Moments di corysvoice (/viewuser.php?uid=123866)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. I'm Liam. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Please, go! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. No Jimmy Protested ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2. I'm not afraid ***
Capitolo 6: *** Why? ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Moments- Prologo
Ero in quella casa, giocavo con la cosa più innocente al
mondo, la mia piccola Charlie. Aveva uno sguardo così felice.
Io,invece,
avevo paura, non volevo che tornasse.
Sentii
il rumore di una chiave entrare nella serratura. Presi la mia piccola
di corsa e la misi nella culla. Mi sedetti sul letto. La porta si
aprii. I suoi passi erano pesanti, era tornato a casa ubriaco per
l'ennesima volta.
Ho
fatto di tutto per scappare da lui, ma non ci sono riuscita, mi ero
pure tinta i capelli biondi e creata un'altra personalità,
ma lui mi spiava notte e giorno.
Sentii
una bottiglia cadere a terra. Si ruppe. Mi misi dietro la porta che
dava al salone e lo vidi, si stava sedendo sul divano. Aveva una barba
folta, gli occhi rossi e puzzava.
"Kate,
portami una birra"
Mi
urlò. Sapeva che ero a casa. Uscii dalla camera
assicurandomi che Charlie stesse bene. Il mio corpo era pieno di
lividi, non avevo più amici, quando lo avevo conosciuto non
era quel ragazzo orrendo che ora è diventato.
Mi
recai verso il frigo e lo aprii. Cercai a fondo, ma non c'era nessuna
birra. Mi avvicinai ad Edward. Mi guardava con lo sguardo di un
assassino, l'odiavo a morte. Era l'essere più ripugnante al
mondo.
"Non
ci sono birre."
Strinsi
i pugni. Sapevo che si sarebbe arrabbiato ed infatti lo fece. Si
alzò dal divano. Mi prese per il polso e mi buttò
al muro.
"Che
cosa, me le hai buttate tu, vero? Sei solo una puttana"
Il
mio cuore batteva a mille dalla paura. Vidi a rallentatore la sua mano
arrivare sul mio volto. Mi prese per il braccio e mi buttò
sul divano. Mi iniziò a baciare e a togliermi la camicia.
Cercai
di fermarlo, ma continuava ancora di più. Guardai il
tavolino accanto a me e presi un vaso. Lo strinsi bene e glielo ruppi
sulla testa, Edward svenii.
Ero
terrorizzata. Mi alzai dal divano, presi una valigia e ci misi tutti i
soldi e i vestiti miei e di Charlie. Presi in braccio la mia piccola ed
uscii da quella casa.
Fuori
pioveva, ma questo non poteva fermarmi. Misi il cappuccio alla mia
bambina che dormiva e corsi velocemente in cerca di un rifugio. Mi
sembrava di andare lenta, non potevo avere via di uscita da quella
vita.
Mi
misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare la musica. Le lacrime scendevano
sul mio volto. Dovevo stare attenta a non cadere e non fare nulla di
sbagliato, perchè dovevo badare ad un'altra vita.
Londra
era bellissima vista da fuori, la cosa che mi piaceva di più
era il suo modo di essere caotica, così Edward aveva meno
possibilità di trovarmi.
D'un
tratto mi scontrai con un ragazzo. Era al telefono, ripeteva sempre
"Sì Danielle, va bene, Danielle" e sbuffava. Aveva
più o meno diciannove anni, la mia stessa età,
era abbastanza magro con i capelli marroni e gli occhi erano molto
profondi. L'unica cosa che gli dissi fu: "Scusa" e questo non mi
notò neppure.
Continuai
a camminare e mi ritrovai davanti ad un edificio. C'era un annuncio, lo
presi. Lessi molto attentamente: "Si cerca un pianista per i One
Direction."
Io
sapevo suonare il piano, lo avevo studiato per sette anni, poi
è arrivata Charlie ed ho smesso. Continuai a camminare verso
la mia vita, se mi prenderanno avrò più
possibilità di stare lontana da Edward. Guardai un'ultima
volta la mia piccola e la baciai sulla guancia. Era il mio angelo
custode, era tutta la mia vita.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1. I'm Liam. ***
Moment-
Capitolo 1
Era un luogo buio. Si poteva solo sentire l'odore di arrosto e di rose.
Feci un passo, udii una voce chiamarmi, era dolce ed amorevole. La luce
si accese.
C'era
un tavolo con accanto la figura di Edward. Era Lui! Il mio cuore
iniziò a battere forte. Strinsi i pugni. Lui mi
baciò con amore, sembrava cambiato. Era identico all'inizio
della nostra relazione. Mi fece sedere. Accese una candela ed iniziammo
a mangiare. Non capivo cosa ci stessimo dicendo in quel momento, mi
sembrava di stare dentro una bolla, ma vedevo che eravamo sorridenti.
Mi teneva la mano con delicatezza.
