La nascita di un nuovo amore

di Silvia_Shady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giornata come le altre ***
Capitolo 2: *** Le indagini hanno inizio parte1 ***
Capitolo 3: *** Le indagini hanno inizio parte2 ***
Capitolo 4: *** Discussioni e delusioni ***
Capitolo 5: *** Forse ti amo,anzi no ***
Capitolo 6: *** L'avviso ***
Capitolo 7: *** I sentimenti di Martin, e una bugia ***
Capitolo 8: *** Notizia inaspettata ***
Capitolo 9: *** Il ritorno ***
Capitolo 10: *** Che indecisione!!! ***
Capitolo 11: *** Riuscirò a dirtelo? ***
Capitolo 12: *** Mi stai scivolando dalle mani ***
Capitolo 13: *** Non farmi questo ***
Capitolo 14: *** La situazione peggiora ***
Capitolo 15: *** I ricordi riaffiorano ***
Capitolo 16: *** Senza te non è possibile... ***
Capitolo 17: *** I nodi vengono sempre al pettine parte1 ***
Capitolo 18: *** I nodi vengono sempre al pettine parte2 ***
Capitolo 19: *** Una festa da incubo ***
Capitolo 20: *** Posso ricominciare? ***
Capitolo 21: *** Che sorpresa ***
Capitolo 22: *** Tra me e te non può nascere più niente ***
Capitolo 23: *** Una via d'uscita ***
Capitolo 24: *** Go away ***
Capitolo 25: *** The beginning of trouble. ***
Capitolo 26: *** Everything collapses ***
Capitolo 27: *** Sometimes everything seems to work ***
Capitolo 28: *** La mia storia con te ***



Capitolo 1
*** Una giornata come le altre ***


 Questa è la mia seconda fanfiction,spero che sia di vostro gusto e che non abbia fatto troppi errori. Accetto recensioni magari non troppo cattive visto che non ho molta esperienza ma ditemi chiaamente cosa  ne pensate .

Baci 

                                                    LA NASCITA DÌ UN NUOVO AMORE cap.1

 Una giornata come le altre.

Ero sdraiata sul mio letto, nella mia stanza. Quella della mia scuola,era grande, con un’ampia

finestra che da sul cortile. Erano solo le 4 del pomeriggio quando qualcuno bussò alla mia porta.

Toc...Toc.*e ora chi è,non so perché ma sono di cattivo  umore e non mi va di vedere nessuno.

“Ehi Diana,sono Martin,apri...*Che e mo che vuole questo* “Che c’è,Martin?”

“Ehi non fare quella voce da scocciata,cos'è una giornata di quelle no?”... “Martin dimmi che c'è,

arriva al punto,e che sia importante. Non una delle tue solite scemenze del tipo*Diana ho visto una bella ragazza*

Allora?'”

“No,semplicemente c'è un’emergenza,tutto qua...” “Ah ok,potevi dirlo prima...” “Ma se tu...senti esci e andiamo.”

Era scocciato, e bofonchiando disse, “io proprio non la capisco”lui pensa che io non lo senta...

M.O.M:”allora ragazzi,oggi dovrete recarvi a Londra in uno studio scientifico,dove si pensa si facciano esperimenti su animali,illegali.”

“Noi dobbiamo capire se tutto ciò è vero...giusto?”disse il biondino con aria saputella

da chi ha appena scoperto un piano nazionale.”Sì,esatto,sono fiera di te martin la tua testa

ragiona per la prima volta.  cosa si prova?” “oh ma che vi prende oggi alle donne non si può dire niente

..”... “che cosa vuoi insinuare scusa,martin?'” “già soprattutto a te,mia cara Diana...” “martin non fai ridere sai?” “ah davvero?”

“si”

 

 

Erano arrivati a Londra,e il caso si prospettava molto difficile. Dovevano fingersi degli ispettori per entrare ,e non sarebbe stato facile illudere la sorveglianza. “ok,io ho fatto” “anch’io Dia...che bell...” “che?,martin parla forte no ti ho sentito” “no,niente anch’io ho fatto tu java?” “sì anche java avere fatto” “ok,allora andiamo”

Nella mente di Martin

Ma che stavo per dire,mi sono completamente impazzito .Diana bella?,oddio non era male,e aveva anche qualche galletto che gli girava intorno però...io non faccio parte di questi. La prendo sempre in giro,così poi lei si arrabbia e vederla arrabbiata è troppo forte,perché quando si arrabbia, è più ca...cioè diventa tutta rossa ed io ricomincio.

Io non provo niente per lei.

I due ragazzi e il grande omone riuscirono a entrare .Appena arrivati, il dott. Redge cominciò a parlare.

Nella mente di Diana

Questo è un pazzo glielo si legge negli occhi. Ah uno sguardo da squilibrato...è il tipo da scienziato pazzo ,capelli...alla Caparezza,voce da chi si è appena ubriacato,insomma non prospettava una bella persona. “Noi siamo ispettori, e dovremo,emanare nell'edificio un gas sterilizzante,essendo questo un edificio che deve essere sempre al meglio della pulizia” “ma io non vchiedere cnulla da foi,non afere chamato necxuno” “uh ma lei è tedesco,be comunque noi veniamo senza preavviso siamo un ente nazionale non aspettiamo nessuno,casomai sono loro che aspettano noi. E lei dovrebbe essere onorata che lo abbiamo messo per primo,confrontando la lunga lista che abbi...”Piacere io sono Martin, e noi pensiamo che un laboratorio abbia bisogno di questo trattamento” “Già,Martin,hai ragione”disse lei con tono strafottente. “ma, dare già io sterrelizzata a cvesti miei cstrumenti.Cafire me, e non permectere a necxuno di impicciare in mia laboratoria, capvire me?” “sì, si noi la capiamo. Il punto è che o noi rilasciamo il gas per sterelizare, oppure noi dovremo prendere ogni macchinario e trasportarlo fino all'ente. Che vuole fare?'” “io non folere cniente,mia laboratoria ecxere pulita,cafire signorina?” “allora se lei no ci fa pulire questo edificio noi dovremmo chiuderlo per infettazione... e...” “nein,nein mia laboratoria non ecxere infectata capire”. “Signore mio,questo studio è cosi importante che noi abbiamo dovuto buttarci un occhio,capisce,questo tipo di pulizia dobbiamo farla ogni anno,per gli studi cosi grandi e importanti...” “e fa bene,io lasciare mia studia,però non ficcare nasa in mia roba,capvire me ,signorina intrafredente?” “sì,sì, ma noi non possiamo perdere tutto questo tempo quindi si tolga di mezzo. USCITE TUTTI... SUBITO!”

 

 

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Capitolo 2
*** Le indagini hanno inizio parte1 ***


   Questo è il secondo capitolo. Non pensavo che a qualcuno sarebbe piaciuta,cosi mi ero scoraggiata un pò e se non fosse stato per le recensioni non avrei continuato.Ringrazio,chi ha recensito la storia,senza di voi non mi sentivo di continuare grazie. Infatti non sto continuando l'altra fanfiction poichè non è stata recensita. Spero che vi piaccia, buona lettura a tutti.

                                                   La nascita di un nuovo amore cap.2

Le indagini hanno inizio parte 1

Le indagini erano iniziate, appena il dott. Redge era uscito, M.O.M aveva inviato tutta la squadra per eseguire indagini accurate e mettere a soqquadro l’intero laboratorio. Java stava lavorando con gli altri mentre Diana e Martin stavano indagando per conto loro. M.O.M gli aveva detto che guardare i sotterranei era compito loro.

Avevamo percorso tutte le scale fino ad arrivare a una porta. Che però era chiusa. Anche se avevo detto a tutti di uscire subito, il dottore era stato nell’edificio per più di 15 minuti a fare non so cosa, e forse ora lo so.

“Martin trova qualcosa per aprire la porta” “Mi spiace Diana ma tra i miei gadget non ho niente che ci possa servire” “Be allora vai a chiamare m.o.m no?” “Scusa ma che vuoi io non sto ai tuoi ordini, valla a chiamare tu no?” “Oh andiamo Martin non fare il bambino, ok? Vai tu a chiamare m.o.m” “No, io non ci vado” “MARTIN, VAI SUBITO, ADESSO” mi prese il braccio e mi catapultò addosso alla porta. Mi dimentico sempre quanto mi fa male, ogni volta me ne fa di più. Il suo spirito di convinzione è il migliore di tutto il mondo, come convince lei le persone, non lo fa nessuno, e di questo sono sicuro. Infatti, andai a chiamare m.o.m, che mi diede uno spray congelante, mi ha detto che se lo sprizzavo sulla serratura e poi gli davo un bel calcio, questa si sarebbe rotta e open the door. Non l’aveva detto proprio cosi, infondo l’ultima parte l’ho aggiunta io per un tocco d’inglese. Era questa la lingua di quel pazzo di un dottore……Ah no, Diana aveva detto……. “Ah ma lei è tedesco….”Vabbè una lingua vale l’altra, infondo io non conosco il tedesco, a mala pena conosco l’inglese…...

“Oh finalmente, ti fai aspettare eh?” “Ma che vuoi, oggi vuoi farmi proprio arrabbiare, non sei mai stata cosi.” “Oh che paura, comunque io sono cosi e basta” “Ti ho fatto qualcosa?” “No, ma che dici…... ” .

*Mi stai solo facendo confondere le idee tra la parola amicizia e amore.* Ieri, è da ieri che sono confusa…”Ehi Diana,ciao come stai?” “Uh ,ciao Martin,io bene te?”stavo andando in camera mia… “Anch’io,sai sono sicura di piacere a Jenny,la prova del suo chiaro amore è stato quando mi ha dato uno schiaffo e siccome si stava mettendo il lucida labbra,si era sporcata la mano mi ha lasciato il segno sulla guancia,non era pronta per un bacio in pubblico,cosi me lo ha dato tramite schiaffo,è completamente pazza di me.“Qui l’unico pazzo che nega l’evidenza sei tu…” “Oh Diana, la tua gelosia m’intenerisce, però mi dispiace non posso tradire Jenny, ne piangerebbe troppo” *secondo me piangerebbe moltissimo ma non di tristezza, ma di gioia per esserti levato di mezzo* “…e poi la nostra amicizia così profonda non possiamo rovinarla, mi spiace ti devi dimenticare di me, fallo per il tuo bene, tra noi non può nascere nulla”.Mi sembrava di stare in una recita scolastica del tipo Romeo e Giulietta, e solo che in questo caso Giulietta se la rideva di gusto. Dovreste vederlo, è cosi ridicolo.”Caro Martin ti sto per dare uno schiaffo profonda, che ti fa capire tutto il mio amore per te, tra meno di un secondo, e siccome il tuo cervello per elaborare ci mette di più di un secondo, credo che quando capirai avrai già la guancia rossa”. SBAM!!!  “Ahi,che male,non pensavo che il tuo amore per me fosse cosi doloroso* A volte mi chiedo,è troppo tonto per essere vero,ma ci fa o c’è?,forse no lo saprò mai*”Martin,io non sono innamorata di te…” *Ah no?Vuoi dire che quando lo vedi,il tuo cuore comincia  a battere  veloce solo per paura di quale sciocchezza stia per sparare?che quando fa qualche guaio tu sorridi solo perché ti piace vederlo che si caccia nei guai? E che diventi rossa quando ti fa qualche gesto di gentilezza, perché pensi che i suoi capelli siano fuochi e che tu ti scotti?*disse la mia vocina interiore che ogni tanto si fa sentire *Eh ma che dici a me piace Martin?che ti sei bevuta” “ehi Diana ci sei?” Io allora lo salutai ed entrai in camera mia. *

 E’ da ieri, che la mia vocina mi ha fatto notare questi comportamenti di cui prima non mi ero accorta, e da ieri che mi sto chiedendo, mi piace Martin? Ed io mi rispondo sempre no, ma che sei scema poi però mi richiedo sempre la stessa domanda e cosi continuo per un bel po’. “ Ehi Diana, ci sei?” Martin aveva notato che stavo guardando per terra. Cosi io, che ero presa dai miei pensieri, mi ero spaventata, presi il suo braccio e lo ributtai addosso alla porta. Poi appena mi accorsi di quello che avevo fatto, m’inginocchiai vicino a lui e gli chiesi scusa “Scusa?” e mi tocco la fronte “che... stai facendo? Levami le mani di dosso”ero diventata tutta rossa mannaggia e cosi gli scansai la mano e mi alzai. “Dammi quello spray” “sì, tieni” Lo spruzzai, apri la porta con un calcio ed entrammo.

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Capitolo 3
*** Le indagini hanno inizio parte2 ***


                                                                       LA NASCITA DÌ UN NUOVO AMORE

LE INDAGINI HANNO INZIO PARTE 2

Appena entrati era tutto buoi, poi mi misi a cercare l’interruttore con l’aiuto di quell’idiota, e lo trovai.      Appena accendemmo le luci, a me sinceramente si strinse lo stomaco, c’erano tanti animali in tutte le gabbie, alcuni normali e altri erano tutti con qualche stranezza in corpo, c’era una giraffa cono il collo a fisarmonica. Era davvero brutto, quei poveri animali, stava prendendo la natura in giro, modificava quegli animali per il semplice gusto di divertirsi. Come poteva un uomo essere cosi cattivo. La pagherà o non mi chiamo Diana. 

“Voi stupidi sempliciotti, pensavate che io vi avrei lasciati ficcanasare cosi? Nein, io essere intelligente e non lasciare voi ficcanasare.”. C’era una piccola tv, se cosi si può chiamare, in un’ala del muro a destra, da cui si vedeva la sua faccia e si sentiva la sua voce. Visto da cosi vicino era ancora più brutto. Poi spinse un bottone, da quello che vedevo, e si senti uno strano rumore. “Questo è per i ficcanaso e per le signorine intraprendenti, ah io non sono tedesco faccio finta di esserlo, ma questo segreto morirà con voi.”

Ad un certo punto un rumore si avvicinò a loro, sembrava provenire da davanti a loro. Io tremavo, chi è o meglio cos’è? “Martin?” “Diana sta tranquilla ok?”.Mi prese  la mano,e cominciammo a correre. Ci ritrovammo in vicolo cieco, non avevo ancora individuato chi ci sta seguendo , ma dai versi non era molto amichevole. “ Oh cavoli ma possibile che devo morire così giovane devo ancora fare molte esperienze,imparare molte cose,mi devo innamorare o forse no” “perché no? Ti sei innamorata? di chi?” “ Martin che dici non rompere sta zitto,non mi sono innamorata di nessuno e non è il momento di parlarne” “Ah quindi vuol dire che ci sarebbe da parlare?” “Guarda che sei proprio insistente è? Non rompere a ma non piace nessuno” “No,no, non è a te che non piace nessuno ma agli altri che non piaci tu,chi ti vorrebbe?” “…...” “Diana?” “Mi fai schifo Martin” “Diana,ehi” è scappata,piangendo,l’ho ferita,non l’ho mai fatto. Lei ha sempre la risposta pronta ad ogni mia risposta,sempre,non capisco perché ora l’ho ferita,cosa è cambiato?per me niente,a meno credo,anzi ne sono sicuro. Io quello che dico lo dico sempre scherzando,non penso che sia brutta,anzi è molto carina,ma a me non piace,è solo una mia amica,amica. Si certo,che ridere,Diana come mia fidanzata,non c’è la vedo proprio. E perché? Ehi vocina non è il momento di rompere,e poi io do ascolto solo alla mia testa. Bacata vorrai dire,davvero non capisci,no? Ma con chi parlo,non rompere. Tornando alla realtà.

Oh mannaggia,ora dove vado, oh no m’insegue,e sto ancora piangendo. Basta Diana,un po’ di contegno,Martin non ti ha mai fatto piangere,non ti ha mai ferito,mai perché dovrebbe farlo ora?cosa è cambiato. Niente,forse,oh no. Oh mannaggia non lo so,non so più che cosa pensare,che mi succede che cos’ho ?qualcuno mi risponda per favore. Ma Diana chi ti dovrebbe rispondere…Ti sei innamorata di Martin,ecco cosa è successo m’incasinata amica. Che? Ma che vai farneticando,Martin ed io insieme?n-no no non mi ci vedo proprio insieme a lui,anzi mi ci vedo, e anche tanto…oh no……...mi sono innamorata di lui?no,no,no,no,si,si,no,si BASTA ok chiariamo l’idee in modo logico,quando si tratta d’amore la mia logica si dilegua. Ok dopo farò qualcosa per capire se mi piace ma dopo,visto che ora ho un piccolo ma grande problemino. Tornando alla realtà. Il mostro ha seguito me come al solito la fortuna mi perseguita. Ma ora dove vado? C’è un vicolo cieco,io indietreggio,fino a quando il miei piedi non trovano più terreno su cui poggiarsi. Siccome so che sto per cascare,mi metto le mani sulla testa,se casco addosso al margine del buco rischio di spaccarmi la testa. Per mia fortuna,però riesco a darmi una spinta con i piedi e a rigirarmi,avrei rischiato la vita anche con le mani sulla testa. Scivolo giù per il condotto,sembra non finire mai. Mentre scivolo sento sopra una voce “Sto arrivando”.Era sicuramente Martin. Finalmente riesco a vedere la fine,infatti atterro,sul morbido,era un materasso. Mi alzo subito,non vorrei che Martin mi cadesse addosso,infatti,appena mi alzo arriva Martin,che appena atterra alzo lo sguardo su di me. Se non fosse stata sulla faccia di Martin avrei detto che era dispiaciuto. “Scappiamo,penso sia sceso anche il mostro” fece per prendermi la mano,ma cominciai a correre da sola. Trovammo una strada,cominciammo a correre finché la strada non finì. “Vicolo cieco”dissi io in preda a un pizzico di panico. Sentivo l’ululato del mostro,e presto sarebbe stato qui. Il mio cellulare squillò, era m.o.m. “Pronto?” “Diana, dove siete?” “siamo inseguiti da un mostro, nei sotterranei” “ok, mando subito qualcuno” “perché non l’hai fatto prima” chiese il biondino, come per dire ma tu sei scema o cosa stiamo per morire e tu mi fai una conversazione davanti alla faccia come per dire ao, ci possiamo salvare ma tu non lo sapevi. “Be, in effetti, ci ho pensato, non sono scema, ma non c’era campo allora non ho chiamato. “ah ok”. Sentii un rumore come se stessero scavando, usci una trivella guidata da m.o.m (le trova tutte lei). Il mostro le andò contro, e siccome era di spalle io, chiesi lo spray a Martin, e lo spruzzai a quel mostro, che divenne un ghiacciolo. “Brava Diana, ora abbiamo un’esemplare da studiare. Lo porteremo al laboratorio, è irrimediabile, non può tornare alla forma originaria, sono talmente tanti i DNA che non potremmo sapere che animale era in principio. Per quanto riguarda gli altri faremo riportare nel loro habitat quelli sani e studieremo quelli leggermente modificati per farli tornare come prima. E per finire il laboratorio è sequestrato e il dottore arrestato. Bene anche questa volta bravi ora potete tornare a casa per un po’ non avrò bisogno di voi.

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Capitolo 4
*** Discussioni e delusioni ***


   Bene,questo è il terzo capitolo,spero che vi piaccia. Ringrazio chi ha recensito la storia. E anche chi segue la mia storia, può recensire,mi fanno piacere,. E vorrei sapere se vi piace. Quindi mi raccomando  recensite. Buona lettura a tutti e spero che vi piaccia anche questo.                                                                       

                                                                                            La nascita di un nuovo amore cap 3

Discussioni e delusioni

Appena finita la missione, ero uscita dalla solita finestrella e mi sono ritrovata a scuola. Da li incominciai a correre, non volevo vedere Martin. Quello che mi ha detto è stato fin troppo cattivo, non sono mica cretina che mi faccio trattare cosi. Lui era uscito dopo, quindi può darsi che non mi ha visto ed io me lo sono levato di me… “DIANA! Come va amica mia?”. Io non gli risposi continuai a camminare come se lui non ci fosse, e ci volle molte per trattenermi da dargli uno schiaffo. Dopo quello che mi ha detto, viene qua e dice amica mia, ma io lo uccido. “Dai Diana, non fare la scema, non volevo farti piangere, era uno scherzo, lo sai che scherzo sempre….” “SAI MARTIN, DOVRESTI IMPARARE A PREOCCUPARTI DÌ QUELLO CHE DICI E DÌ CONTARE FINO A 10, ANZI CHE DICO FINO  A 100, PRIMA DÌ PARLARE, POI PENSA A QUELLO CHE HAI DETTO FATTI UN GIRO NELLA COSCIENZA…….PRENDI LA VITA UN PO’ PIU’ SERIAMENTE, NON PUOI SEMPRE SCHERZARE, COMINCIA A PREOCCUPARTI DÌ COSE PIU’ IMPORTANTIE NON FARE IL CRETINO, UN PO’ PIU’ D’INTELIGGENZA NON TI FARE MALE. Ah se non l’avevi capito Jenny, non ti si fila di pezza, sei talmente scemo, pensi solo a te stesso e non ti accorgi che gli altri sono seri, quando parlano, tu scherzi sempre. Non intendo più parlare con te”. Detto questo me ne andai, “Diana tu dovresti imparare a controllare i tuoi nervi, sei una scema, e per di più antipatica e menefreghista” “SARO ANCHE SCEMA, MA MI SONO STUFATA DÌ TE, DEI TUOI SCHERZI. Stai sempre a offendermi, e anche se non lo vedi perché sei troppo stupido mi fai male. CAPISCI?CONTROLLATI NON ESISTI SOLO TU AL MONDO, PER CHI MIA PRESO PER UN ROBOT SENZA SENTIMENTI A CUI PUOI DIRE TUTTO QUELLO CHE VUOI? MARTIN RISPONDI, QUI L’UNICO MENEFREGHISTA SEI TU” “LA VUOI SMETTERE DÌ URLARE Diana, io non sono cosi e sai che c’è vai a quel paese”.Mi avvicinai a lui e gli diedi uno schiaffo più forte di quello che potevo. Poi: “Martin,mi sono stufata di te. L’unica cosa che posso dirti è che non mi devi più rivolgere la parola,io e te abbiamo chiuso. La nostra amicizia,se cosi la vuoi chiamare,finisce qui.”  “Ma perché scusa? Solo per quella cosa che ti ho detto?” “No Martin è per tutto,io non ti voglio più vedere”.Stavo piangendo e non volevo di certo un suo abbraccio,non mi serve nessun metodo per capire cha mi sono innamorata di lui. Scappai. Questa notizia è arrivata cosi e mi ha colpito,non sapevo di essere innamorata di lui,e non lo voglio essere. Continuavo a correre e a piangere. Arrivai a casa salii su in camera,mi misi in pigiama e poi sotto le coperte,erano le 20. Non avevo fame,non volevo che nessuno mi facesse domande,volevo solo stare da sola,con i miei pensieri.

 Piansi tutta la notte e la mattina seguente appena alzata oltre che avere degli occhi gonfi da paura,mi ricordai di dover fare un compito. Scesi giù,andai da mia madre e le chiesi se oggi potevo non andare a scuola,mi disse di sì. Sapeva bene che io andavo sempre a scuola,anzi non gli ho mai chiesto una cosa del genere. Ma,avendomi vista come uno straccio,aveva capito che era una cosa grave. Mi misi a fare i compiti arretrati e quelli di ieri. E finii verso le 4 del pomeriggio. Non avevo mangiato quasi niente,solo un bicchiere di latte che mia madre mi ha dato con la forza e mi ha detto che poi dobbiamo parlare. Non avevo intenzione di parlarne con lei. Mi preparai per uscire,prendere una boccata d’aria,mi avrebbe fatto bene. Andai al parco,quando il mio cellulare squillò,era Martin. Non risposi. Poi mi squillo un’altra volta,era m.o.m. Risposi. “Diana,vieni al dipartimento,vai da Martin,ti sta aspettando davanti scuola.” “Io non vado da nessuna parte” “Come? Ah sei in vena di scherzi. Dai vieni” “No,sono serissima. Vorrei continuare questo lavoro,ma per fatti miei non lo voglio più fare. Quindi ciao.” “Ma Diana,non puoi abbandonarmi tu,se lo avrebbe fatto Martin ,non avrei avuto niente da ridire. Uno cosi è meglio perderlo,ma te no.” “Mi spiace,ciao.” E attaccai.

Più tardi mi richiamò per dirmi che erano nei guai Martin e Java, ma io non ci andai lo stesso. Non volevo vederlo.  E siccome domani è sabato, ed io ho finito tutti i compiti per lunedì,intendo prendermi un po’ di pacchia. Andai a fare shopping,con una mia vecchia amica che abitava poco più lontano da me. Avevo deciso di riallacciare i rapporti. Si chiamava Jade, e ci conoscevamo da molto tempo. Però nell’ultimo anno non c’eravamo viste molto. Andai a piedi il che fu complicato visto che c’era molta neve. Arrivai,la salutai e le chiesi scusa. Andammo al centro commerciale.  “Eccoci arrivate” “Già”. Iniziammo a svuotare negozi di vestiti,mi comprai nuovi smalti,accessori,insomma tutto quello che si compra quando vai a fare shopping con le amiche. Ciò che noi femmine chiamiamo Shopping selvaggio. Infine lei m’invito a dormire a casa sua. E il giorno dopo andammo in piscina,aveva una piscina sotto il gazebo, Mentre stavamo a mollo nell’acqua,facevamo un po’ di gossip. Lei mi disse anche una cosa. “Sai ,Diana, a me piace Martin” .Io a quel nome,abbassai lo sguardo,ero riuscita a levarmelo dalla testa,e invece ora ritorna. “Che c’è Diana?” “ No ,niente è solo che mi sono ricordata che dovevo fare una cosa. Io vado a casa. Grazie di tutto,sabato prossimo vieni da me ok?ciao” “si”.

Andai  a casa. Domani è lunedì,sarà una giornata dura e lunga. Dopo cena andai a dormire.

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Capitolo 5
*** Forse ti amo,anzi no ***


Spero che vi piaccia,è un pò lungo. Comunque ringrazio chi mi segue e chi mi recensisce. Buona lettura a tutti                               

                                                               La nascita di un nuovo amore cap4

Forse, ti amo, anzi no.

Ero andato a scuola, è da quattro giorni che non parlo con Diana. Un po’ mi mancava, ma sono sicuro che alla fine, mi chiederà scusa. Farò aggiustare le cose a lei. Che bravo codardo, complimenti senti mia cara vocina indesiderata, io non sono codardo, tanto lei non mi parla, quindi sarebbero parole buttate al vento Questa, te la concedo, ma diciamocelo, ogni scusa è buona, tentar non nuoce mio caro Martin A me sì, vabbè sta lì mo la saluto, e ti faccio vedere. “ Ciao Diana” “……” . Vedi? Wow che dimostrazione di gran coraggio,non è questo l’approccio,non puoi sperare che lei ti perdoni se gli dici un misero ciao Senti ma che vuoi io ci ho provato e poi scusa starei parlando con me stesso……Ho visto come ci hai provato,e comunque stai parlando con la tua coscienza caro il mio somaro. Non è che hai paura di lei?

Lezione di vita della coscienza di Martin

Dovete sapere che,se siete di disperati,non sapete come convincere una persona,la provocazione,funziona la maggior parte delle volte. Anche una brava coscienza ha i suoi segreti.

PS: dovete sapere che questo metodo funziona soprattutto con i tonti con la testa montata,che hanno una reputazione da difendere. Martin non è uno che ha la reputazione da difendere….ma questo Martin non lo sa quindi Shhh non diteglielo.

Torniamo a noi

 Io paura di lei,ma siamo matti? Diciamocelo Martin le volte che tu hai provato a stenderla ti sei trovato magicamente per terra,come per esempio l’altro giorno ti ha scaraventato sulla porta per due volte. Questi sono solo particolari inutili,io non ho paura di Diana e ora te lo dimostro. (Visto ragazzi come ha ceduto?)Fammi vedere cosa sai fare

Oh avuto una notizia,non so se prenderla bene o male. Jade si è trasferita a questa scuola. Sono felice,perché è mia amica,però se poi va appresso a quel deficiente? No non mi deve importare,anche se mi piace, è un cretino,e non intendo stare male per lui. “Diana?”non gli risposi,non mi va di rovinarmi il giorno di scuola. “Diana,per favore rispondimi,non sopporto che non ci parliamo,mi manchi” Be insomma lui ci sta provando,vuol dire che ci tiene. Sono diventata tutta rossa,ma non posso cedere, però mi ha detto che gli manco. Insomma Diana, dov’è finita la tua mano ferma, ci hai litigato solo quattro gironi fa e già ti fai abbindolare cosi? “c-ci devo pensare” “Diana,senti mi dispiace per tutto quello che ti ho detto,non vorrei mai offenderti ,e tanto meno lasciarti piangere. Forse è vero a volte esagero,però ti voglio bene,e non voglio ferirti. Torniamo amici?”. Ok qui stiamo sul punto di crollo se mi dice un’altra volta che mi vuole bene,non rispondo più delle mie azioni. Che faccio lo perdono o no … però,no ,non posso perdonarlo. Almeno non subito….però sembra mortificato…che faccio….ok lo perdono. “Martin io ti per….” . “pista,Martin tesoro,ciao,io sono Jade un’amica di Diana,sei molto carino sai?ti va di accompagnarmi in classe?” “Modestamente,comunque si ti accompagno”. Ma che sfacciata,e Martin anche che si monta la testa. “Martin asp….” No,non ne vale la pena. E pensare che lo stavo per perdonare. In realtà nel suo comportamento non c’è niente di male,ma se avesse detto “Un attimo sto parlando con Diana”,insomma se non si fosse dimenticato di me io, non mi sarei…oh ma lasciamo perdere tanto. Mi sembra tanto un gatto,prima gioca con una pallina, poi però se gliene fanno vedere un’altra,lascia la prima da sola.

Martin,fermo fermo,non ti sei accorto che Diana ti stava parlando? No. Sì,ha risposto alla tua domanda, o almeno stava. Mo glielo vado a chiedere. “Scusa,Jade devo andare un attimo da Diana,aspettami qua” “Ah ok”

“Diana,mi stavi rispondendo prima,che stavi dicendo?” “Niente Mystere” “ Ehi perché mi chiami per cognome?”. Vuoi davvero sapere il perché?. Bene primo te ne sei andato dimenticandoti di me, secondo abbiamo litigato. “ Saranno affari miei no?” “No,sono anche miei” “Era una domanda retorica” “Che?” “Niente Mystere lascia perdere” “ EH NO,IO COSI NON MI CI FACCIO CHIAMARE CAPITO?”. Mi afferrò per il braccio ,mi rigirò e mi appoggio al muro. Premette le mie mani sul muro,non forte,normale,solo per non farmi scappare. Mi stava guardando negli occhi,non lo avevo mai visto così serio. Io feci una cosa dettata dal cuore ,perché se fosse stata dettata dalla testa,non l’avrei mai fatto. Mi avvicinai,con il viso e lo baciai,poggiai solo le labbra sulle sue,poi dopo sentii lui che mi stava baciando per davvero allora lo baciai anch’io. Stava ricambiando il mio bacio!!!!!!!!!! Sì che bello. Il mio stomaco era in subbuglio,forse erano le farfalle,come tutti dicono,a me sembrava più un mulinello d’emozioni. Sono cosi felice. Mi sta ancora baciando,e come bacia. Ammazza che bravo,non avrei detto che un imbranato senza cervello sapesse baciare cosi bene. Basta Diana un po’ di contegno.  Le sue braccia  mi circondarono la vita, e mi strinse. Drinn suona la campanella. Oh no,proprio ora? Martin,sembra come risvegliato,mi lascia . Mi guarda con aria sconvolta, e poi se ne va, Anzi,prima di andarsene,mi disse “Senti tu non mi piaci,è normale,io non rifiuto mai un bacio,tu piuttosto ,perché mi hai baciato?” “Mi fai schifo Martin,mi fai schifo” e scappai,trattenni le lacrime davanti a lui, ma appena mi girai piansi,le lacrime scendevano veloci. E non pareva che si volessero fermare.

Perché gli hai detto quelle cose? Perché è la verità Ah davvero? Martin si vedeva lontano un miglio che eri preso da quel bacio,ti piaceva che Diana ti stesse baciando. E non mentire,io sentivo quello che hai provato. Io  non ero preso da quel bacio, e non ho provato niente quando mi ha baciato. Martin sei così sciocco,ora ci penso io a te. Cos’era quel battito di cuore?il fatto che sentissi caldo e avevi la faccia rossa?perché l’avevi presa dalla vita? E inoltre. Tu hai detto che non rifiuti mai un bacio,ok ,vabbene,ma se non era per la campanella tu non ti saresti fermato e secondo punto, è tua amica no avresti dovuto ricambiare i l bacio se non volevi. Vai,rispondi alle domande. Allora per prima cosa mi batteva il cuore,perché prima di parlare con lei avevo corso e secondo perché ero arrabbiato.  Poi sentivo caldo perché mi ero scaldato  e  mi ero arrabbiato. Forse no mi sarei fermato, ma bacia bene, allora ho continuato. Be è stata lei  a baciarmi,non so perché l’ha fatto,non mi ha risposto,così ho ricambiato. Allora per prima cosa,non hai risposto a una domanda,secondo le tue risposte sono poggiate su una base fragile,molto fragile. Be non me le posso ricordare tutte.  Sì, e casomai ti sei dimenticato quella più importante,a cui non c’è altra spiegazione che, mi piaceva allora lo abbracciata. No ci né un’altra . Ah si è quale? Senti un po’, mo mi hai rotto,vattene.

 

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Capitolo 6
*** L'avviso ***


Mi scuso,per non aver postato prima,ma non ho avuto tempo. Mi dispiace tanto,ma  postare oltre a questo capitolo anche un altro,per recuperare. Buona lettura a tutti e mi raccomando commentate.

                                                                     La nascita di un nuovo amore cap 5

L’avviso

Ero arrivata a casa, la scuola, è stata un inferno.

Dopo quello che è successo, sono andata, alla piazza centrale della scuola. Mi sono seduta, e stavo ancora piangendo. Non c’era nessuno, del resto la campanella era già suonata. Non potevo andare in classe. O mi sforzavo di trattenere le lacrime, andare in classe però non riuscire a seguire la lezione, oppure quell’ora non ci andavo, mi calmavo e dopo forse sarei riuscita a seguire la lezione. Optai per la seconda. Poi gli studenti se non si sentono tanto bene possono rimanere fuori, però dovevo dirlo al professore, quando uscirà dalla classe, glielo dirò. Dopo il suono della campanella, mi affrettai per andare davanti alla classe di letteratura, incontrai il professore e gli parlai. “Mi scusi professore se sono mancata alla sua lezione, ma non mi sono sentita molto bene, allora mi sono seduta fuori” “ Diana, va bene, se ti sei sentita poco bene, non c’è problema. Ma di questi giorni, sei molto strana, non sei attenta alle lezioni, svolgi i compiti in modo diverso dal solito. Se c’è qualche problema, se vuoi, me ne puoi parlare”. “Ok professore, grazie. Comunque non c’è nessun problema. In quel momento, per il corridoio, passò Martin. Appena lo vidi mi pizzicarono gli occhi e stavo per piangere, ma di certo non potevo farlo davanti al professore. Appena lui mi vide, che lo stavo guardando, abbassò lo sguardo e si mise le mani in tasca fischiando. Io invece abbassai lo sguardo, e mi scese una lacrima sul viso. Il professore disse: “Diana, ti sei sentita male, o è successo qualcosa?”. Io alzai il volto, la lacrima si era fermata sopra il mento, e lo guardai spaesata. “No, non è successo niente” “Davvero, e allora perché gurdavi Martin, con quella faccia e poi hai avuto questa reazione?”. Per indicare la reazione, indicò il mio volto. Io non sapevo che rispondere. “Non mi è successo niente”. “Diana, si vide lontano un miglio che stai male, e non mi vuoi dire il motivo, comunque se stai così, preferisco che tu vada a casa”. “No, perché?” “Perché stai male, tieni, ora ti firmo il permesso per uscire di scuola, vai in presidenza e lo fai vere al preside che ti fa uscire.” “Ma io sto bene” “Vai, subito” “Ok”. Andai in presidenza, il preside disse che una brava alunna come me, se per una volta aveva qualche cedimento non era un problema. Arrivai a casa.

