Is today yesterday? di Free_ (/viewuser.php?uid=75549)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter Four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***
Capitolo 6: *** Chapter Six ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine ***
Capitolo 10: *** Chapter Ten ***
Capitolo 11: *** Chapter Eleven ***
Capitolo 12: *** Chapter Twelve ***
Capitolo 13: *** Chapter Thirteen ***
Capitolo 1 *** Chapter One ***
Un grosso GRAZIE a Bellis, che mi ha seguita passo passo,
correggendomi pazientemente tutti gli errori da asinella che
comparivano nel capitolo, e a Paola, che mi ha dato l'ispirazione e
tanti consigli. Buona lettura!
Con molta probabilità questo fu il caso più
insolito che avemmo, io e il mio caro amico Holmes, la
possibilità di analizzare. Ho preso cura di appuntare ogni
cosa a riguardo, anche se non pubblicai mai i miei scritti sullo
Strand: ciò che sto per narrare vale, infatti, come
un’esperienza di duecento anni.
Memorie del dottor John H. Watson – Chapter One
Era un pomeriggio uggioso. Ero appena tornato da una delle mie visite
mediche e Sherlock Holmes se ne stava a guardare la gente che passava
dalla finestra dell’appartamento di Baker Street.
-Oggi è una tipica giornata londinese..nebbia di mattina,
nebbia di pomeriggio..ah, dimenticavo, nebbia di sera!- posai a terra
la mia valigetta medica e mi sedetti stravolto sul divano.
–Oggi sono persino dovuto andare anche da Alan Morris, quel
ricco commerciante che possiede una villa non molto lontano da qui,
antipatico e presuntuoso. Pensi che..Holmes, mi sta ascoltando?
Holmes sospirò, con gli occhi fissi chissà dove
sulla strada -La noia, Watson, ti corrode da dentro senza alcuna via di
scampo..
-Suvvia, Holmes, sa benissimo anche lei che è soltanto una
cosa passeggera. Presto si farà avanti un caso che non
potrà essere risolto se non con l’aiuto del grande
Sherlock Holmes, e il suo implacabile bisogno di ginnastica mentale
potrà essere finalmente allievato.
-Spero proprio che il cielo la ascolti, mio caro Watson..
Lanciai un’occhiata alla finestra
-C’è da dire, però, che non ha tutti i
torti. Le giornate come questa sono sempre così..
Stesso posto, altro
tempo.
-..uguali!- Korinne era seduta sulla poltrona
dell’appartamento londinese che lei e la sua amica Evangelina
avevano preso in affitto per qualche tempo.
-Non ho nemmeno voglia di mettermi a studiare..almeno avrei trovato un
modo utile per ammazzare il tempo..- Spostò la testa
sull’altra mano e cominciò a giocherellare con un
lembo dei pantaloni. Poi sbuffò, si alzò, si mise
la giacca e, preso il cellulare, aprì la porta.
-Vado a fare due passi, vieni?
Evangelina era appoggiata alla finestra, con una mano a sorreggerle la
testa ciondolante. Annuì e si alzò
anch’essa prendendo la sua giacca. Appena uscite, Korinne si
soffermò a guardare la targhetta attaccata il muro che
indicava il nome della via: Baker Street
-Certo che abbiamo avuto proprio una bella fortuna! Trovare un
appartamento in affitto al 221B di Baker Street!
-Già. Io all’inizio credevo che fosse una
balla..
Passeggiarono per un pezzo, svoltando a Marylebone Street e arrivando
fino al Regent’s Park. Avevano intenzione di fermarsi
lì e rilassarsi distese sull’erba; non
immaginavano neppure lontanamente che fra pochi minuti un fatto avrebbe
cambiato la loro vita per sempre.
---
Ascoltavo Holmes suonare il violino. Gli occhi mi si chiudevano dalla
stanchezza e presto mi sarei addormentato cullato dalla dolce e
malinconica musica proveniente dallo strumento, ma un tuono fragoroso
mi fece trasalire. Holmes smise di suonare e si avvicinò di
nuovo alla finestra, dalla quale si era allontanato un poco.
-Il tempo sta cambiando-
Anch’io mi affaccia alla finestra e sentii un brivido salirmi
lungo tutto il corpo. Cominciò a piovere violentemente e un
fulmine cadde lì vicino, causando un forte lampo e rendendo
l’aria elettrica. Sobbalzai
-Cosa è successo? Un fulmine?-
Holmes annuì -Sembrerebbe di si-
---
Le ragazze sonnecchiavano, conciliate dal tiepido calore del sole,
quando un tuono fragoroso le fece sobbalzare entrambe.
Iniziò a piovere con violenza e dovettero alzarsi e mettersi
a correre.
-Ma che..?! Guarda come piove! Eppure fino a un minuto fa il cielo era
sereno!- disse Evangelina
Un fulmine abbagliante le accecò ma loro continuarono a
correre e si fermarono sotto a un portico per riprendere fiato.
Evangelina si guardò intorno: le persone correvano avanti e
indietro e in breve tempo la strada divenne deserta
-Andiamo Eva, dobbiamo sbrigarci.
Eva non si mosse
-Kory..guarda..
La ragazza teneva in mano il suo cellulare e aveva
un’espressione allibita: sullo schermo apparivano e
scomparivano diverse strane forme, in un succedersi di onde e righe.
Korinne tirò fuori dalla tasca il suo telefono e si accorse
con sgomento che anche in quello stava succedendo la stessa cosa
-Che sta succ--
Un altro fulmine, stavolta più potente,
scaraventò a terra le ragazze, che rimasero in uno stato di
semi incoscienza.
La prima ad alzarsi fu Eva, che aiutò l’amica;
stava ancora piovendo molto forte, così andarono a ripararsi
sotto il portico. Notarono subito che c’era qualcosa di
strano; la strada, le case, i negozi..tutto cambiato.
-Cos’è successo?- chiese Eva; ma anche la sua
amica non aveva una risposta. Rimasero sotto la tettoia per un
po’, poi decisero di andare a casa. Forse era un sogno, un
brutto sogno che presto sarebbe finito..
-Accidenti Holmes, ha visto che fulmini? Sembra che oltre alla pioggia
stia cadendo anche il cielo!
Il mio amico annuì, poi si allontanò dalla
finestra, si diresse verso un mobiletto e prese un astuccio; si mise a
sedere sulla sua poltrona, davanti al camino, ed estrasse
dall’astuccio la siringa, il laccio emostatico e una boccetta.
-Holmes, lo sa che non approvo assolutamente questo suo vizio!
Holmes voltò lo sguardo verso di me.
-Mi dia un caso, Watson. Un caso che non si è mai visto,
così straordinario che la gente, leggendo il suo racconto,
non crederà nemmeno a una parola.
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Capitolo 2 *** Chapter Two ***
Memorie del dottor John H. Watson –
Chapter Two
Le ragazze bussarono alla porta del 221b, guardandosi intorno con aria
incerta. La porta si aprì e si presentò davanti a
loro la figura della signora Hudson. Notando lo strano abbigliamento,
ella fece una faccia stupita
-Si?
Le due si guardarono; a rispondere fu Evangelina
-Ehm, noi..abitiamo qui.
La signora si stupì ancora di più a questa
esclamazione.
-Oh, allora credo proprio che lei e il suo amico abbiate sbagliato casa.
Korinne si abbassò il cappuccio della giacca
-Ehi, io sono una ragazza!
-Ah..m-mi perdoni.
-E’ questa Baker Street?- chiese ancora Korinne
-Sì signorina.
-E questo è il 221b?
-Esatto.
-Allora non possiamo proprio aver sbagliato! Signora, noi abitiamo qui.
Eva annuì alle parole dell’amica.
-Signorine, vi ripeto che avete sbagliato: questa è
l’abitazione del signor Sherlock Holmes e del dottor Watson.
Le ragazze si guardarono ancora una volta, stupite più che
mai.
-Ah, ma certo, questo dev’essere senz’altro un
sogno! Ora chiudo gli occhi, e quando li riaprirò
sarò nel mio letto.
Eva chiuse gli occhi e li riaprì poco dopo;
ripetè l’operazione più volte, ma
davanti a lei vi ancora la signora, che la guardava stranita.
-M-ma non può essere, noi abitiamo al 221b di Baker Street!
-Vi posso assicurare che qui risiedono il dottor Watson e il signor
Holmes. Volete entrare? Sta piovendo molto forte.
Korinne annuì, e così anche l’amica.
-Sì grazie..così forse metteremo bene in chiaro
le cose.
---
Holmes si alzò la manica, cercò la vena ed
appoggiò l’ago sul braccio.
-Holmes, per l’amor del-
In quel momento sentimmo entrambi bussare alla porta del salotto;
Holmes mise via in fretta la sua roba e io dentro di me ringraziai il
cielo per aver impedito al mio amico di iniettarsi quel veleno nelle
vene.
-Dottore? Signor Holmes?
La signora Hudson entrò nella stanza.
-Scusatemi, ma di sotto ci sono due persone un po’..beh, un
po’ strane.
-Dei clienti di Holmes?- chiesi, riflettendo sulle ultime parole della
signora.
-Beh, no, ecco..affermano di abitare qui.
-Li faccia entrare, dunque.- Holmes si voltò verso di me,
sorridendo leggermente –Watson, sembra proprio che il cielo
l’abbia ascoltata davvero.
Le due persone entrarono nel salotto con aria alquanto smarrita.
-S-salve- parlò la prima ragazza –Io sono
Evangelina.
-Che diavolo-?! - A parlare fu la seconda ragazza –Ma questo
è il nostro salotto!
Guardai Holmes con aria molto stupita, sia dallo strano abbigliamento
delle due ragazze, sia dal linguaggio usato dalla seconda.
–Buon pomeriggio- Feci cortesemente un mezzo inchino.
La ragazza di prima parlò ancora –Oh, b-buon
pomeriggio. Mi chiamo Korinne-
Anche il mio amico si alzò e parlò, dopo aver
salutato gentilmente. –Salve, io sono Sherlock Holmes, e
questo è il mio caro amico, il dottor Watson. La signora
Hudson ci ha riferito che voi, signorine, sostenete di abitare qui.
Le due ragazze si guardarono per l’ennesima volta a bocca
aperta.
-E’..è proprio così, signor Holmes,
noi..abitiamo al 221b di Baker Street.
–Prima questo era il nostro appartamento. E’ quasi
tutto cambiato, la mobilia, la posizione delle cose. Meno di tre ore fa
ero seduta lì, proprio in quel punto. I-io me lo ricordo
benissimo.- A parlare per ultima fu Korinne. Io non riuscivo a capire;
credevo che avessero avuto un’amnesia, e i sintomi,
più o meno, erano quelli, ma tutte e due
contemporaneamente..la cosa non mi tornava affatto. Holmes si sedette
di nuovo sulla sua poltrona e invitò le due ragazze a fare
lo stesso. Dopo esserci seduti, Holmes cominciò a parlare
-Signorine, da dove venite, se posso chiederlo?
Gli rispose Evangelina –Siamo italiane, però
abitiamo qui a Londra.
Il mio amico sembrò riflettere un secondo
-E ditemi, che anno è da voi?
Lo guardai allibito a casua di quella strana domanda, e anche le due
signorine sembrarono molto stranite.
-C-come che anno è da noi?- Eva guardò
l’amica
-Sì, che anno è?
-E’ il..duemiladieci-
Sbarrai gli occhi; spostai più volte lo sguardo dalle
signorine a Holmes.
-Mmh, interessante..- Il mio amico unì i polpastrelli e
guardò intensamente le due ragazze.
-Cosa sono quelle facce? Volete spiegarci cosa succede qui?- Korinne si
agitò sul divano.
-Certamente Miss Korinne, ma non prima che mi abbiate illuminato su
alcuni fatti importanti. Dunque..come siete giunte fin qui?
-A piedi..-Korinne bisbigliò queste parole, ma non
così piano da impedirmi di sentirle; ero però
troppo stupito per ridere alla battuta della ragazza e rimasi ad
ascoltare.
-Beh, noi..è cominciato a piovere e un fulmine ci ha fatte
cadere. Credo che abbiamo perso conoscenza per un po’. Quando
ci siamo risvegliate il paesaggio era completamente cambiato ,
così siamo tornate a casa.
-Ah, Eva, i telefoni!-
Entrambe le ragazze tirarono fuori dalla tasca gli oggetti
più strabilianti che avessi mai visto, una specie di piccole
scatole rettangolari luminose, con dei numeri sopra; cosa che non
somigliava affatto ai telefoni Korinne sbattè due
volte la mano sulla “scatola”.
-Niente, morto, fi-ni-to.
Il mio amico si sporse in avanti molto interessato, per osservare da
vicino quei curiosi oggetti e tese la mano verso miss Korinne.
-Posso?
La ragazza guardò l’amica e porse
l’oggetto a Holmes, che se lo rigirò fra le dita,
esaminandolo attentamente.
-Se posso chiederlo, a che serve quest’oggetto?- chiesi, non
senza una certa curiosità.
A parlare fu miss Korinne
-E’ un..- come, non sapete che cos’è?
Scossi la testa e lanciai un’occhiata a Holmes.
-Molto interessante..
***
Eccomi giunta alla fine del secondo capitolo :D Vi ringrazio per aver
letto questo e il primo, e soprattutto per aver recensito e aver messo
questa fic fra i preferiti e le seguite.
Thiliol: O
cielo, ciò è vagamente imbarazzante..non sapevo
proprio che fosse il titolo di una puntata di Star Trek! o_o Forse
Paola ne sa più di me..è grazie a lei che ho
messo questo titolo!^^ Beh, spero ti sia piaciuto questo capitolo! :D A
presto!
Alchimista:
Ti ringrazio tanto per ciò che hai detto! Le tue parole mi
hanno molto rassicurata, e soprattutto avevo paura che, nonostante il
beta-reading della mia amica, Holmes e Watson risultassero OOC e le due
ragazze Mary Sue..grazie ancora! (Mi è piaciuto il termine
che hai usato per le parole: “Mansuete” :D Mi fa
venire in mente me che accarezzo le parole che scodinzolano XD). Un
bacione, al prossimo capitolo!
