Street of No Return

di lady black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Non voltarti indietro ***
Capitolo 3: *** Il quartier generale dell'Ordine della Fenice ***
Capitolo 4: *** Quattro chiacchere col Licantropo ***
Capitolo 5: *** Ti ricordi di Sirius Black? ***
Capitolo 6: *** Lupin si sporse verso di lui ***
Capitolo 7: *** Senza tanti giri di parole ***
Capitolo 8: *** Nel Capanno ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


La strada del Non Ritorno



Occhi grigi.

Occhi che vedono.

Purtroppo.

Non avrei mai pensato di arrivare a tanto.

Ho solo un pezzo di legno tra le mani.

Lo stringo, l'osservo.

La morte racchiusa in una bacchetta.

E nella mia voce.

L'aria è afosa, ma sembrano coltelli che scendono giù in gola.

Troverò una strada un giorno.

La strada per il Non Ritorno.

E nessuno più mi vedrà.

Mai più vedranno questo codardo che trema con una bacchetta in mano,

di fronte a un vecchio accasciato a terra,

che gli offre protezione.

Morirà.

Se non per mano mia per quella di quell'altro.

Quegli occhi azzurri, che non vedono ma osservano.

Così diversi dai miei.

Occhi che credono in qualcosa.

Io che ormai non credo più in niente.

Io che provo invidia per questo vecchio,

che tutti ricorderanno come rispettabile e giusto, un po' scomodo forse.

Lui se ne va stanotte.

Mentre è stanotte che inizia la mia agonia.








 

 

 

Il seguente capitolo, “Non voltarti indietro”, l'avevo già postato come storia One-shoot, ma ho deciso di inserirlo come primo capitolo di questa storia in seguito ad una “ILLUMINAZIONE”.

Baci

Lady Black

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Capitolo 2
*** Non voltarti indietro ***



Non voltarti indietro




Crack.

...

Crack.

...

Buio.

I lampioni della strada costeggiata da villette borghesi non illuminavano il punto nel quale si erano appena materializzate due figure.

L'una era alta, esile, con un mantello slambricciato appoggiato sulle spalle gracili.

L'altra era più bassa, senza mantello, ricurva nel tentare di riprender fiato.

-Lui dov'è?- chiese la figura più bassa, con un tono fermo, si sarebbe quasi detto forzatamente responsabile.

-Lui... lui non è qui.- rispose l'altro.

-Come non è qui? Come può essere?-

L'uomo più alto si mise in testa il cappuccio del mantello e sussurrò all'altro di seguirlo.

-Dove.. dove mi sta...-

-Non ti ho portato da lui, Draco.- disse l'uomo con fare deciso, continuando a camminare nella strada semi buia.

-Mi scusi.. ma dov'è che stiamo andando?-

Nessuna risposta.

-Professore... dove mi sta portando?- chiese il ragazzo, ma questa volta nella sua voce vi era un che di smarrimento, paura.

-Ogni cosa a suo tempo, aspetta. Non posso dirti nulla per ora.-

-Ma...-

-Draco, ora fa silenzio per favore-. Non ammetteva repliche.

Le scarpe dell'uomo producevano un ticchettio cupo sull'asfalto della viuzza, non si muoveva una foglia. Il caldo di giugno pareva aver ceduto il posto ad una di quelle serate di tardo autunno, spoglie di tutto ciò che richiamava vita, freschezza, serenità.

Draco camminava a due metri dall'uomo, il capo chino, lo sguardo vacuo.

Gli tremavano ancora le mani.

Sentiva una specie di vuoto impadronirsi di lui, a partire dal ventre.

Non aveva paura.

Era terrorizzato.

Dove stavano andando?

E se Lord Voldemort avesse mandato loro solo un piccolo gruppo di seguaci, allo scopo di uccidere lui, Draco? Magari per dimostrare a suo padre, Lucius, che l'Oscuro Signore esige un prezzo, sempre?

Non sapeva...

Piton aveva tenuto fede al voto infrangibile, e lui non aveva avuto la possibilità...

No, non aveva avuto la forza di uccidere Silente.

Non ce l'aveva fatta, aveva fallito.

Era stato tutto progettato fin dall'inizio?

L'Oscuro sapeva fin dal principio che lui non avrebbe mai avuto il sangue freddo per macchiarsi del sangue dell'uomo che...

Che....?

Chi era Silente?

Solo un mago... Solo un uomo...

No, non era vero neppure quello.

In cuor suo Draco, una notte, si era addirittura alzato dal letto con l'intenzione di farla finita, di andare da Silente e raccontargli tutto.

Per salvarsi.

Per redimersi.

Per scappare via da quella gabbia nella quale l'avevano rinchiuso a causa di suo padre: un mangiamorte.

Silente era un uomo giusto, una persona leale e fiduciosa negli altri... e voleva bene ai suoi studenti.

Lui aveva tentato di salvarlo, gli aveva offerto una via di riscatto, lassù nella torre di astronomia.

Ma poi.... le cose erano andate come dovevano andare.

Il sacrificio di un giusto... a cos'avrebbe portato?


I pensieri del ragazzo furono interrotti.

Davanti a lui l'uomo si fermò di colpo.


-Siamo arrivati- disse.

-Dove siamo?-

L'incappucciato si voltò e, toltosi il mantello, lo porse a Draco.

Gli mise le mani sulle spalle, guardandolo senza batter ciglio.

-Ti ho portato al Quartier Generale dell'Ordine della Fenice- disse l'uomo.

Le pupille del ragazzo si dilatarono all'improvviso.

L'Ordine della Fenice?

Ma...

Voleva che l'uccidessero?

Draco si ritrasse con uno sguardo impaurito, sinceramente scioccato.

-No..- fu l'unica cosa che fuoriuscì dalle sue labbra secche.

-Draco, ascoltami...-

-LEI STA CON LORO- sussurrò lui in un sibilo di sdegno.

-Ehi- disse lui afferrandolo fermamente per le spalle -Si, sto con loro Draco. Sono sempre stato con loro... sono una loro spia e...-

-La smetta- disse lui con tono fermo, mentre un barlume di consapevolezza si impossessava di lui.

