Voglio farti un regalo

di ALEXIANDRAisMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hai delle isole negli occhi ***
Capitolo 2: *** Tra il male edio ***
Capitolo 3: *** Legame di lontananza ***
Capitolo 4: *** Giochi sportivi ***
Capitolo 5: *** Angelo ***
Capitolo 6: *** Il sole esiste per tutti ***
Capitolo 7: *** Si chiama libertà ***
Capitolo 8: *** Ricordi di un'estate ***
Capitolo 9: *** La paura non esiste ***
Capitolo 10: *** Il regalo più grande ***



Capitolo 1
*** Hai delle isole negli occhi ***


Hai delle isole negli occhi

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)


Si perdeva in quegli occhi, il serpeverde. Ma non l’avrebbe mai ammesso.
Non voleva farla sentire più potente di quanto già non fosse.
Non voleva ammettere che la grifondoro aveva il suo cuore in pugno.
Che cosa stupida, vero?
Ma non poteva fare a meno di preservare quell’orgoglio. L’unica cosa che gli era rimasta da quando quell’uragano rosso non gli aveva stravolto la vita.
Ma guarda, parli del diavolo e spunta lei. Anche se per lui rappresentava tutt’altro che un diavolo.
E si, ok a volte poteva dare quell’impressione di distaccato, cinico e bastardo figlio di.. ma.. come poteva fare? Era inutile fingere, ogni volta che anche solo per sbaglio il suo sguardo si scontrava con quell’oceano, il biondo sembrava un ritardato incapace di proliferare parola.
e Rose? Oh, se non lo aveva ancora capito allora era davvero fortunato.
Perché se già così, ignara di tutto, gli faceva questo effetto. Non voleva immaginare come sarebbe stato, se invece fosse stata consapevole delle sue azioni.
Dall’altra parte del corridoio ora lei lo stava raggiungendo. Cosa fare? Ormai aveva visto che l’aveva notata, non poteva ritirarsi ora.
In quel momento la ragazza gli getto le mani al collo e lo strinse forte, senza indugiare, in un gesto spontaneo si baciarono.
Rose oggi sembrava più felice che mai, era l’ultimo giorno degli esami e lei di sicuro era andata più che bene in tutte le prove scritte, orali e pratiche.
Scorpius nel guardarla negli occhi vide qualcosa di diverso. Era stato solo un attimo, ma era così nitido nella sua mente.
- Perché mi guardi così? – chiede Rose e il suo sguardo si fa confuso.
- I.. i tuoi occhi.. – e senza dire altro la bacia di nuovo.
Quando la lascia andare le sussurra in un orecchio. – Hai delle isole negli occhi, e io sono il naufrago sperduto di quelle isole.. – l’ha detto. Ciò che ha sempre pensato.
Si aspettava una risata, di sentirsi deriso. Ma la ragazza lo strinse forte nelle sue braccia. – Troveremo il modo di salvarci allora, insieme. –
Già, perché per la grifondoro anche il bel serpeverde aveva delle Isole negli occhi, dove lei era naufragata già da un pezzo.
 
Piccola Introduzione.
Prima di una lunga serie.
Rose x Scorpius ovviamente
E te la meriti tutta..

***Alexiandra***

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Capitolo 2
*** Tra il male edio ***


Tra il male edio
Dedicato a te persona
(10 Special x Azzu)
 

Che cosa sai tu, degli eroi che, hanno in mano il copione.

“Fred Weasley, grande mago, fratello affidabile,
zio da ricordare, cuore d’oro.
Vivo per far sorridere,
morto per far piangere.
La Seconda Grande Guerra ha portato con se
un Grande vuoto.”

Sapeva chi era il suo zio preferito dall’età di cinque anni, da quando conoscendo la storia del grande Fred Weasley durante l’ora della favola della buona notte raccontata dal padre, decise che quel grande uomo sarebbe stato il suo principe azzurro.
Conosceva a memoria le parole sulla lapide e sotto il cuscino teneva sempre con se quella foto che lo zio George le aveva dato del bel gemello tutto sorridente.
Anche quando quell’idiota la faceva piangere, le bastava guardare quella foto per sorridere di nuovo.
Solo una volta quel rimedio fu vano.

Che io, perso nei tuoi, occhi non so, che cosa si dice.

Lo guardava negli occhi ma lui non sapeva pronunciare altro se non “non è come pensi”e non le importava di quanto ci stava male Lui. Pensava solo al vuoto nel petto che aveva creato nel vederlo tra le braccia di Quella.
Lei volitiva continuava a trattenerlo, ma lui scocciato cercava di allontanarla.
- Non ho fatto niente! È stata tutta opera sua! – urlava il biondo quasi disperato alle sue spalle, mentre già andava via.
- Zitto, sei un bugiardo! – urlava invece la rossa, senza ascoltarlo.
- Perché non ti fidi?! Perché non riesci a credermi? – diceva lui, ora arrabbiato.
Entrambi avevano le loro colpe, infondo.

Se la mente và, il cuore và ma, le labbra imprigionano.

Intrappolava con le sue le labbra della ragazza e lei non riusciva a fare altro se non ricambiare. Dopo tutto quel tempo lontani ad aiutarsi, ancora avevano bisogno l’una dell’altra.
Ogni centimetro ad allontanarli rappresentavano un kilometro e il loro unico obbiettivo era quello di accorciare la distanza.

Sciogli ala, sciogli la tua anima al sole.

La stessa ragazza che vedeva tra i bui corridoi della scuola era uno spettacolo totalmente diverso rispetto a ciò che il sole sulle rive del lago nero illuminava.

Libera, libera le tue parole, dolci.

Amava scrivere, ma non sapeva mai cosa, quando si trattava di lui.
Ogni volta che sgattaiolava via dalla sala comune dei serpeverde, il fantasma del Barone Sanguinario chiudeva sempre un occhio... infondo era stata lei a trovargli una bella Baronessa con cui passare del tempo in santa pace.

Spaccami di baci, prendi in mano un cuore, poi senza esitare dammi parole d’amore che non sai spiegare.

