La muraglia di MrVortex (/viewuser.php?uid=211338)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Cap. I par 1 (10 anni prima) ***
Capitolo 3: *** Cap. I par 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 2 Par 1 ***
Capitolo 5: *** Cap 2 Par 2 ***
Capitolo 6: *** Cap 3 par 1 ***
Capitolo 7: *** Cap 3 Par 2 (la fine) ***
Capitolo 8: *** Cap 4 Par 1 (dalle stelle alle stalle) ***
Capitolo 9: *** Cap 4 Par 2 (Il dono dello Spirito Santo) ***
Capitolo 10: *** Cap 5 Par 1 (E tutto ebbe inizio) ***
Capitolo 11: *** Cap 5 Par 2 (Egli è con me) ***
Capitolo 12: *** Cap. 6 Par 1 (Egli sorregge i deboli) ***
Capitolo 1 *** Premessa ***
Premessa
Avevo deciso. Nulla mi avrebbe fermato, aprii la finestra, il rumore
della sicura echeggiò lungo il corridoio, sordo, perdendosi
nel buio, a quell'ora non c'era nessuno, anche perchè; avevo
mandato via tutti; si, risi amaramente dentro me, ecco finalmente
essere il padrone di quel palazzo aveva portato i suoi frutti...
Sollevai il vetro, ed una sferzata di vento mi portò; un
attimo alla realtà, nuda, cruda, folle, caddi nella
solitudine dei miei ricordi...
A quel giorno d'inverno, quando con galanteria le offri il mio
giubbotto, mi presi un tal raffreddore da mancare per due lunghe
settimane... Buio, freddo...
Feci il primo passo, sarebbe finito tutto fra poco, ci saremmo
riuniti... forse...
Ed ecco un altro maledetto ricordo: Il nostro matrimonio, in chiesa,
lei bellissima, da mozzare il fiato, io sembravo uno scolaretto agli
esami, le mani sudaticce, appiccicose, la mia voce era chiusa in fondo
alla gola, dove un nodo "a gassa d'amante" per quasi tutta la
cerimonia, aveva sigillato.
Lei era fortemente credente ed era riuscita col tempo, anche se solo un
pochino, a convincermi di un aldilà, di un dio, di un
peccato... per amor suo avevo
creduto...
Per la cerimonia aveva insistito lei, adducendo che sposarsi in chiesa
era il suo sogno, uno splendido vestito bianco, almeno quattro
damigelle (le cuginette, figlie gemelle di una zia a me sconosciuta),
certo i cavalli bianchi erano un optional, ma ci accontentammo di una
vecchia macchina d'epoca, a cui ero veramente affezionato.
Lei mi prendeva sempre in giro, la chiamava "lo scassone", non avevo
trovato gli ammortizzatori originali, cigolava un pochino... Quante
risate e quante notti insonni a ripararla per il matrimonio, ma
all'ultimo ci ero riuscito... c'eravamo riusciti, tutte quelle notti
non ero mai stato solo, si era sempre prodigata per me.
Il ricordo mi bloccò la respirazione, singhiozzando ripresi
il controllo, ed avanzai verso il mio futuro o la mia fine.
Il freddo ora più intenso, mi fece barcollare, le dita della
mano destra, che ancora tenevano la finestra sollevata, persero
sensibilità ed io la presa, slittando sotto tutto il suo
peso, si chiuse, andando in frantumi, il freddo ne aveva reso fragili i
cristalli, alcuni caddero dentro, altri rimasero li, qualcuno mi
precedette, verso il baratro.
Il rumore, mi riportò nuovamente alla cruda
realtà avevo deciso di farla finita, ero un suicida, io che
per tutta la vita avevo avuto timore di invadere la vita degli altri
per non sconvolgere l'equilibrio precario in cui staticamente viveva
ogni essere senziente, ora ero pronto a distruggere la mia, odiavo
quelle onde di ricordi che mi assalivano, ad ogni respiro, tutto mi
ricordava qualcosa di lei. Dovevo chiudere la porta dei miei pensieri,
e l'unico modo era quello, perdonami amore, non potrò
mantenere la promessa che ti feci...
Come d'incanto, mi apparve lei esile, senza fiato, scarna, occhi
incavati, rossi, viso bianco cinereo, le sue labbra rosse come il
fuoco, risaltavano in tutto quel candore, io davanti a quella scena,
impotente, possedevo miliardi, ma non potevo salvare la vita della
persona che amavo, più della mia stessa vita...
Le avevano diagnosticato una malattia cardiaca, quando era troppo tardi
per poterla operare, non avevano neppure trovato il donatore, la
sorella era scomparsa anni prima senza poter dare alcuna avvisaglia del
male che era dentro di loro dalla nascita.
Le sue ultime parole furono rivolte a me: "Ti prego promettimi di farti
una vita nuova, con una ragazza bella almeno quanto me, se non di
più - sorrise scherzando anche in quel momento -
promettimelo..." ed io pur di non farla affaticare, lo giurai, sulla
mia vita.
Sorrise, e si addormentò tra le mie braccia, come se quella
promessa era l'unico motivo per cui aveva ritardato la sua partenza.
Qualcuno sollevò lo sguardo, e gridò. Dovevo fare
presto, prima che altri si accorgessero di me, i vetri rotti avevano
attirato l'attenzione di qualche passante cadendo di sotto.
Giù vedevo crearsi la folla di curiosi che
commentavano, Più in fretta, più in
fretta...
Un odore di cibo cinese, proveniente dal ristorante vicino, mi
portò alla memoria il giorno in cui ci eravamo conosciuti...
Pace a voi.
Non ci credo, era da un paio di
giorni che speravo riuscire a mettere le note dell'autore e
guarda un po' ho capito finalmente come si fa..
Bello.
Curiosità:
Il
matrimonio è il mio, Roberta, mia moglie, avrebbe voluto la
carrozza con i cavalli bianchi, ma a parte il costo esorbitante, era
troppo vistosa, per una coppia che preferisce l'anonimato in pubblico,
invece le damigelle sono realmente nostre cuginette (da parte di mia
moglie)Io in chiesa veramente ero emozionatissimo, con le mani sudate,
e così tanto imbranato da sbagliare durante la preghiera, lo
era anche lei, tanto da mettermi l'anello nella mano sbagliata, dove mi
hanno detto lo si tiene in caso di vedovanza (^^), la macchina era un
po' vecchiotta prstata da una mia vicina.
Che dire? Volevo solo farmi
conoscere un po', visto che le mie storie (per ora solo una),
vi accompagneranno per tanto tempo. Come inizio non
è male, certo la storia sarà
molto fantasiosa, ma per un Klinefelter è normale
vivere solo di immagini poichè, per noi, non esiste
altro.
Alla prossima dunque, sono ben
accetti commenti e recensioni, critiche e quant'altro.
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Capitolo 2 *** Cap. I par 1 (10 anni prima) ***
Cap 1 Par 1
Mi ero da poco iscritto alla vicina università di
informatica della mia città, ero stato sempre un po' "matto"
dicevano gli amici, mi piaceva l'elettronica, la chimica, le scienze in
generale. Non potendo trasferirmi in una città dove tutte
queste mie qualità avrebbero trovato sfogo costruttivo,
avevo accettato la più promettente tra le tante proposte.
Da quando ero piccolo sognavo di volare tra le stelle, con lo shuttle,
ero rimasto un mese intero chiuso in casa con il suo kit scala 1:50,
dovevo finirlo a tutti i costi, ero andato in visibilio quando mio
padre, che di mestiere era un semplice salumiere, mettendo da parte
molti spiccioli e mance, per natale me ne aveva regalata una copia.
Per giorni avevo fissato il modellino finito, per scegliere il colore
migliore, poi con un guizzo di genialità lo avevo colorato
come in tv, e applicato lo sporco dei viaggi (un po' di grasso di
salame aveva creato l'atmosfera untuosa), avevo perfino affumicato i
motori.
Grazie a quel modellino avevo vinto un premio che mi aveva aperto la
strada per il futuro.
Ma i sogni non si avverano mai, e crescendo scoprii con rammarico di
dovermi adattare, quindi l'università vicino casa era
più che sufficiente.
Tutti i ragazzi del college mi prendevano in giro, "quattrocchi" o
"secchione" erano i miei soprannomi preferiti, fino a quando
arrivò l'era dei NERD.
Io ero il nerd per eccellenza, piccolo, tozzo, brutto, con
l'apparecchio, gli occhiali neri e spessi come due fondi di bottiglia,
impacciato a camminare, senza contare il rapporto con le ragazze,
universo sconosciuto ed inesplorato, li ero veramente una frana. I miei
amici avevano già la ragazza fissa da anni ed io non
riuscivo neppure a guardare la cassiera del cinema quando chiedevo un
biglietto.
La mia autostima era zero, no, forse pure meno, zero kelvin.
Quando però ero nella mia stanza, con i miei piccoli
marchingegni, era tutt'altra cosa, diventavo un tipo allegro e
spensierato, potevo inventare qualsiasi cosa, anche se dopo non
funzionava mai come volevo.
Lavoravo per mantenermi agli studi, in una drogheria vicina al campus,
la retta costava tanto e mia madre giù faceva i doppi turni
per mandarmi qualche spicciolo in più, mio padre era venuto
a mancare appena mi ero diplomato, subito dopo la cerimonia di
premiazione, forse troppe emozioni, ero rimasto solo a portare avanti
la baracca, ma ero troppo giovane per farlo e troppo poco esperto.
Avevo tantissima voglia di studiare, ma era necessaria la mia presenza
in casa, mia madre era una santa donna, pur sapendo quali erano i miei
sogni, per non infrangerli, pur nel bisogno e nel dolore, aveva
acconsentito a mandarmi un po' fuori porta, quanto per non farmi
sentire troppo lontano.
Il padrone della drogheria, aveva acconsentito a lasciarmi un
sottoscala libero per i miei esperimenti sempre che non gli facessi
saltare il negozio, finora non era mai successo, o almeno non
completamente... Li qualche amico mi seguiva e mi dava qualche
consiglio su come migliorare un apparecchio o un altro,
Quel giorno avevo sotto mano un generatore "a coda idrodinamica", un
marchingegno che avrebbe potuto sopperire alla richiesta di energie
rinnovabili, sfruttando le correnti sottomarine, avevo da poco iniziato
i miei esperimenti...
Pace
a voi
Rieccomi,
anche qui ci sono tante curiosità, ad esempio chi si
è iscritto in informatica è il mio fratellone
grande Natalino, era lui quello bruttino con gli occhiali spessi come
due fondi di bottiglia, il nerdone della famiglia, invece io come
Klinefelter (abbreviato KS; S sta per Sindrome) ero svogliatissimo,
solo perchè non riuscivo a ricordare le cose molto bene, noi
KS dobbiamo studiare 4 volte di più di un ragazzo normale
per poter avere gli stessi risultati, il chimico matto, lo scenziato
con le provette che fa esplodere casa invece sono veramente io.
Lo
shuttle è vero, cioè da piccolo io e mio fratello
ricevemmo un modellino di shuttle, e lo sporcammo per benino, non col
salame, ma lo annerimmo con una candela per rendere meglio l'effetto
motori sporchi.
Per
chi non lo sapesse chi era in totale mancanza di autostima ero io,
tutti i KS lo sono, per via della malattia, e lo sono rimasto fino a
che non ho conosciuto la mia mogliettina dolcissima, che con un'amore
inimmaginabile, con infinita pazienza, con dolcezza ma anche
severità (quando serviva) mi ha aiutato a superare
abbondantemente i miei problemi (ROBI: UN BACIOTTISSIMO).
In
ultimo, ma non meno importante, il generatore, esiste davvero, non so
se si chiama così, ma ne avevo inventato uno mio,
indipendente dalle correnti marine, come quello originale, ma meno
potente, ne hanno istallato uno qui, nella mia città, per
prova, 8 rotori generano costantemente energia è solo un
progetto pilota, ma se qualcuno vorrà potenziarlo
tappezzandone lo stretto di messina con un migliaio di generatori,
potremmo scongiurare l'uso di una centrale nucleare in italia.
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Capitolo 3 *** Cap. I par 2 ***
Cap 1 Par 2
Nella stanza entrò di corsa il mio compagno Marco e mi
comunicandomi che eravamo stati invitati ad una festa... Io? e
perché mai? Per essere lo zimbello di tutti? No, niente da
fare. Era la festa della scuola per premiare il miglior lavoro, e
siccome la
parte software l'aveva preparata lui, mentre all'hardware ci avevo
pensato io, quale miglior posto per farci conoscere? Mi convinse e
portammo il nostro modellino alla presentazione.
Era da tantissimo tempo che non uscivo di casa per riunioni che non
fossero inerenti allo studio, una premiazione, un posto dove forse mi
sarei trovato a mio agio pensai...
