Street of No Return di lady black (/viewuser.php?uid=13461)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Non voltarti indietro ***
Capitolo 3: *** Il quartier generale dell'Ordine della Fenice ***
Capitolo 4: *** Quattro chiacchere col Licantropo ***
Capitolo 5: *** Ti ricordi di Sirius Black? ***
Capitolo 6: *** Lupin si sporse verso di lui ***
Capitolo 7: *** Senza tanti giri di parole ***
Capitolo 8: *** Nel Capanno ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
La strada del Non Ritorno
Occhi grigi.
Occhi che vedono.
Purtroppo.
Non avrei mai pensato di arrivare a tanto.
Ho solo un pezzo di legno tra le mani.
Lo stringo, l'osservo.
La morte racchiusa in una bacchetta.
E nella mia voce.
L'aria è afosa, ma sembrano coltelli che scendono
giù in gola.
Troverò una strada un giorno.
La strada per il Non Ritorno.
E nessuno più mi vedrà.
Mai più vedranno questo codardo che trema con una
bacchetta in mano,
di fronte a un vecchio accasciato a terra,
che gli offre protezione.
Morirà.
Se non per mano mia per quella di quell'altro.
Quegli occhi azzurri, che non vedono ma
osservano.
Così diversi dai miei.
Occhi che credono in
qualcosa.
Io che ormai non credo più in
niente.
Io che provo invidia per
questo vecchio,
che tutti ricorderanno come
rispettabile e giusto, un po' scomodo forse.
Lui se ne va stanotte.
Mentre è stanotte che inizia
la mia agonia.
Il seguente capitolo, “Non
voltarti indietro”, l'avevo già postato come storia One-shoot, ma ho deciso di
inserirlo come primo capitolo di questa storia in seguito ad una
“ILLUMINAZIONE”.
Baci
Lady
Black
|
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Capitolo 2 *** Non voltarti indietro ***
Non voltarti
indietro
Crack.
...
Crack.
...
Buio.
I lampioni della
strada costeggiata da villette borghesi non illuminavano il punto nel quale si
erano appena materializzate due figure.
L'una era alta,
esile, con un mantello slambricciato appoggiato sulle spalle
gracili.
L'altra era più
bassa, senza mantello, ricurva nel tentare di riprender
fiato.
-Lui dov'è?- chiese la figura più bassa, con un tono
fermo, si sarebbe quasi detto forzatamente
responsabile.
-Lui... lui non è
qui.- rispose l'altro.
-Come non è qui?
Come può essere?-
L'uomo più alto
si mise in testa il cappuccio del mantello e sussurrò all'altro di
seguirlo.
-Dove.. dove mi
sta...-
-Non ti ho
portato da lui, Draco.- disse l'uomo con fare deciso, continuando a camminare
nella strada semi buia.
-Mi scusi.. ma
dov'è che stiamo andando?-
Nessuna
risposta.
-Professore...
dove mi sta portando?- chiese il ragazzo, ma questa volta nella sua voce vi era
un che di smarrimento, paura.
-Ogni cosa a suo
tempo, aspetta. Non posso dirti nulla per ora.-
-Ma...-
-Draco, ora fa
silenzio per favore-. Non ammetteva repliche.
Le scarpe
dell'uomo producevano un ticchettio cupo sull'asfalto della viuzza, non si
muoveva una foglia. Il caldo di giugno pareva aver ceduto il posto ad una di
quelle serate di tardo autunno, spoglie di tutto ciò che richiamava vita,
freschezza, serenità.
Draco camminava a
due metri dall'uomo, il capo chino, lo sguardo vacuo.
Gli tremavano
ancora le mani.
Sentiva una
specie di vuoto impadronirsi di lui, a partire dal
ventre.
Non aveva
paura.
Era
terrorizzato.
Dove stavano
andando?
E se Lord
Voldemort avesse mandato loro solo un piccolo gruppo di seguaci, allo scopo di
uccidere lui, Draco? Magari per dimostrare a suo padre, Lucius, che l'Oscuro
Signore esige un prezzo, sempre?
Non
sapeva...
Piton aveva
tenuto fede al voto infrangibile, e lui non aveva avuto la
possibilità...
No, non aveva avuto la forza di uccidere
Silente.
Non ce l'aveva
fatta, aveva fallito.
Era stato tutto
progettato fin dall'inizio?
L'Oscuro sapeva
fin dal principio che lui non avrebbe mai avuto il sangue freddo per macchiarsi
del sangue dell'uomo che...
Che....?
Chi era
Silente?
Solo un mago...
Solo un uomo...
No, non era vero
neppure quello.
In cuor suo
Draco, una notte, si era addirittura alzato dal letto con l'intenzione di farla
finita, di andare da Silente e raccontargli tutto.
Per
salvarsi.
Per
redimersi.
Per scappare via
da quella gabbia nella quale l'avevano rinchiuso a causa di suo padre: un
mangiamorte.
Silente era un
uomo giusto, una persona leale e fiduciosa negli altri... e voleva bene ai suoi
studenti.
Lui aveva tentato
di salvarlo, gli aveva offerto una via di riscatto, lassù nella torre di
astronomia.
Ma poi.... le
cose erano andate come dovevano andare.
Il sacrificio di
un giusto... a cos'avrebbe portato?
I pensieri del
ragazzo furono interrotti.
Davanti a lui
l'uomo si fermò di colpo.
-Siamo arrivati-
disse.
-Dove
siamo?-
L'incappucciato
si voltò e, toltosi il mantello, lo porse a Draco.
Gli mise le mani
sulle spalle, guardandolo senza batter ciglio.
-Ti ho portato al
Quartier Generale dell'Ordine della Fenice- disse
l'uomo.
Le pupille del
ragazzo si dilatarono all'improvviso.
L'Ordine della
Fenice?
Ma...
Voleva che
l'uccidessero?
Draco si ritrasse
con uno sguardo impaurito, sinceramente scioccato.
-No..- fu l'unica
cosa che fuoriuscì dalle sue labbra secche.
-Draco,
ascoltami...-
-LEI STA CON LORO- sussurrò lui in un sibilo di
sdegno.
-Ehi- disse lui
afferrandolo fermamente per le spalle -Si, sto con loro Draco. Sono sempre stato
con loro... sono una loro spia e...-
-La smetta- disse
lui con tono fermo, mentre un barlume di consapevolezza si impossessava di
lui.
