Vampire War

di nuvole_e_popcorn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Pilot ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: ritorno alla realtà ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** 1) Pilot ***


«Qual è il tuo nome donna? » domandò «Anna..» rispose con sicurezza, poteva essere chi diamine gli pareva non l’avrebbe mai sottomessa. «Anna cosa..?» lei alzò il viso orgogliosa: «Annabelle McOnye»- il primo incontro tra Annabelle e James 

Pilot
Dodici anni prima
«Annabelle..»disse l’uomo mentre esalava i suoi ultimi respiri.  «chi è Annabelle, tua moglie McOnye?» domandò divertito David. A James non piaceva il modo in cui David trattava gli umani, come se fossero inferiori. Qualcosa, nelle più recesse parti del suo essere gli assicurava che gli umani erano di gran lunga più forti di loro, dovevano solo scoprirlo e McOnye gliene aveva dato la dimostrazione: da solo aveva ucciso quasi tutta la guardia reale di David. Era un vero ribelle. David lo guardò con la coda dell’occhio: «James, finiscilo» e uscì dalla stanza. James si sedette sul bracciolo del divano. «lo sai McOnye, sei davvero una persona che merita rispetto, per questo ti ucciderò in maniera veloce..» l’uomo lo ignorò: «Annabelle..» ripetè. «oh con quest’Annabelle! Ti ha davvero catturato il cuore questa donna»lui lo guardò dritto negli occhi: «Annabelle è mia figlia..»disse. Lo prese per il colletto del camicia, fu uno sforzo troppo grande. Sentì il suo cuore abbandonarlo. Gli chiuse gli occhi. «Addio, McOnye».
...
Oggi
James aprì gli occhi, la rossa che gli aveva fatto compagnia la sera prima giaceva tra le lenzuola addormentata. Non capiva proprio come certe persone amassero farsi mordere, davvero anche perché se erano volontari sì si faceva meno fatica, loro subivano meno pena, ma ei era tutta un’altra cosa. Oggi sarebbe arrivata la sua nuova ospite. La sua ultima era finita ad un certo Freyback, era noiosa. Antipatica, con la puzza sotto il naso e il suo sangue non era poi neanche tanto buono. I suoi gusti erano parecchio raffinati e neanche la Rossa lo aveva soddisfatto pienamente, ma si sapeva si sarebbe stati soddisfatti pienamente nel momento in cui si avesse trovato la propria cantante, l’unica persona al mondo il cui sangue poteva essere la forza più distruttiva per un vampiro: poteva ucciderlo o poteva redimerlo. Di solito quando un vampiro trovava la propria cantante la si trasformava in un vampiro e diventata la propria compagna, da quel momento in poi non si sarebbe appertunuti a nessun altro. «Mmmm..» mugugnò la donna. «buongiorno, Stella» la salutò «fai come se fossi a casa tua, poi sparisci e dimenticati la strada»disse, crudelmente dirigendosi, ancora nudo in bagno.
Annabelle guardava fuori dal finestrino chiusa nel suo mutismo. Dannazione che vita! Ma perché a lei, che aveva fatto di male? Il vampiro che la stava giudando dal suo nuovo padrone non era stato gentile, beh lei aveva ricambiato il favore. Ogni tanto mentre si spostava sul sedile grugniva di dolore al ricordo del paletto che gli aveva conficcato nel fianco. Stupidi vampiri. «il tuo nuovo padrone, James, è un tipo non molto paziente, ti consiglio di tenere a basa il tuo temperamento signorina»le disse quando arrivarono davanti ad un enorme villa stile coloniale. La fece uscire e la accompagnò alla porta. Suonò il campanello. Eccoci qua, pensò Annabelle, mentre qualcuno apriva la porta. Era un uomo, e che uomo! Aveva i capelli castano scuri e due occhi smeraldini che letteralmente: ti toglievano il fiato. Sorrise sexy. «Ei Phil. Come va, amico?» domandò rivolto al vampiro, ma senza staccare gli occhi da lei «Bhe chiedilo a lei come va, James» questo era James? Come poteva un essere così bello essere un mostro del genere? «la ragazza ha un certo caratterino, mi ha conficcato un paletto nel fianco»disse. James la scrutava sempre più interessato. «Mmm.. bene mi piacciono quelle con carattere»disse. «Qual è il tuo nome, donna? » domandò «Anna..» rispose con sicurezza, poteva essere chi diamine gli pareva non l’avrebbe mai sottomessa. «Anna cosa..?» lei alzò il viso orgogliosa: «Annabelle McOnye». James sgranò gli occhi. Era molto bella: aveva lunghi ricci castani e due profondissimi occhi scuri. «bene, Annabelle»disse, riscossosi dallo shock «io sono James, e d’ora in poi questa sarà la tua nuova casa che ne dici di entrare?» lei inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia davanti al seno: «Tu che ne dici di lasciarmi andare a casa mia? Hmm?»Phil sghignazzò. «Mi spiace, zucchero filato» disse James cominciando attualmente a divertirsi e poi la faccia della ragazza alla parola, impagabile! «temo non sia possibile, quindi o entri o ti dovrò caricare in spalla, che ne dici di cominciare con il piede giusto, eh?» lei sembrò rifletterci. Poi entrò dandogli una spallata e fissandolo dritto negli occhi mentre lo faceva. James si voltò verso Phil che continuava a sghignazzare. «in bocca al lupo, fratello» lo prese in giro. James si chiuse la porta alle spalle. «Allora» fece lei «quando mi lasci andare?» lui sghignazzò, aveva grinta la ragazza, bene. «Mai. Temo, mia cara, quindi abituatici. Prego seguimi ti mostro la tua stanza». La condusse al piano di sopra e aprì la seconda porta a sinistra «quella successiva è la mia» le fece notare. Annabelle osservò attentamente la camera il colore era un lilla smorto. Però il letto era enorme stile vittoriano. «se c’è qualcosa che non è di tuo gradimento fammelo sapere me ne occuperò» lei si voltò e inaspettatamente sorrise. «okay». «Allora le regole sono semplici. Sei libera, puoi fare quello che ti pare, ma: devi essere in questa casa massimo alle 1.00 di notte, e devi permettermi di bere da te almeno una volta a settimana. Per il resto sei abbastanza libera, fin tanto che non disobbedisci»Annabelle inarcò un sopracciglio. «scordatelo»disse lei. Lui la raggiunse in un battito di ciglia: «sai che potrei prenderti anche in questo momento, vero ragazzina? Non istigarmi sono stato molto gentile con te. Non mi costringere a farti del male» lei lo guardava con aria di sfida: «immagina un po’. Non me ne frega niente delle tue stupide regole e no, non ti permetterò di bere da me.» detto questo fulminea tirò fuori un paletto e glielo conficcò nello stomaco. «Sono una guarriera, e non sono definitivamente la tua personale sacca di sangue ambulante»disse chiudendosi in bagno. James estrasse il paletto e se lo rigirò tra le mani: la ragazza aveva grinta, però disobbedire e non rispettarlo era davvero troppo. Aveva bisogno di una lezione.

