La ragazza numero 100 della lista.

di ADDICT
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Annie Cross ***
Capitolo 2: *** Spaghetti ***
Capitolo 3: *** Detenzione ***
Capitolo 4: *** Ricordi ***
Capitolo 5: *** Biblioteca ***
Capitolo 6: *** Festa ***
Capitolo 7: *** Vetri ***
Capitolo 8: *** Tentazioni ***
Capitolo 9: *** Reazioni esagerate ***
Capitolo 10: *** Arance ***
Capitolo 11: *** Libri ***



Capitolo 1
*** Annie Cross ***


Se c’era una ragazza della scuola che ancora non era andata a letto con Zayn Malik,  quella era Annie.
Non perché fosse una brutta ragazza. Anzi, a dire la verità, era piuttosto attraente e graziosa.
Capelli castani e grandissimi occhi azzurri, mediamente alta e mediamente magra.
Annie era una ragazza normale, con una famiglia normale, con una vita normale. Il suo unico difetto era la sua ostentata timidezza che camuffava volentieri con una mascherata: esibiva a professori e studenti un caratteraccio.
Non era odiata all’interno dell’istituto, non era la solita secchiona che passava la vita sui libri. E rinchiusa come un topo di biblioteca.
Ma tantomeno non era la classica cheerleader con il quoziente intellettivo di uno smalto secco.
Non ci teneva minimamente ad apparire attraente, preferiva di gran lunga dedicarsi ad attività come il calcio e il nuoto, limitandosi a dimenticare tutto ciò che concerneva il make up, i tacchi alti e le tinte bionde per capelli.
Era mediamente brava a scuola, non aveva né voti alti né insufficienze, e il suo unico obiettivo era quello di passare l’ultimo anno, appena cominciato, indenne e di passare così ad un altro step della sua vita, quello dell’università.
I capelli castano scuro le ricadevano sulle spalle mentre camminava frettolosamente per i corridoi della High School of St. Augustine , i libri di chimica e di letteratura latina sotto il braccio.
A passo veloce cercava di raggiungere l’aula di Scienze dove avrebbe dovuto passare le due ore successive con il professor o’Connor, un cinquantenne molto grasso, calvo e con due enormi baffoni  proprio sotto a un enorme paio di occhiali dalla montatura color tartaruga. Il professor o’Connor era perennemente sudato, e passava sempre tre quarti della lezione ad asciugarsi la fronte con un fazzoletto bianco di stoffa.
Tuttavia il problema del panciuto professore di Chimica non era propriamente il fatto di stargli vicino senza che le sue goccioline di sudore non ti si attaccassero alla pelle come una malattia, quanto il fatto che le sue lezioni erano terribilmente noiose.
Annie poi, non era mai stata una cima nelle materie scientifiche, e Chimica era in assoluto la sua materia più odiata.
Con la voglia sotto i piedi di seguire una lezione dedita allo studio del PH degli elementi, Annie corse  nell’orda di studenti chiassosi fino al corridoio dove si trovava l’aula di Scienze.
Appena qualche passo prima della classe notò un gruppo di ragazzi sostare proprio davanti alla porta.
Li conosceva bene i ragazzi come quelli. Erano cinque. Sempre insieme, sempre vicini. Migliori amici.
Aveva sentito molto parlare di loro nei corridoi, nelle classi, e in mensa. E Annie era arrivata ad una sola conclusione: Erano terribili, punto.
Erano i ragazzi più popolari dell’istituto, ma non perché facessero parte di qualche squadra di sport o perché erano terribilmente belli.
O meglio, secondo il novantanove per cento delle ragazze della scuola erano degli dei scesi in terra, ma per Annie non erano nemmeno un granchè. 
La loro popolarità era data in particolar modo dlla loro sfacciataggine nell’usare e buttare via le ragazze come se fossero carte di caramelle.
E Annie non aveva mai accettato una cosa del genere.
Aveva pure sentito che alcuni di loro, in particolare il peggiore dei cinque di nome Zayn Malik, tenevano pure il conto delle ragazze che riuscivano a portarsi a letto.
Che cosa ridicola.
Mentre avanzava verso di loro, diede loro un’occhiata di fuoco, notando come fossero impegnati a parlottare tra loro a bassa voce.
Uno di loro, Louis Tomlinson, il più grande dei cinque, ma quello con il cervallo più piccolo, faceva volare gli occhi per tutto il corridoio, probabilmente in cerca di una nuova preda.
Ad Annie venne il voltastomaco e alzò gli occhi al cielo facendo una sottospecie di verso strozzato.
Purtroppo per lei, che voleva passare inosservata prima di entrare in classe, Louis sentì il suo verso e catturò il suo sguardo con il proprio, in un attimo gli si aprirono gli occhi quasi a spalancarli e si girò immediatamente verso Zayn per poi sussurrargli qualcosa nell’orecchio.
Annie pensò immediatemente che gli stesse dicendo una di quelle insulse barzellette che Tomlinson si divertiva a urlare ogni santo pranzo in mensa, barzellette che tutta la scuola trovava estremamente divertenti, ma che Annie trovava banali e spesso volgari.
Un secondo dopo lo sguardo di Malik si posizionò su Annie e la inchiodò.
Annie si ritrovò a dover fare gli ultimi due passi con lo sguardo quasi di Malik addosso e la cosa non le piacque per niente.
-Scusa, fammi passare – disse Annie una volta arrivata davanti al gruppo che ostruivano il passaggio per la sua classe.
-Non ci penso neanche- disse Zayn, facendo una sottospecie di risata che i suoi amici trovarono divertente, le ragazze nel corridoio trovarono sexy e ad Annie invece faceva venire da vomitare.
-Devo entrare in classe, fammi passare- riperè Annie.
--Prima esci con me- obiettò Zayn.
Ad Annie ci volle qualche secondo per ragionare sull’ultima frase di Malik e comprenderne appieno il significato.
-Molto divertente, ora levati di mezzo, sfigato- e fece un passo avanti convinta che Malik e i suoi amichetti si fossero levati dalle palle una volta per tutte.
Purtroppo pensò male perché Zayn non si era mosso di un centimetro e quasi non gli finì addosso.
-Sono serio. Prima esci con me-  Zayn Malik aveva un sorrisetto beffardo sulle labbra e guardava Annie dall’alto al basso mentre le sussurrava di uscire con lui.
Probabilmente ogni ragazza della scuola non vedeva l’ora di uscire con il più figo della scuola, il grande Zayn Malik.
Il belloccio dalla carnagione olivastra, gli occhi magnetici incorniciati da lughe ciglia scure, il fisico statuario e i capelli neri alzati in un ciuffo ribelle.
Ma Annie non era della stessa idea.
-Non ci penso nemmeno-  disse fermamente convinta Annie guardandolo dritto negli occhi.
Ma stava davvero avendo una discussione con Malik-penso-di-essere-figo-ma-non-lo-sono?
-Adesso fammi passare, imbecille- sussurrò Annie prendendolo per il colletto della camicia e soffiandogli quasi addosso- prima che riduca le tue palle in polvere e ci pulisca il vomito che mi sta per uscire dalla bocca mentre mi parli.- detto ciò Zayn alzò le mani in segno di resa e sgranò gli occhi – Certamente dolcezza, ti aspetto in mensa, non vedo l’ora di rivederti Babe- le urlò dietro mentre Annie a passo spedito raggiungeva l’ultimo banco in fondo alla classe ci buttò i libri sopra, incrociò le braccia al petto e assunse un’aria scocciata.
La giornata non era iniziata bene.
 
 
Zayn

 
-Harry, guarda la lista, ho battuto tutti voi!- disse Zayn Malik sulla porta dell’aula di scienze, sventolando un foglio bianco un po’ spiegazzato sotto il naso dell’amico riccioluto. Harry fissò il foglietto con gli occhi quasi incrociati.
- Non ci credo, cazzo! fa vedere- quasi urlò Niall, il biondo dagli occhi color del mare  sfilando  il foglio dalle mani di Malik.
- Cazzo. Cazzo. Cazzo. – continuava a borbottare Niall facendo scorrere gli occhi velocemente sulla lista scritta sul foglietto da destra a sinistra.
- Zayn sei arrivato a 99 ragazze in quattro anni, cazzo! Stai vincendo tu! – piagnucolò Harry.
- Me ne manca una sola, e poi avrò vinto questa sfida che dura da così tanti anni.- disse soddisfatto Zayn strofinando una mano sull’altra con un sorrisetto beffardo.
-Zayn, non cantare vittoria te la trovo io la numero 100. E non sarà una passeggiata- si intromise Liam.  Detto ciò strizzò gli occhi e si mise una mano sulla faccia come a spremere le meningi per trovare la fatidica numero cento per il suo amico.
In quel momento Zayn sentì Louis muoversi di scatto verso di lui e dirgli nell’orecchio- Lei. – indicando una ragazza che veniva verso di loro.
Zayn non aveva ben capito – Chi?-
Harry seguì la traiettoria  dello sguardo di Tomlinson e, visto che si trattava di Annie Cross, ragazza che nessuno di loro era riuscito nemmeno ad avvicinare, non potè che ripetere le parole dell’amico diciannovenne dagli occhi chiari – Lei.-
Zayn vide Annie e notandola per la prima volta, la prima cosa che pensò era che era una missione impossibile. Nessuno era riuscito mai a scambiare nemmeno un bacio con Annie Cross, figuriamoci portarsela a letto, aveva un tale caratteraccio! Ma non poteva tirarsi indietro, non quando in ballo c’era la fine della scommessa, che avrebbe così vinto.
-Affare fatto- e detto questo aveva deciso che si sarebbe portato a letto Annie Cross entro la fine dell’anno.
Annie Cross la ragazza numero 100, sarebbe stata la ragazza che avrebbe portato fine alla lunga ed eterna sfida dei cinque amici.
Lei sarebbe stata la numero 100.



CIAO!
Ok, io non sono molto brava a scrivere, ma mi diverto molto e quando non ho niente da fare prendo il mio computer, metto le cuffie alle orecchie e comincio a far scorrere le dita sulla tastiera. Non ho bene idea di cosa abbia scritto. magari non ha senso, magari è sgrammaticato, magari è tremendo. Ma ho voluto comunque postarlo per condividere con voi le mie storie e i miei pensieri, Se mi dite cosa ne pensate ne sarei davvero onorata.
 :) un bacio a voi ragazze

 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Spaghetti ***


 
 
Il suono stridulo della campanella annunciava  il termine della lezione.
E Annie sembrava svegliarsi da una sottospecie di stato comatoso.
Si tirò in piedi stiracchiandosi lentamente le braccia portandole dietro il collo sbadigliando sonoromente, poi prese il suo zaino pieno di libri, se lo caricò su una spalla e uscì dalla classe dirigendosi verso la mensa.
Centinaia di studenti non facevano che accalcarsi per servirsi e poi sedersi ai soliti tavoli facendo caos.
Annie non era molto socievole, e in quattro anni che stava in quell’istituto aveva stretto amicizia con un ragazzo e una ragazza. Grace e Jake.
Grace era diventata la sua migliore amica al secondo anno. Erano identiche loro due, un po’ maschiacci, un po’ ribelli, incuranti del giudizio degli altri, o almeno così facevano credere. In realtà quella di Annie e di Grace Freddon non era che una tupida copertura ma non lo avrebbero ammesso nemmeno loro: il loro stare da parte sul palcoscenico del liceo non era nient’altro che una paura fottuta di essere giudicate ed essere al centro dell’attenzione. Paura che si era alimentata col tempo fino a diventare odio per la popolarità. Non facevano che stare per i fatti loro, prendendo un po’ in giro le barbie more e bionde e anche gli sfigati nerd che studiavano e basta. Erano  fatte così, erano normali, e non volevano cadere né in un eccesso ne nell’altro così finivano con lo stare in mezzo.
Ma forse il loro era il burrone più profondo.
Purtroppo per Annie, Grace lasciò la scuola alla fine dell’anno precedente  a causa dei voti troppo scarsi, rischiava ogni anno la bocciatura e decise di frequentarne un istituto molto più semplice.
Proprio come Grace, anche il migliore amico di Annie, Jake, abbandonò gli studi durante il Gennaio dell’anno prima, perché di stare sui libri non ne aveva mai voluto sapere.
Per Anni fu una disgrazia, si sentì abbandonata. Tremendamente sola.
E l’unica cosa che voleva era che quell’ultimo anno passasse in fretta, così da abbandonare una volta per tutte quell’inferno.
Trascinò i piedi verso la coda che si era creata per servirsi del cibo, che anche se tutti trovavano tremendo, per Annie era quasi gradevole.
Dopo essersi servita di un bel piatto di spaghetti, un pezzo di pane e uno yoghurt Annie lanciò un’occhiata ai tavoli della mensa  per cercare un posto vuoto e incontrò il tavolo di quei cinque sfigati.
Si sorprese a cercare Malik che tuttavia non vide. Strano. Probabilmente era nascosto in qualche sgabuzzino o stanzino a scoparsi qualche altra gallina, pensò.
Annie scosse la testa vorticosamente come a scacciare dalla testa quegli insulsi e brutti pensieri.
Girò letteralmente i tacchi con il suo vassoio in mano, con l’unico scopo di uscire in giardino e appostarsi sotto un albero a mangiare il suo pranzo in pace, magari con la compagnia del suo amao ipod.
Mentre camminava frettolosamente cercò di aprire il suo yoghurt, che in quella scuola vendevano all’interno di mezzi cartoni di latte bianchi.
Ma proprio mentre riuscì ad aprirlo andò a sbattere contro qualcuno.
O meglio, qualcuno le andò addosso.
-Ma cazzo! Guarda dove vai!-  ringhiò Annie, senza guardare chi era stato a travolgerla, troppo intenta a osservare il pasticcio che aveva combinato: lo yoghurt alla fragola l’aveva completamente sporcata dalla testa ai piedi, e se metàera adagiato sula sua maglietta bianca, l’altra metà era per terra, sul pavimento.
-Scusami Cross, non ti avevo visto- osservò Malik.
Annie alzò lo sguardo e lo fulminò.  Perfetto. Solo Malik ci mancava.
-Guarda cosa hai combinato, demente. – Anni continuava a borbottare e imprecare tentando di ripulirsi con una mano.
-In realtà cercavo proprio te, Cross. Ti volevo invitare a mangiare nel nostro tavolo.-  esclamò Zayn
-Bhè sai dove te lo puoi ficcare il tuo invito?- sbottò Annie, per poi sorpassarlo a grandi falcate, dimenticandosi dello yoghurt scivoloso per terra e dunque cadendo per terra come un sacco di patate.
Si era rovesciata anche gli spaghetti addosso.
Meraviglioso.
E in più Malik non faceva che peggiorare la situazione perché se un momento prima la guardava incredulo e preoccupato, una volta visto che non si era fatta un bel niente, cominciò a trattenersi dal ridere.
Annie notò che era diventato tutto rosso per lo sforzo di non ridere.
-Crepa Malik. Piantala di ridere e tirami su piuttosto- brontolò la ragazza sdraiata sul pavimento.
Per Zayn fu il “la” e scoppiò a ridere tenendosi la pancia.
-Imbecille,aiutami ad alzarmi e smettila di ridere come un’idiota. Sei troppo alto e non ti arriva sangue al cervello per caso, non mi capisci? – detto ciò Annie prese a fare gesti strani come se stesse parlando con un sordomuto.
-Dai alzati ti porto in bagno, così al mio tavolo non ci vieni, sei conciata da fare schifo. Ridacchiò Zayn, dandole una mano e tirandola su.
-Grazie tante- ringhiò Annie.
La ragazza prese il suo zaino e si avviò verso il bagno delle ragazze, notando con la coda dell’occhio che Zayn Malik la stava seguendo.
-Che fai? Mi segui nel bagno delle ragazze? Malik, capisco che tu abbia un po’ di confusione in testa riguardo il tuo orientamento sessuale ma il bagno delle ragazze rimane tale e tu, in quanto uomo, non puoi entrare- chiarificò Annie prima spingere la porta del bagno e chiudergliela in faccia, senza nemmeno aspettare una risposta dal moro.
Annie si avvicinò imprecando al lavandino e cominciò a togliere spaghetti dalla maglietta e strofinare via la macchia rosa dello yoghurt alla fragola.
La macchia stava svanendo ma ora la maglietta bianca era completamente trasparente e le si vedeva tutto il reggiseno nero.
Perfetto. Una giornata di merda.
Si appoggiò con le mani al lavandino e chinò la testa, quando la rialzò notò una figura riflessa nello specchio. Zayn era proprio dietro di lei e si avvicinava cauto.
Pià si avvicinava e più la mora rimaneva senza parole.
Cosa stava facendo nel bagno delle ragazze? Impazzito.
-Cosa fai?- gli domandò Annie in preda al panico.
Zayn si avvicinò piano e in un gesto come se la stesse abbracciando da dietro, appoggiò una mano su quella di Annie che era ancora sul lavandino, allungò la testa verso l’orecchio della ragazza e ci soffiò dentro.
La ragazza era paralizzata, non sapeva cosa fare. Non solo non aveva mai avuto un rapposto così ravvicinato e, doveva ammetterlo, estremamente sensuale con un ragazzo, ma quel ragazzo era comunque Zayn Malik, e ci sapeva fare, cazzo!
Ci sapeva fare eccome.
Annie voleva spostarsi con tutte il suo volere ma non trovava le forze fisiche, era come se il suo corpo avesse deciso di morire così, immobile. I suoi piedi avevano messo le radici nel pavimento del bagno dell’High School of Saint Augustine.
Zayn allungò di poco l’altra mano e l’avvicinò ai suoi capelli, Annie chiuse gli occhi per un attimo, la vicinanza con le persone l’aveva sempre spaventata, ma non sapeva per quale strano motivo la pressione del corpo statuario di Malik sulla sua schiena le faceva un effetto completamente diverso, e forse era questo che la terrorizzava.
Aprì gli occhi e notò che Zayn non era più dietro di lei e non la stava più vicino, anzi era almeno a due metri da lei, uno spaghetto al pomodoro teso tra le due dita della mano sinistra – Avevi questo tra i capelli-
Ma che stronzo.
Che stupida che sono stata, mi sono lasciata completamente abbindolare da un coglione- Vaffanculo Malik- esclamò Annie.
E detto questo uscì a passo spedito dal bagno, lasciandovi dentro un Zayn Malik ridente e basito.
-Che stupida, che stupida, che stupida.- borbottava Annie in giro per i corridoi.
Ma lei non sapeva che quelle stupide avances che Malik le faceva non erano nient’altro che per una scommessa.
Malik doveva depennare anche il numero cento da quella lista e ci avrebbe messo anima e corpo, letteralmente.
Annie era uscita di corsa. Il mio piano stava funzionando, pensò Zayn.
Le do un mese, e quella sarà presto nel mio letto. Nessuno dice di NO a  Zayn Malik. E nemmeno quella rompipalle dal carattere di merda dirà di no a questo bel faccino. Certo che, doveva ammetterlo, la Cross ora che la vedeva bene era una bella ragazza. Aveva un fisico non troppo magro, proprio come piaceva a lui, con i fianchi un po’ larghi. Aveva uno sguardo, che anche se perennemente incazzato, era magnetico. Sconvolgeva chiunque lo guardasse.
Ora che ci pensava per bene, Zayn aveva visto raramente due occhi azzurri dalle ciglia lunghe così belli.
E Zayn Malik aveva un debole per gli occhi.
Lo sapevano tutti, il suo cavallo di battaglia erano gli occhi e il sorriso, e in questo modo cercava nelle ragazze proprio queste due qualità.
Ma il sorriso della Cross , ancora non l’aveva visto, ma poco gli importava, voleva solo portarsela a letto.
Vincere la sfida.
Fine della storia.
Il moro uscì dal bagno canticchiando il motivetto di una canzone di Ed Sheeran, artista inglese locale. Si mise le mani in tasca e si avviò verso la mensa, pronto a raccontare alla sua combriccola di amici la divertente scenetta in cui aveva quasi sentito sospirare Annie Cross. Ci sarebbe stato da ridere.
Zayn Malik voleva la sua  ragazza numero cento. E la voleva come un bambino di sei anni vuole il suo giocattolo preferito.
Ma si sa, il numero cento è la perfezione.
E la perfezione è sempre difficile da raggiungere.
 