-No Draco, devi
ascoltarmi: sono un membro dell'Ordine. Il mio compito è stato quello di
portarti da loro una volta uscito dai cancelli della scuola, e
poi...-
-E poi mi
uccideranno, vero?-
...
-È così allora?-
chiese lui. Non un fremito nella sua voce fredda,
distaccata.
-No Draco! Lascia
che ti spieghi.-
-Beh mi pare non
ci sia niente da spiegare...-
L'uomo lo
strattonò per le spalle ancora una volta.
-Vuoi ascoltarmi
per solo cinque secondi?-
Il ragazzo annuì
impercettibilmente.
-Ti ho portato
qui perchè è questo il tuo posto ora. Hai sopportato troppo, sei stato tirato in
mezzo a molte cose anche se nessuna di queste era alla tua portata: sei troppo
giovane, non è giusto. Draco, devi rimanere qui. Nessuno ti farà del
male.-
-E se tornassi
indietro? Da mia madre, dagli altri?- chiese lui guardandolo dritto negli
occhi.
Ora però fu la
volta dell'uomo ad abbassare lo sguardo.
-Mi...- tentò il
ragazzo, ma quando il professore alzò gli occhi lui
capì.
-Sono spacciato,
eh?-
Annuì.
-Devi rimanere
con l'Ordine per ora. Non puoi più tornare.-
-E
lei?-
-Non sono cose
che ti riguardano.- disse lui, tirando fuori dalla tasca un foglietto di
carta.
-Ma...-
-Niente ma,
mettiti il mantello, qualcuno potrebbe riconoscerti- disse lui posandogli il
mantello sulle spalle e dandogli il pezzo di carta
-Leggi e impara a
memoria-.
Il ragazzo
lesse:
Il Quartier Generale dell'Ordine
della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place,
Londra.
-Ripeti
mentalmente la frase- disse l'uomo sfilandogli la pergamena dalle dita e
rimettendosela in tasca.
Appena il ragazzo
ripercorse le parole lette nel foglio comparve davanti a lui una porta di legno,
abbastanza squallida, e sopra lo stipite vi era inciso il numero
dodici.
-Questo
sarebbe...-
-Si, è questo.
Bussa, non suonare il campanello, nell'entrata c'è un quadro che
urla.-
...
Silenzio.
-Hai qualche
domanda da pormi?- chiese l'incappucciato.
Draco si voltò
verso la porta del Quartier Generale in modo che il professore non potesse
vederlo in viso.
-Rivedrò mai mia
madre?-
L'uomo sospirò
profondamente.
-Sinceramente non
lo so. Il piano comprende anche lei, ma se ci scoprissero non so assicurarti
niente. Stiamo facendo il possibile.-
-Ma... e lei,
signore? Voldemort chiederà di me quando lei sarà al suo
cospetto...-
Il professore si
passò una mano sul viso con fare stanco.
-Non preoccuparti
per me, abbiamo già le carte pronte.-
-Ma se dovessero
scoprirla... per lei sarebbe finita e...-
-Draco...- l'uomo
gli si avvicinò e lo guardò negli occhi.
-Quando
attraverserai quella soglia, perderai qualsiasi contatto con ciò che hai vissuto
fino ad ora. Probabilmente non avrai modo di rivedere le persone
care...-
-Io non ho
persone care là...-
-... Comunque
dovrai voltare completamente pagina. Questa è una guerra, e in guerra non sempre
le cose vanno come dovrebbero andare. Ho solo una cosa da raccomandarti...-
L'uomo si sporse fino ad essere vicinissimo al suo
orecchio.
-Non voltarti
indietro-
...
Draco abbassò lo
sguardo.
-Non lo farò,
signore.-
-Molto bene,
molto bene. Mettiti il mantello...-
Il ragazzo
indossò il mantello.
Ma quando tornò a
guardare nella direzione dove un attimo prima c'era il suo professore, non vide
più nessuno.
Chiuse gli
occhi.
Si passò una mano
tra i capelli.
Beh, gli addii
non erano mai stati il suo forte. Era inutile prendersi in giro. Sapeva quanto
esigue fossero le possibilità che l'uomo se la cavasse. Doveva assolvere il suo
compito.
Riaprì gli
occhi.
Si avvicinò alla
porta, e con le nocche battè sul legno il ritmo del suo
destino.
Toc-toc-toc...
|
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Capitolo 3 *** Il quartier generale dell'Ordine della Fenice ***
Il Quartier
Generale dell'Ordine della
Fenice
La porta si aprì con un sommesso
cigolio.
Era semibuio dentro.
Il ragazzo mosse qualche passo verso
l'uscio, quando una mano piccola ma lesta l'afferrò per il colletto e lo
trascinò dentro, richiudendo immediatamente la porta.
-Ma che cos...-
-Shhh!- sibilò la voce -Vieni, non
bisogna stare in entrata-. Era una voce di donna.
Seguì la sagoma scura in una stanza
illuminata da una candela ormai quasi consumata. L'odore di muffa lo nauseava,
sembrava non abitare nessuno da anni in quel posto.
Alzò gli occhi proprio mentre la donna
si girava.
Trattenne il respiro alzando le
sopracciglia: -Ma io ti ho già vista- commentò, guardando i corti capelli color
topo e la faccia a cuore.
La donna sorrise appena -Beh, mi fa
piacere- disse in tono sbrigativo – Vuoi qualcosa di caldo? Un tè o un...-
-No-
La donna si soffermò con aria
indagatrice sul volto del ragazzo: -No, grazie, si dice-.
Malfoy ebbe
l'imbarazzante sensazione di arrossire, ma rispose che no, grazie, aveva caldo.
-Allora togliti
quel mantello... su, dammi- disse lei, sfilandogli il mantello dalle mani con un
gesto della bacchetta e appendendolo ad un trespolo dove forse un tempo si
appoggiava un gufo.
Era terribilmente
caldo, eppure Malfoy sentiva distintamente un sottile gelo intercorrere tra lui
e la donna, quasi un muto dissenso.
E lui poteva anche
capirla, d'altronde.
Aveva cercato di
uccidere Silente, li aveva messi in pericolo tutti facendo entrare i Mangiamorte
a Hogwarts. Ed ora se ne stava lì, al Quartier Generale dell'Ordine della
Fenice, seduto su una poltrona a fissare qua e là.