Bellis:
Oh mia cara, oh mia cara, oh mia caaraa beta-reader! (sulle note di
“Oh my darling Clementine”).. :D Grazie anche a te,
tanto! (Hai proprio ragione: the game is “a foot”!
*tira fuori un piede*). Ti voglio bene!
K_BillieJoe:
Non preoccuparti, tesoro, aggiornerò tutto! :D
(sì, anche io mi sono accorta che l’idea di andare
indietro nel tempo nell’800 di Holmes e Watson, due
personaggi letterari, è un po’ balorda XD..e poi
c’è anche il fatto che oggi al 221B ci hanno fatto
un museo..shhh, dettagli..). Anche io ti voglio bene!<3<3
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Capitolo 3 *** Chapter Three ***
Chiedo umilmente scusa per il terribile ritardo che ho fatto
per postare il capitolo precedente. E’ un mio difetto grave,
non riesco mai ad essere puntuale T.T ..mi perdonerete mai? Mi inchino
al cospetto di voi potenti lettori..e posto il capitolo tre (anche se
un po' cortino.......)
Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Three
Il mio amico continuò ad esaminare lo stranissimo oggetto.
-E’ un telefono cellulare, serve per chiamare le persone..a
distanza.- Malgrado la spiegazione di miss Evangelina io continuavo a
non capire.
-Perdonatemi, ma non riesco a capire-
-Te lo metti all’orecchio e parli con un’altra
persona. Ma da quando siamo arrivate qui sembrano non funzionare
più..- Miss Evangelina aveva preso il suo
“telefono cellulare” e se l’era accostato
all’orecchio. Era la cosa più straordinaria che
avessi mai visto.
-..allora non è uno scherzo?-
Sia io che Holmes posammo lo sguardo su miss Korinne; a rispondere fu
il mio amico.
-Temo di no, signorina. Voi avete fatto un incredibile salto nel tempo,
e credo che la cosa sia strettamente legata a questi due oggetti.
– detto questo porse di nuovo il telefono a miss Korinne. Le
ragazze guardarono i loro telefoni con gli occhi spalancati. Infine
miss Korinne tirò indietro la testa, sospirando.
-Non può essere, noi..a quest’ora dovevamo essere
a casa, la nostra casa, questa qui! Io forse avrei chiamato i miei,
avrei detto che andava tutto bene e poi saremmo andate a cena da
qualche parte. Che diamine, non può essere vero!
-Capisco che sia sorpresa, miss, e anch’io lo sono quanto lei,
mi creda; però sembra essere proprio così.
Eravamo tutti sbalorditi da quanto era accaduto. Miss Korinne e miss
Evangelina ci raccontarono molte cose della loro epoca: le persone
potevano parlarsi e vedersi anche se si trovavano nei due angoli
opposti del mondo, l’uomo aveva finalmente raggiunto il sogno
di poter volare, grazie a quel mezzo che – dissero
– si chiamava “aeroplano”. Innovazioni in
ogni campo, e tantissime parole nuove:
“elettricità”,
“plastica”, “antibiotici”,
“computer”, “televisione”..
Ci raccontavano ogni cosa e io e Holmes pendevamo dalle loro labbra;
così non ci accorgemmo che, nel frattempo, le ore stavano
passando.
-Signorine, sono già passate due ore – esordii,
guardando l’orologio – Se non sono indiscreto, dove
avete intenzione di passare la notte?
Le due ragazze si guardarono; ci misero un po’ a rispondere,
come se stessero riflettendo sulla mia domanda.
-Noi..non lo sappiamo
Alla proposta di affittare una stanza, ci dissero che non avevano
abbastanza soldi. Forse se…un pensiero mi passò
per la testa: se quella era veramente la loro casa, la loro casa del
futuro, allora avevano tutto il diritto di dormirci.
-Signorine, perché non dormite qui?
Il mio amico mi guardò con aria vagamente stupita, alzando
leggermente le sopracciglia, e anche le due ragazze sembrarono molto
stupite della mia proposta.
-Io non..cioè, noi..non vorremmo approfittare..davvero-
esordì miss Evangelina –Dopotutto, questa per ora
è sempre casa vostra.
-Miss Evangelina- Sul viso di Holmes si era aperto un leggero sorriso
– Watson ha ragione. Dati gli eventi, credo che voi abbiate
quanto noi il diritto di passare qui la notte.
-Ma voi dove dormirete?
Fu di nuovo il mio amico a parlare – Io e Watson ci
arrangeremo benissimo in una camera; potremmo portare una poltrona,
vero Watson?
Io rimasi leggermente perplesso –Ma Holmes, non credo sia
conveniente per due ragazze dormire insieme.
-Caro Watson, lei si sta dimenticando che miss Korinne e miss
Evangelina non provengono dal nostro tempo, ma dal lontano XXI secolo.
-Per noi non è affatto sconveniente, abbiamo dormito diverse
volte insieme – intervenne miss Korinne.
-Bene, allora è deciso- Holmes battè una volta le
mani, poi si alzò e si affacciò alla porta del
salotto. –Signora Hudson? Potrebbe aiutarci a sistemare la
camera per le due signorine? – Holmes fece per tornare a
sedere, ma si voltò e si affacciò di nuovo
–Ah, potrebbe portare anche due camicie da notte?
***
Alchimista: Grazie mille per la tua recensione, e scusa il
ritardo (e anche la "cortezza" di questo capitolo....-.-). Sono molto
felice che il cap scorso ti sia piaciuto, spero che anche questo non
sia da meno. Come ti è sembrato Holmes che prnde
l'iniziativa per dormire con Watson? XDXD (Non lo faccio per dormire
con Watson! Sono stato semplicemente gentile! =.= NdHolmes)(eeh
sì, da quando in qua sei diventato gentile e cordiale con le
femmine? NdAutrice)(AAH! PORCO!
MAIALEE! NdKorinne&Evangelina). Beh, dopo questa
sclerata ti mando un bacione e..al prossimo capitolo!
DaTaLoRe: Mr.
ILO sarà affatto contrariato per la tua offesa, cara Paola!
*sisi* *Mr: ILO se ne va via, offeso*. Ci terrei a precisare che tu
leggi i capitoli ancora prima che vengano postati, quindi cosa te ne
dovrebbe fregare se ti avverto o no?? XD
Bellis: Beh,
ogni persona sana di mente si risolverebbe da sola i problemi prima di
rivolgersi a Holmes u.u (EHI! NdHolmes) No, cioè,
davvero..cosa stai a spendere soldi quando puoi risolverteli da solo i
problemi? Tanto prima o poi moriremo tutti! (e questo che c'entra??).
Al prossimo capitolo, cara Bellis, e spero che anche questo,
benchè breve, sia stato di tuo gradimento! :D
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Capitolo 4 *** Chapter Four ***
-Kory..Kory, svegliati.
Evangelina scosse Korinne un paio di volte, svegliandola.
-Eva? Che c’è?- La ragazza si guardò
intorno, sfregandosi gli occhi con una mano: una scrivania a lato del
letto con sopra una lampada a olio, alcuni fogli disposti ordinatamente
su un lato e delle boccette contenenti qualche liquido ignoto. Poi,
poco più in là, una mensola con sopra vari libri,
una sedia in legno e, per finire, un armadio; quella non era la sua
stanza. In un momento alla ragazza tornarono in mente tutti gli
avvenimenti della sera precedente.
-Ah..già…-sospirò.
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Four
Uscii dalla camera di Holmes. Avevo dormito bene, benchè
fossi stato una parte della notte a pensare a quanto era accaduto; non
riuscivo ancora a crederci, e, appena sveglio, a malapena mi ricordavo
ciò che era successo, credendo inizialmente che fosse stato
un sogno. Il mio amico era rimasto nel salotto, forse immerso in una
delle sue veglie notturne, intento a pensare, come faceva molto spesso
durante i suoi casi.
-Buongiorno, Holmes- lo salutai.
-Buongiorno a lei, Watson, dormito bene?
-Sì, la ringrazio, ma..non mi dica che lei non ha dormito
per niente questa notte.
-Ma certo- Holmes indicò una coperta disposta
disordinatamente sulla poltrona, continuando ad osservare Baker Street.
-Holmes, lei deve riposare di più, non può--
-Sciocchezze, Watson -concluse in fretta il mio discorso - Ho pensato
molto a ciò che è successo, considerando anche
diverse ipotesi riguardo all’arrivo di miss Korinne e di miss
Evangelina. Lei cosa ne pensa, riguardo alla loro sanità
mentale?
-Beh, i sintomi a colpo d’occhio potrebbero far pensare a
un’amnesia, ma è molto raro che accada a due
persone contemporaneamente. Inoltre, sapevano bene dove si trovasse il
loro appartamento, e poi tutti i particolari che ci hanno raccontato,
quegli oggetti assurdi.. per quanto mi riguarda, Holmes, trovo tutta
questa faccenda molto strana. Due ragazze che varcano i confini del
tempo tramite degli oggetti inesistenti..è
pressochè impossibile!
-Come al solito, Watson, sta giungendo a conclusioni affrettate, e ha
commesso due madornali errori. Il primo è che gli oggetti in
questione, i cosiddetti “cellulari”, sono
inesistenti soltanto nella nostra epoca, e non nella loro. Il secondo
è un utilizzo sbagliato del termine: ciò che
è accaduto è “improbabile”,
Watson, “improbabile”, ma non impossibile, come
dimostrano i fatti.- Holmes si scostò dalla finestra,
rivolgendomi uno dei suoi sguardi indecifrabili. Io sospirai.
-E va bene, Holmes, mi dica dunque a quali conclusioni è
giunto lei.
Il mio amico sorrise leggermente – Dopo aver eliminato
l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve
essere la verità. Ma sarà meglio partire
dall’inizio; Watson, lei si starà chiedendo come
ho fatto a realizzare che le due signorine siano tornate indietro nel
tempo.
Annuii –In effetti, Holmes, sin da ieri sera mi sono posto
questa domanda.
-Proprio l’altro ieri, durante la mia passeggiata, ho
incrociato per strada dei ragazzini che stavano giocando. Uno di loro
disse a un certo punto: “Facciamo che siamo nel futuro e che
possiamo parlarci da tanto lontano?”.
-Oh..e questo fatto le è tornato alla mente quando miss
Evangelina ha spiegato l’utilizzo dell’oggetto, non
è così?
-Precisamente, Watson, quel ragazzino ha inconsciamente indovinato una
delle invenzioni del futuro.-sorrise lievemente.
Sentimmo bussare alla porta, poi la signora Hudson entrò con
la colazione.
–Buongiorno-disse, poggiando il vassoio sul tavolo. Noi
rispondemmo al saluto ed ella, mentre disponeva le tazze e i piatti sul
tavolo, chiese –Le signorine non si sono ancora svegliate?
-Temo di no, signora Hudson. Vuole che vada a bussare in camera
loro?-risposi
-Oh no, non le disturbi- finì di versare il tè,
poi si rivolse a noi con tono leggermente basso e confidenziale
–Ma ditemi, quelle ragazze..non sono inglesi vero?
L’ho sentito dall’accento, e poi quei vestiti, il
loro comportamento..potrebbe essere scandaloso per loro andare in giro
a quel modo, non credete?
-Oh, non si preoccupi, il fatto è che le signorine
provengono dal..-rimasi bloccato, non sapevo cosa dire; non potevo
certo rivelarle che le ragazze venivano perfino dal XXI secolo.
-..dal Continente- intervenne Holmes
-Aaah, adesso capisco.- La signora Hudson annuì.
---
Le signorine arrivarono poco dopo; la signora Hudson era scesa di
nuovo, così noi potevamo parlare liberamente. Dopo esserci
dati il buongiorno, il mio amico indicò loro due sedie
–Prego, sedetevi.
Miss Korinne sospirò –Vi ringraziamo per tutto
quello che state facendo, però..noi vogliamo tornare a casa.
-Senza alcun dubbio, miss, ma adesso sedetevi; discuteremo i fatti
davanti a una buona colazione.
***
Alchimista:
Grazie ancora per la tua recensione!! Visto che Holmes stanotte non ha
fatto il furbetto con nessuno? :D Spero che anche questo capitolo sia
all’altezza degli altri, anche perché
l’ho fatto bello lungo! (e ci ho messo anche molto meno del
solito, no?) ^^ Un bacione, a presto!
Bellis: Sono
felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, e le tue parole mi fanno
provare un certo sollievo. Spero vivamente che nel corso del tempo
riesca a mantenerli in character come faccio adesso..un bacionissimo
anche a te, sorellona :D ciao ciao!
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Capitolo 5 *** Chapter Five ***
Questo è un capitolo molto particolare:
è stato scritto in Alto Adige e su un taccuino. E’
stato molto bello riprendere a scrivere con carta e penna, questo
“ritorno alle origini” mi ha fatto capire la vera
anima della scrittura, quella sprecisa, piena di corretture a mano,
pagine strappate e note in cima, in fondo e fra le righe; quella
scritta in auto, quando il tragitto è lungo e sfiancante,
quando la sera non hai voglia di addormentarti e scrivi sul cuscino,
sotto le coperte, alla flebile luce di una lampada. Questa è
l’emozione della scrittura, che di questi tempi purtroppo
viene sopraffatta dalla pulita e immacolata pagina del computer.
Okay, basta così, adesso è il momento di leggere!
Buona lettura! ^^
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Five
Sapevano molte cose su
di noi, anche se tutt’ora ignoro il perché..
-Allora, signorine- Holmes si sedette ed unì i polpastrelli
–Ieri sera mi avete detto di essere giunte fin qui in seguito
a un violento temporale..siete sicure di avermi riferito tutto?