- Ti amo – sussurrava Scorpius ad una Rose sorpresa.
- Che cosa? . chiedeva Rose ancora stupita.
- Non farmelo ripetere, hai capito! – arrossiva imbarazzato.

Ma stringimi, accarezzami, respingimi poi prendimi di nuovo e lasciami ancora sognare di averti Tra il Male EDIO.

- Ti amo anch’io – diceva prima di allontanarlo e saltargli al collo a sorpresa avvolgendolo tra le braccia la sua Protettiva, Possessiva, Bastarda, Volubile, Insicura ragazza.
Che cosa sai tu, che già vai via, ma resta qui ancora.
- Parto – diceva mentre lui tranquillo la guardava fai i compiti di rune antiche.
- Che cosa? – chiedeva un Malfoy agitato.
- Si, per un programma di studio in Europa. Tipo scambio – sussurrava.
La sicurezza stava svanendo di fronte ai lunghi sei mesi che li attendevano.

Anche se, ora so che, non c’è niente tra il sole e la luna.

I giorni si alternavano alle notti fino al giorno in cui finalmente si riabbracciarono e alla notte che passarono insieme.
Capirono che non aveva importanza in quale parte della giornata.
Gli istanti insieme erano tutti da ricordare.

Noi siamo di mondi diversi, io e te, ma stanotte io Saturno e tu Giove, vieni.

Nelle calde coltri del letto, Scorpius accarezzava la rossa chioma di Rose mentre lei docile si addormentava con il capo poggiato sul forte e caldo petto.

Lungo il silenzio in cui, riallacci la camicia, dici che è un errore, che mi stai facendo male ma, io voglio continuare.

Il panico ormai era svanito e rimanevano ore insieme nel letto, la mattina, appena svegli. Questo al contrario di prima, quando la piccola e paurosa Rose abbandonava il grande e sfrontato Scorpius ancora addormentato nel letto.

Tra il Male EDIO.

allora.. questa è la terza.
spero che anche la canzone ti piaccia
--->http://www.youtube.com/watch?v=AyYrpae63S0

***Alexiandra***

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Capitolo 3
*** Legame di lontananza ***


Legame di lontananza

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

Non era mai stata veloce nel correre, però quando si trattava di scappare da qualcosa era brava.
Non amava in particolar modo mentire, però non voleva far preoccupare i genitori e conosceva la reazione dei cugini.
Era stato sempre così, Rose Weasley preferiva cavarsela da sola piuttosto che dipendere dall’aiuto altrui.
Però qualcuno a cui chiedere conforto c’era.
Suo zio George è sempre stato un giocherellone e nonostante gli impegni al negozio, trovava sempre il tempo per accogliere la sua affannata nipotina del suo ufficio.
- Zio George! – diceva la ragazzina mentre si fiondava tra le braccia dello zio.
- Rose, ma cos’è successo? – non capiva cosa ci facesse la nipote lì, prima delle vacanze di natale c’erano ancora un paio di settimane e lei adesso doveva trovasi a Hogwarts.
- Ho chiesto alla McGranitt un permesso speciale per venire qui questo week-end invece di andare a Hogsmeade. – gli disse la nipote.
Era rassicurato dal fatto che la nipote non avesse combinato dei guai, non che noi all’età di Rose non ne avessimo fatti, ma la ragazza era intelligente e meritava di realizzarsi in quella scuola.
- Perché sei qui? –
- Colpa di Malfoy! –
- Scorpius? Cos’ha fatto stavolta? – il suo sguardo diventava sempre più corrucciato. Le angherie con cui infastidiva la nipote lo avevano proprio scocciato. Quanto lo capivo.
- M-mi ha baciata.. – diceva intanto la nipote, era rossa in viso ma negli occhi brillava una luce nuova.
In riflesso, sul viso dello zio sbocciò una sorriso triste e malinconico, così raro per lui. Sorrise anche per la nipotina che era così ingenua e non riusciva a vedere ciò che chiunque altro al suo posto vedeva.
A quel punto un nuovo sentimento ci porta a considerare Malfoy quello giusto per la sua adorata nipotina.
- Rose, ricordi la foto di Fred che ti ho affidato? –
- Si, lo zio Fred lo porto sempre con me. –
- Bene. Se Malfoy ti farà soffrire riferiscilo a lui e se ti fa sorridere fa lo stesso. Quando non ti basterà confidarti vieni da me e ti darò conforto anche per lo zio. Ma per ora, piccola Rosa, lasciati andare. Zio Fred ti direbbe di sorridere sempre, io ti dico di sorridere sempre e piangere quando ne senti il bisogno, anche di felicità se serve. Nei momenti tristi, una lacrima è ciò che ti aiuta a ricordare che una volta finite ritornerai a sorridere. –
Suo zio George è sempre stato un giocherellone, ma aveva perso anche lui una parte di allegria nell’ultima Grande Guerra. Lo sapevo bene. Questo l’avevo portato a essere più saggio e più forte. Perché dopo il dolore iniziale, aveva capito di dover vivere per due.
Alla nascita di Rose era stato spontaneo per lui dedicarsi alla felicità della nipote.
Perché sin da neonata, la piccola Rose aveva qualcosa che la caratterizzava, ed era il magnifico sorriso del bel Fred Weasley.
E a tutti in famiglia e fuori veniva naturale preservarlo, perché sul viso di Rose stava d’incanto e la rendeva una stella.
 
Questa è la testimonianza di Fred Weasley che ha giurato sulla sua anima immortale di proteggere sempre da lassù la luminosità di quella stella e delle costellazioni che le stavano intorno. * l’occhiolino non poteva mancare *
 
Le costellazioni ovviamente è una metafora
Che simboleggia la famiglia nel suo vari gruppetti
Perché nonostante la “lontananza”
Fred Weasley non li ha mai abbandonati..

