Life's too short

di Fred_Deeks_Ben
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Complotti al buio ***
Capitolo 2: *** Tra cornetti e profumi ***
Capitolo 3: *** L'inizio... ***
Capitolo 4: *** Rapimento sotto la luna ***
Capitolo 5: *** Problemi... ***
Capitolo 6: *** Solo aspettare ***
Capitolo 7: *** Nuove piste ***
Capitolo 8: *** Il Deposito ***
Capitolo 9: *** Inutile ***



Capitolo 1
*** Complotti al buio ***


                                                                                              Complotti al buio
I due uomini si diedero appuntamento in un vecchio pub dismesso ormai da tempo , situato nei pressi della periferia di Colonia , di cui ormai era rimasto solamente il debole scheletro di travi di legno e qualche tegola pericolante pronta a cadere da un momento all’altro.
Insomma una catapecchia.
Il primo uomo era già sul posto , il secondo arrivò pochi minuti dopo a bordo di una Jaguar nera , scese molto lentamente dall’auto e si diresse con passo sicuro verso l’entrata.
- Nessuno sa che sei qui , vero?- disse il primo mentre si sedevano sulle ultime due sedie rimaste in piedi
- Tranquillo Kalstaff…non sono un principiante, d'altronde ho imparato dal migliore –
- Le lusinghe non funzionano Gilbert…piuttosto pensiamo agli affari –
- Hai idea di cosa mi stai chiedendo? Insomma  non si tratta di dare una lezione a qualche tuo “amichetto” Kalstaff, qui stiamo parlando di un poliziotto –
- Lo so bene Gilbert , ma non possiamo lasciar correre! Possiede informazioni che potrebbero sbatterci in galera a vita, non abbiamo altra scelta! –
- E se io rifiutassi? –
- Bhe… -  disse Kalstaff estraendo la pistola da dietro la schiena e rigirandosela tra le mani – In questo caso avremmo un problema…. –
- Davvero saresti capace di uccidere il tuo migliore amico? –
- Non mettermi alla prova, te ne pentiresti,fai il tuo lavoro e nessuno si farà male… a parte la ragazza forse… -
Detto questo Kalstaff fece segno a Gilbert di andarsene il quale, senza ripensamenti, si avviò svelto verso l’uscita. Rimasto solo l’uomo si appoggiò al bancone: sapeva che non sarebbe stato facile, ma quel che andava fatto andava fatto.
 
 
 
NOTE DELLE AUTRICI
AUTRICE 2: Buongiorno a tutti ricattatori, assassini e pirati della strada…
AUTRICE 1: …ma anche a voi normalissima gente con la fedina penale pulita
AUTRICE 2: Questo è il nostro primo esperimento di ff e quindi domandiamo pietà per
                      errori vari ed eventuali
AUTRICE 1: Vi chiediamo inoltre, se non avete proprio nient’altro da fare, di essere           
                      magnanimi e di lasciare anche una piccola recensione
AUTRICE 2: Giusto per farci sapere se dobbiamo ritirarci in casa e non uscire mai più
                       per paura di essere bersagliate da pomodori volanti (o qualsiasi altra cosa
                       che vi capiti alla mano) o se tutto sommato possiamo stare tranquille…
AUTRICE 1: Infine vorrei comunicare alla vasta popolazione di EFP (o almeno quelli
                      che avranno il coraggio per continuare a leggere questa storia) che abbiamo 
                      già alcuni capitoli pronti e cercheremo di aggiornare al più presto.
 
 
                                                                                                                                          TANTI SALUTI DA MAGIKA E
                                                                                                              FRED_DEEKS_BEN

  

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Capitolo 2
*** Tra cornetti e profumi ***


                                                                                         Tra cornetti e profumi
 
Il cellulare sul comodino di casa Gerkan segnava le otto e mezza. Il suo proprietario, nonché l’ispettore-capo Semir Gerkan, giaceva sul letto abbandonato tra le braccia di Morfeo. Reduce dal turno di notte era insensibile al continuo squillare del suo telefono, che ormai recava le decine di chiamate del suo collega Ben Jager.
Quest’ultimo, che aveva imparato a memoria la segreteria telefonica del suo partner, decise che era ora di vestirsi e di provvedere personalmente al suo “dolce risveglio”; salì in macchina…quando, all’improvviso, sentì una fitta attanagliargli la bocca dello stomaco…- No…la colazione!- mormorò tra i denti mentre si apprestava a schiacciare l’acceleratore – Devo trovare un bar aperto prima di affrontare il grande stallone turco!- Così dicendo partì alla volta dell’abitazione.

 
                                                                                                              ***
Il bell’addormentato nel letto iniziò a dare i primi segni di vita…si rigirò pigramente dal lato opposto, dando le spalle a sua moglie Andrea, anche lei profondamente addormentata. Stava per richiudere gli occhi e tornarsene al suo bel sogno, quando sentì dei rumori provenire dal piano di sotto. Si alzò a sedere di scatto, afferrò la pistola nel cassetto del comodino e si avviò giù per le scale ormai del tutto sveglio. Setacciò  ogni singola stanza, dalla camera degli ospiti allo sgabuzzino, ma non c’era traccia dell’intruso…rimaneva un ultimo posto da controllare: la cucina. Lo sentì prima ancora di arrivare,il rumore di un frigorifero che veniva aperto…il SUO frigorifero!
Prima ancora di domandarsi perché mai un ladro dovesse aprire il suo frigorifero, si precipitò alle spalle del malcapitato puntandogli l’arma alla schiena.
- Fermo o sparo, metti le mani bene in vista e girati lentamente!-
Quello che successe dopo lasciò Semir un tantino interdetto: un alquanto impaurito Ben tirò fuori la testa dal frigo con un paio di cornetti ben stretti tra i denti.
- ‘giorno…CRUNCH…come …CRUNCH…va…CRUNCH…collega? -
- Andrebbe meglio se tu mi dicessi cosa ci fai in casa mia a quest’ora e perché stai mangiando i miei e ripeto MIEI cornetti!!! -
- Bhè…se magari mi togli quella pistola da dietro la schiena potrei risponderti,cosa che tu non hai fatto con le mie chiamate! -
- Cosa? Quali chiamate? Io non ho sentito niente! –
- Tranquillo, domani ti ci porto io dall’otorino! –
- Ah, bene! Molto bravo a rigirare la frittata! Cosa ci fai qui? –
- Cosa ci faccio?…sono venuto a derubarti, sai, c’è crisi! –
- Effettivamente è quello che stai facendo! –
Solo allora Ben si ricordò che effettivamente aveva tra i denti “le prove del suo crimine” .
Per evitare altre ingiunzioni, magari in turco, si affrettò a far sparire la sua “misera” colazione e si accomodò sul divano del salotto aspettando pazientemente che Semir si preparasse.
Uscirono dall’abitazione e salirono in macchina  pronti per un’altra giornata di lavoro.
Incredibilmente, quando arrivarono al comando, il loro mezzo era in perfette condizioni
- Dici che la Kruger ci darà un premio? - domandò Ben con una punta d’ironia nella voce
- Secondo me ce lo meritiamo – rispose Semir
- No, la Kruger non vi darà nessun premio – disse una voce alle loro spalle
I due si girarono e si trovarono davanti il capo in persona con un’espressione divertita dipinta sul volto
- Ma in compenso avrete il compito di accogliere le vostre due nuove colleghe-
- Scusi,ha detto colleghe,vero?- chiese Ben con uno sguardo furbo
- Veda di non farle scappare prima del tempo Jager!-fu l’unica risposta della Kruger che,salutati i due, rientrò al comando
                                                                                 ***
Intanto, a casa delle “nuove colleghe”, si era creato un dibattito piuttosto acceso.
- Hai provato a guardare nell’armadietto del bagno? -
- No Bella, ti ho detto che non c’è! –
- E allora non te lo mettere e sbrigati a vestirti, non voglio arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro!-
- Se questo significa ritrovare il mio profumo, possiamo anche passarci tutta la giornata! –
- Senti, se proprio ti devi mettere il profumo ti posso prestare il mio, ma ora muoviti! –
- Va bene, almeno passami il deodorante! –
- Quale deodorante? –
- Oh…lascia perdere! Tu comincia ad andare che io ti raggiungo tra un minuto –
 -Un minuto è troppo, Connie! –
- E allora arrivo tra cinquantanove secondi, basta che scendi! –
Detto ciò le due scoppiarono a ridere, mentre Isabella scendeva giù per le scale: erano ormai due anni che conviveva con Connie e non passava giorno senza che quella tonta della sua migliore amica non perdesse qualcosa di “importanza vitale”, come il suo stupido profumo. Ma lei era fatta così ed era proprio per questo che ci andava d’accordo come nessun altro.
Quando finalmente Miss “dov’è il mio profumo” fu pronta, le due salirono sulle loro moto e sgommarono verso il nuovo posto di lavoro.

 
 
 
NOTE DELLE AUTRICI
AUTRICE 1: Salve!!!sono molto felice perché ho potuto constatare che nessuno ci ha tirato                                                                    
                        i pomodori o minacciato di morte….
AUTRICE 2: …e questo è un bene, per cui contiamo di aggiornare il prima possibile!
AUTRICE 1: Inoltre volevamo scusarci per la mancanza di azione in questo capitolo e                      
                       avvertirvi che probabilmente neanche il prossimo sarà quello che si dice
                       emozionante, ma tutto ciò è necessario per presentare i personaggi.
AUTRICE 2: Ma non preoccupatevi perché la nostra storia non sarà una “lagna totale”…
                      quindi vi ringraziamo per la pazienza e speriamo che continuiate a seguirci
AUTRICE 1: Per concludere vorremmo dirvi che…che vorremmo dirvi???!!!
AUTRICE 2: Vi diciamo che la cosa che vorremmo dirvi ve la diremo nel prossimo capitolo
                      perché al momento non ci viene in mente niente…
AUTRICE 1: E con questo misterioso indizio vi salutiamo…



Qui sotto vi diamo il link di:
Connie
http://i34.tinypic.com/2z8vjnr.png
Isabella
http://us.123rf.com/400wm/400/400/lvnel/lvnel1105/lvnel110500005/9594721-donna-bella-naturale-di-make-up-con-i-capelli-lunghi-biondi-nel-taglio-di-capelli-riccio-sorridendo-.jpg
Il look di Isabella
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=53013862&.locale=it                                                                                                   
Il look di Connie
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=53014567&.locale=it                                                                                                             
                                                                                                                          TANTI SALUTI DA MAGIKA
                                                                                                                             E FRED_DEEKS_BEN 

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Capitolo 3
*** L'inizio... ***


                                                                                          L’inizio…
 

La giornata era iniziata piuttosto tranquillamente e al comando tutti stavano aspettando l’arrivo delle nuove colleghe, soprattutto un paio di persone.
Ben era chino sulla sua scrivania, circondato da una miriade di fogli, nell’intento di scrivere il rapporto che si era accidentalmente dimenticato di finire il giorno prima, mentre Semir stava chiacchierando allegramente con Susanne di quanto Aida si divertisse a girare per casa “arrestando” tutti quelli che le capitavano a tiro.
Proprio mentre Semir stava per raccontare il furto della sua colazione, fuori, si sentì un rombo di moto.

