A TUTTO REALITY- NdL

di devilnocry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 
Una comune giornata, come ce ne sono tante, probabilmente i più non si sarebbero neanche accorti del suo passaggio, ma in una casetta a schiera di periferia quel giorno e quelli seguenti sarebbero rimasti a lungo impressi nella mente di una giovane ragazza… e non solo nella sua.
L’interno della casa era quasi interamente adornato di bianco, dalla porta d’ingresso alla ringhiera delle scale. Il via-vai di persone era inverosimile, ma non tanto considerando che si avvicina un matrimonio.
Improvvisamente la porta si aprì ed una ragazzona di colore con gli occhiali da sole fece il suo ingresso.

Leshawna: Yo Belli! La vostra Leshawna è arrivata!!

Disse la ragazza mettendosi in posa.

Bridgette: Finalmente! Presa comodina eh? Ti prego vieni a darmi una mano con questi campioni, bisogna ancora scegliere i fiori al tavolo nuziale…. IZZY SCENDI DAL LAMPADARIO NON E’ IL MOMENTO!!

Izzy: YUHUUUUU!!!

Urla la rossa dondolandosi sull’ormai precario lampadario.

Leshawna: Arrivo tesoro, ma prima vado a salutare la mia stellina.

Bridgette: E’ nella sua stanza al piano di sopra con madre e “stilista”.

Dice accennando un sorrisetto ironico.
Leshawna  salite le scale arriva davanti ad una porta con al centro una bellissima decorazione di fiori finti… completamente nera.

Leshawna: Fatemi vedere questo fiorellino!!!

Urla aprendo la porta.
La futura sposa è ferma davanti allo specchio mentre la madre ed un’amica le stanno sistemando i capelli.

Leshawna: UH-UH!! Chiamate il paradiso ragazze, hanno perso un angelo!

La ragazzona si avvicina e mette la mano sulla spalla della ragazza specchiandosi con lei nello specchio.

Gwen: Leshawna…

Leshawna: Dimmi tutto piccola.

Gwen: No...non….non ce la farò…

Leshawna: Ma che dici! Guarda che spettacolo! E’ solo un po’ di eccitazione, tutto qui. Infondo mancano solo tre giorni.

Gwen osserva la sua immagine con gli occhi sbarrati e le pupille ridotte solo a due puntini quasi invisibili.

Gwen: Sono nel panico Leshawna!..... Sò…. Sò che farò qualche pasticcio… ne faccio sempre..

Dopo di che si piega in avanti e si copre il viso con i guanti bianchi.

Courtney: ADESSO BASTA!! STAI FERMA!!

Si arrabbia la ragazza che assieme alla madre le sta sistemando i capelli.

Courtney: Sarà anche solo una prova vestiti ma se ti muovi ancora rischiamo che il tuo Romeo debba sposarsi con uno SPAVENTAPASSERI!

Già, Romeo, così ormai lo chiamano tutti, la loro in effetti è stata proprio una storia da romanzo Shakespeariano.

Il primo incontro sull’isola del reality, poi la separazione ma seguita delle continue occhiate assieme ai sospiri celati, poi la storia con Duncan che, a dirla tutta, non si era conclusa malissimo, o almeno meglio di quanto temesse Gwen.
I due semplicemente si salutarono unendo i pugni, come due vecchi amici.
La riappacificazione, quello fu un problema, un continuo tira e molla tra chi si sentiva troppo colpevole per pretendere (LEI) e chi non voleva forzare un sentimento che forse non era corrisposto (LUI).
Il destino però mandò dalla loro il più stano degli angeli, un angelo biondo con il cappello alla texana, che con i sui piani strampalati ed assieme ad un gruppo unico di amici alla fine li mise alle strette.
Ancora è fresca l’immagine di quella serata, quando lui ti ha raggiunta sulla panchina davanti al pub dopo un vostro “casuale” incontro. L’imbarazzo, la rabbia, la ripicca, la stanchezza, il guardarsi negli occhi reciprocamente, le reciproche scuse e poi… la confessione in simultanea ed il diventare paonazzi dopo essersene resi conto.
Hai sempre odiato quelle stupide situazioni da film, ma questo lo avresti rivisto mille e ancora mille volte, anche la parte dopo quando, ormai immersi l’una nelle braccia dell’altro sentiste gridare e li vedeste tutti lì, i vostri strani angeli custodi… ad applaudire… che vergogna! E poi quante risate pochi istanti dopo, tra lacrime che facevano brillare i vostri sorrisi.

Sei mesi dopo, mentre eravate usciti dal cinema dell’ennesimo film Horror, mentre abbracciata mimi con la mano libera i colpi d’ascia del cattivo di turno, lui si ferma e si svincola. Ti domando cos’abbia, con quel suo sorriso quasi irreale ed indecifrabile.
Lo vedi accasciarsi in ginocchio, ti agiti e gli chiedi cos’ha, lui ti tranquillizza dicendo che sta bene, ti abbassi anche tu, ma lui ti dice di stare in piedi, gli chiedi ancora se è tutto a posto, lui ancora risponde di sì, ma con un tono che sembra nervoso. Allora gli chiedi se ha perso le chiavi o qualcosa del genere… ma lui mette la mano nella tasca del giubbotto… ed estrae la scatoletta.



PANICO! REALIZZI FINALMENTE!
Cos’hai pensato? Felicità? Una bellissima frase per rispondergli a quelle parole che hai tanto sognato?
Niente di tutto questo Gwen, ti ricordi benissimo l’espressione da ebete che ti si era stampata in fronte con la bocca aperta in una smorfia che, per quanto ti sforzassi non riuscivi a cancellare. Il tuo corpo era di pietra e lui sembrava muoversi al rallentatore.
Non senti neanche cosa dice, gli vedi muovere le labbra ed aprire la scatoletta con “QUELLO” dentro, cerchi di rispondere, ma tutto quello che riesci a fare è stato saltargli al collo in lacrime piangendo come una fontana.
Al suo collo, del tuo menestrello che non ti aveva mai lasciata.
Poi quando lo dissi alle tue amiche…uff.
Già avevano fatto un gran casino quando vi eravate rimessi insieme, fatti conto adesso. Leshawna arrivò vicina allo strangolarti con un abbraccio, mentre Bridgitte subito si mise ad organizzare tutto. Una propria macchina inarrestabile.
La sorpresa poi di rivedere le altre, in particolar modo Courtney, che si presentò con una certa “ testa vuota in libertà condizionata”. Certo che voi donne siete belle strane.
Era un sogno, le famiglie in festa, le uscite con gli amici e poi il fatidico giorno, la prima prova dell’abito e… STOP!!!!
FINE POESIA, BENVENUTO PANICO!

Vederti nel vestito nero (e ti pareva) con tutti i pizzi che “con mille difficoltà Bridgette si era procurata” ti:
·         Azzerò la salivazione
·         Bloccò completamente il sistema cardio-circolatorio
·         Provocò convulsioni multiple con tic nervosi alla guancia e all’occhio destro

Gwen: S..sono ingrassata?

Parole semplici, ma che nella tua mente avevano un significato MOOOLTO più complesso-
Ritorniamo al presente.

Sei lì, davanti allo specchio e mentre sistemavano quell’ikebana sulla tua testa tu tentavi di ricordarti le parole che avresti dovuto pronunciare a distanza di pochi giorni.

Mente di Gwen: I-i-i-io…. Ehm… ehm…

Gwen: Leshawna?

Leshawna: Dimmi zucchero.

Gwen:….

…io come mi chiamo?

Chiedi a occhi sbarrati guardandoti allo specchio, e nella stanza cala il silenzio.

Nella disperazione completa ti lasci cadere sul tavolino davanti allo specchio lanciando un urlo di disperazione.

Courtney: ADESSO BASTA S-T-A-I-F-E-R-M-A!

Leshawna: A cuccia tutte e due!

La ragazzona si avvicina e ti accarezza la testa come una bambina.

Leshawna: Buona, buona, su non è nulla. La tua Leshawna è qui. Ci possono essere problemi con Leshawna dalla tua? eh?

Giri timidamente la testa in modo da vederla con la coda dell’occhio.

Leshawna: Eh?

Tirando su con naso in modo quasi infantile le rispondi timidamente

Gwen: Sniff… no…

Leshawna: Eccola qui la mia piccola!!

L’abbraccio di Leshawna deve essere miracoloso, ti lasci andare con la testa sulla sua spalla, la tua “sorellona” che sempre ti è stata accanto. Una delle ..”due” uniche cose piacevoli di quello stupido reality.

Leshawna: Brava, brava. E’ tutto ok. Eh? E’ tutt!!!

Gwen: ??

Nella vita, Gwen, ormai ne hai viste tante ed una delle lezioni che hai imparato è che se una persona si interrompe bruscamente a metà di un discorso significa catastrofe!
Ancora nel suo abbraccio le domandi, riacquistando in un istante la serietà

Gwen: Che succede Leshawna?

Leshawna: Eh? No, no, niente. Bella la piccolina di Leshawna tua.

Ti ripete con tono bambinesco accarezzandoti il dietro della testa, ma invece di tranquillizzarti comincia ad irritarti.

Gwen: Fammi vedere.

Tenti di liberarti ma la ragazzona ti tiene stretta  forte

Gwen: Leshawna.. lasciami.

Leshawna: Prima tesoro, ricordati che a tutto c’è rimedio e che…

Tiri uno strattone e ti liberi cominciando poi ad esaminarti allo specchio:
·         Occhi: ok
·         Bocca: ok
·         Brufoli: assenti
·         Spalline del vestito: regolari
·         Vestito in generale: ottimo
·         Guanti: Macchia nera enorme
·         Capelli: Particolari ma bene
·         Busto: nulla da s…
Muovi con estrema lentezza il tuo sguardo verso il guanto sinistro per notare che, prima, quando ti sei lasciata andare sul tavolino hai urtato il contenitore del rossetto liquido, rigorosamente nero, che si è rovesciato COMPLETAMENTE SOPRA AL GUANTO.
Ti giri con calma verso le presenti che ti guardano con un’espressione terrorizzata, ma tu, tranquillamente mostri loro un dolce sorriso, il che fa prendere loro un sospiro di sollievo.

La potenza del grido fa vibrare le finestre, Bridgette al piano di sotto cade con tutti i cataloghi in mano, Izzy cade rovinosamente assieme al lampadario e tuo fratello… è fuori in cortile che sistema il motorino. Si volta verso casa, torna a guardare il motorino e ricomincia a lavorare dicendo ad altra voce .

Sei avvinghiata a tua madre mentre piangi a dirotto.

Mamma: Tranquilla Gwen, non è niente piccola mia, non è niente.

Leshawna: Sì tesoro, calmati adesso.

Courtney: Abbiamo tutto il tempo per sistemare

Improvvisamente la porta si apre e Bridgette entra di corsa seguita da Izzy, che però entra con un salto mortale.

Bridgette: Che è successo?!!

Lehawna: Niente, un piccolo incidente con il trucco, bisogna lavare il guanto.

Izzy: WOW! GUARDA CHE MACCHIA ENORME

Tutte (eccetto Gwen che piange ancora): IZZY!!

Izzy: Uff.

E la rossa ricomincia a saltare per tutta la stanza.

Courtney: Ignoratela! Pensiamo alle cose serie. Come la mettiamo col quanto?

Bridgette: Ma il nero su questo tessuto lascia la macchia.

Cala ancora il silenzio interrotto da Izzy

Izzy: COLORIAMO IL GUANTO DI NERO!!!!

Courtney: Che razza di idea… no, aspetta, questa è un’idea!

Leshawna: Colorare in guanto con il rossetto ma sei fuori?

Courtney: Non con il rossetto. Prima lo laviamo, poi lo portiamo in lavanderia e lo facciamo trattare in modo da cambiare colore.

Detto questo Courtney tira fuori il suo cellulare e si mise all’opera.

Gwen si stacca dalla madre e si avvicina alla ragazza.

Courtney: Che c’è?

Chiede con tono stizzito.

Gwen: ..ih, Courtney..

La futura sposa la abbraccia con tutta la forza che ha in corpo lasciando la giovane di stucco

Gwen: GRAZIE!! Grazie, grazie, grazie… dopo tutto quello che… grazie

Courtney stava diventando rossa

Courtney: Eh.. eh, su.. dai Gwen, per così poco e poi è acqua passata, tutto sistemato, non devi.
STRAP!!

Le due sbarrano gli occhi. Courtney abbassa lentamente la testa che è sopra la spalla di Gwen ancora intenta ad abbracciarla.

Gwen: NO FERMA!!!... non.. voglio…vedere.

Gwen libera una mano e la porta dietro.

Accarezza la testa di Izzy che doveva esserle atterrata proprio dietro, poi si tocca dietro ed ad un certo punto non sente più la stoffa del suo abito, ma la sua coscia. Le sue pupille si contraggono.

Questa volta l’urlo fa sobbalzare anche il fratello che è fuori in giardino che cade sul motorino.

Fratello: Trent, fai presto a venire e portatela via. Io non ci vivo più in questa abbia di matti…


Tutte si trovano  fuori dalla stanza di Gwen che si barrica dentro dopo averle cacciate via malamente.

Mamma: Tesoro apri, ti prego.

Gwen: …NO!!...

Leshawna: Stella, su non fare così, vedrai che si sistema no?

Gwen:…NO!! CHE SE NE FA TRENT DI UNA COME ME! NON SONO NEANCHE CAPACE DI VESTIRMI DANNAZIONE!!!

Leshawna si gira verso le altre.

Leshawna: Basta.. è andata… caso tipico da “domani sposa” si può solo aspettare che le passi.

Courtney: AAAAAAHHHH, LEVATEVI E FATE PARLARE ME!

Si avvicina alla porta e bussa piano piano.

Gwen: …sniff… vai via…

Courtney: Gwen, sono la tua Coutney, apriresti questa porta per favore?

Dice quasi cantando.
Un paio di secondi di silenzio.

Gwen:…


…no..

Courtney: Uff… APRI QUESTA CAVOLO DI PORTA O LA BUTTO GIU’!!!!!!
E cominca a dare pugni alla porta.

Bridgette: Calmati! O la sfonderai veramente.

A quel punto si sente uno squillo, il telefono di Courtney. Lei si ferma.
Si separa dal gruppo e risponde.

Courtney: Pronto?

Duncan: Eh, ciao principessa.

Courtney: Ah, meno male sei tu, temevo qualche seccatura. Scusa ma qui siamo in emergenza totale.

Duncan: Ah…capisco… no…e non spingere babbeo adesso ci arrivo…

Courtney: ???

Duncan: ..ehm, non è un buon momento questo eh?

Courtney: Senti, non voglio sapere che state facendo nelle vostre “giornate per soli uomini” ok?
Mi devi solo promettere di essere puntuale tra TRE GIORNI alla Chiesa sulla sesta strada. Ricordatelo, ciao.

Courtney sta per riattaccare quando Duncan pronuncia la terribile frase.

Duncan: Ehm, tra tre giorni… ecco… io non ci conterei troppo…

La faccia di Courtney assume un sorriso che assomiglia di più ad una paresi facciale.

Courtney: …cosa prego?
Chiede sempre con il sorriso isterico.

Duncan: ..ehm.. temo che le cose siano un po’ sfuggite di mano.

Duncan si gira guardando una suite d’hotel completamente devastata.

http://imm002.altervista.org/titolo/atr-nott.jpg.html

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

DUE GIORNI PRIMA
Nella villetta sono tutti in fibrillazione, oggi sono arrivati i sarti per gli uomini che sono tutti fermi immobili come dei manichini.

Tyler: Ouch!

Sarto: Le ho detto di non muoversi signore!

Tyler: E’ quello che sto tentando di fare, ma lei continua ad infilzarmi come uno spiedino!

Sarto: Lei stia fermo e io non la infilzo!

Una ragazza bionda entra nella stanza

Linsday: OHHHH, come ti sta bene Tyleeer.

Tyler: Grazie piccola AHIA!!

Sarto: LE HO DETTO DI NON MUOVERSI!!

In un’altra stanza due poveri sarti stanno avendo qualche “problemino”.

Sarto1: Tira un po’ di qui

Sarto2: E se prima provassimo con la fascia per stringere un po’ e partiamo da lì?

Sarto1: Uff… tanto vale provare…TIIIRAAAAA!!!

I due sarti tirarono con tutte le loro forze tentando di stringere la fascia

Owen: AHAHAH….fa solletico..

Al piano terra nel mentre.

Geoff: Finalmente. Tah-Dan! Allora che ne dicci Cicci-picci?

Chiede il biondo rivolgendosi alla sua ragazza

Bridgette: Ti sta a pennello, sei uno splendore patatino!

Geoff: Bacino, bacino.

*smach*

Bridgette: Ora scusami ma devo andare al piano di sopra a dare una mano alle altre.

Geoff: A dopo allora.

Mentre la ragazza sale la scala tutta addobbata, il ragazzo si dirige verso la sala da pranzo.
Quando, passando davanti ad una porta-finestrae vede qualcuno lavorare con l’impianto luci in giardino e, mosso dalla curiosità, decide di andare a vedere.

Geoff: Hey, Noah, amico! Cosa combini?

Noah è alle prese col computer dell’impianto luci, immerso nei cavi dei vari colori.

Noah: Cosa ti sembra? Queste stupide luci non ne vogliono sapere di muoversi a tempo di musica.

Noah accende la console, la musica parte, ma i vari fari non si muovono neanche di un millimetro.
In un impeto getta il cacciavite sul tavolo

Noah: Che il diavolo ti porti!

Così dicendo si accovaccia e si mette a lavorare con i cavi sotto al tavolino.