Varcata la soglia, mi gelò il sangue.
C'erano più di un migliaio di persone, tutte intente a
sistemare i loro modellini, tra i più svariati sistemi e
caratteristiche, divisi per classi.
Noi eravamo inseriti in energie rinnovabili, il nostro modellino
pilotato da un computer remoto, variava la propria
aerodinamicità in base alle correnti ondose presenti nei
fondali marini, sfruttando le stesse per muoversi, recuperando
l'energia dalle turbine senza l'uso dei motori elettrici, ma ad
induzione, perché si sarebbero potuti corrodere a causa
delle energie galvaniche create durante gli slittamenti dei livelli
marini a diverse salinità.
Detto così saremmo potuti essere sembiati da veri scienziati
pensai, ma creare infinita energia elettrica sfruttando la rotazione
terrestre ed il sole era una cosa fantastica. Ci vollero molte ore per
delineare i migliori progetti per ogni gruppo,
all'ultimo noi eravamo appaiati ad un altro ragazzo che aveva inventato
un mulino verticale sospeso mediante magneti naturali, spendendo
pochissimo.
L'idea era bellissima, l'unico difetto era che la
bobina generava interferenze con i magneti naturali a
sospensione, se avessero aggiunto un contrappeso e messo la bobina li,
avrebbero ottenuto il guadagno necessario, e così facendo mi
misi a fare uno schizzo del loro progetto su un foglio di carta ed a
discuterne animatamente con il mio amico.
Probabilmente questo vociare concitato attirò l'atteznione
di uno dei giudici di gara, che si avvicinò non visto alle
mie spalle, buttando un'occhiata al mio piccolo progetto, mi chiese
delucidazioni in merito.
Certo non volevo denigrare l'operato degli altri, ma con tutta la mia
voglia di aiutare il prossimo, feci un altro paio di schizzi sulla
lavagna indicai i punti deoli del progetto e le migliorie che si
sarebbero potute fare.
Il giudice fece delle foto e poi tornò dalla commissione.
Poi dopo un lungo confabulo, si alzò il commissario di gara
ed annunciò la vincita dell'altro progetto... Rimasi a bocca
aperta, Naturalmente informarono l'altro partecipante che le migliorie
da apportare erano quelle che avevo detto io.
Rimasi totalmente spiazzato, presi tutte le mie cose e cercai di
scappare da quella situazione che era solo di imbarazzo per me, avevo
dato la possibilità ad un altro di vincere perché
gli avevo consigliato come migliorare il suo progetto.
Mentre mi avviavo fuori, il giudice che aveva scattato le foto, si
frappose tra me e la porta, e mi chiese di seguirlo.
"Signor..." - "Marcello, Dario Marcello, Dario è il
cognome", risposi, "Ottimo - esordì il giudice - Ottimo
lavoro, anche il suo progetto ha vinto, non se la prenda, noi premiamo
le menti non le opere" - "Non capisco, mi scusi ma non capisco, l'opera
di quel ragazzo era incompleta e non avrebbe funzionato, eppure..." -
"Caro Marcello, se non dessimo la possibilità a tutti di
avere il proprio spazio, non crede che nessuno potrebbe mai crescere?",
"Mi segua ora, venga alla premiazione, le dirò la sua idea e
quella del suo collega ci interessano molto più di quella di
quell'altro ragazzo, ma per assicurarci che il brevetto non venga
clonato abbiamo bisogno di togliere i riflettori da lei ed il suo team,
verrà contattato dalla nostra agenzia il più
velocemente possibile, un nostro contatto verrà a prenderla
questa sera stessa e portarla nei nostri laboratori, le daremo tutte le
tecnologie in nostro possesso per sviluppare la sua idea, non deve fare
altro che scrivere una lista di quello che le serve, e il nostro
ufficio le farà arrivare ogni cosa nel minor tempo
possibile. Naturalmente dovrà trasferirsi all'interno del
locale laboratori e le daremo un alloggio per lei e la sua famiglia"
"Ma veramente io dovrei studiare e laurearmi... e poi non ho famiglia,
sempre che non considero mia madre che è sola a casa..."
"Non si preoccupi di questo, farà tutti i corsi che vuole da
privato, tutto spesato, ci pensiamo noi, ah una cosa, fino a che non
avremo un progetto ed un prototipo funzionante a dimensione reale, devo
insistere che le abbia una scorta a suo seguito ovunque vada,
naturalmente discreta.
Manderemo a prendere sua madre e la faremo trasferire qui da noi...
Spero si troverà bene."
"Ma veramente io..."
"Niente ma, il suo amico ha già accettato, ah è
vero, non abbiamo parlato della paga, vi verranno assegnati 500.000
euro l'anno esentasse, malattie e vacanze pagate, tredicesima e
quattordicesima comprese, tutti i contributi, ed inoltre
userà un nostro fondo personale dove attingere per le
piccole spese, due carte di credito ed un bancomat a nome della ditta,
dove potrà spendere fino a 10000 euro al mese per
suo bisogni personali, che non dovrà spiegare a nessuno."
"Ma veramente..." - "Ancora non è convinto?, Lasci che le
presenti la sua guardia del corpo, ha il compito di non perderla mai di
vista... Sara? Ti presento il nostro uomo..."
Pace a
voi
Curiosità
di questo capitolo, l'idea della premiazione mi è venuta
dopo aver partecipato ad un expo ed aver dato l'edea di creare uno
speciale modo di oscurare i vetri, poi messo in pratica dalla Mercedes,
certo non mi attribuisco l'idea, anche perchè io la dissi
solo a pochi amici e non credo nessuno di loro la rivendette. Forse in
un futuro vedrete la mia idea diventare realtà in un gaget
spesso usato dagli automobilisti e non, ma per ora rimane chiuso nel
cassetto della mia mente in attesa di un compratore.
Il
progetto del "Ventolone" cioè un produttore di energia
eolica a basso prezzo è una realtà messa in
pratica dagli amici della sezione Energie rinnovabili, ne hanno
costruito un modellino e poi cercato a chi poter vendere il progetto,
ma ancora nulla, probabilmente qualche modifica sull'originale l'ho
implementata io con qualche mia pazza idea, ma avevano fatto tutto da
soli.
L'idea
del topo di laboratorio è data dal mio attuale lavoro, sono
veramente un topo di laboratorio, ma solo durante l'orario di lavoro, e
poi l'idea di guadagnare tutti quei soldi è data dal resto
della storia come potete notare lui è un miliardario che non
ha potuto comprare la vita della moglie, anche perchè la
fede in Cristo e quindi la salvezza è inacquistabile.
Vi
rimando alla prossima pagina e spero siate copiosi nel recensirmi ^^
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Capitolo 4 *** Cap 2 Par 1 ***
Cap 2 Par 1
Sembrava di trovarmi in uno di quei film di spionaggio, mi voltai, la
luce filtrava dalle finestre del corridoio, e all'inizio vidi solo una
forma non molto distinta, una donna esile, non molto formosa, sembrava
di ragazzina di 18-20 anni appena, capelli tagliati corti a caschetto,
sembrava portasse una di quelle tute da motociclisti in pelle nera...
aderentissima... wow, sbattei le palpebre e strinsi leggermente gli
occhi per filtrare meglio le luci, ma non guadagnai molto, anzi al
contrario feci una smorfia strana ed imprevista, tanto che le
sfuggì una risata, diventai rosso come un peperone credo, il
che la fece ridere ancora di più.
Volevo sprofondare danti metri almeno, il giudice si accorse
dell'imbarazzo e per venirmi in soccorso invitò Sara a fare
conoscenza con il suo nuovo incarico, mentre a lunghi passi si
allontanava in direzione della sala premiazione.
"Piacere Sara - seguito da un risolino - spero non debba continuarmi a
guardare così - continuò - altrimenti mi verrebbe
alquanto difficile proteggerla mentre rido...", ed un successiva
piccola risata seguì il sorriso più bello che
ebbi mai
visto in tutta la mia vita.
"Oh, mi perdoni, sa, la luce, un po' la mia vista, non da falco come
può notare dallo spessore dei miei occhiali, cercavo di
mettere a fuoco... ma sono così tanto buffo?" domandai un
po' stizzito...
Contrariamente a come mi sarei comportato io, anziché
fuggire dall'imbarazzo o arrabbiarmi per l'apprezzamento non molto
galante, sorrise, e disse semplicemente un "Si, ed alquanto oserei
dire", poi passandosi le dita sulle labbra color fuoco, come se mi
stesse studiando aggiunse, "sembri un gatto quando sorpreso a ronfare
della grossa, si vede scappare un bel topolino sotto il naso"
Splendido faccio la parte del gatto sornione, mi sarei potuto sentire
offeso da quel giudizio affrettato, ma detto da lei, e poi in quel
modo, non potei fare altro che dire "Davvero? La parte del gatto
sornione mi è nuova, ma mi sa' che
dovrò abituarmici".
Sorrise ancora, ma questa volta i suoi occhi nocciola, parvero
illuminarsi di una luce strana, come quella di un gatto che gioca col
topo, le parti si erano invertite ed io, mio malgrado, non avendo mai
fatto nulla per cambiare, mi sentivo il topo, in trappola e nelle sue
mani solo un giocattolo.
Come se mi avesse letto nel pensiero:
"Non mordo mica sai? ma se dobbiamo veramente passare molto tempo
insieme è necessario che io sappia tutto di te", con un fil
di voce: "Cioè cosa esattamente?".
Come se non si fosse accorta del poco fiato con cui avevo risposto,
"Cosa fai, cosa mangi, quando, dove vai per divertirti, a che ora vai a
letto, e cose così, dovresti dirmi veramente tutto, anche
con chi esci, chi frequenti è importante per la tua
sicurezza che io ti trovi sempre ed in ogni momento, per questo i primi
tre mesi verrò a vivere con te, naturalmente sempre che la
tua ragazza non faccia obiezioni, altrimenti basterà che mi
prendo un appartamento il più vicino possibile al tuo"
Deglutii a forza, e con un buon autocontrollo le dissi che non stavo
con nessuno e che la mia casa era un piccolissimo appartamento per due
scapoloni in periferia vicino al campus
"Ottimo - esordì - il tuo amico ha deciso di trasferirsi
oggi stesso nei nostri laboratori, avremo la tua casa tutta per noi!!",
se non fosse stato per la natura del nostro rapporto avrei gioito, ma
già mi era bastata mia madre per tanti anni vicino con un
milione di problemi personali oltre che i miei da gestire, l'idea di
convivere forzatamente con una sconosciuta per di più carina
come quella...
Carina? No, non poteva essere mi ero preso una cotta!!! in solo 2
minuti? colpo di fulmine? il cavolo!, ero un ragazzino alle prime armi
ecco cosa ero e chi sa che esperienze aveva avuto prima di me, quella
mangiatrice di uomini con la voce da sirena e gli occhi da cerbiattina.
Mi stavo già facendo alcuni film che mi interruppe con un
"Ho fame! Che mangiamo?"
Mi ci volle qualche decina di secondi per rimettere in piedi il mio
cervello che era impegnato in mille pensieri che probabilmente, forse
per lo stress, feci quella faccia da ebete di prima...
"Ah ah ah ah, di nuovo? Tu si che sai conquistare le donne! Le fai
morire dalle risate", "Guardi che io...", non feci a tempo a
terminare la frase che mi prese per mano, come si conduce uno
scolaretto e mi trascinò fuori.
Al centro della piazza c'era una Jaguar sportiva nera una
vera sciccheria, mi prese tutte le borse di mano, le mise nel
portabagagli, saltò a bordo della sua lussuosa auto ed dopo
avermi invitato a salire sgommando prese la via della costa.
La guardavo con un misto di orrore, inquietudine e
curiosità, probabilmente la seconda era la più
abbondante. La vedevo sorpassare le autovetture noncurante dei vari
clacson che l'avvisavano di una guida spericolata, oltre la cintura
cercavo di attaccarmi a tutto quello che poteva darmi sicurezza in
quella macchina, conscio di un probabile schianto da un momento
all'altro, ma lei forse non se ne avvide neppure.
Dopo qualche minuto di folle corsa per la città, si
fermò stridendo le ruote davanti ad un ristorantino di
periferia, anonimo quanto il quartiere dove ci fermammo.
La costruzione a forma di pagoda, tipico stile orientale stonava con
il resto degli altri edifici presenti che variavano da lussuose
dependance plurifamiliari a baracche di lamiera, scese molto
elegantemente "saltando" lo sportello e mi invitò con un
sorriso ad entrare nel ristorante cinese.
