oh, i just wanna hold you.

di holdyoutight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sveglia Liz, sono le sette. ***
Capitolo 2: *** Sorpresa Liz, sei nella merda. ***



Capitolo 1
*** Sveglia Liz, sono le sette. ***


CAPITOLO UNO – “Liz, sveglia, sono le sette.”
 
Bip bip. Bip bip. Bip bip. Bip bip.
 
Sono le sette di un nebbioso e classico lunedì mattina nella cittadina di Brighton, in Inghilterra.
Una mano affusolata spunta da un groviglio di coperte e si abbatte sulla sveglia con la delicatezza di un elefante. La sveglia cessa di suonare con quel suo fastidiosissimo “bip bip” e una ragazza dalla faccia parecchio stanca si lascia cadere giù dal letto, con un tonfo sordo.

“ahia.”Sbuffo puntellandomi sui talloni.
Mia mamma si affaccia alla porta della piccola stanza con espressione preoccupata.
“Lizzie, quando troverai un modo migliore del spaccarti la testa per svegliarti?” e si dilegua per il corridoio. Mi avvicino allo specchio e osservo la mia immagine riflessa.

Lizzie, per gli amici Liz. Una diciottenne dai capelli biondi e arruffati, e gli occhi azzurro cielo. Amo ascoltare la musica, ballare e menare mio fratello. Quel bambino pestifero che proprio ora mi starà finendo il barattolo di nutella… Cazzo, la nutella!
Mi catapulto in cucina e afferro il barattolo al volo, prima che quella peste ci posi le sue grinfie sopra. “mia, mia mia!” dico facendo una linguaccia, e stampo un bacio sulla guancia di mamma, che mi sorride.
Faccio colazione, poi mi lavo, mi vesto e cerco di domare la mia massa di capelli, optando per una treccia morbida che mi cade lungo la schiena. Alle sette e trenta afferro la borsa, mi mette nelle orecchie le cuffiette del vecchio ipod verde lime ed esco di casa, urlando un “Bye family!” e dirigendomi come ogni giorno verso l’odiata scuola.

“Ciao Mel”, dico salutando una mia compagna di classe, e questa mi fa un cenno sorridendo. Entro nella claustrofobica classe già mezza piena e appoggio i libri nell’ultimo banco, in modo da poter messaggiare senza essere vista. Un’ora di biologia, poi inglese, storia e mate, la materia che odio di più in assoluto.
La professoressa Grint entra nell’aula e sbatte il registro sulla cattedra chiedendo silenzio.

“oddio, ci siamo già. La menopausa si avvicina, prof?” bisbiglio suscitando le risate generali.
No, non sono una studentessa modello, e non voglio esserlo. Odio questa scuola e i professori. Sono simpatica a tutti, ma ho una sola vera amicizia con la sua chitarra, compagna inseparabile, e con Josh, il mio migliore amico da sempre che ora mi sta scrutando dall’altro lato della classe, ridendo in quel suo modo buffo, arricciando il naso.
“ehm, Mellark mi vuole ripetere quello che ha appena sussurrato? Sembra che abbia fatto ridere tutta la classe!”esclama stizzita la professoressa.
La fisso nei piccoli occhi da strega e un ghigno mi appare sul volto.
“oh, niente di importante professoressa. mi chiedevo solo come procedeva l’avvicinarsi della menopausa. Sa com’è, la vedo parecchio scazzata già di prima mattina.”
Cala il silenzio sulla stanza. Venticinque teste si voltano di scatto per vedere l’espressione della professoressa. Continuo a fissare la donna che lentamente socchiude le labbra e sorride, poi dice tranquillamente “Sospesa, Mellark. In presidenza. Ora.” 
 

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Capitolo 2
*** Sorpresa Liz, sei nella merda. ***


“porca troia Liz, sei nella merda!” gridò Josh venendomi incontro.
Ero seduta sul muretto  e leggendo un libro lo stavo aspettando, prima di andare a casa e farmi assalire dalla furia di mia madre.
strabuzzai gli occhi e mi finsi incredula “no, dici davvero? No, Josh, non l’avrei mai detto. Ecco, credo sia per questo che sei il mio migliore amico, insomma sei sempre così intuitivo..” mi interruppe avvolgendomi in un abbraccio. “stai un po’ zitta scema!” sorrise “Quando la smetterai di ribattere su tutto, capirò che sei veramente malata di una qualche malattia genetica che ti ha colpito.” Risi e lo strinsi forte. Solo nelle sue braccia mi sentivo sicura, sapeva darmi una forza incredibile. Quando mio padre morì, due anni prima, solo lui seppe consolarmi, insieme alla mia chitarra. Non gli sarei mai stata grata abbastanza, dovevo tutto a lui.
Mi fece ritornare al presente prendendomi il viso fra le mani e sorridendomi incoraggiante.
“Oi Liz, ora andiamo a prenderci un gelato, e poi ti accompagno a casa. Ti serve una carica per affrontare tua madre, no?”
“No Josh, grazie. Tu vai a casa, io mi faccio un giro per schiarirmi le idee, poi vado a casa pronta al patibolo, quindi addio caro amico, ti ho voluto bene!”
Sorrise, “sei una stupida sai?”
“Stronzo non mi dai neanche un ultimo saluto?”
Si avvicinò e posò delicatamente le sue labbra sulle mie. Erano la fine del mondo, e lui era di una dolcezza infinita. Mi abbracciò, mi guardò con quei suoi occhi azzurri così simili ai miei e mi disse “in bocca al lupo Liz.” Sorrise e se ne andò.
Rimasi interdetta a fissarlo andare via per qualche secondo, poi mi lasciai scivolare giù dal muretto, acciuffai la borsa, il libro e l’ipod e mi incamminai verso il parco.
cazzo, Josh mi aveva appena baciata. Era stato bello, dopotutto, sentirlo così vicino, sentire il suo respiro sincronizzato con il mio, il suo cuore che batteva per l’emozione, ma era il mio migliore amico. Non volevo rovinare tutto, io non lo amavo.
Pensai a Josh e al nostro bacio per più due ore, camminando per il parco, calpestando le foglie secche e annusando l’odore di frittelle e cioccolata calda che veniva dalla caffetteria nella piazza principale. Poi, mi decisi a tornare a casa, con Josh avrei parlato domani.
Entrai nel piccolo appartamento, posai la borsa in un angolo e mi preparai a una sfuriata. Invece, trovai mia madre nel soggiorno con il telefono in mano, la faccia pensierosa. Quando mi vide mi sorrise e mi venne incontro, poi esclamò “tanto se ti sgrido non ti serve a niente, continuerai a fregartene. Da domani, un mese di punizione a scuola, dopo le lezioni.” Mi mise in mano il biglietto con il luogo e l’orario e mi toccò la spalla uscendo dalla stanza.
Oh, sorpresa Liz, hai fatto una gran cazzata.

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