La muraglia

di MrVortex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Cap. I par 1 (10 anni prima) ***
Capitolo 3: *** Cap. I par 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 2 Par 1 ***
Capitolo 5: *** Cap 2 Par 2 ***
Capitolo 6: *** Cap 3 par 1 ***
Capitolo 7: *** Cap 3 Par 2 (la fine) ***
Capitolo 8: *** Cap 4 Par 1 (dalle stelle alle stalle) ***
Capitolo 9: *** Cap 4 Par 2 (Il dono dello Spirito Santo) ***
Capitolo 10: *** Cap 5 Par 1 (E tutto ebbe inizio) ***
Capitolo 11: *** Cap 5 Par 2 (Egli è con me) ***
Capitolo 12: *** Cap. 6 Par 1 (Egli sorregge i deboli) ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Premessa
Avevo deciso. Nulla mi avrebbe fermato, aprii la finestra, il rumore della sicura echeggiò lungo il corridoio, sordo, perdendosi nel buio, a quell'ora non c'era nessuno, anche perchè; avevo mandato via tutti; si, risi amaramente dentro me, ecco finalmente essere il padrone di quel palazzo aveva portato i suoi frutti...

Sollevai il vetro, ed una sferzata di vento mi portò; un attimo alla realtà, nuda, cruda, folle, caddi nella solitudine dei miei ricordi...

A quel giorno d'inverno, quando con galanteria le offri il mio giubbotto, mi presi un tal raffreddore da mancare per due lunghe settimane... Buio, freddo...

Feci il primo passo, sarebbe finito tutto fra poco, ci saremmo riuniti... forse...

Ed ecco un altro maledetto ricordo: Il nostro matrimonio, in chiesa, lei bellissima, da mozzare il fiato, io sembravo uno scolaretto agli esami, le mani sudaticce, appiccicose, la mia voce era chiusa in fondo alla gola, dove un nodo "a gassa d'amante" per quasi tutta la cerimonia, aveva sigillato.
Lei era fortemente credente ed era riuscita col tempo, anche se solo un pochino, a convincermi di un aldilà, di un dio, di un peccato... per amor suo avevo
creduto...

Per la cerimonia aveva insistito lei, adducendo che sposarsi in chiesa era il suo sogno, uno splendido vestito bianco, almeno quattro damigelle (le cuginette, figlie gemelle di una zia a me sconosciuta), certo i cavalli bianchi erano un optional, ma ci accontentammo di una vecchia macchina d'epoca, a cui ero veramente affezionato.

Lei mi prendeva sempre in giro, la chiamava "lo scassone", non avevo trovato gli ammortizzatori originali, cigolava un pochino... Quante risate e quante notti insonni a ripararla per il matrimonio, ma all'ultimo ci ero riuscito... c'eravamo riusciti, tutte quelle notti non ero mai stato solo, si era sempre prodigata per me.
Il ricordo mi bloccò la respirazione, singhiozzando ripresi il controllo, ed avanzai verso il mio futuro o la mia fine.
 
Il freddo ora più intenso, mi fece barcollare, le dita della mano destra, che ancora tenevano la finestra sollevata, persero sensibilità ed io la presa, slittando sotto tutto il suo peso, si chiuse, andando in frantumi, il freddo ne aveva reso fragili i cristalli, alcuni caddero dentro, altri rimasero li, qualcuno mi precedette, verso il baratro.

Il rumore, mi riportò nuovamente alla cruda realtà avevo deciso di farla finita, ero un suicida, io che per tutta la vita avevo avuto timore di invadere la vita degli altri per non sconvolgere l'equilibrio precario in cui staticamente viveva ogni essere senziente, ora ero pronto a distruggere la mia, odiavo quelle onde di ricordi che mi assalivano, ad ogni respiro, tutto mi ricordava qualcosa di lei. Dovevo chiudere la porta dei miei pensieri, e l'unico modo era quello, perdonami amore, non potrò mantenere la promessa che ti feci...

Come d'incanto, mi apparve lei esile, senza fiato, scarna, occhi incavati, rossi, viso bianco cinereo, le sue labbra rosse come il fuoco, risaltavano in tutto quel candore, io davanti a quella scena, impotente, possedevo miliardi, ma non potevo salvare la vita della persona che amavo, più della mia stessa vita...

Le avevano diagnosticato una malattia cardiaca, quando era troppo tardi per poterla operare, non avevano neppure trovato il donatore, la sorella era scomparsa anni prima senza poter dare alcuna avvisaglia del male che era dentro di loro dalla nascita.

Le sue ultime parole furono rivolte a me: "Ti prego promettimi di farti una vita nuova, con una ragazza bella almeno quanto me, se non di più - sorrise scherzando anche in quel momento - promettimelo..." ed io pur di non farla affaticare, lo giurai, sulla mia vita.
Sorrise, e si addormentò tra le mie braccia, come se quella promessa era l'unico motivo per cui aveva ritardato la sua partenza.

Qualcuno sollevò lo sguardo, e gridò. Dovevo fare presto, prima che altri si accorgessero di me, i vetri rotti avevano attirato l'attenzione di qualche passante cadendo di sotto. Giù vedevo crearsi la folla di curiosi che commentavano, Più in fretta, più in fretta...

Un odore di cibo cinese, proveniente dal ristorante vicino, mi portò alla memoria il giorno in cui ci eravamo conosciuti...





Pace a voi.

Non ci credo, era da un paio di giorni che speravo riuscire a mettere le note dell'autore e guarda un po' ho capito finalmente come si fa..

Bello.

Curiosità:
Il matrimonio è il mio, Roberta, mia moglie, avrebbe voluto la carrozza con i cavalli bianchi, ma a parte il costo esorbitante, era troppo vistosa, per una coppia che preferisce l'anonimato in pubblico, invece le damigelle sono realmente nostre cuginette (da parte di mia moglie)Io in chiesa veramente ero emozionatissimo, con le mani sudate, e così tanto imbranato da sbagliare durante la preghiera, lo era anche lei, tanto da mettermi l'anello nella mano sbagliata, dove mi hanno detto lo si tiene in caso di vedovanza (^^), la macchina era un po' vecchiotta prstata da una mia vicina.

Che dire? Volevo solo farmi conoscere un po', visto che le mie storie (per ora solo una), vi accompagneranno per tanto tempo. Come inizio non è male, certo la storia sarà molto fantasiosa, ma per un Klinefelter è normale vivere solo di immagini poichè, per noi, non esiste altro.

Alla prossima dunque, sono ben accetti commenti e recensioni, critiche e quant'altro.

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Capitolo 2
*** Cap. I par 1 (10 anni prima) ***


Cap 1 Par 1

Mi ero da poco iscritto alla vicina università di informatica della mia città, ero stato sempre un po' "matto" dicevano gli amici, mi piaceva l'elettronica, la chimica, le scienze in generale. Non potendo trasferirmi in una città dove tutte queste mie qualità avrebbero trovato sfogo costruttivo, avevo accettato la più promettente tra le tante proposte.

Da quando ero piccolo sognavo di volare tra le stelle, con lo shuttle, ero rimasto un mese intero chiuso in casa con il suo kit scala 1:50, dovevo finirlo a tutti i costi, ero andato in visibilio quando mio padre, che di mestiere era un semplice salumiere, mettendo da parte molti spiccioli e mance, per natale me ne aveva regalata una copia.
Per giorni avevo fissato il modellino finito, per scegliere il colore migliore, poi con un guizzo di genialità lo avevo colorato come in tv, e applicato lo sporco dei viaggi (un po' di grasso di salame aveva creato l'atmosfera untuosa), avevo perfino affumicato i motori.

Grazie a quel modellino avevo vinto un premio che mi aveva aperto la strada per il futuro.
Ma i sogni non si avverano mai, e crescendo scoprii con rammarico di dovermi adattare, quindi l'università vicino casa era più che sufficiente.

Tutti i ragazzi del college mi prendevano in giro, "quattrocchi" o "secchione" erano i miei soprannomi preferiti, fino a quando arrivò l'era dei NERD.
Io ero il nerd per eccellenza, piccolo, tozzo, brutto, con l'apparecchio, gli occhiali neri e spessi come due fondi di bottiglia, impacciato a camminare, senza contare il rapporto con le ragazze, universo sconosciuto ed inesplorato, li ero veramente una frana. I miei amici avevano già la ragazza fissa da anni ed io non riuscivo neppure a guardare la cassiera del cinema quando chiedevo un biglietto.
La mia autostima era zero, no, forse pure meno, zero kelvin.

Quando però ero nella mia stanza, con i miei piccoli marchingegni, era tutt'altra cosa, diventavo un tipo allegro e spensierato, potevo inventare qualsiasi cosa, anche se dopo non funzionava mai come volevo.
Lavoravo per mantenermi agli studi, in una drogheria vicina al campus, la retta costava tanto e mia madre giù faceva i doppi turni per mandarmi qualche spicciolo in più, mio padre era venuto a mancare appena mi ero diplomato, subito dopo la cerimonia di premiazione, forse troppe emozioni, ero rimasto solo a portare avanti la baracca, ma ero troppo giovane per farlo e troppo poco esperto.

Avevo tantissima voglia di studiare, ma era necessaria la mia presenza in casa, mia madre era una santa donna, pur sapendo quali erano i miei sogni, per non infrangerli, pur nel bisogno e nel dolore, aveva acconsentito a mandarmi un po' fuori porta, quanto per non farmi sentire troppo lontano.

Il padrone della drogheria, aveva acconsentito a lasciarmi un sottoscala libero per i miei esperimenti sempre che non gli facessi saltare il negozio, finora non era mai successo, o almeno non completamente... Li qualche amico mi seguiva e mi dava qualche consiglio su come migliorare un apparecchio o un altro,

Quel giorno avevo sotto mano un generatore "a coda idrodinamica", un marchingegno che avrebbe potuto sopperire alla richiesta di energie rinnovabili, sfruttando le correnti sottomarine, avevo da poco iniziato i miei esperimenti...



Pace a voi
Rieccomi, anche qui ci sono tante curiosità, ad esempio chi si è iscritto in informatica è il mio fratellone grande Natalino, era lui quello bruttino con gli occhiali spessi come due fondi di bottiglia, il nerdone della famiglia, invece io come Klinefelter (abbreviato KS; S sta per Sindrome) ero svogliatissimo, solo perchè non riuscivo a ricordare le cose molto bene, noi KS dobbiamo studiare 4 volte di più di un ragazzo normale per poter avere gli stessi risultati, il chimico matto, lo scenziato con le provette che fa esplodere casa invece sono veramente io.

Lo shuttle è vero, cioè da piccolo io e mio fratello ricevemmo un modellino di shuttle, e lo sporcammo per benino, non col salame, ma lo annerimmo con una candela per rendere meglio l'effetto motori sporchi.

Per chi non lo sapesse chi era in totale mancanza di autostima ero io, tutti i KS lo sono, per via della malattia, e lo sono rimasto fino a che non ho conosciuto la mia mogliettina dolcissima, che con un'amore inimmaginabile, con infinita pazienza, con dolcezza ma anche severità (quando serviva) mi ha aiutato a superare abbondantemente i miei problemi (ROBI: UN BACIOTTISSIMO).

In ultimo, ma non meno importante, il generatore, esiste davvero, non so se si chiama così, ma ne avevo inventato uno mio, indipendente dalle correnti marine, come quello originale, ma meno potente, ne hanno istallato uno qui, nella mia città, per prova, 8 rotori generano costantemente energia è solo un progetto pilota, ma se qualcuno vorrà potenziarlo tappezzandone lo stretto di messina con un migliaio di generatori, potremmo scongiurare l'uso di una centrale nucleare in italia.

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Capitolo 3
*** Cap. I par 2 ***


Cap 1 Par 2

Nella stanza entrò di corsa il mio compagno Marco e mi comunicandomi che eravamo stati invitati ad una festa... Io? e perché mai? Per essere lo zimbello di tutti? No, niente da fare. Era la festa della scuola per premiare il miglior lavoro, e siccome la parte software l'aveva preparata lui, mentre all'hardware ci avevo pensato io, quale miglior posto per farci conoscere? Mi convinse e portammo il nostro modellino alla presentazione.

