L'eroe che pose fine alla guerra

di Kisuke94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro del destino ***
Capitolo 2: *** La decisione di Kakashi ***
Capitolo 3: *** La forza dell'amicizia ***
Capitolo 4: *** Una scelta pericolosa ***
Capitolo 5: *** Verità e determinazione ***
Capitolo 6: *** Ri-formazione ***
Capitolo 7: *** Madara-Naruto-Akatsuki ***
Capitolo 8: *** Ricordi ***



Capitolo 1
*** L'incontro del destino ***


Tutto era cupo sul campo di battaglia, impregnato di sangue e odorante di morte. La polvere, sollevata dai passi dei combattenti, andava a riempire l'aria, inondando i polmoni dei ninja, mentre il vento la trasportava da una parte all'altra. Intorno erano visibili shuriken e kunai, con i quali ognuno cercava di difendersi, sperando che quell’incubo finisse. Calate le tenebre, in seguito all’apparizione di Madara, le divisioni attendevano istruzioni sul da farsi, preoccupati che la loro esistenza potesse trovare fine da un istante all’altro, proprio quando un’ombra dall’alto di una rupe si scagliò sul campo semi deserto, ricoperto dai corpi ormai senza vita di quelli che erano stati valorosi ninja.

-Signor Raikage, attendono suoi ordini.- riferì un ninja della divisione sensitiva. L’uomo, sebbene mostrasse un’aria fiera ai suoi superiori, riusciva a malapena a celare quel po’ di timore che ognuno provava se pensava a quello che sarebbe potuto succedere da lì a pochi minuti.
-Allora consigli di fare Tsunade? Dimmelo perché non possiamo restare ancora qui a rimuginare- disse il Raikage, infuriato, a Tsunade. Un pugno stretto, sbattuto violentemente sul tavolo, fece tremare il suddetto mobile. Lo sguardo del capo di Kumo era accigliato e coi denti stretti.
–Io ho piena fiducia nelle capacità di Naruto, come l’aveva Jiraiya, e se ha deciso di entrare in campo, non sarò io a fermarlo, ne nessun’altro, lo conosco molto bene!- rispose lei, convinta appieno delle sue affermazioni, esibendo un tono di quelli che non ammettono obiezioni.
–Fa come ti pare! Io non posso restare a guardare, li raggiungo..- Gridò, dunque, l’uomo, sempre più spazientito.
-Signore! Abbiamo perso il collegamento con la seconda divisione- urlò incredulo l’altro ninja sensitivo, catturando l’attenzione dei due kage che discutevano. 
–Cosa diamine stai dicendo?- ribatté il Raikage più adirato che mai –Dimmi subito ciò che succede!- 
-Niente il collegamento è interrotto non vorrei che..- 

In quel preciso istante dall’altra parte della trasmissione, in un mare di sangue, giacevano, ormai senza luce, i corpi di più di duecento shinobi e l’unico superstite tra questi si ergeva sui cadaveri, circondato da una spirale d’oscurità, che traspariva anche dai suoi occhi scarlatti, che non preannunziavano nulla di buono.
Nel frattempo Naruto e Bee, intenti a raggiungere il campo di battaglia raggiunti da tale oscurità, che si diffondeva nell’aria come fosse nebbia. I due, perciò, accelerando il passo, si avvicinavano sempre più motivati nel porre fine a quell’inutile guerra.
–Teniamolo sotto controllo quel ragazzino, non vorrei che facesse qualche sciocchezza!- suggerì l’Hachibi a Bee.
-Non ti preoccupare… ci penso io a lui- rispose Bee non nascondendo però un po’ di incertezza. Solitamente lui, come il fratello maggiore, era un tipo sicuro delle sue azioni e, soprattutto, non era semplice spaventarlo. Stavolta, però, la situazione era leggermente diversa, anche perché non si trattava di vero e proprio timore ma, più che altro, di una preoccupazione che lo attanagliava. Ma non avrebbe saputo spiegarne il perché.
Nel frattempo, all’interno di Naruto, era in corso un dialogo tra il nostro eroe e il Kyubi.
-Non capisco da dove prendi tutta questa sicurezza, tu che non sei riuscito mai a concludere ciò che hai iniziato!- inizio subito la volpe. La solita voce greve, che anni fa aveva avuto qualche effetto su Naruto, questa volta non lo smosse. Il ragazzo, infatti, sostenne lo sguardo del biju, puntando i suoi occhi limpidi in quelli crudeli del mostro.
-Forse non te ne accorgi, ma sono cresciuto e non ho la benché minima intenzione di far proseguire questa spirale di odio che permea il mondo dei ninja, l’ho promesso a Nagato, ed io le promesse le mantengo!- emise Naruto, senza timore alcuno e carico di sicurezza, nonostante si trovasse davanti al biju.
–Io attenderò il momento in cui verrai a chiedermi più potere, e sono sicuro che non tarderà.- Continuò la Volpe, sicura. -Quel tipo con la maschera è troppo forte anche per te, persino tuo padre si è trovato in difficoltà di fronte a lui!- Aggiunse.
-Non m’interessa… Jiraiya-sensei credeva in me… e io non lo deluderò, non mi tirerò indietro costi quel che costi!- L’Uzumaki strinse i pugni, abbassando per un attimo la testa. Si era perso a pensare quanto era importante e forte il legame che lo univa al maestro e non fu possibile evitare che la malinconia lo pervadesse. Tuttavia non c’era tempo da perdere in sentimentalismi perché, se voleva evitare che altri innocenti cadessero per opera dell’Akatsuki, doveva intervenire al più presto. Per questo motivo, dunque, decise di chiudere lì il discorso, abbandonando la volpe a se stessa.

Così, dopo una corsa sfrenata contro il tempo, i due raggiunsero il campo desolato, trovandosi di fronte uno spettacolo poco piacevole. C’erano morti ovunque e l’atmosfera agghiacciante. Nemmeno nell’ipotesi peggiore, avrebbero immaginato uno spettacolo tanto terribile. Osservandosi intorno, Naruto non poté evitare di posare lo sguardo sul ninja retto sulla pila di cadaveri che, senza rispetto alcuno, sovrastava un mucchio di ninja senza vita, come se si stesse vantando di averli sconfitti, così, carico di rabbia, in modalità Sennin, kunai alla mano, non perse altro tempo e lo attaccò, scagliandosi contro di lui con tutta la forza che aveva in corpo. In quel preciso momento, però, andato a vuoto l’attacco proprio come successe con Madara, il ninja si voltò, restando impietrito dinanzi a quegli occhi scarlatti che mai nella sua vita l’avevano veramente guardato.

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Capitolo 2
*** La decisione di Kakashi ***


Kakashi era adirato. Non riusciva proprio a credere che al mondo potesse esserci un individuo viscido a subdolo come Kabuto. Utilizzare, infatti, persone non più in vita per combattere, come se fossero degli oggetti qualsiasi, era qualcosa che lo disgustava, che gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Si trattava pur sempre di gente che aveva avuto sogni, speranze, desideri da realizzare. Infangare la loro memoria in quel modo era qualcosa di imperdonabile, di terribile. Quel viscido l’avrebbe pagata. L’avrebbero scovato prima o poi. Avrebbe potuto anche provare a nascondersi per sempre, ma lui non avrebbe mai smesso di cercarlo. E quando l’avrebbe trovato, sarebbe stata la fine di tutte quelle nefandezze. I grandi ninja avrebbero, finalmente, potuto tornare a riposare in pace.
Proprio per questi motivi aveva deciso di chiedere l’autorizzazione a chi di competenza per mettere insieme una squadra e partire alla sua ricerca. Oltretutto, Kabuto rappresentava uno dei punti cardini del battaglione nemico e, catturandolo, sarebbero sicuramente passati in vantaggio. Bisognava rischiare. Soppesando i pro e i contro, ne valeva davvero la pena. Non poteva fare altro, però, che attendere una risposta, sperando che fosse affermativa.
-Chiama il Q.G. ho bisogno di un'autorizzazione..- Chiese Kakashi al ninja sensitivo in contatto col Q.G.
-In linea Capitano!- rispose quest'ultimo.
-Madamigella Tsunade, grande Raikage, chiedo scusa per la chiamata improvvisa, ma ho urgente bisogno di un'autorizzazione, data la gravità della situazione sono convinto che bisogna passare alla controffensiva e trovare Kabuto in quanto possessore della tecnica della resurrezione..- chiese il maestro senza giri di parole.
-Non penso sia la cosa migliore da fare, dopotutto comanda un’intera divisione Kakashi Hatake.- disse Tsunade, un dito alle labbra a sottolineare che stava riflettendo intensamente. 
-Consideri che se trovassimo Kabuto, avremmo vinto la fase terrestre della guerra. Sarebbe un vantaggio in un certo senso.- replicò Shikaku, gli occhi fissi sulla figura dell’Hokage.
Un silenzio caricò di sottintesi divenne il protagonista assoluto della scena. Fino a quando qualcuno non si decise a romperlo.
-Io sono il generale dell’esercito, la decisione finale spetta comunque a me!- sbottò il Raikage, la solita voglia costante di agire, il pugno chiuso pronto a far strage di altra mobilia. Questi riflettette per un istante, per poi aggiungere deciso: -Se è per terminare questa inutile guerra, o comunque per agevolarci, allora dia il via libera!- sentenziò infine.
-Ricevuto signore!- rispose un ninja sensitivo, stando sull’attenti.