-No Draco, devi ascoltarmi: sono un membro dell'Ordine. Il mio compito è stato quello di portarti da loro una volta uscito dai cancelli della scuola, e poi...-

-E poi mi uccideranno, vero?-

...

-È così allora?- chiese lui. Non un fremito nella sua voce fredda, distaccata.

-No Draco! Lascia che ti spieghi.-

-Beh mi pare non ci sia niente da spiegare...-

L'uomo lo strattonò per le spalle ancora una volta.

-Vuoi ascoltarmi per solo cinque secondi?-

Il ragazzo annuì impercettibilmente.

-Ti ho portato qui perchè è questo il tuo posto ora. Hai sopportato troppo, sei stato tirato in mezzo a molte cose anche se nessuna di queste era alla tua portata: sei troppo giovane, non è giusto. Draco, devi rimanere qui. Nessuno ti farà del male.-

-E se tornassi indietro? Da mia madre, dagli altri?- chiese lui guardandolo dritto negli occhi.

Ora però fu la volta dell'uomo ad abbassare lo sguardo.

-Mi...- tentò il ragazzo, ma quando il professore alzò gli occhi lui capì.

-Sono spacciato, eh?-

Annuì.

-Devi rimanere con l'Ordine per ora. Non puoi più tornare.-

-E lei?-

-Non sono cose che ti riguardano.- disse lui, tirando fuori dalla tasca un foglietto di carta.

-Ma...-

-Niente ma, mettiti il mantello, qualcuno potrebbe riconoscerti- disse lui posandogli il mantello sulle spalle e dandogli il pezzo di carta

-Leggi e impara a memoria-.

Il ragazzo lesse:


Il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra.


-Ripeti mentalmente la frase- disse l'uomo sfilandogli la pergamena dalle dita e rimettendosela in tasca.

Appena il ragazzo ripercorse le parole lette nel foglio comparve davanti a lui una porta di legno, abbastanza squallida, e sopra lo stipite vi era inciso il numero dodici.

-Questo sarebbe...-

-Si, è questo. Bussa, non suonare il campanello, nell'entrata c'è un quadro che urla.-

...

Silenzio.

-Hai qualche domanda da pormi?- chiese l'incappucciato.

Draco si voltò verso la porta del Quartier Generale in modo che il professore non potesse vederlo in viso.

-Rivedrò mai mia madre?-

L'uomo sospirò profondamente.

-Sinceramente non lo so. Il piano comprende anche lei, ma se ci scoprissero non so assicurarti niente. Stiamo facendo il possibile.-

-Ma... e lei, signore? Voldemort chiederà di me quando lei sarà al suo cospetto...-

Il professore si passò una mano sul viso con fare stanco.

-Non preoccuparti per me, abbiamo già le carte pronte.-

-Ma se dovessero scoprirla... per lei sarebbe finita e...-

-Draco...- l'uomo gli si avvicinò e lo guardò negli occhi.

-Quando attraverserai quella soglia, perderai qualsiasi contatto con ciò che hai vissuto fino ad ora. Probabilmente non avrai modo di rivedere le persone care...-

-Io non ho persone care là...-

-... Comunque dovrai voltare completamente pagina. Questa è una guerra, e in guerra non sempre le cose vanno come dovrebbero andare. Ho solo una cosa da raccomandarti...- L'uomo si sporse fino ad essere vicinissimo al suo orecchio.

-Non voltarti indietro-

...

Draco abbassò lo sguardo.

-Non lo farò, signore.-

-Molto bene, molto bene. Mettiti il mantello...-

Il ragazzo indossò il mantello.

Ma quando tornò a guardare nella direzione dove un attimo prima c'era il suo professore, non vide più nessuno.


Chiuse gli occhi.


Si passò una mano tra i capelli.


Beh, gli addii non erano mai stati il suo forte. Era inutile prendersi in giro. Sapeva quanto esigue fossero le possibilità che l'uomo se la cavasse. Doveva assolvere il suo compito.


Riaprì gli occhi.


Si avvicinò alla porta, e con le nocche battè sul legno il ritmo del suo destino.


Toc-toc-toc...

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Capitolo 3
*** Il quartier generale dell'Ordine della Fenice ***




Il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice




La porta si aprì con un sommesso cigolio.

Era semibuio dentro.


Il ragazzo mosse qualche passo verso l'uscio, quando una mano piccola ma lesta l'afferrò per il colletto e lo trascinò dentro, richiudendo immediatamente la porta.

-Ma che cos...-

-Shhh!- sibilò la voce -Vieni, non bisogna stare in entrata-. Era una voce di donna.

Seguì la sagoma scura in una stanza illuminata da una candela ormai quasi consumata. L'odore di muffa lo nauseava, sembrava non abitare nessuno da anni in quel posto.

Alzò gli occhi proprio mentre la donna si girava.

Trattenne il respiro alzando le sopracciglia: -Ma io ti ho già vista- commentò, guardando i corti capelli color topo e la faccia a cuore.

La donna sorrise appena -Beh, mi fa piacere- disse in tono sbrigativo – Vuoi qualcosa di caldo? Un tè o un...-

-No-

La donna si soffermò con aria indagatrice sul volto del ragazzo: -No, grazie, si dice-.

Malfoy ebbe l'imbarazzante sensazione di arrossire, ma rispose che no, grazie, aveva caldo.

-Allora togliti quel mantello... su, dammi- disse lei, sfilandogli il mantello dalle mani con un gesto della bacchetta e appendendolo ad un trespolo dove forse un tempo si appoggiava un gufo.

Era terribilmente caldo, eppure Malfoy sentiva distintamente un sottile gelo intercorrere tra lui e la donna, quasi un muto dissenso.

E lui poteva anche capirla, d'altronde.

Aveva cercato di uccidere Silente, li aveva messi in pericolo tutti facendo entrare i Mangiamorte a Hogwarts. Ed ora se ne stava lì, al Quartier Generale dell'Ordine della Fenice, seduto su una poltrona a fissare qua e là.