Ciao!
Ok, oggi posto anche il secondo capitolo è stato chiamato a grande richiesta! ditemi cosa ne pensate con le recensioni! vi prego, così so come...ehm...adeguarmi!
ditemi se vi è piaciuto, se vi ha fatto schifo, se vi siete grattate la pancia, se avete letto solo le prime due righe o se non vedete l'ora di leggere il seguito...accetto critiche e consigli volentieri :)
Un'altra cosa... secondo voi Zayn che tipo di ragazzo è? ci nasconde qualcosa?
E Annie? anche lei è moooolto misteriosa e di segreti ne ha parecchi anche lei :)
Tanti baci! Vi adoro, GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI, PER CHI HA MESSO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E LE RICORDATE! VI AMO. davvero.

S

 
 
 

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Capitolo 3
*** Detenzione ***


Annie uscì dalla classe della professoressa Smithey con la faccia imbronciata.
Era riuscita a tramutare una delle giornate peggiori dell’anno, in una forse anche peggio. Dopo il tremendo e imbarazzante incontro con Malik all’ora di pranzo Annie aveva dimenticato di recarsi all’armadietto dove teneva i suoi libri delle ore successive, e in tal modo quella della strega della Smithey le aveva messo non solo una bella punizione per le due settimane successive ma doveva anche recarsi dalla preside seduta stante. Era proprio una strega, primo perché ne aveva il carattere, e secondo proprio a causa del suo naso adunco su cui erano appoggiati un paio di occhiali con le lenti a mezzaluna. Dietro le cui lenti uno sguardo di fuoco saettava di banco in banco in continuazione durante le sue ore di letteratura Latina.
Peccato, perché a Annie la lingua latina piaceva, e parecchio anche. Ma si sa, l’insegnante se non ti fa amare la materia, rischia con il suo atteggiamento di fartela odiare a morte. E la Smithey ci era riuscita al cento per cento con Annie Cross.
La Smithey, la punizione imminente, il colloquio con la preside.
Che odio.
Tutto per colpa di Zayn Malik.
 Era tutta colpa sua, di quell’essere ripugnante, raccapricciante e dall’ego gigante.
Lo odiava. Se non fosse stato per lui la sua giornata sarebbe andata molto meglio. Si sarebbe sorbita le ore di lezione in silenzio, rimanendo in disparte dal resto dei compagni. Si sarebbe limitata a entrare a lezione, prendere appunti, uscire, mangiare in cortile, entrare in classe, prendere appunti e uscire di nuovo.
Poi andare a casa e far passare la giornata in qualche insulso modo, e aspettare con ansia il giorno successivo per poi ripetere la cosa, due, tre giorni. Mesi, un anno.
E invece ora, aveva sbattuto la porta della classe, con lo zaino in spalla e una faccia imbronciata.
Che palle. Odiava andare dalla preside. Lei forse era peggio di tutti gli altri professori di quella scuola messi insieme.
Non che Annie odiasse a prescindere tutti gli insegnanti, anzi. Per alcuni nutriva anche una certa simpatia, come quella di Arte, che aveva notato il suo talento nel disegnare e l’aveva sempre trattata come una figlia.
 
Faceva passi veloci, prima entrava e prima ne usciva, pensava.
Si sedette su una delle quattro poltroncine rosse davanti alla porta.
Un piccolo cartello di ottone era appeso di fianco alla maniglia serrata della porta.
La scritta diceva: PRESIDENZA
Annie era convinta che se ci fosse stato scritto: INCUBO sarebbe stata la stessa identica cosa per la maggior parte degli studenti che si sedevano su quelle poltroncine muffite.
Odiava quel posto perché ci era andata una volta sola, per non aver spento il cellulare durante una lezione, ed era stata spedita in quello studiolo quasi a calci.
Quella volta non le sembrava di aver infranto chissà quale regola, ma la preside le aveva impartito una lezione di educazione di un’ora, sottolineanzo l’importanza di rispettare il silenzio, la gente che parla, i compagni e bla bla bla…
E lei era uscita da quella stanza metà stralunata e metà rabbiosa.
Mentre sbuffava piegò le braccia davanti a sé e posò i gomiti sulle ginocchia fissando insistentemente le sue converse distrutte ai piedi.
Sbuffò rumorosamente una seconda volta.
-Guarda che non è che se sbuffi la porta si apre improvvisamente – disse con semplicità Zayn seduto di fianco a lei.
A Annie per poco non prese un infarto.
-Ma sei deficiente? Mi hai spaventato a morte. – sbottò.
-Perché sei qui? Mi sembri una persona diligente, Cross – Disse Malik, ignorando completamente gli insulti della ragazza
- Fatti gli affari tuoi- borbottò Annie.
- Avrai di certo combinato qualcosa di grave, ma non mi sembri una deliquente. -  insistette il moro.
Annie alzò gli occhi al cielo poi si girò verso il ragazzo e quasi urlò- Senti, devo aspettare su queste poltroncine merdose che la preside venga a chiamarmi, non vedo l’ora di essere a casa e questa giornata tremenda abbia una fine. Non ho bisogno delle tue inutili chiacchiere quindi fammi il favore di stare zitto, pervertito con gli orecchini.- Annie aveva il fiatone, detto questo gli diede le spalle rannicchiandosi su quella odiosa poltroncina puzzolente.
 
Zayn intanto non faceva che squadrarla, cosa aveva di così tremendamente attraente quella ragazza, lui non lo sapeva. Lo aveva appena mandato bellamente a quel paese, le piaceva quella ragazza.
Nessun’altra aveva mai avuto il coraggio di farlo.
Le altre ragazze della lista erano per la maggior parte delle ragazzette che non vedevano l’ora di uscire con Zayn Malik. Erano tutte belle ragazze, lui cercava sempre il meglio.
Zayn cercava la bellezza esteriore, nient’altro.
Le aveva guardate tutte, prima dei fatidici appuntamenti.
Se le sceglieva con cura. Le vedeva a mensa, in palestra, nei corridoi, in classe. Una volta era entrato pure in biblioteca per vedere che tipo di ragazze la frequentassero, e come al solito Zayn Malik aveva fatto centro. Ragazze con minigonne e occhiali da professoressa sedevano tra gli scaffali, fingendo di studiare.
Ma bastava che Zayn passasse loro accanto, magari facendo un occhiolino, o semplicemente sfiorando loro un braccio, che tutte lo guardavano come un dio sceso in terra. Era terribilmente divertente adottare ogni volta, ad ogni ragazza diversa della lista, ogni numero, una nuova strategia e vedere come sempre risultava vincente.
Zayn era un ragazzo che era consapevole della sua bellezza, sapeva di essere bello come il sole, e gli piaceva essere sotto gli occhi delle ragazze.
Da un po’ la cosa lo aveva stancato però. Era stancante notare come le bionde, le brune e le brune cadevano immediatamente ai suoi piedi.
Non faceva niente di particolare, le sue tecniche di seduzione erano simili a quelle di tanti altri ragazzi della scuola: ne guardava una carina finchè la ragazza in questione non lo notava, a quel punto di avvicinava e si metteva a discorrere con lei del più e del meno, finchè non le chiedeva il numero di cellulare e poi un invito a uscire.
Un’arma segreta però lo distingueva dagli altri, mentre chiedeva loro il numero si mordeva il labbro in modo molto seducente, creando una filo sottilissimo di desiderio e di passione tra lui e la ragazza davanti a sé.
E funzionava sempre.
Le ragazze ne erano ipnotizzate, impazzivano quando lui faceva così.
Un come quando Harry Styles si scuoteva i ricci con una mano posizionandoli tutti da una parte della testa, o come Liam sorrideva con tutta la parte visibile della faccia, o come Niall fissava intensamente le ragazze e rideva in modo gutturale, o come Louis incrociava le braccia al petto e increspava le labbra. Erano tutte tecniche. Tattiche di seduzione.
 
Zayn guardò Annie con attenzione, studiandone i particolari del viso per la prima volta. Era imbronciata e scocciata e questo rendeva più evidente una piccola ruga al centro della fronte. Le sopracciglia erano curate anche se non proprio sottili, e intensificavano lo sguardo.
-La pianti di fissarmi?- Zayn sussultò. Annie aveva parlato all’improvviso senza distogliere lo sguardo dal pavimento.
-Non ti sto fissando. – rispose deciso.
-Si come no- sbuffò la ragazza.
-Ripeto che non ti stavo fissando. Guardavo quell’insegna alle tue spalle-
-Il tuo sguardo mi ha quasi perforato la nuca, Malik, quindi inventatene un’altra.- ringhiò Annie.
Improvvisamente dalla porta davanti uscì una signora sulla sessantina, avvolta in un tailleur rosa pallido, una capigliatura gonfia e ramata, le labbra tese e sottili, lo sguardo duro.
-Signorina Cross, venga. È il suo turno. – disse con tono deciso, poi il suo sguardo saettò in direzione di Zayn , vedendolo in quel momento- Malik, santo cielo, cosa ci fa ancora qui?-
- Una visita di cortesia?- rispose Zayn alzandosi in piedi con Annie.
- Non faccia lo spiritoso signor Malik, piuttosto venga anche lei dentro- disse la preside, poi notando la faccia contrariata di Annie, aggiunse: - Dai avanti non ho tempo da perdere.-
 
-Mi faccia capire, lei – disse la preside Walken indicando Annie- ha dimenticato i libri per colpa sua- indicò Zayn- che le ha rovesciato il pranzo addosso. Nel frattempo tu Malik sei stato spedito qui dal professor o’Connell perché hai minacciato di far esplodere una provetta nello zaino della tua compagna di banco se non ti avesse passato il compito da copiare subito-
I due ragazzi si limitarono ad annuire.
-Non penso di aver mai sentito una scusa peggiore di questa- affermò dopo qualche secondo di silenzio.- Detto ciò si alzò in piedi e andò ad aprire la finestra- Ebbene visto che Malik, hai bisogno di una punizione ti spedisco a stare in biblioteca per le prossime tre settimane, dovrai riordinare i libri che vengono restituiti, e inoltre sistemare  e pulire il vecchio archivio. Dio solo sa quanta polvere ci sia tra quei volumi.- Zayn sbuffò.
-Cross, la professoressa Smithey mi ha inviato una circolare proprio ora chiedendomi di infliggere anche a te una punizione decente. Quindi aiuterai Malik.- concluse.
Annie per poco non si strozzò con la propria saliva per essere scoppiata a ridere così velocemente.
Poi notando che nessun’altro in quello studiolo trovava altrettanto divertente la situazione smise subito.
-Mi scusi, preside, non può…insomma, mandarmi a sistemare i palloni in palestra, riordinare i vassoi a mensa, aiutare gli alunni del primo anno a svolgere i compiti? Qualsiasi altra cosa.- provò Annie.
- No, ho deciso signorina Cross. Lei e Malik stasera tutti i pomeriggi in biblioteca dalle tre alle sei di sera. Ogni giorno, sono stata abbastanza chiara?- Annie non potè che annuire nuovamente.
- Ora andate. Comincerete domani,puntuali.- disse compiaciuta la preside, guardando negli occhi prima uno e poi l’altra.




Ciao a tutte! scusate i giorni di ritardo ma sono partita e andata in montagna e non riuscivo a trovare uno stupido luogo che avesse internet! 
Spero vi piaccia, è un capitolo un pò di passaggio ma aiuta a dare succo alla storia, ditemi cosa ne pensate! :)
un bacione bellezze. 
Ah, dimenticavo...GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE RECENSISCONO, CHE L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE, SEGUITE E RICORDATE. GRAZIE DI CUORE.

S

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Capitolo 4
*** Ricordi ***


Non appena Annie e Zayn uscirono dalla classe, Annie potè giurare di aver intravisto il velo di un ghigno sul viso perfetto di Malik.
-Che cazzo ridi, depravato? E’ colpa tua, sempre e solo colpa tua.- disse dirgiendosi verso l’uscita della scuola a passo spedito.
-Colpa mia? La punizione l’hai presa anche tu. Si spengono i cellulari in classe, Cross.- la rimproverò Zayn.
-Grazie, mamma- disse sarcasticamente la ragazza.
Zayn ridacchiò. Appena usciti dalla porta principale si girò verso Annie – Cross, ti andrebbe di uscire oggi pomeriggio?- E si morse il labbro avvicinandosi verso di lei, non fece a tempo a sfiorarle la guancia, che Annie glielo prese e glielo strinse fino a fargli male – Non ci provare neanche, coglione.  Mi hai messo tu in tutto questo casino, quindi non fare il carino con me. Pensi che non lo sappia che chiedi alle ragazze di uscire solo per potertele portare a letto? Lo sanno tutti. Sai, sarò anche riservata, ma non sono stupida. E con me non attacca, quindi vedi di sparire il prima possibile dalla mia vista prima che ti stacchi le palle e ci giochi a pallacanestro.  Chiaro? –
Annie era vicinissima al viso di Zayn, e quando se ne rese conto era troppo tardi. Zayn le si avvicinò repentivamente e le sfiorò con le labbra una guancia. Un tocco estremamente delicato in contrasto con la rabbia che la ragazza aveva nel corpo in quel momento.
Un bacio dolce. E leggero.
Annie sgranò gli occhi sentendo Zayn che a due millimetri dal suo orecchio sussurrava – Tu oggi esci con me, forse non ti è chiaro, dolcezza. –
Detto ciò si allontanò andando velocemente a raggiungere Harry e Louis, che furono raggiunti da Liam e Niall nel giro di poco.
Zayn mentre si allontanava sentì Annie che gli urlò dietro – Piantala di morderti il labbro Malik, perché sembri uno con dei problemi. Anzi a dire la verità forse non è che lo sembri, lo sei proprio.-
Zayn ridacchiò.
 
