Record Companies.

di BreeDreamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Hollywood Records.
Casa discografica statunitense. Gli artisti sotto contratto spaziano in vari generi di musica. Dalla pop all'emo.
La casa è nata nel 1989, ed ha iniziato a distribuire i cd tramite la Elektra Records negli USA e in Canada. La Hollywood Records ha inoltre realizzato molte colonne sonore per la Walt Disney Studios.
Dal 1998 fa parte del Disney Music Group noto fino al 2008 con il nome di "Buena Vista Music Group". Dalla sua fondazione fino al 1998 la Hollywood Records è stata gestita come società indipendente all'interno della "The Walt Disney Company".
Jonas Enterprises.
I Jonas Brothers hanno fondato, la Jonas Enterprises, la loro casa discografica privata, che si occuperà di tutti i diritti provenienti dalla musica della band.
Kevin, Joe e Nick hanno deciso di dare un taglio netto col passato e procedere verso una nuova fase della loro carriera, dopo aver firmato nel 2007 alla Hollywood Records, si apre ora un nuovo capitolo con la Jonas Enterprises.
Tutta la musica già pubblicata dei Jonas Brothers è passata sotto la nuova etichetta, che ha un management tutto nuovo, per riportare presto i Jonas Brothers in vetta alle classifiche.
La 'Jonas Enterprises', per ora riporta solo il logo dell’etichetta discografica, una manipolazione del vecchio logo dei Jonas Brothers.


Due case discografiche entrate in 'diverbio' fra loro. Infatti, dopo averla abbandonata, La H.R. aveva eliminato qualche video dei Jonas, non violando nessun copiright, non essendo stati firmati i diritti dai Jonas. Questo gesto però creò un litigio non solo con le rockstar, ma anche con le loro fan. Per cui è incredibile come le due case discografiche, possano tornare sugli stessi passi, a distanza di poco. Incredibile, che ci sia capitata io di mezzo, per far 'riappacificare' le due in questione. E contro la mia volontà.

Era il 3 Marzo, un giorno normale, pensavo. E invece il mondo mi sprofondò addosso.
Mi stavo guardando allo specchio, finendo di prepararmi. Pettinavo i miei capelli lunghi e mori, non lasciando traccia dei soliti boccoli che li abbellivano. Una volta finito, mi sono guardata allo specchio. Carnagione chiara mascherata da un po' di fondotinta, occhi castani valorizzati dal mascara e matita nera, labbra a cuoricino rivestite dal solito labello, per poterle proteggere e abbellire allo stesso tempo. Sorrisi del risultato, ero guardabile.
Presi zaino ed I-Pod, scesi le scale di corsa, infilandomi le cuffie dell'I-Pod nelle orecchie mettendo play a 'Some Nights' dei 'FUN'. Gridai un 'VADO, CIAO!' ai miei genitori e corsi fuori da casa mia per avviarmi a scuola.
Chi sono? Piacere, Bridgitte Angel Evans, Bree per gli amici. Sono una ragazza abbastanza espansiva, solare, testarda, permalosa, impaziente, vivace, timida. Timida, si, ma se prendo confidenza, so anche donare anima e cuore alle persone con cui mi lego! Abbastanza alta, corpo snello, una gran figa, secondo le mie migliori amiche. Figlia di Carlos Evans e Jennifer Loockwood. Mio padre è il presidente della Hollywood Records. Non potete capire che putiferio a casa mia, alla notizia che quel gruppetto abbandonavano la sua casa discografica.
Non mi sono mai interessata ai problemi della H.R. né della mia famiglia, perciò non me ne importavo più di tanto! Ma a quanto pare, il fatto che quei 'Jinny Froster', o come si chiamano loro, abbiano commesso un simile gesto, è bastato a far uscire mio padre fuori di testa, facendo aumentare la rabbia, alla vista della casa discografica realizzata da loro.
Bah, comunque sia, a me non importava, tanto ero sicura che mio padre avrebbe risolto tutto, magari trovando un altro artista emergente e pieno di talento, in grado di rimpiazzare quei tre.
<< BRRRRRRRRRREE! >> mi sentii chiamare. Mi girai e sorrisi a una delle mie migliori amiche.
<< Sunny! Come stai? >> mi venne incontro abbracciandomi.
<< Ohh benissimo, tu? >>
<< Non mi lamento! >>
Serena Sunshine MacRinnalch, alta come me, magra, solare, unica. Praticamente, è un vero e proprio raggio di sole! Porta allegria ovunque vada, e ti migliora di sicuro la giornata! Si può dire che assomigli a un folletto, sembra quasi che saltelli ovunque, molto vivace, ma adorabile! Difetuccio: E' pazzamente innamorata di Harry Styles (si, QUEL Harry Styles), suo ragazzo da sei mesi. Non ci trovo niente di sbagliato, per carità! Ma sono sicura che da un momento all'altro, le mie orecchie sarebbero scoppiate, a furia di sentirla parlare di lui!
<< Entriamo? Andy e Hil sono già dentro! >> disse tutta pimpante.
<< Certo, andiamo! >>
Entrammo in aula ed Andy e Hilary ci accolsero abbracciandoci strette.
Andy Chanel Torres, Hilary Cristal Duff. Dolci, pazienti, solari, simpatiche. Sono persone che spereresti sempre di avere nella tua vita, perché senza di loro, mi sentirei vuota. Senza le mie tre migliori amiche, mi sentirei vuota! Andy, Sunny & Hil, sono le mie migliori amiche dall'infanzia! Sono figlie di alcuni collaboratori di papà, per questo hanno uno stile di vita uguale al mio, e capiscono al meglio la mia vita! In questi 17 anni insieme, ormai siamo praticamente sorelle!
<< Su, sedetevi! >> interruppe il nostro chiacchiericcio la prof, facendoci sedere.
<< Ahh, Bree? >> mi disse Andy a bassa voce, era seduta accanto a me, mentre al banco davanti a noi erano sedute Sunny e Hil.
<< Dimmi.. >>
<< Ieri mio padre stava al telefono con il tuo, ho sentito parte della loro conversazione, a quanto pare vuole riavere i rapporti 'benevoli' con i Jonas, però ho sentito anche il tuo nome..incluso alla conversazione! >> Io agrottai le sopracciglia.
<< Sicura? Mi hanno nominata? Ma io non sono fan di quei tre... >> Andy fece spallucce, e prima di essere richiamate dalla prof, rinviammo la conversazione ad un momento più propizio.

Bip Bip.
<< Scusate ragazze, un messaggio! >> affermai, aprendo l'archivio.
<< Dei miei... >> continuai confusa, aprendo il messaggio leggendolo ad alta voce.
<< Torna a casa, dobbiamo parlarti urgentemente. >> guardai le ragazze, lasciando un'occhiata più significativa ad Andy e loro mi ordinarono di tornarmene a casa, e che ci saremmo sentite comunque a telefono quel pomeriggio.
Tornai a casa quasi di corsa, ero un po' in ansia in effetti. Avevo combinato qualcosa? Vogliono mettermi in punizione? Eppure ero stata attenta in quel periodo. Avevo fatto la 'brava'. Voti eccellenti a scuola, coprifuoco rispettati...che ci sia altro?
Quando misi il piede in casa, l'ansia salii a dismisura.
<< Bridgitte. >> mi chiamò mio padre in tono autoritario dal salotto.
Il mio cuore prese a battere freneticamente, quasi me lo sentivo in gola, e con passo morto e lento, raggiunsi quella voce.
Affianco a lui, c'era mia madre, con uno sguardo desolato, confusa, tornai a guardare mio padre, che aveva uno sguardo severo, quello che aveva ogni volta, riguardo il lavoro.
<< Siediti. >> mi ordinò e io ubbidii.
<< Ho fatto qualcosa di male? >> azzardai.
<< No, no, anzi...sei stata impeccabile in questo periodo, ma ecco...io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa. >> disse mia madre con voce tremolante.
<< E cosa? >> chiesi titubante.
<< Ti sposerai. >> disse mio padre composto, irremovibile. Io lo guardai cercando una nota ironica nella sua voce o frase, ma era ancora autoritario, serio. Incapace di parlare, le uniche parole che avevo in testa, ormai, erano queste.
Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai.

Fine Capitolo 1.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


<< Ovviamente aspetteremo che tu compia diciotto anni, mancano sei mesi, non è un dramma. >> disse mio padre.
Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai.
<< Sposarmi? - riuscii a dire con voce strozzata - Perché dovrei sposarmi a diciassette anni?! >>
Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai.
<< Diciotto - mi corresse - e per il bene della Hollywood Records. >>
<< PER LA HOLLYWOOD RECORDS?! >> urlai scettica.
<< La H.R. è stata molto criticata per l'eliminazione dei video dei Jonas. Per cui, noi re-integreremo i video, così tutti saranno accontentati. >>
<< E CHE CENTRA IL MATRIMONIO?! >> ero incredula. Non poteva farmi questo.
<< Dovrai sposarti con il figlio del signor Jonas, in modo tale da riappacificare entrambe le case discografiche, una volta per tutte, permettendo a noi di inserire i vecchi video dei Jonas Brothers e, in più, togliere ogni lamentela e critica verso la H.R., visto che ne abbiamo ricevute molte. >> disse con fare ovvio.
<< Mi stai dicendo che dovrò sposarmi con un Jonas, semplicemente per la reputazione della Hollywood Records? >> lo guardai con occhi lucidi.
<< Esatto. >>
Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai. Ti sposerai.
Dimmi che stai scherzando. Guardami e scoppia a ridermi in faccia dicendo 'Era uno scherzo! Dovresti vedere la tua faccia!'. Ti prego.


