Moments

di corysvoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. I'm Liam. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Please, go! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. No Jimmy Protested ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2. I'm not afraid ***
Capitolo 6: *** Why? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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  Moments- Prologo


Ero in quella casa, giocavo con la cosa più innocente al mondo, la mia piccola Charlie. Aveva uno sguardo così felice.

Io,invece, avevo paura, non volevo che tornasse.

Sentii il rumore di una chiave entrare nella serratura. Presi la mia piccola di corsa e la misi nella culla. Mi sedetti sul letto. La porta si aprii. I suoi passi erano pesanti, era tornato a casa ubriaco per l'ennesima volta.

Ho fatto di tutto per scappare da lui, ma non ci sono riuscita, mi ero pure tinta i capelli biondi e creata un'altra personalità, ma lui mi spiava notte e giorno.

Sentii una bottiglia cadere a terra. Si ruppe. Mi misi dietro la porta che dava al salone e lo vidi, si stava sedendo sul divano. Aveva una barba folta, gli occhi rossi e puzzava.

"Kate, portami una birra"

Mi urlò. Sapeva che ero a casa. Uscii dalla camera assicurandomi che Charlie stesse bene. Il mio corpo era pieno di lividi, non avevo più amici, quando lo avevo conosciuto non era quel ragazzo orrendo che ora è diventato.

Mi recai verso il frigo e lo aprii. Cercai a fondo, ma non c'era nessuna birra. Mi avvicinai ad Edward. Mi guardava con lo sguardo di un assassino, l'odiavo a morte. Era l'essere più ripugnante al mondo.

"Non ci sono birre."

Strinsi i pugni. Sapevo che si sarebbe arrabbiato ed infatti lo fece. Si alzò dal divano. Mi prese per il polso e mi buttò al muro.

"Che cosa, me le hai buttate tu, vero? Sei solo una puttana"

Il mio cuore batteva a mille dalla paura. Vidi a rallentatore la sua mano arrivare sul mio volto. Mi prese per il braccio e mi buttò sul divano. Mi iniziò a baciare e a togliermi la camicia.

Cercai di fermarlo, ma continuava ancora di più. Guardai il tavolino accanto a me e presi un vaso. Lo strinsi bene e glielo ruppi sulla testa, Edward svenii.

Ero terrorizzata. Mi alzai dal divano, presi una valigia e ci misi tutti i soldi e i vestiti miei e di Charlie. Presi in braccio la mia piccola ed uscii da quella casa.

Fuori pioveva, ma questo non poteva fermarmi. Misi il cappuccio alla mia bambina che dormiva e corsi velocemente in cerca di un rifugio. Mi sembrava di andare lenta, non potevo avere via di uscita da quella vita.

Mi misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare la musica. Le lacrime scendevano sul mio volto. Dovevo stare attenta a non cadere e non fare nulla di sbagliato, perchè dovevo badare ad un'altra vita.

Londra era bellissima vista da fuori, la cosa che mi piaceva di più era il suo modo di essere caotica, così Edward aveva meno possibilità di trovarmi.

D'un tratto mi scontrai con un ragazzo. Era al telefono, ripeteva sempre "Sì Danielle, va bene, Danielle" e sbuffava. Aveva più o meno diciannove anni, la mia stessa età, era abbastanza magro con i capelli marroni e gli occhi erano molto profondi. L'unica cosa che gli dissi fu: "Scusa" e questo non mi notò neppure.

Continuai a camminare e mi ritrovai davanti ad un edificio. C'era un annuncio, lo presi. Lessi molto attentamente: "Si cerca un pianista per i One Direction."

Io sapevo suonare il piano, lo avevo studiato per sette anni, poi è arrivata Charlie ed ho smesso. Continuai a camminare verso la mia vita, se mi prenderanno avrò più possibilità di stare lontana da Edward. Guardai un'ultima volta la mia piccola e la baciai sulla guancia. Era il mio angelo custode, era tutta la mia vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. I'm Liam. ***


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 Moment- Capitolo 1


Era un luogo buio. Si poteva solo sentire l'odore di arrosto e di rose. Feci un passo, udii una voce chiamarmi, era dolce ed amorevole. La luce si accese.

C'era un tavolo con accanto la figura di Edward. Era Lui! Il mio cuore iniziò a battere forte. Strinsi i pugni. Lui mi baciò con amore, sembrava cambiato. Era identico all'inizio della nostra relazione. Mi fece sedere. Accese una candela ed iniziammo a mangiare. Non capivo cosa ci stessimo dicendo in quel momento, mi sembrava di stare dentro una bolla, ma vedevo che eravamo sorridenti. Mi teneva la mano con delicatezza.

