Make me laugh like a long time ago

di Momos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Tenevo il foglietto con tutte le indicazioni ben stretto tra le mani. Iniziavo ad essere stanca e affamata dopo essere stata tutto il giorno a girovagare per trovare il posto. Insieme al foglietto c'era una foto che mostrava precisamente l'entrata. E comunque non era la prima volta che mi rifugiavo lì, ma era passato talmente tanto tempo che facevo fatica a ricordare con precisione Ero arrivata. Il cancello di ferro era altissimo e si stava appena chiudendo quindi affrettai il passo e mi infilai nella piccola fessura che piano piano si stringeva sempre più.

"Violazione della proprietà privata complimenti Vic" mi dissi da sola. Continuai a camminare a passo felpato nel gigantesco giardino pieno di piante e palme. Sorpassai una piscina estremamente grande e mi trovai di fronte ad una porta chiusa. Bussai in attesa di una risposta.

-Shan è aperto!- disse una voce dall'interno. Spinsi la porta e entrai in quella casa più che gigantesca.

-non sono Shannon- dissi avvicinandomi alla persona di spalle che si voltò di scatto. Mi guardò dalla testa hai piedi. Forse non avevo il migliore degli aspetti in quel momento. Abbozzai un sorriso.

-E tu come hai fatto ad entrare?- urlò. -Esci subito, noi non ci conosciamo-

-Jared, non mi riconosci?- chiesi ridendo. Poi gli mostrai Mythra, la piccola fenice rossa tatuata sul mio polso. Lui strabuzzò gli occhi.

-Victoria? La piccola Victoria?- chiese lui continuando a guardarmi

-Non sono più così piccola- risposi io sorridente.

-Hai ragione! Scusami, è che...da quant'è che non ci vediamo?- mi chiese

-Credo, 7 anni- risposi io guardandomi intorno. Lui rise

-7 anni?! Sembra ieri quando venivi a tutti i nostri concerti e ti fermavi a domire con noi perchè eri scappata pur di vederci. Non sei più venuta, dove sei finita?- ricordò lui. Risi.

-Ho dovuto mettere la testa apposto- risposi io abbassando la sguardo. Jared mi accarezzò un braccio e mi abbracciò. Appena posata la testa sulla mia spalla si scanzò

-Cos'è quella?!- chiese indicando la mia valigia. Io soffocai una risata.

-Una valigia- risposi ovviamente.

-No Vic, lo so che è una valigia! Ma cosa ci fai tu qui, con una vali...- mi guardò fare gli occhi dolci -No no! Non se ne parla!- disse lui incrociando le braccia.

-Dai Jay! Come hai vecchi tempi! Ti prego- lo implorai cercando di abbracciarlo. Lui schivò l'abbraccio.

-Non se ne parla Vic!- mi disse lui allontanandosi. -Almeno Ruby lo sa?- mi chiese

-Non mi porta di quella- risposi io. Lui scosse la testa

-Non parlare così! Ricordati che è tua madre. Ti ha cresciuta- rispose lui

-Ma cosa dici? Lei non ha cresciuto proprio nessuno- urlai io. Poi abbassai lo sguardo -sono grande abbastanza da poter fare quello che voglio senza metterla al corrente ogni volta- Jared si avvicinò a me e mi sollevò il viso

-Stai calma Vic- mi disse accarezzandomi dolcemente i capelli.

-Jay ti prego, fammi restare- gli sussurrai.

-Va bene, a patto che tu avverta Ruby- mi rispose lui. Strinsi i pugni, odiavo scendere a compromessi ma non avevo altra scelta.

-Va bene!- risposi afferrando il cellulare dalla tasca. -ma ci parli anche tu-

Lui sbuffò e acconsentì. Misi il vivavoce.

-Ruby sono io- le dissi appena sentii la sua voce rispondere

-Victoria! Dove sei?!- urlò lei dall'altra parte del telefono

-Volevo solo dirti che sto bene- risposi ignorando la sua domanda

-Ma dove sei?- urlò di nuovo lei. Io sbuffai e indicai il telefono a Jared

-Ruby- disse lui al posto mio

-Jared?! Oh cielo, Vic è venuta di nuovo a rompere a te?!- rispose lei

-Tranquilla, non è un disturbo è da tanto che non la vedo- rispose

-Cacciala via quella sfaticata!- urlò lei.

-Sfaticata sei tu! Che donna è una che non sa crescere una figlia che dice di amare tanto?!- urlai io -trovati un lavoro e paga tu le bollette- presi il telefono e chiusi la chiamata. Mi misi seduta sul divano.