Niente.


Li fissai, e non dicendo altro, mi alzai e di corsa salii le scale per raggiungere camera mia, a gettarmi sul letto, ma non prima di aver visto lo sguardo desolato e compassionevole di mia madre.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Scoppiai a piangere, ferita.
Io. Matrimonio. Jonas. Hollywood Records. Mio padre. Freddezza. Severità. Mia madre. Compassione. Desolazione.
Solo ora mi ritrovai a pensare che da piccola, a circa dieci o undici anni, sognavo più di ogni altra cosa un marito che mi amasse e con cui avrei poi avuto due figli, maschio e femmina.
Ripescai, dal cassetto del comodino, il diario che scrivevo da piccola, leggendo la parte riguardante il mio 'principe azzurro'.
Ricordai anche il preciso istante in cui, anni fa, quel giorno, la mia manina scriveva con una penna ad inchiostro nero, i miei sogni e desideri su quella pagina.
Ci saremmo dovuti conoscere e innamorare a prima vista. Mi avrebbe invitata ad uscire, per poi farmi una sorpresa sulla spiaggia, e lì mi avrebbe baciata per la prima volta.
A quel punto ci saremmo dovuti frequentare ogni giorno, fino al giorno del nostro fidanzamento. Poi lui mi avrebbe fatto un'altra sorpresa.
Mi avrebbe chiesto di diventare sua moglie, lo stesso giorno del nostro incontro, sempre sulla spiaggia, con una scritta 'Ti Amo', fatta di candele e conchiglie.
Avrei detto si, per poi gettarmi nelle sue braccia e baciarlo teneramente.
Avremmo vissuto in una casetta, in campagna, a contatto con la natura e l'aria fresca. Avremmo avuto persino un cagnolino, l'unico che sarebbe rimasto con noi, una volta anziani, quando i nostri figli sarebbero cresciuti prendendo strade diverse. E ci saremmo amati fino al nostro ultimo giorno. Insieme.
Richiusi di scatto il diario, facendo fuoriuscire altre lacrime amare.
Niente di tutto questo sarebbe successo.
Il mio 'principe azzurro' non esiste. Non sarebbe mai esistito.
Esiste solo una rockstar che dovrò sposare contro la mia volontà, solo per il bene della casa discografica di mio padre.
Ingiusto.
Ingiusto e riprovevole.
Alzai lo sguardo sulla mia scrivania, dove era appoggiato il mio computer portatile.
Fiaccamente mi alzai, andandolo a prendere, per poi tornare sul letto sdraiandomi. Accesi il pc mantenendolo sulle mie gambe ed entrai su Facebook. Aprii la pagina del gruppo segreto, mio e delle ragazze, cliccando su 'A cosa stai pensando?' per poter iniziare a scrivere.
A cosa sto pensando? Sto pensando che la mia vita fa schifo.
Sin da piccola ad occuparsi di me, è stata una semplice ed adorabile baby-sitter, di nome Marie, una seconda madre per me.
I miei genitori erano sempre assenti. Andavano a conferenze, convegni, teatro, inviti per il thé...ed io rimanevo sola. In casa.
A volte Marie non poteva venire, badava anche ad altre famiglie, per cui sin da piccola, imparai a cavarmela da sola.
Osservavo Marie nelle sue faccende, per cui imparavo già da subito come si facevano le cose. Riscaldare il latte, per esempio. Rifarmi il letto, riordinare la stanza, tagliarmi un panino...
Certo, le ferite me le facevo, tagli sulle mani a cui non davo importanza. Non facevano più male della ferita dell'abbandono. Perché si. Mi sentivo abbandonata, dai miei stessi genitori. E sembra che non sia cambiato niente.
Loro dirigono tutto, e continuando a fregarsene di me.
Scossi la testa e tornai con i piedi per terra, fissai lo schermo ed iniziai a scrivere virgola per virgola, tutto quello accaduto con i miei genitori, sforzandomi di non ri-scoppiare a piangere.
Per fortuna, tutte erano in linea.
"CHEEEEE?!?! TU DOVRESTI FARE COSA CON CHI?! ODDIO! NON CI CREDO!" Andy.
"SPOSARTI?! CAZZO SEMBRERA' FATTO APPOSTA! PENSERANNO CHE TU SIA INCINTA!" Hil.
"ODDIO DIMMI CHE NON E' VERO! TU SPOSARTI?! CON UN JONAS?! OH CRIBBIO, MA NON LI SOPPORTI! ODDIO, ODDIO!" Sunny.
"Odiarli ora è poco. Se avessero pensato a firmare i diritti alle loro canzoni, invece che fare i coglioni su un palco con papere che si strappano capelli, questo casino non sarebbe successo, dannati loro." Ovviamente io.
" OH.MIO.DIO. " scrissero tutte e tre, contemporaneamente.
"Vi leggete nel pensiero?"
"No, ma tutte siamo SORPRESE e ... nauseate?" Andy.
"In effetti è orribile, sposarsi con un ragazzo che non conosci nemmeno! Lo hai visto SOLO una volta ad una festa, e potresti anche odiarlo a vita!" Hil.
"Hilary cara, vuoi sollevarla o buttarle ancora di più giù l'umore spingendola a buttarsi da un ponte?" Sunny.
"AHAHAHA Sunny, tranquilla, in effetti ha ragione, capiterà proprio così!" Io.
"Beh...Kevin, il maggiore, è sposato. Ma ci sono altri DUE Jonas...Joseph e Nicholas...CHI devi sposare?" Andy.
Lessi il suo commento per altre otto volte. CRISTO, HA RAGIONE! CHI DEVO SPOSARMI?!
"Io spero per te: Joseph! E' un cazzo di figo!" Hil.
"Scherzi? Vuoi metterlo a confronto con la bellezza di Nicky e le sue labbra a cuoricino?!" Sunny.
"Scusate, ma....Bree?" Andy.
In effetti era da molti minuti che non interpellavo, ma ancora pensavo a quale dei due rimanenti Jonas io avrei dovuto (inevitabilmente) sposare.
Aprii un'altra scheda e digitai 'Joseph Jonas' , ne aprii un'altra e digitai 'Nicholas Jonas' . Incrociai le dita e premetti invio ad entrambe.
Per quello che vidi, sperai vivamente che fosse Nicholas il mio pretendente.
Dolce, affidabile, maturo...il contrario di suo fratello. Irresponsabile, spericolato...donnaiolo.
Camille Belle, Taylor Swift, Ashley Greene, Demi Lovato e ... Natashia Ho? Cliccai il link di una foto con quest'ultima.
OMMIODDIO. E' recente! Di pochi giorni fa! E stanno mano nella mano passeggiando allegramente!
Quindi è fidanzato...
Bene...tornai alla scheda precedente. Nicholas Jerry Jonas. Sarà lui il mio futuro marito.

Fine Capitolo 2.


Non sapete QUANTO mi sia costato, scrivere di Joe e ... quella. Natashia con la 'i'. La nuova tro****a di Joe, praticamente. E il mio cuore si è spezzato ulteriormente per mezzo di quel deficiente di Joseph :D Yep!
Spero comunque che abbiate gradito ^^
Bacio :*
#Bree.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