D'un
tratto ecco che lo vedo alzarsi ferocemente. I capelli gli diventarono
folti ed oliosi, gli si allungò la barba, i vestiti stirati
e curati erano ormai strappati, sul tavolo non c'era più
l'arrosto, ma della votka. Il pavimento era pieno di sangue, c'era un
corpo per terra, era piccolo, giaceva lì. Mi precipitai
addosso ad esso. Lo presi tra le mie mani, era Charlie. Le lacrime mi
scesero dal viso.
Edward
venne verso di me e mi sussurrò all'orecchio:
"Questa
sarà anche la tua fine se scappi un'altra volta, Puttana" e
se ne andò.
Tutto
diventò di nuovo buio.
Mi
svegliai di colpo. "Era solo un incubo" ripetevo nella mia mente. Mi
alzai dal letto dell'albergo e corsi verso la culla della mia Charlie.
La guardai, dormiva, era bellissima e soprattutto viva.
Presi
il volantino. Erano le 8.00. Mi lavai in fretta, mi misi qualcosa
d'irriconoscibile e portai con me la mia dolce piccola.
Chiamai
un taxi e mi recai nel posto di ieri. C'era il ragazzo con il quale mi
ero scontrata. Era appoggiato al muro e massaggiava. Oggi non portava
il cappuccio e riuscii a vederli il volto. Era bellissimo e profumava
di cocco.
Charlie
era imbraccio a me e dormiva. Mi avvicinai a lui e gli chiesi con
tranquillità:
"Ehm,
scusa..."
Non
mi lasciò finire che mi aveva già dato un foglio
con il suo autografo. Ma chi lo conosceva questo?! Sbuffai. Glielo
ridiedi con forza sullo stomaco e, questo, sembrò sconvolto.
Alzò il volto dal telefono e mi guardò.
"Ah,
scusa, pensavo fossi un'altra di quelle Directioner..."
Sorrisi.
Non sapevo neanche chi fossero i One Direction. Presi il volantino e
glielo diedi. Lui lo prese e sospirò.
"Sei
venuta qui per il provino?"
Feci
cenno di sì. Il ragazzo mi aprì la porta e mi
fece entrare in quel lungo. Le pareti erano bianche come il pavimento
ed era pieno di finestre, era vuoto, ma in lontananza riuscivo a
scrutare una cameretta.
"E'
tua sorella?"
Mi
chiese notando Charlie. Lo guardai e sorrisi. Lui ricambiò.
Continuammo a camminare.
"No,
in realtà lei è mia figlia, non voglio parlarne.
E' una storia un po' complicata..."
Il
ragazzo fece cenno di aver capito. Camminammo in silenzio fino alla
stanza. Mi aprii la porta e mi fece entrare. Era bellissimo. Le pareti
era no viola e c'erano molte finestre, il pavimento era marroncino. In
mezzo alla sala c'era un pianoforte nero. Seduti lì c'erano
cinque persone, quattro sui diciotto anni ed uno sulla ventina-trentina.
Appena
entrai in quella stanza, l'uomo più grande venne incontro a
me ed al ragazzo "dal nome misterioso".
"Liam,
lei è venuta per il provino?"
Lui
fece cenno di sì e si andò a sedere accanto ad un
ragazzo con i capelli neri con la carnagione nella media e gli occhi
misteriosi. L'uomo prese Charlie e mi fece cenno di sedermi.
Andai
verso il piano. Quando mi misi sopra allo sgabello mi ricordai del
primo saggio. Avevo tredici anni. Indossavo un vestitino abbinato ai
colori del pianoforte. La mia gamba tremava. Le mani erano ben posate
sulle note, il mio cuore batteva a mille e i miei occhi erano fissi sui
quei tasti bianchi e neri. Feci la stessa cosa in quel momento. Dalla
borsa presi uno spartito, poggiai le dita e prima d'iniziare dissi tra
me e me "merda merda merda". Suonai We Are Young dei Fun,Imagine di
John Lennon e la mia canzone preferita Yellow dei Coldplay.
Quando
finii vidi i volti di tutti incantati. Sembravano paralizzati e la mia
bambina applaudi accennando "Blava Mamaù" era adorabile. I
sei risero e l'uomo più grande si avvicinò verso
di me, mi strinse la mano e disse:
"Congratulazioni,
tu sarai la nuova pianista dei One Direction, sei una ragazza
fortunata..."
Mi
diede Charlie e prima di uscire dalla porta, si fermò verso
di me e continuò:
"Tu
e tua figlia potrete vivrete con questi cinque bravi ed educati
ragazzi, non ti devi preoccupare di loro, sono innocui, mangiano e
dormono solo ed a volte cantano."
Il
ragazzo vestito da marinaio rise e disse:
"Soprattutto
Niall che mangia e dorme soltanto."
I
cinque ragazzi risero ed io veci lo stesso, Charlie applaudì
soltanto.