***Alexiandra***

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Capitolo 4
*** Giochi sportivi ***


Giochi sportivi

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

 
Quando camminava tra i corridoi con i suoi amici non riusciva a staccare gli occhi dai suoi movimenti eleganti e sinuosi.
Mentre giocava a basket ballava e volava, ogni tiro era il lancio di un aquilone nel cielo e ogni finta un passo di danza.
Lei lasciava tutti di sasso mentre concentrata e in posizione attendeva che la palla arrivasse dritta tra le sue braccia per poi rimbalzare subito nel campo avversario con precisione, la potenza delle sue schiacciate lasciava gli avversari atterriti.
Sembrava assurdo che tanta grazia e agilità nei movimenti si tramutassero poi in goffaggine e totale incapacità di comporre una frase di senso compiuto quando erano uno di fronte all’altro.
Entrambi sconvolti dalla bellezza che l’altro emanava.
Eppure cos’erano alla fine? Ancora due semplici amici che stavano lì a guardarsi da lontano.
Tra i banchi di scuola.
Tra un campo di basket e uno di pallavolo...

siamo alla quarta xD
questa non parla di HP
e più una cosa da vita quotidiana..

***Alexiandra***

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Capitolo 5
*** Angelo ***


Angelo

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

 

Notte fonda, senza luna

E un silenzio, che mi consuma.

Avevo tremendamente bisogno di un puntino bianco nel cielo nuvoloso di quella notte, eppure nulla. Al suo posto si presentavano delle goccioline d’acqua fredda, nonostante il periodo dell’anno caldo.

Il tempo passa in fretta e tutto se ne va,

preda degli eventi e dell’età.

Era ormai passata una settimana da quando ha litigato con Emis, all’inizio credevo fosse solo uno di quei battibecchi che noi un giorno si e l’altro pure facevamo, invece ancora non si era fatto sentire. Ho parlato con Alexia, sembrava volesse staccargli letteralmente la testa a morsi appena ha sentito come è avvenuto tutto.

Ma questa paura per te, non passa mai.

Angelo, prenditi cura di lei.

- Non so se hai capito bene cosa Alex ha passato.. – diceva Alexia ad Emis, in cucina. Siria osservava la scena.
Tutti credevano che io stessi dormendo, ma in realtà origliavo dalla porta della mia camera. – ..Non ha mangiato praticamente niente per giorni. – si sforzava di non urlare. - .. Solo per un tuo stupido capriccio! –
Emis si mordeva il labbro e non guardava in faccia Alexia. – Devi prenderti cura di lei.. quando me ne vado sono tranquilla proprio perché ci sei tu! IDIOTA! –

Lei non sa, vedere al di là di quello che fa

E l’ingenuità, è parte di lei, che è parte di me.

-Ti fidi così tanto di Emis? – chiedevo ad Alexia in macchina.
All’inizio mi guarda stranita per poi sospirare chiudendo gli occhi – Mettila così, se vuoi. –
- Hehe. – dico con aria di chi la sapeva lunga.
Molto lunga, quasi chilometrica. Come lei.

Cosa resta del dolore e di preghiere,

se dio non vuole, parole vane al vento.

- Scusa, davvero. – ripeteva Richard inseguendomi.
Io lo ignoravo, ero molto brava a farlo chi aveva perso la mia fiducia. – Siria, parlo con te. Ti prego, ascolta. –
- Va al diavolo. – dico con straordinaria colma sbattendo la porta del palazzo. Prima di entrare nell’appartamento faccio un lungo respiro costringendomi a dimenticare quello che è successo.
- Tutto a posto? – chiedeva Alex mentre chiudevo la porta.  – Vuoi un po’ di cioccolata? – chiedo ignorandola. – Si! – esulta entusiasta. Ho sciolto la cioccolata che Emis le aveva regalato la sera prima per farsi perdonare.

ti accorgi in un momento, siamo soli è questa la realtà

- Alex? – sussurrava Siria.
- Cazzo! – impreco sottovoce.
Era notte, avevo sete ed ero andata in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Ho trovato Siria rannicchiata sul divano con una tazza di latte in mano.
– Tranquilla, non ti tratterrò per molto. – continuava – Solo una domanda, noi siamo completamente soli? –
Mi sono girata a guardarla, sembrava stesse piangendo, poi mi sono ricordata della sua innata capacità di non piangere molto (più che raramente) e mi ricredo. – Tutti nascono soli. – dico – Non siamo più soli finché non costringiamo qualcuno a dipendere da noi. –
È rimasta un po’ a fissare il vuoto. Poi tentando di fingere un sorriso ha detto – Bene, grazie! Ok buonanotte! –
- Idiota. – sussurravo mentre entravo in cucina.

Ed è una paura che,

non passa mai.

Raramente mi succede di star male per qualcosa che non ho ben capito. intanto tentavo di costruire la causa di tutto.
Il pomeriggio prima incontrai Leo, un vecchio amico di scuola. – Siria, Alex ha un ragazzo e pure Melissa, perché invece tu no? –
Di solito ignoro domande del genere, oppure rispondo in modo leggermente volgare. Ma forse è il giorno particolare, forse di tanto in tanto mi permetto di mostrare la mia fragilità, ma raramente mi sono sentita così sola.

E tutto il dolore che grida dal mondo,

diventa un rumore che scava profondo,

nel silenzio di una lacrima.

Eravamo lì, tutte e quattro. Non ascoltavamo i consigli degli altri, forse non era molto sicuro nel bel messo di una burrasca stare davanti al mare. Ma non c’importava, eravamo lì per un motivo.
- Lo facciamo? – chiedeva Melissa ancora insicura.
- Si. – rispondevo più ferma del solito.
Inizia Melissa, ha lanciato un urlo che per quanto posso essere potente, era semplice, limpido. Quasi puro. La seconda è stata Alexia, il suo urlo era un po’ il mio, perché lei è la mia persona. L’avrei lasciata urlare anche per me, le avrei stretto la mano, per sfogare anche la mia rabbia. Vedendo Siria fissare assente il mare, inizio ad urlare. Sembrava identico a quello di Alexia, solo che più pensavo alle mie rabbie, anche le più piccole e ai miei dispiaceri, più lo rafforzavo.
La quarta è stata Siria, non scherzo se dico che lancia un urlo più forte di tutte, era lungo e diretto, come il mio. Melissa e Alexia la fissano fino a quando Alexia non mi fa cenno di fermarla stringendo più forte la mia mano. Melissa tenta di fermare Siria ma lei non smette, prende fiato e ricomincia ad urlare. Ancora e ancora. Mi avvicino a lei e le tiro uno schiaffo sul capo, bloccandola. Mi guarda spaesata – Scusate – dice sottovoce.
- Sta zitta e basta, idiota. – le ordino.
 