Osservò meglio la donna, mentre lei era intenta a preparare un'enorme teiera sul fuoco. Ma perchè? Sarebbero arrivate altre persone? Bah.

Aveva i capelli così sgualciti che sembrava una di quelle vecchie babbane che si fanno la tinta in casa per risparmiarsi la seccatura di andare dalla parrucchista. O parrucchiera, come diavolo si chiamavano.

Il viso era a forma di cuore, qualche giovane ruga solcava la sottile pelle vicino agli occhi.

Non sembrava aver più di trent'anni, ma quell'aria trasandata gliene aggiungeva cinque o sei.

L'aveva già vista, quando l'anno precedente aveva accompagnato Potter oltre il binario 9 3/4 assieme ad altri... probabilmente anche loro dell'Ordine. Teneva affettuosamente per un braccio quel licantropo, Lupin... anche lui aveva lo stesso aspetto trasandato e malcurato.

Ora che ci pensava, all'epoca quella donna era veramente carina: capelli rosa cicca, vestiti stravaganti, due occhi svegli.

Cosa poteva esserle successo?

All'improvviso Malfoy inarcò le sopracciglia: ma non...

-Ehi, mi hai sentita?-

-C-cosa?- scosse la testa in un modo probabilmente idiota. Gli stava parlando da dieci minuti e lui non aveva ascoltato una parola.

-Sentimi bene, Draco...- disse lei avvicinandosi con aria scocciata -Non sei esattamente autorizzato a cadere dalle nuvole... quindi, se non ti dispiace, vorrei che tu mi ascoltassi.-

-Io... ah, si, si....-

Lei alzò gli occhi al cielo -Ah, dunque... tra qualche minuto arriveranno altri membri dell'Ordine della Fenice. Ti rimetteremo apposto, tu devi solo farci il piacere di essere... ehm... collaborativo. Intesi?-

Malfoy annuì, guardando da un'altra parte.

-Ti stiamo salvando il culo, lo capisci questo, no?-

Stava per diventare rosso.

-Quindi tutto ok. Non ti chiedo di essere carino o gentile, ma per lo meno- e gli prese con una mano il mento facendogli volgere il viso verso di lei -Smettila di guardare da un'altra parte quando la gente ti guarda, ok? È frustrante, te l'assicuro.-.

Malfoy la fulminò -Si, signora-.

Lei parve addolcirsi appena, sorridendo -Mi chiamo Tonks, piacere- disse dandogli un buffetto di scherno sulla guancia.

Sculettò scherzosamente fino al fornello -Lo vuoi un po' di tè adesso?-.

-Si, grazie...- mormorò lui, massaggiandosi cauto la guancia.



Aveva appena tentato di sorseggiare il tè bollente quando se ne versò metà sui jeans: dall'entrata della casa si levò un'ululato lacerante, una donna strillò isterica appena il rumore del portone che si apriva raggiunse le sue orecchie.

-TUUUUUUUUUUUUUUUU!!!! LURIDA!!! ESCI DI QUI!! SQUATTRINATA! SGUALDRINA!! E PORTATI VIA QUESTO PEL DI CAROTA!!!! CHI??? CHI OSA ENTRARE QUI DENTRO!!!! LA MIA CASAAAAAAAAAA!!!!!!! Togli le tue sudicie manacce da me!! VIA, VIA!!!!!!!!! Dov'è, DOVE!!! DOVE SI TROVA QUEL TRADITORE DI MIO FIGLIOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! No! No, togli, togliti! Nooooooo!- e poi tacque.


-Oh non farci caso... è il ritratto della signora Black... è un po' irritabile, sai, le vecchie...- ironizzò Tonks. Malfoy si asciugò i jeans con un colpo di bacchetta mentre la donna andava in entrata ad accogliere chiunque fosse entrato.

-Oh, si si, è già qui Molly... ecco, mettete tutto qui, e venite di là... si, pensavo anch'io... magari dopo però, non posso farlo io!-.

Tonks rientrò nella cucina, seguita da quelli che Malfoy riconobbe come i genitori di Weasley, un mago alto e nero, Malocchio Moody e Lupin.

Si sentì spiacevolmente piccolo, seduto su quella poltrona, con lo sguardo di tutti puntato su di lui. Si creò un imbarazzante silenzio, rotto dal mago nero, che si sporse verso di lui porgendogli la mano -Ciao, mi chiamo Kingsley Sackelbolt-, e Draco istintivamente gliela strinse.

-Per noi non c'è bisogno di presentazioni, vero?- disse con tono piatto la signora Weasley, -Io sono Molly, lui è Arthur, poi il professor Lupin, e ovviamente Alastor Moody.-.

-Salve...- balbettò il ragazzo, odiandosi subito dopo per quel tono da ragazzina eccitata.

-Beh... tazza di tè?- propose Tonks, distendendosi un pò. “Ma sta qua dovrà andare in cesso ogni due minuti, sempre con questo tè, tè, sempre tè...” pensò il biondino.


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Capitolo 4
*** Quattro chiacchere col Licantropo ***


Quattro chiacchere col Licantropo


Dopo una ventina di minuti fatti di frasi occasionali poste per pura cortesia, del tipo ”So che dev'essere difficile per te, ragazzo” o “Non ti devi sentire in colpa, d'altra parte sei stato usato per... bla, bla, bla”, Lupin si decise a raggiungere il nocciolo del discorso.

-Va bene, ora senti... la cosa essenziale è questa: non voglio farti fare la figura della vittima, ma la tua sfortuna è stata quella di essere stato incastrato in qualcosa che è più grande di te. Non sappiamo se questo fosse il preciso disegno di Voldemort, ma questa sistemazione è l'unica che può garantirti... ecco, come dire...-

-Di non rimetterci le penne, insomma...- disse il ragazzo a bassa voce.

-Si, si può dire che sia così. Non vorrei che tu pensassi di essere obbligato a restare qui, ma... è l'unico modo di tenerti al sicuro. Tu non hai colpe...-

-A parte il fatto di aver fatto entrare una ventina di mangiamorte a Hogwarts...-

-Questo è vero, ma non potevi fare diversamente!- sbottò Moody, sistemandosi sulla sedia -Tu hai avuto del fegato ragazzo... del fegato da bastardo, ma questo solo perchè non capivi fino infondo la situazione-.