-Vic, non attaccarla sempre- mi disse lui sedendosi accanto a me

-Tu la proteggi sempre- dissi io infilandomi le mani nei capelli

-Non la sto difendendo, dico solo che potresti trattarla meglio- mi rispose

-Io la tratto come deve essere trattata! Jared, tu conosci davvero poco di me, della mia vita, della mia ipotetica famiglia quindi non sai come merita di essere trattata quella donna!- risposi io chiudendo i pugni.

-Hai ragione, non so molto di te. Ma quando vorrai raccontarmi...- disse lui

-Voglio solo starle lontana ora- lo abbracciai forte.

In quel momento la porta si aprì e qualcuno alle nostre spalle tossì.

-Disturbo Bro?!- chiese rimanendo lontano da noi. Jared rise e si allontanò.

-Tranquillo! Non disturbi- rispose lui prendendomi per mano.

-Sicuro?- chiese ancora guardare le nostre mani unite.

-Neanche tu mi riconosci?!- chiesi sorridendo. Shannon si avvicinò guardandomi dalla testa ai piedi. Aveva lo sguardo confuso poi anche lui si fermò a guardare il mio tatuaggio sul polso.

-Vic?- urlò lui abbracciandomi -Vic, la fuggitiva Vic!- disse ridendo.

-Proprio io- risposi guardandolo. Era sempre stato dannatamente sexy.

-Sei cambiata tantissimo- disse lui facendomi fare un giro su me stessa.

Restai in silenzio e li guardai.

-Tomo?!- chiesi allegramente -dov'è?-

-Torna tra due giorni, sta facendo un viaggio con Vicky. Ha deciso di aprofittare di questa settimana per stare un pò con la sua dolce metà- mi rispose Jared. Io sorrisi

-Che carini, sono davvero fatti l'uno per l'altra- risposi io sognante.

-Ma che fine hai fatto tutto questo tempo?- mi chiese di noi Shannon

-Mi ero stufata di vedervi- risi io. Shannon mi spinse piano

-Sei simpatica come un tempo però- rispose lui scuotendo la testa. - Tu sei sempre stata l'unica a restare calma quando ci incotravi. Mentre tutti sia gitavano tu ci parlavi come se fossimo tuoi amici- ricordò Shannon.

-Hai visto che brava? Questo perchè voi siete persone normali- risposi io.

-Giusto, anche se io sono decisamente più sexy del normale- dissero Jared e Shannon contemporaneamente. Io scoppiai in una grossa risata.

-Sentite, io sono molto stanca vado a dormire- dissi voltandomi per prendere la valigia.

-Tranquilla, la porto io- disse Shannon afferrandola.

-Sai qual'è la stanza?- gli chiese Jared prima di uscire

-Secondo piano terza porta a destra- rispose Shannon iniziando a trascinare la valigia.

Lo aiutai a portare la valigia su per le scale e finalmente quando mi mostrò la stanza mi lanciai sul letto.

-Vuoi che ti svegli per la cena?- mi chiese lui avviandosi verso la porta.

-Si grazie Shan- risposi abbracciando il cuscino.

-Dormi bene Vic- mi disse prima di uscire.