- O è il fattorino che mi porta la pizza oppure sono arrivati i rinforzi! – disse entusiasta Ben
- I rinforzi per cosa, per aiutarti a finire il rapporto? – chiese Susanne ridendo
- Ah ah ah…molto divertente! Per tua informazione io ho già…ehm… -
Qui si bloccò perché dalla porta entrarono due ragazze con ancora indosso i caschi da moto.
Se li tolsero e, mentre si gustavano le espressioni inebetite dipinte sui volti dei colleghi, si diressero in silenzio verso lo studio della Kruger.
L’unica cosa che uscì dalla bocca di Ben fu un suono sconnesso che non sfuggì a Semir

- Non vorrei frenare i tuoi sogni da adolescente, ma quelle non sono alla tua portata!!! –
- Parla per te Grande Puffo!!! Io non ne sarei così sicuro!!! –
- Va bene, vediamo cosa riesci a fare Kosloski! –
Cinque minuti dopo, la Kruger si affacciò alla porta del suo ufficio e chiamò dentro i due ispettori.
- Jager, pensavo che lei avesse fretta di conoscere le nostre nuove…- e si girò verso le ragazze – colleghe,  anzi, le vostre… -
- Non sono entrato prima per educazione… - si difese Ben
- Perché lei sa cos’è l’educazione? – ribbattè fredda la Kruger
A quel punto Ben, mentre Semir cercava di trattenere senza successo le risate, si zittì: aveva decisamente fatto una “fantastica” figura davanti a quelle due.
Quando entrarono nelle studio, dato che le due sedie della scrivania erano occupate, rimasero appoggiati al muro a fissare le ragazze mentre il capo parlava ininterrottamente di chissà cosa.
Dopo quelle che parvero ore la Kruger li congedò, raccomandando a Ben e Semir di fare le adeguate presentazioni.
Una volta entrati nell’ufficio dei due Semir esordì:

- Mi Casa es Tu Casa, da oggi questo è anche il vostro ufficio –
- Ma dai, non me lo sarei mai immaginata! – mormorò una delle due
- E tu saresti? – domandò Semir stizzito
- Ok, d’accordo… - intervenne l’altra – Raffreddate i bollenti spiriti, comunque io sono Connie, Connie Neumann, piacere! -
- Piacere, io sono Semir Gerkan e questo è il mio collega… -
- Ben Jager, piacere – lo interruppe quest’ultimo – E tu sei… - domandò rivolgendosi all’altra che fino a quel momento era rimasta a guardare fuori dalla finestra
- Isabella Di Angelo, Bella per gli amici –si presentò quasi annoiata
- Bhè…piacere Bella! – disse Ben guardandola negli occhi
- Io ho detto per gli AMICI… - rispose sostenendo lo sguardo del collega con aria di sfida
Seguì un lungo silenzio imbarazzato, che fu interrotto da un improvviso starnuto di Connie.
- Scusate ragazzi, qualcuno di voi ha un fazzoletto? - chiese
- Te lo prendo subito – si offrì Ben, più che desideroso di fuggire a quel silenzio
Uscì dalla stanza e vi rientrò poco dopo con una grossa scatola di fazzoletti in mano
- Tieni, questi li ho rubati a Susanne, non credo si arrabbierà –sorrise Ben
- Oh, grazie, provvederò a restituirglieli io stessa, a proposito, chi è Susanne? –
Solo allora la mente assopita di Semir si ricordò di non aver ancora presentato tutti i colleghi a Connie e Isabella.
- Bene, se volete seguirci, avremo un intero commissariato da presentarvi… - disse Semir
- Ah…e non ci dimentichiamo della scientifica – continuò Ben imitando una guida turistica
Quindi si avvicinò all’uscita e, con tanto di gesto invitò le due ad andare per prime.
 Dopo che tutti nel commissariato seppero persino il codice fiscale delle ragazze si avviarono verso la scientifica che si trovava dall’altra parte della città.

- Vi diamo un passaggio? – chiese Semir accennando alla loro macchina
- No grazie, vi seguiamo con le moto – gli urlò Connie indicando due grandi moto nere parcheggiate abbastanza lontano dall’auto dei due, entrambe con una grossa lettera argentata disegnata sul fianco: una “C” e una “I”.
Le ragazze seguirono per vari chilometri di autostrada i due uomini finché non arrivarono davanti ad un edificio che era indubbiamente la scientifica. Sul grande cancello campeggiava una grande scritta: KTU.
Ci parcheggiarono davanti ignorando il divieto di sosta e scesero dai mezzi.
Si avviarono verso l’entrata, tutti tranne Connie che aveva dimenticato il cellulare nel bauletto della moto

- Ragazzi andate avanti, io vi raggiungo subito –
Quindi i tre varcarono la soglia dell’edificio e si diressero nell’ufficio del capo della scientifica.
- Ehi Hartmut, tutto bene?- disse Ben spalancando la porta
Da sotto una scrivania si sentì qualcuno che sbatteva la testa seguito da un’imprecazione incomprensibile
- Grazie ancora per aver bussato! –
Un uomo con i capelli rossi emerse da sotto il tavolo massaggiandosi il capo.
A Isabella scappò un mezzo sorriso osservando quella scena che fu subito intercettato da Ben
- Non credevo che fossi capace di sorridere, sono molto sorpreso signorina Di Angelo! –
 - Lei conosce davvero poche cose di me Jager, non è nella posizione di giudicare! – replicò Isabella
 Solo in quel momento Hartmut si accorse di una terza presenza e per di più femminile.
- Piacere, sono Hartmut Freud e lei deve essere la nuova arrivata…ma non mi avevate detto che erano due? – disse stringendo prima la mano a Isabella, che si presentò a sua volta, poi girandosi verso un
 tavolo stracolmo di provette.
In quel momento fece il suo ingresso Connie, con una faccia alquanto contrariata
-è impossibile camminare sulle grate qui fuori con i tacchi, ho rischiato di non arrivarci viva qui dentro, la prossima volta che verremo porterò le tennis! –
Al suono della sua porta che veniva aperta di nuovo Hartumut si girò con delle provette in mano e vide per la prima volta Connie: le fialette gli caddero a terra, provò a raccoglierle, ma scivolò sul liquido fuoriuscito da una di queste e si ritrovò,non si sa come, in ginocchio davanti alla ragazza, che intanto si era avvicinata alla scrivania, con un’espressione da perfetto idiota. Non che quella di Connie fosse migliore.
Quando Hartumut si rese conto di non essere nelle migliori delle posizioni si rialzò diventando più rosso dei suoi capelli e cercò di presentarsi senza fare altre figuracce

- Pia….pia…cere, io sono Ha…Hartmut –
- Ehm…io sono Connie, piacere –
- Io, invece, sono Ben – intervenne trattenendo le risate
- Piacere Ben…io son… - si interruppe Hartmut, quando si accorse di conoscerlo da circa tre anni
A quel punto Semir lanciò un’occhiata eloquente verso Ben che disse:
- Bhè…se i due promessi sposi hanno finito, direi di tornare al comando altrimenti chi la sente la Kruger -
 - Avanti Giulietta, saluta Romeo che dobbiamo andare – concluse Semir
E con questa frase che fece arrossire ancora di più Connie, i quattro lasciarono la scientifica e, risaliti sui propri mezzi, tornarono in ufficio.
Erano ormai le otto passate quando i quattro se ne andarono  a casa.
                                                                   
                                                                   ***
Quando Semir parcheggiò davanti alla sua abitazione, Aida gli corse incontro con un paio di manette giocattolo in mano, gridando:

- Papino, dov’è lo zio Ben? –
- Perché tesoro mio? Che è successo? – domandò Semir preoccupato
- Lo devo arrestare perché si è mangiato tutti i cornetti e non me ne ha lasciato nemmeno uno!! – esclamò la piccola incrociando le braccia al petto
Mentre la prendeva in braccio Semir rispose divertito:
- Sai che facciamo, piccola? La prossima volta lo zio Ben ti porta al parco che ti piace tanto e ti compra pure  il gelato, ok? –
- Mhhh…ok, allora va bene! –
 Quando entrò in casa la cena era già in tavola, salutò Andrea con un bacio e si sedette.
- Tutto bene a lavoro, tesoro? – chiese la moglie
- Si, tutto bene. Oggi sono arrivate le nuove colleghe –
- Ah…davvero! E come ti sono sembrate? –
- Bhè…hanno dei caratteri molto diversi, ma credo che ci troveremo bene, o almeno lo spero… –
 
                                      ***
Visto che non aveva ancora trovato moglie, quella sera Ben ordinò la pizza e si sedette a mangiarla sul divano mentre guardava la tv.
Dato che non c’era niente di interessante, si mise le cuffie e premette il tasto play del suo mp3.
Mentre ascoltava per l’ennesima volta la sua playlist personale ripensò alla frase che gli aveva detto Isabella quel giorno < > e non poté fare a meno di sorridere: di solito erano le ragazze che ci provavano con lui, invece questa volta era stato completamente ignorato.
Ma non sarebbe durata al lungo, prima o poi sarebbe riuscito a conquistarla…
 
                                                                       ***


- Che c’è per cena stasera? – urlò Connie dal piano di sopra, mentre cercava di  ritrovare il profumo ancora disperso
- Frittura di pesce…sempre che tu non preferisca mangiare con Hartmut! – gli urlò di rimando Bella, ghignando divertita: Connie non aveva parlato per tutto il tempo e già questo era insolito per lei e, poi, diventava rossa ogni volta che lo si nominava. Il ragazzo aveva sicuramente fatto colpo.
- Bella,se non la finisci appena ritrovo il profumo te lo tiro in fronte! – esclamò adirata Connie – E poi tu non mi sembri tanto nella posizione di parlare o mi sbaglio???? -
- Perché??? – chiese confusa Bella
- Che mi dici del “Caro” Ben??? Mi era sembrato che ti interessasse,o sbaglio? – fece Connie con aria  maliziosa
- Cosa centra ora Ben? – rispose Bella, alterandosi un pochino
- Aaaaahhh… quindi  adesso è diventato Ben,eh? Non è più Jager? –
Non sapendo come replicare, disse semplicemente – Se non la smetti stasera “vai a letto senza cena”! –
 

 
 
 
NOTE DELLE AUTRICI
AUTRICE 1: allllora….cosa ne pensate?????Vi è piaciuto questo capitoletto???? Non è         
                     romantica la scena tra Connie e Hartumut???!!!! E quella tra Isabella e Ben??
AUTRICE 2: bhè,per quanto mi sia piaciuta la mia…la scena di Connie e Hartmut,non è  
                      propriamente definibile romantica,tanto meno quella tra Ben e Bella…
AUTRICE 1: lo so che non si può definire romantica…ma per me sono fantastiche tutte le
                      scene con Ben…
AUTRICE 2: e che,non lo sapevo….comunque non finisce qui, questa storia sarà piena di
                      Sorprese…love….

 
  DANGER: La storia non verrà aggiornata per un  periodo di tempo compreso tra le tre settimane e un mese...causa un autrice momentaneamente in Spagna....