Ci accolse una ragazza molto giovane, con un kimono variopinto, ci
accompagnò ad un tavolo in una zona all'interno del locale,
molto riservata, tutto intorno si potevano notare nella luce rosa
soffusa arazzi e dipinti, probabilmente a mano, inneggianti creature
mitologiche tipiche di queste religioni, dipinte nei minimi dettagli,
nel loro habitat naturale o perlomeno sembravano a loro agio tra sterpi
e giungle.
Sulla nostra destra un drago dorato con delle scaglie verdastre con
migliaia di sfumature volava in un cielo arancio tramonto, tipico della
tradizione cinese, sembrava vivo, man mano che ci avvicinavamo al
tavolo sembrava quasi volesse uscire dal dipinto e farci visita.
A sinistra incombeva una tigre bianca avorio con zanne lunghe e
scintillanti, sembrava volesse proteggere la sua giungla incontaminata
da presenze umane. Il tutto era reso ancora più inquietante
dalla presenza di ombre tra i giunchi che le avrebbero permesso di
scomparire alla vista per saltarti addosso nel momento in cui meno te
lo aspettavi.
Una musica lieve, forse uno xilofono o una campana tubolare, ti
invitava a rilassarti e a perderti nella foresta con la tigre o nel
cielo col dragone, ci sedemmo uno a fianco all'altra quasi a sfiorarci,
ci venne dato il menù, su carta di riso, sottile e quasi
trasparente, poco dopo ci raggiunse un altra cameriera, anche se credo
fosse la sorella della prima, di solito questi ristoranti sono a
conduzione familiare, che ci portò del liquore caldo ed
aromatico in una teiera di porcellana bianca orlata di blu e d'oro,
vennero posti davanti a noi due piccoli bicchierini, anch'essi in
porcellana, ma grandi come quelli delle bambole, ci versarono il
liquore e come era venuta la ragazza scomparve con uno svolazzo del
kimono.
Pace a
voi.
Lo
sapevate che vado pazzo per il ristorante cinese? e si, ma di
più mi piace il giapponese, amo il sushi, e non poche volte
ho convinto la mia dolce mogliettina a farmelo, ora abbiamo scoperto un
sushi bar nella mia città, ma ancora di più un
ristorante in un'altra bellissima città che per una cifra
irrisoria vi permette di mangiare quanto volete... Quel giorno
mi sono spazzolato almeno 50 pezzi di sushi maki e non mi sarei fermato
se non qavessimo avuto un altro appuntamento.
Peccato,
ma questa estate prometto solennemente di fotografarmi mentre faccio il
bis e tris etc... Amo il sushiiii
Alla
prossima.
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Capitolo 5 *** Cap 2 Par 2 ***
c2p2
Forse era la
luce così soffusa o i caratteri scritti piccoli, sta di
fatto che mi ritrovai a stringere gli occhi così
pesantemente da farli diventare due fessure, ma ugualmente
non riuscii a veder nulla a parte i titoli, un po' più
grossi del resto.
Soppressi
una maledizione, e dissi con finta noncuranza: "Per me un antipasto, un
primo e un secondo!".
Questa
volta fu lei a fare una faccia strana, e sorridendo a trentadue denti
mi colse di sorpresa dicendo: "Ma come? Ci sono più di 40
piatti diversi e non scegli quali?" - Poi fissandomi tanto da farmi
arrossire ed abbassare gli occhi - "Non dirmelo! E' la prima volta che
mangi cinese?, Oh che gaf, potevi dirmelo no? Ok, tutto sotto controllo
scelgo io per te. Hai qualche allergia alimentare?" - "Veramente.., no,
ma non è la prima volta che vengo è che non
riesco a leggere i nomi e special modo gli ingredienti, non vorrei
trovarmi un istrice al posto del pollo.." - Rise un bel po', spostando
la mano davanti alla bocca, e poi chiamata la ragazza: "Dunque, ci
porti... due porzioni di involtini primavera, due porzioni di ravioli
al vapore, e pure due di Xiao-Mai, una porzione di riso con gamberi,
una di riso alla cantonese, e..." - "Scusa ma chi si magia tutta sta
robba" chiesi un po' allarmato - "Tranquillo, pago io e poi quello che
avanza ce lo portiamo a casa..." Sorrise e continuò: "un
centro tavola di fungo imperiale e naturalmente una bella ciotola con
nuvole di drago!", mentre la signorina raccoglieva i menù e
iniziava ad allontanarsi aggiunse "Mi raccomando molta salsa
agrodolce..."
Poi
ritornando a guardarmi, sorridendo, mi chiese se per mantenermi agli
studi facessi un qualche lavoro oppure ero mantenuto dai miei
genitori...
Presi
spunto da quella domanda per raccontarle che i miei erano gente povera,
lavoratori da tutta una vita, mio padre era salumiere in una drogheria
vicino casa, che dopo molti anni aveva rilevato l'attività
del vecchio proprietario che era andato in pensione e che gentilmente
gli aveva ceduto tutto senza spese aggiuntive, allora era un buon
lavoro, ben retribuito, e di grande pregio, aveva una buona clientela e
che per molti anni aveva reso bene, avevamo potuto acquistare una casa
tutta nostra, e con il tempo anche un garage e il giardino.
Poi
i tempi erano cambiati, la cittadina era cresciuta ed erano
iniziati a spuntare i megastore, la spesa veniva fatta sempre a costi
inferiori, anche se la qualità era nettamente inferiore,
molti preferivano spendere meno che pagare di più, e piano
piano prima di fallire mio padre fu costretto a chiudere. Da un lato
era buono perché poteva dedicarsi a tutte le cose che non
aveva potuto fare in gioventù, dall'altro sentendosi inutile
aveva iniziato a sentirsi un peso per gli altri e cadeva ogni tanto in
una depressione nera come la pece, da cui nessuno poteva aiutarlo ad
uscirne, rimanendo anche giorni interi chiuso nel suo studio a piangere
... In quei momenti avrei voluto poter avere i superpoteri per curare
la sua malattia, ma sapevo solo dargli preoccupazioni., poi un giorno
mentre stava facendo un po' di fai da te, pitturando una staccionata,
si accasciò al suolo.
Chiamammo
l'autombulanza, lo ricoverarono, aveva avuto un attacco cardiaco ma ora
stava meglio, doveva solo riposarsi, quindi fare lavori leggerissimi, e
stare a riposo il più tempo possibile, il giorno della mio
diploma dopo aver detto a tutti che si sdraiava un attimo per prender
fiato, si addormentò per sempre, quel giorno felice divenne
il mio incubo per sempre, mi sarei dato la colpa di averlo affaticato
per lunghi anni.
Mia
madre fu costretta a vendere parte del mobilio per pagare le varie
rette della mia scuola, la borsa di studio per il mio modellino che
avevo costruito era poca cosa rispetto alle spese per l'affitto della
casa e per i costosi libri universitari.
Mamma
fu costretta allora a trovarsi un lavoro, teneva compagnia ad una
anziana signora ventiquatto ore su ventiquattro, forse per questo volle
che andassi via, per non soffrire della sua mancanza.
Mi
sentivo responsabile per tutto e mi trovai un lavoretto, l'unica cosa
che sapevo fare era il salumiere, me lo aveva insegnato il mio
papà, ma non ero mai al banco, li c'era il padrone, io
facevo qualche commissione e stavo alla cassa, guadagnavo pochissimo,
ma quanto bastava per non dover chiedere tutti i mesi soldi a mamma.
Facevo
esperimenti nel sottoscala ed eccomi li con lei, la mia storia era una
sequenza di tragici avvenimenti che per altri sarebbero stati di
nessuna importanza, ma Sara all'ultimo mi prese per mano e mi
abbracciò, "Non devi sentirti in colpa per tuo padre, sono
cose che succedono, secondo me ti ha visto realizzare un sogno e ha
deciso di prendersi il meritato riposo, sicuro che quaggù ci
saresti stato tu, forte per tutti voi.", me lo disse con una
voce così dolce che mi ci abbandonai, tutte le
miei incertezze vaporizzarono all'istante, per anni ero stato nella
più disperata condizione ed ora avevo una
possibilità di redimermi, con tutto il cuore avevo bisogno
del suo perdono, e credetti con tutto me stesso in questa soluzione.
Parlavo
così tanto che spesso avevo necessità di bere, e
quel liquore tiepido, sembrava posto li appositamente, solo io ne avevo
bevuto poco più della metà quando per l'eccessiva
quantità di alcool ingerita con il livello di coscienza di
una ameba nel brodo primordiale, mi addormentai sul tavolo.
Quando
aprii gli occhi un dolore allucinante mi martellò le tempie,
avevo voglia solo di vomitare, mi alzai dal letto scoprendomi solo in
boxer, tutto vorticava all'impazzata aumentandomi la voglia di
liberarmi il più presto possibile, ma dove ero? Non
riconoscevo la casa, mi girai cercando di capire qualcosa ma ebbi
l'impressione che anche la stanza si spostava con la mia testa, non ce
la facevo più, mi guardai intorno, neppure un cestino
cacchio, la porta era troppo lontana, la finestra pure... caddi in
ginocchio, aggrappandomi al comodino feci cascare tutto con un forte
rumore di vetri, mi ritrovai in mano un cassetto, vuoto, avevo trovato
il mio cestino...
"Oh
no, nel comodino no... scusa ma non potevi chiamarmi?"
Esordì sara entrando in camera, nella sua camera da letto!!!
ecco dov'ero...
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Capitolo 6 *** Cap 3 par 1 ***
Cap 3 Par 1
Ero ancora scombussolato, mi vorticava tutto, cercai annaspando, di
mettermi su, ma non ci riuscii, un altro attacco di stomaco
sopraggiunse, cercai il cassetto, ma lei fu più veloce di
me, "Eh no bello mio, hai già dato qui"- Aprì un
cassetto e velocissima estrasse un vestito, ancora imbustato, ne tolse
velocemente l'involucro e me lo porse, poi con altrettanta
velocità scappò con in mano il cassetto
incriminato, e mentre io ci davo dentro di brutto, la sentii urlare
qualcosa da lontano, ed ero certo non fossero dolci parole.
Posai la busta maleodorante che mi invitava a farne largo uso, mi
appoggiai al lato del letto e per la stanchezza mi addormentai.
---------------------------------
Che cavolo!, ma cosa mi era venuto in mente? Mescolare il lavoro con...
non so neppure cosa, un'amicizia niente di più.
Eccome guarda un po' cosa succede a dare la mano ad uno che poi affoga
nell'alcool i suoi ricordi, me la sarei dovuta aspettare, non che fosse
un cattivo ragazzo, assolutamente, ma da qui a flirtare con lui, per
metterlo un po' a suo agio, forse avevo esagerato, ma era
così caruccio.
Si vedeva che era alle prime armi, non mi era mai capitato un
ragazzetto così imbranato, gurada che casino mi aveva
fatto!!! Nel comodino poi! Ero indecisa se buttare il comodino e
prenderne uno nuovo, tanto problemi di soldi non ne avevo, ma no non
era giusto, non dovevo permettergli di rovinarmi la casa, anche se non
lo aveva fatto apposta.
Con un gesto buttai il cassetto sul selciato, l'erbetta era appena
spuntata dopo che avevo chiesto al ragazzetto vicino di casa di
tagliarmela per un paio di euro, era anche un modo per tenermi i vicini
amici, nel mio lavoro, anche un solo vicino invidioso averebbe potuto
rischiare di distruggermi la carriera o addirittura mettere in pericolo
la mia vita.
Presi la pompa dell'acqua, la regolai al massimo e allontanata dalla
bomba chimica di qualche metro, la irrorai a getto continuo per
più di 10 minuti, mentre lo facevo iniziai a dire cose poco
carine a Marcello, scoprii di sentirmi meglio. Ecco avevo sfogato tutta
la mia frustrazione su di lui.
Chiusi l'acqua, svuotai il cassetto e lo misi ad asciugare al sole,
tornai in casa, andai diretta nella camera da letto pronta a scaricare
un altra buona manciata di secondi di tensione e lo trovai addormentato
sul lato del letto...
Ma può essere? Sembrava un cucciolotto disperso, i capelli
arruffati, sudaticci e scompigliati, no, non mi ci fece il cuore di
svegliarlo, presi la coperta e gliela passai sotto le gambe, poi lo
coprii come potei fare meglio.
Mentre mi allontanavo con un fil di voce disse "Non andare via ti
prego, se poi la stanza si rimette a girare potrei perdermi in qualche
stanza ancora inesplorata", risi, ma che matto che era, mi faceva una
tenerezza incredibile. Lo aiutai a salire sul letto, e mi sdraiai
vicino a lui, ero pronta a dargliele di santa ragione se solo ci avesse
provato, invece mi prese una mano, l'abbracciò e si
addormentò subito.