Di solito ci mettevo molto per addormentarmi, ma ero talmente tanto stanca che appena Shan uscì chiusi gli occhi e mi lasciai cullare tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 -Vic, se vuoi c'è la cena- mi diceva Shan
-Di già?! Ma non è presto?- chiesi senza sapere minimamente che ore fossero.
-Dai tirai su- mi disse tirandomi a peso morto dalle braccia. Usai tutto il peso che avevo per ributtarmi giù portando con me Shannon che si ritrovò a schiacciarmi con il suo corpo muscoloso.
-Shan tirati su sei pesante- risi io. Lui si tirò su e poi ricadde di nuovo su di me facendomi scoppiare a ridere.
-Ops, scusa- mi disse ridendo
-Non scuso niente! Lo hai fatto apposta- risposi io facendo finta di essere seria.
-Però, sei comoda eh- disse lui rimbalzando sul mio corpo.
-Shan rischio di morire soffocata! Non riesco a respirare- gli dissi cercando di spingerlo via. Lui rise di nuovo e si alzò tirandomi su con lui.
-Andiamo va- disse portandomi per mano fino al salotto dove un tavolo era apparecchiato per tre.
-Ah ben svegliata- mi disse Jared scompigliandomi i capelli.
-Quel letto è meraviglioso!- risposi io
I fratelli risero insieme.
-Allora, racconta! Cosa hai fatto in tutto questo tempo?- mi chiese Shan
-Ma niente! Ho finito di studiare, ho lavorato, mi sono sposata...- Shan sputò l'acqua che aveva appena bevuto e mi guardò
-Cosa?!- mi chiese strabuzzando gli occhi. Io scoppiai a ridere.
-Sto scherzando- risposi. Jared rise
-Tu sei pazza! Mi hai fatto prendere uno spavento- mi rispose dandomi una piccola spinta sulla spalla.
-Shan mi sembri un orsetto lo sai?- gli dissi mentre sparecchiavamo.
-Chi, io?- mi disse lui confuso
-Shannibear, ecco come ti chiamerò- gli dissi stringendogli le guance. Lui rise e scosse la tesa.
-Tu non sei tutta sana di mente- mi rispose. Risi e li salutai. Tornai in camera a sistemare le mie cose.
Aprii l'armadio e trovai una scatola di ferro. Corsi verso la porta e la chiusi a chiave. Sulla scatola c'era scritto Shannon's memories. Ero sempre stata una ragazza curiosa così la aprii.
Non potevo credere ai miei occhi, il contenuto della scatola mi sorprese. Infilai una mano per afferrare quello che conteneva ma qualcuno bussò alla porta.
-Vic sono Shannibear- mi disse dall'altra parte della porta. Provò ad abbassare la maniglia ma questa non fece aprire la porta. -Vic?- chiese ancora. Mi sbrigai a riporre la scatola al suo posto e corsi ad aprire la porta.
-Ciao Shannibear- dissi facendolo rimanere sulla porta
-Posso entrare?- mi chiese
-Oh si, certo- risposi spostandomi da davanti la porta.
-devo prendere una cosa nell'armadio- mi disse. Mentre frugava sperai continuamente che non si riferisse alla scatola.
-Ecco, trovato- mi disse tirando fuori una canottiera alquanto bizzarra. Mi sentii sollevata.
-Tutto qui?- gli chiesi sorridente
-Ero venuto anche a darti la buona notte- mi disse dandomi due baci sulle guance. -Notte Vic- mi disse. Prontamente lo afferrai per un braccio e lo fermai. Lui si voltò e prima che riuscisse a dire qualcosa mi avvicinai repentina alle sue labbra e le sfiorai. Poi lo spinsi fuori per evitare che mi vedesse arrossire o che potesse dire qualsiasi cosa. Mi lasciai scivolare sulla porta e mi misi seduta a terra abbracciandomi le ginocchia. Sul mio viso involontariamente era apparso un sorriso. Mi sfiorai le labbra. Mi stavo mettendo nei guai, la mia specialità.
Il mattino dopo ero terrorizzata all'idea di poter vedere Shan girovagare per casa. Girai la chiave nella serratura che provocò un rimbombo nel corridoio deserto. Aprii la porta e scesi le scale fino ad arrivare in salotto.
Quando vidi Jared seduto sul divano lo salutai affettuosamente.
-Dormito bene?- mi chiese
-Sisi, molto-risposi sorridente
-Hai fame?- mi chiese continuando a guardare la tv.
-No- mentii. Il mio stomaco brontolò fortissimo e Jared rise.
-Credo che non sia d'accordo con te- mi disse. -Vuoi una spremuta?-
-Se mi dici dove sono le cose me la faccio da sola- Non volevo disturbarlo, ero già piombata a casa sua senza avvertirlo.
-Non c'è bisogno. C'è Shan in cucina chiedi a lui- mi disse.
-No tranquillo, posso anche non prenderla- risposi agitandomi.
-Ti vergogni adesso?!- rise lui.
-no è che..- non feci in tempo a finire la frase che sentii Jared urlare.
-Shan prepara una spremuta a Vic-
Volevo tappargli quella boccaccia da diva ma ormai era troppo tardi.
Dopo qualche minuto spuntò dalla cucina Shannon con due bicchieri.
-Tieni Vic, e buongiorno- mi disse porgendomi il bicchiere e mettendosi seduto sulla poltrona posizionata accanto al divano.
Restai in silenzio a sorseggiare la mia spremuta.
-Sei stranamente silenziosa- mi disse Shannon quando entrammo in cucina a posare i bicchieri.
-Cosa devo dire?- chiesi evitando di guardarlo negli occhi.
-Per esempio perché ieri mi hai baciato- sussurrò lui afferrandomi per i fianchi e facendomi voltare verso di lui.
-Non lo so- risposi io.
-Ah no?!- mi disse lui scostandomi i capelli da davanti al viso.
-No, e ti pregherei di non dirlo a nessuno. Io, ecco...sono fidanzata-
Shan tolse subito le braccia e se ne andò. Sbuffai e gli corsi dietro.
-Shan- dissi afferrandolo.
-Dimmi- si voltò lui. Lo tirai fino alla camera da letto e chiusi a chiave la porta.
-Scusami- gli dissi senza lasciarlo
-E di cosa? Che pensi che un bacio così mi illuda?- mi rispose scontroso
-Mi pare di si- risposi io.
-Bè ti sbagli- mi rispose lui liberandosi della mia presa.
-Bè se l'ho fatto, se ti ho illuso anche solo per un attimo, ti chiedo scusa- dissi un attimo prima che lui uscisse sbattendo la porta.
-Scema! Complimenti Vic! Sei davvero brava!-
-Tutto bene Vic?- mi chiese Jared sentendomi parlare da sola -con chi parli?- mi chiese accertandosi che nella stanza non c'era nessuno.
-Da sola! Come i matti- risposi io.
-Bene, e ti va di parlare con una persona che non sia te stessa?- mi chiese. Io sorrisi.
-Grazie Jay ma ora sto bene- gli dissi. Lui mi fece l'occhiolino e uscì.
Non stavo affatto bene, mi pentivo per quello che avevo fatto. Mi sentivo una pessima persona, brava solo a far star male le altre. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Era passato una settimana dal mio arrivo e avevo passato i giorni seguenti al bacio chiusa in camera, uscivo solo per mangiare qualcosa a pranzo senza però rivolgere la parola a nessuno. Jared non capiva cosa stava succedendo, ma fortunatamente non si immischiava. Continuavo a chiedermi perché lo avevo fatto e il mio pensiero tornava sempre su quella scatola. Era stato il suo contenuto a farmi agire in quel modo? O la mia testolina aveva agito per conto del cuore?
 