***Siria***

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Capitolo 6
*** Il sole esiste per tutti ***


Il sole esiste per tutti

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

 
Stesa nel letto con gli auricolari dell’i-pod alle orecchie, sulle note di ferro, vedo una miriade di ricordi confusionari passarmi davanti agli occhi.

In questa mattina grigia

Fissando un cielo cupo e nuvoloso attendevo che quel giorno giungesse al termine. Ormai solo in quella stanza dove i momenti passati con lui ancora mi tormentano. Strana la facilità con cui quella stanza era tornata vuota.

In questa casa che ora è veramente solo mia

Il trasferimento era stato immediato, volevo cambiare aria e quale modo migliore se non cambiare di nuovo casa? E infondo, ora che la mia persona era di nuovo al mio fianco, le cose sarebbero andate veramente meglio.

Riconosco che sei l’unica persona che conosco

Quante volte ci era capitato di completare l’una il pensiero dell’altra.
Di parlare all’unisono? Questa complicità, quella sintonia, ci caratterizzava come gemelle d’anima.

Che incontrando una persona la conosce

Dalla porta d’ingresso della catapecchia che veniva definita dagli adulti orfanotrofio entra una ragazza dai capelli ramati, gli occhi azzurri e la pelle bianca come i miei. Era straordinariamente simile a me.

E guardandola le parla per la prima volta

- Ciao, come ti chiami? – mi chiese lei osservandomi con i suoi occhi profondi.
- Alexiandra e tu? – chiesi.
- Alexia – disse e scoppiammo entrambe a ridere.

Concedendosi una vera lunga sosta

Mi guardavo intorno, non ero spaventata. Bensì ammiravo il nuovo mondo che avevo davanti.
Sentivo che quel posto, insieme ad Alexia, era il nostro posto.

Una sosta dai concetti e i preconcetti

Sembrava tutto così strano, eppure nel guardarla mi rivedevo in lei. Come in uno specchio, il riflesso incondizionato di due ragazze che appaiono forti e sicure di se ma non lo sono.

Una sosta dalla prima impressione

Ci vedevano camminare l’una di fianco all’altra e tutto quello che vedevano erano le irraggiungibili e riservate sorelle. Solo tra noi due eravamo noi stesse. Tristi nei momenti bui e felici nei giorni luminosi.

Che rischiando di sbagliare

Piangeva. – Alex lo amavo. – sussurrò. I vampiri non piangevano ma noi eravamo un’eccezione. Noi piangevamo, soffrivamo, facevamo incubi. Ed era così ingiusto provare quel dolore. – Lo so. – la rassicurai stringendola in un abbraccio.

Prova a chiedersi per prima

- Lo ami ancora? – mi chiese Alexia mentre rimettevo in fretta la foto di Chris nell’album. – Non lo so... mi manca, ma forse è passata. – mi guardava cercando di decifrarmi.
- Forse, ma forse no. – sussurrò. Come sempre riuscendo a capirmi.

Cosa sia quella persona veramente

- Ti dico che lui è perfetto per me! – diceva sorridendo finalmente felice dopo tanto tempo. Ero contenta per lei e non facevo nulla per nasconderlo.7
- Bene. Allora, presentamelo al più presto no? – ridacchiamo pensando che se fosse umana sarebbe arrossita vistosamente.

Potrò mai volere bene

- Alexia.. esiste l’amore? – chiesi una volta con quel dubbio improvviso a ronzarmi nella testa.
- Alex.. tu ami Emis, vero? – mi chiese mettendo da parte il libro che stava leggendo.
- Si. – risposi senza pensarci.
- Allora si Alex, l’amore esiste. – e ritornò a leggere.

Tu che pensi solamente spinta dall’affetto

stavo per scoppiare a piangere alla vista del cucciolo di orso brutalmente ucciso da zio Emmett. – Zio... – sussurrai.
- ZIO! – urlò Alexia. – Come hai potuto! Sai che Alex è sensibile a queste cose! – continua sgridandolo.

E non ne vuoi sapere di battaglie d’oro, di ripicche e di rancore

- Mi dispiace, è da tanto che non ci sentivamo. Mi siete mancate! – disse Chris. Dopo un anno era la prima telefonata.
Se fossimo state vive, il cuore mio e di Alexia sarebbe scoppiato dal petto per l’emozione. Parlammo tanto e senza sosta
- Vi voglio bene. – disse infine salutandoci. – Anche noi! – rispondemmo all’unisono.

E t’intenerisci ad ogni mio difetto

- Sei testarda, arrogante e impulsiva Alexiandra Katie Cullen! – esclamò una volta Alexia. – Lo so e allora? – chiesi ingenuamente confusa.
- E allora niente. – disse alzando lo sguardo al cielo.

Tu che ridi soltanto insieme a me

- Ma cos’è successo alla fine con il fantasma formaggino? – chiese ad un tratto rivangando un vecchio discorso.
- Un patto! – rispondo ricordando.
- E quale? – chiese esortandomi impaziente.
- Lui mi lascia in pace e io non gli rubo il formaggino! – dissi con non chalance. Scoppiò a ridere di gusto.