Rimasi a pensare cosa sarebbe potuto accadere in questi mesi, fino al
giorno della produzione del prototipo, con un cucciolotto
così, ero una ragazza molto allegra, capace, avevo studiato
al college e laureata con il massimo dei voti, poi avevo fatto arti
marziali, anche li successi a non finire, non avevo mai dato tempo ai
ragazzi di invadere troppo la mia vita.
Se fosse stato, sarebbe stato solo una relazione fugace, senza troppi
impegni sentimentali, ci saremmo solo divertiti e lui forse sarebbe
riuscito a sbloccarsi. Tirate tutte le conclusioni mi addormentai
imprigionata affianco a lui.
---------------------------------
Mi svegliai credo dopo molte ore, era sera ormai, eero sudatissimo, il
mondo aveva smesso di muoversi, ed anche il mio stomaco ne risentiva
meno, mi voltai quasi immediatamente alla mia sinistra, sentivo un
calore misto ad un profumo di fiori di arancio, rimasi a fissarla per
diversi minuti.
Bellissima, capelli a caschetto, luminosissimi, pelle come la pesca
anche di odore, morbida e vellutata, due labbra rosse color fuoco
mettevano in risalto i suoi lineamenti quasi fragili
e delicati, indossava una camicetta panna e una gonna jeans,
sicuramente diversa dalla tuta da motociclista della sera prima.
Sentii il suo lievissimo respiro appena udibile, regolare, le
tenevo la mano, stranissimo non ricordavo affatto di avergliela presa,
che fosse stata lei a farlo? Ma cosa andavo pensado, per lei ero solo
lavoro, poi era controproducente mescolare privato e pubblico, lo
dicevano in tutti i film che avevo visto, finiva sempre male. Ma averla
così vicino e non poterla neppure sfiorare mi faceva male,
appoggia la testa sulla sua spalla e chiusi nuovamente gli occhi.
---------------------------------
Mi ero accorta che mi osservava da un po' anche perchè ero
sempre stata addestrata ad essere sempre vigile, un piccolo movimento
del materasso mi aveva avvistato che si era svegliato, ma la cosa
strana era che non ci aveva per nulla provato, eppure non era brutta,
ed era sicura di piacergli anche solo un pochino, ed allora
perchè non mi aveva neppure baciata?
No eccolo forse ora, no, neppure, mi aveva solo abbracciato sulla
spalla e poi si era addormentato. Ma è proprio imbranato,
pensai, aprii gli occhi, era tardi circa le sei di pomeriggio, i raggio
arancio entravano dalle persiane legegrmente aperte. Con non poca
fatica mi misi a sedere sul letto, mi liberai delicatamete del suo
abbraccio, e andai in bagno a fare una doccia, ero
superappiccicaticcia. Mentre l'acqua scendeva sentii andare via tutte
le tensioni che si erano accumulate in quella giornata, dovevo prendere
quel lavoro per quello che era, semplice lavoro.
Uscii, mi asciugai per benino, mi misi una crema per il corpo alla
pesca dolce. una maxi t-shirt fuxia, ma si, chi vuoi ch mi veda e corsi
a farmi un bel tazzone di latte e caffè con biscotti. Accesi
la radio, musica country, si rilassante, e iniziai a pulire la cucina
dai piatti del giorno prima.
---------------------------------
Mi svegliai di soprassalto, nervi tesi all'inverosimile, qualcosa mi
aveva messo all'erta, un rumore, forse dei passi, mi guardai intorno
come se qualcosa fosse così vicino a me da sentirne il
respiro, qualcosa c'era in effetti, era buio la sveglia indicava le
otto e mezzo, un ombra si muoveva silenziosa intorno a me, la riuscivo
a percepire, vidi alcune luci filtrare dalle persiane oscurarsi per
qualche secondo alla mia destra.
Mi si gelò il sangue, poi quel qualcosa come se mi avesse
scorto solo ora si avventò su di me, mi dibattei e urlai a
squarciagola ...
Pace
a voi,
Come dicevo prima ad una
mia amica di questo spazio, mi sarebbe piaciuto anche ame
implementare le storie a visione, certo che è complicato
fare la parte di una ragazza...
Curiosità
della puntata: Si lo ammetto, mi sono sbronzato una volta (l'ultima) di
almno 20 anni fa con il SACHE', e non vi dico, io dovrei essere una
persona posata, a modo, no, nulla affatto, dopo aver bevuto con un
amico al cinese 2 birre cinesi e una teiera di liquore ho avuto la
bellissima idea di andare a dormire su una nave... Era ancorata al
porto, ma pur sempre beccheggiante, lo ricordo come fosse ieri, ebbi il
mal di mare indotto dall'alcool, cercai di scappare per il bagno ma fu
tragico lasciare la scia, arrivato a poppa non avevo più
nulla nello stomaco, tutta la mia cena l'avevo lasciata andare per la
via, naturalmente toccò al mio amico Diego - "Ciao Dieguccio
caro" - pulire perchè il solo sentirne l'odore mi faceva
venire voglia di incrementarne la quantità... Poveretto,
al,meno 12 metri di schifo, e continuava a beccheggiare...
Da allora mai
più, una birra passi, ma le sbronze sono finite. Ci avreste
mai creduto?
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Capitolo 7 *** Cap 3 Par 2 (la fine) ***
Sentii un urlo ed una lotta, corsi immediatamente in camera in un
secondo accesi la luce con la pistola in mano, "Calcutta, oh santo
cielo! lascialo immediatamente - urlai - Vai via brutta gatta
cattiva", solo allora mi accorsi che era caduto giù dal
letto e con un libro si proteggeva il viso.
"E bravo - esclamai - Tu si che ne capisci di autodifesa, hai scelto
bene... la bibbia, con quella starai sicuramente al sicuro e protetto
da tutti - risi e pensai ad un guerriero bronzeo con una bibbia in
mano al posto della lancia e dello scudo - "Tutto bene?" - gli sorrisi
allungandogli il braccio per aiutarlo ad alzarsi, impacciatissimo,
rosso in viso, si tirò su, si guardò in giro e mi
chiese se c'erano altre sorprese in casa da doversi aspettare saltagli
addosso.
Risposi di no, un po' freddina, davvero, avevo deciso di essere solo la
sua guardia del corpo e niente di più, ma vederlo, nudo
anche se solo in boxer, esilino, graffiato dalla mia gatta mi fece
esplodere la vena di protezione oltre l'immaginario. Andai in
bagno presi la cassetta del pronto soccorso, cotone, acqua ossigenata e
tornai da lui a disinfettarlo per benino.
"No, grazie - esclamò - va bene così"
"Ma cosa blateri? Che ne capisci tu di gatti? A parte che Calcutta ama
rotolarsi nella sua ciotola della sabbietta, ma sotto le unghie i gatti
hanno delle vere e proprie armi batteriologiche, se non ti pulisco ti
gonfierai come un pallone ed esploderai per tutta la camera schizzando
liquido verdastro come alien", dissi mentre lo disinfettavo per
benino e la cosa più buffa fu che mi chiese "Davvero?" - li
non potei più trattenermi e mi misi a ridere a
più non posso.
"Ecco mi prendi pure in giro!" - disse un po' contrariato, non so
perchè, ma per tranquillizzarlo gli diedi un bacio dolce
sulla guancia, come ad un fratello.
---------------------------------
Passarono i secondi, credo di essere diventato rosso come un polpo, lei
scoppiò ancora a ridere e la cosa mi faceva veramente
infuriare, ma d'altro canto ero felice mi stesse affianco.
Quella sera dopo pranzo ci sedemmo alla tv a vedere i cartoni animati,
abbracciati sulla poltrona, poi come se fosse tutto naturale, sul tardi
la presi per mano e andammo a dormire insieme, senza gatti.
Fu la più bella notte della mia vita, scoprii tante cose che
ignoravo totalmente, lei fu paziente con me, ci appagammo l'un l'atra
completamente tanto da svegliarci l'indomani tardissimo.
Flash
Stavo piangendo
Flash
Aprii gli occhi e vidi un elicottero davanti a me, al megafono una voce
"Stia fermo dove si trova, non commetta imprudenze, la stiamo venedo a
prendere", le luci alternanti rosse e blu mi fecero capire che era
della polizia, il flash proveniva da un fotoreporter che avrebbe fatto
uno scoop il giorno dopo con l'antemprima della mia fine.
Chiusi gli occhi e pregai
"Dio, so che non sono
stato una brava persona, che non ho amato mia moglie come avrei doluto,
perciò tu l'hai mandata via da me per punirmi, e ora io sto
per distruggere la mia vita perchè io senza di lei non posso
vivere, Signore, ti prego se tu esisti, fammela ritrovare dovunque ella
sia e se puoi, perdonami"
Ad occhi chiusi mi spinsi oltre il cornicione, un urlo, un forte rumore
di vetri in frantumi e un vociare intenso. Un dolore inimmaginabile,
tutte le mie cellule urlarono all'unisono.
Aprii gli occhi e vidi una gran folla corrermi incontro, sirene,
polizia, mi voltai, si, perchè ero in piedi, e vidi, la sua
macchina in frantumi e... me, cioè il mio corpo sopra il
cofano, senza vita, il vociare si affievolisce, tutto diventa buio, mi
guardo intorno...
Un uomo mi si avvicina - "Seguimi"...
Pace
a voi
Come va? Pensavate fossi
andato in vacanza? Bhe non ancora purtroppo, la mia macchina
è in ferie, dal meccanico e encora non si sa cosa le sia
successo, sarebbe bello no? avere un supercomputer che ti dica cosa
è guasto, ma sapete per chi come me si deve accontentare di
prendere un'auto di seconda mano, non può certo permettersi
questi optional, che so che esistono su macchine supertecnologiche.
Curiosità
delle puntate a venire a partire dal capitolo 2, è tutto
pura fantasia che ottengo mentre dormo, vioè mi
sogno ogni capitolo nuovo, al contrario i primi capitoli e la premessa
sono una mia opera un po' datata mai scritta in pubblico.
Spero vi piaccia, ho
dovuto stringere un po' perchè altrimenti non la finivo
più... ma di Sara parleremo in avanti, dopotutto i suoi
ricordi sono la cosa più importante, per ora.
Alla prossima.
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Capitolo 8 *** Cap 4 Par 1 (dalle stelle alle stalle) ***
manosc3
"Come scusi?" - Rimasi atterrito, già la sensazione che
avevo provato vedendomi a pezzi sull'auto era stata agghiacciante, ora
ero totalmente perso.
Mi guardai le mani, non riuscivo a credere di essere ancora vivo,
cioè, non proprio, ma ancora senziente.
Il nuovo arrivato, con una voce atona, come se mi avesse letto nel
pensiero mi disse: "All'inizio sembra che tu sia sempre lo stesso, ma
è solo una tua percezione del passato, sei solo
un'ombra niente di più, tra poco svanirai per lungo tempo,
fino al giorno del giudizio, e poiché hai
conosciuto la verità e probabilmente per il modo con cui hai
posto fine alla tua vita, sarai condannato alla geenna del fuoco
eterno. Ma chi può dirlo? Abbiamo un Padre meraviglioso,
forse ti salverà. Ora muoviamoci..." indicandomi una
direzione tutt'altro che luminosa...
Mi incamminai, titubante, volevo saperne di più sul loro
"Padre" non capivo, chi era costui che poteva gestire le loro vite a
Suo piacimento...
"No, non a Suo piacimento - disse interrompendo i miei pensieri
- Dipende da come noi, abbiamo vissuto la vita sulla terra, nell'attesa
del Suo ritorno, devi vederla come.., come posso dire...
Sta scritto
che un giorno delle giovani dovevano sposarsi, e attendendo lo sposo
sulla porta della casa, si fece buio, per farsi vedere accesero tutte
la loro lampada, solo che alcune di loro non si premunirono di prendere
abbastanza olio per le loro lampade che dopo poco si spensero, allora
chiesero alla avvedute di prestargliene, ma non glielo diedero,
altrimenti sarebbero potute rimanere senza anche loro, quindi in fretta
corsero in città per acquistarne, ma al loro ritorno non
trovarono ne le avvedute ne lo sposo. Certo il Padre è buono
con noi e con tutti quelli che lo amano, ma sulla terra è
dato di prepararsi per il suo ritorno, e non vorremmo trovarci poi
senza olio per poi perdere il nostro sposo".
"Scusami non capisco, questa storia che hai raccontato, mi pare di
ricordarla, anche se non saprei dirti da dove l'ho letta"
"Tranquillo sono le sacre scritture, sulla bibbia,
è una delle parabole dette dal Padre agli uomini per
indicargli la Via..."
Scusa tu parli di Padre, di insegnamenti, di prove da superare e di
preparazioni, ora non ha più senso per me sono morto!!!
Anche volessi, non potrei cambiare nulla è tutto finito.
Vorrei solo incontrare le mia donna".
"Non ti è concesso, dobbiamo aspettare il Padre e le Sue
decisioni".