 
Girò la chiave nella toppa due volte e aprì la porta. Fortuna che abitava da sola da quasi un anno. O fortuna forse no, la madre era morta dandola alla luce, e il padre era andato a vivere l’anno prima con la sua nuova famiglia.
Ma almeno gli pagava la casa e il vitto.
Ma Annie era convinta che di lei non gliene fregava più niente da tempo ormai. Il rapporto col padre si era incrinato non con il tempo, ma da un giorno preciso, ovvero tre anni prima, quando Annie rientrando in casa aveva trovato vestiti  e scarpe per terra. Seguendo la scia di indumenti aveva sorpreso suo padre e una bionda rifatta a letto insieme.
Per una figlia è sempre un colpo al cuore, e anche se lei aveva sempre detto al padre di fare quello che voleva della sua vita, per lei era stato una specie di infarto trovare il papà fare l’amore con una donna che non fosse sua madre.
Soprattutto se quella donna era terribilmente diversa da sua madre.
 
Annie poggiò lo zaino vicino alla porta di casa e si avviò in cucina, bevve un bicchiere d’acqua e richiuse il frigo. Salì le scale e entrò in camera sua, una stanza dalle pareti rosse e con una finestra molto ampia, si buttò sul letto e dopo aver dormito un’oretta  acchiappò qualche libro e si mise a studiare sul letto.
 
Dopo circa un’ora decise di fare una doccia e si mise sotto l’acqua, bagnando interamente anche i capelli, sotto il getto dell’acqua calda si mise a pensare a che giornata di merda fosse quella.
Le era tutto chiaro tranne una cosa: Zayn Malik sembrava interessata a lei.
Zayn. Interessato. Lei.
Non aveva senso.
In quattro anni non l’aveva mai considerata, pensava che non sapesse nemmeno il suo nome, e ora si ritrovava a dover passare tre settimane in compagnia di quel pervertito. Che palle.
 
Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano bianco intorno al corpo. Proprio mentre si spalmava una crema nutriente sulle gambe sentì suonare il campanello.
Sbuffò e andò di sotto, poi guardò nello spioncino della porta e vide l’ultima persona che si immaginava di vedere alla sua porta: Harry Styles fissava insistentemente il cerchiolino sulla porta e il suo occhio dal color verde smeraldo sembrava sformato dalla piccola lente. Annie pensò per prima cosa che cazzo ci facesse fuori dalla porta, poi ripensandoci bene si ricordò che Harry abitava esattamente di fianco a lei, due case più avanti.
Una volta erano molto amici lei e il riccio. Ma da quando era cominciata la scuola lui sembrava aver trovato compagnie migliori, e si allontanarono.
Se prima si divertivano a costruire pupazzi di neve in giardino quando era inverno, a organizzare feste di compleanno con torte pacchiane al momento del loro compleanno (che cadeva lo stesso giorno) adesso sembravano estranei. Annie si ricordava bene come dopo aver visto un film americano sulla danza Hip Hop avessero lei e Harry deciso di mettere su una crew, e di come ora neanche si salutavano più per i corridoi.
Annie aprì la porta sbuffando – Cosa ci fai qui, Styles? – lo attaccò-
-Cross, è un piacere vederti. E noto che il piacere è ricambiato, sì. – la salutò il riccio – Comunque sono qui in veste di messaggero. Sono qui da parte di Zayn il mio sensuale, simpatico e attraente amico. Ecco, lui si chiedeva se volevi uscire con lui stasera. Vorrebbe portarti al cinema. Di sicuro ti starai chiedendo come mai ha mandato me a chiedertelo, ma sfortunatamente non ne ho la più pallida idea. Se non per il fatto che a quanto pare hai rifiutato un suo invito a uscire giusto qualche ora fa. – Disse Harry mangiandosi le parole.
-Senti, Styles, parliamoci chiaro. Non ho intenzione di uscire con Malik, non è il mio tipo. Quindi non ci uscirò ne ora ne mai. Non mi piace. – si spiegò Annie.
- Annie dai. Ma cosa ti costa? Un’uscita soltanto. Da quando gli hai detto di no stamattina, e ti assicuro che penso tu sia stata l’unica che lo abbia mai fatto, Zayn non si da pace. Continua a parlare di te, dice che sei l’unica che lo abbia mai trattato in questo modo. – Continuò Harry.
-Styles, come te lo devo dire? Non mi piace Zayn e anche se fosse l’unico ragazzo sulla faccia della terra, con lui non uscirei. E’ un pervertito, come lo siete voi altri quattro.- Annie era infastidita dall’insistenza di Malik e dal fatto che Styles fosse venuto come un cagnolino alle dipendenze del moro a implorarla di uscire con lui. E poi come cazzo aveva avuto il suo indirizzo Styles?
Eppure, nonostante pensasse che quei cinque ragazzi fossero davvero dei pervertiti, e che pensassero solo alle ragazze da portarsi a letto, forse aveva esagerato nello sbatterglielo in faccia.
Lo pensava da sempre ma forse era stata davvero troppo dura.
-Non ci conosci, Cross.- Harry le rivolse un tono duro, e Annie notò che era tornato ad usare il cognome.
-Hai ragione, Styles, io non vi conosco. Ma conosco le storie che girano su di voi, a scuola, e ti posso assicurare che non sono delle migliori.
-Mi fai entrare, per favore? Voglio dirti una cosa. – disse Harry.
-Si fai pure.- Annie lo fece entrare perché si sentiva in colpa per quello che aveva appena fatto: lo aveva giudicato. Ma in realtà nonostante pensasse che erano cinque malati di sesso, ce l’aveva solo con il più montato di loro: Zayn Malik. Lui si credeva Dio. Era tremendo. Non si fermava davanti a niente. E il fatto che Harry Styles fosse in casa sua in quel momento a cercare di convincerla del fatto che non fosse poi così tremendo, bhè…ne era la prova.
Annie accompagnò Harry in sala, e lo fece accomodare su un divano. Poi si sedette di fianco a lui,  fregandosene del fatto che fosse ancora in asciugamano.
-Ok, senti. Quello che voglio dirti è che non ci conosci. Non ci conosci per giudicare. Noi siamo cinque ragazzi, siamo solo ragazzi. Amiamo stare insieme e divertirci e, è vero, spesso il divertimento si collega alle ragazze. Che ci vuoi fare? Ci piacciono le donne. Ma siamo anche altro. Vorrei raccontarti di come noi passiamo i pomeriggi a guardare film con i pop corn. Vorrei raccontarti di come passiamo alcune serate a giocare con i videogiochi in casa Payne. Vorrei dirti davvero come siamo amici. Quanto in realtà ci vogliamo bene. Come amiamo la musica, lo sport. E le macchine.
Sembriamo cinque cretini che sanno cosa significa “svago” ma in realtà ci vogliamo molto bene. Siamo fratelli, ecco tutto.- concluse con semplicità il riccio.
Annie lo guardava immobile. Non si aspettava una specie di confessione- ramanzina da parte di Harry Styles.
-Scusa – sussurrò la ragazza guardandosi le mani.
-Figurati. Imparerai a conoscerci.- Harry sorrise. Poi si girò verso una fotografia su un tavolino appoggiata li davanti – Sei tu questa? Mi ricordo di te così. Oddio, qui sei proprio tremenda Cross.- detto questo scoppiò a ridere.
-Styles, piantala immediatamente o la foto te la faccio ingoiare. Avevo appena perso il primo dentino davanti. E’ una foto ricordo, non una foto che devo mostrare come fototessera. – Cominciò a ridere anche lei, data la risata contagiosa di Harry. E dovette ricredersi: Styles non era male, in fondo. Molto in fondo. E se lo ricordava. Ricordava tutto quanto, le sue fossette ai margini della bocca le erano mancati. Le era mancato lo sguardo birichino del ragazzo che non era cambiato per niente.
-Ora vado a vestirmi – annunciò Annie, alzandosi.
-Perché mai? Stai bene vestita così. O meglio….svestita. – Harry fece un sorriso malizioso guardandole le gambe nude.
Annie afferrò un cuscino e glielo lanciò in pieno viso.- E poi non saresti un pervertito, Styles….- ridacchiò. – Ti ho vista nuda un paio di volte, Cross, se non ricordo male! – biascicò Harry tra le risate, mentre Annie saliva le scale correndo.
Passarono il pomeriggio a parlare, a ridere e a scherzare.
Ad Harry mancava immensamente la compagnia di Annie. Se Annie non si era dimenticata nemmeno un minimo particolare della loro amicizia passata, Harry d’altra parte aveva dimenticato tutto. Rimosso completamente le risate, gli scherzi, i pianti isterici, i capricci, i giochi.
Ma si era ricordato tutto improvvisamente in quelle poche ore passate vicino a Annie.
Mentre lei le raccontava di suo padre, mentre bevevano un bicchiere di thè freddo, seduti per terra ai piedi del divano, Harry poté scorgere un velo di tristezza e di dolore negli occhi della ragazza. E le sembrò immensamente sola. Terribilmente sola. E aveva assistito tempo prima a situazioni del genere. Si ricordava che c’era una sola cosa che la faceva calmare quando era bambina, ed era prenderla per mano e darle un bacio sulla fronte. Nient’altro.  E fu proprio quello che fece appena vide una leggerissima ma pesante lacrima uscire dagli occhi di Annie.
Le prese delicatamente le dita e l’avvicinò, posandole un bacio sulla fronte per poi abbracciarla.
Chissà da quanto tempo quella ragazza non veniva abbracciata. Harry, mentre la stringeva tra le braccia, sentì il vuoto che quella ragazza portava nel cuore. Lo sentì forte e chiaro: un grido silenzioso che Annie soffocava.
 
 
Zayn si alzò dal letto, per la prima volta dopo mesi, con la voglia immane di andare a scuola, fece colazione, si lavò e si vestì. Quel giorno sarebbe stato il prima della punizione, e doveva riuscire ad avvicinarsi alla Cross.
Doveva accettare di uscire con lui. Doveva.
Perché se usciva con lui, bhè non c’erano problemi, lui avrebbe concluso tutto prima della fine della serata. Se accettava di uscire con lui, anche solo una volta, voleva dire che era cotta di lui. Ma non sarebbe stata una cosa facile.
Giunto nei pressi della scuola, si accese una sigaretta, e inspirò il fumo, aspettando i suoi amici.
Arrivarono nel giro di un paio di minuti Liam, Niall e Louis.
Di Harry nemmeno l’ombra.
Zayn era irritato, quell’idiota di Styles doveva raccontargli del pomeriggio precendente.
La campanella suonò, e la combriccola di ragazzi si avviò verso le loro aule.
Una volta entrato in classe di Matematica, Zayn prese posto nella penultima fila, appoggià la testa al palmo di una mano e cominciò a fissare insistentemente un punto indefinito della lavagna nera.
Improvvisamente la porta di spalancò e Harry entrò in classe seguito da…Annie.
Zayn si tirò su immediatamente.
Che cazzo ci faceva Harry con Annie, che per giunta sorrideva?
I due ragazzi camminarono passando di fianco a Zayn che non staccava gli occhi un secondo dalle labbra di Annie che erano curvate in un sorriso…stupendo.
Il suo sorriso era magnifico. Non ne aveva mai visto uno così, cazzo.
Mentre passò di fianco a lui, Zayn rubò un’occhiata a Annie, che lo fissò dritto negli occhi. Zayn potè scommettere che Annie per fare la dura avrebbe fatto scomparire il suo contagioso sorriso dalla faccia, invece sorrise anche a lui.
Un sorriso meno aperto. Meno deciso, titubante.
Zayn non potè far altro che rispondere con un sorriso anche lui: piegò leggermente il labbro superiore all’insù e strizzò gli occhi, con il risultato che sembrava uno con dei problemi invece di uno che cercava di sorridere a una bella ragazza.
Bella? Un momento…bella? Zayn pensò di essere impazzito.
No, Annie Cross non era bella. Non poteva essere bella. Era solo la numero cento di quella fottutissima lista.
Si girò di novanta gradi per vedere come Harry e Annie si stessero parlando a bassa voce. Che cazzo stava facendo Harry?


Ciao! sono di nuovo qui...il capitolo è tremendo. SCUSATEMI!
E' un capitolo di passaggio, anche se la storia sta prendendo forma...oppure no...insomma non lo so! ahah Scusatemi, sono stanca.
:)
Ditemi cosa ne pensate! adoro tutte voi che recensite e mi seguite.
Siete la mia forza. Sul serio.

S

 

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Capitolo 5
*** Biblioteca ***


 
La biblioteca era un edificio a sè stante dietro il complesso dell’istituto. Una volta superato il cortile, bisognava prendere una piccola stradina di asfalto che seguiva un percorso curvilineo e che portava proprio davanti a questa palazzina antica di mattoni rossi.
Quell’edificio, nonostante fosse di proprietà della scuola, era considerato patrimonio culturale da parte di tutta la cittadella.
Annie si trascinò fino alla biblioteca con pochissima voglia, una volta aperta la porta si avviò verso il bancone principale, salutò una vecchia signora e la informò che doveva lavorare lì per punizione.
-Mmm, e va bene. Dopo aver sistemato i libri restituiti, comincia a lavorare mettendo al loro posto gli scaffali dalla A alla D del corridoio Uno. – le comunicò- Io ora me ne vado, lascio a voi la custodia della biblioteca. Mi raccomando, sistemate tutto quanto per bene. Queste sono le chiavi dell’edificio. Potete tenerle voi.-
Annie era confusa – Noi? Malik è già qui? – chiese sorpresa.
-E’ arrivato qualche minuto fa. Aspettavo solo lei, signorina Cross. – detto questo la vecchia signora prese la sua borsetta e uscì dalla biblioteca salutandola con un –Buon lavoro –
Annie sbuffò poggiando il suo zaino sul bancone. E prese a guardarsi in giro. Dove era quel coglione di Malik? Probabilmente si stava scopando qualche ragazza tra gli scaffali. “Chissene frega” pensò e si mise al lavoro.
Cominciò a girare per gli scaffali, leggendo i titoli impolverati di quei vecchi libri.
Cominciò a sistemare i libri restituiti.
Ne trovò uno interessante sulla letteratura latina, e visto che ne era sempre stata attratta da quella materia, decise di dargli un’occhiata. Si sedette per terra e sfogliò le pagine di Orazio. Le sue poesie le trovava estremamente romantiche e piene di comicità allo stesso tempo.
Improvvisamente sentì una voce alle sue spalle, che parlava proprio da dietro la sua testa – Te la spassi eh,Cross? – Zayn Malik la spaventò a morte tanto che Annie battè la testa sullo scaffale, provocandosi un dolore lancinante alla nuca - Cazzo! Ma sei proprio un coglione.- urlò.
Zayn era arrivato di corsa vedendo se si era fatta male veramente. – Stai bene? Scusa non volevo spaventarti- disse a mo’ di scusa. – Stavo meglio prima- annunciò Annie sfregandosi la testa. – Ti aiuto ad alzarti- Zayn le diede una mano e la tirò su.
Annie si trovò a  stringere la mano di Zayn Malik.
E ad essergli a un passo dal viso.
 E tutto ciò che vide in quel momento era il suo viso. Lo odiava, è vero. Ma non poteva non ammettere che Zayn Malik fosse proprio…bello. Insomma, quegli occhi dorati, quel labbro inferiore che sembrava un po’ imbronciato, quelle sue fossette sottili sopra le guance, il naso perfetto, la pelle leggermente abbronzata, i capelli perfettamente in ordine. Annie chiuse li occhi per un attimo li riaprì e cominciò a fissare la sua mano intrecciata a quella di Zayn.
Aveva delle mani grandi, belle, curate. E proprio una di queste stava stringendo la sua, in quel momento. Annie si affrettò a terminare il contatto. – Ehm, ok…- si schiarì la voce, in imbarazzo.
Detto questo tornò al lavoro e lo lasciò li, da solo.
In quello scaffale numero Uno.
Senza sapere che lei non aveva niente a che fare con il numero Uno. Per Zayn lei non era che un numero, ma non era l’Uno, bensì il Cento.
 