Saputo che i suoi superiori gli avevano dato il permesso per procedere, Kakashi decise di agire come si era prefisso: innanzitutto avrebbe formato un team. Scelse con quanta più cura possibile un gruppo di ninja che gli parve adatto alla sua missione. Tra questi c’erano Sai e un ninja di Kumo, un certo Omoi. Fatto ciò, si incamminò verso quello che, probabilmente, poteva essere il covo di Kabuto, segnalato da un ninja che, sfortunatamente, aveva perso la vita quasi subito dopo.
La foresta si stagliò all’improvviso davanti ai ninja. Presero a saltare tra gli alberi, cercando di mantenere una velocità sostenuta. In una situazione del genere non c’era tempo da perdere.
-E se fosse una trappola?- chiese Sai, preoccupato.
-Ho lo stesso dubbio, per questo ho voluto portare pochi uomini con me, ma non posso restar ad aspettare mentre altri ninja muoiono per colpa di quel viscido serpente.- spiegò Kakashi. 
Ebbene, bisognava essere prudenti, non potevano fare altrimenti.
-Scusate la domanda, ma lo conoscete? Sapete dirmi qualcosa riguardo le tecniche in suo possesso?- domandò Omoi.
-Beh poco e niente, ma di sicuro non è da sottovalutare… hai visto anche tu cosa sono in grado di fare quegli zombie- rispose Kakashi. Sì, Kabuto era un nemico da non sottovalutare. Lui lo aveva affrontato una volta, anni prima, ma sapeva che non era più quella stessa persona di un tempo. Avrebbero potuto trovarsi di fronte qualunque pericolo. 
Kakashi deglutì nervosamente, mentre Omoi restò in silenzio, profondamente colpito dalle ultime parole dell’Hatake.
Dopo alcuni minuti silenziosi, il ninja di Kumo riprese: -Ho fatto un paio di calcoli, tra di noi ci sono due ninja di elemento Fulmine, due di terra e appena uno di fuoco.. siamo scoperti per quanto riguarda le tecniche di vento…- 
-Non ti preoccupare, il mio sharingan ci sarà utile in questo caso.- lo rincuorò Kakashi.
-A proposito, intende continuare a impugnare quella spada??- chiese Omoi fissando l'arma un tempo appartenuta a Zabuza.
-Ho fatto una promessa.. non intendo tirarmi indietro.. taglierò a metà quel verme con questa spada!!- sentenziò infine Kakashi, col volto sicuro di sè, e delle sue capacità.
-Un'ultima cosa!- replicò il ninja di Kumo. -Non sono molto informato, ma lei non è un'Uchiha, questo non comporta nulla sull'utilizzo dell'abilità di quel clan?- Nell'udire queste parole Kakashi calò nel silenzio più totale, ricordando l'esperienza contro Pain..

Nel frattempo dall’altra parte del campo di battaglia, Gaara viene informato degli ultimi avvenimenti.
-Signore, Kakashi si sta muovendo e… i due jinchuriki sono entrati in guerra.- riassunse un ninja, inginocchiato a terra e il capo basso.
Il Kazekage accennò ad un sorriso quasi invisibile.
-Me lo aspettavo da Naruto.- disse a voce non troppo alta.
-Come, signore?- chiese il suo interlocutore.
-No nulla, parlavo tra me e me.- 
E che altro poteva attendersi da Naruto Uzumaki? Non per niente era il solito testone al quale era impossibile mettere freno. Sebbene Gaara non avesse avuto nulla in contrario nel “segregarlo” su quell’isola e farlo immergere in allenamenti per distrarlo dalla realtà, non aveva escluso l’ipotesi di una possibile fuga del suo Amico, una volta venuto a conoscenza di cosa realmente stava accadendo.
E così era stato.
-Bene! preparate le truppe... è tempo che ci muoviamo anche noi!- Riferì il Kazekage con voce solenne.
E così, finalmente, tutte le truppe entrano definitivamente in guerra. Cosa accadrà d'ora in avanti?

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Capitolo 3
*** La forza dell'amicizia ***


Così, Gaara e Kakashi partirono all’attacco, mentre dal Q.G. il Raikage finiva di dare ordini. 

–TU!!- indicando un ninja sensitivo particolarmente agitato, aggravato dal dito che vedeva venir contro.

–Contatta la divisione di Darui, digli che le cose sono cambiate… deve raggiungermi al più presto. INTESI!- concluse il generale adirato più che mai. 

–S..s..SI generale! *glu*- affermò con insicurezza il ninja.
-Qui è Himaru.. avverta il capitano Darui che il Sig. Raikage lo attende al Q.G. Riferiscigli che le cose sono cambiate. Intesi?- comandò con tono solenne il ninja.
-Subito!- rispose il ricettore. –Capitano! La vogliono al Q.G. sembra qualcosa d’importante. Affermano che “Le cose sono cambiate”-
–Che Noia! Che cosa sarà successo?! E perché richiamare me?!- iniziò a domandarsi incredulo il ragazzo.
–Conferma la ricevuta del messaggio. Arrivo quanto prima.- concluse Darui, passandosi una mano dietro la testa, con fare scocciato. Ma il dovere chiamava, quindi, volente o nolente, doveva sbrigarsi. 

Intanto in una grotta lontana dal campo di battaglia, Madara era tornato per assicurarsi che..
-Cosa diavolo è successo qui!? Zetsu a rapporto… dov’è Sasuke?- gridò adirato. Si era allontanato dal covo per un po’, e Sasuke era sparito. Eppure aveva spiegato a Zetsu di tenerlo d’occhio.
-Mi dispiace, non sono riuscito a fermarlo. I suoi occhi… I suoi occhi sono troppo forti per me!- rispose il Bianco a capo chino. –E penso di sapere dov’è andato… ripeteva continuamente “Finalmente s’è mosso!”. Ora so a chi si riferiva, sicuramente a quel ragazzo dell’altra volta, quel tipo, Naruto! Non so come ma ho il presentimento che sentisse la sua presenza- continuò tremolante l’interlocutore. Osservò la reazione del suo capo.
-Mmm! Penso che ci sarà da divertirsi d’ora in poi. Vediamo un po’ cos’è in grado di fare in questa situazione.. .- ridacchiò Madara, scuotendo la testa poggiata sulla mano. –Finalmente saprò se Itachi aveva visto bene!- Quei due non avrebbero più potuto evitare la battaglia. Tutto andava proprio come aveva previsto. Non poteva che sentirsi tranquillizzato. 
-TU! Ricongiungiti al Nero e raggiungi Sasuke, tienimi informato sull’andamento della battaglia..- Ordinò poi. –Ai tuoi ordini!-

Intanto sul campo di battaglia i due ninja, che un tempo erano stati compagni di Team, che avevano vinto e fallito insieme, si squadravano. Naruto, impietrito, era rimasto sorpreso nel vedere Sasuke stagliato su una pila di cadaveri interminabile. Nonostante tutto quello che l’Uchiha avesse fatto, sebbene tutti gli stessero alle costole e lo consideravano null’altro che un vile assassino, lui non lo accettava, continuava a vedere in lui uno spiraglio di luce, una voce che dal profondo del suo cuore gridava aiuto. Tuttavia, udiva un ghigno, quel sorriso malefico che ormai aveva preso controllo del ragazzo, e gli suggeriva che, purtroppo, quella volta avrebbero dovuti sfidarsi, mettere da parte tutto quello che c’era stato col vecchio Team, e lottare, come lo stesso Naruto aveva affermato nel loro ultimo incontro. La prospettiva non era delle migliori, ma bisognava agire. Sembrava che Sasuke non avesse intenzione di ritornare dalla parte del bene, anzi era quasi assurdo anche solo supporre che potesse accadere. Ma l’Uzumaki non si sarebbe arreso. Se era lo scontro che Sasuke voleva, lo avrebbe avuto. Avrebbe tentato anche quell’ultima carta pur di salvarlo dalla perdizione. Se era proprio necessario, lo avrebbe fatto.

Così tornato in se, Naruto indietreggiò, accennando un po’ d’insicurezza. Sapeva già che anche se era per il bene di Sasuke, lo scontro che si apprestava a cominciare era duro in tutti i sensi. Innanzitutto, perché doveva combattere contro il suo migliore amico, e poi perché l’Uchiha non era certo da sottovalutare.
–Vuoi che ti aiuti ragazzo?- domandò subito Bee.
–NO! Questa è una situazione che devo risolvere da solo, stanne fuori.- rispose il giovane biondo, quasi ostile alla richiesta del suo nuovo compagno. No. A Sasuke ci avrebbe pensato lui e lui soltanto.
–Non caricarti dell’odio di quell’individuo, non ce n’è motivo, finirai nel perderti al suo interno.- continuò bee cercando di far ragionare il nostro eroe. Sembrava che potesse anche lui sentire i sentimenti che aleggiavano in Sasuke. –Io non so cosa vi lega ma eviterei di portare avanti questo scontro ancora per molto, non so perché ma ho un brutto presentimento!- affermò Bee, in balia delle due parti che si accingevano a combattere. 
–Ha ragione quel Coglione… ci penso io a concludere questo scontro il prima possibile.- riprese Sasuke, interrompendo gli altri due ninja. -Sei pregato di non muoverti, sarà una morte indolore. Questa volta morirai davvero per mano mia, Naruto!- Affermò, lanciandosi, chidori alla mano, come alla valle della morte. 
Nei suoi occhi, Naruto non vedeva altro che una furia cieca, omicida. Doveva difendersi o sarebbe stata la fine. Sia la sua, che quella di Sasuke.
–Non capisci proprio. Al tuo stato attuale non puoi sconfiggermi- controbatté Naruto raggiungendo il compagno col rasengan. Doveva mostrarsi sicuro, non doveva vacillare. Solo così aveva speranze di farcela.
–Bee raggiungi gli altri, è pericoloso se rimani qui!- riferì all’ottacoda per evitare di ferirlo. Sapeva bene che quello scontro non sarebbe durato poco e che avrebbe frantumato qualsiasi cosa intorno a loro.
Un’esplosione seguì il contatto tra i due, una nuvola di polvere si alzò all’istante, quando il fumo si diradò, ne emersero le figure dei due combattenti, pronti a scattare di nuovo all’attacco. Non c’era tempo per le distrazioni: era anche uno scontro di velocità. Chi attaccava per primo si portava in vantaggio.
Naruto, rapido, lanciò tre shuriken, subito intercettati dall’Uchiha. Nello stesso istante in modalità Sennin si portò dietro al compagno e lo colpì con un pugno potentissimo, che però viene subito fermato dalla materializzazione del Susano’o. L’ammasso di chakra viola circondò l’Uchiha, proteggendolo dal formidabile attacco dell’altro. Erano due forze micidiali.
Naruto si allontanò per studiare una tattica, cosa che non aveva mai fatto ma che la situazione imponeva. Qualcosa gli suggeriva che sarebbe stato difficile colpire Sasuke e ricordò ciò che il maestro Kakashi gli riferì: “Sasuke è diventato molto potente. Capisco quanto tu voglia salvarlo, ma se lo prendessi sottogamba, mi dispiace dirlo, ma penso che soccomberai! Io ho fiducia in te, se Sasuke verrà avvolto da una sorta di armatura, mi devi promettere che userai tutto ciò che è in tuo potere per ucciderlo, quel mostro rappresenta tutto l’odio che prova Sasuke per il mondo dei ninja. Devi fermarlo assolutamente” .
Lui non aveva risposto, però aveva impresso bene nella mente quelle parole.
Così, quasi istantaneamente, il ragazzo usò tutto il suo potere, liberando il chakra del nove code e lanciando un urlo la cui onda d’urto distrusse le rocce circostanti, per poi spostarsi ad enorme velocità di fronte a Sasuke colpendolo al petto.
Così… nemmeno il Susano’o fu capace di fermare un Ragazzo disposto a tutto per salvare il suo Amico. 
Una chiazza di sangue coprì il punto dove Naruto aveva colpito l’avversario. I vestiti di questi vi si impregnarono e il liquido rosso cominciò a gocciolare a terra, bagnando anche il terreno. L’Uchiha tossì, sputando sangue. Ma era Sasuke era duro, si voltò con fare disgustato fissando quello che era stato un suo vecchio compagno e ghignò. Un’espressione folle, di pura pazzia. Anche negli occhi gli si poteva leggere la voglia che aveva di polverizzare ad ogni costo il nemico. No. Poteva sembrare che Naruto stesse in vantaggio, ma quello era solo l’inizio. Sasuke era tutt’altro che sconfitto.

