Endless War

di Mikky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come finì tutto ***
Capitolo 2: *** Was not over ***
Capitolo 3: *** Incertezze ***
Capitolo 4: *** Kill me!!! ***



Capitolo 1
*** Come finì tutto ***


Come finì tutto


Correvano più forti che potevano, le loro mani unite in quella stretta così forte da far male, ma non importava. In quel momento pensavano solo a salvarsi. Andarsene via tutti e tre ancora interi.
“Amanda, accelera!” urlò il ragazzo, rivolto alla giovane che era dietro di loro.
“Sta zitto, Lupin! Io odio correre!” urlò di risposta la ragazza.
“Pensa che devi salvare il tuo bel culo!” l’incoraggiò l’altra.
All’improvviso davanti a loro, sbucato da dietro l’angolo, si parò un Mangiamorte.
“Sono qui!” urlò l’uomo appena li vide, tirando fuori la bacchetta.
Impedimenta” urlò il ragazzo muovendo la bacchetta senza smettere di correre, facendo volare contro un muro il malcapitato.
“Bel colpo, Ted!” disse la ragazza a cui teneva la mano.
Un sorriso apparve sul volto del giovane. Girarono a destra, arrivando alle scale che portavano al piano inferiore, dove c’era la loro salvezza.
I tre scesero gli scalini di corsa, stando attenti a non inciampare nelle macerie che ancora occupavano una bella porzione della rampa. Si fermarono a metà quando videro il numeroso gruppo di Mangiamorte, probabilmente incaricato di prenderli, bloccargli la strada.
“Maledizione!” mormorò il giovane Lupin.
Tutti e tre sfoderarono le bacchette e le puntarono contro i nemici.
“Che cosa pensate di fare?” domandò qualcuno dietro di loro.
Amanda si girò. Un altro gruppo di nemici aveva bloccato l’altra parte della rampa di scala. Erano circondati.
“Malfoy, vedo che stai proprio bene” ghignò la ragazza, ricordando l’ultima volta che l’Ordine e i Mangiamorte si erano scontrati. Lei, la piccola e indifesa Amanda Paciock, aveva affrontato Scorpius Malfoy e gli aveva lasciato una cicatrice che partiva da sotto l’occhio destro e arrivava al collo. Quel giorno aveva dimostrato al mondo magico di essere la degna erede di una delle famiglie fondatrici dell’Ordine della Fenice.
“Anche tu sembri essere in forma, Paciock, ma lo sarai ancora per poco!” ringhiò l’erede dei Malfoy.
Intanto, dall’altro gruppo, quello ai piedi della scala, avanzò una donna, teneva la mano tesa verso l’altra ragazza del trio.
“Vittoria, ti prego, torna qui! Non fare stupidaggini, sai quel’è la punizione per chi tradisce il Signore Oscuro!” la pregò dolcemente.
“No” rispose l’interessata, stringendo maggiormente la mano di Ted.
“Amore, pensaci bene: vuoi abbandonare veramente la tua famiglia per un branco d’illusi?”.