Eccomi, entrò e vedo mia madre indaffarata. “Sono a casa” “Che, che ci fai qua?”. Gli diedi il permesso, e me ne andai in camera mia, però mentre salivo notai qualcosa di strano. Tutte le stanze erano vuote, lenzuola levate, scatoloni di qua e di la ed io avevo un brutto presentimento. “Mamma, che succede qui?” “Ah tesoro, non te lo abbiamo detto, perché la notizia, è arrivata stamattina. Papà ha ricevuto una proposta di lavoro, poco lontano da qui, circa quattro ore di viaggio. Per questo, noi dobbiamo trasferirci per sempre lì. Ora io andrò a parlare a scuola, poi domani mattina presto partiremo. Sei contenta?” “Mi stai prendendo in giro?”. Detto questo, uscii di casa sbattendo la porta. Mi misi a correre, piangendo. Com’è possibile che mi facciano questo, dopo tutto quello che sto passando? Non è giusto. Stavo correndo, e passai davanti ad una persona. Non ci feci molto caso, però questo parve stupito. Mi sentii il braccio afferrato, mi rigirò dalla parte di…... Martin, era Martin. Mi stava guardando. “Che hai?” “Niente che ti deve interessare” “Dai Diana,hai la faccia sconvolta,che hai?”. Io continuavo a piangere,ad un certo punto lui mi abbracciò. Mi aggrappai a lui e gli piansi addosso. Lui dopo un po’ di silenzio,mi disse: “Diana,mi vuoi dire che ti è successo?” “Niente Mystere” Mi staccai. “Addio” e scappai.

La mattina seguente mi alzai. Erano le 5 del mattino. Mia madre aveva detto che dovevamo partire presto,cosi mettevamo le cose apposto durante la mattina e poi papà il pomeriggio sarebbe andato a lavoro. Caricai la mia roba,i mobili erano già stati presi ieri pomeriggio. Cosi caricammo le ultime cose e partimmo. Senti un nodo allo stomaco,mentre mi allontanavo da casa mia e dal quartiere in cui tutto è successo. Solo Jade sapeva che partivo, Martin no. Mi faceva male lasciarlo,rimanere li mi faceva solo soffrire,mentre andarmene mi faceva soffrire e sentire la sua mancanza. Era peggio.

Non capisco Diana,perché mi ha detto addio? E’ da ieri che ci penso senza riuscire a darmi una risposta. Ero a scuola nell’ora di letteratura inglese,che era obbligatoria per tutti gli studenti,e Diana non c’era. Entro il professore,e diede un annuncio: Ragazzi,da oggi nella scuola mancherà un’alunna,che si è trasferita per motivi familiari. Probabilmente alcuni di voi lo sanno. “Si io lo so” disse Jade. “Bene,Diana,non sarà più in questa scuola.” “Cosa?” “Mystere,la signorina Diana si è trasferita”. Io usci dalla classe,con le urla del professore che gridavano “Mystere torni in classe”. Ero arrivato alla piazza centrale, non capisco ma mi veniva da piangere.

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Capitolo 7
*** I sentimenti di Martin, e una bugia ***


Ecco,come vi avevo promesso il sesto capitolo,spero che vi piaccia. Commentate e buona lettura.

                                                                         La nascita di un nuovo amore cap 6

I sentimenti di Martin, e una bugia

Stavo nel cortile centrale, piangevo. Impossibile ma vero. Io non avevo mai pianto in vita mia, cioè ho pianto, ma mai per la perdita di un’amica. Non capisco perché sto piangendo. Solo al pensiero che non vedrò più Diana, mi si stringe lo stomaco. Perché non me l’ha detto. Ora capisco perché mi ha detto addio, perché se ne andava, e si spiega anche perché piangeva. Pensare che solo ieri era stata vicino a me, e ora non la vedrò più. Perché, non capisco perché mi hanno portato via Diana. Io gli voglio bene. Sicuro, Martin?ora ragiona per favore. Io ho capito cosa provi per Diana, ma tu non mi vuoi ascoltare.  Non capisci perché provi questo? Perché stai piangendo? Perché ti fa star male solo il fatto che non la vedrai più. Martin apri gli occhi per favore, cerca di capire, per una volta, essi serio e guarda nel tuo cuore. Che devo fare, mi manca Diana. L’ho vista ieri, ma il pensiero che non lo vedrò più mi uccide. Perché secondo te?pensaci. Non lo so, è mia amica e mi dispiace perderla. Ok, e secondo te, quello che hai provato quando l’hai baciata?il fatto che hai ricambiato? E che ora stai piangendo. Dai Martin Mystere. Io non lo so, è mia amica gli voglio bene. Solo. Ok gli voglio molto bene, con lei ho condiviso molte cose, e mi ha sempre aiutato. E mi mancano le sue sgridate, le sue botte e mi manca lei. Da quando abbiamo litigato, non parliamo più, mi manca. Ti manca lei, ti manca tutto di lei. Questo vuol dire solo una cosa, che tu ne sei……… Ne sono…... “Martin”. “Chi è?ha, sei tu Jade” “Be non sei felice di vedermi, ti dispiace che Diana sia partita? Dispiace anche a me. Stavi piangendo perché se né andata?”. Siamo felicissimi di vederti come no, devi sempre rovinare i momenti migliori. SEI UNA GUASTA FESTEEEE. Secondo me non ti dispiace neanche un po’ che Diana se ne sia andata. “Si che sono felice di vederti”. “Davvero?Oh Martin sei la persona migliore che io conosca, sei perfetto”.Mi si avvicinò ,mi abbracciò e poi mi baciò. Io non feci niente,fu lei a baciarmi. Io non ricambiai nemmeno,ero rimasto lì impalato. Questa situazione mi fa ricordare quando Diana mi ha baciato. Gli volevo chiedere anche perché lo avesse fatto, ma non ne ho avuto né il coraggio né il tempo. Quando mi ha baciato,ho provato una cosa stupenda. E anche ora è bellissimo….un momento,c’è qualcosa che non va…. Aprii gli occhi e vidi Jade…..che stupido  mi ero dimenticato che fosse lei…….Però non capisco perché mi è piaciuto il bacio di Diana,ora che ci penso io, avevo detto che non rifiutavo mai un bacio di una ragazza. Ma ora l’ho fatto...???? Forse ero troppo sconvolto. Comunque mi è piaciuto il bacio di Diana,questo vuol dire solo una cosa. “Martin,io ti  piaccio?”. Parlai ad alta voce, senza accorgermene,anche se avevo la testa bassa. “Se ho ricambiato il suo bacio,vuol dire che mi piace e che me ne sono innamorato” “ Sì che bello davvero ti sei innamorato di me?” “Sì,non c’è altra spiegazione,anche se io prima cercavo di dargliela. Che scemo” “Sì,sei stato uno scemo a non dirmelo prima,io ti amo e anche tu, quindi ti vuoi mettere insieme a me?” “Si sono proprio sce…” “Oh  Martin che bello,io e te stiamo insieme”. Mi  salto addosso, ed io  e lei cademmo insieme per terra,io non sapevo che stava  succedendo,da quando io e lei stiamo insieme? Caro il mio Martin se tu non avessi parlato ad alta voce, questo non sarebbe successo. Oh non è vero. Ma io ho capito che sono innamorato  di Diana. Ed era ora che lo capissi,deficiente, Ma hai fatto un ,macello ora. Come fai a scrollartela di dosso senza ferire i suoi sentimenti?  “Senti Jade,io ti voglio bene,ma” “Sì,anch’io te ne voglio. Martin caro. Non saprei cosa fare senza di te. “Ma io” “Si lo so mi vuoi bene anche tu,ma ora basta parlare!”. Detto questo, mi baciò. Per carità,non era brutta, anzi è carina,bionda,magra un po’ meno alta di Diana, gli occhi castani come quelli di Diana,ma on era lei. Non pensavo di essere innamorato di lei. Ora che  me lo sono detto,mi accorgo che è vero.

 Ero arrivata da poco nella nuova casa,mi sentivo sola,avevo bisogno di parlare con qualcuno. Chiamai Jade,gli volevo dire che mi piaceva Martin,anche se pure a lei piaceva. E’ pur sempre mia amica,mi capirà. “Pronto Jade?” “Oh ciao,Diana, ti devo dire una cosa, io e Martin ci siamo fidanzati,tieni ora te lo passo,Siamo andati al parco insieme,ora mentre tu parli con lui,io vado a prendere da bere,ma mi raccomando,anche se non ti piace,è mio.” Che cosa? Si sono fidanzati,non è possibile,perché capitano tutte a me. Io pensavo di mancargli un po’ e invece si è fidanzato,che cattivo. “Ehi Diana,ciao senti,io e te dobbiamo parlare un po’,ma ora non posso sta sera ti chiamo” “Perché mi hai fatto questo MARTIN,PERCHE’?” “Ehi non urlare,che ti ho fatto?” “Lascia stare,non puoi capire” “Ehi la vuoi smettere di piangere,è da giorni che piangi,non ti riconosco più,tu non sei cosi. Mi machi sai? Perché non mi hai detto che partivi?” “Non dire che ti manco,lo so che non è vero,tu non fai altro che mentirmi,sembra che ti diverti a farmi soffrire” “Ma che dici,io non ti ho fatto niente,perché ti farei soffrire,io ti voglio bene lo sai” E ho scoperto che ti amo. “ No,non e vero che mi vuoi bene,tu mi menti,sempre e ora ciao” “No,aspetta”.

 Perché mi hanno fatto questo,tutt’e due. Non  è giusto.

Era passato un mese,ed ero stata male tutto il tempo,non c’è la facevo più. Se sapevo che innamorarsi era cosi brutto mi sarei fatta un vaccino…Diana,sai benissimo che non è possibile. Si lo so. Mia madre era arrabbiata,perché non gli parlavo di quello che avevo. E  in questi giorni chiamava sempre la nonna,e parlavano di qualcosa, ma non sapevo di cosa. Sembrava importante ed era indaffarata. Io inoltre l’unica cosa che facevo era stare in camera,fare i compiti ascoltare musica e vedere un po’ di TV. Io e mamma litigavamo sempre,mi diceva che ero strana,che ero cambiata, e non mangiavo tanto,insomma mi stavo buttando giù,mi chiedeva il perché. Una volta mi ha detto. Se non vuoi dirmi cos’,hai da oggi in poi non esci più di casa. Ed io gli avevo risposto che tanto non uscivo lo stesso quindi non avrei patito la punizione pregandola di farmi uscire. Si comunque è vero. Sono cambiata. Molto

Da quando mi sono innamorata, sono diventa troppo debole, silenziosa, triste e influenzabile, levando quella corazza che mi ero fatta anni fa quando è morto mio nonno, a cui ero molto affezionata, mi aveva cresciuto, quando la mia mamma lavorava. Insieme a mia nonna mi aveva dato tanto amore e insegnato tante cose che nella vita mi sono state utili E da quel giorno, mi sono detta di non essere più debole e non piangere. Essere sempre forte, come mi aveva insegnato mio nonno. Quanto si sarebbe arrabbiato se avesse scoperto che stavo male per colpa di un ragazzo. Anche nonna si era arrabbiata quando mamma gli aveva detto che stavo male. Anche se loro non sanno il motivo. Nessuno lo sa e non so a chi dirlo.

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Capitolo 8
*** Notizia inaspettata ***


Bisogna assolutamente inserire la storia in codice html, altrimenti il testo verrà fuori tutto a

Bene,spero che anche questo capitolo vi piaccia. Buona lettura a tutti e grazie ciaoooo!!!!                                                                    

                                                                                             La nascita di un nuovo amore cap 7

Notizia inaspettata

Erano le 4 del pomeriggio, quando mia madre mi chiamò in salone. Io scesi. “Che c’è mamma?” “tesoro, ho una buona notizia da darti” “Cioè?” “Questi giorni hai visto ero molto indaffarata, e parlavo parecchio con tua nonna, perché stavamo sistemando una questione.” “Be, continua, sai che odio stare sulle spine” “Be la questione è stata sistemata quindi tu puoi tornare a casa, perché andrai a vivere da tua nonna” “ Che cosa?”. Non sapevo se essere felice o triste, in fondo stavo male sia qua sia lì alla casa vecchia. Quindi non c’è molto da gioire, anzi, ora che si sono fidanzati è peggio. Non voglio certo vederli mentre si baciano. “Nono sei contenta? Pensavo che parte del tuo dispiacere fosse dovuto alla partenza, e a qualcos’altro che non vuoi dirmi. Non parliamo da un po’, viviamo nella stessa casa ma non ci vediamo molto in giro, sai?” “Sì, sono contenta. Quando si parte?” “Non lo sembri, a parte che il tuo viso da tanto tempo non trasuda più emozioni di felicità, hai sempre il broncio, e gli occhi tristi. Non mi vuoi proprio dire che cos’hai?” “No” “A vabbè tanto non c’è speranza con te, non capisco perché non vuoi dirmelo, ti sentiresti meglio, sai?L’hai detto a qualcuno?” “No” “Be magari se non fossi così orgogliosa da non chiedere aiuto agli altri, mi chiederesti aiuto. Non fa bene tenersi tutto dentro, se non parli con una persona fidata, io penso di esserlo di più di tutti, alla fine scoppi. Accumula accumula, alla fine BOOM.” “Io non sto accumulando un bel niente” “Sai che ti dico, sei più fredda di un ghiacciolo. E inoltre va a quel paese.” “Grazie” “Non devi nemmeno dirlo, è un piacere per me. Comunque partiremo domani” “Io e quale esercito?” “Non fare battute, di solito ti vengono meglio, ora no. Comunque io e il mio esercito, cioè tu ed io.” “Va bene, vado a fare le valige” “Ci vediamo per cena, e mi raccomando prendi tutto” “Sì, certo”.

Anche questa giornata passò, tra le frecciatine di mia madre, e mio padre che non capiva niente.

Eccomi di nuovo sveglia, ad un orario, inaccettabile ma accettabile per forza. Erano le 5 di mattina, mio padre dormiva, io e mia madre invece eravamo sveglie.  Verso le 5.30 scesi per fare colazione. “Come va oggi, tesoro?” “Bene” “Già, chi non capirebbe una cosa cosi scontata” “Ah ah che ridere” dissi io in tono beffardo. Mangiai le frittelle, e bevvi il mio bicchiere di latte, poi mi sedetti sul divano, e le frecciatine di mia madre non tardarono ad arrivare. “Quale onore, il divano sarà onorato che tu ti sia seduta lì per la prima volta” “Mamma la vuoi smettere” “Di fare cosa” “Questo” “Io non capisco di cosa tu stia parlando” “ Sì come no”.

Verso le 6 partimmo, il viaggio durò le solite 4 ore, ma mia madre con tutte le soste, lo fece durare 5. Oggi è strana, si comporta in modo odioso, cosa pensa che poi sclero e gli dico tutto. “Mamma, perché ti comporti cosi, la vuoi smettere, mi dai sui nervi” “Strano, pensavo che ti piacesse questo comportamento, lo usi sempre tu. Odiosa, fredda, e di malumore ed anche triste, ma questo non riesco a farlo, come lo fai tu.”. “ Certo, è ovvio” “Sai io sono davvero molto preoccupata per te, non ti riconosco, si puo sapere cosa è mai successo per sconvolgerti la vita cosi?”. Una pausa. “ Hai litigato con una tua amica\o, ”. Mentre elencava queste cose, mi guardava dallo specchietto, per vedere se quello che diceva era azzeccato, dalla mia reazione alle sue parole. “Ti sei innamorata, hai fatto qualcosa che non va” “Bene” “Bene che, mamma la smetti” “Da quello che ho capito, ti sei innamorata e hai litigato con qualcuno” “Cosa, e come avresti fatto a capire queste cose?” “Ogni volta che le dicevo, tu girai gli occhi e deglutivi, chiaro segno di chi sta nascondendo qualcosa” “Sì come no, e ora tu saresti una maga, ora basta, lasciami stare. Voglio continuare il viaggio tranquillo” “Va bene”.

Eccoci arrivati, c’era una brezza fresca, ma la neve se n’era andata. Però nell’aria si sentiva una nota pungente di pioggia, infatti, il terreno e la strada erano tutti bagnati. Ora c’era uno spicchio di sole, che cercava di sfuggire alle grinfie delle nuvole, creando uno spettacolo che tutti amano. E dona felicità a tutti facendo sfoggiare un sorriso di apprezzamento verso quel magnifico spettacolo. L’arcobaleno. Dona felicità anche a me, che di sorridere non ho la benché minima voglia di farlo.

La casa della nonna, era bella, l’ho sempre adorata. Be ci ho vissuto molto del mio tempo con lei e mio nonno, per questo ho dei bellissimi ricordi legati a questa casa. Era bellissima e tenuta bene. Intorno alla casa girava un ampio giardino fiorito. C’era anche un’altalena, quanti ricordi. Ero felicissima di essere tornata li. Andai a suonare, e appena vidi mia nonna aprire la porta, gli saltai addosso. L’abbracciai forte, ero stracontenta di vederla. Poi mi disse di andare nella stanza al piano di sopra, e di mettere a posto le valigie. Così rimasero solo mamma e nonna. “Non sembra così triste come dici tu” “Perché è felice di rivederti, forse per non farti preoccupare, farà finta di stare bene. Mamma, sono così preoccupata per lei, è cambiata e non mi vuole dire cos’ha. Vedi se riesci a cavargli qualcosa di bocca. “Certo, amore non ti preoccupare, cercherò di capire cos’ha la mia cara nipotina.” Ok, io ora vado a parlare a scuola, per l’iscrizione. Poi torno qua a salutarvi e vado ok?” “Sì, certo. Vai è in buone mani” “Di questo ne sono sicura, ciao mamma, a più tardi”.

Quando ebbi finito di sistemare le cose, scesi giù. Chiesi a nonna, dove fosse andata mamma, e lei mi disse che era andata a scuola. Parlammo un po’, mi chiese come stavo, come andava e altre cose. Sulla domanda come stavo, mentii spudoratamente, non se la mamma aveva parlato del mio umore alla nonna. Sicuramente lo aveva fatto, mi dispiaceva mentirgli, ma non volevo farla preoccupare.   Il fatto che gliene avesse parlato, mi fu chiaro quando mi fece una domanda.  “Perché mi menti, lo so che non stai bene, con me ne puoi parlare, sono tua nonna”. Sì, aveva ragione con lei ne posso parlare, ma ora non mi andava. “Nonna, hai ragione, te ne parlerò ma non ora per favore” “Ok” “Voglio andare a fare una passeggiata. Posso?” “No, tua madre fra un po’ tornerà e tu devi salutarla, è molto preoccupata sai?” “Sì, lo so”.

Tornai in camera mia, poi nonna mi chiamò per dirmi che mamma era arrivata. Mamma mi disse che con la scuola è tutto a posto, poi prima di andare mi abbracciò forte e disse “Stammi bene, e non far preoccupare la nonna, intesi?” “Sì, ciao mamma”. Ricambiai l’abbraccio.

“Bene tesoro, visto che sono le 13, mangiamo, ho cucinato il tuo piatto preferito, spaghetti con pomodoro fresco e fettine panate. Anzi, uno dei tuoi piatti preferiti” “Grazie nonna”. Mangiammo, poi la nonna mi disse che verso le 4 potevo uscire.

Uscii

ttaccato. Per istruzioni guardate il riquadro azzurro affianco e se non sapete cos'è l'html, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.

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Capitolo 9
*** Il ritorno ***


Ammeto,che  in una parte della storia,sono stata un pò sdolcinata. Però,spero vi piaccia lo stesso. Buona letture,e mi raccomando commentate

La nascita di un nuovo amore cap  8

Il ritorno

Stavo andando a scuola, mi ero messa a correre, volevo arrivare prestissimo, così sarei andata subito in classe. Evitando quei due. Lo so, non posso evitarli per tutta la vita, ma finché si può, si fa. Su martin ormai non so che dire, ma su Jade….è vero le non sa che mi piace Martin, ma avrebbe potuto capire che stavo male, insomma è mia amica, ora glielo dico. Non voglio farla sentire in colpa, però voglio dirglielo, sono curiosa di vedere la sua reazione, poiché mi sembra che sia falsa. È vero, non dovrei pensare una cosa del genere della mia amica, ma il mio sesto senso mi dice di non fidarmi. È per questo che glielo dirò. Eccomi davanti scuola, c’erano già tante persone, ma Martin non arriva mai a quest’ora. Questo è quello che credevo fino a qualche secondo fa. “Martin, amore, lo so ti ho fatto svegliare presto, ma prima di entrare in scuola volevo passare un po’ di tempo con te” “Si va bene, ma non deve succedere tutte le mattine sia chiaro perché.” Si era fermato, non sapevo il perché. Io appena sentii Jade che parlava, mi ero paralizzata, non sapevo che fare. Se scappavo, avrei dato nell’occhio, ma se rimanevo la prima o poi Martin mi avrebbe riconosciuto, e credo che sia appena successo. Così io mi misi a camminare calma, per non dare nell’occhio, verso la piazza centrale.

Quella camminata, i capelli, il cappello preferito di Diana, il modo in cui tiene i libri. I libri di quasi tutti i corsi della scuola……… E’ Diana…caspiterina, è tornata, non so che felicità, ma il mio cuore sta andando a mille, sono super contento. Ora vado da lei. “Martin, che hai, mi guardi ehi io sono qui non lì” “…”  “Martin!!!!!!! Oh ma che stai guardando ueueueuueueue non mi vuoi più bene?” “Dai Jade, non fare cosi, non esagerare, sei una piagnona” “Martin non si tratta così una persona” “Dai, non piangere, Jade torna qui”. Io ora non ho tempo di pensare a lei, devo parlare con Diana, Ehi ma dov’è Diana? Oh no se le filata. Mi misi a correre, la stavo cercando. “Oh ma dove è andata, non può mica sparire”.

Oh no, c’è Martin. “Diana, cos’hai?” “Niente, niente” “Ah davvero? Allora perché ti stai nascondendo dietro di me?” “Cosa?”. Non mi ero accorta, che stavo dietro il professore. L’avevo incontrato durante la mia fuga, e ci siamo messi a parlare, ma quando ho visto Martin, mi devo essere messa dietro il prof. E, infatti, sono dietro di lui. “Oh mi scusi, per favore mi posso nascondere dietro di lei?” “Ma, da chi?” “Oh, glielo dirò quando ci sarà l’occasione”  “Ora, potrebbe farmi un favore, cammini fino a quella siepe, così io mi nascondo la dietro, e lei può andare” “Ah la gioventù di oggi”.

Ecco, mi ero nascosta dietro il cespuglio, ma non vedevo più Martin. Chissà dov’è finito, forse se n’è andato. Mi rilassai, e mi accasciai a terra, in ginocchio. Emisi un sospiro da “scampato pericolo”, almeno cosi pensavo. Sentii un rumorino vicino a me, mi girai. “Martin” dissi con un filo di voce. Penso che sarà stato la felicità di vederlo, mista alla mancanza che ho avuto di lui, e molte altre  cose che non sto qui a spiegarvi, non le so nemmeno io. Gli saltai addosso. Lui per un momento  parve spaesato, ma poi ricambiò il braccio. E’ Così che ritrovai il lume della ragione e capii che non era il caso di abbracciarlo, ma era cosi bello stare tra le sue braccia. Mi sentivo bene, ma sapevo che dovevo staccarmi, se non avrei fatto qualche pasticcio. Mi staccai di colpo, mi allontanai e poi mi alzai. Stavo per andarmene, ma lui da sotto, mi prese il polso e mi tirò giù, io non opposi resistenza. Mi rimisi in ginocchio, cercavo di rialzarmi, ma, non avevo la forza di volontà per farlo. “Diana, si può sapere perché te ne sei andata?perché non mi hai detto niente?e perché mi hai baciato?”. Io non risposi, stavo li muta con lo sguardo fisso per terra. Non sai quante domande ti vorrei fare Martin.  “Diana, ehi non fare quella faccia, che hai?non ti riconosco più, vieni qua”. Mi abbracciò, io rimasi con le mani in aria, non ricambiai l’abbraccio, stavo per piangere. Non sai quanto mi sei mancato, quanto ho avuto bisogno di te, quanto ti amo. “Diana, mi sei mancata, quando te ne sei andata, mi son persino messo a piangere” “….” “Diana? Ehi cos’hai?Perché piangi?” “….”  “Diana, ora basta”

Gli alzai il volto, la guardai negli occhi. Erano così tristi, pieni di malinconia, non l’avevo mai vista così. Si vedeva in quegli occhi un dolore immenso, mi sentivo male anch’io per quello che provava. Perché stava così? Non capivo a cosa poteva essere dovuto quel dolore. Perché  prima mi prendeva sempre in giro e ora invece non mi parla. Io avevo pensato sempre che lei è una persona forte, e lo è di solito non si fa abbattere per sciocchezze. Quella corazza che ha fatto finta di avere per non far capire agli altri ciò che provava, si è frantumata. Io non riesco a capire il perché. “Perché?cosa ti fa stare tanto male?cos’è la causa o chi è?”

La causa sei tu, mannaggia a me che mi sono innamorata di te. Con tanti ragazzi che ci sono del mondo, il mio cuore proprio a te doveva essere affidato. Tu che sembra che lo rompi, stringendolo in una morsa. 

Mi stavo avvicinando a lei, non so perché ma era l’istinto, anzi, lo sapevo. La volevo baciare, da quando ci siamo dati quel bacio, non riesco a levarmi il sapore delle sua labbra. Caspita quanto mi sei mancata, non pensavo che mi sarei mai innamorato, io prendevo l’amore come un gioco, un giorno mi piaceva quella un giorno un'altra finche tu non hai bussato alla mia porta ed io l’ho aperta per farti entrare. E da quando tu sei nella mia vita io, mi sento meglio, ma quando mi hai abbandonato, mi sono sentito perso. Io non posso stare senza di te. “Non ti azzardare ad andartene un'altra volta, hai capito?”

Io sussultai a quelle parole. Gli sono davvero mancata. Mi si sta avvicinando, non so perché.

“MARTIN MARTIN, DOVE SEI?”Appena Jade  mi chiamò, senti Diana sussultare, sotto la stretta delle mie braccia. Era così bello averla tra le braccia, era cosi bella. Lei si scostò, si allontano da me, sentii un freddo appena lei se ne fu andata dalle mie braccia. Uscì da dietro il cespuglio, e salutò Jade.  “Ehi Jade!” “Diana?che ci fai qui?” “Sono tornata, sei contenta?” “Sì, certo” e mi abbracciò. “Ti devo dire una cosa importante” “Cosa?”  “Io sono innamorata di Martin” “Cosa?” “Sì, ma non voglio che tu ora ti senta in colpa e lo lasci, te lo detto solo per non avere segreti con te”  “Meno male che non lo vuoi, perché tanto, non lo lasciavo mica solo perché a te piace. E poi non mi sento di certo in colpa, io lo avuto per primo, e non lo lascio di certo a te.”. “Che razza di amica sei tu, lo sapevo che tu non sei buona” “Ah davvero?allora brava”. Poi scappò ridendo, in quel momento la odiavo. “Sei una st***za” “Grazie, Diana” “Prego strega”. In quel momento gli andai addosso, e le tirai i capelli. Lei cercò di reagire, ma io le fedi rigirare su se stessa e cadde per terra. Poi me ne andai, ero soddisfatta.

La giornata passò veloce, e tornai a casa. “Ciao Nonna” “Ciao tesoro” “Ho una persona da farti conoscere. E’ la figlia, della figlia di una mia amica. Si chiama Monica” “Ciao, piacere di conoscerti, io sono Diana” gli dissi sorridendo, quando in realtà non ne avevo nessuna voglia.  “Piacere mio”. “Ora, voi due, andate un po’ in camera, chiacchierate e vi conoscete. Quando è pronto, vi chiamò.

Ci parlai volentieri, sembrava simpatica e affidabile. Ma di certo non mi sarei fidata subito. Come poco fa ho imparatol’apparenza inganna. Scesi giù insieme a lei, e mangiammo, poi il pomeriggio andammo a fare una passeggiata.

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Capitolo 10
*** Che indecisione!!! ***


Insomma, spero che vi piaccia. Spero di non aver esagerato con gli errori,Buona lettura a tutti. Mi raccomando commentate,ci vediamo al prossimo capitolo!! ;) ciao kiss

                                                                                                                La nascita di un nuovo amore cap 9

Che indecisione!!!!!

Le giornate scolasticheerano passate velocemente e senza troppi problemi. Martin si era ammalato, e quindi per quella settimana sarei stata in pace. Mi ero appena alzata, erano le 10 del sabato mattina. Avevo deciso di vestirmi e fare una passeggiata, per  liberarmi un po’ la mente. Non sapevo se chiamare Monica. Allora chiesi consiglio a mia nonna, le sapeva sempre aiutarmi, e forse prima o poi gli racconterò cosa mi sta succedendo.

Scesi. “Nonna, ti posso chiedere una cosa?” “Certo tesoro, dimmi tutto” “Ti premetto che questo non è la causa per cui la mamma si preoccupa per me, ma mi servirebbe un consiglio, a un dilemma che mi e sorto poco fa.” “Allora, dimmi” “Se tu ti fossi fidata di una persona, di cui però avevi uno, starno presentimento, e poi questo si è rivelato vero. Quindi io non posso più fidarmi di questa persona, come faccio a capire se una persona che ho  da poco conosciuto merita un po’ di fiducia, per cominciare. Quindi, ti sto chiedendo, come faccio a capire se fidarmi senza prendere un’altra fregatura?” “Tesoro, premettiamo che questa persona, che hai appena conosciuto, non sia come  vuole far credere. Che lo faccia perché lo è davvero, o perché anche lei non si fida e si è fatta, come posso dire un carattere di riserva. Tu, non vuoi rimanere un’altra volta ferita, giusto?non vuoi affezionarti alla persona per poi scoprire che ti ha preso in giro. Ma dimmi, se tu non provi a conoscerla, come fai, ha sapere  se ci si può fidare o no?” “Ma se poi io mi ci affeziono, mentre cerco di capire se è buona o no e poi scopro che non lo è?” “Tesoro, nella vita, se vuoi ottenere qualcosa devi rischiare, non puoi pretendere che le cose si aggiustano stando seduti aspettando che lo facciano da sole. Se vuoi scoprire, devi rischiare. Se poi ci rimani male, prima o poi lo superi, se non rimarrai con il rimorso di non averlo mai fatto. E ti assicuro che il rimorso, è molto brutto” “Sì, nonna hai ragione, ma io non voglio stare ancora male, essere presa in giro, non penso di meritarmelo” “Diana, nessuno si merita ciò che gli succede la maggior parte delle volte, ma anche le cose belle non si meritano a volte. Ma non è giusto privare una persona della tua fiducia, perché un’altra te l’ha fatta perdere, ognuno la merita, se lo decidi tu. Ora io ho da fare, perché non pensi un po’ a ciò che ti ho detto?”.

Ci pensai, e  capii le parole della nonna, e aveva ragione. Quindi proverò a conoscere Monica, se poi ne varrà la pena o no, io non posso dire di non averci provato. La nonna riusciva sempre a farmi capire le cose, sembra che la sua persona emani un’aura di saggezza. Anzi no, non sembra, è cosi. E forse potrei parlarle del mio problema, mi libererei di un peso e potrebbe anche darmi dei buoni consigli. Chiamai Monica, e gli chiesi se voleva venire a fare una passeggiata con me. Accettò.

Arrivo a casa mia e uscimmo. All’inizio, ci  fu silenzio, poi io decisi di rompere il ghiaccio, era una persona un po’ timida. “Come va Monica?” “Oh a me va tutto bene, grazie. A te come va?” “Me la cavo” “Sai, la prima volta che ti ho visto, avevi lo sguardo spaurito, come perso nel vuoto. Non penso che tu ora mi deva dire il perché, so che ci conosciamo poco, ma secondo me, tu non sembri una persona cosi debole, anzi a volte lo sei, ma hai anche molta forza. Ma in quello sguardo sembra che quella che hai sia andata persa…... Scusa,a volte parlo troppo” “No,hai ragione” “Ah,ok” “Come vanno le tue amicizie?” “Oh Be,io  come avrai visto,sono molto timida,perciò a volte mi chiudo e non lascio  che gli altri entrino nel mio mondo” “Sì,lo avevo notato” “Te?” “Be io non sono molto fortunata,questi tempi. Amore e amicizia,non  vogliono saperne di me” “Ah,capisco”. Ora gli faccio una domanda. “Senti” “Dimmi” “Se tu fossi innamorata di una persona,molto. E anche la tua amica ti dicesse che lo fosse,tu che faresti?” “Be,io per prima cosa,non tratterei male la mia amica,se anche lei né innamorata,cercherei di capire questo colui di chi è innamorato. Se è innamorato di me,direi alla mia amica che non starei con lui,se non fossi sicura che lei stia bene e  che  lo ha dimenticato...e se” “Ma se, questo nel tempo si stufasse e si dimenticasse di te,mentre tu cerchi di far capire alla tua amica di dimenticarlo?” “Se davvero  lui mi ama,mi aspetta,se no gli direi parlare con la mia amica, di farla ragionare…...io veramente non sono sicurissima di cosa farei,ma di certo non mi accanirei con la mia amica. E se lui,fosse innamorato di lei,mi aspetterei di essere ricambiata,ma non ne sono sicura”. “Sei una brava persona” “Grazie” “Prego”. “Un gelataio,che buono,io ne vado a prendere uno,vieni?” “Si”,non feci in tempo a raggiungerla,che già aveva il gelato in mano. “Ti piace molto?” “Sì,è uno dei miei dolci preferiti. Tu non lo prendi?” “No,non ho molta fame”. Non so perché,ma mi guardò da capo a piedi. “Sei molto magra, cioè,non sei anoressica,ma sei molto magra” “Si è ver…o”. Avevo appena visto Martin,con Jade. Stavano camminando con un gelato in mano. “Cosa c’è?” “Niente Monica,andiamo via”. La presi per il braccio per andarmene. Però,mentre mi giravo, sentii una voce. “Diana,ciao” disse la falsa con tono stranamente felice. “Oh,è una felicità vederti,non puoi capire” “Diana!!ciao”.Era stato Martin,con tono sorpreso ma felice. Forse era felice di vedermi. No,ma che dico. “Andiamo,Monica” “Ok”. Monica aveva la faccia,da chi dice “Non ci sto capendo niente,spiegate anche a me”. Aveva un volto fine e  dai lineamenti dolci,regnati da dei grandi occhi verdi. Ha la bocca leggermente carnosa,è di media statura, magra al punto giusto e con i capelli neri che le arrivavano alle spalle con una piccola molletta  a forma di stella rosa. E’ davvero graziosa,e quel forte rosso,naturale, sulle labbra,le da un’aria di quiete intorno a lei. “Perché te ne vai Diana?”disse quella serpe per mettermi in difficoltà. “Perché tu sei più velenosa di una serpe” “Io,e martin che ha?”. Lo guardavo,lui aveva lo sguardo su di me,triste,impossibile ma vero. Perché mi guardava così?. “Martin,è……falso ed egoista”. Non pensavo veramente quelle cose,ma le avrei dovute pensare,dopo quello che mi ha fatto. “Ah davvero pensi questo di lui,non mi sembri molto convinta”.Ma questa strega dove vuole andare a parare,forse lo so forse no. “Senti,io credo che tu dovresti stare zitta,visto il modo in cui vai in giro vestita”. Era stata Monica a parlare,io stavo pensando,e stavo per controbattere,ma lei mi aveva sorpreso. Eh questo cosa centra”. Già,non capivo nemmeno io cosa centrasse. “Centra,non sapevi che quel colore non va più di moda, per non parlare dei capelli poi. Una domanda,dove hai preso la scossa?. Il trucco,cosa facevi mentre te lo mettevi,stava correndo le Olimpiadi? E le scarpe,posso capire che ti senti bassa,ma mettere dei tacchi così alti,per poi camminare come una elefante,non credo sia la mossa giusta. “Zitta oca,e poi tu non è che sia molto alta” “Vero,ma di certo io non mi metto in ridicolo cosi per sembrarlo” “Ma chi ti credi di essere?” “Monica Sterward,piacere” “Ma che,ahhhhhh mi stai dando sui nervi,brutta  scema,pensi che io sia scema?.

