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di Free_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter Four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***
Capitolo 6: *** Chapter Six ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine ***
Capitolo 10: *** Chapter Ten ***
Capitolo 11: *** Chapter Eleven ***
Capitolo 12: *** Chapter Twelve ***
Capitolo 13: *** Chapter Thirteen ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


Un grosso GRAZIE a Bellis, che mi ha seguita passo passo, correggendomi pazientemente tutti gli errori da asinella che comparivano nel capitolo, e a Paola, che mi ha dato l'ispirazione e tanti consigli. Buona lettura!







Con molta probabilità questo fu il caso più insolito che avemmo, io e il mio caro amico Holmes, la possibilità di analizzare. Ho preso cura di appuntare ogni cosa a riguardo, anche se non pubblicai mai i miei scritti sullo Strand: ciò che sto per narrare vale, infatti, come un’esperienza di duecento anni.




Memorie del dottor John H. Watson – Chapter One


Era un pomeriggio uggioso. Ero appena tornato da una delle mie visite mediche e Sherlock Holmes se ne stava a guardare la gente che passava dalla finestra dell’appartamento di Baker Street.
-Oggi è una tipica giornata londinese..nebbia di mattina, nebbia di pomeriggio..ah, dimenticavo, nebbia di sera!- posai a terra la mia valigetta medica e mi sedetti stravolto sul divano. –Oggi sono persino dovuto andare anche da Alan Morris, quel ricco commerciante che possiede una villa non molto lontano da qui, antipatico e presuntuoso. Pensi che..Holmes, mi sta ascoltando?
Holmes sospirò, con gli occhi fissi chissà dove sulla strada -La noia, Watson, ti corrode da dentro senza alcuna via di scampo..
-Suvvia, Holmes, sa benissimo anche lei che è soltanto una cosa passeggera. Presto si farà avanti un caso che non potrà essere risolto se non con l’aiuto del grande Sherlock Holmes, e il suo implacabile bisogno di ginnastica mentale potrà essere finalmente allievato.
-Spero proprio che il cielo la ascolti, mio caro Watson..
Lanciai un’occhiata alla finestra
-C’è da dire, però, che non ha tutti i torti. Le giornate come questa sono sempre così..

Stesso posto, altro tempo.

-..uguali!- Korinne era seduta sulla poltrona dell’appartamento londinese che lei e la sua amica Evangelina avevano preso in affitto per qualche tempo.
-Non ho nemmeno voglia di mettermi a studiare..almeno avrei trovato un modo utile per ammazzare il tempo..- Spostò la testa sull’altra mano e cominciò a giocherellare con un lembo dei pantaloni. Poi sbuffò, si alzò, si mise la giacca e, preso il cellulare, aprì la porta.  
-Vado a fare due passi, vieni?
Evangelina era appoggiata alla finestra, con una mano a sorreggerle la testa ciondolante. Annuì e si alzò anch’essa prendendo la sua giacca. Appena uscite, Korinne si soffermò a guardare la targhetta attaccata il muro che indicava il nome della via: Baker Street
-Certo che abbiamo avuto proprio una bella fortuna! Trovare un appartamento in affitto al 221B di Baker Street!
-Già. Io all’inizio credevo che fosse una balla..    
Passeggiarono per un pezzo, svoltando a Marylebone Street e arrivando fino al Regent’s Park. Avevano intenzione di fermarsi lì e rilassarsi distese sull’erba; non immaginavano neppure lontanamente che fra pochi minuti un fatto avrebbe cambiato la loro vita per sempre.

---

Ascoltavo Holmes suonare il violino. Gli occhi mi si chiudevano dalla stanchezza e presto mi sarei addormentato cullato dalla dolce e malinconica musica proveniente dallo strumento, ma un tuono fragoroso mi fece trasalire. Holmes smise di suonare e si avvicinò di nuovo alla finestra, dalla quale si era allontanato un poco.
-Il tempo sta cambiando-
Anch’io mi affaccia alla finestra e sentii un brivido salirmi lungo tutto il corpo. Cominciò a piovere violentemente e un fulmine cadde lì vicino, causando un forte lampo e rendendo l’aria elettrica. Sobbalzai
-Cosa è successo? Un fulmine?-
Holmes annuì -Sembrerebbe di si-

---

Le ragazze sonnecchiavano, conciliate dal tiepido calore del sole, quando un tuono fragoroso le fece sobbalzare entrambe. Iniziò a piovere con violenza e dovettero alzarsi e mettersi a correre.
-Ma che..?! Guarda come piove! Eppure fino a un minuto fa il cielo era sereno!- disse Evangelina
Un fulmine abbagliante le accecò ma loro continuarono a correre e si fermarono sotto a un portico per riprendere fiato. Evangelina si guardò intorno: le persone correvano avanti e indietro e in breve tempo la strada divenne deserta
-Andiamo Eva, dobbiamo sbrigarci.
Eva non si mosse
-Kory..guarda..
La ragazza teneva in mano il suo cellulare e aveva un’espressione allibita: sullo schermo apparivano e scomparivano diverse strane forme, in un succedersi di onde e righe. Korinne tirò fuori dalla tasca il suo telefono e si accorse con sgomento che anche in quello stava succedendo la stessa cosa
-Che sta succ--
Un altro fulmine, stavolta più potente, scaraventò a terra le ragazze, che rimasero in uno stato di semi incoscienza.

La prima ad alzarsi fu Eva, che aiutò l’amica; stava ancora piovendo molto forte, così andarono a ripararsi sotto il portico. Notarono subito che c’era qualcosa di strano; la strada, le case, i negozi..tutto cambiato.
-Cos’è successo?- chiese Eva; ma anche la sua amica non aveva una risposta. Rimasero sotto la tettoia per un po’, poi decisero di andare a casa. Forse era un sogno, un brutto sogno che presto sarebbe finito..

-Accidenti Holmes, ha visto che fulmini? Sembra che oltre alla pioggia stia cadendo anche il cielo!
Il mio amico annuì, poi si allontanò dalla finestra, si diresse verso un mobiletto e prese un astuccio; si mise a sedere sulla sua poltrona, davanti al camino, ed estrasse dall’astuccio la siringa, il laccio emostatico e una boccetta.
-Holmes, lo sa che non approvo assolutamente questo suo vizio!
Holmes voltò lo sguardo verso di me.
-Mi dia un caso, Watson. Un caso che non si è mai visto, così straordinario che la gente, leggendo il suo racconto, non crederà nemmeno a una parola.

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Two


Le ragazze bussarono alla porta del 221b, guardandosi intorno con aria incerta. La porta si aprì e si presentò davanti a loro la figura della signora Hudson. Notando lo strano abbigliamento, ella fece una faccia stupita
-Si?
Le due si guardarono; a rispondere fu Evangelina
-Ehm, noi..abitiamo qui.
La signora si stupì ancora di più a questa esclamazione.
-Oh, allora credo proprio che lei e il suo amico abbiate sbagliato casa.
Korinne si abbassò il cappuccio della giacca
-Ehi, io sono una ragazza!
-Ah..m-mi perdoni.
-E’ questa Baker Street?- chiese ancora Korinne
-Sì signorina.
-E questo è il 221b?
-Esatto.
-Allora non possiamo proprio aver sbagliato! Signora, noi abitiamo qui.
Eva annuì alle parole dell’amica.
-Signorine, vi ripeto che avete sbagliato: questa è l’abitazione del signor Sherlock Holmes e del dottor Watson.
Le ragazze si guardarono ancora una volta, stupite più che mai.
-Ah, ma certo, questo dev’essere senz’altro un sogno! Ora chiudo gli occhi, e quando li riaprirò sarò nel mio letto.
Eva chiuse gli occhi e li riaprì poco dopo; ripetè l’operazione più volte, ma davanti a lei vi ancora la signora, che la guardava stranita.
-M-ma non può essere, noi abitiamo al 221b di Baker Street!
-Vi posso assicurare che qui risiedono il dottor Watson e il signor Holmes. Volete entrare? Sta piovendo molto forte.
Korinne annuì, e così anche l’amica.
-Sì grazie..così forse metteremo bene in chiaro le cose.

---

Holmes si alzò la manica, cercò la vena ed appoggiò l’ago sul braccio.
-Holmes, per l’amor del-
In quel momento sentimmo entrambi bussare alla porta del salotto; Holmes mise via in fretta la sua roba e io dentro di me ringraziai il cielo per aver impedito al mio amico di iniettarsi quel veleno nelle vene.
-Dottore? Signor Holmes?
La signora Hudson entrò nella stanza.
-Scusatemi, ma di sotto ci sono due persone un po’..beh, un po’ strane.
-Dei clienti di Holmes?- chiesi, riflettendo sulle ultime parole della signora.
-Beh, no, ecco..affermano di abitare qui.
-Li faccia entrare, dunque.- Holmes si voltò verso di me, sorridendo leggermente –Watson, sembra proprio che il cielo l’abbia ascoltata davvero.
Le due persone entrarono nel salotto con aria alquanto smarrita.
-S-salve- parlò la prima ragazza –Io sono Evangelina.
-Che diavolo-?! - A parlare fu la seconda ragazza –Ma questo è il nostro salotto!
Guardai Holmes con aria molto stupita, sia dallo strano abbigliamento delle due ragazze, sia dal linguaggio usato dalla seconda. –Buon pomeriggio- Feci cortesemente un mezzo inchino.
La ragazza di prima parlò ancora –Oh, b-buon pomeriggio. Mi chiamo Korinne-
Anche il mio amico si alzò e parlò, dopo aver salutato gentilmente. –Salve, io sono Sherlock Holmes, e questo è il mio caro amico, il dottor Watson. La signora Hudson ci ha riferito che voi, signorine, sostenete di abitare qui.
Le due ragazze si guardarono per l’ennesima volta a bocca aperta.
-E’..è proprio così, signor Holmes, noi..abitiamo al 221b di Baker Street.
–Prima questo era il nostro appartamento. E’ quasi tutto cambiato, la mobilia, la posizione delle cose. Meno di tre ore fa ero seduta lì, proprio in quel punto. I-io me lo ricordo benissimo.- A parlare per ultima fu Korinne. Io non riuscivo a capire; credevo che avessero avuto un’amnesia, e i sintomi, più o meno, erano quelli, ma tutte e due contemporaneamente..la cosa non mi tornava affatto. Holmes si sedette di nuovo sulla sua poltrona e invitò le due ragazze a fare lo stesso. Dopo esserci seduti, Holmes cominciò a parlare
-Signorine, da dove venite, se posso chiederlo?
Gli rispose Evangelina –Siamo italiane, però abitiamo qui a Londra.
Il mio amico sembrò riflettere un secondo
-E ditemi, che anno è da voi?
Lo guardai allibito a casua di quella strana domanda, e anche le due signorine sembrarono molto stranite.
-C-come che anno è da noi?- Eva guardò l’amica
-Sì, che anno è?
-E’ il..duemiladieci-
Sbarrai gli occhi; spostai più volte lo sguardo dalle signorine a Holmes.
-Mmh, interessante..- Il mio amico unì i polpastrelli e guardò intensamente le due ragazze.
-Cosa sono quelle facce? Volete spiegarci cosa succede qui?- Korinne si agitò sul divano.
-Certamente Miss Korinne, ma non prima che mi abbiate illuminato su alcuni fatti importanti. Dunque..come siete giunte fin qui?
-A piedi..-Korinne bisbigliò queste parole, ma non così piano da impedirmi di sentirle; ero però troppo stupito per ridere alla battuta della ragazza e rimasi ad ascoltare.
-Beh, noi..è cominciato a piovere e un fulmine ci ha fatte cadere. Credo che abbiamo perso conoscenza per un po’. Quando ci siamo risvegliate il paesaggio era completamente cambiato , così siamo tornate a casa.
-Ah, Eva, i telefoni!-
Entrambe le ragazze tirarono fuori dalla tasca gli oggetti più strabilianti che avessi mai visto, una specie di piccole scatole rettangolari luminose, con dei numeri sopra; cosa che non somigliava affatto ai telefoni  Korinne sbattè due volte la mano sulla “scatola”.
-Niente, morto, fi-ni-to.
Il mio amico si sporse in avanti molto interessato, per osservare da vicino quei curiosi oggetti e tese la mano verso miss Korinne.
-Posso?
La ragazza guardò l’amica e porse l’oggetto a Holmes, che se lo rigirò fra le dita, esaminandolo attentamente.
-Se posso chiederlo, a che serve quest’oggetto?- chiesi, non senza una certa curiosità.
A parlare fu miss Korinne
-E’ un..- come, non sapete che cos’è?
Scossi la testa e lanciai un’occhiata a Holmes.
-Molto interessante..