-Sì, tutto- rispose miss Evangelina. Miss Korinne aveva un
gomito poggiato sul tavolo e la mano a sorreggerle la testa;
annuì, poi si riscosse –No, non tutto!
Il mio amico la osservò con gli occhi attenti e concentrati;
la signorina continuò –Poco prima di cadere a
terra abbiamo preso i nostri cellulari ed erano..strani.
-Strani?- la guardò con sguardo leggermente interrogativo
–vuole spiegarsi meglio, miss?
Korinne lanciò un’occhiata all’amica
– Sugli schermi apparivano e scomparivano delle strane forme.
-Non è un comportamento normale?- chiesi
-Assolutamente no- affermò miss Evangelina.
-Beh- esordì Holmes – se quello ch ci ha detto
è vero, allora è possibile che siano stati quegli
oggetti la causa di tutto. Anzi, direi che è addirittura
probabile. Da quel momento non hanno manifestato nessun altro
comportamento insolito?
Miss Evangelina scosse il capo –No, adesso gli schermi sono
completamente neri.
-Non potete più utilizzarli?- chiesi ancora. Miss Evangelina
rispose di nuovo negativamente, affermando che non erano riuscite
nemmeno ad accenderli.
Un rumore forte e improvviso mi fece sobbalzare: miss Korinne si era
alzata di scatto e aveva sbattuto le mani aperte sul tavolo, facendo
tremar le tazze.
-ora basta!- gridò. La sua amica si alzò e
posò una mano sulla sua spalla –Kory, calmati.-
-No!- Korinne scostò bruscamente la mano di Evangelina, poi
puntò l’indice su Holmes – Lei
è il detective più bravo del mondo, vero? Bene,
allora basta con le domande inutili, indaghi, scopra come siamo
arrivate qui e trovi il modo di rimandarci a casa!-sbattè di
nuovo la mano sul tavolo; Holmes le rispose con voce leggermente
più alta, quasi autoritaria –E’ quello
che sto facendo, miss, non posso fare i mattoni senza
l’argilla. Ora si calmi, si sieda e ascolti cosa ho da dire!
Miss Korinne guardò il mio amico per qualche secondo, poi si
sedette e si posò le mani sugli occhi –M-mi scusi,
io..sono stanca e..molto confusa.
-Uno stato d’animo comprensibile, vista la vostra situazione.
-Stia tranquilla, miss, faremo di tutto per aiutare lei e miss
Evangelina- affermai, in tutta sincerità. Miss Korinne mi
ringraziò con un sorriso, e così anche miss Eva,
mentre Holmes si limitò ad annuire e parlò
-Purtroppo, signorine, ho ragione di credere che, se la causa del
vostro arrivo sono davvero quegli apparecchi, allora non posso fare
molto per aiutarvi.
Sollevai le sopracciglia dallo stupore: era la prima volta che sentivo
Holmes dire certe cose; sembrava quasi che si stesse arrendendo.
-Holmes, non riesco a capire.
-Perché non può?- disse miss Eva.
-Mi pare chiaro- esordì il mio amico –Io so molto
poco sulle invenzioni del futuro, giusto quelli che ci avete detto lo
scorso pomeriggio; quegli oggetti provengono dal XIX secolo, mentre le
mie conoscenze si fermano a questo. Potrei comunque consigliarvi una
cosa.
-Cosa?- chiedemmo all’unisono io e le due ragazze.
-Potreste tornare al luogo dove è avvenuto il salto nel
tempo, davanti al Regent’s Park, portandovi appresso i
telefoni. Non posso certo garantirvi che accadrà qualcosa,
ma tentar non nuoce, dopotutto.
Miss Korinne sorrise –Oh, è una buona idea,
un’ottima idea! Ci andremo subito, eh Eva?
-Miss- intervenni –se mi permette di fare
un’osservazione..io credo che il vostro abbigliamento non sia
proprio..adeguato al nostro secolo. Non ho intenzione di arrecarle
alcuna offesa, mi creda, però potrei suggerirvi di cambiarvi
d’abito, prima di uscire? Al fine di non destare sospetti fra
le altre persone, intendo.-sorrisi educatamente. Le due signorine si
guardarono, poi miss Eva annuì –Sì, ha
ragione.
-Ma non abbiamo altri vestiti!- intervenne miss Korinne.
-Signorine – esordì Holmes – non
c’è alcuna fretta, suppongo. Su, finite la vostra
colazione, sono sicuro che la signora Hudson sarà ben felice
di accompagnarvi a comprarne dei nuovi, questo pomeriggio.
Facemmo quindi colazione; le due ragazze ci parlarono di loro, del
perché erano venute a Londra e da quanto abitavano al 221b.
In quella mattina riuscii a sapere molte cose riguardo a loro: si
conoscevano sin dalla tenera età, benchè miss
Evangelina fosse più grande di due anni
dell’amica. Korinne era estroversa, solare, ma testarda e,
come avevo potuto constatare quella stessa mattina, leggermente
impulsiva, mentre Evangelina era più introversa. Il suo lato
allegro rimaneva in buona parte celato davanti a degli sconosciuti, con
i quali si dimostrava timida e riservata; tuttavia potei appurare in
seguito che era una gran burlona, sempre pronta a ridere e a scherzare,
se si fosse presentata una buona occasione.
Nel pomeriggio le signorine uscirono insieme alla signora Hudson;
tornarono solo nel tardo pomeriggio, e non potei fare a meno di notar
il loro radicale cambiamento: miss Korinne portava i capelli biondi,
leggermente scuri, raccolti in una crocchia alta con dei boccoli
ricadenti sulle spalle, e indossava un abito bordeaux. Miss
Evangelina, invece, aveva i capelli neri totalmente raccolti
all’indietro e indossava un abito blu scuro. Tuttavia non
sembravano sentirsi molto a loro agio in quegli abiti.
-Siete davvero incantevoli- affermai. Le signorine mi ringraziarono del
complimento, sorridendo e arrossendo leggermente.
-Siamo anche senza fiato – aggiunse miss Korinne
–questi corsetti sono incredibilmente stretti!
-E provocano delle malformazioni non trascurabili- disse miss Eva.
Sorrisi – Vi ci abituerete in men che non si dica. E poi
– continuai – ho l’impressione che non
dovrete portarli troppo a lungo, non è così,
Holmes?
-Si vedrà, Watson. Non resta che recarsi sul luogo
dell’accaduto.-
Le ragazze annuirono e, prima di uscire, passarono a prendere i loro
telefoni; io presi il mio bastone ed infine uscimmo, diretti al
Regent’s Park.
***
DaTaLoRe: Paola, le tue recensioni sono sempre un mix di
sclerate varie XD comunque SLC Punk Fuori di Cresta è un
grande film…o, come si dice
noi….BELL’ABBESTIAA!! XDXD
sS_FrA_Ss:
Sono felice che ti piaccia la mia fic ^_^ purtroppo ho sempre paura che
i miei personaggi, prima o poi, sprofondino nell’OOC, quindi
rileggo sempre una decina di volte ciò che ho scritto e
faccio rileggere accuratamente dalla mia betareader..lo so, sono un
po’ paranoica, ma voglio che tutto sia scritto con cura, non
voglio dare l’impressione di scrivere storie tirate via.
Comunque, aspetto con ansia una tua nuova recensione..see you soon! :D
Alchimista:
Sei perdonata…con tutte le volte che mi hai perdonata tu per
aver fatto un ritardone col capitolo non potrei fare altrimenti! In
più sei fra quelle che mi seguono fin dall’inizio,
come potrei non ringraziarti?? :) Mi ha fatto molto piacere sentire che
hai iniziato una long fic; purtroppo, come ho già scritto in
precedenza, sono stata via per un po’ di tempo, ma non
preoccuparti…mi farò presto sentire anche nella
tua fic! :D Un bacione, a presto!
Bellis:
Grazie per i complimenti, ma ti devo molto. Il mio stile non sarebbe
stato così accurato se non lo rileggessi tu :) Ed anche il
mio Watson deve molto a te! :D Attendo con ansia una tua nuova
recensione! Bacibaci.
|
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Capitolo 6 *** Chapter Six ***
Approfitto, prima di lasciarvi alla lettura del seguente
capitolo, di questo spazio per segnalarvi un forum su Sherlock Holmes,
la cui founder è una mia amica^^: http://thestrandmagazine.forumcommunity.net/
Detto questo, vi lascio senza alcun indugio alle..
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Six
Arrivammo vicino al parco e le due ragazze si precipitarono verso una
tettoia.
-Ecco!- esclamò miss Korinne, indicandola –ci
siamo riparate lì quando è scoppiato il
temporale, e poi quando quel fulmine si è abbattuto al suolo
siamo cadute all’incirca- -si guardò intorno e
indicò un punto non molto lontano –lì.
Giusto, Eva?
Miss Evangelina annuì –Sì,
più o meno è quello il posto.
Poi osservarono per qualche secondo i telefoni, premettero qualche
pulsante e, di nuovo, si misero a guardarli. Korinne sbuffò,
con aria sconsolata –Non succede niente! Neri come al solito,
gli schermi!- sospirò e si posò le mani sugli
occhi –siamo forse destinate a rimanere qui per il resto
della nostra vita?
Miss Eva aprì la bocca per parlare, ma rimase in
silenzio e abbassò lo sguardo. Di fronte a quella reazione
non potei fare a meno di intervenire.
-Suvvia miss, non faccia così- presi una mano di miss
Korinne fra le mie, tentando di rassicurarla
–vedrà che troveremo un modo per far tornare a
casa lei e miss Evangelina.
La ragazza spostò lo sguardo dalle mie mani al mio viso; nei
suoi occhi verdi vi era già un primo accenno di lacrime, ma
poco dopo mi sorrise –Lei ha un’innata
capacità a tranquillizzare le persone, sa?
Le sorrisi a mia volta e mi voltai verso Holmes, lasciando la mano
della ragazza –E adesso, Holmes?
-Come pensavo- disse –le mie scarse conoscenze a riguardo non
hanno dato alcun frutto. Torniamo a casa, credo che la cosa migliore da
far adesso sia aspettare.
-Aspettare che cosa?- chiese miss Evangelina.
-Il naturale svolgersi degli eventi; ho l’impressione che non
possiamo fare più nulla di concreto, se siete giunte fin qui
senza l’ausilio dell’uomo.
Le ragazze sospirarono; era evidente che quell’attesa
risultasse per loro una dura prova da superare, ma mentre ce ne stavamo
andando mi sorpresi e quasi mi vergognai di quel sentimento di leggero
sollievo che provai al sapere che non se ne sarebbero ancora andate; un
sentimento che, comunque, ebbe vita breve: poteva, infatti, essere vero
che mi fossi già un poco affezionato alle signorine, ma il
loro ritorno adesso veniva prima di tutto.
---
Nei giorni che seguirono le signorine si impegnarono come poterono per
adattarsi a quel nuovo stile di vita: comprarono altri vestiti e si
informarono molto riguardo agli usi del nostro secolo,
benchè fossero già a conoscenza di diverse cose.
Insistettero, inoltre, nel liberare la mia stanza, affermando che ra
mio diritto dormire in camera mia. Si pose quindi il problema su dove
avrebbero alloggiato; scartammo a priori l’idea di un
albergo: sarebbe stato molto sconveniente per due signorine dormire
fuori casa da sole. Io e la signora Hudson avevamo qualche parente a
Londra, ma erano tutti molto lontani dal 221b. In più il
modo di fare delle ragazze, benchè si stessero impegnando
molto, non era ancora abbastanza vicino a quello del nostro secolo da
farle sembrare signorine ottocentesche. Avevano bisogno di
pratica…
-Mia zia Annabelle vive qui vicino- affermò Holmes con
leggera noncuranza e gli occhi impegnati nella lettura di un articolo
del Times.
-Sua zia?- chiesi –Non me ne aveva mai parlato, Holmes.
-Non ne vedo il motivo- replicò –E’ una
vecchia signora che abita da sola al numero 19 di Prince Albert Road-
sollevò lo sguardo dal giornale e sorrise un poco
–Sono sicuro che sarà molto felice di avere due
dame di compagnia.
-Dame di compagnia?-chiese miss Korinne.
-Ma certo, credete forse di entrare a casa di chiunque come se niente
fosse?
-No, ma- -
-Benissimo- la interruppe Holmes –Se per voi va bene, le
manderò un telegramma oggi stesso.
Tutto fu quindi deciso: se miss Annabelle Holmes avesse accettato la
proposta del mio amico, le due ragazze sarebbero andate ad abitare con
lei. Un’ottima occasione per le signorine: avrebbero appreso
tutto ciò che occorreva, e il fatto che l’unica
presenza in quella casa fosse un’anziana signora ci avrebbe
di certo tranquillizzati sulla loro sicurezza.
La risposta arrivò incredibilmente repentina: a quanto
pareva la vecchia zia era entusiasta della notizia, e scrisse che
avrebbe atteso le giovani l’indomani mattina.
***
Un grosso grazie alla mia mamma per l'ispirazione :)
Alchimista: Okay, basta, ho finito di chiedere se
Holmes e Watson sono IC XD Grazie ancora tantissimo per la recensione
^^ Allora, come ti è sembrato il mio Watson che ci prova con
tutt’e due le ragazze? (Ma..ma…io..NdWatson)(Su
su, doc, non faccia il timido, lo sappiamo tutti che lei è
un Casanova
sS_Fra_Ss:
Salve! Grazie mille per la correzione, non ci avevo proprio
pensato…che scrittrice degenere..XD E grazie tantissimo che
stai continuando a seguirmi :D aspetto una tua nuova recensione! Un
bacio^^
Joseph Bell:
Aah, ecco un altro collega di forum :D Spero che questa fic continui a
piacerti anche in seguito, e..beh..non ti resta che aspettare le
novità ;) A presto!