Era ora di intervenire.  “No,non lo pensiamo tu?” “Ma che avete,pensate di far ridere?”. Monica mi aveva dato la carica,ora gli faccio vedere io a quell’oca starnazzante. “Sì,visto come ride Mystere!” “Che? Martin,ma che ti ridi,le trovi divertenti?” “No ,no” disse trattenendo a stento le risate.  “Ma chi credete che io sia?” “Tu,Monica lo sai?” “No” “Se non lo sai tu noi come facciamo a sapere chi sei” “AHHHHHHHHHHHH BRUTTE SCEME,Martin andiamo via”. “Perché te ne vai Jade?” “Fatevi gli affaracci vostri” “Sì,noi c’è li facciamo,ma calmati se no ti verranno i brufoli per lo stress”. Urlò e se ne andò,tirando Martin per il braccio,che se la stava ridendo alla grande. Io mi ero accasciata al suolo con la mano alla pancia,me la stavo facendo sotto dalle risate. E anche Monica,solo che lei si era appoggiata a un albero “Dimmi ahahaha un ahah po’ ahaha chi  è  quella?” “Una cretina” “Su questo non avevo dubbio”. “Ma che hai fatto,brava” “Mi sono detta,montata vanitosa. Basta attaccare un po’ il suo ego montato” “E si ahaha hai ragione”. Tornammo a casa, e chiesi alla mia amica se voleva rimanere a dormire da me,ovviamente l’ho chiesto prima a nonna. “Sì,va bene. Grazie”

Passammo la notte a ripensare a quella cretina, e  stavamo ancora ridendo come matte. Non solo Monica,mi ha aiutato in un momento di bisogno,ma mi ha anche tirato  su il morale, e alla grande.

“Senti un po’,ti piace quel tipo vero?” “Che?????” . Lei mi guardò. “No,era solo un mio amico”. Continuava a fissarmi. “Ok,mi piace un po’”. Mi stava ancora fissando. “Ok,ne sono innamorata” “Oh ,lo avevo capito,lo capirebbe anche uno scemo,però quello non la capito vero?? “No,e meglio così” “No,ma che ti dici,guarda che tu gli piaci” “Che?ma che stai dicendo” “Già, non te ne sei accorta, del resto va sempre così” “Dai,non dire cretinate. Comunque si chiama Martin e”. L’abbracciai e gli dissi grazie per quello che aveva fatto. Lei ricambiò e disse che non aveva fatto niente di che. Ma io sapevo ciò che lei aveva fatto, aveva fatto qualche passo verso di me, verso al guadagno della mia fiducia.

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Capitolo 11
*** Riuscirò a dirtelo? ***


Anche se puo sembrare,non  è finita qui. infatti vi romperò ancore le scatole con questa storia. Così quando finirà salterete di gioia oppure no? Anche se direte,tutto è bene quello che finisce bene,mi dispice contraddirvi ma non è cosi. Be, se non capite qualcosa o vi siete stufati,fate un fischio. Accetto tutti i tipi  di recensioni,negative e positive. Bene,ora vi lascio,se no vi romperete le scatole pure di me. BUona lettura,e mi raccomando,recensite!!! XD

                                                                                       La nascita di un nuovo amore cap 10

Riuscirò a dirtelo?

Mi svegliai presto, sentivo una voce, cosi senza farmi vedere aprii gli occhi. Era Monica che parlava, stava pensando ad alta voce. “Oh mannaggia, non c’è la farò mai a dirglielo, sono troppo timida”. Prese il cuscino e se lo mise davanti alla faccia, gli diede un pugno e lo lasciò ricadere. “Cosa non c’è la farai mai a dire?” “Che, non niente, niente” “Dai, dimmi la verità, io te lo detto che mi piaceva Martin” “Ok, mi piace un ragazzo che viene nella tua scuola, si chiama Jess” “Ah sì, quel ragazzo, sai, che qualche hanno fa mi piaceva, è molto carino. IO piacevo a lui e, infatti, ci siamo messi insieme, però poi ci siamo lasciati” “Be ora non ti piace più vero?” “Certo che no, però se ti ci metti insieme, non potrei fare a meno di fare apprezzamenti, è proprio bello, però ora a me piace Martin”. Mentre dicevo questo nome, abbassai lo sguardo. “Cos’hai?” “No niente” “Questo ragazzo, è mio amico da molto tempo, era con te che si era fidanzato allora, ecco perché avevi una faccia familiare” “No, non mi dire che quella eri tu?” “Si” “Wow, che coincidenza” “Eh già”.

A un certo punto mi squillò il cellulare, io lo presi dal comodino, e appena vidi il nome, mi sentii male. “Be, non rispondi?” “……” “Ma si può sapere chi è?”. Monica si avvicinò a me, guardo il cellulare e spinse la cornetta con un sorriso malizioso. “Ma che hai fatto, Monica?” “Shh o ti sentirà, dai”. “Pronto” “Ciao Diana, scusa se ti chiamo, so che non siamo in buoni rapporti, ma potresti venire al parco, ti devo parlare” “C-che, non devi uscire con la tua ragazza?” dissi io no sapendo cosa fare. “No, vedi lo lasciata” “C-he tu l’hai lasciata?” “Si” “Mystere, aspetta un attimo”. Posai il cellulare, e urlai come una matta. “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” “La lasciata la lasciata lalalalalalala, la lasciata la lasciata lalalalalalala” “Ma una volta non era la cucaracha?” “E si……in effetti, lo era”. Appena sentii quelle parole, una bomba di felicità scoppiò dentro di me, e una vena pazzia m’invase. Le cose che fanno le ragazze quando non sanno come esprimere la gioia che provano, saltellare come matte è un esempio. “La vuoi smettere, di saltellare, e urlare a quel modo, ti ricordo che è ancora in linea, se non ha attaccato per schiamazzi” “Ah si è vero” “Martin, Martin ci sei?” “Sì, ci sono, Martin?” “Sì, scusa non avrai mica cambiato nome no?” “no, è che non mi chiamavi cosi da tanto tempo.” “Ah è vero”. Ero cosi presa dalla felicità che, mi ero dimenticata di chiamarlo per nome. “Scusa, mi perdoni per i litigi che abbiamo avuto, io non penso quelle cose di te” “E’ io, n-non lo so” “Diana, mi dispiace da morire, ma voglio rivedere quel bel sorriso stampato sulla tua faccia, voglio che continui a menarmi e a prendermi in giro, vorrei riavere il rapporto che avevamo prima, anche se so che qualcosa è cambiato” “Davvero lo vuoi?cos’è cambiato?” dissi io come se non lo sapessi, io lo sapevo, ma lui non ha motivo. “Sì, mi perdoni?mi manchi”. Diventai  rossa come un peperone, e cominciai a balbettare, mi vorrei sotterrare. “A-ah, p-erdonarti, c-cioe, v-vuoi dire” basta, è meglio che mi sto zitta. Ripresi fiato, mi calmai e ripresi a parlare. “Sì, ti perdono anche tu mi manchi”. “Davvero?mi perdoni e ti manco?” “E-eh si” “Grande, Diana ti am…cioè ti voglio bene ahaha si ahahah” risi io nervosamente. “O-a-e-g-g-razie” “Perché monosillabi?” “Chi io?” “Eh chi se no?” “Ah certo…comunque, dove dovevo venire?”dissi io per sviare il discorso. “Ah sì, al parco, ora che abbiamo fatto pace, ti devo dire una cosa importante, molto” “Ah, ok, arrivo subito” “Ok, ciao Diana” “Ciao Mystere” dissi io in tono malizioso. “Che?” “Mi piace, suona bene” “Ah ok, però” “Sì, si poi ti chiamo Martin, ma a volte anche con il cognome” “Ok, ciao ci vediamo”.

Eccomi arrivata, ero al parco, e Monica, lei mi ha seguito, era curiosa, ed io gli ho detto che andava bene. Vidi Martin, stava appoggiato a un albero, quell’albero, ha qualcosa di familiare. Ci pensai a lungo, circa 10 minuti li ferma a pensarci, poi mi venne in mente. Quell’albero,è quello dove ci siamo conosciuti io e Martin,oh che bello.

Stavo camminando,tranquilla con i libri in mano,mentre mangiavo una mela. A un certo punto,mi sentii rivoltata e mi misi a girare come una trottola. “Scusa,non volevo,se mi aiuti a nascondere,poi ti raccolgo i libri,please” “Eh va bene,mettiti dietro quest’albero,al resto penso io”. “Scusa,Diana hai visto un ragazzo,biondo alto con una camicia?E’ uno nuovo” “Ah,sì come si chiamava Martin?” “Sì,l’hai visto?” “No,Jenny,mi dispiace,mi è passato come un fulmine,mi ha fatto anche cadere i libri vedi?comunque è andato la” “Ah va bene,ma se lo vedi diccelo” “Sì,ok. Puoi uscire Martin Mystere,è cosi che ti chiami no?””Sì,grazie Diana Lombard,è il tuo nome giusto?” “Sì,ora aiutami a sistemare i libri” “Si”. Mi aiutò poi mi disse grazie,e se ne andò. Mi salutò con un bel sorriso. Ma che strano ragazzo,pensai con un sorrisino sulle labbra. Però è carino e simpatico. Poi quando ci lavorai insieme,mi rifiutai di ripetere una cosa del genere. Ma che ragazza strana,cioè è molto carina e mi sembra una tutta da scoprire,ma mi rimangiai quelle parole,quando cominciammo a lavorare insieme.

“Sei pensieroso?”. “Ehhhhh,mi hai spaventato” “Oh scusa non volevo,di cosa vuoi parlarmi?” “Allora,senti,quando sei partita,ho capito una cosa importante…...” “Ah sì e cosa?” chiesi curiosa,notando che si era fermato. “I-io,Diana,io ,io,niente” “Come?,e sarei venuta qua per sentirmi balbettare, e poi niente?” “SENTI DIANA,MA CHE VUOI,NON E’ FACILE SAI, A TE VA SEMPRE TUTTO BENE,PROBABILMENTE MI ODIERAI” “MARTIN,NON ALZARE LA VOCE,IO CHE NON SO CHE MI DEVI DIRE,E A ME NON VA TUTTO BENE,PERCHE’ DA QUANDO MI SONO INNAMORATA DI TE MI VA TUTTO MALE” mi fermai,e mi tappai la bocca,oh no che avevo detto. Devo imparare a tenere la bocca chiusa. Mi girai e corsi,volevo sotterrarmi. Martin,che prima era rimasto imbambolato,si riprese,e mi rincorse. Mi prenderà in giro per tutta la vita. “Diana,aspetta,è vero quello che hai detto?” “No,no non è vero” “E allora,perché continui a scappare?” “Perché si” “Se non è vero,non c’e motivo che tu scappi,oh è vero,dimmi la verità per favore” “Sì,sono innamorata di te”. Continuai a correre,più veloce che potevo. “Aspetta,non vuoi sapere la mia risposta?” “No,non la voglio sapere,però ti scongiuro non prendermi in giro per tutta la vita,mi dimenticherò di te,te lo giuro” “E perché dovresti farlo,fermati”.Io mi fermai con la faccia,da chi non ha capito. “Non voglio che tu mi dimentichi,anch’io ti amo” “Cosa?” “Eh questo che cercavo di dirti prima” “Davvero?” “Si”. Mi si avvicinò e mi abbracciò. “Perché piangi?” “Perché sono felice” “Sei stata male per me per tutto questo tempo?” “Si” “Mi dispiace,scusa se l’ho capito troppo tardi” “L’importante è che l’hai capito” “Non ti lascerò mai più,ti amo” “Anch’io”. Detto questo mi baciò. Era un bacio dolce,pieno d’amore,che divenne presto –forte-.

Sono la persona più felice del mondo,pensavo. C’era una persona che guardava la scena con un sorrisino stampato in faccia, che se ne stava andando, e un’altra invece, che guardava con cattiveria.

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Capitolo 12
*** Mi stai scivolando dalle mani ***


                                                                                  La nascita di un nuovo amore cap 11

Mi stai scivolando dalle mani

 Ero la persona più felice della terra, ne esisteranno di persone felici come me. No.

Stavo tornando a casa, e mi stava accompagnando Martin, che bello. Certo, anche se stavamo insieme, continuavamo a stuzzicarci a vicenda. “Com’è andata oggi a scuola somaro?” “Bene secchiona” “Oh grazie” “Prego, lo sai che sei un’imbranata?” “Ah sì, è questo che pensi?” “Sì, proprio cosi” “Ah bene, allora comincia a correre Martin Mystere” “Tanto non mi prendi sai?” “ Vogliamo scommettere” “Sì, perché no, se perdo mi baci, se vinco mi baci ok?” “Ma Martin, sei sempre il solito, ma guarda te” “Tanto non mi prendi”, cominciò a correre. Io lo raggiunsi a pochi centimetri dalla meta. “Mi dispiace Diana, siamo arrivati a casa, e io ho perso, la mia ricompensa” “Oh no mio caro Martin, io non ho detto che accettavo” “Ma dai?” “Eh no” “Be allora lo pretendo come tuo fidanzato” “In questo caso credo di non poter rifiutare”. Lo baciai e poi entrai in casa.

Martin stava tornando a casa, e durante il tragitto, incontrò una persona, la salutò come se non fosse mai successo niente. La sorpassò senza degnarlo di un minimo sguardo.

“Vado io ad aprire nonna” “Ok tesoro” “ Eh tu che vuoi?” “Ciao Diana, sono Jade, mi hai riconosciuto no?” “Come dimenticarsi di te” “Bene, posso entrare, vorrei parlare con te?” “Va bene”. Mi chiese scusa. “Vado un attimo in bagno” “Si”. Quando tornai, lei mi chiese se mi perdonava, io dissi di sì, ma in realtà non mi fidavo e non la perdonavo. Pero meglio fargli credere il contrario.

“Bene il gioco comincia “

Ad una certa ora del pomeriggio, due messaggi arrivarono. C’era scritto d’incontrarsi al parco verso le 5 del pomeriggio.

“Ora deve solo completare l’opera”. Un messaggio arrivò al cellulare di Diana, c’era scritto d’incontrarsi alle 5 al parco. 

Bene, tutt’e tre si avviarono all’appuntamento.  Però i primi due messaggi dicevano verso le 4.55, solo quello di Dina alle 5. Ma questo lei non lo sapeva

“Oh, eccoci qua” disse Martin appena arrivato. “Oh, ci sei anche tu?”disse Monica correndo incontro a Martin, però mentre correva, quando stava quasi vicino a Martin, ci fu la comparsa di un pezzo di legno molto grande, sul quale Monica rotolò, inciampò e cadde addosso a Martin, stampandogli un bacio sulle labbra. Poi mentre cadeva, Martin la prese alle braccia. Monica appena si era accorta di non aver toccato pavimento ma le labbra di Martin si levò subito “Sc…”.

La persona che vide tutto, fu quella che era appena arrivata, Diana. “Come avete potuto farmi questo, v’incontrate di nascosto, mi fate schifo. Da te Monica non me lo aspettavo proprio, mi fidavo di te”. “No, no non è come pensi, io non volevo assolutamente baciarlo, te lo giuro, non era mia intensione.” “Si certo come no” “E’la verità Diana, credimi” “Diana è stato un incidente te lo possiamo giurare” “Tu sta zitto, mi hai solo preso in giro, andatevene tutt’è due dalla mia vita”, detto, questo scappai. Non potevo credere a ciò che avevo visto. Tutta la mia felicità tutto ciò che ero riuscita a costruire crollò come un castello di carte al soffio di un vento leggero che inquieta le giornate, distruggendo tutto, le speranze, i sogni, la felicità. Tutto in un solo attimo, un attimo di dolore che si era trasformato in un incubo, solo che era reale.

Continuai a correre, non piangevo molto, più che altro ero sconvolta, ancora non riuscivo a crederci. Stavo attraversando la strada, riuscii ad attraversare in tempo in tempo prima del semaforo rosso. Sentii un pianto di una bambina, le urla disperate di una mamma che correva dalla figlia il più veloce possibile, ma non c’è l’avrebbe mai fatta, nemmeno buttandosi sulla figlia. Una bambina per strada, erano incominciate a partire le macchine, e lei era spacciata, a meno che. Sì, era l’unico modo, mi gettai a dosso alla bimba. Una sgommata, una luce, delle urla, lo scorrere del sangue caldo e inesorabile sul corpo ferito gettato a terra. Un rumore dei suoni, all’improvviso tutto diventa buio, impercettibile, ogni rumore si spegne.  Tutto diventa inutile, ogni movimento, luce rumore parole, diventa solo un impercettibile passato che pochi minuti fa era vivo vicino al corpo, circondato. Tutto finì ogni pensiero perse colore, in quell’immenso buio0 che era parte di quella mente.

“Scusa Martin, ti giuro che io non volevo” “ Sì, non ti preoccupare, lo so che non volevi, l’ho visto che sei inciampata, sul quel bastone. Strano, prima non mi pare che ci fosse” “Sì, infatti. Scusa, sono mortificata” “Non ti preoccupare, io vado, ciao” “Ciao”.

                                                                                                                          -

-Be,volete sapere il seguito? bene,allora continuate a seguirmi.

Per la millesima volta,chi ha bisogno di chiarimenti inerenti alla storia,me lo dica. Son ben accette tutti  i  tipi  di recensioni. Grazie chi mi segue e commenta la storia.

Buona lettura a tutti e baci grazie ciao

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Capitolo 13
*** Non farmi questo ***


Be vi devo dire,che da questo episodio,le cose che accadranno saranno molto tristi. Quindi non vi aspettate cose belle. E si,purtroppo è cosi. Ora direte Ma questa cos'ha in mente? Be in mente ho tante cose,per qunato rigurda la storia,solo leggendola lo saprete. Quindi,vi auguro buona lettutra. Ciao a tutti  kiss XD 

                                                                                        La nascita di un nuovo amore cap12

Non farmi questo

Buio, tutto è spento. Dolore, dolore non c’è altro nel mio cuore. Chi ha recato nel mio cuore tutto questo dolore. Delle persone apparvero in quel buio, le riconobbi. SPARITE DA ME,NON TORNATE MAI PIU’,PORTATE DOLORE ALTROVE. Sparite dai miei ricordi, via, tutti via. Tutti gli attimi di dolore sparirono dalla mia mente.

“AHHHHHHHH”pareti bianche, luce soffusa. “D-dove sono?” “Oh tesoro, ti sei svegliata, e da tre giorni che se qui in ospedale, come stai?” “In ospedale?” “Sì, tesoro per salvare una bambina, ti sei fatta mettere sotto una macchina. Ricordi?” “Non lo so, posso stare un po’ da sola mamma?” “Sì, tesoro ti lascio, però torno più tardi” “Ok”. Che mi è successo, sono stata investita. Provai ad alzarmi con l’intento di mettermi seduta, ma tutto cominciò a girare, non capivo più niente, ero in un vortice, mi lasciai andare sdraiata. Il vortice spari, ma io persi coscienza.

Sangue, auto, fari luce, urli, grida, un rumore. Buio, dolore, buio, dolore.”AHHHHH”. Mi svegliai, ero tutta sudata, cercai di mettermi seduta, ma quei giramenti mi colpirono di nuovo. Mi appoggiai piano, mi misi a respirare. Non ricordavo perché ero tutta sudata, avevo fatto un incubo, ma non ricordavo quale.

“Diana”. Io mi girai, vidi un ragazzo. “Chi sei tu?” “Come scusa?” “Io, non ti conosco” “Ma, noi, tu, ti sei dimenticata di me?” “Diana, sono Monica come stai?” “E tu chi sei?” “ Come scusa?” “Sentite, io voglio stare sola, non mi ricordo di voi” “Io me ne vado, ciao Monica” “Sì, vengo anch’io”.

“Dottore, che cos’ha?” “Sembra che la ragazza, per primo abbia: Ha un medio trauma cerebrale nella parte del cervello, la memoria, e a quante pare ha dei forti giramenti e mal di testa, e il braccio rotto e una media contrattura del piede, insomma, non possiamo farla uscire subito, deve stare ancora qua.” “Non sta messa molto bene” “Eh no” “Inoltre, sembra, da alcune analisi, che la ragazza nella sezione della memoria, abbia prelevato, dalla sua mente alcuni eventi dolorosi, e altre cose. Insomma, sto cercando di dirle, che si ricorda di lei, viene suo padre e lei potrebbe non ricordarlo, per questo non è del tutto persa la memoria, ma molti ricordi non ci sono, non so se l’infanzia è presente nei suoi ricordi” “Capisco. Grazie, dottore domani la riverremo a trovare, spero che ci sia qualche miglioramento” “Anch’io signora”.

Come può non ricordarsi di me?va bene, l’importante è che è viva. Ora che ci penso non so bene cos’ha, ora vado a casa della nonna a chiedere. Arrivai e suonai, con me era venuta anche Monica. Era molto preoccupata, si vedeva chiaramente, anche se cercava di non darlo a vedere. Aveva gli occhi gonfi, deve aver pianto, si è molto legata a Diana, del resto chi non si potrebbe legare a lei, è la persona migliore del mondo. Ha rischiato la sua vita per salvare una bambina, e questo è da premiare. “Buongiorno, Monica ed io siamo venuti per sapere come sta Diana” “Oh, salve ragazzi, entrate” “ Ciao Martin, ciao Monica” “Salve signora” “Siete venuti per sapere come sta mia figlia?” “Si” risposero in coro. La signora ci racconto tutto, io rimasi con un palmo di naso. Non ci potevo credere, è vero è viva, però non è molto in forma, anzi. Perché proprio a lei?non se lo merita.

Non potevo credere a quello che era successo a Diana, io e lei negli ultimi tempi eravamo diventate molto amiche, mi sono molto affezionata a lei. Non volevo nemmeno che succedesse quell’imprevisto, non volevo arrecargli dolore. Stavo molto male, primo non si ricordava di me secondo non sta messa bene, ed io non voglio che soffra. Piansi un po’ tutta la notte, poi decisi che piangere non serve a niente, che dovevo essere forte per Diana. Dovevo trasmettergli la mia forza per farla andare avanti, sono pronta ad aiutarla, non la lascerò sola. Cosi, il girono dopo, decisi di andarla a trovare, o almeno a sapere come stava. Anche Martin, non stava molto bene, era molto triste per quello che era successo a Diana.

Eccomi qua, impotente più che mai, mentre la persona cui voglio più bene è all’ospedale io sono qui a casa a disperarmi, dovrei cercare di essere forte, per lei ma non ci riesco, il solo pensiero che lei non sta bene, mi fa star male. Ora vado a trovarla.

“Dottore, buongiorno come sta mia figlia?” “Salve signora. Sua figlia è molto stanca, non riesce a prendere sonno, si sveglia durante la notte, ha degli incubi. Non ci sono miglioramenti, per quanto riguarda lo stato mentale, quello è ancora traumatizzato. Per quanto riguarda il piede e il braccio, per quelli ci vuole solo un po’ di tempo, non sono preoccupanti. Il braccio è rotta ma basta che tenga il gesso per un mese circa, per il piede, in massimo un mese anche quello guarisce. Però non possiamo dimetterla, almeno per ora” “ Cosa?e perché?” “Abbiamo fatto provare ad alzarla, ma ha dei forti giramenti, e se sta troppo in piede, poi sviene” “E cosa sono questi giramenti?”. “Sono dovuti al trauma alla testa, non riusciamo a capirne di preciso la causa, dobbiamo farle altri accertamenti, però è dovuto alla botta alla testa.” “Non avrà un trauma cranico vero?” “Intende sapere se la testa di sua figlia ha delle rotture interne?” “Si” “Be signora si ricordi che è stata scaraventata dalla macchina, andava molto veloce. Comunque se ci fossero dei traumi interni, a quest’ora sarebbe o in gravi condizioni, quindi in coma, o sarebbe morta. Comunque, anche se non ha dei traumi interni, la testa ha ricevuto una bella botta, e in seguito, ci potrebbero essere delle emorragie interne, per questo stiamo facendo altri accertamenti, perché se ci fossero, la situazione preciterebbe, si aggraverebbe”. Comunque non può vedere nessuno” “Ah, va bene, allora torno oggi pomeriggio” “Sarebbe inutile, non può vedere nessuno, e non credo ci siano miglioramenti in un girono, se ci fossero, l’avvertiremmo noi” “Ah va bene” “Ciao ragazzi” “ Oh salve dottore” “ Ora vi spiegherà tutto la signora, io devo andare a vedere un paziente, arrivederci” “Ok”. La signora ci raccontò tutto, io me ne andai a casa, ero molto preoccupato. Monica scoppiò a piangere, ed io l’accompagnai a casa.

 

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Capitolo 14
*** La situazione peggiora ***


La storia va avanti,ed anche molto complessa. Spero che vi piaccia anche questo capitolo,buona lettura a tutti e mi raccomando commentate.

kiss ciao !!! XD

                                                                                              La nascita di un nuovo amore cap13

La situazione peggiora

Era passato un mese, credo, da quando sono in quest’ospedale, sul solito e maledetto letto.  La contrattura al piede, da quello che avevo capito, era passata, il braccio era quasi guarito, fra una settimana sarei potuta uscire, mi aveva detto mia madre. Però non aveva accennato niente sul mio problema di memoria. Non sono mai stata avvisata di com’è la situazione della testa, non mi hanno detto mai niente. Mi parlano solo del piede e del braccio. Io ho paura di chiedere, non so cosa mi direbbero. Ma sento che qualcosa è andato perso nella mia testa, molte sono le cose che non mi ricordo. Non mi ricordo di quel ragazzo e di quella ragazza. Loro mi conoscono, ma io non mi ricordo di loro. La ragazza, sembra molto carina e gentile, forse era mia amica. Il ragazzo invece, non so cosa dire, non lo conosco ma ogni volta che lo vedo, qualcosa dentro mi fa male, ma non saprei dire cosa. Non mi ricordo la mia infanzia, non mi ricordo niente. Ieri ho sentito parlare mia madre con il dottore. Io ho 15 anni, mi hanno detto che ho perso i primi 10 anni della mia vita, e anche molte cose dei 5 anni rimanenti. Le uniche cose che mi ricordo sono mia madre, mio padre, mia nonna la casa dove vivo, la scuola, so che andavo bene a scuola. Poi non mi ricordo altro, vabbè, so il mio nome e quello delle persone che mi ricordo, ma la mia mente si ferma lì. Da quello che ho capito, sono messa molto male.

Mia madre viene quasi tutti i giorni, mio padre tutte le domeniche, e ogni tanto anche la nonna. Poi anche quei due ragazzi. Loro entrano in stanza mi salutano, stanno un po’ vicino a me e poi se ne vanno. Io non gli ho mai rivolto la parola, e loro a me. Chi sono?perché non mi ricordo di loro?perché sono in ospedale?cosa mi è successo? Quante domande a cui non so rispondere, per esempio com’ero da piccola? Ho nonni?zii?Non mi ricordo niente, mannaggia.

Un’altra settimana è passata, ed io posso tornare a casa, finalmente. La mamma rimarrà con noi alla casa della nonna e papà ogni tanto verrà a trovarci. E’ bello tornare a casa, qui ricordo quasi tutto. Mi dissero, che potevo tornare a scuola se volevo. Io gli disse che di scuola mi ricordo tutto, so tutte le materie. La scuola sa della mia perdita di memoria. Il giorno dopo andai a scuola, era come me la ricordavo, molti mi salutarono, ma io non ne conoscevo nemmeno uno. Li guardavo con aria interrogativa, loro prima sembrano non capire, poi fanno un cenno di si con la testa. Che strani.  La prima ora era chimica, odiavo quella materia, ma andavo bene, e poi la dovevo fare, non era la sola materia che odiavo, però ero brava in tutte quindi. Nella seconda ora avevo letteratura inglese. Poi ricreazione, mi sentivo sola, non sapevo con chi parlare, tutti mi conoscevano, ma io non conoscevo loro. Durante le lezioni mi guardavano soprattutto un ragazzo. Non ricordavo chi era, ci pensai un po’, poi mi ricordai, era quello che mi veniva a trovare all’ospedale. Anche un omone alto e grosso mi salutò ma io non lo conoscevo, parlava in modo strano, dimenticava le parole. Parlava così: Ciao Diana, io essere Java, sono felice di vedere te. Sembrava un uomo primitivo. Passarono le ore e arrivò il pranzo, avevo molta fame. Presi il cibo, e andai a sedermi sui mattoni che circondavano l’aiuola. Era un bel posto, e ormai cominciava a far caldo, stava arrivando la primavera. La stagione dei fiori dei colori della felicità e della gioia. Cominciai a mangiare, mentre sentivo gli uccelli che cantavano, poi sentii dei passi dietro di me mentre mi giravo, senti un ciao Diana. Era quel ragazzo che mi veniva a trovare. “Ciao” risposi io confusa, quel ragazzo sembrava conoscermi, e anche bene, ma io proprio non mi ricordo chi è. “Come va?” “Eh bene” “Menomale, a scuola tutto ok?” “Sì, a te?” “Be, abbastanza bene, lo sai, non sono mai stato un grande studioso” “No non lo so” “Ah, si giusto scusa” “No, niente”……. “Tu chi sei?” “Non te lo posso dire, devi ricordare le cose da sola” “Ah, ok”dissi io abbassando lo sguardo. “Mi dispiace, ti posso dire solo una cosa, che per te sono importante” “Ah si?” “Sì, ora io devo andare, ci vediamo” “Sì, ok”. Mi si avvicinò e mi baciò sulla guancia, poi se ne andò.  Sentivo nella mia testa un macello. Che sta succedendo, avevo un dolore atroce alla testa, me la toccai con le mani, mi buttai per terra. Che succede, mi sta scoppiando la testa dal dolore. Tutto cominciò a girare. Quei giramenti, ero finiti da tempo, quando mi hanno dimesso, mi avevano dato delle pastiglie, per levarli. Ma io non c’è l’ha avevo. Stavo per terra in ginocchio. Quando quel ragazzo mi ha baciato, avevo provato un dolore al petto, ma anche una bella sensazione, forse questo succede, perché non so chi è e cos’è questa sensazione. Tutto stava diventando nero, sentii una voce e poi niente.

Mi risvegliai stavo in una stanza bianca, tutto era offuscato, poi piano piano prese forma. No, non potevo essere ancora all’ospedale. “Stai meglio Diana?” “Che?ah lei è l’infermiera giusto?sono ancora a scuola vero?” “Si” “Ah e che è successo?” “Sei svenuta” “Ah” “perché sei svenuta, tu hai perso la memoria, di solito chi ha questi svenimenti, vuol dire che era successo qualcosa. Cioè che qualche persona o qualche sentimento, ti è venuto in mente, ma non sai perché allora di solito le persone come te hanno questi attacchi, perché stanno provando qualcosa che non ricordano”. “Ah, ok” “Cos’era successo?” “Non lo so, non me lo ricordo” “Pensaci un po’, senza sforzarti troppo però” “Ok”. “Ah sì, ora ricordo, un ragazzo, mi aveva baciato sulla guancia, mi sono sentita strana poi sono svenuta” “Ora capisco, quel ragazzo” disse sottovoce. “Be vuoi andare a casa?” “No, ora sto bene” “Cara, cerca di stare attenta” “Ah cosa?” “Questi svenimenti, ti succederanno molte volte, e quando ti succedono molte volte, diventano più dolorosi, perché la mente è stanca. Ti succederanno tutte le volte che qualcosa, che non ti ricordi ti viene in mente, perché la tua testa cercherà di capire cos’è, e siccome non ci riesce, la testa fa  male e poi tu svieni. Quando ti succedono queste cose cerca di aver qualcuno vicino che ti possa soccorrere. Ok?” “Si” “Be ora va in classe” “Si”. Tornai in classe, ora c’era la lezione d’italiano, che era obbligatoria a tutte le classi. Entrai, il professore disse. “Non farò l’appello, perché non posso, e non vi chiamerò per nome, quindi zitti”. Tutti si girarono verso di me. “Basta, smettetela, non posso perché si è già sentita male prima, e non posso fargli ricordare i vostri nomi, zitti”. Quando il professore disse che mi ero sentita male prima, quel ragazzo si girò e mi guardò. Sembrava preoccupato.      “Mi dispiace, ti posso dire solo una cosa, che per te sono importante” “Ah si?” “Sì, ora io devo andare, ci vediamo” “Sì, ok”. Mi si avvicinò e mi baciò sulla guancia, poi se ne andò. Importante, importante, che voleva dire, perché mi ha baciato, cos’è questa sensazione, importante, che vuol dire. “Signorina Diana, cos’ha?tu al primo banco smettila di guardarla, non vedi che si sta sentendo male……... insomma mi ascolti………MARTIN, GI-RA-TI”. Martin?è il nome di quel ragazzo che per me è importante? Martin….importante….bacio….Martinimportantebacio……... oh no di nuovo no, la testa ahi che male. “Signorina Diana?che cos’ha?oh no che scemo, andate a chiamare l’infermiera, veloci, vai tu Martin” “Ok”. “     Anzi, è meglio che c’è la porti, è svenuta” “Ah, ok”.

“Diana” “Chi sei?” “No ti ricordi di me?” “NO CHI SEI?non sparire, torna qua”. Tutto divenne buio, poi luci grida, sangue. “AHHHHH”. Mi svegliai, ero di nuovo in infermeria. “Finalmente ti sei svegliata, stavi ripensando a quando l’hai incontrato alla piazza centrale mentre mangiavi poi, hai sentito il suo nome e sei svenuta vero?“In piazza?il nome di chi?” “Ah, meglio così. Io esco un attimo, vengo subito, ferma qui”. Be non è che vado chissà dove. “Martin” “Come sta?” “Si è dimenticata della piazza e del tuo nome, non se lo ricorda più” “Ah”.

Io mi avviai, era insopportabile. “Martin, non fare così, dove vai fermo un attimo” “Che c’è?” “Se lei continua ad avere così frequentemente questi attacchi, non c’è la potrebbe fare, parla con la madre, dirgli di portarla da un medico, è importante” “Ok” “Ah, stalle lontano, è per il suo bene” “Va bene”.

Stavo andando  a casa, l’infermiera mi aveva trattenuto di più oltre l’orario scolastico, chissà perché? “Eccomi a casa” “Tesoro, domani non vai a scuola, andiamo dal medico, la scuola mi ha detto che oggi hai avuto due cedimenti” “Si è vero” “Be vai a riposare, ti porto sopra il pranzo” “Ok”.

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Capitolo 15
*** I ricordi riaffiorano ***


 Questo è il capitolo più brutto che abbia mai scritto........Comunque,questa è unaspiegazione di come  sta Diana, e nel prossimo capitolo le cose cominceranno a muoversi. E' molto corto,ma come ho detto è solo una spiegazione,spero che comunque vi piaccia un pochino e commentate, vanno bene anche le recensioni negative,e questo capitolo se le meriterebbe,comunque,vi lascio alla prossima. E scusate per questo capitolo così brutto.  Ciao kiss

                                                                                     La nascita di un nuovo amore cap 14

I ricordi riaffiorano

La mattina seguente, andai con mia madre dal medico. Questo mi fece parecchie domande, e alcuni test. Poi uscii e mi madre andò a parlarci.  “Come va mia figlia?” “Be, signora le devo dire che abbastanza grave” “Cosa devo fare” “La ragazza, avrà altri attacchi, come quelli se la sua mente comincerà a farsi domande a cui lei non sa rispondere. Poiché la mente si sforza di ricordare, ma non riuscendoci, succede lo svenimento”. “E cosa posso fare?” “Be, c’è poco che lei possa fare, con il tempo la ragazza, riuscirà a ricordarsi, ma essendo molti le cose che lei non ricorda, se continua ad avere questi attacchi, potrebbe diventare molto debole, pertanto la invito a non mandarla a scuola, anzi cambiarla, in modo che lì non venga a sapere cose che le farebbero male”. “E se ha altri attacchi?” “Le dia queste vitamine, servono per non farla indebolire e non farla cadere in coma. Mi raccomando, gliele dia, e gli dica che le deve prendere quando ha gli attacchi, se non le prende come ho detto prima, potrebbe cadere in coma” “Quindi finché non ricorderà dovrà andare avanti così? “Sì, però non deve prenderne troppe”. “Certo, arrivederci e grazie”.

Mamma mi disse solo che dovevo prendere le vitamine quando ho gli attacchi. Non gli chiesi come stavo però non fa niente.

Passarono sei mesi, ebbi molti svenimenti, ma con le vitamine stavo bene. Mi ricordai la mia infanzia, quei 10 anni persi, ma non ricordai altro. Successe così: stavo passeggiando, passai davanti al parco e lo guardai, mi vennero in mente delle immagini, io che giocavo con altri bambini. In quel momento che mi ero ricordata tutto, mi venne un attacco e svenni, mi ritrovai in ospedale. Appena mi svegliai, raccontai a mia madre che avevo ricordato tutto dei miei 10 anni. Lei mi abbracciò e mi disse che era molto felice per questo. Però gli attacchi, erano sempre più forti, e facevano male. Ora, sto molto meglio però non riesco a ricordare cosa mi è successo e quelle persona, non mele ricordo.