D'un tratto ecco che lo vedo alzarsi ferocemente. I capelli gli diventarono folti ed oliosi, gli si allungò la barba, i vestiti stirati e curati erano ormai strappati, sul tavolo non c'era più l'arrosto, ma della votka. Il pavimento era pieno di sangue, c'era un corpo per terra, era piccolo, giaceva lì. Mi precipitai addosso ad esso. Lo presi tra le mie mani, era Charlie. Le lacrime mi scesero dal viso.

Edward venne verso di me e mi sussurrò all'orecchio:

"Questa sarà anche la tua fine se scappi un'altra volta, Puttana" e se ne andò.

Tutto diventò di nuovo buio.

Mi svegliai di colpo. "Era solo un incubo" ripetevo nella mia mente. Mi alzai dal letto dell'albergo e corsi verso la culla della mia Charlie. La guardai, dormiva, era bellissima e soprattutto viva.

Presi il volantino. Erano le 8.00. Mi lavai in fretta, mi misi qualcosa d'irriconoscibile e portai con me la mia dolce piccola.

Chiamai un taxi e mi recai nel posto di ieri. C'era il ragazzo con il quale mi ero scontrata. Era appoggiato al muro e massaggiava. Oggi non portava il cappuccio e riuscii a vederli il volto. Era bellissimo e profumava di cocco.

Charlie era imbraccio a me e dormiva. Mi avvicinai a lui e gli chiesi con tranquillità:

"Ehm, scusa..."

Non mi lasciò finire che mi aveva già dato un foglio con il suo autografo. Ma chi lo conosceva questo?! Sbuffai. Glielo ridiedi con forza sullo stomaco e, questo, sembrò sconvolto. Alzò il volto dal telefono e mi guardò.

"Ah, scusa, pensavo fossi un'altra di quelle Directioner..."

Sorrisi. Non sapevo neanche chi fossero i One Direction. Presi il volantino e glielo diedi. Lui lo prese e sospirò.

"Sei venuta qui per il provino?"

Feci cenno di sì. Il ragazzo mi aprì la porta e mi fece entrare in quel lungo. Le pareti erano bianche come il pavimento ed era pieno di finestre, era vuoto, ma in lontananza riuscivo a scrutare una cameretta.

"E' tua sorella?"

Mi chiese notando Charlie. Lo guardai e sorrisi. Lui ricambiò. Continuammo a camminare.

"No, in realtà lei è mia figlia, non voglio parlarne. E' una storia un po' complicata..."

Il ragazzo fece cenno di aver capito. Camminammo in silenzio fino alla stanza. Mi aprii la porta e mi fece entrare. Era bellissimo. Le pareti era no viola e c'erano molte finestre, il pavimento era marroncino. In mezzo alla sala c'era un pianoforte nero. Seduti lì c'erano cinque persone, quattro sui diciotto anni ed uno sulla ventina-trentina.

Appena entrai in quella stanza, l'uomo più grande venne incontro a me ed al ragazzo "dal nome misterioso".

"Liam, lei è venuta per il provino?"

Lui fece cenno di sì e si andò a sedere accanto ad un ragazzo con i capelli neri con la carnagione nella media e gli occhi misteriosi. L'uomo prese Charlie e mi fece cenno di sedermi.

Andai verso il piano. Quando mi misi sopra allo sgabello mi ricordai del primo saggio. Avevo tredici anni. Indossavo un vestitino abbinato ai colori del pianoforte. La mia gamba tremava. Le mani erano ben posate sulle note, il mio cuore batteva a mille e i miei occhi erano fissi sui quei tasti bianchi e neri. Feci la stessa cosa in quel momento. Dalla borsa presi uno spartito, poggiai le dita e prima d'iniziare dissi tra me e me "merda merda merda". Suonai We Are Young dei Fun,Imagine di John Lennon e la mia canzone preferita Yellow dei Coldplay.

Quando finii vidi i volti di tutti incantati. Sembravano paralizzati e la mia bambina applaudi accennando "Blava Mamaù" era adorabile. I sei risero e l'uomo più grande si avvicinò verso di me, mi strinse la mano e disse:

"Congratulazioni, tu sarai la nuova pianista dei One Direction, sei una ragazza fortunata..."

Mi diede Charlie e prima di uscire dalla porta, si fermò verso di me e continuò:

"Tu e tua figlia potrete vivrete con questi cinque bravi ed educati ragazzi, non ti devi preoccupare di loro, sono innocui, mangiano e dormono solo ed a volte cantano."

Il ragazzo vestito da marinaio rise e disse:

"Soprattutto Niall che mangia e dorme soltanto."

I cinque ragazzi risero ed io veci lo stesso, Charlie applaudì soltanto.

Il riccioletto con gli occhi smeraldo, quello che aveva la faccia più infantile disse:

"Ho capito, da oggi sono obbligato a non dormire più nudo" e se ne andò assieme a tutti gli altri.

