We turned out golden

di imaginnarry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. ***
Capitolo 9: *** Chapter 9. ***
Capitolo 10: *** Chapter 10. ***
Capitolo 11: *** Chapter 11. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


We turned out golden. – Chapter 1.

 

< I throw my armour down
And leave the battleground.
For the final time now
I know I'm running from a warzone.>>

 
 
-Abbiamo chiuso, Sykes. Per sempre.- dissi categorica, alzandomi per uscire dal locale. Stavo trattenendo le lacrime a forza, ma non gli avrei dato questa soddisfazione. Mi sentii bloccare per un braccio.
-Non è come sembra, Han.- la sua presa era forte, ma mi divincolai, per girarmi a guardarlo in faccia.
-Non è mai come sembra, Nathan. Eppure, è la seconda volta che ti vedo con un’altra, non mi interessa più come stanno le cose in realtà. Abbiamo chiuso. Finito. End.- questa volta uscii dal locale, senza fare caso al ragazzo che chiamava il mio nome.
La cosa più spontanea che mi venne da fare, fu recarmi da Victoria, la mia migliore amica. Bussai alla porta in legno e poco dopo mi venne ad aprire.
-Hey, cosa ci fai qui? Non dovevi vederti con Nat...- non terminò la frase, perché scoppiai a piangere, cacciando tutte le lacrime che fino a quel momento avevo trattenuto –oh no, no, no, no. Non può averlo fatto di nuovo. Gli spezzo ogni singolo osso del corpo.- minacciò arrabbiata. E devo dire che suonò parecchio pericolosa. Poi mi abbracciò stretta, facendomi entrare e accomodare in camera sua.
-Cos’ha per la testa quell’idiota? Lo avevo avvertito che non doveva più fare una cosa simile. Oh ma questa volta se le sente. E non provare a fermarmi.- il mio sguardo era fisso su un punto indefinito del muro azzurro e l’unica azione che sembrava fossi in grado di fare, era asciugarmi le lacrime con un fazzolettino.
-Han, ti va di raccontarmi cos’è successo?- mi chiese dolcemente, passandomi una tazza di tea, che aveva fatto poco prima.
-Sono arrivata al locale dove dovevamo incontrarci con un po’ di anticipo e l’ho visto con un’altra ragazza. E l’ho mollato. Definitivamente.- dissi con voce flebile.
-Che razza di stronzo. Ora, stai tranquilla tesoro, tutto si sistemerà, vedrai. Ci sono io con te.- mi abbracciò e cullò un pochino.
Victoria era semplicemente la migliore amica che potesse esistere sulla faccia della terra, mi era sempre stata vicina, senza dire mai ‘te l’avevo detto’ quando sbagliavo, ma sostenendomi anche in quei momenti. Anche se spesso me lo aveva detto davvero. Tipo questa volta, io e Nathan però stavamo insieme da abbastanza tempo, perché potessi pensare fosse sincero quando mi giurò che non l’avrebbe più fatto. Ma evidentemente non era così ed era tutto finito. Con questo pensiero, mi addormentai accanto ad una delle poche persone sulla quale potevo contare in questo momento.
 
Attraversai il vialetto di casa mia, finalmente era uscito il sole su Gloucester. Il mio umore non era certamente quello di una cheerleader entusiasta, ma facevo del mio meglio. Sembravo nel bel mezzo di un post sbronza, nonostante non lo fossi e non avessi toccato alcol.
Victoria mi aveva riempita di insulti, non appena provai a dire che avrei potuto perdonare Nathan perché mi mancava. Non erano stati certamente carini, è vero, ma erano stati sicuramente efficaci. Questa volta non l’avrei fatto, ero determinata. Per lo meno così cercavo di pensare.
 
-Tesoro, finalmente, ti ho aspettata un sacco.- sentii una voce familiare alle mie spalle. Feci finta di nulla e continuai a cercare le chiavi nella borsa. Dove diavolo erano finite?
-Mi dispiace per ieri, ma davvero non è successo nulla. Stiamo insieme da tanto e sai che per me sei importante. Mi dispiace davvero, devi perdonarmi.- a quelle parole mi girai di scatto, vidi Nathan fare un passo indietro, ciò significava che il mio sguardo minaccioso era pericoloso esattamente come volevo lo fosse. Con quale coraggio poteva dirmi queste cose?
Il sorriso che fino a poco prima aveva sulle labbra sparì e questo era un buon segno.
-Risparmiami le tue scuse, non mi interessano. Ti ho perdonato una volta e a quanto pare ho già fatto un grosso errore, non ne farò un altro peggiore. Ora se non ti dispiace, puoi andare.- conclusi cercando di mantenere la calma. Finalmente trovai le chiavi e feci il mio ingresso in casa, chiudendomi la porta alle spalle e appoggiandomi, mentre le lacrime si erano già fatte spazio sulle mie guance.
Continuavo a ripetermi mentalmente che non mi sarei pentita di averlo lasciato e che non mi sarebbe mancato. Probabilmente stavo solo mentendo a me stessa. Dopotutto 2 anni non li dimentichi in 12 ore, purtroppo, nel mio caso, ma dovevo essere forte e anche questo sarebbe passato.
Dopo aver preso un respiro profondo, feci il mio ingresso nella cucina deserta. Non che mi aspettassi di trovare qualcuno, i miei genitori erano certamente a lavoro e mio fratello probabilmente fuori, con qualche amico.
Vidi la posta su un lato e una busta attirò la mia attenzione. Kingston University.
L’aprii con poca delicatezza e lessi velocemente cosa diceva la lettera.
Ero stata presa. E questo significava: Londra, nuova vita, senza Nathan Sykes.
Tirai un sospiro di sollievo a quella meravigliosa notizia, o per lo meno così la pensavo in quel momento.

 
 
 
***Jingle introduttivo***

Saaalve bella gente!
Allora, vediamo. Non so cosa dovrei effettivamente dire a questo punto, non sono molto esperta. Questa non è la prima storia che scrivo, anzi, scrivo anche troppo forse :/ ma è la prima che posto da qualche parte, perché non amo far leggere ciò che scrivo alle persone, i'm shy haha -quando dormo-. Comunque, mi sono decisa a postare questa,  perché credo mi piaccia particolarmente, rispetto alle altre.
è una storia molto semplice e questo mi renderà più semplice la vita, in quanto ho già un’idea ben precisa. I personaggi, al contrario di quelli che solitamente creo, sono meno complessi e niente, dai mi sto prolungando come sempre.
Fatemi sapere cosa ne pensate, spero vi piaccia anche perchè postarla è stato molto simile ad un parto lol. :)
#muchlove
-n.

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Chapter 2.

 
 
Erano passati due mesi dalla mia ammissione alla Kingston University, le lezioni sarebbero iniziate in due settimane e quindi era arrivato il momento di trasferirsi a Londra, in modo da avere abbastanza tempo per sistemarsi.
Salutai un ultima volta i miei genitori e caricai nella macchina di Aaron, mio fratello, l’ultima valigia. Lui e Victoria mi avrebbero accompagnato alla stazione, a Londra mi sarebbe venuta a prendere mia zia Helen, con la quale avrei vissuto.
Osservai le strade della cittadina in cui ero nata e cresciuta, conscia che per un po’ di tempo non le avrei riviste e dovevo ammettere che questo mi dava un senso di sollievo.
Anche se erano due mesi che non sentivo, né vedevo, Nathan a Gloucester, che non era esattamente una metropoli, avrei potuto vederlo da un momento all’altro. Ora che andavo a Londra non correvo questo rischio e sarebbe stato più semplice lasciarmi alle spalle tutto.
 
Ci dirigemmo al binario, dal quale sarei partita ed iniziai a salutare mio fratello.
-Sorellina, comportati bene, mi raccomando. Ci vediamo presto.- mi abbracciò stretta.
-Ti voglio bene, Aaron. Controlla la mamma e il papà. E comportati bene.- dissi staccandomi un attimo. Io e Aaron eravamo sempre stati molto legati, i nostri genitori lavoravano molto e non era raro che partissero, quindi mio fratello maggiore era una delle poche figure familiari che avevo sempre avuto come riferimento. Avremmo anche potuto essere gemelli per quanto ci somigliavamo. Capelli biondi, occhi di una sfumatura dell’azzurro, forma del viso simile. L’unica differenza era il nostro sesso e probabilmente il carattere.
Andai verso Victoria, che aveva gli occhi lucidi. Sorrisi istintivamente, prima di abbracciarla.
-Mi raccomando, non fare danni. Qualunque cosa tu abbia bisogno, sai dove trovarmi.- dissi in maniera protettiva.
-Certo, tanto ti raggiungerò a Londra prima che tu possa immaginare.- sorrise, asciugandosi le lacrime.
Anche lei avrebbe studiato a Londra con me, solo che avrebbe iniziato con un semestre dopo, in quanto un’emergenza famigliare l’avrebbe portata un periodo a Nottingham.
-Ti voglio benissimo, Vicky.- la strinsi un’ultima volta.
-Anche io, tesoro. Ricordati che sei mia e fai la brava.- annuii e mi allontanai.
Riuscii a convincerli che non era necessario che aspettassero la partenza del treno e li salutai un ultima volta con la mano. A quel punto iniziai a mettere le mie valige sul treno.
-Hannaaa!- mi sentii chiamare da una voce fin troppo famigliare, che mi fece gelare il sangue nelle vene. Mi girai molto lentamente per trovare davanti ai miei occhi l’ultima persona che mi sarei aspettata di rivedere. Se ne stava li, con il fiatone per la corsa, i capelli castani più corti tirati su con del gel e gli occhi azzurri-verdi che mi fissavano, facendomi sentire piuttosto a disagio.
Cosa diavolo ci faceva qui?
-Cosa ci fai qui?- chiesi a metà tra il meravigliato e l’indifferente.
-Sono venuto a salutarti. Ho saputo che vai a Londra.- annuii semplicemente –era il tuo sogno essere presa alla Kingston.- lo vidi accennare un sorriso, che creò una strana reazione in me. Non avrei saputo definirla. O forse semplicemente non volevo.
-Non c’era bisogno che tu facessi questo sforzo.- dissi fredda, caricando l’ultima valigia. Prima che potessi salire io, però, venni bloccata per il polso, da una stretta decisa.
-Sì, invece, Han.- il tono con cui lo disse fece automaticamente accelerare il mio battito cardiaco, senza che potessi in alcun modo controllarlo.
-Cosa vuoi, Nathan? Non ho intenzione di perdere il treno per colpa tua.- dissi in un sospiro.
-Ho bisogno che tu mi perdoni, non posso lasciarti andare, sapendo che mi odi e che non mi hai perdonato.- il suo tono era basso e incerto. I suoi occhi avevano quel velo di tristezza, che non avrei mai voluto vedere e sapere che la colpa era mia, mi portò le lacrime agli occhi.
-No, ti prego, non piangere.- sussurrò abbracciandomi stretta. Misi le mie mani attorno alla sua vita e lasciai che il suo profumo mi avvolgesse. Sapevo che era sbagliato, che non avrei dovuto permettergli di avvicinarsi, ma semplicemente non ce la facevo. Tornare ad incastrare il mio viso nell’incavo del suo collo era semplicemente la sensazione migliore provata in questi lunghi mesi.
-Io non ti odio, Nath. Non potrei mai farlo.- sussurrai semplicemente. Questo bastò perché mi stringesse ancora più forte, rendendomi ancora più difficile, volerlo lasciare. –Nath, devo andare, ora.-
Lui si staccò piano, annuendo comprensivo. Mi diede un bacio sulla fronte, com’era solito fare e fece qualche passo indietro.
Salii sul treno, andando a prendere posto e osservandolo dal finestrino. Chi volevo prendere in giro, io non avrei mai potuto odiarlo, così come non avrei mai potuto fare un qualcosa che fosse diverso dall’amarlo.