Geoff: Non vai a fare le prove per il vestito?

Noah: Su ci sono ancora Tyler e Owen, aspetto che finiscano loro…

Nel mentre si sente una voce arrivare dalla finestra aperta del primo piano.

Owen: R-r-r-ragazzi, se stringete così, c’è il rischio di… il rischio di…
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!!

Sarto 1 & 2: ARGH!! Coff, coff argh…

Una nuvola verde usce dalla finestra.

Owen: Eh,eh… scusate… dieta di fibre…

Noah: … e credo sarà ancora una cosa lunga.

Geoff: Eh già… ok, ti lascio lavorare, vado a fare un salto in cucina a vedere che succede.

Mentre Geoff, si allontana Noah tira fuori la testa da sotto il tavolo.

Noah: Ah, Geoff. Solo una cosa.

Goeff: Sì?

Noah: E’ MOLTO MEGLIO se non passi per la porta della sala da pranzo.

Il biondo aveva già cominciato ad aprire la porta scorrevole in questione.

Geoff: E cosa mai di male ci potrebbe essere nel passar…
STOP

ALLARME ROSSO
Il biondo si blocca senza finire la frase.
Una scena da western
Davanti a lui c’è un lungo tavolo con ai due capo-tavola le uniche due persone che MAI dovrebbero stare nella stessa stanza.
Da un lato Trent e dall’altro Duncan che si scrutano in cagnesco.
Geoff non proferisce parola e due neanche si accorgono di lui.

Duncan: Allora… eccoci qui dunque.

Il punk mette i piedi sul tavolo incrociandoli.

Trent: Dovresti togliere i piedi da lì, sai c’è gente che ha lavorato per preparare tutto questo.

Duncan: Oh, ma sentilo il perfetto padrone di casa. Spiacente ma non sono la tua amata mogliettina che ti dà sempre retta col sorriso.

GELO NELLA STANZA!!
Geoff riesce solo a pronunciare con voce soffocata (…mamma…)

Duncan: A proposito di questo. Come diavolo ha fatto un tizio come te a convincere una come Gwen a sposarlo?

Trent: Semplice, ho guardato come ti comporti tu… ed ho fatto tutto il contrario.

Duncan spalanca gli occhi.
LA STANZA E’ ROVENTE!! (Ma che razza di solante usano da queste parti.. così, per curiosità..)

Duncan: Ma bene. Bene, bene guarda chi ha imparato a tenersi su i pantaloni.
Dimmi menestrello sai anche abbassarteli da solo per pisciare?

I due si alzano di scatto.

Geoff: (…frittata..)

Gwen&Courtney: STOP!!!

Le due entrano facendo segno con la mano.
Geoff tira un sospiro di sollievo.

Geoff: (… uff, grazie Signore…)

Courtney: Siete peggio di due bambini dell’asilo!

Duncan: M-ma principessa è stato questo qui a…

Courtney: NON MI INTERESSA!!

Urla fulminandolo con gli occhi e Duncan si ammutolisce.

Gwen: Trent. Pensavo che ne avessimo già parlato.

Trent: Sì…sì,ma.. PROPRIO NON RIESCO A SOPPORTARE QUELL’ARROGANTE..

Gwen: TRENT!

Trent non conclude la frase, ma lui e Duncan continuano a scambiarsi occhiatacce a vicenda.
Gwen accarezza delicatamente la guancia del futuro marito riportando l’attenzione su di lei, mentre lo guarda con sguardo triste.
Lui non è mai riuscito a dire di no a quello sguardo e forse non ci riuscirà mai.
Trent fa un leggero sorriso che viene corrisposto da Gwen, mentre i due appoggiano le fronti l’una contro l’altra.

Duncan: O cielo, mi sento male…

Courtney: DUNCAN!

Trent si muove di scatto.

Trent: Vuoi che ti faccia sentire male per davvero?

Gwen: AAAAH, ma allora non ascoltate proprio voi due!!
Duncan, vedi di piantarla con le tue frecciatine infantili
Trent, smettila di prendere fuoco per un nonnulla NON E’ DA TE!

Courtney: Inutile Gwen, queste due TESTE DURE quando sono assieme ragionano col testosterone.

Gwen: Uff…

Gwen lancia un’occhiata sconsolata alla sala quando vede Geoff ancora pietrificato alla porta-finestra del giardino… ed un sorriso maligno le compare sul volto.

Trent: Oh no

Duncan: Che hai?

Trent: Ha quel sorriso

Dice Trent spaventato

Duncan: Quale sorriso?

Trent: Quello solo da un lato

Duncan: Davvero? Da quando? Da adesso?

Anche Duncan è spaventato ora

Trent: Sì, le è comparso proprio ora

Courtney: Chi? Come? Cosa?!!

La ragazza non riesce a capire il nocciolo della conversazione.

Gwen: Geoff…

Geoff: PRESENTE!

Risponde il biondo de-pietrificandosi

Duncan: E tu da quanto tempo sei lì?

Courtney: E’ lì fermo come un soprammobile dall’inizio, ma voi eravate troppo occupati a scannarvi che neanche ve ne siete accorti. Bravi.

I due tacciono.

Gwen: Geoff, tu stai organizzando un “viaggetto per soli uomini” per l’addio al celibato di Trent, giusto?

Geoff: E TU COME LO SAI?

Gwen: Bridgette.

Risposta secca.

Gwen: Ho trovato la soluzione! Trent, porterai Duncan con voi.

Courtney: Buona idea, saranno obbligati a sopportarsi.


Silenzio nella sala.

Trent&Duncan&Geoff:COSAAAA!!!

Trent: Non ci penso proprio ad andare in viaggio con… con…LUI!

Gwen si avvicina e gli cinge le braccia attorno al collo.

Gwen: Sicuro?

Trent: Certo!

Gwen si avvicina e gli stampa un bacio sulla bocca per poi staccarsi e continuare ad osservarlo con sguardo sognante.

Trent: S-T-A-V-O-L-T-A-N-O-N-A-T-T-A-C-C-A-G-W-E-N! PUNTO!

Gwen si stacca sbuffando, poi tira fuori il famoso sorriso, rimette le braccia attorno al collo e sussurra all’orecchio di Trent.
Il ragazzo spalanca gli occhi per poi riprendere l’espressione seria appena la dark si allontana.
A denti stretti il giovane protesta.

Trent: Questo è giocare sporco.

Gwen: Ah sì, e chi lo dice?

E stampa un nuovo bacio sulle labbra di lui.

Duncan: Io comunque non ci vado in viaggio con questa mandria di sfigati!

Courtney: Oh, sì che ci andrai. E farai pure il bravo.
Devi imparare a comportarti da persona civile!

Duncan: Chi se ne frega!

Courtney: IO! QUANTI AMICI HAI? EH?

Duncan: Ripeto, chi se ne frega!!

Courtney lo prende per la maglietta.

Courtney: Ascolta Duncan, ricordati che sei sul filo del rasoio quindi piantala! E poi..

Courtney stampa un bacio sulle labbra del punk.

Courtney: … considera questo un piccolo anticipo di quanto ti aspetta al ritorno.

Duntan: ….va bene… parto… dannazione.

Gwen: Bene! Forza Trent, invita Duncan.

Trent spalanca gli occhi e guarda Gwen come se gli avesse chiesto di saltare un burrone.

Gwen: Invita-Duncan. Da bravo su.

Trent: … mi p-piacerebbe che tu… v…. uff… venissi in viaggio con noi DUNCAN!!

Courtney: Avanti, rispondi.

Duncan: ….GRRRRRazie,…volentieri.

Gwen: Bene! Tutto sistemato! Ah, Trent vieni un attimo di là sono arrivati i centri tavola, devi vedere che meraviglia, hanno la candela al centro e tutte rose blu scuro attorno con dei cerchietti con spine che sembrano vere e..

Dicendo questo la ragazza trascina Trent nell’altra stanza.

Geoff: Ehm… ok, io vado a cercare Bridgette.

E chiude la porta-finestra.

Courtney: Anche io ho da sistemare alcune cose, a dopo.

*smach* e stampa un bacio sulla guancia ad un Duncan incavolato nero.
Il punk resta solo nella sala.



Duncan: …fanculo ai matrimoni…



 
Cala la sera e tutti tornano alle proprie case, gli ultimi ad andarsene sono Courtney e Duncan.

Gwen: Grazie mille dell’aiuto.

Courtney: Buona notte Gwen.
E buona notte anche a te Trent.

Trent: Buonanotte

Courtney: DUNCAN?

Duncan: …(anche questa)… certo…buonanotte…a ENTRAMBI.

I due escono.

La scena si sposta nella stanza di Gwen dove i due futuri sposini si preparano per la notte.
Trent sta osservando dalla finestra Duncan e Courtney che mettono in moto la macchina e cominciavano a parlare tra loro, quando si accorge che Gwen, dopo averlo osservato si è seduta davanti al computer con un’aria triste.
Trent si dà una scrollata e si avvicina alla dark abbracciandola alle spalle.

Trent: Forza, che cosa sarà mai…
Scusa se ho fatto quella scenata, forse hai ragione tu, ho esagerato.

Gwen si gira.

Gwen: Anche io non sono stata da meno, dopo solo sei mesi. E’ naturale che voi due non…

A Trent scappò una risata mal trattenuta.

Trent: Mph..

Gwen si girò sorpresa.

Gwen: Lo trovi divertente?

Trent: A dire il vero sì.
Sai io credevo che il fatto che io e Duncan “non andiamo molto d’accordo” fosse legato a te ed al nostro “brutto periodo”.

Gwen si rabbuia.

Trent: Ma oggi mi sono reso conto che non lo sopporto proprio come persona, non ci posso fare nulla.

Gwen rialza la testa.

Gwen:La litigata di oggi non era a causa mia?

Trent: Ci sei finita dentro ma solo come mezzo di Duncan per stuzzicarmi.

Trent si avvicinò al viso di Gwen.

Trent: Tranquilla Gwen, lui ce l’aveva con me come Trent McCord non come ragazzo di Gwen. Solo uno scontro tra teste dure niente di più

Il volto di Gwen si rasserena.

Gwen: AH-AH, allora lo ammetti che sei una testa dura!

Trent: Per questo siamo assieme, tra teste dure ci si intende .

Gwen: E quando mai sarei stata una testa dura io?

Trent si distende sul letto posto dietro alla scrivania col computer.

Trent: Oggi ad esempio, convincendomi a portare Duncan in viaggio con noi.

Gwen spegne il suo sorriso, si rigira e torna seria.

Gwen: …scusa per quello… io…

Trent si alza dal letto e abbraccia di nuovo Gwen alle spalle.

Trent: Tranquilla è tutto ok.

Dice baciandola sul collo.

Trent: Per te posso anche sopportare venti… trenta Duncan.

A queste parole Gwen riguadagna il sorriso.

Gwen: Ah, ne sono onorata signor McCord

Risponde scherzando.

Trent: E fai molto bene a esserlo.

I due si scambiano un bacio giocoso alla toccata e fuga.
Poi Trent mette su un sorrisetto maligno.

Trent: Certo però… che se continui con queste macchinazioni ritornerà fuori la “nuova Heather”...

A quelle parole Gwen lo fissò a bocca aperta e lo vede tentare di soffocare le risate.

Gwen: “Nuova Heather”, ma… via, brutto… no, vai via!

Gwen tenta di staccarsi da Trent, ma lui la blocca con un bacio sulla guancia.

Gwen: No! Non ti parlo più stasera.

Minaccia Gwen tentando di trattenere anche lei le risate.

Gwen: Via, a letto! Cuccia!

Trent la bacia sul naso e poi fissandola dice.

Trent: Però tu sei più carina di Heather. Lei ha la faccia piatta.

Gwen scoppia a ridere abbandonandosi tra le braccia di Trent.
Poi si gira e i due si baciano.

Gwen: Dieci minuti che finisco di scrivere sul blog e vengo da te. Anzi! Adesso aggiungo il tuo commento sulla vipera.

Trent: Oh, il tuo famoso blog. Lo aggiorni tutte le sere.
Ma ci scrivi proprio tutto?

Gwen: Mah, solo le cose importanti… e quelle contro Heather.

Trent: hmm, Scusa un attimo, posso?

Gwen: Prego.

Trent comicia a digitare.

Buonanotte a tutti, vado a letto col mio ragazzo
  Saluti Gw..

Gwen: NO! NON TI AZZARDARE A…

In una scena comica Gwen pende la mano di Trent prima che finisca il messaggio, si alza e lo allontana dal computer. I due continuano a sorridersi e si muovono per la stanza come stessero danzando, finchè non finiscono sul letto.

Gwen: E poi sarei io quella dei piani diabolici eh?

Trent: Confesso.

Un primo bacio tra i due.

Gwen: Aspetta un attimo.

Gwen si alza e si dirige al computer per poi ritornare sul letto.

Trent: Io sto aspettando la promessa di questo pomeriggio

Gwen: Wow, e da quando sei diventato così audace? Eh?

Gwen si ammutolisce un attimo

Trent: Tutto bene?

Gwen lo bacia ancora

Gwen: Promettimi che non cambierà mai nulla, ti prego.

Trent: Mai, tutto sempre come il primo giorno.

Un altro bacio più profondo del precedente.
Poi con un colpo di reni Trent si mette sopra a Gwen

Trent: Anche se ultimamente sei tu ad essere diventata una romanticona. Spero che non comincerai a chiamarmi Orsacchiotto o chissà che altro come fanno Geoff e Bridgette.

Gwen: Mph… se lo faccio, ti prego uccidimi.

I due ridono ancora.
Poi la distanza tra loro si fa sempre più piccola, i due respiri diventano uno solo, sul computer una scritta ancora attende

 Buonanotte a tutti, vado a letto con mio marito
  Saluti Gwen


Il bacio, l’inizio di quella notte…

NON CI SARA’ MAI PERCHE’ IN CONCOMITANZA SI SENTE UNO SCHIANTO PROVENIRE DALLA STRADA.

Gwen: Cos’è stato?

Trent si lascia andare cadendo di schiena sul letto accanto a Gwen, coprendosi il volto con la mano destra.

Trent: Io TEMO di saperlo, ma prego Dio di sbagliarmi.

Gwen si precipita alla finestra e… poco ci manca che le cadano le braccia quando vede l’auto di Duncan e Courtney in mezzo al giardino del vicino dopo avergli falciato la cassetta della posta.

Vicino: DELINQUENTE! MA IO CHIAMO LA POLIZIA!!

Duncan: Che cazzo chiami vecchio rimbambito che ho sbandato a causa del tuo stupido cane!

Courtney: Duncan sei un idiota!!

Gwen si gira verso Trent, ancora sul letto, con una smorfia di imbarazzo mascherata malamente da un sorriso.

Gwen: Ecco..eh,eh… ehm.. vedi… ti assicuro che di solito è meglio di così.

Trent si toglie la mano dalla faccia e guardando il soffitto risponde.

Trent: Ah, beh… meglio di così poco ma sicuro…

Gwen si dirige verso Trent e gli dà un bacio sulla fronte

Gwen: Scusami Trent ma devo andare subito a sistemare le cose col vicino.
È un tale rompiscatole già di suo! Ci manca solo che ci faccia grane per la musica al ricevimento come ripicca.

Detto questo Gwen si infila un paio di pantaloni e una maglietta per precipitarsi giù dalle scale. 
Trent resta ad osservare il soffitto, alza il pugno ed inizia a contare:

Trent:Allora…
1.    Mi sei costato la giornata
2.    Mi sei costato il viaggio
3.    Mi sei costato la nottata
….
…QUANTO TI ODIO DUNCAN.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Nota: avviso che nel seguente capitolo alcune notizie fornite sono completamente OOC (in particolare per giustificare le spese dell'alloggio). Detto questo vi auguro buona lettura.


La notte trascorre in fretta e la mattina dopo un fuoristrada è posteggiato davanti alla villetta.
I ragazzi stanno caricando gli ultimi bagagli prima della partenza.

Geoff: Mi raccomando Tyler, fissa bene quelle valigie, non ho voglia di inseguirle per metà autostrada.

Tyler: Tranquillo.

Owen: EVVAI, MITICO!! LAS VEGAS ARRIVIAMO!!

Intanto Noah è già seduto al posto di guida, dedito a maneggiare con il navigatore.

In quel momento Trent esce di casa con una sacca.

Trent: Beh… allora ci rivediamo “il giorno”.

Dice a Gwen che lo segue fermandosi sull’uscio.

Gwen: Eh… già.

Risponde quasi imbarazzata.

Trent: Senti… se…

Gwen: NO! Si è deciso che andrai e così sarà.
Non ho intenzione di sembrare la mogliettina assillante.
Vai e divertiti.

Trent, con il volto sorridente, fa cenno di sì con la testa.
In quel momento Gwen compie uno scatto e lo bacia.

Gwen: Tranquillo, non mi sentirò mica sola. Ci sono tutte le altre a farmi compagnia.
Senza contare la quantità di cose ancora da sistemare.

Trent: Sei proprio unica.

Gwen: Lo so già. E vedi di non dimenticartelo mai.

I due si baciano ancora.

Geoff: Scusate, odio rovinare il momento romantico, ma se non partiamo adesso rischiamo di passare ore in coda.

Trent: A presto Gwen.

Gwen: A presto Tr… ASPETTA UN ATTIMO!

Trent si blocca.

Gwen mette le mani conserte e guarda Trent con aria furente.

Gwen: Non vi state dimenticando di NESSUNO??

Tutti i ragazzi fanno gli gnorri e cominciano a fischiettare.

Trent: Uff… lasciate perdere ragazzi, aspettiamo Duncan.