“Quale famiglia, mamma? Quella che mi ha insegnato ad uccidere il prossimo?” chiese la ragazza in lacrime “Quella che non avuto paura di mandare a morire Caroline?”.
Amelia Black lasciò cadere la mano lungo il fianco “Se uguale ai tuoi zii, sempre a fare quello che vogliono e a voltare le spalle alla propria famiglia!”.
“Non vorrei disturbare il quadretto familiare, ma si è fatto tardi” mormorò Ted.
“Pienamente d’accordo con lui!” ammise Paciock.
Vittoria annuì e con un movimento di frusta della bacchetta lanciò il primo incantesimo, rivolto proprio alla madre, urlando “Dolohoferio”.
La donna crollò a terra sputando sangue.
“Traditrice!” urlò Scorpius muovendo la bacchetta.
Experlliarmus” lo anticipò Amanda, disarmandolo “Stupeficium” urlò ancora, mandando a terra il ragazzo.
Gli altri Mangiamorte rimasero un po’ sorpresi vedendo la velocità di reazione del trio di ragazzini, ma si ripresero immediatamente e cominciarono ad attaccare. I tre si difesero a suon di schiantesimi e incantesimi di protezione.
La cosa stava andando troppo per le lunghe, così Ted prese l’iniziativa. Si drizzò e puntò la bacchetta verso il gruppo di Mangiamorte più folto, che stava impendendo a lui e alle sue compagne di avanzare.
Confrigo” urlò, facendo saltare in aria il gruppo “Andiamo!”.
Tenendo sempre per mano Vittoria e seguito da Amanda, scese gli ultimi scalini e si fiondarono verso l’arazzo, sotto il cui c’era l’entrata al passaggio segreto.
“Ci siamo!” urlò Ted, cercando di spronare le due ragazze ad accelerare il passo. Lasciò la mano della ragazza e alzò l’arazzo per permettere alle ragazze di entrare più velocemente nel buco, che li avrebbe portati al sicuro.
La giovane Paciock si fiondò immediatamente dentro, mentre Vittoria si fermò.
“Ehi, perché ti sei fermata?” le chiese il ragazzo.
“Teddy, vai dentro…” mormorò la ragazza.
“Te lo scordi, prima le signore!”.
“Non è il momento di fare il gentiluomo! Entra in quel cavolo di passaggio!” gli ordinò l’amica.
“Ti pare il momento di litigare per chi deve entrare per primo…”:
“L’ho capito, sai! Vuoi essere l’ultimo così puoi chiuderci dentro e rimanere a difendere il passaggio. Non te lo permetterò!”.
“Bisogna che qualcuno rimanga per impedire a quegli idioti di seguirci fino al covo, non pensi?” chiese, ormai spazientito, il ragazzo.
“Certo, ma non sarai tu” sorrise la ragazza, prima di spingerlo dentro il buco con un incantesimo.
Vittoria chiuse l’entrata con la magia, una magia che poteva essere sciolta solo da lei. Si girò verso quelli che una volta erano i suoi alleati, pronta a combattere e a difendere i suoi amici fino alla fine. Come aveva fatto suo zio Sirius…