<< NICHOLAS?!?!?! >> urlarono le ragazze contemporaneamente, il giorno dopo a scuola, nel cortile.
Le zittii guardandomi intorno, assicurandomi di non aver attirato l'attenzione. Erano appena finite le lezioni, e c'era una 'mandria' di ragazzi che uscivano da scuola, lieti di tornare a casa, ma alcuni si erano fermati a pochi passi da noi per parlare fra loro. Per fortuna non ci prestarono attenzione.
<< Ovvio. Kevin è sposato, Joseph si frequenta con una ragazza...è per forza Nicholas! Non penso Frankie...no? >> feci una smorfia a cui risero.
<< Ommioddio! >> disse Hil incredula.
<< Che ti avevo detto? Nick! Sei fortunata! Vorrei tanto stare al posto tuo! Lui e le sue labbra a cuoricino, i suoi occhi, il suo nasino, i suoi riccioli...scomparsi. >> disse Sunny, l'ultima parola quasi in lacrime. Ridemmo.
<< Eppure io non ho sentito niente di Joe ed una nuova relazione...come hai detto che si chiama la ragazza? >> disse Andy pensierosa.
<< Nata- >>
Beeeeeeeeeep Beeeeeep.
Fui interrotta da lunghi suoni di clacson, ci girammo tutte e constatai che erano i miei genitori dentro la Volvo di mio padre.
Il mio sguardo si indurì all'istante, diventai tutt'altra persona. Fredda, cinica, burbera, distaccata.
<< Ecco. E' il momento di tornare nel mio inferno. Lucifero e sua moglie sono venuti a prendermi. >> dissi alle ragazze.
<< Dai Bree - mi ammonirono con un sorriso di incoraggiamento - a domani! >> ci abbracciammo e io, senza una parola, salii in macchina, guardando fuori dal finestrino per tutto il viaggio di ritorno.
<< Com'è andata a scuola, oggi, cara? >> chiese mia madre dopo aver guardato ripetutamente mio padre, stanca di quel silenzio.
Non risposi, come se non ci fosse nessuno con me, continuai a guardare assorta fuori il finestrino, vedendo distrattamente gli alberi, le persone e la strada, che sfrecciavano sotto i miei occhi.
I miei genitori si lanciarono uno sguardo di intesa, poco dopo, fu mio padre a spezzare il silenzio.
<< Oggi conoscerai ufficialmente la famiglia Jonas. >>
Era meglio se si stava zitto. La rabbia e la frustazione salirono a mille, ma visto le continue litigate avvenute con i miei genitori riguardanti il matrimonio, incrociai le braccia conficcando le unghie nella pelle, per trovare un minimo di contegno, e per non iniziare a sbraitare facendomi sentire da tutto il mondo.
Quasi sembrava compiaciuto dal mio silenzio, e continuò a guidare fino a casa. Nemmeno aspettai che finisse di parcheggiare! Scesi dalla macchina di corsa e aprendo di fretta la porta, salii le scale e mi rinchiusi in camera mia, chiudendo la porta a chiave, sdraiandomi di peso sul letto, che scricchiolò.
Guardai il soffitto e sospirando, pensai a tutto quello che ho vissuto. Alla mia orribile e solitaria infanzia, all'incontro con le ragazze, a tutte le feste a cui ho partecipato SOLO per volere dei miei, alla scuola, ai miei compagni e alla loro vita facile, alla mia vita difficile e orribile, alla H.R., alla J.E., ai Jonas, al matrimonio.
E senza rendermene conto, mi addormentai.
Fui svegliata dalle urla di mio padre fuori la porta di camera mia.
<< BRIDGITTE MI HAI CAPITO?!?! HAI SOLO 15 MINUTI PER PREPARARTI! NON DI PIU'! E ANCHE SE SEI RIMASTA IN PIGIAMA, TI PORTERO' CON ME ALL'INCONTRO CON I JONAS! CON O CONTRO LA TUA VOLONTA'! >> sbuffai. Odiarlo, in questo momento, era un eufemismo.
Poi pensai che quindici minuti non erano abbastanza, quindi mi alzai controvoglia e mi preparai. Maglietta a mezze maniche nera, con una gonna alta (alla vita) e corta nera con motivi floreali rosa e viola. Scarpe nere lucide col tacco, bracciali, lucidalabbra, trucco leggero et woilà. Ero pronta.
Ribussarono.
<< Bridgitte...sei pronta? >> sospirai ed aprii la porta.
<< Si, mamma. >> dissi l'ultima parola quasi con disprezzo. Lei non si accorse di nulla e scese le scale. Io la seguii e per un attimo, trovai mio padre intendo a fissarmi. Quasi come se volesse dirmi 'cavolo, sei bellissima', ma non disse nulla ed uscì di casa.
Io sospirai facendomi coraggio, anche se sentivo il naso pungermi per le lacrime che tentavo di non versare e trattenere.

Sono una famiglia fantastica e blàblà, ti piaceranno e blàblà, ne rimarrai affascinata, blàblàblà. Mio padre era intento a farmi la cronaca di come fosse la famiglia Jonas e quali fossero le loro qualità, di quando fece la loro conoscenza e li trovò affidabili, di come strinsero amicizia eccetera, eccetera, eccetera. Dio che nervi!
Dopo altri dieci minuti di sproloquio, parcheggiò finalmente davanti il ristorante più lussuoso di tutta Los Angeles. Non ne rimasi tanto sorpresa, ovvio che volessero fare le cose in grande. Scesi dalla macchina facendo attenzione e mio padre guidò me e mia madre nel ristorante.
<< Jonas ed Evans. >> disse al cameriere, il quale annuì portandoci al nostro tavolo, già occupato. Il cuore prese a battermi all'impazzata, quasi come se la gabbia toracica non fosse più in grado di contenerlo. Osservai quella bella famigliola, di cui prenderò parte, fra sei mesi. E di nuovo combattei contro la voglia di mettermi a piangere.
<< Signori Jonas, che piacere rivedervi! >> disse mio padre, salutando calorosamente Denise e Paul, che ricambiarono il saluto.
In effetti, mio padre e mia madre erano rimasti in 'buoni' rapporti con i signori Jonas. 'Senza rancore', erano state le parole di Paul, come se desse quasi la colpa ai figli per non aver confermato i diritti. I figli si alzarono e strinsero la mano a mia madre e mio padre salutandoli educatamente. Denise posò il suo sguardo su di me.
<< Bridgitte? Ohh quanto sei cambiata! L'unica ed ultima volta che ti ho visto è stato circa due o tre anni fa, ad una festa organizzata dai tuoi genitori! >> disse e mi abbracciò affettuosamente.
Io, un po' insicura e 'spaventata', ricambiai l'abbraccio sorridendole.
<< E' vero signora Jonas, è un piacere rivederla! >>
<< Ohh chiamami Denise, tesoro! >> ribattè quest'ultima sorridendo.
Paul mi si avvicinò e mi strinse la mano salutandomi sorridente, io ricambiai. Dopotutto..mica erano male, i Jonas!
<< Ed ecco le presentazioni. Bridgitte? Loro sono Kevin, Joseph, Nicholas e Franklin! >> presentò mio padre indicandoli man mano. Sorrisi loro un po' imbarazzata.
<< Ragazzi, questo è il mio splendore, Bridgitte! >> guardai mio padre. 'Mio splendore'? Da dove gli è uscito?
I Jonas mi strinsero la mano sorridenti, tranne il mezzano, che non sorrideva affatto, e strinse la presa con più forza dei fratelli. Dovetti aprire e chiudere la mano almeno tre volte per togliere il leggero fastidio. Bene, un componente in famiglia già mi odia!
Io, mia madre e mio padre ci accomodammo nei posti vuoti.
<< Vogliamo arrivare al dunque? >> disse frettolosamente Paul. Mio padre annuì.
<< Parliamo del matrimonio. >> Io deglutii, e guardai fisso il piatto vuoto che avevo davanti sperando che fosse solo un brutto incubo.
Alzai leggermente la testa per vedere la reazione di Nicholas, ma sembrava più tranquillo che mai, a suo agio, come se gli facesse piacere questo incontro.
Tornai a guardare il piatto, demoralizzata.

<< Tesoro? Bridgitte? >> alzai lo sguardo su mia madre.
<< Allora? >>
<< Allora cosa? >> chiesi confusa.
<< Tesoro non ci ascoltavi? Vogliamo preparare il più presto possibile il tuo abito da sposa! >> Sbiancai.
<< M-m-ma mancano sei mesi... >>
<< Non è mai troppo presto! Pensa se compaiono difetti all'abito! Almeno verrà modificato prima e quando lo indosserai fra sei mesi non ci saranno problemi! >> Io deglutii.
NON VOGLIO SPOSARMI. NON A DICIOTTO ANNI. NON CON QUALCUNO CHE NON AMO.
<< Volevamo chiederti...bianco o avorio? >> la guardai.
<< Il colore dell'abito sciocchina! Bianco o avorio? >> Io mi alzai dalla sedia quasi come se avessi ricevuto una scossa. Tutti puntarono gli occhi su di me.
<< I-io ... - guardai mia madre e mio padre - io... >> DIGLIELO BREE. 'IO NON MI SPOSO'.
<< Scusate, mi..mi assento...toilette. >> e corsi via fiondandomi in bagno. Non potei evitare di farmi scappare qualche lacrima stavolta, per fortuna le lacrime non rovinarono il trucco!
Come potevano farmi questo?! Io, la loro unica figlia! E' una congiura. Mi odiano. Mi hanno sempre odiata. Sospirai affranta.
Dopo la certezza di essermi calmata del tutto, tornai al tavolo fingendo un sorriso.
<< Bianco! Tradizionale, semplice...non trovi? >> disse mia madre, nemmeno aspettando di farmi risiedere.
Quella fu l'ennesima goccia, che fece traboccare il vaso ormai pieno da tempo.