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Capitolo 4
*** Una scelta pericolosa ***


Lo sguardo di Sasuke non sembrava quello di chi poco prima era stato colpito, difatti il ragazzo si fece sentire, urlando con tutta la sua voce, proprio come se niente fosse successo.
–Dove cazzo guardi Naruto!- gridò. -Come pensavo… non distingui le illusioni dalla realtà. Sei patetico!- un ghigno pervase lo sguardo dello stesso, mentre Naruto, incredulo, vide sciogliersi istantaneamente il corpo che aveva colpito. Come ci si poteva aspettare, non aveva riflettuto sui poteri del compagno e come un topolino inesperto era caduto in trappola . 
–Ma quando?!- si domandò, ripercorrendo velocemente tutte le fasi dello scontro. –Quand’è che mi ha…- Si bloccò con la bocca spalancata, frattanto che tutto gli diveniva chiaro.
Ecco. L’attimo prima dello scontro frontale con le loro tecniche, l’occhio era lì, scarlatto come non mai, lo sharingan era in funzione.
–Devo ammetterlo, mi hai fregato alla grande. Ma non credere che riuscirai a farmela di nuovo, ormai ho capito come funziona- continuò Naruto, fermo nella sua convinzione. Si passò un dito sotto al naso ed accennò ad uno dei suoi sorrisi da sbruffone, quelli che era solito fare quando ancora lui e Sasuke non erano nemici. Sentiva l’energia scorrergli nelle vene. –Preparati, il prossimo che colpirò sarà il tuo vero corpo!- concluse l’Uzumaki partendo di nuovo all’attacco. 
Ma ormai Sasuke aveva registrato ogni suo movimento. In quello scontro chi si trovava in vantaggio tattico era il possessore dello Sharingan. Questa, infatti, non era un’abilità che si poteva sottovalutare. Conferiva grandi poteri al suo possessore e, indubbiamente, il proprietario partiva non era uno spovveduto. 
–Cosa succede?? Dov’è finita la grinta di poco fa, dov’è quell’alone dorato?? Dai prova a colpirmi ora se ci riesci!!- sghignazzò l’Uchiha pieno di sé, col volto impregnato di pazzia. Indicandosi il petto con un dito. 
Con uno scatto, utilizzando la tecnica copiata durante lo scontro col Raikage, Sasuke raggiunse Naruto e con un calcio lo scaraventò contro una roccia. La polvere, sollevata per la potenza del colpo, coprì l’intero campo di battaglia. Ed ecco che si materializzò di nuovo il Susano’o, in forma completa. Una freccia, opera del jutsu di Sasuke, si scagliò a grande velocità contro il corpo apparentemente senza vita dell’Uzumaki. Era stato scaraventato contro il muro e l’ ancora giaceva.
Per Lui sembrava davvero la fine ma ecco che due tentacoli fermarono l’attacco. 
–Tsè… Ancora tu!! Ti ho già battuto una volta levati di torno!!- gridò adirato Sasuke, stringendo i pugni. Non ammetteva interferenze: quello scontro era stato predestinato, e come tale sarebbe stato svolto e portato alla conclusione. 
–Il passato è passato. Non esser rilassato. – Troncò Bee liberando le otto code. –Naruto non lo tocchi. Io non ho paura dei tuoi occhi.- continuò, con il suo solito fare da rapper. 
–Stolto, non sai in che guaio ti stai cacciandolo!- riprese Sasuke attaccando l’ottacoda. 

Intanto Naruto era li, in stato di semi incoscienza, come se dormisse. Fu un attimo: all’improvviso si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la volpe.
–Tu sei solo uno stupido ragazzino che non sa veramente cosa vuole.- Iniziò subito la bestia. –Non riesci nemmeno ad evitare le sue illusioni. Se solo ti potessi dare una ma…-.
Il biju non potè continuare, interrotto dalla voce decisa dell’Uzumaki.
–Zitto! Tu vuoi solo che ti liberi, credi che non l’abbia capito?-. No. Il ragazzo non aveva più paura di quella bestia. Non gliel’avrebbe lasciata vinta. Non sarebbe caduto vittima dei suoi insulsi tranelli.
–Stolto! Non ti ricordi quella volta contro quell’Uchiha? Cosa chiedevi quando eri entrato nell’illusione?- tornò alla carica la volpe.
-Cosa?-
Riflettendo quella volta aveva chiesto il chakra ai compagni di squadra. Non era stato capace di fronteggiare le tecniche oculari di Itachi da solo. 
–Hai ragione, chiesi del chakra- rispose Naruto a tasta bassa, stringendo gli occhi.
–Quindi dobbiamo collaborare. Col mio aiuto non cadrai più nelle sue illusioni e potrai sperare di batterlo, ma non basterà… devi cancellarlo dalla faccia del pianeta, non devi esitare. Ho avuto a che fare con quegli occhi, oltretutto, quel tipo è molto intelligente ed è meglio per te non abbassare la guardia!- continuò la volpe. 
–E chi mi assicura che una volta aperto il cancello non cercherai di prendere il controllo?- domandò subito l’Uzumaki. Non era sicuro che lasciarsi tentare dalla volpe fosse la cosa giusta da fare in quel momento… non ne era per niente convinto, però…
–Mi prendi per scemo vero? Hai la maggior parte del mio chakra come potrei controllarti, me lo spieghi?- affermò. 
Effettivamente il ragionamento non faceva una grinza. La voglia di battere Sasuke e, quindi, di salvarlo da sé stesso era troppa. Una volta si era ripromesso di riuscire in quell’impresa da solo… ma adesso che le cose erano drasticamente precipitate? Ce l’avrebbe fatta da solo? Sarebbe riuscito a contrastare lo Sharingan? Se, poi, continuando imperterrito a desistere all’allettante offerta del Kyubi non sarebbe stato capace di far redimere il suo migliore amico? Bisognava tentare il tutto per tutto.
–OK! Tanto così come apro posso chiudere benissimo il cancello. Non fare brutti scherzi.-
Così Naruto aveva scelto la via del Potere. Collaborando con la volpe avrebbe raggiunto un livello superiore persino a Bee. Ce l’avrebbe fatta. Ce la DOVEVA fare.

Nel frattempo, Sasuke aveva la meglio sull’ottacoda, che per la prima volta si trovava in seria difficoltà, e proprio come aveva salvato poco prima Naruto, ecco che lo stesso fermò l’attacco del compagno, contrapponendo i pugni, come facevano Bee e il Raikage. Sasuke vedeva le vere intenzioni di Naruto e ne era disgustato. 
–Bee.. ti ringrazio! Ora ce la faccio da solo. Vai avanti. Trova Madara e uccidilo. A Sasuke ci penso io..- affermò Naruto più sicuro che mai, con un sorriso dolce sul viso che ricordava quello del Yondaime. 
–Oh ma bene ti sei svegliato- ricominciò l’Uchiha. –Così ora posso finalmente farti fuori! HAHAHAHAHAAHAHAHA! Sei uno stupido se pensi che con questo chakra possa batterm… - Lo sguardo di Naruto diceva tutto, era stato capace di zittire persino Sasuke. Non era più lo stesso ragazzino incapace del Team 7, e questo l’Uchiha l’aveva già capito in altre occasioni, ma quella volta lo sembrava ancora più…
–Ora è veramente finita Sasuke!- Un pugno potentissimo colpì il ragazzo, pugno che non aveva visto arrivare. Così Naruto ritornò in vantaggio, convinto di poter sconfiggere il compagno col nuovo potere.

Tutti avvertirono l’incombenza di quell’enorme ammasso di chakra.
–Ma questo è… non ci credo, possibile che abbia di nuovo perso il controllo?- si domandò incredulo Kakashi mentre avanzava alla volta del covo di Kabuto. Era preoccupato. Non osava immaginare cosa sarebbe accaduto se Naruto aveva DAVVERO perso il controllo della situazione.
–Questo chakra è il suo non ci sono dubbi. Naruto ti prego non morire!- così, anche Gaara era stato raggiunto dal chakra delle nove code: lo sentiva perfettamente e sperava che il compagno non perdesse la lucidità, liberando la bestia. Ricordava com’era difficile ritornare in sé quando un biju cominciava a controllarti.
–Non può essere! Di nuovo questa pressione ha oltrepassato le quattro code. Chi può mai essere il suo avversario?- iniziò a domandarsi Sakura, riconoscendo quella tensione dovuta all’eccessiva quantità di chakra. 
-Perché ora ci stiamo muovendo?- chiese un’ombra poco riconoscibile, mentre attraversava la foresta.
–Non ho idea, credevo che dovessimo aspettare l’alba- rispose l’altra.
–Ho solo timore che ci stiamo incamminando verso un’area di scontro..-. In effetti la direzione intrapresa dai due portava verso il campo dove Naruto e Sasuke si stavano fronteggiando.

