Once Upon A Time 2

di _1DBoy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Return Of Magic ***
Capitolo 2: *** A Wrong Choice ***
Capitolo 3: *** Revelation ***
Capitolo 4: *** Puppets And Nuns ***
Capitolo 5: *** A Spell For Break A Heart ***
Capitolo 6: *** 'Cause Without The Queen Wonderland Isn't Wonderland ***
Capitolo 7: *** The Return ***
Capitolo 8: *** A New Person In The Town ***
Capitolo 9: *** Who I Am? ***



Capitolo 1
*** The Return Of Magic ***


Once Upon A Time 2
 
Capitolo 1
 
The Return Of Magic
 

Ormai la città era stata inghiottita da quella nube viola. Ogni persona, ogni strada, ogni luogo, ogni piccolo nascondiglio…
Tremotino guardava quel pozzo, quel pozzo magico, che sprigionava magia.
Teneva stretta a se Belle. Non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via. Non ora che l’aveva ritrovata, non ora che sapeva che era viva.
«Io… Io non capisco…» disse Belle confusa.
«Siamo in un mondo senza magia Belle… Ce la sto portando io… La magia… Sta per arrivare» spiegò Tremotino mentre guardava la nube viola fuoriuscire dal pozzo.
«Ma… ma perché?» Chiese Belle.
«Perché?»ripeté Tremotino mentre si faceva scappare una risata «Perché la magia… è potere…»
 
 
«Se ho spezzato il sortilegio… perché non tornano nel loro mondo?»
Chiese Emma confusa. Aveva sconfitto Regina. Aveva sconfitto il male.
Aveva liberato i personaggi delle fiabe, i suoi amici.
Sua madre, Biancaneve, e suo padre, James, ora sapevano, o meglio, si ricordavano di lei.
«Io… Io non lo so» le rispose Henry.
Era sicura che se avesse aspettato ancora qualche secondo avrebbe iniziato a farle domande ma qualcosa attirò l’attenzione di tutti e due..
Un rumore.
Di qualcosa di metallico.
Emma si girò. Dietro di lei c’era un’infermiera, le era caduto il vassoio, ora fissava la finestra.
Emma si avvicinò avvicinai, seguita a ruota da Henry.
«Si sente bene?»
Non sembrava volerli rispondere.
Fissava fuori dalla finestra, Emma seguì il suo sguardo, fino ad incontrare un’enorme nube viola che sovrastava la città.
«Cos’è quello?» chiese lei, sicura che la risposta che avrebbe ottenuto non sarebbe stata delle migliori.
«Niente di buono»
 
 
Pov Regina
 
So cos’è quella nube.
E’ magia.
Finalmente. 
Finalmente avrò la mia vendetta.
Finalmente quella Emma lascerà in pace il mio Henry.
Finalmente Henry si deciderà che la madre migliore per lui sono io.
Voglio solo il suo bene, perché non lo capisce?
Tutta colpa di Emma, lei, e tutti gli altri personaggi delle fiabe gli hanno offuscato la mente.
Ma lui non capisce! Anche io ho il diritto di essere felice.
E lo sarò.
Riprenderò il controllo.
La città, sarà come non è mai stata.
Sarà un luogo triste per loro e felice per me.
Per me e per Henry.
Saremo finalmente una famiglia.
Madre e figlio.
Non potrà non voler stare con me.
Ora io ho il potere, e una volta tolta di mezzo la signorina Swan, non potrà non volerlo, non avrebbe dove stare.
Devo affrettarmi, devo assorbire il più possibile di quella nube.
Devo respirarla, devo possederla.
E la mia magia, tornerà!
Più potente di prima, più cattiva di prima.
Sarò di nuovo la regina.
Ma non una regina triste, no, sarò felice.
E finalmente, anche io avrò un lieto fine!
Aprii la finestra della stanza di Henry.
Mancava poco… era vicina.
Pochi secondi e una parte della nube entrò nella stanza, e io, fui circondata.
Respirai il più possibile.
Sentivo le forze ritornare.
Mi sentivo di nuovo potente, mi sentivo di nuovo libera.
 
 
Pov Emma

 
Eravamo circondati da fumo viola.
Lanciai i vestiti ad Henry, che si vestì in fretta e furia.
Panico.
Si leggeva negli occhi dei dottori, delle infermiere, e dei pazienti.
«Emma, ti devo chiedere di lasciare l’ospedale »
«Certo dottor Whale… Andiamo Henry»
Henry per mano ed iniziai a correre.
Scesi le scale, cercavo di correre il più veloce possibile.
Correvo, seguita da Henry. Eccola. L’uscita.
«Ora cosa facciamo?» chiesi una volta fuori dall’ospedale.
«Semplice, cerchiamo i tuoi genitori»mi rispose Henry.
Lo guarda negli occhi, quegli occhi così belli…
«Hai ragione… Andiamo »
Era incredibile. Tutti in città si era disorientati, non sapevano cosa fare, se nascondersi, se essere felici…
Dove diavolo erano i miei genitori?
 