Osservò meglio la
donna, mentre lei era intenta a preparare un'enorme teiera sul fuoco. Ma perchè?
Sarebbero arrivate altre persone? Bah.
Aveva i capelli
così sgualciti che sembrava una di quelle vecchie babbane che si fanno la tinta
in casa per risparmiarsi la seccatura di andare dalla parrucchista. O
parrucchiera, come diavolo si chiamavano.
Il viso era a forma
di cuore, qualche giovane ruga solcava la sottile pelle vicino agli occhi.
Non sembrava aver
più di trent'anni, ma quell'aria trasandata gliene aggiungeva cinque o sei.
L'aveva già vista,
quando l'anno precedente aveva accompagnato Potter oltre il binario 9 3/4
assieme ad altri... probabilmente anche loro dell'Ordine. Teneva
affettuosamente per un braccio quel licantropo, Lupin... anche lui aveva lo
stesso aspetto trasandato e malcurato.
Ora che ci pensava,
all'epoca quella donna era veramente carina: capelli rosa cicca, vestiti
stravaganti, due occhi svegli.
Cosa poteva esserle
successo?
All'improvviso
Malfoy inarcò le sopracciglia: ma non...
-Ehi, mi hai
sentita?-
-C-cosa?- scosse la
testa in un modo probabilmente idiota. Gli stava parlando da dieci minuti e lui
non aveva ascoltato una parola.
-Sentimi bene,
Draco...- disse lei avvicinandosi con aria scocciata -Non sei esattamente
autorizzato a cadere dalle nuvole... quindi, se non ti dispiace, vorrei che tu
mi ascoltassi.-
-Io... ah, si,
si....-
Lei alzò gli occhi
al cielo -Ah, dunque... tra qualche minuto arriveranno altri membri
dell'Ordine della Fenice. Ti rimetteremo apposto, tu devi solo farci il piacere
di essere... ehm... collaborativo. Intesi?-
Malfoy annuì,
guardando da un'altra parte.
-Ti stiamo salvando
il culo, lo capisci questo, no?-
Stava per diventare
rosso.
-Quindi tutto ok.
Non ti chiedo di essere carino o gentile, ma per lo meno- e gli prese con una
mano il mento facendogli volgere il viso verso di lei -Smettila di guardare da
un'altra parte quando la gente ti guarda, ok? È frustrante, te l'assicuro.-.
Malfoy la fulminò
-Si, signora-.
Lei parve
addolcirsi appena, sorridendo -Mi chiamo Tonks, piacere- disse dandogli un
buffetto di scherno sulla guancia.
Sculettò
scherzosamente fino al fornello -Lo vuoi un po' di tè adesso?-.
-Si, grazie...-
mormorò lui, massaggiandosi cauto la guancia.
Aveva appena
tentato di sorseggiare il tè bollente quando se ne versò metà sui jeans:
dall'entrata della casa si levò un'ululato lacerante, una donna strillò isterica
appena il rumore del portone che si apriva raggiunse le sue orecchie.
-TUUUUUUUUUUUUUUUU!!!! LURIDA!!!
ESCI DI QUI!! SQUATTRINATA! SGUALDRINA!! E PORTATI VIA QUESTO PEL DI CAROTA!!!!
CHI??? CHI OSA ENTRARE QUI DENTRO!!!! LA MIA CASAAAAAAAAAA!!!!!!! Togli le tue
sudicie manacce da me!! VIA, VIA!!!!!!!!! Dov'è, DOVE!!! DOVE SI TROVA QUEL
TRADITORE DI MIO FIGLIOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! No! No, togli, togliti!
Nooooooo!- e poi tacque.
-Oh non farci
caso... è il ritratto della signora Black... è un po' irritabile, sai, le
vecchie...- ironizzò Tonks. Malfoy si asciugò i jeans con un colpo di bacchetta
mentre la donna andava in entrata ad accogliere chiunque fosse entrato.
-Oh, si si, è già
qui Molly... ecco, mettete tutto qui, e venite di là... si, pensavo anch'io...
magari dopo però, non posso farlo io!-.
Tonks rientrò nella
cucina, seguita da quelli che Malfoy riconobbe come i genitori di Weasley, un
mago alto e nero, Malocchio Moody e Lupin.
Si sentì
spiacevolmente piccolo, seduto su quella poltrona, con lo sguardo di tutti
puntato su di lui. Si creò un imbarazzante silenzio, rotto dal mago nero, che si
sporse verso di lui porgendogli la mano -Ciao, mi chiamo Kingsley Sackelbolt-, e
Draco istintivamente gliela strinse.
-Per noi non c'è
bisogno di presentazioni, vero?- disse con tono piatto la signora Weasley, -Io
sono Molly, lui è Arthur, poi il professor Lupin, e ovviamente Alastor
Moody.-.
-Salve...- balbettò
il ragazzo, odiandosi subito dopo per quel tono da ragazzina eccitata.
-Beh... tazza di
tè?- propose Tonks, distendendosi un pò. “Ma sta qua dovrà andare in cesso ogni
due minuti, sempre con questo tè, tè, sempre tè...” pensò il biondino.
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Capitolo 4 *** Quattro chiacchere col Licantropo ***
Quattro chiacchere col
Licantropo
Dopo una ventina di
minuti fatti di frasi occasionali poste per pura cortesia, del tipo ”So che
dev'essere difficile per te, ragazzo” o “Non ti devi sentire in colpa, d'altra
parte sei stato usato per... bla, bla, bla”, Lupin si decise a raggiungere il
nocciolo del discorso.
-Va bene, ora
senti... la cosa essenziale è questa: non voglio farti fare la figura della
vittima, ma la tua sfortuna è stata quella di essere stato incastrato in
qualcosa che è più grande di te. Non sappiamo se questo fosse il preciso disegno
di Voldemort, ma questa sistemazione è l'unica che può garantirti... ecco, come
dire...-
-Di non rimetterci
le penne, insomma...- disse il ragazzo a bassa voce.