Zayn stava tornando a casa. Quella giornata era stata lunghissima, interminabile, ma gli era piaciuta in qualche modo. Non aveva avuto il numero della Cross. Ne tanto meno era riuscito a portarla fuori.
Ma c’era stato un contatto tra di loro. Si…un contatto.
Mentre stringeva la mano di Annie Cross, Zayn si era sentito strano, forse inebriato dalla ventata di profumo fruttato che avevano emanato i suoi capelli, o forse per la morbidezza innaturale della sua pelle, o forse per lo sguardo deciso che la ragazza gli aveva riservato in quel momento, un attimo prima che gli lasciasse la mano.
C’era stato un contatto.
Nessuna ragazza lo aveva guardato mai in quel modo: non era stata dolce, nè tanto meno indifferente o ripugnata dal suo gesto. Ma era stata sorpresa.
Sorpresa dall’effetto delle loro dita intrecciate.
E lui era sorpreso più di lei.
Così sorpreso che quando l’aveva vista allontanarsi, con qualsiasi altra ragazza, l’avrebbe rincorsa e dopo un morso del labbro inferiore, si sarebbe acchiappato il suo numero. Invece era rimasto immobile. Totalmente pietrificato.
Quella ragazza lo stava facendo impazzire. Non faceva che rifiutarlo.
E la cosa a Zayn piaceva, e non poco.
Doveva portarsela a letto ad ogni costo.
Il numero cento sarebbe stato il numero per eccellenza. E Annie era l’eccellenza. A poco a poco Zayn scopriva lati di Annie anche solo guardandola. E quei lati, anche se rudi e scontrosi, li trovava tremendamente attraenti.
Annie Cross era attraente, doveva ammetterlo.
Non solo fisicamente, ma anche come persona. Lo attraeva come le api al miele. E lui aveva bisogno di quel miele. Lo desiderava.
 
Passarono i giorni e Annie trascorreva le sue giornate a scuola al mattino a seguire le sue lezioni noiose, al pomeriggio in biblioteca. Da quando aveva picchiato la testa e aveva avuto quell’incontro ravvicinato con Zayn, la mora non aveva più parlato con il ragazzo. Quando lavoravano ognuno sbrigava le sue faccende. Spesso si ritrovavano a guardarsi di sfuggita tra i corridoi della biblioteca, ma niente di più. Zayn voleva avvicinarsi alla ragazza, ma più voleva, e meno ci riusciva. Annie sembrava quasi lo evitasse.
Si scambiavano qualche battuta durante quelle ore ma non andavano più in là di frasi convenzionali come “Mi passi una penna” “che ora si è fatta?” o “Hai trovato il libro di Tacito che cercavi”.
Zayn era elettrizzato all’idea di passare con quella ragazza le sue ore di lavoro, ma lei non lo degnava di uno sguardo, o comunque cercava di farlo.
Era davvero irraggiungibile. D’altro canto Annie, nonostante la sua mascherata di ragazza ribelle che voleva stare lontano dal bel ragazzo della scuola, si sentiva in qualche modo attratta da lui, e per questo non faceva che evitarlo. La terrorizzava l’idea di passare delle ore fino a sera con lui, la metteva quasi a disagio.
Annie credeva fosse per la sua bellezza, ma scartò l’idea immediatamente, così arrivò alla conclusione che in verità Malik le faceva paura.
Aveva paura che non si sarebbe messo l’anima in pace dopo il suo rifiuto ad uscire e che prima o poi ci avrebbe riprovato.
Sicuramente aspettava il momento buono.
 
Il giorni seguenti Harry passò sempre a prendere Annie sotto casa.
Venerdì suonò il campanello e aspettò che uscisse. Una volta fuori i ragazzi si incamminarono a piedi  verso la scuola parlottando del  più e del meno.
-Hey Harry, che lezione hai stamattina? Ne abbiamo qualcuna insieme?-
-Ho le prime due ore di Ed. Fisica. Uno strazio di primo mattino. - rispose il ragazzo.
- Già.- si limitò ad annuire la mora.
- Senti Annie, mi fa piacere aver riallacciato con te in questa settimana.-  balbettò Harry.
- Harry…- cominciò- Lo sai che il motivo per cui abbiamo distrutto il nostro rapporto non sono io.-
-Sono io- la anticipò- Lo so, e per questo voglio rimediare. Ho capito che passare il tempo con te a ridere e scherzare mi fa sempre piacere. Mi ha sempre fatto piacere. Non so perché mi sono allontanato, anni fa… giuro. Solo ora mi accorgo del tremendo sbaglio che ho commesso. Mi dispiace.-
Harry sembrava sinceramente pentito, la guardava fisso negli occhi e aspettava che lei lo perdonasse così Annie sorrise per incoraggiarlo. Alla fine doveva dargli una seconda chance, mancava molto anche a lei la loro amicizia.
-Evviva! – Harry esultò alla vista del suo sorriso.
-Senti perché non vieni a una festa domani a casa di Louis?
-Non lo so, Harry, non mi sembra una buona idea…-
- Dai Annie ci sarà un sacco di gente. Ci divertiremo, vedrai. Possiamo sempre prendere in giro la gente per come è vestita!- insistette.
Annie ci pensò su qualche minuto – …E va bene. Mi hai convinto.-
Harry era entusiasta, per tutto il tragitto non faceva che raccontarle cosa si faceva a quelle feste. Aveva capito che Annie non era un tipo da feste e che preferiva passare le sue serate da sola in  compagnia di un buon libro o di un film in tivù, così cominciò a dirle quanto si beveva, si ballava e ci si divertiva.
Arrivati a scuola, Annie si catapultò in classe, si sedette su un banco vuoto in terza fila e aspettò che il professore entrasse. Una volta cominciata la lezione, la sua vicina di banco cominciò a picchiettarle il braccio con un dito per poi passarle un bigliettino. Senza farsi vedere dal professor o’Connell Annie lo scartò e lo lesse “ Piccola, vieni anche tu a casa Tomlinson domani?” la prima cosa che pensò fu che Harry era nella sua stessa classe, eppure le aveva detto qualche minuto prima che aveva Ed.Fisica e non Chimica. Diede un rapido sguardo alla classe e una volta voltata incontrò lo sguardo fiero di Zayn che sembrava tuttavia ansioso di una risposta. Alzò gli occhi al cielo prese il bigliettino, lo appallottolò e lo infilò nell’astuccio.
Due minuti dopo la sua compagna di banco le picchiettò ancora la spalla. Una altro bigliettino. Guardò la sua compagna con aria di scusa – Mi dispiace. Quel coglione di Zayn Malik continua a farti da messaggero per i suoi stupidi bigliettini.- Non lo lesse nemmeno e lo stracciò, lanciando un’occhiata di fuoco a Zayn.
La sua compagna aveva una faccia mista tra lo sconvolto e il sorpreso, la guardava con la bocca spalancata – Un momento, Zayn Malik ti sta mandando dei messaggi e tu li stracci? –
Annie la guardò notando i suoi capelli rosso fuoco, i grandi occhi neri delimitati da un pesante eye-liner  e la prima cosa che pensò fu che quella la credeva pazza a non dar retta a un figo come Malik, invece ciò che disse dopo le fece cambiare completamente idea: - No, scusa, non volevo sembrare una di quelle galline idiote che gli sbavano dietro, quanto più…ragazza, io ti stimo. Qua la mano. Io mi chiamo Carly- e le tese la mano. Annie abbozzò un sorriso e gliela strinse.
-Racconta, dai perché Malik ti scrive dei bigliettini? – la incitò.
-Niente di che. Vuole uscire con me. Domani c’è una festa e mi ha chiesto se ci vado pure io.
-Ma fammi capire…tu ci staresti con uno come Zayn?- le domandò.
-Per carità! No! È un tale coglione. E pure un donnaiolo, lo sanno tutti che si è fatto quasi tutta la scuola. Preferisco non essere un’altra tacca sulla sua cintura. – ridacchiò Annie.
-La verità, ragazza-dal-nome-sconosciuto è che nessuno vorrebbe essere una tacca sulla sua cintura ma che in realtà tutti vorrebbero esserlo. –
-Mi chiamo Annie, per la cronaca. – si presentò. Quella ragazza le stava già simpatica, e aveva detto una cosa estremamente vera.
Annie ridacchiò, pensando alla bellezza di quel ragazzo.
Si girò a guardarlo e potè notare come si fosse fatto crescere un velo di barba sul viso, e di quanto potesse essere più attraente in quel modo. Scosse la testa dai suoi pensieri.
Non poteva trovare Zayn Malik un bel ragazzo. O addirittura…attraente. Era totalmente fuori di testa, se pensava tali cose.
Carly aveva notato come Annie stesse scrutando e studiando Zayn in fondo all’aula. – Senti Annie, come ti vesti? Alla festa intendo.- le chiese.
-Pensavo a jeans e converse?- propose la mora.
-Non se ne parla, senti perché non ci vediamo domani pomeriggio e pensiamo a come tu possa essere ancora più carina così tanto da far cadere non solo Malik ma tutti gli altri ragazzi presenti alla festa? –
Annie guardò la sua nuova amica e le annuì. Si sarebbero divertite. Almeno non era sola, prima di quella stupidissima festa. Quanto mai aveva detto a Styles che ci sarebbe andata. Stupida Annie. Che cosa le era saltato in testa? Se Harry gliela aveva descritta come una specie diparadiso terrestre, per Annie sembrava sempre più avere l’identità di un inferno.
 
Un altro pomeriggio in biblioteca a lavorare, nessuna parola tra i due ragazzi. Solita routine.
Annie non vedeva l’ora di tornarsene a casa a dormire. Non appena l’orologio scoccò le sei di sera, Annie non salutò nemmeno Malik che si accingeva a chiederle qualcosa, e sparì fuori dall’edificio constatando che fuori pioveva a dirotto.
Non aveva nemmeno l’ombrello.
Zayn le urlò dietro – Senti, Cross, vuoi un passaggio?-
-Non ci penso nemmeno, grazie- ringhiò cercando di coprirsi con le mani il viso su cui la pioggia picchiettava insistentemente.
Faceva grandi falcate e sentiva Zayn dietro di se.
-Dai Annie, ti bagnerai tutta, lascia che ti porti almeno a casa.- insistette.
Annie rimase stupita da come il ragazzo la chiamò per la prima volta con il suo nome e non con il suo cognome. Ci vedeva un velo di dolcezza in come lo aveva pronunciato.
Cominciò a grandinare, e la ragazza si fermò poi voltò verso Zayn, zuppo anche lui. – E va bene, basta che non mi ucciderai andando a velocità smodata . E che sia la prima e ultima volta, Malik.
Zayn l’accompagnò alla sua macchina, una vecchia Mustang del 92.
-Questa è la tua macchina? Ma è un catorcio!-
- Non offendere la mia macchina o ti ritroverai di nuovo a piedi, piccola.- sorrise Zayn.
Annie sbuffò rumorosamente e salì al posto del passeggero di fianco a Zayn.- …e non chiamarmi piccola, idiota. –
 
Il viaggio cominciava a diventare imbarazzante, nessuno dei due parlava. Zayn guardava la strada e Annie fuori dal finestrino.  Il rumore delle gocce di pioggia sulla carrozzeria premevano sull’abitacolo, enfatizzando il silenzio al suo interno. I tergicristalli non facevano che fischiare sul parabrezza e non c’era nemmeno la musica.
-Scusa ma questa macchina non ha la radio?- provò Annie.
-Se volevi la musica, bastava che me lo chiedessi, Cross.- detto questo schiacciò qualche tasto e partì una canzone dei Journey “Don’t stop believin”.
-Fammi capire,  Malik, la musica datata era compresa nel prezzo del veicolo?- lo punzecchiò.
-Cosa ascolti tu? sentiamo! Sono proprio curioso che cazzo ascolti tu, Cross. E se la smettessi di venirmi contro mi faresti un piacere, altrimenti sarei anche autorizzato ad aprire la portiera e lasciarti in mezzo alla strada.- rispose Zayn, infastidito dal modo in cui la ragazza non faceva che prenderlo per il culo. Nessuna ragazza lo faceva, nessuna.
In realtà gli piaceva che lei lo facesse,  ma gli piaceva rispondere a tono.
Quella ragazza era fenomenale.
-Non sei di molte parole- constatò Annie.
-No infatti, sono uno più di fatti- Zayn sogghignò.
-Che schifo Malik, almeno tienitele per te queste cose. – e fece finta di vomitare fuori dal finestrino.
-Ti piacerebbe eh, Cross?
-Nemmeno tra vent’anni.
-Certo, dicono tutte così, poi a letto con me ci finiscono lo stesso.
-Sei un imbecille, Malik, guarda che non tutte cadono ai tuoi piedi.
-Come lo sai?
-Lo so e basta. Io ad esempio sono una di quelle.
-Vuoi uscire con me?
Annie non credette alle sue parole. Glielo aveva chiesto ancora. A bruciapelo.
-Ma tu hai dei problemi Zayn?-
-Perché scusa? Ti ho solo chiesto di uscire con me. Una volta sola.
-Che cosa del “Non voglio uscire con te” non ti è chiaro?
-Tutto, in effetti. Dammi qualche motivo, cazzo.
Zayn si era fermato davanti a casa Styles, che di fatto era di fianco casa Cross, e si girò verso Annie tenendo una mano sul volante.
-Qualche motivo? Stai scherzando spero. Ne avrei mille di motivi. Sei egocentrico, vanitoso, pieno di sé, puttaniere, donnaiolo…-
- Donnaiolo e puttaniere sono la stessa cosa, Cross.- annotò Zayn ridacchiando.
-…Sei viscido, un playboy, sei volgare bello e cretino.- concluse.
- Un momento…hai detto bello? – Zayn sgranò gli occhi.  Un sorriso enorme si aprì sul suo volto, quasi fosse uscito il sole.
Annie diventò paonazza, aprì la portiera, e disse – Fanculo Malik.- e corse verso casa.


Ciao bellezze!
Ok, sto aggiornando a più non posso, mi crederete pazza. Il fatto è che avevo già scritto questi capitoli e...non potevo starmene con le mani in mano, e non vedevo l'ora di farfeli leggere, così da sapere una vostra opinione!!!
La storia preeeeende forma! E ad essere sincera ADORO il modo in cui cercate di capire le future relazioni. E per questo vi mando una domanda!
CHI PREFERITE TRA HARRY E ZAYN? per ora, insomma....se foste Annie, scegliereste il dolce Harry o Zayn l'arrogante e stronzo?
So già come continuare la storia...maaaa provate ad indovinare!!
:)

RINGRAZIO TANTISSIMO COME SEMPRE CHI RECENSISCE,  LE 45 PERSONE CHE SEGUONO QUESTA STORIA, LE 5 CHE CE L'HANNO TRA LE RICORDATE E LE 33 CHE CE L'HANNO NELLE PREFERITE! :) E GRAZIE PERCHE' IL PRIMO CAPITOLO HA SUPERATO LE 700 VISUALIZZAZIONI, QUINDI VI RINGRAZIO DAVVERO, ANCHE VOI, PICCOLE LETTRICI SILENZIOSE :)
Purtroppo non potrò postare fino a Martedì mattina perchè parto domani e vado a Roma qualche giorno da una mia amica, ma sto scrivendo già i prossimi capitoli.
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
baci
S

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Capitolo 6
*** Festa ***


 
 
Il sabato mattina Annie lo passò a dormire nel suo letto, non osava muoversi. Tutto le sembrava talmente lento, e snervante, anche alzarsi dal letto le provocava un’immensa fatica. Si girò e rigirò nel letto.
Una sensazione strana le attanagliava lo stomaco. Era una sensazione strana e allo stesso tempo preoccupante.
Mai in vita sua aveva sentito questa sensazione.
Era come se avesse un peso sullo stomaco, ma allo stesso tempo era totalmente vuoto.
Era come se non riusciva a respirare, ma alla fine respirava ancora.
La pancia si era stretta tanto da non avere più fame, ma quando si alzò dal letto e si diresse al piano inferiore in cucina, svuotò il frigo.
Era nervosa.
Ma per cosa poi? Forse a causa di quella stupidissima festa? E perché mai? Doveva forse vedere qualcuno di importante? Annie non lo sapeva, o forse in realtà lo sapeva benissimo, che per quanto cercasse di nasconderlo a se stessa, cercasse di camuffare l’emozione che provava il suo cuore ogni volta che lo vedeva, alla fine doveva ammetterlo.
Prima di tutto lo doveva ammettere a se stessa.
Ma proprio non le riusciva. Era difficile solo immaginare una cosa del genere, figuriamoci provarla sulla propria pelle.
Ma di fatto, nessuno sceglie niente. E lei non lo aveva scelto.
Eppure non si sa per quale caso strano e fortuitoma Zayn Malik le piaceva.
 