Pov Biancaneve
 
«James, cosa facciamo?» chiesi.
«Emma! Dobbiamo trovarla prima che Regina le faccia qualcosa…»
Aveva ragione.
Emma…
Mia figlia…
La donna con cui parlavo dei miei problemi, a cui chiedevo e devo consigli, era mia figlia…
E io ne andavo fiera, aveva avuto la forza, il coraggio, di salvarci tutti.
«Andiamo…»
Iniziai a correre per le vie di Storybrooke, quel paese che conoscevo bene, in cui ero stata imprigionata per anni, imprigionata nel tempo, e nell’oscuro oblio di un’amnesia stregata…
Ora sapevo chi ero, e non avrei permesso a nessuno di farmelo dimenticare, di farmi dimenticare di James, di Emma… della mia famiglia, dell’amore…
Ma dov’era? Perché non la vedevo?
Dio, ti prego, fa che stia bene…
Mi fermai in mezzo all’incrocio…
Una lacrima mi scese lenta sulla guancia, non l’avrei mai ritrovata… Dopo ventotto anni che aspettavo, ferma nel tempo, ferma da tutto.
Regina le aveva sicuramente fatto qualcosa, lei aveva la magia, io non avevo niente, non potevo batterla, non da sola…
«Ehi, calma, la ritroveremo…» Sentii le braccia di James avvolgermi in un tenero abbraccio.
«No… Non la ritroveremo» provai inutilmente a trattenere i singhiozzi «Regina le ha fatto qualcosa»
«Eccola!»
Eccola… Eccola!
Dov’era?
Mi girai. Emma.
La mia Emma. Con Henry, uno tra i miei alunni migliori… Ma… era il figlio di Emma, ciò vuol dire che… era mio nipote…
«Emma!» urlò James.
La vidi girarsi, guardare Henry e poi correre verso di noi.
 

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Capitolo 2
*** A Wrong Choice ***


Once Upon A Time 2

Capitolo 2

 
A Wrong Choice

 
Pov Biancaneve
 
«Figlia mia!» dissi stringendo a me Emma.
«Non ti lascerò andare… Ora noi potremmo essere un famiglia»
«Mamma… Papà…» sussurrò Emma.
Io, James ed Emma ci abbracciammo.
Un abbraccio pieno di calore, un abbraccio felice.
 «Coff coff»
Una fastidiosa tossetta ci fece girare tutti.
La paura, la rabbia e, in qualche modo, la tristezza, mi bloccarono.
Regina.
 
Pov Henry
 
«Sono venuta a prendere mio figlio… Henry, vieni…»
Io?
Io non ci sarei mai andato con lei!
«Henry… Io ti voglio bene… perchè non lo capisci? Non sto mentendo... Ora, ti prego, vieni con me»
Lei non mi voleva realmente bene… faceva finta…
«Lui non va da nessuna parte! Specialmente con lei, maestà…»
Emma. La mia mamma mi stava difendendo…
Non le importava a cosa sarebbe andata incontro… Si stava mettendo contro la regina cattiva… per me…
«Henry… pensa alle possibilità… pensa a cosa posso offrirti io… e a cosa può offrirti lei… pensa a chi ti ha curato, e reso felice fin da quando eri piccolo… Allora, vieni con me… o stai con lei? »
Guardai le mie due madri.
Presi un bel respiro.
Ero pronto a dare la risposta.
 
Pov Emma
 
Credeva veramente che Henry sarebbe andato da lei?
Povera illusa, io gli volevo molto più bene di lei, e lui voleva molto più bene a me che a quella strega.
«Vengo con te mamma»
Lo sapevo aveva scelto me…
Gli sorrisi, ma rimasi quasi paralizzata quando capii che la mamma di ci parlava lui non ero io.
Regina mi sorrise, appoggiando la mano sulla spalla di Henry.
«Allora… ci vediamo signorina Swan»
Dicendo questo lei ed Henry sparirono in una nube di fumo grigio.
Mi accasciai a terra.
No… NO!
Com’era possibile?
No…
Sentivo le lacrime scendere veloci sulle guance.
Era un incubo…
Io pensavo mi volesse bene…
«Qualcosa non va mia cara?»
«Stai alla larga da lei!»
«Oh, stia calmo principino…»
«Che cosa vuole Signor Gold?» Chiesi mentre altre lacrime mi rigavano le guance
«Voglio esserle d’aiuto»
«E cosa le fa pensare che io abbia bisogno d'aiuto?»
«Diciamo che ho assistito alla scenetta drammatica ed estremamente triste di poco fa…oltre che lei in questo momento è accasciata a terra piangendo... le basta?»
«E come potrebbe aiutarmi?»
 «Oh, io questo ancora non lo so… ma diciamo che potrebbe esserle d’aiuto qualcuno che conosce molto bene la magia…»
Interessante…
«Emma, figlia mia, non accettare, quest’uomo vuole sempre qualcosa in cambio»
Papà… mi stava difendendo… Mi dispiace… ma io non posso permettermi di perdere Henry…
«Va bene… cosa vuole in cambio?»
«La felicità di una famiglia…»

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Capitolo 3
*** Revelation ***


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Capitolo 3
 
Revelation
 

 
«Emma… devi riprenderti… Non puoi continuare a deprimerti così…» Disse Cappuccetto ad Emma.
«E’da una settimana che continui così.»

*Una settimana prima*
 
Pov Cappuccetto 
 
Vidi Biancaneve e James avvicinarsi alla locanda, sembravano sconvolti, quindi Emma era loro figlia… Beh, sicuramente le cose non sarebbero state uguali d’ora in poi…
Ora sono più vicini, stanno… trascinando Emma?
Corsi fuori dal bar, e gli corsi incontro
«Cos’è successo?» chiesi più preoccupata che mai «Regina le ha fatto qualcosa?»
«Peggio, Henry ha deciso di stare con Regina…» guardai Biancaneve, non stava mentendo…
Povera Emma, Regina ha vinto…
Ci riprenderemo Henry, non so come e non so quando… ma lo faremo…
Regina avrà quel che si merita… è una promessa.
 
