You are my smile, but I can't.

di Hika Uchiha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo - sfida. ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo. - La festa. ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo - sfida. ***


Ormai le giornate volavano via veloci, ma in tal caso non riuscivo mai a vincere una stupida sfida contro Takishima, ed ultimamente ne avevamo fatte molte. Lui era sempre più bravo in tutto. Dai compiti allo sport, ciò mi dava su i nervi. 
La luca del sole punzecchio il mio sonno, decisi di svegliarmi, iniziava un nuovissimo giorno di scuola. Mi vestii velocemente con la divisa elegante del S.A, e mi avviai verso la scuola. Volevo in assoluto arrivare prima di quel tontolone più freddo del ghiaccio di Takishima, ma per mia sorpresa già era seduto al solito posto. Akira mi venne incontro e mi salutò con un caloroso abbraccio, Jun e Megumi invece mangiavano dei biscotti, e come al solito Tadashi divorava tutto. 

- Buongiorno Hikari, allora, come va? - Mi chiese dolcemente Akira, portandomi verso il tavolo della serra.
- Sto bene, infondo non ho nulla da perdere. - Risposi, sorridendo.
- Tranne perdere contro me, numero due. - E se come non  bastasse, quell'idiota di Takishima s'intromise, continuava a lavorare su quel suo computer portatile, sembrava stanco, ma come al solito aveva tempo per stuzzicarmi.
- Takishima, te lo dico per l'ultima volta: non chiamarmi NUMERO DUE! - Urlai arrabbiata, suscitando da parte sua un sorriso.
- Inutile, numero due, sei e resterai per sempre il numero due. - Disse provocatorio Kei, come al suo solito continuava a farmi arrabbiare, e decisi di andare allora sul peggio.
- Certo, certo, allora Takishima, ti va una sfida? - Chiesi, puntandogli il dito contro. - Non puoi tirarti indietro! - Aggiunsi con sguardo determinato.
- Va bene. - Accettò, e spense il computer. - Che tipo di sfida? - Domandò, girando il suo sguardo verso il mio.
- Benissimo, un giro di tutta la scuola, chi arriva qui per primo vince! Su, forza, partiamo! - Iniziai a correre, e lui tese come al suo solito a seguirmi. Sapevo già che avrei perso, ma questa volta non volevo che quest'affermazione risultasse provabile. Akira mi guardava da lontano, e allo stesso tempo prendeva a pugni il povero Tadashi, che si era appena ingozzato. Takishima correva, e mi accorsi subito che mi stava per raggiungere, allora velocizzai il passo. A battito di ciglio, me lo ritrovai accanto, a due passi dinanzi a me.
- Com'è possibile? Tu eri lì! - Urlai incredula.
- Mi dispiace numero due, ti ricordo che sono il numero uno! - Spiegò, superandomi. 

Arrivai dopo circa cinque minuti, e lo ritrovai lì, che mi aspettava. Akira e gli altri non c'erano, cosa strana. Ma non è giusto, avrà barato, ne sono certa! 
- Allora...hai vinto, cosa vuoi? -
- Nah, non lo so. Facciamo una cosa, questa volta faccio scegliere a te, ho vinto già troppe volte, non so più che chiederti. - Rispose con un finto sorriso. No, bello, questa volta te la farò pagare, eccome se te la farò pagare.
- Cosa? Beh, non so, quello che vuoi! -
- Benissimo, non volevo arrivare a tanto, ma vedo che tu cara mia sei disposta a tutto. - Disposta a tutto? Aveva detto così per davvero? Ero scesa così in basso? Ormai ero in ballo, dovevo ballare, anche se non ne ero capace.
- Spara. - Dissi con voce decisa, avvicinandomi a lui, che incominciò ad accarezzarmi la guancia. 
- Bene, sono stato invitato ad una festa...-
- Aspetta, se centra Saiga, scordatelo! -
- No, non è lui...è un semplice finanziere, mio padre vuole che io ci vada in coppia con una ragazza...volevo andarci con Megumi, ma sai, la ragazza non parla. Accetti, sì o no? -
- Va bene. Cosa devo indossare? Spero che non farò la stessa fine dell'altra volta! -
- No, e questa volta non strappare il vestito, l'azzurro ti dona. - Disse, incamminandosi via. - A proposito, una sarta verrà a casa tua, non metterti a ridere come una malata mentale, pero. -
- Non prometto nulla. - Dissi, incrociando la braccia. - Piuttosto, questa festa quando si fa? - Chiesi, e lui girò lo sguardo.
- Domani sera. Preparati. - Rispose, andando via.