Carly suonò il campanello di casa di Annie dopo pranzo, verso le tre del pomeriggio.
-Ciao Annie!- la salutò raggiante la rossa.
-Carly, dai entra, fai come se fossi a casa tua –
- ma santo cielo, Annie, hai un aspetto terribile!- le sbraitò Carly in faccia, in modo del tutto sincero.
In effetti la mora andava in giro in tuta dalle undici di quella mattina, non si era nemmeno lavata. Aveva passato tutto il tempo, dopo essersi svegliata, a cercare di capire il motivo del suo nervosismo. C’era qualcosa nell’aria quella mattina che era estremamente pesante, e Annie non capiva proprio cosa fosse.  Dopo aver pasticciato a colazione, si era lanciata sul divano come un sacco di patate a pancia in già buttandosi a faccia in giù in un cuscino e in quella posizione ci era rimasta per vari minuti, finchè non si era girata e aveva preso a fissare ogni piccolo frammento del muro bianco sopra di lei. Cercava una qualsiasi crepa, una macchia.
Come nel suo cuore. Cercava un difetto, un qualcosa.
Eppure tutto quello che riusciva a risultare era la totale perfezione, sia del muro, che del suo animo.
Era nervosa, sì. Ma non perché doveva fare un esame difficile, o prendere la patente, o qualcosa del genere. Era un’ansia diversa. Molto più sottile.
Era un’ansia non come quelle angosce che portano a dolore, la sua era ansia da felicità.
Ed era arrivata  a questa conclusione proprio qualche minuto prima che Carly si presentò alla porta di casa.
-Carly, non va per niente bene. Credo di avere un grosso grosso problema.- incominciò- mangiandosi le unghie.
-Dimmi tutto- disse Carly, incamminandosi verso il salotto e prendendo posto su un divano.
-C’è qualcosa che non va. Non mi sono mai sentita così ma….sono nervosa per questa sera.- concluse in un filo di voce la mora.
Carly rimase a guardarla, poi fece una smorfia di comprensione –Annie, in che senso spiegati meglio.-
-Non lo so…sono solo un po’ agitata. Forse perché alle feste non ci vado mai, forse perché sarà pieno di gente che non vede l’ora di vedere come sono vestita per giudicarmi… Eppure ho come il presentimento che succederà qualcosa. Niente di buono, credimi.- continuò- Ho come un sesto senso, capisci? E io ci azzecco sempre.- continuando a torturarsi l’unghia dell’indice.
-Annie, fammi capire. Tu senti qualcosa, un sesto senso o una roba del genere, per cui stasera succederà qualcosa di brutto…- venne interrotta da Annie – No! Non proprio di brutto! Ma nemmeno di buono. Ma lascia stare, tranquilla. Anzi, ho capito. Sai cos’è? E’ perché io non sono un tipo da feste, perchè in realtà non è che non mi piacciono, ho sempre desiderato andarci, nessuno mai mi invitava, per via del mio caratteraccio, ma la gente non sa che in realtà mi fanno impazzire, e che sono una ragazza molto romantica. – Venne fermata da un abbraccio improvviso della sua amica rossa di capelli.
-Annie, tesoro, non preoccuparti, non pensare a tutte queste complicazioni, e goditi la serata. Vedrai che andrà tutto bene. Magari ci saranno delle svolte nella sua vita, questa sera, magari no. Ma sarà comunque una serata diciamo con il botto. Non farti tutte queste paranoie e pensa a divertirti! – detto questo la prese per mano e la portò in camera dove cominciò a farle provare mille vestiti che tirò fuori dalla sua borsa gigante che aveva portato con sé da casa. Poi passò ai capelli e al trucco e rimase folgorata dalla bellezza che Annie avrebbe emanato quella sera.
Aveva aiutato una amica, e ne era davvero felice.
A casa Tomlinson i bicchieri piedi di quello che non era analcolico giravano come caramelle di mano in mano agli invitati. C’erano almeno duecento persone, e ci stavano comodamente, dato che quella di Louis era una villa. Liam girava per i corridoi con Niall dietro di lui, entrambi portavano un bicchiere di carta rossa contenente cocktail fortissimi in mano.
A Liam girava leggermente la testa ma si stava divertendo. Mancava solo una ragazza con cui spassarsela e poi era al capolinea. Di fatto lui era il più indietro  tra i ragazzi nella lista delle ragazze, era più o meno a una quarantina. E nonostante era comunque un buon numero, non poteva che pensare che era tremendamente indietro. Il fatto è che il caro Liam era troppo buono. E più che cercare la prossima della lista, lui sperava sempre che quella prossima fosse la ragazza con cui poter costruire un futuro.
Ma ci sperava sempre troppo, e finiva sempre con il portarsi a letto un’altra troietta senza scrupoli che lui mollava la mattina dopo nel suo letto.
Quello che voleva era risvegliarsi vicino a una ragazza e non avere la voglia di alzarsi e scappare, ma rimanere ad accarezzarle la testa e darle piccole baci. 
-Payne, ne hai trovata una o no? Mi fai solo perdere tempo! – sbraitò Niall al suo orecchio, sovrastando la musica troppo alta.
-Dammi tregua, irlandese. Sto cercando quella giusta per me. – rispose urlando.
-Che vuoi dire? Che cazzo vuol dire quella giusta? Liam? Rispondimi. – Niall strabuzzò gli occhi e continuò a seguirlo, alitandogli sul collo.
- Piantala, Niall, sai cosa intendevo. Quella giusta per me stasera.-
Horan parve rilassarsi ma disse comunque – Tu non me la racconti giusta Liam Payne. Ora te ne trovo una io. Guarda quella. – indicò una ragazza praticamente svestita che ballava di spalle su un tavolo con una quindicina di ragazzi attorno .
-Niall, è praticamente nuda. – puntualizzò il ragazzo.
-Appunto.- sorrise il biondo.
-Sei un maiale, Horan- Liam era disgustato, ne aveva abbastanza.
Lo lasciò lì e si diresse verso la mischia, cercando non so cosa. Non fece a tempo a guardare dove metteva i piedi per non schiacciarne alcuni che andò a sbattere contro qualcuno e rovesciò tutto il contenuto del bicchiere sull’abito di una ragazza.
-Scusa, scusa tanto- e cercò invano di rimediare, imbarazzato.
-e giù le mani! Coglione. – le disse quella.
Liam si fermò e notò che era la ragazza che un attimo prima ballava sul tavolo. Non aveva notato prima che la sua bellezza era impareggiabile. Aveva due occhi marroni profondi, capelli castani ramati e un corpo magnifico. Era stupenda.
-scusa, davvero.- riprovò balbettando.
-Senti, rincoglionito, smettila di chiedermi scusa. Non ti conosco nemmeno e già mi stai addosso.- detto questo si allontanò su tacchi vertiginosi con passo sicuro e agile, probabilmente in bagno a darsi una ripulita.
Liam rimase immobile, tra la gente, solo come un cane, a guardare quella figura misteriosa e incredibilmente sensuale allontanarsi da lui.
 
-Harry, hai visto la Cross? – Zayn era agitato.  Non vedeva la ragazza arrivare, e si stava agitando.
- No, non ancora, ma sarà qui a momenti, le ho detto nove e mezza.- brontolò il riccio facendo girare il contenuto del suo bicchiere con un dito, per poi leccarselo e confermarne la bontà.
Entrambi erano alla fine del corridoio che partiva dalla porta di casa e portava alla sala immensa dove si ballava.
-Zayn piantala, di essere così maledettamente agitato. Mi dai sui nervi. Fattene una, nel frattempo, no? Che cosa aspetti Annie?-
-Si certo e la scommessa? Come la mettiamo col fatto che la numero cento è proprio Annie Cross e nessun’altra? Devo avere lei, Harry, non le altre. Lei.- chiarificò Zayn, gli occhi infuocati.
-E’ mia amica, Zayn. Non farle del male.-
-Di cosa parli? – Zayn era confuso.
- Dico solo che non la devi fare soffrire. È debole, estremamente sottile. La sua corazza di metallo potrebbe sgretolarsi per un nonnulla, da un momento all’altro. E vorrei che non si spezzasse, se permetti. Trattala bene, con rispetto. Già questa scommessa è una gran cazzata. E odio Louis per aver tirato in ballo Annie.- Harry scelse accuratamente la parole ma Zayn non voleva dargli ascolto.
- Fatti una scopata, Styles.- glielo sputò praticamente in faccia.
A Harry fece male, stava per prenderlo per il colletto e dargli un cazzotto sul naso, quando sentì una risata familiare.
Annie era sulla porta, Louis la stava facendo entrare.
Ma era bellissima. Semplicemente bellissima.
Non aveva a che fare con la sensualità o con il desiderio. Era solo bellissima, nient’altro.
Non c’entrava niente con le altre ragazze della sala che indossavano vestiti inguinali e scarpe col tacco. Annie aveva abbandonato i jeans e le felpone e poteva mostrare chiaramente un corpo da urlo fasciato in un vestitino bianco di pizzo, con una cinturina marrone stretta in vita, sotto portava le converse, le sue amate scarpe usurate.
A Harry si afflosciò il cuore.  Cominciò a sorriderle come un’ebete e si incamminò verso di lei, lo stomaco in subbuglio. Lei sorrideva.
Era stupenda.
-Annie, sei splendida. –
- Piantala Styles o me ne ritorno a casa subito.- arrossì.
Harry potè notare con piacere che non aveva comunque perso le sue abitudini da gentildonna e gli scappò una risatina.
Non poteva staccarle gli occhi di dosso. Era una calamita. Tutti i ragazzi cominciarono a fissarla, passavano di li e chiedevano a Harry di presentargliela e lui non rispondeva a nessuno finchè non sentì che Annie di fianco a lui si era bloccata e si era girata. A due passi da lei c’era Zayn che le aveva preso una mano e gliela stringeva.
-Annie, vieni, ti faccio fare un giro.- disse il moro.
-preferisco stare con Harry, se permetti, Malik. – disse lei non troppo convinta.
-Vedrai che non te la pentirai- ammiccò Zayn, mordendosi un labbro e facendole gli occhi dolci, detto questo trascinò Annie verso la pista da ballo.
Harry era immobile, incazzato nero. Come non mai.
Non era riuscito a spiaccicare parola, ma era geloso, geloso marcio.
Zayn voleva solo usarla, come poteva? Doveva dirlo ad Annie prima che fosse troppo tardi. No, un momento, e perché? Non era il caso.
Ma in fondo, Annie era la sua amica.
Era la sua amica, non di Zayn, nè di nessun’altro.
Era sua.
Da sempre. Da quando erano piccoli e lui si prendeva cura di lei. 
E la doveva proteggere, anche dal suo migliore amico. Che quella sera veva sicuramente bevuto non poco, e che aveva piani di sicuro non tanto romantici per la serata.
Lo vide da lontano prendere i fianchi di Annie con le mani e avvicinare piano il suo bacino al suo corpo. Annie era impacciata, non sapeva cosa fare, lo vedeva Harry. Ma Harry era impiantato nel terreno, non si muoveva. Cercava la cosa giusta da fare.
Cercava il motivo per cui doveva o non doveva fare qualcosa. Non poteva lasciare che Zayn la usasse, come un giocattolo.
Non poteva lasciare che se la portasse a letto. Non quella sera. Non Annie. Non in questo modo tremendo. Dopo tutto quello che aveva passato, non gli sembrava giusto.
Annie no sapeva della scommessa, e no, non glielo avrebbe detto, ma voleva che almeno lui le stesse lontano. Nonostante in quel momento lei stesse sorridendo come una cretina, non poteva permetterlo.
Ogni ragazza che usciva con Zayn, prima o poi ci cascava, anche la più ingenua, e anche la più tosta, in questo caso Annie.
Non gli interessava che lei sembrasse felice in quel momento. Doveva smetterla di tenerla per i fianchi. Quei fianchi morbidi.
Non poteva, non doveva.
Annie non era roba di Zayn, non era un pupazzo, nè un'altra di quelle puttanelle della lista.
Lei era Annie, la meraviglia delle meraviglie. La ragazza più bella che Harry avesse mai conosciuto. E il riccio se ne accorse solo in quel momento, solo quella sera.
Quando Zayn cominciò a sussurrare cose all’orecchio di Annie, tremendamente vicino al suo collo, Harry non ci vide più.
E a passi veloci cominciò a farsi largo tra la folla, raggiungendo la coppia, per poter spostare una volta per tutte le mani vogliose del moro dal corpo angelico dell’amica.
 


Ciao a tutte bellezze! eccomi qui! speriamo che vi piacci questo capitolo!
Dunque dunque.... prima di tutto i ringraziamenti.
RINGRAZIO TANTISSIMO:
56 le persone che hanno recensito questa storia. Vi adoro. Significate tanto per me. 
39 le persone che hanno messo questa storia tra le preferita. Siete la mia gioia, ve lo dico.
7 le persone che hanno messo la storia tra le ricordate. No, dico, rendiamoci conto! ora piango dalla felicità. :')
54 le persone che seguono questa storia. Siete tantissime. Davvero, non so cosa dire. Siete meravigliose. Giuro. Spero di non deludervi mai.


Tornaaaaando alla storia, cosa ne pensate? non è un capitolo molto lungo, scusate, ma ho dovuto tagliare la festa in due parti, per lasciarvi con un po' di suspance. Sono cattiva, lo so AHAHAHAHAHAHAH chiedo umilmente perdono.
Vi voglio bene.
Per chi vuole seguirmi su Twitter sono du due account, uno è più personale ma mi fa piacere se mi seguite ed è @mardegansofia (premetto che ricambio sempre tutti)
e il secondo è IL CULO DI LOUIS (@culoperfetto) ovvero il culetto meraviglioso di Tomlinson. Non prendetemi per pazza, ma l'ho fatto per una specie di scommessa.
ahahahahahah vabbè detto ciò VI SALUTO.
Bye bye xx

S


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Vetri ***


Annie Cross era di sicuro la ragazza più bella della festa. Era la ragazza più bella dell’intera sala. Era la ragazza più bella del liceo, concluse tra se’ il ragazzo.
Era la più bella ragazza che aveva mai visto in vita sua.
E lo aveva capito solo quella sera. Solo in quel momento, quando l’aveva vista passare dalla porta di casa Tomlinson con il sorriso stampato sulle labbra.
Era stupenda. No, di più. Lei era meravigliosa.  L’aveva sempre trovata estremamente bella, nonostante non avesse mai deciso di provarci con lei e dedicarsi ad un altro tipo di ragazze. Lui cercava le ragazze sensuali, desiderose e vogliose come lo era lui, pronte a soddisfare i suoi desideri.
Eppure, Annie aveva rappresentato un ostacolo improvviso. In senso buono e cattivo.
In senso buono, perchéaveva sconvolto in pochi giorni la sua indole, il suo mondo. In senso cattivo perché…questo non era da lui. Non perdeva così la testa per una ragazza da…mai. Non lo aveva mai fatto. Eppure da qualche giorno, che aveva allacciato i rapporti con lei, si sentiva più vicino a lei che ad ogni ragazza dell’intero istituto.
La sua bellezza quella sera lo aveva intrappolato. Era come gli avesse teso una trappola quella sera o gli avesse fatto un incantesimo, perché di fatto Zayn non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
 E non poteva lasciarserla sfuggire, non quella sera.
Non era per la scommessa. In quel momento la luminosità del sorriso di Annie che sorrideva nel corridoio aveva matematicamente confuso tutto, aveva gettato un velo anche sulla scommessa. Aveva chiuso tutti i ponti dell’intelligenza di Zayn che vedendola parlare con Harry non poteva che pensare che quella sera l’avrebbe fatta sua.
Fanculo la scommessa.
Chissene frega.
Voleva lei. Ora, subito, adesso. Voleva toccarla.
-Annie, vieni, ti faccio fare un giro.- le disse., sfiorandole una braccio, per poi prenderle la mano, delicatamente.
-preferisco stare con Harry, se permetti, Malik. – gli rispose. Un velo di tristezza calò sugli occhi di Zayn. Harry? Perché preferiva Harry?
-Vedrai che non te ne pentirai- le disse, in un sussurro.
Lei si lasciò guidare.
Zayn aveva una mano sulla sua, così calda e morbida. Quella di Zayn invece era ghiacciata. Come il suo cuore, in quel momento congelato dalla glacialità dello sguardo della ragazza a due passi da lui. Voleva sfiorarla, voleva ballare con lei. Voleva toccarla dove nessuno aveva mai osato farlo.
Non era più per la scommessa. Non era per la sfida. Anche se Annie era una continua sfida. Lo sfidava sempre, con le sue parole fredde e la sua parlantina stancante.
No, non era una sfida. Era una gara,sì. Ma era una gara tra cuore e cervello. Tra razionalità e follia.
Cosa fare? Zayn cominciò a ballare con lei, prendendole i fianchi. Sentiva il suo corpo morbido sotto le sue dita e cominciò a stringerlo, non maliziosamente ma…quasi che non scappasse da un momento all’altro.
La voleva tenere stretta. Nessun’altro doveva toccarla senza il suo permesso.
Sentì il profumo fruttato della sua pelle quando lei si avvicinò al suo corpo, e come una droga lui non resistette, si avvicinò al suo orecchio dolcemente e le sussurrò due parole, semplici, ma chiarissime.
 
Sei mia.
 
Annie non credette di aver sentito bene. Lo guardò sconvolta e stralunò gli occhi.
Non poteva averlo detto davvero. Lui, Zayn Malik aveva detto che lei era sua.
A che gioco giocava?
Annie dovette ammettere che Zayn ci sapeva davvero fare con le ragazze. Per questo aveva la fama del donnaiolo: girava le donne come voleva lui sussurrando alle loro orecchie paroline dolci. Ma lei non ci sarebbe cascata.
No, Annie era diversa. E anche se doveva ammettere a se stessa che a lei Zayn piaceva, e piaceva eccome, non poteva farsi abbindolare così, e decise in due secondi.
Decise di prendergli le mani dai suoi fianchi e spostarle, per poi andare via.
Via.
 Senza una sola parola, lasciandolo basito e confuso.
 