Era una bella giornata, e io decisi di fare una passeggiata. Passai davanti a molti negozi, c’erano molti vestiti bellissimi, mentre camminavo sentii una voce. “Questa sarebbe piaciuta a Diana, però finché non si ricorda di me, non posso fare niente”. Quel ragazzo lo conoscevo era Martin. Martin?  Sì, ora me lo ricordo.  “Martin”. Lui si girò e mi guardò sorpreso, poi sorrise e mi veniva  incontro. Però, mentre veniva la testa mi faceva un dolore fortissimo, insieme a lui mi ricordai molte cose, dolore, molto dolore, sangue, luci e grida e così svenni. “ Diana, ehi sveglia.

La portai in ospedale, passarono 5 giorni ma non si svegliava, così andai a chiedere al dottore come stava, e mi comunicò una notizia devastante. Diana era caduta in coma, ha detto che le cose che si era ricordate, erano molto dolorose e cosi la sua mente aveva ricevuto un bel colpo.

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Capitolo 16
*** Senza te non è possibile... ***


Scusate l'attesa. Ecco a voi il muovo capitolo,spero che sia scritto bene,e che non ci sinao torppi errori. Spero che vi piaccia,e mi raccomando commentate. Grazie,e vi ripeto che se non capite qualcosa,perchè a volte non riesco a scrivere bene e cosi non si capisce. MI raccomando ditemelo. Be alla prossima XD kiss

                                                                       La nascita di un nuovo amore cap 15

Senza te non è possibile…

Diana, ormai era da quasi un mese che stava in coma, a volte i medici, vedevano delle agitazioni, e i battiti del cuore crescevano. Il medico ha detto che probabilmente, erano i soliti incubi di quelli in coma. Diana, vederla su quel maledetto letto d’ospedale mi faceva male, non è facile vedere chi si ama in quello stato.

“Martin, Monica ragazzi, siete tantissimi, siete venuti a trovarmi?”mi avvicinai per toccarli, ma quando toccai Monica, sparì e gli altri si stavano allontanando. “NO, MARTIN, TORNA INDIETRO, NON LASCIARMI DA SOLA HO BISOGNO DÌ TE, NON MI ABBANDONARE, IO NON POTREI VIVERE SENZA DÌ TE, PERFAVORE torna indietro…io ti amo” dissi piano vedendo che non c’era più. Ero sola, sola nel buio, nessuno con cui parlare, nessuno che mi possa abbracciare dandomi un po’ d’affetto e calore, che mi manca tanto. Sono sola. Mi sdraiai su quel pavimento, buio, dove non c’era nemmeno il mio riflesso, solo altro buio riflesso, che non si distingueva. Non si vedevano nemmeno le mie lacrime. I miei singhiozzi facevano eco in quell’enorme e tetro buio. Ma nessuno poteva sentirli, ero sola, sola. Questa parola mi ronzava continuamente in testa, poi mi addormento, mi risveglio e tutto procede uguale. Un ciclo infinito…non cambia niente, è tutto come prima.

Bene, anche oggi ero andato a trovarla…non c’erano stati cambiamenti, solo che gli incubi a quanto pare erano aumentati. Monica ogni tanto mi chiamava per chiedermi come stava Diana, e mi diceva di avvisarla di ogni cambiamento, lei, non ci poteva andare, tornava domani dalla casa dei nonni, e mi chiedeva sempre come stava. Era molto affezionata a Diana. Mi mancava molto.

Anche oggi andai a trovarla, non c’è la facevo più, odio questa situazione.  “Diana, si può sapere quando ti svegli?” Le parlai toccandole i capelli sul viso.

“No, non andatevene” “No, Martin anche tu no” “Io, non me ne vado sono qui con te”. Mi aveva parlato, non era scomparso. Io mi ci avvicinai piano, avevo paura che scomparisse di nuovo. “Dai, vieni?” “No, è che prima sparivi sempre” “Be, ora no, dai corri, vieni da me” “Si”. Gli corsi incontro, e lo abbracciai, era cosi bello.

“Diana?”. Avevo visto, che si stava muovendo, la macchinetta vicino comincio a produrre un rumore molto forte. “Ragazzo esci” “Sì, dottore” “Dai infermieri, dobbiamo cercare di tenerla sveglia a dargli dei calmanti, perché appena si sveglierà, gli verrà in mente quello che aveva ricordato, e potrebbe ricadere. DAI” “Si”urlarono i medici all’uni solo.

Mentre uscivo dalla sala operatoria, mi squillò il cellulare. Era Jade. Ma che vuole questa mo? Non risposi, mi chiamo altre 5 volte, non c’è la facevo più, allora risposi. “Senti, lo so che Diana, si sta svegliando, ma non ti farò rimettere con lei. Senti, io sono la causa del tuo bacio con Monica, che lei ha visto. Sono l’amica della figlia del medico, quindi so come sta la tua cara Diana. Quindi ora tu esci da quell’ospedale, vieni da me che sono fuori, io dirò a lei, quando sarà uscita che tu ed io stiamo insieme e che tu non sei mai andato a trovarla in ospedale. Non dovrai cercarla. Guarda Martin che se non fai come dico io Diana ne pagherà le conseguenze, non sai cosa sono capace di fare. È meglio che non mi ci fai pensare a un piano per farle male, non sai cosa farei. Quindi se vuoi bene a Diana, digli se te lo chiede che tu l’hai presa in giro solo per far ingelosire me. E che non la ami. Ci siamo capiti?” “Ma, chi ti credi di essere, questo è un ricatto, io non farò mai quello che mi hai detto, brutta pazza” “Io lo chiamo scambio di favori, una cosa simile. Tu fai quello che dico io e in cambio non succederà niente di spiacevole a Diana. Ti conviene che tu faccia quello che dico io, se vuoi bene a Diana” “E vediamo, cose gli faresti?”. “Martin, non mi sfidare, come sono stata capace di far vedere a Diana che tu la tradivi con la sua migliore amica, sono capace di fare altro. Allora?” “E va bene, farò come vuoi basta che lasci stare Diana” “Bravo e ora esci, magari se non fai guai, ti dico se Diana sta bene”. Io uscii. Passò una settimana, seppi che Diana era stata dimessa. Però era andata una settimana in crociera, per rilassarsi da tutto quello che le era successo, anche se era ancora molto debole, dopo tutte le medicine, i mesi ferma al letto, soffrire. Insomma, non stava molto bene ma ora l’incidente era acqua passata.

Stavo da giorni su questa nave, stavo bene, ma volevo tornare a casa per parlare con Martin. Se mi dirà che il bacio era un equivoco lo perdonerò, mi sono stufata, non voglio più stargli lontana.

Eccomi a casa, chiamo Martin. “Martin, possiamo parlare?” “Senti, Diana, vieni al parco, ti devo dire una cosa” “Ah, si va bene vengo”.  M’incamminai, appena arrivai, lo vidi. Però vicino a lui c’era Jade, e si tenevano per mano. Perché?non saranno mica tornati insieme, mentre stavo male, pensavo che Martin, si fosse preoccupato. Oh forse, non era così e lui non era nemmeno venuto a trovarmi. No, non saltiamo a conclusioni errate. Anche se si tengono per mano, non vuol dire niente vero? No, niente, almeno spero. “Ciao ragazzi”dissi sforzandomi sorridente. “Ciao, dissero i due”. “Senti Diana, volevamo dirti una cosa, anzi è Martin che ti deve dire una cosa, ciao, io vado ci vediamo”. Gli si avvicinò e lo baciò. Io rimasi a guardare tra la rabbia e stupore. “Diana, io e lei siamo tornati insieme. Io non sono venuto mai a trovarti all’ospedale, perché non ti amo e ti ho preso in giro solo per far ingelosire Jade, mi dispiace, non volevo che finisse così però possiamo essere amici. Ah, comunque Monica non c’entra niente, per quel bacio, sono stato io. Be, ora io devo andare, ci vediamo in giro”. “mi STAI PRENDENDO IN GIRO BRUTTO STR**ZO, PENSI CHE IO SIA UN GIOCATTOLO PER CASO?”. Gli diedi un ceffone. “Mi fai schifo, non pensavo che fossi cosi, mi hai preso in giro e questa non te la faccio passare, hai capito?”. Detto questo, gli diedi un pugno sul naso più forte che potevo, e cadde per terra. “Non ti avvicinare più a me capito?se non giuro che non rispondo delle mie azioni” “Già nemmeno tu, non ti avvicinare. E non ti do un pugno perché sei una ragazza”e perché ti amo. “Ah davvero, allora prendi questo gli diedi un calcio nel punto X e infine un altro pugno”forse ero stata troppo cattiva, ma dopo quello che mi ha detto ero completamente arrabbiata. Avevo una rabbia dentro, e sapevo che presto sarebbero diventate lacrime, non avrei mai creduto che mi avrebbe fatto una cosa del genere. Mi scese una lacrima, la asciugai subito, poi mi girai e me ne andai. Lui l’aveva vista.

Mi dispiace, mi hai fatto anche male, sai? Ma mai quanto quello che ti ho appena fatto io. “Be, ricordami di non farla arrabbiare”disse Jade tornando da dietro e ridendo di gusto. “Ma sta zitta serpe” “Sì, certo. Cosa c’è sei preoccupato per la tua Diana che ora soffrirà?” “Si”.

Corsi piangendo fin davanti alla porta di casa mia, mi asciugai il viso, fece un bel sorriso e d entrai. “Nonna, sono arrivata. Vado su a farmi un riposino, ho qualche giramento di testa e mi fa un po’ male, sono ancora un po’ debole. Quando mi sveglio, scendo, e non ti preoccupare, sto bene” “OK tesoro”. In realtà avrei pianto tutto il pomeriggio, anche se era vero sia il mal di testa sia i giramenti. Prima perché avevo corso, anche se non stavo bene, poi anche prima non stavo in ottima salute, e la corsetta, non era di certo servita.  Andai in camera e mi gettai sul letto, piansi. E dopo un po’ mi addormentai. Però ebbi un incubo e quindi mi svegliai di nuovo. Così decisi di scendere giù e prendere una pasticca che mi aveva dato il medico, mi aveva detto di prenderla quando avevo qualche incubo. Se non avrei rischiato di non stare bene. Però siccome negli ultimi tempi avevo preso molte medicine, dovevo prendere anche delle vitamine. Tornai su e mi addormentai con le lacrime agli occhi. Finché non mi sveglio mia nonna.

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Capitolo 17
*** I nodi vengono sempre al pettine parte1 ***


Scusatemi tanto del ritardo. Spero che questo capitolo vi piaccia. Buona lettura. Se non capite qualcosa ditemelo. E mi raccomando,chi segue la mia storia commenti  ci terrei molto a sapere cosa ne pensate. Cosi,chiunque segua la mia storia,perfavore recensisca,per sapere se la mia storia vi paice o no. Ciao a tutti e grazie tante. kiss

                                                                                  La nascita di un nuovo amore cap16

I nodi vengono sempre al pettine parte1

Ero appena arrivata a scuola, era una bella giornata. Dopo la mia ripresa, mia madre mi aveva riscritto alla scuola di prima. Mi andai a sedere vicino a un albero, del cortile. Mancava ancora molto al suono della campanella, mi sarei potuta rilassare un po’, pensavo. “Ciao, come stai?”era Martin. E’ vero non stavo molto bene, ma a lui cosa importa? Ieri avevo anche fatto pace con Monica, la sua felicità aveva contagiato anche me, per questo stavo meglio.  “Eh a te che importa?” “be, anche se non ti amo, non vuol dire che non m’importi niente di te, ti voglio bene” “Vallo a dire a qualcun altro, io non ti credo” “Senti Diana... ”. Mi alzai con rabbia. “Senti Martin, ieri mi hai detto che mi hai presa in giro, che non mi ami. Ok, l’accetto, ma mi devi lasciar stare, ok?sono già arrabbiata con te, e se non sparisci, vedrai che ti succede. Tu mi ha detto che non mi ami, per questo ti devi levare dalle scatole. Non ti avvicinare più a me ti è chiaro?sei stato tu ad allontanarmi, quindi ora sta zitto, ciao”. “Ma Diana” “Diana cosa?cosa vuoi ancora da me?”stavo parlando a voce molto alta, ma per fortuna tutti i ragazzi stavano da un'altra parte. “Io”io mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi e gli dissi: “Non c’è niente da dire, e ora vattene”. Lui, mi guardò per un po’, poi mi si avvicinò di più e mi baciò. Io non sapevo che fare, stavo bene, ma non sapevo cosa voleva dire quel bacio. Suonò la campanella, lui si staccò. “Perché mi hai baciato?” chiesi io rossa in viso. “Perché?” “Sì, perché” “perché... mi andava…” “Eh questa che risposta è scusa... tu mi hai lasciata, quindi ora mi devi lasciar stare, non puoi fare tutto quello che ti pare... ” dissi io incominciando a piangere. Cercavo di trattenermi però. ce la facevo,così scappai. “Scusa Diana, non volevo farti del male, ma io ti amo…” disse tra se Martin.

Ero tornata a casa, dovevo andare a fare shopping con Monica, cosi mi cambiai e mi avviai verso il centro commerciale. “Ciao Mony” “Ehi Dana, dai andiamo a fare shopping” “Sì, si vengo”.Non so chi ha presente le ragazze quando fanno shopping…chi lo sa può solo immaginare. “Iniziamo da questo negozio, dai” “Si”dissi io frizzante. “Questo?” “No, non mi piace guarda mi vado a provare i vestiti vieni Dana” “Sì, aspetta che prendo pure i miei” “Ok”. Iniziò Monica, provò suppergiù una decina di vestiti. Mi aveva invitato alla festa dei 18 anni della cugina, e cercavamo un vestito adatto per l’occasione. Dopo molte prove, lei approvò un vestito turchese, senza spalline. Aveva una gonna abbastanza corta, formata da due balze. “E’ davvero molto bello” “Sì, però Dana ora tocca a te” “Si certo”. Anch’io provai molti abiti, ma alla fine ne scelsi uno rosso. Ha delle spalline fine di raso, con una scollatura, poi scendeva giù aprendosi in una gonna un po’ corta, senza balze, ma semplice. “E’ meraviglioso Dana, complimenti” “Mi sta bene?” “Faresti morire una persona di mia conoscenza” “Ah sì e chi?” “Non nessuno” “Eh no, ora me lo dici” “No”. Pagammo i vestiti e uscimmo. “Bene comincia a correre, vedrai che ti farò sputare il rospo” “No Dana”. Io e Monica ci rincorremmo, per un bel po’ poi stanche, ci fermiamo a un bar. “Io un frappé alla fragola. Tu Monica?” “Io al caffè” “Ok” disse la cameriera. Cominciammo a parlare. “Mony, come va con Jess?” “Oh è vero non te l’ho ancora detto” “Cosa?” “Sì, mi ha baciato, e mi ha detto che appena torna da New York, ci mettiamo insieme” “Davvero, ma è fantastico. Sono contenta per te” “Sì, ma tu e lui ora siete amici, vero?non perché non vorrei che se vi vedete vi mettete a litigare” “No, ora siamo ottimi amici, nulla di più. Quando ci siamo lasciati, era stata una cosa voluta da tutte e due, quindi abbiamo tenuto l’amicizia” “Ah, bene. Con Martin?” “Che?” “Dai, hai capito bene” “Be, oggi mi ha baciato” “Scusa, ma io mi chiedo una cosa. Possibile che lui ti abbia presa in giro?ma quando ti chiamato quella volta, ti ha detto che lui l’aveva lasciata no?” “Sì, però puoi darsi che se n’è pentito” “E allora perché ti ha baciato?” “Non lo so, glielo chiesto, ma mi ha detto solo che gli andava” “Senti, a uno che non ti ama, non può andare di baciarti. Almeno che non ti ha mentito, magari ti ama”. “E perché mi dovrebbe mentire, lui lo sa che lo amo. Non avrebbe motivo” “Già anche questo è vero”. Io sospirai. “Diana, Monica”. Oh no, io questa stridula voce la conosco. Mi giro, e vedo la prova del mio sospetto, era proprio Jade. “Ma che piacere brutta cornacchia” “Dai Diana, non essere così cattiva, va bene se io e Martin ci sediamo al tavolo con voi?” “No, nemmeno per sogno” “Oh grazie Diana, sei molto gentile”. “Io ho detto di no”, mi alzai con rabbia e m’incamminai per andarmene, anche Monica si era alzata. Mentre me ne stavo andando, mi scontro con qualcuno”. Alzo lo sguardo “Martin?” “Ciao Diana, perché sei qui?” “No, niente” “Io e lei cercavamo un vestito per la festa di domani” “Ma perché ci venite anche voi?” “Si Martin, perché vieni anche tu?” “Sì, da quello che ho capito Jade, è amica della sorella di chi fa la festa” “Si chiama Miriam, ed è mia cugina. Ecco perché vado alla festa” “Ah, capisco, allora ci sarete anche voi due” “ A meno che…” “A meno che cosa Dana?” “Oh no niente Mony” “Guarda che se stai pensando quello che io ho capito che tu stia pensando. Ti meno, e vedrai che male che ti faccio” “Eh chi lo sa” “Come hai detto Monica scusa?” “No, niente. L’importante è che Diana ha capito” “Ok, io vado da Jade” “Sì, vai”dissi io con rabbia a stento repressa. “Dai, Diana smettila” “Smettila cosa, andiamo a comprare le scarpe... sempre che io ci venga a questa festa” “Che hai detto?” “No, niente” dissi io continuando a bere il frappe. “Dobbiamo prendere solo il necessario, capito Diana?” “Sì, perché noi ragazze prendiamo solo il necessario” “Be almeno proviamoci” “Ok”. Io e Monica comprammo le scarpe, tutt’e due bianche. Io con il tacco alto a sandalo, lei sempre con il tacco alto però chiuse davanti e aperte dietro. Be la prova di comprare solo il necessario durò poco. Io comprai due maglie, due jeans e dei tacchi alti, però a ballerine. Poi due smalti due paia di orecchini, trucchi, accessori, bracciali e altre cose. Insomma solo il necessario. Be, penso che abbiamo preso abbastanza cose. Mentre stavamo uscendo, una voce mi chiamò da dietro. “Monica, Diana ferme” “Che vuoi?” “Diana, volevo chiedervi se volevate mangiare al ristorante con noi, ho quattro biglietti gratis. L’ho vinti non mi ricordo dove.” “Si” “No, io non posso ho da fare” “Ma che dici Diana, tu non hai da fare, me lo stavi dicendo ora, che non sapevi che fare” “Che?” “Dai, Diana saremo io, te, Monica e Martin”. Monica mi guardava starno, aveva in mente qualcosa, ma non mi va di stare la sera con quei due. “Va bene, vengo” “Bene, brave allora andate a casa, siccome sappiamo tutti dove abiti, ci incontriamo davanti casa tua, ok Diana?” “Si”. Be, datemi il tempo di cambiarmi e sto li” “Si”.

Io e Monica, ci stiamo preparando. “Ti metti la maglia nuova Diana? “Sì, io sono pronta” “Wow, sei bellissima” “Davvero?” “Si”. Mi ero messa la maglia nuova. La maglia era turchese, terminava con un elastico a fascia e sopra era aderente e con una scollatura, con piccole spalline fine. Poi avevo i Jeans nuovi, erano molto aderenti e arrivavano fin sotto il ginocchio. Le scarpe nere a ballerina con il tacco. Mi ero truccata, mi ero messa lo smalto, il profumo, il bracciale e la collana con gli orecchini. Infine una bella coda di cavallo con un ciuffo lasciato libero.  Mentre Monica aveva una gonnellina bianca, con sopra un top fucsia. Aveva tutti gli accessori che avevo io, truccata con i capelli corvini lasciati sciolti. “Sei proprio bella lo sai?” “Grazie Diana”. “Vado ad aprire, hanno suonato” “Diana?” “Sì, che c’è?” “Non li trovo” “Che cosa non trovi?” “I biglietti per entrare al ristorante” “Oh bene così non ci andiamo” “No, ma che aiutami a trovarli, avevo un piano. Fatti prendere dal panico come me dai” “Ma, ah va bene. Mi faccio prendere dal panico” “Brava, io guardo qua tu vai, dove vuoi” “Si”. Io scesi e aprii la porta, non guardai nemmeno chi era aprii e basta. Nonna stava in cucina. Era molto indaffarata aveva delle amiche a cena. “Entra chiunque tu sia” “Io feci per andare, dovevo cercare i biglietti. “Ferma, ferma” “Chi è?” “Sono io” “Ah Martin. Che c’è?”. Mi prese per mano e mi avvicinò a lui. Io stavo diventando rossa e abbassai lo sguardo. Perché abbassi lo sguardo?” “Eh, niente”. Con una mano mi prese il mento mi avvicinò di più a lui. “Martin, lasciami” “Perché, non sto facendo niente di male” “Sì, invece, guarda che a me tu non piaci più” “Ah davvero?” “Si”. “Vediamo” “Che?” mi si avvicinò e mi baciò. “Diana li ho tr…ops”. Io mi staccai, e gli diedi uno schiaffo. “Cosi mi fai male, lo capisci, lasciami stare”. Detto questo corsi su in camera mia piangendo con Monica che mi stava per seguire, però Martin, salì per primo. “Diana apri la porta” “No”. “Martin, smettila è arrivata Jade, vai giù io calmo Diana” “Sì, va bene” “Diana, apri sono io”. Mi aprii e poi si ributto subito sul letto. “La vuoi smettere di piangere?” “Perché fa così, non capisce che mi fa male”. Io mi avvicinai a lei e l’abbracciai. “Su, calmati, ora andiamo, e rifatti il trucco” “No, io non vengo” “E invece si che vieni, vai in bagno ad aggiustarti” “No” “Non puoi far vedere a quell’oca che ha vinto” “Ma se è la verità” “No, dai su” “Ok vado in bagno”. Io e Monica scendemmo. Jade aveva un vestito rosso con spalline e dei tacchi molto alti. E un po’ di accessori. Appena scesa Martin mi guardò triste, ma io deviai subito il suo sguardo. “Bene, andiamo” “Si” rispondemmo io Mony e Martin. “Nonna io vado” “Sì, ma mi raccomando entro l’ora che ti ha detto tua madre a casa, è?” “Si”.

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Capitolo 18
*** I nodi vengono sempre al pettine parte2 ***


Be,penserete che è finita,invece no. Vi devo contraddire. O dio questa quanto rompe.......e be si è vero rompo proprio. Se non vi piace ditemeloo è. Comunque Buona lettura. Grazie a Kasumi_89 e Donato621 per le recensioni. Sarei felice che anche chi mi segue recensisca qualche volta. Grazie e ciao kiss

                                                                                       La nascita di un nuovo amore cap16 parte 2

I nodi vengono sempre al pettine

Ero appena arrivata al ristorante.  Caspita è molto bello. Era tutto circolare,la parte fuori aveva i tavoli,con tovaglie rosse bellissima. Mentre dentro erano verdi. “Bene ragazzi,noi abbiamo un tavolo fuori,va bene no?” “Certo Jade”dissi io . “Bene,allora voi aspettate qua,vado a chiedere ai camerieri” “Certo”. “Be,il nostro tavolo è il numero 15”. Ci sedemmo tutti,e i camerieri ci portarono i menù.  “Tu,Martin cosa prendi?” chiese Jade,che lo chiese a tutti. “Bo” “Diana?” “Sto finendo di vedere” “Monica?” “Ecco ho quasi fatto,dacci tempo,ce li hanno appena dati” “Sì,ho capito,ma sei lenta come una lumaca” “Ma che vuoi,se diamo fastidio allora perché ci hai invitato brutta serpe” “Serpe a chi,e tu, allora chi sei?”Senti,abbassa le penne serpe da strapazzo” “No,quella che le deve abbassare sei tu” “Ragaz...” “Zitta Diana”dissero le due all’unisono. “Io?” “Sì,tu”. “Guarda che sei proprio una sfacciata è?” “Almeno non son velenosa”. Ci ho provato una volta ma mi hanno azzittito e poi continuato,ma stavano alzando la voce. “RAGAZZE,ORA BASTA, ci stanno guardando tutti” “Sì,va bene, però ha iniziato Monica” “Io?,ma per favore sei tu….” “Monica” “Sì,va bene”. Martin,non aveva aperto bocca per parlare,stava in silenzio da un bel po’. Mentre stavamo arrivando al ristorante le uniche parole che si sono sentite, sono le litigate di queste due ed io che cercavo di farle smettere. Lui,non ha parlato per niente. Era calato un bel silenzio,ed io ruppi il ghiaccio. “Be,io ho fatto tu Monica?” “Anch’io” “Bene,allora possiamo ordinare”. “No Diana” “E perché no non eri tu che ti sei messa a litigare per questo?” “Sì,ma non abbiamo chiesto a Martin” “Ah Be,chiedi” “Martin...Martin.......Insomma mi vuoi rispondere” “Che ca**o vuoi” “Oh ma sta calmo,non alzare la voce con me,hai capito. Sono la tua ragazza” “Sì,ma va a quel paese” “No,sei tu che ti devi prendere una camomilla” “Io...cameriere” “Sì,signore”. “Mi porta per antipasto delle bruschette,poi per primo…fettuccine ai funghi porcini” “Voi?” “Io,premetto che per tutte delle bruschette,per primo voglio delle pennette al salmone” disse Jade. “Io,per primo,quello che prende il ragazzo” disse Monica. “Io,fettuccine con funghi e gamberi” “Va bene”.  Appena il cameriere se ne fu andato,Martin si alzò e andò nel giardino del ristorante,sembrava molto triste. Non mi deve importare,ma non posso vederlo così,mi fa male. Sono una stupida a preoccuparmi però non ci posso fare niente. Mi alzai,approfittando del fatto che Jade era andata in bagno,non m’importava se sarebbe tornata. Ero vicina alle scalette che portavano al giardino,ma mille domande sovrastavano la mia mente. Se poi ti caccia?se si arrabbia?se mi tratta male? Stavo per scendere uno dei tre scalini,ma mi fermai. Non ero io che dovevo vedere se stava bene, non mi spetta,deve farlo Jade. E’ lei la sua ragazza,la ragazza che ama. Io non lo conforterei,solo chi ama,gli può essere di conforto. Ed io non sono una di quelle persone. Mi girai, e tornai al mio posto,con Monica che mi guardava.

Che voleva Diana,l’ho vista stava venendo,qui. Forse voleva parlarmi?ma perché si è fermata? Forse pensa che non mi può essere utile,per tirarmi su di morale. Be,come dargli torto, gli ho detto che non la amo. La bugia più grande che abbia mai detto. Sono stanco di questa storia,la vorrei baciare e abbracciare senza che nessuno mi dica niente. Sono così arrabbiato che vorrei strozzare Jade.

E no,non posso vederlo così. Che mi dica quello che gli pare che mi cacci a calci nel sedere. Ma io vado da lui. Prima che potessi ripensarci,e che quelle vocine inondassero la mia testa urlai: “Martin”. Lui si girò verso di me e mi guardò interrogativo. Io,che non mi potevo tirare indietro senza fare una brutta figura,quindi mi avvicinai a lui. “Che hai?” “Perché?ora ti preoccupi di me?” “Sei tu che mi hai abbandonata”. Detto questo,mi girai per andarmene,ma fui trattenuta da lui. Mi girò,e mi avvicinò pian piano al muro. Toccandomi la guancia mi disse: “Io non ti ho abbandonato” “E no,e che hai fatto” “Se…””Martin,dove sei?”. Era Jade,io lo scostai,e salii le scale. “Martin,è andato in bagno” “Ah,allora lo vado a cercare” “Martin puoi uscire” “Perché mi aiuti?” “Perché sei innamorato di lei no?” dissi con gli occhi lucidi. “Vado a fare una passeggiata,torno subito”. Appena uscii da quel ristorante,cominciai a buttare fuori le lacrime,e a correre. Perché non posso stare con il ragazzo che amo,perché? Mi deve andare tutto male,perché? Mi buttai con le ginocchia per terra e mi misi le mani sulla faccia,continuavo a piangere. Lui non è innamorato di me,lo devo dimenticare. Continuai a piangere.

Intanto al ristorante:

“Vado a cercarla” “No,lasciala in pace” “Perché,non t’importa niente di lei?” “Sì,che m’importa di lei,ma ci sono momenti in cui le persone vogliono stare da sole” “Che?” “Pensi che ogni volta che la baci,la fai felice? Ogni volta che lo fai,gli fai solo del male. Se hai deciso che non vuoi più starci insieme,la devi lasciare stare. Come pensi che possa vivere la sua vita,lei vorrebbe provare a dimenticarti. Deve pur andare avanti,sai non può continuare a piangere tutte le sere,deve andare avanti e fare la sua vita. Se tu continui a ricordargli quello che prova con te,lei non starà mai bene. Quindi se gli vuoi bene,diglielo se no lasciala stare. “Va bene”.

La sera passò veloce,io ero tornata dalla mia passeggiata,se così si può chiamare. Era pronta a tornare a casa,quando successe qualcosa. Io stavo uscendo,con Monica,e sentimmo la conversazione di Jade e Martin. “Martin,la devi smettere,ti ho già detto che ti succede se ti avvicini a Diana. Questa sera è stata una prova. E,ci sei stato lontano. Però non mi devi trattare male” “Tu mi hai rotto,io amo Diana,e poi ti tratto male,visto che sei una serpe” “Senti,io ti ho detto che se stavi con lei,gli sarebbe successo qualcosa di brutto. E invece se la lasciavi,no. Ti ho detto il modo di agire,le parole. E ora non rovinare tutto,chiaro?” “Ma brava,Jade. Ricatti il mio ragazzo” “Diana?” “Sì,sono io che non mi riconosci” “…” “Che c’è ,non sai più che dire,il gatto ti ha morso la lingua?”. Intanto,mi avvicinai a Martin e lo guardai. Poi tornai con lo sguardo a quella,guarda anche solo una parolaccia,sarebbe darle troppo onore,perfino per lei. “Bene,hai scoperto tutto,ma non finisce qui”. Detto, questo se ne andò. “Io vado avanti,vi aspetto”disse Monica andandosene. Dopo qualche minuto di silenzio. “Senti io…” “Non dire niente,non serve”. Lo abbraccio,forte,non volevo che se ne andasse un’altra volta.  “Scusa,per tutto quello che ti ho fatto” “Non fa niente,però qualcosa mi dice che quella non si arrenderà tanto facilmente. Qualsiasi cosa ci faccia io lo dirò a te e tu a me. Intesi?” “Intesi” “Ok” “Ti amo tantissimo” “Anch’io Martin non sai quanto” “Mi mancavi così tanto” “Sì,anche tu”.

Io,ero la persona più felice del mondo. E anche Martin,lo era. E pensare che poche ore fa stavo male,avevo pianto così tanto. Stavamo tornando a casa. “Lo sai che sei bruttissima in faccia” “Ehi,modera le parole. E poi il merito è tuo” “Scherzo,sei bella anche con gli occhi gonfi. Quando sei tornata dalla passeggiata,sembravi un pesce palla,ora stanno meglio.” “O,grazie. Ne sono lusingata. Se ti acchiappò”. Mi levò la mano dai fianchi e iniziò a correre. “Tanto ti prendo Martin” “Be vediamo”. “Basta,correre con i tacchi,dopo un po’ diventa estenuante,ho corso anche durante la passeggiata.” “E poi cosa hai fatto?” “Be mi sono buttata per terra” “Oh brava. Non lo fare mai più” “Basta che tu non mi lasci” “E non lo farò”. Detto questo, mi baciò,per un po’ poi non so come ma mi ritrovai in braccio a lui. “Ma che fai?” “Non ti facevano male i piedi?” “Sì,ma peso” “Ma che,per i miei muscoli,questo è niente” “Ora non fare il montato” “ “Ah no? Vediamo,la ragazza più speciale della terra si è fidanzata con il sottoscritto che è altrettanto speciale” “Be,ma tu sei brutto”dissi facendogli la linguaccia. “Ah davvero? Ti ricordo che tu sei tra le mie braccia,e potrei farti cascare” “Provaci”. Mi mosse ed io mi attaccai di più a lui. “Ti devo mettere paura più spesso” “Martin” “Com’era quella cosa che ero brutto” “Non,è vero sei bellissimo” “Ah Be,menomale”. Mi baciò e mi riporto a casa. “Ciao” “Ciao combina guai” “Ehi” “Ah comunque sei bellissima stasera” “Ah,solo sta sera e gli altri giorni?” “Certo che a voi ragazze non si può mai fare un complimento che ve lo rigirate” “Comunque per la festa ho preso un bel vestito” “Ah davvero?posso vederlo?” “No,non puoi. Lo vedrai domani” “Dai” “No,ciao” “Aspetta,un bacio non me lo dai?” “Sì,anche se”. Dormii tranquilla.  

                                                                                                                                      -

- Bene,ecco qua,mi raccomando commentate,e ditemi che ne pensate,se vi è piaciuto.  spero che siate in molti a commentare. Ciao ciao......kiss spero che vi piaccia

 

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Capitolo 19
*** Una festa da incubo ***


Scusate il ritardo. Ma non avevo ide, poi quando ho avuto un  lampo di genio,mi ci è voluto un pò di tempo per scriverle bene. Ci saranno colpi di scena e dolore. La maggior parte dei capitoli,vi dovrebbe colpire un pò. BUona lettura a tutti. Scusate ancora ciao. Kiss.

PS: Ragazzi,avevo messo delle immaggini dei vestiti e degli accessori di Diana,ma non sapendo di sicuro come si faceva,non si visualizzano nel testo. Mi dispiace.

                                                                                                                                      La nascita di un nuovo amore cap17

 Una festa da incubo

“Be Diana, siccome non sapete dov’è il luogo, vengo lì alle 19.00. Ok?” “Si” “Bene, ora sono le 5 è ora di prepararsi, poi dimmi la faccia di Martin” “Ah, allora ti riferivi a lui, nel negozio” “Già pensa che faccia farà, solo al pensiero mi viene da ridere. Vorrei avere una telecamera” “Tu, sei tutta da scoprire. Sembri timida invece sei una peste” “E Be, non ti piaccio” “certo, sei un’amica stupenda” “Bene, ora vado. Speriamo che Martin ritarda, così vedo la faccia” “Dai, che faccia dovrebbe mai fare?” “Be, lui è uno che si stupisce facilmente” “mmm…si forse hai ragione” “No forse. Io ho sempre ragione” “Sì, come no. Saputella” “Modestamente” “Ahahahahahahahah”ridemmo insieme. “Sei mitica” “Grazie Dana, anche tu. Ora però vado se non rischio di fare più tardi di Martin. Sai, ci ho fatto molta amicizia, quando hai avuto l’incidente. E’un bravo ragazzo, sei fortunata, e te lo meriti. Ciao ciao. “Grazie, ciao. Poi ti devo chiedere una cosa” “Cosa?” “Eh no, vado ciao” “Ok”.

“Ok, è ora di prepararsi”dissi io un po’ entusiasta. Mi misi il vestito e i tacchi bianchi. “Bene, ora gli accessori, il trucco e i capelli”. Mi andai a mettere gli orecchini. Erano, delle palline viola scuro, quasi rosse di cristallo, e sopra un cuoricino tutto brilluccicoso. Il bracciale, me lo aveva regalato la nonna, era stupendo. E’ di Swarovski bianchi. Mentre la collana era un ciondolo di filo rosso. Alla fine aveva un grande cuore, affiancato da uno piccolo. Me lo aveva regalato Martin. Eye-liner. Fondotinta. Mascara. Fard. Ed ecco qua, che sono pronta. “Ora pensiamo ai capelli”. Mi feci uno chignon, ci misi sopra un fermaglio di cristalli bianco e qualche capello lasciato gironzolare. Che mi incorniciava il viso. “Perfect, ora sono pronta”.    ( . . . Questi sono gli accessori e l’abito di Diana) Mi misi sul divano, a guardare la tv. C’era un programma comico.