*Oggi*
 
Pov Cappuccetto
 
«Bevi la tua cioccolata…» 
«Non ne ho voglia»
«Emma! Non è un’offerta! E’ un ordine! Bevi subito la tua cioccolata!» 
Oddio, stavo impazzando… Non è facile passare tutto questo… Specialmente con l’ansia che ho addosso in questo momento, ho paura cosa potrebbe succedere stanotte…
Fissai Emma, mi guardava con faccia offesa… non avrei mai immaginato di vedere una ragazza coraggiosa e forte come Emma guardarmi con la faccia da cane bastonato…
«Ti farà tornare il sorriso…» cercai di giustificare la sfuriata di poco prima con una frase e un finto sorriso…
«Mi farà tornare il sorriso… ma non farà tornare Henry da me, perciò almeno che questa non sia una cioccolata magica io non ho intenzione di berla…»
L’avevo fatta grossa…
«Parlatene con il signor Gold… magari lui ha qualcosa… o sa qualcosa che possa aiutarti…» disse mia nonna ad Emma.
«E’ vero Emma! Forse sa qualcosa… io ti accompagno… tanto oggi ci dovevo andare lo stesso!»
«E perché?»
«Stanotte c’è la luna piena»
Vidi Biancaneve lanciarmi uno sguardo preoccupato.
«E quindi?»
«Beh diciamo che quando c’è la luna piena divento intrattabile…»
«E cosa c’entra il signor Gold con tutto questo?»
«Devo chiedergli una cosa…»
 
 
Pov Tremotino 
 
La campanella che annunciava l’entrata di un cliente nel negozio ruppe il silenzio che si era creato.
«Oh… Cappuccetto… Emma… a cosa devo questa vostra visita?»
«Siamo venute perché abbiamo delle domande da farle…»
«Lasciatemi indovinare… Emma è qui per chiedermi se ho qualcosa per far torrnare Henry da lei… e tu invece sei qui… per stanotte…»
Cappuccetto mi guardò stranita. 
Avevo ragione, sempre e comunque.
«Belle, potresti perfavore portarmi la mantellina rossa che c’è nel mio ufficio?»
«Certo, amore» mi rispose Belle con un sorriso bellissimo.
«Amore?!»
«Già cappuccetto… credevo di averla persa… invece era un altro degli stupidi trucchetti di Regina…»
Dopo poco Belle tornò con la mantella di Cappuccetto.
«Eccola qui…» disse mentre me la consegnava.
«Grazie…» disse Cappuccetto rubandomela di mano «Mi… Mi servirà?» mi chiese poi con un’aria di mistero e paura.
«Non lo so…» confessai «Qui la magia è imprevedibile…»
«Torniamo a te Emma…Cosa vuoi sapere esattamente?» chiesi.
«Voglio sapere se c’è qualcosa… affinchè Henry torni da me…»
«C’è qualcosa… certo… ma Henry è andato con Regina di sua spontanea volontà… quindi non può farci niente nemmeno la magia»
«Henry non le vuole bene!» Urlò lei arrabbiata
«Ma vuole bene a te Emma»
«Cosa intendi?» chiese lei incuriosita, ma comunque arrabbiata
«Regina è molto potente… e cattiva… Se Henry avesse deciso di stare con te… lei ti avrebbe uccisa… e lui lo sapeva… ti ha salvato la vita…»
 

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Capitolo 4
*** Puppets And Nuns ***


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Capitolo 4

Puppets And Nuns


Le mele di regina erano sempre state tra le più buone di tutta Storybrook.
Quel suo albero, nel giardino, faceva delle mele tanto rosse quanto buone e succose.
Regina osservava il suo bellissimo albero dalla finestra della stanza di Henry.
Pensava sul da farsi.
“Farli morire tutti di fame?... No, troppo crudele persino per me…” pensò “Farli soffrire a lungo… Si, ma come?” Nella mente di Regina si insinuarono tantissime domande, e tantissime ipotesi, ma la risposta era chiara.
Ce l’aveva sotto il naso... l’albero di mele.
 
Emma sorseggiava la sua cioccolata calda mentre ripensava alle parole di Tremotino.
Cappuccetto e sua nonna stavano litigando, di nuovo.
«Presta più attenzione alle ordinazioni! Testa di legno!» Sbraito Granny.
Testa di legno… Legno… August!
Emma si alzò di scatto attirando l’attenzione di tutti.
«Emma? Ti senti bene?» le chiese Cappuccetto avvicinandosi.
«August… cioè, volevo dire, Pinocchio.. dov’è?» chiese Emma in presa al panico
«Vieni» le disse Cappuccetto prima di prenderla per mano e trascinarla fuori dalla locanda.
 
«Puoi lasciarci soli?» Chiese Emma a Cappuccetto mentre si sedeva sul letto accanto a Pinocchio.
Cappuccetto in silenzio uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
«Come stai?» chiese Emma a Pinocchio, sperando che tornasse umano da un momento all’altro.
«Mi dispiace…» Una lacrima le rigò la guancia «Avrei dovuto crederti…» Iniziò a singhiozzare «Mi dispiace tantissimo…»
Si sentiva una stupida. Stava praticamente parlando da sola. Non c’era nessuno dall’altra parte ad ascoltare.
Le lacrime continuavano a rigarle il viso.
Strinse forse la mano di legno di Pinocchio.
«Perdonami… Ti prego… Ti salverò… non l’ho fatto prima… ma lo farò adesso» Disse prima di alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza.
 