Il
riccioletto con gli occhi smeraldo, quello che aveva la faccia
più infantile disse:
"Ho
capito, da oggi sono obbligato a non dormire più nudo" e se
ne andò assieme a tutti gli altri.
Quando
rimasi sola con Charlie, la guardai e dissi:
"Ora,
forse potremo avere una vita normale. Non ci dovremo più
preoccupare di quell'uomo cattivo per un po'."
Lei
mi guardò con i suoi occhi nocciola e disse accennando un
frase completa.
"Del
babbo?"
Le
diedi un bacio.
"Il
tuo papà vero è in giro per il mondo, lui
è solo quello che mi ha aiutato a crearti. Ti voglio bene
piccola mia"
Lei
mi prese il volto con le sue manine e mi diede un bacio a stampo. Le
accarezzai dolcemente i capelli d'oro. Mi coprii i lividi e mi recai
verso la mia nuova vita ed un futuro migliore per Charlie.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2. Please, go! ***
Moments-Capitolo 2
Ero seduta sullo sgabello. Innanzi a me c'era un pianoforte nero. Ero
dentro quella stanza. Ero sola. Charlie l'avevo lasciata da una mia
amica. Indossavo un vestito viola con un copri spalla bordò.
I miei occhi erano fissi sui tasti. C'era il profumo di prato appena
tagliato che veniva da fuori. In quel luogo chiuso c'era uno specchio.
Mi alzai e mi andai a guardare. Ero orrenda. Avevo le occhiaie mal
coperte dal trucco, i lividi scorgevano dalla mie spalle. I miei
capelli stavano tornando marroni. Avevo solo Diciott'anni e mezzo e
sembravo una donna alla fine della sua vita.
Mi
venne un prurito alla gola. Presi una pezza bianca e tossi. La guardai
per un'istante c'era del sangue, non ci feci caso. Mi girava la testa.
D'un tratto mi trovai dietro Edward che mi stringeva il polso. Sentivo
dolore. Mi girai verso di lui e mi attaccai allo specchio. Iniziai a
respirare bruscamente. Mi prese per il collo e mi strozzò:
"Stronzetta,
credevi che non ti avrei trovato?"
Cercai
di togliermi dalla sua stretta presa.
"AIUTO!
LASCIAMI STARE!"
Urlai.
Lui lasciò la presa e mi lanciò uno schiaffo. Io
mi buttai a terra distrutta. Edward si inginocchio accanto a me e
continuo:
"Dov'è
Charlie?! Dov'è mia figlia?!"
Lo
guardai. Aveva gli occhi assetati di sangue. C'era una bottiglia di
vodka a terra. Mi avvicinai al piano.
"NON
LO SO! LASCIAMI IN PACE! VAI VIA DALLA MIA VITA! CHE COSA VUOI DA ME?!"
Si
avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò
"Sei
solo una puttanella"
La
sua figura sparì nel vuoto. Iniziai a piangere. Non c'era
più la bottiglia di Vodka. Un ragazzo mi stava
tranquillizzando tra le sue braccia, mi cullava. Aveva un voce
profonda.
"Stai
tranquilla, Kate, non era niente"
Mi
sembrava di essere tornata bambina. Mi lasciai cullare da quella voce e
dalle mie lacrime. Mi girai verso il suo volto, era il ragazzo di ieri.
"Dov'è
andato?"
Mi
fisso per un istante. Mi scostò una ciocca bionda e vide un
livido. Fece una faccia stupita.
"Ma
che cos'è? Che ti sei fatta?"
Mi
rimisi la ciocca lì e coprii tutti gli altri lividi. Mi
accarezzò la guancia e restai immobile per un secondo con la
testa poggiata sul suo ginocchio.
"Sono
scivolata, ma non hai risposto alla mia domanda" abbassai lo sguardo a
terra "dov'è finito LUI?"
"Non
so di chi tu stia parlando. Sono entrato qui e ti ho sentita urlare e
fare mille azioni insieme, c'è qualcosa che non va?"
Mi
alzai di scatto. E ritornai davanti allo specchio. Era tutto normale.
Mi ero immaginata tutto.
"Scusa,
è meglio che tu non sappia niente."
Mi
avvicinai. Gli misi la mano sul petto e continuai.
"Con
le donne è meglio sapere di meno che di più..."
Uscii
dalla stanza. Guardai l'orologio. Erano le quattro. Dovevo andare a
prendere mia figlia. Uscii dall'edificio, mi misi le cuffiette e
chiamai un taxi. L'uomo si girò verso di me e mi chiese.
"Dove
la porto?"
Appena
vidi il suo volto mi misi paura. Era Edward. Chiusi gli occhi e li
riaprii, era solo una persona normale. Mi misi la cintura e risposi:
"A
Liverpool Street per favore."
Il
taxi mi scortò fino a lì. Pagai ed uscii.
Camminai per Liverpool Street. Era piena di gente. Tutte andavano di
corsa verso la metropolitana, altre prendevano da bere da starbuck ed
altre facevano compere e poi c'ero io che non sapeva che piega prendere
nella propria vita.