Ringrazio inoltre:
Alchimista
aXce
cassiana
Eri_Piggy_
sS_FrA_Ss
ZofouArtemis
Per aver messo questa fic fra le seguite^^ A presto!
|
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Capitolo 7 *** Chapter Seven ***
Ringrazio tanto la mia mamma per i suggerimenti e l’aiuto che
mi ha dato per il capitolo :) E Bellis per essere la mia
beta-reader :D
Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Seven
La mattina seguente le signorine si trattennero circa un’ora
nella camera, a causa, dissero, di problemi con i vestiti. Facemmo
quindi colazione ed uscimmo subito dopo; cercammo una carrozza, per
evitare di fare tutta la strada a piedi, visto che Prince Albert Road
non si trovava molto vicino al nostro alloggio, e giungemmo alla nostra
destinazione circa venti minuti più tardi. La casa di miss
Annabelle era grande, con un giardino molto ben curato circondato da
una bianca staccionata. Aprimmo il piccolo cancello e ci dirigemmo
verso la porta d’ingresso passando da un viottolo in pietra.
Il mio amico battè un paio di volte sul battente finemente
decorato; poco dopo ci aprì una governante.
-Si?
-Sono il signor Holmes.
-Ah, si, miss Annabelle vi stava aspettando. Entrat- -
-Rebecca!- risuonò per la casa una voce acuta, seguita
subito dopo dall’apparizione di un’anziana e magra
signora.
-Sì, madame?
La donna battè le mani nel vederci –Oh che gioia,
eccovi qua! Oh caro!-posò le sue mani sulle spalle di Holmes
–Come sono felice di vederti, non vieni mai a trovare la tua
povera zia!- disse, con un tono di leggero rimprovero.
–Rebecca, tu puoi andare, grazie.
-Zia, posso presentarvi- -
-Oh, questi devono essere i tuoi amici!- lo interruppe la donna
–Dunque..il dottor Watson, immagino.
-Esatto miss, per servirvi- feci un leggero inchino davanti alla
sorridente signorina.
-Oh, si si si! Christine mi ha parlato molto bene di voi: le avete
curato quella terribile tosse che aveva. Vi ricordate di Christine
Johnson?
-Sì, ho avuto il piacere di incontrarla il mese scorso-
risposi, un po’ frastornato da quella serie incessante di
parole.
-Eh si, poveretta, anche lei non è più la
ragazzina di una volta. Oh, e voi dovete essere le due giovani!- detto
questo abbracciò contemporaneamente le due ragazze, che
rimasero, credo, ancora più stupite e confuse di me.
-Zia, loro sono miss Korinne e miss Evangelina – disse il mio
amico.
-Molto piacere- entrambe le ragazze sorrisero.
-Il piacere è tutto mio, credetemi! Oh, ma che sciocca, io
vi sto trattenendo qui fuori mentre dentro c’è un
bel tè che attende tutti quanti- Miss Annabelle si
recò verso la porta, entrò e ci fece
segno di fare lo stesso –Prego- e,a appoggiandosi leggermente
al braccio del nipote, si diresse all’interno della casa.
Nell’entrare miss Korinne inciampò e per poco non
cadde a terra.
-Oh, attenzione, attenzione! State attenta a dove mettete i piedi,
miss, altrimenti poi cadete e magari vi decapitate.- la
ammonì la donna sorridente. In quel momento scorsi miss
Korinne tastarsi la gola, guardando l’amica con un’
espressione leggermente impaurita.
-Per me è una vera e propria minaccia di morte- le
sussurrò miss Eva.
---
Entrammo in un luminoso e spazioso salotto, in cui erano disposti un
divano, due poltrone di fronte ad esso e un tavolo nel mezzo. Poco
più in là, a ridosso del muro, c’era un
camino; sopra di esso vi erano poggiati ordinatamente diversi
campanelli delle più svariate forme e colori. Una vetrina
era poggiata al muro di fronte a noi; conteneva un servito da
tè proveniente da uno dei viaggi della signorina in Turchia,
un set di bicchierini da liquore e uno strano teschio di cristallo,
riguardo al quale le ragazze mi raccontarono di qualcosa a proposito
dei Maya e di un fantomatico calendario; tuttavia non capii molto bene
ciò di cui mi parlarono. Infine, a decorare ulteriormente la
stanza, alcuni quadri e le fini tende della finestra.
-Prego, sedetevi pure, faccio subito portare il tè. Cecyl!
Ci sedemmo, e poco dopo arrivò una cameriera, portando un
vassoio con il tè e dei biscotti.
-Grazie Cecyl. Dunque – esordì, mentre versava il
tè nelle tazze – da dove venite, belle signorine?-
passò una tazza a miss Eva.
-Ehm, dal..dal Continente- rispose lei, prendendo la tazza.
-Oh, dal Continente, com’è affascinante!
- Vedete, zia, le due signorine sono un po’ inesperte; ho
pensato che voi potevate insegnar loro alcune cose.
-Ma certo!- squillò la voce di miss Annabelle –Non
preoccupatevi, siete in ottime mani. Ma ditemi, come siete finite in
casa di mio nipote?
-Ehm..beh, ecco, ci..ci eravamo perse- disse miss Eva.
-Oh, siete giunte proprio nel posto adatto: l’appartamento
del miglior detective di tutto il mondo- sorrise, poi
continuò con tono confidenziale – Sapete, anche io
mi interesso un poco di certe cose. Anzi, direi che Sherlock e Mycroft
abbiano ereditato proprio da me le loro menti così acute.
-Beh, zia, devo dire che sono cambiate diverse cose da quando ci siamo
visti l’ultima volta: allora non avevate una governante,
né una cameriera.
-A quei tempi, caro nipote, ero anche più giovane! E poi, al
giorno d’oggi, è di moda avere un maggiordomo che
ti apre la porta e una cameriera che pulisce la casa..ed è
anche molto comodo, specialmente per una vecchietta come me, che a
stento si regge sulle sue fragili gambe.
-Non dite così, miss Annabelle, voi mi sembrate ancora una
donna piena di energie- affermò miss Korinne.
-Potete ben dirlo, figliola- rispose la donna con un sorriso
– Il mio era solo un modo per fare un po’ di scena.
Dovete sapere che ho viaggiato molto, in lungo e in largo; posseggo
diversi souvenir, ricordi dei miei viaggi, che tengo per la maggior
parte nel mio studio. Volete vederli?
Stavo per rispondere affermativamente, quando Holmes mi precedette
-Sarà per un’altra volta, zia: ho delle faccende
da sbrigare, e temo proprio che la nostra visita stia giungendo al
termine.
Miss Annabelle gli rispose sorridendo –Capisco; se
è per questo non ti tratterrò ancora un secondo
di più, Sherlock.
Ci dirigemmo quindi all’ingresso e salutammo e signorine. Io
feci un leggero inchino –Miss Korinne, miss Evangelina, a
presto.
-A presto dottor Watson, signor Holmes. Confidiamo nel fatto che non
passerà molto tempo prima di rivederci. – disse
miss Evangelina.
Annuii –E’ così, vero Holmes?
-Assolutamente, Watson. Signorine, zia- le salutò con un
cenno del capo, poi ci congedammo.
---
Mentre stavamo rientrando a casa, mi tornò alla mente
ciò che il mio amico aveva detto in precedenza.
-Faccende urgenti, Holmes?
-E’ così. Ho tra le mani un caso molto importante;
gliene parlerò appena arrivati a Baker Street.
Sollevai le sopracciglia, stupito -Ma..si è forse
dimenticato di miss Korinne e miss Evangelina?
-No; tuttavia non posso fare l’impossibile solo
perché due ragazze le hanno fatto gli occhi dolci, Watson.
Non potei fare a meno di arrossire leggermente a quell’ultima
affermazione del mio amico – Vuole dire che non le
aiuterà più?
-Non ho detto questo: mi sto semplicemente dedicando a un altro caso,
poiché questo si trova in una teporanea situazione di
stallo; ma non l’ho dimenticato, né abbandonato.
Come ho già detto in precedenza, ciò che resta
adesso è aspettare.
Arrivammo a casa. Dopo aver scambiato i soliti convenevoli con la
signora Hudson ed essere entrati nel salottino
dell’appartamento, Holmes si sedette sulla poltrona e
iniziò a parlare.
-Qualche tempo fa mi è arrivata una lettera, nella quale mi
si pregava, in parole povere, di risolvere un mistero riguardante la
scomparsa di diversi gioielli e cose di valore. Inizialmente non
rivolsi molta attenzione alla faccenda, sia perché ero
ancora concentrato sul caso delle signorine, sia
perché un furto di gioielli non attirava il mio
interesse. Feci comunque qualche ricerca, e scoprii che questo caso era
legato a un omicidio avvenuto nelle vicinanze di Kensington Road un
po’ di tempo fa; una settimana e mezzo, per la precisione.
Io ascoltavo con molta attenzione; alla fine del discorso dissi
–A questo punto per lei il caso è diventato
più “allettante”, giusto?
Holmes annuì –Diciamo pure così.
Scotland Yard è sulle tracce di quei due già da
parecchio tempo, ma non li hanno ancora trovati. Non manca molto, prima
che Lestrade venga a chiedere il mio aiuto.
-Aspetti..quindi lei ha già scoperto chi sono e dove si
trovano?
-Non esattamente. E’ vero, conosco le loro
identità, ma non la loro attuale posizione, il loro covo;
comunque mi manca davvero poco a scoprirlo.
***
FrancYeah: Che dici, miss Annabelle Holmes ha deluso le
tue aspettative? :D Spero di no, è un personaggio che mi
piace molto :) Fammi sapere che cosa ne pensi! Beh, per quanto riguarda
il dottore, invece…chissà cosa passa per quella
sua testolina dottorosa XD Secondo te nascerà un amore? E di
chi potrebbe essersi innamorato il nostro dottor Dongiovanni?
(Ma..ma…la smetta di darmi questi appellativi, signorina!
*indignat* ndWatson). Si vedrà..:) Ti mando un bacione, alla
prossima! ;D
Alchimista:
Ma come! Pensano tutti che Watson si sia innamorato! Mi domando il
perché.. (…chissà perché-.-
ndWatson)(zitto tu, non hai voce in capitolo u.u ndAutrice)(Ma..come si
permette? Ragazzina impertinente! ndWatson) ahem, come stavo
dicendo..chissà, forse potrei proprio mettercela una storia
d’amore in questa fic, perché no? (anche se non
posso assicurare che si tratti di un uomo e una donna XD sto
scherzando..ahimè, non a tutti piace lo slash). Comuque,
basta farneticare! Sono molto felice che ti sia piaciuto il capitolo
scorso, e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento ;D Cosa ne
pensi di miss Annabelle? Aspetto una nuova recensione, a presto!
<3
Bellis:
Grazie mille per i complimenti! Comunque ci hai azzeccato con il
carattere della zia, anche se in realtà è
più..eccentrica! :D A presto, sorellona, e grazie per il tuo
Beta Reading! ;)
|
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Capitolo 8 *** Chapter Eight ***
Come avrete capito tutti, sono in ritardissimo con la
pubblicazione. Mi dispiace tantissimo! Fra la scuola e altro, sono
stata veramente occupata..però, adesso che ci sono le
vacanze non ho più scuse! Quindi, passiamo immantinente
(<_<) al prossimo capitolo, spero vi piaccia! :D (chiedo
scusa in anticipo per la lunghezza..anzi, cortezza del capitolo..)
-E così Sherlock ha un nuovo caso fra le mani- miss
Annabelle Holmes era seduta sulla poltrona, con le signorine alla sua
sinistra, sul divano.
-E’ così, miss; però il signor Holmes
è stato molto evasivo a riguardo- disse miss Eva
Annabelle fece un sorriso – Posso capirlo: Sherlock
è molto riservato, specialmente su ciò che
riguarda un caso. Si tratta di un furto mi avete detto..strano che mio
nipote si interessi ad un caso sì banale.
Korinne replicò –In realtà il
dottor Watson ci ha detto che questo caso è legato a un
omicidio, e che il signor Holmes ha già scoperto il covo dei
criminali.
-Oh, e come mai non li hanno ancora catturati?
-Il dottore ha detto che è perchè il signor
Holmes vuole aspettare che l’ispettore Lestrade vada a
chiedergli aiuto.- rispose la ragazza.
-Ah, naturalmente. Vi ha forse detto dove si trova questo luogo?
-Beh..sì. E’ un’abitazione in rovina in
Cossway Street.
-Molto interessante. – Annabelle prese un sorso dal
tè che stava bevendo –Io non mi farei scappare
l’occasione- disse poi a voce bassa, come a se stessa.
-Come ha detto, miss?-chiese Eva, dopo un attimo di esitazione.
-Oh, stavo solo dicendo che io, se fossi giovane come voi, non mi
lasceri scappare l’occasione.
-L’occasione?-Korinne si fece più attenta.
-Esatto, l’occasione per osservare quei due criminali. Forse
sarebbe pericoloso, ma io avrei colto al volo la possibilità
di poter vedere cosa stanno facendo, e di quali loschi affari stanno
discutendo.
Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Eight
Erano passati diversi giorni da quando le signorine erano andate a
vivere con la zia di Holmes; ci vedevamo circa tre volte a settimana: a
volte andavo io stesso a casa di miss Annabelle, ma molto spesso erano
le due signorine a venire al 221b, soprattutto quando miss Annabelle
riceveva in casa le sue amiche per prendere il tè. Ci
dissero che il soggiorno dall’anziana signorina era molto
piacevole, benchè miss Annabelle avesse delle strane
abitudini; miss Annabelle, mi dissero, aveva un umorismo
tagliente e uno spirito d’osservazione particolarmente
sviluppato. Era molto attiva per essere una donna della sua
età, e nelle passeggiate che faceva in compagnia delle due
ragazze raccontava loro dei viaggi che aveva compiuto nella
giovinezza. Qualche volta miss Korinne e miss Evangelina ci
parlavano del loro secolo e della loro vita prima di giungere fino a
noi; si capiva chiaramente che provavano molta nostalgia, e ci
confidarono di essere estremamente preoccupate per le loro famiglie.