-Harry! Eccoti…senti vorrei andare a bere un bicchiere di qualcos…Santo cielo! Ma cosa ti è successo? Sei rosso e ti tremano le mani! Cosa hai bevuto?- esclamò la ragazza alla vista dei pugni chiusi del riccio.
Ad Harry erano venute le nocche bianche dalla rabbia. Fortunatamente Annie si era spostata da Zayn in tempo. Lo aveva rifiutato, ma Harry ancora non si levava l’idea tremenda di loro due insieme. Era una cosa da pazzi e che gli faceva venire da vomitare. Doveva prendere aria, e subito.
-Annie, mi accompagni un momento fuori, ti prego, devo prendere aria, credo….credo di aver bevuto qualcosa di troppo corretto, ecco tutto.- borbottò conducendola al piano di sopra.
-Harry, mi dici che ti prende? Sei strano- disse stizzita la ragazza mentre saliva le scale dietro di lui. Quella casa era davvero enorme, diversi quadri che raffiguravano Louis e la sua famiglia erano appesi alle pareti bianche e un sottile strato di moquette bianca copriva la scalinata.
 
-Harry? Mi vuoi rispondere?- Il riccio non ne voleva sapere, continuava a salire le scale, finchè non passò una camera, probabilmente quella di Louis, e la condusse in un balcone areato e spazioso. qualla sera il vento tirava come non mai e Annie si maledisse per essersi dimenticata un golf da mettere sopra il vestito in caso di pioggia. Il ragazzo riccioluto si appoggiò alla ringhiera, facendo sbollire la rabbia, prendendo grandi respiri.
 
-Scusa, Annie. Stasera non sono molto in me- sussurrò voltandosi verso di lei, e la scoprì a fissarlo e scrutarlo come in cerca di non so quale malattia.
-Harry… - cominciò lei ma venne subito interrotta dal riccio – No, lasciami finire. Vedi mi ha…dato fastidio come prima ti toccava Zayn. N-non lo dovrebbe fare, di toccarti intendo- sputò
- Harry, tranquillizzati. Mi toccava perché stavamo ballando.
-E ti sussurrava cose all’orecchio. –
-Mi ha fatto un complimento- mentì la ragazza, che motivo aveva di dirgli cosa gli aveva detto Malik? Voleva tenerselo per se. Era piuttosto personale. E privato. E poi non capiva cos’era tutta quella scenata, non ne capiva il senso. Qualcosa non andava.
- E come ti guardava? Mi dici come cazzo ti guardava?- Harry alzò la voce, avvicinandosi verso di lei.
-Piantala! Mi guardava proprio come mi guardi tu! – urlò la ragazza, in preda al panico.
- APPUNTO! – gridò il ragazzo.
Annie rimase immobile, certa al cento per cento di non aver capito bene l'amico. Non capiva, o forse sì. Come la guardava lui, in che senso? Come amica, no? Era sempre stato così, ne era certa. O almeno ne aveva avuto sempre la certezza fino ad…ora.
-Non capisco…- disse Annie con un filo di voce, rimanendo immobile.
Harry la guardò. Era così bella, così fragile. Non capiva perché gli aveva urlato contro. Non lo sapeva.
Eppure se un attimo prima si era arrabbiato con lei era perché in realtà era arrabbiato con se stesso. 
Era arrabbiato con se stesso perché gli piaceva Annie, la sua amica.
 
Annie non ci pensò due volte, girò i tacchi e cominciò ad avviarsi verso la finestra, pronta a rientrare, confusa più che mai. Poi fu un momento.
Un attimo. Un lampo di luce.
Una lampadina che si accende. Un fulmine in piena notte. Un vortice d’aria.
Non capì come, ma la mano del suo amico le prese il braccio e strattonandola con forza la fece girare verso di lui fino a toccare il proprio corpo con il suo, le prese il viso tra le mani e posò velocemente le sue labbra sulla bocca rosea della ragazza.
La baciò. E fu un bacio triste, un bacio arrabbiato, confuso, rapido ma efficace. Un bacio non volgare né passionale ma diretto.  Un bacio.
 Premette le sue labbra con incredibile forza ma con estrema gentilezza su quelle di Annie.
 Lei rimase con gli occhi sbarrati, non sapendo come comportarsi, presa alla sprovvista. Poi li socchiuse quando Harry finalmente si staccò, e sempre con il suo viso tra le mani poggiò la fronte su quella di lei e disse – Annie…- provò ma fu interrotto dl rumore secco di una bottiglia che si spaccava.
Mille vetri in frantumi, un liquido trasparente che cadde sulla moquette bianca della camera di Louis.
In piedi vicino alla finestra, seguito da Liam che guardava la scena con occhi sbarrati, c’era Zayn con due bicchieri vuoti in una mano, una bottiglia di vino lasciata cadere per terra dalla sorpresa, e un cuore in mille pezzi come i vetri che giacevano per terra.
 
 
 
 
Ciao a tutte! Anche questo è finito. Mi piace molto questo capitolo. Da un po’ di pepe alla storia secondo me. E si capiscono moooolte cose. Ma ci saranno ancora molte sorprese, a partire dal prossimo capitolo! Ahahah vi lascio sempre sulle spine, mi dispiace! Sono proprio cattiva, lo so, mi sento come la pubblicità della Breil ogni volta che sto vedendo un film su Italia Uno.
Ok ora la smetto di dire cazzate, ma compatitemi, è mezzanotte di sera, e devo davvero andare a dormire. Ahahahahah
Ok coooomunque siete meravigliose! Non so mai come ringraziarvi.
 
Quindi ringrazio tantissimo:
73 le vostre splendide recensioni.
42 le persone MERAVIGLIOSE che hanno messo questa storia tra le preferite.
10 quelle angeliche ragazze che l’hanno messa tra le ricordate.
68  quelle bellezze che la seguono. Siete tantissimeeee!
 
 
Ah! E ringrazio quella meraviglia di Annie_1DSaveMe  che mi ha messo tra gli autori preferiti! Sei stupenda! JUn bacione a tutte
 Al prossimo capitolo!
J

S

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Capitolo 8
*** Tentazioni ***


 
La mattina successiva Annie si svegliò di buon ora. Non riusciva a stare a letto, la camera le sembrava un forno crematorio, l’aria era estremamente pesante per essere una mattina di Ottobre. Si alzò dal letto con gli occhi spalancati e aprì la finestra lasciandosi investire da una folata di aria calda che profumava di fiori.
Aveva la nausea, aveva dormito malissimo, si era addormentata alle quattro del mattino nonostante fosse tornata a casa appena dopo il piccolo “incidente”.
Perché lei ne era sicura, era stato un incidente. Uno stupido e imbecille incidente. Una trappola tesa da Harry in persona, il suo amico.
Si avviò in bagno, si lavò e si vestì in fretta, prese una fetta di pane tostato e infilandosela in bocca uscì di casa. Direzione: Casa Styles.
 
Suonò il campanello. Nessuna risposta. Lo risuonò. Harry doveva essere a casa per forza, era molto presto e non gliene fregava niente di svegliare i genitori di Harry. Doveva parlare con quel cretino. Subito.
 
La madre di Harry venne ad aprire e rimase sorpresa di quela visita: “Annie, tesoro, sono secoli che non ti vedo, come stai? – la saluutò affettuosamente.
-Abbastanza bene, grazie. – le rispose cortesemente, una piccolo senso di colpa si impadronì della ragazza alla vista della madre del suo amico che si stava velocemente chiudendo una vestaglia fiorita sopra una camicia da notte estiva.
-Harry è in casa? – domandò.
-E’ in camera sua, entra pure- facendola entrare gentilmente. Era sempre stata una donna dai modi sinceri e gentili, e la ragazza aveva sempre notato la straordinaria somiglianza del sorriso della donna con quello del figlio diciottenne.
Salì le scale in direzione della camera del ragazzo, e senza tanti complimenti aprì la porta con forza – Styles, alzati. Dobbiamo parlare. – lo guardò: Harry era sotto un lenzuolo bianco, immobile, i capelli ricci gli ricadevano sulla fronte.
-Avanti, muovi quel bel culo che ti ritrovi e alzati, scansafatiche- gli disse. Harry in tutta risposta mugugnò qualcosa e non si mosse di un solo millimetro.
-Per Dio! Harry, muoviti! – la ragazza prese il lenzuolo e lo tirò con tutta forza, scoprendo il ragazzo che finalmente aprì gli occhi e si svegliò, gettando uno sguardo infastidito verso la ragazza che batteva un piede per terra con ritmo.
- Ann-ie- borbottò  alzandosi dal letto quando si rese conto di avere quella ragazza di fronte a lui.
- è un piacere vederti- sorrise mettendosi davanti a lei, sovrastandola con la sua imponente altezza. La vide arrossire e ridacchiò.
La ragazza notò solo in quel momento che il ricciolo indossava solamente un paio di boxer maschili. Boxer azzurri e nient’altro.
Annie perse involontariamente un po’ di quel coraggio che l’aveva spinta ad arrivare in quella casa e affrontare la situazione, ma di fatto i pettorali di Harry sembravano parlare da soli.
 
-D-dunque…ecco, noi due dobbiamo parlare. Di ieri sera e di quello che è s-successo.- balbettò senza allontanare gli occhi un secondo dagli addominali scolpiti che stavano di fronte a lei.
-Perché? Cosa è successo? – domandò lui con la voce roca. Era terribilmente sexy la sua voce al mattino. Doveva riprendere il controllo in fretta.
-Come cosa è successo? Mi hai baciata, Styles.- quasi urlò.
-Ah, ecco, mi pareva di averlo fatto. Eppure pensavo fosse stato solo un sogno.- Non aiutava di certo che dicesse quelle cose.
-Styles, non mi aiuti. Sono venuta qui per dirti che…- Harry si avvicinò a lei impercettibilmente – non mi è sembrata una grande idea – Harry fece un altro passo, lei intanto ne fece uno indietro – anzi, a d-dire la verità…è..è stata una cretinata e…-Harry continuava ad avanzare verso di lei deciso, con un sorrisetto dipinto sulle labbra – non deve più capitare. – concluse.
Il ragazzo chiuse la porta con una manata e Annie si sentì in trappola quando sentì il duro muro dietro la sua schiena. Harry la voleva fare impazzire quella mattina, di questo ne era certa.
-Mi stai dicendo che non vuoi che lo rifaccia? – le sussurrò lui poggiando la sua fronte a quella della ragazza e continuando a fissarle prima gli occhi e poi le labbra.-
-E-ecco, io…- Harry prese a baciarle dietro un orecchio, poggiando le mani dietro la ragazza, sul muro, bloccandola da ogni scappatoia.
Annie doveva scappare. Harry era pericoloso in quel momento e lei sentiva di aver perso le redini della situazione. Credette di aver perso il coraggio per strada, in quel tratto che andava dal letto al muro, doveva essere lì da qualche parte per forza. Le gambe le cedettero improvvisamente quando il ragazzo prese a lasciarle una lunga scia di baci dal collo alla guancia. Non poteva lasciarglielo fare, Harry non le piaceva. Era suo amico. Nient’altro. Che diamine, doveva andare via da lì!
-Harry…- sussurrò. Lui continuava a baciarla, stava arrivando alla bocca e lei non lo voleva, o almeno credeva di non volerlo. No, non lo voleva affatto.
-Harry!- alzò la voce e il ragazzo si fermò giusto in tempo per vedere la ragazza dei suoi sogni scappare dalle sue braccia, aprire la porta velocemente, uscire e senza degnarlo di uno sguardo sbatterla con un colpo secco.
-Merda…- imprecò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli.
Che cazzo aveva fatto? L’aveva fatta scappare di nuovo, proprio come la sera prima.  Alla festa si era buttato, non si era propriamente dichiarato ma le labbra di Annie erano così invitanti, aspettavano solo di essere baciate e lui era stato tremendamente tentato di non farlo, ma alla fine aveva ceduto. E l’aveva baciata. Peccato che Zayn fosse stato presente alla scena, e Harry giurò di aver visto un’espressione confusa sul viso di Annie appena dopo il suo bacio, ma poi la sua espressione mutò in rammarico e panico appena aveva notato il moro sulla finestra che aveva fatto cadere il vino per terra alla vista del bacio che le aveva dato.
Annie era scappata la sera prima. Ed era scappata anche adesso.
Era stato un cretino, perché provarci di nuovo la mattina dopo? Non aveva senso. Doveva chiederle scusa.
Harry si infilò una maglietta bianca e si avviò in cucina pensando a un piano. Si sarebbe scusato con lei per il suo comportamento, poi sperando in un suo perdono ci avrebbe riprovato con lei.
Era pazzo di lei e anche se non lo aveva detto mai a nessuno, era matto di lei da anni. L’unico ad esserne al corrente era Liam, cui aveva raccontato tutto anni prima. Si era allontanato da lei perché aveva trovato una nuova compagnia, i suoi quattro amici, e si era staccato da lei anche per poterla dimenticare. Aveva passato anni d’inferno cercando soddifazioni carnali e sentimentali in altre ragazze. E quando era arrivato il momento di mettere la sfida della lista al primo pensiero, lui aveva acettato di buon grado, convinto che il suo sentimento per l’amica dagli occhi azzurri si sarebbe placato.
Un fatidico errore. Perché se all’inizio si sentiva bene, rigenerato da compagnie femminili diverse ad ogni festa, ad ogni ora a scuola e ad ogni sera, credeva di aver dimenticato Annie. Credeva, appunto.
Ed era stato così ingenuo da spronare Zayn ad usare Annie come sua centesiva vittima. Era stato un idiota totale. L’aveva fatto per mascherare a se stesso e agli altri tre amici, il fatto che a lui Annie piaceva parecchio, e che non l’aveva mai dimenticata.
Ne aveva avuto prova sufficiente quando aveva riallacciato in quella settimana i rapporti con lei.
E la sera precedente, non ci aveva più visto. E dopo averla vista ballare con Zayn l’aveva baciata con forza. Contro il suo volere.
Era un perfetto imbecille.
 
 
Carly  camminava frettolosamente per i corridoi della scuola cercando la sua nuova amica.
Il giorno prima l’aveva telefonata sei volte e mai ad una aveva ricevuto risposta. Si era preoccupata, probabilmente alla festa era capitato qualcosa e sapeva che Annie non era abituata a parlarne con nessuno delle suoi problemi, quindi sapeva che la cosa migliore da fare fosse andarla a cercare e tirarle fuori le parole di bocca.
In lontananza, davanti ad un armadietto , scorse Niall, l’amico biondo della combriccola di idioti.  Gli si avvicinò – Scusa, Horan- si chiarì la voce- hai visto Styles? - Se trovava Styles, trovava anche Annie, ne era convinta. – Che hai detto? – domandò il biondo con la testa ancora infilata nell’armadietto. Carly notò sorpresa che il suo interno era totalmente tappezzato di verde. Bah, strano tipo.
-Dico…Hai visto Harry Styles? – ripetè.
-E perché lo cerchi? – le chiese lui, girandosi finalmente a guardarla, e ne rimase colpito all’istante. La ragazza era particolare, bella a modo suo. Cominciò a fissarla come un pesce lesso, attirato come una calamita dal modo inusuale in cui si aggiustava i capelli dietro l’orecchio. La scannerizzò in un istante e si era concentrato talmente tanto a squadrarla che non capì cosa la ragazza le aveva chiesto.
- … ah-  disse lui. Vaneggiava, non sapeva cosa fare ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era molto diversa dalle ragazze con cui era uscito di solito, che erano estremamente belle e sensuali. Lei, con i capelli rossi e le labbra sottili, non si avvicinava nemmeno lontanamente a una di loro. Ma l’irlandese biondo ne rimase folgorato.
-No, dico mi hai sentito? – lei alzò un sopracciglio. Si chiedeva se il biondo avesse qualche difficoltà di comprensione oppure fosse semplicemente stupido.
-Si…cioè… ecco – Niall diventò rosso.
-Già…- lei serrò le labbra e si guardò in giro arrivando alla conclusione che il ragazzo davanti a lei aveva di sicuro una malattia mentale – Ci si vede, eh! -  lo salutò e sparì nella folla di studenti. Niall la rincorse immediatamente, chiudendo l’armadietto con un colpo-  Hey. Hey! HEY! Aspetta! – le urlò dietro, la raggiunse e la prese per un braccio. – scusa, mi presento sono Niall. – disse sorridendo.
-Lo so chi sei – rispose fredda.
- Come ti chiami? – chiese curioso.
-Non te lo dico.- borbottò lei come una bambina di sei anni, continuando a camminare con il biondo che le trotterellava al fianco.
- Devo sapere come ti chiami, ti prego. – piagnucolò lui, divertito.
-E perché mai scusa? – chiese lei.
- Si da il caso che voglchrtidiuscrcnme. – disse velocemente.
- Che? Non ho capito niente! – Carly si fermò, sorridendo dalla scena imbarazzante che stava facendo Horan davanti a lei.
-Voglio chiederti di uscire con me. – ripetè lui scandendo le parole.
Carly si bloccò. Lo guardò intensamente, così intensamente che il sorriso di Horan parve scomparire lentamente e venne rimpiazzato da una sensazione di puro disagio. Si guardarono negli occhi per qualche secondo infine lei si avvicinò a lui così tanto che lui pensava lo stesse per baciare da un momento all’altro. Poi ad un paio di centimetri disse un secco – No. – e si dileguò lasciando il biondo sconsolato ma con un sorrisetto divertito stampato sulla faccia.
 