«Cappuccetto… C’è… Una fata turchina?» chiese Emma a Cappuccetto.
Sperava in un si.
«Certo. La madre superiora» le rispose sorridendole.
La fata turchina… nel mondo reale… era una suora? Bah, ne aveva viste di stranezze ma questa…
Emma salutò cappuccetto per poi mettersi a correre in direzione del convento.
Una volta arrivata bussò al portone.
Con sua fortuna arrivò proprio la fata turchina.
«Emma!» Esclamò sorpresa l’altra facendo un sorriso «In cosa posso aiutarti?»
«Ho… Cioè abbiamo… Cioè no…» Cavolo, non era mai stata una ragazza insicura.
«Ho un problema con Pinocchio» confessò Emma
«Gli si è allungato talmente tanto il naso che è rimasto bloccato nella sua stanza?» scherzò la fata madrina ridendo.
«Non è più vivo…» Il sorriso della fata turchina sparì.
«O diamine… Dov’è adesso?»
 «Da granny» le rispose Emma
«Bene… andiamo… vedrò cosa posso fare»

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Capitolo 5
*** A Spell For Break A Heart ***


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Capitolo 5


A Spell For Break A Heart


Regina cercava tra quei vecchi scaffali da più di quindici minuti.
Doveva assolutamente trovare il suo vecchio libro di magia, un manuale grande, vecchio e pesante.
Ricoperto da una copertina di cuoio nera.
«Ma dove diamine è finito?» Ripeteva.
Doveva distruggere tutte quelle persone felici. Doveva distruggere Emma. La salvatrice.
Ma come?
Semplice… avrebbe usato l’arma più potente… L’amore.
La stessa cosa che l’aveva fatta soffrire in gioventù, quando Daniel era morto, non per cause naturali certo, ma era morto, e lei aveva sofferto molto.
Tutto per colpa di Biancaneve, la madre di Emma.
Visto? Era tutto collegato. Doveva distruggere con l’amore il frutto dell’amore di qualcun altro, ma non un semplice qualcun altro, no, quel qualcun altro era la persona che l’aveva privata dell’amore.
Il problema era comunque come fare...
Regina si chinò per aprire un vecchio scatolone di cartone.
Dentro c’erano tessuti, fogli di carta, una spilla e altre cianfrusaglie.
Ora non cercava il libro, era più concentrata su come trovare il modo.
Stava frugando quando sentì qualcosa pungerle un dito.
Una freccia.
«Trovato…» sussurrò mentre un ghigno malefico le si dipingeva sul volto.


«O poverino…» disse la fata madrina mentre osservava Pinocchio disteso nel suo letto.
«E’ molto grave?» chiese Emma preoccupata.
«Si può risolvere facilmente» ammise la fata madrina «Ma rimarrà intontito per un po’, un’ora… forse due…»
«Lo faccia tornare normale la prego…» chiese Emma supplichevole alla fata.
«Con piacere…» Rispose lei.
Tirò fuori dalla tasca una collana, il ciondolo era a forma di goccia, e, all’interno, c’era dell’acqua –o almeno sembrava acqua-.
L’aprì e fece cadere una goccia d’acqua sulla fronte di Pinocchio.
Ci fu un lampo di luce blu, poi, lentamente –molto lentamente- il corpo di Pinocchio tornò ad essere umano.
Emma si sedette accanto al letto incredula.
«Grazie mille.» Disse guardando la fata con occhi pieni di lacrime di gioia.
«Ora devo andare.» disse la fata dirigendosi verso la porta «Buona fortuna.» disse facendole l’occhiolino prima di chiudere la porta alle sue spalle.


«Sei sicura di volerlo fare? E’ un incantesimo potente e pericoloso» la avvertì lo specchio.
«Non sarà più pericoloso di quello che gettai sul reame anni fa» rispose lei, sapendo che quello che stava dicendo corrispondeva perfettamente alla realtà.
«Non hai tutti i torti m…» provò a dirle lo specchio «Io non ho nessun torto!» lo interruppe Regina.
«Lo so… Hai ragione… Non hai nessun torto ma è comunque un incantesimo potente e… difficile»
«Niente che la mia magia non possa fare…» le rispose secca Regina.
Lo specchio si stufò di provare anche solamente di metterla in guardia. Non l’avrebbe ascoltato, era tipico di Regina. Ma sotto sotto sapeva che Regina aveva ragione, la sua magia poteva gestire incantesimi anche più forti di quello che aveva intenzione di fare.
«Bene… ci siamo…» annunciò Regina avvicinandosi al tavolo sul quale aveva appoggiato il suo prezioso libro.
Prese la freccia con la quale si era punta quella mattina e la immerse nel liquido scuro che aveva creato unendo un sacco di strani ingredienti.
Una nuvola di fumo rossa invasi la stanza, ma si diradò pochi secondi dopo.
Prese la mela che aveva staccato poco prima dall’albero.
Trafisse la mela con la freccia e poi la immerse nella pozione.
La mela si illuminò, come una lampadina.
Poco dopo si spense, ma il suo colore era molto più invitante di prima.
«Ora, la salvatrice» Regina disse questa parola con un tono di voce misto tra disprezzo e gelosia «Avrà del filo da torcere»


Un cerbiatto. Una freccia. Biancaneve.