-Sono settimane che non ci facciamo sentire- disse miss
Korinne-crederanno che siamo scomparse.
-Perché, è successo diversamente?-
replicò miss Eva –nel nostro secolo noi siamo
scomparse, non ci siamo più.
Un pomeriggio ci trovavamo nel salotto del 221b. Ero riuscito a
convincere Holmes a parlare del caso anche alle signorine.
-Dopotutto- gli dissi –che male potrà mai fare?
Non vi è alcun motivo di non parlarne a due ragazze che
provengono dal XXI secolo.
Esse sembrarono molto interessate ai fatti, soprattutto miss Korinne,
che pose alcune domane circa l’attuale covo dei criminali e
le loro identità.
Qualche giorno dopo successe un avvenimento totalmente inaspettato. Ero
tornato da poco dal mio solito giro di visite e mi ero seduto in
poltrona a leggere il giornale, mentre Holmes stava compiendo alcuni
esperimenti. Si trattava di pomeriggio inoltrato, e tutta Londra
sembrava essere immersa in una innaturale tranquillità; una
tranquillità che venne rotta dal suono frenetico del
campanello di casa. Visto che la signora Hudson era uscita, e Holmes
non dava segni di voler andare ad aprire, mi alzai io stesso e scesi le
scale. Il campanello continuava a suonare, con pochissimi intervalli,
come se qualcuno stesse tenendo il dito premuto sul pulsante. Aprii la
porta, e credo che in quel momento il mio cuore perse un battito:
davanti a me miss Korinne stava cercando di sorreggere
l’amica, priva di conoscenza; entrambe erano coperte di
sangue.
-Dottor..-ansimò la ragazza, con voce strozzata; poi
cedette. Riuscii in tempo a non farla cadere, ma miss Evangelina le
scivolò dalle mani, accasciandosi lentamente a terra.
-Oh mio Dio. Holmes! Holmes!-chiamai il mio amico, che
arrivò subito dopo.
-Come sospettavo!- mormorò Holmes e
sorresse miss Korinne, ed ella disse ansimando
-Eva..la ferita..- Io mi ero abbassato su miss Evangelina e stavo
cercando l’origine di quel sangue; quando trovai la ferita mi
resi veramente conto della gravità della situazione.
-Holmes, ha bisogno immediatamente di un chirurgo.
-La porterò io di sopra, poi chiamerò qualcuno
-Ma, Holmes-
-Lei si occupi delle ragazze mentre sono via, io non potrei fare nulla!
Anche miss Korinne è ferita.
In quel momento mi accorsi che le braccia di miss Korinne erano
ricoperte di sangue e le maniche del vestito tutte strappate. Solo
allora notai che le ragazze portavano abiti da uomo.
Holmes portò in tutta fretta miss Eva nella sua camera, poi
si affrettò ad andare a cercare in un chirurgo. Prestai le
prime cure a miss Evangelina, cercando di fermare
l’emorragia, fino a che non arrivò il medico. Egli
esaminò l’inferma, poi rimase nella stanza insieme
a Holmes, mentre io mi preoccupai di controllare miss Korinne. Esaminai
le sue braccia, spostando i lembi di tessuto, e tamponai le numerose
ferite con dell’antisettico. Fortunatamente si trattava per
di più di graffi non molto profondi, ma vi erano anche molte
spine conficcate nella pelle. La ragazza teneva lo sguardo altrove,
indecifrabile, un misto fra il triste e l’amareggiato.
Continuai il mio lavoro per ancora qualche minuto; poi però,
la mia preoccupazione crebbe, e infine mi decisi a parlarle.
-Miss..posso chiederle cosa è accaduto?- le chiesi
gentilmente, ma con tono accorato.
Miss Korinne non rispose, così io continuai il mio lavoro.
-Miss Korinne..le sue ferite non sono molte, ma vi sono anche diverse
spine. Dovrò toglierle una a una, e probabilmente le
provocherò un po’ di dolore.-
La ragazza annuì lentamente, e io cominciai a toglierle le
spine.
Sopo qualche tempo il mio amico e il chirurgo uscirono dalla stanza, e
miss Korinne si alzò di scatto in piedi.
-Come sta?-
-Starà bene- esordì il chirurgo –per
fortuna non le ha trapassato la spalla, così sono riuscito
ad estrarla con facilità. Però la signorina non
riuscirà a muovere il braccio per un po’ di tempo.
Tornerò fra qualche giorno, per controllare che tutto vada
bene. Con permesso- detto questo si mise il cappotto ed
uscì, dopo un leggero inchino.
Holmes si schiarì la voce -Miss Korinne..nel vostro secolo
è normale farsi sparare?
***
FrancYeah:
Beh, i miei neuroni fanno a cazzotti già da tempo,
ormai…XD Hehe, sono contenta che ti piaccia Annabelle..pur
avendo l’età che ha, è sempre nella
più completa attività. E’ logorroica e
stramba XD Chissà da chi avrà preso il
nipote…<_< Ah, chi si invaghirà di
Watson sono io! (l’ho già fatto, però
vabbè..): infatti ora entrerò nella storia e lo
rapirò, così toglierò di mezzo un
personaggio inutile e mi farò anche un bel regalo
(ritardato) di Natale :D (Ma..ma..O_O’ ndWatson). Bando alle
ciance, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione ^_^
Alchimista:
Naah, e chi la molla? :D Sono curiosa io stessa di come
andrà a finire! (NB: la frase precendete è priva
di qualunque senso logico). Hmm..tutte le mie lettrici sono
d’accordo su un punto..ebbene, LOVE NOW! Okay,
basta. Hehehe, anche a me piace tanto Annabelle XD che
personaggio..un abbraccio! <3
DataLore1001001: Okay,
a parte il fatto che ogni volta che devo risponderti devo fare un
copia-incolla del tuo nick..*ahem* mi hai scoperta, sono gli
stessi campanelli pittoreschi in casa di tua nonna..shhh, tu non hai
visto nienteee *Pinguino Style*. Ecco, comunque la zia ha ragione!
E’ sempre bene stare attenti quando si entra in casa! Sai che
il 62% degli incidenti avviene fra le mura domestiche? (ho un
po’ scavolato, ma più o meno dovrebbe essere
così). Eh si, le due fanciulle continuano a girargli
intorno.._> eeeh, caro dottor
Casanova..(ma…tutti questi soprannomi non si addicono
affatto alla mia persona! u.u ndWatson) (See see, vallo a raccontare a
tutte le tue innamorate u_u ndAutrice)(Ma..! Basta, mi licenzio!
ndWatson)(see see…u.u ndAutrice)(T^T ndW). Via, dopo queste
sclerate, ti saluto! XD un bacione!! <3
|
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Capitolo 9 *** Chapter Nine ***
Memorie
del dottor John H. Watson – Chapter Nine
La ragazza non rispose e distolse lo sguardo.
-Sparare?- dissi io, adesso molto sorpreso e preoccupato.
-Sì. Vede Watson, miss Evangelina aveva una pallottola
conficcata nella spalla. Miss, saprebbe dirmi come
c’è finita?
-E’ stato un incidente! Miss Annabelle aveva detto- - la
ragazza sospirò e distolse lo sguardo dal viso di Holmes,
disperata.
-Sapevo che c’entrava mia zia, quella ficcanaso..miss, mi
dica cos’è successo- ora con aria leggermente
spazientita. Miss Korinne si piegò su sé stessa,
nascondendo il viso fra le mani.
-E’ tutta..colpa mia..-disse, con voce strozzata dal pianto.
Poggiai istintivamente una mano sulla spalla della ragazza.
-Coraggio miss, non faccia così.
-Allora, mi dica cos’è successo!-
sbottò il mio amico, sbuffando.
-Holmes, la prego, le dia il tempo!- dissi io; poi, rivolto a miss
Korinne
–Miss..- con voce accorata. Lei sollevò lo sguardo
verso di me, con i bei occhi verdi velati dalle lacrime. Prese un
profondo respiro e, passandosi una mano sugli occhi, iniziò
a parlare.
-Ci abbiamo pensato qualche giorno fa..miss Annabelle ci aveva detto
che non avremmo corso alcun pericolo se fossimo state attente.
-E’ stata lei a proporlo?-chiesi io, educatamente.
-No, cioè..miss Annabelle ci ha fatto..incuriosire. Ha
cominciato a dire che lei avrebbe colto al volo l’occasione
per poter spiare i criminali..per sapere di quali affari stessero
discutendo. Conoscevamo il luogo dove si trovavano, e..ci abbiamo
provato. Eva all’inizio era riluttante, diceva che sarebbe
stato pericoloso; poi però sono riuscita a convincerla. Miss
Annabelle aveva dei vestiti da uomo: così saremmo state
più comode, aveva detto. Siamo andate nel luogo dove si
trovava il covo, quella casa in rovina e ci siamo avvicinate
silenziosamente a una finestra; lì abbiamo spiato per un
po’ di tempo senza farci vedere, poi però, non so,
dobbiamo aver fatto troppo rumore, e ci hanno scoperte. E’
uscito solo uno dei due uomini, e noi abbiamo iniziato a correre, ed ho
sentito degli spari..Eva è caduta a terra, ma è
riuscita a rialzarsi..sembrava stesse bene. Oddio..- la ragazza si
posò una mano sulle labbra.
-Continui, avanti- la incoraggiò Holmes. Miss Korinne prese
un altro respiro profondo e continuò –Abbiamo
trovato un posto dove nasconderci e solo allora ho visto che Eva era
stata colpita..sanguinava da una spalla, e doveva fare molto male.
Quando è sembrato che l’uomo se ne fosse andato,
siamo uscite dal nascondiglio, ma Eva ha perso i sensi, così
ho cercato di prenderla in qualche modo, e portarla via. Sono passata
dal retro della casa, perché altrimenti ci avrebbero
viste..era pieno di rovi, e non ho potuto fare a meno di ferirmi. Poi
siamo arrivate qui..-
-Miss..- esordii io –se mi permette..è stata molto
coraggiosa.
La ragazza scosse la testa –No, no, è tutta colpa
mia..Eva ha quasi perso la vita per colpa mia.
-No, miss Korinne, la colpa non è sua, bensì di
mia zia.- intervenne Holmes- Con permesso, devo andare a scambiarci due
parole.- Il mio amico uscì, ed io rimasi con le ragazze, sia
per controllare che miss Evangelina non si aggravasse, sia per
consolare miss Korinne.
---
Nei giorni che seguirono sembrò che miss Evangelina fosse
leggermente peggiorata: aveva ripreso i sensi, ma il dolore alla spalla
si faceva sempre più acuto. Quando il chirurgo che aveva
estratto la pallottola ritornò per accertarsi delle sue
condizioni di salute, disse che doveva essere portata in ospedale per
qualche giorno.
-Solo per un controllo e per evitare una netta ricaduta.-
affermò, così decidemmo di portarla al
più vicino ospedale.
-Venga anche lei, Watson, dopotutto la colpa è anche
sua.-disse il mio amico.
-Mia?- chiesi, alquanto sorpreso.
-Esatto: non sono certo stato l’unico a raccontare tutto alle
due ragazze.
Seguii quindi Holmes, e anche miss Korinne volle venire con noi.
Purtroppo il soggiorno di miss Evangelina in ospedale non fu breve come
credevamo: il dottore ci disse che la ragazza doveva rimanere
lì per almeno tre giorni, ma né io, né
miss Korinne, né Holmes volemmo tornare a casa,
poiché ci sentivamo tutti colpevoli per quanto era accaduto.
Durante i giorni in ospedale Holmes dormì nella camera di
Evangelina, mentre io e miss Korinne dormimmo in parte nel corridoio su
alcune poltrone, e in parte nella stanza insieme a Holmes e
all’inferma.
-Sa Watson- mi disse una volta Holmes, in privato –ho parlato
con mia zia.
-Oh, e che cosa ha detto a riguardo? Ha espresso il motivo per
cui ha mandato le due signorine nel covo dei criminali?- chiesi io.
-Il motivo di tutto ciò è molto semplice;
conoscendo mia zia, non avrei avuto nemmeno bisogno di chiederglielo.
Vede, Watson, da giovane miss Annabelle è stata una donna
molto attiva, da come ha potuto notare dai suoi numerosi souvenir.
Purtroppo, benchè goda ancora di ottima salute, non
è più giovane come una volta, e deve aver
proiettato le sue curiosità riguardo al caso sulle due
ragazze. Miss Korinne una volta mi ha detto di essere molto interessata
alla criminologia, e mia zia non ha dovuto faticar molto per accendere
più che un barlume di curiosità nella ragazza, e
in miss Evangelina.
-Quindi..le ha sfruttate per il proprio interesse?- chiedi, sbalordito
–non me lo sarei aspettato da sua zia.
-Più o meno è così.- disse,
accendendosi una sigaretta. –Con mia zia
c’è da aspettarsi di tutto.
-Capisco- annuii, poi -Holmes, è vietato fumare in ospedale.
-E che importa?
***
Ringrazio:
Alchimista
aXce
cassiana
Eri_Piggy_
FrancYeah
m i n o r i t y
Tensi
Per aver messo la mia storia fra le seguite.
Bellis, per
averla messa fra le preferite (e per il beta reading ;D)
NemesiS_ per
averla messa fra le ricordate :D
DataLore1001001:
Come sempre le tue recensioni sono le più sclerotiche XD
Beh, ora siamo al capitolo 9..piaciuto? :D E comunque è
vero, povera Evangelina. Oh. XD Fine della risposta alla recensione,
spero ti sia piaciuto anche questo
capitolooooooooooo…*dissolvenza* (Dissolvenza? Dissolvensa?
Mah..)