Insieme a chi sa ridere, ma ridere di cuore

- Si chiama Elke! – dissi – No, Ely pel di carota! – ribatte lui.
- Perché è carina e buffa come te! – disse ridendo mentre la scimmietta ci fissava sbigottita.

tu che ti metti da parte sempre troppo spesso

- Usciamo – disse. – Non mi va! – risposi. Volevo starmene a casa, in panciolle sul divanetto del mio studio a leggere o a disegnare. Allora vado ad ubriacarmi da sola! – disse dirigendosi fuori. A quelle parole le corsi incontro – No, no vengo anch’io ad ubriacarmi! –

E che mi vuoi bene più di quanto faccia con me stesso

- Lascialo perdere! – le dissi prendendola per le spalle e scuotendola.
- Ma lo amo! – ribatté lei.
- Ma questo amore fa male, non lo capisci? – dissi urlando, quasi. – Lo so.. ma cosa ci posso fare? – disse Alexia guardandomi malinconica.

E trasceso il concetto di un errore

Ciò che universalmente tutti quanti a questo mondo,

chiamiamo amore

- Ti voglio bene Persona. – dissi.
- Ti voglio bene Persona. – disse e rimanemmo su quelle scalinate, lei appoggiata al muro e io alla mia spalla per ora, in quel silenzio pieno di parole.

ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi e ti vedo morire

ti fermo all’inferno e mi perdo perché Non ti lasci salvare da me

- Come? – esclamammo insieme.
- Siete gemelle, non l’avevate ancora capito? – ci chiese Carlisle.
- Ne avevamo il sospetto. – rispose anche per me Alexia.
- Bè ho fatto qualche indagine e a quanto sembra è proprio così. – rispose. Ci guardammo e abbozzammo un sorriso ancora stupito.

Nego i ricordi peggiori

- Non partire! – dissi abbracciandola ancora per non lasciarla andare.
- Alex tornerò! – disse mentre sorrideva divertita.
- Lo so, ma mi mancherai. – risposi prima di abbracciarla un po’ di più per lasciarla andare a malincuore.
Notai un lampo attraversandole gli occhi prima che frenetica si diresse verso il mio armadio per estrarre i vestiti e metterli in una valigia.
- Cosa fai? – chiesi sbigottita. – Ti Aiuto a preparare la valigia. – disse esortandomi a muovermi, tra le righe. – Vieni con me in Germania. – continuò con naturalezza.
- Come? Ed Emis? – chiesi. – Così, senza dirgli niente? – pensai alla reazione del mio ragazzo e un ghigno divertito modellò le mie labbra a quel pensiero maligno, sotto certi punti di vista.
- Mandagli un messaggio e diglielo non so, rimane il fatto che tu vieni con me! – disse strafottente.
Composi l’sms e lo inviai. Una risposta immediata giunse: che cosa???
Alexia si sporse a leggere, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
Quando chiamai Emis per spiegargli meglio, eravamo già dirette all’aeroporto.
L’unica cosa che disse fu – IMPULSIVE! – lo immaginavo benissimo mentre borbottava scuotendo la testa e riattaccando.
Impulsive.

Richiamo i migliori pensieri

Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti che il sole..
..ESISTE PER TUTTI..
..esiste per tutti..

Ciò che noi sappiamo ha da tempo superato ogni scienza logica, concetto o filosofia eremita.
Ciò che non sai tu e che voglio tu capisca è quanto insostituibile, solo tuo, Sia il Sono della Vita.
 
Ringraziamento speciale a:
- Fantasma formaggino
- Scimmietta Elke (Ely pel di Carota)
- Tutte le conversazione che ho conservato fino ad ora
- Emis che si limita a chiamarci impulsive
- La GERMANIA*-* (nostra futura patria ahaha)

***Alexiandra***

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Capitolo 7
*** Si chiama libertà ***


Si chiama libertà

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

 

Lungo l'orizzonte il sole brilla come se,

non ci fosse stata mai tanta luce qui.

Sono sul balcone a osservare il tramonto. Incredibile come possa sembrare bello quando in testa hai solo pensieri positivi.
Domani, da domani saremo libere. Potremmo fare il viaggio che stiamo progettando da una vita.
Anche lei esce sul balcone e si appoggia al parapetto.
Come se ascoltasse i miei pensieri dice - Domani. -
 Sorrido - Domani. - ripeto io.

E la strada si riscalda e scorre dentro me

come un fiume che sa già che mi porterà con se.

Probabilmente è la prima volta che festeggio il mio compleanno in autogrill.
Siamo partiti alle 4 di mattina. Siria e Melissa sono volute venire anche se non prenderanno l'aereo. I genitori di Mel non vogliono.
Siria invece non può per molti motivi. Il ché l'ha fatta essere una pila elettrica per oltre due settimane.
Ha fatto una torta e quando ci fermiamo alle dieci in autogrill l’appoggia su un tavolino rosso scolorito.
- Buon diciottesimo compleanno! -- ci dice sorridendo insieme a nostro padre.
- Grazie. - dice Alexia sforzandosi di sorridere. Questa Siria poteva risparmiarsela.

Questo viaggio sopra le città,

si chiama libertà.

Io sono in volo e ti porto la

dove ti aspetta già, la nostra libertà.

Osservo dal piccolo finestrino dell’aereo le piccole città che via via si rimpiccioliscono fino a sembrare formiche.
Sono libera. Siamo libere. È da quando avevo dieci anni che aspettavo questa sensazione. Ed è esattamente come speravo.
La mia anima non ha più catene che la bloccano in un suolo luogo.
L'unica anima a cui io sono legata è quella di mia sorella. Delle piccole corde di seta rossa ci uniscono.

La velocità del suono è come un idea

che attraversa il cuore per risvegliare me.

Cerco di placare l'euforia mettendomi le cuffie. Ma persino l'i-pod sembra ricordarmi questo giorno con la canzone “Si chiama libertà” dei
Sonohra. Sorrido e alzo il volume mentre Alexia legge un libro.

Il bisogno di andar via e di sentire che

tu sei parte come me di quel mondo che vorrei.

Non sopportavo più quella città, quell'aria opprimente e grigia che mi faceva mancare il respiro ogni volta. Anche per Alexia era lo stesso.
Con mia grande sorpresa ho anche scoperto che Mel e Siria provano la stessa cosa. Solo che essendo più piccole di me tentano di farsene una ragione
per almeno il prossimo anno.
Invece la mia libertà è già iniziata e voglio condividerla con lei. Come lei vuole condividerla con me. Iniziando dal nostro primo sogno, Berlino.