Percorsi
tutti i palazzi e poi mi ritrovai davanti al citofono. La mia amica mi
aprii. Salii su casa sua.
C'era
Charlie che mi aspettava con ansia. L'abbracciai con tutto l'amore che
avevo nel mio cuore e salutai calorosamente Alice. Era la mia migliore
amica, almeno era l'unica che mi era stata vicina in quegli anni.
Alice
aveva i capelli sul biondo cenere e gli occhi verdi. Era alta. Era
bellissima e solare, non come me, ero ridotta malissimo. Mi fece cenno
di sedermi sul divano. Lo feci.
"Kate,
ma come ti sei ridotta? Dopo il parto sei cambiata tantissimo!"
Feci
cenno che ne ero consapevole. Sentii nuovamente pizzicarmi la gola.
Presi il tessuto bianco, tossi. La tolsi, aveva nuovamente del sangue.
Alice lo notò, prese la pezza e mi guardò
stranita.
"E
questo?! Stai male?"
Le
sorrisi. Cercai di trovare una scusa. Non sapevo che cosa potessi
avere, ma non mi preoccupavo, non poteva essere niente di grave.
Guardai Charlie che mi sorrideva e giocava con il mio anello a forma di
orologio.
"No,
oggi mi è uscito un po' di sangue dal naso, non ti
preoccupare, non sputo sangue..."
Mi
ripresi il fazzoletto. Mi alzai con Charlie tra le mie braccia. Era
bellissima, un miracolo caduto dal cielo. Andai verso la porta e
l'aprii. Dietro di me venne Alice.
"Ehi,
sei sicura di non avere niente?"
Feci
cenno di sì. Mi guardò, sorrise e chiuse la
porta.
Uscii
dall'edificio, pioveva. Odiavo Londra per quel motivo, non c'era
"quasi" mai bel tempo, neppure in Estate. Misi il cappuccio alla mia
piccola, che mi diede un bacio a stampo sulla guancia ed io ricambiai
con un: "Ti voglio bene Charlie."
Chiamai
un taxi e mi recai verso la mia casa condivisa.
Spazio
autrice.
Salve
a tutti! Prima d'iniziare devo ringraziare tutte le persone che mi
hanno messa tra i seguiti e preferiti e quelle che mi hanno recensito,
vi adoro!. Oltre a questo, come vi sembra il capitolo? Su, su fatemelo
sapere con una recensione...
Comunque
questa è Alice:
http://www.google.it/imgres?start=25&num=10&hl=it&biw=1366&bih=667&tbm=isch&tbnid=Bri-Q-5l6Oe_eM:&imgrefurl=http://magazine.foxtv.it/tag/emilie-de-ravin/&docid=z51aOV3LMJP5_M&imgurl=http://magazine.foxtv.it/wp-content/uploads/2009/06/immagine5.jpg&w=631&h=469&ei=C8v9T9TnNNDP4QST07n0Bg&zoom=1&iact=hc&vpx=707&vpy=289&dur=10&hovh=193&hovw=260&tx=160&ty=109&sig=104567583492462634389&page=2&tbnh=143&tbnw=190&ndsp=28&ved=1t:429,r:4,s:25,i:18
Questo
è
Edward:http://www.google.it/imgres?num=10&hl=it&biw=1366&bih=667&tbm=isch&tbnid=njYzVEnmYdWEUM:&imgrefurl=http://www.trailershut.com/movies-starring/sebastian-stan.html&docid=mUgp-50asC6chM&imgurl=http://www.trailershut.com/actor-images/sebastian-stan-7187.jpg&w=300&h=450&ei=O9b9T6_IC7Dc4QTf16TFBg&zoom=1&iact=hc&vpx=869&vpy=155&dur=310&hovh=199&hovw=134&tx=67&ty=117&sig=104567583492462634389&sqi=2&page=1&tbnh=139&tbnw=96&start=0&ndsp=27&ved=1t:429,r:5,s:0,i:137
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Capitolo 4 *** Capitolo 3. No Jimmy Protested ***
Moments- Capitolo 3
Presi la chiave da dentro la borsa. Mi trovavo davanti ad una villa
gigantesca, era bellissima, possedeva piscina ed un giardino
gigantesco. Aprii la porta. Entrai dentro la casa, la piccola Charlie
dormiva. Posai il cappotto, c'era un lungo corridoio. Camminai e mi
ritrovai in salone.
C'erano
cinque ragazzi seduti sul divano, erano in mutande. Lanciai una risata.
Questi mi videro ed il riccioletto si coprì con lenzuolo.
Avevano un aria sconvolta, come se non avessero mai visto una ragazza
nella loro vita. Il ragazzo con gli occhi azzurri e capelli marroni
urlò a squarciagola:
"No
Jimmy Protested!"
Risi.