Ciao! Ecco scusate se aggiorno solo oggi ma sono in montagna in Val D'Aosta e trovare internet qui è come...boh non lo so... ma in pratica sono in una biblioteca con un wifi che funziona come vuole lui e soprattutto quando vuole lui...ma sono contenta! Ci tengo un sacco a non lasciarvi...e ci tengo troppo a sapere sempre cosa ne pensate.
Vabbè, spero che vi piaccia come si sta evolvendo la trama. 
Ringrazio tantissimo tutte voi, in generale!Grazie davvero. Credo di aver terminato i modi possibili per ringraziarvi nelle recensioni, anche perchè siete tantissime, e cerco di rispondere ad ognuna di voi. E ci tengo a rispondere in modo diverso ad ognuna. Perchè ve lo meritate. Siete stupende.

Detto ciò, non vorrei dilungarmi troppo, quindi passiamo ai ringraziamenti generali:

95 sono le meravigliose recensioni. Una più bella dell'altra. Sappiate che apprezzo sia i commenti brevi, sia le recensioni di dieci parole che di cento. Sappiatelo :)
58 sono le stupende persone che hanno messo la storia tra le preferite. 
13 quelle che la ricordano. Non so cosa dire. Non lo so davvero. Siamo solo a 8 capitoli e già la mettete nelle ricordate. No, vabè, vi amo.
82 le persone che la seguono. Siete fantastiche! spero di non deludervi!

Rigrazio queste quattro meraviglie che mi hanno messa tra gli autori preferiti: credo sia la cosa più bella di tutte. Mi rendete orgogliosa delle storie che mi invento e che scrivo nei miei capitoli, davvero. Siete degli angeli.
 Annie_1DSaveMe 
Iry_Horan 
 maybepunky 
 xxHope_

Accetto sempre volentieri tutti i vostri consigli e le vostre critiche, le trovo davvero costruttive.
Ad esempio se ci sono incongruenze logistiche nella storia segnalatemelo! Io sarò felice di saperlo e aggiustare la storia.
Una magnifica ragazza mi ha detto che ci sono alcune ripetizioni, e io la ringrazio tanto. Non me la sono assolutamente presa, anzi! mi ha aiutato molto a scrivere questo nuovo capitolo. :)
Detto ciò, bom. vi saluto.
Tanti baci xxx
S


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Capitolo 9
*** Reazioni esagerate ***


  
Era successo tutto troppo in fretta, il bacio che aveva visto tra il suo migliore amico e la sua Annie era stato sbagliato. Sì, terribilmente sbagliato. Perché lei era sua.
Doveva esserlo. Era la numero cento e lui non si sarebbe tirato indietro per niente al mondo. Doveva ammettere che mai avrebbe pensato di avere una reazione tanto esagerata a quello stupido scambio di effusioni.
Che cos’era che lo aveva spinto a una tale smania di voler essere lui al posto del riccio?
Essere lui a stringerla tra le braccia?
Essere lui a volerle posare un bacio sulle labbra?
Zayn avrebbe voluto prendersela con il suo amico ma proprio non ce la faceva. Era tutto maledettamente sbagliato in quella situazione, eppure lui non era arrabbiato con lui.
No, non con lui. Ma con lei.
Lei.
Lei che sembrava aver ricambiato il bacio. Lei che un attimo prima ballava con lui, a un passo da lui e due minuti dopo l’aveva vista incollata alle labbra del suo amico.
No.
Nessuno si prendeva gioco di Zayn Malik. Nessuno, nemmeno quella stupida troietta con la faccia da santarellina della Cross.
Doveva fargliela pagare.
Con questi pensieri convulsi nella testa, una gran confusione nel cervello e tanta rabbia dentro il corpo, il moro si apprestò ad entrare in classe, incazzato come non mai.
 
-Malik, sei in ritardo- squittì la professoressa Smithey, da dietro gli occhiali, guardandolo di sbieco prima che lui si sedette con forza al proprio banco.
Non le rispose neanche, sicuro del fatto che se solo avesse aperto bocca gli sarebbe uscito un ringhio e non voleva mettersi nuovamente nei guai, quindi si limitò a serrare la mascella e chiudere incrociare le braccia al petto.
Non appena vide la ragazza con gli occhi azzurri che entrò in classe correndo con il fiatone, la sua ira si alimentò e il suo sguardo divenne puro combustibile.
Non dovevi baciare il mio amico, Cross. Hai giocato con il fuoco, ora ti scotterai.
Te la farò pagare.
 
Non appena Annie entrò in classe sentì le gambe che cedettero. Una persona nella classe non voleva che la salutasse. Una persona nella classe non osava guardare negli occhi, e una persona nella classe fece entrambe le cose: la guardò negli occhi e la salutò, ma il suo era tutto tranne che un saluto.
Malik aveva fatto un cenno del capo nella sua direzione, ma non era amichevole, tutt’altro.
Era furente. Era un cenno di sfida.
Si tracinò al suo banco in fretta e furia.
Bene.
Quello sguardo non se lo meritava. Cosa cazzo voleva Malik dalla sua vita? Già non aveva ben chiara la reazione esagerata del moro alla vista di Harry che la baciava, il perché avesse rovesciato la bottiglia di vino proprio non l’aveva capito.
Lo sguardo che le aveva appena riservato era il peggiore che potesse anche solo immaginarsi.
Ottimo.
Che bella mattinata.
-Annie! Ti ho telefonato ieri ma non mi hai risposto! Dove eri finita? – ansimò preoccupata Carly.
-Scusami tanto Carly, davvero. E’ successo un casino mostruoso.- brontolò di risposta. Aveva voglia di parlare con qualcuno, di sfogarsi, e la sua amica rossa era lì. Pronta ad ascoltarla. Era stata una stupida il giorno precedente a non averle dato retta non rispondendo alle sue chiamate. Che cretina.
Aveva trovato un’amica finalmente e la stava già allontanando nel giro di pochi giorni.
-Racconta – la rossa sembrava sentitamente presa dala sua situazione e Annie decise in un attimo. Le raccontò della festa, del bacio e di quella stupida mossa che aveva fatto nell’andare a chiarire a casa di Harry l mattino dopo.
-Cosa? – l’amica la guardò con occhi sgranati.
- Harry ha fatto…cosa?-  era sconvolta. Non credeva nemmeno lei che Harry avesse tentato nuovamente di baciarla.
-Ha tentato di nuovo di baciarmi…- mugolò disperata torturandosi un’unghia.
-MA E’ IMPAZZITO? COME OSA RIPROVARE A BACIARTI?- Carly gridò, presa com’era dalla notizia non si era accorta di aver alzato troppo la voce.
-Cross, vuoi intimare la tua compagna di banco a fare silenzio, per cortesia? Sto facendo lezione. – le rimproverò la Smithey indispettita tornando poi a infilare il suo lungo e adunco naso tra le pagine del suo libro e riprendendo a spiegare.
 
Zayn si irrigidì e trattenne il respiro. Aveva sentito.
Aveva sentito tutto.
Era in apnea.
L’aveva baciata? Harry aveva riprovato a baciare la Cross di nuovo?!
Ma cazzo.
Non esisteva.
Non poteva, non doveva essere così.
E la Cross sicuramente ci era stata. Stupida puttanella. Non poteva baciare Styles. Lui era  un coglioncello.  Preferiva i marmocchi a lui? Doveva essere pazza.
Accecato dalla rabbia di essere stato rifiutato tra le righe una seconda volta, ed essere stato scartato per uno dei suoi migliori amici, lo mandava in bestia.
Doveva fare qualcosa e al più presto. Doveva pagarla.
Stupida ragazzina, ora ti faccio vedere io.
 
Zayn, con le nocche bianche  a causa delle sue mani strette al banco pensò a una reazione. Gli ci volle meno di un secondo per pensare ad una piccola vendetta personale che fosse decente. Al diavolo quella stupida scommessa.
Annie era una bella ragazza ma prima doveva pagare per i suoi errori.
La sera della festa era stato idiota, si era lasciato abbindolare dalla sua bellezza, proprio come Styles.
E ci stava quasi cascando. Ma ora che aveva tutte le informazioni nelle sue mani escogitò un piano.
La vide che confabulava con la sua compagna di banco, una rossa dall’aspetto insignificante e bruttino. La mano della ragazza si tuffò nell’astuccio e la vide prendere il cellulare in mano e leggere un messaggio appena arrivato. La rabbia e lo gelosia lo pervase.
Un lampo di genio. La mano del moro saettò in aria.
-Mi scusi Prof! Sbaglio o l’uso del cellulare è proibito durante le ore di lezione? Perché la Cross ne sta usando proprio uno ora. – ghignò Zayn guardando la faccia della professoressa il cui sguardo guizzò in un lampo alle mani di Annie.
Annie si era gelata nel momento stesso in cui aveva sentito la voce di Malik pronuciare “cellulare” e “proibito” e l’aveva riposto rapidamente nell’astuccio con velocità  un attimo prima che gli occhi dell’insegnante  si posarono sulle sue dita.
-Cross? – domandò la Smithey girando attorno al suo banco in cerca dell’arma del delitto e amareggiata di non trovarne alcuna.
-Non ho nessun cellulare con me, Prof. – 
Quell’imbecille di Malik potrebbe farsi i cazzi suoi avrebbe voluto aggiungere ma non lo fece.
-Non tollero l’uso di apparecchi elettronici nella mia aula, ripeto. Nessun. Apparecchio. Elettronico. Ora continuiamo senza altre interruzioni per favore. Silenzio.- e fece cadere i suoi occhi sulle altre persone della classe in cerca di cellulari nascosti prima di riprendere a fare lezione.
Pericolo scampato. Annie riprese a respirare. Un’altra punizione non la voleva proprio, già bastava e avanzava quella detenzione in biblioteca con quel porco di Malik.
Malik.
Malik.
Ma che cazzo? Malik era impazzito! Che cosa gli era preso?
Si girò furente e vide il moro sghignazzare come se niente fosse.
Si voltò verso Carly che fece spallucce, credendo anche lei che Malik avesse seri problemi.
Le due ore successive passarono in fretta, al suono della campanella Annie non fece a tempo a raccogliere le sue cose che vide Zayn scappare letteralmente fuori dalla classe. Gettò i suoi libri nello zaino e lo rincorse velocemente.
-Hey! HEY MALIK! – gli gridò dietro.
-Cross.- la salutò lui con noncuranza continuando a camminare.
-Ma che cazzo volevi dimostrare? Volevi farmi mettere un’altra nota per caso? Un’altra punizione? – gli urlò così tanto che lui dovette fermasi a fronteggiarla.
La vide bene, era livida di rabbia.
Ottimo, proprio quello che voleva.
-In effetti….sì. Era proprio quella la mia idea – sghignazzò.
-C…cosa? Ma che cazzo fai? Ti annoiavi e hai deciso di prendermi di mira umiliandomi davanti alla classe e alla professoressa?- Annie era allibita.
-Oh sì. E’stato estremamente spassoso notare la tua faccia quando hai dovuto mettere via il cellulare velocemente – annuì il moro a un passo di distanza da lei, continuando a sghignazzare.
Annie voleva prenderlo a schiaffi. Lui e quel cazzo di sorriso sghembo che aveva dipinto su quel bel faccino. – Fanculo, Malik. Farti i cazzi tuoi, no?- sbottò.
-Me li faccio già i miei. Non ti dispiace se mi faccio un po’ anche i tuoi? Adoro vederti incazzata. – Annie gonfiò le guance e diventò rossa dalla rabbia.
-Vuoi la guerra Malik? Sono pronta..- sputò la ragazza a qualche centimetro dal suo viso.
-Bene.- rispose lui, improvvisamente incazzato quanto lei in quel momento.
-BENE! – urlò Annie prima di alzare la braccia gesticolando come una pazza e andarsene.
Stupido. Stronzo. Cazzone. Coglione e Imbecille. Adesso le faceva vedere lei a quello sfigato di Malik.
E non sarebbe stata clemente.
No, adesso tirava fuori gli artigli pure lei, pensando a un piano geniale per poterlo uccidere nacondendo le prove, si avviò verso la mensa in cerca di Carly. 



Ciao a tutte! Scusate il ritardo! scusateee! 
Ecco un nuovo capitolo! posterò fra un pò il prossimo perchè parto purtroppo! scusate! tanti baci!!
Ma sarò un capitolo luuungo promesso!
Baci!!
ringraziamenti:

108 le persone stupende che hanno messo una recensione, no vabè. non so più come ringraziarvi!
63 quelle fantastiche che l'hanno messa tra le preferite! non me lo merito! davvero! 
15 quelle che l'hanno ricordata. Mi riempite di gioia.
89 quelle che la seguono. Siete adorabili!!


amo queste sette ragazze, ok? le amo. ok. VI AMO.
Annie_1DSaveMe [Contatta] 
 - Iry_Horan [Contatta] 
 - Marty Rossa [Contatta] 
 - maybepunky [Contatta] 
 - Stole_My_Harry [Contatta] 
 - Sweetie_Moon [Contatta] 
xxHope_ [Contatta] 

ciao baci a tutte!!
a presto! ditemi cosa ne pensate, spero non sia davvero così tanto brutto come lo vedo io.... :(
S

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Capitolo 10
*** Arance ***


 
Non ho scusanti per postare mille mesi dopo, mi dispiace molto, ho avuto una specie di blocco, ogni volta aprivo questa maledetta pagina non facevo che fissare insistentemente quella stupida lineetta tratteggiata che lampeggiava, sperando che magicamente mi comparissero le lettere sul foglio bianco.
Quindi volevo solo chiedervi SCUSA, per il resto non importa se non recensirete più, vi capisco! Io continuerò a mettere capitolo per capitolo la storia, sperando di aver ritrovato un po’ di fantasia! Grazie della clemenza e della pazienza.
Grazie davvero, mi dispiace molto. :)



 