-Il ragazzo la capisce eccome la situazione... solo che non pensava che Silente gli avrebbe dato la sua protezione, per questo ha agito così- intervenne Kingsley.

-Oh su, smettetela... è andata così e basta, non serve a nulla farsi queste seghe mentali. Ognuno di noi se la sarebbe fatta sotto, sapendo di dover uccidere uno come Silente... sotto la minaccia di Voldemort poi...- lo difese la signora Weasley, che poi si alzò: -Arthur, noi dobbiamo tornare ad Hogwarts, tra poco sarà mattina...-.

Arthur parve svegliarsi da una sorta di trans: era stato sempre muto, con lo sguardo fisso contro il muro dietro la sedia di Draco -Certo, si...- trasse un profondo respiro -Si, Bill...-

-Come sta il ragazzo, Arthur?- chiese Kingsley.

L'uomo si incupì, e parlò Molly -Beh, madama Chips dice che si rimetterà entro un paio di giorni, ma potrebbe presentare danni permanenti... perchè anche se quel folle non era trasformato... oh...- la donna singhiozzò su un fazzoletto allungatole da Tonks.

Quando i Weasley se ne furono andati, Moody si scagliò in una tirata contro Greyback che sembrava non finire più. Assassino, cannibale, corrotto, bestia, animale... e ciò che faceva rabbrividire Draco, era che era tutto vero... unico a contestarlo era, ovviamente, Lupin. Sosteneva che dal momento che un individuo del genere si alleava a Voldemort, poteva fare anche di peggio.

Non l'avesse mai detto, che Tonks lo guardò con fare assassino -E tu... tu lo difendi! Ma ti rendi conto?-

Lupin rise -Oh, Tonks, solo perchè da piccola avevi una cotta per Bill non significa che tu debba scannarti ogni volta che...-

-grrrrr........- ringhiò piano lei.

-Non scaldarti, rischi di far diventare colorati i tuoi capelli...- l'avvertì lui

-Senti, razza di stronzo, non capisco perchè ti ostini a tirar fuori i miei ex di continuo...-

-Io un'idea ce l'avrei...- ipotizzò ironico Moody

-Zitto Alastor!- tuonò lei

-Beh, se lui non ha le palle per ammettere che infondo...-

-Zitto Alastor!!- lo interruppe Lupin

-Oh no, è questa la verità Remus... qui si tratta di PALLE, non di ex...- sbottò lei, con gli occhi improvvisamente lucidi.

-HEM!- Intervenne Kingsley dopo una fugace e significativa eloquentissima occhiata prima a Draco e poi a Moody, -Io credo sia meglio andare tutti a letto, per queste poche ore che ci restano...- disse, con un tono volutamente alto.

Tonks voltò le spalle a Lupin, e, sempre sculettando aprì bocca (e Draco pensò “Chi vuole del tèèèèèè????????”) e disse -Si, vado a letto. Draco, ti mostro la tua camera-, ed uscì a grandi passi dalla cucina.

Finchè salivano le altissime scale pericolanti, il ragazzo giurò di sentirla tirare su col naso... che stupida, per due battute mettersi a farla così tragica...

Tonks gli dette la camera della piccola Weasley, e sparì su per una scala a chiocciola in fondo al corridoio.


Toc-toc...

-Hmmm...- mugugnò Draco. Non aveva chiuso occhio, ma gli venne una mezza sincope.

Toc-toc...

-Si!- sbottò il ragazzo. Vide una sagoma scura entrare dalla porta, ed istintivamente chiuse la mano attorno alla bacchetta che teneva sotto il cuscino.

-Sono Remus... posso?-

-Oh... si, si venga pure...-.

Lupin accese la luce e si sedette sul letto di Draco, soffermandosi a guardarlo con aria indagatrice.

Dopo un minuto buono, il ragazzo disse -...beh?-.

-Ah, già... scusami. Volevo solo fare quattro chiacchere, se non ti dispiace...-

-Niente affatto, non riesco a dormire- rispose Malfoy. Lupin sorrise -Dubito che qualcuno di noi riuscirebbe a dormire, stanotte.-, ma poi parve rattristarsi -So che non avresti avuto la forza di uccidere Silente.-.

-Io...- Draco si sentì profondamente imbarazzato, si sentiva nudo, davanti a quel volto rigato di vecchiaia prematura.

-Non devi giustificarti, sai. Non ti giudico affatto, anche se non ti riesco a vedere come un assassino mancato. Credimi, Voldemort sapeva che non ce l'avresti fatta..-

-E allora perchè darmi quel compito?-

-Ah, non lo so... forse per vantare dei diritti sulla tua vita o... su quella dei tuoi genitori... non ne ho idea. Comunque, sappi che per me qui sei il benvenuto. Non nego di non essere stato uno dei più favorevoli a proteggerti, ma... vedendoti qui, stasera, mi sono reso conto che hai solo bisogno di essere dalla parte giusta.-.

-Io veramente non capisco perchè abbiate voluto farmi passare dalla vostra parte... voglio dire, portarmi qui, al vostro Quartier Generale... Mi cercheranno, no?-

-Oh, no che non ti cercheranno. Per il Signore Oscuro vali meno di zero, non ti ha dato informazioni su di loro, perchè, appunto, prevedeva che avresti potuto cadere nel tuo intento.-.

-Si, ma allora... perchè mi ha dato un compito così essenziale?-

-Beh, forse voleva indurre Severus a stringere il Voto Infrangibile con tua madre...-

Draco sgranò gli occhi: -Piton ha stretto il ... no, davvero?-

-Già...- l'uomo sospirò -Ma sapeva che non ci avrebbe lasciato le penne, evidentemente-.

Il ragazzo s'incupì. Dunque tutti avevano finto di fidarsi di lui, in quei mesi, ma avevano adottato una serie di misure per riparare al danno che avrebbe fatto... prima ancora che lo commettesse!