***Jingle introduttivo***
Sera a tutti!
Come state? Spero bene. (:
Prima di tutto volevo cogliere l'occasione per ringraziare per le recensioni, non me lo aspettavo sinceramente e mi hanno fatto davvero molto piacere. <3
Avrei dovuto aggiornare prima, ma sono stati due giorni intensi tra impegni familiari ed iscrizione all'università, quindi ho aggiornato appena arrivata a casa.
Spero che questo capitolo vi piaccia, sinceramente tra tutti quelli che ho scritto finora, è uno tra i miei preferiti, la scena finale mi piace un sacco. ç_ç Fatemi sapere cosa ne pensate anche voi, dai. :D
Già dal prossimo capitolo posso dirvi che arriverà qualcun'altro dei ragazzi, ma dovrete aspettare per sapere chi sarà, se avete già qualche idea, ditemelo e vedremo chi ha indovinato.
Alla prossima.
#muchlove
-n.

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Chapter 3.
 

Quando arrivai a Londra, mi diressi all'uscita della stazione di London Bridge, per controllare se mia zia era già arrivata. Non riuscendo a scorgerla, decisi di telefonarle.

-Hanna, tesoro, sto arrivando, sono bloccata nel traffico.- mi accolse prima che potessi dire qualcosa. Sorrisi istintivamente, mettendomi a sedere su una delle mie valige. 

-Okay, zia, mi trovi alla solita uscita. A dopo.- conclusi, prima di riagganciare il telefono. Mi guardai attorno, non era la mia prima volta a Londra, ma ero certa che questa stazione diventasse sempre più lugubre ed angusta. Il solo pensiero di tutto quello sporco e delle creature che circolavano tra quelle mura, mi fece rabbrividire. Non ero certamente una tipa schizzinosa, ma queste cose mi inquietavano parecchio e non mi piacevano. 

Mi distrassi un momento a cercare nella borsa il mio ipod, che avevo messo via poco prima, e fu allora che venni urtata e che quasi feci schiantare un ragazzo con la faccia a terra. Forse non avrei dovuto allungare le gambe in quel modo, dovevo immaginare che sarebbe stato pericoloso. 

-Scusami, scusami, scusami!- dissi mortificata, alzandomi per prestargli soccorso. -Mi dispiace tanto, non avrei dovuto allungare le gambe così. Stai bene?- chiesi.

Lui si girò a guardarmi, con un mezzo sorriso sulle labbra, prima di annuire.

-Non preoccuparti, davvero.- sorrisi a sentire il suo accento, che rendeva facile capire che era del nord dell'Inghilterra, completamente diverso dal mio. 

-Sei anche tu nuovo, posso immaginare.- lui scrollò le spalle, per mettersi accanto a me, in quel momento notai che aveva una mappa in mano, a conferma della mia teoria.

-Sì, sono appena arrivato da Bolton.- 

-Io da Gloucester.-

-Non l'avrei mai detto.- disse con un evidente nota di sarcasmo nella sua voce, che mi fece ridere. -Io sono Tom, piacere.- mi porse la mano.

-Hanna.- gliela strinsi. -come mai a Londra?- chiesi curiosa. Se dovevo aspettare Helen, almeno mi sarei intrattenuta a parlare con lui, no?

-Canto e ho pensato che nella capitale potessero esserci più occasioni rispetto a Bolton. Cosa mi dici di te? Sei a Londra da sola?-

-Sono a Londra per l’università e sto aspettando che mia zia mi venga a recuperare. A quanto pare è bloccata nel traffico o qualcosa del genere.- scrollai le spalle.

Tom si offrì di aspettare Helen con me, in modo da non dovermi lasciare sola e apprezzai molto il gesto. Insomma, ci eravamo appena conosciuti e io avevo rischiato di fargli del male, era gentile da parte sua una cosa simile. 

In quei pochi momenti che avevamo passato insieme, avevo potuto notare la sua iperattività, insomma non riusciva a stare seduto per 10 minuti, ma cosa dico 10. Nemmeno 2. 

-Hanna, tesoro!- alzai lo sguardo, per trovare mia zia, che mi sorrideva, andai ad abbracciarla e rivolse poi uno sguardo confuso a Tom.

-Zia, lui è Tom, ci siamo appena conosciuti, dopo che l'ho quasi ucciso.- scoppiò a ridere, prima di stringergli la mano. Mi alzai e iniziai a prendere le mie valige. -Tom è stato davvero un piacere conoscerti, grazie della compagnia. Ti devo un caffè.- 

-Piacere mio, Gloucester. Magari un giorno di questi possiamo trovarci.- mi propose -in un posto meno squallido.- annuii convinta. Lasciandogli poi il mio numero, prima di salire in macchina.

Nonostante ci fossimo appena conosciuti, potevo già capire che io e Tom saremmo diventati grandi amici. 

 

Helen guidò fino al suo loft, piuttosto centrale, ponendomi le solite domande riguardo al viaggio e alla mia famiglia. Da quando lavorava come fashion designer era sempre così impegnata, che le volte che veniva a trovarci a Gloucester si potevano contare su una mano. Ero felice per lei, era una donna indipendente, proprio come avrei voluto esserlo io.

Con l’aiuto di un ragazzo molto alto, che mia zia mi disse abitava al piano sopra di lei, riuscii a portare le valige in casa in un tempo ragionevole.

-Grazie mille, per l’aiuto.- sorrisi di circostanza, sentendomi un po’ a disagio.

-Non preoccuparti, dovrebbero sistemare l’ascensore in un paio di giorni.- annuii comprensiva.

Lo salutai ed entrai in casa, andando a sistemarmi in quella che sapevo sarebbe stata la mia stanza. Poco dopo mi raggiunse Helen, che a quanto pare si era presa il resto della giornata libera da passare con me e mi fece sentire molto onorata in quanto, mia zia lavorava a qualunque ora del giorno.

 

Il ristorante che scelse per la cena era piuttosto elegante, nel suo perfetto stile, non uno di quei posti che amavo, ma visto che mi avrebbe offerto la cena, aveva almeno il diritto di scegliere.  

-Come sta il tuo ragazzo canterino? Nathan…giusto?- abbassai lo sguardo, schiarendomi la voce.

-Noi, ehm, ci siamo lasciati due mesi fa.- dissi, portandomi dietro l’orecchio una ciocca di capelli biondi. Nathan diceva sempre che è un gesto che faccio spesso quando sono nervosa. Era patetico come tutto mi riconducesse a lui e alla scena di questo pomeriggio.

-Oh, mi dispiace tesoro. Non avrei dovuto chiedertelo.- abbozzai un sorriso.

-Non è un problema, non potevi saperlo dopotutto.-

Il resto della serata passò tranquillamente, tra chiacchiere e risate e questo mi fece rendere conto di quanto mi fosse mancata mia zia in tutto questo tempo.

 

 

***Jingle introduttivo***

Hello there!

ecco a voi il terzo capitolo, sono come sempre in ritardo per quanto riguarda i giorni in cui mi prefiggo di postare, ma la puntualità non è il mio forte, a quanto pare. In realtà avrei voluto postare ieri, ma sono stata in spiaggia, dove ho rimediato una bella bruciatura e poi al cinema.  So anche che è un'ora improponibile, ma l'insonnia mi gioca brutti scherzi. haha :)

Come sempre, mi sto dilungando molto, quindi arrivando al punto, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, vi ringrazio per le recensioni e sarebbe grandioso riceverne anche per questo. <3 

Alla fine il secondo The Wanted entrato in scena è stato Tom. hahah Però ho notato che Max era molto gettonato, per qualche capitolo scoparirà Nath, ma torna presto, promesso. haha

Ora vi saluto, che magari andrò a letto. haha

buona notte.<3

#muchlove

-n.

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


Chapter 4.
 