 ***Siria***

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Capitolo 8
*** Ricordi di un'estate ***


Ricordi di un’estate

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

[Remake]

 Arrivammo lì che non c'era nessuno. Alexia rimase indietro mentre io andai di corsa nella nostra camera, la aprì e la ritrovai totalmente cambiata! I due letti erano spariti e al loro posto ce n'era uno solo ad una piazza e mezzo anche gli armadi e le scrivanie non c’erano più. Al loro posto trovai uno di tutto. Solo le pareti azzurrine scure erano rimaste tali e vicino all'armadio c'erano delle valigie solo per metà svuotate.. non riuscivo a capirci niente...
Ad un certo punto “ehi tu! che ci fai qui? chi sei??” esclamò una voce maschile alle mie spalle.
Mi voltai di scatto e mi ritrovai di fronte ad una ragazzo che mi guardava dubbioso “No, tu che ci fai qui!”
“IO qui ci abito!” ribadì lui.
“Ci abiti??” rimasi a fissarlo a occhi aperti.. un po' per la meraviglia e un po' per lui... mi sembrava di averlo già visto... solo che non ricordavo dove...
“Oh vi siete conosciuti voi due!” apparse Alexia abbracciandolo.
“Incontrati” disse lui ricambiando l'abbraccio. Ne rimasi ancora più stupita.
“Scon-trati direi -.-'' “ dissi di rimando.
“Visto che voi non vi decidete ci penso io! Tato(*) lei è Alexiandra mia sorella quella di cui ti ho parlato chiamala pure Alex tanto non le da fastidio!”
“Ah Alex, piacere Bella mi ha parlato di te..” disse porgendomi la mano.
“Invece lui è Christopher trattino Chris “ disse mentre gli porgevo anch'io la mano.
“A me invece mamma non ha detto niente di te.” dissi ricambiando la presa con cautela “Comunque sia, piacere mio!” dissi sorridendo.
“Emm.. io stavo andando a Casa Cullen... venite anche voi o...”
“Veniamo anche noi!” risposi io anche per Alexia.
Camminammo a passo normale per non lasciare indietro lui, durante il tragitto mi allontanai un attimo verso Alexia e feci per chiederle “m-”
“sa tutto... e con tutto intendo proprio tutto” rispose alla mia domanda senza neanche farmi iniziare.. tipico di Alexia la solita impaziente.
“ook..” e tornai indietro vicino a lui. Mi piaceva stargli accanto anche se non riuscivo a capire il perché... forse il suo sangue. Però non sentivo di perdere il controllo vicino a lui, al contrario era uno dei rari momenti in cui ero più rilassata che mai.
Iniziammo a parlare.. era davvero molto simpatico e dolce mi faceva sentire bene stare con lui.. * penso proprio che tra noi nascerà un bella amicizia *
[...]
Nelle settimane successive passai molto tempo nella casa dei miei genitori. Già perché ormai Edward e Isabella non erano più Papà Ed e Mamma Bella, i genitori adottivi ma semplicemente Papà e Mamma, i migliori genitori del mondo.
Ma stare con mamma e papà non era l'unico motivo per cui andavo ogni giorno a far visita ai Cullen e mi trascinavo dietro Alexia.
La vera ragione era una semplicissima...
“Cotta!” esclamò Alexia. “Sei cotta di Chris! Andiamo state sempre insieme!”
“Chris? Chris, Alexia? Stai scherzando?!” le dissi. Iniziavo a pensare che quella ragazza così simile a me, fosse diventata ancora più pazza.
“No sorellina!” disse sicura di sé come sempre.
“Ale senti, Chris è.. nostro fratello cavolo u.u siamo fratellastri come farei a stare con lui?”
“Bè zia Rose e zio Em anche eppure sono sposati!” disse semplicemente.
“Si ma la zia e lo zio hanno cognomi diversi! lei è Hale e lui un Cullen!”
“Non c'entra un cazzo” rispose con la sua solita finezza. “ E poi anche voi avete cognomi diversi. Tu Cullen e lui.. emm.. com'era?! Ah si, si. Skye!”
“Comunque non importa, a me lui non interessa”
“Chi non t'interessa?” chiese una voce alle mie spalle che mi fece sobbalzare.
“Ah.. C-Chris! Hallo! Was machst du hier?” lui mi guarda con un sopracciglio alzato e mi chiede “Eh?”
Interviene Alexia rispondendo per me “Ha detto: ‘Ciao! che ci fai tu qui?’ Parla in tedesco quando è sorpresa o.. Agitata..”
Le do una gomitata “Non è vero.”
“Si, invece!” dice lei guardandomi e ghignando sadica. * Ho già detto che siamo troppo simili noi due!*
“Ah, ok.. Comunque niente, sto solo a casa.” disse lui facendo spallucce indifferente.
“BENE TATO! Allora usciamo!” esclamò Alexia.
“Ahahaha si perché no. Tu che fai, Alex?” mi chiese.
“Si credo di es-” iniziai a dire.
“Si è libera quindi viene!” m'interruppe Alexia.
“Ok, ora piantala. Sai che mi da fastidio quando anticipi quello che dico.” affermo lievemente scocciata.
“Si, scusa.” disse lei per un attimo triste. Poi come se nulla fosse si riprese e prese me e Chris per mano trascinandoci dietro di lei.
Arrivati alla porta ci ritrovammo davanti papà che osservando le mani intrecciate alzò un sopracciglio e disse “Dove credete di andare RagazzE? Tu Alexia, mettiti una felpa. Fuori fa freddo –” “ma papà i vampiri Sono freddi u.u” lo interruppe Alexia e lui le diede ragione con i suoi occhi terribilmente espressivi. Allora riprese “E tu Alexiandra Katie Cullen... quella gonna non è troppo corta?” a queste parole Chris scoppiò a ridere e io.. bè, se non fossi stata una vampira sarei già arrossita nel momento in cui pronunciava il mio nome per intero guardandomi con rimprovero.
“Emm.. no.. sotto ho i leggings!” dissi. Poi, probabilmente per salvarmi, Alexia diede un bacio sulla guancia a papà e disse “Vabbè, ciao papi. Noi andiamo a fare un giro a Seattle.” e prima che potesse dire qualcosa anche io gli diedi un piccolo bacio sulla guancia e sussurrando un “ciao papi” uscimmo di casa. Alexia ridendo, Chris ancora piegato in due dalle risate e io che guardavo entrambi con il broncio.
Papà dietro di noi, sull'uscio della porta, disse soltanto “Divertitevi e.. Chris! TIENI. D'OCCHIO. ALEXIA E ALEX!”
Chris rabbrividì al tono deciso di papà e io, giusto per vendicarmi un po' gli dissi “Non ridi più adesso, eh?”
“Taci Alex!” disse lui iniziando a correre, finalmente anche lui con la velocità di un vampiro.
Io e Alexia ci guardammo un'ultima volta prima di iniziare anche noi la “corsetta” con un ghigno sadico stampato in faccia.