Ehy gente che ne dite? Fatemi sapere kisses

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo 2

Annabelle si guardò attorno, niente dal bagno non c’era via d’uscita. Sembrava che l’unico modo per uscire dalla casa fosse attualmente la porta d’ingresso. Fu allora durante la sua ispezione che la porta del bagno si aprì e James si appoggiò alla stipite con aria saputa. «spieghiamoci ragazzina, tu da qui non te ne vai, e ti assicuro alla fine mi darai il tuo sangue» Annabelle inarcò un sopracciglio contrariata. «in che lingua te lo devo dire? Non se ne parla proprio»disse lei passandogli oltre e scendendo le scale: «ho fame» annunciò entrando in cucina e ignorandolo completamente.
James non capiva cosa lo trattenesse dal raggiungerla e dissanguarla, eppure vederla muoversi con tanta famigliarità nella sua cucina, indossando il suo grembiule e ignorarlo completamente.. era una cosa nuova per lui. Continuava a rigirarsi fra le mani il paletto che senza tanti rimorsi gli aveva conficcato nello stomaco: aveva fegato. «Fissare è maleducato, non te l’hanno mai detto?» domandò d’un tratto senza alzare gli occhi dall’insalata che si stava preparando. «sto osservando, non fissando» la corresse «non ti capisco sai?» ammise, lei prese un bicchiere dalla mensola e alzò le spalle come unica reazione alla sua ammissione «io stessa non mi capisco quindi non preoccuparti è normale»disse. «è normale» borbottò lui uscendo.