-Beh, io ora vado...- disse Lupin -Devo andare da Tonks...-

-L'ha fatta incazzare prima eh?-

-Diciamo che sono stato un po' ruvido...- sentenziò lui, passandosi una mano tra i capelli ed alzandosi in piedi -Tu cerca di dormire almeno un pò... domani ti illustreremo i nuovi piani, alla luce dei recenti sviluppi...-

-Buonanotte professore...-

-Oh, dai accidenti, dammi del tu e chiamami Remus... mi fai sentire un vecchio...-

-D'accordo... buonanotte-.

La luce si spense. Il ragazzo sospirò nel buio. Ancora una volta, era Silente a suscitargli i maggiori dubbi: perchè non l'aveva fatto rapire subito, sapendo che stava facendo qualcosa di grave? E Voldemort, perchè l'aveva messo a fare il pagliaccio di una missione che non avrebbe mai portato al completo? Voleva vantare potere sulla sua vita? Ma lui era un ragazzino, di che utilità potrebbe essere stato mai?

Si rigirò tra le lenzuola tiepide, e sospirò di nuovo. Chiuse gli occhi, e si addormentò.

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Capitolo 5
*** Ti ricordi di Sirius Black? ***


sirius

Ti ricordi di Sirius Black?





-Bravo, bravo Draco...- sghignazzò la voce.

-Ma...-

-Se vuoi che mi uccida... ci rimetterai la pelle anche tu...-

-N-no! Smettila!-

-Si, Draco...-

-Lasciami!-

-Oh, non essere così tragico.. meglio una maledizione da lui che non da me...-

-No! Non mi può uccidere...-

-Draco.... l'ingenuità...-


-Draco...-

-Noooo! Lasciami! Lascia che...-

-Draco, alzati!-

-Lasciami!!! No, no, la... ... oh, ma che cazz...-.

Remus Lupin sorrise -Brutto sogno suppongo...-

-Io... profess... cioè, Remus... si non ti avevo riconosciuto...-

-Beh, buongiorno Draco.-.

Il ragazzo si alzò dal letto e fece per chiedere dove fosse il bagno, ma l'uomo lo precedette -Non sprecarti a cercare un bagno qui... adesso ti vesti, poi ci dobbiamo smaterializzare-

-Come... per dove?-

-Al Quartier Generale-

-Ma credevo che questo fosse...-

-Oh, dai non fingere di essere così svampito... stanotte ti hanno cercato tutti i mangiamorte in circolazione, dovevamo nasconderti qui. Il vero Quartier Generale è alla Tana... sai, la...-

-Casa dei Weasley?-

-Esattamente.-.



Crack.

Crack.

Un profumo quasi nauseante di caffè investì Draco Malfoy, che si ritrovò in una luminosa cucina di legno, non molto grande, ma dall'aria accogliente. E là ai fornelli, scorse subito (Chissà perchè...) Tonks.

Ma coi capelli fuxia.

La donna si girò con un sorriso spavaldo verso i due: -Volete del...- “Tè??? Noooo...” pensò Draco straziato, -...caffè? O latte? Malocchio è riuscito a procurare dei cornetti caldi, non chiedetemi come... accomodatevi no?- e, vedendo Draco che si stava ancora guardando in giro, disse -Oh, Remus, fallo accomodare, no? Ha uno sguardo da trota che fa pena...-.

-Ah? Cosa?- balbettò Malfoy quando si accorse che si stava parlando di lui.

Si levò il mantello e si sedette ad una tavola lunga e apparecchiata con due tazze, cucchiaini, marmellata di fragole, i famosi cornetti caldi e pane tostato imburrato.

Si accorse all'improvviso di quanta fame avesse, e si avventò sui cornetti che sapevano di vaniglia e burro fuso, appena fatti, era vero...

-Dormito bene?- chiese Tonks al ragazzo

-Mhh...-

-Era comodo il letto? Avevi freddo?-

-Hhmm...-

-Beh, non era il massimo, ma... a proposito, c'è sempre un gufo che ogni tanto si schianta addosso alla finestra di quella camera, tu lo sentivi?-

-Mmm... sempfra dno...-

-Tonks, lascialo mangiare no?- ridacchiò Remus, inzuppando un cornetto nel caffè.

-Oh... scusami...- disse lei, e Draco le sorrise facendosi colare un po' di marmellata dall'angolo destro della bocca.


Mezz'ora dopo, Charlie Weasley era tornato da Hogwarts assieme al signore e alla signora Weasley, e sedeva al tavolo della cucina con Kingsley, Malocchio, Tonks e Draco.

Kingsley stava srotolando delle pergamene con mappe, altre che aveva in mano Moody erano scritte fitte fitte, e venivano esaminate dal suo occhio magico.

Bill si era svegliato, aveva subito chiesto una bistecca molto al sangue. “Beh, almeno mangia, no?” era stato il commento burbero di Malocchio Moody.

Si trovavano lì, aveva spiegato Remus a Draco, per dargli una visione pressochè completa del lavoro che stava facendo l'Ordine contro Voldemort.


-Dunque, le questioni oggi sono due...- ringhiò Moody, -Spiegare tutta la parte tecnica al ragazzo, e decidere se continuare le missioni-.

Draco notò che alla parola “missioni” Tonks rabbrividì e le si contrasse un muscolo della mascella. Quella ragazza era strana... o forse aveva delle turbe psichiche causate dallo stress.

-Per le missioni io proporrei di...-

-Remus...- sibilò minacciosa la donna -Direi che prima sarebbe meglio spiegare a Draco quello che vogliamo fare, e poi possiamo discuterne-. L'uomo si fece piccolo piccolo, guardando da qualsiasi parte tranne che il viso di lei.

-Oh ooh... sono sviluppi questi?- sentì sibilare Charlie a Kinsley, ma prima che questo potesse rispondere con tono compiaciuto, Moody disse -Dunque, Draco, quello lì che fa i tramacci a bassa voce è Charlie Weasley, vi sarete visti qualche volta...-

-No, quasi mai a dire il vero...- rispose Charlie, ravviandosi una ciocca di capelli fulvi lunghi appena sopra la spalla dietro l'orecchio, sorrise -Ma hai la faccia di uno sveglio, a differenza di quello che dicevano i miei fratelli...-

-Sei il solito maleducato! Cosa ti avevamo detto io e tuo padre?- sbottò Molly rifilandogli una scoppola sulla nuca. Draco si grattò il collo -Beh, non abbiamo mai avuto un bel rapporto io e loro, in effetti...-.