-Si, si può dire
che sia così. Non vorrei che tu pensassi di essere obbligato a restare qui,
ma... è l'unico modo di tenerti al sicuro. Tu non hai colpe...-
-A parte il fatto
di aver fatto entrare una ventina di mangiamorte a Hogwarts...-
-Questo è vero, ma
non potevi fare diversamente!- sbottò Moody, sistemandosi sulla sedia -Tu hai
avuto del fegato ragazzo... del fegato da bastardo, ma questo solo perchè non
capivi fino infondo la situazione-.
-Il ragazzo la
capisce eccome la situazione... solo che non pensava che Silente gli avrebbe
dato la sua protezione, per questo ha agito così- intervenne Kingsley.
-Oh su,
smettetela... è andata così e basta, non serve a nulla farsi queste seghe
mentali. Ognuno di noi se la sarebbe fatta sotto, sapendo di dover uccidere uno
come Silente... sotto la minaccia di Voldemort poi...- lo difese la signora
Weasley, che poi si alzò: -Arthur, noi dobbiamo tornare ad Hogwarts, tra poco
sarà mattina...-.
Arthur parve
svegliarsi da una sorta di trans: era stato sempre muto, con lo sguardo fisso
contro il muro dietro la sedia di Draco -Certo, si...- trasse un profondo
respiro -Si, Bill...-
-Come sta il
ragazzo, Arthur?- chiese Kingsley.
L'uomo si incupì, e
parlò Molly -Beh, madama Chips dice che si rimetterà entro un paio di giorni, ma
potrebbe presentare danni permanenti... perchè anche se quel folle non era
trasformato... oh...- la donna singhiozzò su un fazzoletto allungatole da
Tonks.
Quando i Weasley se
ne furono andati, Moody si scagliò in una tirata contro Greyback che sembrava
non finire più. Assassino, cannibale, corrotto, bestia, animale... e ciò che
faceva rabbrividire Draco, era che era tutto vero... unico a contestarlo era,
ovviamente, Lupin. Sosteneva che dal momento che un individuo del genere si
alleava a Voldemort, poteva fare anche di peggio.
Non l'avesse mai
detto, che Tonks lo guardò con fare assassino -E tu... tu lo difendi! Ma ti
rendi conto?-
Lupin rise -Oh,
Tonks, solo perchè da piccola avevi una cotta per Bill non significa che tu
debba scannarti ogni volta che...-
-grrrrr........-
ringhiò piano lei.
-Non scaldarti,
rischi di far diventare colorati i tuoi capelli...- l'avvertì lui
-Senti, razza di
stronzo, non capisco perchè ti ostini a tirar fuori i miei ex di
continuo...-
-Io un'idea ce
l'avrei...- ipotizzò ironico Moody
-Zitto Alastor!-
tuonò lei
-Beh, se lui non ha
le palle per ammettere che infondo...-
-Zitto
Alastor!!- lo interruppe Lupin
-Oh no, è questa la
verità Remus... qui si tratta di PALLE, non di ex...- sbottò lei, con gli
occhi improvvisamente lucidi.
-HEM!- Intervenne
Kingsley dopo una fugace e significativa eloquentissima occhiata prima a Draco e
poi a Moody, -Io credo sia meglio andare tutti a letto, per queste poche ore che
ci restano...- disse, con un tono volutamente alto.
Tonks voltò le
spalle a Lupin, e, sempre sculettando aprì bocca (e Draco pensò “Chi vuole del
tèèèèèè????????”) e disse -Si, vado a letto. Draco, ti mostro la tua camera-, ed
uscì a grandi passi dalla cucina.
Finchè salivano le
altissime scale pericolanti, il ragazzo giurò di sentirla tirare su col naso...
che stupida, per due battute mettersi a farla così tragica...
Tonks gli dette la
camera della piccola Weasley, e sparì su per una scala a chiocciola in fondo al
corridoio.
Toc-toc...
-Hmmm...- mugugnò
Draco. Non aveva chiuso occhio, ma gli venne una mezza sincope.
Toc-toc...
-Si!- sbottò il
ragazzo. Vide una sagoma scura entrare dalla porta, ed istintivamente chiuse la
mano attorno alla bacchetta che teneva sotto il cuscino.
-Sono Remus...
posso?-
-Oh... si, si venga
pure...-.
Lupin accese la
luce e si sedette sul letto di Draco, soffermandosi a guardarlo con aria
indagatrice.
Dopo un minuto
buono, il ragazzo disse -...beh?-.
-Ah, già...
scusami. Volevo solo fare quattro chiacchere, se non ti dispiace...-
-Niente affatto,
non riesco a dormire- rispose Malfoy. Lupin sorrise -Dubito che qualcuno di noi
riuscirebbe a dormire, stanotte.-, ma poi parve rattristarsi -So che non avresti
avuto la forza di uccidere Silente.-.
-Io...- Draco si
sentì profondamente imbarazzato, si sentiva nudo, davanti a quel volto rigato di
vecchiaia prematura.
-Non devi
giustificarti, sai. Non ti giudico affatto, anche se non ti riesco a vedere come
un assassino mancato. Credimi, Voldemort sapeva che non ce l'avresti
fatta..-
-E allora perchè
darmi quel compito?-
-Ah, non lo so...
forse per vantare dei diritti sulla tua vita o... su quella dei tuoi genitori...
non ne ho idea. Comunque, sappi che per me qui sei il benvenuto. Non nego di non
essere stato uno dei più favorevoli a proteggerti, ma... vedendoti qui, stasera,
mi sono reso conto che hai solo bisogno di essere dalla parte giusta.-.
-Io veramente non
capisco perchè abbiate voluto farmi passare dalla vostra parte... voglio dire,
portarmi qui, al vostro Quartier Generale... Mi cercheranno, no?-
-Oh, no che non ti
cercheranno. Per il Signore Oscuro vali meno di zero, non ti ha dato
informazioni su di loro, perchè, appunto, prevedeva che avresti potuto cadere
nel tuo intento.-.
-Si, ma allora...
perchè mi ha dato un compito così essenziale?-
-Beh, forse voleva
indurre Severus a stringere il Voto Infrangibile con tua madre...-
Draco sgranò gli
occhi: -Piton ha stretto il ... no, davvero?-
-Già...- l'uomo
sospirò -Ma sapeva che non ci avrebbe lasciato le penne, evidentemente-.
Il ragazzo
s'incupì. Dunque tutti avevano finto di fidarsi di lui, in quei mesi, ma avevano
adottato una serie di misure per riparare al danno che avrebbe fatto... prima
ancora che lo commettesse!