Fine Capitolo 3.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Guardai freddamente i miei genitori, i quali erano allo oscuro della mia 'eruzione' sentimentale, che avrei dimostrato di qui a poco.
<< Io non mi sposo. >> dissi. Non ci credo! Ci sono riuscita! L'ho detto!
Lo sguardo di mio padre si indurì, mi aspettava una bella ramanzina appena tornata a casa, ma non me ne fregava niente.
<< Non accetto i vostri capricci. Non sposerò, A SOLI DICIASSETTE - guardai mio padre - O DICIOTTO ANNI, qualcuno che NON amo e che non mi ama! >>
Mio padre guardò il signor Jonas e rise nervosamente.
<< Sa come sono i ragazzini, scherzano sempre. >> disse quest'ultima frase guardandomi male (per la verità, se il suo sguardo avesse potuto lanciare scie di fuoco, sarei incenerita all'istante!)
<< Oh...n-non si preoccupi... >> Paul Jonas era abbastanza nervoso, ma tornò a guardarmi con fare curioso.
<< Tesoro, so che per ora pensi che questa cosa sia...orribile, ma hai sei mesi per conoscere meglio... - >> Bloccai a metà la frase di Denise.
<< Signora Jonas, in questo incontro ho potuto conoscere davvero tutti i pregi che mio padre mi ha riferito sul vostro conto in auto, ma sono sicura al cento per cento che sei mesi non cambieranno di certo il rancore che ho verso i miei genitori. Questo matrimonio, non è tra le mie priorità. Avevo in mente il college, un lavoro, un appartamento e spese da portare avanti solo con le mie forze, ma un matrimonio non era nei miei piani. Spero che possa perdonare la mia sfacciataggine un giorno, ma sono sicura che per far riappacificare la vostra famiglia con la Hollywood Records, non c'è bisogno di un legame matrimoniale. >> finii questa frase, ed era come se mi fossi tolta un peso dal cuore una volta per tutte.
La signora Jonas mi guardò, ma alla fine mi sorrise, e notai che anche i figli erano in un certo senso compiaciuti da questa mia scenetta. Solo mio padre reagì in modo diverso. Credevo che si trattenesse di poco da darmi un ceffone davanti a tutti.
<< Bridgitte Angel Evans, sali subito in macchina. >> disse duro. Lo guardai e facendo un mezzo 'inchino' per salutare la famiglia Jonas, non esitai a disubbidirgli. Mi incamminai verso l'auto ed aspettai i miei genitori. Questi ultimi uscirono quasi di corsa, mia madre quasi non mi guardava, mentre mio padre, severo, mi si avvicinò e mi diede la punizione che tanto aspettavo: un bel ceffone in pieno viso.
<< Non mi hai mai deluso così tanto. Ora sali in macchina. >> Salii e diedi sfogo alla mie lacrime solo quando fui al sicuro in camera mia.
Guardai il mio diario e presa da un momento irrefrenabile di rabbia, strappai ogni pagina con rabbia, poi presi il quadretto familiare che avevo sul comodino. Raffigurava i miei genitori, sorridenti, con me in braccio, quand'ero una neonata. L'unico momento in cui siano stati con me, insieme, come una vera famiglia. Versai altre lacrime mentre lo scagliai in fronte il muro, facendo rompere il vetro in mille pezzetti. Mi accasciai poi per terra, di spalle al letto. Non ne potevo più, questa non era vita. Odiavo tutti. Odiavo i miei genitori, la H.R., il matrimonio combinato, la mia vita, me. Io mi odiavo più di tutti e tutto.
Poi mi attraversò un pensiero in testa. Mi alzai con molta fatica e trascinai i miei piedi in bagno guardandomi allo specchio. Capelli spettinati, guancia arrossata (con evidenti segni delle dita di quel mostro), occhi rossi..e il mascara che lasciava scie nere dagli occhi fino al mento, percorso che hanno fatto le mie lacrime. Aprii il mobile accanto allo specchio, e presi una lametta. La guardai insistentemente. Presi un respiro profondo e guardai le cicatrici vecchie e quasi guarite sul mio polso sinistro. Scossi la testa e con altre lacrime, feci cadere la lametta in terra. I singhiozzi non accennavano a fermarsi, mi facevo schifo da sola. Non ero per niente migliorata, non ero forte come pensavo. Stavo per cadere di nuovo in balia di quel piacere causato dal dolore, di quel dolore che pensavo si dissolvesse con una lametta, il mio polso e il sangue che colava fra le mie dita. Stavo per ferirmi di nuovo, per via della solitudine, dello stress, dei miei genitori. Per via di quello schifo di vita che stavo vivendo. Per via di tutti quei sorrisi finti e la vitalità che dimostravo a scuola con le mie amiche.
Scivolai con la schiena contro la parete, portandomi le ginocchia al petto, chiudendo gli occhi.
E in un attimo...Era la mattina seguente. La sveglia suonava insistentemente, e quando aprii gli occhi, mi ritrovavo assonnata, stordita come non mai e in bagno. Corsi a spegnere l'allarme della sveglia, per poi tornare in bagno a sciacquarmi la faccia più volte togliendo ogni traccia del mascara seccato. Rientrai in camera e scelsi velocemente dei vestiti. Una maglia larga, leggings e converse, poteva andare. Preparai in fretta e furia la borsa e per finire mi truccai leggermente. Stavo per scendere le scale ma qualcuno bussò alla porta della mia camera.
<< Avanti. >> dissi cercando di far rimanere la mia voce normale e non stridula e tremante.
<< Bridgitte...? >> mi girai a guardare mia madre, la quale aveva la testa che faceva capolino dalla porta, con sguardo altezzoso e fiero, nonostante fossi terrorizzata dopo ieri.
Guardò prima la cornice con il vetro rotto e la foto stropicciata per terra, poi me, e cercò di trovare le parole da dirmi.
<< Non preoccuparti, tuo padre è uscito... >> iniziò. Io mi tranquillizzai molto, sospirai e la guardai come sempre, indifferente.
<< Riguardo ieri...tesoro io voglio scusarmi. E non solo per il matrimonio ma per tutto. Per averti messa in questo casino, per averti lasciata...sola, in tutti questi anni. Ne sono stata ben consapevole, sai? Ti vedevo crescere, ogni secondo, minuto, ora e giorno. Sei diventata un'adolescente in men che non si dica ed io ti ho lasciata andare rimpiangendo tutto. - disse con occhi lucidi - Rimpiango di non esserci stata alla pronuncia della tua prima parola. Di non esserci stata ai tuoi primi passi. Di non esserci stata ai tuoi primi giorni di scuola. Di non esserci stata alle tue recite scolastiche, o nei momenti in cui avevi bisogno del supporto di tua madre. Rimpiango tutto e solo ora mi rendo conto che darei tutto pur di tornare indietro e trattarti come meriti. Perché sei una ragazza magnifica e perché te lo meriti sul serio. Ti meriti di meglio di quello che ti offriamo. E sappi che sto dalla tua parte. Se non vuoi sposarti, farò di tutto per convincere tuo padre ad annullare tutto... >> finì, lasciando cadere qualche lacrima sorridendomi leggermente e accarezzandomi la guancia dove il giorno prima mio padre mi diede una bella cinquina.
La guardai con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi lucidi. In un gesto quasi meccanico e normale, la abbracciai. La abbracciai, cosa che non ho mai fatto. E in quel momento provai quella sensazione di amore, di affetto. Di quell'affetto, però, che solo un genitore prova per il figlio. Mi sentivo...bene.
Quando sciolsi l'abbraccio le sorrisi.
<< Grazie mamma. >> le baciai la guancia e salutandola un'ultima volta uscii per andare a scuola. E questa volta, con un vero sorriso sulle labbra!



DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNN.

Campanella. Lezioni finite. Alunni liberi. Professori più allegri.
Ecco al fine di un'altra giornata scolastica, molto stancante e noiosa.
<< Non posso crederci. Un'altra "A" ? Bree ma dormi la sera o pensi solo a studiare? >> Hil era imbronciata. Ridemmo.
<< Hil, io studio e basta. Tu piuttosto, invece di pensare a che vestito potresti mettere per uscire e che smalto e accessori abbinarci, perché non apri il libro anche tu? Così la smetti di accusarmi per le tue "C" >> la ammonii dolcemente. Lei in tutta risposta mi fece la linguaccia per cui ridemmo ancora.
<< A proposito, ieri ti aspettavamo tutte su Facebook, o comunque su Skype! Che fine hai fatto? >> mi chiese Andy. Mi immobilizzai.
<< Bree..? >> chiese Sunny confusa.
<< Tutto a posto? >> chiese ancora poi.
<< No. >> sussurrai quel tanto che bastava perché mi sentissero. Si guardarono e mi chiesero che fosse successo, per cui raccontai tutto, non tralasciando il rumoroso e doloroso schiaffo regalatomi da mio .. padre. Che ribrezzo chiamarlo così.
<< Oh.Mio.Dio. >> dissero all'unisono, ormai era un'abitudine!
<< Bree... >> iniziò a dire Sunny. La interruppi.
<< Senti, non farmi la paternale su quanto io abbia sbagliato a parlare e che mi dovevo solo star zitta subendo tutto, perché quelli sono i miei genitori! >> abbassai lo sguardo.
<< MA CHE! >> urlò e io la guardai.
<< Hai fatto benissimo! Altro che paternale! Ti elogio! Cazzo, Bree, finalmente hai tenuto testa a tuo padre, te ne rendi conto?! Hai cacciato fuori gli artigli e il tuo bel carattere, pronta a far capire che sei stanca di tutto questo e che sei pronta a farti valere! >> esultò Sunny per poi sorridermi. Tutte annuirono.
<< E poi, in questo modo, i Jonas ti apprezzeranno per quello che sei! Non hai forse detto che Denise ti ha sorriso? Ecco! >> disse Andy sorridendo.
<< Si ma...io vorrei che capissero una volta per tutte che non voglio sposarmi. Voglio vivere la vita come una normale diciassettenne che non deve dar conto a suo padre, presidente della H.R. e di un matrimonio a questa tenera età! >> sbuffai.
<< Beh, penso che lo capiranno molto presto! Specialmente dopo aver fatto vedere chi sei ieri! >> disse Hil fiera. Risi.
<< Ragazze grazie davvero! Vi voglio bene! >> le abbracciai e loro ricambiarono stringendomi forte, riuscendo a trasmettermi sicurezza.
Beeeep Beeeeeeep.
Oh no. Sbuffai senza girarmi.
<< Sono i miei, vero? Dio perché? Ohh forse è solo mia madre! Speriamo! E' l'unica con cui ho chiarito del tutto! E devo dire che mi ha molto sorpresa stamattina! Quasi non ci credevo! E poi non voglio vedere mio padre dopo ieri... >>
Le ragazze avevano gli occhi sgranati e parlavano balbettando.
<< B-B-B-Bree, o-ora gi-gi-girati! >> e mi girarono verso la limousine bianca che mi stava aspettando con lo sportello del passeggero aperto.