Charlie si svegliò. La poggiai a terra sopra un telo e le
diedi un coniglietto. I cinque mi fissavano attentamente. Mi sedetti di
fronte a loro, mi sistemai il vestito, accavallai le gambe e dissi:
"Allora..."
No
mi diedero tempo, che tutti insieme, in coro urlarono:
"Vas
Happenin Kate?"
Mi
misi una mano sulla fronte. Avrei dovuto vivere con questi cinque
ragazzi scatenati, come mi sarebbe cresciuta Charlie? Certo avrebbe
avuto un futuro migliore di quello che le poteva "non" garantire
Edward.
Notai
che Liam stava guardando il mio livido. Me lo coprii.
"Allora,
ci sono tre regole per vivere bene con me e le dovrete
rispettare.Allora la prima è: Dovete ripulirvi la vostra
stanza, non voglio farvi da cameriera, la secondo è: Ognuno
pensa per sè. la terza è: Se la sera tornate con
le vostre conquiste, vi prego di non fare rumore, perchè
Charlie dorme..."
Il
ragazzo del: "No Jimmy Protested" rise e diede una pacca sulla spalla a
quello con gli occhi verdi ed i capelli ricci.
"Capito
Harry?"
Rise.
Io mi alzai, presi la piccola e mi recai nella mia stanza. Camminai al
lungo e la trovai, c'era scritto: Kate and Charlie's room. Non poteva
che essere la mia. Entrai. Era grandissima, aveva un letto ad una
piazza e mezzo, uno scaffale pieno di libri, una culla con dei panda,
una scrivania con sopra ed al centro c'era un bellissimo piano ed
infine c'era una cabina armadio con accanto un specchio. Era troppo per
me e Charlie. A me sarebbe bastata una culla per la mia piccola e
basta.
Presi
la mia valigia e l'aprii. Dentro c'erano molti vestiti e giocattoli.
Avevo messo soltanto l'indispensabile. Presi i miei abiti e li misi
dentro l'armadio.
Charlie
mi guardava attentamente da dentro la culla, le sorrisi.
Tra
un vestito al altro ecco che trovai una foto. Eravamo Edward ed io,
all'inizio della nostra relazione, lui era bellissimo. Mi si
bloccò il cuore, eravamo così felici, c'era amore
tra di noi. Non era ancora diventato quel altro uomo orribile che
è adesso.
Mi
scese una lacrima. Cercai di asciugarla, non volevo avere ricordi di
lui. Sentii bussare alla porta.
"Avanti"
Dissi
con un filo di voce, cercando di nascondere le lacrime ed i lividi.
D'un tratto entrò Liam, aveva addosso dei jeans e una
camicia a quadri ed i capelli composti che andavano in una
direzione.
"Ti
disturbo?"
Si
sedette sulla sedia. Gli sorrisi e feci cenno di no cercando di non
muovere troppo i capelli che coprivano i lividi.
"Volevo
chiederti se la stanza era ti tuo gradimento"
Continuai
a sistemare i vestiti, cercando di non dargli troppa retta e di essere
indifferente, perchè quel ragazzo mi faceva venire i brividi
oogni volta che lo guardavo.
"Oh,
si mi piace, certo che parli come un uomo che è vissuto nel
1800..."
Rise
timidamente, sembrava che stesse cercando di reprimere il suo sorriso,
che era incantevole. Sentii nuovamente quel pizzichioo alla gola, ogni
giorno che passata e mi sentivo più debole. tirai fuori la
pezza e tossii. Mi uscii nuovamente il sangue. Le gambe mi
tremavano, cercai di nascondere il tutto a Liam, che era distratto a
guardare le mie cose.
"Chi
è l'uomo della foto? E' il padre di tua figlia?"
Quando
sentii la parola "padre" mi venne un colpo al cuore, mi avvicinai a
lui, gli misi una mano sulla spalla, lui si girò verso di me
e mi guardò riflettere.
"No!
E' solo l'uomo che mi ha aiutato a fecondarla..."
Mi
sentii debole, diventai pallida, Liam mi guardava con attenzione. Mi
sedetti sul letto.
"Per
essere papà non c'è il bisogno di esserlo
geneticamente, suo padre vero, ancora non esiste, ci vuole tanto
affetto verso di lei per esserlo."
Mi
sorrise. Sembrava essere attento ad ogni parola. Si alzò e
si avvicinò alla porta.
"Beh,
allora sarai felice a sentire che tua figlia è identica ha
te. Potresti averla fatta da sola, infondo l'hai tenuta nove mesi
dentro di te. E' solo tua figlia e di nessun altro"
Se
ne andò. Sentii qualcosa di strano nel mio organismo. Mi
avvicinai a Charlie, era bellissima, sembrava un angelo, anzi lo era.
Mi sdraiai sul letto, oggi era una brutta giornata per uscire, faceva
freddo e pioveva. Detestavo Londra.