                                                                
                                                                                              TANTI SALUTI DA MAGIKA
                                                  E FRED_DEEKS_BEN

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Capitolo 4
*** Rapimento sotto la luna ***


                                                                                       Rapimento sotto la luna
 
UNA SETTIMANA DOPO……
 
Quella sera le ragazze erano state invitate a cena da Ben e Semir. Stranamente anche Isabella era felice e Connie sapeva esattamente il perché, anche se non riusciva a farglielo ammettere.
Quando i poliziotti passarono a prenderle si fecero trovare pronte sulle scale: Connie aveva un abitino blu e nero senza spalline,con un grosso fiocco laterale e un paio di scarpe fuxia  e nere. Isabella invece aveva uno stile più casual : indossava un top rosso con le spalline a fascia  e dei jeans attillati.
- Allora signorine, pronte per il gran galà? - esordì Semir scendendo elegantemente dall’auto.
- È solo una cena, non stiamo andando ad incontrare la regina – fece Isabella col solito tono freddo.
- Ma perché, in Germania abbiamo la regina? – chiese confusa Connie mentre controllava che il cellulare fosse  nella borsa.
- Comunque… -  disse Ben cercando di non mettersi a ridere -…prima di andare dobbiamo passare in centrale, ho dimenticato le chiavi di casa sulla scrivania ,quindi, a meno che non vogliate ospitarmi a casa vostra…-
- Bhè…- lo interruppe Connie misteriosa – a Bella farebbe senz’alto piacere…no?? –
Isabella la raggelò con lo sguardo: possibile che quella ragazza non tenesse mai la bocca chiusa??? Parlare a vanvera era uno dei suoi hobby preferiti, soprattutto se ciò significava farla imbarazzare davanti agli altri.
- Se hai finito di dire sciocchezze possiamo anche partire, no?- disse all’amica , per poi girarsi verso Semir che aveva in mano le chiavi della macchina.
- Certo…certo…andiamo – rispose Semir, rivolgendo un sorriso furbo a Ben.
Quando arrivarono,il parcheggio della centrale era stranamente pieno di macchine,cosa che Bella e Connie non mancarono di notare.
- È normale che a quest’ora ci siano così tante auto?-chiese quest’ultima
- E che ci siano i festoni sulle finestre con scritto “benvenute”?- continuò Isabella accigliandosi
- E che tutti i colleghi ci stiano venendo incontro vestiti da sera?- disse Connie cominciando a capire
- Non ci credo…- si sorprese Bella mentre Ben le apriva la portiera dell’auto e le porgeva la mano invitandola ad uscire
- Ragazze – disse la Kruger avvicinandosi – Questa è la vostra festa, i colleghi vi danno il benvenuto…e anch’io naturalmente!- concluse sorridendo
- C’è anche il karaoke, stasera ci divertiamo!!! – esclamò Ben tutto contento.
Nel frattempo Connie era momentaneamente svenuta sul sedile:avevano organizzato una festa di benvenuto…con il karaoke!!! Ok, non poteva assolutamente crederci…era fantastico,quelli non erano colleghi erano…bhè…non sapeva neanche lei come definirli, ma erano senza dubbio meravigliosamente meravigliosi!!!
Era talmente esaltata dalla prospettiva del karaoke,che non si accorse neanche che Semir le stava aprendo la portiera infatti poco dopo dovette scusarsi con quest’ultimo per la “sportellata” nello stomaco assestatagli per la fretta di uscire.
Quando le ragazze entrarono nell’edificio tutti i colleghi gli vennero incontro e le spinsero su un palchetto con due microfoni montati per il karaoke e cominciarono ad urlare  "  Discorso!Discorso!Discorso! "
Connie, contenta come non mai, afferrò il primo microfono e cominciò:
- Innanzi tutto vorrei ringraziare tutti voi per questa meravigliosa sorpresa, siete stati fantastici ragazzi,davvero,non ce lo saremmo mai aspettato! Siamo veramente felici di lavorare con delle persone speciali come voi,non è una cosa che capita spesso…grazie mille…- concluse commuovendosi un pochino, poi rivolgendosi a Isabella disse – tu vuoi aggiungere qualcosa?-
- No,credo che tu abbia già detto tutto – rispose Bella sfoderando per la prima volta un vero sorriso.
Poco dopo, Semir fece irruzione sul palco annunciando l’inizio della gara di karaoke cantando “Simply the best” .
Alla gara parteciparono tutti, persino la Kruger, che inaspettatamente vinse. Poco dopo qualcuno fece partire un lento: Susanne si mise a ballare con Semir, Ben invece tentò la fortuna chiedendolo a Isabella.
- Balliamo? – chiese Ben con una punta di timore nella voce
- Mhhh…credo che per questa volta si possa fare! – rispose alzando divertita gli occhi al cielo.
Mentre Connie si gustava quella scena pronta a rinfacciarla a vita a Bella, si accorse di essere l’unica senza un compagno. Così si avvicinò alla coppietta e chiese contrariata:
- E io adesso con chi ballo??? –
La risposta la ebbe da un alquanto stralunato Ben:
- Dietro di te… -
- Cos… - tentò di dire Connie prima di girarsi e ritrovarsi di fronte ad Hartmut.
In quel momento dietro il ragazzo passò Semir che gli bisbigliò in un orecchio:
- Datti una mossa Pel Di Carota…!!! –
- Ci sto provando …e smettila di chiamarmi in quel modo!!! –
Poi si avvicinò alla ragazza e cercò di invitarla a ballare, o quantomeno di proferir parola.
- Tu…io…vuoi…ehm…- disse indicando la “pista da ballo”.
- Ehm…cosa???Oh…si, certo! – rispose lei restando, però, immobile.
Visto che la sua amica era in evidente difficoltà, Bella decise di intervenire e diede una spintarella a Connie che si ritrovo letteralmente "abbracciata" al rosso.
Dopo essersi ripromessa di farla pagare a quella bastarda della sua migliore amica, la ragazza si risistemò il vestito e cominciò a ballare:di certo non era un asso della danza,ma se la cavò piuttosto bene e senza fare ulteriori figuracce. Per quanto riguarda Hartmut non riusciva a guardare la ragazza senza arrossire,aveva degli occhi davvero stupendi,assomigliavano al caramello fuso,sembravano quasi innaturali e,mentre cercava di non inciampare ogni tre per due, si accorse che anche la ragazza era nervosa, forse anche più di lui.
Quando la musica finì, Connie, sebbene fosse ancora esaltata dal ballo ( probabilmente se fosse durato di più sarebbe andata in iperventilazione), riuscì a notare Bella e Ben che uscivano fuori dal comando…chissà dove andavano... non si sarebbe persa quella scena per niente al mondo, così decise di andare a chiacchierare con Otto e Dieter che si trovavano vicino ad una finestra che dava sul parcheggio, seguita da Hartmut. E si…da li c’era proprio una bella visuale della coppietta…
                                                   ***
Ben e Isabella stavano passeggiando per il parcheggio:era davvero una notte magica, c’era la luna piena e non si erano mai viste così tante stelle, sembrava una di quelle scene nelle favole…cosa che non si addiceva propriamente al carattere della ragazza, ma poco importava.
Ben le prese la mano: probabilmente l’aveva fatto tante volte con altre ragazze, ma stavolta sapeva che era diverso, Isabella era davvero speciale. Era la prima ragazza a cui non servisse fare carte false per conquistarlo, non sapeva se effettivamente il suo era un amore ricambiato,ma una cosa la sapeva: prima o poi sarebbe riuscito a catturare il suo cuore.
La ragazza non ritrasse la mano: infondo quel ragazzo era davvero carino, era stato gentile con lei per tutta la settimana, malgrado il suo terribile carattere perché,infondo, anche lei sapeva di avere un brutto carattere,ma a lui sembrava non importare.
- Da quanto tempo tu e Connie siete qui in Germania, mi avevi detto che siete italiane giusto?- buttò lì Ben continuando a tenerle la mano.
- Si..bhè, io sono arrivata qui quando avevo 15 anni, Connie invece qui ci è nata, poi dopo il liceo è andata ad abitare in Italia dai nonni... è tornata tre anni fa - finì Bella – Scusa, ma quelli chi sono?- chiese poi vedendo un furgoncino nero che si avvicinava.
La ragazza fece giusto in tempo a terminare la frase che questo si fermò davanti ai due con un testacoda. Dal mezzo scesero tre uomini armati di mitragliette che si posizionarono di fronte ai ragazzi: mentre uno faceva da palo per controllare che nessuno intervenisse in aiuto e l’altro teneva sotto tiro Ben, il terzo si diresse verso Isabella e, come se fosse una vecchia amica, si mise a chiacchierare con lei mentre le teneva l’arma puntata allo stomaco.
-Allora Isabella, come andiamo? – le domandò ridendo
-Non è possibile…non tu… - sussurrò la ragazza, mentre osservava basita l’uomo con la maschera che,a quel punto, cominciò a trascinarla verso il furgone, mentre lei si divincolava come una matta per cercare di sfuggire a quella presa d’acciaio. Poco prima che venisse caricata successe il finimondo: Connie uscì dal comando con una pistola puntata in direzione dell’uomo che doveva fungere da palo e, mentre colpiva quest’ultimo, lanciò un’arma a Ben che non perse tempo e si diresse verso la ragazza e i due uomini. Poi accadde: il ragazzo colpì il secondo rapitore ad una spalla, ma non fece in tempo a fare altro perché in quel preciso istante l’uomo alla guida, sparò un colpo di pistola nella sua direzione, e Ben cadde a terra.
- Ben…Ben!!! – iniziò ad urlare Bella in preda alla disperazione…
Le ultime cose che riuscì a vedere furono Connie e Hartmut che correvano verso di lei e il corpo di Ben steso per terra e coperto di sangue. Poi fu tutto buio.

 
NOTE DELLE AUTRICI
AUTRICE 1: Hiiiii!!!!Abbiamo pubblicato!!!!!
AUTRICE 2: si…con sei anni di ritardo…sappiate ( perché voi dovete sapere) che
                       è tutta colpa di questa  scema qui sopra….vero tesoro???
AUTRICE 1: L’importante è che l’abbiamo fatto,no??? Comunque è giunto il momento dei     
                       Ringraziamenti…vuoi iniziare tu, Magika?!?
AUTRICE 2: bhè…se insisti…ok, volevamo ringraziare tutti quelli che ci seguono, e tutti quelli che
                       recensiscono, in particolare Sophie97, che ha sopportato e recensito tutti i capitoli fino ad
                       ora!!!
AUTRICE 1: ma non è giusto…questo lo dovevo dire io!!! Uffa!!!
AUTRICE 2: hai voluto pubblicare in ritardo?? Bene, cavoli tuoi!!!
AUTRICE 1: vai a fa…rti bella….visto che ne hai bisogno e anche parecchio!!!
AUTRICE 2: Ma guarda tu sta pu…ntina!!!  Ma pensa per te!

 # ledueautricisiprendonoabotte

AUTRICE X: visto che le altre due sono occupate….è arrivato il mio momento!!!
                       Grazie a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo…sempre se le nostre autrici ci arrivano vive!!!
        