 Sbadigliai rumorosamente, prima di mettermi seduta nel letto. Allungai la mano sul mio comodino per prendere il mio cellulare.
2 chiamate senza risposta: Tom.
Durante questo primo mese a Londra, io e Tom abbiamo passato diverso tempo insieme, diventando ottimi amici. Era una persona divertente, con una personalità spaventosa. Lo sentii anche cantare e dovevo ammettere che ci sapeva fare parecchio. In un modo o nell'altro finivo sempre per avvicinarmi a persone che avevano questa vena musicale, probabilmente perché l'avevo anche io.
Lo richiamai e rispose dopo un paio di squilli.
-Buongiorno dormigliona, il sole è alto sopra Londra, esci da quel letto.- mi accolse, fin troppo, entusiasta al telefono.
-TomTom, sono le 10, cavolo. E per tua informazione, il tempo minaccia temporale.- dissi guardando fuori dalla finestra.
-Come sei pignola, bionda. Preparati, sono sotto casa tua tra 10 minuti.-
-Non sarò mai pronta, sono ancora nel letto.- mi lamentai.
-Allora muoviti. Sai che odio aspettare e tu mi fai aspettare già troppo.- replicò piccato, mentre mi facevo strada in bagno.
-Ohoh, Tomtantrum. Dai ci vediamo dopo, se mi tieni al telefono non posso prepararmi.- e con questo chiusi la conversazione.
Per quanto potesse essere difficile da credere, quando suonò al campanello ero pronta e scesi velocemente.
Lo trovai appoggiato al muro, che mi sorrideva.
-Mh, ecco perché minaccia temporale, sei puntuale oggi!- mi derise, ricevendo una linguaccia in cambio.
-Andiamo a fare colazione, ho bisogno di una caffè.- mi lamentai, tirandolo verso lo Starbucks non troppo lontano dal loft di zia Helen. Era la cosa più utile che potesse esserci quella caffetteria a così poca distanza da me, insomma per una che vive di caffè ma odia farselo, non potrebbe esserci cosa migliore. Credo.
-Andiamo al parco, ho una grande notizia da darti!- ecco perché era così entusiasta, era successo qualcosa. Questo mi mise subito in un ottimo umore. Tom era diventato come una fratello per me e vederlo così felice, mi rendeva altrettanto felice.  

Presi posto sulla prima panchina libera che trovai e rivolsi subito lo sguardo al mio amico. Aveva il sorriso stampato sulle labbra, era uno di quei sorrisi che rendeva anche i suoi occhi luminosi.
-Hai lezione oggi?- chiese a caso.
-È domenica! Non ho lezione la domenica. - dissi roteando gli occhi.
-Oh, giusto!- rise divertito.
Iniziava a darmi ai nervi, perché doveva fare sempre così?
-Avanti, dimmi quel che devi dirmi subito!- lo pregai.
-Okay, okay, curiosa.Ti ricordi il casting per cui hai fatto richiesta per me?- annuii -ecco, ho passato la prima audizione!- urlò esaltato. Mi feci scappare anche io un gridolino gioioso e lo abbracciai.
-È fantastico! Sono così fiera di te!- ero davvero felicissima, visto che lo avevo praticamente obbligato a presentarsi a quei casting, meritava che qualcuno lo ascoltasse e a quanto pare era stato apprezzato, proprio come pensavo.  
-Grazie, Han. Non so davvero come ringraziarti!-
-Credo in te, lo sai.- scrollai semplicemente le spalle
In quel momento una goccia mi colpì il viso e nel giro di pochi minuti, iniziò a piovere. Mi maledissi mentalmente, per aver dimenticato a casa l’ombrello, ma fortunatamente non eravamo troppo lontani da casa mia. Quindi con il passo più veloce che potevamo utilizzare, che per quel che mi riguarda non è molto veloce,  cercammo di raggiungerla.

-Hiya Seev!- salutai il ragazzo moro, che viveva sopra mia zia, che il primo giorno mi aveva aiutato con le valige -è molto che non ci si vede.- lui mi mostrò dei suoi sorrisi perfetti.
-Hey Hanna! Come stai? Dovremmo smetterla di incontrarci sul pianerottolo.-
-Hai ragione.- confermai -comunque tutto bene, tu?-
-Bene, grazie. -
-Questo è Tom. Tom lui è Siva, abita sopra mia zia- si strinsero la mano
-Hey, è possibile che io ti abbia visto all'audizione?- chiese Tom pensieroso. Siva parve illuminarsi.
-Si, ecco perché mi sembravi un viso famigliare.-
-Oh, ma state partecipando alla stessa edizione, com'è piccolo il mondo.-
Dopo aver salutato Siva, che stava andando a prendere la sua ragazza all'aeroporto, entrammo in casa per asciugarci.
 
-Han, il tuo telefono suona!- mi avvisò Tom dal piano di sotto.
-Chi è?-
-Vicky.- corsi alla velocità della luce, Per prendere il telefono e rispondere.
Non sentivo la mia migliore amica da almeno una settimana e mi mancava tantissimo. Non avevamo mai passato tutto questo tempo separate ed era terribilmente strano, il solo pensiero di non averla a qualche centinaio di metri da casa. Anche perché lei era a Nottingham.
-Hanna! Ho una bellissima notizia per te!- disse entusiasta.
A quanto pare oggi era la giornata delle notizie fantastiche. Nessuno sembrava triste, meglio mi piaceva ricevere belle notizie. Mi metteva allegria e mi rendeva euforica, cosa che ero anche nella mia normalità.
-Dimmi, Vicky!- risposi con altrettanto entusiasmo.
-Il prossimo fine settimana sarò a Londra!- urlò festosa dall'altro capo del telefono. Iniziai a saltellare per casa sotto lo sguardo divertito di Tom che stava preparando qualcosa da mangiare.
-È meraviglioso! Non vedo l'ora di abbracciarti! Come mai sei a Londra?- chiesi poi
-Ti ricordi Jay? Te ne avevo parlato!- feci un verso di assenso. Non ricordavo molto sinceramente, solo che mi aveva detto che a Nottingham aveva conosciuto questo ragazzo, fissato con Avatar il che era sufficiente per essere il tipo di Victoria, visto che anche lei amava quel film, e con degli occhi bellissimi. -Ecco, ha passato un'audizione di canto e le fasi finali sono a Londra, quindi ne approfitto per venire a salutarti!-
-Minimo è la stessa audizione di Tom e del mio vicino di casa. A quanto pare tutto sembra ricondurre li.- commentai divertita.
-Com'è piccolo il mondo! Sarò da te venerdì, in settimana ti dirò di più. Ora devo scappare, ciao tesoro.- mi salutò.
-A venerdì! Ciao!- riagganciai il telefono, per tornare a saltellare allegra per casa. Non avrei potuto ricevere notizia migliore. Saltellai in giro per la casa, fino a raggiungere Tom in cucina.
-Venerdì viene Victoria! A quanto pare il tipo che ha conosciuto ha passato un'audizione che potrebbe essere la stessa tua e di Siva. -
La giornata passò tranquilla e piacevole, nonostante uno dei pochi giorni in cui non avevo lezione ero costretta a stare a casa per il temporale su Londra. Nel tardo pomeriggio arrivò anche Helen. Quella donna lavorava davvero ad ogni ora del giorno tutti i giorni, ma a quanto pare il temporale aveva causato un blackout in ufficio e quindi era tornata a casa. Avevamo passato insieme una piacevole serata e ora ero pronta per il letto.



***Jingle introduttivo***
Seera a tutti!
ecco a voi il quarto capitolo, questi capitoli sono un po' scarni e non succede nulla di speciale, lo so, ma già dal prossimo posso assicurarvi che qualcosa si muoverà. ;) Cosa succederà? a voi le supposizioni. haha :D
Come potete notare, non sono in grado di postare ad un orario decente hahah giuro che oggi volevo postare nel pomeriggio, ma i preparativi per il mio viaggio e varie crisi per scelte future me lo hanno impedito. hahah
Cooomunque, vi comunico che finalmente il mio blocco della scrittrice (???) è passato e finalmente sono riuscita a buttarmi avanti ancora di qualche capitolo. Credo che la storia avrà circa 19/20 capitoli e spero di riuscire a completarla prima della mia partezza per la Germania.
Ho avuto anche un'altra idea per un'altra storia, decisamente più leggera e divertente di questa, ma la sto ancora sviluppando e spero di riuscire a buttare giù qualcosa.
A quanto pare anche quando sono in momenti malinconia, non riesco a scrivere poche righe ahahah. Va beh, come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e ringrazio chiunque abbia speso qualche minuto a leggere/recensire. <3
Love,
-n.

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***



	Chapter 5.
-Preparati Han, andiamo a cena questa sera! Non ci vediamo mai, l'unica cosa che fai è andare all'università e vedere Tom.- sbuffò Helen, mentre mi passava una tazza di caffè fumante. Feci una risatina sarcastica. 
-Non è vero!- mi difesi -E poi tu lavori sempre, quindi non sei nelle condizioni migliori per poter esprimere giudizi.- le feci una linguaccia. 
-Ma dimmi un po', tra te e Tom...- lasciò cadere la frase, sperando che io cogliessi il senso. 
-Cosa?- chiesi inarcando un sopracciglio. 
-Si insomma, vi frequentate o semplicemente ve la spassate insieme?- chiese noncurante. In tutta risposta, io trasferii il caffè dalla mia bocca al ripiano dell'isola della cucina. Prima di riprendermi dopo qualche colpo di tosse. 
-Sei forse impazzita zia? E si, che ti consideravo la parente più intelligente. - replicai piccata. 
-Guarda che non c'è nulla di male, tesoro. È un bel ragazzo e ha un accento sexy.- feci una smorfia. -Cosa?- chiese innocente. 
-È davvero molto inquietante che mia zia pensi queste cose di un mio amico. - le feci notare divertita. 
 