Quando rimasi sola con Charlie, la guardai e dissi:

"Ora, forse potremo avere una vita normale. Non ci dovremo più preoccupare di quell'uomo cattivo per un po'."

Lei mi guardò con i suoi occhi nocciola e disse accennando un frase completa.

"Del babbo?"

Le diedi un bacio.

"Il tuo papà vero è in giro per il mondo, lui è solo quello che mi ha aiutato a crearti. Ti voglio bene piccola mia"

Lei mi prese il volto con le sue manine e mi diede un bacio a stampo. Le accarezzai dolcemente i capelli d'oro. Mi coprii i lividi e mi recai verso la mia nuova vita ed un futuro migliore per Charlie.


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Capitolo 3
*** Capitolo 2. Please, go! ***


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 Moments-Capitolo 2


Ero seduta sullo sgabello. Innanzi a me c'era un pianoforte nero. Ero dentro quella stanza. Ero sola. Charlie l'avevo lasciata da una mia amica. Indossavo un vestito viola con un copri spalla bordò. I miei occhi erano fissi sui tasti. C'era il profumo di prato appena tagliato che veniva da fuori. In quel luogo chiuso c'era uno specchio. Mi alzai e mi andai a guardare. Ero orrenda. Avevo le occhiaie mal coperte dal trucco, i lividi scorgevano dalla mie spalle. I miei capelli stavano tornando marroni. Avevo solo Diciott'anni e mezzo e sembravo una donna alla fine della sua vita.

Mi venne un prurito alla gola. Presi una pezza bianca e tossi. La guardai per un'istante c'era del sangue, non ci feci caso. Mi girava la testa. D'un tratto mi trovai dietro Edward che mi stringeva il polso. Sentivo dolore. Mi girai verso di lui e mi attaccai allo specchio. Iniziai a respirare bruscamente. Mi prese per il collo e mi strozzò:

"Stronzetta, credevi che non ti avrei trovato?"

Cercai di togliermi dalla sua stretta presa.

"AIUTO! LASCIAMI STARE!"

Urlai. Lui lasciò la presa e mi lanciò uno schiaffo. Io mi buttai a terra distrutta. Edward si inginocchio accanto a me e continuo:

"Dov'è Charlie?! Dov'è mia figlia?!"

Lo guardai. Aveva gli occhi assetati di sangue. C'era una bottiglia di vodka a terra. Mi avvicinai al piano.

"NON LO SO! LASCIAMI IN PACE! VAI VIA DALLA MIA VITA! CHE COSA VUOI DA ME?!"

Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò

"Sei solo una puttanella"

La sua figura sparì nel vuoto. Iniziai a piangere. Non c'era più la bottiglia di Vodka. Un ragazzo mi stava tranquillizzando tra le sue braccia, mi cullava. Aveva un voce profonda.

"Stai tranquilla, Kate, non era niente"

Mi sembrava di essere tornata bambina. Mi lasciai cullare da quella voce e dalle mie lacrime. Mi girai verso il suo volto, era il ragazzo di ieri.

"Dov'è andato?"

Mi fisso per un istante. Mi scostò una ciocca bionda e vide un livido. Fece una faccia stupita.

"Ma che cos'è? Che ti sei fatta?"

Mi rimisi la ciocca lì e coprii tutti gli altri lividi. Mi accarezzò la guancia e restai immobile per un secondo con la testa poggiata sul suo ginocchio.

"Sono scivolata, ma non hai risposto alla mia domanda" abbassai lo sguardo a terra "dov'è finito LUI?"

"Non so di chi tu stia parlando. Sono entrato qui e ti ho sentita urlare e fare mille azioni insieme, c'è qualcosa che non va?"

Mi alzai di scatto. E ritornai davanti allo specchio. Era tutto normale. Mi ero immaginata tutto.

"Scusa, è meglio che tu non sappia niente."

Mi avvicinai. Gli misi la mano sul petto e continuai.

"Con le donne è meglio sapere di meno che di più..."

Uscii dalla stanza. Guardai l'orologio. Erano le quattro. Dovevo andare a prendere mia figlia. Uscii dall'edificio, mi misi le cuffiette e chiamai un taxi. L'uomo si girò verso di me e mi chiese.

"Dove la porto?"

Appena vidi il suo volto mi misi paura. Era Edward. Chiusi gli occhi e li riaprii, era solo una persona normale. Mi misi la cintura e risposi:

"A Liverpool Street per favore."

Il taxi mi scortò fino a lì. Pagai ed uscii. Camminai per Liverpool Street. Era piena di gente. Tutte andavano di corsa verso la metropolitana, altre prendevano da bere da starbuck ed altre facevano compere e poi c'ero io che non sapeva che piega prendere nella propria vita.