Preso dallo sconforto mi fermai, desideravo vedere Sara un'ultima
volta, e sapere che non potevo mi avrebbe ucciso dalla sofferenza, ma
poiché ero morto... Risi a tali pensieri, non ero cambiato
neppure un po' una volta me ne ridevo della morte, ora da morto me ne
facevo un baffo...
La strada si fece buia vedevo solo un disco di luce bianca, come se
fosse investita da un riflettore, al centro una sedia di legno. Il mio
compagno di viaggio mi indicò di sedermi e scomparve nel
buio, rimasi ad osservare la scena, attentamente la sedia, niente di
che, una sedia semplice color noce, levigata, lucida, come non fosse
stata mai usata, al tocco fredda..
"Si sieda, prego" - una voce penetrò tutto il mio
essere, il cuore iniziò a palpitarmi velocemente in petto,
mi voltai dalla parte di dove credevo provenisse la voce ma
non vidi nulla..."Marcello, siediti!!!", socchiusi gli occhi, cercai di
vedere... "Marcello, abbiamo tutta l'eternità, ma se ti
siedi facciamo prima"
Almeno era spiritoso (detto da uno spirito) commentai nella mia mente e
mi sedetti -
"Dunque, capo di accusa, suicidio, beh non ci dovrebbero essere
complicazioni, nella tua misera vita non hai mai cercato il Padre,
anche se avevi uno dei sui figli vicino, non hai mai voluto
approfondire, hai vissuto per la maggior parte del tempo povero, poi
avuta la tua possibilità e ti sei dedicato completamente a
dio Mammona dimenticandoti di tutti.
In teoria saresti da Geenna, ma da quando Sara è
tra noi" - Trasalii - "Non ha fatto altro che pregare per la tua anima,
ed ho deciso di esaudirla, ma ricordati che hai deciso di toglierti la
vita, che non è mai stata tua, te l'aveva donata il Padre,
perciò ti condanno ad una vita di redenzione, ora uno dei
miei angeli ti spiegherà tutto, l'udienza è
terminata".
La luce si spense e rimasi al buio...Condannato... Ad una vita di
redenzione... mi immaginai con il saio a pregare in una chiesa... sui
ceci e fustigandomi tutte le mattine...
"No, ma che sciocchezze ti vengono in mente!!! - mi disse il tizio che
mi aveva accompagnato - Il Padre non ha mai voluto queste cose, anzi
se leggi sulla bibbia, vedrai come i
suoi figli aborriscono queste cose, anzi si beffeggiano di chi le
pratica!".
"Perdonami, non ho capito, che intendeva... ma ora che me lo fai
notare... Mi leggi nel pensiero???" - strillai
"Qui tutti possono farlo, nulla è nascosto e tutto
è palese, dunque fammi vedere..."
Sfogliò un librone nero scritto a caratteri oro - "Ok
Marcello, cioè, tu sei morto quindi Marcello non
c'è più, usiamo un altro bellissimo nome... mhmm
che ne dici di Joshua?, no meglio di no, anche se è bello
avere uno dei nomi del Padre, bho forse un giorno te lo meriterai...
dunque fammi pensare... Si, ti s'addice benissimo Jonathan, poi lo
scoprirai il perché.
Ti diamo dotazione standard, dunque, potrai leggere nel pensiero delle
persone solo se il Padre te ne da l'autorizzazione, sarai immortale per
il tuo lungo periodo di riabilitazione, ma sanguinerai e soffrirai come
un uomo, perché ti verrà dato un corpo
vero, non ti è permesso smaterializzarti o robe
simili, sarai solo un uomo in mezzo agli uomini, ogni tanto ti
sarà data una missione, il tuo compito è di
salvare chi come te cerca di farla finita per la troppa sofferenza.
Dopotutto il mondo è di satana quindi è normale
che tutti cercano di fuggire alla sofferenza, ma nel modo sbagliato. Ti
viene data la conoscenza del Padre sulla Sua volontà e
potrai usare solo e ripeto solo la Sua parola, non fare discorsi strani
o verrai 'ritirato' per così dire... potrai metterti in
contatto con me, che sono il tuo tutore per ora, ma tutte le richieste
dovrai farle al Padre, come tu ben sai... Domande?"
"Ma stiamo scherzando? - risposi - Sembra di essere in uno di quei
film... 'mission impossible'... ma è tutto reale o
c'è una telecamera nascosta?, sto sognando sicuro"...
"Non hai sentito il Padre? Ti si è data una seconda
possibilità, cosa molto rara, ma del tuo passato non potrai
parlarne a nessuno, abbiamo regole molto severe qui, l'amore
è totale, prioritario, e cerchiamo di salvare molte anime
ogni giorno, già basta quello che fanno i Suoi figli, che
senza le tue dotazioni, portano alla salvezza milioni di anime al
giorno strappandole al regno delle tenebre e portandole alla luce... A
dimenticavo... Per nessun motivo ti è concesso interferire
con il libero arbitrio delle persone che siano credenti o semplici
mortali".
"Cioè non posso obbligare con la forza una persona a fare
quello che è giusto?"
"Secondo te se il Padre volesse non potrebbe far si che tutti siano
buoni? Che non esistano più le violenze e le guerre? Tutta
la terra e noi tutti siamo sue creature, se volesse lo potrebbe fare,
ma Lui vuole che siamo liberi di amare e non obbligati ad amare Lui
principalmente, e poi il nostro prossimo. Se nasce nel cuore delle
persone il sentimento dell'amore Cristiano, allora tutto è
diverso è una scelta di voler amare, ma l'amore è
libertà."
"Detto questo... Prima tua missione, tornare sulla terra e prendere il
posto di una persona che tra pochissimo se ne andrà vendo
qui ovviamente, prenderai in prestito il suo corpo, dovrai presentarti
da padre Alessio, il prete della 'Comunità angelica della
misericordia divina' ed aspettare istruzioni, nell'attesa, se potessi
dare conforto ai senza dimora della zona sarebbe perfetto, il Padre
gioisce se vede un cuore pronto a donarsi al prossimo... e poi sarebbe
un modo di fare pratica non credi?
Che dirti dunque... buona fortuna? No, quello lo dicono gli altri
quelli del mondo che non hanno speranza ma si affidano alle ombre, noi
diciamo 'Pace a te',
Ci si vede".
Ero ancora frastornato, al buio, mi sentii il corpo diventare freddo,
che freddo, battevo i denti... aprii gli occhi lentamente, una luce mi
accecò, una lampadina, delle voci...
"No, non vedete che è vivo? Se batte i denti dal freddo
è molto più vivo di me."
"Ve lo giuro agente, era morto e bianco in viso, mi aveva fatto paura"
"E' vero" - disse un'alta voce, femminile un po' gracchiante - "Non si
muoveva, ed io gli ho ascoltato pure il cuore, e niente... è
tornato dal regno dei morti per portarci via con lui".
Il poliziotto: "Come ti chiami?"
Io: "Jonathan"
"Ecco lo sapevo è stato rapito dagli alieni, verremo tutti
invasi e ci ruberanno il cervello per metterlo in dei barattoli..."
il poliziotto: "Qui mi dicono che ti chiamavi Alessandro, sicuro di
sentirti bene? Ha bisogno di una coperta, seguici, ti portiamo in un
posto al caldo dove protrai riscaldarti lo stomaco con una minestra
calda".
Mentre mi alzavo, un dolore spaventoso, da mozzarmi il fiato, proruppe
dal fianco, da quando soffrivo di ernia? mi guardai le mani...Vecchie,
screpolate, rinsecchite, unghie sporche e giallastre, un paio di guanti
da bikers senza dita, in lana marrone, oleosi, maleodoranti, portavo un
cappotto di non so cosa più, a quadri sporco e logoro, umido
e polveroso, nero, un paio di pantaloni militari freddi ed ingialliti e
un paio di scarponcini di similcuoio freddi e fradici di muffa e sudore.
Maledissi il giorno della mia nascita, in tal caso il giorno della mia
rinascita... ero un senza fissa dimora o volgarmente un vagabondo
senzatetto, senza passato e senza futuro...
Ma cosa avevo mai fatto di così grave da dovermi ritrovare
all'opposto uno che doveva trovare nel suo animo il modo di superare la
giornata se andava bene con un piatto di fagioli...
Mentre mi incamminavo con i poliziotti che si tenevano a debita
distanza (e te pareva, volevo scapparmene pure io), intravidi la nostra
meta, una chiesetta poco appariscente in un piccolo parco, non troppo
evidente.
Bussarono, più volte, poi venne ad aprire un ragazzetto di
dodici anni o poco più, assonnato, che vedendo la polizia,
chiuse l'uscio di corsa e scomparve all'interno della casa urlando
qualcosa di indecifrabile.
Poco dopo il parroco aprì il portoncino ed intravidi il
ragazzo di prima alle sue spalle timoroso e allo stesso tempo curioso.
I poliziotti scambiarono delle parole con padre Alessio e poi
indicandomi mi fecero accomodare all'interno della stanza.
Pace
a voi.
Oh
eccomi qui al ritorno delle vacanze, la macchina? bhe è
sempre in vacanza ma se non la si manda troppo veloce, va che
è una meraviglia...
Eccoci
qui alla svolta, la nuova vita di Jonathan e si, Marcello mi stava
antipatico l'ho fatto schiattare per cambiargli nome.... ma no che
pensate???
Dunque
spero vi piaccia e che sia avvincente come ma la sono sognata oggi...
Note
sul capitolo e curiosità: Il senzatetto è
un'idea di mia moglie (Ciao Robi) che amo profondamente, certo che
questa storia toccherà molte classi e persone della nostra
società insegnandoci ad amare tutto e tutti indistintamente
dall'etnia e dallo status sociale, cosa che affermo pienamente con
sicurezza ancora oggi non viene fatta da molti dei ragazzi dell'ultima
infornata, ma poiché Dio ha tanto amato il mondo da darci il
suo unigenito al fin di salvarci, bhe allora è tutto un quiz.
Per
la parte riguardante il libero arbitrio ricorderò in futuro
tante belle cose in proposito, seguitemi copiosi mi raccomando.
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Capitolo 9 *** Cap 4 Par 2 (Il dono dello Spirito Santo) ***
42
"Piacere, io sono padre Alessio, come ti senti? - mi chiese
garbatamente il parroco - Entra, siediti qui, vicino al fuoco, non
abbiamo molto da mangiare, ma un piatto di pastina calda è
quello che ti ci vuole per riprenderti", così dicendo
scostò una sedia e mi indicò il tavolo, poi
chiamò la governante e le chiesa di fare un po' di pastina
in brodo.
Prese un'altra sedia e si sedette difronte a me ed aspettò
che finissi.
Il brodo era un po' insipido, ma con il freddo che avevo provato nulla
mi dava maggior forza che un bel piatto caldo, dovetti bere prima il
brodo che scottava addirittura per quanto ero freddo. Ancora non
credevo a quello che mi era successo tutto mi sembrava un brutto sogno
da cui volevo svegliarmi.
La cosa chiara fino ad ora era che ero ancora vivo e a quanto mi aveva
detto l'angelo non potevo morire finché non avessi scontato la mia
condanna.
Maledizione - pensai - Avevo deciso di farla finita
perché soffrivo della mancanza di Sara, ed ora ero ancora
qui a soffrire, mi scappò una parolaccia, il prete
accigliato mi chiese se qualcosa non andava nel cibo, "mi scusi...
padre... è che mi sono successe tante cose oggi che non so
neppure io", "tranquillo figliolo, se la vita fosse fatta per
trascorrerla senza problemi cosa ci saremmo a fare qui?", "Perdonatemi
padre, ma lei cosa mi sa dire della volontà del Padre
celeste?".
"Cosa vuoi che ti dica io? - iniziò il prelato - Lui ci ha
donato questa vita per fare il bene al nostro prossimo ed essere degni
di essere chiamati a miglior vita dopo la morte, purtroppo il mondo
è pieno di violenza e siamo destinati a soffrire per
dimostrare di essere degni, la carne è debole ma uno spirito
forte può vincere ogni cosa"
"Quindi se io mi comporto bene, e aiuto il prossimo ho la vita
eterna?", "Se piace a Dio certamente, ricordiamoci di tutti i nostri
fratelli martiri della fede. Sarà, - borbottai io - ma non
mi convince molto"
"Dimmi... va meglio ora? - domandò dopo che ebbi finito di
mangiare - Se stai meglio è ora che tu vada a dormire, e..
wawaww anche noi", mi portò in una stanzetta un po' umida al
piano semi interrato, dove un letto non molto comodo e la luna mi
avrebbero allietato il sonno.
Mi coricai, alzai gli occhi al cielo e prima di dormire parlai con
Dio...