Fine Capitolo 4.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Guardai meglio la limousine.
Ovviamente non potevano averla ingaggiata i miei. (Anche perché loro venivano PERSONALMENTE a prendermi a scuola, l'unica cosa che abbiano mai fatto per me.)
Altro fattore incisivo, è che sulla fiancata aveva una scritta in corsivo abbastanza visibile (COME HO FATTO A NON NOTARLA PRIMA?!), ovvero 'Jonas Brothers' e anche il loro marchio era ben visibile e in grassetto.
E infatti, dalla limousine biancasupercostosaelussuosa, uscì una sorridente Denise che mi salutò incoraggiandomi a salire con un cenno di mano.
Le ragazze mi guardarono spalancando gli occhi, alternando lo sguardo tra me e la signora Jonas.
Io non riuscivo a muovermi, ero pietrificata, e quasi tutta la scuola guardava la limousine e me con occhi di chi la sapeva lunga. DIO CHE IMBARAZZO!
<< CHE ASPETTI?!?! >> mi gridarono poi le ragazze, spingendomi verso la limo.
Quasi inciampai, ma per fortuna Dio mi ha risparmiato questa figuraccia con la signora Jonas, la quale mi sorrise teneramente.
Salii in silenzio e quello che temevo, si è avverato: nella limousine c'era Nick Jonas, sorridente e amichevole, che accennò un saluto con la mano. Io ricambiai un po' scettica.
Dopo di me, salì anche Denise, la quale sospirò e si decise a parlare.
<< Sono felice di poter passare un po' di tempo con te! A dire la verità non ero sorpresa quando tuo padre mi ha dato il permesso di 'rapirti' - rise - anzi! Sembrava così felice! >>
Io feci una smorfia e annuii impercettibilmente.
<< Non avete abbandonato l'idea del matrimonio. >> più che una domanda, la mia, era un'affermazione. E infatti Denise, sconsolata, annuì.
Sospirai, e poi guardai Nick, che ricambiava con uno sguardo curioso.
<< Tranquilla, non ti portiamo in Chiesa, voglio solo passare un pomeriggio con te, e anche Nick e Kevin vorrebbero conoscerti meglio! E non ti dico il piccolo Frankie! Lui praticamente già ti adora per averti vista quella volta a cena! >> rise e non potei evitare di sorridere.
<< Ma prima facciamo una piccola deviazione! Andremo alla 'Avalon High School', se non ti dispiace! >> parlò per la prima volta Nick.
Io lo guardai, quasi spaventata, e deglutendo risposi.
<< N-no certo che no.. >> mi sorrise e con mio sollievo, prese a guardare fuori il finestrino.
Ora che ci penso...Avalon High? Ma è quella scuola per ricconi a un paio di isolati di distanza dalla mia! Studiano lì i Jonas? Cavolo, quanto sono esigenti! Io stessa avevo preferito andare alla 'East High', per non essere etichettata quella 'ricca, viziata e scontrosa' che tutti odiano!
Eppure, con oggi, sembra che ogni mio sforzo in questi anni, sia stato inutile!
Limousine?
Denise Jonas?
Ora tutti penseranno chissà che a scuola!
Mi guarderanno con luce diversa, mi tempesteranno di domande! Vorranno sapere tutti i fatti miei! Eppure ero stata così accorta a non dare informazioni dettagliate su me e la mia famiglia.
'Che lavoro fa tuo padre?' - 'Ohh niente di importante, ha un negozio che vende musica..'
'Dove vivi?' - 'Ohh non è molto lontano, è una piccola casettina in stile ottocentesco, niente di che...'
'Hai una macchina?' - 'Una macchina? Ohh..si..una piccola Ford italiana...al massimo ci vado al supermercato con quella!'
Se solo avessero lontanamente immaginato.
Negozio che vende musica? La produce, la musica. Ed è un'azienda, di quelle più famose. La 'Hollywood Records'.
Casettina in stile ottocentesco? Una 'piccola' villetta, in stile ottocentesco, con almeno 60 camere, di cui almeno 50 non utilizzate, e con mobilia costosissima importata dal Giappone e molte altre parti del mondo.
Ford italiana? La mia macchina era una bellissima, costosissima, lussuosissima, lucidissima e mai utilizzata Aston Martin.
Mi lasciai scappare un altro sospiro. Già. Se solo avessero lontanamente immaginato.
Solo quando il conducente (hanno pure un autista personale!) frenò parcheggiando accanto al marciapiede, di fronte il cancello dell'Avalon, capii che eravamo già arrivati e che per tutto il viaggio avevo rimurginato sui miei pensieri.
Una ragazza dai capelli castani, lunghi, perseguitati dal vento che soffiava, si affrettò a raggiungere la limousine e a salire, per sedersi accanto a Nick.
I due si guardarono, e quasi come se non ci fosse nessuno insieme a loro, si sorrisero dolcemente e si scambiarono un bacio pieno d'affetto.
Io mi immobillizzai e guardai di scatto la signora Jonas, che a sua volta guardava i piccioncini con un sorriso caloroso dipinto sul viso.
Guardai Nick, la ragazza, e la signora Jonas. Nick, la ragazza e la signora Jonas. Andai avanti così fin quando i due non si allontanarono per guardarsi nuovamente.
Poi notai un lieve rossore sulle guance della ragazza, era arrossita.
<< Buonasera signora Jonas! >> salutò educatamente.
<< Ohh buonasera cara! >> ricambiò allegramente il saluto Denise.
La guardai bene. Era alta, da quello che ho intravisto prima che salisse in macchina, magra, un viso dolcissimo! Capelli lunghi, castano scuro, lisci come spaghetti! Occhi nocciola, grandi e vivaci, naso piccolissimo e perfetto, bocca a cuoricino, che si sposava alla perfezione con quella di Nick.
Quasi come una calamita, lei si girò verso di me, ed agrottò le sopracciglia confusa.
<< Angela, lei è Bree. Bree, lei è Angela, la mia fidanzata. >> presentò Nick imbarazzato.
Angela spalancò leggermente gli occhi, sorpresa.
<< Ohh.. quella Bree! >> Ora ero etichettata come 'QUELLA Bree'?!
<< Piacere, io sono Angela! >> disse amichevolmente tendendomi una mano.
<< Bree. >> strinsi la presa accennando un sorriso. Lei ricambiò timida.
Ricapitolai tutto in mente.
Nicholas. Io. Matrimonio fra me e Nick. Angela. Nick e Angela. Loro insieme. Denise felice. Matrimonio annullato!
<< Quindi il matrimonio è annullato! >> esclamai felice. Quello di prima dev'essere stato uno scherzo!
Denise mi guardò confusa, altrettanto Nick.
<< No...tesoro te l'ho detto prima, non è stato annullato... >>
<< Ma...scusate. Nick è fidanzato. E io non vorrei mai e poi mai separare una coppia! Chi credete che io sia?! Non mi piace nemmeno l'idea di USCIRE con una coppia, preferisco lasciargli privacy, ma farla lasciare per un matrimonio, questo mai! >>
Se prima erano confusi, ora sono allibiti.
<< Tesoro...con chi credevi di sposarti? >>
<< C-con N-Nick...? >> chiesi titubante.
Il diretto interessato dopo un attimo di silenzio, scoppiò a ridere, Denise invece spalancò gli occhi e Angela mi guardò freddamente. Wow, iniziamo bene.
<< Cosa ci sarebbe da ridere..? >> mi stavo alterando.
<< E'.. è che AHAHAHAH io? Sposarmi? Con te? AHAHAHAHAHA! >>
<< Nick so di non essere il tuo tipo, ma potresti far finta che io sia almeno un po' decente?! >> domandai offesa.
Smise di ridere pian piano, asciugandosi le poche lacrime sfuggite per la risata.
<< Ohh, ma non è per te! Tranquilla! E' solo che non hai compreso chi realmente dovrai sposare... >>
<< Come sarebbe a dire REALMENTE, Nicholas..? Andiamo. Kevin è sposato. Joseph esce con una certa Natashia...e, a meno che non sia Frankie il mio spasimante, l'ultimo Jonas rimasto sei tu! E visto che anche TU sei fidanzato, il matrimonio è annullato! >> esclamai al settimo cielo.
Denise mi guardò.
<< Tesoro...no, non hai capito. Forse tuo padre non ha specificato bene. Ci rincresce ma..non dovrai sposare Nicholas...ma...Joseph! >>
E dopo quest'esatta frase, mi attraversarono mille pensieri in testa, facendomi arrivare immagini simili a flash-back.
Mi tornò in mente quando, alla cena, i fratelli Jonas mi strinsero la mano sorridenti, tranne il mezzano, che non sorrideva affatto, e strinse la presa con più forza dei fratelli. Dovetti aprire e chiudere la mano almeno tre volte per togliere il leggero fastidio. "Bene, un componente in famiglia già mi odia!" pensai.
E poi? Dopo la mia sfuriata? Tutti sorridevano, anche i fratellini erano in un certo senso compiaciuti. Solo ora mi soffermai ai ricordi del viso sorpreso, compiaciuto e sorridente di Joseph.
Joseph, non Nicholas.
Dovevo sposarmi con Joseph, non con Nicholas.
Con Joseph.
Se prima ero al settimo cielo. Ora ero al settimo girone dell'inferno.