Tanti ricordi sbiaditi mi tornano alla mente…
La regina che urla contro di me...
Che mal di testa.
No, non ucciderò Biancaneve, non ha colpa… è innocente
Questo non è il cuore di Biancaneve!
La furia della regina… La mia testa… che dolore…
Sto morendo…No, è il contrario… Sto… Sto tornando in vita… Non so come faccio ad esserne così sicuro ma è una certezza…
Ma questo dolore nella testa?
C’è buio intorno a me… Ho gli occhi chiusi? Non lo so… Non mi ricordo…
La mia testa…Argh…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** 'Cause Without The Queen Wonderland Isn't Wonderland ***


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Capitolo 6


‘Cause Without The Queen Wonderland Isn’t Wonderland

 


Jefferson scrutava la luna che splendeva lucente fuori dalla finestra.

«Papà?» l’uomo si tirò a sedere «Dimmi tesoro.» disse spostando lo sguardo su sua figlia «Mi leggi un libro?» gli chiese.

L’uomo sorrise.

«Certo» acconsentì «che libro vuoi che ti legga?» chiese sorridendo

«Questo» la bambina gli appoggiò sulle gambe un libro con la copertina rilegata in cuoio verde.

Jefferson lesse il titolo “Alice Nel Paese Delle Meraviglie” gli venne un tuffo al cuore.

 «Perché proprio questo libro?» chiese l’uomo cercando di nascondere l’ansia che l’aveva assalito all’improvviso.

«Perché è l’unico che non mi hai ancora letto.» rispose lei guardandolo con aria innocente.

«Oh… Mi sarò dimenticato…» E invece no… non si era dimenticato… Lo aveva evitato di proposito… Sua figlia non sapeva… E non doveva sapere la verità… Su niente… Glielo avrebbe letto e, se nelle immagini del libro, sua figlia avesse trovato qualche somiglianza tra lui e il cappellaio matto, lui avrebbe negato tutto.

 

Lesse e lesse per un sacco di tempo.

Fino ad arrivare al capitolo delle regina di cuori che… non c’era.

«Ci deve essere un errore…» farfugliò l’uomo sfogliando le pagine nel quale sarebbe dovuta essere la regina di cuori.

«Che cosa c’è, papà?» chiese la figlia confusa

«Manca un personaggio…» rispose l’uomo con voce distante, mentre cercava anche nelle immagini la regina.

«E quale personaggio?» chiese la figlia ancora più curiosa di prima

«La regina di cuori» rispose l’uomo.

«Beh… se li non c’è… raccontami tu… spiegami com’era…»

«O… Ehm… No, non posso… Non conosco la storia.» mentì l’uomo.

«Se non conosci la storia come fai a sapere che manca la Regina di cuori?»

Fregato.

Sua figlia non era stupida. Aveva ereditato l’intelligenza della madre. L’intelligenza priva di malizia e cattiveria che ogni bambino ha.

«Va bene… La regina di cuori è una regina che abita in un bellissimo castello che è circondato da un labirinto magico. Le guardie del castello sono delle carte. Quando era giovane, quando era ancora una principessa… subì una grande delusione in amore… E, da allora taglia la testa delle persone che non le vanno a genio.»

«E’ un personaggio importante?» chiese la bambina guardando suo padre.

«Si… abbastanza» ammise l’uomo.

«La conoscevi?»

«Come scusa?» chiese l’uomo pensando di aver capito male

«Ti ho chiesto se la conoscevi»

«No… ma che domande… è solo il personaggio di una storia» rispose il padre un po’ scioccato «Ora, vai a dormire… finiamo domani di leggere questo libro»

La bambina non oppose resistenza e si diresse piano nella sua camera da letto.

 

Un raggio impertinente di sole disturbò il sonno della bambina.

Mugugnò qualcosa e poi si tirò a sedere sul letto.

Uscì dalla sua camera ed andò verso la cucina.

Vuota.

«Papà?» provo a chiamare.

Nessuna risposta.

Lo cercò per tutta la casa ma non lo trovò.

Stava per tornare in camera sua quando vide un biglietto:

“Esco un attimo. Arrivo subito. Non combinare disastri. Papà”

Papà non era a casa.

Lo studio.

La bambina non era mai entrata nello studio, il padre glielo aveva severamente vietato.

Ma adesso non era a casa, quindi cosa poteva fare di male una sbirciatina?

 

Cappelli. Cappelli. Da tutte le parti.

A quel punto la bambina capì perché il padre non le aveva mai letto quella storia.

Lui in quella storia era presente. Era il cappellaio matto.

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Capitolo 7
*** The Return ***


Piccola Nota d'autore: Ciao, vi prego LEGGETE.
Allora, innanzitutto vi ringrazio per essere arrivati al 7° capitolo.
Allora: Tutti i capitoli di questa fanfiction ricevono molte visite ma poche recensioni, vi prego, lasciatemi anche una piccola recensione, di 11 paroline almeno, non sapete quanto mi fareste felice.
Poi, allora, questo capitolo è il più lungo che abbia mai scritto (per ora).
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo questa storia tra le Preferite/Ricordate/Seguite.
E, ovviamente, tutte quelle che la recensiscono.
Spero che questo capitolo vi piaccia. 
Recensite!
Un bacione.
Niko


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Capitolo 7
 
The Return

 
«Co… Cosa?» chiese l’uomo confuso.
«Zitto. Lascia parlare me.» gli ordinò la donna.
«Ho deciso di darti un’altra opportunità. Non dovrai far del male a nessuno. Dovrai solo mangiare questa mela.»
L’uomo eseguì l’ordine, portò la mela alle labbra e l’addentò. Era buonissima.
«Bene… mi raccomando mangiala tutta.» disse la donna mentre si girava e usciva dalla stanza.
La porta di metallo pesante si chiuse, poi un rumore di serrature invase la stanza.
L’uomo sgranò gli occhi. Era in trappola.
 