Era da tantissimo tempo che non uscivo di casa per riunioni che non fossero inerenti allo studio, una premiazione, un posto dove forse mi sarei trovato a mio agio pensai...

Varcata la soglia, mi gelò il sangue.

C'erano più di un migliaio di persone, tutte intente a sistemare i loro modellini, tra i più svariati sistemi e caratteristiche, divisi per classi.

Noi eravamo inseriti in energie rinnovabili, il nostro modellino pilotato da un computer remoto, variava la propria aerodinamicità in base alle correnti ondose presenti nei fondali marini, sfruttando le stesse per muoversi, recuperando l'energia dalle turbine senza l'uso dei motori elettrici, ma ad induzione, perché si sarebbero potuti corrodere a causa delle energie galvaniche create durante gli slittamenti dei livelli marini a diverse salinità.

Detto così saremmo potuti essere sembiati da veri scienziati pensai, ma creare infinita energia elettrica sfruttando la rotazione terrestre ed il sole era una cosa fantastica. Ci vollero molte ore per delineare i migliori progetti per ogni gruppo, all'ultimo noi eravamo appaiati ad un altro ragazzo che aveva inventato un mulino verticale sospeso mediante magneti naturali, spendendo pochissimo.

L'idea era bellissima, l'unico difetto era che la bobina generava interferenze con i magneti naturali a sospensione, se avessero aggiunto un contrappeso e messo la bobina li, avrebbero ottenuto il guadagno necessario, e così facendo mi misi a fare uno schizzo del loro progetto su un foglio di carta ed a discuterne animatamente con il mio amico.

Probabilmente questo vociare concitato attirò l'atteznione di uno dei giudici di gara, che si avvicinò non visto alle mie spalle, buttando un'occhiata al mio piccolo progetto, mi chiese delucidazioni in merito.
Certo non volevo denigrare l'operato degli altri, ma con tutta la mia voglia di aiutare il prossimo, feci un altro paio di schizzi sulla lavagna indicai i punti deoli del progetto e le migliorie che si sarebbero potute fare.

Il giudice fece delle foto e poi tornò dalla commissione.
Poi dopo un lungo confabulo, si alzò il commissario di gara ed annunciò la vincita dell'altro progetto... Rimasi a bocca aperta, Naturalmente informarono l'altro partecipante che le migliorie da apportare erano quelle che avevo detto io.

Rimasi totalmente spiazzato, presi tutte le mie cose e cercai di scappare da quella situazione che era solo di imbarazzo per me, avevo dato la possibilità ad un altro di vincere perché gli avevo consigliato come migliorare il suo progetto.
Mentre mi avviavo fuori, il giudice che aveva scattato le foto, si frappose tra me e la porta, e mi chiese di seguirlo.

"Signor..." - "Marcello, Dario Marcello, Dario è il cognome", risposi, "Ottimo - esordì il giudice - Ottimo lavoro, anche il suo progetto ha vinto, non se la prenda, noi premiamo le menti non le opere" - "Non capisco, mi scusi ma non capisco, l'opera di quel ragazzo era incompleta e non avrebbe funzionato, eppure..." - "Caro Marcello, se non dessimo la possibilità a tutti di avere il proprio spazio, non crede che nessuno potrebbe mai crescere?",

"Mi segua ora, venga alla premiazione, le dirò la sua idea e quella del suo collega ci interessano molto più di quella di quell'altro ragazzo, ma per assicurarci che il brevetto non venga clonato abbiamo bisogno di togliere i riflettori da lei ed il suo team, verrà contattato dalla nostra agenzia il più velocemente possibile, un nostro contatto verrà a prenderla questa sera stessa e portarla nei nostri laboratori, le daremo tutte le tecnologie in nostro possesso per sviluppare la sua idea, non deve fare altro che scrivere una lista di quello che le serve, e il nostro ufficio le farà arrivare ogni cosa nel minor tempo possibile. Naturalmente dovrà trasferirsi all'interno del locale laboratori e le daremo un alloggio per lei e la sua famiglia"

"Ma veramente io dovrei studiare e laurearmi... e poi non ho famiglia, sempre che non considero mia madre che è sola a casa..."

"Non si preoccupi di questo, farà tutti i corsi che vuole da privato, tutto spesato, ci pensiamo noi, ah una cosa, fino a che non avremo un progetto ed un prototipo funzionante a dimensione reale, devo insistere che le abbia una scorta a suo seguito ovunque vada, naturalmente discreta.
Manderemo a prendere sua madre e la faremo trasferire qui da noi... Spero si troverà bene."

"Ma veramente io..."

"Niente ma, il suo amico ha già accettato, ah è vero, non abbiamo parlato della paga, vi verranno assegnati 500.000 euro l'anno esentasse, malattie e vacanze pagate, tredicesima e quattordicesima comprese, tutti i contributi, ed inoltre userà un nostro fondo personale dove attingere per le piccole spese, due carte di credito ed un bancomat a nome della ditta, dove potrà spendere fino a 10000 euro al mese per suo bisogni personali, che non dovrà spiegare a nessuno."

"Ma veramente..." - "Ancora non è convinto?, Lasci che le presenti la sua guardia del corpo, ha il compito di non perderla mai di vista... Sara? Ti presento il nostro uomo..."



Pace a voi
Curiosità di questo capitolo, l'idea della premiazione mi è venuta dopo aver partecipato ad un expo ed aver dato l'edea di creare uno speciale modo di oscurare i vetri, poi messo in pratica dalla Mercedes, certo non mi attribuisco l'idea, anche perchè io la dissi solo a pochi amici e non credo nessuno di loro la rivendette. Forse in un futuro vedrete la mia idea diventare realtà in un gaget spesso usato dagli automobilisti e non, ma per ora rimane chiuso nel cassetto della mia mente in attesa di un compratore.

Il progetto del "Ventolone" cioè un produttore di energia eolica a basso prezzo è una realtà messa in pratica dagli amici della sezione Energie rinnovabili, ne hanno costruito un modellino e poi cercato a chi poter vendere il progetto, ma ancora nulla, probabilmente qualche modifica sull'originale l'ho implementata io con qualche mia pazza idea, ma avevano fatto tutto da soli.

L'idea del topo di laboratorio è data dal mio attuale lavoro, sono veramente un topo di laboratorio, ma solo durante l'orario di lavoro, e poi l'idea di guadagnare tutti quei soldi è data dal resto della storia come potete notare lui è un miliardario che non ha potuto comprare la vita della moglie, anche perchè la fede in Cristo e quindi la salvezza è inacquistabile.

Vi rimando alla prossima pagina e spero siate copiosi nel recensirmi ^^

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Capitolo 4
*** Cap 2 Par 1 ***


Cap 2 Par 1

Sembrava di trovarmi in uno di quei film di spionaggio, mi voltai, la luce filtrava dalle finestre del corridoio, e all'inizio vidi solo una forma non molto distinta, una donna esile, non molto formosa, sembrava di ragazzina di 18-20 anni appena, capelli tagliati corti a caschetto, sembrava portasse una di quelle tute da motociclisti in pelle nera... aderentissima... wow, sbattei le palpebre e strinsi leggermente gli occhi per filtrare meglio le luci, ma non guadagnai molto, anzi al contrario feci una smorfia strana ed imprevista, tanto che le sfuggì una risata, diventai rosso come un peperone credo, il che la fece ridere ancora di più.

Volevo sprofondare danti metri almeno, il giudice si accorse dell'imbarazzo e per venirmi in soccorso invitò Sara a fare conoscenza con il suo nuovo incarico, mentre a lunghi passi si allontanava in direzione della sala premiazione.

"Piacere Sara - seguito da un risolino - spero non debba continuarmi a guardare così - continuò - altrimenti mi verrebbe alquanto difficile proteggerla mentre rido...", ed un successiva piccola risata seguì il sorriso più bello che ebbi mai visto in tutta la mia vita.

"Oh, mi perdoni, sa, la luce, un po' la mia vista, non da falco come può notare dallo spessore dei miei occhiali, cercavo di mettere a fuoco... ma sono così tanto buffo?" domandai un po' stizzito...

Contrariamente a come mi sarei comportato io, anziché fuggire dall'imbarazzo o arrabbiarmi per l'apprezzamento non molto galante, sorrise, e disse semplicemente un "Si, ed alquanto oserei dire", poi passandosi le dita sulle labbra color fuoco, come se mi stesse studiando aggiunse, "sembri un gatto quando sorpreso a ronfare della grossa, si vede scappare un bel topolino sotto il naso"

Splendido faccio la parte del gatto sornione, mi sarei potuto sentire offeso da quel giudizio affrettato, ma detto da lei, e poi in quel modo, non potei fare altro che dire "Davvero? La parte del gatto sornione mi è nuova, ma mi sa' che dovrò abituarmici".

Sorrise ancora, ma questa volta i suoi occhi nocciola, parvero illuminarsi di una luce strana, come quella di un gatto che gioca col topo, le parti si erano invertite ed io, mio malgrado, non avendo mai fatto nulla per cambiare, mi sentivo il topo, in trappola e nelle sue mani solo un giocattolo.

Come se mi avesse letto nel pensiero:
"Non mordo mica sai? ma se dobbiamo veramente passare molto tempo insieme è necessario che io sappia tutto di te", con un fil di voce: "Cioè cosa esattamente?".

Come se non si fosse accorta del poco fiato con cui avevo risposto, "Cosa fai, cosa mangi, quando, dove vai per divertirti, a che ora vai a letto, e cose così, dovresti dirmi veramente tutto, anche con chi esci, chi frequenti è importante per la tua sicurezza che io ti trovi sempre ed in ogni momento, per questo i primi tre mesi verrò a vivere con te, naturalmente sempre che la tua ragazza non faccia obiezioni, altrimenti basterà che mi prendo un appartamento il più vicino possibile al tuo"

Deglutii a forza, e con un buon autocontrollo le dissi che non stavo con nessuno e che la mia casa era un piccolissimo appartamento per due scapoloni in periferia vicino al campus

"Ottimo - esordì - il tuo amico ha deciso di trasferirsi oggi stesso nei nostri laboratori, avremo la tua casa tutta per noi!!", se non fosse stato per la natura del nostro rapporto avrei gioito, ma già mi era bastata mia madre per tanti anni vicino con un milione di problemi personali oltre che i miei da gestire, l'idea di convivere forzatamente con una sconosciuta per di più carina come quella...

Carina? No, non poteva essere mi ero preso una cotta!!! in solo 2 minuti? colpo di fulmine? il cavolo!, ero un ragazzino alle prime armi ecco cosa ero e chi sa che esperienze aveva avuto prima di me, quella mangiatrice di uomini con la voce da sirena e gli occhi da cerbiattina.

Mi stavo già facendo alcuni film che mi interruppe con un "Ho fame! Che mangiamo?"

Mi ci volle qualche decina di secondi per rimettere in piedi il mio cervello che era impegnato in mille pensieri che probabilmente, forse per lo stress, feci quella faccia da ebete di prima...

"Ah ah ah ah, di nuovo? Tu si che sai conquistare le donne! Le fai morire dalle risate", "Guardi che io...", non feci a tempo a terminare la frase che mi prese per mano, come si conduce uno scolaretto e mi trascinò fuori.

Al centro della piazza c'era una Jaguar sportiva nera una vera sciccheria, mi prese tutte le borse di mano, le mise nel portabagagli, saltò a bordo della sua lussuosa auto ed dopo avermi invitato a salire sgommando prese la via della costa.

La guardavo con un misto di orrore, inquietudine e curiosità, probabilmente la seconda era la più abbondante. La vedevo sorpassare le autovetture noncurante dei vari clacson che l'avvisavano di una guida spericolata, oltre la cintura cercavo di attaccarmi a tutto quello che poteva darmi sicurezza in quella macchina, conscio di un probabile schianto da un momento all'altro, ma lei forse non se ne avvide neppure.

Dopo qualche minuto di folle corsa per la città, si fermò stridendo le ruote davanti ad un ristorantino di periferia, anonimo quanto il quartiere dove ci fermammo.

La costruzione a forma di pagoda, tipico stile orientale stonava con il resto degli altri edifici presenti che variavano da lussuose dependance plurifamiliari a baracche di lamiera, scese molto elegantemente "saltando" lo sportello e mi invitò con un sorriso ad entrare nel ristorante cinese.

