gentile con tutti gli uccelli, ma quando si arrabbiava,
diventava
intrattabile. Però, sapeva anche dare ottimi consigli e
aiutava chiunque si
presentasse alla sua corte.
- Blaine,
di nuovo qui? Come posso esserti utile? – chiese
gentilmente il re. Blaine
pensò un po’ alle parole da dire, senza sembrare
inadeguato, ma poi preferì ciò
che gli suggeriva il cuore.
I’m
gonna make a change, for once in my life
It’s gonna feel real good, gonna make a difference
Gonna
make it right…
As
I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin’ my mind
I
see the kids in the street, with not enough to eat
Who am I, to be blind?
Pretending not to see their needs
A
summer’s disregard, a broken bottle top
And a one man’s soul
They
follow each other on the wind ya’ know
‘Cause they got no
where to go
That’s
why I want you to know
I’m
starting with the man in the mirror
I’m asking him to change his ways
And no message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make that change
I’m
starting with the man in the mirror ([Wes:] Oh yeah)
I’m asking him to change his ways (change his ways)
And no message could have been any clearer (Ooh ooh)
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make a change (Come on!)
You
got to get it right, when you got the time
‘Cause when you close your (You can’t), then you
close your
(Your) mind!
I’m
starting with the man in the mirror (Oh yeah)
I’m asking him to change his ways
And no message could have been any clearer (Ooh ooh)
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make that change
Stand
up!
Stand up! (Make a change!)
Stand up!
Stand up!
Left,
yourself now!
Man
in the mirror!
(Ooh!)
(Ooh!) Ah aaah
(Ooh!) ah aaah
Make that change! (Stand up! Stand up!)
You know!
You Know!
You Know! (Man in the mirror!)
You Know!
Change!
Make
that change.
Il re li
applaudì entusiasta. Blaine era
un ottimo cantante ed era bello se fosse andato lì solo per
cantargli quella
canzone, ma lui sapeva che non era lì per quello.
- Blaine,
con questa canzone mi fai capire che vuoi aiutare qualcuno. –
disse il re,
guardando bene negli occhi Blaine. Era come se gli stesse urlando: cosa
vuoi da
me?
- Beh,
ecco… Io vorrei aiutare Kurt. È un ragazzo
fantastico, ma è sempre triste. Io
voglio aiutarlo. – spiegò Blaine,
tenendo lo sguardo basso. Aveva paura di
incontrare lo sguardo del re.
- Sai,
che non puoi farlo – iniziò il re e
Blaine aveva già perso le speranze – ma tu sei un grand’uomo. Dopo che avrei
scontato la tua punizione, ti permetterò di parlargli.
Potrai dirgli qualsiasi
cosa, ma non una parola sul nostro mondo. Potrai spiegargli chi sei, ma
non
potrei dirgli dove vivi. – spiegò il
re. Blaine e Wes si scambiarono un’occhiata
e si sorrisero.
- Grazie,
signore. Le prometto, che renderò felice Kurt. – disse Blaine,
saltellando via
con Wes, mentre il re stava già osservando il futuro di
Blaine.
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Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Dedico
questo capitolo alla mia cugina adorabile Marianna. So che non leggerai
mai
questa storia, ma ti voglio bene comunque (anche se sei Finchel.)
Durante
quella settimana, Blaine non faceva altro che parlare a Wes di Kurt. Di
come
cantava bene, della sua pelle, del suo viso e Wes lo ascoltava
pazientemente,
mentre s’ingozzava con qualsiasi cosa si potesse mangiare.
La settimana
passò in fretta e così anche la punizione di
Blaine era finita. L’uccello si
presentò dal re, che gli comunicò che la sua
punizione era terminata e che
poteva parlare a Kurt.
Blaine si
sentiva privilegiato. Nessun uccello poteva parlare alla persona che
gli era
stata affidata, ma chissà per quale sconosciuto motivo, il
re glielo aveva
concesso. Però, preferì non pensarci. Stava per
parlare con Kurt, cosa c’era di
meglio?
Volò
sulla
terra, come di suo dovere. Si posò sul davanzale della
finestra di Kurt e
aspettò che si facessero le 7:30, l’ora a cui Kurt
si svegliava.
Blaine
decise di fargli una sorpresa, così
s’intrufolò nella camera di Kurt e gli
spense la sveglia, poi si posizionò, di nuovo, sulla
finestra. Quando vide che
l’orologio portava le 7:30, Blaine iniziò a
cantare una melodia che aveva
ascoltato sulla terra. Era una delle sue melodie preferite. Sembrava si
chiamasse Teenage Dream.
Kurt si
svegliò con quella dolce melodia, chiedendosi chi aveva
cambiato la suoneria
della sua sveglia. Ancora con gli occhi assonnati, si alzò
dal letto.
Blaine lo
trovava ancora più perfetto. Era carinissimo con i capelli
arruffati. Di
solito, aveva sempre i capelli pieni di lacca che gli mantenevano quel
ciuffo
perfetto.
L’uccello
non smesse di cantare e Kurt stava letteralmente uscendo fuori di
testa. Si
accorse, solo dopo un po’, che c’era un uccello che
stava cantando sul
davanzale della sua finestra.
Riconobbe subito
quell’uccello. Era l’uccello che lo aveva salvato
da uno dei tanti spintoni di
Karofsky. Si avvicinò con cautela, cercando di non farlo
scappare, ma Blaine
stava aspettando quel momento da una settimana e di certo non sarebbe
volato
via.
Il ragazzo,
quando vide che Blaine non si allontanava, lo accarezzò.
Kurt pensò che avesse
delle piume stupende e morbidissime.
- Ciao.
– esordì Blaine, facendo
sobbalzare Kurt. Il ragazzo si allontanò in preda allo
spavento e crollò sul
letto, senza accorgersene.
- Non
aver paura, Kurt. – continuò Blaine,
con una tranquillità disarmante, come se fosse normale che
un uccello parlasse.
Kurt si alzò dal letto e si avvicinò lentamente a
Blaine.
- Io
sono Blaine. – disse Blaine. Kurt
pensò che forse aveva delle allucinazioni molto reali, ma da
come parlava quell’uccello
non sembravano per niente allucinazioni. L’aveva perfino
chiamato per nome.
- P-Piacere.
– rispose Kurt, senza nient’altro
da dire. In effetti, non sapeva cosa dire.
A un tratto,
vide Blaine volargli davanti e si posò sul suo letto. Kurt
sgranò gli occhi.
- Hai
un letto morbidissimo, Kurt. – per quanto
sembrasse assurdo, il suo nome pronunciato da quella voce aveva un
altro
effetto. In effetti, quella voce era bellissima. Dolce e sensuale allo
stesso
tempo.
- Grazie.
Come conosci il mio nome? –
chiese Kurt, tanto per chiedere, perché sapeva che non
avrebbe risposto, ma si
sbagliava. Blaine era educato.
- Io
conosco molte cose di te. Quando sei
nato, mi hanno affidato l’incarico di controllarti. –
spiegò Kurt, anche se
ci capì ben poco.
- Perché
devi controllarmi? – chiese, di
nuovo, Kurt, ma giustamente aveva un uccello sul letto che gli stava
parlando.
Aveva tutto il diritto di fare domande.
- A
tutti gli uccelli del mondo sono affidate
delle persone da controllare. Noi vi controlliamo per tutta la vostra
vita e alla
vostra morte decidiamo se mandarvi in Paradiso o all’Inferno.
– spiegò Blaine.
Kurt, stavolta, fu più attento e ci capì qualcosa
in più. Stava per replicare,
ma Blaine lo anticipò.
- So
che non credi in Dio e non importa. Non
sai le persone quanto si sbagliano, quando parlano di
com’è il Paradiso o l’Inferno.
– chiarì Blaine. Kurt spostò
la testa su un lato con fare curioso.
- Ora
tocca a me farti una domanda. –
esordì Blaine. Per ora, voleva tagliare corto le domande di
Kurt, perché non
poteva rivelare molto del suo mondo. Il re glielo aveva detto bene.
- Perché
sei sempre triste? – Kurt si
stupì a quella domanda. Se lui doveva controllarlo, doveva
seguirlo ovunque e
bastava seguirlo per un giorno a scuola, per capire il
perché della sua
tristezza.
- Io
sono gay. – gli facevano spesso
quella domanda e lui rispondeva sempre in quel modo e tutti subito
capivano. Ma
Blaine non faceva parte di quei tutti.
- Lo
so, ma non capisco dov’è il problema. –
replicò Blaine innocentemente. Kurt sgranò gli
occhi. Nessuno gli aveva mai
risposto in quel modo. Di sicuro, Blaine era un uccello interessante.
- Qui
in Ohio essere gay è un po’ come un
peccato. – spiegò Kurt, ma Blaine non
sembrò molto convinto.
- Perché?
– Kurt si stupì, di nuovo.
Quella domanda era davvero inaspettata.
- Non
l’ho mai capito. – rispose Kurt.
Blaine diventò un po’ triste, ma subito
riacquistò la sua curiosità.
- Sei
triste perché essere gay, qui è un
peccato? – chiese Blaine. Kurt si stava davvero
divertendo in quella
conversazione. La curiosità e
l’ingenuità di Blaine erano davvero carinissime.
- Sono
triste perché le persone mi trattano
male. – rispose Kurt. Blaine, inaspettatamente,
iniziò a canticchiare una
melodia molto familiare a Kurt. Quella era un’altra delle
melodie preferite di
Blaine. Perfect. Kurt sorrise. Era un bel gesto.
- Posso
farti una domanda? – chiese Kurt.
Blaine iniziò ad andare in panico, sperando che Kurt non gli
chiedesse da dove
venisse.
- S-Si.
- Perché
mi parli solo ora? – chiese Kurt.
Blaine tirò un sospiro di sollievo tra sé e
sé. Iniziò a pensare a cosa
rispondere e poi lo rispose.
- Ho
avuto il permesso di parlarti solo una
settimana fa, ma una settimana fa ero in punizione perché
avevo aggredito quel
tizio che ti stava spingendo. A noi uccelli non è permesso
fare una cosa del
genere. – Kurt non capì da chi aveva
avuto quel permesso, ma capì
perfettamente che l’aveva difeso, anche se non avrebbe
potuto.
- Perché
mi hai difeso, anche se non potevi? –
Blaine gli sorrise, anche se da piccolo becco non si poteva vedere
molto bene.
- Non
sopporto le persone che fanno del male
agli altri. – rispose Blaine. Kurt gli sorrise e
andò ad accarezzarlo.
Blaine chiuse i piccoli occhietti e si fece coccolare da quelle mani
dolci.
- Sai,
Blaine? Ti sono molto grato. Quel
tizio mi fa del male tutti i giorni. È per questo che sono
triste. – si confidò
Kurt. Blaine aprì gli occhi e poté vedere delle
piccole lacrime negli occhi di
Kurt.
- In
che senso, ti fa del male? – chiese Blaine,
curioso di sapere cosa torturava quel ragazzo dolcissimo.
- Mi
spintona sugli armadietti, mi getta nei
cassonetti, mi getta granite in faccia. –
spiegò Kurt, continuando ad
accarezzare Blaine, ma l’uccello gli volò via.
Volò per la stanza.
- Kurt,
tu sei forte! Hai affrontato la morte
di tua madre in un modo grandioso. Non puoi arrenderti. Devi affrontare
quel
ragazzo enorme! – gli disse Blaine. Kurt si chiese
come sapeva della morte
di sua madre, ma poi si ricordò che lui controllava.
- Come
dovrei affrontarlo? – chiese Kurt.
Come assurdo come pendeva dalle labbra di quell’uccello.
- Il
pregiudizio nasce dall’ignoranza, Kurt.
E questa è la tua occasione per insegnarlo a quel tipo.
Affrontalo, anzi
sfidalo tu. – Kurt stette in silenzio ad ascoltare
quelle parole
bellissime. Era facile dirlo, ma era difficile farlo.
- Non
ti arrendere. Coraggio, Kurt.
Ciao
Salve! Ecco
il nuovo capitolo. Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma mia nonna
è venuta a
mancare e ho avuto molti impegni.
Spero di essermi fatta perdonare con l’incontro tra Kurt e
Blaine. Spero che vi
sia piaciuto com’è piaciuto a me scriverlo.
Le parole che Blaine dice a Kurt non le ho volute cambiare,
perché per me sono
molto più che stupende e il mio cervello non sarebbe capace
di crearne altre
più belle.
Spero di rivedervi alla prossima.
Kekka Fox :)
P.S.:
Scusate se mi pubblicizzo da sola, ma vorrei presentarvi
un’altra mia storia.
Questa storia è molto triste e consiglio ai deboli di
stomaco di non leggerla.
Se siete interessati, eccola qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1086241&i=1
(primo capitolo)
|
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Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Kurt dopo
aver parlato con Blaine, si decise a scendere in cucina per la
colazione. Aveva
fatto decisamente tardi e lui aveva bisogno di tempo per scegliere i
vestiti,
così Blaine per farsi perdonare lo aiutò. Kurt si
disse che quell’uccello aveva
un pessimo gusto nel vestire, ma apprezzava lo sforzo.
Kurt
andò a
scuola a piedi, per camminare con Blaine che lo riempiva di complimenti
che lo
facevano arrossire. Arrivati a scuola, Kurt salutò Blaine,
che si addormentò
nel cespuglio vicino all’entrata, è
entrò a scuola.
Andò
al suo
armadietto o almeno, voleva andarci, perché appena entrato,
fu ricoperto di
granita. Ormai, era diventato il suo buongiorno quotidiano. Si
asciugò gli
occhi, che già bruciavano, e andò in bagno per
cambiarsi.
Blaine, nel
frattempo, per uno strano motivo non riusciva a dormire. Sognava in
continuazione Kurt e poi si svegliava con la figura del ragazzo davanti
agli
occhi. Si svegliò definitivamente e volò un
po’ intorno alla scuola. Si posò
sul davanzale di una finestra e, casualmente, quella era la propria la
finestra
dell’aula di Kurt.
Il ragazzo
lo vide e lo salutò. Blaine notò che era seduto
vicino alla solita ragazza.
Sapeva come si chiamava. Era Mercedes. Glielo aveva raccontato Jeff.
Lui
controllava quella ragazza. Diceva che era molto brava nel canto e lei
si
definiva una diva. Entrambi, si erano accorti che Kurt e Mercedes erano
migliori amici e così si avvicinarono di più
anche loro. Anche se, il migliore
amico di Blaine rimaneva, comunque, Wes.
- Kurt,
chi saluti? – chiese la ragazza,
guardando fuori la finestra. Vide solo un uccello, a suo parere troppo
piccolo,
e si rivolse di nuovo a Kurt, che stava fissando il quaderno con gli
appunti.