Percorsi tutti i palazzi e poi mi ritrovai davanti al citofono. La mia amica mi aprii. Salii su casa sua.

C'era Charlie che mi aspettava con ansia. L'abbracciai con tutto l'amore che avevo nel mio cuore e salutai calorosamente Alice. Era la mia migliore amica, almeno era l'unica che mi era stata vicina in quegli anni.

Alice aveva i capelli sul biondo cenere e gli occhi verdi. Era alta. Era bellissima e solare, non come me, ero ridotta malissimo. Mi fece cenno di sedermi sul divano. Lo feci.

"Kate, ma come ti sei ridotta? Dopo il parto sei cambiata tantissimo!"

Feci cenno che ne ero consapevole. Sentii nuovamente pizzicarmi la gola. Presi il tessuto bianco, tossi. La tolsi, aveva nuovamente del sangue. Alice lo notò, prese la pezza e mi guardò stranita.

"E questo?! Stai male?"

Le sorrisi. Cercai di trovare una scusa. Non sapevo che cosa potessi avere, ma non mi preoccupavo, non poteva essere niente di grave. Guardai Charlie che mi sorrideva e giocava con il mio anello a forma di orologio.

"No, oggi mi è uscito un po' di sangue dal naso, non ti preoccupare, non sputo sangue..."

Mi ripresi il fazzoletto. Mi alzai con Charlie tra le mie braccia. Era bellissima, un miracolo caduto dal cielo. Andai verso la porta e l'aprii. Dietro di me venne Alice.

"Ehi, sei sicura di non avere niente?"

Feci cenno di sì. Mi guardò, sorrise e chiuse la porta.

Uscii dall'edificio, pioveva. Odiavo Londra per quel motivo, non c'era "quasi" mai bel tempo, neppure in Estate. Misi il cappuccio alla mia piccola, che mi diede un bacio a stampo sulla guancia ed io ricambiai con un: "Ti voglio bene Charlie."

Chiamai un taxi e mi recai verso la mia casa condivisa.


Spazio autrice.

Salve a tutti! Prima d'iniziare devo ringraziare tutte le persone che mi hanno messa tra i seguiti e preferiti e quelle che mi hanno recensito, vi adoro!. Oltre a questo, come vi sembra il capitolo? Su, su fatemelo sapere con una recensione...

Comunque questa è Alice: http://www.google.it/imgres?start=25&num=10&hl=it&biw=1366&bih=667&tbm=isch&tbnid=Bri-Q-5l6Oe_eM:&imgrefurl=http://magazine.foxtv.it/tag/emilie-de-ravin/&docid=z51aOV3LMJP5_M&imgurl=http://magazine.foxtv.it/wp-content/uploads/2009/06/immagine5.jpg&w=631&h=469&ei=C8v9T9TnNNDP4QST07n0Bg&zoom=1&iact=hc&vpx=707&vpy=289&dur=10&hovh=193&hovw=260&tx=160&ty=109&sig=104567583492462634389&page=2&tbnh=143&tbnw=190&ndsp=28&ved=1t:429,r:4,s:25,i:18

Questo è Edward:http://www.google.it/imgres?num=10&hl=it&biw=1366&bih=667&tbm=isch&tbnid=njYzVEnmYdWEUM:&imgrefurl=http://www.trailershut.com/movies-starring/sebastian-stan.html&docid=mUgp-50asC6chM&imgurl=http://www.trailershut.com/actor-images/sebastian-stan-7187.jpg&w=300&h=450&ei=O9b9T6_IC7Dc4QTf16TFBg&zoom=1&iact=hc&vpx=869&vpy=155&dur=310&hovh=199&hovw=134&tx=67&ty=117&sig=104567583492462634389&sqi=2&page=1&tbnh=139&tbnw=96&start=0&ndsp=27&ved=1t:429,r:5,s:0,i:137


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Capitolo 4
*** Capitolo 3. No Jimmy Protested ***


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                                                                     Moments- Capitolo 3


Presi la chiave da dentro la borsa. Mi trovavo davanti ad una villa gigantesca, era bellissima, possedeva piscina ed un giardino gigantesco. Aprii la porta. Entrai dentro la casa, la piccola Charlie dormiva. Posai il cappotto, c'era un lungo corridoio. Camminai e mi ritrovai in salone.

C'erano cinque ragazzi seduti sul divano, erano in mutande. Lanciai una risata. Questi mi videro ed il riccioletto si coprì con lenzuolo. Avevano un aria sconvolta, come se non avessero mai visto una ragazza nella loro vita. Il ragazzo con gli occhi azzurri e capelli marroni urlò a squarciagola:

"No Jimmy Protested!"