Ci accolse una ragazza molto giovane, con un kimono variopinto, ci accompagnò ad un tavolo in una zona all'interno del locale, molto riservata, tutto intorno si potevano notare nella luce rosa soffusa arazzi e dipinti, probabilmente a mano, inneggianti creature mitologiche tipiche di queste religioni, dipinte nei minimi dettagli, nel loro habitat naturale o perlomeno sembravano a loro agio tra sterpi e giungle.

Sulla nostra destra un drago dorato con delle scaglie verdastre con migliaia di sfumature volava in un cielo arancio tramonto, tipico della tradizione cinese, sembrava vivo, man mano che ci avvicinavamo al tavolo sembrava quasi volesse uscire dal dipinto e farci visita.

A sinistra incombeva una tigre bianca avorio con zanne lunghe e scintillanti, sembrava volesse proteggere la sua giungla incontaminata da presenze umane. Il tutto era reso ancora più inquietante dalla presenza di ombre tra i giunchi che le avrebbero permesso di scomparire alla vista per saltarti addosso nel momento in cui meno te lo aspettavi.

Una musica lieve, forse uno xilofono o una campana tubolare, ti invitava a rilassarti e a perderti nella foresta con la tigre o nel cielo col dragone, ci sedemmo uno a fianco all'altra quasi a sfiorarci, ci venne dato il menù, su carta di riso, sottile e quasi trasparente, poco dopo ci raggiunse un altra cameriera, anche se credo fosse la sorella della prima, di solito questi ristoranti sono a conduzione familiare, che ci portò del liquore caldo ed aromatico in una teiera di porcellana bianca orlata di blu e d'oro, vennero posti davanti a noi due piccoli bicchierini, anch'essi in porcellana, ma grandi come quelli delle bambole, ci versarono il liquore e come era venuta la ragazza scomparve con uno svolazzo del kimono.




Pace a voi.
Lo sapevate che vado pazzo per il ristorante cinese? e si, ma di più mi piace il giapponese, amo il sushi, e non poche volte ho convinto la mia dolce mogliettina a farmelo, ora abbiamo scoperto un sushi bar nella mia città, ma ancora di più un ristorante in un'altra bellissima città che per una cifra irrisoria vi permette di mangiare quanto volete... Quel giorno mi sono spazzolato almeno 50 pezzi di sushi maki e non mi sarei fermato se non qavessimo avuto un altro appuntamento.

Peccato, ma questa estate prometto solennemente di fotografarmi mentre faccio il bis e tris etc... Amo il sushiiii

Alla prossima.

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Capitolo 5
*** Cap 2 Par 2 ***


c2p2 Forse era la luce così soffusa o i caratteri scritti piccoli, sta di fatto che mi ritrovai a stringere gli occhi così pesantemente da  farli diventare due fessure, ma ugualmente non riuscii a veder nulla a parte i titoli, un po' più grossi del resto.

Soppressi una maledizione, e dissi con finta noncuranza: "Per me un antipasto, un primo e un secondo!".

Questa volta fu lei a fare una faccia strana, e sorridendo a trentadue denti mi colse di sorpresa dicendo: "Ma come? Ci sono più di 40 piatti diversi e non scegli quali?" - Poi fissandomi tanto da farmi arrossire ed abbassare gli occhi - "Non dirmelo! E' la prima volta che mangi cinese?, Oh che gaf, potevi dirmelo no? Ok, tutto sotto controllo scelgo io per te. Hai qualche allergia alimentare?" - "Veramente.., no, ma non è la prima volta che vengo è che non riesco a leggere i nomi e special modo gli ingredienti, non vorrei trovarmi un istrice al posto del pollo.." - Rise un bel po', spostando la mano davanti alla bocca, e poi chiamata la ragazza: "Dunque, ci porti... due porzioni di involtini primavera, due porzioni di ravioli al vapore, e pure due di Xiao-Mai, una porzione di riso con gamberi, una di riso alla cantonese, e..." - "Scusa ma chi si magia tutta sta robba" chiesi un po' allarmato - "Tranquillo, pago io e poi quello che avanza ce lo portiamo a casa..." Sorrise e continuò: "un centro tavola di fungo imperiale e naturalmente una bella ciotola con nuvole di drago!", mentre la signorina raccoglieva i menù e iniziava ad allontanarsi aggiunse "Mi raccomando molta salsa agrodolce..."

Poi ritornando a guardarmi, sorridendo, mi chiese se per mantenermi agli studi facessi un qualche lavoro oppure ero mantenuto dai miei genitori...

Presi spunto da quella domanda per raccontarle che i miei erano gente povera, lavoratori da tutta una vita, mio padre era salumiere in una drogheria vicino casa, che dopo molti anni aveva rilevato l'attività del vecchio proprietario che era andato in pensione e che gentilmente gli aveva ceduto tutto senza spese aggiuntive, allora era un buon lavoro, ben retribuito, e di grande pregio, aveva una buona clientela e che per molti anni aveva reso bene, avevamo potuto acquistare una casa tutta nostra, e con il tempo anche un garage e il giardino.

Poi  i tempi erano cambiati, la cittadina era cresciuta ed erano iniziati a spuntare i megastore, la spesa veniva fatta sempre a costi inferiori, anche se la qualità era nettamente inferiore, molti preferivano spendere meno che pagare di più, e piano piano prima di fallire mio padre fu costretto a chiudere. Da un lato era buono perché poteva dedicarsi a tutte le cose che non aveva potuto fare in gioventù, dall'altro sentendosi inutile aveva iniziato a sentirsi un peso per gli altri e cadeva ogni tanto in una depressione nera come la pece, da cui nessuno poteva aiutarlo ad uscirne, rimanendo anche giorni interi chiuso nel suo studio a piangere ... In quei momenti avrei voluto poter avere i superpoteri per curare la sua malattia, ma sapevo solo dargli preoccupazioni., poi un giorno mentre stava facendo un po' di fai da te, pitturando una staccionata, si accasciò al suolo.

Chiamammo l'autombulanza, lo ricoverarono, aveva avuto un attacco cardiaco ma ora stava meglio, doveva solo riposarsi, quindi fare lavori leggerissimi, e stare a riposo il più tempo possibile, il giorno della mio diploma dopo aver detto a tutti che si sdraiava un attimo per prender fiato, si addormentò per sempre, quel giorno felice divenne il mio incubo per sempre, mi sarei dato la colpa di averlo affaticato per lunghi anni.

Mia madre fu costretta a vendere parte del mobilio per pagare le varie rette della mia scuola, la borsa di studio per il mio modellino che avevo costruito era poca cosa rispetto alle spese per l'affitto della casa e per i costosi libri universitari.
Mamma fu costretta allora a trovarsi un lavoro, teneva compagnia ad una anziana signora ventiquatto ore su ventiquattro, forse per questo volle che andassi via, per non soffrire della sua mancanza.

Mi sentivo responsabile per tutto e mi trovai un lavoretto, l'unica cosa che sapevo fare era il salumiere, me lo aveva insegnato il mio papà, ma non ero mai al banco, li c'era il padrone, io facevo qualche commissione e stavo alla cassa, guadagnavo pochissimo, ma quanto bastava per non dover chiedere tutti i mesi soldi a mamma.

Facevo esperimenti nel sottoscala ed eccomi li con lei, la mia storia era una sequenza di tragici avvenimenti che per altri sarebbero stati di nessuna importanza, ma Sara all'ultimo mi prese per mano e mi abbracciò, "Non devi sentirti in colpa per tuo padre, sono cose che succedono, secondo me ti ha visto realizzare un sogno e ha deciso di prendersi il meritato riposo, sicuro che quaggù ci saresti stato tu, forte per tutti voi.", me lo disse con una  voce così dolce che mi ci abbandonai, tutte le miei incertezze vaporizzarono all'istante, per anni ero stato nella più disperata condizione ed ora avevo una possibilità di redimermi, con tutto il cuore avevo bisogno del suo perdono, e credetti con tutto me stesso in questa soluzione.

Parlavo così tanto che spesso avevo necessità di bere, e quel liquore tiepido, sembrava posto li appositamente, solo io ne avevo bevuto poco più della metà quando per l'eccessiva quantità di alcool ingerita con il livello di coscienza di una ameba nel brodo primordiale, mi addormentai sul tavolo.

Quando aprii gli occhi un dolore allucinante mi martellò le tempie, avevo voglia solo di vomitare, mi alzai dal letto scoprendomi solo in boxer, tutto vorticava all'impazzata aumentandomi la voglia di liberarmi il più presto possibile, ma dove ero? Non riconoscevo la casa, mi girai cercando di capire qualcosa ma ebbi l'impressione che anche la stanza si spostava con la mia testa, non ce la facevo più, mi guardai intorno, neppure un cestino cacchio, la porta era troppo lontana, la finestra pure... caddi in ginocchio, aggrappandomi al comodino feci cascare tutto con un forte rumore di vetri, mi ritrovai in mano un cassetto, vuoto, avevo trovato il mio cestino...

"Oh no, nel comodino no... scusa ma non potevi chiamarmi?" Esordì sara entrando in camera, nella sua camera da letto!!! ecco dov'ero...

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Capitolo 6
*** Cap 3 par 1 ***


Cap 3 Par 1

Ero ancora scombussolato, mi vorticava tutto, cercai annaspando, di mettermi su, ma non ci riuscii, un altro attacco di stomaco sopraggiunse, cercai il cassetto, ma lei fu più veloce di me, "Eh no bello mio, hai già dato qui"- Aprì un cassetto e velocissima estrasse un vestito, ancora imbustato, ne tolse velocemente l'involucro e me lo porse, poi con altrettanta velocità scappò con in mano il cassetto incriminato, e mentre io ci davo dentro di brutto, la sentii urlare qualcosa da lontano, ed ero certo non fossero dolci parole.

Posai la busta maleodorante che mi invitava a farne largo uso, mi appoggiai al lato del letto e per la stanchezza mi addormentai.

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Che cavolo!, ma cosa mi era venuto in mente? Mescolare il lavoro con... non so neppure cosa, un'amicizia niente di più.
Eccome guarda un po' cosa succede a dare la mano ad uno che poi affoga nell'alcool i suoi ricordi, me la sarei dovuta aspettare, non che fosse un cattivo ragazzo, assolutamente, ma da qui a flirtare con lui, per metterlo un po' a suo agio, forse avevo esagerato, ma era così caruccio.

Si vedeva che era alle prime armi, non mi era mai capitato un ragazzetto così imbranato, gurada che casino mi aveva fatto!!! Nel comodino poi! Ero indecisa se buttare il comodino e prenderne uno nuovo, tanto problemi di soldi non ne avevo, ma no non era giusto, non dovevo permettergli di rovinarmi la casa, anche se non lo aveva fatto apposta.

Con un gesto buttai il cassetto sul selciato, l'erbetta era appena spuntata dopo che avevo chiesto al ragazzetto vicino di casa di tagliarmela per un paio di euro, era anche un modo per tenermi i vicini amici, nel mio lavoro, anche un solo vicino invidioso averebbe potuto rischiare di distruggermi la carriera o addirittura mettere in pericolo la mia vita.

Presi la pompa dell'acqua, la regolai al massimo e allontanata dalla bomba chimica di qualche metro, la irrorai a getto continuo per più di 10 minuti, mentre lo facevo iniziai a dire cose poco carine a Marcello, scoprii di sentirmi meglio. Ecco avevo sfogato tutta la mia frustrazione su di lui.
Chiusi l'acqua, svuotai il cassetto e lo misi ad asciugare al sole, tornai in casa, andai diretta nella camera da letto pronta a scaricare un altra buona manciata di secondi di tensione e lo trovai addormentato sul lato del letto...

Ma può essere? Sembrava un cucciolotto disperso, i capelli arruffati, sudaticci e scompigliati, no, non mi ci fece il cuore di svegliarlo, presi la coperta e gliela passai sotto le gambe, poi lo coprii come potei fare meglio.

Mentre mi allontanavo con un fil di voce disse "Non andare via ti prego, se poi la stanza si rimette a girare potrei perdermi in qualche stanza ancora inesplorata", risi, ma che matto che era, mi faceva una tenerezza incredibile. Lo aiutai a salire sul letto, e mi sdraiai vicino a lui, ero pronta a dargliele di santa ragione se solo ci avesse provato, invece mi prese una mano, l'abbracciò e si addormentò subito.