 
«Bentornato»
«Bentornato»
Tutti gli abitanti di Storybrooke lo circondavano.
Pinocchio non riusciva più a muoversi.
La tavola calda era stata decorata per l’occasione: c’erano palloncini Arancioni, neri e bianchi appesi con dei fili ai bordi dei tavoli. E, sopra la porta, c’era uno striscione:
“Bentornato Pinocchio”
«Propongo un brindisi» disse Cappuccetto salendo in piedi su un tavolo e alzando la tazza di cioccolata che teneva in mano.
«Giù subito dal tavolo!» la rimproverò Granny.
Cappuccetto sbuffò e scese da tavolo.
«Dicevo» riprese «Prima che qualcuno interrompesse» sussurrò «Che vorrei proporre un brindisi… Al ritorno di Pinocchio!»
«Al ritorno di Pinocchio!» la seguirono tutti gli altri.
Pinocchio era leggermente arrossito, teneva stratta a se Emma –che era ancora più rossa di lui-.
Geppetto aveva stritolato suo figlio per venti minuti, riempiendolo di complimenti, su com’era diventato bello, su com’era diventato alto. Poi iniziarono a parlare di cose che solo dei falegnami potrebbero capire.
Emma, nel frattempo, aveva parlato con Henry.
«Ti piace tanto vero?» le chiese.
«Si…»
«Più del mio papà?»
Quel uomo. Che l’aveva abbandonata.
«Si Henry. Pinocchio mi piace di più che di tuo padre…»
«Vorrei dire due parole» annunciò Pinocchio «Innanzitutto voglio ringraziarvi tutti per il caloroso bentornato» tutti applaudirono «E poi, volevo dire pubblicamente una cosa ad una persona» si girò verso Emma «Emma, ti ringrazio tanto, per esserti preoccupata per me, per avermi salvato, per aver salvato tutti noi. Emma... Io… Io ti amo»
Emma si avvicinò a lui. Tutti erano in silenzio. L’attenzione era puntata su di loro.
Emma stava per unire le loro labbra.
Mancava poco.
«Posso avere anche io un bicchiere d’acqua?» tutti si girarono di colpo.
Emma perse un battito cardiaco, anzi no, forse ne perse due.
Graham.
 
La donna scoppiò in una risata malvagia «Preparati alla confusione signorina Swan.»
 
«Scusatemi» disse Emma incamminandosi verso Graham, lo prese per il braccio e, di forza, lo trascinò fuori dalla tavola calda.
«Hai cinque minuti per spiegarmi come mai Gesù cristo ti ha graziato e ti ha fatto resuscitare» gli ordinò Emma.
Graham la guardò disorientato.
«Non lo so… Quando mi sono svegliato stamattina ero a Troll River»
Emma sapeva quando una persona diceva una bugia, e quello, non era il suo caso.
«Non stai mentendo.» Non era un domanda, era un’affermazione.
«No.» confermò serio lui.
«Va bene. Rientriamo. Ne parliamo più tardi.»
 
 
La festa per pinocchio era finita da più o meno mezz’ora.
Ora Emma, Cappuccetto, Granny e Graham stavano riordinando.
Emma e Pinocchio durante tutto il resto della festa non si erano parlati si erano scambiati solo qualche sguardo.
Le tre donne avevano aggiornato Graham- il cacciatore- su tutto quello che era successo dalla sua morte.
«E’ un piacere riaverti con noi.» gli disse Cappuccetto.
«Devo parlare con Regina. Se c’è qualcuno che sa qualcosa, quella è lei.» annunciò Graham dirigendosi verso l’uscita.
«Buona fortuna.» dissero le tre donne in coro.
 