Una volta uscita da lezione, tornai velocemente a casa per prepararmi per la cena. A quanto pare saremmo andate in un qualche ristorante elegante, che non mi sarei mai potuta permettere, ma zia Helen era una giovane donna in carriera che poteva. 
Varcai la soglia del portone e salutai Arthur, il portiere, vidi un ragazzo che si stava guardando attorno un po' spaesato. 
-Scusami, sto cercando l'appartamento di un amico sapresti aiutarmi?- un ragazzo pelato, non molto più alto di me, fisico atletico. 
-Uhm, certo!- non conoscevo tutti nel palazzo, ma speravo che fosse uno di quelli che conoscevo. 
-Si chiama Siva, è alto, con i capelli neri..- sorrisi annuendo. 
-Oh, si, abita sopra di me!- lo interruppi con un sorriso.
- Lo conosci allora?- chiese felice. –Io sono Max, comunque.- mi porse la mano cordialmente. Ricambiai la stretta.
-Hanna. Si, mi ha aiutata con le valige quando mi sono trasferita. Vieni, quarto piano.- 
Gli feci strada, prima di salutarlo e tornare al piano inferiore. 
Mi feci una lunga doccia rivitalizzante, per scacciare un po' di pensieri. Aprii il mio armadio in cerca del vestito adatto e infine optai per un semplice tubino nero, con un paio di tacchi color crema e borsa abbinata. Mi truccai leggermente e lasciai che i miei capelli biondi ricadessero in morbide onde, sulle spalle. 
Helen mi lasciò un messaggio che mi avrebbe aspettata al ristorante e così la raggiunsi, con un taxi. 
La cena passò piacevole e tranquilla, e presto rientrammo a casa. 
-Quando hai detto che arriva Vicky?- chiese mia zia, togliendosi le scarpe. 
-Domani pomeriggio, passerò a prenderla dopo la lezione.- annuì comprensiva. 
-Inizia anche lei l'università?- 
-No, lei inizia a gennaio o qualcosa del genere. Viene solo per il weekend.- 
-Oh beh, preparale il letto in camera tua, così non dovrai pensarci domani.- 
Le diedi la buonanotte e mi recai in quello che era diventato il mio rifugio. Non avevo molto sonno, quindi dopo aver preparato il letto alla mia migliore amica, decisi di prendere il mio portatile, che giaceva sopra uno scatolone di cianfrusaglie. Una foto, però, attirò la mia attenzione, cadendo dal cumulo. 
Era una polaroid che ritraeva me, Victoria e Nathan, quand'eravamo più piccoli. Era il compleanno di Vicky ed avevamo tutti degli enormi sorrisi sulle labbra. Con un gesto automatico, mi asciugai le lacrime che avevano iniziato a percorrere le mie guance. 
Fino ad ora avevo completamente saltato il capitolo Nathan, non volevo pensarci e in un qualche modo ci ero quasi riuscita, questa foto però portò alla mente un sacco di ricordi felici, che per quanto mi sforzassi, non potevo dimenticare. Era inutile cercare di nasconderlo, mi mancava passare il tempo con lui, anche semplicemente sdraiati su un prato, mi mancava guardare le partite di calcio il fine settimana, mi mancava semplicemente la vita con lui accanto.
La vibrazione del cellulare attirò la mia attenzione, aprii il messaggio con un gesto automatico. 
 
''Non sono sicuro che la cosa possa interessati, ma ho passato un audizione canora per una band, la prossima è a Londra. Ho pensato sarebbe bello rivedersi, che ne pensi? Solo un’idea. Comunque mi auguro che tu stia bene.'' 
Nonostante il numero fosse sconosciuto al mio cellulare, non lo era di certo alla mia testa. 
E l'unica cosa che riuscivo a fare era fissare quello schermo e pensare se avrei dovuto permettere a Nathan Sykes di rientrare a far parte dellamia vita.
 
***Jingle introduttivo*** Lo so, lo so, sono in mega ritardo. ç_ç -che novità lol- ma questa volta non dipende da me. Volevo postare ieri, prima della webchat dei ragazzi, ma poi ho scoperto essere senza internet da casa e quindi tutto il mio piano è andato in fumo. Infatti ho dovuto anche perdermi la webchat e guardarla su youtube dal cellulare, che tristezza. haha  Fortunatamente, in hotel ho internet e quindi posterò da qui, finchè non risolverò il problema. -spero presto.-  Detto questo, ecco a voi il quinto capitolo, con un 'ritorno' importante TATTARATàààà TORNA NATHAN. hahahah e non meno importante entra in scena anche Maaaax :D -che inizialmente non doveva arrivare adesso, ma ho pensato ci stesse bene u__u e quindi eccolo lol- Faccio piangere un sacco la povera Hanna, non pensate anche voi? haha va beh. Tagliamo corto u_u Graaazie mille per tutte le recensioni, che mi riempiono di giuoia, grazie anche a chi ha messo la storia nelle preferite/seguite/legge silenziosamente. Sto avendo un riscontro decisamente più positivo di quanto mi aspettassi, si perchè sinceramente pensavo che nessuno l'avrebbe letta ahah quindi grazie.  Se vi va, nella recensione scrivetemi il vostro twitter che vi followo *-* seguo effettivamente poche fan dei TW :o  Love,  -n.

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


 


                                              Chapter 6.




	Il sole che filtrava dalla finestre, mi fece aprire gli occhi. Osservai la sveglia sul comodino. Le 11:00. Grandioso ero già in ritardo per la mia prima lezione. 
Mi misi a sedere, pensando a cosa avrei dovuto fare e realizzai che avrei potuto semplicemente continuare a dormire, saltano interamente la giornata di lezione. Non ero esattamente dell’umore migliore per ascoltare un uomo che illustrava la magnificenza della macroeconomia.
Tuttavia decisi di scartare l’opzione dormire, mi sdraiai a guardare il soffitto e subito mi venne in mente il messaggio ricevuto ieri sera.
La mia mente era piena di flashback, di tutti i momenti più belli e sentivo una chiara stretta al cuore, dovuta probabilmente alla malinconia. 
Avrei dovuto rispondergli o semplicemente far finta di nulla?
Prima che potessi rendermene conto, avevo già premuto il tasto per la composizione di una risposta. E infine decisi che sarebbe quello che avrei fatto, insomma una risposta gliela dovevo, almeno per cortesia.
 
“Hey…bel lavoro, sembra che entrambi stiamo bene senza l’altro…” lessi nuovamente il messaggio e lo cancellai. Andiamo cosa mi passava per la testa? A questo punto non rispondergli sarebbe stato più educato. 
“Hey…congratulazioni per la tua audizione. Sarebbe bello vedersi…” no, no, no. Cancella, non ci siamo.
 
Non so nemmeno perché ci stavo rimuginando così tanto, era solo un messaggio che non significava nulla. 
A distogliermi dai miei pensieri, ci pensò il campanello di casa. Molto pigramente, mi diressi alla porta e aprii senza nemmeno guardare chi fosse.
-HANNA!- la voce squillante appartenente alla mia migliore amica, mi riportò sulla terra.
-VICKY!- urlai, buttandole le braccia al collo. –è così bello vederti. Come sei arrivata?- chiesi confusa. Prendendola per un polso e facendola accomodare.
-Perché sei ancora in pigiama?- 
-Mi sono appena svegliata. Ma tu non avresti dovuto arrivare non prima delle due?- mi misi a sedere accanto a lei sul divano.
-Tesoro, sei sicura di sentirti bene? Sono le due ora.- spalancai gli occhi, sorpresa.
-Cosa? L’orologio in camera mia dev’essere rotto, indicava le undici del mattino. Ho dormito tantissimo.- 
Mi sentivo un po’ frastornata, ma non mi sentivo male. Cosa mi stava succedendo allora?
-Okay, ora vestiti che andiamo a prendere un caffè, che ne dici?- annuii, facendomi strada nel bagno. Non prima di aver indicato a Vicky dove mettere tutte le sue cose. 
Una decina di minuti dopo ne uscii vestita e truccata. Oltre che molto più sveglia.
-Come sei arrivata qui?- le chiesi, guidandola fuori da casa.
-Ho chiamato tua zia, inizialmente volevo farti una sorpresa, ma quando mi ha detto che stavi ancora dormendo quando è uscita, ho capito che non lo sarebbe più stata.- ammise delusa, facendomi ridere –vedo che hai saltato le lezioni oggi.- aggiunse poi divertita.
Scrollai le spalle, entrando da Starbucks.
-Non so cosa mi sia preso, in  realtà. Mi sentivo solo molto stanca e non mi sono svegliata, evidentemente.- di colpo mi illuminai. –Hey, dov’è il famoso Jay?-
La vidi sorridere di colpo, per poi roteare gli occhi.
-Gli ho detto che ti avrebbe conosciuta oggi.- disse semplicemente.
-Allora cosa aspetti? Chiamalo!- la incitai. La vidi toccarsi nelle tasche.
-Ho dimenticato il cellulare da te.- roteai gli occhi e le porsi il mio. –Cosa ti fa pensare che io sappia il suo numero a memoria?- la osservai semplicemente e lei alzo le mani in segno di resa. –Okay. Come non detto.- 
Non appena sbloccò il telefono, la vidi sgranare gli occhi, per poi rivolgermi uno sguardo davvero molto, molto cattivo. A quel punto mi venne in mente che non ero uscita dalla casella dei messaggi.
-TI SEI FORSE BEVUTA IL CERVELLO?- iniziò ad urlare, forse più del dovuto visto che tutti si girarono nella nostra direzione, a quel punto abbassò la voce.
 
Si ricompose velocemente, passando ad una rabbia controllata che forse era anche peggio. -Ti senti ancora con lui?- domandò tranquilla. 
Scossi la testa. -No, mi ha scritto ieri sera, ho pensato che sarebbe stato giusto rispondere, ma non l'ho ancora fatto.- replicai pacata. 
-Bene, non farlo allora.- avrei voluto replicare, ma sarebbe stato meglio evitare e così feci. 
Dopo circa 15 minuti, vidi un ragazzo entrare nella caffetteria e potei presto etichettarlo come Jay per il sorriso sul viso della mia migliore amica. 
-Tu devi essere il famoso Jay, è un piacere conoscerti!- dissi alzandomi sorridente. Lui mi abbracciò un momento. 
-Vicky mi ha parlato così tanto di te, Hanna! È davvero bello conoscerti!- era un bel ragazzo e finalmente potevo capire perché continuava a parlarmi dei suoi occhi. Erano davvero molto blu. Okay, questo è un pensiero stupido. 
Passai comunque un bel pomeriggio in loro compagnia, Jay l'aveva invitata a cena e Vicky voleva conoscere Tom, ma era la prima volta che la portava fuori, non era il caso che ci fossimo anche noi. 
-Tom lo conoscerai domani, tu vai e divertiti! È venerdì sera!- esclamai come se fosse ovvio. 
-Sei sicura? Non voglio lasciarti sola.- si morse il labbro incerta. 
-Oh che razza di migliore amica sarei? Vai e divertiti!- sembrai convincerla perché annuì. 
-Okay, ma fai qualcosa di divertente anche tu, è venerdì anche per te!- roteai gli occhi e annuii. 
Salutai i due piccioncini, non stavano ancora insieme, ma era piuttosto che chiaro che si piacevano molto, e mi diressi a casa pensando su cosa avrei dovuto fare. 
La prima cosa che mi balenò per la testa fu quella di scrivere a Nathan, Victoria mi avrebbe uccisa con ogni probabilità, ma era come se il mio corpo avesse bisogno di vederlo. 
''L'audizione di oggi è andata, dovrei averne un'altra domenica.''
Sospirai al messaggio. 
''Cosa vuoi Nathan?'' diretto e coinciso. 
''Sinceramente...non lo so! Ma tu hai sempre creduto in me.'' sospirai pesantemente, lasciando mi cadere sul divano. Lo squillo del telefono, mi riportò alla realtà e con tutta la pigrizia del mondo, mi alzai per rispondere. 
In pratica era zia Helen che mi avvertiva che non sarebbe tornata a cena, perché avrebbe lavorato. Nulla di strano. 
A quel punto, ricomposi i miei pensieri e andai nell'unico posto che avrebbe potuto aiutarmi a pensare con più lucidità. 
 