Risi. Charlie si svegliò. La poggiai a terra sopra un telo e le diedi un coniglietto. I cinque mi fissavano attentamente. Mi sedetti di fronte a loro, mi sistemai il vestito, accavallai le gambe e dissi:

"Allora..."

No mi diedero tempo, che tutti insieme, in coro urlarono:

"Vas Happenin Kate?"

Mi misi una mano sulla fronte. Avrei dovuto vivere con questi cinque ragazzi scatenati, come mi sarebbe cresciuta Charlie? Certo avrebbe avuto un futuro migliore di quello che le poteva "non" garantire Edward.

Notai che Liam stava guardando il mio livido. Me lo coprii.

"Allora, ci sono tre regole per vivere bene con me e le dovrete rispettare.Allora la prima è: Dovete ripulirvi la vostra stanza, non voglio farvi da cameriera, la secondo è: Ognuno pensa per sè. la terza è: Se la sera tornate con le vostre conquiste, vi prego di non fare rumore, perchè Charlie dorme..."

Il ragazzo del: "No Jimmy Protested" rise e diede una pacca sulla spalla a quello con gli occhi verdi ed i capelli ricci.

"Capito Harry?"

Rise. Io mi alzai, presi la piccola e mi recai nella mia stanza. Camminai al lungo e la trovai, c'era scritto: Kate and Charlie's room. Non poteva che essere la mia. Entrai. Era grandissima, aveva un letto ad una piazza e mezzo, uno scaffale pieno di libri, una culla con dei panda, una scrivania con sopra ed al centro c'era un bellissimo piano ed infine c'era una cabina armadio con accanto un specchio. Era troppo per me e Charlie. A me sarebbe bastata una culla per la mia piccola e basta.

Presi la mia valigia e l'aprii. Dentro c'erano molti vestiti e giocattoli. Avevo messo soltanto l'indispensabile. Presi i miei abiti e li misi dentro l'armadio.

Charlie mi guardava attentamente da dentro la culla, le sorrisi.

Tra un vestito al altro ecco che trovai una foto. Eravamo Edward ed io, all'inizio della nostra relazione, lui era bellissimo. Mi si bloccò il cuore, eravamo così felici, c'era amore tra di noi. Non era ancora diventato quel altro uomo orribile che è adesso.

Mi scese una lacrima. Cercai di asciugarla, non volevo avere ricordi di lui. Sentii bussare alla porta.

"Avanti"

Dissi con un filo di voce, cercando di nascondere le lacrime ed i lividi. D'un tratto entrò Liam, aveva addosso dei jeans e una camicia a quadri ed i capelli  composti che andavano in una direzione.

"Ti disturbo?"

Si sedette sulla sedia. Gli sorrisi e feci cenno di no cercando di non muovere troppo i capelli che coprivano i lividi.

"Volevo chiederti se la stanza era ti tuo gradimento"

Continuai a sistemare i vestiti, cercando di non dargli troppa retta e di essere indifferente, perchè quel ragazzo mi faceva venire i brividi oogni volta che lo guardavo.

"Oh, si mi piace, certo che parli come un uomo che è vissuto nel 1800..."

Rise timidamente, sembrava che stesse cercando di reprimere il suo sorriso, che era incantevole. Sentii nuovamente quel pizzichioo alla gola, ogni giorno che passata e mi sentivo più debole. tirai fuori la pezza e tossii. Mi uscii nuovamente il sangue. Le gambe mi  tremavano, cercai di nascondere il tutto a Liam, che era distratto a guardare le mie cose.

"Chi è l'uomo della foto? E' il padre di tua figlia?"

Quando sentii la parola "padre" mi venne un colpo al cuore, mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla spalla, lui si girò verso di me e mi guardò riflettere.

"No! E' solo l'uomo che mi ha aiutato a fecondarla..."

Mi sentii debole, diventai pallida, Liam mi guardava con attenzione. Mi sedetti sul letto.

"Per essere papà non c'è il bisogno di esserlo geneticamente, suo padre vero, ancora non esiste, ci vuole tanto affetto verso di lei per esserlo."

Mi sorrise. Sembrava essere attento ad ogni parola. Si alzò e si avvicinò alla porta.

"Beh, allora sarai felice a sentire che tua figlia è identica ha te. Potresti averla fatta da sola, infondo l'hai tenuta nove mesi dentro di te. E' solo tua figlia e di nessun altro"

Se ne andò. Sentii qualcosa di strano nel mio organismo. Mi avvicinai a Charlie, era bellissima, sembrava un angelo, anzi lo era. Mi sdraiai sul letto, oggi era una brutta giornata per uscire, faceva freddo e pioveva. Detestavo Londra.