***

Eccomi giunta alla fine del secondo capitolo :D Vi ringrazio per aver letto questo e il primo, e soprattutto per aver recensito e aver messo questa fic fra i preferiti e le seguite.
Thiliol: O cielo, ciò è vagamente imbarazzante..non sapevo proprio che fosse il titolo di una puntata di Star Trek! o_o Forse Paola ne sa più di me..è grazie a lei che ho messo questo titolo!^^ Beh, spero ti sia piaciuto questo capitolo! :D A presto!
Alchimista:  Ti ringrazio tanto per ciò che hai detto! Le tue parole mi hanno molto rassicurata, e soprattutto avevo paura che, nonostante il beta-reading della mia amica, Holmes e Watson risultassero OOC e le due ragazze Mary Sue..grazie ancora! (Mi è piaciuto il termine che hai usato per le parole: “Mansuete” :D Mi fa venire in mente me che accarezzo le parole che scodinzolano XD). Un bacione, al prossimo capitolo!
Bellis:  Oh mia cara, oh mia cara, oh mia caaraa beta-reader! (sulle note di “Oh my darling Clementine”).. :D Grazie anche a te, tanto! (Hai proprio ragione: the game is “a foot”! *tira fuori un piede*). Ti voglio bene!
K_BillieJoe:  Non preoccuparti, tesoro, aggiornerò tutto! :D (sì, anche io mi sono accorta che l’idea di andare indietro nel tempo nell’800 di Holmes e Watson, due personaggi letterari, è un po’ balorda XD..e poi c’è anche il fatto che oggi al 221B ci hanno fatto un museo..shhh, dettagli..). Anche io ti voglio bene!<3<3

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Chiedo umilmente scusa per il terribile ritardo che ho fatto per postare il capitolo precedente. E’ un mio difetto grave, non riesco mai ad essere puntuale T.T ..mi perdonerete mai? Mi inchino al cospetto di voi potenti lettori..e posto il capitolo tre (anche se un po' cortino.......)


Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Three



Il mio amico continuò ad esaminare lo stranissimo oggetto.
-E’ un telefono cellulare, serve per chiamare le persone..a distanza.- Malgrado la spiegazione di miss Evangelina io continuavo a non capire.
-Perdonatemi, ma non riesco a capire-
-Te lo metti all’orecchio e parli con un’altra persona. Ma da quando siamo arrivate qui sembrano non funzionare più..- Miss Evangelina aveva preso il suo “telefono cellulare” e se l’era accostato all’orecchio. Era la cosa più straordinaria che avessi mai visto.
-..allora non è uno scherzo?-
Sia io che Holmes posammo lo sguardo su miss Korinne; a rispondere fu il mio amico.
-Temo di no, signorina. Voi avete fatto un incredibile salto nel tempo, e credo che la cosa sia strettamente legata a questi due oggetti. – detto questo porse di nuovo il telefono a miss Korinne. Le ragazze guardarono i loro telefoni con gli occhi spalancati. Infine miss Korinne tirò indietro la testa, sospirando.
-Non può essere, noi..a quest’ora dovevamo essere a casa, la nostra casa, questa qui! Io forse avrei chiamato i miei, avrei detto che andava tutto bene e poi saremmo andate a cena da qualche parte. Che diamine, non può essere vero!
-Capisco che sia sorpresa, miss, e anch’io lo sono quanto lei, mi creda; però sembra essere proprio così.
Eravamo tutti sbalorditi da quanto era accaduto. Miss Korinne e miss Evangelina ci raccontarono molte cose della loro epoca: le persone potevano parlarsi e vedersi anche se si trovavano nei due angoli opposti del mondo, l’uomo aveva finalmente raggiunto il sogno di poter volare, grazie a quel mezzo che – dissero – si chiamava “aeroplano”. Innovazioni in ogni campo, e tantissime parole nuove: “elettricità”, “plastica”, “antibiotici”, “computer”, “televisione”..
Ci raccontavano ogni cosa e io e Holmes pendevamo dalle loro labbra; così non ci accorgemmo che, nel frattempo, le ore stavano passando.
-Signorine, sono già passate due ore – esordii, guardando l’orologio – Se non sono indiscreto, dove avete intenzione di passare la notte?
Le due ragazze si guardarono; ci misero un po’ a rispondere, come se stessero riflettendo sulla mia domanda.
-Noi..non lo sappiamo
Alla proposta di affittare una stanza, ci dissero che non avevano abbastanza soldi. Forse se…un pensiero mi passò per la testa: se quella era veramente la loro casa, la loro casa del futuro, allora avevano tutto il diritto di dormirci.
-Signorine, perché non dormite qui?
Il mio amico mi guardò con aria vagamente stupita, alzando leggermente le sopracciglia, e anche le due ragazze sembrarono molto stupite della mia proposta.
-Io non..cioè, noi..non vorremmo approfittare..davvero- esordì miss Evangelina –Dopotutto, questa per ora è sempre casa vostra.
-Miss Evangelina- Sul viso di Holmes si era aperto un leggero sorriso – Watson ha ragione. Dati gli eventi, credo che voi abbiate quanto noi il diritto di passare qui la notte.
-Ma voi dove dormirete?
Fu di nuovo il mio amico a parlare – Io e Watson ci arrangeremo benissimo in una camera; potremmo portare una poltrona, vero Watson?
Io rimasi leggermente perplesso –Ma Holmes, non credo sia conveniente per due ragazze dormire insieme.
-Caro Watson, lei si sta dimenticando che miss Korinne e miss Evangelina non provengono dal nostro tempo, ma dal lontano XXI secolo.
-Per noi non è affatto sconveniente, abbiamo dormito diverse volte insieme – intervenne miss Korinne.
-Bene, allora è deciso- Holmes battè una volta le mani, poi si alzò e si affacciò alla porta del salotto. –Signora Hudson? Potrebbe aiutarci a sistemare la camera per le due signorine? – Holmes fece per tornare a sedere, ma si voltò e si affacciò di nuovo –Ah, potrebbe portare anche due camicie da notte?



***

Alchimista
: Grazie mille per la tua recensione, e scusa il ritardo (e anche la "cortezza" di questo capitolo....-.-). Sono molto felice che il cap scorso ti sia piaciuto, spero che anche questo non sia da meno. Come ti è sembrato Holmes che prnde l'iniziativa per dormire con Watson? XDXD (Non lo faccio per dormire con Watson! Sono stato semplicemente gentile! =.= NdHolmes)(eeh sì, da quando in qua sei diventato gentile e cordiale con le femmine? NdAutrice)(AAH! PORCO! MAIALEE! NdKorinne&Evangelina). Beh, dopo questa sclerata ti mando un bacione e..al prossimo capitolo!
DaTaLoRe: Mr. ILO sarà affatto contrariato per la tua offesa, cara Paola! *sisi* *Mr: ILO se ne va via, offeso*. Ci terrei a precisare che tu leggi i capitoli ancora prima che vengano postati, quindi cosa te ne dovrebbe fregare se ti avverto o no?? XD
Bellis: Beh, ogni persona sana di mente si risolverebbe da sola i problemi prima di rivolgersi a Holmes u.u (EHI! NdHolmes) No, cioè, davvero..cosa stai a spendere soldi quando puoi risolverteli da solo i problemi? Tanto prima o poi moriremo tutti! (e questo che c'entra??). Al prossimo capitolo, cara Bellis, e spero che anche questo, benchè breve, sia stato di tuo gradimento! :D

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Capitolo 4
*** Chapter Four ***









-Kory..Kory, svegliati.
Evangelina scosse Korinne un paio di volte, svegliandola.
-Eva? Che c’è?- La ragazza si guardò intorno, sfregandosi gli occhi con una mano: una scrivania a lato del letto con sopra una lampada a olio, alcuni fogli disposti ordinatamente su un lato e delle boccette contenenti qualche liquido ignoto. Poi, poco più in là, una mensola con sopra vari libri, una sedia in legno e, per finire, un armadio; quella non era la sua stanza. In un momento alla ragazza tornarono in mente tutti gli avvenimenti della sera precedente.
-Ah..già…-sospirò.



Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Four


Uscii dalla camera di Holmes. Avevo dormito bene, benchè fossi stato una parte della notte a pensare a quanto era accaduto; non riuscivo ancora a crederci, e, appena sveglio, a malapena mi ricordavo ciò che era successo, credendo inizialmente che fosse stato un sogno. Il mio amico era rimasto nel salotto, forse immerso in una delle sue veglie notturne, intento a pensare, come faceva molto spesso durante i suoi casi.
-Buongiorno, Holmes- lo salutai.
-Buongiorno a lei, Watson, dormito bene?
-Sì, la ringrazio, ma..non mi dica che lei non ha dormito per niente questa notte.
-Ma certo- Holmes indicò una coperta disposta disordinatamente sulla poltrona, continuando ad osservare Baker Street.
-Holmes, lei deve riposare di più, non può--
-Sciocchezze, Watson -concluse in fretta il mio discorso - Ho pensato molto a ciò che è successo, considerando anche diverse ipotesi riguardo all’arrivo di miss Korinne e di miss Evangelina. Lei cosa ne pensa, riguardo alla loro sanità mentale?
-Beh, i sintomi a colpo d’occhio potrebbero far pensare a un’amnesia, ma è molto raro che accada a due persone contemporaneamente. Inoltre, sapevano bene dove si trovasse il loro appartamento, e poi tutti i particolari che ci hanno raccontato, quegli oggetti assurdi.. per quanto mi riguarda, Holmes, trovo tutta questa faccenda molto strana. Due ragazze che varcano i confini del tempo tramite degli oggetti inesistenti..è pressochè impossibile!
-Come al solito, Watson, sta giungendo a conclusioni affrettate, e ha commesso due madornali errori. Il primo è che gli oggetti in questione, i cosiddetti “cellulari”, sono inesistenti soltanto nella nostra epoca, e non nella loro. Il secondo è un utilizzo sbagliato del termine: ciò che è accaduto è “improbabile”, Watson, “improbabile”, ma non impossibile, come dimostrano i fatti.- Holmes si scostò dalla finestra, rivolgendomi uno dei suoi sguardi indecifrabili. Io sospirai.
-E va bene, Holmes, mi dica dunque a quali conclusioni è giunto lei.
Il mio amico sorrise leggermente – Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità. Ma sarà meglio partire dall’inizio; Watson, lei si starà chiedendo come ho fatto a realizzare che le due signorine siano tornate indietro nel tempo.
Annuii –In effetti, Holmes, sin da ieri sera mi sono posto questa domanda.
-Proprio l’altro ieri, durante la mia passeggiata, ho incrociato per strada dei ragazzini che stavano giocando. Uno di loro disse a un certo punto: “Facciamo che siamo nel futuro e che possiamo parlarci da tanto lontano?”.
-Oh..e questo fatto le è tornato alla mente quando miss Evangelina ha spiegato l’utilizzo dell’oggetto, non è così?
-Precisamente, Watson, quel ragazzino ha inconsciamente indovinato una delle invenzioni del futuro.-sorrise lievemente.
Sentimmo bussare alla porta, poi la signora Hudson entrò con la colazione.
–Buongiorno-disse, poggiando il vassoio sul tavolo. Noi rispondemmo al saluto ed ella, mentre disponeva le tazze e i piatti sul tavolo, chiese –Le signorine non si sono ancora svegliate?
-Temo di no, signora Hudson. Vuole che vada a bussare in camera loro?-risposi
-Oh no, non le disturbi- finì di versare il tè, poi si rivolse a noi con tono leggermente basso e confidenziale –Ma ditemi, quelle ragazze..non sono inglesi vero? L’ho sentito dall’accento, e poi quei vestiti, il loro comportamento..potrebbe essere scandaloso per loro andare in giro a quel modo, non credete?
-Oh, non si preoccupi, il fatto è che le signorine provengono dal..-rimasi bloccato, non sapevo cosa dire; non potevo certo rivelarle che le ragazze venivano perfino dal XXI secolo.
-..dal Continente- intervenne Holmes
-Aaah, adesso capisco.- La signora Hudson annuì.

---

Le signorine arrivarono poco dopo; la signora Hudson era scesa di nuovo, così noi potevamo parlare liberamente. Dopo esserci dati il buongiorno, il mio amico indicò loro due sedie –Prego, sedetevi.
Miss Korinne sospirò –Vi ringraziamo per tutto quello che state facendo, però..noi vogliamo tornare a casa.
-Senza alcun dubbio, miss, ma adesso sedetevi; discuteremo i fatti davanti a una buona colazione.


***



Alchimista: Grazie ancora per la tua recensione!! Visto che Holmes stanotte non ha fatto il furbetto con nessuno? :D Spero che anche questo capitolo sia all’altezza degli altri, anche perché l’ho fatto bello lungo! (e ci ho messo anche molto meno del solito, no?)  ^^ Un bacione, a presto!
Bellis: Sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, e le tue parole mi fanno provare un certo sollievo. Spero vivamente che nel corso del tempo riesca a mantenerli in character come faccio adesso..un bacionissimo anche a te, sorellona :D ciao ciao!

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Capitolo 5
*** Chapter Five ***


Questo è un capitolo molto particolare: è stato scritto in Alto Adige e su un taccuino. E’ stato molto bello riprendere a scrivere con carta e penna, questo “ritorno alle origini” mi ha fatto capire la vera anima della scrittura, quella sprecisa, piena di corretture a mano, pagine strappate e note in cima, in fondo e fra le righe; quella scritta in auto, quando il tragitto è lungo e sfiancante, quando la sera non hai voglia di addormentarti e scrivi sul cuscino, sotto le coperte, alla flebile luce di una lampada. Questa è l’emozione della scrittura, che di questi tempi purtroppo viene sopraffatta dalla pulita e immacolata pagina del computer.

Okay, basta così, adesso è il momento di leggere! Buona lettura! ^^




Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Five


Sapevano molte cose su di noi, anche se tutt’ora ignoro il perché..