Fine Capitolo 5.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


< << Ohh e guarda questa foto! Qui per Halloween, il piccolo Nicky si travestì da tigrotto! Quant'era tenero! >>
Ridemmo tutti, ancora.
Ebbene si, la famiglia Jonas, è una famiglia stupenda! Dopo lo shock iniziale per il 'NON sposerai Nick, ma JOE', sono stata invitata a casa Jonas, lì ad accogliermi c'erano Paul, Kevin e il piccolo (grande!) Elvis. Per fortuna, non il mio futuro sposo.
Denise voleva farmi sentire a proprio agio, per cui iniziò a raccontarmi di tutti gli aneddoti di famiglia, e negli ultimi 20 minuti, stavamo guardando gli album fotografici.
Quant'erano teneri da piccoli!
<< Mamma, smettila, sono cresciuto! Non chiamarmi "il piccolo Nicky"! >> disse l'interessato arrossendo.
<< Ohh andiamo, tu resterai sempre quel tenero bimbo a cui cambiavo il pannolino da piccolo! >> E ridemmo ancora una volta.
Era proprio una famiglia..speciale! Di quella a cui ti ci affezioni subito, che ti fanno sentire bene, ti fanno divertire...che ti fanno sentire membro di una VERA famiglia.
E questi piccoli attimi me li stavo proprio godendo.
Noi non abbiamo mai trascorso le vacanze insieme.
Non abbiamo mai cenato allegramente raccontandoci le cose successe durante la giornata.
Non abbiamo mai riso, guardando le foto che raffiguravano la mia infanzia.
...Non abbiamo foto della mia infanzia.
<< Bree...? >> mi chiamò Kevin, forse notando la tristezza nel mio volto. Alzai lo sguardo per guardarlo.
<< Vuooooi un po' di torta? >> mi chiese, e solo ora notai che aveva due pezzi di carota incastrati nella fila dei denti davanti e il labbro inferiore tirato verso l'interno, in modo da farlo apparire un coniglietto buffo. Scoppiai a ridere, e tutti poi mi seguirono.
Si, era una famiglia speciale.
<< Che c'è? >> chiese Kevin, fingendo di non capire. E la frase, con le carote in bocca, sembro più simile a 'Che shè?' , e questo scatenò altre risate.
<< Su, su, bambinone! - lo richiamò scherzosamente Denise - è ovvio che Bridgitte voglia un po' di torta! >>
<< Denise? >> lei si girò sorridendomi, io ricambiai.
<< Puoi chiamarmi benissimo 'Bree', davvero! >> lei rise e annuì, poi si alzò andando in cucina.
<< BREE, BREE, BREE! >> mi girai verso Nick confusa e lui mi si sedette accanto mostrandomi una foto buffissima, di Joe, da piccolo, con un tamburello rotto in testa.
Non potemmo trattenere le risate.
<< Oddio, poverino! >>
<< Poverino? Spero che tu stia parlando del tamburello! >>
<< Ma dai Nick! >> e ridemmo ancora, e ancora e ancora.
<< Bree? >>
<< Si, Angela? >>
<< Ohh, chiamami pure 'Angie', non è un problema! >> io risi, lei mi guardò confusa.
<< E' che il mio secondo nome è Angel, e a volte mi chiamano 'Angie' >> spiegai sorridendo, lei ricambiò.
<< Una cosa in comune! Proprio di questo volevo parlarti! Mi scuso per il mio comportamento in limousine, ti andrebbe di parlare un po', per conoscerci meglio? >>
Io annuii entusiasta. NON MI ODIA!
Così parlammo del più e del meno di cose come la scuola, musica preferita, il film più bello in assoluto, lettura, cibo! Scoprimmo di amare molte cose in comune, anche se ogni volta venivamo disturbate da Nick e Kev che litigavano per reclamare l'attenzione.
Diiin Dlooon.
Il cuore mi saltò in gola, gli occhi mi si sbarrarono, il cuore prese a battere furioso.
Nick e Kev mi guardarono, e capendo, mi tranquillizzarono.
<< E' mia moglie, tranquilla Bree! >> mi disse Kev facendomi l'occhiolino, mi tranquillizzai all'istante, riprendendo a respirare.
<< Non ti va proprio giù, ehh? >> mi chiese Nick, mentre Kev andava ad aprire. Io scossi la testa.
<< Mmmh...Joe non è male, sai? Se impari a conoscerlo, è un tenerone! >> io sorrisi, un sorriso finto, triste, però.
<< Nick, metti caso che, mentre esci beatamente con i tuoi amici e la tua ragazza - sorrisi ad Angie - i tuoi genitori, che non si sono mai importati realmente di te, e con con cui, quindi, hai un pessimo rapporto, un giorno, se ne escono fuori che per il bene della casa loro discografica, ti dovrai sposare con una ragazza che hai visto si e no due volte in tutto, e con cui non hai nemmeno mai parlato. Come ti sentiresti? >>
Lui mi guardò e parve capire un po' la situazione. Era sul punto di parlare, ma in quel momento entrarono Kev ed una bellissima donna.
Rimasi folgorata dalla sua figura. Alta, magra, gambe slanciate, pelle di un colorito leggermente scuro, occhi castani, bocca perfetta...chi era Miss America?!
<< Bree, ti presento mia moglie, la mia dolcissima Danielle! Dani, lei è Bree.. >> ci presentò.
Lei mi sorrise porgendomi la mano, io ricambiai ancora imbambolata.
<< E' un piacere conoscerti, finalmente! A telefono Kev non faceva altro che dirmi che sei fantastica! Bella, e con carattere! >> alzò gli occhi al cielo ed io risi timida.
<< Ma non è vero! >> si giustificò Kevin grattandosi la nuca imbarazzato.
<< Ohh si che lo è! >> ribattè Dani, sedendosi accanto a me.
<< Eccoci qua, allora, parlami un po' di te! >>
Wow! Diretta la ragazza!
Le sorrisi.
<< Beh, non c'è molto da dire, e penso che saprai già tutto su di me! >> risi nervosa. Lei mi seguì.
<< Beh in effetti Denise mi ha fatto la telecronaca, ma non non voglio sapere quelle cose. Volevo sapere qualcosa in più sul tuo conto, però che esca dalla tua bocca. Non mi aggrada sentir parlare di te da altre persone! >> mi sorrise.
Dio, me la sposerei!
Ricambiai il sorriso e presi a parlare un po' di me, dei miei gusti, di quello che mi piace o non piace, insomma, delle stesse cose con cui parlavo in precedenza con Angie.
E mi sentivo bene. Perché per una volta, oltre alle mie amiche, a qualcun altro importava di me e dei miei gusti! Non volevano sapere chi fosse mio padre, o mia madre, che macchina guidassi o dove vivessi. Era...gratificante.
Una volta finito, mi sorrise e prese a parlare un po' di lei, oltre ai suoi gusti, mi parlò di quando incontrò Kevin, dei loro appuntamenti, di lui che la sorprese mettendosi in ginocchio e chiedendole di sposarla, del matrimonio, della luna di miele (ovviamente, non mi parlò di...quei dettagli!). E io pendevo dalle sue labbra, mi rattristai quasi, quando finì di raccontare, e lei, accorgendosi, rise dolcemente.
<< Kev non mi avevi detto che tua moglie era Miss America! >> esclamai ancora meravigliata.
Lui rise, e Dani arrossì.
<< Ma dai tesoro, che Miss America! >> e arrossì di più.
<< Infatti...sei Miss Universo. >> disse Kev sorridendole dolcemente.
Si guardarono, e potei chiaramente percepire tutto l'amore che provavano l'un l'altro. Era intenso, solido, dolce, passionale, romantico.
<< E' così tutte le volte! >> mi sussurrò Angie, ci sorridemmo. Erano troppo teneri.
Fui costretta a cambiare la traiettoria del mio sguardo, o a momenti il mio cuore si sarebbe spezzato.
Io non avrei mai trovato il mio amore.
Non avrei mai provato la gioia di vedere la mia metà, e guardarla con amore.
Non avrei mai potuto abbracciarla, baciarla.
Non avrei mai provato la sensazione di sentirmi sazia di felicità, di amore. Mai.
<< Ecco la torta! >> esclamò Paul, che si era assentato per lavoro, entrando con Denise in salotto, tenendo fra le mani un vassoio con un dolce molto invitante.
Solo ora mi accorsi che non avevo toccato cibo dalla mattina, ed erano passate molte ore dal 'rapimento'.
Paul mi sorrise, mi fece l'occhiolino e la prima fetta che tagliò la porse a me. Lo ringraziai sorridendo.
Nick mi guardò, e spalancò la bocca quando vide che ne mangiai un pezzo. Lo guardai confusa.
<< DIO SIA LODATO! E' UNA RAGAZZA NORMALE! >> esclamò volgendo lo sguardo in aria con le mani congiunte, come se stesse ringraziando davvero Dio.
Kevin rise e spiegò.
<< Tutte le..mmh..frequentazioni di Joseph, non erano altro che ragazze attente alla linea, che mangiavano solo insalata e bevevano acqua, non so se mi spiego... >> io risi.
<< Beh, credetemi, sono una di quelle ragazze la cui pancia è un pozzo senza fondo! Non sono mai sazia! >>
Loro risero.
<< Benvenuta in famiglia! >> disse Nick abbracciandomi fingendosi commosso, io risi.
<< Oh Dio Nick, ti prego, non la spaventare! >> disse Paul roteando gli occhi.
<< Guarda che se ha visto Kevin con le carote al posto dei denti e non è ancora scappata, perché dovrei saperla spaventare io? >> questa frase provocò un'altra risata di gruppo.
E così passai tutto il pomeriggio, fra risate, aneddoti e giochi di società (nel gioco dei mimi, Kevin era negato!) fino a che non si fecero le 22.10.
<< Oh cavolo quant'è tardi! >> esclamai alzandomi di scatto guardando l'orologio, Denise mi imitò e dopo aver guardato l'orologio riflettè per poi guardarmi.
<< Se ti invitassimo qui a dormire, per questa notte, accetteresti? Chiamerei io i tuoi genitori, e domani, visto che è domenica, ci sarà maxi-colazione! >>
<< Non saprei..non vorrei disturbare! >>
<< Ma che disturbo! >> mi sorrise e si assentò per qualche minuto andando a chiamare i miei genitori.
Qualcosa mi diceva che mio padre ne sarebbe stato contento e avrebbe accettato.
Denise tornò con un sorriso sulle labbra.
Ecco, appunto.
<< Puoi rimanere cara! Danielle ti potrebbe prestare un suo pigiama per stanotte! >>
<< Certo! Nessun problema! >> disse Dani sorridente.
Nick sbadigliò.
<< Angie, che ne dici se andiamo a nanna? >>
<< Oh si, sono distrutta... >> rispose lei, che per il sonno sembrava quasi uno zombie.
<< Buonanotte a tutti! >> salutarono.
<< 'Notte! >> rispondemmo.
A seguirli, furono Dani (che prima mi prestò un pigiama) e Kev.
<< Tesoro, sembri stanchissima, su vai a riposarti! Sali le scale e la camera in fondo a destra è quella degli ospiti, dormirai lì! Il bagno è incorporato alla stanza, per cui non fare complimenti! Se hai bisogno di qualcosa, la mia stanza è quella lì! >> ed indicò una stanza alle sue spalle. Io le sorrisi, la ringraziai e salii le scale.
Entrai nell'ultima camera a destra, infondo al corridoio, come mi aveva detto Denise. Accesi la luce e rimasi un po' interdetta.
Per essere una semplice camera degli ospiti, è ben arredata! Sembra una camera maschile...
Forse ricevevano spesso visite di qualche amico dei fratellini.
Sospirai e mi avviai verso il bagno. Mi rinfrescai, mi cambiai mettendomi il pigiama (cannottiera e shorts, mi sentivo a disagio con questo abbigliamento in casa altrui...) e tornai nella stanza.
Non so perché, ma quella stanza non mi convinceva. Mi sentivo...strana, lì.
Scossi la testa, pensando di essere solo imbarazzata per dormire a casa Jonas, così mi avviai verso il letto e mi sdraiai, accorgendomi di quanto anch'io fossi esausta.
Dovrei essermi addormentata nel giro di pochi minuti, mi svegliai il giorno dopo con una luce chiara che mi batteva sul viso, gli uccellini cinguettavano fuori la finestra e una mano che mi accarezzava il viso e i capelli.
Ma io dico, gli uccellini non potrebbe dormire più a lun- ...
UNA MANO MI ACCAREZZAVA?!
Ohh, forse è mamma, vorrà recuperare il tempo perduto in questi an-...
No. Ora mi ricordo...non sono a casa mia. Sono a casa Jonas.
B-beh sarà Denise che cerca di svegliarmi! Chi se no! Su coraggio Bree...apri gli occhi e fai la brava ospite!
E così feci, aprii lentamente gli occhi, e trovai due occhi color nocciola che mi fissavano.