Intanto dall’altra parte del muro, dietro l’arazzo, Ted sbatteva i pugni contro i mattoni che lo dividevano dall’amica.
“Apri!” urlava con tutto il fiato che aveva in corpo “Vittoria Black, aprì questa maledetta porta!”.
“Teddy, è inutile, non ti aprirà!” lo riprese Amanda.
“Non la lascerò combattere da sola!”.
“E lei non ti lascerà combattere al suo fianco! Lo sai!” gli ricordò la ragazza.
Lo afferrò per un braccio e lo trascinò lungo il passaggio segreto, diretti a casa.



Continua

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Capitolo 2
*** Was not over ***


Was not over


Un anno prima
La guerra continuava ad infuriare ormai da diciannove anni, l’intero pianeta era ormai sotto il controllo del Signore Oscuro. Molti Paesi si erano arresi senza combattere, ma che altro potevano fare? Dopo il fallimento del Prescelto e la strage che portò, chi aveva la forza di ribellarsi?
Harry Potter era morto, ucciso per mano del Signore Oscuro, chi lo avrebbe affrontato adesso?
Il mondo Magico era rimasto sorpreso, muto di fronte a quella vittoria. L’intera Hogwarts, che prima era stata riempita da urla di dolore e d’incitamento, era rimasta silenziosa per cinque interminabili minuti, finche la risata di Colui-che-non-doveva-essere-nominato non riempì nuovamente la scuola.
Era finita! Avevano perso!
I Mangiamorte si erano scagliati sui pochi sopravvissuti della battaglia, con l’intenzione di uccidere gli ultimi ribelli. Molti avevano combattuto e molti erano caduti.
Le prime vittime di quel nuovo attacco furono Hermione Granger, Ron e Ginny Weasley, amici fidatissimi di Potter, poi toccarono alla signora Weasley, che non si era risparmiata nel difendere gli altri figli, alla professoressa McGranitt, a Cho Chang, a Luna Lovergood e a tanti altri…
Non aveva ricordo di nessuno di loro, in fin dei conti quando la strage era avvenuta, lui aveva poco più di qualche mese, eppure sentiva di conoscerli. Aveva ascoltato le storie dei pochi i sopravissuti alla strage che si erano uniti all’Ordine, i ricordi di quando quella scuola era un posto sicuro e felice, i ricordi che avevano dei loro amici, dei loro fratelli, dei loro cari… Li aveva conosciuti così
Si era sentito in obbligo d’imparare i loro nomi, perché il resto del mondo li aveva dimenticati, si era arreso all’oscurità, scordandosi il sacrificio di questi ragazzi.
Rimanevano solo loro, quei pochi che avevano deciso di combattere ancora, quelli che avevano deciso di continuare a chiamarsi Ordine della Fenice, che in quel momento si trovava sotto il comando di un intraprendente e deciso Neville Paciock.
Era lui, insieme ad altri ex studenti che avevano fatto parte, precedentemente, dell’Esercito di Silente, a difendere e cercare di mantenere unita quella parte di popolazione che voleva ritornare libera.
Nessuno aveva mai provato a mettere in discussione la posizione di potere che aveva preso, per due semplici motivi. Uno. Era stato il capo dell’E.S. quando Potter se n’era andato, deciso a trovare gli Horcrux e distruggerli. Due. Perché era l’unico, insieme a lui, a vantare il cognome di uno dei fondatori del primo Ordine.
Era un onore, gli avevano detto tutti quella sera. Tutti si aspettavano da lui grandi cose, perché dentro di lui scorrevano il sangue di Remus Lupin, uno dei più amati insegnanti di Difesa delle Arti Oscure di Hogwarts, e di Ninfadora Toks, potentissima Auror.
Eppure lui continuava a vederlo come una condanna. E a far compagnia a quel cognome, forse un po’ troppo pesante, c’era anche il suo compleanno. A quanto sembrava era uno degli ultimi bambini nati prima dell’inizio del regno dell’Oscuro Signore, uno degli ultimi ad essere nato libero.
Per questo, quella notte in cui avrebbe dovuto festeggiare il suo compleanno, aveva deciso di fare il primo turno della guardia notturna, per non sentire più la frase Buon compleanno e per restare un po’ da solo a riflettere. Si sedette sul tetto di una delle case di Hogsmeade, l’unica città che non era caduta sotto il controllo di Colui-che-Non-deve-essere, e guardò verso le mura dell’ex scuola di stregoneria.
Una volta lì s’insegnava a combattere il male, a essere liberi, e invece adesso era il centro del nuovo governo. Il Signore Oscuro si era insediato lì, come se volesse ricordare che era in quella scuola ad esser diventato quello che era ed era lì che aveva sconfitto il suo più grande nemico.
“Ted” lo chiamò qualcuno.
Si girò e si trovò davanti Amanda Paciock, la figlia di Neville e di Hanna Abbot.
“Perché te ne sei andato? Non ti piaceva la torta?” domandò la ragazza sedendosi vicino a lui.
“No, avevo solo bisogno di pensare” sorrise tristemente Ted.
“A cosa dovevi pensare?” chiese ancora la giovane Paciock.
Non lo sapeva nemmeno lui, così, scrollò le spalle e rassicurò la ragazza che erano solo sciocchezze.
Così i due giovani rimasero in silenzio ad osservare le mura di quella che avrebbe dovuto essere una la loro scuola.



Continua

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Capitolo 3
*** Incertezze ***