-Vic posso entrare un attimo?- sentii la voce di Shannon risuonare nel silenzio della notte. Mi tirai su dal letto e andai ad aprire la porta chiusa a chiave. Vederlo li, appoggiato allo stipite della porta mi fece arrossire. Era teso e questo faceva risaltare tutti i suoi muscoli scolpiti, sembrava una statua di marmo, era perfetto.
-dimmi- risposi cercando di essere il più dolce possibile, in fondo ero io ad essere in torto.
-Posso entrare o dobbiamo parlare qui fuori con Jared che sicuramente sta origliando?- l’ultimo pezzo della frase lo urlò e dopo qualche secondo si sentì una porta richiudersi e una piccola risata risuonare nel corridoio. Mi spostai e lo lasciai entrare. Mi superò velocemente e si mise seduto sul letto a gambe incrociate. Mi fece cenno di sedermi accanto a lui così mi avvicinai e mi misi sul letto. Nessuno dei due parlava e il silenzio iniziava a pesare.
-Vogliamo rimanere in silenzio tutto il tempo?- disse con un mezzo sorriso
-Sei venuto tu qui dicendo che dovevi parlarmi quindi io aspettavo te- risposi facendo spallucce. Ogni tanto lo guardavo con la coda dell’occhio e lo trovavo sempre con lo sguardo basso a contemplare le mie lenzuola.
-Hai ragione- finalmente alzò lo sguardo e lo puntò dritto su di me –volevo chiederti scusa, ho davvero esagerato. Non so cosa mi sia preso- mi prese la mano e la strinse nella sua –mi perdoni?- non era più serio ma rideva e cercava di farmi gli occhioni dolci. Scoppiai in una risata vedendolo così e annuii. Giocherellava con la mia mano finché non la fece combaciare con la sua e rise –hai una mano davvero minuscola- disse notando l’enorme differenza.
-No, è la tua a essere troppo grande- risposi ridendo. Mi guardò perplesso e scosse la testa. Lasciò la mia mano e si alzò dal letto.
Bé, ti lascio dormire. Notte- e chiuse la porta. Mi abbandonai sul letto schiacciandomi con il cuscino la faccia per reprimere un urlo di gioia.
La settimana più brutta della mia vita era finalmente finita.
Il mattino dopo mi svegliai radiosa e mi unii a loro per la colazione.
-Non dirmi che anche tu mangi quella roba?!- mi disse Shannon con la bocca arricciata guardando il latte di soia con mandorle che aveva preparato Jared. Io annuii e mandai giù.
-Sono vegana- ma prima che potesse controbattere, continuai –non perché lo è tuo fratello ma mamma mi ha cresciuta così probabilmente è l’unica cosa buona che ha fatto- Shannon sbuffò e guardò Jared
-Vic, dillo che lo sei solo perché tu mi veneri e fai tutto quello che faccio io- disse Jared con tono altezzoso. Scoppiammo a ridere
-Certo Jared, tu sei il mio sole, il mio Dio, il mio modello da seguire- risposi per farlo felice. Jared rise e andò a posare le ciotole nel lavandino.
Bé, come mai oggi sei così allegra e sei scesa a fare colazione? Sei stata una settimana chiusa in quella stanza. Chissà che puzza- chiese provocatorio Jared con una risatina.
-Dopo una settimana che mangio pochissimo avevo fame e quindi sono scesa o volevi avere un cadavere in casa?!- non era la risposta che voleva sentire infatti si alzò sbuffando e uscì in giardino.
 