- È
una lunga storia, ma non so se posso
raccontartela. – rispose il ragazzo, rimanendo
vago. Mercedes s’incuriosì
ancora di più, ma preferì lasciar perdere. Aveva
già notato, che Kurt era
diventato pensieroso dopo quella granita.
Mentre
Blaine cercava di dormire, Kurt vagava per i corridoi del McKinley alla
ricerca
di Rachel Berry. Non riusciva a trovarla in nessun modo,
così decise di uscire
un po’ in cortile. Non aveva per niente voglia della prossima
lezione.
Vide un
piccolo uccello disteso a terra, che si contorceva nel sonno e non
poté far a
meno di sorridere, quando capì che era Blaine.
S’inginocchiò davanti a lui e lo
accarezzò.
- Oddio,
cos’è successo? Dove mi trovo? Salvatemi!
– Kurt non poté far a meno di ridere a
quel discorso senza senso di Blaine.
- Blaine,
non è successo niente. Sei sul
pianeta Terra e nessuno deve salvarti. – gli
spiegò, ridendo, Kurt. Blaine
scosse la testa e si riprese subito, appena vide Kurt.
- Scusa,
lo faccio sempre quando mi svegliano
all’improvviso. – spiegò
l’uccello. Blaine lo osservava con attenzione, per
poi parlare.
- Non
avevi un’altra maglia stamattina? –
chiese Blaine con interesse. Kurt si guardò e poi rispose.
- Oh,
questa? Granitata del buongiorno. –
rispose con tranquillità Kurt, come se fosse normale una
granitata del
buongiorno.
- Lo
hai affrontato? – gli chiese Blaine
serio.
- Non
era lui. – mentì.
A un tratto,
sentirono delle urla stizzite e Kurt riconobbe subito a chi
appartenevano.
Rachel Berry. Disse a Blaine di seguirlo e andarono nel parcheggio
della
scuola. C’era la squadra di football pronta a gettare Rachel
nel cassonetto. C’era
anche Dave.
Kurt avrebbe
voluto difendere la sua amica, ma aveva troppa paura. Blaine, invece,
era
coraggioso e non sopportava vedere persone che facevano del male alle
altre,
così volò verso quei ragazzi.
- Blaine,
no! Non puoi farlo! – urlò Kurt,
ma Blaine non lo ascoltò minimamente. Si rese conto, che se
avesse attaccato
quei ragazzi avrebbe avuto un’altra settimana o
più di punizione, così si
limitò a voltare tra di loro.
I ragazzi
infastiditi fecero cadere la ragazza a terra e cercavano di scacciare
Blaine,
ma l’uccello, pur essendo piccolo, dava abbastanza fastidio,
così i ragazzi
scapparono via.
Kurt corse
ad aiutare Rachel, che era caduta a terra con forza.
- Rach,
stai bene? – chiese Kurt
preoccupato, mentre Blaine si posava sulla spalla del ragazzo.
- Tutto
ok. Ah, grazie. – Kurt
l’aiutò a
rialzarsi e le sorrise.
- Non
ringraziare me. Ringrazia Blaine. –
le disse il ragazzo, indicando l’uccello che si era posato
sulla sua spalla. La
ragazza s’incuriosì.
- Ehm...
Grazie, Blaine. Non ti avevo mai
visto prima. – rispose la ragazza, guardando
incuriosita Blaine. Cercò di
accarezzarlo e Blaine la lasciò fare. Gli piacevano tutte
quelle coccole.
- Me
l’ha regalato mio padre, ieri. Non mi ha
voluto dire il perché, però. –
mentì Kurt, scambiandosi un’occhiata con
Blaine.
- Ok.
Andiamo. C’è il Glee. Perché, non fai
venire anche Blaine? – chiese Rachel, iniziando a
incamminarsi verso la
scuola.
- Non
credo si possono portare animali nella
scuola. Blaine mi aspetterà fuori la scuola, vero? –
disse Kurt,
accarezzando l’uccello che annuiva felice.
- Wow,
è intelligente. A dopo, Blaine. –
disse Rachel, mentre Blaine volò via dalla spalla di Kurt.
Rachel
andò
in bagno, mentre Kurt la aspettava vicino a un armadietto.
Sbruffò e pensò alle
parole che gli aveva detto Blaine, la mattina.
I suoi
pensieri, però, furono interrotti da Dave che lo
incastrò completamente vicino
all’armadietto con una spinta. Kurt pensò alle
parole di Blaine, coraggio, e
inspirò.
- Ehi,
Dave. – esordì Kurt, facendo
voltare il giocatore di football, che si avvicinò.
- Come
ti permetti di parlarmi? – gli ringhiò
contro Dave.
- Si
può sapere, perché ce l’hai con me?
Cosa
diavolo ti ho fatto? – chiese Kurt, alzando il
tono. Dave già preparò un
pugno.
- Stai
zitto! – gli sputò contro, prima
di ricevere un pugno in pieno stomaco.
Kurt
crollò
a terra, mentre Dave si allontanava. Nessuno si degnava di aiutarlo,
prima che
Rachel uscisse dal bagno.
- Oddio,
Kurt cos’hai? – chiese la
ragazza, preoccupata.
- A-Aiutami.
– gli rispose Kurt. Rachel
lo aiutò a rialzarsi, ma il ragazzo si teneva lo stomaco.
- Cos’è
successo? – gli richiese la
ragazza.
- Poi
ti spiego. Andiamo al Glee, ora. È
tardi.
Ciao
Salve!
Allora eccomi ritornato con questo capitolo. Vi prego non odiatemi, per
quello
cha ha fatto Dave a Kurt. Vi dico solo, che grazie a
quest’episodio Kurt e
Blaine si avvicineranno.
Ci tengo a
precisare che in questa storia Dave non è come nel tf. Dave
è davvero cattivo e
ce l’ha con Kurt perché è gay.
Ok. Ci vediamo
alla prossima. Ringrazio
chi ha messo nelle preferite/seguite e quell’anima fantastica
di
KlainerAnna
che
recensisce.
A
presto.
Baci
Kekka
Fox :)
|
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Capitolo 4 *** Capitolo IV ***
Blaine
volò
intorno alla scuola, cercando l’aula dove si svolgeva quello
che Rachel aveva
chiamato “il Glee”. Non sapeva minimamente di cosa
si trattasse, ma voleva solo
assistere alla lezione di Kurt, visto che non riusciva a dormire.
Volò
per un
bel po’, fino a quando non vide Kurt e Rachel entrare in
aula. C’era qualcosa
di strano, però. Kurt si teneva lo stomaco e un signore,
pieno di ricci come
lui, che parlava al ragazzo.
Non
l’aveva
ancora notato, ma la finestra dell’aula era aperta,
così s’intrufolò nell’aula.
Volò tra i ragazzi, che all’inizio si
spaventarono, e volò sulla spalla di
Kurt.
- Ma
lui è Blaine! – urlò Rachel,
osservando il piccolo uccello che si era posato su Kurt.
Tutti i
ragazzi la guardarono curiosi.
- Chi
è Blaine? – chiese una ragazza dai
capelli biondi e gli occhi verdi penetranti. Blaine sbatté
un po’ le ali, per
attirare l’attenzione su di sé. Gli piaceva
sentirsi al centro delle
attenzione.
- È
il mio uccello, non vi preoccupate. È
innocuo. – spiegò Kurt, lanciando
un’occhiata a Blaine. Gli sussurrò nelle
minuscole orecchie un “cosa diavolo ci fai qui?”.
- Mi
sono preoccupato per te. Cos’è successo?
– gli sussurrò Blaine, in un modo
impercettibile. Kurt la guardò male e
scosse la testa.
- Non
credo che si possano portare animali a
scuola, ma lui mi ha seguito. Sarà entrato dalla finestra. –
spiegò Kurt,
mentre Blaine annuiva sorridente.
- È
molto intelligente, a quanto pare. –
commentò quella ragazza, che Kurt chiamava Quinn. Rachel
annuì, mentre il
professore diceva che poteva farlo rimanere in aula, se voleva.
Kurt si
sedette vicino a Rachel, mentre un’altra ragazza dai capelli
biondi, ma con gli
occhi azzurri, accarezzava Blaine.
L’uccello
assistette a tutta la lezione. Scoprì, che come diceva Wes,
Rachel era un vero
talento nel canto, ma, secondo il suo parere, nessuno era
più bravo di Kurt.
Anche Mercedes era molto brava e lo stesso era una ragazza ispanica,
che
sembrava si chiamasse Santana.
- Perché
non canti anche tu? Sei bravissimo. –
sussurrò Blaine, nell’orecchio di Kurt. Il ragazzo
gli scoccò un’occhiata e poi
alzò la mano.
- Professor
Schuster, anch’io ho una canzone
da cantare oggi. – esordì Kurt. Il
professore gli lasciò la stanza per lui
e la musica partì. (http://www.youtube.com/watch?v=WfvVJZ8Po9U)
Comin’ home used
to feel so good
I’m
a stranger now
in my neighborhood
I’ve
seen the world
at a faster pace
And
I’m comin’ now
from a diff’rent place
Though
I may look
the same way to you
Underneath
there is
somebody new
I
am not
The
boy next door
I
don’t belong
Like
I did before
Nothin’
ever seems
like it used to be
You
can have your
dreams, but you can’t have me
Oh,
I can’t come
back there anymore
‘Cause
I am not the
boy next door
You’ve
been savin’
those souvenirs,
Faded
photographs
from our foolish years
We
made plans, but
they’re wearin’ thin
And
they don’t work
out ’cause I don’t fit in
And
those mem’ries
will just weigh me down
‘Cause
I got no place
to keep ‘em uptown
I
am not
The
boy next door
I
don’t belong
Like
I did before
Nothin’
ever seems
like it used to be
You
can have your
dreams, but you can’t have me
Oh,
I can’t go back
there anymore
‘Cause
I am not the
boy next door, uh!
I’m
not sorry for
just bein’ me
But
if you’d look
past the past you could see
That
I am not (I am
not the boy next door)
Nothin’
ever seems
like it used to be
You
can have your
dreams, oh, but you can’t have me
I
can’t go back
there anymore
‘Cause
I am not
(You are not)
I
am not (You are
not)
I
am not the boy
next door
Tutti
i ragazzi del
Glee lo applaudivano, compreso il professore. Blaine, che si era
appoggiato
sulla sedia vuota di Kurt, cinguettò, facendo sorridere Kurt
e i ragazzi nell’aula.
-
Sei stato bravissimo, Kurt! –
lo elogiò
il professore e Kurt fece un piccolo inchino, sedendosi sulla sedia e
facendo
salire Blaine sulla sua spalla.
-
Grazie. Sapete che anche Blaine è
bravissimo? Mi ha cinguettato qualche melodia ed è
fantastico. – disse Kurt,
facendo l’occhiolino all’uccello, che si sentiva di
fuoco in quel momento.
-
Facci sentire qualcosa. –
disse un
ragazzo con una cresta e l’aria un po’ annoiata.
Blaine
ispirò
fortemente e dopo un incoraggiamento di Kurt, canticchiò la
sua melodia
preferita. La sveglia di Kurt. Continuò fino alla fine della
canzone e i
ragazzi si meravigliarono di come conoscesse tutta la melodia preferita.
Alla
fine, lo
applaudirono. Sembrava una stupidaggine, ma Blaine era stato davvero
bravo e si
godette il suono di quegli applausi.
-
Sei stato bravissimo. –
gli sussurrò
Kurt, accarezzandolo e in quel momento, per Blaine, non esisteva
niente, oltre
le carezze del ragazzo accanto a lui.
Ciao
Salve
a tutti!! Ecco
il nuovo capitolo. Questo è più un capitolo di
passaggio, dove Blaine e Kurt si
avvicinano. Dal prossimo capitolo, s’inizierà a
parlare dei veri problemi.
Vi
è piaciuta di The
Boy The Next Door? Io amo quella canzone e ancora non riesco a capire,
come
cavolo è passato per la mente ai RIB, di far entrare Rachel
e non Kurt alla
NYADA.
Avete
letto il titolo
della 4x01? Si chiamerà *rullo di tamburi* The New Rachel!!
Yheeee. Ma come
sono contenta di rivedere il Rachel Berry Show, mi era mancato.
*inserire
sarcasmo qui*
No,
davvero spero
solo che la quarta stagione si concentri di più sui nuovi
arrivi e non solo su
Rachel, ma dagli spoiler si capisce solo il contrario.
Ok.
Ora basta
lamenti.
Potassio,
Iodio,
Zolfo, Zolfo. (avete capito? xD non vi preoccupate, è una
bella cosa)
Kekka
Fox J
P.S.:
questo è l’uccello
che rappresenta Blaine (non è carinissimo? *_*)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3b/Regulus_regulus_60North_cropped.jpg
|
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Capitolo 5 *** Capitolo V ***
L’ora
del
Glee era, ormai, passata e Kurt stava tornando a casa con Rachel, che
sparlava
cose senza senso su Barbra, e con Blaine che se ne stava tranquillo
sulla sua
spalla. Kurt e Blaine si scambiavano occhiate annoiate e
l’uccello, per
distrarre un po’ Kurt da Rachel, gli canticchiò
qualche melodia.
Kurt si
meravigliò di come quell’uccello conoscesse ogni
suo pensiero. Cioè, lo aveva
controllato per diciassette anni, ma era come se lo leggesse nel
pensiero. In
più, era molto gentile e difendeva chiunque si trovasse in
pericolo. Aveva
difeso Rachel e, anche se
non poteva,
aveva difeso anche Kurt.
- Kurt?
Kurt, mi stai ascoltando? –
Rachel disturbò il corso dei suoi pensieri. Scosse la testa,
per ritornare dal
mondo dei pensieri e osservò la ragazza.
- Scusa,
mi ero un po’ distratto. Sono un po’
stanco. – cercò di giustificarsi Kurt,
ma Blaine, a differenza di Rachel,
sapeva che c’era qualcosa che non andava. Doveva fare una
bella chiacchierata
con Mr sono-un-po’-stanco.
Kurt
salutò
Rachel e si diresse verso casa sua. Kurt si sentiva davvero stanco. Era
successo anche troppo quel giorno. La granita, il pugno. Quello faceva
ancora
un po’ male. Si accorse di essere ritornato di nuovo nel
mondo dei pensieri e
si chiese cosa gli succedeva quel giorno.
- Ti
aspetto in camera tua. – gli disse
Blaine, improvvisamente, volando via da Kurt. Il ragazzo non si era
nemmeno
accorto di essere arrivato a casa.