-Allora, signorine- Holmes si sedette ed unì i polpastrelli –Ieri sera mi avete detto di essere giunte fin qui in seguito a un violento temporale..siete sicure di avermi riferito tutto?
-Sì, tutto- rispose miss Evangelina. Miss Korinne aveva un gomito poggiato sul tavolo e la mano a sorreggerle la testa; annuì, poi si riscosse –No, non tutto!
Il mio amico la osservò con gli occhi attenti e concentrati; la signorina continuò –Poco prima di cadere a terra abbiamo preso i nostri cellulari ed erano..strani.
-Strani?- la guardò con sguardo leggermente interrogativo –vuole spiegarsi meglio, miss?
Korinne lanciò un’occhiata all’amica – Sugli schermi apparivano e scomparivano delle strane forme.
-Non è un comportamento normale?- chiesi
-Assolutamente no- affermò miss Evangelina.
-Beh- esordì Holmes – se quello ch ci ha detto è vero, allora è possibile che siano stati quegli oggetti la causa di tutto. Anzi, direi che è addirittura probabile. Da quel momento non hanno manifestato nessun altro comportamento insolito?
Miss Evangelina scosse il capo –No, adesso gli schermi sono completamente neri.
-Non potete più utilizzarli?- chiesi ancora. Miss Evangelina rispose di nuovo negativamente, affermando che non erano riuscite nemmeno ad accenderli.
Un rumore forte e improvviso mi fece sobbalzare: miss Korinne si era alzata di scatto e aveva sbattuto le mani aperte sul tavolo, facendo tremar le tazze.
-ora basta!- gridò. La sua amica si alzò e posò una mano sulla sua spalla –Kory, calmati.-
-No!- Korinne scostò bruscamente la mano di Evangelina, poi puntò l’indice su Holmes – Lei è il detective più bravo del mondo, vero? Bene, allora basta con le domande inutili, indaghi, scopra come siamo arrivate qui e trovi il modo di rimandarci a casa!-sbattè di nuovo la mano sul tavolo; Holmes le rispose con voce leggermente più alta, quasi autoritaria –E’ quello che sto facendo, miss, non posso fare i mattoni senza l’argilla. Ora si calmi, si sieda e ascolti cosa ho da dire!
Miss Korinne guardò il mio amico per qualche secondo, poi si sedette e si posò le mani sugli occhi –M-mi scusi, io..sono stanca e..molto confusa.
-Uno stato d’animo comprensibile, vista la vostra situazione.
-Stia tranquilla, miss, faremo di tutto per aiutare lei e miss Evangelina- affermai, in tutta sincerità. Miss Korinne mi ringraziò con un sorriso, e così anche miss Eva, mentre Holmes si limitò ad annuire e parlò
-Purtroppo, signorine, ho ragione di credere che, se la causa del vostro arrivo sono davvero quegli apparecchi, allora non posso fare molto per aiutarvi.
Sollevai le sopracciglia dallo stupore: era la prima volta che sentivo Holmes dire certe cose; sembrava quasi che si stesse arrendendo.
-Holmes, non riesco a capire.
-Perché non può?- disse miss Eva.
-Mi pare chiaro- esordì il mio amico –Io so molto poco sulle invenzioni del futuro, giusto quelli che ci avete detto lo scorso pomeriggio; quegli oggetti provengono dal XIX secolo, mentre le mie conoscenze si fermano a questo. Potrei comunque consigliarvi una cosa.
-Cosa?- chiedemmo all’unisono io e le due ragazze.
-Potreste tornare al luogo dove è avvenuto il salto nel tempo, davanti al Regent’s Park, portandovi appresso i telefoni. Non posso certo garantirvi che accadrà qualcosa, ma tentar non nuoce, dopotutto.
Miss Korinne sorrise –Oh, è una buona idea, un’ottima idea! Ci andremo subito, eh Eva?
-Miss- intervenni –se mi permette di fare un’osservazione..io credo che il vostro abbigliamento non sia proprio..adeguato al nostro secolo. Non ho intenzione di arrecarle alcuna offesa, mi creda, però potrei suggerirvi di cambiarvi d’abito, prima di uscire? Al fine di non destare sospetti fra le altre persone, intendo.-sorrisi educatamente. Le due signorine si guardarono, poi miss Eva annuì –Sì, ha ragione.
-Ma non abbiamo altri vestiti!- intervenne miss Korinne.
-Signorine – esordì Holmes – non c’è alcuna fretta, suppongo. Su, finite la vostra colazione, sono sicuro che la signora Hudson sarà ben felice di accompagnarvi a comprarne dei nuovi, questo pomeriggio.

Facemmo quindi colazione; le due ragazze ci parlarono di loro, del perché erano venute a Londra e da quanto abitavano al 221b. In quella mattina riuscii a sapere molte cose riguardo a loro: si conoscevano sin dalla tenera età, benchè miss Evangelina fosse più grande di due anni dell’amica. Korinne era estroversa, solare, ma testarda e, come avevo potuto constatare quella stessa mattina, leggermente impulsiva, mentre Evangelina era più introversa. Il suo lato allegro rimaneva in buona parte celato davanti a degli sconosciuti, con i quali si dimostrava timida e riservata; tuttavia potei appurare in seguito che era una gran burlona, sempre pronta a ridere e a scherzare, se si fosse presentata una buona occasione.

Nel pomeriggio le signorine uscirono insieme alla signora Hudson; tornarono solo nel tardo pomeriggio, e non potei fare a meno di notar il loro radicale cambiamento: miss Korinne portava i capelli biondi, leggermente scuri, raccolti in una crocchia alta con dei boccoli ricadenti sulle spalle, e indossava un abito bordeaux. Miss Evangelina, invece, aveva i capelli neri totalmente raccolti all’indietro e indossava un abito blu scuro. Tuttavia non sembravano sentirsi molto a loro agio in quegli abiti.
-Siete davvero incantevoli- affermai. Le signorine mi ringraziarono del complimento, sorridendo e arrossendo leggermente.
-Siamo anche senza fiato – aggiunse miss Korinne –questi corsetti sono incredibilmente stretti!
-E provocano delle malformazioni non trascurabili- disse miss Eva.
Sorrisi – Vi ci abituerete in men che non si dica. E poi – continuai – ho l’impressione che non dovrete portarli troppo a lungo, non è così, Holmes?
-Si vedrà, Watson. Non resta che recarsi sul luogo dell’accaduto.-
Le ragazze annuirono e, prima di uscire, passarono a prendere i loro telefoni; io presi il mio bastone ed infine uscimmo, diretti al Regent’s Park.



***



DaTaLoRe
: Paola, le tue recensioni sono sempre un mix di sclerate varie XD comunque SLC Punk Fuori di Cresta è un grande film…o, come si dice noi….BELL’ABBESTIAA!! XDXD
 sS_FrA_Ss: Sono felice che ti piaccia la mia fic ^_^ purtroppo ho sempre paura che i miei personaggi, prima o poi, sprofondino nell’OOC, quindi rileggo sempre una decina di volte ciò che ho scritto e faccio rileggere accuratamente dalla mia betareader..lo so, sono un po’ paranoica, ma voglio che tutto sia scritto con cura, non voglio dare l’impressione di scrivere storie tirate via. Comunque, aspetto con ansia una tua nuova recensione..see you soon! :D
Alchimista: Sei perdonata…con tutte le volte che mi hai perdonata tu per aver fatto un ritardone col capitolo non potrei fare altrimenti! In più sei fra quelle che mi seguono fin dall’inizio, come potrei non ringraziarti?? :) Mi ha fatto molto piacere sentire che hai iniziato una long fic; purtroppo, come ho già scritto in precedenza, sono stata via per un po’ di tempo, ma non preoccuparti…mi farò presto sentire anche nella tua fic! :D Un bacione, a presto!
Bellis: Grazie per i complimenti, ma ti devo molto. Il mio stile non sarebbe stato così accurato se non lo rileggessi tu :) Ed anche il mio Watson deve molto a te! :D Attendo con ansia una tua nuova recensione! Bacibaci.

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Capitolo 6
*** Chapter Six ***


Approfitto, prima di lasciarvi alla lettura del seguente capitolo, di questo spazio per segnalarvi un forum su Sherlock Holmes, la cui founder è una mia amica^^:  http://thestrandmagazine.forumcommunity.net/

Detto questo, vi lascio senza alcun indugio alle..


Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Six


Arrivammo vicino al parco e le due ragazze si precipitarono verso una tettoia.
-Ecco!- esclamò miss Korinne, indicandola –ci siamo riparate lì quando è scoppiato il temporale, e poi quando quel fulmine si è abbattuto al suolo siamo cadute all’incirca- -si guardò intorno e indicò un punto non molto lontano –lì. Giusto, Eva?
Miss Evangelina annuì –Sì, più o meno è quello il posto.
Poi osservarono per qualche secondo i telefoni, premettero qualche pulsante e, di nuovo, si misero a guardarli. Korinne sbuffò, con aria sconsolata –Non succede niente! Neri come al solito, gli schermi!- sospirò e si posò le mani sugli occhi –siamo forse destinate a rimanere qui per il resto della nostra vita?
Miss Eva  aprì la bocca per parlare, ma rimase in silenzio e abbassò lo sguardo. Di fronte a quella reazione non potei fare a meno di intervenire.
-Suvvia miss, non faccia così- presi una mano di miss Korinne fra le mie, tentando di rassicurarla –vedrà che troveremo un modo per far tornare a casa lei e miss Evangelina.
La ragazza spostò lo sguardo dalle mie mani al mio viso; nei suoi occhi verdi vi era già un primo accenno di lacrime, ma poco dopo mi sorrise –Lei ha un’innata capacità a tranquillizzare le persone, sa?
Le sorrisi a mia volta e mi voltai verso Holmes, lasciando la mano della ragazza –E adesso, Holmes?
-Come pensavo- disse –le mie scarse conoscenze a riguardo non hanno dato alcun frutto. Torniamo a casa, credo che la cosa migliore da far adesso sia aspettare.
-Aspettare che cosa?- chiese miss Evangelina.
-Il naturale svolgersi degli eventi; ho l’impressione che non possiamo fare più nulla di concreto, se siete giunte fin qui senza l’ausilio dell’uomo.
Le ragazze sospirarono; era evidente che quell’attesa risultasse per loro una dura prova da superare, ma mentre ce ne stavamo andando mi sorpresi e quasi mi vergognai di quel sentimento di leggero sollievo che provai al sapere che non se ne sarebbero ancora andate; un sentimento che, comunque, ebbe vita breve: poteva, infatti, essere vero che mi fossi già un poco affezionato alle signorine, ma il loro ritorno adesso veniva prima di tutto.

---

Nei giorni che seguirono le signorine si impegnarono come poterono per adattarsi a quel nuovo stile di vita: comprarono altri vestiti e si informarono molto riguardo agli usi del nostro secolo, benchè fossero già a conoscenza di diverse cose. Insistettero, inoltre, nel liberare la mia stanza, affermando che ra mio diritto dormire in camera mia. Si pose quindi il problema su dove avrebbero alloggiato; scartammo a priori l’idea di un albergo: sarebbe stato molto sconveniente per due signorine dormire fuori casa da sole. Io e la signora Hudson avevamo qualche parente a Londra, ma erano tutti molto lontani dal 221b. In più il modo di fare delle ragazze, benchè si stessero impegnando molto, non era ancora abbastanza vicino a quello del nostro secolo da farle sembrare signorine ottocentesche. Avevano bisogno di pratica…
-Mia zia Annabelle vive qui vicino- affermò Holmes con leggera noncuranza e gli occhi impegnati nella lettura di un articolo del Times.
-Sua zia?- chiesi –Non me ne aveva mai parlato, Holmes.
-Non ne vedo il motivo- replicò –E’ una vecchia signora che abita da sola al numero 19 di Prince Albert Road- sollevò lo sguardo dal giornale e sorrise un poco –Sono sicuro che sarà molto felice di avere due dame di compagnia.
-Dame di compagnia?-chiese miss Korinne.
-Ma certo, credete forse di entrare a casa di chiunque come se niente fosse?
-No, ma- -
-Benissimo- la interruppe Holmes –Se per voi va bene, le manderò un telegramma oggi stesso.
Tutto fu quindi deciso: se miss Annabelle Holmes avesse accettato la proposta del mio amico, le due ragazze sarebbero andate ad abitare con lei. Un’ottima occasione per le signorine: avrebbero appreso tutto ciò che occorreva, e il fatto che l’unica presenza in quella casa fosse un’anziana signora ci avrebbe di certo tranquillizzati sulla loro sicurezza.
La risposta arrivò incredibilmente repentina: a quanto pareva la vecchia zia era entusiasta della notizia, e scrisse che avrebbe atteso le giovani l’indomani mattina.



***



Un grosso grazie alla mia mamma per l'ispirazione :)


Alchimista
: Okay, basta, ho finito di chiedere se Holmes e Watson sono IC XD Grazie ancora tantissimo per la recensione ^^ Allora, come ti è sembrato il mio Watson che ci prova con tutt’e due le ragazze? (Ma..ma…io..NdWatson)(Su su, doc, non faccia il timido, lo sappiamo tutti che lei è un Casanova sS_Fra_Ss: Salve! Grazie mille per la correzione, non ci avevo proprio pensato…che scrittrice degenere..XD E grazie tantissimo che stai continuando a seguirmi :D aspetto una tua nuova recensione! Un bacio^^
Joseph Bell: Aah, ecco un altro collega di forum :D Spero che questa fic continui a piacerti anche in seguito, e..beh..non ti resta che aspettare le novità ;) A presto!

Ringrazio inoltre:
Alchimista
aXce
cassiana
Eri_Piggy_
sS_FrA_Ss
ZofouArtemis
Per aver messo questa fic fra le seguite^^ A presto!