 

***Jingle introduttivo***
Hello my fellows :)
come state? spero bene. :)
Per farmi perdonare per il capitolo corto della scorsa volta, ho postato questo con un po' di anticipo, che dite ce l'ho fatta a farmi perdonare?
Non è un granchè, lo so, ma ci porta ai prossimi, in cui posso garantirvi che qualcosa succederà. 
Tom non si è perso, se ve lo state chiedendo haha tuttavia sarà assente ancora per un capitolo, mi sembra e avrà un ruolo importante ben presto. :D 
Vi do troppe anticipazioni, o no? mh, va beh haha
Comuunque, oggi stranamente non so cosa scrivere qui -eppure riesco a scrivere un sacco di cavolate-.
Come sempre vi ringrazio per recensioni/seguite/preferite/letture silenziose e quant'altro, spero solo che la storia vi piaccia e non sia noiosa. Ringraziamento particolare e copyright vanno alla Marti che ha inventato il nome per la ship Tom/Hanna->Tanna haha e sono doverosi, visto che io faccio schifo a inventare nomi per le ship, lol. 
Ultimissima cosa e poi chiudo davvero ahah, ho iniziato a scrivere l'altra storia che dicevo. Non la posterò almeno finchè non avrò scritto un po' di capitoli, altrimenti non vado avanti ne con questa, ne con quella, ma vorrei farvi leggere un pezzo e sapere cosa ne pensate, visto che non mi convince ancora del tutto. ;)


p.s. chiedo perdono per eventuali allargamenti di pagina, ma non riesco a sistemare questi html. ç___ç 


-Rilassati, non l’ho fatto apposta.- replicò con un’alzata di spalle.
-Ci mancherebbe altro. Non credo esista qualcuno che vada in giro ad urtare le persone, rovesciandogli addosso quello che sono piuttosto sicura sia del Cristal.-
-Dovresti imparare a guardare il lato positivo nelle cose,- gli rivolsi uno sguardo truce –pensa se nel bicchiere ci fosse stato del Sasicaia del 93.-
-Non sarebbe cambiato molto, ci sarebbe sempre del vino sul mio vestito. La differenza starebbe solo nel colore.-
-Io mi riferivo al fatto che sarebbe stato uno spreco maggiore, visto che è una bottiglia da almeno 200£, ma si una chiazza rossa su questo adorabile vestito sarebbe peggio.- sorrise beffardo. Feci un respiro profondo, affinchè le mie mani non gli stringessero con troppa irruenza il collo.
Presi un bicchiere dal vassoio del cameriere, che si aggirava per la sala. Ne respirai l’aroma e mi rigirai tra le dita il bicchiere di cristallo, per poi rovesciarlo sulla camicia bianca del mio fastidioso interlocutore.
-Hai ragione, è proprio uno spreco.- ricambiai il sorriso beffardo, che era scomparso dal suo viso e me ne andai, soddisfatta per aver ottenuto la mia vendetta.

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


Chapter 7.



La passeggiata lungo il Tamigi, che dal National Theatre a Waterloo porta fino a Southbank, era uno dei posti più belli che avessi mai visto in vita, soprattutto la sera con le lucine che indicavano la via, mentre sull’altra sponda del fiume potevi osservare alcuni dei monumenti più belli di Londra illuminati. Forse quello non era il posto ideale per riflettere in questo momento, dopotutto era uno dei posti in cui venivo sempre con Nathan, perché sapeva che era il mio preferito. Mi maledii mentalmente per continuare a collegare ogni singola cosa a lui. Non dava l’impressione che stessi andando avanti, no?
Mi misi a sedere su una panchina e osservai la St. Paul’s Cathedral, infondo era inutile che io cercassi tante risposte, volevo rivederlo, ne avevo bisogno in un certo senso. Presi immediatamente il cellulare e iniziai a comporre il messaggio, prima che potessi avere qualche altro ripensamento.
“Hey, hai voglia di prendere un caffè?” semplice, inviai e sospirai profondamente.
 
-Pensavo non me lo avresti mai chiesto.- sentii una voce alle mie spalle che mi fece balzare in piedi. Davanti a me, trovai Nathan con il suo sorriso perfetto e uno dei suoi soliti cappellini in testa. Sorrisi di circostanza, non sapendo cos’altro fare.
-Cosa ci fai qui?- domandai quasi sorpresa.
-Questo non è solo uno dei tuoi posti preferiti.- mi disse con un sorriso sulle labbra, che provocò la stessa reazione in me.
-Giusto.- confermai.
-Ti va magari, non so, una birra? Non è esattamente l’ora per un caffè.- feci una piccola risata ed annuii, avvicinandomi per la prima volta a lui. Nel preciso istante in cui sentii la sua mano sulla mia schiena, mi allontanai istintivamente.
-Scusa, volevo solo condurti.- non dissi nulla e tornai alla posizione di prima. Era una situazione un po’ strana e mi sentivo a disagio in un certo senso. Insomma, non è la cosa più naturale del mondo andare a prendere una birra con il tuo ex che hai visto due volte con due ragazze differenti, no?
 
-Una Corona, vero?- annuii semplicemente, prendendo posto ai piedi di una di quelle enormi panchine ricoperte di erba sintetica. Dopo qualche minuto mi porse la mia birra e si mise a sedere accanto a me.
-La ragazza ti ha mollato, Nath?- domandai istintivamente, prima di mordermi la lingua per la franchezza e la domanda fuori luogo. –Scusa, non sono affari miei, sono stata fuori luogo.- lo vidi sorridere.
-Ti preferisco quando sei così. E no, in realtà non ci sono nemmeno mai stato insieme, non l’ho più voluta vedere dopo che ti ho persa.- alzai lo sguardo per guardarlo e vidi la stessa nota di tristezza che vidi il giorno della mia partenza. A quel punto tornai a fissare il pavimento.
-Allora, come stai?- chiese cambiando discorso.
-Ricordi la mia birra preferita.- dissi casualmente.
-Non potrei dimenticarlo nemmeno se volessi e poi è l’unica che bevi.- per la prima volta quella sera, sorrisi perché ero davvero felice. Poteva sembrare una cosa stupida, ma era bello sapere che dopotutto nella sua vita non ero stata un flash.
Inizialmente la conversazione fu un po’ imbarazzante, ma entrambi sembrammo trovarci a nostro agio in fretta, mentre ci raccontavamo quello che era successo negli ultimi mesi. Ero davvero fiera della sua costanza nel canto e questo lo stava ripagando.
-Lo sai che avrai sempre il mio supporto, vero?- domandai pensierosa.
-Lo spero.- potevo vedere il suo sorriso sincero.
 
-Hanna Olivia Hyler, cosa diavolo stai facendo?- sbuffai pesantemente all’udito della voce furiosa di Vicky. Questa faccenda non sarebbe finita bene.
-Hey! Come stai?- vidi Nathan alzarsi, sorridendo. Cosa stava facendo? Victoria lo avrebbe sbranato vivo.
-Non fare come se nulla fosse, Sykes.- sputò velenosa.
-Salutavo Jay. Rilassati, Victoria.- si difese.
-L’audizione suppongo?- chiesi. Loro annuirono semplicemente e gli sorrisi di rimando.
-Cosa ti è saltato in mente? Ti ho detto fai qualcosa di divertente, non scavati la fossa da sola…- roteai gli occhi, senza prestare attenzione alle sue parole. Io mi stavo divertendo e per quanto le volessi bene, non c’era bisogno che reagisse in questo modo ogni volta Nathan si avvicinasse a me.
-Cosa sta succedendo?- intervenne Jay, visibilmente confuso. Prima che qualcuno gli desse una risposta, Nathan si alzò.
-È meglio che vada. Sai dove trovarmi, se ne hai bisogno.- mi abbracciò velocemente e lo vidi scomparire dalle scale. Sospirai e senza dire nulla mi alzai, salutai Jay e tornai a casa senza far caso a Victoria che mi chiamava. In questo momento non avevo molta voglia di parlarle e forse non ne avrei avuta per un po’.