La sua mente
era molto occupata, quel giorno. Da quando era arrivato a scuola, non
pensava a
nulla oltre che a Blaine. Era un uccello speciale. Lo aiutava, lo
confortava,
gli cantava melodie incoraggianti, gli aveva detto coraggio. Quella
parola era
molto importante per Kurt. Lui ne aveva davvero bisogno di coraggio,
per andare
avanti ogni giorno.
E Blaine
gliene aveva dato. Aveva scombussolato la sua vita in un solo giorno.
Gli aveva
dato il coraggio di affrontare Dave e la sua violenza. Gli era davvero
grato e
non aveva senso mentirgli, così prese la decisione di
raccontargli di ciò che
era successo a scuola.
Entrò
in
casa, salutò Finn, che era tornato a casa con la macchina di
Noah, prese un po’
di latte, dei biscotti per Blaine e andò in camera sua.
Trovò Blaine sul
davanzale della finestra. Sembrava infreddolito. Beh, con quel freddo.
Aprì la
finestra e Blaine volò nella stanza.
- Oh,
cavolo. Che freddo. – disse l’uccello
tremante. Kurt lo accarezzò e gli poggiò una
copertina sulla schiena. Blaine lo
ringraziò e Kurt gli porse i biscotti che aveva preso per
lui. Blaine sembrava
molto affamato, infatti, mangiò tutti i biscotti in un
battibaleno.
- Allora,
Mr sono-un-po’-stanco, com’è andata
la giornata? – domandò Blaine
divertito, mentre guardava il ragazzo fare
zapping. Kurt gli fece una smorfia e prese un biscotto dal piatto.
- Dovresti
saperlo, visto che ti sei infilato
nell’aula canto, senza chiedermelo. –
rispose Kurt. Faceva il finto
arrabbiato quando era a disagio e Blaine lo sapeva. Blaine sapeva tutto
di lui.
- Ero
preoccupato per te. Ti tenevi lo
stomaco. Ti faceva male? – chiese
l’uccello davvero preoccupato. Kurt lo
guardò e spense la tv. Si voltò completamente
verso di lui e incrociò le gambe.
- Mi
prometti di non dirlo a nessuno? –
chiese Kurt, con uno sguardo serio. Blaine lo osservò un
po’ e poi annuì,
mordendo con il suo piccolo becco un biscotto.
- Ho
affrontato quel ragazzo, come mi hai
detto da fare. – a Blaine s’illuminarono
i piccoli occhietti – Mi
ha… dato un pugno… nello stomaco. –
confessò Kurt. L’uccello abbassò lo
sguardo, pensando che era colpa sua. Gli
aveva suggerito lui di affrontarlo e aveva finito per farlo soffrire
ancora di
più.
- Kurt…
mi dispiace. Io-Io non volevo questo.
Te lo giuro. Mi dispiace, è tutta colpa mia- -
Kurt gli bloccò il becco,
per fargli finire quel delirio senza senso. Solo quando Blaine
finì di
boccheggiare, lo liberò.
- Non
è colpa tua. Mi hai dato solo il
coraggio di fare ciò che ero troppo vigliacco per fare. Te
ne sono grato. –
gli rispose il ragazzo. Kurt vide una minuscola lacrimuccia scendere
lungo la
guancia di Blaine e non poté far a meno di intenerirsi. Lo
accarezzò dolcemente
e gli baciò la testa.
- Sei
proprio un uccello speciale, Blaine. Ti
voglio bene.
- Ti
voglio bene, anch’io.
Passarono la
serata a chiacchierare a guardare la tv. Kurt scoprì che
Blaine amava i
musical, come lui, e la disco music (scelta pessima, per Kurt). Aveva
un amore
sconfinato per i papillon e i gilet e che nutriva una forte passione
per
cantanti che lui aveva chiamato Punk e Kity*. Aveva scoperto le sue
melodie
preferite e le avevano canticchiate insieme.
Quando
iniziava a fare notte, Blaine cinguettò una specie di
ninna-nanna a Kurt e
volò, verso il lato oscuro della luna, dove era pronto a
fare una bella
ramanzina a Wes, per non aver difeso Rachel quando ne aveva bisogno.
Blaine non
sapeva che gli spettava un futuro difficile e stupendo allo stesso
tempo.
* Punk e
Kity, in realtà, sarebbero P!nk e Katy
Perry. Blaine è un piccolo uccellino e non
conosce tutti i nomi delle
cantanti.
Ciao
Salve a
tutti! Scusate per il ritardo, ma sono stata molto impegnata. Piscina,
Glee,
Giffoni. Troppe cose.
Allora, ecco
il nuovo capitolo. Scusatemi, se è terribilmente corto, ma
è un altro piccolo
capitolo di passaggio. Dal prossimo, Dave farà davvero del
male a Kurt e Blaine
non potrà di certo perdonarglielo. Ok, ora basta, altrimenti
spoilero troppo
Ringrazio
ancora molto, chi legge, segue, preferisce e, soprattutto, a chi
recensisce.
Grazie davvero tanto.
Baci baci
Kekka
Fox :)
|
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Capitolo 6 *** Capitolo VI ***
Note:
la parte in
corsivo blu è la parte
raccontata da Kurt, quella in corsivo nero è la parte
raccontata da Blaine e
quella nera normale è quella raccontata
dall’autrice, cioè io.
Era
bello passare del
tempo con Blaine. Aveva i miei stessi interessi (a parte la moda, in
cui lui
era un disastro) e ci piaceva prenderci in giro per i nostri difetti (e
credetemi lui ne aveva parecchi). Avevamo la serata a chiacchierare e a
guardare i film Disney che, stranamente, lui adorava da impazzire. Mi
chiesi,
dove l’avesse mai visti.
Mi
aveva perfino
cinguettato una melodia, per farmi addormentare e poi era volta
chissà dove.
Però, non riuscivo a dormire quella notte. Mi compariva
davanti la figura di un
ragazzo dai capelli ricci e scuri e con degli occhi molto simili a
quelli di
Blaine. Mi chiesi chi fosse questo ragazzo, che non avevo mai visto.
Così
passai la nottata
a farmi domande su ciò che era successo nelle mie ultime
ventiquattro ore. Un
uccello parlante mi era volato in camera sconvolgendo la mia vita.
Sempre
quest’uccello aveva Rachel da un cassonetto bello pronto per
lei, così come
aveva fatto con me una settimana fa, anche se non avrebbe potuto.
Decisi
che dovevo
distrarmi e così presi il mio Ipod, le mie cuffie e la mia
ultima rivista di
Vogue, che non avevo ancora letto. Vidi un papillon sulla rivista e la
mia
mente mi portò immediatamente a Blaine. Da quanto avevo
capito, lui amava i
papillon. Quella mattina aveva cercato in tutti i modi di farmene
mettere uno e
ci era anche riuscito.
A
un tratto, nella
pagina del giornale si creò una specie di vortice che
risucchiò tutto le
immagini e le scritte. Non rimase più nessuna scritta, ma
solo la faccia del
ragazzo dei miei sogni. Chiusi gli occhi e scossi la testa. Quando
riaprii gli
occhi, tutto era ritornato come prima. Era ufficiale. Avevo bisogno di
un
bicchiere d’acqua.
Scesi
in cucina. Era
tutto buio e mi meravigliai di non trovare Finn a mangiucchiare
qualcosa.
Purtroppo, la mia meraviglia fu subito stroncata, perché
Finn stava mangiando
in salotto, davanti alla Tv. Non avevo scelta, che sedermi accanto a
lui, visto
che non riuscivo a dormire.
-
Che ci fai qui? – mi
chiese. Avrei dovuto fargliela io quella
domanda, visto che lui stava mangiando una busta di patatine davanti
alla Tv,
ma già sapevo che era tempo perso, così decisi di
rispondere normalmente.
-
Non riesco a dormire. E tu? –
domanda stupida. Si vedeva cosa stava
facendo. Forse, Blaine stava iniziando a fondermi il cervello. Di nuovo
lui.
Perché diavolo non riesco a dimenticarlo?
-
Io qui ci vengo ogni sera. –
mi rispose, porgendomi il pacco di
patatine. Io lo fulminai con gli occhi, ovvio. Non avrei mai mangiato
quella
roba. Pensavo l’avesse imparato, ma è ovvio che
Finn non impara mai niente.
-
Finn?
-
Mmm? – mormorò
nel buio, continuando a guardare la Tv.
Sospirai.
Mi era venuta
in mente una domanda, ma l’unico a cui potevo porgerla era
Finn. Sapevo già che
mi avrebbe dato una risposta stupida, ma tentare non nuoce, no?
-
Ti è mai capitato di non riuscire a
dormire, perché hai sempre davanti
la figura di una ragazza che non hai nemmeno mai visto? –
ok. Aspettiamo la
risposta stupida. Finn continuava a guardare la Tv e questo mi stava
facendo un
po’ innervosire.
-
Ti sta capitando con un ragazzo? –
mi chiese, voltandosi verso di
me. Ah, finalmente ti sei accorto di me, Finn.
-
Si.
-
No, non mi è mai capitato.
Bel
colpo Finn,
davvero. Ok, ora ho svelato un segreto a mio fratello. Sono nei guai!
Ok, Kurt.
Calma. Puoi sempre trarne vantaggio.
-
Secondo te, cosa potrebbe significare? –
come diavolo mi è venuto
in mente di fare questa domanda?! Ok. Vediamo cosa mi risponde. Ho
proprio
bisogno di dormire.
-
Forse, lo conoscerai presto. –
bella risposta. Come ti è venuta in
mente? Gli sorrisi, annuendo e mi alzai. Lo salutai e
m’infilai nel letto per
quelle pochissime ore di sonno che mi erano rimaste. Ero sicuro che il
mattino
dopo, avrei avuto delle occhiaie che mi avrebbero rovinato. Tutta colpa
di un
tizio che non avevo nemmeno mai visto.
****
Guardai
Wes mangiare qualsiasi cosa,
come ogni sera, mentre io non riuscivo a mangiare nulla. Avevo lo
stomaco
chiuso, senza sapere nemmeno il perché. Una cosa,
però, la sapevo. Wes si
meritava una bella ramanzina.
Rachel
stava per andare a finire in
un cassonetto e lui non aveva fatto un bel niente. Questo davvero non
se la
poteva giustificare.
-
Amico, cosa c’è? –
mi chiese, come se nulla fosse. Davvero, come
poteva non fregargliene nulla di ciò che stavano facendo
alla sua protetta.
-
Niente. – risposi, ma era
più che chiaro che c’era qualcosa che non
andava. Infatti, lui mi osservò stranito.
-
Non parli da quando sei tornato e
ciò è strano, visto che parli in
continuazione. – replicò. Lo presi un
po’ come un’offesa, ma cercai di non
pensarci. Dopotutto, Wes me lo ripeteva in continuazione.
-
Beh, non parlo, perché forse
dovresti essere tu quello che dovrebbe
parlare? – chiesi, ironico. Lui mi
guardò stranito e sapevo già quale
sarebbe stata la sua prossima domanda. “Sei
ubriaco?” Me lo diceva sempre, ogni
volta che non capiva. – No, non
sono
ubriaco. – lo anticipai.
-
Non capisco. – mi disse
lui. Io sospirai.
-
Rachel! – lui continuava
a non capire – Quel ragazzo
mastodontico la stava gettando in un cassonetto e tu non
hai fatto nulla per fermarlo. – gli spiegai. Lui
sospirò e scosse la testa.
Stavolta, ero io quello che non capiva.
-
Blaine, non possiamo farlo, capisci? Ci
è proibito affrontare gli
umani, lo sai. - mi disse. Io scossi la testa. Non era una
giustificazione
valida. Come poteva lasciare che la sua protetta finisse in un
cassonetto dell’immondizia?
-
Lo so, ma avresti potuto fare qualsiasi cosa.
Come ho fatto io. –
gli risposi io, ma mi accorsi che lui non mi prestava attenzione, ma
guardava
alle mie spalle.
-
Non l’ho fatto per lo stesso motivo,
per cui Trent si sta dirigendo
verso di te. – mi voltai e vidi Trent che stava
per venire verso di me.
Trent era il servitore del re e ogni volta che veniva da uno di noi,
significava che il re ci voleva a corte.
Non
diedi neanche il tempo a Trent di
avvicinarsi, che mi alzai e andai io verso di lui. Lui mi cinse le
spalle con
un braccio e mi accompagnò dal re, come suo dovere.
Stavolta, ero anche stato
attento a non fare davvero del male a quel ragazzo.
Arrivammo,
ma il re non sembrava
arrabbiato.
-
Eccomi, Signore. – dissi
io, facendo un inchino. Non era pronto a un’altra
settimana lontano da Kurt. Ora, che mi ero abituato a stare con lui.
-
Allora, Blaine? Com’è
andato il tuo primo giorno con Kurt? – questa
domanda mi stupì. Mi aspettavo un rimprovero, ma non era
arrivato. Forse, il re
non voleva punirmi. Cosa strana, perché era la seconda volta
che violavo il
regolamento.
-
B-Bene, credo. – risposi,
ansioso. Non sapevo cosa aspettarmi.
-
So che hai attaccato di nuovo quel ragazzo. –
eccolo il rimprovero.
Come potevo credere che me l’avrebbe fatta passare liscia?
Sospirai e annui,
pronto a una nuova punizione. Forse, dovevo stare a sentire Wes, una
volta
tanto.
-
Perché lo fai? –
mi chiese. Il re, stavolta, mi stava davvero
stupendo. Non ci aveva mai girato attorno quando doveva rimproverare
qualcuno,
ma con me lo stava facendo e ciò non fece che aumentare la
mia ansia.
-
In che senso?
-
Gli altri non proteggono i loro protetti o i
protetti degli altri. Tu
perché lo fai? Cosa ci guadagni? – mi
chiese. Io boccheggiai per qualche
secondo. Non sapevo cosa rispondere. Cosa ci guadagnavo a proteggere
gli umani?
-
Non lo so. È solo che non sopporto
vedere le persone soffrire. –
risposi. Infondo, era la verità. Non sopportavo vedere le
persone soffrire,
specialmente a causa di altre persone. Lui mi guardò e mi
sorrise.
-
Sei davvero un bravo ragazzo. Puoi andare. –
mi disse, facendomi un
segno con la mano. Pensai di star sognando. Avevo violato il
regolamento per la
seconda volta e il re non aveva fatto nulla.
Decisi
che era meglio fare come aveva
detto e andai via, nella confusione più totale.
****
Il mattino
arrivò troppo in fretta, per Kurt, che si era addormentato
da sole poche ore. Si
svegliò con la vera sveglia, quella mattina. Si
guardò intorno in cerca di
Blaine, ma di quel piccolo uccellino non ce ne era traccia. Fece un
sorriso
amaro e scese in cucina. C’era Finn, con cui si
scambiò un’occhiata complice, e
Carole che prendevano un caffè.