Alchimista: Heh, a quanto pare miss Annabelle ha
complicato un bel po’ le cose, eh? Chi ti dice che non
morirà nessuno? No, forse la mia crudeltà non
arriverà a questo punto. Ti ringrazio per la tua recensione,
e pre i complimenti che mi fai…^///^ Spero che anche questo
capitolo non sia stato da meno..un bacione, ti aspetto! :D
FrancYeah:
Ooh, si che l’hanno fatta..ma possibile che Korinne metta
sempre nei guai la povera Evangelina? Nah, è solo un
po’ impulsiva. Forse questa esperienza riuscirà a
cambiare il suo carattere, chissà. Ah, sei riuscita a notare
quel “Come sospettavo” di Holmes, eh? :D Che
occhio! Comunque va bene, nel prossimo capitolo scompariranno sia
Holmes che Watson, e Annabelle si metterà a fare la
detective..ma chi mettiamo come assistente? :D Al prossimo capitolo! Un
bacio <3
|
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Capitolo 10 *** Chapter Ten ***
Memorie del
dottor John H. Watson – Chapter Ten
-Mi scusi, dottore..- mi disse una sera Korinne, mentre eravamo di
ritorno verso l’ospedale dopo una breve passeggiata.
-Per cosa, miss?- le chiesi.
-Per..per averle mentito, per aver combinato tutto questo. Voi ci avete
ospitati, e noi..io vi ricambio in questo modo. Ho messo in pericolo di
vita anche Eva, che non voleva neanche venire.
-Miss..- le risposi, sorridendo leggermente; le mie parole,
però, erano sincere –Le ha salvato la vita e
l’ha portata fin da noi, anche se le braccia le provocavano
molto dolore. E’ stata molto coraggiosa.-
---
Passarono tre giorni. Miss Evangelina si rimise molto bene, tanto da
voler tornare a casa a piedi, senza una carrozza, ma viste le sue
condizioni, decidemmo che sarebbe stato meglio per lei riposarsi ancora
un po’. Appena arrivati a casa Mrs. Hudson ci
avvisò che in quei giorni si era stanziata
nell’appartamento una strana donna.
-Arrivava ogni mattina e se ne stava di sopra a fare le pulizie e a
riordinare – disse la signora - Miss Annabelle Holmes, la zia
del signor Holmes. Il signor Holmes mi aveva detto che poteva entrare,
ma non doveva toccare nulla, però io non sono riuscita a
fermarla. Quella non è una donna, è un uragano!-
-Il mio schedario!- gridò Holmes, visibilmente fuori di
sé –Quella donna ha toccato la mia roba! Ed
è entrata in camera mia senza permesso!
-Suvvia, signor Holmes, non faccia così! Non ci
vorrà molto a mettere tutto in disordine come prima- miss
Evangelina sorrise.
Il mio amico sbuffò, rosso in viso dalla rabbia.
–Lei dovrebbe andare a riposare, adesso.-
-Ma..- tentò di protestare la ragazza.
-Niente ma!- la interruppe Holmes –vada in camera mia per
oggi, ma non tocchi nulla!-
Miss Evangelina sorrise –Grazie, signor Holmes.
-Sì, sì, ma vada, ora. E non tocchi nulla!-
ripetè
Dopo che la ragazza si fu ritirata nella camera del mio amico, non
potei far a meno di notare la sua frettolosità.
-Holmes..mi è sembrato che volesse proprio che miss
Evangelina entrasse in camera sua. Posso sapere il motivo di tanta
rapidità?
-Mio caro Watson..- rispose, rovistando ra le sue carte –
avrei preferito di gran lunga che non ci entrasse; tuttavia mi sembra
una ragazza riservata, e devo tenerla fuori dal salotto, almeno per
oggi.
-Fuori dal salotto?
-Già. La signora Hudson mi ha detto che in questi giorni
è venuto a cercarci Lestrade, e preferirei che le signorine
non facessero la sua conoscenza, vista l’attuale situazione.
-Teme che possa capire che sono state loro ad entrare nel covo dei
criminali?
Il mio amico annuì –Già. Se fossi in
lei, avviserei anche miss Korinne. Dovrebbe essere nella sua stanza,
dottore.
Mi avvicinai alla porta di camera mia, e bussai piano, prima di
entrare.
-E’ permesso?
-Oh, dottore- La ragazza era seduta sul mio letto. Si alzò,
vedendomi. -Mi scusi per l’intrusione. E’ che il
signor Holmes non voleva che entrassi nella sua camera..
Io annuii, sorridendo; solo in quel momento notai che miss Korinne
stava tenendo in mano una di quelle scatole luminose che ci avevano
mostrato la prima volta che ci conoscemmo. La ragazza lo
osservò di nuovo, con sguardo che tradiva una forte
malinconia.
-Le manca tanto, vero?- le dissi
La signorina sollevò lo sguardo –C-come?
-Stavo parlando di casa sua.
Korinne sorrise un poco –Ma io sono a casa mia. A me
manca..il mio tempo.
-Non posso dire di capirla, signorina, ma..le assicuro che io e il
signor Holmes stiamo facendo di tutto. E’ solo che non
conosciamo quegli oggetti come li conoscete voi.
La ragazza annuì –Già..beh, non voglio
occuparle ancora la sua stanza, avrà da fare..- Si
avvicinò alla porta, e stava per aprirla, quando la
trattenni delicatamente, posandole entrambe le mani sulle braccia.
-N-no, miss..-
-Dottore..?-
La ragazza si voltò verso di me e ci guardammo negli occhi
per qualche secondo; poi, lentamente, si avvicinò a me.
Sentivo il mio cuore palpitare sempre più forte, mentre
vedevo la ragazza avvicinare il proprio viso verso il mio, e
dischiudere le labbra. Chiusi gli occhi, e mi lasciai trasportare dal
momento; sentivo il respiro di Korinne sul mio viso, sempre
più vicino, e in un attimo le sue labbra sfiorarono le mie.
Poi una voce ruppe quel momento.
-Dottor Watson! C’è qui l’ispettore
Lestrade, desidera parlare con noi.
Aprimmo entrambi gli occhi, e Korinne si allontanò
velocemente da me, rossa in viso. Mi sentii avvampare, poi cercai di
balbettare qualche scusa, con voce tremolante.
-R-resti qui, miss..non credo sia prudente..farsi vedere
dall’ispettore..
Abbozzai un sorriso ed uscii quindi dalla porta di camera mia,
richiudendola alle mie spalle.
---
-Oh, buonasera dottore.- disse l’ispettore Lestrade.
-Buonasera- risposi io –a cosa dobbiamo questa visita?
-Vedete- esordì l’ispettore –sono qui
per chiederle aiuto, signor Holmes. Come lei e il dottore avrete letto
su alcuni- si schiarì la voce
–“indiscreti” giornali, mi sto occupando
di un caso..un caso di furto e assassinio.
-Sì, ne abbiamo sentito parlare- disse il mio amico,
lanciandomi un’occhiata.
-Bene, bene.-continuò Lestrade –come sapete, i
criminali, che crediamo essere due o più, si erano rifugiati
in una casa abbandonata in Cossway Street. Eravamo pronti
all’azione: alcuni miei uomini stavano tenendo
d’occhio i criminali, che rispondono al nome di Buster Davies
e Duke Burton, e mi hanno riferito di aver visto sbucare
improvvisamente da dei cespugli altri due uomini sconosciuti. Hanno
prima pensato che fossero dei complici, ma i due si sono messi a spiare
alla finestra, poi sono scappati di colpo, con Burton alle calcagna. I
miei uomini si sono precipitati su di lui, ma non hanno potuto evitare
che sparasse ad uno dei due; nel tumulto inoltre, sia
Burton che Davies sono riusciti a fuggire, e non abbiamo trovato
traccia dei due sconosciuti.
-Ovvio! Mai una volta che Scotland Yard ne azzecchi una!-
sbottò il mio amico. –Suppongo che sia venuto qui
per chiedere il mio aiuto, giusto ispettore?
Lestrade annuì e Holmes rimase qualche momento in silenzio,
per poi replicare
–No, non posso aiutarla.-
***
Alchimista:
Naah, tranquilla, non potrei mai far morire la mia Korinne! *dita
incrociate dietro a schiena* come puoi pensare una cosa del genere? XD
E come al solito il povero Watson si becca la colpa di tutto..ce la
faranno i nostri eroi ad arrestare quei criminali? Da questo capitolo
il caro Holmes non sembra molto intenzionato ad aiutare quel tontolone
di Lestrade..XD E questo capitolo? E’ stato abbastanza
crudele per la povera Korinne? :D spero di risentirti presto, un bacio!
<3
LivingTheDream: Oh, una nuova lettrice, che bello! :D Sono
tanto contenta che questa storia per ora ti piaccia..non è
che hai già cambiato idea, vero? :D Ah, per quanto riguarda quei "miss", beh, è Watson a parlare, quindi credo sia necessario aggiungerli^^ Grazie mille per la
recensione, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto..ti
aspetto! ^^ (ps. Ti piace il prof. Layton **)
DataLore1001001: No, aspetta, e io dovrei anche
risponderti? XD cioè, questa recensione veramente supera
tutte le altre per il livello di sclerosità. Oioi, Holmes
che gioca a scaricabarile XD povero Watson..e povero Mr. Hospital! Che
insensibilone quell’Olms..(O.o)..via su, aspetto
un’altra tua scler- recensione, a presto! XD
|
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Capitolo 11 *** Chapter Eleven ***
Sì! Lo so! Non ditemi niente!
ç_ç scusatemi, è tutto quello che
posso dire..e vi ho lasciato un bel capitolone da leggere, spero che
con questo sarò perdonata..buona lettura!
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Eleven
-C-come?- Lestrade sembrò molto sorpreso –Ma
signor Holmes, il suo aiuto sarebbe di estrema importanza e--
-Ho detto che non posso aiutarla.- lo interruppe il mio amico.
L’ispettore sospirò -Beh, vuole almeno illustrarmi
le ragioni per cui non può?
Holmes si sistemò meglio sulla poltrona sulla quale si era
seduto e replicò, disinvolto
–Non ho voglia
-Non ha..voglia?
-Ho altro lavoro da fare, in questo periodo, e credo..-
continuò, alzandosi dalla poltrona -..che anche lei ne
abbia, quindi sarebbe meglio per tutti e due terminare qui la nostra
conversazione, se non le spiace- aprì la porta che dava sul
salotto.
-Beh- disse Lestrade –se così stanno le cose..ma
la prego di rifletterci, Holmes; non sarei venuto da lei se non fosse
una questione urgente.-
Infine si congedò, salutandoci con un
“buonpomeriggio” e calcandosi il cappello in testa.
Il mio amico mi disse che miss Korinne poteva uscire dalla mia stanza,
ma quando entrai la trovai stesa sul letto, addormentata. Mi venne da
pensare al momento in cui le ragazze sarebbero dovute tornare nel loro
tempo; quando sarebbe successo? Non potevo dare una risposta a questo
interrogativo, ma sentivo dentro di me che ci sarebbero riuscite; ero
certo, comunque, che avrei sentito la loro mancanza.
---
Nei giorni che seguirono le due tornarono in casa di miss Annabelle;
Evangelina sembrava ormai essersi ripresa piuttosto bene, e potei
togliere definitivamente le bende dalle braccia di Korinne.
L’ispettore Lestrade non mancò di venirci di nuovo
a trovare, e convinse Holmes a fare alcune indagini riguardo al caso,
ma il mio amico si guardò bene di fare parola sui due
misteriosi individui che si trovavano alla casa abbandonata.
-Dobbiamo evitare che Lestrade venga a conoscenza delle loro
identità, Watson- mi disse un giorno –sarebbe
davvero seccante dovergli dare delle spiegazioni-
Le signorine passarono con noi diverso tempo, e cercammo di risolvere
l’enigma riguardante le due scatolette luminose, che ormai da
molti giorni non davano segni di vita; le stesse che si pensava
avessero portato le due ragazze indietro nel tempo, e che
quindi credevamo potessero riportarle a casa. Il problema era riuscire
a capire come.
-Potremmo caricarli di nuovo di elettricità- propose Korinne
-E dove la trovi?- ribattè la sua amica –Qui non
l’hanno ancora scoperta!
Di cosa stessero parlando, non ne avevo idea.
-Signorine- esordì Holmes – quando siete arrivate
qui, era in corso un violento temporale, e avete detto che la causa del
vostro salto nel tempo potrebbe essere stato un filmine.
Perché non ricreare quella situazione?
Miss Korinne scosse il capo –Servirebbero le attrezzature
adatte; un’antenna, perlomeno.
-Potremmo farne costruire una- proposi io, senza sapere con certezza
che cosa fosse.
L’idea venne presa in considerazione, e ci accordammo per
vederci dopo cena per discuterne, visto che prima sia io che Holmes
dovevamo lavorare.
---
-Eva, credi che un giorno torneremo a casa?
-Beh, io spero di sì!
-Mh..- la ragazza diede un calcio a un sasso della strada. Stavano
tornando a casa a piedi, dopo essere uscite dall’appartamento
di Baker Street.
-Stà tranquilla, Korinne; in fin dei conti, Holmes e il
dottore stanno facendo tutto il possibile.
-Lo so, ma..non è che si sta tanto male qui, no?
-Beh, no..ma non è il nostro tempo-
Korinne continuò a calciare il sasso, e rispose scollando le
spalle, con lo sguardo basso. Evangelina si fermò
–Korinne? Che hai?
-Io? Niente, che ho? Non ho proprio niente..
Eva rimase in silenzio.
-Mh? Insomma, andiamo?-
-..tu non vuoi tornare a casa, vero?- Evangelina la osservò
intensamente.
-Che cosa? Certo che voglio tornare a casa, che discorsi! Muoviamoci,
piuttosto, miss Annabelle ci aspetta per pranzo..
Quando tornarono a casa, trovarono miss Annabelle ad aspettarle.
-E’ arrivato qualcosa per voi, una lettera.
-Una lettera?- le ragazze si guardarono, stupite.
Miss Annabelle porse loro la lettera, sorridendo, e prima di andarsene
disse –Non è che avete già qualche
ammiratore?