–Bee, è meglio allontanarsi.- suggerì l’Hachibi - é incredibile quanto ne fuoriesca: prima non era così. Cosa sarà successo?- continuò a domandare.
–Non ne ho idea. Penso che sia successo qualcosa dentro di lui, ma non ne sono sicuro. Sai bene che quel chakra è superiore al mio rilascio!!- rispose Bee più preoccupato che mai. –Meglio andare, sono sicuro che il ragazzo ne uscirà vincitore.- concluse poi.
Ma, nel frattempo, i due si scontravano senza esclusione di colpi. Il Susano’o riusciva a malapena ad attaccare a causa dei movimenti troppo rapidi dell’altro. La velocità sostenuta da Naruto, infatti, era superiore a quella del Raikage e i colpi erano, chissà come, bloccati dal mostro. 
–Smettila di scappare come un codardo! Fronteggiami a viso aperto!- gridò Sasuke sfinito per l’enorme consumo di chakra. Lo Sharingan e tutte le tecniche sviluppate grazie ad esso erano potentissime. Era vero però richiedevano un chakra notevole.
A velocità incredibile, Naruto si lanciò contro Sasuke. Lo sharingan sembrava esser inutile, tant’è vero che l’attacco sembrò frontale ma con un movimento repentino. Lo colpì lateralmente, facendolo rotolare e creando così un solco notevole nel terreno.
–Cosa c’è Sasuke? Non riesci a seguire i miei movimenti? Non conosci attacchi che possano fermarmi? O è la paura che ti ferma, rispondi!!- Naruto non sembrava più lui: era talmente sicuro di sé, che quasi dimenticava il potenziale dell’avversario, intento quasi a schernirlo.
–Non mi istigare! Tu non conosci affatto il potere degli Uchiha…. Amateratsu!- Così, adirato più che mai, Sasuke sfoderò la tecnica con cui tenne a bada ben quattro Kage. Era intento ad ottenere il medesimo risultato. Le fiamme seguivano a pelo i movimenti di Naruto. La distanza tra la fiamma e il piede era minima, un solo cenno e sarebbe stato catturato. 
–Stai puntando la persona giusta Sasuke?- domandò Naruto. –Dimentichi la mia tecnica preferita- continuò, mostrandosi retto alle spalle del compagno, lasciando trasparire un sorriso raccapricciante. Sasuke allora si allontanò, preparando la sua tecnica preferita, mentre Naruto faceva lo stesso. Quella situazione non avrebbe portato nulla di nuovo, ma i due si stavano incamminando verso strade a senso unico.
Naruto cercò di capire in fondo ciò che il compagno provava. Aveva addirittura stretto un patto con la volpe, ma la follia stava via via inghiottendo la sua anima.
Si lanciarono. Questa volta sarebbe stata l’ultima..
-Mi dispiace, ma il vincitore sono io, Narutoooo!!!!!- esclamò Sasuke, acquisendo velocità grazie al Raiton del Raikage. 
–Ormai non credo che tu possa battermi, Sasukeeee!!!!!!!- rispose Naruto, avvantaggiato dall’immenso chakra del biju. Ma ce l’avrebbe fatta?
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- il contatto tra i due era inevitabile, ma all’improvviso un’ombra si trovò praticamente tra le due parti, con le braccia tese verso entrambi.. –SHINRA TENSEI



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Ciao a tutti... fin'ora non sono riuscito a presentarmi, my name's Mario ^^.. Spero vi stia piacendo la storia sencondo il mio punto di vista ^^.. volevo solo scusarmi per la brevità dei miei capitoli, ma così facendo l'attesa si fa più incalzante giusto??? 

Alla prossima ;)

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Capitolo 5
*** Verità e determinazione ***


Chidori contro Rasengan, la comparsa in scena di Nagato, uno Shinra Tensei dalle proporzioni gigantesche. Tre attacchi micidiali riuniti in un unico posto.
L’urto, provocato dai tre jutsu, fu devastante. Sembrava che gli alberi stessero per essere sradicati dalla potenza dell’impatto. Difatti, oscillavano vertiginosamente, e qualche ramo finiva addirittura per spezzarsi sotto la forza dei ninja che stavano combattendo. Tutto intorno, si udivano solo tremendi frastuoni, dovuti al vento e alle conseguenze che la battaglia stava portando. Un polverone si sollevò, coprendo l’orrore dei corpi di ninja uccisi precedentemente da Sasuke. Qualche guerriero che, invece, era sopravvissuto alla furia omicida dell’Uchiha e aveva avuto il coraggio di restare lì a guardare, cercava di coprirsi meglio che poteva, di concentrare il chakra nei piedi, in modo da non essere trascinato via.
-Ahy ahy ahy! Questa non ci voleva bisognerebbe avvertire subito Madara- disse lo Zetsu nero all’altro. –Sarebbe la cosa migliore! Muoviamoci- Così i due, che in verità erano uno, si mossero verso il covo di Madara.

Sia Naruto che Sasuke erano stati scaraventati lontano, in direzioni opposte, ma Naruto fu il primo a reagire. Con la mano creò un varco nel polverone per cercare di riprendere l’orientamento e subito…
–Nagato cosa ci fai qui?!- domandò incredulo il ninja, lo stesso ninja che lo vide morire nel tentativo di riportare in vita tutte le vittime della strage al villaggio della Foglia. Rivederlo sul campo di battaglia gli faceva un certo effetto. Non che lo spaventasse, però, non capitava certo tutti i giorni di ritrovarsi davanti una persona già morta. Specialmente perché l’Uzumaki aveva assistito alla sua fine.
–Non può essere!! Tu sei morto!- continuò, non afferrando ciò che gli stava capitando.
–Capisco!- iniziò Sasuke, abbassando il braccio destro, mantenuto dalla mano sinistra sul polso, preparando uno Chidori molto più grande del precedente. –È tuo amico… bene allora morirete entrambi!- concluse senza dir altro. Il chakra del fulmine iniziò a prendere consistenza intorno alla sua mano.
–Ti consiglio di non farlo, piccolo Uchiha!!- sentenziò Nagato senza batter ciglio.
–Come mi hai chiamato… lurido pezzo di… -
La calma con cui Nagato aveva parlato, quella calma che pareva volersi prendere gioco di lui, irritò maggiormente Sasuke, già pronto a sferrare il suo attacco.
-Se vuoi affrontarmi sei libero di farlo, ma soccomberai!- continuò il tipo dai capelli rossi.
L’Uchiha digrignò i denti, punto nel vivo. Non sopportava quando lo davano già per spacciato, quando lo sottovalutavano. Strinse gli occhi e guardò l’avversario con disprezzo. Dimenticandosi quasi di Naruto, stava per scagliare il suo Chidori, quando una voce alle spalle lo bloccò.
–Non ti preoccupare ci penso io a Sasuke, tu chiarisci le cose con Naruto!- riprese quella voce. Era alquanto familiare a Sasuke, che, difatti, si voltò spostando il braccio orizzontalmente, quasi avesse intenzione di tagliare in due la minaccia, ma in realtà sapeva che quella voce non poteva che appartenere a quella persona: tuttavia non seppe fermarsi, quindi fece per attaccare.
No. Non poteva essere Itachi. Per quanto desiderasse rivederlo, parlagli, spiegarsi, sapeva che suo fratello era morto. Lo aveva visto lui stesso, aveva messo fine alla sue esistenza contro di lui. No, non era possibile che stesse lì. Sebbene Sasuke si mosse fulmineo, sembrava che il tempo necessario per voltarsi ed attaccare fosse infinito. Un miscuglio di strane sensazioni lo colpirono. L’ansia di sapere la verità lo attanagliò.
Il braccio portato alle spalle a gran velocità fu intercettato dal fratello maggiore, proprio come anni prima, all’interno dell’ostello dove soggiornavano Jiraiya e il suo allievo.
–Cosa stai facendo Sasuke?- domandò Itachi senza timore alcuno. –Non dirmi che collabori con Madara adesso!- esclamò poi. In effetti Sasuke indossava la tunica dell’Alba, quindi non era difficile ricollegare le due cose.
Nonostante la voce di Itachi potesse sembrare una specie di rimprovero, era calma come sempre, intrisa della stessa tranquillità e superiorità che il minore aveva sempre visto in essa dalla notte dello sterminio.
–Io non prendo ordini da nessuno.- rispose il piccolo Uchiha.
Non sapeva che effetto gli faceva la presenza del fratello. Non sapeva se sentirsi arrabbiato per quello che gli era stato detto, oppure in colpa per quanto stava facendo.
–Madara era solo un mezzo per arrivare al mio obbiettivo. Giustiziare quello sporco traditore di Danzo, per vendicare l’affronto verso il nostro Clan- continuò imperterrito.
–Cosa hai fatto?- domandò Itachi, quasi sbalordito dalle parole dure del fratello. –Vendicare l’affronto?? Mi sa che Madara ti ha raccontato la “sua versione” dei fatti!- esclamò poi. –È tipico suo, portare tutti alla sua causa. Se avremo tempo ti spiegherò ciò che veramente accadde quella notte.-

Dal lato opposto invece Nagato spiegava a Naruto il funzionamento della tecnica proibita.. -… Ecco perché ci troviamo qui, non conosciamo il tipo che ci ha richiamati, ma so che ci ha ordinato di ammazzarvi entrambi!- dichiarò il Ninja dispiaciuto.
–Mi dispiace, capisco che la tecnica vi ha ridato corpo e anima, ma per me tu sei morto tempo fa, non ho intenzione di fermarmi di fronte ad un corpo “vuoto”!!!- dichiarò Naruto, fermo in quello che affermò.
–E sia, è inutile che continuiamo a girarci intorno… dimostrami che sei capace di mantenere la promessa fattami tempo fa!- esclamò Nagato, ormai certo che nessuno potrebbe fermare il giovane ninja.
–E sia!- concluse lo stesso.
Quindi, lo scontro tra i due cominciò.