- Dov’è
papà? – chiese Kurt, guardandosi
intorno. Di sicuro, non era ancora a letto. Non era da Burt Hummel
dormire fino
a tardi. Se era uscito senza fare colazione, allora
gliel’avrebbe portata lui.
- È
uscito presto, stamattina. Ma non ti
preoccupare, ha fatto colazione. – disse Carole,
anticipandolo. Finn
ridacchiò, meritandosi uno scappellotto da Kurt.
Kurt
annuì e
si preparò la sua colazione.
****
Era strano
andare a scuola, quella mattina. Forse, Kurt si era già
abituato ad andare a
scuola con Blaine. Non l’aveva ancora visto e si guardava
continuamente
intorno, per cercare di vederlo. “Forse,
ha avuto un’altra punizione e deve starmi lontano
un’altra settimana” pensò
Kurt.
- Ehi,
che fai? Vai a scuola, senza di me? –
Kurt sentì LA voce e si guardò intorno.
All’improvviso, vide Blaine poggiarsi
sulla spalla. Gli sorrise e lo accarezzò.
- Sei
tu che non sei venuto da me. – si
giustificò
Kurt. Blaine fece uno sguardo colpevole e si strusciò contro
il collo di Kurt,
per farsi perdonare e ci riuscì anche.
- Ho
capito. Hai fatto tardi. – disse Kurt,
meritandosi un sorriso soddisfatto di Blaine.
****
Arrivarono a
scuola e i due si separarono come il giorno precedente. Blaine
volò sulla
scuola, mentre Kurt si diresse all’interno della scuola. Beh,
quello almeno era
il suo intento, visto che fu fermato da una granita giusto in faccia.
Quella
mattina, però, non ci fu solo la granita ma Dave gli
lanciò anche un pugno
dritto nello stomaco, che fece precipitare Kurt al suolo. Questo non
fece
altro, che aumentare la sete di sangue di Dave che iniziò a
prenderlo a calci
ovunque, insultandolo.
Blaine, in
cielo, sgranò i piccoli occhietti. Non poteva permettere che
Dave facesse del
male in quel modo a Kurt, ma un piccolo uccello non poteva fargli
davvero del
male. Atterrò sull’asfalto e si
trasformò in uomo.
Dave si
distrasse alla vista di questo nuovo ragazzo, sbucato dal nulla. Ma non
ebbe il
tempo di riflettere, che gli arrivò un pugno dritto sul
naso. Kurt sgranò gli
occhi alla vista di quel ragazzo dagli occhi caramello e i capelli
ricci. Proprio,
come quello che gli appariva davanti ogni volta che chiudeva gli occhi.
Dave si
riprese e tirò un pugno al ragazzo, che lo scansò
e gli diede un altro pugno,
stavolta sotto la mascella.
- Non
ti permettere di fargli più del male! –
urlò il ragazzo, mentre Dave lo guardò stranito e
scappò via.
Il ragazzo
diede una mano a Kurt ad alzarsi, che era ancora stordito da
ciò che era
successo. O aveva le allucinazioni o Blaine si era trasformato nel
ragazzo che
aveva sognato la notte.
- Chi
sei? – chiese Kurt e il ragazzo
boccheggiò un po’, senza sapere cosa dire.
Ciao
Salve a
tutti!!! Come ve la passate e Klainer miei?!! Ve la state spassando!!!
Ok,
è
ufficiale. La Klaine Box Scene mi ha dato alla testa. Ma avete visto
quanto è
tenera quella scena? No, davvero, ma è stupenda!! *_*
L’ho vista circa
cinquanta volte da stamattina. I love it!!!
Ok,
Francesca. Calma e respira!
Eccomi
ritornata dal mio sclero. Scusate per prima, ma era il mio alter ego
Klainer.
Da stamattina, ha preso il sopravvento su di me.
Allora? Vi
è
piaciuto questo capitolo? Vi anticipo che Blaine si sta cacciando un
bel guaio,
ma molto grande. Vabbè, ma l’ha fatto per il bene
di Kurt, no? Possiamo
perdonargliela e poi è così tenero. Con quegli
occhi da cucciolo scintillanti,
quando vede Kurt.
Scusate, di
nuovo il mio alter ego.
Ok. Beh,
alla prossima. Fatemi sapere cosa ne pensate di questi capitoli. Mi
raccomando.
Ah, a proposito. Ringrazio chi recensisce, segue e ha messo tra i
preferiti.
Siete davvero fantastici, vi amo tutti!!
Ok, ora
sparisco. Oggi, voglio salutarvi con una promessa speciale.
I
promes you to always love you.
To
defend you even if I know you're wrong.
To
surprise you.
To
always pick up your call no matter what I'm
doing.
To
bake you cookies at least twice a year and to
kiss you whenever
and where ever you want.
But mostly to make sure that you
always remember how perfectly imperfect you
are.
Klaine is
fuckin perfect, bitches!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo VII ***
Questo
capitolo è
dedicato a Fiorenza, che mi dà idee e mi supporta,
nonostante non sia una
Gleek.
Ti
voglio un mondo di
bene. Sei il Kurt del mio Blaine.
- Chi
sei? – chiese Kurt di fronte al
ragazzo che lo aveva salvato da Dave. Non sapeva se ci aveva visto
giusto, ma
sembrava proprio quel ragazzo era Blaine. Un bel ragazzo, soprattutto.
Blaine
boccheggiò, senza sapere cosa dire. Aveva combinato un bel
guaio. Come la
spiegava quella? Aveva perso completamente il controllo e si era
trasformato in
uomo senza pensare. Ora, era destinato a diventare un inutile buco nero.
- Io…
- Kurt lo osservò attento, cercando
di capire qualcosa su quello che era successo. Dave era fuggito senza
dir
parola, questo era chiaro. Era stato salvato da un ragazzo che nemmeno
conosceva, ma che gli appariva davanti agli occhi ogni volta che li
chiudeva.
Questo non era chiaro.
A un tratto,
il cielo divenne scuro e un vortice scese dal cielo, abbattendosi
violentemente
sul ragazzo. Lui non sembrava molto sorprese. Il vortice
ritornò nel cielo e
non c’era più nessuno. Kurt rimase scioccato. Il
cielo ritornò sereno e tutto
sembrava essere tornato come prima.
- Kurt!
– Kurt si sentì chiamare, ma non
aveva minimamente intenzione di voltarsi. Aveva inchiodato gli occhi
nel punto
preciso in cui era scomparso il vortice. Sentì una mano
poggiarsi sulla spalla,
ma non si mosse.
- Kurt,
stai bene? – chiese Rachel. Era possibile
che nessuno avesse visto nulla? Kurt si voltò di scatto
verso la sua amica,
facendola sobbalzare.
- Tu-Tu
non hai visto nulla? – chiese
Kurt, osservando la sua amica che lo guardava stranito.
Com’era possibile che
lo avesse visto solo lui?
- No.
Perché cos’è successo qualcosa? –
chiese Rachel curiosa, come al solito. Kurt rivolse di nuovo lo sguardo
al
cielo, come se guardandolo potesse capirci qualcosa. Abbassò
lo sguardo su
Rachel e le sorrise.
- Nulla,
non preoccuparti. Andiamo. –
disse Kurt. Camminò con Rachel verso la porta principale.
Guardò di nuovo il
cielo, ma nulla.
****
Blaine si
aspettava tutto quello e, sinceramente, aveva una paura folle. Non
voleva
diventare un buco nero, ma aveva inviolato una regola. La regola
più
fondamentale di tutte e si meritava la punizione giusta.
Si
presentò
davanti al re, che sembrò più calmo del solito.
Si stava preparando mentalmente
un modo per poter chiedere al re, di salutare i suoi amici.
Già gli mancava
Wes.
- Blaine,
di nuovo tu. – Blaine abbassò
lo sguardo. Non sapeva davvero cosa dire. Non aveva giustificazione per
quello
che aveva fatto. Non solo aveva aggredito un umano, ma si era perfino
trasformato in uomo.
- Hai
violato la regola di vita. Sai cosa
significa? – chiese il re e Blaine lo sapeva bene.
Questa volta non aveva
scusanti.
- Lo
so. Mi scusi, Signore. So che non ho
scusanti e vorrei solo salutare i miei amici, se possibile. –
disse Blaine,
mantenendo lo sguardo basso. Non aveva il coraggio di guardare
quell’uccello
grande e maestoso negli occhi.
- Perché
vorresti salutare i tuoi amici? –
e quella domanda lo spiazzò di sicuro. Era una specie di
negazione o gli stava
dicendo che non doveva trasformarlo in un buco nero?
- Blaine,
dovrei trasformarti in un buco
nero. È questa la
regola. –
Blaine alzò gli occhi, per la prima volta, e
annuì – Tu non sai che
io ho la capacità di leggere il destino delle persone. –
Blaine sgranò gli occhi. Quella non la sapeva.
- Tu,
figliolo, hai un destino particolare
che io non posso cambiare. Anch’io sto violando una regola
ora, per questo ti
chiedo di non dire a nessuno che ti ho lasciato andare. –
sul volto di
Blaine si scavò un sorriso. Il re gli stava chiedendo di
mantenere un segreto e
in più, gli aveva detto che lo lasciava andare.
“Sono sveglio, dormo o è fantasia?*”,
pensò Blaine.
- Signore,
io davvero non so come
ringraziarla. – e diceva sul serio, Blaine. Il re
gli sorrise e gli fece un
cenno con l’ala.
- Rendi
felice Kurt e mi avrai già
ringraziato abbastanza. – Blaine
saltellò sul posto. Fece un inchino e andò
via dalla corte del re. L’unico problema, ora, era trovare
una spiegazione
valida per Kurt, che di sicuro era rimasto scosso.
****
Infatti,
Kurt era davvero rimasto scosso. Non aveva seguito una minima parte
delle
lezioni. Si muoveva tra i corridoi come uno zombie e pensava
continuamente a
ciò che era successo, senza trovare nemmeno una spiegazione.
Al Glee Club
non aveva seguito una minima parola di Schuster e diverse volte Tina
gli aveva
chiesto se stava bene, ma lui non rispondeva, perso nei suoi pensieri.
Non era
capace di pensare ad altro. La sua domanda principale, però,
non da dove
diavolo era arrivato quel vortice, ma se quel ragazzo fosse davvero
Blaine. E
questo era strano.
- Kurt,
sei sicuro di sentirti bene? –
chiese Rachel, mentre camminavano verso casa di quest’ultima.
Quella mattina
Kurt rispondeva sempre con sì e senza nemmeno saperlo, aveva
accettato di
passare un pomeriggio con Rachel.
Kurt, come
da protocollo per quella mattina, non rispose e continuò a
guardare il cielo. Però,
come tutti sanno, bisogna guardare la strada, mentre si cammina. Kurt
non lo
fece e finì per ritrovarsi tra le braccia di qualcuno.
****
Blaine era
tornato sulla Terra, ancora uomo, e camminava per le strade di Lima,
con mille
pensieri. Il re gli aveva detto che aveva un destino particolare. Cosa
voleva
significare? Davvero, non riusciva a capirlo. La cosa più
importante, però, era
trovare una spiegazione plausibile per Kurt.
Non
finì
nemmeno di pensarlo, che si ritrovò tra le braccia un angelo
dagli occhi
azzurri. L’angelo Kurt Hummel.
Quando Kurt
lo vide, sembrò che si stesse svegliando da un sonno
profondo. Gli occhi caramellati
di Blaine, si persero in quelli azzurri di Kurt.
Il biondo si
ricompose e lo fissò intensamente, mentre Rachel si scusava.
Quando si accorse
che nessuno dei due la stava ascoltando, si fermò e li
osservò.
- Vi
conoscete? – chiese la ragazza,
incuriosita. I due ragazzi continuavano a guardarsi, ascoltando solo di
sfuggita la domanda di Rachel.
Blaine, in
quel momento, si rese conto del destino particolare di cui parlava il
suo re.
Si era innamorato. Si era innamorato di Kurt. Si era innamorato di
Kurt, il suo
protetto. Ora, capiva perché sentiva tanto il bisogno di
stargli vicino, di
parlargli, di difenderlo.
Loro non lo
sapevano, ma sul lato oscuro della luna il Signore stava osservando la
scena e
stava sorridendo. Sì, quello era il destino particolare di
Blaine, che il
Signore non poteva cambiare. Kurt era il destino di Blaine.
Spazio
dell’autrice
Salve a tutti!
Eccomi ritornata con il nuovo capitolo. Eh, sì. Kurt
è il destino di Blaine. Qualcuno
ne dubitava?
Dal prossimo
capitolo, vedremo un Kurt molto confuso e un Blaine molto innamorato.
Nel tf,
Kurt si è subito innamorato di Blaine, mentre Blaine ci ha
messo un bel po’ per
accorgersi di essere innamorato (sì, perché mi
rifiuto di credere che Blaine si
sia innamorato di Kurt solo durante Blackbird). Io ho voluto cambiare.
Blaine
ha già capito di essere innamorato di Kurt, mentre
quest’ultimo ci metterà un
po’.
Ricordiamoci
sempre che Blaine è un uccello e quindi la loro relazione
non sarà molto
semplice.
Bene, ora
ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Grazie,
davvero. Ringrazio moltissimo anche chi recensisce, anche se non ce ne
sono
molti. Ringrazio, comunque.
Spero di
rivedervi alla prossima. Sappiate che se volete sclerare con qualcuno o
sfogarvi o qualsiasi cosa, questo è il mio profilo di
Facebook: http://www.facebook.com/francesca.volpe2.
Io sono sempre a vostra disposizione e chissà, forse potrei
darvi anche qualche
spoilerino.
Baci
P.S.:
*= questo pensiero è stato tradotto in italiano,
dalla A’ Livella di Totò. Io sono di Napoli e non
so perché, ma ho voluto
celebrare un pochino il grande principe
|
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Capitolo 8 *** Capitolo VIII ***
Kurt non
riusciva a smettere di guardare negli occhi quel ragazzo, il presunto
Blaine. Sembrava
che i suoi occhi avessero una loro autonomia e non volevano staccarsi
da quegli
occhi caramellati. Si sentiva come una persona diversa. Sembrava che
tutto
fosse cambiato.
Neanche
Blaine riusciva più a staccare gli occhi da quelli di Kurt.
Sembrava che quegli
occhi azzurri lo avessero ipnotizzato e portato in un altro mondo.
Ormai, lo
aveva capito. Era innamorato di Kurt. “Bel
problema” si disse.
- Ragazzi?
– la voce di Rachel li
distolse dai loro pensieri ed entrambi si voltarono verso la ragazza.