“Oh, no, la borsa”. Ricordandomi della borsa, andai nell’armadio a cercarne un’adatta. Mentre cercavo nel mio disordinato armadio, e buttavo tutti i vestiti dietro di me. Alcuni cadevano sul letto altri per terra e sulla scrivania. Buttai anche vestiti che non ricordavo di aver mai visto: “Questo no, nemmeno questo. Ma caspiterina, avrò una borsa nell’armadio?”mi fermai e poi ripartii. “ Tubino a balze rosso …vestito bianco e nero alla Trilly …tubino bianco con cinta …abito bianco svolazzante… ….due abiti rossi . …tubino nero …aspetta un attimo,questi vestiti da dove vengono?non li avevo mai visti prima”. Scesi giù da nonna. “Nonna,perché ci sono tutti questi vestiti”,dissi mostrandogli tutti gli abiti che avevo trovato. “Ah,quelli  stavano in una busta del mio armadio,erano di tua madre,ma non li ha mai messi. Pensavo che ti sarebbero piaciuti” “Si,infatti sono tutti meravigliosi” “Bene” “Sai,nonna che faccio ora,mi metto questo nero,è bellissimo” “Si,è vero,presto va a cambiarti” “Si”.  Mi misi il vestito nero,mi stava bene.

Din Don…”Arrivo subito”…”Oh,ciao Martin” “Salve,Diana?” “Sta in camera,vai” “Ok,grazie” “Prego”

Salii le scale,e bussai alla porta. “Eccomi…Martiin”dissi io con gioia. “Che hai?”. Ero rimasto li davanti alla porta,rosso e imbambolato. “Ehi,insomma” “Che?ah si” “Si può sapere che ti è preso?”. Io non la stavo ascoltando,ma ora mi misi a gurdarla dalla testa ai piedi.Era bellissima. “Ah,ti sei imbambolato”disse lei ridendo di gusto. “La vuoi smettere di ridere” “Eh no” “Ma dai,smettila,perché ridi” “Perché……oddio che ridere,dai ora non rido più” “Ah bene” “Dalla tua faccia deduco che il vestito ti piace vero?” “Si” “Be,tutto qua?” “Eh che ti devo  dire?” “Sei sempre il solito”detto questo gli chiudo la porta in faccia. “Ehi mi hai fatto male” “Ben ti sta” “Ma perché che ho fatto?” “Lo sai beneissimo” “No” “Allora è un problema tuo” “Ma,dai” . Io vado e apro la porta facendo uscire solo la testa,per parlargli. “Io mi metto in tiro,e tu l’unica cosa che sai dire è -Si -?” “Pensavo fossero scontati i complimenti” “Per te è sempre tutto scontato…comunque,no non sono scontati”detto questo chiudo la porta. “Dai,apri” “No” “Ma dai,non fare la scema,stai calma” “Stai calma?”. Ora mi viene in mente il consiglio di mio cugino “Non dire mai ad una donna arrabiata di stare calma,la faresti arrabbiare ancora di più” aveva ragione. “NO,io non sto calma,hai capito?” “Si” “Non era una domanda” “Eh che cos’era allora?” “Una domanda retorica” “Ah”.  “Parli a monosillabi,mi hai stancato”  “Dai,mi dispiace” “…” “Diana,dai perdonami non volevo. Scusa,stai benissimo con quel vestito. Sei bellissima” Aprì la porta e mi continuava a guardare. “Non sapevo che dire,eri così bella” “Va bene”. Mi abbracciò.  “Vieni dentro,ti faccio vedere una cosa” “Si” “Guarda,erano tutti vestiti di mia madre” “Che belli” “In realtà,prima mi ero messa questo” “Però poi  ho visto quello nero e me lo son messo” “Hai fatto bene,è proprio bello. Vieni qua” gli dissi aprendo le braccia.

“Dobbiamo andare” dissi io dopo un po’. “Si,scendiamo”. Dopo 10 circa suonarono al campanello. Andai ad aproire. “Monica” “Ciao Dana” “Vuoi entrare o dobbiamo andare subito?” “No,la festa inizia alle 20.00,e sono le 19.13,quindi penso che potrò fermarmi un pochino” “Bene,allora entra” “Cosìè questo vestito?” “Oh,era di mia madre,è nuovo non l’ha mai usato,e nonnna me li ha dati” “Sei bellissima Dana” “Grazie,anche tu lo sei” “Oh no,Martin è già arrivato” “Be,grazie della considerazione” “Dai,non te la vorrai mica prendere” “No,no” “Be,ragazzi volete qualcosa da bere?” “Si,Dana”. Portai tre coca cole,mentre guardavamo la tv. Cambiai canale,e trovai le repliche di colorado. A me,quel programma mi faceva morire dalle risate. “Bello Diana,lascia questo” “Ok,Martin. A parte che non avevo alcuna intenzione di cambiarlo”. “Pensavo che alle secchione non piacessero” “Ehi,non sei simpatico”. Gli diedi una botta in testa. “Mi hai fatto male” “Ben ti sta” “Ma guarda,che sei proprio antipatica,lo sai” “Davvero,allora perché stai con me?” “Questa è un’altra questione” “Ah davvero?” “Si,tra lo stare con te,e il fatto che mi stai antipatica,sono due cose diverse,separate. Come le acque di mosè” “No,non c’è. Allora non stavi scherzando,ti sto davvero antipatica” “Si,ma siccome stasera sei particolarmente bo…” “Io tu uccido” “No,aiuto Monica” “Eh no,te la sei cercata. Il massimo che posso fare,invece di rimanere tranquilla sul divano è aiutare Dana” “Ah,bene grazie” “Di nulla” . Continuai a rincorrere Martin,finchè Monica non ci chiamò. Io andai su in camera di nonna  asalutarla,stasera andava a cena di amiche,ma tornava prima di me. “Tua madre ha detto che puoi ritardare di un’ora poiché è una festa. Io staro qui 30 minuti prima” “Ok,nonna” “Divertiti” “Grazie,ciao e anche a te” “Grazie,ciao tesoro”. Ci incamminammo e dopo 20 minuti di camminata,arrivammo. Era una casa molto grande,circondata d agiardino. Aveva una grande piscina,che farebbe invidia a chiunque. Il vialetto che portava alla porta, era fatto di mattonelle,e intorno,cespugli di rose rosse. Davvero una reggia. “Mia cugina è simpatica,vi piacerà” “Magari è anche carina” “Martin,insomma io sono qui” “Wow” “Wow che?”. Stava guardando,la porta dove Monica aveva bussato,e da cui una bella ragazza era uscita. Aveva capelli neri lunghi,con una rosa blu notte ai capelli. Si abbinava con un vestito stupendo,come il mio. Un tubino del colore della rosa,con dei tacchi alti di colore bianco. Era davvero bella.  Insomma una bella diciottenne. Appena arrivati,demmo il regalo a Miriam. Io,Martin e Monica avevavamo messo i soldi insieme,per fargli una bella catenina d’argentino,con un cuore alla fine.  Martin,aveva ricevuto già due schiaffi,non faceva altro che guardare la festeggiata,e a me dava molto fastidio. Dopo un po’ mangiammo,chiunque avesse cucinato,sapeva il fatto suo. Alla fine ero piena,avevano portato primi su primi,secondi, contorni,antipasti. E per fine la panna con le fragole,e io dopo di quelle giurai  che non avrei  più toccato cibo. Erano quasi le 22,quando iniziò la musica,mi stavo divertendo. “Martin,la smetti,guarda che mi stai facendo davvero arrabbiare” “E’,non sento bene”. Allora io per evitare altre urla,lo presi per il braccio,e lo portai al balcone. “Senti,se continui a guardare Miriam,giuro che ti mollo” “Tanto,non lo farai mai” “Vuoi scommettere,non sottovalutarmi. Mi stai facendo arrabbiare di brutto”. “Ma dai” “Martin,io ti avverto. Continua così  e vedrai. Uomo avvisato mezzo salvato”  “Non esagerare” “Martin,tu come ti sentiresti se io gurdassi un ragazzo carino. “Be guardare che sarà mai”. “Tu,non solo la guardai,rimani imbambolato. E gli guardi anche il sedere” “e be che sarà mai?” “Be,io torno dentro” “Anche io”. In tavola c’era un po’ di vino. Ma non c’erano altri alcolici. Eppure Martin dopo tre bicchieri di vino era completamente partito di cervello. “Martin ci sei?” “Certo,vieni qua,perché non balli più vicino a me?” “Puzzi  di vino” “Be,io vado a bere un goccio d’acqua” “Si,vai va”. Dopo un’oretta circa,Martin non era ancora tornato. Così, decisi di andarlo a cercare con Monica. Avevo un brutto presentimento,come se mi dicesse  che qualcosa non andava. Ma non capivo che cosa potrebbe essere. Lo cercai in tutte le stanze,le aprii tutte con Monica,essendo un tantino ubriaco,potrebbe essere ovunque. In quella casa c’erano molte stanze,cavolo. Da quello che avevo visto,erano circa 15 ed ero arrivata all’ultima. Nella mia mente,c’era una spia rossa che lampeggiava,in segno d’allarme. Ero spaventata,da questo strano senso di pericolo. Forse avevo paura per Martin,ma c’era qualcosa in più. Di spaventoso,di pauroso. Che raggelava il cuore,rinchiudendolo,in un angoletto,di buio, di terrore. “Dai,ci manca solo questa,apri”. Io tornai al presente e riavvolsi il rullino della mia testa,cercando  di ritornare lucida. “Si”. Apri la porta. “Sai,come ti ho detto prima,potrebbe essersi steso sul letto. E questa è una stanza da letto. Mentre aprivo,avevo una brutta sensazione. “Ho un brutto presentimento” “Dai,non esagerare”. Ok,ora vedevo tutta la stanza. “Martin?” dissi io spaesata. “Jade?che sta…” disse Monica,e visto che non servivano parole. Non continuò il discorso. Io ero intontita,spaesata,spaventata,scioccata,incredula.  “Io,camminai all’indietro,poi mi girai e cominciai a correre. La musica,si stava facendo di nuovo sentire. Mi stavo avvicinando alla sala da ballo. Sentivo dietro Monica che mi chiamava. Ma continuai a correre. Dopo quello che avevo visto pensavo che la paura,passasse,  sentivo il cellulare nella tasca vibrare. Judas di Lady Gaga, si sentiva vagamente. Si sentivano alcune parole e poi i boom delle canzoni house. Anzi,c’era un miscuglio di papa l’americano e Judas. Mi sarebbe piaciuto ballare quella canzone.   Io non risposi,aveva già squillato 5 volte da quando era iniziata la parte discoteca della festa. Questa era la 6 volta. Mi ritrovai in balcone. Decisi di guardare le chiamate perse. Era M.O.M. Stavo per richiamarla. Quando sentii un fruscio. Guardai nel giardino. Ecco,ora che la paura di prima,tornava. Però ora era più forte. Io,stavo piangendo e perciò appena arrivata,mi ero gettata sui ginocchi,vicino al cornicione. E ora attraverso i buchi,guardavo il giardino,con gli occhi spalancati dalla paura. Il cuore mi batteva fortissimo. Cercai di calmarmi e chiamai M.O.M. “Cosa volevi?” “Diana,tu e Martin,siete in pericolo,volevo inviare alcune pattuglie,ma sono tutte occupate,stanno cercando il dottor Redge” “AHHHHHHHHHHHHHH” “Chi è che urla Diana?” “La gente della sala,aspetta che guardo” “Diana,il dottore,sta attaccando tutte le case”. Guardai la sala,c’era il panico più totale,c’erano delle specie di pipistrelli giganteschi. Sembravano pterodattili di grandezzae qualche lineamento simile e dei pipistrelli. “Ma che sono quei cosi?” “Diana,abbiamo scoperto che aveva un altro laboratorio,e  per cercarti ha liberato tutte le bestie che aveva. Alcuni suoi scagnozzi,sono andati in un museo e hanno rubato delle ossa di…” “Pterodattilo vero?” “Si,ma come…” “Sono presenti delle caratteristiche di pterodattilo misto a pipistrello” “Si,brava. Sta attenta nasconditi,e anche Martin” “Si”. Attacai il telefono,ed ero pronta ad aiutare la gente,a scappare. Quando sentii delle voci chiamarmi. “Diana,a Martin,è passata la sbornia” “Monica,mi devi aiutare a salvare questa gente,è colpa mia se questi mostri sono qui” “Colap tua?” “Si,ma ti spiego dopo ora aiutami. Probabilmente,stanno cercando di catturarmi” “Ah bene,e che faccio?” “Trova una stanza e chiudetevi li dentro” “Si,ok” “Io guardo in giardino e poi vengo ad aiutarti. Non avevo nemmeno guardato Martin. Lui mi fissava,ma io non lo guardavo. Mi misi a correre verso la porta del giardino,lui mi prese il braccio,io non mi girai,ma gli diedi uno scossone. Continuava a stringere il polso,io mi girai e diedi una botta dove il braccio si piega,in modo che cedesse la presa. Infatti,riusci a scappare,correvo veloce,sentivo che mi seguiva. Ero arrivata in cortile, stavo guardando e chiamavo per chiedere se c’èra qualcuno.Dopo quello che Martin mi aveva fatto,avevo deciso di togliermelo dalla testa,di non considerarlo.  E di indossare una maschera,che non facesse capire agli altri quanto soffrissi. In Giardino,non c’era nessuno,così decisi di rientrare,quando vidi Martin davanti a me.  Corsi indietro,velocemente. Poi vidi davanti a me un mostro,ma la porta non potevo usarla. L’ustruiva quel mostro,l’unica via di scampo era  l’uscire per strada. “Diana,sono tutti in salvo. Mancate solo voi due” Io non capivo  chi era il secondo, ma dietro di me c’era Martin.  “Monica,l’unica cosa che posso fare e scappare” “Va bene,ma rifugiati da qualche parte e sta attenta,non ti far catturare per favore. Ti voglio bene” “Ache io” dissi mentre correvo. Martin scappò anche lui,io stavo più avanti di lui. “Diana,io ti amo”. Quelle parole arrivarono dritte al cuore,facendo un taglio profondo dentro di me. Sapevo che ci sarebbe voluto tempo e dolore per dimenticarmi,ma dopo quello,non avevo intenzione di perdonarlo.  “Diana,te lo giuro,io ti amo. Sono mortificato,ero ubriaco. Ti amo te lo giuro,io ti amo da morire”. Lo stava dicendo con tanta insistenza che la mia testa stava cominciando a chiedere se dovevo perdonarlo. Ma non dovevo farlo. Non sentivo più i mostri dietro. Mi afferrò il polso,e mi avvicinò a lui. Io avevo il viso zuppo di lacrime. “Scusami,per favore io non amo Jade. Ma ero ubriaco, e lei ci ha provato con me. Per favore lo so che sono un deficiente,ma giuro che ti amo, è stato solo un’errore. Io ti amo,ti amo tanto” “Lo so che mi ami,e che non volevi che succedesse. Ma non posso perdonarti. Almeno non subito” “Va bene, aspetto. Lo so che non è facile”. Mi prese il viso e lo avvicinò al suo. Mi baciò. Dopo un po’ decisi di staccarmi,dalla cosa più bella che esistesse. “Martin,io ti amo tantissimo,ma non posso perdonarti,e non credo che lo farò mai. Dimenticati di me” “Che?,no Diana,non posso farlo. Torna qua,non posso stare senza te. DIANAAAA” Io, non ce la facevo a correre,stavo piangendo tantissimo,e non avevo forza di correre,per di più mi facevano male i piedi,anche se mentre stavo in giardino,avevo messo le scarpe in borsa,ed ora ero scalza. Caddi per terra. Non ce la potevo fare,questo era troppo per me. Avevo le mani al viso e stavo urlando mentre piangevo. Il mio cuore era completamente a pezzi. Era stato distrutto in mille pezzi.  “Diana, per favore smettila di piangere a questo modo,non posso vederti così”. Non so,ma sembrava che tutto non avesse più senso. Ero  sprofondata in un mare di dolore. Sentivo dentro di me il cuore che urlava. “Smettila ti prego,mi si spezza il cuore a sentirti urlare così. E pensare che è tutta colpa mia” mi abbracciò. Ma io,non provai niente in quell’abbraccio,stavo ancora piangendo. Non c’è la facevo,io sono forte,ma così è troppo. MI continuava ad abbracciare. Ma io non mi calmavo,anzi stavo peggio,sentivo che quell’abbraccio. Anzi  sentivo che non avrei mai potuto riavere una cosa del genere. “Basta Diana,ti prego”. Stava piangendo anche lui. “ Io sono qui con te,non ti lascio,non mi hai perso. Ti amo. Non ti preoccupare,per perdonarmi ti darò tutto il tempo che vuoi. Io rimarrò sempre nel tuo cuore. Ti amo”. Ogni ti amo che mi diceva mi colpiva al cuore pesante come un macigno. Sentii un urlo anomalo dietro di me,ma non mi girai,non m’importava. Mi sentii presa dal vestito. Essendo tirato su,divenne molto corto. Moltissimo. Aveva preso anche Martin, Infatti,non lo sentivo più intorno a me. Non posso dire che quando mi abbracciava sentivo il suo calore. Perché non lo sentivo. Mi sentivo sola,il suo abbraccio non serviva a niente. ASvevo le mani sul viso e ancora piangevo. Martin si dimenava,ma io stavo ferma. Dopo un po’ mi addormentai,in volo con quel mostro che mi aveva preso.

Al mio risveglio,mi ritrovai in una cella,ma non ero sola.  

                                                                                                                                    -

-Spero che il capitolo vi sia paiciuto. Un commentino lo lasciate?. Scusate ancora per il ritardo ciao,alla prossima

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Capitolo 20
*** Posso ricominciare? ***


Sarete arrabbiati,ma sono stata molto occupata,scusatemi. Volevo dirvi che domani parto,quindi mi sarà difficile postare. Anzi, non potro farlo per un pò di tempo,ma appena avrò il computer, mi impegnerò per scrivere  e aggiornerò,mi dispiace lasciarvi così,ma ho fatto apposta questo capitolo un pò più lungo. Spero che vi piaccia. Ciao kiss

PS: mi impegnerò a scrivere appena potrò,alla prossima.

                                            
                                                           La nascita di un nuovo amore cap 18
Posso ricominciare?

Appena sveglia, mi guardai intorno. Avevo un forte mal di testa, e mi sentivo gli occhi gonfi, ed ero molto stanca. “Ma dove sono?”. Poi mi venne in mente ieri, e tutto quello che era successo. Una lacrima mi rigò il viso, e cadde sul palmo che avevo appoggiato a terra. “No, Diana ora non è il momento, cerca, invece, di capire che è successo”. Mi alzai, da quello che era un letto mal ridotto. Avevo ancora il tubino nero, però durante la notte, mi era arrivato sopra la vita. Appena me ne accorsi, lo tirai giù. Decisi di prendere la mia borsa, che avevo portato con me. Dentro c’era una gonnellina pantalone, che arrivava più sopra del ginocchio. Era nera. Poi avevo una canotta bianca. Non mi ero accorta che fossero nella borsa, insieme alle scarpe. Per la fretta non avevo guardato cosa ci fosse dentro. E a quanto pare ho fatto bene. Non mi cambiai, c’era un po’ di gente intorno a me, non era il caso. Pero mi tolsi il bracciale, gli orecchini e la collana, non volevo perderli. Mi misi la borsa a tracolla. Non volevo separarmene, c’erano cose che mi servivano. Notai di essere in una cella, mi avvicinai alle sbarre per vedere cosa ci fosse fuori. Intraviditante altre celle, con altrettante persone. Non capisco cosa c’entrano, notai che in una lontana cella, un ragazzo dai capelli biondi e rossi, sbatteva con vigore contro le sbarre. “Martin” dissi io in un sussurro di voce. Quel nome mi ricordò tante cose, e mi fece male. Lui si girò, forse si sentiva osservato. Mi guardò, e dopo un po’ mi sorrise. Forse l’aveva fatto per infondermi un po’ di coraggio e di fiducia, ma mi aveva solo fatto male. Due lacrime scesero sul mio viso. E sapendo che ne stavano scendendo altre, scostai il viso dall’altra parte. Mi sentii chiamata da dietro. “Ciao”. Io mi girò e lo guardo, era un ragazzo. E che ragazzo. “Ciao” “Perché piangi?hai un bel visino, non rovinarlo. Sei preoccupata, perché ti trovi qui?” “In parte”. “Perché ridi?” chiesi io incuriosita. “Hai un diavolo per capello. Sei tutta scapigliata, e meglio che li sciogli, così li aggiusti”. Io mi girai in cerca di uno specchio, ma mi pare naturale che in una cella non ce ne siano. “Aspetta, se vuoi uno specchio, c’è l’ho io” “Sì, grazie”. Presi lo specchio, e mi guardai. Mi avviai verso la borsa, presi la spazzola. Meno male che quando ero andata  a dormire, da Monica, non l’avevo svuotata.  Quel ragazzo si era appoggiato al muro e mi fissava. “Perché mi fissi?” “Io?” “Sì, mi pare ovvio” “No, e che…no niente” “No, dai dimmelo. Mi avvicinai a lui, per pregarlo di dirmi perché mi guardava. E nel mentre mi sciolsi i capelli. Mi ricaddero tutti davanti, leggermente mossi per via dello chignon. Si potrebbero definire stupendi. La bellezza del selvaggio, perché sembrava che avevo affrontato un paio di tigri nella foresta. Appena mi ero sciolta i capelli, lui mi guardo con imbarazzo, che carino. “Perché mi guardi cosi strana?” “Perché non capisco perché hai pianto tanto” “Tanto?” “Credi che non abbia visto gli occhi gonfi?”… “Sì, per questo ti fissavo” “Be, che c’è di male” dissi io sulla difensiva. “Be, perché sei così carina, che non capisco perché tu stia così male per un ragazzo”. E poi i tuoi occhi sono così tristi” “Ragazzo? E tu come fai?” “Be, perché quando mi hanno portato qua ti ho sentito nominare un nome di un ragazzo, avevi gli occhi bagnati. E poi prima lo hai di nuovo nominato, e stavi piangendo” “…” “Ehi, non fare quella faccia, non mi devi spiegare niente. Era solo per dire” “Grazie” “Di che?” “Del complimento” “Quale... ah si… prego” “Anche tu lo sei”. Io mi girai, per riprendere lo specchio, perché ero arrossita violentemente. “Aspetta, io ho mio padre che è un famoso parrucchiere, e quindi ti posso aiutare” “Ah, grazie”. “Mi venne dietro, e mi guardò un po’ i capelli. 2Sono proprio belli, e direi che quest’aspetto da indomabile ti sta bene” “Grazie”. “Dammi la spazzola, ti pettino dietro, però lascio la parte davanti, che è bella mossa” “OK” “Ah, dimmi se ti faccio male” “Ok”. “Non sai dire altro?”. Dicendo questo si era sporto più avanti per parlarmi. “Eh, no scusa”. “Va bene”. Io avevo distolto lo sguardo, ero arrossita. Quel ragazzo era così carino che mi metteva in suggestione. Mentre mi spazzolava i capelli, pensai a com’era fatto, era davvero molto bello. Aveva i capelli castani, come i miei. Tra i qual, c’erano dei riflessi ramati. Anch’io c’è li avevo, è la caratteristica dei castani. Sono corti con una leggera cresta. Gli occhi, erano qualcosa d’immenso, era blu come l’oceano.  Mi ci sarei tuffata volentieri, erano molto celesti, però puri. Per quanto riguarda il fisico. Be, insomma. Era muscoloso, s’intravedevano dalla maglia nera un po’ aderente. Era alto quanto me, e aveva un bellissimo sorriso, un po’ malizioso (come quello di Damon salvatore... mamma mia ….). Dal suo volto, a volte sembrava trasparire: sincerità, ambiguità, strafottente. Sembrava un mistero, solo a guardarlo. Poi, lui sembrava del metallo ed io la calamita, non so se ci siamo capiti. Il suo sorriso, nascondeva qualcosa, ma per ora non saprei dire cosa. “Ah cosa pensi?” “Io….eh che? No niente” arrossii, se avesse saputo quello che pensavo, o mamma mia. “Calma, non volevo invadere la tua privacy” “Ma che dici?” “Sei diventata tutta rossa, pensavo di aver interrotto qualche riflessione” “No no”dissi io agitando le mani, “Ehi, calmati”. Oddio, imminente scioglimento, questo ragazzo cambiava tono di voce in continuazione. Mi stava mandando in tilt, la testa. “Sì, si mi calmo” “Sei molto bizzarra” “Bizzarra perché?” “Bo, non lo so. Lo sei e basta” “E questa che risposta è?” “La mia risposta” “Ma guarda te, sei un tipo strano”dissi sorridendo, il mio primo sorriso. E questo non era finto ma vero. “Hai sorriso, miracolo” “Ehi, io sorrido sempre” “Ehi, ma chi vuoi prendere in giro. Questa era l’unico sorriso vero che ti ho visto fare. E devo ammettere che è meglio questo che quello finto” “Be, grazie” “Comunque i capelli stanno bene così” “Uh davvero?” dissi io guardandomi allo specchio. “Si”. “Grazie…be?” “Be che?” disse, si era appoggiato al muro, con aria strafottente. “Lasciamo perdere. Come ti chiami?” “Io?” “Certo, vedi qualcun altro in giro bello come te……... ”oh no, che avevo detto, mannaggia a me era tutta arrossita, e feci finta di sentire un rumore dietro, per distogliere lo sguardo. Devo chiudere la bocca, la apro e do fiato. “Che…?” dissi io fingendo, girandomi. Appena girata, sospirai. Avevo tutta la faccia calda, poi mi sentii toccare la spalla. “Be, non vuoi sapere come mi chiamo?” “Cheeeeee, oh no, mi sono sbagliata, scusa sono mortificata, scusa, non insomma scherzavo…eh eh” “Come scusa?allora non vuoi saperlo?” “No, intendevo un’altra cosa”io lo squadrai. “Ha cosa?” fece la faccia da finto tonto, come se non avesse sentito, poi sorrise maliziosamente. Cosa che confermò che l’aveva sentito. “Che scemo” “Perché che ho fatto?” “No, niente” “Sì, come no…comunque io mi chiamo Francesco, ma gli amici mi possono chiamare Frency” “No, è meglio Francesco per intero” “Tanto non cambia, non mi puoi chiamare Frency” “E perché scusa?” “Semplice, perché non sei mia amica” “Be, se è per questo neanche tu, lo sei” dissi io girandomi, e buttandomi sul letto. Dopo qualche minuto. Mi misi a sedere. “Tu, sei freddo e cattivo, sei uno di quei ragazzi che non vogliono mostrare debolezza, che sono freddi (non so se mi spiego…avete presente Heric di Rossana?) e a me non piacciono”. Di solito non parlo molto con la gente, non capisco perché mi sono messa a parlare con questa ragazza. “Sei un maleducato, almeno potresti rispondere” “Ma che vuoi?nemmeno ti conosco” “Ti ricordo che sei tu che hai cominciato a parlare con me” “E, infatti, ho sbagliato” “Ah bene, ma allora fatti gli affari tuoi e non parlarmi più” “Io me li faccio gli affari miei, non so nemmeno perché mi sono messo a parlare con te, problematica come sei.  Sei ridicola sembra che il mondo  ti sia crollato addosso”. Ok, ora questo ragazzo sta esagerando, io non sono una persona molto paziente in queste cose. “Che cosa?” “Che se…” “No, no ora tu stai zitto e muto, tu mi conosci?chi ti credi di essere per sputare sentenze sul mio conto. Mi conosci da meno di un’ora e già ti permetti di giudicarmi?non farmi arrabbiare, tu non mi conosci non sai come sono fatta, e non sai nemmeno perché sto così, quindi comincia a stare zitto e a pensare alla tua vita, che sei un maleducato. Sei freddo come un ghiaccio e anche diffidente, quindi non rompe”. Avevo appena finito, quando sentii delle urla e alcuni ghigni arrabbiati. Mi girai. Era Martin, e lo stavano trascinando, ma lui opponeva resistenza. Mi avvicinai alle sbarre. “Martin”sussurrai. Lui si girò e mi guardò, poi si rigirò. “Dove lo state portando?lasciatelo starefini tela”. Uno di quelli si avvicinò alle sbarre e disse. “Sta calma signorinella, non è il caso di arrabbiarsi tanto” “Mo te lo do io signorinella”. Vedendo le sbarre, e l’uomo che stava attaccato, mossi il ginocchio, e gli diedi una bella ginocchiata, dove fa male. “Brutta, chi ti credi di essere?” “Diana” “Be, ora ti faccio vedere io” “Che vuoi fare?aprire la cella così io ti do un altro calcio, scappo e il capo si arrabbia con te?” “Be, forse è meglio di no” “Ecco bravo, e ora lasciatelo stare” “Perché che credi di fare?” “Ti ricordo che io ho lavoro  con M.O.M, conosco i miei trucchi” “Forse sarebbe meglio dirglielo” “Sì, diglielo” “Ragazzina, lo stiamo portando dal capo, gli vuole parlare” “E perché io no?” “Perché ci ha detto che avresti fatto ragionare Martin, invece, senza di te sarebbe cascato alle sue richieste” “Quindi il vostro capo ha timore di me?” “Un po’ sì, ha detto che sei molto intelligente, e potresti compromettere tutto”. Mi allontanai, e mi misi sul letto sdraiata. “Bene, andiamo”. “Tu sei tutta strana” “Senti chi parla”. Quel ragazzosi mise sul suo letto e ascolto musica tutto il giorno. Io, invece, disegnavo, ero molto brava. Erano le 22 quando fecero entrare un'altra ragazza dentro. C’erano molti ragazzi, ma ognuno era impegnato a farsi gli affari propri. Era Monica. La felicità m’invase. “Oh, Monica sei tu, che bello sono così felice che tu sia qui” “Be, io preferirei essere altrove, ma mi sono fatta catturare per venire da te” “Oh, brava che grande atto di coraggio hai fatto”dissi io cono occhi sognanti. “Sei alquanto strana, che hai?” “Sono così felice che tu sia a qui, che la pazzia ha invaso la mia testa” “Già, quando ti succede, diventi un po’ matta” “Eh Be si l’ho ammetto”dissi mettendo la mano dietro la testa. “Il letto vicino a te è libero, mi metto la” “E certo, dove ti vorresti mettere”. Sai, ho sentito che levano tutti quelli che non hanno parlato con te” “E perché, in modo che tu non possa mettere strane ide di ribellione” “Ma per chi mi hanno presa, per il gladiatore in versione femminile?” “Be a volte lo sei” “Mi stai paragonando a un barbuto uomo?” “Non è di certo brutto” “Può darsi”. “Bene, tutti fuori tranne tu, tu e tu” “Sapete, non è felice distinguerci se ci chiamiamo tutti tu” “Be, voi tre”disse indicandoci. “E perché scusa?” dissi io sporgendomi in avanti con faccia buffa. “Sei molto strana, Dana” “Ma non si chiamava Diana” “Eh? E tu chi sei?hai parlato con Diana?” “Io sono Francesco, e per mia sfortuna, si ci ho parlato” “Sfortuna?senti un po’ tu, ora mi hai scocciato, chi ti credi di essere” “…” “Insomma ti dispiace rispondere?il gatto ti ha morso la lingua per caso?” “…” “Insommaaaaaaaaa, apri quella maledetta bocca”. Lui si era messo di nuovo sul letto, ignorandomi con le cuffie all’orecchio. “Oh, io questo ragazzo lo odio, l’odiooooooooooo, mi fa saltare i nervi” “Calma Diana, suvvia non essere così dura”. “Va bene”, dissi prendendo i miei schizzi risedendomi sul letto. “Che disegni?” “Niente di che” “Senti un po’ quel ragazzo carino, insomma che è successo?” “Niente” “Oh, ma dai conosci solo questa parola?” “No, ne conosco tante” “Ah vabbè. Chi ti capisce è bravo” “Senti, Francesco, ti hanno catturato, vero?dove vivi?” “Secondo te verrei qua di mia spontanea volontà?poi che ti frega di dove vivo?” “E dai, mi serve sapere che raggio d’azione hanno avuto” “Be, non te lo dico” “Ma dai” “Perché che ti frega?” “Perché io ho catturato quest’uomo” “Sì, certo” “Ma è vero, io facevo parte blah…………………”  “Allora è colpa tua” “In un certo senso si” “Non mi avevi mai raccontato questa cosa” “Già. Be, io vado a dormire” “Sì, hai ragione”. Appena fui a letto, dissi buonanotte a tutti, ma lui non rispose, io mi arrabbiai, e cominciai di nuovo a sbraitargli contro. “Senti, quando uno ti dice buona notte, vorrebbe essere risposto” “Allora se non ti  rispondo non me lo dire” “Ma perché?” “Perché non m’interessa” “Oh, ma tu sei proprio strano, eh?sei uno di quei ragazzi che  blah blah blah blah “ “La vuoi smettere di parlare, sembri una macchinetta” “Dai, Dana dormiamo” “Sì, hai ragione”. Mi addormentai, appena m’inoltrai nel sonno, ebbi un incubo. Era Martin e quella strega. Mi svegliai e urlai con le lacrime agli occhi. “AHHHHHHHHHH”  “Ehi Dana stai bene?” mi disse preoccupata e insonnolita Monica. “Ehi ma che diavolo, non si può nemmeno dormire in pace?” “Dana, calmati”. Io mi ero gettata tra le sue braccia, piangendo. Era un incubo, e le lacrime non volevano finire. “Diana, non piangere”. Niente, solo singhiozzi da parte mia, avevo le mani al viso sul petto di Monica, ed ero seduta sul letto, con i capelli che mi ricoprivano la testa. “Ma si può sapere che c’è da piangere a notte inoltrata?c’è gente che vorrebbe dormire qui”. Io non lo sopportavo, in quel momento di disperazione, le sue parole erano orribili. “Tu sta zitto” gli  urlai con le lacrime agli occhi. Poi mi distesi sul letto e mi portai le lenzuola fin sopra la testa. Piansi tutta la notte, silenziosamente. Anche se sentivo che Monica non riusciva a dormire, si rigirava continuamente nel letto. Ma le mie lacrime non volevano finire, sembravano inarrestabile. Avevo pensato di mettere un cartello di stop. E da un po’ che sono strana. Mi chiedo che cos’ho che non va, in fondo, penso di non meritarmi tutto questo. Penso che non sia mai stata cattiva con qualcuno. Sentii una vibrazione e poi una canzone. Il mio cellulare, avevo provato a chiamare, ma non c’era campo. Chissà chi è. Mi levo le coperte e mi alzo seduta. “Pronto mamma, non sai come sono felice di sentirti” “Sì anch’io ma poi dovremmo parlare di un po’ di cose. (Facciamo largo alla disperazione) Dimmi tesoro, dove sei?come stai?che ti hanno fatto?” “Mamma, io sto bene, e fino ad ora non mi hanno fatto niente, ma non so, dove sono, ti prometto che appena so qualcosa, te lo dico” “Ok, ti devo solo dire che la nonna è molto addolorata, e sta in ospedale” “Che?” “Sì, si è sentita poco bene, ma ora è uscita. Non era niente di grave” “Ah, meno male, per un momento mi hai spaventata, salutami la nonna” “Sì, e nascondi il cellulare” “Sì, non ti preoccupare” “Ciao, tesoro, M.O.M sta facendo di tutta per aiutarvi” “Tu la conosci?” “Sì, ma non parliamone ora” “Sì, hai ragione ciao” “Ciao”. Stavo certamente meglio, sentire la mamma mi ha fatto bene, mi aveva liberato la mente. Mi distesi sul letto, e mi addormentai. Poco dopo, però feci un incubo e mi svegliai sudata urlando. “Oh mannaggia” mi misi le mani nei capelli e continuai a piangere, non riuscivo ad accettare quello che Martin mi aveva fatto, era troppo, sembra che io e lui, non possiamo essere felici. Non ce la facevo più, volevo dormire, ma purtroppo continuavo a piangere. Mi alzai. Il contatto con i piedi nudi e il pavimento freddo, mi aveva fatto rabbrividire, non faceva molto freddo. Comunque la primavera era già arrivata. Presi il quaderno degli schizzi, e mi misi seduta per terra, accanto al letto. Disegnare, mi liberava la mente, però avevo un sonno incredibile, però sapevo che se mi mettevo a dormire, mi venivano gli incubi, quindi cercavo di svegliarmi. Basta, ero stanca, mi rimisi sul letto, chiusi gli occhi.
Stavo in strada buttata per terra e piangevo, vicino a me c’era Martin che mi abbraccia. Mi svegliai di colpo. Riprovare quel senso di vuoto, era orribile, mi ricordo che non provavo più nessuna emozione, mi sentivo sperduta. E questo sentimento mi sta invadendo, infatti, tremo e piango. Passai tutta la notte  sotto le lenzuola a piangere. Non chiusi occhio, e poi sentii qualcuno che mi scuoteva. “Eh, Dana hai dormito?” “Macché non ho chiuso occhio, ogni volta che mi addormentavo, facevo degli incubi” “Oh mio dio che occhiaie, poi con gli occhi gonfi non si sposano bene. Aspetta che prendo un po’ di trucco, e ti sistemo…ecco fatto, ora si vedono di meno. Senti, non ti dovresti cambiare?” “Sì, ma non ne ho avuto occasione” “E Be, in effetti” “No so, questo vestito comincia a rompere” “Immagino, dai io ti parò, così se si sveglia Francesco, non ti vede” “Uh grazie” “Prego, però sbrigati” “Si”. Eccomi pronta. “Fatto” “Brava, sei stata davvero veloce” “E sì, quando si tratta di sicurezza” “Be, dai non ne fare una questione di stato” “Sì, si forse hai ragione”dissi ridacchiando. “Dovresti fare l’attrice” “Che?” “Reciti bene” “Come, non capisco” “Davanti agli altri sei tutta felice e spigliata, poi  quando non devi rendere conto del tuo stato d’animo, cambi e piangi” “Ah” “Non mi piace vederti così sai. Quello che è successo, è brutto ma non voglio vederti così abbattuta” “Non puoi capire, io ho sofferto tanto per Martin ogni volta che stiamo insieme, qualcosa ci divide. Ma questa volta, non ci sarà una riappacificazione” “Perché dici così?” “Perché quello che è successo è troppo” “Ma, tu lo ami e lui ama te, è stato un enorme sbaglio, però non penso che lui volesse farlo” “Sì, ma come hai detto te è stato un enorme sbaglio, e che volesse o no l’ha fatto, quindi non c’è nulla da fare” “Dana, ma tu ne sei innamorata” “Sì, lo so” “E allora?” “Allora niente, mi dimentico di lui” “Be, vedo che come inizio, è un vero e proprio fiasco” “Ci sto provando” “Allora spero che tu ci riesca” “Sì, ma ora basta” “Sì, ok ma sappi che se ti serve aiuto io sono qui” “Sì, lo so grazie”.