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Capitolo 7
*** Chapter Seven ***



Ringrazio tanto la mia mamma per i suggerimenti e l’aiuto che mi ha dato per il capitolo :)  E Bellis per essere la mia beta-reader :D



Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Seven



La mattina seguente le signorine si trattennero circa un’ora nella camera, a causa, dissero, di problemi con i vestiti. Facemmo quindi colazione ed uscimmo subito dopo; cercammo una carrozza, per evitare di fare tutta la strada a piedi, visto che Prince Albert Road non si trovava molto vicino al nostro alloggio, e giungemmo alla nostra destinazione circa venti minuti più tardi. La casa di miss Annabelle era grande, con un giardino molto ben curato circondato da una bianca staccionata. Aprimmo il piccolo cancello e ci dirigemmo verso la porta d’ingresso passando da un viottolo in pietra. Il mio amico battè un paio di volte sul battente finemente decorato; poco dopo ci aprì una governante.
-Si?
-Sono il signor Holmes.
-Ah, si, miss Annabelle vi stava aspettando. Entrat- -
-Rebecca!- risuonò per la casa una voce acuta, seguita subito dopo dall’apparizione di un’anziana e magra signora.
-Sì, madame?
La donna battè le mani nel vederci –Oh che gioia, eccovi qua! Oh caro!-posò le sue mani sulle spalle di Holmes –Come sono felice di vederti, non vieni mai a trovare la tua povera zia!- disse, con un tono di leggero rimprovero. –Rebecca, tu puoi andare, grazie.
-Zia, posso presentarvi- -
-Oh, questi devono essere i tuoi amici!- lo interruppe la donna –Dunque..il dottor Watson, immagino.
-Esatto miss, per servirvi- feci un leggero inchino davanti alla sorridente signorina.
-Oh, si si si! Christine mi ha parlato molto bene di voi: le avete curato quella terribile tosse che aveva. Vi ricordate di Christine Johnson?  
-Sì, ho avuto il piacere di incontrarla il mese scorso- risposi, un po’ frastornato da quella serie incessante di parole.
-Eh si, poveretta, anche lei non è più la ragazzina di una volta. Oh, e voi dovete essere le due giovani!- detto questo abbracciò contemporaneamente le due ragazze, che rimasero, credo, ancora più stupite e confuse di me.
-Zia, loro sono miss Korinne e miss Evangelina – disse il mio amico.
-Molto piacere- entrambe le ragazze sorrisero.
-Il piacere è tutto mio, credetemi! Oh, ma che sciocca, io vi sto trattenendo qui fuori mentre dentro c’è un bel tè che attende tutti quanti- Miss Annabelle si recò  verso la porta, entrò e ci fece segno di fare lo stesso –Prego- e,a appoggiandosi leggermente al braccio del nipote, si diresse all’interno della casa.
Nell’entrare miss Korinne inciampò e per poco non cadde a terra.
-Oh, attenzione, attenzione! State attenta a dove mettete i piedi, miss, altrimenti poi cadete e magari vi decapitate.- la ammonì la donna sorridente. In quel momento scorsi miss Korinne tastarsi la gola, guardando l’amica con un’ espressione leggermente impaurita.
-Per me è una vera e propria minaccia di morte- le sussurrò miss Eva.

---

Entrammo in un luminoso e spazioso salotto, in cui erano disposti un divano, due poltrone di fronte ad esso e un tavolo nel mezzo. Poco più in là, a ridosso del muro, c’era un camino; sopra di esso vi erano poggiati ordinatamente diversi campanelli delle più svariate forme e colori. Una vetrina era poggiata al muro di fronte a noi; conteneva un servito da tè proveniente da uno dei viaggi della signorina in Turchia, un set di bicchierini da liquore e uno strano teschio di cristallo, riguardo al quale le ragazze mi raccontarono di qualcosa a proposito dei Maya e di un fantomatico calendario; tuttavia non capii molto bene ciò di cui mi parlarono. Infine, a decorare ulteriormente la stanza, alcuni quadri e le fini tende della finestra.
-Prego, sedetevi pure, faccio subito portare il tè. Cecyl!
Ci sedemmo, e poco dopo arrivò una cameriera, portando un vassoio con il tè e dei biscotti.
-Grazie Cecyl. Dunque – esordì, mentre versava il tè nelle tazze – da dove venite, belle signorine?- passò una tazza a miss Eva.
-Ehm, dal..dal Continente- rispose lei, prendendo la tazza.
-Oh, dal Continente, com’è affascinante!
- Vedete, zia, le due signorine sono un po’ inesperte; ho pensato che voi potevate insegnar loro alcune cose.
-Ma certo!- squillò la voce di miss Annabelle –Non preoccupatevi, siete in ottime mani. Ma ditemi, come siete finite in casa di mio nipote?
-Ehm..beh, ecco, ci..ci eravamo perse- disse miss Eva.
-Oh, siete giunte proprio nel posto adatto: l’appartamento del miglior detective di tutto il mondo- sorrise, poi continuò con tono confidenziale – Sapete, anche io mi interesso un poco di certe cose. Anzi, direi che Sherlock e Mycroft abbiano ereditato proprio da me le loro menti così acute.
-Beh, zia, devo dire che sono cambiate diverse cose da quando ci siamo visti l’ultima volta: allora non avevate una governante, né una cameriera.
-A quei tempi, caro nipote, ero anche più giovane! E poi, al giorno d’oggi, è di moda avere un maggiordomo che ti apre la porta e una cameriera che pulisce la casa..ed è anche molto comodo, specialmente per una vecchietta come me, che a stento si regge sulle sue fragili gambe.
-Non dite così, miss Annabelle, voi mi sembrate ancora una donna piena di energie- affermò miss Korinne.
-Potete ben dirlo, figliola- rispose la donna con un sorriso – Il mio era solo un modo per fare un po’ di scena. Dovete sapere che ho viaggiato molto, in lungo e in largo; posseggo diversi souvenir, ricordi dei miei viaggi, che tengo per la maggior parte nel mio studio. Volete vederli?
Stavo per rispondere affermativamente, quando Holmes mi precedette
-Sarà per un’altra volta, zia: ho delle faccende da sbrigare, e temo proprio che la nostra visita stia giungendo al termine.
Miss Annabelle gli rispose sorridendo –Capisco; se è per questo non ti tratterrò ancora un secondo di più, Sherlock.
Ci dirigemmo quindi all’ingresso e salutammo e signorine. Io feci un leggero inchino –Miss Korinne, miss Evangelina, a presto.
-A presto dottor Watson, signor Holmes. Confidiamo nel fatto che non passerà molto tempo prima di rivederci. – disse miss Evangelina.
Annuii –E’ così, vero Holmes?
-Assolutamente, Watson. Signorine, zia- le salutò con un cenno del capo, poi ci congedammo.

---

Mentre stavamo rientrando a casa, mi tornò alla mente ciò che il mio amico aveva detto in precedenza.
-Faccende urgenti, Holmes?
-E’ così. Ho tra le mani un caso molto importante; gliene parlerò appena arrivati a Baker Street.
Sollevai le sopracciglia, stupito -Ma..si è forse dimenticato di miss Korinne e miss Evangelina?
-No; tuttavia non posso fare l’impossibile solo perché due ragazze le hanno fatto gli occhi dolci, Watson.
Non potei fare a meno di arrossire leggermente a quell’ultima affermazione del mio amico – Vuole dire che non le aiuterà più?
-Non ho detto questo: mi sto semplicemente dedicando a un altro caso, poiché questo si trova in una teporanea situazione di stallo; ma non l’ho dimenticato, né abbandonato. Come ho già detto in precedenza, ciò che resta adesso è aspettare.
Arrivammo a casa. Dopo aver scambiato i soliti convenevoli con la signora Hudson ed essere entrati nel salottino dell’appartamento, Holmes si sedette sulla poltrona e iniziò a parlare.
-Qualche tempo fa mi è arrivata una lettera, nella quale mi si pregava, in parole povere, di risolvere un mistero riguardante la scomparsa di diversi gioielli e cose di valore. Inizialmente non rivolsi molta attenzione alla faccenda, sia perché ero ancora concentrato sul caso delle signorine, sia perché  un furto di gioielli non attirava il mio interesse. Feci comunque qualche ricerca, e scoprii che questo caso era legato a un omicidio avvenuto nelle vicinanze di Kensington Road un po’ di tempo fa; una settimana e mezzo, per la precisione.
Io ascoltavo con molta attenzione; alla fine del discorso dissi –A questo punto per lei il caso è diventato più “allettante”, giusto?
Holmes annuì –Diciamo pure così. Scotland Yard è sulle tracce di quei due già da parecchio tempo, ma non li hanno ancora trovati. Non manca molto, prima che Lestrade venga a chiedere il mio aiuto.
-Aspetti..quindi lei ha già scoperto chi sono e dove si trovano?
-Non esattamente. E’ vero, conosco le loro identità, ma non la loro attuale posizione, il loro covo; comunque mi manca davvero poco a scoprirlo.


***


FrancYeah
: Che dici, miss Annabelle Holmes ha deluso le tue aspettative? :D Spero di no, è un personaggio che mi piace molto :) Fammi sapere che cosa ne pensi! Beh, per quanto riguarda il dottore, invece…chissà cosa passa per quella sua testolina dottorosa XD Secondo te nascerà un amore? E di chi potrebbe essersi innamorato il nostro dottor Dongiovanni? (Ma..ma…la smetta di darmi questi appellativi, signorina! *indignat* ndWatson). Si vedrà..:) Ti mando un bacione, alla prossima! ;D
Alchimista: Ma come! Pensano tutti che Watson si sia innamorato! Mi domando il perché.. (…chissà perché-.- ndWatson)(zitto tu, non hai voce in capitolo u.u ndAutrice)(Ma..come si permette? Ragazzina impertinente! ndWatson) ahem, come stavo dicendo..chissà, forse potrei proprio mettercela una storia d’amore in questa fic, perché no? (anche se non posso assicurare che si tratti di un uomo e una donna XD sto scherzando..ahimè, non a tutti piace lo slash). Comuque, basta farneticare! Sono molto felice che ti sia piaciuto il capitolo scorso, e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento ;D Cosa ne pensi di miss Annabelle? Aspetto una nuova recensione, a presto! <3
Bellis:  Grazie mille per i complimenti! Comunque ci hai azzeccato con il carattere della zia, anche se in realtà è più..eccentrica! :D A presto, sorellona, e grazie per il tuo Beta Reading! ;)

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Capitolo 8
*** Chapter Eight ***


Come avrete capito tutti, sono in ritardissimo con la pubblicazione. Mi dispiace tantissimo! Fra la scuola e altro, sono stata veramente occupata..però, adesso che ci sono le vacanze non ho più scuse! Quindi, passiamo immantinente (<_<) al prossimo capitolo, spero vi piaccia! :D (chiedo scusa in anticipo per la lunghezza..anzi, cortezza del capitolo..)






-E così Sherlock ha un nuovo caso fra le mani- miss Annabelle Holmes era seduta sulla poltrona, con le signorine alla sua sinistra, sul divano.
-E’ così, miss; però il signor Holmes è stato molto evasivo a riguardo- disse miss Eva
Annabelle fece un sorriso – Posso capirlo: Sherlock è molto riservato, specialmente su ciò che riguarda un caso. Si tratta di un furto mi avete detto..strano che mio nipote si interessi ad un caso sì banale.
 Korinne replicò –In realtà il dottor Watson ci ha detto che questo caso è legato a un omicidio, e che il signor Holmes ha già scoperto il covo dei criminali.
-Oh, e come mai non li hanno ancora catturati?
-Il dottore ha detto che è perchè il signor Holmes vuole aspettare che l’ispettore Lestrade vada a chiedergli aiuto.- rispose la ragazza.
-Ah, naturalmente. Vi ha forse detto dove si trova questo luogo?
-Beh..sì. E’ un’abitazione in rovina in Cossway Street.
-Molto interessante. – Annabelle prese un sorso dal tè che stava bevendo –Io non mi farei scappare l’occasione- disse poi a voce bassa, come a se stessa.
-Come ha detto, miss?-chiese Eva, dopo un attimo di esitazione.
-Oh, stavo solo dicendo che io, se fossi giovane come voi, non mi lasceri scappare l’occasione.
-L’occasione?-Korinne si fece più attenta.
-Esatto, l’occasione per osservare quei due criminali. Forse sarebbe pericoloso, ma io avrei colto al volo la possibilità di poter vedere cosa stanno facendo, e di quali loschi affari stanno discutendo.





Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Eight





Erano passati diversi giorni da quando le signorine erano andate a vivere con la zia di Holmes; ci vedevamo circa tre volte a settimana: a volte andavo io stesso a casa di miss Annabelle, ma molto spesso erano le due signorine a venire al 221b, soprattutto quando miss Annabelle riceveva in casa le sue amiche per prendere il tè. Ci dissero che il soggiorno dall’anziana signorina era molto piacevole, benchè miss Annabelle avesse delle strane abitudini; miss Annabelle, mi dissero, aveva  un umorismo tagliente e uno spirito d’osservazione particolarmente sviluppato. Era molto attiva per essere una donna della sua età, e nelle passeggiate che faceva in compagnia delle due ragazze raccontava loro dei viaggi che aveva compiuto nella giovinezza.  Qualche volta miss Korinne e miss Evangelina ci parlavano del loro secolo e della loro vita prima di giungere fino a noi; si capiva chiaramente che provavano molta nostalgia, e ci confidarono di essere estremamente preoccupate per le loro famiglie.
-Sono settimane che non ci facciamo sentire- disse miss Korinne-crederanno che siamo scomparse.
-Perché, è successo diversamente?- replicò miss Eva –nel nostro secolo noi siamo scomparse, non ci siamo più.
Un pomeriggio ci trovavamo nel salotto del 221b. Ero riuscito a convincere Holmes a parlare del caso anche alle signorine.
-Dopotutto- gli dissi –che male potrà mai fare? Non vi è alcun motivo di non parlarne a due ragazze che provengono dal XXI secolo.
Esse sembrarono molto interessate ai fatti, soprattutto miss Korinne, che pose alcune domane circa l’attuale covo dei criminali e le loro identità.
Qualche giorno dopo successe un avvenimento totalmente inaspettato. Ero tornato da poco dal mio solito giro di visite e mi ero seduto in poltrona a leggere il giornale, mentre Holmes stava compiendo alcuni esperimenti. Si trattava di pomeriggio inoltrato, e tutta Londra sembrava essere immersa in una innaturale tranquillità; una tranquillità che venne rotta dal suono frenetico del campanello di casa. Visto che la signora Hudson era uscita, e Holmes non dava segni di voler andare ad aprire, mi alzai io stesso e scesi le scale. Il campanello continuava a suonare, con pochissimi intervalli, come se qualcuno stesse tenendo il dito premuto sul pulsante. Aprii la porta, e credo che in quel momento il mio cuore perse un battito: davanti a me miss Korinne stava cercando di sorreggere l’amica, priva di conoscenza; entrambe erano coperte di sangue.
-Dottor..-ansimò la ragazza, con voce strozzata; poi cedette. Riuscii in tempo a non farla cadere, ma miss Evangelina le scivolò dalle mani, accasciandosi lentamente a terra.
-Oh mio Dio. Holmes! Holmes!-chiamai il mio amico, che arrivò subito dopo.  
-Come sospettavo!-  mormorò Holmes  e sorresse miss Korinne, ed ella disse ansimando
-Eva..la ferita..- Io mi ero abbassato su miss Evangelina e stavo cercando l’origine di quel sangue; quando trovai la ferita mi resi veramente conto della gravità della situazione.
-Holmes, ha bisogno immediatamente di un chirurgo.
-La porterò io di sopra, poi chiamerò qualcuno
-Ma, Holmes-
-Lei si occupi delle ragazze mentre sono via, io non potrei fare nulla! Anche miss Korinne è ferita.
In quel momento mi accorsi che le braccia di miss Korinne erano ricoperte di sangue e le maniche del vestito tutte strappate. Solo allora notai che le ragazze portavano abiti da uomo.
Holmes portò in tutta fretta miss Eva nella sua camera, poi si affrettò ad andare a cercare in un chirurgo. Prestai le prime cure a miss Evangelina, cercando di fermare l’emorragia, fino a che non arrivò il medico. Egli esaminò l’inferma, poi rimase nella stanza insieme a Holmes, mentre io mi preoccupai di controllare miss Korinne. Esaminai le sue braccia, spostando i lembi di tessuto, e tamponai le numerose ferite con dell’antisettico. Fortunatamente si trattava per di più di graffi non molto profondi, ma vi erano anche molte spine conficcate nella pelle. La ragazza teneva lo sguardo altrove, indecifrabile, un misto fra il triste e l’amareggiato. Continuai il mio lavoro per ancora qualche minuto; poi però, la mia preoccupazione crebbe, e infine mi decisi a parlarle.
-Miss..posso chiederle cosa è accaduto?- le chiesi gentilmente, ma con tono accorato.
Miss Korinne non rispose, così io continuai il mio lavoro.
-Miss Korinne..le sue ferite non sono molte, ma vi sono anche diverse spine. Dovrò toglierle una a una, e probabilmente le provocherò un po’ di dolore.-
La ragazza annuì lentamente, e io cominciai a toglierle le spine.
Sopo qualche tempo il mio amico e il chirurgo uscirono dalla stanza, e miss Korinne si alzò di scatto in piedi.
-Come sta?-
-Starà bene- esordì il chirurgo –per fortuna non le ha trapassato la spalla, così sono riuscito ad estrarla con facilità. Però la signorina non riuscirà a muovere il braccio per un po’ di tempo. Tornerò fra qualche giorno, per controllare che tutto vada bene. Con permesso- detto questo si mise il cappotto ed uscì, dopo un leggero inchino.
Holmes si schiarì la voce -Miss Korinne..nel vostro secolo è normale farsi sparare?






***






FrancYeah: Beh, i miei neuroni fanno a cazzotti già da tempo, ormai…XD Hehe, sono contenta che ti piaccia Annabelle..pur avendo l’età che ha, è sempre nella più completa attività. E’ logorroica e stramba XD Chissà da chi avrà preso il nipote…<_< Ah, chi si invaghirà di Watson sono io! (l’ho già fatto, però vabbè..): infatti ora entrerò nella storia e lo rapirò, così toglierò di mezzo un personaggio inutile e mi farò anche un bel regalo (ritardato) di Natale :D (Ma..ma..O_O’ ndWatson). Bando alle ciance, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione ^_^
Alchimista: Naah, e chi la molla? :D Sono curiosa io stessa di come andrà a finire! (NB: la frase precendete è priva di qualunque senso logico). Hmm..tutte le mie lettrici sono d’accordo su un punto..ebbene, LOVE NOW! Okay, basta.  Hehehe, anche a me piace tanto Annabelle XD che personaggio..un abbraccio! <3
DataLore1001001: Okay, a parte il fatto che ogni volta che devo risponderti devo fare un copia-incolla del tuo nick..*ahem*  mi hai scoperta, sono gli stessi campanelli pittoreschi in casa di tua nonna..shhh, tu non hai visto nienteee *Pinguino Style*. Ecco, comunque la zia ha ragione! E’ sempre bene stare attenti quando si entra in casa! Sai che il 62% degli incidenti avviene fra le mura domestiche? (ho un po’ scavolato, ma più o meno dovrebbe essere così). Eh si, le due fanciulle continuano a girargli intorno.._>  eeeh, caro dottor Casanova..(ma…tutti questi soprannomi non si addicono affatto alla mia persona! u.u ndWatson) (See see, vallo a raccontare a tutte le tue innamorate u_u ndAutrice)(Ma..! Basta, mi licenzio! ndWatson)(see see…u.u ndAutrice)(T^T ndW). Via, dopo queste sclerate, ti saluto! XD un bacione!! <3 

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Capitolo 9
*** Chapter Nine ***


Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Nine


La ragazza non rispose e distolse lo sguardo.
-Sparare?- dissi io, adesso molto sorpreso e preoccupato.
-Sì. Vede Watson, miss Evangelina aveva una pallottola conficcata nella spalla. Miss, saprebbe dirmi come c’è finita?
-E’ stato un incidente! Miss Annabelle aveva detto- - la ragazza sospirò e distolse lo sguardo dal viso di Holmes, disperata.
-Sapevo che c’entrava mia zia, quella ficcanaso..miss, mi dica cos’è successo- ora con aria leggermente spazientita. Miss Korinne si piegò su sé stessa, nascondendo il viso fra le mani.
-E’ tutta..colpa mia..-disse, con voce strozzata dal pianto. Poggiai istintivamente una mano sulla spalla della ragazza.
-Coraggio miss, non faccia così.
-Allora, mi dica cos’è successo!- sbottò il mio amico, sbuffando.
-Holmes, la prego, le dia il tempo!- dissi io; poi, rivolto a miss Korinne
–Miss..- con voce accorata. Lei sollevò lo sguardo verso di me, con i bei occhi verdi velati dalle lacrime. Prese un profondo respiro e, passandosi una mano sugli occhi, iniziò a parlare.
-Ci abbiamo pensato qualche giorno fa..miss Annabelle ci aveva detto che non avremmo corso alcun pericolo se fossimo state attente.
-E’ stata lei a proporlo?-chiesi io, educatamente.
-No, cioè..miss Annabelle ci ha fatto..incuriosire. Ha cominciato a dire che lei avrebbe colto al volo l’occasione per poter spiare i criminali..per sapere di quali affari stessero discutendo. Conoscevamo il luogo dove si trovavano, e..ci abbiamo provato. Eva all’inizio era riluttante, diceva che sarebbe stato pericoloso; poi però sono riuscita a convincerla. Miss Annabelle aveva dei vestiti da uomo: così saremmo state più comode, aveva detto. Siamo andate nel luogo dove si trovava il covo, quella casa in rovina e ci siamo avvicinate silenziosamente a una finestra; lì abbiamo spiato per un po’ di tempo senza farci vedere, poi però, non so, dobbiamo aver fatto troppo rumore, e ci hanno scoperte. E’ uscito solo uno dei due uomini, e noi abbiamo iniziato a correre, ed ho sentito degli spari..Eva è caduta a terra, ma è riuscita a rialzarsi..sembrava stesse bene. Oddio..- la ragazza si posò una mano sulle labbra.
-Continui, avanti- la incoraggiò Holmes. Miss Korinne prese un altro respiro profondo e continuò –Abbiamo trovato un posto dove nasconderci e solo allora ho visto che Eva era stata colpita..sanguinava da una spalla, e doveva fare molto male. Quando è sembrato che l’uomo se ne fosse andato, siamo uscite dal nascondiglio, ma Eva ha perso i sensi, così ho cercato di prenderla in qualche modo, e portarla via. Sono passata dal retro della casa, perché altrimenti ci avrebbero viste..era pieno di rovi, e non ho potuto fare a meno di ferirmi. Poi siamo arrivate qui..-
-Miss..- esordii io –se mi permette..è stata molto coraggiosa.
La ragazza scosse la testa –No, no, è tutta colpa mia..Eva ha quasi perso la vita per colpa mia.
-No, miss Korinne, la colpa non è sua, bensì di mia zia.- intervenne Holmes- Con permesso, devo andare a scambiarci due parole.- Il mio amico uscì, ed io rimasi con le ragazze, sia per controllare che miss Evangelina non si aggravasse, sia per consolare miss Korinne.

---

Nei giorni che seguirono sembrò che miss Evangelina fosse leggermente peggiorata: aveva ripreso i sensi, ma il dolore alla spalla si faceva sempre più acuto. Quando il chirurgo che aveva estratto la pallottola ritornò per accertarsi delle sue condizioni di salute, disse che doveva essere portata in ospedale per qualche giorno.
-Solo per un controllo e per evitare una netta ricaduta.- affermò, così decidemmo di portarla al più vicino ospedale.
-Venga anche lei, Watson, dopotutto la colpa è anche sua.-disse il mio amico.
-Mia?- chiesi, alquanto sorpreso.
-Esatto: non sono certo stato l’unico a raccontare tutto alle due ragazze.
Seguii quindi Holmes, e anche miss Korinne volle venire con noi. Purtroppo il soggiorno di miss Evangelina in ospedale non fu breve come credevamo: il dottore ci disse che la ragazza doveva rimanere lì per almeno tre giorni, ma né io, né miss Korinne, né Holmes volemmo tornare a casa, poiché ci sentivamo tutti colpevoli per quanto era accaduto. Durante i giorni in ospedale Holmes dormì nella camera di Evangelina, mentre io e miss Korinne dormimmo in parte nel corridoio su alcune poltrone, e in parte nella stanza insieme a Holmes e all’inferma.
-Sa Watson- mi disse una volta Holmes, in privato –ho parlato con mia zia.
-Oh, e che cosa ha detto a riguardo? Ha espresso il motivo per cui ha mandato le due signorine nel covo dei criminali?- chiesi io.
-Il motivo di tutto ciò è molto semplice; conoscendo mia zia, non avrei avuto nemmeno bisogno di chiederglielo. Vede, Watson, da giovane miss Annabelle è stata una donna molto attiva, da come ha potuto notare dai suoi numerosi souvenir. Purtroppo, benchè goda ancora di ottima salute, non è più giovane come una volta, e deve aver proiettato le sue curiosità riguardo al caso sulle due ragazze. Miss Korinne una volta mi ha detto di essere molto interessata alla criminologia, e mia zia non ha dovuto faticar molto per accendere più che un barlume di curiosità nella ragazza, e in miss Evangelina.
-Quindi..le ha sfruttate per il proprio interesse?- chiedi, sbalordito –non me lo sarei aspettato da sua zia.
-Più o meno è così.- disse, accendendosi una sigaretta. –Con mia zia c’è da aspettarsi di tutto.
-Capisco- annuii, poi -Holmes, è vietato fumare in ospedale.
-E che importa?




***


Ringrazio:

Alchimista  

aXce
cassiana  
Eri_Piggy_  
FrancYeah  
m i n o r i t y
Tensi
Per aver messo la mia storia fra le seguite.
Bellis, per averla messa fra le preferite (e per il beta reading ;D)
NemesiS_ per averla messa fra le ricordate :D


DataLore1001001: Come sempre le tue recensioni sono le più sclerotiche XD Beh, ora siamo al capitolo 9..piaciuto? :D E comunque è vero, povera Evangelina. Oh. XD Fine della risposta alla recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolooooooooooo…*dissolvenza* (Dissolvenza? Dissolvensa? Mah..)