Domani? Ma è prestissimo, bene. Oggi pomeriggio sarà un disastro, me lo sento!

 

TO BE CONTINUED.


Ciao! Benissimo, non sapevo cosa fare, così mi sono messa a scrivere questa FF, spero vi piaccia. Un bacio :*

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo. - La festa. ***


La sarta arrivò a casa dopo circa tre ore, ed iniziò a prendere le taglie per il vestito. Cercavo di trattenere la risata, ma quando mi punzecchiava con quel nastro sui fianchi, scoppiavo a ridere come una malata. Dopo due ore di quella tortura, ringraziai la sarta e la congedai. Takishima, mi faceva d'accompagnatore per la seconda volta, ma non era stato il fratello ad invitarti, proprio lui. A volte non lo capivo: si arrabbiava se parlavo con qualcuno. Si ingelosiva se qualcuno provava a farmi la corte, forse le parole di Saiga erano sempre più vere. No, no, Takishima innamorato di me? Era impossibile, eravamo solo rivali, io la sua e lui il mio. Solo questo, credo.
Il giorno seguente arrivò immediatamente, ed indossai velocemente il vestito celeste che la sarta mi aveva preparato. Indossai quei tacchi che facevano più che male e scesi le scale.
Takishima era lì, mi guardò con aria sorpresa, anche perché non era solito per lui vedermi tutta truccata, ovviamente lievemente. 
 
- Che c'è? - Chiesi, guardandolo con aria preoccupata. Non gli piace, non gli piace, non gli piace, non gli piace. 
- Non mi piace. Quel vestito è troppo aderente, lo trovo beh...non alla tua portata! - Rispose deciso lui, scrutandomi. - Poi se ti piace, tienilo. - Aggiunse.
- A me piace, lo trovo abbastanza carino. Andiamo? - 
- Sì...e non parlare, anzi, non respirare manco! - Disse il moro, guidandomi fuori dalla casa. Partimmo e arrivammo dopo mezz'ora a casa Tasoka, era il compleanno del figlio di questo finanziere, e Takishima, per sfortuna, era stato invitato. 
C'era gente davvero elegante, chi parlava cinque lingue e chi invece, aveva un accento inglese perfetto. Tsk, già è tanto che so dire 'Hello'. Pensai, sorridendo. Kei mi lasciò lì per qualche secondo, lo sapevo di già, doveva salutare i presenti, ed io come al solito dovevo stare immobile ad aspettarlo.
 
- Scusa, è che qui mi conoscono in troppi. - Si scusò Kei, porgendomi un bicchiere di vino.
- No...non bevo. - Risposi.
- Allora, sono contento di berli tutti e due. - Disse sarcastico, portandomi via da lì.
Uscimmo fuori, e ricordai quel posto vagamente familiare. Era di nuovo la residenza Saiga, questa volta pero popolata da altra gente.

- Ma...questo balcone non è di Yahiro? - Chiesi, scrutando il posto.
- Sì, è la festa del cugino...- Spiegò.
- Cioè, lui è qui? -
- Yeh. Mi dispiace, l'ho saputo anch'io da poco. -
- Nulla. Ehy, Takishima, ricordi quando Saiga cercòdi baciarmi? - Domandai, e lui mi accennò un sì, facendosi rosso.
- Perchè ti eri arrabbiato? - Domandai, guardando il suo perfetto profilo. Non dava risposte, o forse cercava la giusta scusa da darmi.
- Hikari, non dire cavolate! E' uno stupido Yahiro, non ti merita. -
- E chi secondo te mi meriterebbe? - Lo stuzzicai, volevo una risposta alla mia persecuzione.
- Tadashi. - Rimasi di sasso. TADASHI? TADASHI? Cioè, Tadashi? Mentiva, lo si leggeva dai suoi occhi.
- Tadashi? No dai, questa è bella! - Risi, e lui sorrise.
- Non lo so per davvero, so solo che sei una ragazza anormale, e che il piccolo grande Yahiro, non ti merita. - Aggiunse, prendendomi per mano, e portandomi dentro.

- Continui con questa storia...ma non hai ancora risposto alla prima domanda: perché ti sei arrabbiato? - 
- Ancora con questa storia? Te l'ho detto Hikari, non mi sono arrabbiato! - Disse lui, stufo.
- Certo, certo, dimmi la verità, per favore. - Cercai di convincerlo, ma invano.
- Se non ti avrei fermata, lui ti avrebbe baciata! - Disse lui.
- Ah...- Risposi, sorridendogli arrossita.
- Hagoni è arrivato. - Annunciò una voce stridula, sgizzando il nostro udito.
 
                                      To be continued.

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