***Jingle introduttivo***
Buona sera o buona notte, visto che sono quasi le 2, a tutti.
questa volta sono perfettamente puntuale con il capitolo, anzi l'ho postato a quest'ora proprio perchè altrimenti lo avrei postato in ritardo.
Questo capitolo mi piace particolarmente, anche se è un po' corto e credo che sia dovuto alla zona di Londra descritta nella prima parte, che è per davvero uno dei miei posti preferiti. Ci sono capitata casualmente, salendo su un autobus a CASO e scendendo alla prima fermata che mii ispirava l'estate scorsa e probabilmente, è rimasto così impresso solo a me, perchè in fin dei conti non è nulla di speciale, ma io l'ho trovato davvero meraviglioso, con un'atmosfera magnifica. :') (Tra l'altro non so se qualcuna di voi sia fan dei Coldplay, ma il National Theatre compare nel video di Fix You, ma questo non c'entra anche se amo i Coldplay haha) in realtà tutto questo non c'entra nulla, perchè non ve ne può fregare di meno, lo so. hahah
Comunque, è finalmente (??) tornato Nathan e cosa ne del loro incontro? Purtroppo è arrivata Vicky. :S
Nel prossimo tornerà il Parker, a grande richiesta hahah e per i prossimi capitoli potrebbe volerci un po' di più, perchè devo iniziare a scrivere il 9°. :/
Come sempre, GRAZIE per le meravigliose recensioni, sarebbe carino arrivare a 4 per un capitolo, ma fa lo stesso haha. e ovviamente anche per le seguite/preferite/letture silenziose e sicuramente qualcosa che dimentico sempre, perchè sono peggio di Dori di Nemo. Davvero grazie millissime, anche per le visite che hanno passato le 400 e sono seriamente sconvolta da questa cosa ahahh siete magnifiche. <3
Ora chiudo, ho scritto un papiro come sempre. D:
Love,
-n.

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Capitolo 8
*** Chapter 8. ***


Chapter 8.



-Perché lo hai fatto?- sentii Victoria entrare in camera e mettersi a sedere ai piedi del mio letto. Mi aspettavo una reazione peggiore, che prima non era arrivata solo per la presenza di Jay. –Lo so che sei sveglia.- aggiunse poi. Non mi mossi di un centimetro dalla mia posizione fetale.
-Pensala come vuoi, ma questa sera mi sono divertita davvero.- replicai con tono freddo.
-Cosa ti passa per la testa, Hanna? Cavolo, hai visto cosa ti ha fatto.-
-Non lo so, okay? Non ne ho idea. Quando mi ha scritto oggi pomeriggio, mi sembrava la cosa giusta da fare, avevo bisogno di vederlo e se proprio vuoi saperlo non me ne sono pentita. È stato bello passare del tempo insieme, solo noi, com’era prima che tutto andasse in fumo e sì, lo rifarei.- sputai fuori, sentendomi improvvisamente più leggera, nonostante le lacrime pizzicassero i miei occhi.
-Quindi lui si presenta a Londra e tu lo perdoni così?- aveva abbassato il tono, che comunque rimaneva duro.
-Non c’era bisogno che venisse a Londra, perché lo perdonassi.- abbassai istintivamente lo sguardo –l’ho già fatto prima di partire.- confessai infine, davanti allo sguardo sconvolto della mia migliore amica. –Tu non capisci…-
-Fammi capire, allora, per favore.- il suo tono era diventato più dolce, si era seduta accanto a me e mi aveva abbracciata.
Passammo l’ora successiva sul letto a parlare. O meglio io, in lacrime, provavo a spiegare cosa mi passava per la testa da quel pomeriggio alla stazione, fino a questa sera.
-Perché non mi hai detto nulla?- domandò dopo un po’.
-Tu odi Nathan.- replicai semplicemente.
-Io non lo odio. Odio quello che ti ha fatto, così come odio vederti soffrire, ma se vuoi continuare a vederlo perché ne hai bisogno, allora va bene, non ti fermerò. Ma non provare ad impedirmi di spezzargli le ossa se ti torce un capello.- scoppiai in una sonora risata e l’abbracciai.
 
-Voglio del gelato, Vic.- tirai fuori dal nulla. Le mie voglie erano una cosa piuttosto usuale. Lei roteò gli occhi divertita. Sapevo di non averne in casa, quindi feci la cosa più ovvia che potevo fare, presi il mio cellulare, davanti alla faccia sconcertata di Victoria.
-Che fai?-
-Chiedo a Tom di portare il gelato.- risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Tomtom, cosa stai facendo?- lo accolsi al telefono.
-Sono sdraiato sul letto a fissare il soffitto.-
-Sembra impegnativo.- lo presi in giro, facendolo ridere –Mi porti il gelato? Fai finta che io ti stia facendo gli occhi dolci, alla quale non potresti mai dire di no.- aggiunsi velocemente, prima che potesse attaccarmi il telefono in faccia. Sospirò e sentii dei rumori che mi fecero capire che si stava alzando dal letto.
-Grazie Tom, hai appena migliorato una serata che senza gelato sarebbe stata peggiore di quanto non lo sia stata.- commentai felice.
-Solo perché sono annoiato, sia chiaro.- precisò.
-Si si, come vuoi. Ti aspettiamo, ciao Tomtom.- e con questo attaccai il telefono, davanti alla faccia divertita di Victoria.
-Fa sempre tutto quello che gli chiedi?-
-A volte.- scrollai le spalle.
Non ci vollero più di 15 minuti prima che arrivò Tom, con il gelato ovviamente. Lo accolsi con un lungo abbraccio, della quale probabilmente non capì il motivo, ma di cui avevo bisogno. Lo presentai a Vicky e sembrarono andare d’accordo fin da subito. Mi accoccolai accanto al mio amico sul divano e mettemmo il primo DVD che ci capitò tra le mani. Un film noiosissimo che solo mia zia poteva guardare senza addormentarsi, infatti non mi ci volle molto per crollare sulla spalla di Tom.
 
La vibrazione del mio cellulare, che giaceva sul mio petto, mi fece aprire gli occhi. Mi alzai piano, facendo attenzione ai miei movimenti per non svegliare Tom e Victoria. Avremmo potuto metterci a letto, ma anche il divano era comodo. Aprii distrattamente il messaggio, mentre prendevo posto su uno sgabello della cucina.
“Mi dispiace per quello che è successo ieri. Spero che Vicky non ti stia facendo passare un brutto momento. Non ti ho detto tutte le cose che volevo e soprattutto non mi sono scusato.” Sospirai pesantemente.
Sentii una mano sulla mia spalla che mi fece sussultare.
-Mio dio, Tom, mi hai spaventata a morte.- dissi, tenendomi il cuore.
-Scusa, Han, non volevo.- trattenne una risata e si mise a sedere accanto a me. –Allora che succede?- domandò casualmente.
-Nulla, non volevo svegliarvi e mi sono alzata.- lui roteò gli occhi.
-Intendevo a te, cosa succede? E non provare a dire niente.- mi puntò contro un dito, poi lesse il destinatario. –Chi è Nathan?- sospirai pesantemente. Prima di iniziare a raccontargli quella che era tutta la storia da principio. Lui ascoltò in silenzio e potevo vedere dal suo sguardo e dalle sue espressioni quello che pensava in quel momento.
-Lo ami davvero tanto, non è vero?- mi chiese alla fine, terribilmente serio, come probabilmente non lo avevo mai visto. Non sapevo cosa provavo per Nathan in quel momento, certamente lo avevo amato.
-Sinceramente? Non lo so, credo di si.- lui sorrise, accarezzandomi la guancia.
-Certo che lo ami. Allora, sbrigati e vai da lui!- nel suo sguardo c’era una nota di tristezza, che però non ero in grado di dire a cosa fosse dovuta.
-Io..non credo sia una buona idea.- replicai incerta.
-Vai! Prima che finisca il mio momento sentimentale e inizi a pensare a quanto si sia comportato male, questo…tizio.- mi feci scappare una risata leggera, prima di scoccargli un bacio sulla guancia e correre in camera a vestirmi per andare da Nathan.


***Jingle introduttivo***
Saaalve!
come sempre mi trovo a postare in ritardo e ad orari indecenti, ma prima dall'altro pc non riuscivo a fare nulla e poi mi sono fatta prendere dalle finali di nuoto, che purtroppo sono andate male. :c
Comunque, posso già avvisarvi che per il prossimo ci vorrà un po', spero di riuscire per mercoledì/giovedì, perchè verrà una mia amica per qualche giorno, in più da brava impedita quale sono, mi sono procurata un brutto taglio alla mano e ora ce l'ho completamente fasciata. -.-
Siccome sono mezza invalida, cercherò di tagliare corto. Finalmente torna Tom e mi sento davvero molto in colpa perchè tifate tutti Tanna. :c (Marti ha inventato anche il nome per HannaxNath-> Hath quindi ringraziamola come sempre ahah)
Il gelato è una scusa idiota, ma non ho partorito di meglio. lol
Come sempre grazie per le recensioni (4 per un capitolo *-*), preferite, seguite, letture silenzione, visite, ecc.. vi amo tutte <3
Se non recensisco, portate pazienza, con questa mano mi è difficile, inoltre questi giorni ci sono stata poco, prometto di recuperare. <3
Alla prossima.
Love,
-n.

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Capitolo 9
*** Chapter 9. ***


Chapter 9.


Bussai ripetutamente ed impazientemente alla porta della camera 182, sapevo dove alloggiava perché me lo aveva detto ieri, non so se volontariamente o meno. Dopo un paio di minuti, la porta si spalancò, mostrando Nathan piuttosto assonnato. Sorrisi istintivamente e nel momento in cui mi vide, spalancò gli occhi colto di sorpresa, gesto che fece allargare ulteriormente il mio sorriso.
-Hanna, cosa ci fai qui?- domandò confuso, spostandosi dallo stipite per farmi accomodare.
Presi un respiro profondo e mi avvicinai a lui. Ripetendomi mentalmente, che qualunque cosa sarebbe successa almeno non avrei avuto rimpianti. Posai delicatamente le mie labbra sulle sue, ero certo che non se lo aspettasse, dopo qualche momento di interdizione, rispose al bacio, avvicinandomi il più possibile al suo corpo e bloccandomi contro la parete. Legai le mie gambe attorno alla sua vita e sorrisi tra il bacio che diventava sempre più passionale. Mi appoggiò delicatamente sul letto e si staccò da me, accarezzandomi il viso. Nessuno nei due parlò, in fin dei conti non era necessario, riuscivamo a capirci semplicemente guardandoci negli occhi.
I suoi erano luminosi, come non li vedevo da tempo e questo si riflesse automaticamente su di me, facendo curvare gli angoli della mia bocca.
-Non so cosa ti abbia detto Vicky o chiunque sia stato, ma ricordami di ringraziarlo.- risi, mentre lui mi schioccò un bacio sul naso, per poi sdraiarsi accanto a me.
-È stato Tom.- dissi semplicemente, sentendo un profondo senso di gratitudine.
-Allora ringrazierò lui, quando lo conoscerò.- posai la mia testa sul suo petto, iniziando a disegnare distrattamente cerchi con il mio indice. Sentivo un profondo senso di pace dentro di me, come se tutto fosse finalmente al proprio posto. E in fin dei conti probabilmente era così. Per lo meno, lo speravo con tutta me stessa, visti gli ultimi avvenimenti non potevo esserne certa, però.
Non so esattamente quanto tempo passammo in quella posizione, in silenzio, solo beandoci della presenza dell’altro, finché il mio stomaco non grugnì a causa della fame.
Scoppiammo entrambi in una fragorosa risata.
-Dai, usciamo a mangiare qualcosa.- annuii, spostandomi per farlo alzare, non prima di avergli dato un altro bacio veloce.
-Mi sei mancato.- mormorai, per vedere il suo ghigno soddisfatto, mentre si dirigeva alla valigia, dalla quale estrasse dei vestiti puliti.