Si
diedero un’ultima occhiata e le risposero.
- Ci
conosciamo di vista. – rispose Kurt,
che in quel momento aveva molte più capacità
mentali, rispetto a Blaine, che
non ragionava più, in quel momento. Rachel sorrise e
annuì. La ragazza tese la
mano verso il ragazzo.
- Piacere,
Rachel. – si presentò la
ragazza e Blaine si ritrovò spiazzato. Se avesse detto il
suo vero nome, Kurt
avrebbe scoperto tutto e lui non volesse che Kurt scoprisse tutto
così. Era una
cosa da affrontare con calma.
- Jonas.
– Blaine s’inventò un nome
alla
svelta e gli uscì quel nome, per lui orrendo.
Notò che Kurt aveva abbassato lo
sguardo dispiaciuto. Infatti, Kurt, non sapeva il perché, ma
aveva sperato
tutto il giorno che quel ragazzo fosse Blaine.
- Beh
scusaci, ma ora dobbiamo andare. –
salutarono “Jonas” e andarono a casa di Rachel,
come da programma.
Blaine si
allontanò e si nascose in un luogo appartato, per
ritrasformarsi. Si nascose
nel retro di una casa e si trasformò in uccello.
Spiccò il volo e andò in cerca
di Kurt. Ora che ci aveva pensato Kurt non vedeva l’uccello
Blaine da un bel
po’.
Lo
trovò e
si posò sulla spalla, sussurrandogli un
“ciao” nell’orecchio. Rachel, appena lo
vide, si scaraventò ad accarezzarlo e Blaine
approvò con un sorriso.
- Mi
era mancato Blaine. – disse
sorridente Rachel. Appena la ragazza si allontanò, Kurt
sussurrò a Blaine un
“dove diavolo sei stato?”.
- Poi
ti spiego. – sussurrò Blaine, di
rimando.
****
Dopo un
pomeriggio passato tra canzoni e film strappalacrime a casa di Rachel,
Kurt e
Blaine stavano finalmente tornando a casa e per quest’ultimo
era una cosa
difficile, visto che avrebbe dovuto spiegare tutto a Kurt.
Infatti,
appena arrivarono nella stanza del ragazzo, Kurt intrecciò
le braccia al petto
ed era pronto ad ascoltare. Quella era una cosa difficile. Come poteva
spiegargli una cosa del genere? Blaine prese un respiro profondo e si
decise a
parlare.
- Kurt,
forse è meglio se ti siedi. – e
il ragazzo così fece. Si sedette sul letto, pronto ad
ascoltare. Ne aveva
bisogno, era rimasto confuso per troppo tempo.
- Kurt,
quel ragazzo che hai incontrato oggi
non si chiama Jason, ma Blaine. Quel ragazzo ero io. –
Kurt si aspettava
quella confessione da tutto il giorno, ma appena quella frase
uscì dalle labbra
di Blaine, si sentì mancare.
- Io
vivo nel lato oscuro della Luna e lì
posso trasformarmi in uomo, ma non posso sulla Terra. –
continuò Blaine.
Kurt quando sentì le ultime cinque parole, sentì
le lacrime agli occhi. Era
confuso e spaventato.
Blaine
osservò gli
occhi di Kurt incresparsi dalle lacrime e sentì il cuore
frantumarsi. Non
poteva sopportare di far piangere quell’angelo che aveva
davanti agli occhi e
si precipitò sul letto, per abbracciarlo. Sentì
l’odore di vaniglia inondare le
sue narici e gli sembrò di essere a casa.
-
Blaine, io-io non capisco. Perché
non puoi?
- disse tra le lacrime Kurt, senza staccarsi da Blaine. Non
sapeva il perché,
ma quelle braccia muscolose che lo avvolgevano lo facevano sentire al
sicuro.
Protetto.
-
Non posso dirtelo, Kurt. Non posso. –
rispose Blaine, anche lui piangendo. Non sopportava l’idea di
stare lontano da
Kurt e vedere quegli occhi azzurri tra le lacrime, non aiutava. Lui non
voleva
farlo piangere.
-
Blaine, io non voglio allontanarmi da te.
Con te sto bene. – Blaine, quando
ascoltò quelle parole, sentì il suo cuore
ricomporsi e battere più forte del normale. Era convinto che
se non si fosse
trasformato in uomo, il suo piccolo cuore da uccellino sarebbe
scoppiato.
-
Non mi allontanerò da te, se il
destino non
vuole. – e Blaine non era mai stato
così convinto di quelle parole. Gli era
stato detto di avere un destino particolare e lui desiderava quel
destino. Lui
desiderava Kurt.
****
Kurt si sentiva
strano. Aveva provato
una miriade di sentimenti, di cui non conosceva nemmeno
l’esistenza. Aveva
assistito alla trasformazione di un uccello a un ragazzo. Un ragazzo
che lo
aveva difeso, protetto, abbracciato e che aveva pianto con lui.
Quella sera, non
era riuscito a
mangiare, né a fare i suoi riti d’idratazione. Non
era riuscito a fare nulla,
neanche a dormire. E ora, che Blaine era andato via, si sentiva vuoto.
Non
sapeva cosa fare, cosa dire. Come spiegare tutto ciò che
stava succedendo.
Capì
che quella giornata era passata
troppo in fretta. Era stata una giornata veloce, ma con molte cose
inspiegate.
Kurt aveva bisogno di spiegazioni. Aveva bisogno di chiarire con
qualsiasi
sentimento stesse provando. Aveva bisogno d’indicazioni. Aveva bisogno di Blaine.
****
Blaine si
sentiva diverso. Stava
provando qualcosa di nuovo, ma che lo faceva sentire benissimo. Stava
provando
dei sentimenti veri e ciò era strano. Non aveva una
spiegazione di quello che
stava succedendo, sapeva solo che aveva bisogno di stare con Kurt, di
parlargli, di renderlo felice. Aveva bisogno di Kurt.
Non era mai
capitato a nessun uccello
che s’innamorasse di un suo protetto, ma a lui era successo e
non sapeva come
affrontare la cosa. Era una cosa difficile e bellissima allo stesso
tempo. Era
innamorato. Agli uccelli non capitava mai, ma lui era diverso. Lui
era…
- Umano.
– Blaine sentì la voce del re alle sue
spalle e si voltò sobbalzando. Senza
accorgersene, era stato catapultato alla corte del re. – Tu sei umano, Blaine. Sapevo che questo giorno
sarebbe arrivato.
Blaine, devo parlarti.
Spazio
dell’autrice
Salve a tutti.
Scusate se sarò breve,
ma non sono dell’umore giusto. Dopo tutte le foto e gli
spoiler che ho visto,
sto piangendo come una fontana e non so quanto la smetterò.
Siete stati
fortunati, perché questo
capitolo lo avevo scritto ieri pomeriggio. Non so quando
arriverà il prossimo,
visto che non credo che l’umore giusto arriverà
presto. Mi dispiace, ma spero
mi capiate.
Vi lascio il mio
account Facebook, nel
caso volete sfogarvi con qualcuno, anche perché io ho
bisogno di un bel sfogo,
ora: http://www.facebook.com/francesca.volpe2.
Baci
Kekka Fox :)
|
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Capitolo 9 *** Capitolo IX ***
Blaine non
sapeva cosa pensare. Cosa voleva dire che lui era umano? Se fosse stato
umano,
non si sarebbe trovato in quel posto. Non sarebbe stato un uccello. Non
sarebbe
mai arrivato sul lato oscuro della luna.
Il re lo
guardò dritto negli occhi e questo lo spaventava moltissimo.
Certo, voleva una
spiegazione che solo il re poteva dargli, ma non sapeva se era pronto
per
questa spiegazione che si rivelava molto confusa. Blaine aveva solo una
certezza, in quel momento: voleva Kurt.
- Blaine,
tu non sei come tutti gli altri.
Hai una storia diversa dagli altri. –
spiegò il re. Blaine abbassò la testa
con lo sguardo perso nel vuoto. Lui sapeva di essere diverso dagli
altri solo
con il canto. Lui aveva un talento particolare, ma non pensava di avere
persino
una storia diversa dagli altri uccelli.
- Tu,
sedici anni fa, sei stato concepito da
una ragazza. Eri un bambino come tutti gli altri. La ragazza era troppo
giovane
per poterti curare, aveva solo sedici anni. Così, ti
abbandonò all’ospedale. Fino
a un anno sei stato in un orfanatrofio, ma io, dall’alto, ti
scoprii. Mi
sembravi perfetto e così ti ho trasformato in uccello e ti
ho fatto credere di
essere mio figlio, come tutti i tuoi amici. Purtroppo, però,
non ho dato peso
al tuo destino. Tu avevi una vita disegnata per te. Una vita dove
c’era Kurt,
per te. Il tuo aspetto sarà anche cambiato, ma il tuo
destino è rimasto lo
stesso. Il tuo destino è Kurt ed io te l’ho
distrutto. – Blaine si sentiva
preso in giro. Aveva creduto di essere un uccello, per sedici lunghi
anni. In
realtà, lui era uno come tutti gli altri e la sua vita era
stata distrutta. Una
vita dove aveva potuto avere Kurt. Sentì gli occhi
pizzicargli, il cuore
frantumarsi e la sua vita cadere a pezzi.
- Blaine,
mi dispiace. Davvero. Avevi una
vita meravigliosa davanti a te, ma io te l’ho distrutta. Mi
disp-
- Basta!
– Blaine non voleva ascoltare
più nulla. Voleva solo correre via e piangere. Piangere
tutte le lacrime che
aveva e che non sarebbero bastate, per aiutarlo. Solo una persona
poteva
aiutarlo: Kurt.
- Non
voglio sentire più nulla. Mi hai
distrutto la vita. Ti odio! – Blaine corse via. Si
trasformò e volò sulla
Terra. Volò da Kurt. Sapeva che aveva la finestra aperta. La
lasciava aperta
apposta per lui. Aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva bisogno
di
parlare con Kurt.
Voleva
svegliare Kurt, ma gli sembrò un angelo nel sonno. Non ebbe
il coraggio di
svegliarlo. Si accoccolò sull’incavo del collo del
ragazzo. Inspirò l’odore di
Kurt e si sentì invadere dal sollievo. Si
addormentò lì, dove davvero voleva
stare.
****
- Oddio!
– così fu svegliato Blaine,
quella mattina. Non si proclamava un bel risveglio. Aprì gli
occhietti ancora
assonnati e vide Kurt dimenarsi nel letto. Stava cercando di scacciarlo
via
dalla sua spalla. Ci riuscì dopo un bel po’.
Blaine si ritrovò catapultato sul
letto e si fece anche male.
- Oh,
sei tu. Ti avevo scambiato per un topo.
Scusa. – gli disse Kurt, quando lo vide, cercando
di sopprimere una risata.
Blaine lo guardò offeso e il ragazzo si fece perdonare con
una bella dose di
coccole. Lui non sapeva come quelle coccole mandassero in estasi Blaine.
- Come
mai stavi dormendo sulla mia spalla? –
chiese Kurt, scendendo dal letto e andando in bagno. Ormai Blaine lo
seguiva
ovunque, anche in bagno. Beh, non in quei momenti, ovvio. Kurt non
gliel’avrebbe mai permesso.
- Ero
venuto per parlarti, ma dormivi così
bene che non ho avuto il coraggio di svegliarti. Così, mi
sono addormentato con
te. – spiegò Blaine, con occhi
sognanti. Aveva in mente l’immagine di Kurt
che dormiva ed era davvero dolce.
- Che
volevi dirmi? – chiese Kurt, mentre
si spalmava la crema sul viso. Ora che Blaine era lì, si
sentiva più completo e
pieno di energie. Non si accorse, che l’uccello aveva
abbassato lo sguardo
triste.
- Non
voglio più tornare sul lato oscuro
della Luna. – Blaine aveva sempre creduto che
quella fosse la sua vera
casa, ma era solo stato ingannato per sedici lunghi anni. In quei
sedici anni
avrebbe potuto fare migliaia di esperienze, migliaia di cose. Cosa che
un
uccello non poteva fare.
- Perché?
– chiese Kurt, un po’
preoccupato. Guardò Blaine con la coda dell’occhio
e si accorse che era triste.
Si sciacquò le mani e si avvicinò
all’uccello, che era appoggiato sul
pavimento. Lo accarezzò e Blaine si rilassò sotto
quel tocco così delicato.
- Mi
hanno mentito. Tutti quanti. –
rispose l’animale, quasi con rabbia. Anzi, decisamente con
rabbia. Blaine era
arrabbiato con tutte le persone care che gli avevano mentito e non gli
avevano
dato la possibilità di vivere la sua vera vita.
- Cosa
significa? – Kurt voleva davvero
sapere cos’era successo. Quell’uccello gli aveva
stravolto e cambiato la vita e
se qualcosa lo turbava, si sentiva in dovere di aiutarlo.
- Io
sono nato umano, ma il mio re mi ha
trasformato in uccello, impedendomi di vivere la mia vera vita. Avrei
potuto
fare tantissime esperienze e ora, non potrò mai
più farle! – sbottò Blaine.
Kurt non ci capì molto, ma l’unica cosa che sapeva
era che Blaine aveva bisogno
di conforto e lui glielo avrebbe dato.
- Trasformati.
– Blaine lo guardò stranito
– Puoi ancora farlo, no? Fidati.
Trasformati. – l’uccello
ubbidì e si trasformò. Non appena
diventò un
ragazzo, sentì le braccia di Kurt avvolgerlo in un dolce
abbraccio. Scoppiò in
lacrime, pensando che non sarebbe potuto restare con lui, per colpa di
uno
stupido uccello che si era finto suo padre.
- Hai
ancora tanto tempo per fare le tue
esperienze. – gli sussurrò Kurt. Blaine
lo scostò e lo guardò negli occhi. –
Che importa se non puoi trasformarti in
uomo davanti a tutti. Basterà che tu mi stia accanto e ti
mostrerò tutte le
belle esperienze che un ragazzo può fare.
Blaine si
perse nell’azzurro di quegli occhi e sentì il
cuore fermarsi per qualche
minuto. Kurt gli stava chiaramente chiedendo di restare con lui. Blaine
stava
già facendo milione d’immagini nella sua mente, ma
nessuna di quelle era
opportuna.
- Adesso,
però, dobbiamo muoverci altrimenti
farò tardi a scuo- - Kurt non riuscì a
terminare la frase, che si ritrovò
Blaine tra le braccia. Lo abbracciò più forte che
poté e gli lasciò un bacio
tra quei ribelli capelli ricci.