"Senti un po' tu, mi hai condannato a comportarmi bene, fare il bene, o
qualunque cosa sia, ma neppure un manuale di istruzione? Non
è possibile qui non riuscirò mai a fare quello
che vuoi, se non so come devo fare", sbollita la mia rabbia, mi
addormentai quasi subito...
Mi svegliai che era ancora notte, e vidi l'angelo vicino a me, seduto
su una panca, mi osservava, "Che cerchi? gli domandai, Il padre mi ha
detto che vuoi un libretto di istruzione, ma questo non è
possibile, io posso darti solo questa bibbia, puoi leggerla, puoi
cercare di capirla, ma se non la metti in pratica o non la leggi con lo
spirito del Padre, non la capirai mai, sarà per te solo una
pietra di inciampo, un motivo di afflizione, ed anziché
donarti la vita, ti darà la morte.
Tu devi accettarlo nel tuo cuore e poi potrai essere un suo figlio,
sono qui nel nome del Signore, cioè Gesù Cristo,
per farti 5 domande, io te le spiegherò ma tu dovrai
pensarci bene prima di rispondere.
Pronto?"
"Aspetta, che domande sono? cioè tipo quiz? a tempo magari
oppure con tante risposte?"
"Nulla di tutto ciò, facciamo così ti leggo un
po' di bibbia:
Atti degli apostoli, questo libro descrive le azioni degli apostoli di
Gesù dopo la sua assunzione in cielo
nel capitolo 10 dice:
Or v'era in Cesarea un
uomo, chiamato Cornelio, centurione della coorte detta
l''Italica', il quale era pio e temente Iddio con tutta la sua
casa, e faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del
continuo.Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno,
un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse:
Cornelio! Ed egli, guardandolo fisso, e preso da spavento,
rispose: Che v'è, Signore? E l'angelo gli disse: Le tue
preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a
Dio. Ed ora, manda degli uomini a Ioppe, e fa' chiamare un
certo Simone, che è soprannominato Pietro. Egli
alberga da un certo Simone coiaio, che ha la casa presso al
mare. E come l'angelo che gli parlava se ne fu partito,
Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un soldato pio di
quelli che si tenean del continuo presso di lui; e raccontata
loro ogni cosa, li mandò a Ioppe.
Saltando un po' arriviamo dove Pietro condotto dai servi del centurione
arriva da Cornelio:
Per qual cagione m'avete
mandato a chiamare? E Cornelio disse: Sono appunto adesso
quattro giorni che io stavo pregando, all'ora nona, in casa mia,
quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste
risplendente, e disse: Cornelio, la tua preghiera è
stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate nel cospetto di
Dio. Manda dunque a Ioppe a far chiamare Simone, soprannominato Pietro;
egli alberga in casa di Simone coiaio, presso al mare.
Perciò, in
quell'istante io mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque
siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti
sono state comandate dal Signore.
Ed egli a loro dopo aver ringraziato Dio per ogni cosa
Voi sapete quello che
è avvenuto per tutta la Giudea cominciando dalla Galilea,
dopo il battesimo predicato da Giovanni: vale a dire, la storia di
Gesù di Nazareth; come Iddio l'ha unto di Spirito Santo e di
potenza; e come egli è andato attorno facendo del bene, e
guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo,
perché Iddio era con lui. E noi siam testimoni di
tutte le cose ch'egli ha fatte nel paese de' Giudei e in Gerusalemme;
ed essi l'hanno ucciso, appendendolo ad un legno. Esso ha Iddio
risuscitato il terzo giorno, e ha fatto sì ch'egli si
manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni ch'erano
prima stati scelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato
e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. Ed egli
ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare ch'egli
è quello che da Dio è stato costituito Giudice
dei vivi e dei morti. Di lui attestano tutti i profeti che
chiunque crede in lui riceve la remissione de' peccati mediante il suo
nome. Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo
cadde su tutti coloro che udivano la Parola.
Ed ancora:
Or v'era tra i Farisei
un uomo, chiamato Nicodemo, un de' capi de' Giudei. Egli venne
di notte a Gesù, e gli disse: Maestro, noi sappiamo che tu
sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può
fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con
lui. Gesù gli rispose dicendo: In
verità, in verità io ti dico che se uno non
è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio.
Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere
quand'è vecchio? Può egli entrare una seconda
volta nel seno di sua madre e nascere? Gesù
rispose: In verità, in verità io ti dico che se
uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può
entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla
carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito,
è spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto:
Bisogna che nasciate di nuovo.
Perciò ora ti chiedo:...
Pace a voi,
Eccoci qui, tornati alla ribalta...
Notizie curiose della puntata:
"Mi alzai dal letto andai sul balcone e parlai con
Dio: "Senti un po' tu..."
Fatto realmente accaduto... Il giorno prima della mia conversione,
parlai con Dio dicendo realmente queste parole... ero ignorante come
una capra ma sincero nel cuore. E Lui m ha creduto. Lo fa sempre, ci
crede, in noi inteso, Lui sa come vivremo la nostra vita, ma ci da
sempre speranza.
Alla prossima, spero che non vi annoierete.
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Capitolo 10 *** Cap 5 Par 1 (E tutto ebbe inizio) ***
"Non sono pronto" - sbottai - "Io ancora non ci credo..."
"Ma cosaa mi dici della tua nuova vita?, e non ci credi ancora?"
"Senti, io capisco che qualcosa non quadra, ma non puoi venire qui e
chiedermi di credere così, di botta, senza avvisare, io
ricordo qualcosa che mi diceva Sara, mia moglie..." - le parole mi
morirono in gola, la mia mente vacillò,
<<...ma da quando Sara è tra noi, non ha fatto
altro che pregare per la tua anima, ed ho deciso di
esaudirla...>>. Quindi era viva, e pregava per lui.
"Certo che è viva Jonathan - interruppe i miei pensieri
l'angelo - E' viva e prega per te, cosa pensavi? Che quando si muore
finisce tutto?, non la leggi la bibbia? ah già è
vero, siete abituati a leggere di tutto, meno che la bibbia, va bhe,
comunque sta scritto che chi crede e mette in pratica la Sua Parola non
morirà mai, anzi, verrà rapito in cielo e
starà con Lui per sempre, avendo la possibilità
di pregare per i propri cari, anche se non gli sarà permesso
di vedere chi è rimasto"
"Spiegami ti prego... io vorrei saperlo, ma forse, detto
così è troppo semplice, io ho un mio pensiero, ma
ho paura di offenderlo se accettassi senza combattere, un po' come se
lo prendessi in giro"
"Ti capisco, è difficile pensare che il Padre possa amare il
figlio incondizionatamente, immagina di essere un padre, ameresti tuo
figlio perché ti darebbe qualcosa in cambio?", "Suppongo di
no - risposi - Lo farei perché è mio figlio",
"Ecco infatti, il Padre ama tutti i suoi figli, anzi ama pure quelli
che non sono Suoi, sperando che così facendo lo possano
diventare".
"Scusa, ma tu parli del Padre... cioè Dio?", "Anche, per ora
potrebbe sembrarti follia, ma il Padre è colui che porta lo
spirito del Padre, e non è da tutti, io ho una parte del Suo
Spirito, ma non sono un Padre, anche perchè non ho figli,
solo i figli sono la prova dell'esistenza di un padre."
"Vorrei tanto sapere come fare il lavoro che mi ha chiesto,
così da poter incontrare Sara alla fine, se mi
verrà concesso"
"Vediamo di intenderci... A te che sei interessato ad entrare nel Regno
di Dio chiedo: credi che Gesù Cristo è morto
sulla croce per te? ed è per te risorto? Se la risposta
è affermativa ti invito a rispondere a queste domande non
con un si o un no, ma con: <>, dopo rifletti
sul quanto dichiarato ok?"
"ok, ma che significa?", "Tranquillo, lo scoprirai...".
"Credi che Dio ti Ama?", "Gesù Cristo è morto
sulla croce per me!" - risposi solenne, e lui a me: "La confessione
dell’opera della croce mostra quanto grande è
l’amore di Dio per l’uomo e dà a te che
confessi ciò, la certezza del Suo Amore", "Ho capito" -
risposi, anche se non avevo capito granché, ma poi
ripensandoci, trovai la motivazione calzante alla perfezione e sorrisi
compiaciuto.
"Credi che Dio è interessato a te?" - Continuò
l'angelo, "Gesù Cristo è morto sulla croce per
me!" - risposi in automatico, ma iniziando a ragionare su quello che
avevo detto, mi spiegai che La confessando l’opera della
croce dimostra quanto grande è l’interesse di Dio
per me che credo in Lui e tale interesse l’ha portato a dare
la Sua vita sulla croce e pagare il debito dei miei peccati, pensai
entusiasta, l'angelo sorrise ed aggiunse: "Sapessi quanto il Padre sta compiacendosi di te in questo momento, complimenti i tuoi pensieri
non ti ingannano, questa è la spiegazione corretta"
"Credi che se chiedi Dio ti esaudisce?", "Gesù Cristo
è morto sulla croce per me!", "in merito a questo" -
esordì l'angelo - "l’Apostolo Paolo nella lettera
ai Romani 8:32 dichiara: Colui che non ha risparmiato il suo proprio
Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà
egli anche tutte le cose con lui? E’ l’opera della
Croce che ci da sicurezza delle risposte di Dio", ci riflettei, e mi
ricordai ogni qual volta Sara pregava per noi anche per le piccole
cose, e veniva sempre esaudita... Anche per la mia anima...
"Credi di essere salvato?", in verità li titubai a
rispondere, mi ricordai delle parole del prete della sera prima, e
stavo per rispondere come lui, ma l'angelo mi anticipo': "Secondo te
uno muore sulla croce per te e non lo fa perché tu possa
essere salvato? La confessione dell’opera della croce mostra
che Dio ci assicura la salvezza esclusivamente mediante il suo
sacrificio. infatti sta scritto Efesini 2:8
<>",
"Certo, Gesù Cristo è morto sulla croce per me!"
"Dunque, sei salvato per l’opera di Gesù o per le
tue opere?", "Naturalmente per la sua opera" - risposi, "E quale
è?" - incalzò lui, "Gesù Cristo
è morto sulla croce per me!" - dissi in un sol fiato.
"Ottimo"- esordì l'angelo - "ben venuto nel Regno di Dio
Padre"
"Come? Così? Senza studi, anni di sacrificio, esami..." -
domandai allibito.
"Certo!, che ti credevi? Un giorno gli apostoli battezzarono 3000
persone, anche non dormendo sono la bellezza di 2 persone al minuto,
quale corso?"
"Beh avranno dormito qualche ora" - dissi un po' scettico, "beh forse,
ma allora erano molto di più. Ora dormi, domani
sarà un lungo giorno te lo assicuro, ed avrai la prova di
non avermi sognato stanotte".
Chiusi gli occhi, li riaprii, la stanza era buia e non c'era nessuno
eccetto me. Pensai davvero di essermelo sognato e mi riaddormentai
immediatamente, in pace con me stesso e con Dio.
Fui svegliato da un bussare ininterrotto, "Alessandro, alzati,
è mattina" disse qualcuno, aprii un occhio e vidi un raggio
di sole filtrare dalla finestra, guardai il polso automaticamente,
notando un braccio scarno, sporco e maleodorante, oh no! non era un
sogno non ero morto ero tornato in un corpo di un senzatetto.
Maledissi il giorno in cui nacqui, chi sa quale era, ad occhio avrei
avuto al massimo 40 anni, ero pure invecchiato, mi alzai dolorosamente,
il letto eta probabilmente senza reti ne materassi ma solo un asse di
legno, mi ci vollero alcuni minuti per rimettermi in piedi, ma
all'ultimo, finalmente aprii la porta, ed scorsi il prete che con un
sorriso splendente mi invitava a fare colazione alla mensa, "Sono le
sette, muoviti tra un po' c'è la messa", le sette? "Voglio
dormire," - piagnucolai, socchiudendo la porta, ma imperterrito come se
non mi avesse ascoltato, mi prese per il braccio e mi
trascinò fuori, l'aria era gelida ed era appena visibile un
filo di luce, mi portò davanti adf un piccolo bagno e mi
indicò di entrare.
L'acqua era gelida, mugugnai un pochino, ma poi mi ci abituai.
"Vedi?" - esordì il prete - "Mariolino non si lamenta
neppure, invece tu grande e grosso guarda per un po' di acqua fredda
fai tante storie", mi girai verso il ragazzino che indicava il prete,
secco come un chiodo, un paio di boxer ed una canottiera, si lavava
allegramente senza fiatare.
Grazie al cavolo!, scoprii più tardi che Mariolino era stato
trovato davanti alla chiesa da piccolo, muto, aveva assistito ad una
scena terribile, e da allora aveva perso la parola, a nulla erano valsi
gli sforzi di vari dottori che ogni anno si alternavano cercando di
dare voce al povero ragazzo.