«Non è giusto che i vampiri possano fare il bello e il cattivo tempo nelle nostre vite! Il nostro accordo dice che siamo cittadini uguali e con pari diritti!» disse la donna mentre la folla la acclamava. Era la sesta riunione del Partito per i Diritti degli Umani (PdU) quella settimana, la leader la donna che stava parlando, Michelle Freyback era stata asservita ai vampiri per quasi dieci anni e una volta liberata perché di nessun godimento per nessun vampiro aveva fondato il Partito che nessuno aveva ancora costituito e che per la Legge dei Pari diritti tra cittadini comuni e vampiri, era l’Opposizione. L’ennesimo scandalo aveva indignato talmente tanto le folle di umani che si erano riunite sotto la Sede del Potere vampiro e avevano protestato, invano. Tredici orfani dell’Istituto di NYC erano stati portati via e asserviti ai vampiri. «è parte del patto» avevano detto i portavoce dei vampiri «noi e voi viviamo in pace e con pari diritti fino al momento dell’asservimento: vi abbiamo perfino concesso la libertà. Asserviamo solo gli orfani e i figli di nessuno. Può non starvi bene, ma è la legge; e come noi dovete rispettarla. Se non vi sa bene parlatene con il vostro Senato, che si discuta poi nella Consulta dei Grandi» ma gli umani non ci stavano, si sapeva che il Senato era asservito ai vampiri e che moltissime talpe erano tra di loro, l’unica soluzione era la Rivoluzione che Freyback stava preparando dietro le quinte di una semplice protesta alla luce del Sole. Finì di parlare e scese nelle Sale sotterranee per incontrare lui, il cacciatore di vampiri più temuto, accompagnata dallo scroscio degli applausi. Era buio: «Ciao Michelle»disse la voce mentre l’uomo veniva alla luce della finestrella. «Greyson».    

...

«Metti giù le mani!»sibilò la ragazza cercando di contrastare la sua forza inumana. «Andiamo Annabelle!» disse lui «sei stata portata qui per una ragione!» lei inarcò un sopracciglio «ovvero essere la tua sacca di sangue ambulante?!»lui annuì avvicinandosi pericolosamente al suo collo. «Non ci provare neanche» sibilò lei. «Per favore»lo pregò, fu abbastanza lui si allontanò per osservarla meglio e lei (che aveva avuto in mano un coltello tutto il tempo) glielo conficcò nello stomaco, di nuovo: due volte in un giorno, non sarebbe mai riuscito a guarire così! Si allontanò da lei, liberandola e tenendosi lo stomaco tra le mani. «Piccola Serpe..»  sibilò cominciando a rincorrerla. Lei scappava, ma non era abbastanza forte. Si ritrovò con la schiena contro un muro, lui la sovrastava. Le aveva poggiato le mani ai lati del viso così che lei era rinchiusa in una vera e propria prigione di carne e ossa. Chiuse gli occhi pronta a ricevere il colpo. Che non arrivò mai. Le accarezzava il collo. «Che diamine fai?» domandò. «Per favore»ora era lui a pregarla. «No.»fece lei «mio padre è stato ucciso dai vampiri non sarò mai la fonte di sostentamento di uno di essi»disse. Allora era questo! Immagini della morte di McOnye lo riempirono e comprese la lasci libera di muoversi. «col tempo forse..»disse lui «me lo permetterai, ma promettimi di non ficcarti nei guai con gli altri vampiri, non potrò proteggerti allora.» la avvisò. «pensavo mi avresti uccisa, perché non lo hai fatto?» gli domandò. «stimavo tuo padre. E quale modo migliore di ripagarlo di quello che mi ha insegnato che rispettare le tue scelte?»domandò lui retorico. «Lo conoscevi?»domandò lei. «mi ha insegnato l’autocontrollo»disse lui «mi ha reso davvero libero e non schiavo della sete e di questo gliene sarò sempre grato».lei inaspettatamente sorrise: «Grazie»disse. «Non c’è di che.»

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: ritorno alla realtà ***


Intanto scusate per non aver aggiornato prima! Spero di farmi perdonare. Ma mi era venuto il blocco dello scrittore, ma eccoci con un altro capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate e ovviamente è apprezzata anche la critica purché sia costruttiva ;) baci
 
Sentì l’acqua arrivargli dritta in faccia. Si svegliò di colpo. Era incatenato ad un sedia. Lo stavano torturando. Come lo avessero preso ancora non se lo ricordava. «Morirai vampiro e tu sarai solo il primo» disse una voce mellifua. Sentì il paletto penetrargli nello stomaco, poi essere tirato fuori, e di nuovo penetrargli questa volta vicino al cuore. Fu allora che risuonò uno sparo e la voce che ormai conosceva fin troppo bene esclamò: «NO!». E lì, all’entrata della mia cella stava lei: la mia redenzione e occasionalmente la mia dannazione. Annabelle McOnye.
 