 

- -Spero che vi sia piaciuto,posterò appena potro,ma non dimenticate la mia storia mi raccomando. Baci kiss

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Capitolo 21
*** Che sorpresa ***


Eccomi tornata,mi dispiace tantisimo di avervi fatto aspettare tanto,ma li dov'ero non c'era linea quindi su internet non ci potevo andare. Sono tornata da qualche giorno,e finaalmente ho trovato un pò di tempo per postare il capitolo,spero che vi piaccia. Questo non è un granche,è solo  diciamo un mezzo per il prossimo capitolo. Spero che non vi siate dimenticate di me.

Bye bye...kiss

La nascita di un nuovo amore cap 19

Che sorpresa

Ero seduta sul mio letto che disegnavo. Qui il tempo non passa mai, e il punto e che nessuno di noi tre è stato chiamato ancora. Francesco era sdraiato sul letto con il suo amato i-pod, mentre Monica sfogliava una rivista e faceva qualche sudoku. Stavo disegnando la casa di nonna con un bel paesaggio intorno di alberi e cespugli fioriti, quando un raggio del sole, entra nella stanza. Va a illuminare il letto di Francesco, insieme a tutto il suo viso serio e immutabile. Così presa da un momento d’ispirazione, cominciai a ritrarlo senza farmi vedere. Dopo mezz’ora circa, sento Monica che si muove, ed io per istinto nascondo l’album. “Sai, sono curiosa di sapere cosa stai disegnando, prima eri tutta tranquilla, poi velocemente a cambiato foglio” “Un raptus, ho avuto un soggetto e da buona artista, la mano a preso a fare da sola. Momento d’ispirazione” “Ok, e la tua ispirazione proviene dal muro dietro la faccia di Francesco, o pure, magari è proprio lui il soggetto che tanto ti piace?” “No…. Ma che vai a pensare, perché dovrei disegnare lui” “Non saprei, perché magari, ne sei attratta?” “Da lui? Ma nemmeno negli incubi” “Guarda che bello”disse indicandomi un punto dietro di me. “Sì, cosa…”. Mi sentii sfilare l’album poi un urlo di vittoria. “Preso” “No, dai dammelo” “Avevo ragione, io ho sempre ragione, ormai ti conosco” “No, non è vero”. Sentimmo la porta della cella aprirsi e ci alzammo tutti come spinti da una strana forza. Monica poggio l’album sul mio letto ed io prima di avvicinarmi i richiusi. “Che volete?”chiesi. “Voglio che il tuo fidanzatino, venga con noi” “Il mio che?scusa, ma a chi vi riferite?” “A quello con gli occhi verdi, non siete fidanzati?” “No, no” “Che volete da me?e comunque Diana ed io non siamo fidanzati”si girò verso di me, mi squadrò e poi torno con il viso rivolto verso quell’uomo. Se tale si può definire, era bruttissimo. “Tu devi venire con noi, il capo ti vuole vedere” “Io, non vengo da nessuna parte, non mi muovo, sto aspettando la cena ed è tardi” “Peccato, chissà se tua madre sarebbe stata felice di vederti?” “Di che stai parlando, brutto str**zo. Non ti azzardare a parlare di mia madre” “Già, le se n’è andata, dopo essere stata licenziata dal laboratorio in cui lavorava, si è innamorata di un collega di un altro laboratorio, e siccome si doveva trasferire, lei se n’è andata con lui, così. Ciao ciao. La odierai”. Io vidi che Francesco stava fremendo e si stava portando in avanti con il corpo, così mi avvicinai a lui. Appena si mosse, io mi parai davanti a lui, lui mi scanso con la mano ed io quasi cascai. Ma non mi diedi per vinta, lo presi da dietro tirando con la mia forza, che di certo era inferiore alla sua. Appena lo avvolsi con le mani, lui si fermò e rilasso i muscoli. Non so come avevo fatto a fargli cambiare idea ma ci ero riuscita. “Lasciami stare”. Come il solito mi sbagliavo, mi scanso. Allora mi misi di nuovo davanti a lui. Non era il momento di far arrabbiare quel tedesco pazzo e la sua ciurma, meglio non creare guai, magari lo avrebbero rinchiuso da solo. Di certo non ci sarebbe stata differenza, perché non è molto espansivo, ma io non volevo che stesse da sola, perciò mi ero tanto impuntata. “Smettila, per favore lascia stare. Non è il momento, fermo per favore” “Che cosa vuoi?” “Voglio che tu non crei guai che ti si possono ritorcere contro” “Smettila”. Lui cercò di sorpassarmi, ma io le presi a un braccio e lo guardai negli occhi. “Per favore, non ne vale la pena. Ti vuole solo far arrabbiare, non cascare al suo gioco” “Preoccupati per te, se avrò problemi, li risolverò da solo” “Credo che questo tipo di problemi si possano evitare” “Ed io non voglio evitarlo”. Ero furibonda, odio quando le persone non mi danno ascolto. Così feci un passo in dietro e lo presi con un calcio nello stomaco, così cadde a terra. Io posso essere meno forte di lui, ma quando mi arrabbio, metto insieme l’addestramento di M.O.M e la rabbia, allora sì. “Sei il più testardo che conosca. Lei esca, perché gli ho evitato di andare all’ospedale”. “Io vado un attimo in bagno”. Monica chiamò la guardia che la fece uscire. “Io testardo? Tu sei più testarda di me. Che cavolo ti è preso, mi hai fatto male” “Tu non mi ascoltavi” “E Be, serviva un calcio?”. Si avvicinò a me facendomi indietreggiare, e poi vicino al muro ci sbatte le mani a dosso con me al centro. “Perché l’hai fatto?” “Non volevo che magari crei guai t’isolassero o magari peggio” “Ma che ti frega se mi facevano qualcosa. Che t’importa?a me non piace ricevere amore, da nessuno” “Mi frega, e comunque hai capito male” “Io ho detto amore in senso di affetto non come credi tu” “Be, io sono fatta cos’, quindi finché sei nella cella insieme con me, non ti faccio attaccare briga con nessuno” “Allora spero di uscire presto” “Che simpatico!comunque ti voglio chiedere una cosa, se tu vuoi parlarmene. Di tua madre” “Perché dovrei parlarne con te” “Se io ti racconto di me, tu poi mi racconti di te?” “Perché t’interessa?” “Mi sembra che tu ti stia tenendo tutto dentro, e parlarne con qualcuno fa bene” “Va bene, vai” “Davvero?bravo”. Io esultante lo abbracciai, poi accorgendomi del mio gesto mi ricomposi. “Devo parlare con te addosso?” “Non ti sto addosso” “Be, intendo mettiamoci seduti” “No, a me piace così” “E a me no” “Va bene, allora ciao” “No, va bene” “Ok, non intenzione di stare tutto il giorno così, e stancante” “Ma allora sediamoci” “NO, se a te da fastidio allora rimango così” “Che cattivo, ok comincio”. Gli raccontai tutto. “Che storia, ed io che pensavo che fossi una secchiona viziata raramente belle da trovare” “Mai giudicare un libro dalla copertina…COSA SAREI IO? E quindi io sarei secchiona e viziata?” “Prima lo pensavo ora penso che tu sia solo una secchiona. Tu lo sei, tranne per gli occhiali, per questo ho detto che sono rare le secchione belle” “Questo è il tuo modo di fare un complimento” “Prendila come vuoi” “Dai, ora tocca a te” “Mia madre quando io avevo nove anni scappò da casa, c’è poco da raccontare” “Ora quanti anni hai?” “Tu?” “Maleducato, non si risponde a una domanda con un'altra” “Io 16” “Anch’io, tra 15 giorni” “Quindi tu sei più piccola di me di 15 giorni” “Eh già”.

 “Quel ragazzo di cui mi hai parlato, tu ne sei ancora innamorata?Devo ammettere che parlare con lei di questa cosa mi ha fatto bene, ma tanto non glielo dico. Prima di rispondermi, abbasso lo sguardo. “Di chi?di Martin?” “Sì, certo” “Ah” “Be, credo che dimenticare una persona in due giorni sia impossibile, io ciò messo un mese. Penso che a te ancora piaccia” “Si”. Vidi da sotto la frangia laterale che copriva gli occhi, qualche lacrima. “Scusa” “E di cosa?” “Di averti fatto piangere” “No, io non sto piangendo”. Gli presi il viso e lo alzai. Ci avvicinammo e ci baciammo.

In quel momento non capivo che stavo facendo, poi sentii una voce, che mi riporto con i piedi per terra. Lo scostai subito. “C’era una fila…oh scusate”. Divenni rossa come un pomodoro. “Davvero?”dissi avanzando di qualche passo. “Già, molta fila” “Comunque, qui c’è il bagno, e pure bello”disse Francesco mentre s’infilava le cuffie all’orecchio. “E io mi sono fatta tutta quelle fila…che tristezza” “Bene, allora ne approfitto per farmi una doccia” “Aspetta, prima di venire ti ho preso il tuo completo preferito” “Quello sportivo?” “Si” “Uh, wow grazie. Dammelo” “Sì, eccolo tieni. Ah, per precauzione mi sono portata un po’ d’asciugami, ne ho uno anche per te” “Sei il mio angelo custode. Grazie”. Presi i vestiti, guardai se c’erano, i saponi in bagno, infatti, c’erano. Chiusi il bagno. “Non prendi l’asciugamano?” “Si certo” risposi io senza capire con l’acqua accesa. Finito, usci dalla doccia, ma mi accorsi di essermi dimenticata l’asciugamano. Apro un pochino la porta per chiamare Monica. “Monica, mi sono dimenticata l’asciugamano, me lo dai”. Ripetei la domanda perché non sentivo la risposta. “Monica l’hanno chiamata per parlare con lo scienziato” “Ah, e ora come faccio”dissi a bassa voce. “Ti serve l’asciugamano?” “Me lo sarei dovuta ricordare, sono sempre la solita, è possibile che non ne combino una giusta”dissi ancora a bassa voce. “Mi hai sentito? Ti serve l’asciugamano?” “Che? Ah si…cioè no grazie”sbattei la porta. “Guarda che non ti mangio mica, dai apri che ti do l’asciugamano” “No, non mi serve” “Ah si?e con che intendi asciugarti?” “Con…” “Dai, apri non guardo”. Aprii la porta e feci uscire il braccio. Poi guardai fuori. “Allora?” “Ecco tieni” “Grazie”. Richiusi e dopo 10 minuti uscii con il completo che tanto adoravo. La maglia lasciava scoperte le spalle, con la canotta e poi le maniche corte. Si chiudeva a fascia ed era un po’ corta. Poi i pantaloni invece erano sopra il ginocchio. Le scarpe da ginnastica e poi una fascia nera ai capelli sciolti, ero un incanto. La maglia era blu notte con la scritta nera e i pantaloni sempre blu con sopra la parte con il laccetto nera. “Perfetto, adoro questo completo”dissi uscendo dal bagno saltando. “Quando hai finito di saltare hanno portato la cena” “Uh davvero ho una fame. Monica?” “Non lo so, fra un po’ avrà finito” “Ah, allora l’aspetto” “Io no, ho fame” “Oki”. Ci sedemmo sul mini tavolo mangiando. Io che stavo aspettando Monica e mi annoiavo. Vidi che Francesco aveva finito e così stava ascoltando la musica. “Che ascolti?”. Non mi rispose, ma si levo una cuffia e mi guardò. Io mi sedetti vicino a lui e presi la cuffia. “Vuoi sdraiarti?” “Ehm…”. Mi fece spazio, mi appoggiai al cuscino e mi sdraiai. “Carina, come s’intitola” “Bo, non mi ricordo guarda sull’i-pod” “Fammi vedere”. Cercai di prenderglielo dalle mani “Fa piano, io vorrei stare tranquillo” “Dai fammelo vedere” “Due paroline magiche?” “Dai, non fare lo schiocco”dissi mettendomi sulle ginocchia. Lui si sedette e stava all’altezza del mio viso. “Come si dice?” “Uffa e dai che ti costa?”. Se lo mise dietro la schiena e io cercai di prenderglielo, ma mi sporsi troppo così gli caddi addosso. Lui però mi prese, prima che cascammo entrambi, dalle spalle. “Sta attenta” “Sì, scusa”. Lui mi avvicinò, ci stavamo per baciare quando sentii un rumore. M’irrigidii sperando che Monica non mi avesse visto. Quel ragazzo mi teneva attaccato a i suoi occhi, non riuscivo a muovermi. Mi alzai velocemente diretta verso la porta e appena alzai lo sguardo vidi l’ultima persona che volessi vedere al mondo. I miei occhi si spalancarono e indietreggiai di un passo. Monica c’era, ma non era l’unica.

 

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Capitolo 22
*** Tra me e te non può nascere più niente ***


Spero di non avervi fatto aspettare troppo. Sono molto felice del numero delle persone che mi seguono,grazie tante a tutti. Spero che ogni tanto  mi diciate anche se vi piace. Grazie e ciao a tutti.

La nascita di un nuovo amore cap20

Tra me e te non può nascere più niente

Appena lo vidi, così bello davanti alla cella che mi guardava triste ma anche felice.  Io rimasi lì, imbambolata. Solo il pensiero che lui mi potesse parlare di quello che era successo, mi faceva tremare. Da quella notte, non c’eravamo più parlati, solo visti. Io non potevo sopportare la sua vista è da tre giorni che ci siamo lasciati, ed io ancora sono in mare aperto, in cerca di qualche isola che mi salvi dall’affogamento. Il mare l’ho costruito io, io mi sto affogando da sola, nelle mie lacrime. Mi odio per questo, sono una ragazza forte, non reagisco così, ma ciò che lui mi ha fatto, ha oltrepassato ciò che io chiamo forza. IL dolore che in quasi un anno mi ha provocato, equivale a mille. Il buio in cui quel giorno sono caduta, mi ricorda ancora quella sensazione. Solitudine, mi sentii tradita, graffiata da mille artigli, ogni emozione si concentrava nella mia testa, che stava scoppiando. Non avevo mai provato una sensazione simile, anzi una volta sì. Quando mio nonno era morto, io scappai da casa e stetti lì 1 giorno prima che i miei genitori mi trovassero. Io pensavo che se stavo li, lui mi sarebbe stato vicino, invece no, lui se nera andato lasciandomi da sola. Quel vuoto si stava ripetendo ora, in questo momento, ogni collegamento col mio cervello si era chiuso, mille emozioni stavano salendo alla testa, il cuore stava morendo sotto una pressa. Una di quelle che non ti lasciava scampo. Cosa ci fa qui?io non lo voglio, non voglio provare ancora questa sensazione allo stomaco che non mi fa respirare, non voglio piangere e urlare dal dolore perché mi sento sola, nel vuoto più totale. Non sapevo, dove andare, volevo scappare, non volevo che le lacrime che fra poco sarebbero scese copiose sul mio viso fossero viste da tutti. Non volevo che tutti vedessero la mia debolezza, non volevo che mi abbracciassero. Una cosa che succede a tutti, quando stanno sul punto di piangere, e che se qualcuno li abbraccia scoppiano a piangere. Non mi sono mai spiegata questa cosa, ma ora penso di sapere il perché. Quando senti che una persona ti abbraccia, sai che hai una spalla su cui piangere, senti quel calore c che inonda il tuo corpo, senti che nel mondo qualcuno ti vuole bene, ma che tu in quel momento vedi come l’unico punto d’appoggio quando casci da un burrone. Corsi verso il bagno, non volevo correre, ma semplicemente dire che andavo in bagno camminare piano e affrontarlo a testa alta e fargli capire che io sto bene, non ho bisogno di lui per essere felice. Ma non era così, era ancora troppo presto. Così quando provai a parlare, le parole mi morirono in bocca e la camminata che provai non lo era, era una corsa. Appena entrata in bagno, chiusi a chiave, mi gettai a terra sulle ginocchia e cominciai a piangere silenziosamente con le mani sulla testa. Il mio peggiore incubo era la fuori. Non posso crederci, se uno ripercorre la mia vita negli ultimi mesi, non vedrà altro che lacrime, qualche momento di felicità in cui tocco il cielo, ma poi sprofondo. Il punto è che ogni volta che cado il burrone si fa sempre più grosso, e ogni volta vado più in basso, cioè più buio. Volevo urlare, ma non volevo che mi sentissero. Così urlai piano, in modo che solo io e il mio cuore sappiamo tutto. Perché nella vita, tu potrai spiegare il dolore che hai provato, ma arriverà un giorno che quelle persone se ne dimenticheranno, infondo il dolore non è il loro. Quel giorno ti diranno “Sentiti, sembra ch e hai sofferto come un cane, non è niente in confronto al mio”. Be, quel giorno non rispondere limitati a dire l’importante è che lo so io. Perché tu lo sai cosa hai provato, chi ti ha visto piangere, sa cosa hai provato, ma in fondo chi sa meglio quanto, hai sofferto è il tuo cuore, perché è frantumato e tu stai cercando di riattaccare i pezzetti con la colla, però solo quando c’è felicità, si può incollare un cuore frantumato. IN questo momento non penso di essere molto felice. Sentii che Monica bussava, io allungai la mano e gli aprii. Lei entrò e richiuse. Si abbassò come me e mi guardò. Apprezzai molto il gesto che aveva appena fatto. Lei non voleva mettersi in mezzo, voleva solo stare la vicino a me, il suo sguardo diceva: “Sono vicino a te, non ti lascio. Appena vuoi, sarò pronta ad accoglierti, fino a quel momento io aspetterò qua in silenzio aspettando che tu voglia condividere il tuo dolore con me”. L’amica perfetta. Piansi ancora molto, poi mi gettai tra le sue braccia, e urlai contro la sua maglia. Le mie urla, in realtà era il pianto che saliva di livello, gridavo piangendo.  “E’ da quasi un’ora che piangi, riuscirò mai a farti smettere di versare lacrime?”. Io continuai a piangere, quel quasi fu tolto e un’ora passo. Strano, io pensavo fossero passati 15 minuti al massimo. “Diana basta, per favore smettila. Io ti capisco, ti capisco ma ti stai facendo del male” “Io non riesco a smettere”. Le lacrime continuavano a scendere, cercavo di fermarle, ma più ne asciugavo, più ne venivano. Stavo per cominciare a trovare il mio equilibrio, poi arriva lui e spezza quel poco che è davvero poco che sono riuscita a fare. “Basta, mi rifiuto di vederti così per altri secondi in più. Prese il gettatore della doccia, accese l’acqua, lei mi tirò su. Il che non fu molto difficile, priva di volontà che piangevo da quasi due ore. Mi fece entrare nella vasca. Mi tolse la tuta ed io rimasi in intimo, a quel punto mi bagno la testa. Fredda gelida io ancora non rabbrividivo. “Eri praticamente insensibile, saresti rimasta ore a piangere se non ti avessi bagnata”. Cominciai a sentire freddo, rabbrividii e urlai strofinandomi le spalle. “Sei matta è freddissima” “Finalmente reagisci, pensavo che fossi tipo in trance” “No, che dici ora, portami un asciugamano” “Si”. Mi asciugai, e con il fono la biancheria, poi mi rivestii. “Usciamo?” “No” “Come no, tu non hai mangiato e poi non è che non puoi rimanere qua dentro. Aspetta, prendo un po’ di fondotinta”. Finito di truccarmi, mi richiese di uscire. “Diana, per favore” “No, lui c’è ancora vero?” “Si” “No, io non esco finché lui non se ne va” “Non fare la bambina, dai” “La bambina?io sarei una bambina?” “Sì, esci e affrontalo” “No, non intendo rivolgergli la parola” “Per favore ragione, vuoi dormire nella vasca?” “Non è una brutta idea, un cuscino, e sto apposto” “No, non stai apposto, so che ti fa male vederlo, ma prima o poi dovrai uscire e trovartelo in faccia. Non credi che prima lo fai meglio è?” “Io…” “Diana, so che quello che stai passando, ma so anche che sei una persona forte. Tu ci le puoi fare, ne sono sicura” “Però” “Dai, apriamo la porta e usciamo ok?” “…” “Punta gli occhi su Francesco, o su qualsiasi altra cosa. Guarda che prima d’entrare ti ho vista e pure lui, vi stavate quasi per baciare” “No, non è vero, io ero inciampata” “Si certo, intanto usciamo. Esco io, e poi tu mi segui a ruota” “Va bene”. “Brava, sono fiera di te” “Aspetta, se poi mi risento di nuovo male?” “No, entri subito a letto e dormi ok?” “Ok va bene, grazie amica mia” “Prego”disse ricambiando l’abbraccio. Uscii dalla stanza, e mi misi subito sul letto. Martin sta già nel letto, e anche Francesco, e solo che lui sta ascoltando la musica, al contrario dell’altro che guarda il soffitto. Appena uscii, tutti mi guardavano, Martin con aria triste mentre l’altro con aria “Tutto ok?”. Io mi misi a letto, e mi girai dalla parte del muro. Secondo il cellulare passò un’ora e io non riuscivo a chiudere occhio. Più che altro non volevo fare uno dei miei soliti incubi e mettermi a piangere ora che c’era lui. Decisi di sedermi sul letto e disegnare. Guardai prima se ci fosse qualcuno che fosse ancora sveglio come me. Decisi di andare alla finestrella e disegnare la luna. Presi il contorno della luna e intorno ombre di buio con piccole luci. Sotto il muro che stava davanti a tutto il posto. Finito, poggiai l’album e con le mani conserte guardai la luna. Era davvero bellissima, quella forza che s’imponeva su tutta la città, che diceva “Guardatemi”. Che affascinava il mare, gli innamorati e chi come me a bisogno di pace che essa sa trasmetterti solo guardando la sua luce. Mi sentivo benissimo chiusi gli occhi, e sentii l’odore di fiori della primavera, che ormai alle porte emanava profumi di tutti i generi.  Sentii una pace interiore mai provata, ma che fu distrutta. “Ciao Diana”. Mi girai in preda al panico, la pace di prima si era rotta come uno specchio cadendo per terra. Rovina sempre tutto. “Come stai?” “Come stai? Secondo te?sparisci. Sparisci sparisci” “Ti voglio parlare”disse avvicinandosi. “Io no” “Mi dispiace” “Mi spieghi che ti è passato per la testa? Ok, eri ubriaco, ma hai esagerato. Pretendi che ti perdoni, da quando sto con te, non hai fatto altre che farmi soffrire, che ti ho fatto? Come ti è venuto in mente?come? perché,perché mi hai fatto questo che avevi in testa la segatura perché? perchéèè?? Perché? mi hai rovinato la vita, la vita sei un mostro, sparisci” “Calma, Diana per favore” “Non mi toccare, non mi toccare. Tu sei un mostro l’unica cosa che sai fare è essere impulsivo e testardo. Mi hai fatto male mostro, non capisci che sto passando per colpa tua? Ti odiooooooooo” sentii movimenti negli altri letti. Mi si avvicinò, e mi sfiorò una guancia, e io dopo qualche secondo mi scostai. “Vattene, vai via, perché fai così?” “Perché ti amo”. A quelle parole rimasi spiazzata. “Dovevi pensarci prima” “Lo so, ma non puoi perdonarmi” “non lasciami in pace vattene e basta” “No, non me ne vado”. Mi afferrò per il braccio, mi avvicinò a lui e mi baciò. Io all’inizio presa alla sprovvista ricambiai poi lo scansai. “Lasciami stare, ti dirò una cosa, ora e spero che tu prenderai tutto alla lettera”dissi cominciando a far scendere qualche lacrima. “Tu hai sbagliato, io non ti perdona, mi dispiace. Tra me e te è tutto finito capito, tutto non può più nascere niente. Oramai hai distrutto tutto e te ne devi prendere le conseguenze, io non sono una bambola” “Non, tu mi ami lo so” “Non m’importa”. “Come no, tu mi ami e io pure, non puoi dimenticare?” “No, io non sono scema” “Lo so, ho sbagliato, lo so. Mi pento di aver fatto questo enorme sbaglio, ma io ti amo e farei qualsiasi cosa perché tu tornassi con me  e stessi bene” “Vuoi che io stia bene, allora lasciami in pace”. Lui cercò di riportarmi vicino a lui, ma gli arrivò un pugno. “Ti ha detto di lasciarla stare” “Martin…stai”. MI fermai li, non dovevo dire se stava bene, non m’interessa. Mi girai verso Francesco e lo guardai, non sapendo che pensare. Monica veni da me, poi abbassò lo sguardo verso Martin e vidi che era sporco di sangue. “Martin, vai in bagno a pulirti” “Si”.  Io mi buttai per terra in ginocchio, fissai il pavimento e qualche lacrima cominciò a scendere dal mio viso. Ma che voleva?cosa? Era andato in bagno, sentii il rumore di due pugni. Poi mi misi a piangere. Monica era andata in bagno a prendere un bicchiere d’acqua. “Calmati” mi disse Francesco. Io mi alzai velocemente e mi misi sotto le coperte. “Mi dispiace che un po’ della serenità che avevi avuto, sia stata spezzata, mi spiace”. La mattina, era arrivata, e io non avevo chiuso occhio, come sempre.

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Capitolo 23
*** Una via d'uscita ***


Scusate il ritardo,ma con la scuola,è un pò difficile,visto che ci vado anche sabato. Nel odierno capitolo ci sarà il ritorno di un personaggio che sembrava perduto,ma non lo è purtroppo. Il prossimo saraà lungo. Ora vi lascio,se no la nostra cara utrice si dilungherà troppo. Bye bye.

Come sempre spero che chi segua la mia storia recensisca,anche una piccola piccola,che sia buona o critica,io non mi lamento. Scherzo. Spero che vi piaccia e se non capite qualcosa,be chiedete ame...insomma è oivvio che chiedete a me che sciocca. Ciao e buona lettura.

La nascita di un nuovo amore cap21

Una via d’uscita prima parte

Il giorno seguente,appena alzata. Mi lavai la faccia e mi truccai. Mi stavo rimettendo sul letto,quando sento che uno degli uomini entra nella cella.

“Diana venga con me”disse l’uomo.

“Sono io”. Del resto l’unica sveglia ero io che non avevo chiuso occhio la notte.

“Be, il capo ti vuole parlare”

“Finalmente, era ora”. Mi portarono in una sala molto grande, in cui le pareti di destra e di sinistra erano, entrambe vuote a dinanzi a me c’era una scalinata composta di due scalini lunghi che arrivavano fino le pareti, con sopra un tappeto. Sopra le scalinate, si ergeva un trono, dov’era seduto lo scienziato.

“Il nostro eccentrico sovrano, che manie di grandezza!”dissi io in tono beffardo.

 “Ragazzina, vedo che la tua impertinenza non è sparita” lui sicuro di se.

“Non sono impertinente ma realista. Si è costruito un impero di mostri basato su fragili basi. Non so cosa abbia in mente, ma di certo è una pazzia come lei”.

“Ora ti spiegherò tutto, tanto non c’è motivo di tenerlo nascosto. Ho rinchiuso tutta la popolazione dentro queste mura. Dopo di voi, invaderò il mondo. Il mio piano semplice e geniale è di essere il sovrano del mondo, con l’intera razza umana ai miei piedi. Voi sarete miei schivi, e popolerò il mondo dei miei pteropipistrelli. Ogni persona che mi disubbidirà sarà uccisa. Ho chiamato a turno tutti questi qui rinchiusi. C’è anche tua madre, l’ho catturata ieri. A ogni persona venuta qui al mio cospetto, ho fatto una semplice domanda, per eliminare i primi casi di ribellione. Vuoi far parte di questo nuovo mondo?”

“Se rispondo no?”

“sarai messa in cella e chiamata più tardi per essere uccisa. Quando avrò chiamato tutti.”

“Se dico di si?”

“In tal caso, sarai rimessa in cella e liberata quando avrò parlato con tutti. E poi dovrai stare sotto i miei comandi”.

“No”

“Bene, vorrei solo dirti, che c’è un alleato con me, una persona che spetta di privilegi che gli altri non hanno. Mi ha conquistato. Vieni?”

Aspettai, e a un certo punto vidi uscire qualcuno dall’ombra dietro il trono.

“Ciao Diana”disse Jade in tono sicuro di se.

“Jade? Ci sei sempre di mezzo tu, è possibile che tu sia così cattiva da allearti con questo pazzo?”.

“Oh, mia cara Diana, questa è la vita. Come va con Martin ahahahahah.”

“Tu sei pazza”

“Può darsi, comunque non so perché ma penso che vi siate lasciati vero?”disse lei in tono ironico. “Non puoi accettare un tradimento, il tuo orgoglio ruota intorno a te. Non puoi perdonarlo. So che stai molto male, è possibile che tu voglia soffrire quando puoi tornare con lui?”.

“Sai, qual è il problema? Che anche se io mi ci rimettessi insieme, avrei sempre in testa quello che lui mi ha fatto, la fiducia che avevo in lui, il terrore che possa succedere un’altra volta. Per questo non lo perdono, io al tuo posto ho degli ideali, una dignità cui ogni persona non dovrebbe mai rinunciare, nemmeno per amore. E non posso abbassarmi e perdonargli ogni cosa solo perché lo amo, perché significherebbe che lui puoi fare ciò che vuole tanto io lo perdono. E’ come se io mi facessi comandare da lui”.

“Be, in qualunque caso tu morirai, quindi porremmo fine alla tua sofferenza, che ai miei occhi è la cosa più bella che ti potessi regalare”.

“Tu non l’hai fatto perché sei innamorata di lui, non ti frega niente, l’hai fatto perché mi odi, e pur di farmi male sei pronta a tutto. Mi chiedo se c’è qualcosa a cui tu tenga veramente”.

“Mi sono stufata di parlare con te,ciao”

“Bene,riportatela in cella”.

Appena tornata,Monica mi venne incontro. Mi guardò con sguardo preoccupato,ma io subito cercai di tornare sorridente,dopo aver guardato di striscio Martin.

“Avete rifiutato tutti?”chiesi guardando i presenti.

“Io si”disse Monica.

“Brava”risposi e poi ripresi rivolta a Martin. “Tu?”

“Io anche”

“Francesco?”dissi avvicinandomi a lui per vederlo.

“Non lo so, non mi hanno ancora chiamato”disse guardandomi.

“Bene ti racconto, siediti”

“Ok”. Mentre io parlavo con Francesco, gli altri si erano seduti sul letto. Monica si girò verso Martin che mi stava guardando con aria triste, e poi disse:

“L’ho persa”disse. Monica era combattuta, non sapeva che cosa dire, non voleva dirgli di sì ma era così.

“Non volevo fargli questo, vederla soffrire così, mi fa troppo male. Vorrei che fosse felice e che tornasse da me”disse guardandomi. Intanto io avevo finito di spiegargli.

“Allora?”chiesi io speranzosa che non accettasse.

“E’ una pazzia, non accetto nemmeno morto”.

“Bravo”dissi abbracciandolo, mi era venuto spontaneo.

Dall’altra parte, Monica parlava con Martin.

“Non l’ha fatto apposta”disse lei.

“Cosa?”

“Non l’ha fatto, per farti ingelosire”

“Si lo so, è stata spontanea, quando fa una cosa apposta, lo capisco. Inclina le labbra in un modo particolare, invece quando è spontanea, ha un sorriso fantastico”disse lui malinconico.

“Mi dispiace che tra voi sia finta, eravate una bella coppia”.

“Già, ed è tutta colpa mia”.

Un rumore distrasse tutti dai loro discorsi. Io mi staccai da Francesco, e lui mi prese la mano. Non so perché ma non dissi niente, lui nemmeno se n’era accorto. Ci avvicinammo alla porta della cella, e un uomo cominciò a parlare:

“Vieni tu, manchi solo tu”

“No, mi hanno raccontato tutto, e la mia risposta è no”.

“Ah, peggio per te. Vuoi stare con la tua fidanzatina, lei ha rifiutato”.

“La mia fidanzatina?”

L’uomo guardò in un punto e tutti ci girammo verso di esso. Io mi accorsi della mano, sinceramente me ne ero dimenticata. Lui me la levò subito imbarazzato. Che carino quando arrossisce…che strani pensieri.

“Non è la mia fidanzata”

“Sì, come no, comunque se dici di no, il peggio è per voi. Fra pochi giorni sarete uccisi”.

L’uomo se ne andò lasciandoci soli con le nostre paure.

“Ragazzi, tutti in bagno, vi devo dire una cosa”.

“Ok”.

“Dobbiamo scappare, non volete mica essere uccisi no?”

“Certo che no”risposero i tre.

“Bene, allora elaboriamo un piano e andiamocene da qua, poi quando avremo una via d’uscita, libereremo anche gli altri”.

“Ok”risposero in coro.

Passata un’ora, elaborammo un piano per cercare un eventuale via d’uscita, cercare, setacciare l’intera prigione.

“Bene, io ora vado in bagno, e vediamo se ci sono delle vie d’uscite, mentre Francesco va in quello dei maschi”dissi io all’intera truppa.

“Ok, allora andiamo”. Io e lui, chiedemmo di andare in bagno, e dopo esserci fissati appuntamento fuori dal bagno, andammo nel posto medesimo. Appena entrata, cercai con l’occhio, una finestrella, ma a quanto pare c’era, ma era talmente fina e lunga che io ci sarei passata solo come versione di sottiletta Kraft. Cercai di affacciarmi, per vedere qualche punto di riferimento da fuori, ma era troppo in alto per riuscirci. Bene, ora che la via di fuga più scontata è stata eliminata, setacceremo l’intero posto. Appena uscita, vidi Francesco che mi aspettava insieme a quella guardia rompiscatole.

“Vie d’uscita dal bagno non ce ne sono. Però ho un'altra idea per controllare se nel posto ce ne sono”.

“E come?” mi chiese Monica dando fiato ai pensieri di tutti.

“Quando lavoravo con M.O.M, facevamo un addestramento, oltre di arti marziali anche di sopravvivenza. Cioè come salvarsi in caso di pericolo, come uscire da stanze chiuse a chiave ecc... No?”chiesi girandomi verso quel cretino senza cuore.

“Ah,si è vero”disse sorpreso del fatto che gli avevo rivolto la parola.

Avevo voglia di dire che quella che ha imparato di più sono io,perché le possibili combinazioni di una cassaforte, non se le ricorderà di certo,sapendo del suo cervello di gallina. Volevo prenderlo in giro come ai vecchi tempi,ma so che di vecchio qui c’è poco.

“Quindi,quando si fa notte,posso uscire insieme con un altro di voi e andare in giro”dissi riprendendo il discorso.

“Ah sì e con quale torcia”mi chiese il pessimismo fatto persona.

Io che in realtà non avevo pensato a questo piccolo ma utile particolare rimasi muta.

“Io ho una torcia”disse la mia amica pronta a ogni evenienza.

“Oh,ma tu sei un genio”

“Penso che dovreste andarci tu e Francesco”disse lei con aria furba che io ricambiai con una frecciatina.