                                                                                                                            TANTI SALUTI DA MAGIKA,   
                                                                     FRED_DEEKS_BEN…E AUTRICE X

                                                 

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Capitolo 5
*** Problemi... ***


 Le ultime cose che riuscì a vedere furono Connie e Hartumut  che correvano verso di lei e il corpo di Ben steso per terra e coperto di sangue. Poi fu tutto buio.
                                                                                              Problemi…
Connie vide tre uomini scendere da un furgone nero e dirigersi verso Ben e Isabella, non sentì quello che dicevano, ma una cosa era chiara: non erano brave persone perché le brave persone non vanno in giro con delle mitragliette.
Senza pensarci due volte afferrò le pistole che Otto e Dieter, gli unici in servizio quella sera, avevano appoggiato sul tavolino vicino alla finestra e si precipitò fuori, seguita da Hartmut, che ancora non si era accorto di niente.
- Dove stai andando?- domandò mentre cercava di riprendere fiato
-E tu perché mi stai seguendo? - urlò Connie continuando a correre
-Non lo so!!! Hai  guardato fuori dalla finestra e subito dopo hai preso le pistole sul tavolo! Qui le opzioni sono due: o sta succedendo qualcosa o sei un terrorista! Sinceramente non mi fa impazzire nessuna delle due,  ma se ... -
- Zitto e corri...e quando usciamo stai dietro di me!!! - lo zittì Connie, mentre con un calcio apriva la porta e si precipitava fuori.
- Ma non era più semplice usare la mani... - stava per finire la frase quando si rese conto della situazione.
Degli uomini avevano preso Isabella e la stavano trascinando verso un furgone nero. Connie colpì uno di loro e, subito dopo, lanciò la seconda pistola a Ben, che ne colpì un altro. Poi si sentì uno sparo e Ben cadde a terra. Il furgone ripartì e si diresse verso l'autostrada con Bella a bordo, mentre Connie si guardava intorno come per decidere qualcosa
- Qual è la tua macchina, Hartmut? - chiese sbrigativa
- Quella! - rispose indicando un furgoncino arancione con gli interni leopardati *
- Quel coso è la tua macchina??? Mi prendi in giro??? - esclamò Connie, che era indecisa se scoppiare a ridere o cominciare a deprimersi
- Perché che ha che non va? - si difese indignato
- Cos'ha che non va...ahhh, lascia perdere e dammi le chiavi! - continuò Connie sempre più arrabbiata
Detto questo si avventò sul povero Hartmut e gli strappò le chiavi di mano
- Io li inseguo, tu occupati di Ben! -
- Oh no!! Scordatelo, io vengo con te, lo rivoglio intero il furgone! Aspetta che chiamo qualcuno... -
- Il tempo di fare questo e Ben potrebbe morire e Bella scomparire dalla faccia della terra!!! -
- Ok,ok...SUSANNE,SEMIR!!!! - chiamò Hartmut - Ben è stato colpito!!! -
A quel punto dal comando uscirono Susanne, Semir e la Kruger con delle espressioni molto, ma molto confuse
- Cosa stai aspettando, che la facciano fuori??? - 
- Chi dovrebbero fare fuori??? - se ne uscì Semir, mentre si accovacciava sul corpo di Ben
- Finito di recitare la divina commedia?No perché, tranquilli, hanno solo rapito la mia migliore amica... HARTMUT SE NON SALI ALL'ISTANTE GIURO CHE ME NE FREGO E PARTO DA SOLA!!!! -
- Arrivo,arrivo!!!! - urlò Hartmut correndo verso il suo furgoncino.
Intanto Connie, che aveva preso possesso del volante, non gli diede neanche il tempo di chiudere lo sportello che già era quasi sull'autostrada.
- Li vedi da qualche parte??? - domandò Connie in preda a una crisi isterica.
- No!!! - rispose Hartmut cercando, per quanto possibile, di reggersi e di non vomitare tutte le tartine della festa .
- Idiota!!! - esclamò Connie avvistando il veicolo che  era a parecchia distanza da loro.
- D'accordo, vuoi rivedere Isabella viva, ma io che centro??? - si difese il povero malcapitato
-  E non dicevo a te!!!  Reggi il volante... -
- Perché dovrei reggere il volante??? -
- Perché a meno che tu non sappia sparare a un'auto in corsa... -
- Ho capito...reggo il volante!!! -
Dopo essersi sporta dal finestrino, Connie cominciò a sparare verso il furgone, mirando alle gomme.
I malviventi non persero tempo e risposero al fuoco, frantumando il parabrezza del furgoncino di Hartmut che, per non si sa per quale colpo di fortuna, riuscì a schivare tutti i proiettili. L'inseguimento continuò per parecchi chilometri poi, proprio mentre stavano per raggiungere i rapitori, questi ultimi urtarono un'auto lì vicino, che sbandò, andando addosso ad una cisterna di benzina. Poi esplose tutto.
Molte macchine,nel tentativo di frenare, finirono contro il guardrail e altre addirittura si ribaltarono le une addosso alle altre. Fortunatamente Connie riuscì  a fermarsi in tempo ma il peggio era successo: quegli uomini erano riusciti a scappare prima dell'incendio e Isabella era ancora con loro.

Intanto al comando...

- Ben...Ben, svegliati!!! - urlò Semir, mentre lo schiaffeggiava, nella speranza che il suo migliore amico non fosse passato a miglior vita. Visto che non dava segni, il collega lo prese tra le braccia e iniziò a piangere
- No...no....!!!!! - continuò alzando gli occhi al cielo
- Se continui di questo passo muoio davvero...STACCATI CHE NON RESPIRO!!!!!!!!! - disse Ben cercando di allontanarsi il più possibile dall'amico
- Allora sei vivo!!! - esclamò Semir
- No Gerkan, è il mio spirito che ti parla uhuhuh.... - disse agitando le mani davanti alla faccia spaventata dell'uomo
- Oddio...ha subito un trauma celebrale!!! -
- Si, ma questo molto prima che gli sparassero... - disse la Kruger ridendo
-  Stai bene? - domandò Semir, aiutandolo a rialzarsi
- Più o meno, mi hanno colpito ad una spalla... dov'è Bella? – chiese, poi preoccupato, guardandosi intorno
- Ben... - cominciò triste Susanne - L'hanno...l'hanno presa...quegli uomini...Connie e Hartmut li stanno inseguendo...ma ci è stato segnalato un incidente sulla strada che stavano percorrendo...non credo che... -
In quel momento Hartmut e Connie fecero ritorno alla centrale. Quest'ultima stava per piangere.
- Non ce l'ho fatta...io non...non ce l'ho fatta... – mormorò affranta.
- Che è successo?- domandò calmo Semir cercando di non fare agitare ancora di più la ragazza.
- Io...li stavo inseguendo...poi hanno urtato una macchina , c'è stato uno scontro con un camion di
benzina e...ho già chiamato una decina di ambulanze e i vigili del fuoco...spero che almeno no ci siano
morti – disse trattenendo le lacrime di rabbia...rabbia per non essere riuscita a salvare Bella...
- Ehm...io ne ho appena trovato uno se a qualcuno interessa – annunciò Hartmut che, nel frattempo, si era
inginocchiato davanti al corpo del rapitore colpito da Connie – La causa del decesso è un proiettile che lo ha
colpito direttamente alla bocca dello stomaco...è morto sul colpo – decretò infine.
- Bhè... possiamo prendere le impronte digitali e cercare qualche riscontro positivo nell'archivio della
scientifica...magari riusciamo a capire chi è...- disse Connie.
- Si...si, si può fare, qualcuno mi passa il kit per le impronte?-  chiese Hartmut  guardando Connie entrare ed uscire dal comando con una scatolina verde.
- Il kit... – disse porgendogli il contenitore
Nel prenderlo, il rosso sfiorò la mano della ragazza: per poco non andò a far compagnia al cadavere lì accanto.
- Hartmut, che c'è? Il morto ti ha fatto l'occhiolino?- domandò Semir aiutando Ben a salire sull'ambulanza che intanto era arrivata, accorgendosi in quel momento che Einstein era diventato rosso.
- Che hai detto?- rispose distratto il ragazzo che nonostante tutto riuscì a ricomporsi e a svolgere
  efficacemente il suo lavoro. 
- Molto bene – disse una volta finita l'operazione – Io vado alla scientifica...voi fatemi avere notizie di Ben – finì, e si incamminò verso una macchina di servizio dato che la sua era appena stata portata via da un carro attrezzi, quando...
- Io vengo con te!-
A parlare era stata Connie che, vedendo la faccia sbalordita dei colleghi,compresa quella di Hartmut, disse:
-Bhè? Che c'è? -
Poi, vedendo che la osservavano ancora straniti, aggiunse:
- Pronto!!! E' di Isabella che stiamo parlando!!! A qualcuno di voi è giunta voce che è la mia migliore amica???-
I poliziotti si guardarono un po’ imbarazzati: effettivamente era normale che Connie avesse fretta di sapere qualcosa sui rapitori della ragazza...infondo quelle due erano un po’ come sorelle...
- O...ok..- balbettò Hartmut guardando la poliziotta salire sulla sua moto personalizzata e partire a razzo verso la scientifica.
- Ehm..forse è meglio che vada anche io...- disse poi mettendo in moto l'auto e dirigendosi anche lui nella medesima direzione.
                                                          ***
Connie intanto si trovava già sull'autostrada: mentre il vento gli scompigliava i capelli rimasti fuori dal casco, vecchi ricordi stavano riaffiorando nella sua mente...


- Collega? Che vuol dire collega?- Una Isabella Di Angelo con la faccia corrucciata sedeva su una sedia nello studio del capo dell’anticrimine di Dussendorf. Erano sei anni che lavorava da sola ed ora aveva anche bisogno di una collega?
 - Si signorina Di Angelo, lei avrà una collega - disse il superiore con un sorriso – Prego signorina Neumann, si accomodi –
Dalla porta entrò una ragazza della stessa età di Isabella,  poco più alta di lei  ma totalmente diversa nell’aspetto e, come scoprirono più tardi, anche nel carattere. Isabella, con il suo fare serio, rigoroso e asociale andava davvero molto poco d’accordo con Connie, sempre allegra e calma in qualsiasi situazione.

Eh si, Connie se lo ricordava benissimo, una volta per il suo compleanno aveva lanciato un secchio d’acqua ad Isabella, che si era arrabbiata così tanto che per poco non aveva chiesto il trasferimento in Alaska. Si erano prese a frecciatine per tutto il primo anno di lavoro fino a che…

I criminali non accennavano a smettere di sparare, Connie si riparò dietro una cassa abbastanza resistente da riuscire a proteggerla dai proiettili. Isabella stava cercando di raggiungerla, ma uno dei criminali le puntò la pistola contro e sparò. La ragazza pensò di morire, quando si ritrovò a terra, spinta giù da Connie che, anche se era atterrata sul suo braccio procurandole un dolore tremendo, le aveva risparmiato l’aldilà. Connie raccolse in fretta la sua arma e colpì entrambi i rapinatori, mettendoli fuori gioco.
- Stai bene?- chiese poi girandosi verso la sua collega.
Isabella non sapeva cosa fare, riuscì solo a mormorare un “ Grazie” confuso. Poi le due si abbracciarono.

L’avrebbe salvata di nuovo, non c’erano dubbi, sarebbe riuscita a tirarla fuori da quella situazione.
Arrivò davanti all’edificio della scientifica, dove poco dopo giunse anche Hartmut, che aprì il cancello. I due entrarono dentro in silenzio. Arrivati all’ufficio principale, il ragazzo inserì le impronte nel database e cominciò a trafficare con il portatile, Connie invece si sedette su un divanetto lì vicino e guardò l’ora: le 24.00.
Sentiva l’agitazione prenderle ogni singola cellula, non le era mai successo, infondo lei era quella che non perdeva mai la calma, ma il rapimento della sua migliore amica l’aveva sconvolta. Ripensò alla sua sfuriata prima dell’inseguimento e improvvisamente provò il grande desiderio di sotterrarsi. Avrebbe dovuto chiedere scusa ad ogni singolo collega per i suoi scleri. Risvegliatasi dai suoi pensieri, si guardò intorno. Era in una galleria e non si vedeva nulla. Più avanti c’era una luce e qualcuno stava chiedendo aiuto. Connie non riusciva a muoversi, avrebbe voluto fare qualcosa per quella voce, ma era completamente bloccata…


NOTE DELLE AUTRICI:

AUTRICE 1: Benvenuti signori e signore, bambini e bambine, vecchi e decrepiti…
AUTRICE 2: wow… sono sconvolta…
AUTRICE 1: Ormai dovresti conoscermi abbastanza da non sconvolgerti più!!! Comunque…abbiamo aggiornato!!!!XD
AUTRICE 2: E sappiate che abbiamo rischiato di non farlo anche stavolta…colpa mia…scusate… però rallegratevi o fedeli perché è giunto il momento dei ringraziamenti!!!
AUTRICE 1: E stavolta tocca a me…yeah!!! Ringraziamo tutti quelli che ci seguono, ci ricordano e ci preferiscono e, in particolare, quelli che recensiscono!!! Un grazie particolare va a Sophie97, Ore_Sama e Ludo10 che hanno recensito e Rose8 per aver inserito la storia nelle preferite!!!^_^
AUTRICE 2: grazie a tutti cari carissimi carinosissimi (?!) lettori, ci si vede al prossimo capitolo…
AUTRICE 1: E poi sono io quella strana!!! Bene…
 * Il furgoncino di Hartmut è quello della puntata: Tempesta cibernetica
                                                                            