Gwen: NON CI POSSO CREDERE CHE LO AVRESTI LASCIATO QUI!!
SEI PEGGIO DI UN BAMBINO!

Trent: E TU COME PUOI GIUSTIFICARLO ANCORA DOPO IL CASINO DI ERI SERA!! STAVA ANCHE PER PICCHIARE IL VICINO!

Gwen: IERI E’ STATA UNA COSA PARTICOLARE TI ASSICURO CHE…

Il rombo di una macchina interrompe la discussione ed una decappottabile irrompe nel viale, sgommando alla curva, con allo stereo musica metal a tutto volume.
L’auto si ferma proprio davanti a casa del vicino.
Duncan, che era alla guida, scende dall’auto prendendo un borsone e dà un bacio sulla guancia ad una Courtney che, seduta al posto del passeggero, di tiene la mano sul volto in modo sconsolato.
Il baccano sveglia il vicino che, ancora nel dormiveglia, si affaccia alla finestra.
Appena lo vede Duncan gli augura “il suo buongiorno”

Duncan: Ben svegliata VECCHIA PRUGNA, dormito bene?

Gwen si colpisce la fronte con la propria mano, era stata due ore la notte prima a tentare di calmare il vicino ed adesso…

Trent: Scusa, cos’è che MI STAVI ASSICURANDO?

Gwen: Ti prego non infierire…

Duncan: Allora massa di sfigati siamo pronti a…
SBAM!

Un colpo micidiale colpisce Duncan alla nuca.

Duncan: MA CHE CAZ..!!!

Lo scappellotto datogli da Courtney è talmente forte che sia la testa di Duncan che la mano di Courtney stanno fumando.

Duncan: MA CHE DIAVOLO! SEI IMPAZZ…

Duncan viene brutalmente zittito dalla sguardo assassino della ragazza.

Courtney: Ascoltami bene Duncan… voglio che tu… ti comporti come una persona MATURA durante questo viaggio. MI SONO SPIEGATA!!

Duncan: Ma..

Courtney: NIENTE MA!! NON SEI PIU’ UN RAGAZZINO! ED ADESSO SALI SU QUEL DANNATO FUORISTRADA!!

Duncan si dirige verso il fuoristrada e lancia il borsone sul tettuccio, peccato che sopra ci sia ancora Tyler occupato con il fissaggio dei bagagli che inmancabilmente si prende la borsa in piena faccia e cade rovinosamente.

Completati i preparativi e saliti tutti a bordo (far stare dentro Owen è stato un po’ complicato) il gruppo è infine pronto a partire.

Duncan: Hey… perché ai posti davanti devono starci questi due?

Dice il punk riferendosi a Trent e Naoh, mentre lui è stipato dietro con Tyler, Geoff e soprattutto Owen.

Noah: Perché la macchina è mia e la guido io e perché QUESTO è il viaggio di addio al celibato di Trent. Capito?

Duncan: Non approfittartene perché ho le braccia bloccate, smilzo… e poi perché con la tua macchina??

Geoff: Beh, era l’unica che potesse contenere tutti i bagagli… e Owen

Owen: Eh, eh! Già, la mia è una presenza imponente.

Un attimo prima di partire Gwen si affaccia nella macchina dal finestrino del posto dove è seduto Trent.

Gwen: Mi raccomando ragazzi. Riportatemelo intero.
Sarà anche NOVE VOLTE MATTO… ma è il MIO NOVE VOLTE MATTO.

Dice guardando Trent con il sorriso mentre lui ricambia.

Goeff: Tranquilla Gwen. Lo riavrai senza neanche un graffio!

In quel momento Courtney si infila anche lei nel finestrino.

Courtney: E fate attenzione anche che questa testa dura non si cacci nei guai.

Dice riferendosi ad un Duncan stipato come un pelato in un barattolo.
Infine gli manda un bacio a distanza.

Courtney: *smach* Buon viaggio e divertiti MUSONE!

L’auto si accende e tutti si fanno gli ultimi saluti.

Owen: CIAO IZZY!!!

Izzy: CIAO PANCIOWEN!!!

Tyler: Ciao Linsday!

Linsday: Ciao Tyleeeerrr!!

Geoff: Ciao Bridgette!! Mi mancherai tantissimo.

Bridgette: Anche tu Geoff!!

Noah: Sì, sì, ciao a tutti e a presto. Ora possiamo andare?

La macchina si allontana mentre le ragazze la salutano da lontano

Bridgette si avvicina a Gwen che muove ancora la mano con un sorriso un po’ forzato.
La dark dice, a denti stretti:

Gwen: Se scopro che sono andati in uno strip-club, io lo ammazzo.

Bridgette: Ed io ti faccio compagnia con il mio.
 



 
LUOGO: Strada interstatale 15, vicino Fillmore, Utah, Stati Uniti d’America  

Duncan: CAZZO NOAH! ACCOSTA!!

Noah: Ormai ci siamo quasi, manca poco.

Duncan: Sono 7 ore che non facciamo una sosta! Tra un po’ dovranno tagliarmi le gambe!!

Trent: E la lingua no?

Duncan: VUOI CHE TI AMMAZZI MENESTRELLO DEI MIEI..

Geoff: ALT! Niente discussioni in macchina.

Tyler: Però è vero che stiamo dannatamente stretti.Uff.
Ma non si poteva prendere l’aereo?

Geoff: Lo sai che Owen ha il terrore di volare

Tyler: Ma Alejandro non lo aveva ipnotizzato?

A QUEL NOME Geoff lancia un’occhiataccia all’amico.

Geoff: SI’, MA PER EVITARE CHE CONTINUASSE A SMUTANDARSI IN TESTA ABBIAMO DOVUTO FAR RESETTARE TUTTO!! E POI NON MOMINARE QUEL CRETINANDRO!!!

Duncan: Ah,ah… la smutandata automatica.
Quella sì che era una cosa assurda.

Trent: Quanto manca esattamente Noah?

Noah guarda il navigatore dell’auto.

Noah: Circa 200 miglia, in tre ore dovremmo essere arrivati.

Tyler: Cavolo, sarà già notte!

Owen: Ragazzi!! Stiamo andando a LAS VEGAS!!! LA CITTA’ CHE NON DORME MAI!!!
DIMENTICATEVI IL GIORNO E LA NOTTE!! SI FA’ FESTA!!!

Geoff: Grande Owen! È così che si parla!

Duncan: Una delle poche cose sensate che ho sentito in tutta la giornata.

Geoff: A tavoletta Noah!!
 



Se di giorno il caldo sole del deserto illumina Las Vegas dall’alto, di notte è la città stessa a prenderne il posto illuminando tutta l’area circostante con le luci abbaglianti dei suoi palazzi e dei suoi teatri.

Il fuoristrada si ferma davanti ad una delle pietre miliari della città del gioco, il Caesar Palace!

I sei entrano nell’atrio dell’hotel.

Owen: Forte!!

Geoff: Signori, BENVENUTI A LAS VEGAS!!

I sei si dirigono verso la reception dove Trent parla con la ragazza di turno.

Ragazza: Buona sera signori, benvenuti al Caesar Palace. Posso esservi utile?

Duncan: In tanti modi dolcezza

Ragazza: ???

Trent: Lo scusi… e lo ignori.
Dobbiamo registrarci, c’è una prenotazione a nome McCord.

Ragazza: Bene. Attenda un attimo che controllo.

Duncan: Trent… hai intenzione di perderci i denti a Las Vegas?

I due si guardano in cagnesco sotto lo sguardo visibilmente preoccupato della ragazza.

Geoff: Wow! Buoni, buoni ricordate che siamo qui SOLO per divertirci.

Ragazza: Ehm… mi scusi ma la sua prenotazione è stata disdetta.

Tutti: COSA??

Duncan: Brutto idiota, che hai combinato?

Trent: Io nulla! Ho confermato giusto l’altro ieri.

Noah: Signorina, è sicura che non ci sia uno sbaglio?

Trent: Non possiamo aver fatto tutte quelle ore di macchina per niente!!!

Ragazza: Però…

Tutti: ??

Ragazza: C’è un rimando ad un’altra prenotazione a nome V.McCord.
C’è il promemoria di avvisarvi al vostro arrivo.

Trent: V.Mc..

Trent non finisce neanche la frase che chiude gli occhi e si stringe le tempie.

Geoff: Hey amico. Tutto bene?

Trent: SI’…sì. E’ quella la nostra.

Noah: Come sarebbe?

Ragazza: Mi dovrebbe lasciare un documento ed una carta di credito.

Trent: Carta di credito?

Ragazza: La stanza è stata già pagata per quattro notti, ma le spese aggiuntive non sono comprese.

Trent: Sì, certo. Aspetti un attimo.

Trent cerca il portafoglio in tasca.

Trent: Uff. Deve essere nella sacca. Tyler, mi fai il favore di andarlo a prendere?

Geoff: No! Non ci pensare neanche. E’ la tua festa, offriamo noi, hai già fatto troppo.
Noah dai alla signorina la tua carta.

Noah si gira lentamente verso Geoff.

Noah: “Offriamo NOI, Noah dai alla signorina la TUA carta”? Non ti sembra che ci sia qualcosa di sbagliato in questa frase?

Geoff: E dai! Poi dividiamo. Solo che ne dobbiamo dare solo una.

Ragazza: Noi non addebitiamo nulla fino al check-out. Quello che ci servono sono solo i dati

Geoff: Sentito? Dai, forza.

Un po’ riluttante Noah mette la mano in tasca ed estrae il portafoglio.

Noah: E va bene…

Ragazza: Bene. Ecco a voi la chiave.

Owen: Mi scusi…

Ragazza: Mi dica.

Owen: Posso farle una domanda?

Ragazza: Certamente signore.

Owen di avvicina alla ragazza e le chiede sottovoce.

Owen: Ma a questo signor Caesar… piace avere così tanta gente per casa?

La ragazza resta paralizzata con gli occhi sbarrati per qualche secondo, poi si gira verso Trent.

Ragazza: L-l-la sua chiave… Suite Emperor all’ultimo piano.

Geoff: Grazie mill…

Tutti: SUITE??!!

Trent lascia cadere la testa contro il bancone

Trent: … e ti pareva…

La stanza è fedele al suo nome:
·         La suite è su due livelli, al primo c’è un’immensa sala con al centro un gigantesco televisore LCD, mentre le varie stanze sono al piano superiore
·         Pareti in marmo nero ed inserti in acciaio a specchio che contrastano con il pavimento in marmo bianco
·         Un’immensa parete vetrata che scorre per tutta la parte esterna della suite, come un enorme monitor che mostra Las Vegas 24 ore su 24
·         I bagni sono grandi quanto una camera da letto e le camere da letto sono beh… imperiali.

Owen: Oh, mammina

Tayler: Non-ho-mai-visto-una-cosa-simile.

Duncan: Porca…troia!

Noah: Questa volta mi associo con Duncan.

Geoff: Wow!!! Questa è Las Vegas amici!!

Tayler: Ma siamo sicuri che sia una suite sola?

Duncan: Forza scamorze! Ognuno si prenda una stanza.

Geoff: Cambiarsi, darsi una ripulita e tra mezz’ora tutti pronti intesi?

Trent è l’unico che sembra non essere entusiasta del cambiamento.
Ad un certo punto Noah si avvicina al televisore notando una busta attaccata al bordo di quest’ultimo.

Noah: Hey ragazzi. Qui c’è un biglietto…

Noah apre il biglietto.

Trent: NO NOAH, FERMO!!

Noah: “Ciao fogliolo. Abbiamo pensato che qui sareste stati meglio. Divertitevi.”

Tyler: Caspita! Che bel pensiero che hanno avuto i tuoi!

Owen: Mitico!!

Noah:”E ricorda: quel che succede a Las Vegas, resta a Las Vegas”

Geoff:Ha ha ha, forte il tuo vecchio!

Noah”Firmato: mamma…”


Goeff: oh..

Duncan: Cazzo! Sapevo che dovevi essere un figlio di papà, ma non uno di quelli che si soffiano il naso con i centoni.

Trent è sempre più buio in volto.

Duncan: … non sarà quello che chiamano “il fascino dei soldi”?

Geoff: Duncan!

Trent: ADESSO BASTA!!

Trent esplode.

Trent: Non ho intenzione di sopportare le tue battute idiote per tutta la durata del viaggio! Già non so come ho fatto a resistere in macchina! Sistemiamo questa faccenda una volta per tutte!

Duncan: FINALMENTE! NON CHIEDEVO ALTRO!

I due si dirigono fuori dalla stanza.

Tyler: G-Geoff… non li fermi?

Geoff: Ehhh… temo che stavolta l’unica soluzione sia farli sfogare.

I due prendono l’ascensore fino alla terrazza sul tetto che a quell’ora è deserta.

Duncan: Certo che per essere uno sciocco cresciuto nella bambagia ne hai di fegato. Oppure vuoi ripensarci e scappartene in camera?

Schernisce il punk.

Trent: Ascolta. Prima di cominciare…

Duncan:?

Trent: Voglio sapere che ACCIDENTI ho che ti fa essere un tale stronzo! È per via di Gwen?

Il punk stringe i denti in una smorfia di rabbia

Duncan: Gwen… Gwen…credi che tutto debba andare a parare sempre lì eh?

Trent:?

Duncan: GWEN NON CENTRA NULLA!! IO NON TI SOPPORTO PER COME SEI!

Trent:…

Duncan: MA CHE DIAVOLO HAI EH??
SEMBRA CHE NON PROVI INVIDIA, NE’ RAGGIA, NE’ RANCORE… MA CHE CAZZO SEI UN FOTTUTO CHIRICHETTO??!!
Anche quando Gwen ti ha lasciato… tu l’hai forse inseguita? Hai forse combattuto per farla tornare sui suoi passi? NO!!
Hai accettato la sua decisione… l’hai accettata.
DIMMI QUANTI FOTTUTI UOMINI SU QUESTA TERRA SI SAREBBERO COMPORTATI NELLO STESSO MODO!
Ma non finisce qui… no,no. Se finisse qui potrei semplicemente ignorarti.
MA IL TUO VOLER SEMPRE ESSERE SUPERIORE A TUTTO ED A TUTTI NON RIESCO A DIGERIRLO!

Trent: Io vorrei essere… cosa?!

Duncan: MA GIARDATI! ANCHE ADESSO! NON SEI QUI PERCHE’ TI HO OFFESO MA PER “L’ONORE DI GWEN”, MA CHE NOBILE CAVALIERE DALL’ARMATURA SPLENDENTE!
MA COMPORTATI COME TUTTE LE PERSONE NORMALI DANNAZIONE!!

Trent si mette a fissare i pugni di Duncan che avevano cominciato a tremare tanto il punk li stringe forte

Duncan: LE PERSONE NOMALI SONO DIFFIDENTI, SUBDOLE, INGANNANO E MENTONO!
Mentre tu te ne stai lì… nel tuo CAZZO di paradiso dorato… a giocare con il tuo cucc…

Duncan non fece in tempo a finire la frase che un cazzotto lo prese in pieno mento facendolo cadere a terra.
Il punk si rialza leccandosi con la lingua la ferita sul labbro inferiore e sentendo il sapore del sangue uscitone.

Trent: Scusa per l’interruzione… ma ti avevo già detto che non avrei più sopportato commenti offensivi su Gwen

Il punk fa una smorfia che ricorda un sorriso.

Duncan: “Scusa” ?? MA ALLORA FINO AD ADESSO IO CON CHI CAZZO HO PARLATO EH???

Duncan risponde con un montante che scaglia Trent a terra, ora entrambi hanno una piccola ferita sul labbro.

Duncan: E per la cronanca… QUESTO è un pugno.

Trent è ancora a terra.

Trent: Sì… è vero… ME LA CAVO MEGLIO CON I CALCI!

E Trent tira un calcio a Duncan in pieno stomaco.

Mentre il punk si piega Trent si rialza e ricambia il montante subito pochi istanti prima, ma stavota Duncan non cade e contrattacca con una testata che però arriva in contemporanea con un pugno di Trent ai reni di Duncan.

Lo scontro di protrae per alcuni minuti finchè entrambi non si ritrovano a terra, sfiniti, ad osservare il cielo.

Duncan: Uff…pant…uff… certo che… per essere un bamboccio… due pugni li sai dare.

Trent: Anf…anf… anche tu per essere un demente… sei duro…pant… da buttar giù.

Duncan: Era un bel po’… puff… che… puff… non facevo una scazzottata così… anf… ma dove hai imparato?

Trent: Uff…uff… certe cose ti tocca impararle… anf… se vuoi sopravvivere in collegio.

A quelle parole Duncan di mette ad osservare il chitarrista.

Duncan: Sei andato in collegio?

Trent: …non è una cosa di cui mi piaccia parlare…

Duncan: Trent… hai appena finito di fare a pugni con uno.
Ti assicuro che ci sono poche persone migliori al mondo con cui parlare.

Trent non dice parola per qualche attimo.

Trent: Mio padre… Victor McCord. E’ uno di quei classici padri ossessionati dal successo per i propri figli, che vogliono programmare tutta la loro vita “per il loro bene”.

Duncan: Hmmm… sì, conosco bene il tipo.

Trent: Allora lo conosci meglio di me…
Io quando ero piccolo non lo vedevo molto spesso, ma ricordo quella sua dannata frase che mi ripeteva.

Duncan: ??

Trent: “Chi vince prende tutto”

Duncan: Che simpaticone.

Trent: Non posso dire che lo facesse con cattiveria, ma più che un padre era…

Duncan: Un agente di custodia?

Dice il punck con un sorriso accennato.

Trent: Ah, ah, ah… sì. In effetti l’immagine calza a pennello.