-Beh, io ora
vado...- disse Lupin -Devo andare da Tonks...-
-L'ha fatta
incazzare prima eh?-
-Diciamo che sono
stato un po' ruvido...- sentenziò lui, passandosi una mano tra i capelli ed
alzandosi in piedi -Tu cerca di dormire almeno un pò... domani ti illustreremo i
nuovi piani, alla luce dei recenti sviluppi...-
-Buonanotte
professore...-
-Oh, dai accidenti,
dammi del tu e chiamami Remus... mi fai sentire un vecchio...-
-D'accordo...
buonanotte-.
La luce si spense.
Il ragazzo sospirò nel buio. Ancora una volta, era Silente a suscitargli i
maggiori dubbi: perchè non l'aveva fatto rapire subito, sapendo che stava
facendo qualcosa di grave? E Voldemort, perchè l'aveva messo a fare il
pagliaccio di una missione che non avrebbe mai portato al completo? Voleva
vantare potere sulla sua vita? Ma lui era un ragazzino, di che utilità potrebbe
essere stato mai?
Si rigirò tra le
lenzuola tiepide, e sospirò di nuovo. Chiuse gli occhi, e si
addormentò.
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Capitolo 5 *** Ti ricordi di Sirius Black? ***
sirius
Ti ricordi di Sirius Black?
-Bravo, bravo Draco...- sghignazzò
la voce.
-Ma...-
-Se vuoi che mi uccida... ci
rimetterai la pelle anche tu...-
-N-no! Smettila!-
-Si, Draco...-
-Lasciami!-
-Oh, non essere così tragico..
meglio una maledizione da lui che non da me...-
-No! Non mi può uccidere...-
-Draco.... l'ingenuità...-
-Draco...-
-Noooo! Lasciami!
Lascia che...-
-Draco,
alzati!-
-Lasciami!!! No,
no, la... ... oh, ma che cazz...-.
Remus Lupin sorrise
-Brutto sogno suppongo...-
-Io... profess...
cioè, Remus... si non ti avevo riconosciuto...-
-Beh, buongiorno
Draco.-.
Il ragazzo si alzò
dal letto e fece per chiedere dove fosse il bagno, ma l'uomo lo precedette -Non
sprecarti a cercare un bagno qui... adesso ti vesti, poi ci dobbiamo
smaterializzare-
-Come... per
dove?-
-Al Quartier
Generale-
-Ma credevo che
questo fosse...-
-Oh, dai non
fingere di essere così svampito... stanotte ti hanno cercato tutti i mangiamorte
in circolazione, dovevamo nasconderti qui. Il vero Quartier Generale è alla
Tana... sai, la...-
-Casa dei
Weasley?-
-Esattamente.-.
Crack.
Crack.
Un profumo quasi
nauseante di caffè investì Draco Malfoy, che si ritrovò in una luminosa cucina
di legno, non molto grande, ma dall'aria accogliente. E là ai fornelli, scorse
subito (Chissà perchè...) Tonks.
Ma coi capelli
fuxia.
La donna si girò
con un sorriso spavaldo verso i due: -Volete del...- “Tè??? Noooo...” pensò
Draco straziato, -...caffè? O latte? Malocchio è riuscito a procurare dei
cornetti caldi, non chiedetemi come... accomodatevi no?- e, vedendo Draco che si
stava ancora guardando in giro, disse -Oh, Remus, fallo accomodare, no? Ha uno
sguardo da trota che fa pena...-.
-Ah? Cosa?-
balbettò Malfoy quando si accorse che si stava parlando di lui.
Si levò il mantello
e si sedette ad una tavola lunga e apparecchiata con due tazze, cucchiaini,
marmellata di fragole, i famosi cornetti caldi e pane tostato imburrato.
Si accorse
all'improvviso di quanta fame avesse, e si avventò sui cornetti che sapevano di
vaniglia e burro fuso, appena fatti, era vero...
-Dormito bene?-
chiese Tonks al ragazzo
-Mhh...-
-Era comodo il
letto? Avevi freddo?-
-Hhmm...-
-Beh, non era il
massimo, ma... a proposito, c'è sempre un gufo che ogni tanto si schianta
addosso alla finestra di quella camera, tu lo sentivi?-
-Mmm... sempfra
dno...-
-Tonks, lascialo
mangiare no?- ridacchiò Remus, inzuppando un cornetto nel caffè.
-Oh... scusami...-
disse lei, e Draco le sorrise facendosi colare un po' di marmellata dall'angolo
destro della bocca.
Mezz'ora dopo,
Charlie Weasley era tornato da Hogwarts assieme al signore e alla signora
Weasley, e sedeva al tavolo della cucina con Kingsley, Malocchio, Tonks e
Draco.
Kingsley stava
srotolando delle pergamene con mappe, altre che aveva in mano Moody erano
scritte fitte fitte, e venivano esaminate dal suo occhio magico.
Bill si era
svegliato, aveva subito chiesto una bistecca molto al sangue. “Beh, almeno
mangia, no?” era stato il commento burbero di Malocchio Moody.
Si trovavano lì,
aveva spiegato Remus a Draco, per dargli una visione pressochè completa del
lavoro che stava facendo l'Ordine contro Voldemort.
-Dunque, le
questioni oggi sono due...- ringhiò Moody, -Spiegare tutta la parte tecnica al
ragazzo, e decidere se continuare le missioni-.
Draco notò che alla
parola “missioni” Tonks rabbrividì e le si contrasse un muscolo della mascella.
Quella ragazza era strana... o forse aveva delle turbe psichiche causate dallo
stress.
-Per le missioni io
proporrei di...-
-Remus...- sibilò
minacciosa la donna -Direi che prima sarebbe meglio spiegare a Draco quello che
vogliamo fare, e poi possiamo discuterne-. L'uomo si fece piccolo piccolo,
guardando da qualsiasi parte tranne che il viso di lei.