-Allora... cominciamo a parlare di cose serie... Remus, visto che è stata vostra l'idea, vuoi parlargliene tu?- disse Kingsley a Lupin.

-Ah, suppongo di si, ok...- Lupin, che era seduto di fronte a Malfoy, si sistemò sulla sedia e prese una penna ed un foglio.

-Ti ricordi Sirius Black?-

-Quello morto l'anno scorso?-

-Si, diciamo di si, quello... cugino, se non sbaglio, di tua zia Bellatrix-.

Il ragazzo annuì.

-Allora, ci sono due cose che devi sapere... La prima è che Sirius Black non è morto. La seconda è che sta lavorando per noi da... dall'oltretomba, si può dire?-

-Dilla come vuoi, è là sotto nello sterco che macina per noi- sbottò Tonks.

-Ecco, vedi, lei non ha mai preso bene questa trovata mia e di Sirius...-

-Remus, accidenti, ma guarda Harry! È ancora distrutto... pensa che sia morto, come staresti tu se sapessi che Sirius è morto?-

-Tonks... è stato necessario fare così... altrimenti, non c'erano altri modi!-

-Eh scusate...- li interruppe Draco -Ma... cosa sta facendo Black là... cioè, dov'è che sarebbe poi?-

-Quando ha attraversato un'arco con un velo, nella sala della Morte al Ministero a giugno dell'anno scorso, sarebbe dovuto morire... invece no. Aveva la copertura di alcuni incantesimi fatti da Silente in persona, per poter passare “di là” illeso... deve recuperare suo fratello Regulus.-

-E per fare cosa?- Draco era perplesso: insomma, avevano spedito questo tizio all'inferno per andare a recuperare un mangiamorte che se avesse potuto, l'avrebbe ucciso.

-Beh... Regulus era un mangiamorte, come tu ben sai... ma, vedi, noi abbiamo il sospetto che lui si fosse riconvertito, negli ultimi mesi della sua vita... in seguito ad una scoperta sul Signore Oscuro. Una scoperta che l'avrebbe sul serio sconvolto. Ed è per questa scoperta che Voldemort l'ha fatto uccidere.

Ecco, noi credevamo di aver scoperto di cosa si trattasse... e abbiamo mandato Sirius a riprenderlo, per portare avanti questa sua missione.-

-E... ci è riuscito?- chiese il ragazzo

-Beh, non lo sappiamo ancora!- disse Remus, con una semplicità irritante -Non ci sono molti modi di aver contatti tra il mondo e l'Oltretomba, sai... comunque, stanotte abbiamo avuto la conferma della nostra teoria, grazie a Harry e Ron... ed a Silente ovviamente.-

-E questa teoria quale sarebbe?- chiese Draco, provando una piccola fitta nel sentir pronunciare il nome di Silente con quel velo di rispetto che tutti i suoi gli rendevano.


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Capitolo 6
*** Lupin si sporse verso di lui ***


Lupin si sporse verso di lui



Malocchio si alzò in piedi e controllò con un rapido gesto della bacchetta che tutte le imposte e gli infissi fossero insonorizzati con gli appositi incantesimi: -Tutto ok, spiegagli pure...- disse a Lupin.

Remus si sporse verso Draco, e lo fissò negli occhi: -Ora devi seguirmi molto attentamente, perchè fare questo discorso in un luogo come questo potrebbe non essere prudente. Dunque...- sospirò e si grattò il mento.

-Sedici anni fa, Voldemort uccise i genitori di Harry e cercò di uccidere lui. Come tutti sappiamo, non ci riuscì, e l'Avada Kedavra gli rimbalzò addosso.. ma perchè non morì?-

-Perchè era troppo forte per morire?- suggerì Draco

-Si, si indubbiamente, questa è la risposta che tutti ci siamo dati...- disse sorridendo compiaciuto -Ma non poteva essere perchè magari era troppo debole per morire? Voglio dire... tutti moriremmo con un Anatema che Uccide, lui no, ma chi sarebbe in grado di resistere a una maledizione del genere Draco? Nemmeno il mago più potente.-.

-C'è gente, tra i Mangiamorte, che pensa che lui non sia nemmeno umano...- disse Draco

-Oh, è umano eccome, è umano anche troppo... Ora forse non più, ma ti posso assicurare che lo era. Viveva in un orfanotrofio, andò Silente ad informarlo del fatto che era un mago... anche se lui, ovviamente, se n'era già accorto. Aveva già cominciato a terrorizzare i suoi compagni, stregandoli, facendo loro fare delle cose spaventose. Aveva già della pratica alle spalle, insomma.-.

-... e poi?-

-Il punto è che, seguendo gli studi ad Hogwarts, sviluppò la sua intelligenza in una maniera stupefacente. Era già di suo un ragazzo molto intelligente, e riuscì a guadagnarsi la benevolenza dei professori e, più avanti, la fiducia dei suoi datori di lavoro e dei suoi clienti. Cominciò ad uccidere molto presto e...-

-Ma... scusami... ma come mai ha incominciato ad uccidere? Aveva qualche movente?-

-Prima di tutto, per vendicarsi della sua famiglia, in secondo luogo per procurarsi degli oggetti a lui utili...-

-Utili a cosa?-

-Utili a realizzare il suo sogno: diventare immortale.-.

Draco sgranò gli occhi, anche se non poteva definirsi del tutto sorpreso... prima la pietra filosofale, poi il Diario di Riddle...

-Lui è uno dei pochi... forse l'unico mago ad aver praticato una delle magie più atroci che esistano: ha diviso la sua anima in diverse parti. Ognuna di queste è un Horcrux.-.

Draco diventò leggermente pallido.