Sasuke e Itachi invece avevano preso a combattere ma era rimasto in dubbio la “verità” di quella sera, la sera in cui il Clan Uchiha fu sterminato.
–Non fu Danzo a ordinare il massacro del Clan… almeno non direttamente- spiegò Itachi parando il colpo di spada del fratello. –La cacciata di Madara dal Clan fu tutto un suo piano, voleva dimostrare che le regole al Clan le rispettavano ancora, ma quello fu l’inizio della fine. Ero allo scuro del suo piano, finché non iniziai a cercarlo e ci parlai. Mi disse che aveva intenzione di prendere il controllo del villaggio, e avrebbe cercato un cercotero a nove code per raggiungere il suo obbiettivo, per questo aveva finto l’allontanamento dal Villaggio, avrebbe in questo modo avuto tutto il tempo di cercarlo. Tutti conoscevano la potenza della sua arte oculare, per questo lo temevano e lo rispettavano tutti. Io tenevo a cuore il Villaggio quanto il mio Clan e non sopportavo l’idea che quel losco avrebbe lasciato la responsabilità al clan, allora in qualità di Anbu andai a riferire quanto sapevo a Danzo, e lui preoccupato per le sorti del villaggio aveva preso la dura decisione di sterminare il clan prima che fosse troppo tardi. Ormai tutti erano sotto l’effetto dell’illusione di Madara. Quindi quella notte, presi io la responsabilità di quanto sarebbe accaduto, sarei diventato un ninja traditore, per proteggere il villaggio. Con l’aiuto di Kakashi Hatake feci fuori tutti i componenti del Clan meno te. Si perché solo tu avresti potuto affrontare Madara e ucciderlo. Tu che resistesti alla mia arte illusoria, che annullasti il mio Tsukuyomi. Quindi l’unico che ha colpe qui, è Madara. Eri l'unico capace un giorno di batterlo, se solo avessi preparato qualcosa di più potente. Dovevo immaginare che l'Amateratsu non avrebbe avuto effetto su di lui.- Itachi aveva concluso la storia su quanto accadde quella notte, ma Sasuke era rimasto quasi impietrito, aveva pensato a tutte le possibili vie, ma quella raccontata dal fratello non gli era nemmeno passata per la mente. Ma allora cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Ecco che tutte quelle che erano state certezze crollavano, ed era impossibile rimetterle in piedi.
–Cosa stai dicendo Itachi! Non più essere vero ciò che mi stai dicendo!?- sussurrò il povero ninja portandosi entrambe le mani al volto per nascondere le lacrime. L’Uchiha aveva ripercorso le fasi di quei giorni raccontati dal fratello, le aveva immaginate, ma non se ne faceva capace, l’unico colpevole di tutto era la persona che l’aveva difeso nell’ultimo periodo, che lo aveva attirato a se. Che lo aveva attirato verso la sua “Tela”. E lui ci era cascato in pieno, pensando di fare la “cosa giusta”. Giusta per i suoi ideali, ovviamente.
–Non posso, non voglio ascoltarti, non questa volta!!- gridò mostrando un volto provato dalle lacrime. Era scosso. –Non so più in cosa credere, mi riesce difficile ogni cosa!!- continuò doloroso.
–L’unico in cui devi credere Sasuke, sei TU!- affermò Itachi posando una mano sul petto del fratellino. –Segui il tuo cuore, fa ciò che ti sembra giusto, guarda oltre l’orizzonte e no…-
-Non finì di parlare che un alone gli comparve alle spalle, proprio come successe a Zabuza contro Kakashi.
–Itachi?!-
Quelle parole erano entrate nell’animo del giovane, ma lo spettacolo che ora si presentava davanti ai suoi occhi non lo fecero esitare un attimo. Si portò dietro al fratello col Raiton e lo finì con la spada elettrificata. –Farò come hai detto fratello… Madara la pagherà e con lui tutti quelli che quella notte hanno contribuito allo sterminio del Clan. Si! Questo e ciò che voglio!!- Affermò Sasuke vedendo il corpo di Itachi sgretolarsi in mille pezzettini che mostravano ancora il volto sorridente di quando morí la prima volta.
In quell’istante Sasuke sentì una frattura dentro di sé. Non l’avrebbe più rivisto e, anzi, era già stato incredibile potergli parlare di nuovo. Ma stavolta era ancora in tempo per seguire la volontà di Itachi. E l’avrebbe fatto.

Nel frattempo Naruto aveva battuto Nagato, ma questi gli pose un'ultima domanda.
-Vedo che sei decisamente migliorato dall'ultima volta e quell'alone giallo mi fa pensare che tu abbia dominato lo spirito della volpe. Ma voglio farti una domanda: cosa saresti disposto a fare pur di salvare le persone a te più care? Questa domanda me la posi anche io tempo fa e la scelta fu di facile comprensione.-
-Senza alcun dubbio ti dico che sarei disposto a dare la vita per ogni singola persona del villaggio. Mi sono ripromesso che un giorno sarei diventato Hokage e come mio padre darò la vita per proteggerlo. NON RITIRERÓ QUANTO AFFERMATO, PER NESSUMA RAGIONE AL MONDO, FERMERÓ QUESTA GURRA E RIPORTERÓ LA PACE IN QUESTO MONDO!-
Negli occhi azzurri dell’Uzumaki brillava una determinazione immensa.
Cosi Naruto trovò risposta alla domanda di Nagato, proprio mentre questi si accingeva a sparire.
-Bene.. le mie aspettative non sono crollate.. sei un degno capo villaggio. Ricorda questo però, chiunque si ponga sul tuo cammino deve essere eliminato, anche se questi sia la persona che più "ami" al mondo.- Ecco le parole dure di Nagato si poggiarono sul cuore di Naruto, rimasto perplesso dal tono della sua voce, avrebbe dovuto rivedere i suoi obbiettivi e capire se sarebbe disposto ad uccidere per veder realizzato il sogno di Nagato e Jiraiya. Perplesso si voltò per vedere il risultato dell’amico, ma proprio in quell’istante Sasuke aveva lasciato il campo di battaglia.

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Capitolo 6
*** Ri-formazione ***


Naruto era rimasto lì, basito nel vedere il compagno allontanarsi velocemente all’interno della foresta. Sapeva in cuor suo, però, che lo avrebbe rivisto. Sorrise fiducioso, la sagoma che spariva tra i rami.

Nel frattempo Sasuke, nella sua corsa disperata alla ricerca dei colpevoli, iniziò a sudare, qualcosa non andava, qualcosa stava cambiando. 
-Agh! Cosa succede ora?- ansimò il ragazzo, avvertendo un dolore forte a livello degli occhi. 
Si fermò, il dolore aumentava, non capiva cosa poteva essere anche se dal profondo qualcosa lo turbava, un pensiero fisso che non lo lasciava tranquillo. Dopo tanta inattività, l’uso delle due arti proibite del clan avevano riportato lo sharingan di Sasuke allo stremo, ma questa volta era diverso, non era la cecità a farsi avanti, ma quasi un nuovo potere, qualcosa che non avrebbe immaginato ma che lo avrebbe portato su nuovi livelli. Così nel dolore atroce, bastò un attimo che il suo sharingan si attivò, ben diverso da quello ipnotico adoperato nello scontro appena terminato, qualcosa che portava con se il ricordo del fratello. [Clicca per vederlo]