Rimasi a pensare cosa sarebbe potuto accadere in questi mesi, fino al giorno della produzione del prototipo, con un cucciolotto così, ero una ragazza molto allegra, capace, avevo studiato al college e laureata con il massimo dei voti, poi avevo fatto arti marziali, anche li successi a non finire, non avevo mai dato tempo ai ragazzi di invadere troppo la mia vita.
Se fosse stato, sarebbe stato solo una relazione fugace, senza troppi impegni sentimentali, ci saremmo solo divertiti e lui forse sarebbe riuscito a sbloccarsi. Tirate tutte le conclusioni mi addormentai imprigionata affianco a lui.

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Mi svegliai credo dopo molte ore, era sera ormai, eero sudatissimo, il mondo aveva smesso di muoversi, ed anche il mio stomaco ne risentiva meno, mi voltai quasi immediatamente alla mia sinistra, sentivo un calore misto ad un profumo di fiori di arancio, rimasi a fissarla per diversi minuti.

Bellissima, capelli a caschetto, luminosissimi, pelle come la pesca anche di odore, morbida e vellutata, due labbra rosse color fuoco mettevano in risalto i suoi lineamenti quasi fragili e delicati, indossava una camicetta panna e una gonna jeans, sicuramente diversa dalla tuta da motociclista della sera prima.

Sentii il suo lievissimo respiro appena udibile, regolare, le tenevo la mano, stranissimo non ricordavo affatto di avergliela presa, che fosse stata lei a farlo? Ma cosa andavo pensado, per lei ero solo lavoro, poi era controproducente mescolare privato e pubblico, lo dicevano in tutti i film che avevo visto, finiva sempre male. Ma averla così vicino e non poterla neppure sfiorare mi faceva male, appoggia la testa sulla sua spalla e chiusi nuovamente gli occhi.

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Mi ero accorta che mi osservava da un po' anche perchè ero sempre stata addestrata ad essere sempre vigile, un piccolo movimento del materasso mi aveva avvistato che si era svegliato, ma la cosa strana era che non ci aveva per nulla provato, eppure non era brutta, ed era sicura di piacergli anche solo un pochino, ed allora perchè non mi aveva neppure baciata?

No eccolo forse ora, no, neppure, mi aveva solo abbracciato sulla spalla e poi si era addormentato. Ma è proprio imbranato, pensai, aprii gli occhi, era tardi circa le sei di pomeriggio, i raggio arancio entravano dalle persiane legegrmente aperte. Con non poca fatica mi misi a sedere sul letto, mi liberai delicatamete del suo abbraccio, e andai in bagno a fare una doccia, ero superappiccicaticcia. Mentre l'acqua scendeva sentii andare via tutte le tensioni che si erano accumulate in quella giornata, dovevo prendere quel lavoro per quello che era, semplice lavoro.

Uscii, mi asciugai per benino, mi misi una crema per il corpo alla pesca dolce. una maxi t-shirt fuxia, ma si, chi vuoi ch mi veda e corsi a farmi un bel tazzone di latte e caffè con biscotti. Accesi la radio, musica country, si rilassante, e iniziai a pulire la cucina dai piatti del giorno prima.

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Mi svegliai di soprassalto, nervi tesi all'inverosimile, qualcosa mi aveva messo all'erta, un rumore, forse dei passi, mi guardai intorno come se qualcosa fosse così vicino a me da sentirne il respiro, qualcosa c'era in effetti, era buio la sveglia indicava le otto e mezzo, un ombra si muoveva silenziosa intorno a me, la riuscivo a percepire, vidi alcune luci filtrare dalle persiane oscurarsi per qualche secondo alla mia destra.

Mi si gelò il sangue, poi quel qualcosa come se mi avesse scorto solo ora si avventò su di me, mi dibattei e urlai a squarciagola ...








Pace a voi,

Come dicevo prima ad una mia amica di questo spazio, mi sarebbe piaciuto anche  ame implementare le storie a visione, certo che è complicato fare la parte di una ragazza...

Curiosità della puntata: Si lo ammetto, mi sono sbronzato una volta (l'ultima) di almno 20 anni fa con il SACHE', e non vi dico, io dovrei essere una persona posata, a modo, no, nulla affatto, dopo aver bevuto con un amico al cinese 2 birre cinesi e una teiera di liquore ho avuto la bellissima idea di andare a dormire su una nave... Era ancorata al porto, ma pur sempre beccheggiante, lo ricordo come fosse ieri, ebbi il mal di mare indotto dall'alcool, cercai di scappare per il bagno ma fu tragico lasciare la scia, arrivato a poppa non avevo più nulla nello stomaco, tutta la mia cena l'avevo lasciata andare per la via, naturalmente toccò al mio amico Diego - "Ciao Dieguccio caro" - pulire perchè il solo sentirne l'odore mi faceva venire voglia di incrementarne la quantità... Poveretto, al,meno 12 metri di schifo, e continuava a beccheggiare...

Da allora mai più, una birra passi, ma le sbronze sono finite. Ci avreste mai creduto?

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Capitolo 7
*** Cap 3 Par 2 (la fine) ***


Sentii un urlo ed una lotta, corsi immediatamente in camera in un secondo accesi la luce con la pistola in mano, "Calcutta, oh santo cielo! lascialo immediatamente - urlai - Vai via brutta gatta cattiva", solo allora mi accorsi che era caduto giù dal letto e con un libro si proteggeva il viso.

"E bravo - esclamai - Tu si che ne capisci di autodifesa, hai scelto bene... la bibbia, con quella starai sicuramente al sicuro e protetto da tutti - risi e pensai ad un guerriero bronzeo con una bibbia in mano al posto della lancia e dello scudo - "Tutto bene?" - gli sorrisi allungandogli il braccio per aiutarlo ad alzarsi, impacciatissimo, rosso in viso, si tirò su, si guardò in giro e mi chiese se c'erano altre sorprese in casa da doversi aspettare saltagli addosso.

Risposi di no, un po' freddina, davvero, avevo deciso di essere solo la sua guardia del corpo e niente di più, ma vederlo, nudo anche se solo in boxer, esilino, graffiato dalla mia gatta mi fece esplodere la vena di protezione oltre l'immaginario.  Andai in bagno presi la cassetta del pronto soccorso, cotone, acqua ossigenata e tornai da lui a disinfettarlo per benino.

"No, grazie - esclamò - va bene così"
"Ma cosa blateri? Che ne capisci tu di gatti? A parte che Calcutta ama rotolarsi nella sua ciotola della sabbietta, ma sotto le unghie i gatti hanno delle vere e proprie armi batteriologiche, se non ti pulisco ti gonfierai come un pallone ed esploderai per tutta la camera schizzando liquido verdastro come alien", dissi mentre lo disinfettavo per benino e la cosa più buffa fu che mi chiese "Davvero?" - li non potei più trattenermi e mi misi a ridere a più non posso.
"Ecco mi prendi pure in giro!" - disse un po' contrariato, non so perchè, ma per tranquillizzarlo gli diedi un bacio dolce sulla guancia, come ad un fratello.

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Passarono i secondi, credo di essere diventato rosso come un polpo, lei scoppiò ancora a ridere e la cosa mi faceva veramente infuriare, ma d'altro canto ero felice mi stesse affianco.
Quella sera dopo pranzo ci sedemmo alla tv a vedere i cartoni animati, abbracciati sulla poltrona, poi come se fosse tutto naturale, sul tardi la presi per mano e andammo a dormire insieme, senza gatti.
Fu la più bella notte della mia vita, scoprii tante cose che ignoravo totalmente, lei fu paziente con me, ci appagammo l'un l'atra completamente tanto da svegliarci l'indomani tardissimo.


Flash

Stavo piangendo

Flash

Aprii gli occhi e vidi un elicottero davanti a me, al megafono una voce "Stia fermo dove si trova, non commetta imprudenze, la stiamo venedo a prendere", le luci alternanti rosse e blu mi fecero capire che era della polizia, il flash proveniva da un fotoreporter che avrebbe fatto uno scoop il giorno dopo con l'antemprima della mia fine.

Chiusi gli occhi e pregai

"Dio, so che non sono stato una brava persona, che non ho amato mia moglie come avrei doluto, perciò tu l'hai mandata via da me per punirmi, e ora io sto per distruggere la mia vita perchè io senza di lei non posso vivere, Signore, ti prego se tu esisti, fammela ritrovare dovunque ella sia e se puoi, perdonami"

Ad occhi chiusi mi spinsi oltre il cornicione, un urlo, un forte rumore di vetri in frantumi e un vociare intenso. Un dolore inimmaginabile, tutte le mie cellule urlarono all'unisono.

Aprii gli occhi e vidi una gran folla corrermi incontro, sirene, polizia, mi voltai, si, perchè ero in piedi, e vidi, la sua macchina in frantumi e... me, cioè il mio corpo sopra il cofano, senza vita, il vociare si affievolisce, tutto diventa buio, mi guardo intorno...

Un uomo mi si avvicina - "Seguimi"...






Pace a voi

Come va? Pensavate fossi andato in vacanza? Bhe non ancora purtroppo, la mia macchina è in ferie, dal meccanico e encora non si sa cosa le sia successo, sarebbe bello no? avere un supercomputer che ti dica cosa è guasto, ma sapete per chi come me si deve accontentare di prendere un'auto di seconda mano, non può certo permettersi questi optional, che so che esistono su macchine supertecnologiche.

Curiosità delle puntate a venire a partire dal capitolo 2, è tutto pura fantasia che ottengo mentre dormo, vioè mi sogno ogni capitolo nuovo, al contrario i primi capitoli e la premessa sono una mia opera un po' datata mai scritta in pubblico.

Spero vi piaccia, ho dovuto stringere un po' perchè altrimenti non la finivo più... ma di Sara parleremo in avanti, dopotutto i suoi ricordi sono la cosa più importante, per ora.

Alla prossima.

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Capitolo 8
*** Cap 4 Par 1 (dalle stelle alle stalle) ***


manosc3 "Come scusi?" - Rimasi atterrito, già la sensazione che avevo provato vedendomi a pezzi sull'auto era stata agghiacciante, ora ero totalmente perso.
Mi guardai le mani, non riuscivo a credere di essere ancora vivo, cioè, non proprio, ma ancora senziente.

Il nuovo arrivato, con una voce atona, come se mi avesse letto nel pensiero mi disse: "All'inizio sembra che tu sia sempre lo stesso, ma è solo una tua  percezione del passato, sei solo un'ombra niente di più, tra poco svanirai per lungo tempo, fino al giorno del giudizio, e poiché hai conosciuto la verità e probabilmente per il modo con cui hai posto fine alla tua vita, sarai condannato alla geenna del fuoco eterno. Ma chi può dirlo? Abbiamo un Padre meraviglioso, forse ti salverà. Ora muoviamoci..." indicandomi una direzione tutt'altro che luminosa...

Mi incamminai, titubante, volevo saperne di più sul loro "Padre" non capivo, chi era costui che poteva gestire le loro vite a Suo piacimento...
"No, non a Suo piacimento - disse interrompendo i miei pensieri - Dipende da come noi, abbiamo vissuto la vita sulla terra, nell'attesa del Suo ritorno, devi vederla come.., come posso dire... Sta scritto che un giorno delle giovani dovevano sposarsi, e attendendo lo sposo sulla porta della casa, si fece buio, per farsi vedere accesero tutte la loro lampada, solo che alcune di loro non si premunirono di prendere abbastanza olio per le loro lampade che dopo poco si spensero, allora chiesero alla avvedute di prestargliene, ma non glielo diedero, altrimenti sarebbero potute rimanere senza anche loro, quindi in fretta corsero in città per acquistarne, ma al loro ritorno non trovarono ne le avvedute ne lo sposo. Certo il Padre è buono con noi e con tutti quelli che lo amano, ma sulla terra è dato di prepararsi per il suo ritorno, e non vorremmo trovarci poi senza olio per poi perdere il nostro sposo".

"Scusami non capisco, questa storia che hai raccontato, mi pare di ricordarla, anche se non saprei dirti da dove l'ho letta"

"Tranquillo sono le sacre scritture, sulla bibbia, è una delle parabole dette dal Padre agli uomini per indicargli la Via..."