                                       TANTI SALUTI DA MAGIKA E
                                              FRED_DEEKS_BEN   

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Capitolo 6
*** Solo aspettare ***


                                                                                             SOLO ASPETTARE
 
Bella si svegliò. Era in una stanza buia e fredda, probabilmente un magazzino. Provò a muoversi. Niente.
Allora cercò di ricordare:

-Scusa, ma quelli chi sono?- chiese poi vedendo un furgoncino nero che si avvicinava.
Poi quella voce fredda, quasi disumana:
-Allora Isabella, come andiamo? – le domandò ridendo
-Non è possibile…non tu… -
 - Gilbert...brutto bastardo...- Sussurrò la ragazza mentre cercava invano di liberarsi dalle corde che gli legavano le mani.
Poi un'altra cosa le tornò alla mente, forse la più dolorosa di tutte:

- Ben…Ben!!! – iniziò ad urlare Bella in preda alla disperazione…lo avevano colpito...
La ragazza ricacciò in dentro le lacrime: non lo aveva visto rialzarsi, stava perdendo parecchio sangue e...era tutta colpa sua anche stavolta...se solo avesse parlato prima tutto questo non sarebbe successo...
Un giro di chiavi. Due. Dalla porta entrò un uomo, con ancora indosso la maschera del rapimento:
- Allora Di Angelo, si sta godendo il soggiorno?- disse sogghignando
- Taci Gilbert, dopo quello che hai fatto, non sei neanche degno di rivolgermi la parola – rispose piccata Isabella.
- Ah, noto con piacere che hai mantenuto lo stesso carattere di sempre, vero?- continuò l'uomo – Molto bene, però ho il sospetto che tu non sia esattamente nella condizione di...screditarmi...non credi?- continuò maligno.
- HO DETTO TACI, GILBERT!!- urlò Bella.
- Tranquilla, tranquilla, non agitarti...vedrai, presto non sentirai più la mia voce...non sentirai più niente – concluse prima di andarsene richiudendosi la porta alle spalle.
Isabella cercò di alzarsi in piedi: nonostante fosse ancora stordita dalla botta in testa, doveva trovare il modo di uscire di lì.
                                                                                                              
                                                   ***
Ben si risvegliò in ospedale, dopo l'operazione alla spalla. Inutile dire che sperava avesse fatto solo un tremendo incubo dove la sua rag...ionevole collega era stata rapita, ma a conferma che si sbagliava c'erano i due volti preoccupati di Andrea e Semir li accanto, seduti su due poltroncine verdi.
L'istinto del ragazzo  di urlare e di sfogare la sua rabbia venne represso da quest'ultimo che si limitò ad alzarsi a sedere sul suo lettino aiutato dal collega.
- Allora Ben...come ti senti? - domandò Semir
- Mai stato meglio – rispose sarcastico Ben – Mi sento come se mi fosse passato un camion sulla spalla – aggiunse poi dando una rapida occhiata alla fasciatura.
Nonostante la ferita facesse male, non era quello il suo primo pensiero al momento, non lo era quando si era svegliato e non lo sarebbe stato finché non avrebbe ritrovato Bella.
Ormai non contava più il fatto di riuscire a conquistarla, ormai per il ragazzo contava solo il fatto che stesse bene.
La domanda che però sorgeva spontanea ( e non solo a lui) era perché...perché avrebbero dovuto rapire Isabella?
- Sapeva...- disse Ben quasi sussurrando in modo che non lo sentisse nessuno.
Ne era praticamente certo, infondo se fosse stato per riscatto avrebbero potuto rapire una qualsiasi persona più ricca di lei,la figlia di un imprenditore,un miliardario... la ragazza doveva sapere qualcosa che non avrebbe mai dovuto sapere, ma allora perché non aveva detto niente? Certo non si aspettava che lo dicesse a lui, ma a Connie...non aveva detto niente neanche a lei evidentemente, altrimenti avrebbero già avuto un indizio in più...
Doveva andare via da quell'ospedale, non c'era tempo da perdere, erano già passate parecchie ore dal rapimento, e se l'avessero uccisa?
Ben si sentì male solo al pensiero...sarebbe riuscito a tirarla fuori da quella situazione, anche a costo di sentire le infinite ramanzine dei dottori che dicevano che aveva bisogno di riposo.
Sapeva che Semir non sarebbe mai stato d’accordo ma tentò ugualmente:
- Semir, devo uscire da questo ospedale, devo trovare Bella, non c'è tempo...-
Con sua grande sorpresa però, il collega rispose:
- Hai perfettamente ragione Ben, ma bisogna trovare un modo per andarsene senza essere notati – continuò, per poi voltarsi verso l'appendiabiti del bagno... - Ed io credo di averlo trovato – concluse con un sorrisetto soddisfatto.
 
                                                  ***
Tic tic tic. Una tastiera. Tic tic tic. Un cuscino blu. Tic tic tic. Ancora quella dannata tastiera.
Connie spalancò gli occhi. Ma che cavolo di ore erano???
Si alzò di scatto dal divanetto ricordandosi di tutti gli avvenimenti della sera prima...Isabella rapita...il criminale morto...la scientifica...il divano...ah si ecco, il divano, che grande figura del cavolo, il fatto è che era talmente stressata che era crollata non appena aveva trovato qualcosa su cui sedersi.
Si concentrò ancora per riuscire a ricordare che altro era successo...le impronte, Hartmut aveva preso le impronte del criminale e avrebbe dovuto analizzarle. Tic tic tic. Ma chi era il grande genio che doveva usare il computer alle 4:00 di mattina???
Fece scorrere lo sguardo per la stanza finché non vide il tecnico della scientifica seminascosto dietro un portatile bianco. Si, era decisamente da lì che provenivano i ticchettii. Si avvicinò alla scrivania cercando di non perdere l'equilibrio, dato che si era appena svegliata e il suo cervello doveva ancora avviare.
- 'Giorno – l'unica cosa che riuscì a dire, seguita subito dopo da uno sbadiglio.
-'Giorno- fu la monotona risposta del ragazzo che probabilmente non si era neanche accorto con chi stesse parlando.
Connie notò che era ancora vestito da sera. Allora ricordò anche la festa e...Ben! Si ripromise di andare a trovarlo in ospedale non appena Hartmut la avesse aggiornata sulle ricerche.
- Allora...trovato niente?- chiese la ragazza ancora assonnata.
- No, niente...assolutamente niente! Non ho trovato alcun riscontro nel database…è assurdo, possibile che non avesse nessun precedente? Sto ripetendo il test, magari ho dimenticato qualcosa...- disse il ragazzo poco convinto, cliccando tasti su tasti. Sembrava che la tastiera dovesse impazzire da un momento all'altro.
- Mmmh...l'arma?- domandò di nuovo Connie, sperando di sapere qualcosa in più.
- Controllerò anche quella, non c'è nessuno in ufficio con me a quest'ora, purtroppo le ricerche rallentano così...ma farò del mio meglio- concluse Hartmut.
- Ehm...grazie...bhè, io vado, chiamami appena scopri qualcosa- salutò Connie uscendo dalla stanza, nella quale rientrò pochi secondi dopo perché aveva dimenticato le chiavi dello scooter sul divanetto.
- Scusa, le chiavi...bhè, ciao!- disse ancora per poi uscire per la seconda volta dalla scientifica.
Chiavi? Hartmut si girò verso il divanetto. Vuoto. Stava parlando con Connie? Aveva decisamente bisogno di un caffè...
                                                                                         
                                                  ***
 
- Gilbert carissimo, che piacere rivederti!-
- Cosa vuoi Kalstaff?- rispose infastidito Gilbert: non si ricordava nemmeno quando aveva deciso di lavorare per quell'idiota...ma ora era incasinato fino al collo e se avesse provato a dire qualcosa a qualcuno ci avrebbe rimesso la pelle.
- Niente, volevo solo dirti che hai fatto un buon lavoro...o almeno è quello che ho pensato fino a mezz'ora fa-
- E sentiamo, cos'è che ti ha spinto a farti cambiare idea?- chiese ancora Gilbert con sufficienza.
- Ma niente...ecco, mi è giunta voce della perdita di un buon collaboratore...Slawsky, giusto? Victor Slawsky...ecco,io voglio sperare che tu abbia fatto sparire il corpo prima che lo prendessero quelli dell'autostradale – finì Kalstaff perforandolo con lo sguardo, cercando di capire se quanto appena detto era stato compiuto o no. Evidentemente sembrò capire che il corpo era in mano ai poliziotti, quindi disse - Ascoltami bene, idiota!- prendendolo per il colletto della camicia – Se quelli ci scoprono prima che facciamo fuori la ragazza siamo fregati, chiaro?- e lo lasciò per poi continuare – Quindi, prima scopri dove quella sciocca nasconde il video, prima l'ammazzi e prima possiamo andare via da qui...sono stato abbastanza esauriente?- chiese infine.
- Ovviamente...ovviamente...- rispose sconfitto Gilbert. Non era e non sarebbe mai voluto essere un assassino, ma aveva bisogno di soldi.
 
                                                      ***
- Questo camice mi ingrassa?- chiese Andrea davanti allo specchio della stanza d'ospedale di Ben.
-No tesoro, non ti ingrassa, sei stupenda, però adesso muoviamoci...forza collega, gambe in spalla!- disse Semir, anche lui come gli altri tre con un camice da infermiere addosso.
- Ma bene, adesso fai anche lo spiritoso eh?- fece Ben con la faccia fintamente offesa.
- Forza dai, prima che ci vedano – disse Andrea era già fuori in corridoio.
Non incontrarono quasi nessuno, solo qualche inserviente vicino all'entrata che li salutò, niente di cui preoccuparsi.
Giunti al parcheggiò si tolsero i camici e cercarono la macchina di Semir, parcheggiata qualche metro più avanti.
Lungo il tragitto videro che l'ospedale non doveva essere affatto così vuoto come pensavano. C'erano davvero tante macchine, due furgoni parcheggiati uno affianco all'atro, una moto nera con una grossa "C" argentata...
- Connie, che ci fai qui?- urlò Ben per farsi sentire, dato che la moto non era molto vicina.
- Ben? Ma tu non dovresti essere dentro una camera d'ospedale a lamentarti per il dolore alla spalla?- chiese sconcertata.
- In teoria si, ma non credo di essere molto utile alle ricerche da li, ti pare?- fece ironico il ragazzo.
- Mi dispiace, ma non credo che sarai utile alle ricerche neanche così...Hartmut non ha trovato niente, dice che nell'archivio della scientifica non ci sono impronte compatibili con il cadavere...-
- Cosa ci faceva uno con la fedina penale pulita in un rapimento? Era lì per caso forse? Scusi, vuole venire a rapire un poliziotto? E' divertente sa? Poi finisce in galera, ma questo è un dettaglio ininfluente, non crede?- fece Ben arrabbiato.
- Così tu sei Connie?- chiese d'un tratto Andrea.
- Si, si sono io - disse la ragazza leggermente sorpresa dal cambio repentino di discorso – E lei deve essere la moglie di Semir, giusto? Suo marito parla molto spesso di lei- continuò accennando un piccolo sorriso.
- Spero che almeno ne parli bene!! Ahaha, Piacere, Andrea – si presentò la donna.
- Piacere mio…allora…dove avevate intenzione di andare? – chiese Connie
- Alla scientifica, ma visto che non ci sono nuove piste direi di rientrare al comando e…aspettare – concluse Ben con un pizzico di risentimento  nella voce. Non poteva fare niente per ora. Solo aspettare.
 