Mi feci la barba, mi pettinai i capelli, per quanto possibile, e uscii
fuori per la colazione.
"Fagioli? Ancora!" - sentii una donna urlare - "Se continuiamo
così, arriverò sulla luna!, è
mattina!, una colazione normale con il latte ed i biscotti sarebbe
possibile?", poi giratasi verso di me, granò gli occhi,
prese al volo la scodella di mano al volontario e scappò via
verso il tavolo più lontano possibile.
"Grazie, quello che c'è mi va bene" - dissi noncurante, solo
per far notare che eravamo in una posizione dove fare gli schizzinosi
era inutile.
Mi diedero una ciotola di pastina spezzettata e fagioli in brodo,
cercai un posto e mi sedetti. Gli altri commensali, alzarono appena gli
occhi dal loro piatto, mi guardarono per un po' e poi tornarono a
concentrarsi sul pasto.
"Tu sei quello che non vuole morire" - esordì un vecchio
alla mia destra, "Davvero!, eri morto duro come una tavola e freddo
come il ghiaccio, Melania dice che sei resuscitato per portarci via
tutti, ma io non ci credo, credo invece che ti sei aggrappato con i
denti alla tua coperta e non sono riusciti a portarti via".
Alzai lo sguardo, era un vecchio pieno di barba, gli si vedevano solo
gli occhi, blu, ma di un blu così acceso da illuminare. "Tu
vedi troppi film alla televisione, non sono morto, avevo solo molto
freddo e non avevo come coprirmi"
"Ma quale televisione, io non la guardo mica quella schifezza, e poi
qui, come vedi, non abbiamo neppure la corrente, invece tu questa notte
hai dormito su un bellissimo letto, "si bellissimo" - dissi ricordando
la tavola e le giunture bloccate.
Lo guardai negli occhi, poi automaticamente vidi delle immagini, una
bella casa, un mobilio da stile ottocento, una televisione in un
armadio, dei bambini che correvano per un salone adornato di arazzi e
dipinti, servitù, un vecchio che si appoggiava ad un
bastone, il vecchio ero io, cioè era come se fossi stato io,
alzai gli occhi e vidi il mio riflesso su di uno specchio posto su un
camino in marmo ocra, un vecchio, occhi blu... il cuore mi esplose nel
petto tornai immediatamente alla realtà, cosa mi era
successo? avevo visto attraverso i suoi occhi il suo tempo passato?
"Certo ora non abbiamo queste belle cose, ma un tempo, sicuramente,
quando abitavi in una casa lussuosa, con dei giardini, e la
servitù che ti riveriva, forse anche tu avrai avuto una
televisione, forse dentro ad un mobile nel salone, dove tu e i tuoi
nipoti vi riunivate a guardare il carosello..." lo guardai dritto negli
occhi... Attesi... Me lo ero sognato? avevo sbagliato?
I suoi occhi divennero vacui, poi con un urlo improvviso si
alzò e scappò dal tavolo.
Mi si era accapponata la pelle, sudavo freddo, mi si
rovesciò la tazza addosso, tutti lo guardarono allontanarsi
di corsa, si girarono verso di me, e parlando sottovoce si alzarono
all'unisono e si sedettero più lontano,
lasciandomi solo con i miei pensieri.
Cosa avevo fatto per far accadere quella cosa e perchè era
scappato? Cosa nascondeva? Come potevo aiutarlo?.
Finii di mangiare, mi alzai e invece che riportare la ciotola, lasciai
tutto sul tavolo e mi incamminai dietro al vecchio, verso il vicolo
dove era scomparso...
Pace
a voi,
Torno
dopo tanto, e si momenti di meditazione, ma che meditazione e
meditazione!!! Diciamo tutta la verità, fa un caldo boia e
stavo a dormire... hahahahaha va beh che dire della puntata...
Questo
capitolo è un po' ostico all'inizio, ma deve pur basarsi su
qualcosa di tangibile e non è facile per me scrivere di una
cosa tanto impegnativa in un solo capitolo per giunta un pezzettino, se
vi immaginate che è servita tutta una bibbia per dire le
stesse cose.
Perciò
chiedo perdono prima a tutti della pesantezza iniziale, è
importantissima questa parte perché solo così il
nostro intrepido eroe potrà fare tutte le cose che
farà, un po' come tutti noi, no?
Alla
prossima e, commentate mi raccomando.
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Capitolo 11 *** Cap 5 Par 2 (Egli è con me) ***
Pur essendo mattina, ll vicolo sembrava deserto, cumuli di spazzature
facevano intravedere cassonetti rotti o bruciati, ogni due o tre metri,
tra bruciature e fuliggine si scorgeva una porta, qualche volta un semi
interrato, abbandonato da chi sa quanti anni, vetri rotti le cui
schegge sembravano denti aguzzi in cerca di chi divorare costellavano
finestre poco riconoscibili dalla sporcizia o dalla polvere, il vicolo
era un guazzabuglio di oggetti dimenticati da tutti, ricettacolo di
ricordi di ogni tipo, giocattoli sgualciti, mobili fradici, perfino una
culla vecchia e arrugginita appartenuta ad un forse ora 50enne anch'egli
padre a sua volta.
In mezzo a tutto quel sudiciume intravidi a 20 passi da me, il cappotto
logoro del vecchio di prima, appoggiato ad un cassonetto, cercando di
fare piano mi avvicinai e lo sentii singhiozzare, accigliato, e
fortemente dispiaciuto per l'accaduto, involontariamente lo fissai,
molte erano le mie domande, pregai il Padre di tutte le creature di
darmi una risposta alla sua sofferenza e come per magia, le immagini
iniziarono nuovamente a sgorgare nella mia mente.
Figlio di semplici contadini, una vita vissuta alla giornata, lavori
saltuari, poi una folgorante carriera al fianco della donna che avrebbe
sposato e da cui avrebbe avuto dei figli.
Laureato da adulto, brillante dottore di chirurgia aveva visto la sua
sfolgorante carriera crescere a dismisura negli anni, poi la caduta. Il
figlio maggiore con la moglie, i nipotini e il fratello minore,
tornando da una festa morirono in un tragico incidente a causa di un
pazzo che guidava al volante ubriaco ed in controsenso a folle
velocità, morti tutti sul colpo.
La sua compagna, già debole di cuore per una malattia congenita a causa
del dolore si chiuse in se stessa dapprima e poi si tolse la vita
gettandosi da un ponte nel fiume sottostante.
Quanta sofferenza per un uomo che aveva fatto un vanto delle proprie
capacità nel salvare le altre vite umane, ed ora succube
degli eventi era sprofondato nello sconforto, abbandonato tutti era
uscito di casa una notte di tempesta ed era scomparso, gettandosi alle
spalle un passato tanto felice quanto doloroso.
Mi accorsi di piangere, tornando alla realtà, forse mi senti
o forse avevo fatto rumore avvicinandomi, si girò verso di
me e mi urlò di lasciarlo stare con i suoi ricordi.
Come avrei potuto? Portavo il suo stesso fardello ormai, e non sapevo
cosa fare, preso dal panico avrei voluto fuggire via, come aveva fatto
lui con la sua vita, lo guardai, mi asciugai le lacrime, mi sedetti
vicino a lui...
"Sta scritto che c'è un tempo per piangere, uno per ridere,
uno per vivere, uno per morire... - mi interruppi, mi fissò
con gli occhi rossi e gonfi di lacrime - uno per rinascere e superare i
propri dolori.
So cosa ti è successo - mi guardò sconcertato, ma
dal suo sguardo capii che lui sapeva che dicevo la verità -
e sapere che tutto ciò che è accaduto
è stato un tentativo di satana per distruggere le vostre
vite è ancora più tremendo, ma abbiamo un Padre
che ci ama sopra ogni cosa, non ha permesso che nessuno di loro si
perdesse, ma che si addormentassero tutti in attesa di viver tutti
insieme al Suo cospetto, è una gioia ancora maggiore, so che
non è facile doversi staccare da coloro che ami, non poterli
neppure salutare, ma hai una promessa, li rivedrai un giorno, vivi il
resto della tua vita in pace, torna a casa e se ti è
possibile, con i tuoi averi e lussi, dai gioia a chi non ne ha.
Riscatta dalla sofferenza chi come te l'ha subita, ma non come
te può vincerla".
"Chi sei tu? Un angelo? Sai così tanto su di me... non sei
Alessandro, lui non si sarebbe neppure interessato a me, davvero sei
morto? Chi sei?"
"Un amico, che ti chiede, va' in pace, tutti i tuoi peccati io te li
perdono nel nome di Gesù Cristo", detto questo mi alzai
sorridendo e mi avviai verso la chiesa.
Sentivo il suo sguardo su di me mentre mi allontanavo, ed in cuor mio
mi rallegravo per le belle parole pronunciate, erano venute sole, senza
che io ne avessi saputo nulla automatiche, come se mi fossero state
suggerite da uno che le conosceva benissimo.
"E' bene che io me ne vada - disse una voce intorno a me, dentro di me
- affinché io possa mandarvi il mio Spirito, lo Spirito
Santo, ed egli vi annunzierà la mia parola in
verità".
Mi guardai in giro, nessuno... Sapevo che erano le parole del Padre
scritte nel mio cuore...
Sorridendo e pieno di vitalità tornai alla mensa ma non
trovai nessuno, a parte Marietto di spalle che giocava nell'acqua della
fontana con i piedi, iniziava a fare un po' caldo, tanto da obbligarmi
a togliere la giacca, la poggiai sul bordo della fontana, guardai
Marietto e dissi a bassa voce, ma non troppo: "Chi sa che storie hai da
raccontarmi tu"
Mi guardò, poi distolse lo sguardo e continuando a giocare
mugugnò qualcosa...
Pace
a voi
Rieccomi
con un mini paragrafo nell'attesa dell'orario di uscita, che stress
questa era una lunga giornata davvero, ora devo andarmi a riprendere i
miei due gattini raffreddati.
Poverini.
In
questo paragrafo? Nulla di che, il vicoletto esiste davvero vicino casa
mia, a parte la culla che è in effetti un box che ho
restaurato e lo tengo in casa come porta oggetti.
L'incidente
è reale, realmente accaduto dove c'ero anche io, dove
è morta mia madre, avevo 8 anni, e un tempo per soffrire.
Il
pazzo scatenato aveva avuto un incidente e la sua macchina era in mezzo
alla strada, ci finimmo sopra, io svenni... Un tempo per piangere
Un
tempo per dimeticare...
Sono
curioso, come credete che Marietto possa interagire con Alessandro?
Alla
prossima.
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Capitolo 12 *** Cap. 6 Par 1 (Egli sorregge i deboli) ***
Questa volta non vidi nulla, niente ricordi, come se il mio potere di
vedere le cose fosse scomparso.
Inizialmente mi adirai, come se fosse mia la colpa di non aver fatto le
cose giuste, eppure io volevo aiutare quel ragazzo, ma nulla
non mi si apriva la visione.
Pensai... Forse non avevo chiesto al Padre... Vero, l'angelo mi aveva
informato che il Padre mi avrebbe dato quello che io chiedevo
(se lo credevo), "solo il Padre può leggere il cuore degli
uomini" secondo il Suo libro: "Se
le mie parole dimorano in voi e voi dimorate in me: chiedete quel che
volete e vi sarà fatto".
Riflettei a lungo sulla parola "chiedete
quel che volete".. caspita! è una parola
potentissima! Non mette limiti qualsiasi cosa io voglia... non
è possibile, se un pazzo avesse queste promesse potrebbe
scatenare una guerra oppure potrebbe chiedere di essere dio stesso... e
no, Dio è amore... non esiste cattiveria in Lui, non lo
avrebbe permesso...
Che Dio si sia confuso e scritto una cosa non vera? "O Padre amato, tu
che hai creato tutto, tu che ami tanto i figli tuoi, ed anche quelli
non tuoi che hai mandato tuo figlio Gesù Cristo a morire per
perdonare tutti i peccati al mondo per riconciliarti con lui, tu
Signore grande e potente che puoi ogni cosa, illumina la mente di
questo tuo servo, affinchè io capisca le tue promesse"...
Come se qualcuno mi avesse suggerito le parole, nella mia mente
riaffiorò la frase: "Se
voi dimorate in me e le mie parole dimorano in voi..."
"Oh grazie Padre meraviglioso", "In effetti lo è - mi disse
l'angelo apparsomi dal nulla al fianco - Lui è meraviglioso
e ci ama tutti come fossimo figli suoi e noi lo siamo, si, sono qui per
la tua domanda, tutta la sacra scrittura deve esssere detta da qualcuno
che crede, altrimenti non diventa Parola di Dio, ed entrando dentro un
cuore che crede adempie a tutte le promesse.Se tu dimori in Lui,
cioè se fai parte del corpo di Cristo della sua chiesa, devi
trovarti un padre terreno che incarni lo spirito di Dio, che sia stato
scielto dal Padre per annunziare la siua Parola"
"Ma nn è possibile - risposi io - Gli uomini sbagliano e non
possono annunziare la Sua parola se sono uomini".