Scusa tu parli di Padre, di insegnamenti, di prove da superare e di preparazioni, ora non ha più senso per me sono morto!!! Anche volessi, non potrei cambiare nulla è tutto finito. Vorrei solo incontrare le mia donna".

"Non ti è concesso, dobbiamo aspettare il Padre e le Sue decisioni".

Preso dallo sconforto mi fermai, desideravo vedere Sara un'ultima volta, e sapere che non potevo mi avrebbe ucciso dalla sofferenza, ma poiché ero morto... Risi a tali pensieri, non ero cambiato neppure un po' una volta me ne ridevo della morte, ora da morto me ne facevo un baffo...

La strada si fece buia vedevo solo un disco di luce bianca, come se fosse investita da un riflettore, al centro una sedia di legno. Il mio compagno di viaggio mi indicò di sedermi e scomparve nel buio, rimasi ad osservare la scena, attentamente la sedia, niente di che, una sedia semplice color noce, levigata, lucida, come non fosse stata mai usata, al tocco fredda..

"Si sieda, prego" - una voce penetrò tutto il mio essere, il cuore iniziò a palpitarmi velocemente in petto, mi voltai dalla parte di dove credevo provenisse la voce ma non vidi nulla..."Marcello, siediti!!!", socchiusi gli occhi, cercai di vedere... "Marcello, abbiamo tutta l'eternità, ma se ti siedi facciamo prima"

Almeno era spiritoso (detto da uno spirito) commentai nella mia mente e mi sedetti -

"Dunque, capo di accusa, suicidio, beh non ci dovrebbero essere complicazioni, nella tua misera vita non hai mai cercato il Padre, anche se avevi uno dei sui figli  vicino, non hai mai voluto approfondire, hai vissuto per la maggior parte del tempo povero, poi avuta la tua possibilità e ti sei dedicato completamente a dio Mammona dimenticandoti di tutti.
In teoria  saresti da Geenna, ma da quando Sara è tra noi" - Trasalii - "Non ha fatto altro che pregare per la tua anima, ed ho deciso di esaudirla, ma ricordati che hai deciso di toglierti la vita, che non è mai stata tua, te l'aveva donata il Padre, perciò ti condanno ad una vita di redenzione, ora uno dei miei angeli ti spiegherà tutto, l'udienza è terminata".

La luce si spense e rimasi al buio...Condannato... Ad una vita di redenzione... mi immaginai con il saio a pregare in una chiesa... sui ceci e fustigandomi tutte le mattine...

"No, ma che sciocchezze ti vengono in mente!!! - mi disse il tizio che mi aveva accompagnato - Il Padre non ha mai voluto queste cose, anzi se leggi sulla bibbia, vedrai come i suoi figli aborriscono queste cose, anzi si beffeggiano di chi le pratica!".

"Perdonami, non ho capito, che intendeva... ma ora che me lo fai notare... Mi leggi nel pensiero???" - strillai
"Qui tutti possono farlo, nulla è nascosto e tutto è palese, dunque fammi vedere..."

Sfogliò un librone nero scritto a caratteri oro - "Ok Marcello, cioè, tu sei morto quindi Marcello non c'è più, usiamo un altro bellissimo nome... mhmm che ne dici di Joshua?, no meglio di no, anche se è bello avere uno dei nomi del Padre, bho forse un giorno te lo meriterai... dunque fammi pensare... Si, ti s'addice benissimo Jonathan, poi lo scoprirai il perché.
Ti diamo dotazione standard, dunque, potrai leggere nel pensiero delle persone solo se il Padre te ne da l'autorizzazione, sarai immortale per il tuo lungo periodo di riabilitazione, ma sanguinerai e soffrirai come un uomo, perché ti verrà dato un corpo vero,  non ti è permesso smaterializzarti o robe simili, sarai solo un uomo in mezzo agli uomini, ogni tanto ti sarà data una missione, il tuo compito è di salvare chi come te cerca di farla finita per la troppa sofferenza.

Dopotutto il mondo è di satana quindi è normale che tutti cercano di fuggire alla sofferenza, ma nel modo sbagliato. Ti viene data la conoscenza del Padre sulla Sua volontà e potrai usare solo e ripeto solo la Sua parola, non fare discorsi strani o verrai 'ritirato' per così dire... potrai metterti in contatto con me, che sono il tuo tutore per ora, ma tutte le richieste dovrai farle al Padre, come tu ben sai... Domande?"

"Ma stiamo scherzando? - risposi - Sembra di essere in uno di quei film... 'mission impossible'... ma è tutto reale o c'è una telecamera nascosta?, sto sognando sicuro"...

"Non hai sentito il Padre? Ti si è data una seconda possibilità, cosa molto rara, ma del tuo passato non potrai parlarne a nessuno, abbiamo regole molto severe qui, l'amore è totale, prioritario, e cerchiamo di salvare molte anime ogni giorno, già basta quello che fanno i Suoi figli, che senza le tue dotazioni, portano alla salvezza milioni di anime al giorno strappandole al regno delle tenebre e portandole alla luce... A dimenticavo... Per nessun motivo ti è concesso interferire con il libero arbitrio delle persone che siano credenti o semplici mortali".

"Cioè non posso obbligare con la forza una persona a fare quello che è giusto?"

"Secondo te se il Padre volesse non potrebbe far si che tutti siano buoni? Che non esistano più le violenze e le guerre? Tutta la terra e noi tutti siamo sue creature, se volesse lo potrebbe fare, ma Lui vuole che siamo liberi di amare e non obbligati ad amare Lui principalmente, e poi il nostro prossimo. Se nasce nel cuore delle persone il sentimento dell'amore Cristiano, allora tutto è diverso è una scelta di voler amare, ma l'amore è libertà."

"Detto questo... Prima tua missione, tornare sulla terra e prendere il posto di una persona che tra pochissimo se ne andrà vendo qui ovviamente, prenderai in prestito il suo corpo, dovrai presentarti da padre Alessio, il prete della 'Comunità angelica della misericordia divina' ed aspettare istruzioni, nell'attesa, se potessi dare conforto ai senza dimora della zona sarebbe perfetto, il Padre gioisce se vede un cuore pronto a donarsi al prossimo... e poi sarebbe un modo di fare pratica non credi?
Che dirti dunque... buona fortuna? No, quello lo dicono gli altri quelli del mondo che non hanno speranza ma si affidano alle ombre, noi diciamo 'Pace a te',
Ci si vede".

Ero ancora frastornato, al buio, mi sentii il corpo diventare freddo, che freddo, battevo i denti... aprii gli occhi lentamente, una luce mi accecò, una lampadina, delle voci...
"No, non vedete che è vivo? Se batte i denti dal freddo è molto più vivo di me."
"Ve lo giuro agente, era morto e bianco in viso, mi aveva fatto paura"
"E' vero" - disse un'alta voce, femminile un po' gracchiante - "Non si muoveva, ed io gli ho ascoltato pure il cuore, e niente... è tornato dal regno dei morti per portarci via con lui".
Il poliziotto: "Come ti chiami?"
Io: "Jonathan"
"Ecco lo sapevo è stato rapito dagli alieni, verremo tutti invasi e ci ruberanno il cervello per metterlo in dei barattoli..."

il poliziotto: "Qui mi dicono che ti chiamavi Alessandro, sicuro di sentirti bene? Ha bisogno di una coperta, seguici, ti portiamo in un posto al caldo dove protrai riscaldarti lo stomaco con una minestra calda".

Mentre mi alzavo, un dolore spaventoso, da mozzarmi il fiato, proruppe dal fianco, da quando soffrivo di ernia? mi guardai le mani...Vecchie, screpolate, rinsecchite, unghie sporche e giallastre, un paio di guanti da bikers senza dita, in lana marrone, oleosi, maleodoranti, portavo un cappotto di non so cosa più, a quadri sporco e logoro, umido e polveroso, nero, un paio di pantaloni militari freddi ed ingialliti e un paio di scarponcini di similcuoio freddi e fradici di muffa e sudore.

Maledissi il giorno della mia nascita, in tal caso il giorno della mia rinascita... ero un senza fissa dimora o volgarmente un vagabondo senzatetto, senza passato e senza futuro...
Ma cosa avevo mai fatto di così grave da dovermi ritrovare all'opposto uno che doveva trovare nel suo animo il modo di superare la giornata se andava bene con un piatto di fagioli...
Mentre mi incamminavo con i poliziotti che si tenevano a debita distanza (e te pareva, volevo scapparmene pure io), intravidi la nostra meta, una chiesetta poco appariscente in un piccolo parco, non troppo evidente.
Bussarono, più volte, poi venne ad aprire un ragazzetto di dodici anni o poco più, assonnato, che vedendo la polizia, chiuse l'uscio di corsa e scomparve all'interno della casa urlando qualcosa di indecifrabile.

Poco dopo il parroco aprì il portoncino ed intravidi il ragazzo di prima alle sue spalle timoroso e allo stesso tempo curioso. I poliziotti scambiarono delle parole con padre Alessio e poi indicandomi mi fecero accomodare all'interno della stanza.







Pace a voi.

Oh eccomi qui al ritorno delle vacanze, la macchina? bhe è sempre in vacanza ma se non la si manda troppo veloce, va che è una meraviglia...

Eccoci qui alla svolta, la nuova vita di Jonathan e si, Marcello mi stava antipatico l'ho fatto schiattare per cambiargli nome.... ma no che pensate???

Dunque spero vi piaccia e che sia avvincente come ma la sono sognata oggi...

Note sul capitolo e curiosità: Il senzatetto è un'idea di mia moglie (Ciao Robi) che amo profondamente, certo che questa storia toccherà molte classi e persone della nostra società insegnandoci ad amare tutto e tutti indistintamente dall'etnia e dallo status sociale, cosa che affermo pienamente con sicurezza ancora oggi non viene fatta da molti dei ragazzi dell'ultima infornata, ma poiché Dio ha tanto amato il mondo da darci il suo unigenito al fin di salvarci, bhe allora è tutto un quiz.

Per la parte riguardante il libero arbitrio ricorderò in futuro tante belle cose in proposito, seguitemi copiosi mi raccomando.

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Capitolo 9
*** Cap 4 Par 2 (Il dono dello Spirito Santo) ***


42 "Piacere, io sono padre Alessio, come ti senti? - mi chiese garbatamente il parroco - Entra, siediti qui, vicino al fuoco, non abbiamo molto da mangiare, ma un piatto di pastina calda è quello che ti ci vuole per riprenderti", così dicendo scostò una sedia e mi indicò il tavolo, poi chiamò la governante e le chiesa di fare un po' di pastina in brodo.

Prese un'altra sedia e si sedette difronte a me ed aspettò che finissi.
Il brodo era un po' insipido, ma con il freddo che avevo provato nulla mi dava maggior forza che un bel piatto caldo, dovetti bere prima il brodo che scottava addirittura per quanto ero freddo. Ancora non credevo a quello che mi era successo tutto mi sembrava un brutto sogno da cui volevo svegliarmi.

La cosa chiara fino ad ora era che ero ancora vivo e a quanto mi aveva detto l'angelo non potevo morire finché non avessi scontato la mia condanna.

Maledizione - pensai - Avevo deciso di farla finita perché soffrivo della mancanza di Sara, ed ora ero ancora qui a soffrire, mi scappò una parolaccia, il prete accigliato mi chiese se qualcosa non andava nel cibo, "mi scusi... padre... è che mi sono successe tante cose oggi che non so neppure io", "tranquillo figliolo, se la vita fosse fatta per trascorrerla senza problemi cosa ci saremmo a fare qui?", "Perdonatemi padre, ma lei cosa mi sa dire della volontà del Padre celeste?".

"Cosa vuoi che ti dica io? - iniziò il prelato - Lui ci ha donato questa vita per fare il bene al nostro prossimo ed essere degni di essere chiamati a miglior vita dopo la morte, purtroppo il mondo è pieno di violenza e siamo destinati a soffrire per dimostrare di essere degni, la carne è debole ma uno spirito forte può vincere ogni cosa"

"Quindi se io mi comporto bene, e aiuto il prossimo ho la vita eterna?", "Se piace a Dio certamente, ricordiamoci di tutti i nostri fratelli martiri della fede. Sarà, - borbottai io - ma non mi convince molto"

"Dimmi... va meglio ora? - domandò dopo che ebbi finito di mangiare - Se stai meglio è ora che tu vada a dormire, e.. wawaww anche noi", mi portò in una stanzetta un po' umida al piano semi interrato, dove un letto non molto comodo e la luna mi avrebbero allietato il sonno.