-Oh ooh... sono
sviluppi questi?- sentì sibilare Charlie a Kinsley, ma prima che questo potesse
rispondere con tono compiaciuto, Moody disse -Dunque, Draco, quello lì che fa i
tramacci a bassa voce è Charlie Weasley, vi sarete visti qualche volta...-
-No, quasi mai a
dire il vero...- rispose Charlie, ravviandosi una ciocca di capelli fulvi lunghi
appena sopra la spalla dietro l'orecchio, sorrise -Ma hai la faccia di uno
sveglio, a differenza di quello che dicevano i miei fratelli...-
-Sei il solito
maleducato! Cosa ti avevamo detto io e tuo padre?- sbottò Molly rifilandogli una
scoppola sulla nuca. Draco si grattò il collo -Beh, non abbiamo mai avuto un bel
rapporto io e loro, in effetti...-.
-Allora...
cominciamo a parlare di cose serie... Remus, visto che è stata vostra l'idea,
vuoi parlargliene tu?- disse Kingsley a Lupin.
-Ah, suppongo di
si, ok...- Lupin, che era seduto di fronte a Malfoy, si sistemò sulla sedia e
prese una penna ed un foglio.
-Ti ricordi Sirius
Black?-
-Quello morto
l'anno scorso?-
-Si, diciamo di si,
quello... cugino, se non sbaglio, di tua zia Bellatrix-.
Il ragazzo
annuì.
-Allora, ci sono
due cose che devi sapere... La prima è che Sirius Black non è morto. La seconda
è che sta lavorando per noi da... dall'oltretomba, si può dire?-
-Dilla come vuoi, è
là sotto nello sterco che macina per noi- sbottò Tonks.
-Ecco, vedi, lei
non ha mai preso bene questa trovata mia e di Sirius...-
-Remus, accidenti,
ma guarda Harry! È ancora distrutto... pensa che sia morto, come staresti
tu se sapessi che Sirius è morto?-
-Tonks... è stato
necessario fare così... altrimenti, non c'erano altri modi!-
-Eh scusate...- li
interruppe Draco -Ma... cosa sta facendo Black là... cioè, dov'è che sarebbe
poi?-
-Quando ha
attraversato un'arco con un velo, nella sala della Morte al Ministero a giugno
dell'anno scorso, sarebbe dovuto morire... invece no. Aveva la copertura di
alcuni incantesimi fatti da Silente in persona, per poter passare “di là”
illeso... deve recuperare suo fratello Regulus.-
-E per fare cosa?-
Draco era perplesso: insomma, avevano spedito questo tizio all'inferno per
andare a recuperare un mangiamorte che se avesse potuto, l'avrebbe ucciso.
-Beh... Regulus era
un mangiamorte, come tu ben sai... ma, vedi, noi abbiamo il sospetto che lui si
fosse riconvertito, negli ultimi mesi della sua vita... in seguito ad una
scoperta sul Signore Oscuro. Una scoperta che l'avrebbe sul serio sconvolto. Ed
è per questa scoperta che Voldemort l'ha fatto uccidere.
Ecco, noi credevamo
di aver scoperto di cosa si trattasse... e abbiamo mandato Sirius a riprenderlo,
per portare avanti questa sua missione.-
-E... ci è
riuscito?- chiese il ragazzo
-Beh, non lo
sappiamo ancora!- disse Remus, con una semplicità irritante -Non ci sono molti
modi di aver contatti tra il mondo e l'Oltretomba, sai... comunque, stanotte
abbiamo avuto la conferma della nostra teoria, grazie a Harry e Ron... ed a
Silente ovviamente.-
-E questa teoria
quale sarebbe?- chiese Draco, provando una piccola fitta nel sentir pronunciare
il nome di Silente con quel velo di rispetto che tutti i suoi gli rendevano.
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Capitolo 6 *** Lupin si sporse verso di lui ***
Lupin si sporse verso di
lui
Malocchio si alzò
in piedi e controllò con un rapido gesto della bacchetta che tutte le imposte e
gli infissi fossero insonorizzati con gli appositi incantesimi: -Tutto ok,
spiegagli pure...- disse a Lupin.
Remus si sporse
verso Draco, e lo fissò negli occhi: -Ora devi seguirmi molto attentamente,
perchè fare questo discorso in un luogo come questo potrebbe non essere
prudente. Dunque...- sospirò e si grattò il mento.
-Sedici anni fa,
Voldemort uccise i genitori di Harry e cercò di uccidere lui. Come tutti
sappiamo, non ci riuscì, e l'Avada Kedavra gli rimbalzò addosso.. ma perchè non
morì?-
-Perchè era troppo
forte per morire?- suggerì Draco
-Si, si
indubbiamente, questa è la risposta che tutti ci siamo dati...- disse sorridendo
compiaciuto -Ma non poteva essere perchè magari era troppo debole per
morire? Voglio dire... tutti moriremmo con un Anatema che Uccide, lui no, ma chi
sarebbe in grado di resistere a una maledizione del genere Draco? Nemmeno il
mago più potente.-.
-C'è gente, tra i
Mangiamorte, che pensa che lui non sia nemmeno umano...- disse Draco
-Oh, è umano
eccome, è umano anche troppo... Ora forse non più, ma ti posso assicurare che lo
era. Viveva in un orfanotrofio, andò Silente ad informarlo del fatto che era un
mago... anche se lui, ovviamente, se n'era già accorto. Aveva già cominciato a
terrorizzare i suoi compagni, stregandoli, facendo loro fare delle cose
spaventose. Aveva già della pratica alle spalle, insomma.-.
-... e poi?-
-Il punto è che,
seguendo gli studi ad Hogwarts, sviluppò la sua intelligenza in una maniera
stupefacente. Era già di suo un ragazzo molto intelligente, e riuscì a
guadagnarsi la benevolenza dei professori e, più avanti, la fiducia dei suoi
datori di lavoro e dei suoi clienti. Cominciò ad uccidere molto presto e...-
-Ma... scusami...
ma come mai ha incominciato ad uccidere? Aveva qualche movente?-
-Prima di tutto,
per vendicarsi della sua famiglia, in secondo luogo per procurarsi degli oggetti
a lui utili...-
-Utili a cosa?-
-Utili a realizzare
il suo sogno: diventare immortale.-.
Draco sgranò gli
occhi, anche se non poteva definirsi del tutto sorpreso... prima la pietra
filosofale, poi il Diario di Riddle...
-Lui è uno dei
pochi... forse l'unico mago ad aver praticato una delle magie più atroci che
esistano: ha diviso la sua anima in diverse parti. Ognuna di queste è un
Horcrux.-.
Draco diventò
leggermente pallido.