Quella mattina James si svegliò ancora sdraiato sul divano, la bottiglia di alchool vuoto abbracciata al petto e un forte mal di testa. Si alzò lentamente facendo perno sul braccio destro. All’entrata stava Annabelle appoggiata allo stipite della porta le braccia incrociate con in mano una tazza di caffé. Inarcò un sopracciglio nella sua direzione. -Non voglio sentire nessuna ramanzina.-la avvisò James. -e io non ho intenzione di fartene una.- assicurò lei. Si avvicinò a lui e tese la mano libera, lui inarcò un sopracciglio. -voglio la chiave.-disse. -non se ne parla neanche.-disse lui. -la chiave, James-disse lei. Lui alzò gli occhi al cielo. E non rispose. -okay. Avrei tanto non voluto arrivare a questo-fece lei e prese il paletto che era appoggiato sul mobile accanto al divano e glielo conficcò nello stomaco. -La chiave. James-silllabò, lui la guardò cercando di incenerirla con lo sguardo ma quando lei non si fece indietro grugnì e le diede la chiave. 

-James, James! Mi senti?-lui aprì lentamente gli occhi. -Ei-la salutò. -Ei-fece lei. -dai vieni ti dò una mano ad alzarti.-disse lei, si passò un suo braccio attorno al collo e lo aiutò ad alzarsi cominciarono a camminare lentamente fuori dalla cella. -Dove sono?-domandò. -Sei nel Mondo Sotterraneo dei Ribelli, James. Ma sei al sicuro- assicurò.
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Ei gente si lo so che è corto, però doveva esserlo per i fini della comprensione della storia da questo momento in poi! Fatemi sapere cosa nel pensate :) baci

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***



James aprì un occhio, poi l'altro. Voci indistinte parlavano tra di loro, non riusciva a capire bene cosa dicessero, era dovuto al fatto che erano secoli che non si nutriva, poi una voce spiccò sopra le altre. -BASTA! Se vi fidate di me, fareste al meglio a fidarvi di lui.-disse Annabelle. James grugnì e cercò di tirarsi su un gomito per avere una visuale migliore della stanza. In un momento Annabelle fu di fianco a lui. -Ei-le sorrise. -Ei.
-Vedo che un po' di vampirismo ti sta bene addosso, princesse-disse col suo forte accento inglese. Lei sorrise, e tutti scoppiarono in un 'ohhhh' di stupore. -Lo sapevi vero?-domandò lui di nuovo. -Diaciamo che potrei averlo immaginato..-fece lei con un mezzosorriso. -Ora me lo devi spiegare.-pretese lui. -Okay. Però per prima cosa ti devi nutrire. Altrimenti credo che prima che finisca di raccontarti finirai con l'ammazzare qualcuno-fece acida voltandosi verso un ragazzo. James non poté fare a meno che essere contento della cosa. 
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(Riprendendo la narrazione dal passato)
Annabelle si alzò quella mattina molto più presto del solito con una strana sensazione. Era ormai quasi un mese che stava da James e non aveva mai più provato (oddio.. a parte quella volta che l'aveva colpito talmente vicino al cuore che ci aveva messo quasi tre giorni a guarire del tutto; ancora non capiva perché le lasciasse fare il bello e il cattivo tempo.. boh?) a bere il suo sangue. Scendendo le scale ancora in pigiama sentì un buon odorino provenire dalla cucina: James, con tanto di grembiule!, stava cucinando canticchiando a denti stretti un melodia che Annabelle non conosceva. -Buongiorno, Anna-la salutò senza  smettere di cucinare. Lei borbottò un saluto e poi sorrise. -Cosa hai fatto di buono da mangiare?-domandò avvicinandosi e sbirciando da dietro la sua spalla. Lui si voltò e per poco i loro nasi non si sfiorarono. Annabelle dovette ammetterlo guardarlo dritto negli occhi le faceva venire il latte alle ginocchia e il modo in cui la guardava.. beh sembrava un po' troppo possessivo, ma il peggio era che la cosa non le dava neanche tutto il fastidio che avrebbe dovuto! Anzi.. le piaceva più di quanto fosse lecito ammettere. James non poteva che non rimanere piacevolmente sorpreso dalla reazione che riusciva a scatenare nella ragazza di fronte a lui. Da quando la conosceva lei era riuscita a cambiarlo, anche se forse non se ne era ancora accorta.. non che lo avesse davvero cambiato però era riuscita a fare in modo che quegli atteggiamenti di lui che nessuno conosceva e che nessuno avrebbe dovuto conoscere se voleva mantenere una reputazione venissero a galla, e la cosa era che mostrarli gli piaceva più di quanto non dovesse. Ghignò seducente. Annabelle inarcò un sopracciglio, ah beh.. se lui voleva giocare in due potevano giocare a questo gioco e lei poteva ammettere con un certo orgoglio di essere abbastanza brava a giocare. -Si chiama tiramisù.-disse lui, lei sorrise mordendosi il labbro inferiore. -Ma davvero..?-domandò avvicinandosi pericolosamente al suo viso; ancora un po' e lo sapeva anche lei, avrebbe perso il controllo. La verità era  che purtroppo su di lei James aveva un effetto che non era ancora pronta ad ammettere.. lentamente il suo braccio scivolò attorno alla sua vita, e lui la strinse di più a sé, mentre lei appoggiava le mani sulle sue spalle. Fu allora che suonò il campanello. Ignoralo. Non lo disse, ma era chiaro ad entrambi che lo pensava. Lei si avvicinò ancora di più e quando era a pochi centimetri dalle sue labbra cambiò traiiettoia baciandogli la mascella appena vicino all'angolo della bocca, si allontanò e si leccò i baffi. -Vado io-disse dirigendosi verso la porta d'ingresso. Quando aprì si ritrovò di fronte un vampiro che ghignava. -Ciao, tesoro. Posso parlare col tuo padrone?-domandò. -Non so. Chi lo cerca?-domandò lei, inarcò un sopracciglio. -Il mio nome è Mikeal e mi manda il Congresso dei Vampiri. Ora posso entrare?-Annabelle si scrollò nelle spalle e gli fece spazio per entrare.