Mi coricai, alzai gli occhi al cielo e prima di dormire parlai con Dio...
"Senti un po' tu, mi hai condannato a comportarmi bene, fare il bene, o qualunque cosa sia, ma neppure un manuale di istruzione? Non è possibile qui non riuscirò mai a fare quello che vuoi, se non so come devo fare", sbollita la mia rabbia, mi addormentai quasi subito...
Mi svegliai che era ancora notte, e vidi l'angelo vicino a me, seduto su una panca, mi osservava, "Che cerchi? gli domandai, Il padre mi ha detto che vuoi un libretto di istruzione, ma questo non è possibile, io posso darti solo questa bibbia, puoi leggerla, puoi cercare di capirla, ma se non la metti in pratica o non la leggi con lo spirito del Padre, non la capirai mai, sarà per te solo una pietra di inciampo, un motivo di afflizione, ed anziché donarti la vita, ti darà la morte.

Tu devi accettarlo nel tuo cuore e poi potrai essere un suo figlio, sono qui nel nome del Signore, cioè Gesù Cristo, per farti 5 domande, io te le spiegherò ma tu dovrai pensarci bene prima di rispondere.

Pronto?"

"Aspetta, che domande sono? cioè tipo quiz? a tempo magari oppure con tante risposte?"

"Nulla di tutto ciò, facciamo così ti leggo un po' di bibbia:

Atti degli apostoli, questo libro descrive le azioni degli apostoli di Gesù dopo la sua assunzione in cielo
nel capitolo 10 dice:
Or v'era in Cesarea un uomo, chiamato Cornelio, centurione della coorte detta l''Italica', il quale era pio e temente Iddio con tutta la sua casa, e faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo.Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: Cornelio! Ed egli, guardandolo fisso, e preso da spavento, rispose: Che v'è, Signore? E l'angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio. Ed ora, manda degli uomini a Ioppe, e fa' chiamare un certo Simone, che è soprannominato Pietro. Egli alberga da un certo Simone coiaio, che ha la casa presso al mare. E come l'angelo che gli parlava se ne fu partito, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un soldato pio di quelli che si tenean del continuo presso di lui; e raccontata loro ogni cosa, li mandò a Ioppe.

Saltando un po' arriviamo dove Pietro condotto dai servi del centurione arriva da Cornelio:

Per qual cagione m'avete mandato a chiamare? E Cornelio disse: Sono appunto adesso quattro giorni che io stavo pregando, all'ora nona, in casa mia, quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate nel cospetto di Dio. Manda dunque a Ioppe a far chiamare Simone, soprannominato Pietro; egli alberga in casa di Simone coiaio, presso al mare.

Perciò, in quell'istante io mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore.

Ed egli a loro dopo aver ringraziato Dio per ogni cosa

Voi sapete quello che è avvenuto per tutta la Giudea cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni: vale a dire, la storia di Gesù di Nazareth; come Iddio l'ha unto di Spirito Santo e di potenza; e come egli è andato attorno facendo del bene, e guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo, perché Iddio era con lui. E noi siam testimoni di tutte le cose ch'egli ha fatte nel paese de' Giudei e in Gerusalemme; ed essi l'hanno ucciso, appendendolo ad un legno. Esso ha Iddio risuscitato il terzo giorno, e ha fatto sì ch'egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni ch'erano prima stati scelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. Ed egli ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare ch'egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti. Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remissione de' peccati mediante il suo nome. Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola.

Ed ancora:

Or v'era tra i Farisei un uomo, chiamato Nicodemo, un de' capi de' Giudei. Egli venne di notte a Gesù, e gli disse: Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui. Gesù gli rispose dicendo: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere quand'è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere? Gesù rispose: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo.

Perciò ora ti chiedo:...







Pace a voi,
Eccoci qui, tornati alla ribalta...
Notizie curiose della puntata:

"Mi alzai dal letto andai sul balcone e parlai con Dio: "Senti un po' tu..."
Fatto realmente accaduto... Il giorno prima della mia conversione, parlai con Dio dicendo realmente queste parole... ero ignorante come una capra ma sincero nel cuore. E Lui m ha creduto. Lo fa sempre, ci crede, in noi inteso, Lui sa come vivremo la nostra vita, ma ci da sempre speranza.

Alla prossima, spero che non vi annoierete.

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Capitolo 10
*** Cap 5 Par 1 (E tutto ebbe inizio) ***


"Non sono pronto" - sbottai - "Io ancora non ci credo..."
"Ma cosaa mi dici della tua nuova vita?, e non ci credi ancora?"
"Senti, io capisco che qualcosa non quadra, ma non puoi venire qui e chiedermi di credere così, di botta, senza avvisare, io ricordo qualcosa che mi diceva Sara, mia moglie..." - le parole mi morirono in gola, la mia mente vacillò,

<<...ma da quando Sara è tra noi, non ha fatto altro che pregare per la tua anima, ed ho deciso di esaudirla...>>. Quindi era viva, e pregava per lui.

"Certo che è viva Jonathan - interruppe i miei pensieri l'angelo - E' viva e prega per te, cosa pensavi? Che quando si muore finisce tutto?, non la leggi la bibbia? ah già è vero, siete abituati a leggere di tutto, meno che la bibbia, va bhe, comunque sta scritto che chi crede e mette in pratica la Sua Parola non morirà mai, anzi, verrà rapito in cielo e starà con Lui per sempre, avendo la possibilità di pregare per i propri cari, anche se non gli sarà permesso di vedere chi è rimasto"

"Spiegami ti prego... io vorrei saperlo, ma forse, detto così è troppo semplice, io ho un mio pensiero, ma ho paura di offenderlo se accettassi senza combattere, un po' come se lo prendessi in giro"

"Ti capisco, è difficile pensare che il Padre possa amare il figlio incondizionatamente, immagina di essere un padre, ameresti tuo figlio perché ti darebbe qualcosa in cambio?", "Suppongo di no - risposi - Lo farei perché è mio figlio", "Ecco infatti, il Padre ama tutti i suoi figli, anzi ama pure quelli che non sono Suoi, sperando che così facendo lo possano diventare".

"Scusa, ma tu parli del Padre... cioè Dio?", "Anche, per ora potrebbe sembrarti follia, ma il Padre è colui che porta lo spirito del Padre, e non è da tutti, io ho una parte del Suo Spirito, ma non sono un Padre, anche perchè non ho figli, solo i figli sono la prova dell'esistenza di un padre."

"Vorrei tanto sapere come fare il lavoro che mi ha chiesto, così da poter incontrare Sara alla fine, se mi verrà concesso"

"Vediamo di intenderci... A te che sei interessato ad entrare nel Regno di Dio chiedo: credi che Gesù Cristo è morto sulla croce per te? ed è per te risorto? Se la risposta è affermativa ti invito a rispondere a queste domande non con un si o un no, ma con: <>, dopo rifletti sul quanto dichiarato ok?"

"ok, ma che significa?", "Tranquillo, lo scoprirai...".

"Credi che Dio ti Ama?", "Gesù Cristo è morto sulla croce per me!" - risposi solenne, e lui a me: "La confessione dell’opera della croce mostra quanto grande è l’amore di Dio per l’uomo e dà a te che confessi ciò, la certezza del Suo Amore", "Ho capito" - risposi, anche se non avevo capito granché, ma poi ripensandoci, trovai la motivazione calzante alla perfezione e sorrisi compiaciuto.

"Credi che Dio è interessato a te?" - Continuò l'angelo, "Gesù Cristo è morto sulla croce per me!" - risposi in automatico, ma iniziando a ragionare su quello che avevo detto, mi spiegai che La confessando l’opera della croce dimostra quanto grande è l’interesse di Dio per me che credo in Lui e tale interesse l’ha portato a dare la Sua vita sulla croce e pagare il debito dei miei peccati, pensai entusiasta, l'angelo sorrise ed aggiunse: "Sapessi quanto il Padre sta compiacendosi di te in questo momento, complimenti i tuoi pensieri non ti ingannano, questa è la spiegazione corretta"

"Credi che se chiedi Dio ti esaudisce?", "Gesù Cristo è morto sulla croce per me!", "in merito a questo" - esordì l'angelo - "l’Apostolo Paolo nella lettera ai Romani 8:32 dichiara: Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui? E’ l’opera della Croce che ci da sicurezza delle risposte di Dio", ci riflettei, e mi ricordai ogni qual volta Sara pregava per noi anche per le piccole cose, e veniva sempre esaudita... Anche per la mia anima...

"Credi di essere salvato?", in verità li titubai a rispondere, mi ricordai delle parole del prete della sera prima, e stavo per rispondere come lui, ma l'angelo mi anticipo': "Secondo te uno muore sulla croce per te e non lo fa perché tu possa essere salvato? La confessione dell’opera della croce mostra che Dio ci assicura la salvezza esclusivamente mediante il suo sacrificio. infatti sta scritto Efesini 2:8 <>", "Certo, Gesù Cristo è morto sulla croce per me!"

"Dunque, sei salvato per l’opera di Gesù o per le tue opere?", "Naturalmente per la sua opera" - risposi, "E quale è?" - incalzò lui, "Gesù Cristo è morto sulla croce per me!" - dissi in un sol fiato.

"Ottimo"- esordì l'angelo - "ben venuto nel Regno di Dio Padre"
"Come? Così? Senza studi, anni di sacrificio, esami..." - domandai allibito.

"Certo!, che ti credevi? Un giorno gli apostoli battezzarono 3000 persone, anche non dormendo sono la bellezza di 2 persone al minuto, quale corso?"
"Beh avranno dormito qualche ora" - dissi un po' scettico, "beh forse, ma allora erano molto di più. Ora dormi, domani sarà un lungo giorno te lo assicuro, ed avrai la prova di non avermi sognato stanotte".

Chiusi gli occhi, li riaprii, la stanza era buia e non c'era nessuno eccetto me. Pensai davvero di essermelo sognato e mi riaddormentai immediatamente, in pace con me stesso e con Dio.

Fui svegliato da un bussare ininterrotto, "Alessandro, alzati, è mattina" disse qualcuno, aprii un occhio e vidi un raggio di sole filtrare dalla finestra, guardai il polso automaticamente, notando un braccio scarno, sporco e maleodorante, oh no! non era un sogno non ero morto ero tornato in un corpo di un senzatetto.

Maledissi il giorno in cui nacqui, chi sa quale era, ad occhio avrei avuto al massimo 40 anni, ero pure invecchiato, mi alzai dolorosamente, il letto eta probabilmente senza reti ne materassi ma solo un asse di legno, mi ci vollero alcuni minuti per rimettermi in piedi, ma all'ultimo, finalmente aprii la porta, ed scorsi il prete che con un sorriso splendente mi invitava a fare colazione alla mensa, "Sono le sette, muoviti tra un po' c'è la messa", le sette? "Voglio dormire," - piagnucolai, socchiudendo la porta, ma imperterrito come se non mi avesse ascoltato, mi prese per il braccio e mi trascinò fuori, l'aria era gelida ed era appena visibile un filo di luce, mi portò davanti adf un piccolo bagno e mi indicò di entrare.

L'acqua era gelida, mugugnai un pochino, ma poi mi ci abituai.

"Vedi?" - esordì il prete - "Mariolino non si lamenta neppure, invece tu grande e grosso guarda per un po' di acqua fredda fai tante storie", mi girai verso il ragazzino che indicava il prete, secco come un chiodo, un paio di boxer ed una canottiera, si lavava allegramente senza fiatare.

Grazie al cavolo!, scoprii più tardi che Mariolino era stato trovato davanti alla chiesa da piccolo, muto, aveva assistito ad una scena terribile, e da allora aveva perso la parola, a nulla erano valsi gli sforzi di vari dottori che ogni anno si alternavano cercando di dare voce al povero ragazzo.

Mi feci la barba, mi pettinai i capelli, per quanto possibile, e uscii fuori per la colazione.