Il giorno dopo ero nella mia camera, o meglio quella che una volta era la mia camera e ora era la camera di Chris.
Lui mi guandava mentre mi accarezzava piano i capelli.
“Non sapevo che tu dormissi..”
“Emm si.. a quanto pare sono una specie di narcolessica  cronica perché non mi accorgo di avere sonno e crollo di botto a dormire.” dissi in tono di scuse.
“.. Ho notato! Cavolo mi hai spaventato! Sei quasi caduta dal ramo..”
“Tanto non mi sarei fatta niente...” dissi tranquilla.
“Non è questo il punto...” mi rispose serio.
A disagio iniziai a guardarmi intorno. “Dov'è Ale?” chiesi cambiando discorso.
Lui mi guardo per un po', poi ritornando allegro come sempre disse “A caccia. La raggiungiamo o hai ancora sonno?”
“Mmm.. no andiamo. Anche io non caccio da un po'..”

Arrivammo lì in poco e cacciamo. Mentre Chris cacciava, Alexia si avvicino per parlarmi.
Ich sprach ein wenig 'mit Chris. Ho parlato un po' con Chris.”
Sentendo queste parole mi soffocai con un sorso di sangue che stavo ancora succhiando da un'apertura che avevo creato nel pelo del daino.
Na und? E allora?” chiesi riprendendomi.
Nichts .. Ich denke, man könnte sehr gut zusammen. Ich meine, als Paar! Niente.. credo che potreste stare molto bene insieme. Come coppia intendo!
Ja, ja sicher. Si, si certo.
Alexia scoppio a ridere “Ja, ja! Si, si!” e se ne andò senza aggiungere altro.
“Alex! Gai finito?” mi chiese Chris che apparve alle mie spalle.
“SI! ma ora piantala di apparirmi così alle spalle! non so chi è peggio tra te e papà.. pff maschi..”
“Alex.. devo dirti una cosa.. Alexia mi ha convinto a provarci. Ora non so cosa mi risponderai ma...”
“Ti amo. Chris, io ti amo.” lo interruppi senza neanche accorgermene.
“Lo so, era ora che finalmente me lo sento dire. Anche tu mi piaci Alex ti amo e non posso farci niente! non posso stare senza di te. Ti amo!”
Lo abbracciai e in punta di piedi mi alzai per baciarlo.
* Intanto Alexia se la godeva a spiarci da dietro l’albero.*
 
L’anno scorso non sarei mai riuscita a riproportela
E so che tu non saresti mai riuscita a leggerla
Ringraziamento speciale a:
CHRIS che anche se è sparito
Non se n’è mai andato da noi.

***Alexiandra***

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Capitolo 9
*** La paura non esiste ***


La paura non esiste

Dedicato a te persona

(10 Special x Azzu)

Come quando cambi casa perché sei da solo

Cos’è che scatta esattamente quando incontri una persona che come te ha passato momenti difficili? Potresti pensare di doverti allontanare. Affezionarsi non è mai un bene infondo, no? Ma ci sono volte in cui è impossibile non legarsi a una persona, soprattutto se quella persona non ha dovuto fare niente per legarsi a te.

- Sono già passati due anni e mezzo vero? – chiedo. Faccio un piccolo conteggio con le dita, per paura di essermi sbagliata. Dal 18 gennaio 2010 ad ora.
- Davvero? Cavolo quando tempo! – usa il maiuscolo dalla chat.
- Già. Per i tre anni dici che riusciremo a incontrarci? –
- Faremo in modo che sia così. – sorride.

Come quando intorno chiedi e non hai mai perdono

Quella stessa persona che non ti ha mai accusata di essere incostante quando un giorno c’eri e dieci no. Quando trascinata dalla vita non trovavi il tempo materiale per pensare a tutti. Ma che alla prima occasione digitava un sms e te lo inviava con tutto il cuore. Che quando passiamo anche solo pochi minuti al telefono, bastano per farci capire che ci siamo.

- Scusa se non mi sono fatta sentire. – non cerco di giustificarmi con stupide frasi di circostanza.
- Parli tu, io che dovrei dire? – sento la sua risata malinconica nonostante l’interferenza che riceve la cabina telefonica da cui la sto chiamando.
Siamo nella stessa situazione. Sappiamo ognuna gli impegni dell’altra e siamo consapevoli del fatto che nonostante tutto, l’altra ci sarà.

Come quando ovunque andrai e ovunque non c'è luce

Come sempre chiunque parli sempre una voce

Condividere passioni che anche se solo una può realizzare, per il momento, non diventano reali se non gliele racconti.

- Pronto? – avevo composto il numero di fretta e mi aveva risposto una voce sconosciuta dall’altra parte della cornetta, ma ora con la dovuta calma nelle dita ero riuscita a comporlo come si deve. Sentivo chiara la sua voce.
- Ehy, sono Alex! – ci volle un attimo prima che le sue urla mi costrinsero ad allontanare la cornetta dal mio povero orecchio.
- Mi hai chiamata! Dalla Germania! – le sue frasi erano sconnesse, forse per l’euforia e forse per l’agitazione.
- Dopo un po’ d’intoppi si.. L’avevo detto che l’avrei fatto! – le ricordai.
- Si, ma.. Waaa! – un altro urlo che mi costrinse a salvare l’udito e poi partire a raffica con aggiornamenti dettagliati.