 
Mi trascinavo dal salotto alla camera in continuazione strusciando i piedi a terra. Mi annoiavo.
-Vic, ti prego puoi alzare i piedi? Odio quel rumore- mi supplicò Shannon
-Quale questo?- chiesi ridendo e continuando a strusciare i piedi più veloci di prima. Lui rise e mi tirò su da terra facendomi appoggiare con la vita sulla sua spalla.
-Mettimi giù- gli dissi cercando di rialzarmi ma era come se i muscoli della pancia si rifiutassero di ubbidirmi. Mi teneva con un braccio le gambe e camminava per casa come se il mio peso fosse quello di una piuma e ignorando le mie continue lamentele. Arrivammo in giardino, dove Jared sedeva su una sedia bianca all’ombra di una palma. Shannon si avvicinò alla piscina, mi tirò ancora più giù facendomi bagnare le punte dei capelli. Lo implorai ancora ma mi rispose con un'altra domanda.
-la smetti di strusciare i piedi?- rise lui. Jared si guastava la scena ridendo.
-Si, la smetto! Mettimi giù però! Ho il sangue alla testa- risposi io ridendo.
-Tappati il naso- urlò lui. Un attimo dopo eravamo immersi entrambi nella piscina. L’acqua fredda mi fece rabbrividire e con una spinta tornai su.
-Ma sei matto! L’acqua è congelata!- urlai io salendo sulle sue spalle
-Io odio quando qualcuno trascina i piedi- rise lui immergendosi di nuovo con me attaccata a lui. Appena tornata su sgattaiolai fuori dalla piscina e corsi da Jared seguita da Shannon.
-Jared, ti vogliamo bene!- dissi mentre io e Shan lo abbracciavamo bagnando anche lui.
-No fermi! Siete zuppi! Lasciatemi- urlava lui dimenandosi. Poi Shannon lo tirò su di peso e lo lanciò nella piscina.
-tu sei tutto matto, Vic non ti fa bene! Sei andato fuori di testa- urlava Jared. Shannon mi afferrò per mano e ci rituffammo insieme.
-Lasciami- urlò Jared prima di sparire sott’acqua. Quando riemerse rideva.
-Urli proprio da donna sai?!- disse Shannon asciugandosi con le mani l’acqua dalla faccia. Jared incrociò le braccia
-Io urlo come mi pare siccome sono stato trascinato qui contro la mia volontà- rispose lui. Shannon lo schizzò con l’acqua
-Ma taci brutta divaH- gli disse ridendo. Vidi Jared sbarrare gli occhi e uscire dalla piscina. Shannon mi guardò accigliato e uscì seguendo suo fratello.
-Bro! Stavo scherzando, non pensavo potessi prendertela così- si scusò. Si avvicinò per abbracciarlo quando Jared, con una forza che non avevo mai visto, lo spinse di nuovo in acqua e scoppiò a ridere.
-Credi che io me la prenda? Io sono una diva e anche la più bella di tutte!- ci fece l’occhiolino e entrò in casa per cambiarsi. Scoppiai a ridere e uscii anche io dalla piscina.
-vado ad asciugarmi- dissi mentre rientravo in casa. Tornai in camera e mi infilai qualcosa di asciutto. Continuavo a guardare l’armadio e a pensare al suo contenuto. La scatola. C’era una domanda che mi balenava nella testa. Shannon aveva lasciato di proposito li la scatola o era convinto di averla messa altrove? 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