Incertezze


Camminò in mezzo ai corpi delle ultime vittime dei Mangiamorte. Camminò tra i corpi senza vita di Babbani, di stregoni e di fattucchiere, più o meno famosi.
Li osservò attentamente, cercando qualche soluzione ai suoi dubbi. Per ora l’unica risposta era arrivata da una delle tante stanze magiche che c’erano a Hogwarts.
Una sera camminando per i corridoi dell’ex-scuola di magia e di stregoneria, si era trovata davanti ad una porta che non aveva mai visto. Curiosa come al suo solito, l’aveva aperta e si era trovata in una piccola biblioteca. L’aveva esplorata e aveva trovato vecchi annuari della scuola e quaderni. Li aveva aperti tutti, ci aveva trovato schizzi, scarabocchi e appunti, scritti da almeno tre persone diverse. E poi aveva trovato ventisei quaderni completamente diversi dagli altri, stesi da una sola persona, che si firmava come Felpato, e che riportavano date lontanissime.
In quei diari, perché era di quello che si trattava, aveva conosciuto da un altro punto di vista la storia che le avevano insegnato. Aveva visto con occhi diversi le stragi che commettevano…
Si era portata con sé alcuni di quei quaderni e li aveva nascosti nella sua camera.
In seguito, facendo domande in giro, agli altri seguaci dell’Oscuro Signore, aveva scoperto che quella era la Stanza delle Necessità. Appariva quando qualcuno aveva bisogno di qualcosa.
La ragazzina non aveva detto nulla di quello che aveva trovato all’interno, aveva finto di aver trovato un bagno che non aveva mai notato.
Non era riuscita a essere sincera con quelli che considerava la sua famiglia, perché, tutto ciò che aveva davanti ai suoi occhi, era stato messo in discussione.
E mentre camminava tra le vittime della furia dei suoi compagni, vide solo lo spettacolo tremendo che aveva letto tra le pagine di quei diari, non riusciva più a vedere la potenza dei purosangue. Vedeva solo una carneficina, inutile, che poteva essere risparmiata.
Tra le vittime c’erano bambini così piccoli, che probabilmente nemmeno sapevano di essere in guerra. Loro cosa c’entravano? Niente! Non erano nemmeno in grado di difendersi, come potevano essere considerati una minaccia?
“Amore!” la chiamò la madre.
“Sì?” disse sorridendo. Era un sorriso falsissimo.
“Torniamo a casa. Dobbiamo finire i preparativi per la festa”.
“Arrivo” la ragazza si rimise la maschera e ritornò al fianco della madre, prima di smaterializzarsi.
Ed eccole apparire non poco distante da Hogsmeade, il posto più vicino alla scuola dove ci si poteva smaterializzare. Le due s’incamminarono verso le mura, affrettandosi. Per quanto i Mangiamorte si sentissero potenti e invincibili, non si fidavano ad andarsene in giro di notte da soli, soprattutto nei pressi di quella cittadina, perché non era un segreto che dentro a quella barriera invisibile, creata con la magia, ci fosse il gruppo più combattivo e forte dell’Ordine della Fenice.
Avevano tentato tante volte di entrarci e conquistarla, mettendo fine alle continue ribellioni uccidendo il capo di quell’esercito, però ogni volta tornavano a casa con decine di uomini in meno. Erano testardi, ma soprattutto disperati…Molti avevano abbandonato l’Ordine perché stanchi di combattere, indebolendo, così, le forze dei ribelli.
La ragazza si fermò e osservò le cassette che lentamente stavano andando in rovina. Lì forse avrebbe trovato altre risposte, avrebbe potuto parlare con l’altra parte, avrebbe potuto conoscere il punto di vista di quelli che era abituata a chiamare nemici.
“Un giorno sarà nostra!” la rassicurò la madre, appoggiando le mani sulle spalle della figlia, convinta di conoscerne i pensieri “Un giorno potrai andare a Melandia a prendere qualche dolciume, oppure entrare ai Tre manici di scopa a bere la Burrobirra, te lo prometto, tesoro. Dobbiamo solo aspettare che si indeboliscano un po’ e poi attaccheremmo”.
La ragazza annuì, fingendo interesse per i piani diabolici che la donna le aveva detto all’orecchio, ma dentro la sua testa c’era un’idea. Un’idea molto pericolosa….



Continua


Angolino tutto mio
Grazie mille a bmico per aver inserito questa storia tra le seguite, spero che seguirai anche i prossimi capitoli:) un bacione!

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Capitolo 4
*** Kill me!!! ***


Kill me!