"Fagioli? Ancora!" - sentii una donna urlare - "Se continuiamo così, arriverò sulla luna!, è mattina!, una colazione normale con il latte ed i biscotti sarebbe possibile?", poi giratasi verso di me, granò gli occhi, prese al volo la scodella di mano al volontario e scappò via verso il tavolo più lontano possibile.

"Grazie, quello che c'è mi va bene" - dissi noncurante, solo per far notare che eravamo in una posizione dove fare gli schizzinosi era inutile.

Mi diedero una ciotola di pastina spezzettata e fagioli in brodo, cercai un posto e mi sedetti. Gli altri commensali, alzarono appena gli occhi dal loro piatto, mi guardarono per un po' e poi tornarono a concentrarsi sul pasto.

"Tu sei quello che non vuole morire" - esordì un vecchio alla mia destra, "Davvero!, eri morto duro come una tavola e freddo come il ghiaccio, Melania dice che sei resuscitato per portarci via tutti, ma io non ci credo, credo invece che ti sei aggrappato con i denti alla tua coperta e non sono riusciti a portarti via".

Alzai lo sguardo, era un vecchio pieno di barba, gli si vedevano solo gli occhi, blu, ma di un blu così acceso da illuminare. "Tu vedi troppi film alla televisione, non sono morto, avevo solo molto freddo e non avevo come coprirmi"

"Ma quale televisione, io non la guardo mica quella schifezza, e poi qui, come vedi, non abbiamo neppure la corrente, invece tu questa notte hai dormito su un bellissimo letto, "si bellissimo" - dissi ricordando la tavola e le giunture bloccate.

Lo guardai negli occhi, poi automaticamente vidi delle immagini, una bella casa, un mobilio da stile ottocento, una televisione in un armadio, dei bambini che correvano per un salone adornato di arazzi e dipinti, servitù, un vecchio che si appoggiava ad un bastone, il vecchio ero io, cioè era come se fossi stato io, alzai gli occhi e vidi il mio riflesso su di uno specchio posto su un camino in marmo ocra, un vecchio, occhi blu... il cuore mi esplose nel petto tornai immediatamente alla realtà, cosa mi era successo? avevo visto attraverso i suoi occhi il suo tempo passato?

"Certo ora non abbiamo queste belle cose, ma un tempo, sicuramente, quando abitavi in una casa lussuosa, con dei giardini, e la servitù che ti riveriva, forse anche tu avrai avuto una televisione, forse dentro ad un mobile nel salone, dove tu e i tuoi nipoti vi riunivate a guardare il carosello..." lo guardai dritto negli occhi... Attesi... Me lo ero sognato? avevo sbagliato?
I suoi occhi divennero vacui, poi con un urlo improvviso si alzò e scappò dal tavolo.

Mi si era accapponata la pelle, sudavo freddo, mi si rovesciò la tazza addosso, tutti lo guardarono allontanarsi di corsa, si girarono verso di me, e parlando sottovoce si alzarono all'unisono e si sedettero più lontano, lasciandomi solo con i miei pensieri.

Cosa avevo fatto per far accadere quella cosa e perchè era scappato? Cosa nascondeva? Come potevo aiutarlo?.

Finii di mangiare, mi alzai e invece che riportare la ciotola, lasciai tutto sul tavolo e mi incamminai dietro al vecchio, verso il vicolo dove era scomparso...










Pace a voi,

Torno dopo tanto, e si momenti di meditazione, ma che meditazione e meditazione!!! Diciamo tutta la verità, fa un caldo boia e stavo a dormire... hahahahaha va beh che dire della puntata...
Questo capitolo è un po' ostico all'inizio, ma deve pur basarsi su qualcosa di tangibile e non è facile per me scrivere di una cosa tanto impegnativa in un solo capitolo per giunta un pezzettino, se vi immaginate che è servita tutta una bibbia per dire le stesse cose.
Perciò chiedo perdono prima a tutti della pesantezza iniziale, è importantissima questa parte perché solo così il nostro intrepido eroe potrà fare tutte le cose che farà, un po' come tutti noi, no?

Alla prossima e, commentate mi raccomando.

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Capitolo 11
*** Cap 5 Par 2 (Egli è con me) ***


Pur essendo mattina, ll vicolo sembrava deserto, cumuli di spazzature facevano intravedere cassonetti rotti o bruciati, ogni due o tre metri, tra bruciature e fuliggine si scorgeva una porta, qualche volta un semi interrato, abbandonato da chi sa quanti anni, vetri rotti le cui schegge sembravano denti aguzzi in cerca di chi divorare costellavano finestre poco riconoscibili dalla sporcizia o dalla polvere, il vicolo era un guazzabuglio di oggetti dimenticati da tutti, ricettacolo di ricordi di ogni tipo, giocattoli sgualciti, mobili fradici, perfino una culla vecchia e arrugginita appartenuta ad un forse ora 50enne anch'egli padre a sua volta.

In mezzo a tutto quel sudiciume intravidi a 20 passi da me, il cappotto logoro del vecchio di prima, appoggiato ad un cassonetto, cercando di fare piano mi avvicinai e lo sentii singhiozzare, accigliato, e fortemente dispiaciuto per l'accaduto, involontariamente lo fissai, molte erano le mie domande, pregai il Padre di tutte le creature di darmi una risposta alla sua sofferenza e come per magia, le immagini iniziarono nuovamente a sgorgare nella mia mente.

Figlio di semplici contadini, una vita vissuta alla giornata, lavori saltuari, poi una folgorante carriera al fianco della donna che avrebbe sposato e da cui avrebbe avuto dei figli.
Laureato da adulto, brillante dottore di chirurgia aveva visto la sua sfolgorante carriera crescere a dismisura negli anni, poi la caduta. Il figlio maggiore con la moglie, i nipotini e il fratello minore, tornando da una festa morirono in un tragico incidente a causa di un pazzo che guidava al volante ubriaco ed in controsenso a folle velocità, morti tutti sul colpo.

La sua compagna, già debole di cuore per una malattia congenita a causa del dolore si chiuse in se stessa dapprima e poi si tolse la vita gettandosi da un ponte nel fiume sottostante.

Quanta sofferenza per un uomo che aveva fatto un vanto delle proprie capacità nel salvare le altre vite umane, ed ora succube degli eventi era sprofondato nello sconforto, abbandonato tutti era uscito di casa una notte di tempesta ed era scomparso, gettandosi alle spalle un passato tanto felice quanto doloroso.

Mi accorsi di piangere, tornando alla realtà, forse mi senti o forse avevo fatto rumore avvicinandomi, si girò verso di me e mi urlò di lasciarlo stare con i suoi ricordi.

Come avrei potuto? Portavo il suo stesso fardello ormai, e non sapevo cosa fare, preso dal panico avrei voluto fuggire via, come aveva fatto lui con la sua vita, lo guardai, mi asciugai le lacrime, mi sedetti vicino a lui...

"Sta scritto che c'è un tempo per piangere, uno per ridere, uno per vivere, uno per morire... - mi interruppi, mi fissò con gli occhi rossi e gonfi di lacrime - uno per rinascere e superare i propri dolori.

So cosa ti è successo - mi guardò sconcertato, ma dal suo sguardo capii che lui sapeva che dicevo la verità - e sapere che tutto ciò che è accaduto è stato un tentativo di satana per distruggere le vostre vite è ancora più tremendo, ma abbiamo un Padre che ci ama sopra ogni cosa, non ha permesso che nessuno di loro si perdesse, ma che si addormentassero tutti in attesa di viver tutti insieme al Suo cospetto, è una gioia ancora maggiore, so che non è facile doversi staccare da coloro che ami, non poterli neppure salutare, ma hai una promessa, li rivedrai un giorno, vivi il resto della tua vita in pace, torna a casa e se ti è possibile, con i tuoi averi e lussi, dai gioia a chi non ne ha. Riscatta dalla sofferenza chi come te l'ha subita, ma non come te può vincerla".

"Chi sei tu? Un angelo? Sai così tanto su di me... non sei Alessandro, lui non si sarebbe neppure interessato a me, davvero sei morto? Chi sei?"

"Un amico, che ti chiede, va' in pace, tutti i tuoi peccati io te li perdono nel nome di Gesù Cristo", detto questo mi alzai sorridendo e mi avviai verso la chiesa.

Sentivo il suo sguardo su di me mentre mi allontanavo, ed in cuor mio mi rallegravo per le belle parole pronunciate, erano venute sole, senza che io ne avessi saputo nulla automatiche, come se mi fossero state suggerite da uno che le conosceva benissimo.

"E' bene che io me ne vada - disse una voce intorno a me, dentro di me - affinché io possa mandarvi il mio Spirito, lo Spirito Santo, ed egli vi annunzierà la mia parola in verità".

Mi guardai in giro, nessuno... Sapevo che erano le parole del Padre scritte nel mio cuore...

Sorridendo e pieno di vitalità tornai alla mensa ma non trovai nessuno, a parte Marietto di spalle che giocava nell'acqua della fontana con i piedi, iniziava a fare un po' caldo, tanto da obbligarmi a togliere la giacca, la poggiai sul bordo della fontana, guardai Marietto e dissi a bassa voce, ma non troppo: "Chi sa che storie hai da raccontarmi tu"

Mi guardò, poi distolse lo sguardo e continuando a giocare mugugnò qualcosa...
Pace a voi

Rieccomi con un mini paragrafo nell'attesa dell'orario di uscita, che stress questa era una lunga giornata davvero, ora devo andarmi a riprendere i miei due gattini raffreddati.

Poverini.

In questo paragrafo? Nulla di che, il vicoletto esiste davvero vicino casa mia, a parte la culla che è in effetti un box che ho restaurato e lo tengo in casa come porta oggetti.

L'incidente è reale, realmente accaduto dove c'ero anche io, dove è morta mia madre, avevo 8 anni, e un tempo per soffrire.
Il pazzo scatenato aveva avuto un incidente e la sua macchina era in mezzo alla strada, ci finimmo sopra, io svenni... Un tempo per piangere
Un tempo per dimeticare...

Sono curioso, come credete che Marietto possa interagire con Alessandro?

Alla prossima.




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Capitolo 12
*** Cap. 6 Par 1 (Egli sorregge i deboli) ***


Questa volta non vidi nulla, niente ricordi, come se il mio potere di vedere le cose fosse scomparso.
Inizialmente mi adirai, come se fosse mia la colpa di non aver fatto le cose giuste, eppure  io volevo aiutare quel ragazzo, ma nulla non mi si apriva la visione.
Pensai... Forse non avevo chiesto al Padre... Vero, l'angelo mi aveva informato che il Padre  mi avrebbe dato quello che io chiedevo (se lo credevo), "solo il Padre può leggere il cuore degli uomini" secondo il Suo libro: "Se le mie parole dimorano in voi e voi dimorate in me: chiedete quel che volete e vi sarà fatto".

Riflettei a lungo sulla parola "chiedete quel che volete".. caspita! è una parola potentissima! Non mette limiti qualsiasi cosa io voglia... non è possibile, se un pazzo avesse queste promesse potrebbe scatenare una guerra oppure potrebbe chiedere di essere dio stesso... e no, Dio è amore... non esiste cattiveria in Lui, non lo avrebbe permesso...

Che Dio si sia confuso e scritto una cosa non vera? "O Padre amato, tu che hai creato tutto, tu che ami tanto i figli tuoi, ed anche quelli non tuoi che hai mandato tuo figlio Gesù Cristo a morire per perdonare tutti i peccati al mondo per riconciliarti con lui, tu Signore grande e potente che puoi ogni cosa, illumina la mente di questo tuo servo, affinchè io capisca le tue promesse"...

Come se qualcuno mi avesse suggerito le parole, nella mia mente riaffiorò la frase: "Se voi dimorate in me e le mie parole dimorano in voi..."

"Oh grazie Padre meraviglioso", "In effetti lo è - mi disse l'angelo apparsomi dal nulla al fianco - Lui è meraviglioso e ci ama tutti come fossimo figli suoi e noi lo siamo, si, sono qui per la tua domanda, tutta la sacra scrittura deve esssere detta da qualcuno che crede, altrimenti non diventa Parola di Dio, ed entrando dentro un cuore che crede adempie a tutte le promesse.Se tu dimori in Lui, cioè se fai parte del corpo di Cristo della sua chiesa, devi trovarti un padre terreno che incarni lo spirito di Dio, che sia stato scielto dal Padre per annunziare la siua Parola"

"Ma nn è possibile - risposi io - Gli uomini sbagliano e non possono annunziare la Sua parola se sono uomini".