«Come il mio incantesimo non ha funzionato?!» sbraitò Regina verso lo specchio.
«Non lo so…» le rispose lo specchio «Il cacciatore non è morto…»
«Come non è morto?! L’ho ucciso io!»
«Lo so… Ma Il cacciatore non è morto…»
Il campanello suonò.
«Non muoverti da lì!» ordinò Regina allo specchio dirigendosi verso l’entrata.
«Come se potessi…» bofonchiò lui in risposta.
«Come scusami? Ti ricordo che hai espresso tu il desiderio di stare sempre con me!» Gli urlò lei dall’entrata.
Il campanello suonò un’altra volta.
«Un attimo!» Sbraitò lei.
Regina aprì la porta e rimase stupefatta.
«Buonasera.» la salutò Graham.
«Buo… Buonasera» salutò confusa Regina.
«Posso entrare?»
«Prego» rispose Regina spostandosi per far entrare l’ospite inaspettato.
«Graham?!» Henry era in cima alle scale.
«Oh, ciao Henry! Non dovresti essere con la tua mamma?» gli chiese Graham.
Regina stava per ribattere, ma Henry la anticipò.
«Lo sono.» Il bambino corse verso la madre e l’abbracciò.
Regina era stupefatta, stupefatta ma felice.
Sorrise mentre una lacrima di gioia le scendeva lenta lungo la guancia.
Graham guardava la scena scioccato.«Henry, io e Graham dobbiamo parlare… in privato. In cucina c’è una fetta della tua torta preferita.» disse Regina accarezzando i capelli morbidi del bambino.
Il bambino corse felice verso la cucina.
«Posso sapere il motivo della tua visita?» gli chiese Regina.
«Sono venuto a chiederti spiegazioni.» rispose lui secco e freddo.
«Riguardo a cosa?»
«Riguardo a tutto: Perché mi hai ucciso e perché mi hai fatto tornare in vita?»
«Seguimi» gli ordinò lei.
Graham seguì Regina nel salotto.
Guardò lo specchio.
«Ciao Mr. Glass» salutò
«Cacciatore» rispose lo specchio a mò di saluto.
«Accomodati prego, i cuscini del mio divano non mordono.» disse Regina.
«Non ancora…» rispose sarcastico Graham a bassa voce andando a sedersi.
Regina ignorò completamente la battutina.
«Sei stato un servo fedele» iniziò Regina «Dopo che ti ho strappato il cuore» continuò.
«Non ho mai sopportato i tradimenti, da parte dei servi, dei soldati e degli schiavi.» continuò facendosi più seria «E tu, mio caro, mi hai tradita, con quella… Swan, la salvatrice, come osate chiamarla voi.» disse con disprezzo «Per questo ti ho ucciso.» disse come se stesse dicendo una frase di poco conto come: “Oggi ho fatto la spesa”.
«E devo dire che stavo pensando di farti tornare in vita ma qualcuno mi ha preceduto.»
Graham rimase a bocca aperta. «Qualcuno… Ti ha preceduta? C’è qualcuno con una magia potente quanto la tua?» chiese sbalordito.
«A quanto pare…» Si poteva notare una punta di tristezza nella sua voce.
«Potrebbe essere Tremotino?»
«No… è furbo… ma non è in grado di far resuscitare le persone… o avrebbe fatto resuscitare sua moglie, e la sua amante quando le ho detto che era morta…»
«Anche se non lo era…» puntualizzò Graham.
«Dettagli…» concluse lei «Semplici dettagli…»
«Quindi… Se non sei stata tu e se non è stato Tremotino… chi?»
«Non lo so…» rispose Regina guardandosi le mani.
«Ho un’ultima domanda: Come hai fatto ad uccidermi?» chiese Graham fissandola negli occhi.«Ho distrutto il tuo cuore.» rispose Regina con noncuranza.
«Quindi… Tu non mi hai più in pugno…»disse Graham.Non era una domanda.
«Non direi. Ho conservato la polvere… quello che è rimasto del tuo cuore dopo che l’ebbi polverizzato nella mia mano.» Rispose «Non mi ci vuole molto per farlo tornare alla sua forma originale. E poterti di nuovo controllare… Quindi, o mi servi di tua spontanea volontà, o lo fai con la forza, la scelta è tua»
«Cosa devo fare?»
«La Swan, tienila sotto controllo e riferiscimi ogni cosa che fa»
«Non credi che si insospettirebbe se mi vedesse venire qui tutte le sere?»
«Non ho detto che devi venire qui.»
«Ma… hai detto che devo dirti ogni cosa che fa. Se ti chiamo al telefono può intercettare la chiamata.»
«Aspetta» Regina si alzò ed andò verso al tavolo.
Prese uno oggetto di rame e glielo porse.
«Questo è uno specchio incantato»
Graham aprì l’oggetto.
Nella parte superiore c’era uno specchio, nella parte inferiore c’era una  bussola.
«Quando lo apri pronuncia il mio nome, e io e te potremo parlare. Se invece pronunci, rivolto allo specchio, il nome di qualcun altro lo potrai spiare.» spiegò la donna.
«E la bussola a cosa serve?» chiese l’uomo incuriosito.
«Quando questo strumento è chiuso e lo apri la bussola ha la normale funzione di una bussola, ma se tu appoggi un dito sul vetro della bussola e pronunci il nome di un abitante di Storybrooke essa gira e ti indica dove si trova.»
«Interessante…»
«Già, ricordati ogni sera: Apri lo specchio e pronuncia il mio nome.»
«Sarà fatto mia signora»
Regina sorrise.
Stava tornando al potere.

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Capitolo 8
*** A New Person In The Town ***


Capitolo 8

A New Person In The Town
 
«Come hai fatto?» chiese la donna sospesa tra il limite tra rabbia e delusione.
«A Fare cosa?» chiese il bambino con aria innocente.
«Oh, Andiamo Henry! Io vedo tutto! Io so tutto! Sei andato alla festa per il ritorno di Pinocchio!»
«E’ vero… è un mio amico, quando ho visto la locandina nello studio di Archie ho pensato di andarci… non ho fatto niente di male.» si giustificò il bambino.
«Hai parlato con quella str… Con la signorina Swan»
«Si, è vero. E quindi?»
«E quindi…»
E quindi?
Lui non aveva scelto la Swan, quindi, tutto sommato, non aveva fatto niente di male.
E poi Regina aveva visto e sentito tramite lo specchio la corta conversazione che aveva avuto con Emma, non era niente di male in fondo.
Henry 1 – Regina 0.
«E quindi quella matta poteva prenderti e portarti via chissà dove lontano da qui.» provò a difendersi Regina.
«Eddai mamma, come per dire che tu con la magia non l’avresti ritrovata.»
Henry 2 - Regina 0.
«La prossima volta dimmelo prima di uscire.» concluse la donna prima di accarezzare il bambino ed uscire a passo svelto dalla stanza.
 