****
I due
ragazzi, o meglio il ragazzo e l’uccello si stavano dirigendo
a scuola. Kurt
osservava i capi delle persone per strade e li commentava, peccato che
Blaine
non lo stava per niente ascoltando. Era troppo occupato a osservare i
suoi
lineamenti perfetti, a parer suo.
- Kurt!
– il ragazzo si sentì chiamare e
si voltò. Vide Mercedes correre verso di loro. Kurt le fece
un cenno con la
mano, salutandola.
- Ciao,
Blaine. – salutò la ragazza,
accarezzando il piccolo animale. – Kurt,
hai scelto la canzone per il Glee? – chiese
Mercedes, tutta sorridente. Il
problema, però, era che Kurt non era stato per niente
attento alla lezione del
Glee, del giorno prima. Quindi, non sapeva assolutamente nulla di
questa
canzone da cantare.
- Quale
canzone? – chiese Kurt, spaventato.
- Dobbiamo
cantare una canzone da dedicare.
Non dirmi che te lo sei dimenticato. – rispose
Mercedes. Kurt si scambiò un’occhiata
con Blaine in cerca di una risposta. Se come quello avesse la canzone a
portata
di mano, o zampa.
- Ah,
sì. Ora ricordo. Certo che l’ho scelta.
– cercò di essere convincente. A quanto
pare, sembrava che la ragazza ci
avesse creduto. Solo che, il problema era un altro. Come faceva a
scegliere una
canzone da cantare, entro sei ore?
- Non
vedo l’ora di sentirla. Io prendo l’autobus,
tu?
- No,
grazie. Faccio due passi.
- Ok.
Ci vediamo dopo.
****
Kurt aveva
nascosto Blaine nella borsa ed era entrato a scuola. Di certo, non
aveva
seguito un piffero delle lezioni, troppo occupato a scegliere una
canzone da
cantare al Glee. Purtroppo, però, era arrivata
l’ora di cantare e non sapeva
ancora cosa.
Fortuna che
c’era Blaine. Gli bastò osservarlo solo per
qualche secondo, per capire la
canzone che voleva cantare e a chi voleva cantarla. Finalmente, Blaine
poté
uscire da quella dannata borsa. Nel Glee, già tutti lo
amavano e non perdevano
mai occasione di accarezzarlo.
- Professor
Schuster? Vorrei cantare una
canzone. – il professore gli sorrise e gli
lasciò l’attenzione dei suoi
amici.
La musica
partì e la voce di Kurt riempì la stanza. (http://www.youtube.com/watch?v=HUquTr3Tcv0)
I've
been alone
Surrounded
by
darkness
I've
seen how
heartless
The
world can be
I've
seen you crying
You
felt like it's
hopeless
I'll
always do my
best
To
make you see
Baby,
you're not
alone
'Cause
you're here
with me
And
nothing's ever
gonna bring us down
'Cause
nothing can
keep me from lovin' you
And
you know it's
true
It
don't matter
what'll come to be
Our
love is all we
need to make it through...
Now
I know it ain't
easy
But
it ain't hard
trying
Everytime
I see you
smiling
And
I feel you so
close to me...
And
you tell me:
Baby,
you're not
alone
'Cause
you're here
with me
And
nothing's ever
gonna bring us down
'Cause
nothing can
keep me from lovin' you
And
you know it's
true
It
don't matter
what'll come to be
Our
love is all we
need to make it through...
I
still have trouble
I
trip and stumble
Trying
to make
sense of things sometimes...
I
look for reasons
But
I don't need 'em
All
I need is to
look in your eyes
And
I realize...
Baby,
I'm not alone
'Cause
you're here
with me
And
nothing's ever
gonna take us down
'Cause
nothing can
keep me from lovin' you
And
you know it's
true
It
don't matter
what'll come to be
Our
love is all we
need to make it through...
Oh,
'cause you're
here with me
And
nothing's ever
gonna bring us down
Cause
nothing,
nothing, nothing
Can
keep me from
lovin' you
And
you know it's
true
It
don't matter
what'll come to be
You
know our love
is all we need
Our
love is all we
need
To
make it
through...
Tutti
si alzarono in piedi ad applaudirlo. Blaine, invece, era paralizzato.
Aveva la
certezza che quella canzone fosse per lui e si sentiva lusingato, ma
era stato
così intenso che lo aveva spiazzato. Ora capiva davvero
com’era sentirsi amato.
E sentirsi amato da Kurt era la cosa più bella che potesse
mai capitargli.
-
Kurt, sei stato bravissimo. Ma a chi era
dedicata, questa canzone? – chiese Schuster
entusiasta.
-
A tutti voi, che mi avete sostenuto e
voluto bene sempre e voglio che sappiate che non sarete mai solo,
finche io
esisterò ancora. – tutti lo
applaudirono ancora una volta, ma sia per Kurt
che per Blaine, loro erano soli in quella stanza. Soli nel loro amore alla luce del sole.
Spazio
dell’autrice
Salve
a tutti! Come vedete, sono tornata. La mia depressione è
ancora in atto, ma, finalmente,
ho capito che devo riprendermi e godermi questi giorni in cui la Klaine
è ancor
ON. E comunque vada a finire, la Klaine resterà per sempre
nel mio cuore.
Ora,
che ve ne pare del capitolo? La canzone l’avete riconosciuta,
no? Per me,
questa canzone di Darren è perfetta. Quando la
cantò in A Very Potter Musical,
scoppiai in lacrime. E poi, mi è sembrata perfette per
questo momento. Ma non
cantate vittoria. Kurt è ancora un po’ confuso,
riguardo i suoi sentimenti per
Blaine.
Non
odiate il re. Anzi, no. Odiatelo pure. No, ok. Lui ha fatto quello che
ha fatto
senza pensare e alla fine, saprà farsi perdonare.
Bene.
Come sempre ringrazio tutte le persone che seguono e preferiscono la
mia
storia. Chi l’ha perfino messa tra le ricordate e ringrazio
moltissimo le
persone che mi fanno sapere la loro opinione, anche se non sono in
molti.
Grazie, comunque.
Vi
rilascio il mio account Facebook, nel caso volete sfogarvi o sclerare
con
qualcuno che non sia il muro: http://www.facebook.com/francesca.volpe2
(riconoscete il ragazzo della copertina? Eh, sì. Io
l’adoro. Era il mio
preferito, dopo Abraham, ovvio).
Baci
Kekka Fox :)
|
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Capitolo 10 *** Capitolo X ***
Kurt e
Blaine tornarono a casa, stavolta, con Mercedes. Blaine ebbe la
possibilità di costatare
che la ragazza era molto più calma di Rachel. Era una
ragazza agguerrita e si
considerava una “diva”, proprio come gli aveva
sempre detto Jeff.
A un tratto,
ricordò tutti i suoi amici. Si chiese se loro sapessero di
tutta quella storia.
Se Wes sapeva di quella storia. Non pensava che il suo migliore amico
avesse
potuto mai mentirgli, ma fino al giorno prima pensava la stessa cosa
del re.
Una carezza
di Kurt lo distolse dai suoi pensieri e il suo cuore iniziò
a battere
all’impazzata. Non riusciva a credere come facesse una
semplice carezza a
fargli battere il cuore in quel modo. Si rese conto, però,
che il tocco di Kurt
era così delicato.
Vide
Mercedes prendere la strada di casa, allontanandosi dai due.
Stranamente,
Blaine non vedeva l’ora di rimanere da solo con Kurt. Voleva
ringraziarlo per
la canzone e voleva anche trasformarsi. Stava iniziando a odiare il suo
essere
uccello.
Quando erano
rimasti da soli, prese la parola.
- Grazie.
– esordì. Kurt lo guardò e
gli
sorrise dolcemente. Blaine sentì il suo piccolo cuore
sciogliersi. Quel sorriso
lo mandava in orbita. Kurt sorrideva di rado e ogni volta che
sorrideva, era
come un metallo prezioso e raro. Blaine amava quando era lui la causa
di quel
sorriso.
- Di
niente. Volevo farti sapere che se non
sei solo. – rispose Kurt. Di questo passo, Blaine
non sarebbe sopravissuto
molto. Amava troppo come lo facesse sentire bene con delle semplici
parole.
- Neanche
tu sarai solo. Io per te ci sarò
sempre. – disse, di rimando, Blaine. Kurt gli
sussurrò un “grazie” e gli
lasciò un bacio tra le morbide piume. L’uccello
sentì il cuore sciogliersi come
neve al sole e immaginò di baciare davvero Kurt.
Immaginò le dolci labbra del ragazzo
sulle sue.
- Ti
aspetto in camera. – gli disse Kurt,
facendolo volare al piano superiore della casa, mentre lui
entrò in casa.
****
Blaine si
era trasformato già da un po’ e, visto che Kurt
non tornava, aveva acceso la tv
e si era sdraiato sul letto del ragazzo. Si sentiva molto a suo agio,
quando si
trovava a casa del ragazzo. In realtà, si sentiva a suo agio
ovunque si
trovasse Kurt.
Era
così
avvolto nei suoi pensieri, che non si accorse del ragazzo che era
entrato nella
stanza. Sobbalzò così forte da farlo ridere e
sentì di nuovo il suo cuore
sciogliersi a quel suono cristallino che gli giungeva alle orecchie.
- Ti
sei messo comodo, eh? – chiese,
sorridente, Kurt. Blaine si riprese dal suo stato di schok e rispose.
- Tu
non arrivavi più.
- Scusa,
sono stato bloccato da Finn. –
spiegò il biondo, sdraiandosi accanto a Blaine e porgendogli
un piatto di
biscotti. Blaine assunse un’espressione confusa, dopotutto
lui non sapeva chi
fosse Finn. – È mio
fratello. – lo
anticipò Kurt.
- Sei
consapevole che se mio padre ti trova
qui, ti ammazza, vero? – chiese Kurt ironico e
Blaine si spaventò subito.
Il biondo scoppiò a ridere e abbracciò il
ragazzo, sussurandogli un
“tranquillo” e lasciando un bacio sulla guancia al
moro.
****
Rimasero
sdraiati davanti alla tv per un bel po’. In
realtà, Blaine non stava ascoltando
un bel niente di quello che dicevano in quella scatola infernale. Era
troppo
impegnato a osservare Kurt, che si era addormentato sulla sua spalla.
Blaine
immaginò come fosse svegliarsi tutte le mattine con Kurt al
tuo fianco, senza
essere scambiato per un topo; come fosse camminare davanti a tutti mano
nella
mano, dimostrando quanto ci si ama. Immaginò tutte quelle
cose che un uccello
non poteva fare.
- Mmm…
Blaine, altri cinque minuti. – borbottò
Kurt nel sonno, facendo scoppiare il cuore di Blaine. Forse, anche lui
stava
sognando la stessa cosa. Stava sognando di averlo vicino, nello stesso
letto.
Blaine non
riuscì a resistere e sussurrò un “ti
amo” nell’orecchio di Kurt. Non sapeva se
fosse stato per quelle due parole, oppure perché Kurt
l’aveva scambiato per un
cuscino, ma quest’ultimo strinse ancora di più a
sé il moro.
Blaine si
lasciò andare e si addormentò col sorriso sulle
labbra, senza sapere che quelle
labbra avrebbero avuto un nuovo amico da accarezzare.
Spazio
dell’autrice
Salve! Se
volete saperlo, le casse con i pomodori da gettarmi sono di
là --> *indica
con la manina*
So che
questo capitolo è tremendamente corto e mi dispiace, ma
è solo un capitolo di
passaggio che aprirà la strada al prossimo capitolo, che
sono sicura, piacerà a
tutte le Klainer. In particolare, piace molto anche a me. È
il capitolo che
stiamo aspettando da tanto tempo.
Blaine
è
molto fluffoso in questo capitolo. Si capisce che è
innamorato pazzo, no? E vi
assicuro che Kurt non ha preso Blaine per un cuscino, ma l'ha stretto a
sé
perché anche lui ne è innamorato, ma è
tanto cocciuto da non ammetterlo.
Come sempre,
ringrazio tutti quelli che leggono, quelli che hanno messo tra le
seguite/preferite/ricordate. Grazie davvero. E grazie anche a quelle
anime pie
che recensiscono. Lo sapevate che una recensione allunga la vita a
un’autrice?
Bene, io
scappo, prima che diventi un’insalata di pomodori
vivente…
Baci
Kekka Fox :)
*scansa i pomodori volanti*
|
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Capitolo 11 *** Capitolo XI ***
Blaine si
svegliò ancora lì, accoccolato a Kurt o almeno
così credeva. Purtroppo, non fu
così, perché quando aprì gli occhi,
non trovò il corpo del biondo accanto a
lui.
Si
sollevò
sui gomiti e lasciò che la luce del sole gli penetrasse gli
occhi, che
diventavano ancora più lucenti con il sole, se possibile.
Vide Kurt
entrare nella stanza e lo salutò con uno dei suoi
meravigliosi sorrisi. Il
biondo si sdraiò sul letto, accanto a Blaine e gli diede un
bacio sulla
guancia, che fece perdere un battito al cuore del moro.
- Scusa se mi sono addormentato su di te,
ieri. – disse, improvvisamente, Kurt. Blaine gli
sorrise divertito, cosa
che fece inarcare un sopracciglio del più grande.
- Stai scherzando, vero? Io mi sono
addormentato sul tuo collo, nel cuore della notte. –
rispose, scherzoso,
Blaine. I due scoppiarono a ridere, come se fossero due amici che si
conoscevano da una vita e, teoricamente, era così, ma
praticamente no.
Blaine era
troppo immerso nei suoi pensieri, quando le risate furono fermate da
delle
labbra, sulle sue. O meglio, le labbra di Kurt sulle sue.
Sentì le farfalle
nello stomaco e il cuore sciogliersi come burro.
Rispose a
quel bacio che lo investì di emozioni. Le labbra di Kurt
sapevano di vaniglia e
zucchero filato. Sentì una strana sensazione percorrergli
tutto il corpo e Blaine
poteva affermare con certezza che fosse amore. Non era mai stato
innamorato
così tanto di un ragazzo. Certo, molto tempo prima aveva
avuto una cotta per
Wes, ma questa volta era diverso. Sentiva che c’era qualcosa
di diverso. Quello
che la gente chiamava amore vero.
Quando si
staccarono, Blaine sentì una sensazione di vuoto. Voleva
ancora quelle labbra,
le avrebbe volute per sempre. Kurt lo guardò negli occhi, un
po’ spaventato.
- Scusami. Io non dovevo, mi dispiace. Ho
perso il controllo… - Blaine sorrise a quel Kurt
spaventato e, per farlo
smettere di sproloquiare, lo baciò. Stavolta, era un bacio
più passionale. Un
bacio più intenso e caldo.