"Bhe su questo hai ragione, in parte, cioè che gli uomini
sbagliano, ma Dio nella sua grandezza ha dato a voi uomini il potere di
sbagliare, ma nello stesso tempo annunziare la verità quando
avendo creduto nella sua Parola avete fatto nascere la Sua natura
dentro di voi, diventando dei piccoli Cristi.
Detto così, può sembrare una bestemmia o una cosa
strana, ma è la verità, anche perchè
gli apostoli dopo aver ricevuto lo spirito da Gesù ed il
comandamento di andare per il mondo a portare l'evangelo ad ogni
creatura, informa gli stessi che le persone riconosceranno che loro
sono inviati da Dio, quando gli infermi guariranno i ciechi vedranno e
gli zoppi cammineranno, quindio tutti miracoli che un uomo normale non
potrebbe mai fare, ma solo il figlio di Dio può.
Ragionala così, che differenza c'era tra te prima di tornare
sulla terra e ora?"
"Non saprei, mi avete dotato di super poteri? - Chiesi senza molta
convinzione".
"Non proprio, la differenza è lo Spirito che ti è
stato donato, cioè Dio ti ha fornito di una parte del Suo
spirito, un piccolo Cristo è nato dentro di te, certo tu non
credi molto in Lui, ma avverranno tante cose durante il tempo della tua
permanenza qui che ti mostreranno quanto il Padre ti ama e quanto tu
puoi fare per Lui. Certo Lui non ha bisogno di te, ma se vuoi farne
parte, lui userà quel piccolo Cristo di cui ti ha dotato per
fare miracoli grandi e potenti.Cosa credevi? Di poter leggere il
passato delle persone perchè sei bello? o forte? o
intelligente? No è la natura del Cristo che è
dentro di te che può e questa te la da il Padre.
Ora tu hai fatto una preghiera ed io sono venuto a spiegarti la Sua
Parola, perchè Dio fa sempre così, manda la Sua
Parola per salvare, Quando dimorerai in Lui sarai pieno di potenza, e
mi spiace, il povero prete di questa chiesa, pur essendo un forte in
carità cristiana, pur avendo conoscenza del libro di Dio,
non ha la visione di Dio, perchè vive religiosamente la fede
Cristiana, certo anche lui sarà salvato, ma non
godrà dei frutti che il Padre ha dato a chi crede e mette in
pratica la Sua parola, cioè la caparra dello Spirito Santo
donata agli uomini perchè faccia frutti su questa terra,
cioè i miracoli.
Loro preferiscono addossare questi a statue o personaggi unici
santificati, beatificati, dagli uomini dopo anni ed anni di processi e
di regole e leggi, e poi credono che questi uomini così
purificati dalle sofferenze patite nella carne, possano guarirli se
invocati, quando il solo motivo delle loro guarigioni è il
loro cuore puro nella ricerca di Dio.
Preferiscono buttarsi nella vasca di Betesda ed essere guariti ogni
tanto, che rivolgersi al solo ed unico Dio Creatore di tutte le Cose
visibili ed invisibili che li guarirebbe immediatamente, mediante i
suoi Unti, cioè i suoi piccoli Cristi, che hanno imparato ad
affidarsi a Dio e superare tutti i problemi mediante il Suo intervento.
La sua parola non ti aveva convinto perchè non era Parola di
Dio, ma solo parole di uomini, senza coscienza e senza speranza.
Dio è Vita, la Sua Parola crea i miracoli se creduta.Tu
credi Che Dio ha dato la Sua parola per adempiere a tutto quello che
Lui ha promesso?",
"Non sono molto convinto - risposi un po' titubante"
"Per uno che è resuscitato, tornato dall'aldilà e
che ha dei poteri soprannaturali, direi che sei un po' in contrasto con
quello che dici...Comunque sia, se riuscirai a credere alle sue parole
senza tentennare o sviarti a destra e sinistra e se troverai
il tuo Padre terrestre ripieno della Sua Unzione, e vivrai vicino a lui
il regno di Dio, quelle parole che ti sono state annunziate
risulteranno una promessa, e tutto quello che il tuo cuore
'CRISTIANO' chiederà, il Padre darà, con una
misura, colma e traboccante".
Avevo le lacrime agli occhi, nel mio cuore sentivo fortissimo l'amore
di qualcuno, e il calore mi faceva piangere, non avevo mai neppure una
volta provato questo sentimento, avevo voglia di urlare 'Grazie Padre.
grazie, grazie' ero sicuro che quelle parole ora erano dentro di me
potenti ed efficaci, mi voltai verso l'angelo per ringraziarlo e per
chiedergli del motivo di questa sensazione nuova, ma lui non c'era
già più.
Poi mi accorsi di trovarmi ancora con i piedi dentro la fontana,
insieme a Marietto, e che nessuno si era accorto della nostra
discussione.Mi ripromisi di domandarne spiegazione all'angelo se mai
sarebbe venuto nuovamente a me.
La richiesta quindi era impossibile, non avrei potuto chiedere nulla
perchè non ero collegato ad un Padre, come se il
collegamento con Dio necessitasse di un cavo spirituale che collegasse
Dio a me, tramite una sorta di benedizione, di Padre in figlio...
Quindi potevo solo pregare e sperare che Dio rispondesse... ma prima
non lo avevo fatto, avevo solo desiderato capire perchè
quell'uomo era scappato dalla realtà, sicuramente il Padre
aveva capito che io volevo solo aiutarlo ed aveva dato a me la
capacità, solo per quella volta. di vedere.
Quindi le avendo letto il mio desiderio di vedere la vita di Marietto
per cercare di aiutarlo, non aveva sortito il risultato sperato, poteva
solo significare due cose, o che il Padre non aveva sentito la mia
volontà di aiutare il ragazzo, cosa stranissima,
perchè aveva mandato l'angelo a spiegarmi le sacre scritture
appena l'avevo domanato, oppure che il Padre aveva deciso che dovevo
fare una cosa diversa.
Certo perchè non ci avevo pensato prima!!! Dovevo fare
qualcosa per lui, ma cosa? Un cuore ferito lo si guarisce con l'amore,
un cuore muto... "Oh Padre Santo tu che puoi ogni cosa, ti prego per
questa volta esaudisci questo tuo figlio incapace di capire la Tua
volontà ad aiutare questo ragazzo" e facendo come l'angelo
mi aveva detto...
"Marietto! - mi guardò attentamente - Gesù Cristo
è morto per te sulla croce, tanti anni fa, per riscattare il
popolo di Dio dalle mani di satana e portarlo alla luce, nel Regno di
Dio, grazie al Suo sangue prezioso, Lui ha sanato il rapporto spezzato
che c'era tra gli uomini e Dio a causa della loro malvagità,
ma ha anche sanato tutte le loro lividure, come che
è scritto in isaia al cap 53 e su di se ha portato pure le
nostre iniquità, è morto al nostro posto e ci ha
reso liberi, e per questa libertà oggi ti informo che itutti
i tuoi peccati ti sono rimessi e che tutte le tue malattie ti sono
guarite - gli toccai il collo - Marietto ora Gesù ti
scioglie la gola e ti libera, se vuoi, ora puoi parlare nuovamente".
Contrariamente a quanto sperato, sgranò gli occhi urlando si
divincolò dalla mia presa e scappò via a piedi
nudi, lasciando le scarpe a fianco a me, scioccatolo lo seguii con lo
sguardo fino al parco, dove scomparve tra dei cespugli."Complimenti,
ottimo lo vuoi aiutare e ce lo siamo giocato, chi sa se torna ora...."
- mi guardai intorno, qualchje vecchietta del parco si era voltata
verso di me attirata dalle urla del ragazzo, e forse il mio gesto, del
toccargli la parte malata era tsto male interpretato, che avessero
pensato che lo stavo per strangolare?
Tornai in chiesa portando le scarpe del ragazzo, un po' mogio, sicuro
che qualcuno era già andato a riferire il fatto. E si,
eccolo pdre alessio eras sulla porta della chiesa, mani conserte, viso
un po' preoccupato, ed un po' pure agitato... andai
direttamente da lui.
"Padre..." - un cenno di saluto, e prima che parlasse porgendogli le
scarpe, gli raccontai una balla, che avevo chiesto al ragazzo come mai
non riuscisse più a parlare e se si poteva operare e che per
enfatizzare la cosa gli avevo toccato il collo, ma non avevo fatto
altro, forse lui si era preso paura ed era fuggito....Forse un po'
più tranquillizato, facendo un sospiro di sollievo e
scaricando un po' dell'aria che aveva trattenuto ne polmoni per
sembrare più austero, mi chiese gentilemnte di non
importunare più il ragazzo, perchè probabilmente
anche con quel gesto, avevo rievocato nella sua mente, il momento della
tragedia e per questo era scappato.
Siccome era successo altre volte, il prete non si preoccupò
molto, e ci invitò tutti a pulire il giardino dalle erbacce.
Lavorai sodo per qlcune ore, le mie ossa si fecero sentire, ma
stringendo i denti continuai, un po' come se stessi facendo penitenza
per il danno arrecato al povero ragazzo. Poi prendemmo tutte le foglie
secche, le riunimmo in sieme in un grosso mucchio e lontano da altri
oggetti infiammabili, gli demmo fuoco.Molte foglie non erano ancora
perfettamente secche e un fumo acre e bianco annebbiò la
vista di tutti per qualche minuto, costringendoci a piangere
per eliminare il fumo denso.
Qualche secondo dopo, quando ci fummo allontanati dal falò
arrivò correndo, sporco, scalzo e urlante Marietto.
Temendo che il ragazzo si fosse bruciato padre Alessio, bloccandolo per
un braccio cercava di calmarlo, ma il ragazzo urlava sempre
più cercando dimenandosi di liberare dalla presa per
fuggire, ma padre Alessio lo teneva inchiodato al suolo
vigorosamente."Stai fermo!, ora ti curiamo, stai calmo se ti muov e
continui ad urlare non possiamo sapere dove ti sei bruciato. Prendete
la cassetta dei medicinali, le garze, gli unguenti, guardate come si
contorce, sta soffrendo di dolore poveretto - urlava padre Alessio"
Marietto si fermò di colpo, come senza forze, e prendendo
alla sprovvista il prete.
"Sta bruciado la sacrestia!!! Correte, venite a spegnere il fuoco -
urlò il ragazzo". ù
Guardai il ragazzo, aveva parlato, anzi urlato, tutti si erano fermati
e lo fissavano, fregandosene dell'incendio, tutti muti, meno lui:
"Muovetevi!!! Che aspettate? sta andando a fuoco la chiesa!!!"
"Ne parliamo dopo - disse il prete - Presto portate i secchi e l'acqua
corriamo...."
Tutti corsero, Marietto rimase un po' dietro, davanti a me, lo
raggiunsi, lui mi fissò, "Davvero tu non sei più
Alessando, fai cose, dici cose che nessuno ha mai sentito o fatto, e...
e... io parlo!!! non credevo di poter riuscire a farlo mai
più da quella notte" - le parole gli morirono in gola,
iniziò a singhiozzare, si accasciò a terra, a
piangere come un bambino...
Mi sedetti a finco a lui - "ci sono molte persone che stanno aiutando
con l'incendio, possono fare a meno di noi - gli sorrisi, lo abbracciai
forte forte, ricambiò con altrettanta forza, mi ritrovai a
cullarlo e rassicurarlo come si fa con i bambini - "Se vuoi, io sono
qui, se ti va di parlarmene, anche per toglierti di dosso questo
fardello che ti ha schiacciato per tutti questi anni"...
Ecco, che il Padre mi fece vedere il suo passato, quella fatidica
notte...
Pace
a voi,
arrieccomi
dopo un tempo ndeterminatamente lungo, sincero? non volevo finisse
così, ma avevo perso la vena artistica... scherzo, non
vededvo più il romanzo, ecco perchè come ho detto
io vedo le cose scritte le immagino, nulla di che, tutti lo fanno, ma
io sono proprio specializzato e tutti i miei fratellini Klinefelter.
che
dire? Un salutinissimo al mio Papà terrestre che
è ripieno dello Spirito Santo, la mia Guida, il mio Mentore,
il mio Pastore, il mio Cristo, ma soprattutto il mio papà
preferito, prediletto ed amato.
Ricordate
di leggervi Romani 6-10 dove parla della salvezza non per opere, ma
quello verrà dopo, chi sa come finirà?
Alla
prossima.
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