Per tutta risposta le due sorrisero, poi rivolsero la loro attenzione
alla lettera che aveva in mano Evangelina. Era una normale busta per
lettere, con scritto soltanto i nomi delle ragazze e
l’indirizzo della casa; mittente sconosciuto. Dopo qualche
secondo di esitazione, la ragazza la aprì.
Miss Evangelina, miss Korinne,
siete
cortesemente invitate a prendere un tè nella mia umile
residenza. Una carrozza verrà a prendervi alle quattro in
punto del pomeriggio, siete pregate di accettare l’invito e
di non farne parola con alcuno se volete evitare spiacevoli
conseguenze.
Distinti
saluti,
M.
-Che? Prendere il tè?- esclamò Evangelina.
-Chi sarebbe questo “M”?-
-non ne ho idea, ma non mi piace. Korinne, io non ci voglio andare.
-Nemmeno io, ma sembra che non abbiamo scelta.
-Ma hai letto? Che vorrebbe dire “spiacevoli
conseguenze”?
-Non lo so. Eva, neanch’io mi fido di questo invito, non mi
piace neanche un po’..ma vedi qualche alternativa? Non so,
devono spiarci, o qualcosa del genere, altrimenti come farebbero a
sapere i nostri nomi e dove abitiamo?
---
A pranzo le ragazze furono molto taciturne; non era facile nascondere
il nervosismo, e Evangelina rovesciò per sbaglio un
bicchiere d’acqua.
-Oh, m-mi scusi, mi scusi tanto- balbettò rivolta a miss
Annabelle.
-Non fa nulla, stia tranquilla..- l’anziana signorina la
osservò per qualche secondo, poi si passò il
proprio fazzoletto sulle labbra e si schiarì la voce
–Allora…siete molto silenziose,
quest’oggi.
Per tutta risposta le due abbozzarono un sorriso.
-Avete qualcosa in programma per questo pomeriggio?-
conintuò lei
-Beh no, noi…avevamo pensato di fare un giro; sa, visitare
un po’ la città. Sempre che lei sia
d’accordo.-rispose Korinne.
-Abbiamo chiamato una carrozza per..-Eva guardò
l’amica –..le quattro del pomeriggio.
-Oh, andate pure, mi sembra un’ottima idea!- miss Annabelle
annuì, ma rimase ad osservarle di sottecchi per il resto del
pasto.
Dopo pranzo Evangelina e Korinne avevano ancora un’ora prima
dell’arrivo della carrozza, ma erano entrambe ancora molto
nervose.
-Dobbiamo avvisare Sherlock e John, Eva. Non voglio che tu corra altri
pericoli a causa mia.
-Si, ma in che modo?
-Non lo so. Potremmo lasciare un biglietto..ma se è vero che
ci stanno spiando non possiamo certo andare a Baker Street.
-Potremmo lasciarlo a miss Annabelle.
-Ma certo!- esclamò Korinne battendosi il pugno sul palmo
dell’altra mano –lasciamole la lettera.
-La lettera che ci hanno mandato?
-Esatto. Diciamole di consegnarla al signor Holmes o al dottor Watson
non sappena saremo uscite. Holmes capirà.
Poco prima dell’ora stabilita le ragazze scesero da miss
Annabelle e le consegnarono la lettera, chiedendole di portarla al
più presto al nipote.
-Ma si, non preoccupatevi. Ma..va tutto bene, signorine?
-Certo, tutto bene- Eva sorrise.
Non dovettero attendere molto altro tempo: la carrozza infatti
arrivò alle quattro in punto, proprio come diceva la
lettera; le due uscirono e si incamminarono per il vialetto della casa
con una naturalezza che nascondeva in realtà una certa
preoccupazione. Il cocchiere era impassibile, e non guardò
le ragazze neanche un momento; i finestrini della carrozza erano
oscurati.
-Korinne, ho paura.-
-Anche io..ma andrà tutto bene vedrai- e strinse la mano
dell’amica. Partirono, senza avere la minima idea di dove
stessero andando, e si fermarono solo dopo mezz’ora circa. Il
cocchiere aprì la porta della carrozza senza dire una
parola, e le due ragazze scesero lentamente dopo un attimo di
esitazione: davanti a loro un maggiordomo le stava aspettando sulla
soglia di un’elegante casa.
-Prego miss- disse, facendosi da parte –il signore vi sta
aspettando all’interno.
Eva e Korinne si guardarono, stupite ma pur sempre nervose; si
avvicinarono, indugiando all’ingresso della casa.
-G-grazie..- disse Evangelina, perplessa, al maggiordomo. Infine
entrarono, ed egli le accompagnò fino a uno spazioso ed
elegante salotto. Un tavolo con alcune sedie, una scrivania piena di
carte, un divano e, infine, una misteriosa figura nascosta dall'ampio
schienale di una austera poltrona.
-Signore, miss Korinne e miss Evangelina.-Il maggiordomo infine si
congedò con un inchino, chiudendo la porta dietro di
sé. L’uomo non si mosse;
Una voce baritonale risuonò per la stanza
-Benvenute..ragazze del futuro.
***
Alchimista: ebbene, rieccomi di nuovo! Uff..spero
sinceramente che non me ne vorrai troppo per questo…non si
può chiamare nemmeno ritardo! >.<
comunque..che ne dici della faccenda? Chi sarà
quest’uomo misterioso?
LivingTheDream: scusami,
s-c-u-s-a-m-i! Veramente…non ti sei scordata tutto, vero?
Spero di no..s spero anche che questo nuovo capitolo di sia piaciuto!
:) Al prossimo capitolo!
Bellis: Ah!
Eccoti qui, tu :D beh, tu mi conosci troppo bene :P eppure, sembra che
la storia fra loro sia finita qui, che ne dici? Hehe, spero che la
storia non cominci ad annoiarti..ci sentiamo presto! Un bacione
<3
FrancYeah:
Ma che dici, Lestrade un tontolone? Naah..*sarcasm* [Viene fulminata da
Lestrade] ahem! Comunque..spero tanto che ti sia piaciuto anche questo
capitolo :D alla prossima!
|
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Capitolo 12 *** Chapter Twelve ***
Credo che le mie scuse non potranno mai essere abbastanza..confido che
non ce l’abbiate comunque troppo con me, e che i vostri animi
magnanimi continuino a leggermi nonostante tutto
ç_ç
Buona lettura! :3
Memorie del
dottor John H. Watson – Chapter Twelve
Non avevo mai visto Holmes così eccitato e nervoso, prima di
allora; lo avevo osservato in azione diverse volte da quando ci eravamo
conosciuti, ma sempre aveva mantenuto quella tipica, apparente
impassibilità che caratterizzava ogni sua indagine. Adesso,
invece, sembrava difficile per lui nascondere una certa emozione
riguardo al caso: riuscii facilmente a notare quel suo continuo
rivolgere lo sguardo all’orologio, in attesa che arrivasse
l’ora fissata per l’appuntamento. Non vedevo
però il motivo per cui non stavamo indagando sul caso
“Burton e Davies”; da tempo, infatti, saremmo
dovuti andare sul luogo dell’omicidio e in Cossway Street,
nella casa abbandonata che era diventata il covo dei due malviventi.
-L’ho fatto, Watson- mi disse Holmes quando espressi il mio
dubbio –Mentre lei si gingillava e portava a spasso le due
fanciulle io mi sono preoccupato di condurre delle indagini su quanto
è successo: Buster Davies, 35 anni, faceva
l’ormeggiatore nella zona di Lambeth. Non sarà
stato difficile per lui prendere dei contatti con Duke Burton; 32 anni,
scaricava e caricava merci proprio in quella zona.- Il mio amico si
accese la sua pipa e, prendendo una boccata di fumo,
continuò –Ma veniamo ai fatti: sono andato nel
luogo dove è avvenuto l’omicidio..Holland Road,
Kensington.-
-Il giudice Crane..- mormorai io. La morte del giudice Angus Crane era
sulle prime pagine dei giornali già da parecchio tempo: era
stato ucciso con due colpi di pistola alla schiena, e il suo corpo
rivenuto dalla moglie, che rincasava dopo aver passato il pomeriggio a
casa della madre; dalla lussuosa dimora erano state portate via 3000
sterline e alcuni gioielli appartenenti alla donna.
-Ma c’è qualcosa che non quadra, in questa storia
del furto..- continuò Holmes –Quando la moglie lo
ha trovato, il corpo dell’uomo giaceva prono e rivolto verso
la finestra, con la mano sinistra coperta da alcune carte che i
presunti ladri hanno gettato via, nella foga di trovare qualcosa di
prezioso da trafugare.
-Magari non si aspettavano di trovarlo in casa, e dovendo prendere una
decisione affrettata gli hanno sparato.- suggerii.
-Certo, potrebbe essere...se avessimo a che fare con due principianti.-
Il mio amico scosse il capo –No, Watson..Burton e Davies
sapevano esattamente cosa cercare; o meglio, chi cercare: il giudice
Crane non è morto perché si trovava nel posto
sbagliato al momento sbagliato. Ma mi lasci continuare,
finirò di illustrarle le prove favorevoli alla mia tesi.-
prese un’altra tirata dalla pipa –Proprio nel
giorno della settimana in cui è avvenuto
l’omicidio Angus Crane era solito congedare la
servitù e rimanere solo in casa, poiché la moglie
andava a far visita a sua madre. Due ladri esperti non avrebbero certo
agito d’impulso, avrebbero scelto il giorno e l’ora
più favorevoli per compiere il furto: un omicidio
premeditato richiede una discreta dose di tempo, ingegno e rischio, e
di certo uno scassinatore preferisce non dare nell’occhio e
correre meno rischi possibili. Veniamo poi a ciò che
è stato trafugato: sappiamo per certo che prima del delitto
nella casa del giudice erano presenti ben 9000 sterline, senza contare
l’oro, l’argenteria e altri preziosi. La cassaforte
non è stata toccata, e considerando ciò che
è stato portato via, dedurre che il furto è stato
soltanto un pretesto per l’omicidio è una cosa
alquanto banale.-
Ascoltai in silenzio le deduzioni del mio amico, con il solito, grande
interesse e altrettanta sorpresa. Non è raro che un giudice
abbia dei nemici; probabilmente ogni criminale nutre forti rancori nei
confronti di colui che lo ha privato della libertà. Burton e
Davies, però, non erano legati in alcun modo al giudice
Crane, e questo non faceva altro che restringere il campo a tutti i
criminali da lui giudicati in precedenza; tenendo conto i suoi 10 anni
di carriera, ciò non aiutava affatto.
---
Sherlock Holmes stava per continuare il suo discorso, quando la porta
si aprì di scatto e miss Annabelle entrò nella
stanza, con la sua irruente personalità e una lettera nella
mano destra.
-Sherlock! Oh caro, menomale che ci sei..dottor Watson- mi
salutò con un veloce cenno del capo, a cui gentilmente
risposi, sebbene stupito per quella improvvisa irruzione.
-Che succede, zia?-
-Le ragazze..mi hanno chiesto di consegnarti questa il prima possibile-
gli porse quindi la lettera e notai che le parole erano scritte
finemente, con la calligrafia di una persona evidentemente istruita.
-Dove sono adesso?- chiese il mio amico mentre si accingeva a leggerla.
-Avevano detto di voler visitare la città; saranno via da
un’ora, o poco più. Cielo, tutto questo
è così sospetto.-
-Che io sappia- esordii –le uniche persone con cui miss
Evangelina e miss Korinne hanno dei contatti siamo noi. Chi mai
potrebbe mandare loro una lettera?-
Holmes aveva appena finito di leggere le poche righe, e sembrava
essersi un poco agitato; non mi lasciò nemmeno il tempo di
osservare io stesso la lettera, che subito la posò sul
tavolo e prese il soprabito.
-Andiamo- disse –So esattamente dove sono andate-
Uscì a grande velocità; feci un veloce inchino a
miss Annabelle e per poco non inciampai nel seguire il mio amico.
-Holmes!- chiusi la porta di casa dietro di me, e guardai da entrambe
le parti del marciapiede per vedere da quale parte fosse andato. Egli
era già diversi piedi avanti a me, così dovetti
fare uno sforzo per ignorare il dolore alla mia gamba e raggiungerlo.
-Holmes..-ripetei, un po’ affannato- Ma dove stiamo andando?
-Si fidi, Watson, conosco il percorso da seguire.
Effettivamente attraversavamo veloci le strade, senza mai fermarci e
senza esitazioni; solo ogni tanto Holmes cambiava bruscamente
direzione, scegliendo la via più veloce da seguire.
-Potrei sapere almeno la nostra destinazione?
-CI stiamo dirigendo verso..una mia vecchia conoscenza.
-Vecchia conoscenza?- ormai facevo fatica a tenere il passo, sembrava
dovessimo andare dalla parte opposta di Londra –Ma Holmes,
come fa ad esserne certo?
-Oh, ci conosciamo molto bene, direi che il suo intelletto eguaglia in
tutto e per tutto il mio. Peccato che abbia scelto il modo sbagliato
per usarlo.-e si rabbuiò vagamente, rallentando un poco il
passo.
---
Continuavano a tenersi per mano, nervose e spaventate.
-Prego signorine, accomodatevi; il tè verrà
servito a breve, e sarebbe scortese lasciare in piedi due
così graziose ospiti.
-L-lo è anche non mostrare la faccia- Korinne strinse la
mano dell’amica –Chi è lei?-
-Ogni cosa a suo tempo, miss..ogni cosa a suo tempo.- la figura si
alzò dalla poltrona: un uomo dalla massiccia corporatura,
elegante, che indicò loro il divano, con un gesto della
mano. –Da brave, sedetevi e non abbiate timore:
arriverà a momenti.- Le due si sedettero lentamente, confuse
dall’ultima affermazione dell’uomo e tuttavia non
meno allarmate di prima. Entrambe, quasi all’unisono,
maledissero quel giorno in cui decisero di uscire a passeggiare a causa
della noia.