- Tu mi piaci davvero, Kurt. E non
m’importa
se sono un maledetto uccello. Voglio stare con te, voglio starti
accanto,
voglio baciarti. Voglio te. – e Blaine disse
quelle parole, pensandole
davvero. Voleva davvero baciarlo ogni singolo giorno, amarlo come
nessuno aveva
mai fatto. Voleva Kurt. Lo voleva con tutto se stesso.
- Anche tu mi piaci e ti avevo promesso che
ti avrei fatto fare tutte le esperienze che un ragazzo può
fare. Esperienza più
bella dell’amore? – chiese Kurt,
sorridendogli dolcemente. Blaine non ce la
fece e si catapultò di nuovo sulle sue labbra. Se non
avessero sentito i passi
di Burt sulle scale, avrebbero continuato così per tutto il
giorno.
****
- Non dirmi che l’ho fatto davvero, ti
prego.
– disse Kurt, ridendo. Erano per strada e,
tecnicamente, Kurt stava
parlando con un uccello. Avrebbero potuto prenderlo per pazzo, ma a
loro non
importava.
- Invece sì. Mi hai stretto ancora
più forte.
– replicò Blaine, ridendo. Aveva omesso
la storia del “ti amo”. Era ancora
troppo presto. – Io,
però, ti ho
osservato tutto il tempo. Sei bellissimo, quando dormi.
- Vorrei tanto
baciarti, in questo
momento. –
rispose Kurt,
sorridendogli dolcemente. Blaine cercò di sostituire il
bacio con una beccata
dolce sul collo, che fece ridere Kurt.
- Ora, però, come finirà? Tu
sei un uccello e
ci siamo baciati. Oddio, sono confuso. – disse
Kurt, abbassando lo sguardo.
Blaine volò dalla sua spalla e gli comparve davanti agli
occhi.
- Kurt, non m’importa se posso baciarti
solo
nella tua stanza e non possiamo farci vedere da nessuno. Per me,
l’importante è
starti accanto. – gli sussurrò Blaine,
facendolo sorridere. Il biondo lo
prese in mano e gli lasciò un bacio tra le piume.
- Sei proprio un ragazzo fantastico, Blaine.
Sono stato fortunato ad avere te.
Spazio della
scema che
scrive ste cose (sì, perché mi rifiuto di
chiamarmi autrice, dopo questa cosa)
Salve. Le
casse con i pomodori, sono sempre da quella parte --> *indica
con la manina*
Scusatemi
per questa cosa che vi ho rifilato. Mi rifiuto, persino, di chiamarlo
capitolo.
Finalmente, Kurt capisce di amare quel fluffone di Blaine. Chi non lo
amerebbe?
Allora, vi
devo dare una bella o brutta notizia, decidete voi. Questo era il
penultimo “capitolo”
di questa storia. Sì, perché
nell’ultimo capitolo capiteranno un bel po’ di
cose.
Qualche
spoilerino? Sì, per farmi perdonare di sta cosa che vi ho
scritto: Dave
procurerà molti problemi a Kurt e Blaine non può
più sopportarlo. Però, non può
aiutarlo, in quanto non può trasformarsi. Così,
andrà in un posto che tutti noi
conosciamo bene, per chiedere qualcosa di molto importante. La
otterrà? Non vi
resta che seguire il prossimo capitolo. *si sente come una conduttrice*
Allora io
volevo chiedervi due cose: non so se fare un epilogo per questa storia.
Voi lo
volete? Se sì, basta dirmelo con una recensione o
nell’account Facebook, che vi
darò tra poco. Poi, l’altra domanda. Come ho detto
nell’altra mia ff, The
Course of Destiny, la scrittura ha aumentato le dimensioni,
perché la mia vista
scompare giorno dopo giorno e il mio oculista non si muove a tornare
dalle
vacanze. Comunque, se vi dà fastidio grande così,
basta dirmelo e la cambierò.
Questo
è il
mio account Facebook, come promesso: http://www.facebook.com/francesca.volpe2.
Grazie a
tutti e alla prossima
Kekka Fox :)
|
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Capitolo 12 *** Capitolo XI- prima parte ***
Vi starete
chiedendo come potrebbe funzionare questa storia. Insomma, parliamoci
chiaro.
Blaine è un uccello, Kurt è un uomo. Sembrava una
storia impossibile e Kurt
pensava lo stesso, ma si sbagliava. Quando l’amore
è quello vero, può superare
qualsiasi ostacolo. Anche il più difficile e Blaine era
pronto a correre
qualsiasi pericolo, pur di avere Kurt.
Non
sapevano, però, che i pericoli stavano arrivando. Il
pericolo di nome David.
Blaine non
sopportava quel ragazzo e aveva tutte le ragioni del mondo. Aveva
maltrattato
il suo ragazzo (ancora non ci credeva che fosse la realtà) e
i suoi amici. Non
sapeva cosa c’era di sbagliato, ma sapeva solo che doveva
fermarlo, prima che
facesse qualcosa peggiore di ciò che aveva già
fatto. Doveva proteggere Kurt. Costi
quel che costi.
Come
accordato,
Blaine doveva rimanere nella borsa di Kurt, almeno fino
all’ora del Glee.
Blaine odiava stare in quella borsa. Doveva cercare di non ammazzarsi
con i
libri e non si respirava. Era sicuro che sarebbe morto soffocato in
quella
borsa.
- Kurt, io non voglio starci qui dentro. Si
soffoca! – aveva detto più volte Blaine
al ragazzo ma Kurt gli dava due
opzioni: o rimanere nella borsa o restare a casa e Blaine non avrebbe
mai
lasciato solo Kurt con quel mostro di David in giro. Così,
doveva
accontentarsi.
E faceva
bene. Perché, mentre Kurt era occupato a far entrare Blaine
nella borsa, sentì
qualcosa di incredibilmente gelato arrivarci in faccia. Non dovette
nemmeno alzare
la testa, per vedere chi fosse. Fortuna che non l’aveva
colpito negli occhi, ma
i suoi capelli erano letteralmente ripieni di ghiaccio e colorante per
alimenti.
- Tutto ok? – domanda stupida di
Blaine,
ma che aveva fatto comunque.
- Ti sembra una domanda da fare? Ho i capelli
distrutti! – urlò, irritato, Kurt.
Blaine mise una specie di broncio, per
farsi perdonare, ma riuscì ad ottenere solo
un’espressione al quanto stupida e
buffa, che fece ridere Kurt. Beh, almeno lo aveva fatto ridere.
- Almeno non ti è andata negli occhi. –
tentò di consolarlo Blaine.
- Chi se ne frega degli occhi! –
tentativo fallito. Blaine sorrise nel suo piccolo becco e convinse Kurt
ad
andare in bagno. Era stata un’impresa difficile, visto che
Kurt non voleva
farsi vedere in pubblico con quei capelli.
Stavolta,
era stato Blaine quello a fare le opzioni: o tornare a casa per
lavarsi,
perdendo una giornata di scuola che avrebbe gravato sul suo curriculum
per la
NYADA oppure entrare in quella fottuta scuola, scusate il francesismo,
e andare
nei bagni che tutti gli studenti usano.
Inizialmente, Kurt aveva davvero scelto di tornare a casa ma Blaine lo
fece
rinsavire.
****
- Kurt, ti muovi? Sei da dieci minuti
sprofondato in quell’armadietto. – Kurt
sentì la voce di Rachel in
lontananza, ciò significava guai. Guai perché
avrebbe scoperto che stava
parlando con un uccello. L’uccello che era il suo ragazzo.
Quel maledetto
uccello, che non voleva stare fermo.
- Kurt, mi spieghi perché diavolo stai
combattendo contro la tua borsa? – chiese Rachel,
con un’aria metà tra il
divertito e il perplesso. La ragazza si sporse e vide Blaine beccare la
mano di
Kurt.
- Oddio, fallo uscire da lì.
Starà soffocando.
– disse Rachel, allungando una mano verso la borsa.
Ma Kurt la fermò subito
con uno schiaffetto sulla mano. Rachel lo guardò offesa.
- Rachel, non posso tirarlo fuori. Capisci
che casino, se la faccio uscire? – disse Kurt,
abbassando la voce e guardandosi
intorno, come se stesse cacciando fuori un coltello. Rachel si
portò una mano
sotto il mento, pensando. Dopo un po’, annuì.
- Sorry, Blaine. Ci ho provato. –
disse
la ragazza, rivolgendo lo sguardo all’uccello, che nel
frattempo era rimasto lì
a guardare i due discutere, sulla sua imminente morte.
- Muoviti. Io ti aspetto in classe. –
disse Rachel, allontanandosi. Nel frattempo, Kurt aveva ripreso a
lottare
contro Blaine.
****
Finalmente,
Blaine si era deciso a stare un minuto fermo, senza sbattere quelle ali
che
facevano spaventare a morte Kurt, quando le apriva senza preavviso.
Kurt non
voleva che il suo ragazzo rimanesse soffocato da una borsa, ma non
poteva farlo
uscire. Erano in una scuola e non poteva farlo uscire da lì.
Gli aveva ripetuto
più volte di rimanere a casa ma Blaine non ne voleva sapere.
Non sapeva il
perché, ma Blaine lo seguiva ovunque. Si era
“ribellato” al suo presunto padre,
quindi non doveva più controllarlo. Ma lo seguiva, comunque.
I suoi
pensieri furono scossi da una botta, contro un armadietto. Chi poteva
essere,
se non Karofsky? Si accorse che la borsa era finita spiaccicata tra
l’armadietto e il suo corpo e, in quel momento, si
preoccupò seriamente per
Blaine.
Aprì
la
borsa più in fretta possibile e le sue labbra si curvarono
in un sorriso,
quando vide che Blaine era accoccolato in una sacca e stava dormendo
beatamente. Kurt lo accarezzò dolcemente, senza farlo
svegliare e andò in
classe, sperando di non aver fatto tardi.
****
Finalmente,
era arrivata la tanto attesa ora del Glee. Era arrivata l’ora
di far uscire
Blaine dalla borsa, ma dormiva così bene che Kurt non
avrebbe avuto il coraggio
di svegliarlo. Così, lo chiese a Rachel. Almeno, avrebbe
potuto dire che era
stata Rachel a svegliarla, se non voleva essere svegliato.
- Perché non lo lasci dormire, ma lo tiri
fuori, comunque? Starà soffocando, lì dentro. –
propose Rachel ed era
un’opzione più che valida. Così fece,
sperando che nessuno lo svegliasse.
Tutto il
Glee si era già affezionato a Blaine. Per loro, era un
semplice uccello, ma era
come se stesse diventando la mascotte delle New Direction. Perfino
Schuster,
quando lo vedeva, non resisteva a dargli almeno una carezza.
- Oddio, è un amore. –
esclamò Mercedes,
accarezzando l’animale, ma cercando di non svegliarlo.
- Kurt, tu mi stai nascondendo qualcosa,
vero? – chiese, improvvisamente, Mercedes. Kurt
non sapeva a cosa si
riferiva, ma aveva una strana sensazione.
- Cosa vuoi dire?
- C’è qualcosa di Blaine, che
non mi hai
ancora detto. Lo guardi in modo strano, come se stessi guardando
qualcuno d’importante
per te. – spiegò la ragazza. Come
l’avrebbe spiegata quella? Mercedes aveva
ragione. Blaine, per Kurt, era una persona/uccello molto importante per
lui.
Insomma, lo aveva baciato.
Kurt sentiva
di doverne parlare con qualcuno. Non poteva tenersi tutto per
sé. Aveva baciato
un uccello. O meglio un ragazzo. O un ragazzo-uccello. Oddio, era
confuso.
Doveva parlarne.
- Puoi venire da me, dopo? –
chiese Kurt.
Mercedes annuì, sorridente. Voleva bene a Kurt e se il suo
amico aveva bisogno
di parlare, lei era più che disponibile.
****
Quella
giornata era, finalmente, terminata. Blaine dormiva ancora beatamente
sul letto
di Kurt, ora. Si era trasformato, improvvisamente. Come se sapesse che
fossero
arrivati nella stanza di Kurt. Mercedes rimase sbalordita e Kurt
capì che era
il momento giusto per confidarsi.
Non poteva
tenerselo più per sé. Precedentemente, non aveva
parlato, sapendo che le regole
del mondo di Blaine non gli permettevano di dire niente a nessuno. Ma
ora
Blaine viveva con lui. Si era ribellato a quel mondo e a quelle regole.
- Mercedes, ti devo confessare una cosa, ma
devi promettermi che non mi prenderai per pazzo e mi lascerai spiegare
tutto. –
esordì Kurt. Mercedes annuì, seria.
- Sono innamorato di Blaine. –
confidò Kurt.
Mercedes rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire o fare. Come ci
si
poteva innamorare di un uccello? O di un ragazzo, visto che si era
trasformato
in un ragazzo, bellissimo d’altronde.
- C-Cos-
- Blaine non è un uccello come tutti gli
altri. Mi ha parlato del suo mondo. O meglio, del mondo di tutti gli
uccelli. –
e così Kurt confidò tutto alla sua amica.
Gli
parlò di
com’era rimasto confuso, dopo averlo sentito parlare la prima
volta. Gli aveva
parlato di come Blaine lo aveva aiutato con Dave, di come
sognò e vide sul
giornale la faccia di quel ragazzo dagli occhi dorati che non
conosceva, ma che
poi aveva scoperto fosse Blaine. Gli parlò di ciò
che era successo a Blaine. Gli
raccontò del bacio e della promessa che gli aveva fatto.
Mercedes lo
ascoltò attentamente, senza dire parola. Rimase al quanto
sconvolta e confusa.
Voleva aiutare Kurt, ma non sapeva come. Quella sembrava essere una
delle
storie d’amore più complicate della storia. E
rimase anche abbastanza basita
del fatto che gli uccelli controllassero la vita delle persone e,
quindi, anche
la sua.
- Kurt, questa è una situazione difficile.
Mi
sembra una pessima idea.
- Ma io lo amo, Cedes. Lui mi ha aiutato come
nessuno ha mai fatto e, onestamente, bacia da Dio*. –
disse Kurt, ridendo e
facendo ridere Mercedes, con lui.
- Blaine sembra un ragazzo stupendo, ma come
puoi vivere con uomo con cui non puoi nemmeno uscire allo scoperto, se
non
nella tua stanza. – gli disse Mercedes, sentendosi
un po’ in colpa. Non
aveva mai visto Kurt così innamorato e voleva davvero che il
suo miglior amico
ricevesse il dono dell’amore, ma lo stava facendo per la sua
felicità.
- Cedes, io non so che fare. Lo amo. Lo amo
tanto, ma se fosse la via sbagliata? Se non stessi seguendo il mio
cuore?