...

-Quindi il Ministro richiede immediatamente la tua presenza-concluse Mikael, grattandosi il mento barbuto con una mano. Era seduto sul divano color mogano c'era un posto di fianco a lui, ma Annabelle si era rifiutata categoricamente di sedersi lì, aveva preferito sedersi sul bracciolo della poltrona panna sulla quale era seduto James, che continuava a disegnarle cerchi immaginari alla base della schiena. Quel contatto le piaceva e sinceramente: James si era dimostrato dannatamente meglio di altri esemplari di genere maschile con i quali Annabelle aveva avuto a che fare. -Ci penseremo noi, alla tua umana. Ci prenderemo cura di lei mentre tu parlerai con il Ministro.-spiegò Mikeal a quello Annabelle si irrigidì. -Non credo proprio, Mikeal. Se il Ministro vuole parlarmi dovrà parlare anche con Anna.-spiegò James e al semplice gesto di alzare le mani in segno di resa di Mikeal Annabelle si rilassò. Poi decise di alzarsi. -Scusatemi. La natura umana chiama- sottolineò. 
Una volta in bagno si sciaquò le mani nell'acqua fredda e se le passò sul collo per cercare di calmare i fremiti che le percorrevano il corpo a ciò che aveva visto nella sua testa.. Dannazione ai vampiri e ai loro porteri mentali. Farle vedere certe cose! Uscì dal bagno e se lo ritrò appoggiato alla parete. -Mikael se ne è andato?-domandò cercando di sembrare noncurante. -Sì.-disse avvicinandosi pericolosamente. -E io e te abbiamo un discorso in sospeso-fece lui. -Ah sì..? Non mi sembrava..-ma prima che potesse parlare si ritrovò le sue labbra sulle sue. Okay. Uno. Era un vampiro, non avrebbe dovuto provare tutto quello che stava provando in quel momento. Due.. ammazza che bacio! Annabelle aveva baciato tre ragazzi in tutta la sua vita; i primi due avevano davvero fatto schifo, Miles da parte sua.. beh non pensava che qualcuno potesse baciare meglio di lui. Ma in quel momento l'unico pensiero coerente (a parte 'ancora') era 'Miles chi?'. Quando si allontanò si fissarono per un po' stupore, contentezza e qualcosaltro nei loro occhi. Poi lei sorrise e gli conficcò il suo coltellino, quello che si portava sempre dietro, nello stomaco. -E la prossima volta chiedimi il permesso.-disse svanendo verso camera sua.


Ehehe gente che ne dite? :) mi raccomando voglio sapere che ne pensate! Baci

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