-E come...-

-... ha fatto? Te lo spiego subito... per creare un Horcrux bisogna macchiarsi di un'omicidio, e poi riporre la parte dell'anima che con quest'omicidio si è “danneggiata” in un luogo al di fuori del proprio corpo. Questo può essere un'oggetto... un'animale... una persona-.

Un sottile brivido percorse Draco dalla tempia al petto. Questo voleva dire che...

-Ovviamente, il problema nell'uccidere Voldemort consiste proprio in questo: non può morire finchè tutti i pezzi della sua anima non siano stati distrutti. E l'ultimo pezzo risiede nel suo corpo-.

-E quanti ne ha fatti di questi Horcrux?-

-Pensiamo 7... perchè 7 è il numero magico perfetto. Ovviamente non ne siamo sicuri.-.

Si alzò dalla sedia e tirò a sé una pergamena che mostrò a Draco -Tre di questi sono già stati distrutti: uno è il Diario di Riddle, ricordi? Il tuo secondo anno ad Hogwarts...-

-Si, si... mio padre l'aveva fatto finire a scuola...-

-Bene... l'altro è un anello, distrutto l'estate scorsa da Silente, e l'altro...- Lupin indicò il disegno di un medaglione con un'elaborata S d'oro incisa sopra -Il medaglione di Serpeverde. È questo il motivo della morte di Regulus Black. L'ha distrutto lui, dopo aver scoperto degli Horcrux, ed è per questo che noi lo rivogliamo qui: lui sa dove sono tutti gli altri.-.

-E come fate ad essere sicuri che le sue ipotesi siano giuste?-

-Sono giuste. Sennò Voldemort l'avrebbe tenuto in vita ancora un pò, per accertarsi che sapesse sul serio la dislocazione degli altri pezzi di anima.-.

Draco incrociò le mani dietro la nuca e trasse un profondo respiro, dondolandosi sui piedi dietro della sedia: -Uau...-.

-Una ficata eh?- commentò Moody

-Beh... si signore, si direi di si, ha avuto dell'inventiva per lo meno- disse lui spavaldo.

Lupin lo guardò compiaciuto, come si osserva un ragno velenoso in una teca -Allora... sei pronto a scoprire la tua missione?- disse sporgendosi verso di lui.

Tonks soffiò piano.

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Capitolo 7
*** Senza tanti giri di parole ***


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Senza tanti giri di parole


-Chi vuole un po' di wisky Incendiario?- tuonò Moody sciogliendo la riunione.

In breve un piacevole ticchettio di bicchieri e posate invase la cucina, tutti chiacchieravano comodamente, sorridenti, ogni tanto Tonks lanciava occhiate imbronciate a Lupin.

Solo un ragazzo se ne stava zitto, seduto in disparte, scuro in volto.

Draco si sentiva a disagio, non aveva mai pensato di dover compiere sul serio un'altra missione... soprattutto considerando gli esiti di quella precedente.

Si alzò dalla sedia e raggiunse Lupin -Scusa.. posso parlarti?-

-Certo Draco, dimmi pure- bonfichiò l'uomo inghiottendo un pezzo di pancetta.

-Eh, in giardino sarebbe meglio...- disse Draco un po' imbarazzato.

Si sedettero ad un traballante tavolino di plastica, non si vedevano quasi in faccia data l'ora avanzata.

-Allora?- chiese Lupin curioso.

-Beh veramente non è un discorso molto rilevante... cioè, per me lo è, ma potrebbe sembrare che... non so, forse che...-

-Dai, senza tanti giri di parole...-

-Riguarda Ginny.-.

Lupin assunse un'espressione orrendamente investigativa -Oh, interessante......-

-No, ma cos'hai capito... il problema è la Weasley, ma non in quanto... beh, senti... la verità è che non capisco perchè abbiate deciso di mettere anche lei nella mia squadra-.

-La squadra di Kinsley, non la tua, Draco...-

-Si vabbè...-

-Allora...- Lupin accese una candela che fece comparire dal nulla -Devi valutare due cose: la prima è che Ginny non è scema. Si d'accordo, è un tantino...-

-...spastica?-

-Ma no, direi piuttosto...-

-...suscettibile?-

-Beh anche, ma soprattutto...-

-Odiosa?-

-Lo credi davvero? Forse per via di quella famosa fattura Orvocolante..-

-Prova te a beccartene una, poi mi saprai dire...-

-Ascolta Draco, Ginny è un tantino antipatica quando ci si mette... ma ti assicuro che è una ragazza d'oro e in più è molto capace sul piano tecnico-.

Draco si sistemò sulla sedia.

-La seconda cosa che devi valutare è che una donna è sempre utile, in questo tipo di missioni. Oh, tu non sai Molly quanto ha insistito perchè la sua bambina non vi partecipasse...-

-In effetti è molto rischioso-.

-Vedi, doversi recare nella stanza della Morte è già di suo pericoloso... e per giunta difficile. Non dovete essere scoperti, capisci... e poi potreste aver bisogno di diverse visite, per capire da vicino come funziona quell'arco e recuperare Regulus e Sirius. Di conseguenza avrete bisogno di persone capaci, quali tu, Kingsley e Ginny, e in secondo luogo, una donna è meno sospettabile-.

-Ma faceva sul serio Moody quando parlava di tre-quattro mesi?-

-Se siete veloci sì...-

Draco strabuzzò gli occhi -Quattro mesi?? Ma quanto pensa che ci vorrà per capire come funziona uno straccio attaccato a quattro pietre?-

-Ah, Draco Draco... vedi, è anche a questo che servono le donne... a metterci un po' di sale in zucca... noi uomini vogliamo sempre fare tutto in fretta. Vedi, per questa missione ci vorrà tempo, ma soprattutto calma e, Draco spero tu tenga a mente questo, serve la Testa. Quell'arco molto probabilmente è un passaggio tra il mondo e l'Oltretomba. Non sono cose da andarci giù pesante.-.

Draco sospirò rassegnato -D'accordo-.

-E poi... dai, Ginny è anche carina- ammiccò Lupin, spegnendo la candela.

-Bah... se lo dici tu...-. Ma la candela era spenta, e il Licantropo non potè accorgersi che il ragazzo era arrossito.