Mi
avvicinai il cuscino al collo, era morbido. Chiusi gli occhi. Mi scese
una goccia di sudore, la toccai con le dita. Il mio cuore
iniziò a battere, era impossibile, in quella stanza si
gelava. Mi stava succedendo qualcosa, me lo sentivo, forse mi doveva
arrivare solo il ciclo, di solito succedeva così d'Estate.
Cercai
di non pensare al sudore e mi addormentai.
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Capitolo 5 *** Capitolo 2. I'm not afraid ***
Moments-Capitolo
4
Un
passo lento, uno veloce. Andavo di fretta. Erano le nove e mezza,
dovevo andare a riprendere Charlie, Liam, gentilmente mi aveva
accompagnato fino a casa di mia sorella, era così carino.
Bussai
alla porta. Sospirai, avevo paura che la piccola stesse dormendo e di
averla svegliata. Ad aprirmi venne Coraline, la mia sorellina, aveva
solo sedici anni ed abitava con nostra zia, i miei genitori vivevano in
chissà quale parte del mondo.
Appena
mi vide mi abbracciò piena di gioia. Era cambiata
dall'ultima volta che l'avevo vista, ora era snella, con un fisico da
far paura (non che prima fosse grassa) portava i capelli lunghi ed
aveva un viso felice. Eravamo l'una diversa dall'altra.
Mi
fece entrare e mi indicò il divano. Mi sedetti, Liam
sembrava disperso. Gli sorrisi. Ricambiò. Coraline
tornò con un vassoio fornito di te e biscotti.
Si
accomodò sulla poltrona e ci versò il
tè. Quando alzò la testa fece una faccia
sconvolgente, pareva imbambolata.
"Coraline,
va tutto bene?"
Le
chiesi smuovendola un po'. Dopo un leggero pizzicotto ecco che
partì all'attacco, aveva notato Liam, forse era fan dei One
Direction.
"Ma-ma-ma
tu sei Liam James Payne, nato il 29 Agosto 1993, fidanzato con Danielle
Peazer, componente dei One Direction, hai la fobia dei cucchiai e, oh
mio dio!"
Si
iniziò a sventolare con la mano, era impazzita, era andata
in estasi. Liam la guardava ridendo, mentre stava per svenire.
"Sì
sono io"
Rispose.
Lei fece spallucce ed una faccia soddisfatta e poi sorseggiò
un po' di tè. Io ne approfittai per chiedere di Charlie, mia
avvicinai a lei e dissi:
"Coraline,
ma Charlie, dorme?"
Posò
la tazza sul tavolo, si alzò. Sembrava stranita, si
poggiò alle scale e rispose:
"Ma
è appena venuto Edward a prenderla, mi aveva detto che tu
gli avevi detto di venire."
mi
sentii debole, i miei occhi diventarono lucidi, il mio castello posto
sulla sabbia si "era distrutto". Mi sedetti sulle scale, misi
la testa tra le ginocchia e mi scese una lacrima, Liam e Coraline si
avvicinarono a me e cercarono di tranquillizzarmi.
"Come
hai potuto, lui è, lui è un uomo spregevole, io
sono scappata da quell'essere schifoso!"
Dissi
stra una lacrima e l'altra, mia sorella mi accarezzava la testa con
dolcezza e Liam mi ripeteva: stai tranquilla. Ma non potevano sapere
che si provava a pensare ad un'altra vita.
"Kate,
ma Edward che ti ha fatto? Io me lo ricordavo come un uomo gentile e
carino... aveva l'accettazione di tutti"
Le
gambe mi tramavano. I miei occhi erano lucidi, ero ripugnante da
vedere, il trucco era colato.
"Vuoi
sapere quello che mi ha fatto?! MI HA VIOLENTATA, TORNAVA SEMPRE
UBRIACO A CASA, MI PICCHIAVA, TRATTAVA MALE CHARLIE! Non potevo far
vivere la mia piccola in mondo orrendo con lui"
Continuai
a piangere. Liam mi prese tra le sue braccia e mi coccolò,
sembrava molto dolce, restai tra le sue cure, mi lasciai cullare e
tranquillizzare dalla sua voce.
"Kate,
ora andiamo a casa sua e ti riprendi Charlie."
Mi
disse mentre mi cullava. Io mi distolsi dalla sua presa e lo guardai
scioccata.
"No,no,
tu non vai da nessuna parte" mi prudette la gola. Tossì,
sputavo ancora sangue, nascosi il fazzoletto "non voglio che tu ti
faccia male, devo cavarmela io, ci andrò da sola e
tornerò a quella vita"
Lui
mi strinse a se e mi disse:
"Io
non ti lascio, vai te e vado io, non ti lascio da sola."
Il
mio cuore iniziò a battere velocemente. Sembrava un uragano,
il mio stomaco era pieno di farfalle, non potevo provare nuovamente
quelle cose,lui era fidanzato. Coraline sembrava che stesse vedendo un
film, ma allo stesso momento era preoccupata, le sorrisi e me ne andai
con Liam.