E così da quando facevo le medie ha pensato bene di mandarmi in un collegio in Europa.
Questo è quanto…

Duncan:…

Trent: Allora? Niente battute?

Duncan: Non c’è niente su cui fare battute, Trent.

Per la prima volta Duncan nota che tra lui e Trent ci sono più cose in comune di quanto aveva mai immaginato.
Anche il padre di Duncan aveva pensato sempre più ai “suoi piani” che a quello che sentisse il figlio e ciò fu una delle ragioni per cui vendette il suo parrucchino spacciandolo per un animale.
Quando poi era stato mandato in riformatorio suo padre si era praticamente dimenticato di lui, certo nel caso di Trent era stato mandato lì per “studiare”, ma l’ambiente di un collegio lontano mille miglia da casa  cambia assai poco da quello di un carcere minorile.

Duncan: Trent?

Trent: Sì?

Duncan: Prima non ti ho detto in faccia proprio tutto.
In una cosa in effetti Gwen c’entra in questa storia.

Trent:…

Duncan: Ero invidioso… di quanto ti amava.

Trent: E infatti mi aveva lasciato. Ah ah

Duncan: Tu devi essere stupido o completamente cieco.

Trent:…

Duncan: Dimmi Trent… quante volte hai visto Gwen ridere??

Trent: Beh, non saprei. Certo non molte, ma anche lei lo fa.

Duncan: … io invece mai…

Trent:…

Duncan: Anche con Courtney… la faccio sorridere, ma non ride mai… non almeno come vorrei che facesse.

Trent:…

Duncan: Ero anche arrivato a pensare fosse colpa di Court… forse è per questo che mi ero buttato nella storia con Gwen.
Ma quando vi ho visti assieme al dopo-show di ripescaggio di “A tutto Reality: il tour”…

Trent: Cosa?

Duncan: Mpf… tu neanche te ne sei accorto…

Trent: … mi ripeto, di cosa?

Duncan: Lei ha riso.  Dopo che avevi aiutato Tyler con la sfida lei ha riso con te… anzi lei stessa ha fatto una battuta.
Quella risata… a me è sembrato che avesse aspettato di essere davanti a te per uscire.

Trent: … credo che tu stia un po’ esagerando.

Duncan:… così ho cominciato a pensare… “e se fossi io ad aver fatto un gran casino?”

Trent:…

Duncan:… mi sono sentito un verme per la storia dei vostri due nomi messi assieme… è mi sono sentito anche peggio per quel che ho fatto a Courtney.
E più mi rendevo conto dei miei errori… più mal sopportavo quel tuo fare impeccabile, che sembrava attrarre chiunque ti fosse vicino.

Trent: …e Alejandro…

Duncan: Cosa?

Trent: Ti sei anche messo d’accordo con Alejandro per eliminare Courtney.
Hai dimenticato di aggiungere questo

Duncan: Beh, quella è strategia. Lo farei anche adesso, non mischiamo le cose.

Trent: Oh! Meno male. Adesso ti riconosco. Cominciavo a temere fossi impazzito.

Duncan: Io impazzito? Senti un po’ chi parla MR. NINE.

Entrambi si misero a ridere.

Trent: Beh… dato che siamo in vena di confessioni…
Anche io ho qualcosa da dirti.

Duncan:?

Trent: Quando hai detto che non provo invidia… ti sbagli.
Io sono stato a lungo invidioso… di te Duncan.

Duncan:?

Trent: Già da prima della separazione da Gwen.
Per quanto lei mi sorridesse, per quanto lei mi guardasse sempre con quei suoi stupendi occhi… Sentivo come se non fosse del tutto se stessa con me.
Come se ci fosse una parte di lei che voleva tenermi nascosta, mentre con te si comportava con una naturalezza che ecco… invidiavo.

Duncan: Aspetta, aspetta…
Non mi dire che tutte quelle pagliacciate scaramantiche…

Trent: Già.

Duncan: E poi quando ti ha detto che le piacevano i…

Trent: E già.

Duncan scoppia a ridere.

Duncan: AHAHAH, No, non ci posso credere!! AHAHAH

Trent: Beh… ammetto che ripensandoci adesso un po’ divertente lo è in effetti.

Duncan: Ma quando tu devi spegnere il fuoco…

Trent: Certo! Ci butto sopra la benzina!

Duncan: AhAhAh, avresti dovuto farlo sull’isola

Trent: AhAhAh, possiamo sempre iscriverci ancora per la prossima stagione.

Duncan:G-g-guarda.. AhAhAh, lo farei già solo per vedere Chef e Chris andare a fuoco!!

Ed i due scoppiano di nuovo a ridere, dopo di che si alzano.

Duncan: Uff… Basta così adesso.

Tren: Già, è il momento di rientrare in camera.

Duncan: Gli altri ormai avranno cominciato a pensare che ci siamo ammazzati a vicenda.

 I due ad un certo punto si fermano e si guardano l’un con l’altro.

Trent: Tregua?

Duncan: Diciamo “reciproca sopportazione”

E si battono il cinque.

Duncan: Ora basta stronzate da giornaletto rosa! Siamo nella città del peccato ed abbiamo una suite pagata da paparino, sarebbe un crimine non sfruttarla.

I due ritornano in camera dove trovano gli altri quattro ad aspettare con delle bottiglie per un brindisi.
Tutti gli guardano con occhi indagatori, ma vengono bellamente snobbati.

Duncan: AAAHHH. Finalmente si beve!!

Noah: Ehm… tutto bene ragazzi?

Duncan: Andrà ancora meglio quando avremo riempito questi cazzo di bicchieri. Forza che ognuno prenda il suo!

Tutti si riempiono il bicchiere.

Geoff: Beh… a Trent e a Gwen. Che questa lunga, e sottolineo lunga, permanenza a Las Vegas possa essere soltanto una piccola deviazione nella loro felice vita di coppia!

Trent: Grazie Geoff, davvero.

Ma prima che tutti possano bere…

Duncan: Aspettate! Anche io ho qualcosa da dire.

Tutti lo guardano con sguardo stralunato.

Duncan: (schiarendosi prima la voce) Un brindisi al nostro Trent. Che tu ti possa godere questi ultimi, fugaci giorni di libertà prima di quella pena senza condizionale nota come matrimonio. Almeno avrai un gran bel secondino.

Tutti si mettono a ridacchiare.

Duncan: Congratulazioni, stronzone!

Trent: Grazie mille, coglione.

Tutti mandano giù il loro bicchiere.

Duncan: Bene! Finalmente si comincia.

Trent: Voi aspettate un attimo qui, noi ci diamo una sistemata ed arriviamo subito.

Duncan: Cercheremo di non farci troppo belli, così da non farvi sfigurare troppo.

I quattro rimasti nella sala restano scioccati.

Owen: Wow…

Tyler: Ma che…?

Noah: Qualcuno sa spiegarmi che diavolo è successo?

Geoff: Uff… “risse” :la causa e la soluzione a tutti i problemi della vita.

E Geoff manda giù un altro sorso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Owen è disteso sul pavimento quando la luce del Sole, proveniente dall’enorme finestra, lo abbaglia è lo costringe ad aprire gli occhi.
Il ragazzone si alza molto lentamente, ma è ancora completamente intontito, tanto da non guardare dove mette i piedi e finire per scivolare, a causa delle numerose lattine che sono sparse sul pavimento.
Invece di cadere a terra però, Owen finisce contro un mobile provocando la caduta di alcune bottiglie di birra vuote che, cadendo a terra, vanno in mille pezzi.

Il baccano è tale che anche gli altri cominciano a svegliarsi.

Owen si fa strada tra i resti della stanza, completamente disastrata, mentre Noah sta cercando di alzarsi dal divano dove è rovinosamente accasciato.
Il ragazzone si dirige verso il bagno.

Una volta entrato si appresta ad espletare i suoi “bisogni”, quando sente uno strano rumore.

Grrrr…

Da prima non ci fa caso, ma il rumore continua.

Grrrr…

Owen quindi si gira, guardando in fondo alla stanza, dove vede una tigre libera che lo guarda con aria famelica mostrando le zanne.

Owen ritorna ai suoi bisogni.

Poi alza la testa, spalanca gli occhi e si volta ancora,  moooolto lentamente, verso il felino.

Owen:…

Tigre: Grrrr

Owen:…

Tigre: Grrrr

Owen: Eh,eh…
Ciao…

Tigre: ROAR!!!

Owen: AAAAAHHHHH!!

Owen si precipita fuori dal bagno chiudendo la porta e dimenticandosi di tirarsi su i pantaloni.

Nella foga passa sopra a Geoff che sta ancora dormendo sul pavimento.

Geoff: URGH!! Ma… che cazzo….OWEN!!

Owen: NON ENTRATE IN BAGNO!!

Nel frattempo tutti si sono alzati e stanno guardando la stanza con aria spaesata, tranne Noah che sta cadendo in un profondo stato di disperazione.

Duncan alza finalmente la testa.

Duncan: Che cazzo succede…OH, DIAVOLO OWEN! METTITI I PANTALONI!

Dice il punk coprendosi gli occhi con la mano per non vedere le nudità si Owen.

Owen: C’E’ UNA TIGRE NEL BAGNO!

Tyler: Ma che succede?

Owen: C’E-UNA-TIGRE-ENORME-NEL-NOSTRO-B…??

Tutti si voltano verso Tyler con gli occhi sbarrati mentre il ragazzo si massaggia ancora la faccia per tentare di riprendersi dal torpore generale che lo avvolge.

Tyler: Che c’è?

Duncan si avvicina a lui guardandogli attentamente la testa.

Duncan: Tyler…i .. tuoi capelli…

Tyler: Che hanno?

Duncan: …
Non ci sono…

Tyler muove lentamente le mani sulla testa e, arrivato dove dovrebbero esserci i capelli, sente invece la nuda pelle dello scalpo.

Tyler:…
AAAAAAAHHHHHH! I MIEI CAPELLI!! DOVE SONO FINITI I MIEI CAPELLI!!??

Gli altri presenti tentano di trattenere le risate, ad eccezione di Noah che è ancora in catalessi a guardare la stanza.

Tyler: NON C’E’ NIENTE DA RIDERE!!! CHI E’ STATO?!

Duncan: Tranquillo… mph… tranquillo…

Owen: RAGAZZI??? PRONTO? VI SIETE DIMENTICATI DEL PROBLEMA DEL BAGNO???

Geoff si alza.

Geoff: Ok, ok. Andiamo a vedere questa ferocissima belva.

Geoff apre la porta del bagno.

Tigre: RRROOAAARRR!!

Il surfista la richiude di scatto.

Geoff: Mphh.. porca puttana!! È vero! C’è una tigre lì dentro!

Duncan: No! Fammi vedere.

Geoff: Attento a non aprire troppo la porta.

Mentre Owen e Duncan, a turno, osservano la fiera dalla serratura del bagno e mentre Tyler continua ad accarezzarsi la desolata nuca, Geoff si avvicina a Noah.

Geoff: Hey… tutto bene amico?

Noah lo guarda sconsolato.

Noah: Beh…no…non proprio. Anzi, devo dire che sono alquanto sconsolato al momento…

Geoff: Mamma mia… guarda la camera…

Noah si mette le mani nei capelli.

Noah: Sì… e hanno la mia carta di credito… SONO FOTTUTO!!

Duncan: Cavolo Owen non spingere! Apetta il tuo… DIAVOLO OWEN! ALMENO TIRATI SU LE MUTANDE!!
Possibile che te lo devo richiedere…

Owen: Si gira verso Duncan e si ferma a guardargli la spalla.

Duncan: Che guardi trippone?

Owen: Wow Duncan. Che bel tatuaggio.

Duncan si guarda il braccio o vede un tatuaggio a forma di cuore con sopra un nome.

Duncan: Bestiale. Adesso mi faccio tatuaggi anche da ubriaco. Ah Ah
Courtney lo adorerà. Un bel cuore con sopra scritto M….

Il punk si blocca.

Duncan: M-M-M-MEREDITH????
E CHI CAZZO E’ MEREDITH?!!
CHE CAZZO…CHE CAZZO…CAZZO, CAZZO, CAZZO!!!

Geoff tenta di mascherare la risata girandosi dalla parte opposta e nascondendosi la bocca con la mano.

Duncan: MERDA!! COURTNEY VORRA’ LA MIA PELLE, CAZZO!!!

Tyler: Ma che accidenti abbiamo fatto ieri notte?

Owen: Boh?... Non ricordo niente, ho la testa vuota.

Duncan: QUANDO ARRIVI ALLA NOVITA’ AVVISAMI!!

Dice acido Duncan continuando a guardare e a toccarsi il tatuaggio.

Duncan: CRISTO!!!

Tayler: Accidenti Owen! Rivestiti, che diamine!!

Owen: Ok, ok.
Ma dove posso aver messo le mutande?

Il ragazzone si gira… e tutti restano scioccati, tanto che quasi distolgono lo sguardo da quanto hanno appena visto.

Geoff: O-O-Owen…

Owen si gira.

Owen: Eh, eh. Già ragazzi. Scusate il panorama.

Duncan: N-non è quello.

Noah comincia a sbattere la testa sul tavolo.

Owen:??

Duncan: Sulla chiappa… c’-c’è…

Il punck distoglie lo sguardo ed incrocia gli indici delle due mani.

Owen: Cosa?

Duncan: F-forse è meglio… mph… che guardi da te…mph.

Dice indicando lo specchio.

Geoff: NON c’è da ridere Duncan.

Owen osserva il riflesso sullo specchio e nota che anche lui ha un tatuaggio.

Owen: Wow, fico. Beh, è carina. Cos’è??

Tutti restano in silenzio. Ma quel ragazzo vive su Marte?

Tyler: Owen, quella è un SV…

Geoff gli tappa la bocca con la mano.

Geoff: Non è il momento per queste cose, ok? La situazione è già complicata di suo.
Troveremo il modo per far togliere i vari tatuaggi e ci inventeremo una scusa se domessero rimanere le cicatrici. Non c’è problema.

Duncan: Giusto… giusto. Manteniamo la calma. Va bene, va tutto bene.

Tyler: Ed i miei capelli?! Come la mettiamo?

Duncan: Mai sentito parlare di parrucche?
E poi tanto ti ricrescono.

Tyler sta per mettersi a piangere.

Duncan: Piuttosto Tyler. Vai a svegliare Trent, prendiamo un caffè e smammiamo dal Nevada prima che vedano… QUESTO!

Dice il punk aprendo le braccia per riferirsi alle condizioni della suite.

Noah: “Mantenere la Calma”? Parlate di CALMA??
Come faccio a calmarmi? Vi siete guardate in torno???

Geoff: Noah, NOAH!!  Adesso guardami!

Dice il surfista prendendo per le spalle Noah.

Geoff: Non dobbiamo andare in paranoia. Adesso si sistema. Adesso si sistema.

In quel momento Tyler ritorna dal piano delle camere.

Tyler: Ragazzi… Trent non c’è…

Geoff: Hai guardato nelle altre camere?

Tyler: Ovunque. Non è in camera… e manca anche il materassino gonfiabile.

Geoff: Problema risolto. Per svegliarsi sarà andato a farsi un tuffo in piscina.

Duncan: Ok, adesso lo chiamo.

Duncan estrae il cellulare.

Duncan: Dimmi tu se in un momento come questo…
Geoff, dimmi il numero.

Geoff: 333-6275978

Duncan: Sentiamo dov’è finito quel pazzoide.

Duncan si appoggia il telefonino all’orecchio.
Nella stanza si sente squillare.
Owen si avvicina ad un mobile e prende in mano un cellulare.

Owen: Pronto?

Duncan assume un’espressione rassegnata.

Duncan:… Owen?

Owen: Sì?

Duncan:… sono Duncan…

Owen: Ciao Duncan.

Credo sia il telefono di Trent.

Duncan:… non mi dire…
Ok. Geoff , scendiamo a vedere in piscina. Voi altri CHIUDETEVI DENTRO e mettete il cartello non disturbare.
Geoff: Andiamo. Prima saremo in macchina diretti a casa, meglio sarà.

I due escono dalla camera e prendono l’ascensore.

Geoff: Com’è che non ricordiamo un accidenti di niente?

Duncan si appoggia a braccia conserte contro la parete interna dell’ascensore.

Duncan: Perché, evidentemente, ce la siamo spassata.


I due fanno il giro completo della piscina.

Geoff: Qui sembra che non ci sia.

Duncan: Uff… ma come fa uno ad uscire senza il cellulare. CAZZO!

Geoff: Come fa uno ad aver cancellato dalla testa un’intera serata.

Duncan: … colpito e affondato…
Magari è a far colazione.

Geoff: Andiamo a vedere.

Geoff si gira in direzione dell’ingresso del bar quando Duncan nota qualcosa che sporge dai pantaloncini del ragazzo.

Duncan: ‘Spetta-‘spetta…

Il punk si avvicina ed estrae un REGGISENO dalla tasca di Geoff.

Duncan: Porca… ah ah ah

Geoff guarda con occhi sbalorditi.

Geoff: Ma che accidenti è questo?

Duncan: Ah ah ah. Il ricordo di una bella serata da quello che mi sembra di capire.

Geoff: M-m-mettilo via.Subito!

Duncan: Ah ah. Tranquillo, tranquillo. Non lo diremo a nessuno.

I due entrano nel bar.
Un paio di ore dopo risalgono in camera… da soli.

Duncan: Palesta, Casinò, reception… nessuno sembra averlo visto. Dannazione!

Geoff: Forse è tornato in camera.