“Perché?”chiese Francesco.

“Perché l’intelligenza di Diana,unita alla tua forza,è perfetta,fate una bella coppia”

“Perché l’avete tutti con questa coppia”dissi io gesticolando e arrossendo.

“Calma,non essere suscettibile,io intendevo una coppia di squadra…anche se…”

“Anche se cosa?”

“No,niente,ora dobbiamo solo aspettare la notte.”

“Già”.

La notte veni,e calò il buio nelle prigioni. Tranne chi era ancora sveglio e aveva la luce accesa. Aspetteremo anche quelli. Noi,avevamo spento la luce,ed io e Francesco stavamo seduti sul mio letto al buio parlando con gli altri ogni tanto. Avevo un piano per uscire dalla cella e controllare il posto,e non vedevo l’ora di uscire.

                                                                                                                                 -

-Aklla prossima gente. Brava la nostra DIana.

Ringrazio chi recensisce e chi segue la mi astoria. Chi la messa tra i preferiti e chi tra le ricordate. MI spiace ma non  ho il tempo di elencarvi. Spero che comunque continuerete a leggere. ciao

Bye kiss Silvia. XD

 

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Capitolo 24
*** Go away ***


Oh,sono riuscita a postre che bello..pepepepepepepepepe rullo di tamburi...ok basa,mi volevo scusare per l'enorme ritardo,mapurtroppo,la scuola mi ha impeganto tantissimo,gia tanto se riesco ada andare ad atletica. Comunque,oltre a quyello,la stanchezza e la fatica,mi avevano blocato,non mi venivano le parole,non sapevo proprio come continuare.Come si dice,lo blocco dello scrittore!!! Ora però sono sbloccata,spero di riuscire a postare nel fine settimana,ancora tante scuse e spero che vi piaccia. Comunque,non so ancora come farlo finire...Martin o Francesco? Francesco oMartin? Booooo. Comunque,spero vi piaccia bye bye...kiss kiss SCUSATE!!!!

La nascita di unnuovo amore

Go away

Mi ero appena alzata per andare ad aprire la cella. Dopo qualche tempo di lavoro, Martin mi si avvicinò.

“Che c’è?”chiesi io leggermente irritata.

“Ti voglio parlare”

Mi chiese scusa, mi parlò di tante cose, ma non riuscii a perdonarlo, per questo motivo, gli dissi che lo avrei trattato come un conoscente, in modo educato. Lui disse che andava bene.

Riuscii ad aprire poco dopo la porta, e Francesco mi raggiunse. Uscimmo insieme.

“Successo qualcosa?”chiese vedendo il mio sguardo triste.

“A me?”

Si guardò in torno, facendomi capire”Vedi qualcun altro qui?”

“No niente”

“Va bene, se lo dici tu”.

Stavamo camminando da circa venti minuti, e quello che avevamo visto fino ad ora, erano semplicemente corridoi e finestre che stavano in alto al muro. Niente di niente. Ogni tanto giungevano verso di no dei semplici mugolii, di cui io sinceramente avevo paura. Facendo piano, giungemmo a una porta in parte illuminata. Io accostai l’orecchio per sentire delle parole, e fortunatamente, qualcosa sentii. Aprii leggermente l’ostacolo per la mia vista, e sbirciai dentro. C’erano due uomini, uno era lo scienziato e poi…non due uomini, ma lo scienziato e Jade. La persona che mi aveva rovinato la vita, quanto la odiavo. Cercai di capire in che posto si trovavano. Erano circondati da mura grigie, che avevano un leggero strato di muffa, più in la da loro, c’erano un’altra porta semiaperta. Dietro di essa, sembravano erigersi una rampa di scale, inondate nel buio.

“Cosa c’è?”

“Francesco, ci sono il pazzo e la stronza”

Mi guardò con aria interrogativa. “Il pazzo,ok,ma la stronza chi è?”

“Ah,sì,Jade”

“Ah scusa”

“No niente. Sentiamo che dicono,anzi no,meglio che ci appostiamo qua fuori e quando escono, entriamo”

“E se entriamo ora,visto che non ci possono vedere?”

“Ma no,ci vedrebbero”

“Scusa,ma secondo dove ci possiamo appostare,le pareti non hanno conche,non ci sono mobili,piante”

“Sì,è vero…se torniamo in cella e poi riveniamo qui?”

“Si credo che tu abbia ragione andiamo”. Proprio quando stavamo per muoverci,sentiamo i passi venire verso di noi e la porta cigolare. Vedendo che quello che avevamo dietro,era un vicolo cieco,e che l’unico incrocio è troppo lontano,ci appostammo in posto d’ombra,sperando che non ci vedessero.

“E se ci vedono?”

“No,non ti preoccupare. Calma…e ora non parliamo più ok?”

Annui. I due non uscivano dalla stanza,si erano rimessi a parlare:

“Ogni tanto,una boccata d’aria fa bene,stare sempre qua rinchiusi,non è bello”

“Già,ma ora esci “

“Sì,dottor Redge”.

Io stavo tremando,non so perché di solito non sono molto paurosa,forse era la situazione.

“Ehi perché tremi?”

“Ho paura,di solito…”

“Ehi,andrà tutto bene capito,non ti devi preoccupare. Ora facciamo una cosa,tu corri e vai in cella,io li distraggo così non ti vedeno,ok?”

“No”

“Per favore,vai,m’invento qualcosa”

“Però…”

“Vai”

“Va bene”.

Io corsi velocemente verso l’incrocio,lui mi aveva detto di andare via,ma non volevo che gli succedesse qualcosa. Quindi rimasi li.

“Be,se n’è andata?”

“Credo di si”rispose Francesco.

“Jade vai a controllare”

“Si capo”

Vidi Jade venire verso di me,ed io mi allontanai di più in modo che quando guardò, non trovo niente,se ne andò. Non capivo perché parlassero così,per questo mi ero incuriosita.

“Bene,se riuscirai a convincere Diana,io ti farò vedere tua madre. Devi essere convincente,se no tua madre non la vedi capito?”

“Diana non accetterà mai”

“Se in ballo c’è qualcosa sì. Si è affezionata a te,e tiene molto alla sua amica e al suo ragazzo. Che abbiamo catturato. Che cosa pensi che le gallerie sotto le stanze,conducano al parco giochi. No,mio caro conducono qua. E quando voi siete usciti,abbiamo preso in ostaggio quei due scemi”

“Questo no era nei piani”

 “Sì,nei piani c’era che tu portassi qua Diana,e noi la convincemmo così a mettersi dalla nostra parte,ma io Diana qua non la vedo. Cosa c’è avevi paura che gli succedesse qualcosa?”

“No,ma non la posso convincere io,non mi fido di lei e di te”disse indicando Jade che assisteva neutra alla conversazione,e lui.

“Cosa c’è,prima non avevi esitato ad accettare per caso ti sei affezionato a lei?”

“Io no”

“Non credo,tu te ne sei innamorato”

“No,non mi piace”

“Allora perché cerchi di difenderla,vuoi rivedere o no tua madre? Io non credo che lei se ne sia andata,anzi è ancora qui. E’ troppo altruista per lasciarti da sola. Questa stolta a sicuramente controllato male. Stupida tira fuori quei due”

“Si capo” disse adirata.

“Non li dovevi prendere,perché l’hai fatto. Il piano era che Diana venisse dalla vostra parte”

“Sì,ma Diana l’hai fatta andare via”

“No,io sono qui”

“LO sapevo”disse lo scienziato sicuro di se.

“Diana,perché non te ne sei andata”

“Traditore,ti sei alleato con il nemico”

“Scusa”

“Io non accetterò mai di stare con voi”

“Mia cara,tu lo farai. Sbatti dentro quei due e lei”

“Ma le gallerie…”disse Jade incredula

“Non avranno il tempo di arrivarci”

“Perché vuoi che io venga dalla tua parte?”

“Perché,mi cara Diana,mi serviva un aiuto ma credo che troverò qualcun0altro per questo quindi…prendetela”gridò gettando la mano in avanti,dei mugolii feroci arrivavano da dietro di me.

Non feci in tempo nemmeno a girarmi,che delle zampe mi afferrarono da dietro sollevandomi.

“Lasciala stare,non dovevi catturarla,lasciala”

“Non ti preoccupare Francesco starai con lei fino alla fine”detto questo,due di quei mostri presero anche lui e ci gettarono entrambi dentro la cella.

Caddi malamente rotolando e sbattendo addosso al muro la spalla,che poco dopo dolorante mi toccai. Avevo inoltre sbattuto i ginocchi e urtato contro la cicatrice dell’incidente. Quando mi dimisero dall’ospedale,mi dissero che la cicatrice che avevo avuto,non sarebbe sparita. Lunga la coscia,verso la parte interna fra il ginocchio e la parte inferiore della gamba avevo una cicatrice di circa 6 cm che avevano chiuso con dei punti. Durante l’urto,mi ero entrato qualcosa che mi faceva male e aveva rotto due o tre punti.

“Stai bene?”mi disse Francesco appena alzato buttandosi verso di me.

“Vattene”lui si distaccò.

Mi toccai la ferita,usciva sangue,era la ferita del taglio più profondo che avevo recato durante l’incidente,gli altri erano spariti. Stava cominciando a uscire più velocemente,da essa usciva qualcosa di appuntito. Era un chiodo arrugginito,me lo levai subito. Oddio no…io ho fatto il vaccino contro il tetano,provocato da oggetti arrugginiti. E’ vero che non era molto diffusa,perché gli oggetti quotidiani,bene o male sono puliti,ma questo chiodo chissà da dove viene,è vecchio e sporco.

“Diana,che hai alla gamba?”

“Oh,la ferita mi si è aperta con un chiodo arrugginito. Non ho nemmeno del disinfettante”

“Oh mio dio,aspetta. Anche la tuta si è rotta,per fortuna a casa ne hai un’altra”cercò di sdrammatizzare la mia amica. “Prendo questo e ti fascio la ferita”intanto,Martin e Francesco mi guardavano preoccupata.

“Non c’è dell’acqua’”

“No,Diana non c’è”

“Oh che guaio”

Nella stanza del pazzo

“Jade,hai aperto l’acqua?”

“Sì,dovrebbe arrivare fra poco giu. Però a poca pressione”

“Fa niente,hai chiuso tutte le vie d’uscita?”

“Ehm no”

“Be,allora vai sbrigati”

“Sì,ma tanto fra un po’ affogheranno”

“Ragiona stolta:primo se le vie d’uscita sono aperte,l’acqua non affogherà proprio nessuno,secondo escono”

“Sì,scusi vado subito”

“Diana calmati,troveremo qualcosa per aiutarti”

“Qua sotto? Che vuoi trovare qua sotto?”

“Calma…guardate,lì c’è dell’acqua che esce”

“Già,si dev’essere rotta la loro acqua quella buona del pozzo”disse Francesco.

“Allora è buona?”

“Sì,quella che sgorga si”

“Ok,Monica me ne prendi un po’ e me la metti sulla ferita?”

“Si”

Io cercai di premere,meglio di questo non potevo fare,stava cominciando a uscire in abbondanza e la ferita si stava riaprendo.Cavolo.

“Diana,senti,premi e ora lo fascio”

“Ok”qualche lacrima mi solcò il viso. Non volevo ricordare nulla di quel passato di vuoto,buio e solitudine. L’incidente,Martin,la memoria quel periodo no. Mi cominciò a far male la testa,in un punto preciso della testa. Me la toccai.

“Ferma Diana,non ti ricordi la cicatrice,non ti toccare,per favore” si avvicinò e mi toccò il braccio.

IN quel momento un bisogno di sentirlo vicino,mi tormentava,io lo amo ancora,non riesco a dimenticarlo. Anzi,sento di amarlo,ma a volte ho dei dubbi,il bacio che ho dato a Francesco,a volte mi sento presa da lui. Sono confusa,ma voglio abbracciare Martin,però…Voglio un po’ d’affetto.

“Grazie,di avermelo ricordato”dissi abbassando lo sguardo,sono troppo confusa,dovrò trovare tempo per pensarci.

“Prego” disse staccandosi.

Mezz’ora dopo ero fasciata e il dolore alla testa,mi aveva sfiancato,stavo per terra.

“Senti,credo che qua sotto ci sia una via d’uscita,e poi penso che ci vogliano affogare…”

“Be,andiamo a cercare una via d’uscita”

“Dove vuoi andare tu”

“Monica,che facciamo, rimaniamo qua?”

“Senti,hai avuto una ricaduta dall’incidente…io e qualcuno andiamo a cercare e uno di noi rimane con te”

“Vengo io “disse Francesco.

“No,tu rimani qui,ti devo parlare”

“Ok”

“Bene,allora andiamo io e Martin,saremo velocissimi”

“Ok”

“Perché mi hai tradito?”

“Io…senti,mi avevano detto che si ti facevo passare dalla loro parte,mi avrebbero fatto vedere mia madre”

“Ma sei scemo,secondo te davvero te l’avrebbero fatta vedere”

“No”

“Allora perché hai accettato?”

“Perché speravo che davvero me l’avrebbero fatta vedere. Quando se ne andata,non  sai, quanto mi è mancata,papà era bravo,ma una parte femminile mancava. Miè sempre mancata,e quando mi hanno detto che avrei potuto vederla,non c’ho più visto e ho accettato. Non pretendo che tu mi perdoni,ma che almeno tenta di capire”

“Io ti capisco,so cosa si prova,in maniera un po’ diversa dalla tua,ma in fondo non poi così tanto. Tu ti sei sentito tradito quando lei se ne andata. Anche io. Mio nonno poco tempo prima di morire,mi aveva giurato che sarebbe sempre rimasto con me,ma quando se ne andò io, mi senti tradita. Lui mi aveva fatto una promessa e non l’aveva mantenuta,tante volte cercai di stargli vicino,ma quando una persona  è morta,i miracoli non li puoi fare”mi scese una lacrima. “Tempo dopo quando divenni grande,capii anche che non poteva vivere fino a lungo, ma che comunque,lui aveva mantenuto la promessa. Mi è stato vicino. Con il pensiero,con il cuore”lo abbracciai. Pianse sulle mie spalle ed io dopo un po’ sulle sue.

“Grazie Diana”

“Prego”

“Davvero credi di trovare una via d’uscita?”

“Martin,non essere pessimista,la troveremo”

“Io non sono pessimista”

“No,tu sei solo geloso”

“Cosa?”

“Già,sei innamorato di Diana,ma forse lei non più”

“Come scusa?”

“Martin,per lei diciamo non è mai stato facile. Credo che si sia legata a lui,ma si confusa perché ti ama”

“Ma scusa allora di chi è innamorata?”

“Di te,però prova qualcosa per Francesco. E’ confusa.”

“Secondo te chi sceglierebbe?”

“Sai,ora non è pronta per scegliere,fagli schiarire le idee”

“Si ok. Ora continuiamo se no,potrebbe stare male”

Stavamo dormendo vicini,ma a un certo punto mi svegliai,aprii gli occhi  e cominciai a vedere tutto appannato confuso. Vedevo doppio.

“Che c’è Diana?”

“Oddio Francesco vedo tutto male”

“Ehi calma,calma cos’hai dimmi”

“Vedo tutto appannato,e sento caldo,terribilmente caldo,ma anche freddo,molto freddo. Così d’improvviso.”

“Ok,fammi sentire se scotti…sì,scotti hai la febbre”

“Oh,vieni vicino a me”

“Diana che fai?”

“Stammi vicino,mi sento sola”

“Dana per favore”

“Tu mi ami?”gli dissi mentre lo abbracciavo.

“Che…no”

“Dimmi la verità”

“…”

“Dai”

“…”

“Dimmelo,non ti preoccupare,per favore”

“Si”

Lo strinsi forte,e lo baciai.

“D_ a_na,tu stai male”cercò di dirmi mentre lo baciavo.

“No,voglio solo capire se mi piaci o no”

“Ma…”

“Che gli stai facendo”

“Martin,no fermo”. Martin stava andando addosso a Francesco,ma qualcosa deve averlo fermato,Monica suppongo.

“Diana,ti sei innamorata di lui,perché lo stavi baciando,mi hai già dimenticato?”

“Martin,ha la febbre sta male,credo sia solo per quello”

“Diana,rispondimi”

“MARTIN,NON LO SO LASCIAMI STARE”

“Martin, ora ditemi se avete trovato qualcosa”.

 

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Capitolo 25
*** The beginning of trouble. ***


 

La nascita di un nuovo amore cap23

The beginning of trouble.

Martin non rispose, ma corse verso la fonte d’acqua. C’erano dei secchi, puliti, ne prese uno e lo mise sotto il getto. Tutti lo guardavano come un alieno, io compresa. Dopo, venne verso di me. Appena aprii bocca per dirgli cosa stesse facendo lo rivolto addosso a me. Io con la bocca aperta e le mani attaccate al petto che erano piegate e si sgrullavano (come faccio io).

Mi alzai, senza pensare alla ferita, infatti, ricascai, e impotente di menarlo, cacciai un urlo: “MARTINNNNNNNN, BRUTTO DEFICIENTE”.

“Cosi possiamo litigare per bene”

Ammetto che io non sono una persona molto come dire, una persona che urla, ma come Martin dovrebbe sapere, non mi dovete far arrabbiare. Mi aggrappai alla mano di Francesco, che preso alla sprovvista stava scendendo con il corpo, ma appena capii, si tirò su e mise forza sul braccio in modo da farmi da leva. Infine mi appoggiai alla sua spalla sollevando la gamba. Mi sistemai i capelli gocciolanti, non è che mi aveva bagnato, mi aveva inzuppato per bene.

“Tu, brutto cretino. Come ti sei permesso sei pazzo. Stavo per mollargli uno schiaffo quando si scanso e cominciò a parlare. Monica era rimasta pietrificata, per il gesto di quel cretino, ma inoltre sapeva che non doveva mettersi in mezzo.

“Che cazzo fai? Possibile che ci vuole così poco per dimenticarmi. Mi spieghi perché l’hai baciato? Voglio una spiegazione”

“Martin, ma si può sapere che ti passa per la testa, non sono cavoli tuoi, ti ricordo che non stiamo più insieme”.

“Già e per colpa di chi?”

“Pezzo di m**da mi stai dando la colpa per caso? A me ? A ME? MARTIN A ME??”piangevo urlando.

“Si”

“Ma non sono stata io a tradirti,non sono stata io. Sei ridicolo,come puoi dare la colpa a me? Io qui sono l’unica che merita meno di essere incolpata”

“E’ colpa tua,non sei capace di perdonare. Sei orgogliosa”

“Martin,è passata una settimana al massimo,come puoi pretendere che io ti perdoni? Sei un’ipocrita,non ti sei mai meritato niente,niente. Tutto quello che ti ho dato, non te lo sei mai meritato. Tutto il dolore che mi hai provocato. Ma che bello,tu mi hai dato dolore e ti ho sempre amato,dico ma non ti vergogni. Dimmelo se  puoi essere una persona con cotanta ipocrisia”

“So solo che se saresti morta nell’incidente,io a quest’ora,avrei meno problemi”

“…”Ero rimasta pietrificata,lo guardavo,mentre le lacrime continuavano a scendere.

“Prima ti parlo del fatto che vorrei rimettermi con te,e poi ti ritrovo qui a baciarti con questo cretino,bell’imbusto”

Sentivo fremere Francesco,sotto la mano,sono sicura che gli avrebbe volentieri menato se non ci fossi stata io. Grazie.

“Gli stai dando contro tu?”

“Tu zitto”

“No,io non sto zitto,tu l’hai tradita e gli dai la colpa. L’hai fatta soffrire e la tratti comunque male. Ti ama,ancora,ma tu gli stai dando altri mille motivi per non perdonarti. Gli hai detto che è meglio che fosse morta,a volte mi chiedo se tu la ami davvero”

“Ma che ne sai tu,che ne sai. Non sai quello che abbiamo passato io e lei insieme. Io la amo lei lo sa benissimo”

“COME FAI A DIRE QUESTO QUANDO GLI HAI DETTO CHE LA VUOI MORTA”

“Io non ho detto che la voglio morta”

“Ah no?”

“E tu che vuoi poi,la conosci da poco,non hai diretto. Non sono affari tuoi”

“Ah sì,perché tu hai il diretto di dirgli quelle cose? Sei un essere spregevole,io alla persona che amo non dico queste cose. E poi sono anche affari miei”

“Ah sì  e perché?”

“Perché la amo”

“Ah,complimenti. Dimmi Diana”disse riportando lo sguardo verso di me. Io mi ripresi,e  lo guardai. “Perché a lui gli hai perdonato subito il tradimento mentre a me per perdonarmi ci vogliono gli anni?”

“Tu non lo conosci,e poi è molto diverso. Io so perché l’ha fatto,tu no. Io ho capito che tipo di persona è,tu no”

“Ora dimmi anche che lo ami,così celebriamo direttamente il matrimonio qui”

“Smettila di fare così. Mi fai schifo Martin mi fai schifo. Ora ti dico che io e te non abbiamo più niente da dirci,hai perso ogni diretto che avevi su di me. Non parlarmi più. Da oggi in poi,io non ti conosco. Non provare mai più a toccarmi”

“Certo,mi vuoi dire che non mi vorresti baciare. Che non provi più niente per me. Tu mi ami e lo sai bene”mi prese per il braccio e mi avvicino a lui,con lo sbilancio di una sola gamba cascai addosso a lui. Non riuscivo a levarmelo,non potevo poggiare la gamba.  Mi bacio velocemente,ma io cercai di spingerlo via.  Francesco mi prese per i fianchi. Quel bacio mi aveva riaperto altre ferite,insieme a quelle che già mi aveva provocato,un’altra volta.

“Tu messa così,sei solo un peso”

“ORA BASTA…O,MA CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE PER PARLARMI COSì. MI FAI SCHIFO,NON SAI AMARE,ROVINI SEMPRE TUTTO CON LE TUE MANI,MI HAI ROVINATO LA VITA. Rovini tutto,lo prendi e lo rompi,dai la colpa agli altri per le tue di colpe,sei schifoso. DEVI TACERE,MI STAI DICENDO DI MORIRE,CHE SONO UNPESO,DIMMI COME POTREI DIMENTICARE QUELLO CHE HO FATTO. Tu vienni sempre e mi ricordo tutto,mi hai fatto ricordare perché avevo perso fiducia in te,mi hai fatto capire perché ti odiavo,hai dissolto tutta la voglia che stava ricrescendo in me, per continuare a essere forte,per combattere per il nostro amore. Ora,solo ora mi rendo conto,che tra me te non potrà mai funzionare,che è inutile che io provi  e riprovi a costruire qualcosa,perché poi tu arrivi e rovini tutto. Pensi di avere il diretto,invece l’unica cosa che sai fare e ricordarmi. Io stavo tentando di ripensare a noi,a un futuro con te,a una famiglia,ma dimmi come posso costruire tutto questo,sei poi tu fai di tutto per rovinare i miei piani. Dimmi come posso costruire le cose,dimmi come potrei fare a pensare a te se non con odio,se non ricordando quello che so,quello che mi hai fatto,tutto il dolore che mi hai provocato. DIMMI COME?”

“…”

“Bravo,e ora io ti ho detto tutto quello che ti volevo dire,addio”

“Addiooo”

Mi appoggiai al muro più lontano,piegai le gambe e cominciai a piangere nell’incavo che avevo creato con le mani. Piansi tanto,silenziosamente. Mi sentivo persa,persa per sempre,sapevo che ormai…ho ora la coscienza che tutto è perso,è inutile,non sarei mai riuscita a riportare a galla la felicità che ormai era seppellita da mille massi pesanti,ormai,con quello che era successo,era sprofondato. Aveva rotto il flebile filo che ci teneva ancora uniti. Aveva dissolto ogni speranza. Tutto era finito,finito per sempre. Il groppo delle lacrime che trattenevo si dissolse. Scoppiai svegliando tutti. Sussultavo nei singhiozzi.

“Diana…per favore non piangere…Martin,sei un mostro”

“Possibile che la vittima sia sempre e solo lei?”

“Martin sei orribile”

“Certo come sempre la colpa è mia”

“Smettila,ma cheti prende”

“Niente,calmala,io vorrei dormire”

“Sei ancora bagnata,non ti sei voluta asciugare”

“Non m’importa”

Non mi piaceva piangere davanti a tutti,ma non riuscivo  a trattenere le lacrime. Mi sentivo debole.

Diana,per favore smettila”

“Nooo”

“Guarda che piangendo non finirai niente capito?”

“E’ tutto finito”disse piano in modo che mi sentissse solo lei.

“No”

“E dai,non mi mentire,pensi che sia scema”

“No”

“Allora la cosa migliore che puoi fare è stare zitta”

“Va bene,vieni qua. Andrà tutto bene”

Mi addormentai nella braccia di Monica,e quando mi svegliai,doveva essere giorno da poco. La luce,era ancora accesa. Sentivo freddo  a tutta la parte che era a terra. Guardai,c’era l’acqua per terra,era abbastanza da coprire n piede diciamo.  Vidi Francesco che metteva le borse più in alto.

“Giorno...grazie per le borse”

“Ehi,ciao”corse verso di me molto veloce e me lo ritrovai vicino.

“Sai dobbiamo tappare quella fessura dell’acqua”

“Eh già se no saremo sommersi”

“Come va la gamba,fammela vedere. Ti senti bene,sei un po’ pallida”

“Io pallida no”

“Diana,c’è qualcosa che no va?”

“No e perché,va tutto bene,che dovrebbe andare di male”

“Diana che hai?”

Svenni

“Diana,diana che ti prende?”

Mi prese la gamba e la guardò,avevo la ferita che era, diventa di un viola leggero,se la toccai, scricchiolava e provoca dolorose fitte. Mi svegliai.

“Finalmente!!”

“Gira tutto e sento caldo”mi venne incontro.

“Diana,con cosa ti sei ferita? Potresti esserti infettata”

“Con un chiodo arrugginito…ho paura del tetano”

“Potrebbe essere,dobbiamo aiutarti subito,ti servono delle medicine. La ferita,sta peggiorando”

“Sentite,secondo,c’è una eventuali uscita da qui. Francesco se prendi in braccio Diana,andiamo almeno fino a una sala di controllo che sta giù nei condotti,la porta credo che doveva essere chiusa,ma per fortuna ogni tanto la stupidità di Jade c’e venuta bene”

“Ok,va bene andiamo”.

“Diana,sei abbastanza comoda?”

“Sì,non ti preoccupare”

“Ok”

Per Fortuna,le gallerie erano illuminate. Monica stava più avanti,mentre Martin stava molto più avanti di tutti. Monica la vedevamo davanti a noi che camminava svelta. Arrivammo in una sala controllo.

“Sentite,io  e Martin andiamo ad aprire la via d’uscita. E’ chiusa…”

“Ok”

“Maestro,sono riuscita ad aumentare la pressione della’acqua”

“Brava qualcosa di utile la sai fare”

“Sai,anche qui arriverà l’acqua”

“Già s-sei stanco?”

“Un po’,ma non ti affaticare”

“Ok”

“Senti l’acqua?”

“Si…”

“Oh no,guarda come scende veloce”

“Forse hanno aumentato la pressione. Abbiamo chiuso la porta su? E le borse’”

“Allora la porta l’abbiamo chiusa,mentre le borse la buttate via da una finestra alta, non ricordi”

“Ah si”

“Aspetta,vuol dire che l’intera sala di prima è allagata. Potrebbe anche spaccarsi la porta”

“Già”

“Senti,Diana io vado ad aiutare gli altri così usciamo prima,e poi ti vengo a prendere. Se c’è qualche problema urla,se le mura della caverna non reggono,per i continui scossoni che provengo dal laboratorio,è crollato tutto dalla via d’uscita”

“oK,ma veloce”

“Ok”mi baciò sulla guancia. Io però lo abbraccio facendolo inginocchiare. Gli diedi un bacio a stampo. Lui rimase interdetto per un po’,ma poi  mi saluto con la mano sorridente e andò.

Da sola non sapevo che fare,mi guardai la ferita,era ancora più viola e scrocchiava di più. E sentivo sudare sulla fronte. Stavo peggiorando. Che guaio,cercavo di rimanere sveglia,ma glii occhi mi pizzicano tantissimo,non sapevo che fare. Se mi addormentavo e succedeva qualcosa?

Che avrei fatto,se mi crollava il muro davanti,Francesco non mi avrebbe sentito,e peggio mi crollava addoso…non voglio nemmeno pensarci. Che guaio.

Non ce la feci,mi addormentai.

Scricchioli,provenivano di qua e di la nella stanza,questa non presagiva nulla di buono. Mentre io dormivo e gli altri lavoravano.

                                                                                                  -

-Bene,questo capitolo e un po’ più corto. Mi spiace. Il punto è,che ho dovuto dividere le idee,se finivo tutto ora, sarebbe venuto più lungo della bibbia.

Bene,spero che vi sia piaciuto.

Il prossimo,sarà più lungo spero e credo. Però non è l’ultimo,vi romperò ancora per un bel po’. Eh già

Bene,commentate

Mi raccomando

 

Ciao

 Bye bye

 

 

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Capitolo 26
*** Everything collapses ***



La nascita di un nuovo amore cap23


 

 

Everything collapses.

Da sola, in quella stanza isolata, riuscivo anche a sentire i miei pensieri, metaforicamente parlando.

E da ore che stavo aspettando che Francesco tornasse, ma niente, non c’era, lo aspettavo ma non veniva. Cominciavo ad annoiarmi e a preoccuparmi, possibile che c’è qualcosa che non va? Dalle scale, ormai gocciola l’acqua, e mi arriva fino al bacino, mi chiedo cosa succede se non tornano subito…

L’acqua, era fresca e cominciavo sinceramente a sentire freddo, gocciolava, e quel rumore mi dava alla testa, sembrava una bomba a orologeria che stava per scoppiare da un momento all’altro. Mi viene voglia di farmi un bel bagno, ma non penso che in questo momento non sia possibile. Sento una voce chiamarmi, e la porta, se così vogliamo chiamare una porta di legno rovinata che se c’era o no, tanta differenza non si vedeva.

“Ehi Diana, c’è un problema”

“Che problema c’è Francesco?”

“Che, l’acqua aumenta, e le pareti cominciano a gocciolare, penso che fra un po’, questo posto diventerà un lago artificiale. E il problema e che l’acqua, fa pressione sulle rocce e non riusciamo a spostarle”.

“Scusa, ma l’acqua non arriva fino al vostro corpo”.

“In realtà sì, perché se esci fuori dalla porta, c’è uno strapiombo di 3-4 metri, infatti, io la prima volta sono cascato”.

“Ahahahahahahah”

“Grazie, mi stai prendendo in giro?”

“Sì, sei perspicace”

“Grazie, lo prendo come un complimento, sei bella quando sorridi”

“G-grazie”

“Ah,ti ho imbarazzato è?sei tutta rossa”

“Insomma,ti pare momento,cioè modo?”

“Sì,per prenderti in giro è sempre un buon momento”

“Se potessi alzarmi”

“Ehi,come va la ferita?”

“Insomma”

“Fa vedere”si china

“Senti freddo sei bagnato fino al bacino”

“Un po’,ma in fondo siamo sula stessa barca…ahahahahah”

“Questa,che credo dovrebbe essere considerata una battuta era davvero povera”

“Sì,lo ammetto…sta peggiorando Saputella”

“Come mi hai chiamato?”

“Bo,non me lo ricordo”

“Sì,come no”

“Comunque a parte gli scherzi,sta davvero peggiorando”

“In che senso”

“E violacea,e scricchiola molto,segno che è infettato e inoltre,il sangue si sta incrostando,ma è sporco”

“Mi fai sentire male così”

“Scusa”

“Non fa niente,grazie. Mi dai un bacio prima di andartene?”

“Si”Mi baciò sulla guancia e poi andò.

“Ehi,se ti serve aiuto,grida,e per favore avvertimi ok,noi proveremo ad aprire il tutto prima di affogare”

“Ok,mi dispiace che non ti posso aiutare”

“Non fa niente,vuoi che dica qualcosa a Monica?”

“Sì,buona idea,digli che gli voglio bene…a e di anche a un’altra persona che gli voglio bene”

Mi guardò di sbieco infastidito. “A martin?”disse scettico.

“No scemo,a te”

“A,ok allora non fai prima a dirmelo tu,mi sentire stupido a dirmelo da solo”

“Ok,ti voglio bene”

“Grazie anch’io. Mi raccomando”

“Si geloso”

“Ci passo sopra per questa volta”

“Ok”

 

Bene,stavo certamente meglio. Sentii Monica che urlava da lontano che mi voleva bene.

 In quel momento stavo bene,una cosa che mi sembrava strana anche a me,però anche se Martin mi aveva ferito,quello che provavo per lui,stava cominciando a essere odio. Dopo di quello che mi ha detto,neppure se fosse l’ultimo uomo sulla faccia della terra,ci tornerei insieme. Quel poco che ho potuto stare con lui,me lo sono goduto,sono stata bene, e per quanto io possa sapere che il gesto di Martin era dettato per lo più dalla gelosia,quello che aveva detto era grave.

 

L’acqua cominciava ad arrivarmi sotto il seno,non capisco come una porta così mal ridotta,possa non far passare dalle fessure l’acqua. Questo è impossibile,strisciai tirandomi con le mani fino alla porta. Notai qualche cosa di strano.

“Ciao Diana”

“Jade…”

“Sì,sono qui sul monitor in alto,ammetto che questo non era programmato,ma come si dice le cose se accadono c’è un motivo. Quindi”

“Che vuoi farmi?”

“Chiudere la porta,che tu pensi sia di legno,ma in realtà è a comando. E farti affogare,e il punto che non puoi fare niente se non altro che aspettare la tua morte”

“Brutta Stron*a”

“Già,ma ormai la porta è chiusa e si può aprire solo a comando,quindi sei fregata. Nemmeno il tuo nuovo ragazzo puoi aiutarti. Sai,in effetti così brutto non è,anzi,diciamo che un pensierino ci si può fare”

“Non lo toccare”

“Che c’è,ci siamo dimenticati di Martin,ti sei innamorata di quello li?”

“A questa domanda,risponderai da sola,continua a dirmi ciò che vuoi,io non intendo più parlarti e uscirò da qui,in qualche modo. Giuro che non mi arrendo”

“Fa come vuoi”

Non gli dirò di certo che forse Francesco mi piace,non voglio che mi porti via l’unica persona che mi ha saputo donare il sorriso in un momento difficile. Non voglio che rovini ancora tutto. Faccio schifo cavolo,voglio farmi una doccia,e mettermi qualcosa di pulito.

Jade intanto,se ne era andata dal collegamento. Io cominciai a urlare. Urlai circa 10 volte. Poi senti dei rumori alla porta.

“Diana,che succede?”

“Francesco,per favore,ora mantieni la calma ok?”

“Ok”gli raccontai tutto. ”Io la odio,quella pazza,ora prendo un martello e ti tiro fuori”

“No”

“Come no?”

“Senti,se tu rompi questa porta,non ci sarà opportunità di uscire né per me né per te,quindi io troverò un modo di uscire,capito?”

“No”

“Cerca di capire. Facciamo così,tu apri la via d’uscita,e appena è pronta vieni qua e rompi la porta così usciamo,ok?”

“Mi giuri che non mi lasci?”

“Sì,te lo giuro”

“Giurami che quando apro la porta tu stai bene”

“Sì,te lo giuro”

“Giurami che…non niente”

“Che ti amo?”

“…”

“Io on voglio forzarti a dirlo”

“Infatti non mi stai forzando,ti dico solo che ti voglio più bene di un amico,ma amore questo devia ancora aspettare un po’”

“Aspetto”

“Allora,giurami che tu starai bene e che non farai pazzie”

“Te lo giuro,ma se…”

“Io niente,tu non farai pazzie e basta”

“Ok,ciao Diana Lombard”

“Ciao Francesco Mschert”

“Ti voglio bene”

“Anch’io”

“Vado”

“Vai”

“OK”

“Francescoooo”

“Sì,ok vado”

 

Mi spiace,ma spero on tutto il cuore che riuscirai ad aprire l’uscita,ma in qualche modo io devo pure salvarmi. Sopra c’è la finestra,quindi se la raggiungo, fino a lì mi siedo e poi l’acqua non arriverà mai fino a sopra essendoci una via d’uscita. Perfetto,ora devo solo mettere in moto la gamba perché se non se non nuoto io la sopra, non ci arrivo viva. Distesi le gambe,e con totale sincerità,nemmeno io la sentivo la gamba. E se è tetano come penso,e non curo l’infezione,io riesco di giocarmi la gamba e poi ho la febbre,perché vedo un po’ sfocato,quindi prima raggiungo lì e più sto sicura.