-Vic, sei li da un mese quando hai intenzione di andartene? Proprio non lo capisci che sei solo d’impiccio?- urlava Ruby al telefono. Jared l’aveva costretta a chiamarla di nuovo. La ragazza bruscamente attaccò il telefono e lo scaraventò a terra.
I pezzi furono raccolti nel corridoio da Shannon che ricompose il cellulare e lo posò sul letto senza proferire parola. Ormai erano abituati ai suoi scatti d’ira.
-Sono davvero un impiccio?- chiese facendo bloccare il ragazzo sulla porta
-Non saresti qui se lo fossi- rispose senza voltarsi e uscì.
Vic si abbandonò sul letto abbracciando un cuscino. Per la prima volta, dopo tutti quei giorni passati in casa, la ragazza si ritrovò a pensare al vero motivo per cui era tornata da loro. Si chiuse come un riccio e chiuse gli occhi in attesa che il sonno si impadronisse di lei.
Il mattino dopo, quando si svegliò con gli occhi stranamente gonfi, come se avesse pianto per tutta la notte, aprì la porta con lo sguardo basso e scese le scale. Arrivata all’ultimo gradino si scontrò con il corpo di un uomo che la afferrò prontamente evitando di farla cadere rovinosamente a terra.
-Victoria!- la voce di Tomo risuonò fino in cima alle scale.
-Tomoo- urlò la ragazza sfoderando un sorriso a trentadue denti poi si voltò e vide Vicky. La strinse in un abbraccio. Le era sempre stata simpatica quella ragazza, non era una di quelle in cerca di notorietà anzi, meno si faceva vedere in giro e più si sentiva sollevata.
-Da quanto siete arrivati?- chiese Vic sorridente
-Siamo arrivati due giorni fa ma il tempo di mettere tutto apposto e riposarci un po’ siamo riusciti a venire qui solo oggi-
-tu quando sei arrivata?- chiese Vicky
-Un po’ di tempo fa, credo che ormai sia un mese- rise lei. Vicky la guardò e le fece l’occhiolino.
-mi era sembrato di sentire la tua soave voce Tomo caro- si sentì Jared urlare mentre scendeva le scale. –bentornato- disse dandogli una pacca sulla spalla. –Vicky, mi sorprende il fatto che siate ancora sposati. Non so come tu faccia a sopportare questo capellone- rise Jared dandole due baci sulle guance. Vicky rise e lo prese per mano
-Meglio capellone che diva dico sempre io- rise lei facendo rimanere Jared a bocca aperta
-Ecco perché ti amo così tanto- disse Tomo dando un bacio sulle labbra a sua moglie.
-Povero Jared, vieni andiamo, a me piacciono le dive- disse Vic prendendo sotto braccio il povero Jay.
 
 
Tomo e Vicky erano tornati a casa, Jared era salito in camera sua per guardare un documentario su dei paesi africani e Vic e Shannon erano rimasti in salotto intenti a guardare un gioco a premi. Vic era sdraiata sul divano con la testa appoggiata sulle gambe di Shannon e giocherellava con una ciocca dei suoi lunghi capelli.
-Shannon stavo pensando a una cosa- disse lei ad un tratto.
-A cosa Vic?- per un attimo nella testa della ragazza balenò l’idea di raccontare la verità, ma si conosceva, non era ancora pronta. Così deviò il discorso.
-E se mi tagliassi i capelli?- fu la prima cosa che le venne in mente.
-Forse potresti rasarli solo da un lato, ma tagliarli tutti, saresti strana- rispose lui
-E se li tingessi?- chiese di nuovo
-Mi piacciono così ma se vuoi tingerli, sei libera di farlo- rispose lui 
-Shannon sai che non sei capace a dare consigli?- rise lei sbuffando. Il ragazzo rise e le accarezzò i capelli.
-Te li posso tagliare io- disse tutto ad un tratto. Vic strabuzzò gli occhi e scosse la testa come segno di disapprovazione.
-Sono bravo! Chiedi a Tomo, quando sono troppo lunghi li accorcio io e non si è mai lamentato!- spiegò lui
-Shan, accorciare è una cosa, se sbagli ricrescono e non si nota, rasare mezza testa…se sbagli, io ti uccido!- disse lei con tono minaccioso.
-Vic, ti fidi di me?- chiese lui guardandola dolcemente
-Come posso dire no a questi occhi? Tu mi stai manovrando Leto senior!-
-Era un si?!- disse lui strabuzzando gli occhi che si erano illuminati
-Andiamo, e se sbagli…-
-Se sbaglio sarà meglio che io sparisca dalla faccia della terra- finì Shan al suo posto.
-Ecco, hai afferrato il concetto- disse lei entrando nel bagno. Afferrò milioni di mollette e raccolse i capelli che dovevano restare attaccati alla sua testa poi si mise seduta su una sedia e chiuse gli occhi. In un primo momento sentì solo delle forbici tagliare a caso e aprendo leggermente gli occhi vide delle ciocche lunghissime cadere a terra. Il cuore iniziò a battergli all’impazzata, perché si era lasciata trascinare?! Quando sentì il rasoio accendersi strinse i pugni e mordendosi il labbro la sentì solleticargli la testa. Shannon non sembrava intenzionato a smettere di tagliare e Vic era sempre più agitata, quanti capelli doveva ancora tagliare?!
-Ecco, ho fatto- disse Shannon riponendo la macchinetta nel contenitore. Vic si alzò dalla sedia continuando a tenere gli occhi chiusi fin quando non si sentì pronta e li aprì velocemente. Davanti allo specchio non c’era più la Vic dai lunghi capelli neri ma una nuova Vic, che sembrava molto più...forte! Si guardò per svariati minuti davanti allo specchio, in tutte le angolazioni possibili finché non si voltò ad abbracciare Shannon.
-Oh mio dio sono meravigliosi! Li adoro!- lo strinse forte.
-Meno male, credevo di dover entrare tipo in “programma protezione testimoni” pur di non farmi trovare da te- rise lui.
Entrambi vennero presi dall’irrefrenabile voglia di stringersi ancora di più e imprimere le proprie labbra su quelle dell’altro ma nessuno si mosse, restarono così, come due semplici amici. 