Duncan: Lo spero propr…

Aprendo la porta con la chiave i due si trovano davanti una scena tragica.
Noah ha legato un lenzuolo al lampadario e sta cercando di impiccarsi con Tyler e Owen che provano in tutti i modi a fermarlo.

Duncan: CHE CAZZO FAI NOAH?!

Noah: LASCIATEMIII!

Duncan e Geoff si lanciano a dar manforte agli altri e sorreggono tutti assieme Noah.

Duncan: Se proprio vuoi ammazzarti, fallo quando saremo a casa… e soprattutto LONTANO DA ME!!

Duncan prende dalla tasca un coltellino e taglia il lenzuolo.
Tutti cadono per terra.
Duncan si rialza con ancora in mano il coltellino.

Duncan: CHE CAZZO! VEDIAMO DI CALMARCI ADESSO!!

Tutti si bloccano ed osservano Duncan. Owen si mette a piangere a labbra serrate emettendo un suono simile ad un sibilo.

Duncan: ?? E ora co..

Duncan sposta il suo sguardo sul coltellino… CON LA LAMA INTERAMENTE COPERTA DI ROSSO!!

Duncan: CRISTO SANTISSIMO!!

E lascia cadere a terra il coltellino.

Noah: Quello…quello…è…

Tyler:…s-s-s-sang…

Owen: BHUAAAAA!!!

Owen scoppia in un pianto incontrollato.

Geoff: Porca puttana Duncan! Che altro accidenti hai in quella tasca?

Duncan: La tasca… certo! Le tasche!

Duncan si avvicina al tavolino e lo sgombera dalle lattine vuote gettandole per terra.

Duncan: Tirate fuori tutto quello che avete nelle tasche. E PER CARITA’, OWEN SMETTILA DI PIANGERE!!

Tutti si mettono attorno al tavolino e svuotano le tasche.

Noah: Io ho uno scontrino… è del bancomat dell’hotel Bellagio delle 23.03 per un totale di… OTTOCENTO DOLLARI??
MERDA!!!

Tyler: Io ho la ricevuta del parcheggio. Siamo rientrati alle 5.12 di questa mattina.

Noah: Oh, cazzo… abbiamo preso la macchina…

Duncan: Eh eh… sbronzi al volante… bestiale.

Geoff: Io ho un biglietto da visita dello… STRIP CLUB SAPPHIRE GENTLEMAN’S CLUB?

Duncan: Visto? Ecco spiegato dove ci siamo spaccati la faccia… oltre da dove proviene il reggiseno.

Tyler: Quale reggiseno?

Geoff: Lasciamo perdere.

Duncan: Beh, quei posti sono pieni di sorveglianza.
Possiamo partire da lì per cercare Trent.

Noah: Cercare Trent? Perché? Non era sotto, in piscina?

Duncan lo guarda malissimo.

Duncan: Certamente! Solo che abbiamo pensato di caricarlo direttamente in macchina nel bagagliaio.
TI SEMBRA FORSE DI VEDERLO QUI? E’ OVVIO CHE SOTTO NON C’ERA!

Owen: Forse ha chiamato a casa…

Tutti si girano verso Owen.

Geoff: Non è poi un’eventualità da scartate in fondo.

Noah: Cosa? Non avete pensato a telefonare? Che aspetti Duncan? Chiama!

Duncan: CERTO! Lo spieghi tu a Court tutto questo DANNATO CASINO?

Noah si alza in piedi, si avvicina a Duncan e si ferma solo quando i suoi occhi, ormai diventati completamente rossi per lo stress, si trovano ad un paio di centimetri da quelli del punk.

Noah:… chiama… adesso.

Dice non voce gelida.
Lo sguardo di Duncan passa in rassegna anche quelli degli altri presenti.
Duncan si alza.

Duncan: Uff… va bene.
Facciamo questa cazzata.

Si mette al centro della stanza e comincia a digitare il numero sul cellulare.

Courtney: Pronto?

Duncan: Eh, ciao principessa.

Courtney: Ah, meno male sei tu, temevo qualche seccatura. Scusa ma qui siamo in emergenza totale.

Duncan: Ah…capisco…

Da dietro Tyler continua a dargli dei colpi per spronarlo

Duncan: …e non spingere babbeo adesso ci arrivo…

Courtney: ???

Duncan: ..ehm, non è un buon momento questo eh?

Courtney: Senti, non voglio sapere che state facendo nelle vostre “giornate per soli uomini” ok?
Mi devi solo promettere di essere puntuale tra TRE GIORNI alla Chiesa sulla sesta strada. Ricordatelo, ciao.

Duncan: Ehm, tra tre giorni… ecco… io non ci conterei troppo…

Duncan assume un’espressione a denti stretti che sembra chiedere pietà.

Courtney: …cosa prego?

Duncan deglutisce.

Duncan: ..ehm.. temo che le cose siano un po’ sfuggite di mano.

Courtney: Specifica lo “sfuggire di mano”… NON SARETE MICA IN PRIGIONE?

Duncan: No, no figurati. Siamo in hotel.

Courtney: Meno male. Mi hai fatto prendere uno spavento.
Allora che problema avete?

Duncan: Abbiamo… ehm… perso una cosetta…

Courtney: Non dirmelo…

 … avete perso le chiavi dell’auto?

Duncan: Beh… una specie.

Courtney: Guarda, io adesso devo andare . Non mi interessa che casini avete fatto. MA TRA TRE GIORNI TRENT DOVRA’ ESSERE QUI A SPOSARSI.
Oppure sarai TU!  a vedertela brutta, te lo garantisco. CIAO!

E Courtney chiude la chiamata.

Duncan si rimette sconsolato il telefono in tasca.

Duncan: Niente ragazzi. A casa non sanno nulla.

Geoff: Allora non ci resta che la strada dello strip-club.

Duncan: Dai, muoviamoci.
Oh, Geoff. Lascia il cellulare di Trent sul tavolino sgombro con un biglietto con scritto di chiamarci. Non vorrei mai che mentre siamo fuori quel pazzo torni indietro.

E detto questo i cinque escono dalla stanza.

Owen: E con il gattone come la mettiamo?

Duncan: Owen. Adesso abbiamo cose più importanti a cui pensare.
Trent è chissà dove, magari anche ferito.
Che si arrangino loro con la belva!

Pochi minuti dopo sono tutti davanti all’ingresso ad aspettare che il parcheggiatore riporti loro l’auto, quando Tyler nota un gruppo di operai che tanno tentando di liberare la statua di Cesare, ricoperta di biancheria intima.

Tyler: Ehm, ragazzi. Guardate lassù.

Geoff: Oh, mamma…

Noah: Owen ma quelle non sono…

Owen:… ecco dove avevo lasciato le mutande.

Duncan distoglie lo sguardo.

Duncan: Ignorate tutto! Fate vinta di n…

Il punk si  blocca sul colpo quando vede  un’auto della polizia fermarsi davanti a loro.

Posteggiatore: La vostra auto, agenti.

Noah è paralizzato con la bocca aperta.

Geoff: Ohhh… mio Dio.

Duncan: Ok… fate finta di niente…non dite una parola… Tyler, Owen, caricate Noah dietro.
Forza… andiamo.

Geoff: Ehm… io mi siedo davanti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

La scena si sposta con il gruppo fermo in un ingorgo.     

Noah: Tutto questo… è … reato.

Il punk alla guida si gira verso Noah che è seduto dietro tra Tyler e Owen.

Duncan: Beh, guarda il lato divertente.
Tu sei salito su una volante per la prima volta… mentre io una volta tanto sono seduto davanti.

Noah tira un sospiro.

Noah: Sì, divertentissimo.
Bloccati nel traffico in un’auto della polizia rubata con alla guida un uomo con in tasca un coltello insanguinato. DA SPANZARSI!!

Dice Noah a denti stretti mostrandoli a Duncan.
Duncan all’improvviso spalanca gli occhi e di scatto torna a guardare la strada.

Noah: Che c’è??

Duncan: No, niente.

Noah: Hai avuto un sussulto.

Duncan: No…solo che il guidatore deve guardare la strada.

Noah: Duncan… che CAZZO c’è?
SONO I DENTI? COS’ HANNO?

Noah si passa la lingua tra di denti per controllare.

Noah: Owen, guarda se ne manca qualcuno.

Il ragazzone osserva i denti dell’amico.

Owen: No. Sono a postissimo….

Noah: Fiùùù…

Owen, sorridendo prosegue.

Owen: … e anche belli colorati!

Noah: COLORATI??

Noah fa uno scatto ad afferra lo specchietto retrovisore. I denti ci sono tutti, MA SONO TUTTI DORATI!!

Noah: Oh, Dio mio…oh cazzo… OH MIO DIO!!!

Impreca il ragazzo mentre con il dito si mette a sfregare i denti.

Duncan: Mph…b-bravo, fai così che  viene via… mph…

Noah: NO CHE NON VIENE VIA!!

Duncan si sta visibilmente stufando del traffico.

Duncan: Così non andiamo da nessuna parte.

Dicendo così accende la sirena.

Geoff: Duncan? Che hai intenzione di fare?

Duncan: Reggetevi ed osservate il maestro.

La macchina esce dalla corsia e sale sul marciapiede.

Geoff: Certo che con te non ci si annoia mai.

Duncan prende il megafono e comincia a parlare.

Duncan: *attenzione, attenzione. Polizia di Las Vegas. DISPERDETEVI. Ripeto, DISPERDETEVI*

Tyler: Duncan. Così attiri ancora di più l’attenzione!!

Duncan: *signorina, signorina in nero… lei a due bocce notevoli signorina*

Noah: Adesso basta! Scendi dal marciapiede.

Duncan: Penso che sarei tagliato per fare il poliziotto!!
 


Nella città senza notte tutti i locali sono aperti tutte le ore,  non stop, e i “club per uomini” non sono diversi.
La musica all’interno è assordante e le ragazze danzano ininterrottamente sui cubi e si contorcono sui pali. L’odore di alcol, miele e sudore si uniscono per creare un’atmosfera che non essere descritta.

Noah: Questo posto non mi dice ricorda niente…

Geoff: Eppure è questo!

Dice Geoff mostrando il biglietto.
A un certo punto un uomo si avvicina a loro.

Uomo: Ah ah ah, guarda chi è arrivato!!
Che succede eh? Vi mancavo?
Come state?!

L’uomo si getta al collo prima di Owen e poi di Tyler.

Uomo: Sentite ragazzi. Vi dico una cosa. Io ne ho conosciuti di svitati. Ma LUI (ed indica Noah) è IL BASTARDO PIU’ FOLLE E SCHIZZATO CHE MI SIA MAI CAPITATO!!

Tutti i ragazzi si voltano verso Noah.

Tutti: NOAH??!!

Noah: … io?

Duncan: L-lasciamo perdere. Ascolta, noi stiamo cercando un amico. Un ragazzo che dovrebbe essere stato qui con noi ieri sera.

Uomo: Chi? Trent? Certo! Certo che è stato qui. Eravate tutti assieme, cos’è? Scherzo?

Tyler: Vedi, noi non ci ricordiamo NULLA di ieri sera. E non sappiamo dove sia finito.

Uomo: Wow. Cazzo ma voi siete veramente fusi! Ah ah ah.

Duncan si avvicina ancora di più e lo guarda in cagnesco.

Duncan: Ascoltami bene. Vogliamo sapere cos’è successo ieri notte e non stare qui a fare battute del CAVOLO!

Uomo: Hey, hey. Buono fratello.
Io non so che avete combinato, siete stati in angolo con ragazze tutto il tempo.

Geoff: E-e c’è qualcuna di queste ragazze adesso?

Uomo: Sì, c’è Kimmy. Tra poco inizia show. E’ in camerino.
Andateci a parlare.

Geoff: Ok, grazie. Grazie davvero.

I cinque si dirigono verso i camerini del locale.

Uomo: Pff.. questi sono pazzi.
 


Arrivati sul retro, i ragazzi si trovano davanti ad un via-vai di ragazze in topless. Owen ha la bocca aperta e non riesce a dire una parola.

Geoff: Ed adesso come la troviam…

Una ragazza asiatica in accappatoio corre in contro a Geoff e gli stampa un bacio sulle labbra.

Ragazza: Ma guarda! Il mio simpaticone. Ti sentivi solo senza di me? O mi hai riportato il “ricordino” che ti sei tenuto?

Dice sollevandosi il seno.
Tutti fissano Geoff che non sa che dire.

Duncan: Ehm… Kimmy?

Kimmy: Ciao! Non mi sono dimenticata di te.

E stampa un bacio sia a Duncan che agli altri. Owen cade a terra.

Kimmy: Dolce pancione.

Noah: S-senti. Noi stiamo cercando un nostro amico. Si chiama Trent e…

Kimmy: Oh, sì mi ricordo di lui. Offriva a tutti da bere, taaanto gentile.
I suoi devono esserne proprio fieri.

Duncan: Neanche te lo immagini…

Duncan si era dimenticato del “Signore Oscuro” e di quello che avrebbe fatto loro se il suo unico figlio non fosse tornato a casa. Ma era inutile versare benzina sul fuoco parlandone agli altri. E poi anche se li avesse spediti tutti sulla Luna... una volta morto per lui non sarebbe cambiato molto.
Perché è quello che Courtney e Gwen gli avrebbero fatto… la pelle… poco ma sicuro.

Noah: E ti ricordi se è andato via con noi?

Kimmy: Sì, siete andati via tutti insieme.

Tyler nel frattempo è riuscito a far riprendere Owen.

Kimmy: Anche se per poco non mi lasciavate lui.

La ragazza accarezza la mano di Geoff che spalanca gli occhi.

Kimmy: Mi ha seguita per tutta la serata come un dolce cucciolone.

Geoff comincia ad avere la respirazione pesante.

Kimmy: Mi diceva che mi amava e che voleva sposarmi.

Duncan: Ah ah ah… grande Casanova.

Geoff risponde al punk a denti stretti.

Geoff: DACCI-UN-TAGLIO.

Poi torna a rivolgersi alla ragazza,

Geoff: Ehm… domandina.
Non ci siamo sposati, VERO?

Kimmy: No, tranquillo. So che a Las Vegas uno si lascia andare.

Geoff: Uff… grazie.

Kimmy: Ma eri così dolce che un regalino non ho potuto non fartelo.

Duncan: Il reggiseno…

Geoff: DUNCAN.

Kimmy: No, no… quello è stato dopo.

Tutti fissano la ragazza con aria interrogativa.

Kimmy: Ho preso pausa ed abbiamo giocato in stanza appartata.

Duncan rischia di scoppiare a ridere.

Duncan: E-e-e… mph… cosa avete fatto di così… mph…(o mamma)… appartato?

Geoff: NON CAMBIAMO ARGOMENTO!

Kimmy: Oh… ho ballato per lui, l’ho massaggiato, abbiamo fatto sesso, abbiamo scherzato…

Geoff si copre la faccia con entrambe le mani.

Geoff: CAZZO!

Duncan: Tranquillo, tranquillo. Ricordati il biglietto “Quel che si fa a Las Vegas…”

Geoff: NON ME NE FREGA NIENTE DELLA MADRE PSICOPATICA DI TRENT!!
HO TRADITO LA MIA BRIDGETTE, OK?!
Senza offesa verso di te Kimmy, sei veramente una donna bellissima ma…

Geoff ritorna a fissare il punk.

Geoff: E’ una questione di principio!!

Kimmy: Non te la prendere. E’ stato bellissimo.
Avevi le lacrime. Dicevi che ti era piaciuto tanto.

Noah: Mph… aspetta, aspetta…

Owen: … ah ah. Ha pianto?

Tyler: Che bambinone! Ah ah

Geoff vorrebbe sprofondare.

Kimmy: Non lo prendete in giro.
Eri così SEXY.

Dice la ragazza mordicchiandosi il labbro inferiore.

Kimmy: Gli ho detto “rallenta stallone o ti sparo tutto dentro”.

Cala il silenzio.
Tutti si mettono a fissare Kimmy.

Geoff: “Spari”?
Che cosa?

Kimmy: Oh, lo sai.
Mio sperma.

Geoff: Eh, eh… hai qualche piccolo problema di vocabolario.
Vuoi dire il MIO sperma.

Lo sguardo degli altri comincia a fare ping-pong tra Geoff e Kimmy.

Geoff: Eh eh.. da dove verrebbe il tuo sperma?

Kimmy: Dalle mie palle.

Geoff: GULP!

Duncan: Ok, time-out! Aspettate un secondo…

Geoff: Ma che..acc… non ho capito.

Kimmy: Piccolo. Non mi chiamano “Kimmy la pompiera“ per niente.

La ragazza si toglie l’accappatoio rivelando un enorme … beh… ci siamo capiti.

Tutti: BLEAHH!!!

I ragazzi sono  in preda a conati di vomito e Geoff cade anche per terra.
L’unico indifferente è Owen che si avvicina a Kimmy e le chiede.

Owen: Come hai fatto a incollarlo?

Geoff scoppia in un pianto disperato.

Kimmy: Ma dai! E stato bellissimo, siamo venuti nello stesso momento.

In preda alle convulsioni e alle lacrime Geoff riesce solo a dire.

Geoff: E come…. Funziona?

Kimmy: Io ti ho sparato tutto dentro e tu hai sparato per terra.

Tutti: BLEAHH!!!

Duncan: OK, BASTA CO…. BASTA COSI’!

Geoff: Tutto…. Tutto dentro … di MEEEE.
MA PERCHEEEE’?

Tyler e Noah si tengono la mano sugli occhi per non assistere alla scena orribile.

I cinque escono dal locale portando Geoff, ancora nella disperazione più totale, in spalla e raggiungono l’auto.
Duncan si gira verso Geoff.

Duncan: Senti. Te lo prometto, nessuno verrà mai a saperlo.