NOTE DELLE AUTRICI:
AUTRICE 1: Sciao racazzi!!!! Come andiamo??? Vi siamo mancate???
*silenzioditomba
AUTRICE 2: Ci manca solo il rogo spinto dal vento e possiamo dire di aver partecipato a un film western!!!
AUTRICE 1: No…per carità!!! Tutto ma non i film western!!! Comunque, anche stavolta, è arrivata l’ora…
AUTRICE 2: …della tua fine??? Ti prego…dimmi di si!!!
AUTRICE 1: Ahahah…molto spiritosa!!! Mi dispiace deluderti, ma no…è arrivata l’ora…dei ringraziamenti!!!
AUTRICE 2: Ah…peccato! Vabbè…tornando alle cose serie, vogliamo ringraziare, come l’altra volta, tutte le persone che mettono la storia tra le preferite, ricordate e seguite; inoltre un grazie speciale va a quelli che recensiscono: Sophie97, Chiara Luna, Ludo10 e Magika!!!
AUTRICE 1: Ma che fai??? Ti ringrazi da sola??? E poi scusa…bisogna dire grazie anche ai lettori silenziosi!!! Fatevi avanti e lasciate una recensione…oppure dovrete guardarvi costantemente le spalle!!!! Muahahaha!!!!
AUTRICE 2: Quando fa così ignoratela e andrà tutto bene…fidatevi…
Autrice 1: Ehm…ehm…bene, mi sono ripresa giusto in tempo per salutarvi e dirvi che (s)fortunatamente non aggiorneremo per un po’ di tempo perché siamo mucho(l’ho scritto bene???) impegnate!!! Il motivo…la tortura di tutti gli adolescenti: la scuola!!!
 
                                                                                                                      TANTI SALUTI DA MAGIKA E
                                                                              FRED_DEEKS_BEN
                                                                                                                                                
P.S.:TANTISSIMI AUGURONI AL NOSTRO NIALLER CHE OGGI  COMPIE DICIANNOVE ANNI!!!

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Capitolo 7
*** Nuove piste ***


                                                                                            Nuove piste
 
Gli agenti arrivarono al comando dopo pochi minuti di macchina. Quando raggiunsero l’ufficio del capo il loro morale era a terra e non gli si poteva dare torto.
- Jager, ma lei non dovrebbe essere in ospedale? – domandò la Kruger
- Ma oggi non avete nient’altro da chiedermi? Si, dovrei, ma voglio dare una mano qui – disse per l’ennesima volta in quella mattinata Ben  rivolgendosi al suo capo.
- Dai Ben, calmati, adesso ci prendiamo un caffè e aspettiamo qualche notizia, ok? – chiese cauto Semir
- Si, hai ragione! Mi scusi capo…è solo che sono nervoso…-
- Non si preoccupi –
- Bene! Allora, noi prendiamo i caffè…lo vuoi anche tu Connie? – intervenne Semir
- Si, grazie! Intanto farò una lista di quelli che potrebbero avercela con Isabella…- continuò lei
- E io le darò una mano! – concluse Susanne entrando nell’ufficio
Detto questo le due ragazze andarono verso la postazione di Susanne, mentre i due ispettori si diressero alle macchinette.
La segretaria  iniziò a digitare tutti i nomi che la collega le diceva e ben presto la lista si formò: prima erano solo un paio, ma piano-piano diventarono tantissimi e andarono a riempire dieci fogli della stampante.
- Ecco fatto! – disse Connie bevendo il caffè che Semir le aveva gentilmente portato
- Ma…ma…sono così tanti…come faremo a controllarli tutti? – esclamò Ben, rischiando di strozzarsi con la bevanda
- Isabella non è una novellina, è stata all’anticrimine per sei anni ed è naturale che si sia fatta molti nemici! Per quanto riguarda il fatto di come faremo a controllarli tutti è semplice: ci armeremo di caffè e una buona dose di pazienza! – terminò la ragazza con una scintilla di determinazione negli occhi.
- Allora ci conviene iniziare subito, no? – domandò il turco che, senza aspettare una risposta, si diresse verso l’ufficio

 

MOLTE ORE E NOMI DOPO…

 
- Peter Schneider – Connie lesse l’ultimo nome della lista con una lieve stanchezza nella voce
- Uhm…vediamo un po’…- disse Ben cominciando a leggere la scheda -… due rapine a mano armata, tre omicidi e…un…un…rapimento… - concluse in un sussurro
- Hai detto rapimento?! – domandò Semir incredulo
- Bene…che aspettiamo? Andiamo subito a prenderlo! – concluse la ragazza avviandosi fuori, seguita a ruota dai due
- L’indirizzo è Essener Straße 375 – urlò Susanne per farsi sentire dai tre
Gli ispettori salirono in macchina e partirono a tutto gas verso l’abitazione del possibile sospettato.
Frenarono la macchina con un testacoda pazzesco e si precipitarono alla porta, iniziando a tartassarla di pugni e suonando il citofono a ripetizione. Dopo un paio di minuti venne ad aprire un uomo di trent’anni circa, con un accenno di barba, capelli rasati a zero, muscoli incredibili e tatuaggi e piercing dappertutto; la maggior parte delle persone normali ( poliziotti compresi ) avrebbe avuto paura di un omone del genere, ma loro non erano spaventati minimamente, anzi, più erano determinati che mai.
- Buongiorno, polizia autostradale. Vorremmo farle qualche domanda! – iniziò Ben mostrando il tesserino
L’uomo si accostò per permettere agli ispettori di passare ma, non appena varcarono la soglia, quello li chiuse dentro e scappò. Non realizzarono immediatamente quello che era successo. Appena lo fecero, però, iniziarono a rincorrere il sospettato…che fu messo KO da un pugno ben assestato di Connie.
- Wow! Gran bel destro!- si complimentò Semir
- Grazie – rispose lei con il fiatone e la fronte imperlata di sudore
Lo alzarono da terra, gli misero le manette e lo portarono al commissariato.
 

Nella sala interrogatori…


- Allora Peter..dicci dove si trova l’agente Di Angelo e, soprattutto, il motivo che ti ha spinto a rapirla e forse ti aiuteremo…- disse la ragazza
- Non ho idea di cosa stiate dicendo – replicò quello con voce calma
- Oh, avanti! Non fare il finto tonto, sappiamo che sei stato tu, quindi è nel tuo interesse collaborare!- cercò di farlo ragionare Semir
In tutto questo tempo Ben era rimasto in silenzio, perché sapeva che se avrebbe aperto bocca non sarebbero uscite parole dolci e comprensive, ma esplose quando quello disse:
- Ripeto che non so niente, ma forse è un peccato non essere il colpevole…perché credo sia un bocconcino niente male, quest’agente…o mi sbaglio?! – sussurrò avvicinando il volto a quello di Connie e facendo comparire sul suo un sorrisetto strafottente.       
A quel punto lo prese per la camicia e lo sbatté violentemente al muro.
Gli altri due agenti cercarono di farlo ragionare e di fermarlo, ma lui li spinse indietro e si rivolse al sospettato:
- Ora. Dicci. Quello. Che. Sai. Altrimenti. Giuro. Che. Non. Arriverai. Vivo. In. Carcere. – disse, accompagnando ogni parola con una sempre più maggiore pressione del braccio sulla gola dell’uomo.
- No…non…so niente! Lo giuro! –
- E allora dicci…perché stavi scappando? – diede man forte la collega
- Perc…coff…perché avevo della cocaina in casa. Quando vi…coff…vi siete presentati ho avuto paura e sono scappato! È la verità! – terminò senza la minima traccia di sorriso
Solo allora Ben lo lasciò e uscì dalla sala interrogatori sbattendo la porta.
Semir e Connie si guardarono negli occhi per pochi istanti e poi corsero fuori e andarono a cercare l’ispettore “ scomparso “ . Lo trovarono fuori dal commissariato, appoggiato ad una volante, le mani sulla faccia e, anche se non riuscivano a vederli bene, gli occhi lucidi e pieni di lacrime che a stento riusciva a trattenere.
Non appena si rese conto di essere osservato alzò la testa:
- Scu…scusate ragazzi se non sono riuscito a trattenermi. – disse con voce flebile
- Ehi…tranquillo! Non è successo niente e poi se non lo avessi fatto tu ci avrei pensato io…e un calcio “ nelle parti basse ” non glielo avrebbe tolto nessuno! – rispose Connie, sperando di far sorridere l’amico e di risollevargli un po’ il morale.
In fondo lo capiva benissimo. Lei aveva imparato ad essere forte, ma se avesse potuto sarebbe scoppiata a piangere subito e davanti a tutti anche, perché piangere a volte aiuta a sfogarsi e lei ne avevano proprio bisogno.
- Ben…- lo chiamò piano - …ehi…con noi puoi sfogarti, capito? Lo so’ come ti senti, ma dobbiamo essere forti per Bella e, soprattutto, dobbiamo trovare quei bastardi che l’hanno rapita! Allora…chi è con me? – chiese mettendo la mano al centro, come in quei film che le piacevano tanto da bambina
I due ispettori seguirono il suo esempio e poco dopo scoppiarono a ridere, anche per alleggerire la tensione.
Dopo pochi secondi rientrarono nell’ufficio e si buttarono a peso morto sulle sedie.

Driin…driin…
Il cellulare sulla scrivania dell’ispettore cominciò a suonare, svegliando tutti.
- Semir, finalmente! – esclamò la voce dall’altra parte del telefono
- Ma che diavolo ti urli, Hartmut! Ci sento benissimo! – strepitò il turco
- Scusa, ma è un’ora che ti, anzi, vi chiamo e risponde sempre la segreteria. Ho scoperto una cosa interessante sulla mitraglietta…venite subito! – e, detto ciò, riattaccò
- Che succede socio? – domandò il collega
- Hartmut ha qualcosa…- disse mentre prendeva la giacca e si avviava alla macchina, subito seguito da Connie e Ben.
I “ magnifici tre “ arrivarono alla scientifica in tempo record e si precipitarono immediatamente verso l’ufficio del capo.
- Allora…che cosa hai scoperto di tanto interessante? – chiese Ben facendo quasi i salti di gioia. Di certo non era l’unico, infatti anche gli altri due erano in fibrillazione e non gli si poteva dare torto: finalmente avevano una pista dopo giorni di completo buio.
- Bhè…dopo aver analizzato l’impronta e non aver ricavato praticamente nulla mi sono dedicato all’arma…e anche con quella è stato un fiasco totale…- aveva iniziato a dire Hartmut prima di essere interrotto da Connie – Ma se è stato un fiasco totale perché ci hai fatti venire qui? –
- …se magari mi fai finire di parlare! – disse il rosso un pochino imbarazzato di aver fatto arrossire la ragazza dalla punta delle scarpe a quella dei capelli -…ehm…stavo dicendo che l’arma non risultava essere rubata e il numero di serie era stato cancellato in modo da non poter risalire al proprietario. Purtroppo per i rapitori, però, la persona addetta a questo compito non lo aveva eseguito correttamente e quindi sono riuscito a ricavarne un pezzettino; ho riprovato, ma anche stavolta niente. Poi mi è venuta in mente l’idea di allargare la ricerca e ho scoperto che la mitraglietta…che la mitraglietta in realtà dovrebbe trovarsi al deposito prove dell’anticrimine!–
 
 

NOTE DELLE AUTRICI:
 
AUTRICE 1: Salve a tutte anime pie. Finalmente, dopo mille e più anni…
 
AUTRICE 2: Ma se non aggiorniamo da “soli” due mesi???
 
AUTRICE 1: *inceneriscelaltraautriceconlosguardo* Dicevo…finalmente, dopo mille e più anni, siamo qui riunite per…
 
AUTRICE 2: Oddio…sembra di stare ad un funerale!!!
 