Nel frattempo, Kakashi e il suo piccolo team proseguivano per la foresta, ma c’era qualcosa che non andava.
-Kakashi, qualcuno ci sta seguendo!!- Proclamò un ninja appartenente al clan Hyuga, che con la sua arte oculare aveva intravisto il pericolo. 
-Riesci a distinguere se è un nemico o meno?- chiese Kakashi un po’ perplesso.
–Mi dispiace, ma ha con se un’arma a corto raggio, posso pensare che sia uno di qui “mostri”-.
–Omoi, vai a sinistra, Sai, a destra. Lo prenderemo da tutti i lati- ordinò poi Kakashi, deciso, pronto a qualsiasi eventuale battaglia.
Non immaginavano che il ninja che li stava seguendo era dell’alleanza. 
–ORA!- i tre ninja si lanciarono con le loro armi – due spade e una mannaia – contro il malcapitato. L’attacco fu fermato dal ninja, che con stupore si presentò. Era Darui, braccio destro del Raikage, lo stesso che poco prima era stato richiamato dal generale. L’aria scocciata di chi non si faceva intimorire nemmeno davati ad un attacco di quelle proporzioni.
–Cosa ci fai tu qui? Sei il sottoposto del Raikage se non sbaglio…- domandò subito Kakashi, senza smuovere la lama dalla sua spada. 
–Il Raikage mi ha dato istruzioni precise, per ora vi basti sapere che vi accompagnerò verso questo “covo”, non mi è dato riferirvi altro!- concluse il ragazzo allontanandosi dalla morsa a gran velocità. –Abbiamo perso abbastanza tempo, vi basti sapere il mio nome, mi chiamo Darui, come alcuni di voi sanno, e mi scuso per avervi messi allerta inutilmente.- un inchino seguitò le scuse, come era suo solito fare. 
–Bene! Se così vuole, proseguiamo che non manca poco-
Così i sei si rimisero in cammino ma subito il dubbio tornò. Tutto intorno a loro non sembrava minimamente un territorio con una guerra in corso.
–Non vi sembra un po’ troppo tranquillo?- domandò un ninja. 
–Effettivamente non ho incontrato ninja caduti o in qualsivoglia stato- rispose Darui –In più non noto pattugliamenti, nemmeno il corpo del ninja che ha fatto la soffiata, questa cosa mi puzza un po’- continuò lo stesso. 
Poi, intervenne Kakashi: –Lo sto pensando da un po’ anche io ma non possiamo tornare indietro ormai stiamo in gioco, proseguiamo e agiamo con cautela.-
Non finì di parlare che cinque ninja di paesi diversi fecero la loro comparsa. Questi non persero tempo e attaccarono di punto in bianco i ninja dell’alleanza. –Darui tu agisci come meglio credi, gli altri, vi ho spiegato gli schemi d’attacco, iniziamo con quello C!!- sentenziò Kakashi lucido nelle sue idee, come era sempre stato. 
–Sembra come tornare ai vecchi tempo col capitano Yamato!- disse Sai con quel suo sorrisetto da pervertito.
Non tardò molto a presentarsi il problema dell’immortalità dei cinque ninja. Kakashi attivò lo sharingan, Sai richiamò un’aquila dalla sua pergamena, per aiutare i compagni con visione a 360 gradi, l’altro ninja adoperò il suo Byakugan e la tecnica delle chiusure tipica del suo clan, Omoi elettrificò la sua spada, e Darui improvvisò. Dopo aver avvertito i compagni, inondò il campo di battaglia e lo elettrificò, coi non morti storditi attaccarono i tre con le spade, Omoi divise il primo corpo, Darui affettò il secondo, e Kakashi, usufruendo del cerchio sulla mannaia, decapitò il terzo, e prima che i loro corpi si ricomponessero il sesto ninja li sigillò. Ne restavano altri 2, uno dei quali attacco dall’altro il capitano, ma Sai planando sul suo capo lo prese e lo sigillò con una delle tecniche della Radice. L’ultimo dei ninja venne richiamato, ma Darui col Raiton insegnatogli dal Raikage lo raggiunse e lo catturò. L’intenzione era quella di interrogarlo, ma non fecero in tempo che il corpo si auto-distrusse. 
–Non importa- affermò Kakashi. –Se ci hanno attaccato vuol dire che andiamo nella direzione giusta. Ottimo lavoro ragazzi!- fece il Capitano con una smorfia che somigliava ad un sorriso, ma c’era poco da esser felici in quella situazione, il ninja della foglia lo sapeva e per questo mantenne un certo contegno: era necessario dimostrarsi quanto più sicuri possibile, quando si era il capo di una squadra, soprattutto in quella situazione di guerra. E Kakashi di guerre ne aveva viste fin da bambino, per questo lo sapeva. Per un istante la sua mente si proiettò al ricordo di Obito, che aveva perso la vita per colpa sua e della sua smisurata fiducia in sé stesso. Ricordava bene quel giorno: era il capitano.
Ma proseguendo notarono altri due ninja alle prese con i cloni-zetsu.
-Capitano cosa facciamo- chiese Sai, in dubbio.
-Scendiamo a controllare- rispose Kakashi. Non l’avesse mai fatto..
I due erano Jugo e Seigetsu, i due ninja scappati dalla prigione in cerca di Sasuke.
-Ma non finiscono mai??- chiese Jugo attivando il segno maledetto.
-Spostati! Jugo- disse Seigetsu. -Suiton - Ja no Kuchi- subito una bolla d’acqua circondò il ninja, per poi esser sferrata contro i nemici travolgendoli e dimezzandoli.
-Ohohoh! E voi che ci fate qui?- Disse lo stesso notando gli “intrusi”
-Sei uno dei compagni di Sasuke se non sbaglio, vi ho visto al Summit- domandò subito Darui perplesso.
-Cosa ti importa!- rispose Jugo senza indugio.
-Ma guarda un po’, oggi mi devo ritenere fortunato!- interruppe Seigetsu. –Fuggo dalla prigione e la “mia” arma mi raggiunge, anche se non mi aspettavo che un ninja come te potesse averla. Anzi mi disturba il fatto che già due ninja riescano ad utilizzarla, dopo che io ci ho messo un bel po’ per abituar mici!- continuò con un ghigno sul volto, pronto a strappare la pelle dei nemici a suon di morsi.
-Questa non ci voleva, se d’avvero sono i ninja che Sasuke aveva con se non sono da sottovalutare. Inoltre tra i due vi è il fratello di uno dei ninja della nebbia!- riflettè Kakashi, preoccupato. –Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo sbrigarci il prima possibile!- ordinò lo stesso al team.
-E tu pensi che ti lasciamo passare, Tu sarai il mio avversario! Non me ne vado se non recupero la mannaia del mio maestro- ravvisò Seigetsu. –Jugo massima potenza! Non c’è quel gigante dell’altra volta, occupati di quei cinque, sono sicuro che ce la possiamo fare anche senza Sasuke- concluse, divertito dallo sguardo assassino del compagno, che si preparava allo scontro caricando i poteri.
Sasuke intanto col nuovo potere, ormai alleviato il dolore, prosegue. –Mi domando se questa sensazione è ciò che immagino..- si domandò perplesso. –In ogni caso il primo a morire sarà Kakashi, la pagherà per ciò che ha fatto!!- Il ragazzo ormai non era più in se, aveva un unico obbiettivo, non importa cosa aveva fatto col Team 7, se lo stesso maestro gli aveva insegnato ad usare l’elemento del fulmine, che gli aveva ceduto la tecnica di sua creazione, che lo aveva sempre assistito. Non c’era nulla che poteva smuovere la sua decisione, avrebbe ucciso l’ex maestro e sarebbe corso in seguito da Madara, era sicuro dei suoi poteri, e non aveva riflettuto sull’enorme potenziale di Madara Uchiha.

Nello stesso momento Naruto era in cerca di Bee, doveva spiegargli quanto era accaduto, ma sulla strada i nemici non tardarono a presentarsi. E Bee doveva essere raggiunto il prima possibile.
Mentre in pieno deserto, i quattro kage fronteggiavano Gaara e il Tsuchikage, fortunatamente ad ogni attacco fornivano la perfetta contromossa, volevano aiutare i loro successori, non gli andava a genio che qualcuno li stesse controllando dunque volente o nolente dovevano aiutarli. Gaara dopo un breve dialogo sul padre riguardante il suo passato decide di attaccare i quattro con una forma diversa di Funerale del Deserto. La minaccia era sventata, Kabuto non credeva ai suoi occhi, adirato decide di intervenire personalmente liberando anche l’ultima bara, la quale era stata vista solo da Madara in persona. La situazione era critica e il viscido serpente non aveva ancora intenzione di gettare la spugna. Al cospetto di Gaara si presenta il Raikage che gli fornisce gli aggiornamenti sulla guerra e su Naruto.
-…questo è quanto!- spiegò lo stesso con aria molto serena, il che non era da lui. –L’unico problema è che si sono perse le tracce di Bee, è una testa calda quindi è alquanto serio!!- continuò lo stesso. –Kakashi ha incontrato degli ostacoli direi di mandare una squadra di supporto, mentre noi ci dirigiamo ne punto in cui è stato avvistato Madara l’ultima volta- concluse poi.
–Bene, non perdiamoci in chiacchiere, Vecchio (rivolgendosi al Tsuchikage, sempre con rispetto) continui ad ostacolare l’esercito di Madara, io vado col Raikage!-.
–Sempre le cose più noiose mi spettano, soprattutto con questo terribile mal di schiena- affermò il kage –Ma non obbietterò, ci penso io, andate pure Gaara!!-
Così tutto era pronto per una nuova fase della guerra, poche erano le fazioni rimaste all’interno dei due schieramenti, ma erano altrettanto forti, ma ci si doveva preoccupare soprattutto di coloro che non sapevano da che parte stare..

Mi scuso per il ritardo, e sopratutto se molte cose sono rimaste in sospese, ma vedrò di chiarirle al più presto :) D'ora in avanti la strada sarà tutta in salita promesso ;)

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Capitolo 7
*** Madara-Naruto-Akatsuki ***


In una grotta lontano da tutto e da tutti, Madara stava estraendo l’ultimo goccio di chakra del Kyuubi dai fratelli oro e argento. Non era come possedere il vero potere della volpe, ma era comunque un passo avanti.
-E con questi mancano solo i due Jinchuriki!!- Affermò lo stesso con fare compiaciuto. –Resta solo il problema Sasuke, chissà dove si sarà cacciato?!- si domandò ancora fra sé e sé. Non finì di pensare che si teletrasportò di fronte a Kabuto per chiedere aggiornamenti e rimase basito dalle parole di quest’ultimo.
–COSA? Come è potuto succedere?- chiese così, preoccupato. Non sopportava l’idea che il moccioso Uchiha gli avesse tirato un tale tiro mancino –Non mi aspettavo che la situazione mi scappasse di mano, ma non temere, so già le giuste contromosse da applicare al caso- si giustificò, fornendo allo stesso tempo una soluzione. Del resto, era pur sempre un uomo dalle mille risorse. 
–Non importa, vado a catturare gli ultimi due biju, il mio piano non può attendere oltre. Prepara i 7 Jinchuriki, li porterò con me!- Espresse Madara, quasi deluso dal fallimento del suo “Alleato”. 
“Questa non ci voleva, devo far qualcosa o il mio obbiettivo non sarà più così vicino.” Pensò Kabuto fra se e se. –Allora io prendo “Lui” e fermo i kage una volta per tutte!-
–Non sarà un po’ troppo rischioso? Pensavo fosse il tuo asso nella manica!- domandò Madara voltandosi verso una rupe. 
–Fa come meglio credi, ma sappi che, se fallirai, l’accordo salterà e sarai ufficialmente mio nemico. Intesi?- Così concluse, fissando la serpe con lo Sharingan, incutendo terrore nella vittima, e lanciandosi poi dalla sporgenza.

-Quella forma?! Possibile che Suigetsu stia combattendo?- Si domandò Sasuke scrutando un enorme ammasso di Acqua non molto distante da lui. –Sì, quella è una sua tecnica, meglio controllare, il suo aiuto potrebbe servirmi…- pensò, dirigendosi verso quella direzione. Corse veloce, saltando sugli alberi e toccando a malapena la loro corteccia. Voleva ricominciare a lottare, ma aveva bisogno degli alleati giusti. 