-Comunque, Draco... lei arriva domani-.

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Capitolo 8
*** Nel Capanno ***


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Nel capanno



-Draco!!-

-Hmmm...-

TUMP TUMP TUMP

-Colazione!!-


Dieci minuti più tardi il ragazzo scendeva malvolentieri le scale traballanti che dalle camere conducevano alla cucina della tana.

Sapeva di burro fuso, cornetti e pancetta.

Un piacevole chiacchierio arrivava dalla stanza.

-Buongiorno.- esordì il ragazzo, ma si bloccò subito, incrociando lo sguardo della piccola Weasley.

-Ciao...-

-... Malfoy...- rispose lei vaga.

C'erano solo Tonks, Remus e Molly, oltre a loro due.

-Buongiorno eh!- lo salutò Lupin, rompendo lo strato di ghiaccio che stava per instaurarsi tra i due.

-Dai siediti, che tra poco arriva Kingsley e... non c'è tempo da perdere-.

Fece colazione in silenzio, in fretta. Strano, non sapeva cosa si doveva essere aspettato, ma la Weasley così glaciale non se l'era aspettata di certo.

Si magari lei non era in grado di prenderlo come tutti gli altri... era strano che quelli dell'ordine l'avessero accolto quasi come uno di loro.

Una mezz'ora più tardi arrivò Kingsley. Portò lui e la Weasley nel capanno del cortile, e lo chiuse con la bacchetta.

-Allora ragazzi... vi conoscete già voi no?- esordì l'uomo. Draco e Ginny si guardarono in cagnesco, dopo di chè lei accennò un -Si, per forza- e Draco annuì sinteticamente.

-Beh cos'è tutta questa scocciatura?? Siamo qui per lavorare, mica per mandarci le maledizioni sottobanco...- disse l'uomo, e forse fu questo a dare il via alla tirata della Weasley: -Forse è un problema mio, ma io non capisco perchè lui debba starsene qui come uno di noi- sibilò.

-Ma Ginny, lui è uno di...-

-Un accidenti uno di noi... ma siete diventati deficienti? È un Malfoy! Chi vi dice che Silente abbia fatto tutto giusto, magari si è sbagliato e noi siamo qui adesso con questo qua al Quartier Generale!-.

Kingsley non sapeva che dire, ma la faccia più ovvia era quella di Draco: si alzò in piedi guardandola con insolenza -E chi ti dice che Silente abbia sbagliato? Cioè, credi che io mi diverta a star qui?-

-Beh sempre meglio che star là fuori a prendere ordini da un assassino no?-

-Non è questo il punto! Io non voglio fare la vittima, ma...-

-Figurati! Se facessi la vittima sarebbe il colmo! Harry è quasi morto per colpa tua, e Silente invece... ah, ma lascia perdere, tanto qui hai la redenzione dei tuoi peccati no?-

-Ginny, adesso basta...- le intimò Kinsley

-E invece no! Cazzo, lo tenete qui come se fosse... come se fosse normale! Come se non fosse il nipote della donna che ha ucciso Sirius! Come se non contasse nulla il fatto che mandando un veleno a scuola ha rischiato di uccidere Ron!-

-Ginny...-

-No, aspetta- disse Draco -Quello che ha detto è vero. Io me ne vado-.

Ginny non lo guardò.

-No che non te ne vai- disse Kinsley prendendolo per una spalla.

-Ah e perchè no?-

-Perchè appena esci da qui quelli là fuori ti fanno secco. Ti identificherebbero immediatamente.-

-Ma cosa importa, tanto secondo la cara Ginny sono una loro spia, non mi ucciderebbero mai...-

-Sai- sibilò la ragazza -Non ti immaginavo così doppio. Sai benissimo che non possiamo fare a meno di te per questa missione, tu sai come entrare nell'ufficio misteri-.

Draco sorrise ironicamente -Si, infatti se non vi servissi non ci mettereste un secondo a sbattermi fuori di qui-, e uscì dalla porta con un colpo di bacchetta.

-Draco aspetta!-

-No, scusami Kingsley... ho bisogno di stare un po' da solo...- poi guardò Ginny -Sai, per perfezionare i piani per spiarvi- disse, e se ne andò.

Ginny guardò Kingsley con la coda dell'occhio.

-Aaah... bel lavoro- dichiarò lui.

-Ma insomma! Cosa devo fare, far finta di essere amici? Ci ha sempre presi per il culo a scuola, mi dava della troia e della stracciona... e poi dai, dimmi che tu sei d'accordo che stia qui...- disse Ginny sulla difensiva.

-Silente ci ha esplicitamente ordinato di tenerlo con noi... purtroppo non ha fatto tempo a spiegarci perchè ma noi tutti ci fidiamo di lui... e dobbiamo fidarci anche di Draco-

-Ma...-

-Ginny tu non hai idea di cos'abbia passato quel ragazzo in questi mesi... tu che sei sempre vissuta in una famiglia dove ti volevano bene non immagini neppure cosa volesse dire per lui essere un Malfoy. Poi quando è stato abbastanza grande l'hanno fatto andare al servizio di Voldemort, per rimpiazzare quel rifiuto umano di suo padre... non è tutto rose e fiori come credi-.

Ginny distolse lo sguardo -La cosa che mi da fastidio è che...- ci pensò un attimo -Lui non ha mai fatto nulla per farsi aiutare, capisci?-

-Mettiti al suo posto per un istante... tu saresti davvero andata da Silente a dirgli tutto? Se l'avessero scoperto i Mangiamorte, suo padre e sua madre sarebbero stati uccisi senza tanti ripensamenti... e lui pure, con ogni probabilità.-.

La ragazza si alzò in piedi -Bè... vado in camera, tanto per stamattina non penso ci sarà altro da fare-.

Kingsley la guardò allontanarsi. Era stato stupido e precipitoso. Ma d'altronde forse era stato un bene farli scontrare subito. Probabilmente si sarebbero chiariti presto. Erano ragazzi, per loro nulla era impegnativo, per loro tutto era solo una questione di orgoglio.

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