Cappuccetto stava passando per la medesima volta lo straccio sopra il bancone, ormai era come uno specchio, brillava, splendeva e rifletteva.
Sorrise soddisfatta del suo lavoro quando una mano perfettamente curata con le unghie pitturate di rosso si appoggiò sul suo capolavoro.
Alzò lo sguardo rabbiosa per vedere chi avesse osato.
«E tu chi sei?» chiese stupita non riconoscendo la figura che aveva davanti.
«Mi chiamo Fenicia, Sono nuova di qui.» si presentò la ragazza giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
Era alta, magra, con dei bellissimi occhi azzurri e la chioma bionda e mossa, con dei ciuffi rosa e rossi.
«Sai per caso dove posso trovare un posto per dormire?» Chiese guardando Cappuccetto.
«Certo.» le rispose Cappuccetto «Alla locanda.» e dopo averle dato le istruzioni per arrivarci si rimise all’opera sperando che “la sua nuova amica” si levasse dai piedi, o meglio, che levasse le sue mani da barbie dal bancone.
«Sai, non ho mai avuto molti amici.» le confessò Fenicia. «tutte le persone avevano paura di me.»
«E perché?» chiese Cappuccetto incuriosita.
«E cosa ne sono io? Sarebbe da chiedere a loro» ridacchiò lei.
Cappuccetto rise.
«Ciao, ora devo andare» la salutò Fenicia uscendo dal bar.
Cappuccetto sospirò, ora poteva, anzi doveva, rilucidare tutto.
 
«Una persona nuova?» chiese Emma fissando Cappuccetto.
«Si, una certa… Fenicia» rispose la ragazza facendosi seria e pensierosa.
«Che nome strano...» disse Biancaneve facendosi anche lei pensierosa.
«Puoi giurarlo.» confermò Cappuccetto.
«Ma ciao! Ma guarda un po’ chi si rivede!» urlò una voce conosciuta –nel gruppo delle ragazze- soltanto da Cappuccetto.
Tutte si girarono trovandosi davanti una ragazza che indossava una camicia rossa e dei jeans aderenti di colore arancione.
Si presentò alle ragazze, che ricambiarono.
«Ma che bei nomi che avete!»
«Grazie…» risposero in coro tutte.


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Capitolo 9
*** Who I Am? ***


Capitolo 9

Who I Am?
 
«La gelosia è una brutta bestia Regina»
«Non sono gelosa… Sono solo una mamma preoccupata» si giustificò lei sedendosi sul divano.
«Però… questo specchio funziona» Rise Graham rigirandosi il piccolo affare di rame tra le mani.
«Avevi dubbi?» le chiese la donna alzando un sopracciglio
 «No…» le rispose l’uomo.
«Niente di strano?»
«C’è una nuova ragazza in città… Una certa Fenicia…» la informò Graham
«Chi è?» domandò la donna sporgendosi verso il suo specchio.
«Non lo so… non mi ricorda nessuno… nessuno che io abbia visto»
 
«Girami al largo tesoro.»
L’uomo si girò e si allontanò da Fenicia.
«Diamine, sarà il ventesimo corteggiatore!» disse una stupita Cappuccetto.
«Non c’è nessuno di carino» le rispose Fenicia scrutando le persone presenti nel locale «No. Infatti. Nessuno di carino.» confermò.
La porta del bar si aprì.
Fenicia si tirò a sedere.
«Quello lì è proprio carino.» ridacchiò indicando l’uomo che era appena entrato.
Cappuccetto guardò nella direzione indicata dall’altra ragazza.
«Graham» sussurrò.
Cappuccetto e Fenicia si guardarono complici, poi Fenicia si alzò ed andò a civettare con Graham. Cappuccetto se la rideva da dietro il suo bicchierone di acqua.
Quella ragazza era incredibile.
 
Regina aveva provato tutto il pomeriggio a fare incantesimi di intercettazione, ma nella città non riusciva a trovare nessuno che si chiamava Fenicia, le possibilità erano due: o Graham le aveva mentito o Fenicia era un secondo nome e l’incantesimo non funzionava… oppure… «Quella donna sta mentendo…»
Regina consultò lo specchio, gli chiese di mostrarle la locanda, ed eccola, la nuova intenta a parlare con Graham.
Non la vedeva in faccia, le vedeva solo i capelli, poi, la donna si girò e a Regina scappò un sussulto.
Come diamine aveva fatto?
 
Ancora chiuso qui, cosa diamine ci faccio qui? Chi sono io?
Chi sei tu?
O diamine, non so cosa dire, non so cosa fare, non riesco a muovermi…
Ma cosa succede?
Perché tutto a me capita?
Vedo solo del fumo intorno a me, cosa diamine succede?
Voglio andarmene, ma non riesco ad alzarmi.
Cavolo, devo andarmene…
Il fumo… mi manca l’aria, o bisogno di ossigeno, la testa… mi fa male…
Inizia a mancarmi il fiato…
Ora che succede?
Il buio mi circonda… Cosa posso fare?
Dove sono? Perché sono qui?
…Chi sono io?...

Piccola Nota D'autore:
Cavolo, scusate, questo capitolo è cortissimo! 
Ma è solo un "Capitolo", se così si può avere il coraggio di chiamarlo, di transizione.
E' fondamentale, il prossimo sarà più lungo, e senza di questo non si poteva capire...
Okay, i primi capitoli sono in revisione, non cambierò la storia, sia chiaro, però li sto modificando un pò...
Come avrete notato gli aggiornamenti sono più lenti, proprio per questo.
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno messo questa storia nelle preferite/seguite/ricordate.
e volevo anche ringraziare LauraSwanA Che recensisce sempre, Grazie, veramente;
Nimel17, che ha recensito i primi capitoli e poi è sparita(?)
 e ILoveU che ha recensito tutti i capitoli a partire dal primo, Grazie Mille.
Volevo anche ringraziare i lettori silenziosi.
Okay, Ciao
Mi lasciate una recensione?

Niko


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