AUTRICE 1: Uff…ok…ciao a tutti, come state??? Anche se per un po’ di tempo l’ispirazione è venuta a mancare ( visto che il funerale era per qualcuno?!?!? ), ora siamo ritornate con un capitolo fresco fresco!!! Va bene così???
 
AUTRICE 2: Si, così va benissimo. Comunque credo sia arrivato ancora una volta il momento dei ringraziamenti, giusto?
 
AUTRICE 1: WoW…per una volta hai detto la cosa giusta…allora…ringraziamo come sempre Sophie e Ludo, che ormai fanno parte della famiglia, e poi accogliamo un nuovo membro: Redbullholic. Benvenuto in questa grande gabbia di matti!!!XD
 
AUTRICE 2: Oddio!!! Mi sono appena resa conto che al primo capitolo abbiamo avuto 228 visualizzazioni!!!
 
AUTRICE 1: Hai ragione!!! E, all’ultimo che abbiamo postato, ben 75…anche se sono diminuite non riesco a credere che siano così tante!!!
 
AUTRICE 2 E 1: Sigh…siete tutti super fantastici *siasciuganolelacrime*…quindi grazie davvero…
 
AUTRICE 1 E 2: Bhè…credo sia ora di salutarci…quindi CIAO…ci si sente al prossimo aggiornamento…che, purtroppo ( o per fortuna, vedete un po’ voi ), non sappiamo quando avverrà…

 
                                                                                                             TANTI SALUTI DA MAGIKA E
                                                                       FRED_DEEKS_BEN

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Capitolo 8
*** Il Deposito ***


- Poi mi è venuta in mente l’idea di allargare la ricerca e ho scoperto che la mitraglietta…che la mitraglietta in realtà dovrebbe trovarsi al deposito prove dell’anticrimine! –
                                                          
                                                     IL DEPOSITO

 
Dopo questa sconvolgente notizia i tre ispettori erano rimasti scioccati e sembrava che avessero assistito alla resurrezione di un fantasma.
Il primo a riprendersi dallo shock fu Ben che, non si sa bene come, riuscì a proferire quattro parole:
- Ma…come è possibile? –
- Bhè…evidentemente…qualcuno al deposito…è corrotto! – rispose Connie
- Anche se fosse prima dovremmo accertarcene, quindi direi di andare lì e indagare un po’! – disse Semir, ricevendo dei cenni affermativi da parte degli altri due.
Il deposito dell’anticrimine si trovava dalla parte opposta della scientifica, quindi ci impiegarono una buona mezz’ora per arrivare.
Non perdendo tempo si diressero a passo spedito verso l’entrata; chiesero alla guardia che si trovava all’esterno di condurli dal “capo” e, in pochi minuti, si trovarono nel suo ufficio. Il direttore arrivò poco dopo e si presentò:
- È un vero piacere signori….io sono Klaus – disse porgendo la mano ai tre agenti, mentre Connie sussurrava un “il piacere è tutto tuo” e accennava un falso sorriso di cortesia, visto che le stava già antipatico
- Allora…come posso esservi d’aiuto? – domandò sedendosi e incrociando le mani
- Vede signore…qualche giorno fa c’è stata una sparatoria e sono state usate delle mitragliette…mitragliette che, a quanto ci risulta, dovrebbero trovarsi qui, al deposito…- disse Semir, mentre il direttore iniziava a sudare freddo e i suoi occhi saettavano da una parte all’altra della stanza -…saprebbe spiegarci perché, invece, sono in possesso di una banda di rapitori? – concluse il turco sporgendosi un po’ in avanti a aspettando una risposta
- Non mi capacito di come sia possibile! Le assicuro che le persone che lavorano qui sono tutti ottimi elementi! – rispose immediatamente.
Intanto Ben lo guardava con sospetto…non si fidava assolutamente di quell’uomo…
- Oh…non si preoccupi! Noi non sospettiamo dei dipendenti…perché noi sappiamo, per certo, che il colpevole è lei! – lo aggredì per vedere la reazione…perché lui sapeva che se un uomo è innocente non inizia a sudare freddo, non balbetta e, tanto meno, non cerca tutte le possibili vie di fuga!
- Avanti…..io ho lavorato all’anticrimine e so benissimo che ogni settimana si fa un inventario delle armi presenti, apposta per evitare furti, e so anche che è il direttore a farlo…quindi è impossibile portare fuori qualcosa senza che lei se ne accorga! – disse Connie che stava quasi perdendo la pazienza.
Ormai, visto che aveva realizzato che non c’erano altre possibilità, il  direttore, decise di confessare tutto
- Ok…lo ammetto! Ho fatto uscire delle armi di nascosto…ma mi hanno costretto! Tenevano in ostaggio mia moglie e mio figlio…hanno detto che se gli avessi fatto questo, come lo hanno definito loro, “piccolo e insignificante favore” loro li avrebbero lasciati andare! – terminò scoppiando a piangere
- Chi è stato? – chiese Semir
- N-non….posso dirlo…ucciderebbero me e la mia famiglia! – disse scuotendo energicamente la testa
- Se non ci dice chi ha tenuto in ostaggio la sua famiglia e l’ha costretta a far uscire di nascosto delle armi, noi non potremo fare niente…ci aiuti, la prego! – tentò di convincerlo Connie
Purtroppo il direttore non volle collaborare e, dopo aver chiamato i colleghi per farlo accompagnare in prigione, i tre ispettori tornarono al comando più sconsolati che mai…ormai avevano finito le piste su cui indagare e più il tempo passava e più c’era la possibilità che Isabella non ce la facesse!
 
 

NOTE DELLE AUTRICI:
 
AUTRICE 1: Ehm…salve….c’è ancora qualcuno?
 
AUTRICE 2: Uhm…ne dubito visto che non pubblichiamo da sei mesi…al posto dei nostri lettori anche io avrei smesso     
                    di seguirci!!!
 
AUTRICE 1: Già…dici che questo capitolo lo leggerà qualcuno…a parte noi due, intendo…
 
AUTRICE 2: Bhè…sognare non costa nulla,giusto??? Comunque sia noi li abbiamo pubblicato…
 
AUTRICE 1: Ok…anche se mi sento terribilmente in colpa…ma purtroppo non sono io che voglio passare pomeriggi      
                    interi sulle pagine dei libri di scuola…con l’avvicinarsi degli esami è tutto più difficile…SONO  
                    DISTRUTTA!!!!
 
AUTRICE 2: E si….come ti capisco amica mia…
 
AUTRICE 1: Vabbè…credo ci convenga chiudere qui…salutiamo chiunque leggerà questo mini capitolo ( ah…scusateci
                    per la lunghezza minima…) e, purtroppo, dobbiamo comunicarvi che il prossimo capitolo arriverà molto  
                    tardi sempre a causa degli esami…scusateci veramente tanto…speriamo che non ci abbandonerete…
 

                                                                                                                                                                        TANTI SALUTI DA
                                                                                                                      MAGIKA  E
                                                                                                               FRED_DEEKS_BEN

 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Inutile ***


Inutile

Inutile. Tutto quello che aveva fatto era stato assolutamente inutile.

Non sapeva esattamente quanti giorni erano passati dal suo rapimento ma era sicura si trattasse di più di una settimana. Gilbert era passato quasi tutti i giorni per cercare di convincerla a confessare dove aveva nascosto quella maledetta MicroSD, ma era stato inutile. Proprio come i suoi tentativi di fuga.

Cercava sempre di scappare ma le poche forze che aveva non le erano d'aiuto: ogni giorno si sentiva più debole del precedente, le manette le impedivano anche i più semplici movimenti e il fatto che la notte non dormisse per più di due o tre ore a causa degli incubi, la stava letteralmente distruggendo.

Di tutta quella situazione, la cosa peggiore rimanevano gli incubi. Ogni volta lo stesso, sempre più reale.

Eppure anche lei si rendeva conto che non si trattava di un vero e proprio incubo, ma di un ricordo...un ricordo troppo doloroso per lei: Ben.

Il colpo di pistola che aveva sentito, il corpo del suo collega a terra e un urlo, il suo.

Proprio quando sembrava andare tutto per il meglio, il suo stupido carattere era stato in grado di rovinare tutto. Certo, negli anni aveva imparato a non fidarsi delle persone, ma se il problema era la fiducia, perché non aveva detto niente neanche a Connie, l'unica su cui sapeva di poter contare sempre? Per proteggerla? Bhe...se quello era il motivo allora aveva fatto un ottimo lavoro. Il proiettile che aveva centrato Ben poteva colpire Connie e in quel caso, si che l'avrebbe protetta per bene...che assurdità.

E, nonostante tutto, le sue preoccupazioni continuavano ad riguardare Ben. Non riusciva a toglierselo dalla testa e, finalmente, Isabella realizzò che non era solo per il fatto che si sentisse in colpa. No, certo. Doveva esserci qualcos'altro.

Forse anche tu hai un cuore Isabella Di Angelo...forse anche tu sei capace di amare...sussurrò una vocina nella sua testa. Ma bene! Perfetto! Ora parlava anche da sola come quelle ragazze delle soap opere che ne avevano uno diverso ad ogni puntata. E poi, lei non credeva nell'amore, o almeno non più.

Prima anche lei sognava il ragazzo perfetto con cui mettere su famiglia, ma era ancora bambina e la sua famiglia non era stata massacrata dall'uomo che amava..

Quando si riscosse dai suoi pensieri, sentì una lacrima silenziosa solcarle il viso. La osservò cadere e chiuse gli occhi per un attimo. Sarebbe scappata da lì. Lo avrebbe fatto per Ben, per Connie e anche per i suoi genitori, che avevano sempre creduto in lei. Avrebbe fatto in modo che i sacrifici che tutte quelle persone avevano fatto per lei non fossero inutili.

* * *

 

Inutile. Tutto quello che avevano fatto era stato semplicemente inutile. Tutti le piste erano risultate false...ed ora si trovavano ad un punto morto. Ben era consapevole che le possibilità che Bella fosse ancora viva erano davvero poche ma a lui non importava, avrebbe continuato a cercarla.

Aveva deciso di parlare a Connie e Semir della sua idea sul fatto che Isabella potesse essere a conoscenza di qualcosa di segreto e scomodo per qualcuno.

Secondo i suoi colleghi poteva anche essere vero, ma il ragazzo aveva il sospetto che lo dicessero solo perché oramai non avevano più piste da seguire.

A complicare il tutto c'era il fatto che non riusciva più a pensare lucidamente, concentrato com'era su quello che poteva essere successo alla ragazza rapita. Chissà dov'era adesso e chissà con chi. Magari era ferita gravemente o addirittura già....no. Si disse di non pensarci. Lei non poteva essere morta. Avrebbe fatto l'impossibile per salvarla, anche se questo avesse dovuto significare tentare la morte.

Improvvisamente un'idea lo fulminò: ma certo! Perché non ci aveva pensato prima! L'anticrimine!

Non perse tempo e chiese di getto:

“ Connie, perché tu e Isabella avete deciso di lasciare l'anticrimine?”

“Che...ehm...perché questa domanda?”

“ Bhè...” cominciò il ragazzo “ Siamo tutti d'accordo sul fatto che probabilmente Bella sapeva qualcosa che non avrebbe dovuto sapere, giusto?”

I due annuirono.

“Mi è venuto in mente che forse c'entra qualcosa sul vostro vecchio lavoro...”

Connie annuì pensosa. Poi parlò.

“In realtà è stata Bella a scegliere di andarsene ma eravamo troppo amiche, non avrei mai potuto lasciarla sola, e quindi ho deciso di seguirla...neanche io conosco il motivo che l'ha spinta a consegnare le dimissioni, amava il suo lavoro infondo...però, ora che ci penso...successe un fatto abbastanza strano il giorno prima della sua decisione...”