Era utile avere un Metamorfomagus in squadra. Un piccolo cambiamento agli occhi, un colore diverso di capelli e una forma nuova alla bocca, e….PUFF! Ecco una persona nuova! E non dimentichiamoci del Marchio Nero, che appariva sull’avambraccio.
Conciato così Ted Lupin poteva girare ovunque, ma soprattutto poteva andare a fare compere, trovare le provviste necessarie per la sopravvivenza della loro piccola, ma allo stesso tempo, grande famiglia.
Amanda aveva deciso di abbandonare il chiassoso banchetto, finalmente fornito di tanto ben di dio, per rimanere un po’ sola. Si sedette sul solito tetto, rivolta verso Hogwarts. Osservava i fuochi d’artificio che si alzavano dalle mura, illuminando le torri e le guglie del castello. Diciannove anni. Da diciannove anni Colui-che-.non-doveva-essere-nominato governava il mondo magico.
Lei era cresciuta conoscendo i dolori della guerra, sentendo le urla della gente che conosceva e formule di morte, e probabilmente era normale desiderare di conoscere un’altra vita, una vita più…normale.
“Paciock non ti smentisci mai! Sei sempre la solita solitaria!” e il giovane Lupin si sedette vicino a lei.
Era sempre così, se uno se ne andava, l’altra lo seguiva. Per loro era naturale essere insieme, da sempre. Amanda non aveva un ricordo della sua infanzia dove non ci fosse Teddy.
Erano stati, per molto tempo, gli unici bambini che popolavano Hogsmeade, fino all’arrivo di Fred Weasley, figlio di George, un paio di anni prima, in seguito ne erano arrivati altri. Una dozzina all’incirca.
“Ted, secondo te, in che casa saresti stato smistato?” chiese la ragazza, stringendo al petto le ginocchia.
“Non lo so, ma spero Grifondoro, come mio padre” disse orgoglioso il ragazzo.
“Lo saresti stato di certo, sei sempre stato molto coraggioso…” mormorò la piccola Paciock.
“E tu invece? In che casa saresti voluta essere?”.
“Mi sarebbe andata bene una qualsiasi, be’, logico non Serpeverde!” chiarì la ragazza con un sorriso.
“Io ti avrei visto bene tra i Tassorosso, tra pazienti e i leali…”.
“Certo, io di pazienza ne ho tantissima, soprattutto per sopportare un’idiota come te!” rise Amanda.
“Simpatica, come al solito!” sbottò il ragazzo, senza, però, lasciarsi sfuggire un piccolo sorriso.
I loro sguardi vagarono per un po’ tra le colline e la foresta che li circondava, fingendo di non vedere e non sentire i festeggiamenti che c’erano non molto distanti da loro.
Ad un certo punto, lo sguardo sempre vigile di Teddy fu attratto da una figura nera, con una maschera d’argento sul viso, che avanzava circospetta tra le colline, illuminata occasionalmente da qualche fuoco d’artificio.
Fantastico! Non dovevano assistere ai festeggiamenti di quei bastardi, ma anche subire un attacco! Volevano fare il colpo grosso! Ma certo, qual’era il miglior modo di festeggiare se non mandare sconfiggere l’ultimo ostacolo alla conquista del mondo!
“Amanda, resta qui!” ordinò furioso il giovane Lupin, mentre scendeva dal tetto per dirigersi verso il nemico.
“Che succede?” chiese la ragazza alzandosi, decisa a seguire l’amico d’infanzia.
“Niente! Tu resta qui!” urlò il ragazzo saltando giù.
Si avviò per le stradine deserte dalla cittadina e superò la barriera che proteggeva il centro di Hogsmeade, dove si trovava il quartier generale dell’Ordine. Prese la bacchetta che era riposta nella tasca posteriore dei jeans e si avviò sicuro verso il mangia morte, l’avrebbe ucciso vendicando chi era morto, vendicando i suoi genitori e i suoi amici caduti. Avrebbe vendicato tutti quelli che erano su quella lista, sulla lista dei caduti appesa nella sala riunione, vicino alle due foto del primo e del secondo Ordine.
“Ehi!” urlò rivolto alla figura, che si fermò a pochi metri da lui “Che cosa vuoi?”.
“Parlare con voi!” rispose, la voce era distorta dalla maschera.
“Sì certo!” rise sarcastico il ragazzo “Voi Mangiamorte amate parlare!”.
“Ho bisogno di risposte” rispose il suo avversario “Portami dal tuo capo!”.
“Sì, certo!” mugugnò Ted “Exsperliarmus!”.