 Dopo averle distese,mi toccai la gamba ferita,mi appoggiai a delle scatole provai tirarmi su. Grande ci sono riuscita,ora il problema e poggiare la gamba. IN realtà la gamba e poggiata,ma solo perché non è facile alzarla,provai a  mettere peso anche su quella,ma una fitta di dolore mi arrivò al cervello scombussolandomi,mi chiedo come avrei nuotato,perché l’acqua arrivava già ai ginocchi. Sono fregata cavolo. L’appoggiai più volte ma i risultati erano dei forti giramenti di testa,mi appoggiai a quella scatola,e ora che faccio?

Bene,l’acqua mi arriva sotto il mento. Credo che ci sarebbero tanti modi per morire,e a questo giuro che non avevo mai pensato. Non pensavo di essere rapita da mostri,essere rinchiusa,ammalarmi…insomma non pensavo proprio a nulla di queste cose,diciamo allora che la vita sorprende molto. Bene,mentre io faccio questi discorsi filosofici,l’acqua mi sta quasi per arrivare a  sopra la bocca,provai a darmi una stimolo,e andai verso l’alto e nuotando non conclusi molto,cavolo stava salendo ed io ora a cosa mi sorreggo?

Ma porca paletta,,ok stiamo calmi,facciamo il morto a galla. Bene, la gamba che non riuscivo a muovermi portava giù con il morto a galla. Cercai di gonfiare i polmoni,in modo da fare da galleggiante. Bene,ci stavo riuscendo. Che brava!

Una voce mi spaventò, persi il respiro e annaspavo in cerca d’aria. Cavolo tanta fatica,una fitta alla gamba mi traumatizza,e sto ferma per un po’,mi accorgo che stavo affondando. Cercai di risalire, con le mani cercai d’incamerare aria,ma tutto era inutile. Stavo per morire e non avrei avuto nemmeno di re ti amo a Francesco,non avrei potuto dire o fare ciò che volevo,caspita,speriamo che almeno loro siano salvi.

 

“Bravo Francesco bravo”

“Ci siamo riusciti visto? Or dobbiamo pensare a Diana”

“Io penso che lei non si sia data per vinta,e penso che sta ancora bene”

“Già lo spero”

“Grazie”

“Grazie di cosa”

“Grazie di far sentire bene Diana,perché lei si sente davvero bene con te,non è brava a fingere,è spontanea e sono felice che lei lo sia,e che tu possa arrivare a questo scopo”

“Grazie,ora vado da lei”

“Sì,vengo ad aiutarti”

Cominciai a battere in quella porta che prima sembrava tanto superflua,io so che Diana è viva,lei me lo ha promesso. Cominciai a battere con quel martello ormai rotto,quasi. “Monica mi stava aiutando,mentre appena avevamo aperto la via’uscita,Martin era uscito e mi aveva detto di dire una cosa a Diana,perché ha detto che sarebbe sparito e l’avrebbe lasciata stare.

“Oddio,e se non ce la facciamo”

“”Sta calma Monica,vedrai che starà bene”

“Io ho paura che lei non ce la faccia”

“Me l’ha promesso,ce la farà”

“Aspetta,vado a vedere se fuori c’è qualcosa di utile per rompere la porta,così non concluderemo niente”

“Buona idea,vai veloce”

“Ok”

 

“Corsi verso l’uscita,e appena arrivata cascai,con la faccia a terra.

Sentii l’aria fresca carezzarmi la pelle,sentii un piacevole brivido,scoprii che  non c’era il sole,ma siamo in primavera ormai,però è brutto tempo. Sentii il profumo dei fiori,il cinguettare degli uccelli,e notai che mi trovavo in una terrazza.  Che buttava su un prato pieno di fiori,corsi verso quello e mi ci buttai. Mi rialzai subito è solo che stavo lì dentro da un mese e l’aria fresca,mi aveva scombussolato la testa. Ritornai sul terrazzo,e notando delle vie presi la prima.  Arrivata alla fine,trovai solo dei vecchi sacchi,niente d’importanti e mentre tornavo indietro,guardai la torre in cui eravamo rinchiusi in tutta la sua grandezza. Era alta,ed io c’ero fuori. Un ampio recinto di mattoni la circondava sopra c’era del filo spinato,che la circondava tutto. Era orribile sembrava uno dei campi di concentramento di Hitler. Rabbrividii ma non per il freddo,anche se quello cera,ma per la paura,mi accorsi che ero sola,chissà dove che cercava qualcosa che probabilmente non c’era. Mi soffermai sul paesaggio prendendo l’altra via che ci girava intorno. Inoltre,dietro c’era un’ampia  zona collinare. Una distesa verde,erba,che brillucicavano debolmente qua e la degli alberi ricchi di mele rosse e cespugli. Sopra però con contrasto, c’era un cielo cupo,sembrava coperto da un lenzuolo grigio che traspariva nuvole più minacciose di altre,incorniciate dal sole che dietro voleva uscire per farsi contemplare in tutto il suo splendore. Purtroppo però,le nuvole gl’impedivano questo lavoro,che rappresentava vanità,in fatto è che si poteva permettere tale difetto per il semplice fatto che era una cosa meravigliosa e che niente poteva eguagliarla. Cercai per tutte le vie introduttive di quelle principale,ma niente,non c’era niente. Poi sentii delle voci e mi fermai  guardare da dietro una parete,era Jade e lo scienziato,avevano in mano una pistola. Cavolo,mi sarebbe stata utile.

“Che ci fai qui?”

“Caz*o Martin mi hai fatto prendere un infarto,che ci fai qui?”

“Il fatto è che io ho detto che sparivo,ma il punto è che non so dove siamo…e quindi non so proprio che fare”

“Che scemo…uh hanno lasciato la pistola incustodita”

“E quindi”

“Cretino,fai da palo vai davanti alle porte guarda”

“Ok,ma perché lo facciamo?”

“Perché se no ci giochiamo Diana”

“Ah”

“Ok….presa…andiamo”

“Corsi verso l’entrata e andai da Francesco,che con quegli attrezzi non era riuscito a far niente.

“Diana non risponde”

“Come non risponde”

“Me lo aveva promesso cavolo,non puoi morire…”

“Sta calmo…la sai usare?”

“Diana la sa usare…anch’io”

“Bene,allora Martin fai il tuo dovere ogni tanto…comunque anch’io la so usare”

“Vuoi farlo tu?”

“Per me è uguale”

“Non è il momento di litigare,dai Martin spara qualche colpo”

“Ok”

 “Dai,così l’acqua non esce…si ecco,ma il punto è che fra un po’ i proiettili finiranno”

“Tu spara vicino agli altri buchi in modo che si allargano”

“Ok”

“Com’è fuori Monica?”

“Bello,la parte senza il castello,ci sono delle mele”

“Io ho una fame”

“Sì,ma ora non     esco,nei paraggi ci sono quei due pazzi”

“Sentite,io vado fuori così se si avvicinano io, li mando via se no potrebbero non permetterci di salvare Diana”

“Sì,ma sta attento”

“Ok”

“Dai Martin”

“Un attimo”

“Ok”

L’acqua intanto usciva a fiotti,spero che  Diana stia bene,sentii uno sparo fuori. Oddio che sta succedendo. Uscii fuori c’erano tutti e tre e il pazzo impugnava una pistola e aveva appena sparato.

 

Non ce la posso fare. Cercavo ancora di arrancare,ma cominciavo a vedere male,la testa mi girava, e la gamba ormai non  me la sentivo più,avevo paura. Rimpianti. Tristezza. Possibile che io stia per morire?Sentii dei rumori,ma persi i sensi,non ce la facevo più. Avevo lottato,ma con il tetano,è un po’ difficile lottare tra la morte e la vita. Avrei voluto rivedere e salutare i miei amici. Anche Martin,in fondo aveva avuto un’importanza rilevante nella mia vita,è stato importante anche se ora non merita più niente. Vorrei andare a fare shopping con Monica,divertirmi e fare a cuscinate con lei nelle notti del pigiama party.

Senti altri spari,altri spari e continuarono,ma io persi i sensi. In quell’acqua gelida e poco profonda,senti rumori,ma ormai sono solo lontani ricordi.

           

                                                                                                              -

 -Capodanno,rullo di tamburi gente in festa,ho aggiornatòòòò che bello!!!!comunque,facendo riaffiorare parte ragionevole di me,che già di per se è poca,e poi a mezza notte no vi dico.

Bene,che ne dite. Vi ho voluto lasciare un po’ con il fiato sul collo,se no non ci sarebbe un po’ di suspense. Ce la farà Diana a vivere o morirà? Francesco starà bene?

Be,spero che continuerete a leggere la storia,mi scuso per l’enorme ritardo,ma purtroppo la scuola mi ha seppellito di compiti,chimica fisica,latino italiano matematica ecc... quindi mi ha tolto tempo,ore di sonno preziose e ispirazione. Bene volevo dirvi per chi mi segue che sul mio account ci sono informazioni sulle storie che pubblico e naturalmente anche su questa. Così vedete un po’ a che punto sono .

Ora vi lascio ahahahahahahahahhaahhaha

Silvia.

Bye and i hope like it

Ps:spero che mi seguirete ancora e che anche se il capitolo è corto,vi piaccia. Ringrazio chi mi segue attivamente e chi invece passivamente,sono felice che mi seguiate. Spero anche che continuerete a farlo,be ciao.

Kiss

Comunque il tempo di rileggerlo non c’è l’ho,mi dispiace. Spero comunque che non ci siano,e s e ce ne sono,ditemelo. Grazie

Kiss

Silvia.

 

 

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Capitolo 27
*** Sometimes everything seems to work ***


La nascita di un nuovo amore cap24

Sometimes everything seems to work
 

 
 
Esco fuori,dal tunnel e noto che quel colpo era andato dritto addosso a Francesco. Dovevo fare qualcosa,dovevo aiutare Diana,che sono sicura Martin non sarebbe riuscito a fare. Infine,dovevo trovare un modo di salvare Francesco,ma come?
Prima,quei due pazzi si trovavano sul balcone,lì di sicuro c’è un’entrata verso l’interno,devo riuscire a raggiungerla. Come?
“Ragazzina,se vuoi ce ne anche per te”disse guardandomi con aria di sfida. Io piano mi avvicinai a lui,con sguardo basso,arrendevole. “Ti vuoi consegnare così?”
“Esatto”dico quasi vicina a lui. Mi fermo ad una distanza quasi nulla e con un passo veloce,cerco di passare. Con successo,lui perde l’equilibrio e casca a terra. Io velocemente mi avvio verso i corridoi aperti.  Lui si rialza e spara verso di me,ma riesco ad evitarlo,almeno così pensavo,infatti mi sfiora la spalla lasciandomi una ferita superficiale,che non faceva molto male,tranne che sembrava andasse a fuoco. Senza scoraggiarmi,vado avanti e cerco di ricordarmi la via dove avevo preso prima la pistola.
Incespicando nella memoria,riuscii a trovare quella che prima era una strada,ora sembrava un via tenebrosa alquanto lugubre. Una striscia per terra segnava lo strusciamento di qualcuno che perdeva sangue e andava a finire lungo il burrone sul giardino,non mi affacciai impaurita da quello che avrei potuto vedere così presi a scendere le scale arrugginiti a chiocciola  verso la sala comandi. C’erano segni di sangue su tutte le scale,e un senso di nausea comincio a trapassarmi  il corpo.
Appena arrivata notai un macchinario pieno di bottoni e lucette. Non sapendo cosa spingere,cercai qualche riferimento e notai una manopola che mi affrettai a girare mi mossi un po’ ma poggiai i piedi su qualcosa di bagnato. Come quando passi in una pozzanghera e schizzi con l’acqua. Infatti abbassando lo sguardo notai una pozza di sangue non tanto alta,sarà stato un millimetro,ma pur sempre ampia. Si può sapere cos’sera successo qui?
Notai in alto degli schermi e nomi che ricadevano con delle frecce grandi su alcuni pulsanti sottostanti.
Sala di ferro
Cella d’isolamento
Stanze contenenti
E altri nomi. Respingendo i conati di vomito spinsi i pulsanti rossi di quelle tre stanze e vidi sopra che tutte le celle si stavano aprendo e la stanza che prima era tutta di un colore indefinibile prese forme e colori tanto che vidi  il corpo di Diana steso a terra.
Avevo chiuso la porta della sala comandi,ma il rumore di una porta rotta giunse alle orecchie.
Cominciai a cercare una porta e la trovai. Percorsi il lungo corridoio che dava su delle porte tutte chiuse con scritto sopra sgabuzzini. Ne rimase una con scritto qualcosa sulla targhetta sulla porta,ma macchiato di qualcosa di rosso non si lesse.
Entrai ed altre porte si stagliarono davanti i miei occhi presa dalla fretta nei aprii una e un’altra ancora. Mi ritrovai in un laboratorio poco illuminato,cercai un pulsante e spinsi il primo che trovai. C’era un enorme letto con sopra uno strano macchinario,notai i svariati computer,poi delle voci  attirarono la mia attenzione.
“Dov’è andata,guarda in laboratorio,io vado avanti”entrai in panico,anche se era solo Jade,non sapevo di quale arma disponesse,perciò corsi verso una porta in fondo,era bianca e non aveva nessuna indicazione. Entrai velocemente,e guardandomi davanti,vidi una quantità di gabbie illimitata,c’erano quei mostri che stavano progettando,si stavano attaccando,si mordevano a vicenda e alcuni sbattevano sulle gabbie,forse volevano uscire.
“Gli sono sfuggiti di mano”pensai ad alta voce. Gli animali erano molto aggressivi fra di loro,e appena mi videro,mi fulminarono con gli occhi e cominciarono a schiamazzare più forte di prima. Cercai di farmi piccola,ma praticamente,tutti li mi potevano vedere. Notai una piccola finestrella e subito cercai di arrampicar mici. Spinsi un po’ le sbarre arrugginite e mi sporsi,sotto c’era un fraticello ed un cancello grande,subito scesi.
Il cancello era protetto da due guardie che qualche secondo dopo vennero richiamate,perciò uscii e vidi la strada. C’era inoltre un camion,e subito mi venne un idea. Cominciai a girare intorno,vidi dopo un po’ il tunnel da cui ero uscita,c’era Francesco ancora a terra,mentre Martin stava portando in braccio Diana.
“Martin,devi venire subito con me,seguimi”
“Ok,io prendo Francesco,tu pensa a Diana”
“Ok”
 
“Un furgone!”sentenziò Martin.
“Esatto,dai mettiamoli sopra e saliamo”
“Sai guidare?”
“Ehm,no ma ci arrangeremo”
“Io qualcosa la so”
“Allora pensaci tu”
“Ehi voi,dove credete di andare?”
“Su forza Sali”incitai Martin.
Dopo poco partimmo molto velocemente con qualche problemino,ma l’importante era essere usciti.
“Portaci,non so dove….”
“Bene,allora anche qui va bene!”
C’è poco su cui scherzare , perche non chiami gli agenti segreti?”
“Buona idea”
Dopo averli chiamati,cercai di aiutare i miei due amici,e dopo qualche ora di strada,una macchina ci fermò e ci porto vicino ad una finestra con la quale entrammo in quel che doveva essere il quartier generale.
 
-Salve! So che non posto da mesi e sono imperdonabile,poiché questo capitolo è orribile,ma non spaveo proprio come andare avanti,e posterò il prossimo il prima possibile! Il fatto è che ho molte storie in corso! Ma non vi abbandonerò più in questo modo,m’impegnerò per finire questa storia,visto che fra un po’ è un anno che me la porto avanti!
Spero di non deludervi,nel prossimo si sistemeranno un po’ le cose,ne dovrebbero mancare,al massimo due,quindi siamo agli sgoccioli!
Scusatemi ancora e grazie a chi ha avuto pazienza!
Bye Silvia!
Ps:non mi sono fermata molto sui dettagli,ma nel prossimo cercherò di fare del mio meglio,è che dopo tanti capitoli,comincio a perder la strada! Sono affezionata a questa storia in quanto è la prima che ho scritto. E’ scritta molto male a differenza delle altre molto più curate e leggibili,poiché nel corso dell’anno è cambiato anche il mio modo di scrivere,molto. Ora vi saluto,se volete dare un’occhiata alle mie altre storie,ne sarò molto felice!
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!
Di solito non ne faccio di così corti!!!
Scusatemi ancora! :)
 
 
 

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Capitolo 28
*** La mia storia con te ***


La nascita di un nuovo amore cap 25

La mia storia con te

 
Bipp
Bipp
Sentivo un rumore assordante che m’infastidiva. Cercai di muovere il braccio e tapparmi le orecchie,ma appena lo mossi,un dolore lancinante mi penetrò le ossa e mi mozzò il fiato.
Sentivo un odore di medicine e antibiotici che mi pizzicava il naso che mi prudeva leggermente.
Non capivo dove mi trovavo,e volendolo capire aprii gli occhi e di colpo una luce m’investi,facendoli lacrimare.
Decisi infine che non era il caso di essere così avventata,così a poco a poco,riuscii a visualizzare il mondo circostante.
Davanti a me,sulla parete del muro opposta,c’era un piccola tv nera che era appoggiata ad un tavolino di legno,infine sulle pareti bianche c’era di lato una finestra ampia aperta quanto dovuto. E fuori si vedeva alberi verdi e qualche uccello impercettibilmente udibile.
Mi guardai intornoe notai diversi macchinari,il rumore proveniva da uno che segnava i miei battiti del cuore,calmi e apparentemente stabili.
Avevo una mascherina dell’ossigeno e notai le mie braccia bucate con degli aghi che mi iniettavano chissà quale sostanza.
Infine gli arti inferiori stavano li immobili e io non riuscivo a sentirne la presenza.
Improvvisamente comincia ad avere paura e il mio battito del cuore aumentò,infatti il “Bip”divenne più veloce ed intenso.
Dove mi trovavo? Che posto era questo? Non ricordo perché mi trovo qui.
Cercai muovere il palmo delle mani per capire di che tipo era il tessuto su cui ero distesa.
Fresco e liscio,probabilmente cotone.
Una sorta di avvenimenti mi venne in mente,ma erano tutti confusi e sbiaditi.
Stavo impazzendo che posto era?
Cominciai a muovermi anche se questo mi porto delle fitte di dolore fortissime su ogni punto del corpo. Questo andò al mio cervello e delle forte fitta al capo mi scombussolarono.
Vidi figure vestite di bianco venire verso di me ed intimarmi di stare calma.
Ma non ci riuscivo,vedevo sfocato e non ero capace di  muovermi per intero.
“Si calmi signorina,si trova in ospedale,ci siamo noi ad aiutarla,andrà tutto bene”disse una signora agitata con parole sicure e calme.
Io volevo urlare,fare domande e ricevere rispostes,ma tutto quello che mi usciva dalla bocca erano mugolii sconnessi e  poco udibili.
Cercare di trovare la mia solita razionalità,ma penso che dopo tanto tempo sarà difficile. Fatto sta che mi distesi tranquilla,con il fiatone sul lettino,mentre calde gocce cominciarono a bagnarmi il viso.
“Ok,brava,così”
“D-dove…”provai mai non mi sentivo nemmeno io.
“Come scusi?”
“Dove…mi trovo che succede?”
“Lei è in ospedale,ma non si dia pena,è tutto a posto”
“E allora  perché mi trovo qui?”
“E’ arrivata qui circa tre settimane e mezzo fa,in uno stato a dir poco urgente,ma ora è stabilizzata”
“Cos’avevo?”
“Infezione da Tetano alla gamba e febbre alta con deliri”
“Oh mio Dio!”esclamai esterefatta. Che cosa era successo per ridurmi in questo stato?
“Quando posso uscire?”
“Non sia affrettata,lei non sta del tutto bene,è di salute cagionevole,ora che si è svegliata dobbiamo fare degli accertamenti”
“A proposito non ha una faccia molto bella,mi dica come si sente?”
“Sento dolore da per tutto,non riesco a muovere le gambe e non ricordo nulla di come io si arrivata qua”
“Lei signorina ha rischiato di affogare,dev’essere stato schioccante,ora cerchi di riposare e più tardi verremmo da lei”
“Va bene”
Uffa!
Che cosa era successo,non mi ricordo.
Mi addormentai senza accorgermene e quando mi svegliai notai mia nonna e i miei genitori.
“Figlia mia!”disse mia madre abbracciandomi.
“Ahi! Mamma,fa piano”
“Scusa tesoro”
Mi abbracciarono tutti,e poi entrò una ragazza dai capelli neri.
“Diana!”disse vicino a me con gli occhi lucidi,notai che aveva una fasciatura sulla spalla. Lei chi era?
Marta?
Manuela…?
No,si chiama in un altro modo…come?
“Scusa,non mi viene in mente il tuo nome…”dissi con una punta d’imbarazzo.
“M-onica”balbetto con gli occhi spalancati.
Monica…Monica…?
Rimasi perplessa qualche minuto,poi qualche ricordo cominciò avenirmi in mente.
“Monica…”dissi ancora con tono perplesso. “Monica…MONICA!”ora icordo,la mia migliore amica.”Scusa,ora ricordo”
“Non fa niente”
“Sono felice di vederti,come va?”
“Bene,te?”
“Non lo so,non mi ricordo molto di quello che è accaduto”
“Proprio nulla?”
Mi misi  a pensare cercando di ricordare,ma nulla…
Aspetta…la prigione…il dottore pazzo…Jade…Francesco…FRANCESCO…
“Francesco,dov’è? Dov’è? Sta bene?”
“Meglio di te,ma sempre al letto”
“Che cosa gli hanno fatto?”
“Il dottore gli ha sparato”
“Come?”
NO! Era colpa mia,solo mia. Volevo vederlo,subito!”
“Ora dov’è?”
“Anche lui ha chiesto dite,è nella stanza accanto,ma per ora nessuno dei due si può muovere”
“Per favore Monica,voglio vederlo,ora!”
“Non puoi,mi dispiace”
“No,per favore,ho bisogno di lui,te ne prego”
“Io non ci posso fare nulla,tu e nemmeno lui,da quello che so non siete in condizioni di alzarvi,mi spiace”
Continuai a reclamare finche,contro la mia volontà,mi diedero un sonnifero,che mi fece dormire qualche giorno.
 
Mi svegliai ancora in quella stanza,stavolta avevo solo alcuni aghi nelle baccia,la mascherina non c’era più e cominciavo a sentire le gambe,in realtà solo una. Mi avevano detto che l’altra mancava poco dall’essere amputata,perché era in gravi condizioni,ma per fortuna sono riusciti a rimediare.
L’unica cosa che volevo in quel momento era vedere Francesco,ma non riuscivo a muovere bene le gambe,ed era già tanto se ero riuscita a mettermi seduta.
“Uff”sbuffai rilasciandomi cadere sul materasso.
“Signorina,buongiorno!”
“Salve”
“Oggi dovrebbe provare a alzarsi”
“Davvero,posso?”
“Certo,devi provare a muoverle,ora stacchiamo questi che non ti servono più”disse cominciando a levare gli aghi. “Perfetto,ora con calma ti aiuto ad alzarti”
“Non riesco a muoverle”dissi con aria trsiste.
“Ok”mi prese delicatamente le gambe e cominciò a muoverle insieme,come se andassi in bicicletta. “Vediamo se così va meglio”continuo questo esercizio,la gamba destra ora riuscivo a muoverla,mentre la sinistra mi formicolava,ma non riuscivo a muoverla.
“Sei solo arrugginita,proviamo ad alzarci ora sfruttando la gamba destra”
“Ok”
Dopo vari tentativi riuscii a mettermi in piedi,senza poggiare la gamba sinistra. Alzandomi mi assalii un conato di vomito e tutto intorno a me cominciò a muoversi finchè non perse colore e caddi nel buio più profondo.
 
“Finalmente si è svegliata1 Si sta facendo certi sonni!”
“Che è successo? Stavo provando a camminare”
“E’ svenuta,poi le ho dato delle medicine per farle calmare i sintomi,ma lei non sta bene,deve rimanere altroo tempo ferma senza muoversi,forse potrà alzarsi tra qualche giorno,per adesso le ho cambiato farmaco e le prescrivo altre belle dormite,buon riposo”
“Si,buon riposo”dissi arrabbiata e delusa.
Non c’è la facevo più,possibile che non facevo altro che dormire pure stavo ancora così male?
E se provassi ad alzarmi?
Così feci.
Con molto calma riuscii a mettermi in piedi,mi colsero subito dei giramenti e la nausea,ma cercai di sorreggermi al muro e riuscii a fare qualche passo arrancando notevolmente. Appena uscita dalla stanza,cominciai a peggiorare e rischiai di cascare su un ostacolo invisibile.
Stavo per cadere quando un viso familiare uscii dalla stanza e mi sorrise preoccupato. Non dovevo essere una bella vista in effetti.
Bianca cadaverica,sul punto di vomitare e svenire,con giramenti di testa e sudore,insomma si poteva cercare di meglio.
“Diana!”era Francesco. Sorrisi,e cercai di dire il suo nome,ma cascai in ginocchio e sentii poi le sue braccia alzarmi,infine sparì tutto.
“Testarda che non sei altro,fai sempre come ti pare”disse portandomi nella mia stanza. Era stanco e un po’ consumato,ma sicuramente meglio di me stava,già il fatto che stava in piedi senza problemi lo sottolineava,se ci mettiamo il fatto che mi sta portando sul letto in braccio,e anche che io in questo momento non riuscirei nemmeno a sollevare un penna,di sicuro meglio di me stava.
Sicuramente.
Io mi svegliai qualche ora dopo e me lo trovai davanti che mi guardava.
“Finalmente!”
“Francesco2cercai di alzarmi,ma lui con mano gentile mi ributto giù delicatamente.
“Stai giu,già non dovevi alzarti,e come al solito tuo…”
“Volevo vederti”dissi girando lo sguardo interrompendolo.
“Si,ma non dovevi alzarti”
“Lo so”
“Va meglio,mi hai fatto preoccupare. Monica mi ha detto delle tue condizioni,mi chiedo con quale forza tu ti sia alzata dal letto!”disse con un mezzo sorriso.
“A volte mi stupisco anche io della forza dell’amore”
Lo vidi stupirsi e ammutolirsi.
“Comunque come stai,dopo lo sparo?”
“Bene,fra un po’ mi dimetteranno”
“Sciocco,lo sai che hai rischiato grosso?”
“Si,lo so,però anche tu”
“Io non ho fatto nulla,sono stata li in quella sorta di piscina improvvisata incapace anche di nuotare”dissi con stizza nei miei confronti.
“Già,in fondo non è importante,stavi solo per fare un passo nella porta della morte,Ma si se vuoi festeggiamo”
“Non fare del sarcasmo”
“ Se pensi che quello che mi è successo,sia colpa tua,levato dalla testa,ok?”
“Tsk”
“Diana,ma che colpa avresti tu?”
“Io non ho fatto nulla per aiutarvi,se non fosse stato per voi,io sarei morta e avrei causato anche la vostra,è colpa mia”
“Ma che dici,stavi male”
“Si,ma…”
“Non c’è nessun ma,ora zitta e dormi,io vado in stanza”
“No,aspetta non te ne andare”
“mm?”
“Non mi lasciare da sola”
“Devi riposare”
“No,voglio stare con te”
“Diana,non fare la bambina”
“Che c’è,perché non mi credi?”
“Non è che non ti credo...”
“Io ti amo”
“No,tu credi di amarmi,ma sei ancora innamorata di Martin”
“E chi te lo avrebbe detto questo,scusa?”
“Non lo so”
“Salve”mi voltai verso la voce.
“Martine”
“Io vado in stanza”
“Diana,ti devo parlare”
“Cosa c’è?”
“Voglio che tu risponda ad una mia domanda,nel modo più sincero possibile”
“Dimmi”
“Tu sei ancora innamorata di me?”rimasi spiazzata da quella domanda.
Io ero ancora innamorata di lui?
Si…forse penserete che io sia una stupida. Dopo quello che mi ha fatto…
Il fatto è che al cuore non si comanda,quando uno ama una persona veramente,e darebbe tutto per quest’uomo che sente parte di lui,anche dopo tutte le atrocità possibili immaginabili ne sarebbe ancora innamorata. Perché l’amore vero è irrazionale,nell’amore vero calpesti te,aggiusti in alto alle tue priorità quelle della tua metà,perché l tua felicità dipende dalla sua.
Io ho amato veramente Martine e anche dopo tutto quello che ho passato non posso dire di non amarlo,perché io avrei scalato l’everest,il monte bianco se fosse stato in pericolo,e ora da come risponderò dipenderà un po’ la sorte di tutti.
“Si”
Ecco fatto,un’altra volta ho calpestato il mio immenso orgoglio per amore.
E’ proprio vero che questo stranissimo quanto forte sentimento,ti cambia ed è capace di farti fare le cose che tu non ti saresti nemmeno sognato.
“Ma,io non mi fido di te,anche se ti amo ancora”
“Io ho un volo per New York tra un’ora”
“Come scusa?”
“Sono venuto per sapere come stavano le cose”
“Ed ora cosa intendi fare?”chiesi.
“Io ti amo,ma non posso farti felice,proprio non ci riesco,perché ti amo,ma non quanto tu meriteresti,e non più di me stesso. Io penserò sempre prima a me,e ora voglio andare via,per iniziare una nuova vita con la mia famiglia,spero che tu sarai felice. E mi dispiace per tutte le lacrime che hai versato,e per quelle che forse verserai. Ti chiedo scusa per ogni singolo momento in cui non sono riuscito a renderti felice,ti chiedo scusa perché non riesco amettere te davanti a me,e quindi no ti posso amare,ti chiedo scussa per il dolore. Per il cuore spezzato,per le cuciture e le ferite ancora aperte su di esso,ti chiedo scusa se in qualche modo ho compromesso qualcosa nella tua vita. Ti chiedo scusa perché non ti amo quanto tu ami me,davvero,vorrei,ma io non ti amo abbastanza. Mi dispiace Diana”
Mi alzai piano dal letto,mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia prima di dargli un bacio,lui ricambiò e dopo quando ci scostammo gli chiesi un ultima cosa prima di lasciarlo andare per sempre.
“Un ultima cosa,tu davvero non mi ami?”
No,non sono masochista,non vi preoccupate,è solo che devo sentirmelo dire un’altra volta,perché dopo devo lasciarlo andare,e devo trovare la forza di farlo.
“Io i voglio davvero bene,non ho mai tenuto tanto ad una persona,ma penso che se si ama veramente una persona non le si farebbe mai del male,e che se davvero ti amassi in questo momento nonavrei fatto le valigie,snza prima dirti niente”
“Capisco,ora per favore vattene,addio amore mio”
“Addio,scusa”
Uscì dalla stanza con passo svelto,e anche se quella non sembrava,era la porta della mia vita,e lui la stava lasciando per sempre. E se sapessi che lui mi ama,lo seguirei all’aeroporto,ma non posso,gli complicherei solamente le cose,io sono un intralcio per lui.
Cascai in ginocchio piangendo,cacciai un urlo,uno forte per buttare fuori tutto il mio dolore,che un giorno sarei riuscita a scavalcare e sarei andata avanti.
Francesco mi abbracciò forte e io piansi,finché la stanchezza non mi colse. E un giorno sarei andata avnti e avrei amato Francesco più della mia stessa vita,perché con lui stavo meglio e poteva darmi quello di cui avevo bisogno. 
Con lui potevo vivere e dopo Martine e il dolore che mi ha arrecato,io sarò più forte e amerò più di prima.
 
 
Mi dimisero dopo altre due settimane dalla clinica,ripresi la scuola e il lavoro d’investigatrice insieme a Francesco che era stato preso grazie a tutto quello che aveva fatto per noi nel caso precedente. Con lui lavoravo molto bene,eravamo in sintonia. E io stavo pian piano superando quanto era successo con Martine. Lui si trovava da tutt’altra parte,voleva ricominciare la sua vita senza di me,e io l’avrei fatto senza di lui.
Ancora oggi,dopo quattro anni passati da quell’anno d’inferno,mi viene da pensare a quanto esso mi abbia cambiata. Ho capito cos’è l’amore e ormai sono fidanzata con il ragazzo che mi ama e che io ricambio,da ben tre anni.
Ora penserete,ci è voluto un anno per dimenticare Martine?
Non proprio,il fatto era che io non volevo illudere Francesco e mi sarei messa con lui solo quando io sarei stata pronta e non l’avrei fatto soffrire. Ho aspettato tanto ma l’ho fatto per rispetto a lui e a me. Penso che sarebbe stato inutile mettermi subito con lui,che senso avrebbe avuto?
Sarebbe stato stupido,invece aspettando so che ho fatto bene.
Ora posso dire che tanto soffrire mi è servito per due cose:

  1. Sono maturata,e il dolore mi ha resa più forte,mi ha preparato una corazza nel caso il mondo mi sarebbe caduto addosso.
  2. Ho imparato cos’è l’amore vero,cosa significa tenere ad una persona e che delle volte c’è gente che ti può amare come nessuno a mai fatto e mai farà.
Perché ognuno di noi nella nostra vita deve credere che può essere amato con la stessa intensità con cui da,devo solo saper aspettare,lottare sempre e non lasciarsi mai andare,perché le cose belle prima o poi arrivano,bisogna solo saperle aspettare.
Nellavita ci saranno tante delusioni,alcune profonde altre meno,altre ti segneranno a vita,spetta a te saperle affrontare. Puoi buttarti giù e lasciarti trasportare,o puoi impare da esse e diventare più forte e meno fragile. Perché uno lo voglia o meno,una persona matura con le delusioni,pechè t’imparano ad accettare la realtà,cioè che no viviamo in una favola e che non tutto andrà sempre come vogliamo noi,certo,possiamo lottare,ma la vita non è una favola. E’ bello pensarlo,ma grazie al dolore si può maturare,sempre mantenendo un po’ di quel bambino che era in te.
 
Questa è stata la storia di un anno della mia vita,il più difficile,o chi lo sa magari non è nulla,in fondo ho ancora molta strada da fare.
Spero di non avervi mai annoiata e che sia servito anche a voi per imparare qualcosa.
In fondo non si finisce mai d’imparare.
                                                                                                              
Diana Lombard
 
 
 
-Che dire?
E’ finita!Finalmente,anche se un po’ mi dispiace,mi sono affezionata a questa storia.
Non penso che farò un epilogo,perché qua ho detto tutto e ho lasciato qualche domanda vagare qua e la.
Chissà,magari quando avrò terminato alcune storie,riprenderò questa e la porterò avanti,si vedrà!
Spero che il finale vi sia piaciuto,mi ono impegnata per farlo il meglio possibile,l’ho riscritto alcune volte. Purtroppo non ho tempo per ricorreggerlo,ho avuto delle settimane da incubo.
Che dire,se ci sono alcune domande su qualcosa che non è ben chiaro,fatemelo sapere,sarò contenta di spiegarvelo!
Sono tanto curiosa di sapere cosa ne pensate.
Questa è stata la prima storia lunga che ho scritto,l’altra era una one-shot. E rileggendo i primi capitoli scritti un anno fa,mi sono accorta che si poteva fare di meglio e che comunque il mio modo di scrivere è cambiato.
Ora penserete “Che bello finalmente è finita” è già e ben un anno che me la porto avanti!
Spero di aver dato un degno finale!
Vorrei ringraziare inoltre,una persona che mi è sempre stata vicina e che anche dopo le mie lunghe assenze imperdonabili,mi ha sempre fatto sapere la sua opinione: kasumi_89. Grazie di tutto!
Poi vorrei ringraziare le persone che hanon recensito alcuni capitoli,grazie anche a voi che mi avete fatto sapere che cosa stavo combinando!
Ringrazio le nuove persone che hanno scoperto e recensito la storia:Chelinde! Sei molto gentile,grazie dei tuo complimenti.
Infine un grazie a chi ha messo la storia tra seguite\ricordate\preferite,chi ha letto in silenzio e mi ha sempre seguita anche non facendomelo presente.
Grazie di cuore a tutti ragazzi!
Ora vi saluto bye Silvia!
<3  J
Kiss!
 *L’autrice piange* :’( Scusate mi ero ripromessa di non farlo…ahahaha mi dispiace molto,è la prima storia che termino,sono una lumaca! J
Grazie,grazie,grazie!!! *sommersa dalle lacrime vi saluta*
Bye XD
 
 

ps:non l'ho riletto,scusat per gli eventuali errori,se me li farete presenti,riparerò il prima possibile...

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