Londra sembrava completamente un’altra città con il sole che la illuminava, rendeva piacevole qualunque cosa. Dopo aver preso due caffè e due muffin al chiosco, perennemente preso d’assalto dai turisti, ci sedemmo sul prato di St. James’s Park, in fronte al laghetto.
-Hanna,- iniziò Nathan serio, facendomi immediatamente preoccupare. Abbassai istintivamente il caffè che mi ero portata alla bocca e posai il mio sguardo serio su di lui. –mi dispiace.- continuò e sentii improvvisamente tutti i miei muscoli rilassarsi. –Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare, per averti mentito. Non meritavi nulla di tutto ciò e non so nemmeno il motivo per cui feci una cosa simile, è stata la cosa più stupida che abbia mai fatto. Pensavo che non ti avrei mai persa, perché tu mi hai sempre  perdonato. Quando mi hai lasciato, ho sentito che qualcosa è cambiato. Un giorno poi mi sono ritrovato a guardare le nostre foto, quelle in cui scrivevamo messaggi sul retro. Avevi scritto che volevi che continuassi con la musica e così ho provato quest’audizione e ho deciso di contattarti…- lasciò cadere la frase dopo la sua spiegazione.
Ero onestamente sotto shock, probabilmente avevo anche la bocca spalancata. Nathan mi osservava curioso, mi schiarii la voce, prendendo la sua mano.
-Nath…- sussurrai. Non sapevo cosa dire, ma doveva sapere che non lo odiavo, che non l’avevo mai fatto e non avrei mai potuto farlo. –quando ti ho lasciato, è stato perché mi sentivo ferita per quel che mi avevi fatto. Ma non ti ho mai odiato, come ti ho detto quel giorno alla stazione, non potrei mai farlo. Pensavo sarei riuscita a dimenticarti velocemente, ma la verità è che ho sentito la tua mancanza ogni giorno di questi mesi. Dimenticare 2 anni non si è rivelato semplice come pensavo, quando cercavo di evitare l’argomento.- abbassai lo sguardo, sulle mie mani che si torturavano a vicenda.
-Mamma una volta mi disse una cosa, in quell’istante non gli diedi peso, ma si rivelò completamente vera.-
-Cosa ti disse?- chiesi, tornando a guardare i suoi occhi.
-Che se mai mi avessi lasciato, me ne sarei pentito per sempre. E sinceramente, mi sono sentito in questo modo da due mesi a questa parte.- ero rimasta nuovamente senza parole davanti alla sua completa sincerità.
-Quindi cosa facciamo?-
-Ricominciamo da capo.- disse con un sorriso. –Ciao, sono Nathan. Puoi chiamarmi Nath.- mi porse la mano impacciato, facendomi ridere.
-Nath…- ripetei, trattenendo le risate.
-Scusa, non credo di aver afferrato il tuo nome.- continuò, con un sorriso sfacciato. Mi schiarii la voce.
-Hanna Olivia, piacere.- risposti, stringendogli la mano, come se fosse la prima volta che ci incontrassimo.

-Cosa ne dici di un pranzo?- mi chiese Nathan, continuando a fingere che ci fossimo appena conosciuti.
-Dove avevi intenzione di andare?- domandai di rimando.
Si alzò porgendomi la sua mano.
-Ovunque tu voglia.-
Camminammo vicini per il parco, fino a raggiungere una zona piena di ristoranti. Avevamo entrambi dei grossi sorrisi sul viso, e per la  prima volta da quando vivevo a Londra, mi sentivo a casa.



***Jingle introduttivo***
Chi non muore, si rivede. Lo so che pensate questo e ne avete tutte le ragioni del mondo. Insomma avevo detto che speravo di postare giovedì e invece è lunedì. -Si perchè sono le 4 di notte. hello insomnia ;)-
Ci ho messo così tanto perchè ho avuto un blocco indecente e praticamente non riuscivo a scrivere. That sucks. Poi mi sentivo davvero molto in colpa, ogni volta che aprivo efp avevo una vocina che mi diceva 'Nady, devi scrivere. Nady, devi postare.' e questa cosa mi metteva molta pressione e la sottoscritta non regge la pressione. Comunque dopo tanto tempo a fissare word e tante cavolate dette, ho buttato giù una sottospecie di capitolo.
Devo dire la verità, fa schifo ne sono certa, ma ne sono soddisfatta in un certo verso. Spero solo che sia scritto in un italiano decente e non ci siano errori.
Come sempre grazie per recensioni/seguite/preferite/blah blah blah, vi amo tutte. <3
Vorrei promettervi che aggiornerò presto, ma la verità è che è meglio che non lo faccia. lol
Fatemi sapere che ne pensate, inoltre pensavo di scrivere uno spin off sul primo vero incontro di Hanna e Nathan, ma non ne sono ancora sicura, che dite voi?
Love,
-n.

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Capitolo 10
*** Chapter 10. ***


Chapter 10.



Aprii gli occhi e sbattei le parpebre un paio di volte per mettere a fuoco. A fissarmi, trovai le due iridi verdi di Nathan, gli sorrisi istintivamente, mugugnando qualcosa.
-Buongiorno, dormigliona.- mi accolse dolcemente, posando le sue labbra sulle mie.
-Buongiorno!- esclamai con voce assonnata, che provocò la sua ilarità. –Non ti ricordavo così mattiniero.-
-Sono passate le undici e mezzo, Han.- in risposta scrollai le spalle, stringendomi a lui.
-Non voglio alzarmi.- mi lamentai.
Era passata una settimana da quando avevo deciso di dare un’altra possibilità a Nathan e tutto filava liscio. Sarebbe dovuto rientrare a Gloucester qualche giorno fa, ma aveva deciso di prolungare il suo soggiorno a Londra, in modo da poter passare un po’ di tempo assieme. In realtà, avevamo passato praticamente ogni momento di quei giorni assieme.  Avevamo parecchio tempo arretrato da recuperare, in fin dei conti. E questi giorni mi fecero rendere conto ancora di più di quanto mi fosse mancata la sua compagnia.
In due giorni però sarebbe dovuto rientrare a casa e prepararsi per l’ultima audizione.
Improvvisamente mi alzai di scatto dal letto, ricordandomi che oggi sarebbe tornato Tom da Bolton.
-Che succede?- mi domandò Nath, curioso.
-Oggi torna Tom da Bolton!- esclamai entusiasta. Era partito il giorno dopo l’audizione per andare a trovare la sua famiglia e finalmente sarebbe tornato e avrei potuto presentargli Nathan. Dovevo ammettere che la cosa mi rendeva non poco nervosa, non ero sicura di saperne il motivo. Probabilmente avevo solo paura che potessero non piacersi e questo sarebbe stato un vero e proprio peccato, visto che erano tra le persone a cui più tenevo.
-A cosa pensi?- domandò poi. La sua capacità di accorgersi di qualunque cosa mi passasse per la testa era un qualcosa che mi sorprendeva sempre.
-Che finalmente lo conoscerai. Andiamo a prepararci, su!- lo incitai, dandogli un bacio veloce e correndo in bagno. Lo sentii fare una risatina e mormorare qualcosa come “bastava così poco.”
 
Arrivammo alla stazione di London Bridge e velocemente controllai il tabellone degli arrivi, che indicava che il treno era appena arrivato.
Mi guardai in giro un momento.
-Han?- mi sentii chiamare e voltandomi, trovai Tom che sorrideva. Lasciai la mano di Nathan per correre ad abbracciarlo.
-Mi sei mancato!- gli sussurrai mentre mi faceva girare. Sembrava una di quelle scene dei film, in cui i protagonisti non si vedono da mesi o anni, con la differenza che noi non ci vedevamo da una settimana. Assurdo, lo so.
-È passata solo una settimana.- rise divertito, mettendomi finalmente giù.
-Lo so, ma mi sei mancato comunque.- gli sorrisi, per poi voltandomi verso Nathan che avevo lasciato un po’ in disparte, involontariamente. –Scusa Nath.- mi sorrise, avvicinandosi. –Comunque, lui è Tom. Tom, lui è Nathan.- li presentai.
Entrambi sembrarono scrutarsi per un momento, mentre io mi a lato mi masticavo il labbro nervosamente. Ma poi perché avrebbero dovuto non piacersi? Successivamente si aprirono entrambi in un sorriso più rilassato. Facendomi tirare un sospiro di solievo.
-Hey amico, finalmente ci conosciamo! Hanna mi ha parlato così tanto di te!- iniziò Tom, stringendogli la mano.
-Potrei dire lo stesso.- replicò l’altro, con un sorriso.
Non ero sicura che Nathan stesse sorridendo sinceramente, c’era qualcosa di strano nella sua espressione, ma avrei indagato più tardi. Aprii la bocca per parlare.
-Sì, Han. Andiamo a prendere un caffè.- mi anticiparono in coro, facendo scoppiare una risata di gruppo.
 