-Mi state scocciando tutti!- Affermò Suigetsu, riferendosi al team di Kakashi che continuava ad ostacolare lo scontro tra i due. -Suiton - Hahonryū- rese il terreno fangoso intrappolando Omoi, Darui e l’altro ninja. Quest’ultimo rispose prontamente.
-Doton - Retsudo Tenshō- provocò così una scossa di terremoto che allontanava il fango e rendeva il terreno molto roccioso. Senza sosta si liberò in volo e con un’armatura di roccia si diresse verso Suigetsu che venne immediatamente difeso da Juugo, che con il suo pugno lo scaraventò nel profondo della foresta. 
–Grazie, e cerca di ostacolarli tutti intesi?- commentò colui che poco prima era stato difeso. –Attaccali appena sono impossibilitati di muoversi, chiaro?!- ordinò lo stesso. -Suiton - Suishū Gorugon- un corridoio d’acqua travolse tutti i ninja, i quali avevano mancanza di ossigeno. 
Subito Darui prende la situazione in mano, risucchiando tutta l’acqua rilanciandola poi al mittente. -Raiton – Gian- attaccò poi con una serie di fulmini ad altissima velocità colpendo in pieno i due avversari, rimasti ustionati.
-Ora attaccateli!- ordinò Kakashi. Fu il primo ad attaccare con la spada tesa pronto a colpire Suigetsu, ma il colpo viene fermato, non dai due avversari, ma dalla persona che non avrebbe immaginato di incontrare in una situazione del genere. 
–Salve maestro Kakashi!- disse con uno sguardo assassino allontanando la mannaia con un forte colpo di spada, volto a prendere le distanze. Lo stesso Kakashi restò senza parole mentre il suo team attendeva istruzioni. –Proprio te stavo cercando!- riprese, poco prima di prendere la carica e attaccare.
-Dove diavolo mi trovo?- si domandò nel frattempo Bee. –Lo sapevo che ti saresti perso, il tuo senso dell’orientamento è peggio del tuo Rap- disse l’Hachibi alquanto preoccupato per le sorti della guerra. 
–Ehiiii Beeee- una voce in lontananza lo riscosse. –Bee rallenta, stai andando nella direzione sbagliata!- la voce era di Naruto, il ragazzo aveva raggiunto il suo compagno nonostante la strada fosse stata piena di nemici. Ma ciò non aveva fermato il ragazzo intenzionato a trovare Madara e di porre fine alla guerra. 
–Non ci sono solo ninja resuscitati, mentre ti raggiungevo c’erano dei cosi che assomigliano a un tipo che ho visto tempo fa con Madara, anche se non me lo ricordavo proprio così…- informò il ragazzo. –Comunque sento la presenza di ninja in difficoltà da quella parte, è meglio assisterli per il momento, non credi?- domandò poi. 
–Hai ragione, e consiglierei di raggiungere il Raikage- suggerì l’Hachibi. 
–Ok, ok! Se il tempo non dobbiam perdere, meglio andare e vincere!- rispose Bee ponendo il pugno a quello di Naruto.
-Che stanchezza!-
–Io ho fame!-
-La smettete tutti e due?- Il team Shikamaru stava aspettando ordini, ma non aveva tutta la voglia di attendere istruzioni. -Sono passate ore da quando Darui è andato via.. questi mostri non finiscono mai, e io voglio dare una mano!- disse Shikamaru agli altri. Si girò e rigirò i pollici, per poi proseguire.
–Ino informa l’hokage che ci muoveremo e che ci dia la posizione di Darui-. Non finì di dirlo che l’Hokage acconsentì la richiesta e fornì i dati che richiedevano, in quanto già deciso da Gaara di portare supporto. 
–Bene non perdiamo altro tempo forza!- e così, ignari di tutti, il team Ino-Shika-Cho partì alla volta della foresta, per andare in aiuto al team Kakashi. –Ordini a tutti gli altri di attaccare con man forte le truppe nemiche. Dobbiamo limitare il numero di vittime. Intesi?!- disse Tsunade con pugno fermo, preoccupata per le innumerevoli vite che in quei giorni si stavano spegnendo. Senza dubbio la guerra stava portando vittime anche al nemico, ma se queste presunte “vittime” non erano altro che cadaveri, persone già morte per un motivo o per un altro, erano loro dell’alleanza shinobi a subire la perdita peggiore. Tsunade non sopportava la vista di uomini che cadevano, che erano costretti a lasciare tutto quello che avevano, che dovevano dire addio per sempre a tutto e a tutti. E non era una giustifica valida che quella fosse la realtà della guerra. Lei ne aveva viste tante, troppe, tanto che il sol nome le faceva raggomitolare lo stomaco. Poteva un ninja, per quanto esperto, abituarsi davvero alle atrocità della Grandi Guerre? Quelle non lasciavano più nulla dopo il loro passaggio: erano come uragani che spazzavano via ogni cosa. Un uomo, dopo la battaglia, anche se superstite, non era più lui: il suo volto non sarebbe mai più potuto essere lo stesso.
Ma qualcosa continuava a turbarla, quella sensazione che il suo amato Dan era tra i ninja resuscitati, sensazione che qualora si fosse rivelata vera avrebbe potuto causare danni irreparabili. Il solo pensiero la faceva stare male.
Non passò molto che Gaara e il Raikage si presentarono al suo cospetto per decidere sul da farsi. 
-Capisco, dunque hai mandato Shikamaru…- disse il primo, avendo ricevuto la notizia della stessa. –Ti fidi ciecamente di lui a quanto pare!- continuò. 
-Non ha mai fallito una missione, inoltre ha già collaborato con Kakashi contro due ninja dell’Akatsuki- rispose Tsunade incrociando le braccia sotto le sproporzionate forme.
-Non importa, va bene così, non sottovalutate il mio sottoposto, da solo sarebbe anche bastato.- interruppe il Raikage.
-Si ma meglio non abbassare mai la guardia, può essere forte e astuto quanto vuoi, ma il nemico contro cuoi devono combattere è molto intelligente!!- spiegò l’Hokage.
-Noi come ci muoveremo?- non finì di porre la domanda che un’esplosione poco fuori il QG allarmò i tre. Era stato un terribile boato e il che non presagiva nulla di buono.
-Cosa diamine è stato!!!- gridò il Raikage voltandosi verso un ninja che ne sapeva quanto lui.
-Signore ci sono sette ninja di fuori, e non hanno l’aria di essere nostri alleati!!- riferì un secondo ninja, alquanto scosso, uscito a controllare. 
I tre si incamminarono verso la breccia causata dall’esplosione, e rimasero meravigliati nel vedere Madara sulla rupe con i sei Jinchuriki al seguito. L’alba della nuova fase della guerra era alle porte…

-Bee dobbiamo muoverci, non abbiamo tempo da perdere! - affermò Naruto, che con i suoi poteri aveva notato l’accumulo di chakra fortissimi in due zone molto distanti tra loro.
-Cosa?!- disse poi il ragazzo alla vista di due ninja senza coprifronte con una veste che ricordava quella dell’akatsuki..
-Non attaccare, vogliamo parlarti, non siamo nemici.- disse uno dei due togliendosi il copricapo. Naruto sentiva che quanto aveva affermato era vero ma preferì restare sulla difensiva e lasciò ai due la parola.

-Sono preoccupata per Naruto, Sakura, Shikamaru e gli altri, non abbiamo loro notizie- disse Hinata preoccupata al fratello. 
-Non temere sono validi ninja, vedrai che a loro modo stanno tutti fornendo il giusto aiuto- Rispose Neji con la sua solita tranquillità dopo aver steso altri cinque nemici. –Qui sono ufficialmente finiti, ci conviene spostarci- continuò poi –Aspetta questo chakra lo conosco, ma si è quello di Kakashi-sama- esclamò subito dopo. –Non è l’unico, con lui c’è Sai e un chakra familiare...- aggiunse Hinata..
-Non mi piace, forza andiamo da quella parte, non perdiamo tempo!!- 

Qualcosa non andava, i due si stavano muovendo, turbati e allo stesso tempo in pensiero per il resto dei compagni. I tre kage si prestavano ad affrontare la minaccia più grande. Sasuke aveva tutta l’intenzione di uccidere il suo Maestro. Naruto si trovava al cospetto di due ninja sconosciuti. Kabuto si apprestava ad utilizzare la misteriosa Bara. La guerra si stava incamminando verso i punti critici, cosa sarebbe successo d’ora in avanti?

Ecco a voi il settimo capitolo, come vi è sembrato? vi piace come si stà mettendo la storia? ditemi le vostre impressioni, e sopratutto un gudizio complessio per questa prima parte ;)
 

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Capitolo 8
*** Ricordi ***


Il tempo sembrò fermarsi. In verità, era rallentato, tutto aveva un movimento lento.  Da quando le due lame si erano toccate, da quel contatto sicuramente non voluto, né desiderato. Da quando Sasuke, in pratica, era arrivato sul terreno di scontro del team Kakashi, da quando le nubi che sovrastavano la zona iniziarono a risuonare, quasi avvertissero il dolore e la sofferenza che quella guerra stava portando. In quell’istante, le prime gocce caddero sulla punta della mannaia impugnata dal maestro Kakashi. A quella, sopraggiunsero altre, a ritmo crescente, che riportarono il maestro alla visione della realtà, nuda e cruda. Si voltò alla sua destra, vedendo Suigetsu che ancora a mezzo busto combatteva contro Omoi, voltandosi poi di scatto a sinistra, dove Juugo  intratteneva gli altri ninja, senza troppe difficoltà.

Con la pioggia battente, alzò il capo, venendo colpito da una goccia sul naso, che in un istante lo catapultò nel passato, quando tutto ciò non poteva che essere un incubo. Vide dinanzi a se i tre ninja affidatogli dall’Hokage. Spese una lacrima per l’anima di quest’ultimo, che aveva prematuramente lasciato questo mondo, proprio per difendere quei ninja che avrebbero a loro volta difeso il villaggio. Velocemente, quasi senza controllo alcuno, i tre ninja crebbero, allontanandosi, seguendo direzioni opposte. Naruto che s’incamminava verso la folla che, desiderosa, lo acclamava. Sasuke che dando le spalle a tutti si allontanava sempre più da chi avrebbe potuto essere compagni ideali di vita. E in fine Sakura, divisa tra i due, in ginocchio, che non trovava una sua strada e aveva paura di inseguire uno di loro. Le lacrime spese dalla fanciulla erano nulla, paragonate a quelle che sgorgavano dal cuore del loro maestro, che si è visto scivolare l’opportunità di una ribalta, lui che non era riuscito a salvare il compagno e dichiararsi alla ragazza che amava, avrebbe potuto almeno salvare loro, quei tre piccoli ninja, che avevano smarrito la retta via, avrebbe potuto  riunire i due compagni, che a lungo andare si sarebbero potuti distruggere a vicenda, e aiutare la ragazza, a prendere la decisione che avrebbe cambiato la sua vita. Tutto questo, però, resta passato. Le strade intraprese da loro sono ben lontane, e a quanto pare una l’avrebbe stroncata lui, quella notte. Tornò al presente, fissò il volto di Sasuke, ricordando al contempo quello di una volta, faceva attenzione ai tratti che erano cambiati, e a quel sorriso che, da semplice e innocente, a volte un po’ beffardo, di un tempo, era stato sostituito da quel perenne ghigno che imperterrito dominava il suo volto.

Sasuke inclinò il capo verso destra, il labbro superiore rialzato,  con uno scatto repentino della mano fece scivolare la kusanagi nella fodera, dietro la sua schiena, e iniziò a parlare.

-Cosa ti è successo? Adesso ti perdi nel vuoto?- domandò fissando il maestro che lo fissava a sua volta. Ormai era accecato dalla rabbia, conoscere la verità su ciò che accadde quella maledetta notte, lo aveva reso succube dei suoi sentimenti. Si perché, alla fine, quelli che provava erano pur sempre sentimenti, odio, disprezzo, vendetta, tutti comuni denominatori dello stesso pensiero, far pagare coloro che hanno sterminato il suo clan. Dopo non sapeva cosa avrebbe fatto, da cosa sarebbe stato spinto, era sicuro solo che dopo aver giudicato i vivi, sarebbe stato in pace con la sua coscienza, sempre che di coscienza ve ne sia rimasta.