-Avete la lettera con voi?- chiese l’uomo.
-La lettera..-Evangelina guardò l’amica, la sua
voce ridotta quasi ad un mormorio –N-noi
l’abbiamo..d-dimenticata.
-Oh..- egli si sedette su una poltrona davanti a loro, sorridendo
leggermente –Allora ho ragione di credere che
arriverà a momenti.
***
FrancYeah:
Heheh anche io ci penserei un bel po’! (probabilmente sarei
così rompiscatole che mi rimanderebbero nel mio tempo a
calci XDD). Chissà se riusciranno davvero a tornare indietro
le due ragassuole, le cose si stanno complicando..
Alchimista: Scusamiscusamiscusamiiii
ç_ç Cavolo, è un problema questa cosa
del ritardo..ci si mette pure la scuola, ahimè.
Però tranquilla, anche se sono terribilmente ritardataria
cerco sempre di mandare avanti le mie storie :D Comuunque..hehe, chi
sarà mai? A quanto pare ho voluto lasciari ancora un
po’ nel dubbio, visto che non ho ancora svelato
l’identità di questo ambiguo personaggio..:D Ti
è piaciuto il capitolo? Ti aspetto! Un bacio ^^ <3
LivingTheDream:
a furia di non essere puntuale rischio di farti rileggere daccapo la
storia ad ogni mio aggiornamento xD povera, spero che tu non te la sia
dimenticata troppo t_t Grazie mille per il commento, spero che anche
questo cap non sia stato da meno..alla prossima! :)
K_BillieJoe:
ma qui ogni riferimento a persone e/o cose è del tutto
casuale! U_U mi ha fatto piacere il tuo commento caratteristico xD La
serie? °_° quale delle 21483mila? XDD un bacione
grooosso grosso <3 (Mi sono accorta di avere una faccia
terribilmente stupida quando scrivo -.-‘)
E naturalmente un grazie grossissimo alla mia beta Bellis...non so cosa
farei senza di te!! <3
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Capitolo 13 *** Chapter Thirteen ***
Scrivere questo episodio è stato un trauma: a un
certo punto la mia tastiera ha deciso che la S non era di suo
gradimento e me la scriveva una volta sì e trenta no. Che
cosa tremenda.
Memorie del dottor John
H. Watson – Chapter Thirteen
Arrivammo alcuni minuti più tardi; ci trovavamo nella zona
di Pall Mall, e davanti a noi si ergeva una casa dall’aspetto
ricco e ben curato. Holmes suonò senza indugio alla porta
d’ingresso.
-Eccoci qua, Watson.-
-Qua?- stavo ancora prendendo fiato dopo la corsa che avevamo fatto, e
la gamba mi doleva più del solito. –Ma Holmes,
questo posto- -
Non riuscii a finire la frase: in quel momento un maggiordomo
aprì la porta e si fece da parte con un inchino.
-Signor Holmes, dottor Watson, prego: il signore vi sta aspettando nel
salotto.
Ci accompagnò fino alla stanza, entrò per
annunciare il nostro arrivo ed uscì subito dopo,
congedandosi con un secondo inchino. Sherlock Holmes entrò
per primo, e fu così grande il mio stupore quando mi feci
avanti che per poco non mi cadde il bastone: davanti a me sedevano su
un divano le due ragazze, che appena ci videro si alzarono entrambe di
scatto.
-Dottor Watson, signor Holmes!-
-Signorine!- mi avvicinai a loro –Ma cosa- -
-Buonasera signori.-
Distratto dalle due, non mi ero accorto della presenza di un altro uomo
nella stanza, seduto su una poltrona davanti al divano; un uomo che
Holmes conosceva molto bene, e che io avevo visto solo poche volte, ma
che conoscevo di fama.
-Oh andiamo- disse il mio amico con un gesto d’impazienza
–non c’è bisogno di essere
così formali, fratello.-
-Fratello?!-esclamarono all’unisono Korinne ed Evangelina.
-Quest’uomo è Mycroft Holmes, il fratello maggiore
del signor Holmes- spiegai loro. Non sapevo molto di lui, se non quello
che avevo imparato nelle occasioni in cui le nostre strade si erano
incrociate a causa delle indagini del mio amico; sapevo comunque che le
sue capacità deduttive erano perfino superiori a quelle di
Holmes, ma non si occupava di investigazioni: era occasionalmente al
servizio del governo britannico, per il quale egli era
“l’uomo più indispensabile del
Paese”, come Holmes usava definirlo.
-Sarebbe possibile sapere cosa ti è passato per la testa,
Mycroft?-
-Oh, non sei l’unico ad essere interessato alla questione,
Sherly.-
-Lo sai che non devi intrometterti nelle mie indagini se non sotto
esplicita richiesta. –
Mycroft si sistemò nella poltrona –Ho solo
dimostrato quanta poca cautela tu ponga nella faccenda. Le signorine
sono troppo esposte: puoi camuffarle come vuoi, ma si nota lontano un
miglio che sono diverse. Se non altro, attirerebbero
l’attenzione su di loro; sarebbe meglio farle uscire di casa
il meno possibile.-
Il mio amico stava per ribattere quando intervenne miss Korinne.
-Ma che state dicendo? Non siamo degli oggetti di vostra
proprietà, e nemmeno delle bambine; sappiamo badare
benissimo a noi stesse.
-Signorina- Mycroft sospirò, rivolgendo il suo sguardo su
Korinne –non ho idea di come siate abituate, ma voi non siete
nella vostra lontana epoca, e sono sicuro che non durereste nemmeno due
giorni qui da sole. La prossima volta potrebbe non essere mia la
lettera che riceverete; dunque cosa farete?- si sistemò
sulla poltrona –Abboccherete senza esitazioni,
com’è appena successo; e allora nemmeno il grande
Sherlock Holmes potrà fare qualcosa per voi.
Korinne si agitò sulla sua parte di divano e fu
l’altra ragazza a prendere la parola –Il signor
Holmes ha ragione, Korinne. Il fatto è che siamo
terribilmente spaesate e vogliamo soltanto tornare a casa..- detto
questo si strinse nelle spalle, e non riuscii a non notare lo strano
sguardo che Korinne lanciò all’amica.
-E’ assolutamente comprensibile che siate sconvolte dagli
avvenimenti, ma adesso è quanto mai necessario mantenere la
calma. Dopotutto, siete in ottime mani.-Mycroft sorrise.-Forse sarebbe
meglio che per un po’ di tempo non usciate di casa: non
dobbiamo dimenticare che siete state scoperte a spiare due criminali. A
questo proposito Sherly- Rivolse lo sguardo verso il fratello-So che ti
sei interessato al caso. Hai già scoperto qualcosa a
riguardo? Ma vi prego, accomodatevi e perdonate la mia scortesia.-
–Non fare come se non lo sapessi già, Mycroft.
– il mio amico sorrise leggermente con sarcasmo. Ci
sistemammo rispettivamente sul posto libero del divano e su una seconda
poltrona.
-Comunque- continuò –Non ho intenzione di
trattenermi più del dovuto: dobbiamo accompagnare a casa le
signorine, poi Watson dovrà tornare al suo lavoro, ed io al
mio.
Il tè venne portato e noi ascoltammo in silenzio le parole
di Sherlock Holmes.
-Sappiamo con certezza che il furto è stato solo un pretesto
per uccidere il giudice Crane; Buster e Davies devono lavorare per
qualcuno, non avendo alcun collegamento con la vittima, e sapevano
esattamente ciò che dovevano fare: sono penetrati nella casa
ed hanno addormentato la servitù, poi hanno ucciso il
giudice; dopodiché si sono preoccupati di sottrarre qualche
oggetto di valore.- sollevò le spalle. –Un banale
tentativo di nascondere la verità. Scotland Yard
è già sulle loro tracce.
-Non vuole partecipare alle ricerche?- intervenne Evangelina
-Oh, no no, almeno per questa volta nutro una modesta fiducia
nell’operato delle forze dell’ordine.- Holmes
unì i polpastrelli –Ciò che piuttosto
mi interessa sono le ricerche più in profondità:
se riesco a scoprire chi si cela dietro al delitto, il gioco
è fatto. Per adesso però è tutto quel
che sappiamo.
-Non proprio tutto.- Mycroft sollevò pigramente una mano e
prese dalla scrivania di fronte a lui un giornale, che porse al
fratello. Si trattava del Times e recava in prima pagina il titolo
“Tragedia in tribunale”. Holmes cominciò
a leggere ad alta voce:
E’ deceduto alle ore sette e trentacinque di questa mattina
John Lohan, ucciso da un attacco cardiaco in un’aula
dell’Old Bailey. Lohan, proprietario di un negozio di
oreficeria nei pressi di Regent’s Square, stava presiedendo
come giurato al processo di Dave Crowell, arrestato due giorni fa con
l’accusa di furto con scasso: era la seconda volta come
giurato, e si è rivelata fatale per la vittima. Si ritiene
si sia trattato di cause naturali, dovute soprattutto
all’età dell’orefice, ma non
è esclusa la premeditazione; il processo è stato
quindi rinviato in attesa del verdetto di Scotland Yard.
Il mio amico si fermò e restituì il giornale al
fratello, unendo poi i polpastrelli, immerso nella meditazione.
–Interessante..prima un giudice e adesso un giurato. Ritieni
che le morti siano collegate?-
-Senza dubbio.- Mycroft annuì –Ciò che
i giornalisti ancora non sanno è che è stata
analizzata l’acqua del bicchiere usato da Lohan durante il
processo; i risultati sono piuttosto chiari.
-Veleno?- intervenne Korinne.
-Digitale, più precisamente.
La digitale è una pianta originaria dell'Europa, utilizzata
in medicina per la sua azione cardiotonica e diuretica. Assunta in
quantità superiori può causare un arresto
cardiaco, e non v’era dubbio che potesse trattarsi del veleno
impiegato per la morte del giurato. Mi chiesi cosa intendesse fare
Holmes: la situazione stava diventando sempre più
complicata, e quasi cominciai a dubitare che le signorine sarebbero
riuscite a tornare alla loro epoca; comunque fino a quel momento,
Mycroft aveva ragione, avrebbero avuto bisogno di protezione.
Il mio amico decise intanto di riportare le ragazze da zia Annabelle;
saremmo tornati dopo cena a Pall Mall per continuare le indagini, ma
Korinne ed Evangelina non erano d’accordo.
-Ormai ci siamo dentro anche noi- disse Eva –Se per adesso
non possiamo contribuire alle indagini, fateci almeno partecipare alla
conversazione.
---
Nei giorni che seguirono l’ispettore Lestrade ci fece di
nuovo visita, e venimmo quindi a sapere che John Lohan, come dicevano i
giornali, aveva partecipato in veste di giurato già ad un
primo processo, quello di Henry Duncan, ritenuto colpevole
dell’omicidio di due prostitute. Secondo quanto scaturito
dalle indagini, le due erano state più volte ricattate da
alcuni uomini, fra i quali Henry Duncan, conosciuti in
quell’ambiente con il nome di “Banda di Osborn
Street”, che chiedevano una sterlina alla settimana in cambio
di protezione. Un giorno le due donne avevano espresso
l’intenzione di denunciarli alla polizia e la Banda aveva
pensato bene di evitarlo, ma una terza donna, Kelly Lynn, aveva trovato
il coraggio di testimoniare contro di loro. Gli uomini erano ormai in
prigione da quasi un anno, mentre Henry Duncan e un complice, ritenuti
i veri colpevoli dell’omicidio, vennero giustiziati poco
tempo dopo il processo.
-Kelly Lynn..- il grigiastro filo di fumo della sigaretta accompagnava
le riflessioni del mio amico, mentre fuori voci e rumori andavano via
via affievolendosi nelle tranquille ore che seguivano il pranzo.
-Non v’è dubbio che ci sia un legame fra le morti
e il processo di questo Henry Duncan. Faremmo meglio a farci raccontare
i dettagli dalla signorina Lynn, la prostituta che ha testimoniato
contro la Banda di Osborn Street.
-Se vuole posso andarle a parlare io.- mi offrii
-Apprezzo la sua disponibilità, Watson, ma, con tutto il
rispetto, non ne caverebbe un ragno dal buco: è probabile
che non si fidi di lei, dopo tutto ciò che è
successo.
-Teme che possa sembrare un malvivente? – ero sconcertato
–Io, Holmes?
-Non ha importanza chi lei sia, Watson: la strada ha insegnato a donne
come Kelly a non fidarsi della gente, che siano vecchi ubriaconi o
giovani in marsina. L’abito non fa il monaco, e queste donne
lo sanno molto bene.
Purtroppo il discorso di Holmes non faceva una piega.
-Cosa consiglia di fare, dunque?
-Credo che Kelly si aprirebbe di più con una donna giovane
come lei, del suo stesso ceto.
Lo guardai con aria interrogativa, non capendo dove volesse arrivare, e
il mio amico rispose al mio sguardo con un sorriso puntato di malizia.
-Watson, abbiamo trovato un impegno utile per le signorine.
***
DataLore1001001:
(impazzirò a scrivere il tuo nick tutte le volte..) Eccola
qui lei, sempre pronta a dire cavolate ogni qualvolta si presenta
l’occasione! :D hehe, quella frase dello corso capitolo ti
era proprio piaciuta, me la ripetevi in continuazione..e i due
mestieri? Un tocco di classe. “Oh Holmes,
costaggiù, eh!” <-- questa cosa mi doveva
significare? XD Che dire, ti rendo il DOyle! con tanto affetto e ti
aspetto al prossimo capitolo! :D
FrancYeah:
Orsacchiotto John-John *^* Che bello :’D Ma sei
così sicura che alla fine torneranno a casa? Hehe, chi lo
sa..;) ti ringrazio tanto per i complimenti, e pero che a lungo andare
questa storia non ti stia annoiando. Un bacione! <3
Un grazie
grande grande anche a tutti i miei lettori silenziosi! :D
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