Eravamo seduti da Starbucks da una ventina di minuti, parlando degli argomenti più assurdi. Tutti sembravamo a proprio agio. Il mio telefono squillò, mostrando il numero di Vicky.
-Scusate ragazzi, torno subito.- mi alzai dal tavolo e premetti il pulsante della cornetta verde per accettare la telefonata. –Hey Vic!- la salutai.
-Oh, ma allora sei viva. Pensavo di chiamare la polizia o uno di quegli squallidi programmi televisivi.- commentò ironicamente.
-Avrai altre occasioni per andare in televisione.- ribattei sarcastica.
-Già. Beh, che fine avevi fatto?-
-Diciamo che io e Nath abbiamo recuperato il tempo perso.- replicai semplicemente.
-Interessante, ma non voglio i dettagli.- roteai gli occhi istintivamente, anche se ero certa non potesse vedermi  -Sei con lui ora?-
-Si, siamo andati a prendere Tom e ora siamo tutti da Starbucks.- sentii il suo tono meravigliato.
-E li hai lasciati soli? Non hai paura si scannino?- corrugai la fronte.
-Perché dovrebbero?- domandai innocentemente. Abbozzo una risata, che mi fece sentire come l’unica scema che non aveva colto un qualcosa, che a quanto pare era sotto gli occhi di tutti.
-Oh, mia dolce ed innocente Hanna. Quante cose non noti.- disse vaga –Ora però devo scappare, mia madre sembra in preda ad una cristi isterica, ma continueremo la nostra conversazione presto. Sono ben disposta ad approfondire.- prima che potessi replicare, aggiunse –Ciao tesoro, ti voglio bene!- ed attaccò. Lasciandomi completamente interdetta, con il telefono in mano. Se voleva mettermi confusione, ci era ben riuscita. Cercai di togliermi quell’espressione inebetita dal volto e tornai a prendere posto vicino ai due ragazzi, che sembravano aver continuato spensierati la loro conversazione.
-Tutto okay?- mi chiese Nathan. Annuii, sorridendo e cimentandomi sulla loro conversazione inerente l’audizione.
 
Lanciai le chiavi sul davanzale in marmo accanto alla porta e chiusi quest’ultima una volta che anche Nathan aveva fatto il suo ingresso.
-È simpatico quel Tom.- disse mentre si sedeva sul divano. –Almeno so che sei stata in buone mani in questi mesi.-
-Ma…?- lo osservai. Vedevo che c’era qualcosa che lo turbava, ma non potevo capire cosa fosse.
-Niente, è solo che…- fece una pausa, gesticolando animatamente con le mani, alzai un sopracciglio invitandolo a continuare –quando ho visto come ti ha abbracciata, come ti tratta, mi sono sentito…- tentai di trattenere un sorriso, con scarsi risultati –è mai successo qualcosa tra voi?- domandò poi. Il ghigno sulle mie labbra si allargò ulteriormente.
-Ohoh, qualcuno è geloso.- lo presi in giro, mentre lui scuoteva la testa, provando a negare. –Cos’è allora quel mostriciattolo verde sulla tua spalla?- continuai, seriamente divertita dalla situazione.
-Okay, okay. Sono geloso. Rispondi alla mia domanda ora?- Risi trionfante.
-No, non è mai successo nulla. E credo tu ne sappia il motivo.- tornai seria. Mentre questa volta era lui quello che sorrideva.
-No, non credo di conoscerlo.- fece il finto tonto. Mi finsi meravigliata, per poi avvicinarmi piano alle sue labbra e baciarlo.
-Davvero? Uhm, questo è un peccato.- commentai mentre gli posavo piccoli baci.
-Credo di iniziare a ricordare, ora.- replicò come illuminato, prima di tornare a baciarmi.


***Jingle introduttivo***
Salve bella gente,
prima di qualunque altra cosa, vi comunico che tra poche ore partirò per la Germania e per 2 settimane protrebbero non arrivare aggiornamenti, almeno che non riesca a trovare il tempo di scrivere. :)
Il capitolo mi è venuto fuori piuttosto lungo, ma spero non sia pesante e se dovessero esserci errori/altro portate pazienza, l'ho scritto mentre ero in treno e l'ho riletto molto velocemente.
Siccome sto occupando il pc della mia amica e devo finire la valigia, vi saluto e vi auguro buone vacanze. <3
Come sempre grazie mille! E spero mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo :)
Love,
-n.


PS: Ho scritto lo spin-off di cui parlavo nell'altro capitolo. Se vi va di leggerlo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1200253&i=1 ha ricevuto parecchie visite, ma nessuno mi ha detto cosa ne pensa. ahah va beh ciao <3

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Capitolo 11
*** Chapter 11. ***


Chapter 11.



La voce metallica del capotreno annunciò l’imminente arrivo alla stazione di Manchester Picadilly e io me ne stavo da qualche minuto accanto alla porta, battendo ritmicamente il piede sinistro, come segno della mia impazienza.
Quando finalmente il treno giunse a destinazione, scesi velocemente per poi concedermi un momento per osservare tutto ciò che mi circondava, alla ricerca di un viso famigliare.
-Hanna!- mi voltai di scatto e notai subito Nareesha venirmi in contro per salutarmi. –Com’è andato il viaggio?- domandò gentile.
-È andato bene, grazie.- le sorrisi di rimando.
-Vieni andiamo, gli altri ci stanno aspettando. Nathan è davvero molto impaziente di rivederti.- calcò l’ultima frase, provocandomi un sorriso felice.
Dopo che la band si formò, i ragazzi furono subito travolti dagli impegni e da un mese a questa parte era iniziato il tour. Mese durante il quale vedere Nath e tutti gli altri si era rivelato difficilissimo, anche a causa dei miei impegni con l’università.
Ora però che ero libera, avevo deciso di raggiungerli e seguirli per un breve periodo.
 
La strada per arrivare a destinazione fu piuttosto breve e l’impazienza continuava a crescere incessantemente, dovevo ammettere che ero anche un po’ nervosa e il mio battito era così accelerato, che pensai davvero che il cuore mi sarebbe uscito dal petto.
Nareesha, al mio fianco, sembrò cogliere a pieno il mio stato d’animo e mi rivolse un sorriso incoraggiante, mentre mi faceva strada tra i vari corridoi.
In quel momento una porta si spalancò e vidi uscire Nathan, che si bloccò di colpo, prima di rivolgermi un sorriso ed allargare le braccia affinché mi ci tuffassi dentro.
-Mi sei mancato tantissimo.- gli sussurrai, mentre lo abbracciavo.
-Anche tu, non vedevo l’ora che arrivassi. Scusa se non sono venuto personalmente alla stazione, abbiamo appena finito il soundcheck.- mi schioccò un bacio sulla guancia e io gli feci cenno con la mano che non era poi molto importante. Tutto ciò che mi interessava era che finalmente ero li con lui. Mi staccai dal suo abbraccio per osservarlo meglio e dargli un bacio veloce. Mi sentivo davvero felice e questa sensazione mi fece capire che forse non avevo realizzato quanto effettivamente avevo sentito la sua mancanza.
-Dov’è Tom?- chiesi ad un certo punto.
-Sta finendo di provare con gli altri, vieni!- mi prese per mano guidandomi, fino a quello che era il palco. –Guardate chi è arrivata finalmente!- Nathan attirò l’attenzione di tutti, che mi rivolsero dei gran sorrisi.
-Hanna, finalmente!- esclamarono in coro. Corsi ad abbracciare Tom, che in fin dei conti era quello che potevo definire il mio migliore amico e poi passai a tutti gli altri. Era bello essere di nuovo tutti insieme, beh quasi tutti, mancava ancora Victoria, che però sarebbe arrivata solo in un paio di giorni. 
 
Io e Nareesha assistevamo al concerto dal backstage, cantando e ballando, per me era la prima volta ad un loro concerto ed ero certa di non essermi mai sentita così orgogliosa di qualcuno. Era bello vederli fare ciò che più amavano, con quei gran sorrisi sul viso. Quando finirono di suonare salutarono le loro fan e ci vennero incontro. Diedi un bacio veloce a Nathan, che si diresse poi nel camerino per lavarsi.
-Tu e Tom siete molto amici?- chiese Nareesha, mentre ce ne stavamo sul divano.
-Sì, è stata la prima persona che ho conosciuto a Londra, siamo diventati subito amici.-
-Siete solo amici?- indagò.
Il fatto che tutti giungessero alla conclusione che tra me e Tom ci fosse qualcosa, mi irritava terribilmente. Non mi piaceva il fatto che tutti fossero così sospettosi a riguardo, soprattutto dopo tutto quel che io e Nathan avevamo passato.
-Mi sembra evidente che io e Nath stiamo insieme.- conclusi secca. Forse in maniera più sgarbata di quanto in realtà volessi sembrare.
-Oh, no non fraintendermi Hanna. È solo che sembrate molto uniti e sei sicura che da parte sua non ci sia nulla?- chiese guardandomi, non feci in tempo a difendermi che la stanza si riempì dei ragazzi e Nareesha mi diede una di quelle occhiate a ‘ne riparliamo’.
Tutto ciò era semplicemente ridicolo, noi eravamo semplicemente amici.
Stiracchiai un sorriso a Nathan che mi aveva circondato con un braccio, ma alzando lo sguardo vidi due occhi hazel guardarmi.

 

***Jingle introduttivo***
Salve a tutti!
"Chi non muore, si rivede" se lo state pensando vi posso assolutamente capire. Non mi sono persa per la Germania purtroppo, ho solo avuto un bruttissimo blocco. Presente quando fissate il foglio di Word ma non riuscite a mettere giù una parola? Ecco, una cosa del genere. Comunque credo che sia passato, cioè lo spero. haha
Il capitolo è pessimo e corto, lo so, ma è un po' la quiete prima della tempesta, che credo arriverà già nel prossimo, massimo tra 2!
Nel mentre ho postato anche il prologo di un'altra FF sui One Direction questa volta, se vi andasse di leggerla e farmi sapere cosa ne pensate mi rendereste felicissima <3 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1465291 No, non so usare gli HTML se non si è notato LOL.
Va beh, spero mi facciate ancora sapere cosa ne pensate, nel frattempo vi ringrazio per eventuali letture/preferite/seguite ecc.
Love,
-n.

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