Mi avvicinai il cuscino al collo, era morbido. Chiusi gli occhi. Mi scese una goccia di sudore, la toccai con le dita. Il mio cuore iniziò a battere, era impossibile, in quella stanza si gelava. Mi stava succedendo qualcosa, me lo sentivo, forse mi doveva arrivare solo il ciclo, di solito succedeva così d'Estate.

Cercai di non pensare al sudore e mi addormentai.

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Capitolo 5
*** Capitolo 2. I'm not afraid ***


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 Moments-Capitolo 4

Un passo lento, uno veloce. Andavo di fretta. Erano le nove e mezza, dovevo andare a riprendere Charlie, Liam, gentilmente mi aveva accompagnato fino a casa di mia sorella, era così carino.

Bussai alla porta. Sospirai, avevo paura che la piccola stesse dormendo e di averla svegliata. Ad aprirmi venne Coraline, la mia sorellina, aveva solo sedici anni ed abitava con nostra zia, i miei genitori vivevano in chissà quale parte del mondo.

Appena mi vide mi abbracciò piena di gioia. Era cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista, ora era snella, con un fisico da far paura (non che prima fosse grassa) portava i capelli lunghi ed aveva un viso felice. Eravamo l'una diversa dall'altra.

Mi fece entrare e mi indicò il divano. Mi sedetti, Liam sembrava disperso. Gli sorrisi. Ricambiò. Coraline tornò con un vassoio fornito di te e biscotti.

Si accomodò sulla poltrona e ci versò il tè. Quando alzò la testa fece una faccia sconvolgente, pareva imbambolata.

"Coraline, va tutto bene?"

Le chiesi smuovendola un po'. Dopo un leggero pizzicotto ecco che partì all'attacco, aveva notato Liam, forse era fan dei One Direction.

"Ma-ma-ma tu sei Liam James Payne, nato il 29 Agosto 1993, fidanzato con Danielle Peazer, componente dei One Direction, hai la fobia dei cucchiai e, oh mio dio!"

Si iniziò a sventolare con la mano, era impazzita, era andata in estasi. Liam la guardava ridendo, mentre stava per svenire.

"Sì sono io"

Rispose. Lei fece spallucce ed una faccia soddisfatta e poi sorseggiò un po' di tè. Io ne approfittai per chiedere di Charlie, mia avvicinai a lei e dissi:

"Coraline, ma Charlie, dorme?"

Posò la tazza sul tavolo, si alzò. Sembrava stranita, si poggiò alle scale e rispose:

"Ma è appena venuto Edward a prenderla, mi aveva detto che tu gli avevi detto di venire."

 mi sentii debole, i miei occhi diventarono lucidi, il mio castello posto sulla sabbia si "era distrutto".  Mi sedetti sulle scale, misi la testa tra le ginocchia e mi scese una lacrima, Liam e Coraline si avvicinarono a me e cercarono di tranquillizzarmi.

"Come hai potuto, lui è, lui è un uomo spregevole, io sono scappata da quell'essere schifoso!"

Dissi stra una lacrima e l'altra, mia sorella mi accarezzava la testa con dolcezza e Liam mi ripeteva: stai tranquilla. Ma non potevano sapere che si provava a pensare ad un'altra vita.

"Kate, ma Edward che ti ha fatto? Io me lo ricordavo come un uomo gentile e carino... aveva l'accettazione di tutti"

Le gambe mi tramavano. I miei occhi erano lucidi, ero ripugnante da vedere, il trucco era colato.

"Vuoi sapere quello che mi ha fatto?! MI HA VIOLENTATA, TORNAVA SEMPRE UBRIACO A CASA, MI PICCHIAVA, TRATTAVA MALE CHARLIE! Non potevo far vivere la mia piccola in mondo orrendo con lui"

Continuai a piangere. Liam mi prese tra le sue braccia e mi coccolò, sembrava molto dolce, restai tra le sue cure, mi lasciai cullare e tranquillizzare dalla sua voce.

"Kate, ora andiamo a casa sua e ti riprendi Charlie."

Mi disse mentre mi cullava. Io mi distolsi dalla sua presa e lo guardai scioccata.

"No,no, tu non vai da nessuna parte" mi prudette la gola. Tossì, sputavo ancora sangue, nascosi il fazzoletto "non voglio che tu ti faccia male, devo cavarmela io, ci andrò da sola e tornerò a quella vita"

Lui mi strinse a se e mi disse:

"Io non ti lascio, vai te e vado io, non ti lascio da sola."

Il mio cuore iniziò a battere velocemente. Sembrava un uragano, il mio stomaco era pieno di farfalle, non potevo provare nuovamente quelle cose,lui era fidanzato. Coraline sembrava che stesse vedendo un film, ma allo stesso momento era preoccupata, le sorrisi e me ne andai con Liam.