Salimmo
in macchina ed arrivammo di fronte a quel l'incubo, a quella casa.
Mi
avvicinai alla villetta. Presi le chiavi dietro la pianta, le misi
dentro la serratura con un po' d'insicurezza, il mio cuore smise di
battere quando si aprì la porta.
Appena
entrammo vidi Charlie che giocava con le bambole e in cucina c'era
Edward. Si sentiva il profumo di vino rosso e di arrosto. Stava
cucinando ed era vestito elegantemente, era inquietante.
Mi
guardò, i sui occhi erano iniettati di sangue. Presi la mia
piccola e Liam mi stava accanto come supporto morale e fisico.
"Kate,
amore" buttò il coltello a terra. Si avvicinò a
me. Diedi Charlie a Payne e restai immobile aspettando che Edward
venisse. Mi prese per il polso e continuò a parlare, il suo
alito sapeva di alcool.
"Chi
è questo? Hai un nuovo fidanzatino, sei solo una puttana"
mi
baciò mordendomi le labbra, gli sputai in faccia. Liam mise
nella culla Charlie, sembrava preoccupato. Si avvicinò ad
Edward e lo fissò.
"Non
puoi trattare Kate così!"
Edward
gli diete una spinta, io cercai di addormentare la piccola, non volevo
che vedesse tutto ciò.
"E
perchè? Quella puttanella è scappata da me"
Liam
ricambiò la spinta, Edward gli diede un pugno. Il mio cuore
batteva a mille, avevo paura. La piccola non si era quasi addormentata,
le tirai su le coperte. Mi alzai e mi avvicinai a loro.
"Edward!
Smettila"
Gli
diede un altro pugno, gli iniziò ad uscire il sangue dal
naso. Liam ricambiò. Sembrava che non mi stessero
ascoltando. Mi scese una lacrima e poi arrivarono altre. Mi sentivo
ancora più debole.
Andai
verso Edward, lo bloccai.
"Smettila!
Non potrai mai riaverci! Sei un essere spregevole!" mi scese
giù un'altra lacrima, iniziai a singhiozzare, il mio ex
fidanzato mi fissava con sorriso assassino "Mi fai schifo, paragonarti
a un verme sarebbe pure poco! Nei tre anni che siamo stati insieme mi
hai fatto solo del male! Ti odio!" Gli sputai in faccia. Mi
lanciò uno schiaffo. Caddi a terra. Liam si alzò
e continuarono a lottare e poi lo vidi, aveva una pistola nella tasca,
con la mano si avvicinò a prenderla e la puntò
verso a Payne. Il polpastrello era vicino al grilletto.
Il
mio cuore si fermò, non sapevo che fare, ero immobile, presi
una padella, corsi velocemente verso di lui e gliela diedi sulla testa.
Edward
svenì. Liam mi abbracciò tanto forte da
soffocarmi. Continuai a piangere. In quel momento riuscivo solo a
sentire le farfalle volare sopra un lago di lacrime.
"Grazie.
Non dovevi farti male per me, dovevi restare fuori!"
Gli
dissi stringendo l'abbraccio. Tra le sue braccia mi sentivo protetta.
Lui mi accarezzò la guancia e mi asciugò la
lacrima che stava scendendo.
"Io
l'ho fatto perchè ci tengo a te, poi tutti noi abbiamo
bisogno di te..."
Arrossii.
Sorrisi. Ricambiò. Andavi verso Charlie e la presi. Stava
dormendo, le baciai la fronte. Uscimmo tutti e tre insieme e tornammo a
casa.
Durante
il viaggio tra me e Liam non ci furono parole, ma solo lunghi sguardi.
Spazio autrice.
Salve
a tutti, rieccomi qui con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto,
grazie a tutti quelli che mi hanno messo tra: le preferite, seguite e
ricordate ed anche grazie a chi mi ha recensito. Senza di voi lettori
non so che farei!.
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Capitolo 6 *** Why? ***
Moments-Capitolo 5.
Erano passate due ore da quell'accaduto.Charlie dormiva tranquilla
nella sua culla.I ragazzi stavano chissà dove,Edward era
svenuto a casa sua.Liam aveva appena rischiato la vita per colpa mia.
Mi
sedetti sul divano con la testa al muro,sentivo freddo.Presi una
coperta e la posai sul mio corpo pallido e tremolante.Di nuovo quel
fastidio alla gola,tossi sangue.Mi asciugai con un fazzoletto.
Vidi
un'ombra.Sobbalzai.Il cuore batteva all'impazzata.C'era il completo
silenzio e quella forma nera che si avvicinava.Restai immobile sul
divano,tenendo stretto il cuscino sul mio petto.Respirai
profondamente.Non dovevo fare rumore.La luce si accese.Chiusi gli
occhi,una goccia di sudore si posò lentamente sulla
coperta.Soffocai il respiro.Sentii che quella presenza stava venendo da
me,mi alzo il volto.Tenni chiusi gli occhi ed ingoiai la saliva.