Fine Capitolo 6.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Subito mi sorrise malizioso e accarezzò piano la mia gamba scoperta per gli shorts prestatomi da Dani (accidenti a lei!).
<< Sei qui per salire di punti nella classifica facendoti desiderare, costringendomi poi a sposarti, e credimi, in fondo ci sei riuscita, o volevi solo divertirti un po'? >> e ancora quel sorriso malizioso.
Io arrossii di botto e lo spinsi immediatamente per farlo allontanare, ma così facendo cadde giù dal letto.
Se non fossi tanto scioccata dalla sua frase, sarebbe stata pure una scena comica che mi avrebbe fatta scoppiare a ridere.
Lui mi guardò male, ancora per terra.
<< Brutto idiota lasciati dire due o tre cosine. Uno, sei tu quello che è entrato nella stanza degli ospiti dove guarda caso dormivo io. Due, credimi, che tu, O IO, lo voglia o no, mi sposerai comunque, il perché già lo sai. Tre, non sono quel genere di ragazza, Jonas, mettitelo in testa! Non farei una cosa così senza pudore! E per di più 'per salire di punti nella classifica'. Classifica di cosa, poi? Delle ragazze che ti sei portato a letto?! >>
<< Uno, sei tu che ti sei piazzata nella MIA camera. Camera degli ospiti?! Ma da dove ti è uscita?! Due, purtroppo devo, lo so, cara. Tre, ohh e se anche fosse?! Ti interesserebbe qualcosa di quante ragazze mi sono portato a letto prima di te?! Tu per me non sei nulla. >> mi guardò con rabbia dicendo l'ultima frase. Sarei scoppiata a piangere in un altro momento, ma mi trattenni.
<< Tua madre mi ha gentilmente dato le esatte indicazioni della camera in cui avrei alloggiato per una notte. Non pensavo fosse camera tua. >> e non aggiunsi altro, come se i punti successivi non li avesse nominati.
Lui guardò la porta con fare pensieroso sussurrando un accennato 'Mamma', poi si alzò.
<< E' pronta la colazione. >> disse, senza nemmeno guardarmi, uscendo dalla stanza.
Corsi in bagno e lì diedi sfogo a qualche lacrima solitaria senza poterle fermare.
Ero permalosa. Fin troppo. Qualunque cosa mi dicano, o facciano, subito mi sento male, e mi sfogo con le lacrime. Che sia per rabbia, gioia, tristezza, dolore. Piango. Semplicemente piango.
In bagno mi cambiai, mettendo gli stessi vestiti del giorno precedente, mi pettinai, presi la trusse dalla mia borsa e mi diedi una sistemata.
Fingendo un sorriso, poi, scesi le scale seguendo l'odorino delizioso della colazione.
<< Ohh buongiorno cara, ti sei svegliata! >> mi sorrise raggiante Denise, un sorriso che non contagiò al 100% i suoi occhi. Forse suo figlio le avrà fatto la ramanzina!
<< Buongiorno Denise, salve Paul, 'giorno ragazzi! >> salutai educatamente quella numerosa famiglia.
Loro mi sorrisero in ricambio, non il mezzano, ovviamente, il quale giocherellava con il suo I-Phone.
<< Joseph. >> lo ammonì Denise, e lui, sbuffando, lo ripose in tasca.
<< Prego, siediti! >> mi sorride Denise, indicandomi la sedia accanto a Nick, di fronte a Joe. Io, sospirando silenziosamente, andai a sedermi.
<< Grazie dell'ospitalità, davvero, spero di non essere stata un disturbo. E - mi schiarii la gola - Joseph, scusa, ho usato il tuo bagno, spero non ti dispiaccia. >> Lui non mi guardò, e fece un gesto con la mano come per dire 'ormai hai fatto, quindi..' . Denise invece fece un sorriso di scuse.
<< Ma quale fastidio, cara, tutt'altro! Ci ha fatto piacere averti qui come ospite! >> ricambiai il sorriso.
<< Su, ora mangiamo! >> dopo una semplice preghiera, tutti presero qualcosa da quella che era una maxi-colazione, mettendo tutto e di più nel piatto, quasi come se non mangiassero da mesi! Io mi limitai ad un po' di bacon, frittelle e uova strapazzate.
<< Angela e Danielle? >> chiesi sottovoce a Nick.
<< Mmmh, Angie è andata a scuola, lì le lezioni iniziano prima, e Danielle è uscita andando a lavoro! >>
Non sapevo che Danielle lavorasse, cavolo, quella donna è perfetta! Gli sorrisi e lui ricambiò tornando a mangiare.
<< E' meglio che vada a lavoro, ora, o farò tardi, a dopo ragazzi, ciao Bridgitte, è stato un piacere conoscerti meglio! >> mi sorrise.
<< Anche per me, signor Jonas! >> ricambiai il sorriso.
Paul e Denise si scambiarono un bacio, per poi andare alla porta. Denise tornò sfoggiando uno sguardo innamorato. Sorrisi al pensiero che nonostante tutti quegli anni di matrimonio, ancora si amavano così intensamente.
Presi qualche forchettata di non so cosa portandomelo alla bocca per poi masticarlo piano. In effetti ero troppo pensierosa per poter prestare attenzione alla colazione e a quello che mangiavo.
La prima cosa che pensavo è che Joseph era un vero stronzo. Come puoi dire cose del genere ad una ragazza che nemmeno conosci? Come puoi comportarti così rozzamente?! Lo fa con tutte le donne? Se si, quelle donne, una dignità, ce l'hanno?
Poi pensai a Denise. Che l'avesse fatto a posta? Insomma, quella era la stanza di Joe. Denise mi aveva detto di andare nella stanza in fondo il corridoio a destra. Era QUELLA la stanza in fondo al corridoio a destra. Avevo sbagliato a capire io, o voleva lei appositamente che andassi a dormire nella stanza di Joe, sperando che accadesse qualcosa?
Non parlo di quella cosa, ma di..che ne so, magari una parlata per farci conoscere e farci legare.
Behh se è così, non ha tenuto conto che due secondi dopo essermi sdraiata su quel letto, mi addormentai profondamente.
Aspetta.
Se IO avevo dormito nel letto di Joseph, JOSEPH DOVE HA DORMITO?!
No, impossibile che abbia dormito accanto a me, che razza di maniaco è?! Però stamani era accanto a me quindi... OMMIODDIO. MA CHI DOVRO' SPOSARE?!
E poi, lui non usciva con quella Nicole, Nathalia, Natashia..si Natashia! Persona alquanto sgradevole, per quello che avevo letto, e visto, su di lei. Ma potrebbero essere tutte menzogne, e chi sono io per giudicarla?
<< Io vado da Nat, ciao famiglia! Cià.. >> disse Joseph, riscuotendomi dai miei pensieri.