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Scusate, scusate, scusate, scusate, scusate!
Sono sparita ma il blocco dello scrittore si era impadronito di me e non riuscivo più a scrivere nulla. 
Spero che nel frattempo voi non vi siate scordati di me e che per darmi una bella carica recensiate questo capitolo!
Hugs
Sty;

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Tu che ne pensi?- chiese lei allontanandosi dal ragazzo quanto bastava per vederlo in viso. Shannon la guardò e le sorrise
-Meravigliosa- le sussurro dolcemente lui. Vic inspirò profondamente lasciando che i suoi sensi s’inebriassero dell’inconfondibile odore di Shannon e cinse con le sue esili braccia il collo del ragazzo. Rimasero per qualche istante immobili in quella posizione, respirando all’unisono, accarezzandosi dolcemente con la punta del naso. Shannon afferrando per mano Vic si affacciò in corridoio, appena vide che la porta di Jared era chiusa, camminando a passo felpato raggiunsero la camera della ragazza che chiusero meticolosamente a chiave. Con un sorrisino provocatorio Shannon fece aderire la schiena della giovane Vic alla porta e diede inizio a un infinità di baci mente con le dita tracciava in contorno della sua coscia. La ragazza si lasciò coccolare per un po’ finché invertì i ruoli, lasciando stupido Shannon. Victoria aveva preso a baciarlo con frenesia accarezzandogli i capelli. Continuando a baciarlo afferrò un lembo della maglietta e tirò, costringendo il ragazzo a camminare in avanti, infilò una mano sotto la maglia e tracciando il contorno degli addominali ben scolpiti di Shannon, la tirò via. Arrivati al centro della stanza, si fermarono e si guardarono di nuovo negli occhi, entrambi sapevano cosa sarebbe successo ma nessuno dei due era intenzionato a smettere. Shannon le tirò via la maglietta mentre dolcemente le accarezzava la schiena provocando un brivido sulla pelle chiara della ragazza. Vic cercò a tastoni il letto e ci si adagiò sopra seguita da Shannon che continuava a baciarle il collo, assaporando il sapore della sua pelle. La ragazza sentì la mano di Shannon scendere verso il basso, fino a raggiungere il bottone dei suoi shorts che con maestria slacciò facendoli scivolare fino a terra. Per la seconda volta Vic invertì i ruoli facendo ritrovare Shannon nella sua posizione. Per lei fu ancora più facile visto che Shannon indossava un paio di bermuda che si tenevano in vita grazie ad un semplice elastico. Gli bastò tirare verso il basso finché non caddero accanto ai suoi. Era diventata come una lotta di potere, che ovviamente, vinse Shannon ripristinando le posizioni iniziali.
Entrambi si desideravano follemente così il ragazzo iniziò a giocherellare con il pizzo verdino della biancheria di Victoria facendola arrossire leggermente. Fu in un attimo che la ragazza sentì il gancio del reggiseno slacciarsi e venir tirato via. Erano pelle contro pelle. Respiro contro respiro. Si stavano dicendo tutto quello che nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire fino a quel momento.
 