-E come...-
-... ha fatto? Te
lo spiego subito... per creare un Horcrux bisogna macchiarsi di un'omicidio, e
poi riporre la parte dell'anima che con quest'omicidio si è “danneggiata” in un
luogo al di fuori del proprio corpo. Questo può essere un'oggetto...
un'animale... una persona-.
Un sottile brivido
percorse Draco dalla tempia al petto. Questo voleva dire che...
-Ovviamente, il
problema nell'uccidere Voldemort consiste proprio in questo: non può morire
finchè tutti i pezzi della sua anima non siano stati distrutti. E l'ultimo pezzo
risiede nel suo corpo-.
-E quanti ne ha
fatti di questi Horcrux?-
-Pensiamo 7...
perchè 7 è il numero magico perfetto. Ovviamente non ne siamo sicuri.-.
Si alzò dalla sedia
e tirò a sé una pergamena che mostrò a Draco -Tre di questi sono già stati
distrutti: uno è il Diario di Riddle, ricordi? Il tuo secondo anno ad
Hogwarts...-
-Si, si... mio
padre l'aveva fatto finire a scuola...-
-Bene... l'altro è
un anello, distrutto l'estate scorsa da Silente, e l'altro...- Lupin indicò il
disegno di un medaglione con un'elaborata S d'oro incisa sopra -Il medaglione di
Serpeverde. È questo il motivo della morte di Regulus Black. L'ha distrutto lui,
dopo aver scoperto degli Horcrux, ed è per questo che noi lo rivogliamo qui: lui
sa dove sono tutti gli altri.-.
-E come fate ad
essere sicuri che le sue ipotesi siano giuste?-
-Sono giuste. Sennò
Voldemort l'avrebbe tenuto in vita ancora un pò, per accertarsi che sapesse sul
serio la dislocazione degli altri pezzi di anima.-.
Draco incrociò le
mani dietro la nuca e trasse un profondo respiro, dondolandosi sui piedi dietro
della sedia: -Uau...-.
-Una ficata eh?-
commentò Moody
-Beh... si signore,
si direi di si, ha avuto dell'inventiva per lo meno- disse lui spavaldo.
Lupin lo guardò
compiaciuto, come si osserva un ragno velenoso in una teca -Allora... sei pronto
a scoprire la tua missione?- disse sporgendosi verso di lui.
Tonks soffiò
piano.
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Capitolo 7 *** Senza tanti giri di parole ***
nbm
Senza tanti giri di parole
-Chi vuole un po' di wisky
Incendiario?- tuonò Moody sciogliendo la riunione.
In breve un piacevole ticchettio di
bicchieri e posate invase la cucina, tutti chiacchieravano comodamente,
sorridenti, ogni tanto Tonks lanciava occhiate imbronciate a
Lupin.
Solo un ragazzo se ne stava zitto,
seduto in disparte, scuro in volto.
Draco si sentiva a disagio, non aveva
mai pensato di dover compiere sul serio un'altra missione... soprattutto
considerando gli esiti di quella precedente.
Si alzò dalla sedia e raggiunse Lupin
-Scusa.. posso parlarti?-
-Certo Draco, dimmi pure- bonfichiò
l'uomo inghiottendo un pezzo di pancetta.
-Eh, in giardino sarebbe meglio...-
disse Draco un po' imbarazzato.
Si sedettero ad un traballante
tavolino di plastica, non si vedevano quasi in faccia data l'ora
avanzata.
-Allora?- chiese Lupin
curioso.
-Beh veramente non è un discorso
molto rilevante... cioè, per me lo è, ma potrebbe sembrare che... non so, forse
che...-
-Dai, senza tanti giri di
parole...-
-Riguarda Ginny.-.
Lupin assunse un'espressione
orrendamente investigativa -Oh, interessante......-
-No, ma cos'hai capito... il problema
è la Weasley, ma non in quanto... beh, senti... la verità è che non capisco
perchè abbiate deciso di mettere anche lei nella mia squadra-.
-La squadra di Kinsley, non la
tua, Draco...-
-Si vabbè...-
-Allora...- Lupin accese una candela
che fece comparire dal nulla -Devi valutare due cose: la prima è che Ginny non è
scema. Si d'accordo, è un tantino...-
-...spastica?-
-Ma no, direi
piuttosto...-
-...suscettibile?-
-Beh anche, ma
soprattutto...-
-Odiosa?-
-Lo credi davvero? Forse per via di
quella famosa fattura Orvocolante..-
-Prova te a beccartene una, poi mi
saprai dire...-
-Ascolta Draco, Ginny è un tantino
antipatica quando ci si mette... ma ti assicuro che è una ragazza d'oro e in più
è molto capace sul piano tecnico-.
Draco si sistemò sulla
sedia.
-La seconda cosa che devi valutare è
che una donna è sempre utile, in questo tipo di missioni. Oh, tu non sai Molly
quanto ha insistito perchè la sua bambina non vi
partecipasse...-
-In effetti è molto
rischioso-.
-Vedi, doversi recare nella stanza
della Morte è già di suo pericoloso... e per giunta difficile. Non dovete essere
scoperti, capisci... e poi potreste aver bisogno di diverse visite, per capire
da vicino come funziona quell'arco e recuperare Regulus e Sirius. Di conseguenza
avrete bisogno di persone capaci, quali tu, Kingsley e Ginny, e in secondo
luogo, una donna è meno sospettabile-.
-Ma faceva sul serio Moody quando
parlava di tre-quattro mesi?-
-Se siete veloci
sì...-
Draco strabuzzò gli occhi -Quattro
mesi?? Ma quanto pensa che ci vorrà per capire come funziona uno straccio
attaccato a quattro pietre?-
-Ah, Draco Draco... vedi, è anche a
questo che servono le donne... a metterci un po' di sale in zucca... noi uomini
vogliamo sempre fare tutto in fretta. Vedi, per questa missione ci vorrà tempo,
ma soprattutto calma e, Draco spero tu tenga a mente questo, serve la Testa.
Quell'arco molto probabilmente è un passaggio tra il mondo e l'Oltretomba. Non
sono cose da andarci giù pesante.-.
Draco sospirò rassegnato
-D'accordo-.
-E poi... dai, Ginny è anche carina-
ammiccò Lupin, spegnendo la candela.