-Hai fallito!- aggiunse poi, portando la mano destra, chiusa a pugno, contro il palmo dell’altra, e scuotendo la testa, ritmicamente.

-Cosa vuoi dire?- domandò incuriosito e un po’ turbato Kakashi, che portò dietro il piede destro, e la spada in avanti, in una sorta di posizione difensiva.

-Hai perso le tre persone di cui avresti dovuto prenderti cura. Non hai mantenuto la promessa che facesti tempo fa, su quelle tombe!-

Contemporaneamente a una saetta che colpì il campo di battaglia, il cuore del maestro si fermò. Era caduto in un limbo dal quale difficilmente sarebbe uscito. Con l’ennesima goccia di pioggia, tornò a quel pomeriggio d’estate, in cui lui e il suo team, il team 7, andarono a porgere i loro omaggi alle tombe di Obito e Rin, proprio davanti a loro presentò quei ragazzi, di cui era responsabile. Nonostante la maschera al volto, dai suoi occhi si poteva intravedere la commozione che aveva in quel momento, la felicità di mostrare ai suoi sempiterni compagni i suoi progressi, dell’essere passato da AMBU a Maestro, e sinceramente, preferiva molto di più quest’ultimo, date le soddisfazioni che portava.
-Ho fallito!- queste parole risuonavano come martelli nella testa di Kakashi, le voci di Naruto, Sasuke, Sakura, Rin, Obito e persino del defunto padre, continuavano a ripetergli ciò che Sasuke un attimo prima gli aveva ricordato, e cioè che aveva fallito in tutto e per tutto, che quella storia avrebbe dovuto avere un finale diverso, Lui desiderava che tutto quello fosse solo un brutto incubo, ma non lo era per nulla.

-Hai ragione, come stanno ora le cose, ho fallito. Non lo nego, ma mi batterò con tutto me stesso affinché le cose cambino!- rispose scuotendo il capo, muovendo la gamba verso destra.

-Chi direbbe mai una cosa del genere, soprattutto quando è in procinto di passare a miglior vita?- ribatté Sasuke, col suo ghigno malefico stampato in faccia, con la sua arroganza, che lo aveva sempre contraddistinto.

-Durante l’allenamento per il torneo Chunin, quando ci trovavamo su quelle montagne, mi confessasti che l’unica persona che hai davvero temuto in vita tua, è il mio defunto fratello Itachi. Non immagino la tua reazione quando hai saputo che lo avevo sconfitto. Tsè. Ti dirò di più, poco fa l’ho rincontrato, sebbene non me lo aspettassi, me lo sono trovato dinanzi ancora una volta, ma, ironicamente, ha avuto più tempo per parlarmi. So tutto di quella notte, quindi se ti stai ancora, stupidamente, chiedendo i motivi per cui ce l’ho a morte con te in questo momento, beh ora li conosci, e concorderai sul fatto che ho tutti i buoni motivi per ucciderti- continuò Sasuke, interrompendosi di colpo con quelle ultime parole. Nell’animo del giovane, però, non c’era solo rabbia, in fondo, in un angolo sperduto del suo animo, risiedeva quel piccolo bambino ancora in fasce, che per una sorte avversa ha patito le pene dell’inferno, e vi è rimasto. Cercava qualcosa Sasuke, l’odio stava offuscando quella domanda, quella flebile richiesta, che in cuor suo albergava. A modo suo, il ragazzo voleva solo raggiungere quella domanda, la quale, una volta travata risposta, lo avrebbe fatto vivere in pace, con se stesso e con gli altri.

Kakashi, intanto, colpito da quelle rivelazioni, fece in tempo solo a vedere le due scie rosse che con uno scatto fulmineo si mossero prima a sinistra, poi nella direzione opposta, per poi ritrovarselo di nuovo avanti con un chidori, la tecnica insegnata proprio da Kakashi, pronto a colpirlo, con tutto lo sdegno che poteva provare. Istintivamente, in modo anomalo, tagliò la mano del ragazzo, che cadde a terra seguita da schizzi interminabili di sangue. L’aria era diventata satura di quell’odore aspro, che si sentiva ormai ovunque. Sasuke non perse i sensi, tutt’altro, un istante dopo, poggiando la mano sinistra per terra, alzò la gamba destra e colpì in pieno volto il maestro. Materializzò il Susano’o per proteggersi in corpo, per poi sferrare un colpo, col braccio destro del mostro, sul corpo ancora tramortito di Kakashi, che subì senza emettere alcun suono, se non quello del rigetto del sangue che gli fuoriusciva dalla benda, da lui sempre portata in volto. La mannaia era lontana, Sasuke si avvicinò a passo calmo, quasi avesse in mente di torturare la vittima, dandogli una morte lenta e dolorosa. Aiutandosi con le braccia, Kakashi si rialzò, fece in tempo a eseguire sei sigilli, per poi sferrare un colpo che aveva imparato da Zabusa. -Kirigakure no Jutsu- In poco tempo la zona fu pervasa dalla nebbia, la tecnica avrebbe dovuto fargli guadagnare tempo, ma così non fu. Approfittando della scarsa visibilità, Sasuke lanciò uno shuriken, lo stesso che utilizzò contro Zabusa al tempo, lo shuriken per il triplo mulino sharingan, che eseguì poco prima, questa volta però, quando Kakashi lo evitò, alle sue spalle lo shuriken si trasformò nel ragazzo, che con un flusso continuo di chidori, già utilizzato contro Orichimaru, tagliò di nettò il corpo del maestro, che si separò in due parti sotto la pioggia incessante. Sasuke, che aveva riportato la ferita alla mano, e che sanguinava in volto, rimase li fermo, cadde in ginocchio poco distante dal corpo esanime del maestro Kakashi, alzò il capo, che fu ripulito dalle gocce d’acqua, ed emise un grido quasi di liberazione, portando la mano sinistra al petto.

-Come ti dicevo, Sasuke, l’unico ninja che abbia mai temuto, è tuo fratello Itachi!- disse Kakashi, alle spalle del ragazzo,  uscito dall’illusione creata da lui grazie allo Tsukuyomi. Sasuke stupito, spalancò gli occhi, spaventato quasi dalla bravura del suo ex maestro, bravura nell’uscire dall’illusione, si, ma anche di averla manipolata a suo piacimento. Infatti, la mano di Kakashi era conficcata nella schiena di Sasuke. Kakashi aveva superato anche lui, che era sempre riuscito solo ad evadere da quella tecnica micidiale. Sfortunatamente, il corpo di Sasuke si frammentò in uno stormo di corvi, che si materializzò su una roccia poco distante, sulla quale il ragazzo continuò a toccarsi il petto, incredulo di ciò che il maestro poco prima era riuscito a fare.

-Sasuke! Comprenderai che non potrò lasciarti in vita, questa notte!!- esclamò con tono sicuro il maestro, timoroso, in realtà, di quanto aveva affermato. Nemmeno lui conosceva le reali potenzialità di Sasuke, forse nemmeno Sasuke le sapeva, eppure il timore di perdere la vita in quello scontro non lo lasciava respirare.

-Tu sottovaluti il mio potere!- ribatté Sasuke, alzando in modo beffardo il capo all’insù, digrignando come meglio sapeva fare. –Preparati a soccombere… Susano’o!!- Al termine della sua sentenza, roteando intorno al corpo del giovane, il Susano’o si materializzò con tutta l’armatura, pronto a metter fine allo scontro, una volta e per sempre.
 
Nel frattempo, Kabuto raggiunse una foresta, al cui centro c’era un casotto apparentemente disabitato. Il vento spostava le foglie dei cespugli che costernavano l’intera zona, la tensione si faceva sentire. Entrò nel casotto, all’interno su tre tavoli, poggiati ai tre muri della stanza, vi erano fiale e appunti vari, di queste Kabuto ne prese cinque, di colore violastro.

-La situazione non mi è affatto sfuggita di mano, te lo dimostrerò io *****- pensò intanto tra sé e sé, passando la lingua lungo le labbra. Si era sentito un po’ offeso dalle parole, con tono di rimprovero, dell’uomo mascherato, si, uomo mascherato, Kabuto sapeva bene che quel tipo non poteva essere Madara, no perché il vero Madara era morto, e la certezza era avvalorata dalla sua ultima bara. Utilizzando la tecnica del richiamo, una volta uscito, attivò anche l’ultima delle bare che aveva a disposizione. Anche se ormai di Kabuto, non si poteva avere più nessuna certezza. Appoggiando la mano destra al bordo della Bara e il piede sinistro su dei ramoscelli secchi, indossando la sua ultima corazza da combattimento, con i capelli neri e lunghi, e gli occhi scarlatti, fece ritorno nel mondo dei vivi: Madara Uchiha.

-Dove mi trovo?- domandò quest’ultimo alla vista del serpente. Lo sguardo si posava su ogni elemento che li circondava, nella sua mente, però, non c’erano domande confuse o senza senso, c’era il vuoto, quel corpo sembrava essere senza una coscienza, e non capiva nemmeno lui il perché.

-Fa poche domande, sei di nuovo nel mondo dei vivi, ti ho richiamato io, e mi obbedirai, che tu voglio o no!- affermò con voce sicura Kabuto, leccando ancora una volta le labbra, portando le mani a mezz’aria, esibendo una risata diabolica. Un po’ stupito, stringendo gli occhi, Madara fissava quell’essere che ne sapeva una più del diavolo.

-Ora va, e cattura l’enneacoda. Dobbiamo ottenerla prima di “lui” così che il suo piano non possa realizzarsi.- ordinò poi Kabuto a Madara. Indicandogli col dito della mano sinistra la direzione da seguire.

-La forza portante della volpe è ancora in vita? Sarà interessante battermi con essa!-

Rispose poi Madara, sul cui volto non si nascondeva quella smorfia di compiacimento che aveva riportato quella notizia più che interessante. Kabuto era sicuro di quello che stava facendo, l’ultimo corpo sembra non avere dei pensieri proprio, ma poteva essere solo un faccia della moneta, con quest’ultima apparizione le carte in gioco si sono rimischiate, nessuno conosce la potenza di Madara, e adesso nessuno più sa chi si nasconda dietro quella maschera.
 

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