- Tu stai seguendo il tuo cuore ed è
questo
il tuo sbaglio. Molte volte hai seguito la testa. Fallo anche stavolta.
È la
decisione giusta. – Kurt annuì triste.
Non voleva dire addio a Blaine, ma
doveva farlo. Era la decisione giusta.
Ma appena si
voltò e vide il voltò di Blaine avvolto nel
sonno, con quei ricci che gli
cadevano sulla fronte e quel sorriso accennato sulle labbra,
capì che una volta
nella vita voleva agire d’istinto e seguire il suo cuore.
Perché,
a
volte, le decisioni sbagliate sono quelle che, nonostante tutti i
pericoli e
tutti gli ostacoli, ti portano alla felicità.
Note
dell’autrice
Hola!
Come ve la passate? Ok, cerco
di fare la gentile per farmi perdonare, ma so che non ci
riuscirò. Davvero, vi
chiedo perdono per questo ritardo.
Ve
lo giuro, non è stata colpa mia.
Ogni giorno spuntava fuori un impegno, che non sapevo nemmeno
d’avere. Ok. *si
arrende*. Se volete linciarmi, frustarmi, fate pure. Ma non mi
ammazzate,
altrimenti non saprete come finirà la storia. LOL
Ok,
come vedete nel capitolo Kurt si
confida con Mercedes, che gli consiglia di lasciar perdere Blaine, ma
il nostro
caro Kurtie vuole seguire il suo cuore e il suo istinto e la frase
finale dice
tutto. Sappiate che Mercedes, non vuole il male di Kurt. Pensa solo che
non sia
una buona idea e come darle torto?
*=
sinceramente, non so come sia
baciare Blaine, anche se lo desidero molto sapere. Chi non lo vorrebbe
sapere?
LOL Ma sono sicura che baci benissimo. *sogna ad occhi aperti e
sbavando*
Bene,
il prossimo sarà il continuo di
questo capitolo e l’ultimo della storia. E vi chiedo di
nuovo, se volete avere
l’epilogo, per la fine della storia. Decidete voi.
Vorrei
ringraziare tutte le persone
che mi supportano e un grazie speciale a Drunkofshadows,
che ha pubblicizzato questa storia sulla sua pagina Facebook. Davvero,
grazie.
Bene,
ora sparisco.
Baci
P.S.: Happy Glee-day!! Da
quanto volevo dirlo!! Finally, Glee is back, bitches!
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Capitolo 13 *** Capitolo Xi- seconda parte ***
Blaine
poteva anche essere un uccello, ma non era stupido. Sapeva quello che
voleva e
sapeva che avrebbe dovuto affrontare mille difficoltà per
avere ciò che voleva.
Combattere per ciò che si vuole era una delle esperienze che
non aveva potuto
fare, ma c’è sempre una prima volta.
Kurt era la
cosa migliore che gli era capitata e ci aveva messo sedici lunghi anni
per
capirlo. Kurt lo aveva sostenuto e amato più di chiunque
avesse mai fatto e non
poteva perderlo, non per una cosa che era successa sedici anni fa.
Era per
quello, che stava osservando Kurt nel sonno. Per poter cogliere ogni
minimo
dettaglio di quel ragazzo che aveva accanto lui. Quel ragazzo perfetto
che
aveva le sembianze di un angelo. Un angelo tormentato.
Blaine
guardò la sveglia. Erano le 7:20. Burt, Carole e Finn si
sarebbero svegliati
più tardi, così ne approfittò per
scappare in cucina. Stampò un bacio a Kurt,
senza farlo svegliare e andò in cucina. L’aveva
vista solo dall’esterno, ma da
dentro era ancora più bella.
Dopo aver
osservato tantissime volte Kurt e Carole cucinare, sapeva perfettamente
tutti i
posti dove si trovavano le cose. Preparò una colazione
abbondante e sana per
Kurt e rubò qualche biscotto per lui.
Quando
ritornò in camera, Kurt era abbracciato a un cuscino e
ancora nel mondo dei
sogni. Blaine non riuscì a non sorridere a quella visione
paradisiaca.
Solo in quel
momento si rese conto di star facendo la scelta sbagliata. Non poteva
combattere per ciò che voleva, perché avrebbe
ottenuto solo l’infelicità di
Kurt.
Kurt doveva
meritava di amare una persona con cui poteva mostrarsi fiero e lui non
poteva
essere quella persona.
Poggiò
la
colazione sul comodino e scrisse su un foglio di carta che
poggiò sul vassoio.
Prese il volo e andò via da quella stanza. Andò
via dalla vita di Kurt, con le
lacrime che gli scendevano. Lacrime che facevano male.
****
Kurt si
svegliò, sperando di trovare Blaine accanto a lui, ma Blaine
non c’era. Si
accorse solo dopo di quel vassoio sul comodino. C’era la
colazione e un foglio
azzurro. Kurt lo lesse.
Caro Kurt,
ho capito che
io non posso renderti
felice e la felicità è una delle tante cose che
meriti. Ti amo tanto ed ero
pronto a combattere per te, ma ho capito che avrei solo sbagliato. Ti
avrei
reso infelice.
Spero tu mi capisca e ti auguro tutto il meglio che la vita di un
ragazzo possa
dare.
Non sono mai
stato molto bravo con le
parole, quindi capirai di più se accenderai lo stereo che
hai lì vicino a te.
Ti amo
Blaine
Kurt si
sentì morire. Osservò lo stereo che aveva vicino
al letto e lo accese, come
Blaine gli aveva chiesto.
Le note di
Everytime si espansero nella stanza, seguite dalla melodiosa voce di
Blaine. (http://www.youtube.com/watch?v=_5GZQxI_184)
Notice
me
Guardami
Take my hand
Prendi la mia
mano
Why are we
Perché siamo
Strangers when
Estranei quando
Our love is strong?
Il
nostro amore è forte?
Why carry on without me?
Perché vai
avanti
senza di me?
Everytime I try to fly
Ogni
volta che cerco di volare
I fall without my wings
Cado senza le
mie ali
I feel so small
Mi sento
così piccolo
I guess I need you baby
Credo di aver bisogno di
tesoro
And everytime I see you in my dreams
E ogni volta
che ti vedo nei miei sogni
I see your face, it's haunting me
Vedo il tuo
volto, mi sta
tormentando
I guess I need you baby
Credo di aver
bisogno di te tesoro
I
may have made it rain
Ho fatto in modo che finisse
Please forgive
me
Per favore
perdonami
My weakness caused you
pain
Ti ho fatto male con le mie
debolezze
And this song is my
sorry
E questa canzone
sono le mie scuse
Ohhhh
Ohhhh
At night I pray
Di notte prego
That soon your
face
Che la tua
faccia
Will fade
away
Possa presto scomparire
And everytime I try to
fly
E ogni volta che
cerco di volare
I fall without my
wings
Cado senza le miei
ali
I feel so
small
Mi
sento così piccolo
I guess I need you
baby
Credo di aver
bisogno di te tesoro
And everytime I see
you in my dreams E
ogni volte che ti vedo nei miei
sogni
I see your face,
you're haunting me
Vedo il tuo volto, mi sta
tormentando
I guess I need you baby
Credo di aver bisogno di te tesoro
Kurt
sentì le lacrime salate scendergli
lungo le guance. Blaine non lo avrebbe mai reso infelice. Lui lo amava
come non
aveva mai amato nessuno in vita sua. Non poteva lasciarlo
così. Non poteva era
crudele.
****
Kurt non aveva
più una vita sociale se non
con le coperte o con Mercedes, da una settimana. Non riusciva
più a guardare
nessuno negli occhi, senza sentirsi male. Vedeva occhi dorati e capelli
ricci
ovunque. Aveva pianto circa mille volte o di più.
Ne aveva parlato
con Mercedes, che era l’unica
che sapeva tutto di quella storia. Lei lo aveva consolato e aveva
cercato di
farlo uscire da quel letto ma Kurt voleva rimanere in quel letto. Quel
letto
pieno di ricordi.
Quel letto dove si
era svegliato con
Blaine che gli cantava Teenage Dream. Quel letto dove Blaine si era
accoccolato
sulla sua spalla, facendosi scambiare per un topo. Quel letto dove
avevano
dormito la notte prima che Blaine andasse via.
Quel letto aveva
l’odore e i ricordi di
Blaine. Tutto ciò che serviva a Kurt, ma anche tutto
ciò che lo faceva sentire
male.
****
Blaine pensava di
aver preso la decisione
giusta, ma si sentiva male. Tanto. Amava Kurt e non si era pentito di
esser
andato via, perché sapeva che era per il bene di Kurt, ma si
sentiva vuoto. Era
come un corpo senza vita, ma che volava senza meta.
Senza neanche
accorgersene, stava volando
sul McKinley. Non vedeva Kurt da una settimana e aveva urgentemente
bisogno di
vederlo. Voleva almeno vedere come stava, anche se sapeva che gli
avrebbe fatto
del male.
****
Mercedes era
riuscita a convincere Kurt ad
andare a scuola, facendogli capire che le assenze avrebbero gravato sul
suo
curriculum per la NYADA.
La ragazza si era
accorta più volte che
Kurt guardava costantemente il cielo e lei sapeva il perché.
Cercava Blaine.
Mercedes sapeva che Blaine se ne era andato per il bene di Kurt e lei
ne era
contenta. Non perché voleva il male di Kurt, ma
perché sapeva che era la
decisione giusta, ma vedere il suo migliore amico soffrire in quel modo
le
faceva male.
- Kurt,
tu inizia a entrare. Io vado a salutare Sam al campo di football. –
disse la
ragazza. Kurt annuì sorridente.
Appena Mercedes fu
dietro l’angolo, Dave
sbatté Kurt vicino al muro, prendendolo col colletto della
camicia.
- Non
ti sei fatto vedere, eh. Cosa c’è? Avevi paura,
frocetto?
Blaine,
dall’alto, vide la scena e sentì
subito la rabbia ribollire dentro di sé, ma non poteva
affrontarlo in quello
stato. Doveva trasformarsi, ma non poteva.
Sapeva cosa doveva
fare, però. Volò sul
lato oscuro della luna. Dal re.
- Mi
devi trasformare in umano, ora. E deve essere per sempre. –
disse improvvisamente
Blaine, davanti al re. Non aveva tempo da perdere in inutili
convenevoli.
- Blaine,
non posso. Lo sai. Non ho questi poteri. – gli
disse il re.
- Non
m’importa. Kurt ha bisogno di me, ora.
–
il re ci pensò un po’ su.
- Vai
da Trent. Lui saprà, dove portarti. –
Blaine annuì e si voltò per
andarsene, ma il re lo fermò.
- Blaine!
– Blaine si voltò. –
Vi auguro il
meglio. – Blaine sorrise e corse da Trent.
La guardia del re
lo portò da un uccello
ancora più grande del re che aveva sempre visto. Era enorme
e maestoso.
- Perché
dovrei trasformarti in umano? – gli chiese con
severità.
- L’uomo
che amo è in pericolo. Devo aiutarlo. La prego, mi aiuti. –
lo pregò
Blaine. L’uccello lo esaminò e dopo un bel
po’ di minuti gli sorrise.
- Hai
un cuore puro, ragazzo. Va bene, ti trasformerò. –
Blaine stava per saltare
dalla gioia, se non fosse per una strana forza che lo tenne
paralizzato. Una
luce verde lo avvolse e quando scomparse, si sentii diverso.
- Vai
dal tuo amato, ragazzo. – disse
l’uccello, dopo di che una luce azzurra lo
catapultò sulla Terra.
Vide Kurt sdraiato
a terra, sanguinante,
mentre Dave lo prendeva a calci.
- Lascialo
stare! – urlò Blaine. Dave si
voltò, guardandolo con rabbia. Kurt appena lo
vide, sorrise. Anche in quelle condizioni, sapeva di amare Blaine.
- B-Blai…
Blaine. – mormorò, senza forze, Kurt.
Dave si avvicinò a Blaine con aria di
sfida, ma il moro non gli diede nemmeno il
tempo di avvicinarsi che gli scagliò un pugno
sull’occhio.
- Sei
uno stronzo! Cosa gli hai fatto? – urlò
Blaine, tirando un altro pugno a
Dave. – Non devi permetterti mai di
fargli del male. Mai! – disse Blaine, prima di
perdere i sensi.
****
Blaine si sentiva
gli occhi pesanti e
sentiva dolore ovunque. Non ricordava quasi niente di quello che era
successo,
ma l’immagine di Kurt sanguinante era rimasta impressa nella
sua mente. Si
guardò intorno, capendo di essere in una stanza
d’ospedale.
Si voltò
di scatto, quando sentì una mano
stringere la sua. Era Kurt. Gli sorrideva, anche se era un sorriso
dolorante.
- Grazie,
Blaine. – gli disse Kurt. Blaine sorrise, anche se
sentiva un dolore
lancinante.
- Ti
amo Kurt. Tanto. Troppo. Non riesco a stare senza di te. Ed
è per questo se
sono andato da un uccello inquietante che non sapevo nemmeno esistesse,
per
farmi trasformare in uomo e proteggerti. – disse
tutto d’un tratto Blaine.
Kurt aveva le lacrime agli occhi.
- È
tutto finito, Blaine. Dave e il tizio che ti ha colpito alle spalle
sono in
riformatorio. – disse Kurt, con un sorriso
soddisfatto.
- Ed
io sono stato trasformato in uomo, per sempre. –
Kurt fece scendere una
lacrima sulla sua guancia.
- Ti
amo Blaine. Ti amo. Ti amo. – disse, entusiasta,
Kurt, abbassandosi su
Blaine per dargli un bacio. Il bacio.
Quel bacio che significava “per sempre”.
- Ti
amo anch’io Kurt.
E si sarebbero
amati. Alla luce del sole.
Angolo
dell’autrice
Salve!
Sì, lo so. Volete ammazzarmi per
il mio ritardo, ma spero che mi sia fatta perdonare con questo
capitolo. Eh sì,
miei cari. Kurt e Blaine sono finalmente insieme. E ci voleva, no? Dopo
tutto
quell’angst che vi ho rifilato in tutta la storia.
Avete
sentito la canzone? Everytime, che
ha cantato Marley nella puntata di giovedì. Chi di voi,
l’ha vista? Comunque, a
me quella canzone da i brividi, specie se cantata da Marley.
Questo,
amici miei, era l’ultimo
capitolo di In light of the sun, ma visto che me lo è stato
chiesto, ci sarà
anche un epilogo.
Quindi,
fatemi sapere cosa ne pensate di
questo capitolo e spero di rivedervi al prossimo, che sarà
la fine di tutto.
Ringrazio
ancora tutte le persone che mi
supportano e che mi fanno sapere la loro opinione. Grazie davvero.
Baci
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