Solo dopo capii che quel 'Cià' era riferito a me. Molto educato il ragazzo!
<< Ciao Joseph, passa una bella giornata. >> risposi io invece, facendo sorridere divertiti i fratelli. Denise trattenne quasi una risata.
<< A dopo, JayJay! >> rispose invece, la madre. Lui alzò gli occhi al cielo, mi diede una piccola occhiata e se ne andò.
Quando se ne fu andato, rielaborai la sua frase.
<< Nat? >> chiesi ad alta voce. Tutti si incupirono.
<< Natashia, con la 'i'! >> disse Kev facendo una smorfia.
<< Con la 'i'? >> chiesi ridendo. Loro risero con me.
<< E' una ragazza conosciuta da poche settimane, a quanto pare la nuova fiamma di Joe. Noi non approviamo, sinceramente, visto il passato di Natashia. Ma, i Jonas stanno tornando, per cui devono rimanere uniti, anche su scelte come questa. Se lui si trova bene con quella Natashia, noi dobbiamo... 'approvare'. >> spiegò Nick, cercando le parole adatte.
<< E che centro io? >> dissi facendo il broncio, loro mi sorrisero.
<< Credimi, le ragazze di Joe non durano una settimana! La sua relazione più lunga è stata con Demi. >> sospirò.
Demi, Demi Lovato, avevo letto riguardo la loro relazione, ma a quanto si diceva non erano rimasti molto in contatto.
<< Quindi fra sei giorni se ne troverà un'altra? >> loro mi guardarono.
<< Ohh. Sono io quell'altra, vero? >>
Annuirono a malincuore.
<< Una volta rotto il "fidanzamento" con Natashia, annunceremo il vostro... >> disse Nick attento, per non farmi intristire.
<< Credimi se ti diciamo che ti adoriamo! Ieri abbiamo scoperto tante cose di te...per noi sei già di famiglia! Però, ecco, anche noi non avremmo voluto una situazione del genere. Ci sarebbe piaciuto se tu avessi incontrato Joe in un'altra maniera. Se fra voi due fosse scoccata la scintilla, il colpo di fulmine ad una festa, magari. Se, dopo varie uscite, vi fidanzaste e così via fino alla proposta di matrimonio. Ecco come ci sarebbe piaciuto che andasse! Che Joe trovasse da solo la ragazza giusta per lui, che lo mettesse sulla buona strada. Questa situazione non va molto a genio anche a noi. Tu sei fantastica, credimi, ma avremmo preferito che vi foste conosciuti prima, ecco! >> mi spiegò Kevin.
Gli sorrisi, capendo anche il loro punto di vista.
<< Siete una famiglia unica. Speciale, ecco. Speciale è il termine giusto! Non ho mai avuto momenti così belli in famiglia, e in poco tempo voi avete saputo donarmi attimi che per diciassette anni di vita i miei genitori non hanno saputo darmi. E di questo non so come ringraziarvi! Ma sono d'accordo con voi. Avrei preferito un'altra situazione. Non voglio sposarmi con qualcuno che non conosco, e non credo che sei mesi serviranno a riparare la situazione. Con tutta la buona volontà, ma avete visto anche voi Joseph come mi tratta, e quanto diventa scontroso in mia presenza o anche a sentir solo parlare di me. >> confessai. Loro si guardarono, poi Nick sorrise.
<< Chi può dirlo, magari determinata come sei riuscirai a mandare il matrimonio a monte! Promettici solo che rimarrai in contatto con noi, in quel caso! >> risi.
<< Lo prometto! >> sorrisi e loro ricambiarono.
In pochi minuti terminammo la colazione e Nick, con la limo, mi accompagnò a scuola, nonostante le mie lamentele.
Va bene se UNA volta una limo mi veniva a prendere, ma la SECONDA, credo che tutti poi si addosseranno per sapere chissà che!
<< Grazie del passaggio, scusa il di- ... >> mi bloccò a metà frase.
<< La smetti di scusarti? Nessun disturbo, e poi è di strada! Devo andare ad incidere un demo. >> mi sorrise.
<< Ohh behh, buona fortuna allora! Poi me lo fai sentire! >> gli sorrisi e salutandolo, scesi dalla limo.
<< OMMIODDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIO >>
Ecco il saluto delle ragazze.
<< Sei rimasta a dormire da loro! Non ci credo! >> mi gridò Hilary.
<< Come fai a ... ? >>
<< Ho chiamato a casa tua, ieri, per sapere tutto, e tuo padre mi ha detto dov'eri! >>
<< Lo odio. L'unica cosa positiva è che non l'ho visto per l'intera giornata! >>
<< Ma dai Bree! >> rise Andy.
<< Chi c'era in limo? >> chiese Sunny.
<< Nick... >> dissi tranquilla. Loro si guardarono e urlarono.
<< PORCAPALETTAZOZZA! Oddio siete una bellissima coppia! Vi ci vedo insieme! Mamma mia come ti invidio! Cavolo sposarsi Nick Jonas non è cosa da tutti i giorni! E' così dolce, romantico, bello, muscoloso al punto giusto e.. > la bloccai.
<< Sposarsi con chi? >> Loro mi guardarono.
<< Con Nick! >> dissero con fare ovvio.
Solo ora ricordai che loro non sapevano niente.
<< Ragazze, non ve l'ho detto più, è vero, anche io l'ho scoperto soltanto ieri ma...ecco...mi dovrò sposare con Joseph, non con Nick. >>
Loro spalancarono gli occhi, Hil si è dovuta addirittura sedere, dopo la notizia.
<< COL PUTTANIERE?! >> urlò, e tutti la guardarono.
<< HILARY!! >> la ammonii.
<< Scusa ma...oddio. Joe?! >>
<< E' impossibile! >> disse Andy incredula.
<< Nick è fidanzato. E a quanto pare sto meglio con Joseph, per loro! >> sbuffai. Sunny si strozzò con la saliva.
<< N-Nick è fidanzato?! >> Annuii.
<< E' una ragazza dolcissima di nome Angela! E' davvero perfetta per Nick, si completano! >> sorrisi dolcemente. Sunny sembrava sul punto di andare in iperventilazione per cui fummo costrette a cambiare totalmente argomento.
<< Oh.Cristo.Santo. >> esclamò Hil ad un certo punto, guardando un punto fisso davanti a sè. Noi seguimmo la direzione del suo sguardo e rimanemmo un po' interdette.
<< Non vorrai...? >> chiese Andy.
<< Ohh si. >> rispose Hil.
<< Scherzi spero. >> disse Sun con voce tremolante.
<< Ohh no. >> rispose Hil.
<< Cazzo, no! >> la finissima me.
<< Cazzo, si! >> disse Hil, trascinandoci in segreteria, dopo aver visto quel volantino attaccato alla bacheca.
Si aspettava una lunga giornata.


Fine Capitolo 7.

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