-Bah... se lo dici tu...-. Ma la
candela era spenta, e il Licantropo non potè accorgersi che il ragazzo era
arrossito.
-Comunque, Draco... lei arriva
domani-.
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Capitolo 8 *** Nel Capanno ***
nbm
Nel
capanno
-Draco!!-
-Hmmm...-
TUMP TUMP TUMP
-Colazione!!-
Dieci minuti più tardi il ragazzo scendeva malvolentieri le scale
traballanti che dalle camere conducevano alla cucina della tana.
Sapeva di burro fuso, cornetti e pancetta.
Un piacevole chiacchierio arrivava dalla stanza.
-Buongiorno.- esordì il ragazzo, ma si bloccò subito, incrociando lo
sguardo della piccola Weasley.
-Ciao...-
-... Malfoy...- rispose lei vaga.
C'erano solo Tonks, Remus e Molly, oltre a loro due.
-Buongiorno eh!- lo salutò Lupin, rompendo lo strato di ghiaccio che
stava per instaurarsi tra i due.
-Dai siediti, che tra poco arriva Kingsley e... non c'è tempo da
perdere-.
Fece colazione in silenzio, in fretta. Strano, non sapeva cosa si doveva
essere aspettato, ma la Weasley così glaciale non se l'era aspettata di
certo.
Si magari lei non era in grado di prenderlo come tutti gli altri... era
strano che quelli dell'ordine l'avessero accolto quasi come uno di
loro.
Una mezz'ora più tardi arrivò Kingsley. Portò lui e la Weasley nel
capanno del cortile, e lo chiuse con la bacchetta.
-Allora ragazzi... vi conoscete già voi no?- esordì l'uomo. Draco e Ginny
si guardarono in cagnesco, dopo di chè lei accennò un -Si, per forza- e Draco
annuì sinteticamente.
-Beh cos'è tutta questa scocciatura?? Siamo qui per lavorare, mica per
mandarci le maledizioni sottobanco...- disse l'uomo, e forse fu questo a dare il
via alla tirata della Weasley: -Forse è un problema mio, ma io non capisco
perchè lui debba starsene qui come uno di noi- sibilò.
-Ma Ginny, lui è uno di...-
-Un accidenti uno di noi... ma siete diventati deficienti? È un Malfoy!
Chi vi dice che Silente abbia fatto tutto giusto, magari si è sbagliato e noi
siamo qui adesso con questo qua al Quartier Generale!-.
Kingsley non sapeva che dire, ma la faccia più ovvia era quella di Draco:
si alzò in piedi guardandola con insolenza -E chi ti dice che Silente abbia
sbagliato? Cioè, credi che io mi diverta a star qui?-
-Beh sempre meglio che star là fuori a prendere ordini da un assassino
no?-
-Non è questo il punto! Io non voglio fare la vittima, ma...-
-Figurati! Se facessi la vittima sarebbe il colmo! Harry è quasi morto
per colpa tua, e Silente invece... ah, ma lascia perdere, tanto qui hai la
redenzione dei tuoi peccati no?-
-Ginny, adesso basta...- le intimò Kinsley
-E invece no! Cazzo, lo tenete qui come se fosse... come se fosse
normale! Come se non fosse il nipote della donna che ha ucciso Sirius! Come se
non contasse nulla il fatto che mandando un veleno a scuola ha rischiato di
uccidere Ron!-
-Ginny...-
-No, aspetta- disse Draco -Quello che ha detto è vero. Io me ne
vado-.
Ginny non lo guardò.
-No che non te ne vai- disse Kinsley prendendolo per una
spalla.
-Ah e perchè no?-
-Perchè appena esci da qui quelli là fuori ti fanno secco. Ti
identificherebbero immediatamente.-
-Ma cosa importa, tanto secondo la cara Ginny sono una loro spia, non mi
ucciderebbero mai...-
-Sai- sibilò la ragazza -Non ti immaginavo così doppio. Sai benissimo che
non possiamo fare a meno di te per questa missione, tu sai come entrare
nell'ufficio misteri-.
Draco sorrise ironicamente -Si, infatti se non vi servissi non ci
mettereste un secondo a sbattermi fuori di qui-, e uscì dalla porta con un colpo
di bacchetta.
-Draco aspetta!-
-No, scusami Kingsley... ho bisogno di stare un po' da solo...- poi
guardò Ginny -Sai, per perfezionare i piani per spiarvi- disse, e se ne
andò.
Ginny guardò Kingsley con la coda dell'occhio.
-Aaah... bel lavoro- dichiarò lui.
-Ma insomma! Cosa devo fare, far finta di essere amici? Ci ha sempre
presi per il culo a scuola, mi dava della troia e della stracciona... e poi dai,
dimmi che tu sei d'accordo che stia qui...- disse Ginny sulla
difensiva.
-Silente ci ha esplicitamente ordinato di tenerlo con noi... purtroppo
non ha fatto tempo a spiegarci perchè ma noi tutti ci fidiamo di lui... e
dobbiamo fidarci anche di Draco-
-Ma...-
-Ginny tu non hai idea di cos'abbia passato quel ragazzo in questi
mesi... tu che sei sempre vissuta in una famiglia dove ti volevano bene non
immagini neppure cosa volesse dire per lui essere un Malfoy. Poi quando è stato
abbastanza grande l'hanno fatto andare al servizio di Voldemort, per rimpiazzare
quel rifiuto umano di suo padre... non è tutto rose e fiori come
credi-.
Ginny distolse lo sguardo -La cosa che mi da fastidio è che...- ci pensò
un attimo -Lui non ha mai fatto nulla per farsi aiutare, capisci?-
-Mettiti al suo posto per un istante... tu saresti davvero andata da
Silente a dirgli tutto? Se l'avessero scoperto i Mangiamorte, suo padre e sua
madre sarebbero stati uccisi senza tanti ripensamenti... e lui pure, con ogni
probabilità.-.
La ragazza si alzò in piedi -Bè... vado in camera, tanto per stamattina
non penso ci sarà altro da fare-.
Kingsley la guardò allontanarsi. Era stato stupido e precipitoso. Ma
d'altronde forse era stato un bene farli scontrare subito. Probabilmente si
sarebbero chiariti presto. Erano ragazzi, per loro nulla era impegnativo, per
loro tutto era solo una questione di orgoglio.
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