Alchimista
: Heh, a quanto pare miss Annabelle ha complicato un bel po’ le cose, eh? Chi ti dice che non morirà nessuno? No, forse la mia crudeltà non arriverà a questo punto. Ti ringrazio per la tua recensione, e pre i complimenti che mi fai…^///^ Spero che anche questo capitolo non sia stato da meno..un bacione, ti aspetto! :D
FrancYeah: Ooh, si che l’hanno fatta..ma possibile che Korinne metta sempre nei guai la povera Evangelina? Nah, è solo un po’ impulsiva. Forse questa esperienza riuscirà a cambiare il suo carattere, chissà. Ah, sei riuscita a notare quel “Come sospettavo” di Holmes, eh? :D Che occhio! Comunque va bene, nel prossimo capitolo scompariranno sia Holmes che Watson, e Annabelle si metterà a fare la detective..ma chi mettiamo come assistente? :D Al prossimo capitolo! Un bacio <3

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Capitolo 10
*** Chapter Ten ***


Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Ten




-Mi scusi, dottore..- mi disse una sera Korinne, mentre eravamo di ritorno verso l’ospedale dopo una breve passeggiata.
-Per cosa, miss?- le chiesi.
-Per..per averle mentito, per aver combinato tutto questo. Voi ci avete ospitati, e noi..io vi ricambio in questo modo. Ho messo in pericolo di vita anche Eva, che non voleva neanche venire.
-Miss..- le risposi, sorridendo leggermente; le mie parole, però, erano sincere –Le ha salvato la vita e l’ha portata fin da noi, anche se le braccia le provocavano molto dolore. E’ stata molto coraggiosa.-

---

Passarono tre giorni. Miss Evangelina si rimise molto bene, tanto da voler tornare a casa a piedi, senza una carrozza, ma viste le sue condizioni, decidemmo che sarebbe stato meglio per lei riposarsi ancora un po’. Appena arrivati a casa Mrs. Hudson ci avvisò che in quei giorni si era stanziata nell’appartamento una strana donna.
-Arrivava ogni mattina e se ne stava di sopra a fare le pulizie e a riordinare – disse la signora - Miss Annabelle Holmes, la zia del signor Holmes. Il signor Holmes mi aveva detto che poteva entrare, ma non doveva toccare nulla, però io non sono riuscita a fermarla. Quella non è una donna, è un uragano!-
-Il mio schedario!- gridò Holmes, visibilmente fuori di sé –Quella donna ha toccato la mia roba! Ed è entrata in camera mia senza permesso!
-Suvvia, signor Holmes, non faccia così! Non ci vorrà molto a mettere tutto in disordine come prima- miss Evangelina sorrise.
Il mio amico sbuffò, rosso in viso dalla rabbia. –Lei dovrebbe andare a riposare, adesso.-
-Ma..- tentò di protestare la ragazza.
-Niente ma!- la interruppe Holmes –vada in camera mia per oggi, ma non tocchi nulla!-
Miss Evangelina sorrise –Grazie, signor Holmes.
-Sì, sì, ma vada, ora. E non tocchi nulla!- ripetè
Dopo che la ragazza si fu ritirata nella camera del mio amico, non potei far a meno di notare la sua frettolosità.
-Holmes..mi è sembrato che volesse proprio che miss Evangelina entrasse in camera sua. Posso sapere il motivo di tanta rapidità?
-Mio caro Watson..- rispose, rovistando ra le sue carte – avrei preferito di gran lunga che non ci entrasse; tuttavia mi sembra una ragazza riservata, e devo tenerla fuori dal salotto, almeno per oggi.
-Fuori dal salotto?
-Già. La signora Hudson mi ha detto che in questi giorni è venuto a cercarci Lestrade, e preferirei che le signorine non facessero la sua conoscenza, vista l’attuale situazione.
-Teme che possa capire che sono state loro ad entrare nel covo dei criminali?
Il mio amico annuì –Già. Se fossi in lei, avviserei anche miss Korinne. Dovrebbe essere nella sua stanza, dottore.
Mi avvicinai alla porta di camera mia, e bussai piano, prima di entrare.
-E’ permesso?
-Oh, dottore- La ragazza era seduta sul mio letto. Si alzò, vedendomi. -Mi scusi per l’intrusione. E’ che il signor Holmes non voleva che entrassi nella sua camera..
Io annuii, sorridendo; solo in quel momento notai che miss Korinne stava tenendo in mano una di quelle scatole luminose che ci avevano mostrato la prima volta che ci conoscemmo. La ragazza lo osservò di nuovo, con sguardo che tradiva una forte malinconia.
-Le manca tanto, vero?- le dissi
La signorina sollevò lo sguardo –C-come?
-Stavo parlando di casa sua.
Korinne sorrise un poco –Ma io sono a casa mia. A me manca..il mio tempo.
-Non posso dire di capirla, signorina, ma..le assicuro che io e il signor Holmes stiamo facendo di tutto. E’ solo che non conosciamo quegli oggetti come li conoscete voi.
La ragazza annuì –Già..beh, non voglio occuparle ancora la sua stanza, avrà da fare..- Si avvicinò alla porta, e stava per aprirla, quando la trattenni delicatamente, posandole entrambe le mani sulle braccia.
-N-no, miss..-
-Dottore..?-
La ragazza si voltò verso di me e ci guardammo negli occhi per qualche secondo; poi, lentamente, si avvicinò a me. Sentivo il mio cuore palpitare sempre più forte, mentre vedevo la ragazza avvicinare il proprio viso verso il mio, e dischiudere le labbra. Chiusi gli occhi, e mi lasciai trasportare dal momento; sentivo il respiro di Korinne sul mio viso, sempre più vicino, e in un attimo le sue labbra sfiorarono le mie. Poi una voce ruppe quel momento.
-Dottor Watson! C’è qui l’ispettore Lestrade, desidera parlare con noi.
Aprimmo entrambi gli occhi, e Korinne si allontanò velocemente da me, rossa in viso. Mi sentii avvampare, poi cercai di balbettare qualche scusa, con voce tremolante.
-R-resti qui, miss..non credo sia prudente..farsi vedere dall’ispettore..
Abbozzai un sorriso ed uscii quindi dalla porta di camera mia, richiudendola alle mie spalle.

---

-Oh, buonasera dottore.- disse l’ispettore Lestrade.
-Buonasera- risposi io –a cosa dobbiamo questa visita?
-Vedete- esordì l’ispettore –sono qui per chiederle aiuto, signor Holmes. Come lei e il dottore avrete letto su alcuni- si schiarì la voce –“indiscreti” giornali, mi sto occupando di un caso..un caso di furto e assassinio.
-Sì, ne abbiamo sentito parlare- disse il mio amico, lanciandomi un’occhiata.
-Bene, bene.-continuò Lestrade –come sapete, i criminali, che crediamo essere due o più, si erano rifugiati in una casa abbandonata in Cossway Street. Eravamo pronti all’azione: alcuni miei uomini stavano tenendo d’occhio i criminali, che rispondono al nome di Buster Davies e Duke Burton, e mi hanno riferito  di aver visto sbucare improvvisamente da dei cespugli altri due uomini sconosciuti. Hanno prima pensato che fossero dei complici, ma i due si sono messi a spiare alla finestra, poi sono scappati di colpo, con Burton alle calcagna. I miei uomini si sono precipitati su di lui, ma non hanno potuto evitare che sparasse ad uno dei due; nel tumulto inoltre, sia Burton che Davies sono riusciti a fuggire, e non abbiamo trovato traccia dei due sconosciuti.
-Ovvio! Mai una volta che Scotland Yard ne azzecchi una!- sbottò il mio amico. –Suppongo che sia venuto qui per chiedere il mio aiuto, giusto ispettore?
Lestrade annuì e Holmes rimase qualche momento in silenzio, per poi replicare
–No, non posso aiutarla.-


***





Alchimista: Naah, tranquilla, non potrei mai far morire la mia Korinne! *dita incrociate dietro a schiena* come puoi pensare una cosa del genere? XD E come al solito il povero Watson si becca la colpa di tutto..ce la faranno i nostri eroi ad arrestare quei criminali? Da questo capitolo il caro Holmes non sembra molto intenzionato ad aiutare quel tontolone di Lestrade..XD E questo capitolo? E’ stato abbastanza crudele per la povera Korinne? :D spero di risentirti presto, un bacio! <3

LivingTheDream
: Oh, una nuova lettrice, che bello! :D Sono tanto contenta che questa storia per ora ti piaccia..non è che hai già cambiato idea, vero? :D Ah, per quanto riguarda quei "miss", beh, è Watson a parlare, quindi credo sia necessario aggiungerli^^ Grazie mille per la recensione, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto..ti aspetto! ^^ (ps. Ti piace il prof. Layton **)

DataLore1001001
: No, aspetta, e io dovrei anche risponderti? XD cioè, questa recensione veramente supera tutte le altre per il livello di sclerosità. Oioi, Holmes che gioca a scaricabarile XD povero Watson..e povero Mr. Hospital! Che insensibilone quell’Olms..(O.o)..via su, aspetto un’altra tua scler- recensione, a presto! XD

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Capitolo 11
*** Chapter Eleven ***


Sì! Lo so! Non ditemi niente! ç_ç scusatemi, è tutto quello che posso dire..e vi ho lasciato un bel capitolone da leggere, spero che con questo sarò perdonata..buona lettura!





Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Eleven



-C-come?- Lestrade sembrò molto sorpreso –Ma signor Holmes, il suo aiuto sarebbe di estrema importanza e--
-Ho detto che non posso aiutarla.- lo interruppe il mio amico.
L’ispettore sospirò -Beh, vuole almeno illustrarmi le ragioni per cui non può?
Holmes si sistemò meglio sulla poltrona sulla quale si era seduto e replicò, disinvolto
–Non ho voglia
-Non ha..voglia?
-Ho altro lavoro da fare, in questo periodo, e credo..- continuò, alzandosi dalla poltrona -..che anche lei ne abbia, quindi sarebbe meglio per tutti e due terminare qui la nostra conversazione, se non le spiace- aprì la porta che dava sul salotto.
-Beh- disse Lestrade –se così stanno le cose..ma la prego di rifletterci, Holmes; non sarei venuto da lei se non fosse una questione urgente.-
Infine si congedò, salutandoci con un “buonpomeriggio” e calcandosi il cappello in testa. Il mio amico mi disse che miss Korinne poteva uscire dalla mia stanza, ma quando entrai la trovai stesa sul letto, addormentata. Mi venne da pensare al momento in cui le ragazze sarebbero dovute tornare nel loro tempo; quando sarebbe successo? Non potevo dare una risposta a questo interrogativo, ma sentivo dentro di me che ci sarebbero riuscite; ero certo, comunque, che avrei sentito la loro mancanza.

---

Nei giorni che seguirono le due tornarono in casa di miss Annabelle; Evangelina sembrava ormai essersi ripresa piuttosto bene, e potei togliere definitivamente le bende dalle braccia di Korinne. L’ispettore Lestrade non mancò di venirci di nuovo a trovare, e convinse Holmes a fare alcune indagini riguardo al caso, ma il mio amico si guardò bene di fare parola sui due misteriosi individui che si trovavano alla casa abbandonata.
-Dobbiamo evitare che Lestrade venga a conoscenza delle loro identità, Watson- mi disse un giorno –sarebbe davvero seccante dovergli dare delle spiegazioni-
Le signorine passarono con noi diverso tempo, e cercammo di risolvere l’enigma riguardante le due scatolette luminose, che ormai da molti giorni non davano segni di vita; le stesse che si pensava avessero portato le due ragazze indietro nel tempo,  e che quindi credevamo potessero riportarle a casa. Il problema era riuscire a capire come.
-Potremmo caricarli di nuovo di elettricità- propose Korinne
-E dove la trovi?- ribattè la sua amica –Qui non l’hanno ancora scoperta!
Di cosa stessero parlando, non ne avevo idea.
-Signorine- esordì Holmes – quando siete arrivate qui, era in corso un violento temporale, e avete detto che la causa del vostro salto nel tempo potrebbe essere stato un filmine. Perché non ricreare quella situazione?
Miss Korinne scosse il capo –Servirebbero le attrezzature adatte; un’antenna, perlomeno.
-Potremmo farne costruire una- proposi io, senza sapere con certezza che cosa fosse.
L’idea venne presa in considerazione, e ci accordammo per vederci dopo cena per discuterne, visto che prima sia io che Holmes dovevamo lavorare.


---


-Eva, credi che un giorno torneremo a casa?
-Beh, io spero di sì!
-Mh..- la ragazza diede un calcio a un sasso della strada. Stavano tornando a casa a piedi, dopo essere uscite dall’appartamento di Baker Street.
-Stà tranquilla, Korinne; in fin dei conti, Holmes e il dottore stanno facendo tutto il possibile.
-Lo so, ma..non è che si sta tanto male qui, no?
-Beh, no..ma non è il nostro tempo-
Korinne continuò a calciare il sasso, e rispose scollando le spalle,  con lo sguardo basso. Evangelina si fermò –Korinne? Che hai?
-Io? Niente, che ho? Non ho proprio niente..
Eva rimase in silenzio.
-Mh? Insomma, andiamo?-
-..tu non vuoi tornare a casa, vero?- Evangelina la osservò intensamente.
-Che cosa? Certo che voglio tornare a casa, che discorsi! Muoviamoci, piuttosto, miss Annabelle ci aspetta per pranzo..
Quando tornarono a casa, trovarono miss Annabelle ad aspettarle.
-E’ arrivato qualcosa per voi, una lettera.
-Una lettera?- le ragazze si guardarono, stupite.
Miss Annabelle porse loro la lettera, sorridendo, e prima di andarsene disse –Non è che avete già qualche ammiratore?
Per tutta risposta le due sorrisero, poi rivolsero la loro attenzione alla lettera che aveva in mano Evangelina. Era una normale busta per lettere, con scritto soltanto i nomi delle ragazze e l’indirizzo della casa; mittente sconosciuto. Dopo qualche secondo di esitazione, la ragazza la aprì.