"Bhe su questo hai ragione, in parte, cioè che gli uomini sbagliano, ma Dio nella sua grandezza ha dato a voi uomini il potere di sbagliare, ma nello stesso tempo annunziare la verità quando avendo creduto nella sua Parola avete fatto nascere la Sua natura dentro di voi, diventando dei piccoli Cristi.

Detto così, può sembrare una bestemmia o una cosa strana, ma è la verità, anche perchè gli apostoli dopo aver ricevuto lo spirito da Gesù ed il comandamento di andare per il mondo a portare l'evangelo ad ogni creatura, informa gli stessi che le persone riconosceranno che loro sono inviati da Dio, quando gli infermi guariranno i ciechi vedranno e gli zoppi cammineranno, quindio tutti miracoli che un uomo normale non potrebbe mai fare, ma solo il figlio di Dio può.

Ragionala così, che differenza c'era tra te prima di tornare sulla terra e ora?"
"Non saprei, mi avete dotato di super poteri? - Chiesi senza molta convinzione".

"Non proprio, la differenza è lo Spirito che ti è stato donato, cioè Dio ti ha fornito di una parte del Suo spirito, un piccolo Cristo è nato dentro di te, certo tu non credi molto in Lui, ma avverranno tante cose durante il tempo della tua permanenza qui che ti mostreranno quanto il Padre ti ama e quanto tu puoi fare per Lui. Certo Lui non ha bisogno di te, ma se vuoi farne parte, lui userà quel piccolo Cristo di cui ti ha dotato per fare miracoli grandi e potenti.Cosa credevi? Di poter leggere il passato delle persone perchè sei bello? o forte?  o intelligente? No è la natura del Cristo che è dentro di te che può e questa te la da il Padre.

Ora tu hai fatto una preghiera ed io sono venuto a spiegarti la Sua Parola, perchè Dio fa sempre così, manda la Sua Parola per salvare, Quando dimorerai in Lui sarai pieno di potenza, e mi spiace, il povero prete di questa chiesa, pur essendo un forte in carità cristiana, pur avendo conoscenza del libro di Dio, non ha la visione di Dio, perchè vive religiosamente la fede Cristiana, certo anche lui sarà salvato, ma non godrà dei frutti che il Padre ha dato a chi crede e mette in pratica la Sua parola, cioè la caparra dello Spirito Santo donata agli uomini perchè faccia frutti su questa terra, cioè i miracoli.

Loro preferiscono addossare questi a statue o personaggi unici santificati, beatificati, dagli uomini dopo anni ed anni di processi e di regole e leggi, e poi credono che questi uomini così purificati dalle sofferenze patite nella carne, possano guarirli se invocati, quando il solo motivo delle loro guarigioni è il loro cuore puro nella ricerca di Dio.

Preferiscono buttarsi nella vasca di Betesda ed essere guariti ogni tanto, che rivolgersi al solo ed unico Dio Creatore di tutte le Cose visibili ed invisibili che li guarirebbe immediatamente, mediante i suoi Unti, cioè i suoi piccoli Cristi, che hanno imparato ad affidarsi a Dio e superare tutti i problemi mediante il Suo intervento.

La sua parola non ti aveva convinto perchè non era Parola di Dio, ma solo parole di uomini, senza coscienza e senza speranza.

Dio è Vita, la Sua Parola crea i miracoli se creduta.Tu credi Che Dio ha dato la Sua parola per adempiere a tutto quello che Lui ha promesso?",

"Non sono molto convinto - risposi un po' titubante"

"Per uno che è resuscitato, tornato dall'aldilà e che ha dei poteri soprannaturali, direi che sei un po' in contrasto con quello che dici...Comunque sia, se riuscirai a credere alle sue parole senza tentennare o sviarti a destra e  sinistra e se troverai il tuo Padre terrestre ripieno della Sua Unzione, e vivrai vicino a lui il regno di Dio, quelle parole che ti sono state annunziate risulteranno una promessa, e  tutto quello che il tuo cuore 'CRISTIANO' chiederà, il Padre darà, con una misura, colma e traboccante".

Avevo le lacrime agli occhi, nel mio cuore sentivo fortissimo l'amore di qualcuno, e il calore mi faceva piangere, non avevo mai neppure una volta provato questo sentimento, avevo voglia di urlare 'Grazie Padre. grazie, grazie' ero sicuro che quelle parole ora erano dentro di me potenti ed efficaci, mi voltai verso l'angelo per ringraziarlo e per chiedergli del motivo di questa sensazione nuova, ma lui non c'era già più.

Poi mi accorsi di trovarmi ancora con i piedi dentro la fontana, insieme a Marietto, e che nessuno si era accorto della nostra discussione.Mi ripromisi di domandarne spiegazione all'angelo se mai sarebbe venuto nuovamente a me.

La richiesta quindi era impossibile, non avrei potuto chiedere nulla perchè non ero collegato ad un Padre, come se il collegamento con Dio necessitasse di un cavo spirituale che collegasse Dio a me, tramite una sorta di benedizione, di Padre in figlio...

Quindi potevo solo pregare e sperare che Dio rispondesse... ma prima non lo avevo fatto, avevo solo desiderato capire perchè quell'uomo era scappato dalla realtà, sicuramente il Padre aveva capito che io volevo solo aiutarlo ed aveva dato a me la capacità, solo per quella volta. di vedere.
Quindi le avendo letto il mio desiderio di vedere la vita di Marietto per cercare di aiutarlo, non aveva sortito il risultato sperato, poteva solo significare due cose, o che il Padre non aveva sentito la mia volontà di aiutare il ragazzo, cosa stranissima, perchè aveva mandato l'angelo a spiegarmi le sacre scritture appena l'avevo domanato, oppure che il Padre aveva deciso che dovevo fare una cosa diversa.

Certo perchè non ci avevo pensato prima!!! Dovevo fare qualcosa per lui, ma cosa? Un cuore ferito lo si guarisce con l'amore, un cuore muto... "Oh Padre Santo tu che puoi ogni cosa, ti prego per questa volta esaudisci questo tuo figlio incapace di capire la Tua volontà ad aiutare questo ragazzo" e facendo come l'angelo mi aveva detto...

"Marietto! - mi guardò attentamente - Gesù Cristo è morto per te sulla croce, tanti anni fa, per riscattare il popolo di Dio dalle mani di satana e portarlo alla luce, nel Regno di Dio, grazie al Suo sangue prezioso, Lui ha sanato il rapporto spezzato che c'era tra gli uomini e Dio a causa della loro malvagità, ma  ha anche sanato tutte le loro lividure, come che è scritto in isaia al cap 53 e su di se ha portato pure le nostre iniquità, è morto al nostro posto e ci ha reso liberi, e per questa libertà oggi ti informo che itutti i tuoi peccati ti sono rimessi e che tutte le tue malattie ti sono guarite - gli toccai il collo - Marietto ora Gesù ti scioglie la gola e ti libera, se vuoi, ora puoi parlare nuovamente".

Contrariamente a quanto sperato, sgranò gli occhi urlando si divincolò dalla mia presa e scappò via a piedi nudi, lasciando le scarpe a fianco a me, scioccatolo lo seguii con lo sguardo fino al parco, dove scomparve tra dei cespugli."Complimenti, ottimo lo vuoi aiutare e ce lo siamo giocato, chi sa se torna ora...." - mi guardai intorno, qualchje vecchietta del parco si era voltata verso di me attirata dalle urla del ragazzo, e forse il mio gesto, del toccargli la parte malata era tsto male interpretato, che avessero pensato che lo stavo per strangolare?

Tornai in chiesa portando le scarpe del ragazzo, un po' mogio, sicuro che qualcuno era già andato a riferire il fatto. E si, eccolo pdre alessio eras sulla porta della chiesa, mani conserte, viso un po'  preoccupato, ed un po' pure agitato... andai direttamente da lui.

"Padre..." - un cenno di saluto, e prima che parlasse porgendogli le scarpe, gli raccontai una balla, che avevo chiesto al ragazzo come mai non riuscisse più a parlare e se si poteva operare e che per enfatizzare la cosa gli avevo toccato il collo, ma non avevo fatto altro, forse lui si era preso paura ed era fuggito....Forse un po' più tranquillizato, facendo un sospiro di sollievo e scaricando un po' dell'aria che aveva trattenuto ne polmoni per sembrare più austero, mi chiese gentilemnte di non importunare più il ragazzo, perchè probabilmente anche con quel gesto, avevo rievocato nella sua mente, il momento della tragedia e per questo era scappato.
Siccome era successo altre volte, il prete non si preoccupò molto, e ci invitò tutti a pulire il giardino dalle erbacce.

Lavorai sodo per qlcune ore, le mie ossa si fecero sentire, ma stringendo i denti continuai, un po' come se stessi facendo penitenza per il danno arrecato al povero ragazzo. Poi prendemmo tutte le foglie secche, le riunimmo in sieme in un grosso mucchio e lontano da altri oggetti infiammabili, gli demmo fuoco.Molte foglie non erano ancora perfettamente secche e un fumo acre e bianco annebbiò la vista  di tutti per qualche minuto, costringendoci a piangere per eliminare il fumo denso.

Qualche secondo dopo, quando ci fummo allontanati dal falò arrivò correndo, sporco, scalzo e urlante Marietto.
Temendo che il ragazzo si fosse bruciato padre Alessio, bloccandolo per un braccio cercava di calmarlo, ma il ragazzo urlava sempre più cercando dimenandosi di liberare dalla presa per fuggire, ma padre Alessio lo teneva inchiodato al suolo vigorosamente."Stai fermo!, ora ti curiamo, stai calmo se ti muov e continui ad urlare non possiamo sapere dove ti sei bruciato. Prendete la cassetta dei medicinali, le garze, gli unguenti, guardate come si contorce, sta soffrendo di dolore poveretto - urlava padre Alessio"

Marietto si fermò di colpo, come senza forze, e prendendo alla sprovvista il prete.
"Sta bruciado la sacrestia!!! Correte, venite a spegnere il fuoco - urlò il ragazzo". ù

Guardai il ragazzo, aveva parlato, anzi urlato, tutti si erano fermati e lo fissavano, fregandosene dell'incendio, tutti muti, meno lui: "Muovetevi!!! Che aspettate? sta andando a fuoco la chiesa!!!"

"Ne parliamo dopo - disse il prete - Presto portate i secchi e l'acqua corriamo...."
Tutti corsero, Marietto rimase un po' dietro, davanti a me, lo raggiunsi, lui mi fissò, "Davvero tu non sei più Alessando, fai cose, dici cose che nessuno ha mai sentito o fatto, e... e... io parlo!!! non credevo di poter riuscire a farlo mai più da quella notte" - le parole gli morirono in gola, iniziò a singhiozzare, si accasciò a terra, a piangere come un bambino...

Mi sedetti a finco a lui - "ci sono molte persone che stanno aiutando con l'incendio, possono fare a meno di noi - gli sorrisi, lo abbracciai forte forte, ricambiò con altrettanta forza, mi ritrovai a cullarlo e rassicurarlo come si fa con i bambini - "Se vuoi, io sono qui, se ti va di parlarmene, anche per toglierti di dosso questo fardello che  ti ha schiacciato per tutti questi anni"...

Ecco, che il Padre mi fece vedere il suo passato, quella fatidica notte...








Pace a voi,

arrieccomi dopo un tempo ndeterminatamente lungo, sincero? non volevo finisse così, ma avevo perso la vena artistica... scherzo, non vededvo più il romanzo, ecco perchè come ho detto io vedo le cose scritte le immagino, nulla di che, tutti lo fanno, ma io sono proprio specializzato e tutti i miei fratellini Klinefelter.
che dire? Un salutinissimo al mio Papà terrestre che è ripieno dello Spirito Santo, la mia Guida, il mio Mentore, il mio Pastore, il mio Cristo, ma soprattutto il mio papà preferito, prediletto ed amato.

Ricordate di leggervi Romani 6-10 dove parla della salvezza non per opere, ma quello verrà dopo, chi sa come finirà?

Alla prossima.

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