Geoff: Ma io lo so però…

Duncan: E te dimentichi.
Guarda io. Ne faccio mille di cazzate! Me le dimentico e basta!
Certo, questa ci metterà un po’… ma passerà anche questa!
Forza, torniamo all’auto.

Noah: Ma certo! L’auto!

Tyler: Cosa?

Noah tira fuori il cellulare e inizia a digitare un numero.

Noah: L’auto ha il GPS. Basta contattare il centro chiamate…

Owen: …e ritrovata l’auto avremo trovato anche Trent!!

Duncan: Piano, piano Owen. Comunque trovare l’auto è già un passo avanti.

Geoff si asciuga le lacrime e si rimette in piedi.

Geoff: Se sappiamo dov’è l’auto allora bruciamo quella della polizia.

Tutti lo guardano storto.

Duncan: Bruciarla? Ma chi sei?

Geoff: Ah, non lo so! Evidentemente uno a cui piace il….BLEAHHH!!

Geoff si accascia di nuovo e re-inizia a vomitare.

Duncan: Comuque io non la brucio un’auto della polizia.
Sarò anche un criminale ma non ho fretta di incasinarmi ancora di più!

Nel mentre Noah ha finito la chiamata.

Noah: Bene, grazie.

Tyler: Che hanno detto?

Noah: La macchina è parcheggiata ad Edmond Street.

Duncan: Bene! Finalmente qualcosa di buono! Forza, in marcia!
Tutti salgono sulla macchina.

Owen:Ehm, ragazzi?

Duncan: Che-c’è-adesso??

Owen: … qualcuno sa dov’è questo posto?

Silenzio in auto.

Duncan: Vabbè. Chiederemo al primo che passa.

Tyler: Ecco lì. Scusi?!

Duncan: Visto? Risolto.

Tyler: Hey, lei! Scusi!!

Duncan: Come stai Geoff?

Geoff alza gli occhi ancora lucidi.

Geoff: Come ti sembra che possa stare…

Duncan: Già, domanda stupida…
Allora Tyler?!! Quanto cazzo ci metti?
Uff… incredibile.

Tyler: Hey, agente. Abbiamo bisogno di un’ indicazione.

Noah: Ah ah

Duncan: Che c’è?

Noah: Niente, mi è appena sembrato che Tyler abbia detto.

I Duncan e Noah si guardano negli occhi.

Tutti: AGENTE??

Duncan guarda fuori dal finestrino e vede due agenti della stradale che in tutta fretta stanno salendo sulle loro moto.

Duncan: PORCA PUTTANA!

Il punk accende la macchina e parte a manetta.
La macchina sfreccia per la strada ed imbocca la Desert Inn, con le due moto della polizia alle calcagna con le sirene a tutto volume.

Duncan: CAZZO TYLER, MA SEI RITARDATO?!!

Tyler: Ma chiedo sempre indicazioni alla polizia quando mi perdo…

Noah: NON QUANDO SEI SU UN’AUTO DELLA POLIZIA RUBATA!!!

Tyler: Ops.

Duncan: Vediamo come se la cavano COSI’!

Duncan gira il volante portandosi sull’altra corsia e continuando contromano.

Geoff: Che cazzo fai??

Duncan: Lascia fare a me!

Noah: Comicio a pensare sia questo il problema!!!

All’improvviso un tir si immette nella strada.

Tyler: Attento!!!

Owen: AAAAAHHHH!

Duncan: ADESSO!

Duncan gira ancora il volante ritornando sulla sua corsia, ma le due moto sono obbligate, per scansare il camion ad andare sul marciapiede dove I due poliziotti cadono per non investire I passanti.

Duncan: BACIATEMI IL CULO SBIRRI!!

L’inseguimento si protrae fino all’incrocio con Arville Street, quando davanti all’auto dei ragazzi compaiono due  autopattuglie che bloccano completamente la strada.

Owen; OH MAMMINA! SIAMO FRITTI!!

I ragazzi sono costretti a fermare l’auto, mentre le due moto, rimessesi in piedi,  li raggiungono da dietro.
Nella macchina sono tutti in un silenzio rassegnato.

Noah: è finita…

Tyler:…

Geoff guarda per terra mentre Owen comincia a piangere in silenzio.
Duncan si gratta la cresta.

Duncan: Uff… ed eccone un’altra sulla lunga lista…

Due poliziotti, armi in pugno, si stanno avvicinando all’auto…
..quando due furgoni neri sbucano dall’incrocio e travolgono la volante della polizia che blocca la strada facendola volare per aria con un conseguente fuggi-fuggi generale.
Il casino è tale che Duncan sbatte la testa contro il parabrezza e perde i sensi.
Quando li riapre è tutto buio, sembra essere notte.
Solo dopo si accorge di un’immensa figura che gli sta davanti oscurando il Sole.

Voce: Ben ritrovato Duncuccio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Duncan riapre gli occhi dall’interno di uno strano edificio, sembra essere un vecchio capannone industriale arredato.

Geoff: Ragazzi! Duncan si è svegliato!

Tyler: Come ti senti?

Duncan: Ohhh, la mia testa…

Duncan, a causa del colpo con il parabrezza, ha la testa fasciata.

Duncan: Dove cazzo siamo? In galera?

Geoff: Beh… non esattamente…

Duncan si guarda in giro, sulla panca accanto a quella dove è sdraiato è seduto Noah, completamente immobile e con un’espressione stralunata.

Duncan: Che accidenti gli prende adesso a Noah?

Geoff: Ecco vedi… mentre eri svenuto… qualcuno ha cacciato i poliziotti e ci ha portati… ehm… qui.

Duncan: Cazzo! Finalmente un po’ di buona fortuna!
E che diavolo fai quella faccia? Ok, qualche sbirro ha passato un brutto quarto d’ora, ma preferivi forse la galera?

Geoff afferra Duncan per le spalle e richiama la sua attenzione.

Geoff: DUNCAN! Il problema… ecco… è CHI, ci ha… ehm… aiutato.

Duncan: Cosa?

Il punk si alza dal letto.

Tyler: Aspetta, devi ancora…

Duncan: …dobbiamo ancora trovare Trent e mancano solo…

Duncan si guarda l’orologio e sbarra gli occhi.

Duncan: Le 23 ?!
Ho dormito per quattro ore??!!

Geoff: Beh, hai preso una bella botta…

Duncan: CHE CAZZO STIAMO QUI A GRATTARCI?! DOBBIAMO MUOVERCI!!

Il punk si dirige verso la porta della stanza.

Geoff: No, Duncan! Prima ti devo dire che…

Duncan: Me lo dirai dopo!

Duncan apre la porta

Duncan: Adesso muovete il cu…

Il punk si ferma.

Davanti a lui c’è quella che ha tutta l’aria di essere una festa, gente che mangia carne e beve litri e litri di birra.
Ed in mezzo a loro c’è Owen che sembra l’anima della festa.

Tutti: Owen! Owen! Owen!

Owen: Ah,Ah,Ah. Ed adesso mi esibirò nella versione a rutto dell’INNO CANADESE! WOO-HOO!!

Tutti: VAIIII!!!!

La festa deve essere iniziata ore fa, tutta la gente è ubriaca, ma non è questo che attira l’attenzione di Duncan.

Owen: WOW! DUNCAN SI E’ SVEGLIATO!!

Il ragazzone si precipita dal punk e lo stringe tanto da quasi soffocarlo.

Duncan: Urfgh…
Lasciami Owen!!

Owen: Oh,oh… aspetta! Ho qualcuno che ti voglio far conoscere.
Hey! Klaus!! Voglio presentarti il mio amico Duncan!!

Un tizio con giubbotto di pelle senza maniche , braccia tatuate ed interamente pelato si avvicina ad Owen.

Owen: Duncan, questo è Klaus!

Dice Owen mettendo un braccio attorno al collo dell’uomo.

Owen: Era lui alla guida del furgone. Dovevi vederlo!
I poliziotti erano tutti BANG!BANG!
Ma lui era VROOM! VROOM!
E quelli sono scappati AAAHHH! AAHHH!

Klaus: AHAHAHAHAH!!! SEI UNA FORZA OWEN!!!

Duncan ha un sorriso che è a metà tra il forzato e la pura crisi di nervi.

Duncan: Giaaaaà… un vero spasso…

Duncan afferra la maglietta di Owen e lo conduce nella saletta dove gli altri ancora aspettano.

Duncan: Ora scusa tanto Kalus MA NOI DOBBIAMO PROPRIO PARLARE!!
E’ un vero piacere conoscerti.

Duncan sta trascinando Owen quando questo indica in alto e dice.

Owen: Hey, Duncan. Hai visto che bella bandiera?

Duncan: SI’ OWEN! LA STAVO GUARDANTO PROPRIO PRIMA!!!

Owen: Non ti sembra che ricordi il mio tat…

Duncan: SI’ OWEN ED E’ QUESTO IL PROBLEMA!!!!

Duncan chiude la porta della stanza.

Duncan: MA DOVE CAZZO DI ACCIDENTI SIAMO FINITI????

Tyler: Stavamo provando a dirtelo prima.

Geoff: Sembra che stanotte ci siamo fatti dei “nuovi amici”

Dice il surfista coprendosi il volto con una mano.

Noah: Voglio andare a casa…

Duncan: Ok, ok,… ok, ok…

Duncan comincia ad andare avanti e indietro per la stanza, oramai la sua psiche è a pezzi.

Duncan: Ok, ok… dobbiamo solo… trovare il modo per uscire… senza passare in mezzo a quella massa…

Noah: E comeeeee…?

Duncan: FAMMICI PENSARE UN ATTIMO!

Owen nel frattempo sta sbirciando nel salone dallo spioncino.
Si sente un gran rumore di incitazioni e applausi.

Owen: Guardate! Deve essere arrivata Meredith.

Duncan: OWEN, PIANTALA!
Non è il momento di… hai detto Meredith?

Il gruppo apre appena la porta, in modo da riuscire a vedere chi sta arrivando.
Duncan resta a bocca spalancata… ma non per la bella sorpresa, proprio no.

Una specie di bue vestita in pelle, con rotoli di ciccia che le escono da una maglietta viola , con il triplo mento, i seni cadenti come orecchie di un doberman ed una cresta enorme color rosa elettrico.
Si mette a parlare ad una platea in ovazione.

Duncan si solleva la manica ed osserva il tatuaggio.

Duncan: … a questo punto preferivo il trans…

Geoff gli lancia un’occhiata omicida.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

“Che stress”

Queste sono le uniche parole che rimbombano nella testa di Courtney mentre è seduta in cucina a casa di Gwen davanti ad un bicchiere d’acqua.

Dopo l’incidente del vestito Gwen si era barricata in camera sua, ma non c’era tempo per aspettare che le passasse la crisi di nervi, specie considerando che lo strascico del vestito era stato strappato ed avrebbero dovuto portarlo a far sistemare.
Farla uscire da quella dannata stanza era stata un’impresa tutt’altro che semplice.


TENTATIVO 1.

Situazioni estreme richiedono metodi estremi, anche a costo di affidarsi ad una pazzoide.
Con la porta chiusa l’unica via d’accesso alla stanza restava la finestra, ma di scale in quella cavolo di casa non sembravano essercene, o almeno non di così lunghe.
L’unica che poteva arrampicarsi fino a lì era Izzy, la avevano vista fare anche di peggio, ma non era proprio la persona ideale per convincere una ragazza nel panico.
L’idea giusta venne a Bridgette, che andò a rovistare negli scatoloni delle attrezzature per il ricevimento e ritornò con un paio di walkie talkie che i camerieri avrebbero dovuto usare per comunicare con la cucina.
Ne legarono uno al collo di Izzy e la mandarono all’attacco.

L’agilità della rossa non smetterà mai di stupire, alcune volte sembra andare anche contro le leggi della fisica, in un paio di salti era entrata nella stanza.
Courtney prese in mano il walkie talkie.

Courtney: Bene Izzy, adesso apri la porta.
….

Silenzio
….

Courtney: Izzy??
….
Uff…Espolsivo?

Izzy: ESPLOSIVO A RAPPORTO SIGNORE!! RAGGIUNTO IL PUNTO ALFA SIGNORE!! AHAHAH!!

Courtney si sbatté violentemente la mano contro la fronte.

Courtney: Ok soldato. Apri la porta… ADESSO.
….

Courtney: I…ehm… Esplosivo? Sei ancora lì?

Gwen: La persona da voi chiamata è momentaneamente assente… siete pregati di NON richiamare E DI LASCIARMI IN PACE!!
… fine comunicato.

Bridgette si stava avvicinando a Courtney quando…

Courtney: Shhh, nessun problema. PIANO B!
 

TENTATIVO 2- ovvero il famoso PIANO B

Stare con un ex-galeotto ha i suoi vantaggi, come l’apprendere dalle sue storie come realizzare un rampino con relativa corda usando tovaglie , posate e una bottiglia di gasosa super-frizzante ed una caramella alla menta.
Dopo aver fissato tra di loro le posate e legato ad esse la corda fatta con le tovaglie, le ragazze infilarono l’estremità del rampino nella bottiglia di gasosa.

Courtney: Ok, questo è il piano.
È molto semplice :
FASE 1: Miriamo la finestra con il rampino
FASE 2: Mettiamo dentro alla gasosa la caramella alla menta ed agitiamo la bottiglia
FASE 3: Teniamo sigillato il collo della bottiglia finchè la pressione non arriva al massimo
FASE 4: Lasciamo andare il rampino che dovrebbe (si spera, perché Courtney si addormentava regolarmente a metà storia) essere sparato fino a destinazione. Dopo di che salirò da Gwen e finalmente metteremo fine a questa pazzia.

Tutte si misero ai propri posti ed infatti, come sperato, il rampino venne sparato fino alla finestra ed entrò nella camera di Gwen.

Courtney: AHAHAH! Visto? Mai sottovalutare il capitano della squadra di ginnastica artistica!

Dicendo questo la castana cominciò a salire la corda finchè non cominciò a sentire degli strattoni, alzò la testa e vide un paio di guanti bianchi, di cui uno visibilmente macchiato, avvicinare alla finestra un Izzy completamente legata dalla fune di lenzuola.

Izzy: AHAHAHAH! TROOOOPPO DIVERTENTE!!

Courtney abbassò lo sguardo verso le altre.

Courtney: Ehm… non farà quello che penso… vero?

Le ragazze risposero facendo un sì con la testa.

Izzy: YUUU- HOOOO!!

Izzy saltò dalla finestra … finendo proprio addosso a Courtney ed entrambe caddero rovinosamente a terra.

Izzy: Troppo divertente!!!!

Courtney: Izzy!! Tu sei… tu sei…PAZZA!!

Leshawna: Bella scoperta tesoro…

Courtney si rialzò guardando poi in volto Izzy.

Courtney: IZZY!! Perché sei verniciata in volto?

Izzy: UN VERO SOLDATO DEVE PORTARE SEMPRE LE PITTURE DI GUERRA!!! ME LO HA DETTO ANCHE GWEN!

Courtney: V-v-vuoi dire che non ai aperto perché stavi… OOOHHHHH!!!! ADESSO BASTA!

Courtney si girò verso la finestra e vi puntò contro il dito.

Courtney: OK, GWENDOLYN!!! SE VUOI LA GUERRA, GUERRA AVRAI!! MI HAI SENTITA?!

Gwen chiuse la finestra.

Courtney era sul punto di esplodere, si girò e si diresse verso la strada.

Mamma di Gwen: Ragazze, forse dovremmo solo asp…

Leshawna: Lasci stare, ormai questa è diventata una gara a chi ha la testa più dura.

Leshawna guardò la finestra.

Leshawna: E le assicuro che è un gran bel match.

A quel punto si sentì arrivare dalla strada una voce.

Fattorino: S-s-s-signorina! Le ho detto che non posso darle il furgone!!

Courtney: Fai silenzio!! E’ un’emergenza!!

Leshawna: Ma cos..?

La ragazzona si girò in tempo per vedere un camioncino delle consegne entrare a tutta velocità nel cortile con Courtney alla guida.

Leshawna: LEVATEVI!!!

Tutte si spostarono di corsa mentre il furgoncino fece una brusca curva e si fermò parallelo alla casa proprio sotto la finestra di Gwen.
Dal finestrino uscì Courtney che salì sul tettuccio del vano carico e cominciò ad arrampicarsi a mani nude.

Bridgette; Ma… come fa?

Courtney raggiunse in un lampo la finestra, ma quando tentò di aprirla sentì qualcuno, dalla parte opposta, fare resistenza… quindi la sfondò con una testata…
Da sotto le ragazze avevano assistito alla scena a bocca aperta.

Leshawna: OOOOK… chi pensa che Courtney sia uscita di brocca?

Tutte alzarono la mano… e lo fece anche il fratello di Gwen, che nessuno degnava di attenzione,  che era in mezzo al giardino a prendere il Sole.

Fratello di Gwen: Posso alzarlo riferito a tutte voi?

Tutte gli lanciarono delle occhiatacce, tranne Izzy che continuava a ripetere “TROOPO FORTE, TROPPO FORTE!!”

Courtney era finalmente entrata nella stanza di Gwen e la gotica vedendola si era sbrigata a rimettersi seduta sul letto, rannicchiata con la testa nascosta sulle ginocchia.

Courtney: ADESSO BASTA!!

La castana si avvicinò a Gwen con sguardo furente dopo di che la prese per una spalla.

Courtney: Tutte quella persone sono venute qui per aiutarti e tu non fai altro che…

La gotica si scrollò la mano di Courtney di dosso.

Courtney: SENTI UN PO’…!!