Salimmo in macchina ed arrivammo di fronte a quel l'incubo, a quella casa.

Mi avvicinai alla villetta. Presi le chiavi dietro la pianta, le misi dentro la serratura con un po' d'insicurezza, il mio cuore smise di battere quando si aprì la porta.

Appena entrammo vidi Charlie che giocava con le bambole e in cucina c'era Edward. Si sentiva il profumo di vino rosso e di arrosto. Stava cucinando ed era vestito elegantemente, era inquietante.

Mi guardò, i sui occhi erano iniettati di sangue. Presi la mia piccola e Liam mi stava accanto come supporto morale e fisico.

"Kate, amore" buttò il coltello a terra. Si avvicinò a me. Diedi Charlie a Payne e restai immobile aspettando che Edward venisse. Mi prese per il polso e continuò a parlare, il suo alito sapeva di alcool.

"Chi è questo? Hai un nuovo fidanzatino, sei solo una puttana"

mi baciò mordendomi le labbra, gli sputai in faccia. Liam mise nella culla Charlie, sembrava preoccupato. Si avvicinò ad Edward e lo fissò.

"Non puoi trattare Kate così!"

Edward gli diete una spinta, io cercai di addormentare la piccola, non volevo che vedesse tutto ciò.

"E perchè? Quella puttanella è scappata da me"

Liam ricambiò la spinta, Edward gli diede un pugno. Il mio cuore batteva a mille, avevo paura. La piccola non si era quasi addormentata, le tirai su le coperte. Mi alzai e mi avvicinai a loro.

"Edward! Smettila"

Gli diede un altro pugno, gli iniziò ad uscire il sangue dal naso. Liam ricambiò. Sembrava che non mi stessero ascoltando. Mi scese una lacrima e poi arrivarono altre. Mi sentivo ancora più debole.

Andai verso Edward, lo bloccai.

"Smettila! Non potrai mai riaverci! Sei un essere spregevole!" mi scese giù un'altra lacrima, iniziai a singhiozzare, il mio ex fidanzato mi fissava con sorriso assassino "Mi fai schifo, paragonarti a un verme sarebbe pure poco! Nei tre anni che siamo stati insieme mi hai fatto solo del male! Ti odio!" Gli sputai in faccia. Mi lanciò uno schiaffo. Caddi a terra. Liam si alzò e continuarono a lottare e poi lo vidi, aveva una pistola nella tasca, con la mano si avvicinò a prenderla e la puntò verso a Payne. Il polpastrello era vicino al grilletto.

Il mio cuore si fermò, non sapevo che fare, ero immobile, presi una padella, corsi velocemente verso di lui e gliela diedi sulla testa.

Edward svenì. Liam mi abbracciò tanto forte da soffocarmi. Continuai a piangere. In quel momento riuscivo solo a sentire le farfalle volare sopra un lago di lacrime.

"Grazie. Non dovevi farti male per me, dovevi restare fuori!"

Gli dissi stringendo l'abbraccio. Tra le sue braccia mi sentivo protetta. Lui mi accarezzò la guancia e mi asciugò la lacrima che stava scendendo.

"Io l'ho fatto perchè ci tengo a te, poi tutti noi abbiamo bisogno di te..."

Arrossii. Sorrisi. Ricambiò. Andavi verso Charlie e la presi. Stava dormendo, le baciai la fronte. Uscimmo tutti e tre insieme e tornammo a casa.

Durante il viaggio tra me e Liam non ci furono parole, ma solo lunghi sguardi.


Spazio autrice.

Salve a tutti, rieccomi qui con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto, grazie a tutti quelli che mi hanno messo tra: le preferite, seguite e ricordate ed anche grazie a chi mi ha recensito. Senza di voi lettori non so che farei!.


     

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Capitolo 6
*** Why? ***


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  Moments-Capitolo 5.


Erano passate due ore da quell'accaduto.Charlie dormiva tranquilla nella sua culla.I ragazzi stavano chissà dove,Edward era svenuto a casa sua.Liam aveva appena rischiato la vita per colpa mia.

Mi sedetti sul divano con la testa al muro,sentivo freddo.Presi una coperta e la posai sul mio corpo pallido e tremolante.Di nuovo quel fastidio alla gola,tossi sangue.Mi asciugai con un fazzoletto.

Vidi un'ombra.Sobbalzai.Il cuore batteva all'impazzata.C'era il completo silenzio e quella forma nera che si avvicinava.Restai immobile sul divano,tenendo stretto il cuscino sul mio petto.Respirai profondamente.Non dovevo fare rumore.La luce si accese.Chiusi gli occhi,una goccia di sudore si posò lentamente sulla coperta.Soffocai il respiro.Sentii che quella presenza stava venendo da me,mi alzo il volto.Tenni chiusi gli occhi ed ingoiai la saliva.