I due ispettori le fecero cenno di proseguire, forse sarebbero riusciti a venire a capo di quella terribile faccenda.

“Mi ricordo che quella mattina, Bella doveva tornare dal suo turno di notte speciale e...”

“ Scusa” interruppe Semir, beccandosi un'occhiataccia da un ansioso Ben che stava facendo di tutto per non tralasciare nemmeno un dettaglio del racconto.

“ In che senso “speciale?” chiese infine.

“Io veramente non so se posso...è una cosa personale e sapete quanto a Bella non piace che si parli della sua vita privata, non voglio...”

“Senti Connie, ti capisco. Anche a me non farebbe piacere se qualcuno andasse in giro a raccontare i fatti miei ma la tua migliore amica, la nostra amica e collega, è stata rapita e se questa cosa può aiutarci a ritrovarla...beh...è necessario che tu ce la dica...vuoi o no salvarla?!”

“Certo che lo voglio!”

“Bene, allora continua...” terminò Semir facendo un sorriso che riuscì a rassicurare la ragazza.

“Allora, dovete sapere che la sua vita non è stata tutta rosa e fiori. Non per quanto riguarda l'infanzia, no, quella è stata felice; i “problemi” sono iniziati circa un anno fa...

Flashback

Era da molto che Bella indagava su un'organizzazione che spacciava droga in tutta Europa e faceva affari anche con alcuni volti noti del crimine mondiale, che avevano il loro giro nell'America del Nord e in Canada. Il capo di questo giro era veramente furbo, mai un errore o una volta in cui si faceva vedere; era come uno spettro. Invisibile. Molti avevano provato ad indagare e tutti quanti erano morti. Decine di poliziotti che si infiltravano nel giro non ne uscivano più e i loro corpi venivano recapitati direttamente nel suo ufficio, fatti a pezzi o sciolti nell'acido. Lei, giustamente, non riusciva a pensare ad altro che non fosse la vendetta e, proprio per questo motivo, restava tutto il giorno in ufficio a scavare nelle vite dei sottoposti dello Spettro – soprannominato, ormai da tutti, così – cercando ogni cosa che potesse aiutarla a scoprire qualcosa di utile. Le poche volte che usciva dal comando, più che altro per mangiare dato che ora dormiva direttamente lì, erano un incubo perché aveva sempre paura che, rientrando, avrebbe trovato un altro pacco ad aspettarla sulla scrivania. Dopo mesi, finalmente, era riuscita a far infiltrare il miglior agente della sua squadra nell'organizzazione e stavano avendo dei risultati; erano riusciti addirittura a sequestrare un intero carico di droga. Proprio per questo si fece convincere dai colleghi e organizzarono un'uscita per festeggiare. Non era niente di speciale, una normale serata al ristorante tra colleghi, ma per Isabella ci fu dell'altro. Quella sera conobbe Chris...

Stavano uscendo dal locale quando lui la urtò e la fece cadere, scatenando risatine da parte dei presenti. Potete immaginare quanto era furiosa, insomma, già non le piaceva che la gente ridesse di lei e preferiva non essere al centro dell'attenzione, se poi a questo ci si aggiungeva il fatto che era stato uno sconosciuto a ridicolizzarla davanti a tanta gente...be'...non faceva che peggiorare la situazione. Dopo essersi rialzata, in tutta fretta, si allontanò con l'intento di andare a casa, che non distava molto da lì. Era arrivata all'entrata, quando qualcuno la prese per il polso e fece in modo che si girasse: era l'uomo con cui si era scontrata.

“Mi lasci immediatamente...” sibilò nella sua direzione

“Stia tranquilla, volevo solo chiederle scusa per averla fatta cadere” rispose pacatamente lui

“E allora perché non l'ha fatto prima?!” chiese, mentre si liberava della stretta dell'uomo

“L'avrei anche fatto...se lei mi avesse dato il tempo, invece di scappare via” disse, facendo comparire un sorrisetto soddisfatto

“Bhe...” la ragazza era decisa a non dargliela vinta per alcun motivo

“Bhe...cosa?” quanto adorava vincere...

“Se lei fosse stato veramente dispiaciuto mi avrebbe, come minimo, aiutato ad alzarmi!” incrociando le braccia al petto, alzò lo sguardo fiero e incontrò quello dell'altro. Avrebbe preferito non farlo.

L'uomo di fronte a lei era certamente stupendo: capelli biondi, un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque, alto e, per quanto la maglietta le permettesse di vedere, anche abbastanza muscoloso...ma era stata un'altra cosa a colpire Isabella...gli occhi. Quegli occhi erano qualcosa di indescrivibile. Neanche lei sapeva dire di che colore fossero, effettivamente. Forse grigi, forse viola...non riusciva a capirlo, esattamente... Sarebbe volentieri rimasta a guardarli per molto tempo, ma si disse che non era il caso.

“Ok, va bene. Lo ammetto, non sono stato un perfetto gentiluomo. Che ne dice di darmi un'altra possibilità?”

“In che modo? Vuole farmi cadere nuovamente per poi aiutarmi ad alzarmi?!” rispose divertita Bella

“Ahahah...be'...anche quest'idea non è male! Se permette, però, io preferirei invitarla a cena...”

“Ehm...veramente non so se sia una buona idea...”

“Oh, avanti! Il mio è un semplice invito, un'occasione per conoscerci meglio, niente di più”

“E chi le dice che io voglia conoscerla meglio?!”

“Potrebbe aiutare il fatto che lei mi stia fissando da circa dieci minuti...”

Bang. Colpita ed affondata cara Isabella Di Angelo.

“Oh, d'accordo!” si arrese in fine.

Si scambiarono i numeri di telefono ma, proprio quando l'uomo stava per andarsene, Bella si ricordò di un piccolo ma fondamentale particolare.

“Ehi, aspetta! Io non esco con persone di cui non conosco il nome, quindi piacere, io sono Isabella Di Angelo, Bella per gli amici!” disse porgendo la mano all'uomo, che si presentò a sua volta

“ Christopher Cross, Chris per gli amici”

I due si diedero appuntamento per la sera seguente.

Pian piano tra i due iniziò a nascere qualcosa e Isabella non poteva desiderare di meglio: Chris era veramente un uomo fantastico ed erano riusciti a sapere il luogo della prossima consegna, in cui sarebbe stato presente il capo in persona; avrebbero aspettato lo scambio e, solo allora, sarebbero intervenuti mettendo finalmente la parola fine a quella storia.

Peccato che le cose più belle sono destinate a finire, prima o poi.

Anche quella volta fu così.

Il giorno dello scambio Isabella lasciò Chris e i suoi genitori, visto che avevano pranzato da loro, e andò al comando per prepararsi.

Gli uomini della squadra speciale erano in posizione, era tutto pronto. C'era solo un piccolo particolare: mancava lo Spettro. Non potendo più aspettare, decisero di intervenire.

“Fermi tutti, polizia!” e, poi, solo colpi di pistola e corpi a terra.

Compratori e venditori, tutti morti. Qualche agente ferito. Imprecazioni urlate al vento.

“Mi spiegate come facciamo ora a sapere chi è lo Spettro, eh?!”

“Capo, lo ha visto anche lei come è andata. Dovevamo difenderci”

“Scusa Svan, hai rag-...”

“Venite! Questo qui è ancora vivo!”

Isabella si avvicinò velocemente al collega, si chinò sull'uomo e, prendendolo per la maglia, chiese con non troppo grazia

“Dimmi il nome del tuo capo! Adesso!”

“N-on sono così st-stupido”

“Morirai comunque, che tu me lo dica o no. Avanti, fai almeno una cosa buona nella tua vita! Aiutaci...sono già morte troppe persone...aiutaci, ti prego...” disse la ragazza, ripensando ai colleghi che avevano perso la vita ingiustamente.

“Ho una fi-figlia e una moglie...se io le d-dico il nome, mi pro-promette che le proteggerà?” rispose l'uomo tossendo sangue

“Si, glielo prometto!”

“Il su-suo no-nome è Christopher Cross” e, detto questo, chiuse gli occhi per sempre.

Nel momento in cui il criminale pronunciò quelle parole, il mondo di Isabella Di Angelo smise di girare.

Come in un sogno riprese la pistola da terra, si alzò e corse verso la macchina. Direzione, casa dei suoi genitori.

Quando entrò le si presentò davanti agli occhi una scena terribile: il salotto era completamente distrutto, il divano pieno di sangue e, seduti come se stessero guardando la televisione, c'erano i suoi genitori...entrambi morti...

Come se non bastasse, sulla parete opposta, una scritta rosso sangue recitava queste parole: hai voluto sfidare lo Spettro? Ora paghi le dovute conseguenze...

E, sotto, come una specie di macabra firma, un fulmine.

Chiunque, guardando quel disegno, si sarebbe chiesto cosa significasse...lei no, sapeva esattamente cosa voleva dire. Una volta aveva definito Chris “fulmine”, perché i suoi occhi gli ricordavano una tempesta.

A quel punto Isabella non ce la fece più e crollò a terra, piangendo.

Dal quel giorno non fu più la stessa. Niente aria allegra, niente battute e niente sorrisi...solo un guscio vuoto...

Viveva per un solo scopo: trovare Christopher Cross e ucciderlo.

Fine Flashback

“Ma...è terribile!” esclamarono in contemporanea i due ispettori.

“Lo so! Per Bella fu dura fidarsi di me a tal punto da raccontarmi questa storia. Fatto sta che, da quel giorno, ogni volta che aveva del tempo libero cercava prove per far incriminare Chris. Quella notte, evidentemente, aveva visto qualcosa che non doveva vedere...” disse Connie

“Esatto! E io scommetto tutto quello che possiedo che c'entra con l'anticrimine!” continuò Ben

“Se hai davvero ragione, è il caso di fare una visitina ai nostri colleghi. Muoviamoci!” rispose Semir

Non perdendo altro tempo si diressero alla macchina – compresa la ragazza – e partirono, direzione Anticrimine.

Durante il tragitto Ben non fece altro che pensare, con lo sguardo rivolto al paesaggio fuori dal finestrino. L'avrebbe ritrovata. Avrebbe fatto in modo che i sacrifici che aveva fatto non fossero inutili.

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI:

 

Fred_Deeks_Ben: Buona sera gentile popolo criminale!

Magika: siamo tornate di nuovo con questa...ehm...cosa!

Fred_Deeks_Ben:E come potete notare, adesso non siamo più Autrice 1 e 2...

Magika:Ma abbiamo dei nomi!

(Popolo: Ma vah?)

Fred_Deeks_Ben:Ad ogni modo, ci scusiamo umilmente per il nostro piccolo ritarduccio...

Magika:Piccolo? Non aggiorniamo da Maggio!

Fred_Deeks_Ben:E di chi è la colpa stavolta? Sentiamo!

Magika:E...vabbè...forse mia...

Fred_Deeks_Ben:Non forse! E' Tua!

Magika:Okay, questo discorso è irrilevante, vi chiediamo perdono e speriamo che questo capitolo vi sia almeno piaciucchiato un po'...

Fred_Deeks_Ben:E poi Magika vorrebbe anche ringraziarmi perché ho scritto questo capitolo senza il suo aiuto, mi ha abbandonato tra i monti e le caprette!

Magika:Non è vero...le caprette non ci sono dove abiti tu!

Fred_Deeks_Ben:Vabbè, niente, vi lasciamo alla prossima puntata di questa storia molto....aaa!

Magika:E stavolta tornerà anche la magnifica me a scrivere (e smetterà di correggere solamente)!

 

TANTI SALUTI DA MAGIKA

E FRED_DEEKS_BEN

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