"Sono
Liam,Kate,stai tranquilla"
Aprii
gli occhi.Lo abbracciai.Il mio cuore riprese a battere.Avevo temuto che
potesse essere Edward,ma lui ora stava a casa sua.Il ragazzo si sedette
accanto a me.Prese un cuscino e se lo mise dietro la
testa.Sospirò.
"Dovresti
denunciare quel tizio.E' un vero pazzo"gli diventarono lucidi gli occhi
color marrone "Non posso credere che ti possano aver fatto
così tanto male,perchè non hai mai avuto il
coraggio di scappare?"
Deglutii.Mi
legai i capelli.Lo guardai molto attentamente,scrutando ogni suo
più piccolo lineamento.Abbassai lo sguardo a terra,strinsi
ancora di più il cuscino ricordando i miei pupazzetti di
quando ero bambina.
"Perchè
sono una codarda"Mi scese una lacrima,una sola che definiva tutto il
dolore provato in questi anni.Mi avvicinai a lui,posai la testa sul suo
petto "una stupida codarda..."
Mi
accarezzo il i capelli ripetute volte.Sorrise.Guardò il
soffitto per svariati minuti.Sembrava che tutto andasse a rallentatore
in quel momento.Mi sistemò la coperta come faceva mio
padre.Mi sentii nuovamente protetta.
"Non
sei una codarda.Sei perfetta"
Alzai
il volto verso di lui.Non poteva averlo appena detto.Ero io che ci
sentivo male.Il cuore mi si bloccò.Gli occhi erano fissi
verso di lui.Mi scese una goccia di sudore.Riuscii solo a balbettare:
"Sono
cosa?"
Sorrise
nervosamente,forse aveva capito il mio imbarazzo.Si tolse il cuscino e
si alzò velocemente.Mi fissò per un minuto pieno
di orologio.I suoi piedi erano puntati verso di me.Il suo corpo era
completamente verso di me.Sorrisi timidamente e cercai di trattenere la
paura.Strinsi il cuscino.
"Perfetta"Disse
tutto d'un botto.Se ne andò.Sentii la porta della camera sua
sbattere ferocemente e la serratura chiudersi.
Lo
avevo messo in imbarazzo.Ero una stupida.Iniziai a schiaffeggiarmi e a
ripetermi:Stupida Stupida Stupida Stupida.
Vidi
qualcuno entrare dentro casa.Smisi si di insultarmi.Rimasi seduta sul
divano a fissare l'ingresso.Era Harry.Barcollava,sembrava ubriaco.Venne
verso di me.Deglutii.Non volevo che succedesse come con Edward.Mi alzai
di scatto.
"Sciao
Bela" mi disse buttandosi sul divano a mo' di morto "come butta?"
Risi.Era
buffo vederlo ubriaco,ma il cuore continuava a
battere,perchè avevo sempre paura di tutte le persone del
genere maschile?!Ero una stupida codarda.Mi sistemai il pigiama e presi
un bicchiere d'acqua.
"Va
tutto bene..." seh...tutto bene.Non potevo di certo dirgli tutta la
verità.Preferii mentire.Gli porsi il bicchiere "Bevi un po'
d'acqua che sei completamente ubriaco"
Lo
prese e mi sorrise.Quelle fossette erano perfette,come i suoi occhi.Mi
sedetti di fronte a lui.Continuava a sorridermi con sguardo ebete e
ubriaco.Cercai di trattenere le risate,anche se la paura persisteva.Gli
strinsi la mano.Harry notò che gli stavo tenendo la mano.Mi
guardò con sguardo malizioso.
"We
we bela...che sei innamorata di mua?"
Tolsi
di corsa la mano.Il mio sguardo diventò stupefatto.Chi si
credeva di essere?!Mi alzai.
"NO!"
Mi
fece un sorrisetto malizioso e si alzò barcollando.Lo
ressi.Mi girai verso di lui,mi stava guardando.Avevo leggermente timore
di quel ragazzo.Lo portai in camera sua,gli tolsi i pantaloni e la
maglietta e lo misi sul letto.
"Stai
correndo un po' troppo"rise"anche io sono cotto di te,ma oggi non ho
nemmeno le protezioni"
Mi
si bloccò il cuore.Finsi di non aver sentito quel cotto di
te...Era ubriaco non sapeva cosa stesse dicendo.Sentii di nuovi il
pizzico alla gola,tossi sangue,lo nascosi.
"Harry,non
sai cosa stai dicendo.Dormi."
Uscii
dalla sua camera e mi buttai sul mio letto.Sentii tutto il mondo
crollarmi addosso.Avevo paura e non sapevo il perchè.Posai
la testa su cuscino e mi addormentai.
Spazio autrice.
Yeeh!Dopo
tanto tempo sono tornata a scrivere!Come sono andate le vacanze?Grazie
per tutti quelli che leggeranno questa storia e che recensiranno.
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