Il Mangiamorte schivò l’incantesimo, chinandosi di lato. “Idiota! Sono venuta disarmata!”
Teddy rimase leggermente confuso. Aveva capito bene, era una ragazza?
Be’, alla fine sapeva che da entrambi le parti c’erano delle donne che combattevano. E sapeva che le mangiamorte erano piuttosto crudeli.
Pietrificus totalus!” urlò nuovamente il ragazzo, ma non prese la ragazza di sorpresa.
Quella estrasse la bacchetta e urlò Protego con voce squillante, deviando così l’incantesimo. Poi con movimento aggraziato della bacchetta gli scagliò un incantesimo “ Ipedimenta”.
Lupin volò così contro il muro di una delle abitazioni. Si stava rialzando quando sentì i passi veloci degli altri. Stavano arrivando rinforzi!
Si alzò e le puntò nuovamente l’arma magica contro. Mentre da dietro l’angolo appariva George Weasley con i suoi.
“Ehi, mangiamorte, hai deciso di morire?”.
La ragazza si guardò intorno, era circondata.
Maledizione! Sapeva che avrebbe dovuto affrontare alcuni soldati dell’Ordine della Fenice, ma non pensava che avrebbero fatto così tante storie. Se era per questo, non pensavano nemmeno che l’avrebbero nemmeno accolta a braccia aperte.
Im….” cominciò, ma si fermò. Nella sua testa si ripete che non doveva fare del male a nessuno. Sospirò e cambiò incantesimo.
Pietrificus totalus” urlò il primo incantesimo non micidiale che le venne in testa.
Exsperliarmus!”
Protego!” ruggì nuovamente la ragazza.
La cosa stava diventando pesante, oltretutto non era quella la sua idea, doveva solo parlare con loro.
“Ehi, sentite!” urlò la ragazza “Io vorrei solo parlare!”.
Un altro raggio azzurro tentò di colpirla, ma evocò nuovamente un altro incantesimo di protezione.
“Certo, è per questo che avete ucciso mio fratello!” ringhiò George “Accio bacchetta ”. La ragazza non si difese, lasciò andare la bacchetta “Mi dispiace” mormorò la ragazza.
Un altro che aveva perso qualcuno della sua famiglia a causa loro. Con molta probabilità era morto per mano di qualcuno della sua famiglia.
“Cosa? Non ho sentito?” disse una donna.
“Mi dispiace!” urlò la mangiamorte “Mi dispiace di aver ucciso i vostri, ma non ho potuto scegliere, è questo che mi hanno insegnato a fare!”.
“E allora vieni qui, e ci attacchi?” chiese ridendo isterico il sopravissuto dei gemelli Weasley.
“Non ho attaccato io per prima!” sbottò nuovamente “Sentite…E’ solo un grosso malinteso…Mi dispiace!”. “Non ce ne facciamo niente delle tue scuse!” urlò Lupin puntandole la bacchetta contro “Non riporterà indietro nessuno di quelli che hai ucciso!”.
“Non ho scelto io di essere una di loro!”.
“Ma davvero?” il ragazzo si avvicinò a lei “Lo dicevi anche diciannove anni fa?”.
La ragazza sbuffò “Diciannove anni fa io non ho fatto nulla!”.
“Sì, come no?!” Lupin continuò a fissare la maschera della mangiamorte, mentre nella sua testa cercava di evocare tutto l’odio che provava per quelli come lei.
La ragazza allora si tolse la maschera e si tolse il cappuccio. Rivelando così il suo viso.
Due occhi chiarissimi incontrarono quelli di Tedd, che rimase nuovamente paralizzato.
“Non posso essere stata io, ho diciannove anni da poche ore…quindi chiunque tu voglia a vendicare di quelli che sono caduti ad Hogwarts quel giorno non lo farai uccidendomi!”.
“Chi mi dice che non hai bevuto una pozione per cambiare il tuo aspetto?” ringhiò il mago.
“Se è così… Allora uccidimi!”.
Lupin la fissò negli occhi e aprì la bocca, pronto a dire una delle formule senza perdono, ma non ci riuscì. Aveva davanti a lui una ragazza che lo guardava negli occhi attendendo il suo verdetto…Era più facile quando non doveva guardare negli occhi l’avversario.
“Allora, non mi uccidi?” chiese canzonatoria la ragazza.
Basta! Non poteva permettere ad uno di quei stupidi mangiamorte di trattarlo così.
Ava…
“Fermati!” ordinò qualcuno dietro di loro. Il gruppo si girò e si aprì, lasciando passare il loro capo.
“Portatela dentro!”



Continua

Angolino tutto mioXD Grazie mille a bmico per aver inserito questa storia tre le seguite. Grazie millissime XD

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