"Sono Liam,Kate,stai tranquilla"

Aprii gli occhi.Lo abbracciai.Il mio cuore riprese a battere.Avevo temuto che potesse essere Edward,ma lui ora stava a casa sua.Il ragazzo si sedette accanto a me.Prese un cuscino e se lo mise dietro la testa.Sospirò.

"Dovresti denunciare quel tizio.E' un vero pazzo"gli diventarono lucidi gli occhi color marrone "Non posso credere che ti possano aver fatto così tanto male,perchè non hai mai avuto il coraggio di scappare?"

Deglutii.Mi legai i capelli.Lo guardai molto attentamente,scrutando ogni suo più piccolo lineamento.Abbassai lo sguardo a terra,strinsi ancora di più il cuscino ricordando i miei pupazzetti di quando ero bambina.

"Perchè sono una codarda"Mi scese una lacrima,una sola che definiva tutto il dolore provato in questi anni.Mi avvicinai a lui,posai la testa sul suo petto "una stupida codarda..."

Mi accarezzo il i capelli ripetute volte.Sorrise.Guardò il soffitto per svariati minuti.Sembrava che tutto andasse a rallentatore in quel momento.Mi sistemò la coperta come faceva mio padre.Mi sentii nuovamente protetta.

"Non sei una codarda.Sei perfetta"

Alzai il volto verso di lui.Non poteva averlo appena detto.Ero io che ci sentivo male.Il cuore mi si bloccò.Gli occhi erano fissi verso di lui.Mi scese una goccia di sudore.Riuscii solo a balbettare:

"Sono cosa?"

Sorrise nervosamente,forse aveva capito il mio imbarazzo.Si tolse il cuscino e si alzò velocemente.Mi fissò per un minuto pieno di orologio.I suoi piedi erano puntati verso di me.Il suo corpo era completamente verso di me.Sorrisi timidamente e cercai di trattenere la paura.Strinsi il cuscino.

"Perfetta"Disse tutto d'un botto.Se ne andò.Sentii la porta della camera sua sbattere ferocemente e la serratura chiudersi.

Lo avevo messo in imbarazzo.Ero una stupida.Iniziai a schiaffeggiarmi e a ripetermi:Stupida Stupida Stupida Stupida.

Vidi qualcuno entrare dentro casa.Smisi si di insultarmi.Rimasi seduta sul divano a fissare l'ingresso.Era Harry.Barcollava,sembrava ubriaco.Venne verso di me.Deglutii.Non volevo che succedesse come con Edward.Mi alzai di scatto.

"Sciao Bela" mi disse buttandosi sul divano a mo' di morto "come butta?"

Risi.Era buffo vederlo ubriaco,ma il cuore continuava a battere,perchè avevo sempre paura di tutte le persone del genere maschile?!Ero una stupida codarda.Mi sistemai il pigiama e presi un bicchiere d'acqua.

"Va tutto bene..." seh...tutto bene.Non potevo di certo dirgli tutta la verità.Preferii mentire.Gli porsi il bicchiere "Bevi un po' d'acqua che sei completamente ubriaco"

Lo prese e mi sorrise.Quelle fossette erano perfette,come i suoi occhi.Mi sedetti di fronte a lui.Continuava a sorridermi con sguardo ebete e ubriaco.Cercai di trattenere le risate,anche se la paura persisteva.Gli strinsi la mano.Harry notò che gli stavo tenendo la mano.Mi guardò con sguardo malizioso.

"We we bela...che sei innamorata di mua?"

Tolsi di corsa la mano.Il mio sguardo diventò stupefatto.Chi si credeva di essere?!Mi alzai.

"NO!"

Mi fece un sorrisetto malizioso e si alzò barcollando.Lo ressi.Mi girai verso di lui,mi stava guardando.Avevo leggermente timore di quel ragazzo.Lo portai in camera sua,gli tolsi i pantaloni e la maglietta e lo misi sul letto.

"Stai correndo un po' troppo"rise"anche io sono cotto di te,ma oggi non ho nemmeno le protezioni"

Mi si bloccò il cuore.Finsi di non aver sentito quel cotto di te...Era ubriaco non sapeva cosa stesse dicendo.Sentii di nuovi il pizzico alla gola,tossi sangue,lo nascosi.

"Harry,non sai cosa stai dicendo.Dormi."

Uscii dalla sua camera e mi buttai sul mio letto.Sentii tutto il mondo crollarmi addosso.Avevo paura e non sapevo il perchè.Posai la testa su cuscino e mi addormentai.


Spazio autrice.

Yeeh!Dopo tanto tempo sono tornata a scrivere!Come sono andate le vacanze?Grazie per tutti quelli che leggeranno questa storia e che recensiranno.




 

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