Courtney prese Gwen per il retro dell’abito e la ragazza si girò d’istinto con lo sguardo arrabbiato, ma…

Courtney: Gwen… ma tu hai pianto.

Tutto il trucco della ragazza era colato a causa delle copiose lacrime, tanto che il suo volto assomigliava adesso a quello dei fantasmi dei film che lei tanto amava.
Courtney si avvicinò alla scrivania, prese la sedia e si sedette davanti a Gwen.

Courtney: Uff,…ok. Che ti prende? Eh?
Fino a ieri eri tutta contenta ed adesso invece…

Gwen:…

Courtney: Oh, senti! Fai come ti pare.

La castana stava per alzarsi quando…

Gwen: Courtney?

Courtney: Sì?

Gwen: Io… come sono?

Courtney: …ma che razza di domanda è?
Senti, se vuoi fare la matta ti avverto che nel gruppo c’è già Izzy e basta e avanza. Senza contare che a giorni arriverà anche Cody e quindi quella scalmanata di Sierra sbucherà dal nulla, ma lei non conta più di tanto…

Gwen: Non cambiare argomento… per favore.

Courtney tirò un lungo sospiro.

Gwen: Che ci trova Trent in me?

Courtney: Oh, mamma… ora si comincia…

Gwen: Sono scontrosa, inaffidabile, casinista e… diciamocelo chiaro e tondo… mentre lui ha mille sbocchi verso il futuro io non riesco a vedermi dall’oggi al domani.

Courtney: Da quando sei così filosofica? Che fine ha fatto al Gwen “Io sono io, il mondo si bruci... (con voce rauca e stringendo il pugno)… a parte il mio Trent che amo tanto, tanto” (detto invece a mani unite e vocetta stridula).

“Nessuna reazione? Nessuna risposta sarcastica? La situazione è grave allora” pensò la castana.
Gwen prese un quaderno nero che era appoggiato vicino a lei sul letto e lo lanciò passandolo a Courtney.

Gwen: Ecco che fine ha fatto.

Courtney guardò meglio il quaderno.

Courtney: Non è il tuo diario? Quello che Heather aveva…

Gwen: Leggi.

Courtney; Sicura?

Gwen non disse parola e Courtney aprì il diario iniziando a sfogliare le pagine.
C’erano le cose che aveva letto Heather, i sentimenti all’eliminazione di Trent, la gara finale con Owen e… pagine bianche?

Courtney: Ehm, Gwen? Perché non c’è più scritto niente dopo la fine dell’Isola?

Gwen: Perché non ho più scritto niente. Il resto è tutto spiattellato su QUEL DANNATO BLOG. Una cosa da mocciosette che la Gwen di quelle pagine avrebbe considerato inutile.

Gwen indicò con la mano il computer dietro a Courtney.

Gwen: Ma andiamo! All’inizio scrivevo di ambiante, arte, quello andava bene! Ma ora sono solo pettegolezzi, impressioni mie delle quali la gente dovrebbe fregarsene e battibecchi con quella vipera!!

Temo che la Gwen che Trent ama sia solo in quelle pagine ormai.

Courtney si alzò , si diresse verso Gwen… e cominciò a darle in testa il diario.

Gwen: AHI! AHI! AHIA!! MA CHE FAI?

Courtney: Se la vera Gwen è veramente dentro queste pagine allora forse sbattendole contro questa TESTACCIA VUOTA ci ritornerà dentro… e allora la pianterai con queste sciocchezze!
Gwen, non sei più una ragazzina, è normale che tu sia cambiata, ma se così non ti va bene allora fai marcia indietro e ricomincia da capo.

Gwen si massaggiò la testa dove fino ad un attimo fa Courtney la stava colpendo con il diario.

Gwen: Forse… non sono abbastanza coraggiosa… non abbastanza ostinata… non più…

Courtney sbarrò gli occhi.

Courtney : NON ABBAST… Senti un po’. Ti ricordi chi è che ha avuto la faccia tosta di venire a chiedermi scusa solo qualche mese fa? E chi ha continuato a provare nonostante le porte in faccia ed affini?

Gwen osservava Courtney.
Già, la storia della vostra riconciliazione, entrambe ve la ricordate tutt’ora molto bene.
 
 


Dopo che ti eri lasciata con Duncan non te la sentivi di lasciare le cose come stavano, l’avevi fatta troppo grossa… e dovevi rimediare…e volevi rimediare. Cercare almeno di salvare il salvabile.
Anche se non fossi riuscita a fare pace, dovevi far rimettere quei due assieme perché, anche se si mancavano a vicenda, erano troppo orgogliosi per farsi avanti per primi.

Cominciò tutto quattro giorni dopo quella famosa serata al pub, dove avevi ritrovato la tua “strana famiglia” ed anche “lui” e proprio quel ragazzo dai capelli neri ed dagli occhi  verdi è accanto a te adesso, alla guida della macchina, mentre ti accompagna dall’unica persona che temi non potrà mai perdonarti, ma non è per quello che vai lì in fondo.

La macchina si ferma sul lato opposto della strada, tu sei ancora dentro, fuori è ormai autunno e indossi un lungo cappotto nero, “speriamo che non diventi il vestito del mio funerale” pensi.

Prima che tu scenda dall’auto Trent ti tocca il braccio.

Trent: Sicura di andare da sola?

Gli rispondi con un sorriso triste.

Gwen: Chi rompe paga. Ed i cocci sono suoi…

Ed uscisti dall’auto.

Gwen:… speriamo che non siano ancora troppo affilati.

Attraversasti la strada ed in pochi attimi fosti davanti alla porta di casa, davanti al campanello.
Lo suonasti.

Ma cosa potevi dirle? Che ti dispiaceva? Che avevi capito il tuo errore? Che..che… dannazione Gwen, potevi pensarci prima di suonare quel dannato campanello.

La porta si aprì e da dietro sbucò il volto di Courtney.
Cercasti di sorridere.

Gwen: Ciao C…
SBAM!

Ti chiuse la porta in faccia, tutto come da programma, anzi, avevi anche temuto che ti colpisse con qualcosa.
Suonasti una seconda volta, poi una terza ed una quarta, tutto doveva finire oggi. Non importava come.

Stavi per suonare la quinta… quando una cascata d’acqua ti investì in pieno lasciandoti fradicia. Sentisti il rumore di una finestra sopra di te che si chiudeva.

Ti ridirigesti verso la macchina, ma quando apristi la portiera ti trovasti Trent che ti porgeva un asciugamano.

Gwen: Che ci fai con un asciugamano in macchina? Come facevi a…?

Trent era curvo sul volante ed a malapena tratteneva le risate.

Prendesti l’asciugamano un tantino irritata, ti asciugasti sommariamente i capelli e ritornasti davanti alla porta di Courtney.

Stavi per suonare nuovamente, quando ti ricordasti della finestra e allora ti appiattisti al muro e ricominciasti e chiamarla.

Una , due, tre ore senza che ti arrivasse nessuna risposta.
Orami non ti riparavi neanche, eri seduta sui gradini davanti all’ingresso.

Trent si avvicinò e ti porse un caffè d’asporto.

Trent: Sai che ha la testa dura …

Gwen: … e che non ha tutti i torti? Anzi…

Trent stava per sedersi accanto a te quando si sentì:

Courtney: MA BRAVI! SIETE TORNATI INSIEME, SONO MOOOOLTO CONTENTA PER VOI!

Gwen: Courtney, ascolta! Io…

Courtney: NON MI PARLARE!
UN CONSIGLIO TRENT. GUARDATI BENE LE SPALLE QUANDO SEI CON LEI!!

E la castana richiuse la finestra tirando anche le tende.

Trent: Gwen, forse è meglio andare.

Gwen:…NO!

La gotica incominciò a bussare alla porta più forte che potesse.

Gwen: Ascolta Courtney! Ok, ce l’hai a morte con me ed hai ragione! Ma qui si tratta di Duncan!
Lui è ancora…

Courtney, da dietro la porta si mise ad urlare.

Courtney: ZITTA! NON VOGLIO ASCOLTARTI! VAI VIA O CHIAMO LA POLIZIA!

Gwen: No! Non me ne vado! Prima devi ascoltarmi!

Continuarono così per mezz’ora.

Trent si avvicinò alla porta.

Trent: Gwen, vuoi che ci provi io? Magari…

La gotica lo guardò accennando un sorriso.

Gwen: No Trent. Questa cosa la devo fare da sol …

I due sentirono delle sirene avvicinarsi ed una pattuglia si fermò proprio davanti a loro.

Poliziotto: Polizia di Toronto, non muovetevi prego. Abbiamo ricevuto una denuncia per disturbo della quiete pubblica.

Trent: Non ci credo… l’ha chiamata veramente.

Il tutto si tradusse con una notte al commissariato, ma senza ripercussioni perché la denuncia venne ritirata.

Eravate seduti sulle sedie del commissariato in attesa della riconsegna degli oggetti personali.

Gwen:  Mi dispiace Trent.

Trent: Ammetto di essere rimasto anche io un po’ sorpreso…
Demordi?

Gwen: …no.

Trent accennò un sorriso.

Gwen: Però continuo da sola.

Trent: Perché? Magari il look da carcerato mi donerebbe no? Magari mi faccio anche io la “cresta”?

Lo guardasti storto.

Trent: Dici di no eh?

Scoppiasti in una risata liberatoria, perché accanto a lui anche il commissariato diventa buffo?

Gwen: Sei…sei…incredibile.

E ti lasciasti cadere contro di lui che ti mise il braccio attorno alle spalle.


 
I giorni passavano e nulla cambiava.

Una sera rientrasti a casa, il tuo spirito si stava abbattendo sempre di più, cominciavi a perdere le speranze. A malapena salutasti tua madre e tuo fratello e, dicendo di non aver fame, andasti in camera sdraiandoti sul letto e cadendo in un sonno profondo mentre tentavi di riflettere sul da farsi.

Ciò che non sapevi era che, mentre dormivi, Trent decise di passare a casa tua per sapere come stesse procedendo la situazione.

Trent: Buonasera signora.

Mamma di Gwen: Oh, ciao Trent. Prego entra.

Trent: Sono passato solo per parlare con Gwen.

Mamma di Gwen: Ah… ecco, vedi… è di sopra in camera sua, ma… non è che sia molto in forma…

Il volto di Trent si spense, era chiaro che non era andata bene neanche oggi.

Mamma di Gwen: Ma aspetta, te la vado a chiamare.

Trent: No, non si preoccupi, non era niente di importante, meglio lasciarla riposare.
Adesso mi scusi ma mi sono ricordato di un impegno, buona serata.

E dicendo questo uscì dalla casa.

Si fermò lungo il marciapiede davanti alla villetta ed osservò la finestra della camera di Gwen. La luce era spenta.

Una volta qualcuno, non so più chi, disse che un uomo si può dire veramente innamorato solo quando mette Lei davanti al proprio orgoglio.

Trent si fermò un attimo a guardare il marciapiede sotto ai suoi piedi, dopo di che estrasse il cellulare.

Trent: Uff… che non si farebbe per amore…

Digitò un numero.

Geoff: Pronto?

Trent: Ciao Geoff, sono Trent. Scusa l’ora ma ho bisogno di un favore,  tu hai i numeri di telefono di tutti i concorrenti del reality, giusto?


 
Tu ti svegliasti l’indomani senza sapere nulla, l’unica cosa che notasti fu un messaggio sul cellulare.

“Vieni a casa mia.
TRENT”


Tentasti di riprenderti da un sonno che di ristoratore aveva avuto ben poco e solo dopo ti accorgesti di essere ancora vestita dalla sera precedente.

Gwen: Oddio, in che stato mi sono ridotta.

Ti dirigesti verso il bagno e facesti una doccia veloce, finito guardasti fuori dalla finestra. Un diluvio.

Gwen: Che razza di tempo. Che cosa può volere Trent.

Tornasti in camera tua e decidesti di chiamarlo.

Gwen: Trent?

Trent: Ciao Gwen!! Ehm.. tutto b.. urgh! Bene?

Gwen:.. sono io che te lo dovrei chiedere, che ti prende?

Trent: Oh, nulla sto… facendo dei lavori in casa.

Gwen: Ma non mi hai detto di venire da te adesso? Hai bisogno di aiuto?

Trent: Ehm, una specie.

Gwen: Ascolta, fuori sta diluviando. Ti va bene se passo dopo pranzo?

Ti toccasti lo stomaco ancora vuoto dalla sera prima.

Trent: Ehm… Beh, sì… direi che va bene.

Gwen: Grazie, sei un tesoro.

Trent: A presto allora, ciao.

Il chitarrista mise giù.

Stano che fosse lui il primo ad interrompere la comunicazione, ma era anche vero che ultimamente lo avevi un po’ trascurato.
Ti avvicinasti alla scrivania e con fare circospetto apristi un cassetto tirando fuori foto che vi ritraeva assieme.

Gwen: Dovrò trovare il modo di farmi perdonare anche da te.

Dicesti sorridendo e dando un bacio alla foto.

Mamma di Gwen: Gwe-en. Sei sveglia?

Gwen: S-s-sì mamma??

Per fortuna ti stava chiamando dal piano di sotto, non avresti sopportato anche la figuraccia di farti vedere con il volto rosso paonazzo.

Mamma: Vieni giù, ieri non hai mangiato. Ti preparo qualcosa.

Gwen: Arrivo.

E scendesti.
 


Al pomeriggio ti recasti da Trent ed appena lo vedesti  gli desti un forte abbraccio.

Gwen: Scusa il ritardo.
Forza. Da dove cominciamo?

Lui ti strinse per le spalle e ti guardò negli occhi, da quanto non ti specchiavi nei suoi occhioni verdi?

Trent: Gwen…

Gwen: Sì Trent?

Lui si avvicinò lentamente a te, mentre il tuo cuore batteva a mille. Come poteva succederti ogni volta?

Trent:… scusa.

Gwen: Eh?

Qualcuno ti afferrò da dietro.

Gwen: Ma cos..?

Ti girasti ti scatto.

Gwen: Duncan?? Ma che..

Duncan: Scusa Gwen, è un’idea di questo pazzo.

I due ti sollevarono e corsero in casa, non capivi cosa stesse succedendo.
Si diressero verso la porta dello scantinato, dove c’era Geoff intento a tenerla bloccata.

Trent: APRI GEOFF!!

La porta si aprì… rivelando una Courtney imbestialita.

Ti lanciarono contro di lei ed entrambe cadeste rovinosamente su di un materasso che era stato messo lì apposta.
I tre richiusero la porta.

Courtney: BRUTTI CRIMINALI!!! IO VI DENUNCIO!!!

Gwen: Ouch…
 


Trascorse un po’ di tempo, ma la situazione non stava migliorando.

Eravate sedute l’una davanti all’altra, senza parlarvi. Avevate tentato di aprire la porta, ma dall’altra parte c’erano sempre i ragazzi che ve lo impedivano.
Sapevi benissimo che non si sarebbero mossi di lì finchè non foste riuscite a trovare un accordo.

Gwen: Senti… forse dovremmo…

Courtney: Forse dovresti stare zitta.

Detto questo la castana si alzò e cominciò ad esaminare la stanza in cerca di una seconda via d’uscita.

Gwen: Ascolta, non mi importa se non vuoi perdonarmi, non ti chiedo di farlo…

Courtney: E saresti pazza a sperarlo.

Tu continuasti il tuo discorso senza far caso all’interruzione.

Gwen: … tutto ciò che voglio è rimettere a posto le cose tra te e Duncan, poi non mi rivedrai mai più.

Courtney: Tsk! Ma sentila, la martire.
Tu vuoi solo liberarti la coscienza. Beh, non sperare che io ti aiuti.

Gwen: No! Ti assicuro che…

Courtney: Ma piantala!! Lo vuoi solo per poter correre dal tuo menestrello sapendo di aver aiutato la “fragile principessa”. Beh, sai che ti dico…

Courtney si mosse nella tua direzione ed avvicinò il volto al tuo.

Courtney: VAFFANCULO!! TU, TRENT, GEOFF ED ANCHE QUELL’ALTRO SPORCO TRADITORE DEGNO TUO COMPARE!!
ED ORA NON TI AZZARDARE PIU’ A PARLARMI!!

Detto questo si allontanò.

Altro tempo passò ed al piano di sopra i tre ragazzi cominciarono ad essere nervosi.

Duncan: Ma perché diavolo mi sono fatto convincere da te, zucca vuota!

Trent: Senti, questo e l’unico modo per far sì che quelle due si chiariscano e non mi sembra che tu abbia proposto alternative, genio!

Duncan: Magari potrebbero riappacificarsi al tuo funerale no?

I due cominciarono a squadrarsi, quando arrivò Geoff a separarle.

Geoff: Buoni ragazzi, la situazione è già abbastanza complicata.

I tre sentirono un rumore.

Geoff: Che cos’è?

Trent: Niente, credo che stiano cercando di aprire il vecchio montacarichi dietro alla credenza.

Duncan: E lo dici così? Dobbiamo bloccarle o come minimo Court ci denuncia!

Trent: Io non mi preoccuperei tanto.

Geoff & Duncan: ??

Nel frattempo nello scantinato Courtney stava in tutti i modi cercando di aprire lo sportello del montacarichi.

Courtney: Deve..urgh… ancora nascere… uff… chi la fa … grrr…. A Courtney-Claire-BARLOW!!!

E con un ultimo sforzo riuscì a far scattare l’apertura… solo per essere sommersa dai rifiuti con cui Trent aveva riempito il condotto.

Courtney: AAAAAHHHHHHH!

Guardasti Courtney riemergere da quella montagna maleodorante con il volto che le era diventato rosso fuoco.