 
Era il momento di Lana del Rey e della sua musica.  Ad Annie  non importava nient’altro che starsene da sola al parco, ad ascoltare le note che fluidamente scorrevano una dopo l’altra.
Si sentiva confusa, frastornata e non capiva cosa succedesse esattamente nel suo cervello.  Qualche mese fa non pensava di essere in mezzo a un triangolo. Un triangolo le cui punte erano lei e altri due ragazzi agli estremi.
Da una parte c’era il suo amico di infanzia, Harry, colui che era sempre stato per lei come un fratello, quello che poi era sparito per anni trovandosi altri amici e scordandosi anche di salutarla durante i primi anni di liceo, quello che fino a qualche settimana prima non le rivolgeva la parola, quello che l’aveva baciata alla festa, quello che il giorno seguente si era dichiarato cercando di baciarla un’altra volta.  Harry il ragazzo con il sorriso stampato sulla faccia sempre, dolce, romantico, affettuoso, una specie di Peter Pan.
Dall’altra parte c’era Malik. Malik lo stronzo, egoista, egocentrico, il donnaiolo, il playboy della scuola, quel ragazzo misterioso e affascinante. E lui, beh, lui faceva la parte del pirata.
La melodia di Lana del Rey e la sua voce armonica sembrava aver preso il ritmo accelerato del cuore della ragazza. Come poteva anche solo pensare di essersi trovata in un guaio simile? Lei che aveva sempre voluto stare da sola, che non i fidava mai di nessuno.
A qualche centinaio di metri, verso il centro del parco, Annie sapeva che c’era un prato grande piano.
 Harry le aveva scritto un messaggio qualche ora prima dicendole che se voleva poteva raggiungerlo per vedere un’amichevole dove lui avrebbe giocato come portiere.
Aveva ringraziato il riccio, era stato gentile e premuroso ad invitarla. Ma non aveva molta voglia di andarci a dire la verità.
Preferì di gran lunga starsene da sola con i suoi pensieri.
Annie sbuffò, sdraiata tra l’erba ricoperta di rugiada di quel mattino nuvoloso, tirandosi su sui gomiti, e aprendo gli occhi per intravedere di nuovo la luce. Le piaceva sonnecchiare al parco, Avete mai provato a sdraiarvi in un luogo pubblico ma isolato e aspettare che tutti i vostri pensieri si lascino andare in un turbinio scatenato? Adorava quella sensazione.
Aprì la cerniera dello zaino che aveva i fianco e ci frugò dentro. Ne estrasse un’arancia e cominciò a sbucciarla. Avendo la musica nelle orecchie non si rese conto che qualcuno si era appena seduto alla sua dall’altra parte, proprio vicino a lei e si era steso  con le braccia incrociate dietro la testa.
- Dio, Malik!- esclamò lei qualche secondo dopo per la sorpresa, portandosi una mano sul petto teatralmente e togliendosi le cuffie, notando il corpo lungo e disteso di Zayn
-Lo so che sono un dio per te, piccola- affermò convinto il ragazzo, tenendo gli occhi chiusi, godendosi l’aria frizzante che gli solleticava il viso.
-Spiritoso- lo gelò Annie – Non hai di meglio da fare che rompere a me di domenica mattina?-
-In effetti…- ci pensò su strizzando un occhio solo –no mi dispiace- concluse poi, tirandosi su improvvisamente e avvicinandosi rapidamente  alla ragazza.
Le loro braccia si sfiorarono per una manciata di secondi, e Annie provò dei brividi improvvisi. Si riscosse subito e diede la colpa al freddo di quella mattina, distogliendo lo sguardo dal viso del ragazzo che stava a qualche centimetro da lei, continuando a gustarsi la sua arancia come se niente fosse.
-Me la fai assaggiare? – la domanda di Zayn aveva certamente un doppio senso, e appena la pronunciò Annie si volse a guardarlo male così rapidamente da farsi male al collo.
Cominciò a massaggiarlo con una mano mentre con l’altra gli porse uno spicchio del frutto che aveva in mano.
-Tieni cafone- sussurrò a bassa voce sperando di non essere sentita. Speranza inutile.
-Cafone? Senti Cross, ti ho capita sai?- ridacchiò il moro prendendo un grosso morso di arancia. Annie lo guardò interrogativamente non capendo a cosa alludesse.
-Spiegati- lo incalzò.
-Vedi, tu sei proprio come…un’arancia- disse semplicemente lui, gli occhi fissi sul frutto intento a sbucciarne un’altra parte.
-Un’…arancia?- Annie credette che stesse scherzando e assottigliò gli occhi cercando un secondo fine a quella stupida descrizione.
-Si. Un’arancia- affermò Zayn con convinzione – Le arance hanno una scorza durissima, una buccia forte, dall’aspetto quasi cementato, e si fa fatica a sbucciarle. Ma se ci riesci puoi scoprire che al loro interno sono dolci e fragili.  E se riesci a scavare ancora meglio nel loro cuore scopri che hanno un succo amaro e dolce allo stesso tempo, una specie di combinazione magica. Tu sei un’arancia: tu hai una corazza all’esterno che fa credere al mondo che sei una dura, in realtà sei una persona sensibile e molto insicura, proprio come questo frutto e l’unica cosa che ti serve è qualcuno che decida di  aiutarti a togliere quello scudo protettivo che circonda la tua persona.- spiegò con facilità.
Annie chiuse la bocca deglutendo a fatica, sperando che nessuna mosca fosse entrata nel frattempo. Zayn l’aveva stupita, magari il suo discorso era pieno di doppi sensi ma l’aveva detto con una tale semplicità che l’aveva colpita. Nessuno era mai riuscito a descriverla in modo così puntiglioso e rigoroso, nemmeno sua madre. Nessuno.
La ragazza continuava a guardarlo con occhi liquidi, in apnea.
Zayn d’altro canto, tranquillo alzò lo sguardo, avendo finito la sua arancia e incontrando gli occhi della ragazza pieni di stupore, si pulì le mani una con l’altra come applaudendo e le sorrise. Un sorriso sincero, puro.
-Stai giocando con me, Zayn?- disse Annie in un soffio dopo essersi momentaneamente ripresa.
-Perché dovrei?- rispose lui facendo spallucce.
-Io me ne vado- decretò lei.
Si alzò di scatto raccogliendo le sue cose con rapidità, senza nemmeno dargli spiegazioni o concedendogli un saluto. A passi lunghi scese la collinetta  e si diresse verso l’uscita del parco, si girò un secondo a guardare nella direzione di Mister So-tutto-io ma se ne pentì subito. Lo vide in piedi mentre rideva sguaiatamente e si girava in direzione opposta verso il centro del parco.
Era troppo per lei, si sentiva scoperta, messa a nudo da quelle dichiarazioni. Come aveva esattamente fatto non le era chiaro, ma la verità era proprio che quello stronzo di Malik l’aveva spogliata del suo scudo proprio dicendole quella cruda verità. 
Troppo scombussolata da quell’incontro spiacevole, trafelata cominciò a camminare a passo svelto.
Aveva in mente solo le parole di Zayn. Se in un primo momento era convinta di essergli grata per aver messo luce sulla sua indole, ora era incazzata nera. Come aveva osato? Non la conosceva neanche. Non si doveva permettere di parlarle in quel modo, come se fosse un caro amico. Non…non aveva capito niente! Quello stronzo. Che se la rideva pure! L’avrebbe pagata.
Presa da un lampo di genio si bloccò proprio al cancello di uscita, un sorrisetto aleggiava sul suo viso, poi fece dietro front e con passo deciso si riavviò verso il centro del parco. Sembrava un soldato, decisa e fiera della sua decisione procedeva come un panzer da combattimento, una volta raggiunto il luogo desiderato sempre camminando, abbandonò il suo zaino in mezzo al prato. Vide il ragazzo a qualche metro da lei.
Si fermò un attimo, aspettando che il ragazzo alzasse gli occhi e si accorgesse della sua presenza, e così fece. Poi Annie riprese a camminare, non sapendo se stesse prendendo la decisione giusta o quella sbagliata. Non se ne curò.
Scostò alcune persone che si trovavano in mezzo al prato e che la guardavano, ma lei aveva occhi solo per il ragazzo che aveva davanti a lei e che vedeva avvicinarsi. L’aria si era fatta più tesa nonostante un raggio di sole avesse fatto capolino tra le nuvole nell’ultimo momento e mentre camminava Annie notò che un soffio di vento stava scompigliando lentamente i capelli del ragazzo che ormai si trovava a pochi passi da lei.
Lui, la fronte aggrottata, lo sguardo fisso nei suoi occhi, confuso.
Lei, decisa più che mai non si fermò e appena se lo trovò davanti prese con entrambe le mani il viso di Harry, e con slancio, lo baciò.
Harry.
Non le importava che ci fossero le persone intorno al campo a fissarli. Non le importava che i compagni del riccio stessero festeggiando la loro vittoria. Non le importava che a bordo campo  Zayn Malik aveva gli occhi sgranati e liquidi di gelosia pura.
Quest’ultimo con la mascella contratta lasciò che le sue braccia prima incrociate al petto ora penzolassero ai lati del suo corpo.
Lei aveva interesse solo per Harry in quel momento.
Tra la gente, lei lo baciò.
Harry Styles che dopo qualche secondo di pura sorpresa sembrò rianimarsi e le prese i fianchi approfondendo il bacio, sperando che non avesse mai fine.

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Capitolo 11
*** Libri ***


 

Era bello poter camminare finalmente con le mani intrecciate in quelle di Annie, pensò Harry, mentre si indirizzavano entrambi verso l'ingresso della scuola. Le sue mani erano piccole e calde, le dita affusolate erano strette alle sue nocche e la sensazione che scatenava nello stomaco di Harry era a dir poco piacevole.

Si voltò a guardarla e notando che il suo sguardo fosse fiero e altezzoso non potè che sorridere da solo tra sè e sè e ringraziare per quanto fosse fortunato ad avere una ragazza come lei vicino in quel momento. 

Un passo dietro l'altro raggiunsero l'entrata dell'edificio, mancavano una manciata di minuti al suono della campanella ma i due ragazzi erano pimpanti e ben svegli quel giorno. Appena spinte le maniglie anti panico della porta e fece passare la ragazza, ancora mano nella mano, Harry si accorse che ad ogni passo nel corridoio i ragazzi e le ragazze vicino a loro si giravano meravigliati a guardarli. Poteva sentire distintamente i loro borbotti e i loro bisbigli. 

- Hai visto?-

- Si tengono la mano!- 

- Ma allora stanno insieme-

- Te lo dicevo io che li avevo visti al parco!-

Harry, a disagio ma con un sorriso da ebete, gettò uno sguardo alla sua sinistra dove Annie sembrava che non avesse minimamente fatto caso a quegli sguardi indiscrete e quelle lingue lunghe, si limitava a tirare fuori il cellulare dalla tasca della borsa e a digitare qualcosa di tanto in tanto, una ruga più pronunciata tra le sopracciglia le dava un'aria vagamente nervosa, e il riccio di fianco a lei non poteva che trovarla molto attraente.

-Harry piantala di fissarmi- Annie aveva parlato senza alzare lo sguardo dal cellulare, sempre camminando.

-Oh..s-scusa.- balbettò Harry imbarazzato. Come diavolo aveva fatto a vedere lui che la fissava e non tutte le persone insulse nel corridoio che ancora bisbigliavano tra loro al loro passaggio.

Arrivati all'armadietto di Annie, lui aspettò che lei raccogliesse le sue cose e che prese i libri necessari. - Pranziamo insieme oggi?- tentennò lui a mo' di offerta. Non voleva affrettare le cose, anzi…forse quello lo aveva fatto lei quel pomeriggio al parco baciandolo appassionatamente davanti a mezza scuola. Harry voleva solo delineare le cose. Che cos'erano loro due? Stavano insieme? Dovevano forse comportarsi come due fidanzati? Quella mattina era passata a prenderla a casa, volendole fare una sorpresa. Si comportavano così due persone che stavano insieme no? Non lo sapeva. Sapeva solo che se all'alba quella gli era sembrata un'ottima idea una volta arrivato a suonare il campanello di casa di Annie alle otto del mattino, voleva solo darsela a gambe. All'inizio gli era parsa confusa a trovarlo li a quell'ora, che strano anche perchè non era mica la prima volta, anzi! avevano camminato per i primi cinque minuti in direzione della scuola come se fossero grandi amici e basta. Poi era stata la volta di Annie di sorprendere Harry, intrecciando le sue dita con quelle del ragazzo una volta arrivati nei pressi della scuola. Quella stratta di mano lo aveva confortato, aiutato. Era stata come una specie di roccia, qualcosa su cui aggrapparsi. Se non fosse stato un ragazzo grande e maturo Harry avrebbe volentieri tentato di aggrapparsi al braccio intero della ragazza, neanche fosse stato un bambino di quattro anni che si appende come una scimmia alle braccia pelose del proprio papà e tenta di nascondersi dietro ad esse. Peccato che le braccia di Annie erano tutto tranne che pelose, e che lui fosse un ragazzo e doveva essere forte. Era molto a disagio, era lei che lo metteva a disagio forse. Non sapeva nemmeno questo. Era sempre stato un ragazzo forte, che se ne fregava di qualsiasi giudizio delle persone attorno, che se ne fregava dei giudizi dei professori, degli amici, dei genitori. E invece appena arrivato davanti a scuola, con le mani strette in quelle di Annie si era sentito nudo come un verme. Un'esca. 

 E l'edificio di mattoni rossi non era che un gigantesco acquario in cui i suoi predatori lo aspettavano con la bava alla bocca. Mai si era sentito così prima di allora.

- Mm… Va bene- confermò Annie pensierosa. Poi sfoderò un sorriso a trentadue denti e il ragazzo davanti a lei per poco non si sciolse come un ghiacciolo al sole. Annie aveva un sorriso mozzafiato, da urlo. Annie aveva degli occhi da urlo. Annie aveva un corpo da urlo. Annie era da urlo. Fine della storia.

 Appoggiò la mano a lato della sua testa sull'armadietto. Si avvicinò al suo orecchio sussurrandole quasi con voce roca: - Ci vediamo in mensa all…- non fece a tempo a finire la frase che davanti alla sua visuale comparve un'enorme massa di capelli rossi.

-Annie Cross sei pessima! Quando diavolo pensavi di dirmi che ti saresti fatta quell'idiota di Harold Styles davanti a tutti alla partita di calcio? No dico, l'ho dovuto sapere stamattina da due zoccolette che spettegolavano in bagno!-  la ragazza in questione sembrava scatenata. Anzi era furiosa. E il fatto che stesse parlando proprio di lui che era proprio dietro la sua folta capigliatura rosso fuoco non la preoccupava affatto. Annie sorrise alla pazza poi guardò Harry negli occhi e gli lanciò uno sguardo eloquente come a dire "E' mia amica ed è simpatica" 

Carly riprese a parlare più veloce continuando insistentemente a chiedergli e fargli domande una dopo l'altra, sempre facendo volenterosamente finta che Harry non esistesse.

Travolta dalle parole della sua amica Annie venne spinta in direzione della classe, salutando con la mano un Harry incredulo che era rimasto da solo vicino all'armadietto con le braccia spalancate e la bocca aperta. -Ci vediamo a pranzo Harry! - gli sorrise di schiena lanciandogli uno sguardo. 

Harry ci rimase male. Voleva darle almeno un bacio. Non lo aveva ancora fatto quel giorno. Anzi a dire il vero non lo aveva ancora fatto dopo quel bacio teatrale che lei gli aveva dato finita la partita di calcio al parco. E moriva dalla voglia di baciarla, anche solo di sfuggita. Magari un bacio sulla guancia? solo per sentirne la morbidezza. O sulle labbra, per sentirne il calore.

 

-Annie che cavolo ti salta in mente?- Carly aveva abbassato la voce, trascinandola verso la classe e borbottandole all'orecchio come una psicopatica.

-A me? Niente!- Annie boccheggiò un attimo.

-Niente? Ma cosa stai facendo? Qualche giorno fa mi sembravi attratta da Malik-l'-Idiota!Poi Styles ti bacia. Poi tenta di rifarlo, e tu lo scansi. Pensavo avessi preso una decisione riguardo a Zayn ma poi vengo a scoprire che ti fai Styles nei campi da calcio! No, ma sei impazzita forse?- sputacchiò la rossa.

Annie diventò bordeaux in faccia e esasperata gonfiò le guance - Io NON sono attratta da nessun Malik! e non devo prendere nessuna decisione al riguardo. Lo odio quell'imbecille pieno di sè!-

-Se… certo- ammise Carly con aria di sufficienza soffermandosi ad osservare le sue unghie della mano destra.

Stava per ribattere all'amica quando qualcuno gli andò volontariamente addosso a una spalla, urtandola talmente forte che le braccia le cedettero e i fogli e i libri caddero rumorosamente a terra. 

-Zayn- ringhiò Annie, gli occhi ridotti a fessure, osservando il profilo di Malik che sghignazzava e si scambiava un 'cinque' con Niall Horan al suo fianco che rideva come se non ci fosse un domani per lo scherzo. -Molto divertente, davvero. Mi complimento, razza di idiota- sputò la ragazza, raccogliendo le sue cose da terra e momentaneamente poggiandole con poca grazia tra le braccia di Carly di fianco a lei che barcollò su se stessa per il troppo peso inaspettato. 

-Oh scusa, vuoi una mano? - Zayn si era piegato con aria da cucciolo e aveva cominciato a far finta di prendere i suoi libri, in realtà metteva in disordine ancora di più i fogli sparsi. 

Poi ad Annie venne un lampo di genio. Era cominciata la guerra o no? Doveva fare qualcosa. 

- Ci vediamo in biblioteca questo pomeriggio, Mister Imbecille.- decretò sorpassando il moro con passo veloce. Cominciò a correre e raggiunse Harry, che stava parlando con Louis ancora in mezzo al corridoio davanti al suo armadietto. Senza pensarci un secondo lo spinse verso l'armadietto e appoggiandogli le mani al petto gli sussurrò  -Ci vediamo a pranzo, Styles- prima di stampargli un bacio a stampo che scombussolò le gote di Harry che si fecero rosse e accaldate in tempo zero. 

 

- V-vuoi una mano?- so offrì Niall a mo' di aiuto, vedendo che Carly aveva difficoltà a mantenere la bocca chiusa a causa della mascella che era caduta sulla pila di libri che teneva in braccio nel vedere come la sua amica era quasi "saltata addosso" a Styles in mezzo al corridoio.

-No-  rispose fredda, chiudendo finalmente la bocca, come destata da un sogno.

-G-guarda che non m-mi costa nulla-  Niall avanzò le sue braccia come uno zombie verso Carly.- Voglio s-solo darti una mano- Carly acconsentì dopo aver sbuffato rumorosamente per l'insistenza di Irlanda.

-E va bene tienimi questi due…- Gli passò due libri. Poi riprese a camminare.

Niall gongolante cominciò a ridere soddisfatto, i libri sottobraccio, finchè non azzardò un  -Allora?-  

Carly alzò un sopracciglio - Allora…cosa?- sibilò fermandosi a guardarlo.

- Allora, quando usciamo io e te?"Niall rispose con ovvietà, e tanti cari saluti ai primi passi che aveva fatto.

-Ci ho ripensato, ridammeli- - Carly si riprese i due libri e se ne andò senza dire un'altra parola.

 

 

 

 

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