Miss Evangelina, miss Korinne,

siete cortesemente invitate a prendere un tè nella mia umile residenza. Una carrozza verrà a prendervi alle quattro in punto del pomeriggio, siete pregate di accettare l’invito e di non farne parola con alcuno se volete evitare spiacevoli conseguenze.
Distinti saluti,
M.



-Che? Prendere il tè?- esclamò Evangelina.
-Chi sarebbe questo “M”?-
-non ne ho idea, ma non mi piace. Korinne, io non ci voglio andare.
-Nemmeno io, ma sembra che non abbiamo scelta.
-Ma hai letto? Che vorrebbe dire “spiacevoli conseguenze”?
-Non lo so. Eva, neanch’io mi fido di questo invito, non mi piace neanche un po’..ma vedi qualche alternativa? Non so, devono spiarci, o qualcosa del genere, altrimenti come farebbero a sapere i nostri nomi e dove abitiamo?


---


A pranzo le ragazze furono molto taciturne; non era facile nascondere il nervosismo, e Evangelina rovesciò per sbaglio un bicchiere d’acqua.
-Oh, m-mi scusi, mi scusi tanto- balbettò rivolta a miss Annabelle.
-Non fa nulla, stia tranquilla..- l’anziana signorina la osservò per qualche secondo, poi si passò il proprio fazzoletto sulle labbra e si schiarì la voce –Allora…siete molto silenziose, quest’oggi.
Per tutta risposta le due abbozzarono un sorriso.
-Avete qualcosa in programma per questo pomeriggio?- conintuò lei
-Beh no, noi…avevamo pensato di fare un giro; sa, visitare un po’ la città. Sempre che lei sia d’accordo.-rispose Korinne.
-Abbiamo chiamato una carrozza per..-Eva guardò l’amica –..le quattro del pomeriggio.
-Oh, andate pure, mi sembra un’ottima idea!- miss Annabelle annuì, ma rimase ad osservarle di sottecchi per il resto del pasto.
Dopo pranzo Evangelina e Korinne avevano ancora un’ora prima dell’arrivo della carrozza, ma erano entrambe ancora molto nervose.
-Dobbiamo avvisare Sherlock e John, Eva. Non voglio che tu corra altri pericoli a causa mia.
-Si, ma in che modo?
-Non lo so. Potremmo lasciare un biglietto..ma se è vero che ci stanno spiando non possiamo certo andare a Baker Street.
-Potremmo lasciarlo a miss Annabelle.
-Ma certo!- esclamò Korinne battendosi il pugno sul palmo dell’altra mano –lasciamole la lettera.
-La lettera che ci hanno mandato?
-Esatto. Diciamole di consegnarla al signor Holmes o al dottor Watson non sappena saremo uscite. Holmes capirà.
Poco prima dell’ora stabilita le ragazze scesero da miss Annabelle e le consegnarono la lettera, chiedendole di portarla al più presto al nipote.
-Ma si, non preoccupatevi. Ma..va tutto bene, signorine?
-Certo, tutto bene- Eva sorrise.
Non dovettero attendere molto altro tempo: la carrozza infatti arrivò alle quattro in punto, proprio come diceva la lettera; le due uscirono e si incamminarono per il vialetto della casa con una naturalezza che nascondeva in realtà una certa preoccupazione. Il cocchiere era impassibile, e non guardò le ragazze neanche un momento; i finestrini della carrozza erano oscurati.
-Korinne, ho paura.-
-Anche io..ma andrà tutto bene vedrai- e strinse la mano dell’amica. Partirono, senza avere la minima idea di dove stessero andando, e si fermarono solo dopo mezz’ora circa. Il cocchiere aprì la porta della carrozza senza dire una parola, e le due ragazze scesero lentamente dopo un attimo di esitazione: davanti a loro un maggiordomo le stava aspettando sulla soglia di un’elegante casa.
-Prego miss- disse, facendosi da parte –il signore vi sta aspettando all’interno.
Eva e Korinne si guardarono, stupite ma pur sempre nervose; si avvicinarono, indugiando all’ingresso della casa.
-G-grazie..- disse Evangelina, perplessa, al maggiordomo. Infine entrarono, ed egli le accompagnò fino a uno spazioso ed elegante salotto. Un tavolo con alcune sedie, una scrivania piena di carte, un divano e, infine, una misteriosa figura nascosta dall'ampio schienale di una austera poltrona.
-Signore, miss Korinne e miss Evangelina.-Il maggiordomo infine si congedò con un inchino, chiudendo la porta dietro di sé. L’uomo non si mosse;
Una voce baritonale risuonò per la stanza -Benvenute..ragazze del futuro.




***




Alchimista
: ebbene, rieccomi di nuovo! Uff..spero sinceramente che non me ne vorrai troppo per questo…non si può chiamare nemmeno ritardo! >.< comunque..che ne dici della faccenda? Chi sarà quest’uomo misterioso? LivingTheDream: scusami, s-c-u-s-a-m-i! Veramente…non ti sei scordata tutto, vero? Spero di no..s spero anche che questo nuovo capitolo di sia piaciuto! :) Al prossimo capitolo!
Bellis: Ah! Eccoti qui, tu :D beh, tu mi conosci troppo bene :P eppure, sembra che la storia fra loro sia finita qui, che ne dici? Hehe, spero che la storia non cominci ad annoiarti..ci sentiamo presto! Un bacione <3
FrancYeah: Ma che dici, Lestrade un tontolone? Naah..*sarcasm* [Viene fulminata da Lestrade] ahem! Comunque..spero tanto che ti sia piaciuto anche questo capitolo :D alla prossima!

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Capitolo 12
*** Chapter Twelve ***



Credo che le mie scuse non potranno mai essere abbastanza..confido che non ce l’abbiate comunque troppo con me, e che i vostri animi magnanimi continuino a leggermi nonostante tutto ç_ç
Buona lettura! :3




Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Twelve



Non avevo mai visto Holmes così eccitato e nervoso, prima di allora; lo avevo osservato in azione diverse volte da quando ci eravamo conosciuti, ma sempre aveva mantenuto quella tipica, apparente impassibilità che caratterizzava ogni sua indagine. Adesso, invece, sembrava difficile per lui nascondere una certa emozione riguardo al caso: riuscii facilmente a notare quel suo continuo rivolgere lo sguardo all’orologio, in attesa che arrivasse l’ora fissata per l’appuntamento. Non vedevo però il motivo per cui non stavamo indagando sul caso “Burton e Davies”; da tempo, infatti, saremmo dovuti andare sul luogo dell’omicidio e in Cossway Street, nella casa abbandonata che era diventata il covo dei due malviventi.
-L’ho fatto, Watson- mi disse Holmes quando espressi il mio dubbio –Mentre lei si gingillava e portava a spasso le due fanciulle io mi sono preoccupato di condurre delle indagini su quanto è successo: Buster Davies, 35 anni, faceva l’ormeggiatore nella zona di Lambeth. Non sarà stato difficile per lui prendere dei contatti con Duke Burton; 32 anni, scaricava e caricava merci proprio in quella zona.- Il mio amico si accese la sua pipa e, prendendo una boccata di fumo, continuò –Ma veniamo ai fatti: sono andato nel luogo dove è avvenuto l’omicidio..Holland Road, Kensington.-
-Il giudice Crane..- mormorai io. La morte del giudice Angus Crane era sulle prime pagine dei giornali già da parecchio tempo: era stato ucciso con due colpi di pistola alla schiena, e il suo corpo rivenuto dalla moglie, che rincasava dopo aver passato il pomeriggio a casa della madre; dalla lussuosa dimora erano state portate via 3000 sterline e alcuni gioielli appartenenti alla donna.
-Ma c’è qualcosa che non quadra, in questa storia del furto..- continuò Holmes –Quando la moglie lo ha trovato, il corpo dell’uomo giaceva prono e rivolto verso la finestra, con la mano sinistra coperta da alcune carte che i presunti ladri hanno gettato via, nella foga di trovare qualcosa di prezioso da trafugare.
-Magari non si aspettavano di trovarlo in casa, e dovendo prendere una decisione affrettata gli hanno sparato.- suggerii.
-Certo, potrebbe essere...se avessimo a che fare con due principianti.- Il mio amico scosse il capo –No, Watson..Burton e Davies sapevano esattamente cosa cercare; o meglio, chi cercare: il giudice Crane non è morto perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma mi lasci continuare, finirò di illustrarle le prove favorevoli alla mia tesi.- prese un’altra tirata dalla pipa –Proprio nel giorno della settimana in cui è avvenuto l’omicidio Angus Crane era solito congedare la servitù e rimanere solo in casa, poiché la moglie andava a far visita a sua madre. Due ladri esperti non avrebbero certo agito d’impulso, avrebbero scelto il giorno e l’ora più favorevoli per compiere il furto: un omicidio premeditato richiede una discreta dose di tempo, ingegno e rischio, e di certo uno scassinatore preferisce non dare nell’occhio e correre meno rischi possibili. Veniamo poi a ciò che è stato trafugato: sappiamo per certo che prima del delitto nella casa del giudice erano presenti ben 9000 sterline, senza contare l’oro, l’argenteria e altri preziosi. La cassaforte non è stata toccata, e considerando ciò che è stato portato via, dedurre che il furto è stato soltanto un pretesto per l’omicidio è una cosa alquanto banale.-
Ascoltai in silenzio le deduzioni del mio amico, con il solito, grande interesse e altrettanta sorpresa. Non è raro che un giudice abbia dei nemici; probabilmente ogni criminale nutre forti rancori nei confronti di colui che lo ha privato della libertà. Burton e Davies, però, non erano legati in alcun modo al giudice Crane, e questo non faceva altro che restringere il campo a tutti i criminali da lui giudicati in precedenza; tenendo conto i suoi 10 anni di carriera, ciò non aiutava affatto.

---

Sherlock Holmes stava per continuare il suo discorso, quando la porta si aprì di scatto e miss Annabelle entrò nella stanza, con la sua irruente personalità e una lettera nella mano destra.
-Sherlock! Oh caro, menomale che ci sei..dottor Watson- mi salutò con un veloce cenno del capo, a cui gentilmente risposi, sebbene stupito per quella improvvisa irruzione.
-Che succede, zia?-
-Le ragazze..mi hanno chiesto di consegnarti questa il prima possibile- gli porse quindi la lettera e notai che le parole erano scritte finemente, con la calligrafia di una persona evidentemente istruita.
-Dove sono adesso?- chiese il mio amico mentre si accingeva a leggerla.
-Avevano detto di voler visitare la città; saranno via da un’ora, o poco più. Cielo, tutto questo è così sospetto.-
-Che io sappia- esordii –le uniche persone con cui miss Evangelina e miss Korinne hanno dei contatti siamo noi. Chi mai potrebbe mandare loro una lettera?-
Holmes aveva appena finito di leggere le poche righe, e sembrava essersi un poco agitato; non mi lasciò nemmeno il tempo di osservare io stesso la lettera, che subito la posò sul tavolo e prese il soprabito.
-Andiamo- disse –So esattamente dove sono andate-
Uscì a grande velocità; feci un veloce inchino a miss Annabelle e per poco non inciampai nel seguire il mio amico.
-Holmes!- chiusi la porta di casa dietro di me, e guardai da entrambe le parti del marciapiede per vedere da quale parte fosse andato. Egli era già diversi piedi avanti a me, così dovetti fare uno sforzo per ignorare il dolore alla mia gamba e raggiungerlo.
-Holmes..-ripetei, un po’ affannato- Ma dove stiamo andando?
-Si fidi, Watson, conosco il percorso da seguire.
Effettivamente attraversavamo veloci le strade, senza mai fermarci e senza esitazioni; solo ogni tanto Holmes cambiava bruscamente direzione, scegliendo la via più veloce da seguire.
-Potrei sapere almeno la nostra destinazione?
-CI stiamo dirigendo verso..una mia vecchia conoscenza.
-Vecchia conoscenza?- ormai facevo fatica a tenere il passo, sembrava dovessimo andare dalla parte opposta di Londra –Ma Holmes, come fa ad esserne certo?
-Oh, ci conosciamo molto bene, direi che il suo intelletto eguaglia in tutto e per tutto il mio. Peccato che abbia scelto il modo sbagliato per usarlo.-e si rabbuiò vagamente, rallentando un poco il passo.


---


Continuavano a tenersi per mano, nervose e spaventate.
-Prego signorine, accomodatevi; il tè verrà servito a breve, e sarebbe scortese lasciare in piedi due così graziose ospiti.
-L-lo è anche non mostrare la faccia- Korinne strinse la mano dell’amica –Chi è lei?-
-Ogni cosa a suo tempo, miss..ogni cosa a suo tempo.- la figura si alzò dalla poltrona: un uomo dalla massiccia corporatura, elegante, che indicò loro il divano, con un gesto della mano. –Da brave, sedetevi e non abbiate timore: arriverà a momenti.- Le due si sedettero lentamente, confuse dall’ultima affermazione dell’uomo e tuttavia non meno allarmate di prima. Entrambe, quasi all’unisono, maledissero quel giorno in cui decisero di uscire a passeggiare a causa della noia.
-Avete la lettera con voi?- chiese l’uomo.
-La lettera..-Evangelina guardò l’amica, la sua voce ridotta quasi ad un mormorio –N-noi l’abbiamo..d-dimenticata.
-Oh..- egli si sedette su una poltrona davanti a loro, sorridendo leggermente –Allora ho ragione di credere che arriverà a momenti.