Hai bisogno hai bisogno di esser triste
Lo vuoi tu però l'errore non esiste
Esiste solo quando è sera
Sbaglia solo chi voleva

E ovunque andrò ovunque andrò
Quella paura tornerà domani, domani
E ovunque andrai ovunque andrà
Tu stai sicuro e stringi i tuoi perché

E sai che anche quando non sei pronta, non importa.
Sarà lei pronta per te.
Come quando lei non ne avrà la forza, non importa.
Sarai tu a trasmettergliela.
Perché è un dare e avere di coraggio e fiducia.
È come ascoltare e dire, dire le cose giuste al momento giusto.
Incoraggiare sempre e scoraggiare quando è necessario, non i sogni certo, solo gli atti altamente masochisti.

- Io devo andare.. – mi disse guardando l’orologio.
Eravamo in una sorta di videoconferenza. Una videochiamata durata più di due ore. Due ore prese dal nostro tempo, dai nostri impegni, solo per noi.
- Certo non ti preoccupare! – lo dissi per rassicurarla. In realtà già mi mancava non parlarle fino alla prossima volta e sapevo che anche per lei era lo stesso. Lo si leggeva dagli occhi che inquisitori osservano i minuti passare contro di noi.
- Sicuro che ti posso lasciare lì.. con quella finestra aperta.. il cellulare carico e quella bottiglia piena di alcool.. senza che tu faccia pazzie? – disse, non si era resa conto di avermi dato possibili spunti di riflessione. Anzi no, ne era consapevole. Proprio per questo aveva elencato tutte le cose che non avrei dovuto fare.
Sorrisi e mi limitai a indicare Siria che per fatti suoi leggeva, sdraiata accanto a me sul letto a due piazze. Lei sollevò lo sguardo dal libro e disse - Tranquilla Alexia, ci penso io. –
Mentre a me suonò tutt’altro che rassicurante, a lei fece l’effetto contrario.

Perché l'errore non esiste
La paura non esiste
perché chi odia sai può fingere
solo per vederti piangere
ma io ti amerò.

Questo è proprio voler bene? Sicuramente si.

come quando per tristezza giri il mondo
come quando tu mi guardi e non rispondo
come quando come sempre, sempre aspetti
come quando guardi solo i tuoi difetti
e quando niente quando niente ti sa offendere
è solo allora che sai veramente essere
solo a volte certe sere
solo quando ti vuoi bene

- Che ne dici di fare insieme il viaggio dopo la maturità? – dissi.
- Si, mi sembra un ottima idea. – rispose lei.
- Non vorrei smontarvi.. ma mancano ancora 4 anni.. – borbotto Siria.
- E allora? – chiese Alexia sorridendo.
- Mmm.. le tappe saranno principalmente tre! – esclamai attirando l’attenzione su di me. – Berlino, Londra e New York. – continuai ottenendo lo sguardo soddisfatto di entrambe.
Solo Siria ebbe un punto da ribattere – E Tokyo dove lo metti? E Parigi? –
Alexia arricciò il naso all’ultima città.. non amava i francesi.
- Mmm.. solo un giorno a Parigi. Giusto il tempo di vedere il Museo di Louvre e la Tour Eiffel. – infondo, era un buon compromesso.

Spesso vorresti un paio di ali
Spesso le cose più banali
Spesso abbracci le tue stelle
Spesso ti limita la pelle
E ti amerò più in là di ogni domani
Più di ogni altro, di ciò che pensavi
Non m'importa ora di fingere
Il mio sguardo lo sai leggere
Ci sono cose tue che non sai nascondere
Ci sono cose tue che non so piangere
Magari io sapessi perdere
Senza mai dovermi arrendere

Ho cercato di mettere insieme i momenti più importanti.
Ormai domani questa raccolta sarà finita
E non so se ho parlato di tutto come avrei voluto.
Spero proprio di si xD

***Alexiandra***

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Capitolo 10
*** Il regalo più grande ***


Il regalo più grande
Dedicato a te persona
(10 Special x Azzu)

- Ehy? - la chiamo e lei dall'altra parte della cornetta risponde - Ma tu non dovresti essere a scuola? -
- Si ma, io e Siria ci siamo perse. L'autobus non si è fermato alla nostra fermata e non ce ne siamo accorte. - rispondo.
- C-come no? E adesso? - chiede, la voce esprime una miriade di preoccupazioni.
- Emm.. ci siamo perse.. - dico.
- Che cosa? Avevi detto che la strada la sapevi! - urla Siria.
La zittisco con un cenno - Mentivo. -

- Iniziamo una corrispondenza via lettera? - dice entusiasta.
- Si, ma di quelle vere. di quelle scritte a mano e spedite proprio come una volta! - rispondo con altrettanta euforia.

Devo partire però se ho nel cuore 
La tua presenza è sempre arrivo 
E mai... 
E se arrivasse ora la fine 
Che sia in un burrone 
Non per volermi odiare 
Solo per voler volare 
E se ti nega tutto quest'estrema agonia 
E se ti nega anche la vita respira la mia 
E stavo attento a non amare prima di incontrarti 
E confondevo la mia vita con quella degli altri 
Non voglio farmi più del male adesso 
Amore..

- L'ultima cosa che mi rimane da chiederti è se vuoi fare un libro con me! Anche perchè sono contraria al matrimonio ahahah La risposta? -
- Si! -

- Che ne dici di ripartire da zero su net? -
- Dico che Alex e Alexia sono tornate! -

è veramente la Fine di questa raccolta
e forse dovrei iniziare già da ora a scervellarmi
per trovare qualcos'altro di orginale per natale XD
Ti Voglio Bene Persona!

***Alexiandra***

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