-Allora, vuoi spiegarmi cosa ci faceva mio fratello in camera tua?- Jared la guardava con sguardo inquisitorio.
-Ma a te cosa importa?- rispose lei scuotendo la testa.
-Se c’è un flirt in corso io voglio saperlo- si lamentò Jared.
-Shannon, c’è un flirt in corso tra noi due?- chiese Vic
-Assolutamente no- rispose Shannon –perché me lo chiedi!?- continuò lui
-Bene, ora sono molto più tranquillo- sospirò Jared
-Non c’è nessun flirt tra di noi perché stiamo insieme da circa due mesi Jared! Svegliati fratellino- urlò ridendo Shannon. La bocca di Jared prese piano piano la forma di una O finché non si mise seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto.
-Da due mesi? Ed io non mi sono accorto di nulla?  Ma non è possibile!- Jared parlava fissando il pavimento, sembrava impazzito.
-Ne fai un dramma?- chiese Vic corrugando la fronte
-Il mio sesto senso, è scomparso, riuscivo a percepire un flirt di Shannon lontano un miglio! Me l’avete fatta sotto il naso!- rispose Jared scuotendo la testa. Era davvero un dramma per lui non poter capire fin nel profondo suo fratello. Shannon lo avvolse con un braccio
-Bro, siamo stati attentissimi a non farci vedere da te. Non devi preoccuparti- cercò di tranquillizzarlo. Jared prese un respiro
-Va bene, hai ragione. Comunque..- trascinò Vic accanto a Shan e li guardò da una certa distanza –tu sei un mezzo scimmione rispetto a lei, ma siete carini, devo ammetterlo- disse lanciandosi su di loro per stringerli in un abbraccio.
-Allora..ora posso chiederti una cosa Vic? Tanto ormai so di voi- la ragazza annuì ignorando del tutto quale domanda gli stesse per fare Jared.
-Quindi la tua pancia che cresce è per colpa di Shannon?-
Il clima diventò glaciale in quella stanza. Nessuno osava proferire parola. Nessuno si muoveva. Entrambi avevano spostato lo sguardo su Vic e sulla sua pancia che lei aveva prontamente coperto con un braccio.
-Ma come ti viene in mente Jay?!- rispose con un tono poco convinto Vic mentre spostava lo sguardo verso Shannon.  Il ragazzo era rimasto a fissarle la pancia, nessuno credeva alle sue parole, neanche lei.
-Victoria, voglio la verità- disse Shannon. Aveva messo su un tono serio. Sembrava arrabbiato, furioso.
-Si, è vero. Sono incinta- disse togliendo le mani da sopra il ventre non più piatto come un tempo. Gli occhi gli si caricarono di lacrime.
-Perché non me lo hai detto subito?- urlò Shannon  -pensavo che avessimo deciso di dire sempre la verità, di non nasconderci nulla. E tu mi nascondi una cosa così importante?- urlò ancora.
-Tu, sei sempre stato completamente sincero con me?- urlò a sua volta lei
-sempre- rispose lui
–Allora cos’è quella scatola che tieni nell’armadio? Perché non mi hai mai detto che conservavi le nostre foto? Perché non mi hai mai letto quella lettera che tieni lì dentro? Pensi ancora di essere stato completamente sincero con me?- rispose lei. Non passò neanche un secondo dalla fine della frase che uno schiocco risuonò nella stanza. Jared si era alzato in piedi e si era posto a un palmo dal naso di Shannon e lo aveva spinto indietro. Urlavano parole incomprensibili, o almeno a Victoria sembrò così, mentre con un gesto automatico si toccava la guancia rossa e calda come se il suo gesto potesse cancellare il dolore. Chiuse gli occhi per un istante e poi li riaprì.
-Chi è Naomi?- urlò lei. Il ragazzo non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. –non rispondi eh Shannon?!- continuò lei. Jared nel frattempo era rimasto in silenzio, incredulo sull’accaduto.  
Naomi non è niente- rispose lui.
-Non cambierai mai vero? Ricordo tutto di quella notte, sette anni fa, ricordo anche che eravamo ancora abbracciati nel letto quando questa Naomi ti mandò un sms che accidentalmente io lessi. Anche allora mi dicesti la stessa frase sai? E quando mi hai rivista, tre mesi fa, hai anche avuto il coraggio di chiedermi perché fossi sparita! Non mi hai cercata per sette eterni anni, mai una chiamata, mai un messaggio. Niente. Ti eri portato a letto una diciottenne, cosa poteva importarti di me giusto? E intanto io sai cosa facevo? Mentre tu ti godevi la tua bella vita?- la ragazza ormai singhiozzava. Prese un respiro profondo e urlò con tutto il fiato che aveva dentro –accudivo nostra figlia- la ragazza estrasse dalla tasca posteriore una foto che ritraeva lei e una bambina con dei grandi occhi color nocciola e dei finissimi capelli neri corvino. –Lei è Sunshine Victoria aveva il fiatone, come se avesse corso per infiniti chilometri, ma doveva dire tutto, per una volta.
-E sì, sono incinta di nuovo. Di nuovo. Ma non ti preoccupare, non voglio che tu cambi la tua vita per me. Me la sono cavata con una bambina, me la caverò ancora con un'altra. Continua a vivere la tua vita da rock star! E per favore, dimenticati di me, non cercarmi, come hai fatto questi sette anni-
Jared la seguì in camera e mentre lei buttava alla rinfusa tutte le sue cose nella valigia lui la implorava a restare, non in quella situazione. Promise di prendersi cura di lei e della bambina ma Vic non voleva sentire ragioni. Chiusa la valigia lo strinse in un forte abbraccio e corse via.
-Dimenticati di me-
Furono le ultime parole che uscirono dalla bocca della ragazza rivolte a Shannon.  Nulla aveva più senso, la strada sembrava vorticare e le lacrime appannavano tutto, ma non si fermò. Era decisa a sparire, per sempre.

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