***



FrancYeah: Heheh anche io ci penserei un bel po’! (probabilmente sarei così rompiscatole che mi rimanderebbero nel mio tempo a calci XDD). Chissà se riusciranno davvero a tornare indietro le due ragassuole, le cose si stanno complicando.. Alchimista: Scusamiscusamiscusamiiii ç_ç Cavolo, è un problema questa cosa del ritardo..ci si mette pure la scuola, ahimè. Però tranquilla, anche se sono terribilmente ritardataria cerco sempre di mandare avanti le mie storie :D Comuunque..hehe, chi sarà mai? A quanto pare ho voluto lasciari ancora un po’ nel dubbio, visto che non ho ancora svelato l’identità di questo ambiguo personaggio..:D Ti è piaciuto il capitolo? Ti aspetto! Un bacio ^^ <3
LivingTheDream: a furia di non essere puntuale rischio di farti rileggere daccapo la storia ad ogni mio aggiornamento xD povera, spero che tu non te la sia dimenticata troppo t_t Grazie mille per il commento, spero che anche questo cap non sia stato da meno..alla prossima! :)
K_BillieJoe: ma qui ogni riferimento a persone e/o cose è del tutto casuale! U_U mi ha fatto piacere il tuo commento caratteristico xD La serie? °_° quale delle 21483mila? XDD un bacione grooosso grosso <3 (Mi sono accorta di avere una faccia terribilmente stupida quando scrivo -.-‘)

E naturalmente un grazie grossissimo alla mia beta Bellis...non so cosa farei senza di te!! <3

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Capitolo 13
*** Chapter Thirteen ***


Scrivere questo episodio è stato un trauma: a un certo punto la mia tastiera ha deciso che la S non era di suo gradimento e me la scriveva una volta sì e trenta no. Che cosa tremenda.



Memorie del dottor John H. Watson – Chapter Thirteen





Arrivammo alcuni minuti più tardi; ci trovavamo nella zona di Pall Mall, e davanti a noi si ergeva una casa dall’aspetto ricco e ben curato. Holmes suonò senza indugio alla porta d’ingresso.
-Eccoci qua, Watson.-
-Qua?- stavo ancora prendendo fiato dopo la corsa che avevamo fatto, e la gamba mi doleva più del solito. –Ma Holmes, questo posto- -
Non riuscii a finire la frase: in quel momento un maggiordomo aprì la porta e si fece da parte con un inchino.
-Signor Holmes, dottor Watson, prego: il signore vi sta aspettando nel salotto.
Ci accompagnò fino alla stanza, entrò per annunciare il nostro arrivo ed uscì subito dopo, congedandosi con un secondo inchino. Sherlock Holmes entrò per primo, e fu così grande il mio stupore quando mi feci avanti che per poco non mi cadde il bastone: davanti a me sedevano su un divano le due ragazze, che appena ci videro si alzarono entrambe di scatto.
-Dottor Watson, signor Holmes!-
-Signorine!- mi avvicinai a loro –Ma cosa- -
-Buonasera signori.-
Distratto dalle due, non mi ero accorto della presenza di un altro uomo nella stanza, seduto su una poltrona davanti al divano; un uomo che Holmes conosceva molto bene, e che io avevo visto solo poche volte, ma che conoscevo di fama.
-Oh andiamo- disse il mio amico con un gesto d’impazienza –non c’è bisogno di essere così formali, fratello.-
-Fratello?!-esclamarono all’unisono Korinne ed Evangelina.
-Quest’uomo è Mycroft Holmes, il fratello maggiore del signor Holmes- spiegai loro. Non sapevo molto di lui, se non quello che avevo imparato nelle occasioni in cui le nostre strade si erano incrociate a causa delle indagini del mio amico; sapevo comunque che le sue capacità deduttive erano perfino superiori a quelle di Holmes, ma non si occupava di investigazioni: era occasionalmente al servizio del governo britannico, per il quale egli era “l’uomo più indispensabile del Paese”, come Holmes usava definirlo.
-Sarebbe possibile sapere cosa ti è passato per la testa, Mycroft?-
-Oh, non sei l’unico ad essere interessato alla questione, Sherly.-
-Lo sai che non devi intrometterti nelle mie indagini se non sotto esplicita richiesta. –
Mycroft si sistemò nella poltrona –Ho solo dimostrato quanta poca cautela tu ponga nella faccenda. Le signorine sono troppo esposte: puoi camuffarle come vuoi, ma si nota lontano un miglio che sono diverse. Se non altro, attirerebbero l’attenzione su di loro; sarebbe meglio farle uscire di casa il meno possibile.-
Il mio amico stava per ribattere quando intervenne miss Korinne.
-Ma che state dicendo? Non siamo degli oggetti di vostra proprietà, e nemmeno delle bambine; sappiamo badare benissimo a noi stesse.
-Signorina- Mycroft sospirò, rivolgendo il suo sguardo su Korinne –non ho idea di come siate abituate, ma voi non siete nella vostra lontana epoca, e sono sicuro che non durereste nemmeno due giorni qui da sole. La prossima volta potrebbe non essere mia la lettera che riceverete; dunque cosa farete?- si sistemò sulla poltrona –Abboccherete senza esitazioni, com’è appena successo; e allora nemmeno il grande Sherlock Holmes potrà fare qualcosa per voi.
Korinne si agitò sulla sua parte di divano e fu l’altra ragazza a prendere la parola –Il signor Holmes ha ragione, Korinne. Il fatto è che siamo terribilmente spaesate e vogliamo soltanto tornare a casa..- detto questo si strinse nelle spalle, e non riuscii a non notare lo strano sguardo che Korinne lanciò all’amica.
-E’ assolutamente comprensibile che siate sconvolte dagli avvenimenti, ma adesso è quanto mai necessario mantenere la calma. Dopotutto, siete in ottime mani.-Mycroft sorrise.-Forse sarebbe meglio che per un po’ di tempo non usciate di casa: non dobbiamo dimenticare che siete state scoperte a spiare due criminali. A questo proposito Sherly- Rivolse lo sguardo verso il fratello-So che ti sei interessato al caso. Hai già scoperto qualcosa a riguardo? Ma vi prego, accomodatevi e perdonate la mia scortesia.-
–Non fare come se non lo sapessi già, Mycroft. – il mio amico sorrise leggermente con sarcasmo. Ci sistemammo rispettivamente sul posto libero del divano e su una seconda poltrona.
-Comunque- continuò –Non ho intenzione di trattenermi più del dovuto: dobbiamo accompagnare a casa le signorine, poi Watson dovrà tornare al suo lavoro, ed io al mio.
Il tè venne portato e noi ascoltammo in silenzio le parole di Sherlock Holmes.
-Sappiamo con certezza che il furto è stato solo un pretesto per uccidere il giudice Crane; Buster e Davies devono lavorare per qualcuno, non avendo alcun collegamento con la vittima, e sapevano esattamente ciò che dovevano fare: sono penetrati nella casa ed hanno addormentato la servitù, poi hanno ucciso il giudice; dopodiché si sono preoccupati di sottrarre qualche oggetto di valore.- sollevò le spalle. –Un banale tentativo di nascondere la verità. Scotland Yard è già sulle loro tracce.
-Non vuole partecipare alle ricerche?- intervenne Evangelina
-Oh, no no, almeno per questa volta nutro una modesta fiducia nell’operato delle forze dell’ordine.- Holmes unì i polpastrelli –Ciò che piuttosto mi interessa sono le ricerche più in profondità: se riesco a scoprire chi si cela dietro al delitto, il gioco è fatto. Per adesso però è tutto quel che sappiamo.
-Non proprio tutto.- Mycroft sollevò pigramente una mano e prese dalla scrivania di fronte a lui un giornale, che porse al fratello. Si trattava del Times e recava in prima pagina il titolo “Tragedia in tribunale”. Holmes cominciò a leggere ad alta voce:
E’ deceduto alle ore sette e trentacinque di questa mattina John Lohan, ucciso da un attacco cardiaco in un’aula dell’Old Bailey. Lohan, proprietario di un negozio di oreficeria nei pressi di Regent’s Square, stava presiedendo come giurato al processo di Dave Crowell, arrestato due giorni fa con l’accusa di furto con scasso: era la seconda volta come giurato, e si è rivelata fatale per la vittima. Si ritiene si sia trattato di cause naturali, dovute soprattutto all’età dell’orefice, ma non è esclusa la premeditazione; il processo è stato quindi rinviato in attesa del verdetto di Scotland Yard.
Il mio amico si fermò e restituì il giornale al fratello, unendo poi i polpastrelli, immerso nella meditazione. –Interessante..prima un giudice e adesso un giurato. Ritieni che le morti siano collegate?-
-Senza dubbio.- Mycroft annuì –Ciò che i giornalisti ancora non sanno è che è stata analizzata l’acqua del bicchiere usato da Lohan durante il processo; i risultati sono piuttosto chiari.
-Veleno?- intervenne Korinne.
-Digitale, più precisamente.
La digitale è una pianta originaria dell'Europa, utilizzata in medicina per la sua azione cardiotonica e diuretica. Assunta in quantità superiori può causare un arresto cardiaco, e non v’era dubbio che potesse trattarsi del veleno impiegato per la morte del giurato. Mi chiesi cosa intendesse fare Holmes: la situazione stava diventando sempre più complicata, e quasi cominciai a dubitare che le signorine sarebbero riuscite a tornare alla loro epoca; comunque fino a quel momento, Mycroft aveva ragione, avrebbero avuto bisogno di protezione.
Il mio amico decise intanto di riportare le ragazze da zia Annabelle; saremmo tornati dopo cena a Pall Mall per continuare le indagini, ma Korinne ed Evangelina non erano d’accordo.
-Ormai ci siamo dentro anche noi- disse Eva –Se per adesso non possiamo contribuire alle indagini, fateci almeno partecipare alla conversazione.


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Nei giorni che seguirono l’ispettore Lestrade ci fece di nuovo visita, e venimmo quindi a sapere che John Lohan, come dicevano i giornali, aveva partecipato in veste di giurato già ad un primo processo, quello di Henry Duncan, ritenuto colpevole dell’omicidio di due prostitute. Secondo quanto scaturito dalle indagini, le due erano state più volte ricattate da alcuni uomini, fra i quali Henry Duncan, conosciuti in quell’ambiente con il nome di “Banda di Osborn Street”, che chiedevano una sterlina alla settimana in cambio di protezione. Un giorno le due donne avevano espresso l’intenzione di denunciarli alla polizia e la Banda aveva pensato bene di evitarlo, ma una terza donna, Kelly Lynn, aveva trovato il coraggio di testimoniare contro di loro. Gli uomini erano ormai in prigione da quasi un anno, mentre Henry Duncan e un complice, ritenuti i veri colpevoli dell’omicidio, vennero giustiziati poco tempo dopo il processo.
-Kelly Lynn..- il grigiastro filo di fumo della sigaretta accompagnava le riflessioni del mio amico, mentre fuori voci e rumori andavano via via affievolendosi nelle tranquille ore che seguivano il pranzo.
-Non v’è dubbio che ci sia un legame fra le morti e il processo di questo Henry Duncan. Faremmo meglio a farci raccontare i dettagli dalla signorina Lynn, la prostituta che ha testimoniato contro la Banda di Osborn Street.
-Se vuole posso andarle a parlare io.- mi offrii
-Apprezzo la sua disponibilità, Watson, ma, con tutto il rispetto, non ne caverebbe un ragno dal buco: è probabile che non si fidi di lei, dopo tutto ciò che è successo.
-Teme che possa sembrare un malvivente? – ero sconcertato –Io, Holmes?
-Non ha importanza chi lei sia, Watson: la strada ha insegnato a donne come Kelly a non fidarsi della gente, che siano vecchi ubriaconi o giovani in marsina. L’abito non fa il monaco, e queste donne lo sanno molto bene.
Purtroppo il discorso di Holmes non faceva una piega.
-Cosa consiglia di fare, dunque?
-Credo che Kelly si aprirebbe di più con una donna giovane come lei, del suo stesso ceto.
Lo guardai con aria interrogativa, non capendo dove volesse arrivare, e il mio amico rispose al mio sguardo con un sorriso puntato di malizia.
-Watson, abbiamo trovato un impegno utile per le signorine.





***





DataLore1001001: (impazzirò a scrivere il tuo nick tutte le volte..) Eccola qui lei, sempre pronta a dire cavolate ogni qualvolta si presenta l’occasione! :D hehe, quella frase dello corso capitolo ti era proprio piaciuta, me la ripetevi in continuazione..e i due mestieri? Un tocco di classe. “Oh Holmes, costaggiù, eh!” <-- questa cosa mi doveva significare? XD Che dire, ti rendo il DOyle! con tanto affetto e ti aspetto al prossimo capitolo! :D

FrancYeah: Orsacchiotto John-John *^* Che bello :’D Ma sei così sicura che alla fine torneranno a casa? Hehe, chi lo sa..;) ti ringrazio tanto per i complimenti, e pero che a lungo andare questa storia non ti stia annoiando. Un bacione! <3

Un grazie grande grande anche a tutti i miei lettori silenziosi! :D

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