Courtney: PREGA CHE IO NON RIESCA MAI AD USCIRE DA QUI TRENT McCORD!!!

Ad un certo punto si voltò verso di te lanciandoti un’occhiataccia che ti fece rabbrividire.

Courtney: I miei complimenti darkettona, appena rimessi insieme e hai già trasformato un ragazzo “normale” in un sequestratore. Tsk!

Gwen: Hey, guarda che io non centro nulla con questa idea.
Io volevo solo parlarti, ma di certo non pensavo di arrivare a… QUESTO!

Dicesti indicando l’ambiente circostante aprendo le braccia.

Courtney: Già. E’ questo il tuo problema. NON PENSI!

L’atteggiamento di Courtney cominciava a farti saltare la mosca al naso. Ma, in fondo, ritenevi di meritartelo, quindi tacesti.

Courtney: Beh?

Gwen:??

Courtney: Invece di restare lì seduta, renditi utile per una volta ed aiutami ad uscire da qui!!

Gwen: Inutile.
Conosco a menadito questa casa. Le uniche vie di uscita abbastanza grandi sono: il montacarichi, le finestrelle per il ricambio d’aria, che come vedi sono chiuse e sigillate con assi, e la porta che è fuori questione.
Inoltre prima di chiuderci dentro Trent avrà chiesto a Duncan di fare un sopraluogo.

Courtney: MERAVIGLIOSO!! GRRRRR!!!

Courtney si mise davanti alla porta ed urlò a pieni polmoni.

Courtney: CRIMINALIIII!!!!
AIUTOOOO!!! QUALCUNO CHIAMI LA POLIZIA!!!

Gwen: Risparmia il fiato.
Trent ha fatto insonorizzare lo scantinato perché i vicini si lamentavano della musica quando lui e gli altri del gruppo provavano.

Courtney era sull’orlo di una crisi di nervi.

Courtney: SEMPRE MEGLIO!!!!

Courtney tornò a sedersi davanti a te e cominciò ad osservarti.

Courtney:…
Perché?

Gwen: …

Courtney: Perché tutte le disgrazie della mia vita devono avere a che fare con te?

Tacesti.

Courtney: Eh?
Speravo di essermi lasciata tutto alle spalle!! Invece anche dopo la fine di quello STUPIDO PROGRAMMA la gente continuava ad assillarmi con te e con Duncan. E poi tu te ne risbuchi e succede tutto questo!
PERCHE’?!

Non dicesti nulla, non aveva senso rispondere al suo sfogo di rabbia.

Courtney: E RISPONDIMI QUANDO TI PARLO!!!

Gwen: …
Non mi avevi detto di non parlarti più?

Courtney: TU non puoi parlarmi MA QUANDO TI FACCIO IO UNA DOMANDA MI DEVI RISPONDERE!!!
QUESTE SONO LE REGOLE.

Ti scappò un sorriso mentre tentavi di trattenere le risate.

Gwen: mph… regole…mph…

Courtney; T-T-T-TU OSI…

Gwen: Siamo rinchiuse in uno scantinato e lei ancora parla di regole…mph…

Courtney: SMETTILA IMMEDIATAMENTE!!!! GUARDATI ATTORNO!! E’ TUTTA COLPA TUA!!

Ti alzasti e cominciasti, per la prima volta, ad esaminare con attenzione lo scantinato. Tutto era stato preparato nei minimi dettagli, niente era stato lasciato al caso.

Courtney: VISTO?!

Sì, avevi visto. E lo trovavi magnifico.
Quel ragazzo dolce era arrivato a fare tutto questo per te.
Aveva coinvolto persino Geoff in quel suo folle gesto.
Aveva chiamato Duncan, DUNCAN. L’ultima persona sulla faccia della Terra che avrebbe mai voluto rivedere.
Per te.

Ormai la tua mente era volata lontano dallo scantinato. Forse era per questo che un tempo lo avevi lasciato, per paura di cambiare quel ragazzo sognatore. Ma lui non era mai realmente cambiato.
Era rimasto lo stesso ed era tornato da quella sciocca ragazza che solo ora si rendeva conto di quel che voleva.
Facesti fatica a ritornare con i piedi per terra, ma quando ci riuscisti eri ancor più determinata a chiudere quella storia.

Gwen: Courtney…

Ti voltasti di scatto… solo per vedere una Courtney infuriata mentre ti stava saltando addosso.
 




Nel frattempo al piano di sopra.

Geoff: Ehm, ragazzi?

Duncan: Che c’è?

Geoff: E’ da un po’ che non tentano più di scappare, o sbaglio?

Trent: Forse si sono decise a parlare tra loro.

Duncan: Io non sento nulla.

Trent: Il seminterrato è insonorizzato. I vicini si lamentavano quando suonavo.



Geoff: Non si staranno mica picchiando?

Geoff;Duncan&Trent: AHAHAHAHAH!

Duncan: Questa la vorrei proprio vedere!

Trent: Già! È imp..oss..

I tre si bloccarono con gli occhi sbarrati e proprio in quel momento si avvertì una forte vibrazione.

Trent: Presto apriamo questa porta!

Voi ragazze vi stavate azzuffando rotolando per terra.

Courtney ti stava tirando i capelli, mentre tu le tentavi di strappar via l…

PLING-PLONG: AVVISO AI GENTILI LETTORI
DATI GLI ATTI DI VIOLENZA SVOLTISI NELLA PRESENTE SCENA I NOSTRI LEGALI CI HANNO CONSIGLIATO DI NON DESRIVERE QUANTO IVI ACCADUTO.
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO E VI RIMANDIAMO AL SEGUENTE VIDEO DEI MOMENTI PIU’ DOLOROSI DELLA STAGIONE DI “A TUTTO REALITY, L’ISOLA”
http://www.youtube.com/watch?v=gVgS7XRqWZk
IL RACCONTO RIPRENDERA’ APPENA CESSATO IL MASS..EHM, IL DIVERBIO TRA LE DUE SIGNORINE.
BUONA GIORNATA

 
Voi ragazze vi alzaste da terra con i capelli arruffati , una buona dose di graffi assortiti e un occhio nero a testa.

I ragazzi erano rimasti paralizzati dalla scena.

Duncan: Queste sono tutte matte. Mai visto qualcuno pestarsi così…
Courtney: “Chiedo scusa”, “Chiedo scusa” CAZZATE!
GUARDA COME MI HAI RIDOTTA.

Gwen: Il fatto di voler sistemare le cose non vuole dire che mi sarei lasciata pestare.

Courtney: Tu.. uff..devi essere pazza.

Gwen: Io pazza? Non sono io quella fissata con le liste se non ricordo male.

Courtney: Si chiama organizzazione brutta serpe.

Gwen: Si chiama psicosi, comprati un dizionario.

Courtney ti risaltò addosso ma stavolta riuscisti a bloccarle le braccia.

Gwen: Io ho sbagliato. Ok, hai ragione. MA TU NON FARE LA PARTE DELLA SANTARELLINA!

Courtney: COSA?!!

Gwen: Non sono stata solo io a baciare Duncan. ANCHE LUI HA BACIATO ME!!

Duncan: E che bacio direi.
STOMP!

Trent tirò una gomitata in piena faccia al punk che cadde a terra svenuto.

Geoff: Brucia ancora eh?

Trent: Direi…

Gwen: MA PROVA A PENSARE PERCHE’ LO HA FATTO, EH?

Courtney: PERCHE’ SIETE DUE TRADITORI!!

Gwen: PERCHE’ TU TI OSTINAVI A VOLERLO CONTROLLARE COME SI FA CON UN ANIMALE!
TU E QUELLE TUE LISTE DEL CAVOLO! ANCORA MI RICORDO QUANTO ERA GRANDE QUELLA CHE MI MOSTRASTI SULL’AEREO, SEMBRAVA UNA CARTINA STRADALE!!

Courtney: COME MI PUOI DIRE QUEST..

Gwen: SCOMMETTO CHE NE HAI UNA IN TASCA ANCHE IN QUESTO MOMENTO!!!!

Courtney:!!!

Cadde il silenzio…


Geoff:..oh, mamma…

Gwen: Una relazione non è qualcosa che si prepara a tavolino Courtney. Anche io ci ho messo tempo per capirlo.

Ti voltasti verso Trent

Gwen: E proprio per questo stavo per rovinare tutto.
Forse hai ragione, lo faccio solo per il mio ego, per sentirmi l’anima in pace.
Ma adesso chiediti: ha più importanza questo o quello che senti veramente?

Nella stanza cadde il silenzio, Courtney si limitò a rivolgere lo sguardo verso terra mordendosi il labbro inferiore.
Poi all’improvviso corse verso la porta e spingendo via Geoff e Trent uscì dalla casa.

Geoff: Oh, maled..!

Gwen: Lascia perdere Geoff… ho già detto quanto dovevo.

Abbassasti lo sguardo.

Gwen: Ora non posso fare altro che aspettare… e sperare.

Trent: Gwen…

Per un momento rimanesti assorta nei tuoi pensieri, poi ti voltasti verso Trent.

Gwen: Trent, noi due dobbiamo parlare.

Trent si bloccò di colpo.

Geoff: Ho l’impressione che il difficile cominci adesso, amico…


 
Poco distante dalla casa Courtney era ferma lungo il marciapiede, sotto l’acquazzone.
Era uscita così di fretta che non aveva neppure preso un ombrello da quelli di Trent, ormai era già fradicia.

Courtney:… dannazione…
… ma perché non riuscite mai a farvi gli affari vostri…

La castana si girò al rumore di voci venire dalla casa di Trent e vide te e lui uscire in veranda mentre stavate discutendo.

Gwen: SE DICO CHE CI PENSO IO, TU NON DEVI INTROMETTERTI!!

Trent: Aspetta Gwen! L’ho fatto solo per…

Gwen: CERTO! PER AIUTARMI! ED E’ QUESTO CHE MI FA RABBIA!
DA QUANDO PENSI CHE NON SAPPIA PIU’ BADARE A ME STESSA?!

Trent: Sai bene che non avevo quell’intenzione.

Gwen: VADO A CASA!

Ti bloccasti di colpo nel ritrovarti di fronte Courtney, che ti guardava con aria seria.

Courtney: Dammi un passaggio in macchina. E non è una richiesta.

Senza fiatare vi dirigeste entrambe verso l’auto posteggiata sul ciglio opposto della strada e saliste.
Eravate ancora ferme quando Courtney ruppe quel silenzio glaciale.

Courtney: Nessuno me lo aveva mai detto…

Gwen:…

Courtney: Nessuno mi aveva mai detto quelle cose in faccia. Tutti mi hanno sempre detto che non era colpa mia.

Gwen:…

Courtney: Ed era la cosa peggiore.

Ti voltasti a guardarla e rimanesti sorpresa nel vedere lacrime di rabbia solcarle il volto.

Courtney: Erano… tutti lì, nessuno per consolarmi… ma per COMPATIRMI! ME!!
E’ stata questa la cosa peggiore.
Ero diventata la “povera stupida abbandonata”.

Gwen: Courtney…

Courtney: Basta…

Disse asciugandosi le lacrime.

Courtney: Sono stanca di litigare, stanca delle frasi di circostanza…
Voglio solo andare a casa e dormire.

Gwen: … come vuoi…

Courtney: Comunque sei stata troppo dura.

Gwen: Cosa?

Courtney: Con Trent.
Ha fatto una stupidaggine, ma solo per te.

Il volto di Courtney si fece scuro.

Courtney: Una follia per amore… perché “lui” non ne ha mai fatte per me?

Gwen: … dovresti saperlo com’è fatto…

Courtney:…

Gwen: Ma ti piace così com’è, vero?

La castana ebbe un sussulto.

Gwen: Come immaginavo.

Courtney: … ma ancora non posso perdonarlo…

Gwen: Non devi mica farlo subito

Courtney: ??

Gwen: Guarda me. Un attimo fa ho fatto la sfuriata a Trent, ma già l’ho perdonato.

Avvicinasti il tuo volto al suo.

Gwen: Però non glielo dirò fino a stasera, quando si presenterà a casa mia a chiedermi LUI scusa. Oppure gli manderò un messaggio prima di dormire così che io sia l’ultimo suo pensiero di oggi.

Facesti un sorrisetto malefico che lasciò Courtney spiazzata.

Courtney: …Mph…AHAHAHAHAHAH

La castana cominciò a tenersi lo stomaco dalle risate.

Courtney: Tu…tu sei perfida.

Gwen: AHAHAH.. lo so, ma Trent è così carino che non posso resistere qualche volta da fargli questi scherzetti.

Coutney: Dovrò provarlo anche con…

Courtney cadde nel silenzio.
Tu mettesti la sua mano sulla sua.

Gwen: Lo farai. Stai certa che anche lui non aspetta altro.

….

Gwen: Ma guai se non lo fai sentire in colpa.

Courtney: Ah, stanne certa. Gli farò passare un brutto periodo a quel punkettaro e GUAI se sgarra.

Entrambe vi voltaste a guardare fuori dal finestrino, ricoperto dalle gocce di pioggia e gli intravedeste lì, sulla veranda.

Courtney: Uff… due ragazzi normali non li potevamo trovare, eh?

Gwen: Beh, io non me ne lamenterei.

Courtney: … sì, hai rag..
??
Perché Duncan si tiene il naso?

Gwen: Ah, non lo so.
Però quei due sono incredibilmente vicini… che stanno facendo?

Courtney: Non si vede nulla tre gocce d’acqua e condensa!

Affinaste ancora di più la vista.

Gwen: Sembra che… ASPETTA UN ATTIMO!

Courtney: QUEI DUE SOMARI SI STANNO PESTANDO!

Ed usciste di corsa dall’auto per fermare i due litiganti.


 
 
Gwen si risvegliò da quel sogno ad occhi aperti, ora indossava il suo abito da sposa e davanti a lei c’era Courtney.
Ora era lei ad avere quel sorrisetto sul volto, le parti si erano invertite.

Courtney porse il diario nero a Gwen.

Courtney: Allora? Cosa conti di fare?

Gwen guardò prima il diario, poi gli occhi di Courtney per poi tornare ad osservare il diario nero.

La gotica si alzò in piedi di scatto, cogliendo la castana un po’ di sorpresa.
Si avvicinò al computer e lo osservò con sguardo fermo.
Poi spostò lo sguardo verso lo specchio, dove si rifletteva la sua immagine con quell’acconciatura che avevano impiegato tutta la mattina a fare.

Di colpo Gwen si mise le mani nei capelli e cominciò a disfare la pettinatura finchè i suoi capelli non tornarono sciolti.

Courtney: GWEN! CHE STAI FACENDO!!

Gwen osservò ancora la sua immagine, ma stavolta le spuntò un sorriso.

Gwen: Ora ci capiamo.
Scusa Courtney, ti ringrazio per la pettinatura. Ma francamente non era da ME.

Courtney sospirò.

Gwen si diresse verso la porta e la aprì.

Davanti c’erano tutte le ragazze e sua madre che aspettavano novità.

Mamma di Gwen: T-tesoro… tutto bene?

Gwen non disse niente, si tolse i guanti e li porse a Courtney.

Gwen: Coutney…

Courtney: S-sì?

Gwen: … il più nero possibile, niente grigio scuro.

Courtney accennò un sorriso e prese i guanti.

Courtney: Per chi mi hai preso?

La gotica si voltò verso le altre.

Gwen: Cosa c’è? Mai vista una gotica conciata come una bomboniera?
Abbiamo il MIO matrimonio da preparare, in marcia!

Lehawna: Eccola qui la mia Gwen!!

E le diede un forte abbraccio.

 
Nei giorni successivi Gwen sembrò essere rinata… anche troppo a dire il vero.

Arrivò addirittura a far cambiare le luci della pista da ballo in modo che fossero solo viola, blu scuro e rosse.
Era diventato un vero e proprio “uragano Gwen”, tanto che Courtney aveva cominciato a chiedersi se non avesse creato un mostro.
Quando la madre di Gwen vide gli abiti delle damigelle INTERAMENTE NERI stava per avere un infarto.

 
“Che stress”

Queste sono le uniche parole che rimbombano nella testa di Courtney mentre è seduta in cucina davanti ad un bicchiere d’acqua.

Courtney: Forse la Gwen depressa era più gestibile…

Gwen: BRIDGETTE!! DOVE SEI??

Courtney si gela.

Gwen: Courtney, hai visto Bridgette?

Chiede la gotica mentre entra in cucina, vestita con pantaloni e maglietta nera.

La castana volta la testa mooolto lentamente.

Courtney: L’ultima volta che l’ho vista stava cercando disperatamente i tovaglioli e le tovaglie  VIOLA che le hai ORDINATO di trovare.

Gwen: Esagerata. Le ho anche detto che mi vanno bene altri colori, ma non il bianco.

Courtney: NERO o VIOLA. Su quale pianeta la gente ha tovaglioli VIOLA?

Gwen: Hmm… in effetti hai ragione.

“MIRACOLO!” è l’unico pensiero che balena nella mente di Courtney.

Gwen: Bridgette.

Ricomincia a chiamare la sposa.

Bridgette: ECCOMI!! VITTORIA!! SONO RIUSCITA A…

Gwen: Scusa tanto Bridgette, ma Courtney mi ha fatto giustamente notare che il viola sarebbe un po’ troppo eccessivo anche per i tavoli...

Bridgette: Oh… vabbè allora dico loro di riprendere il bi…

Gwen: Quindi opteremo per il rosso scuro.

GELO NELLA STANZA.

Bridgette: Come prego?

Gwen: Il rosso scuro. Non è male come colore. Inoltre dovrebbe piacere a Trent più del viola, che francamente abbiamo usato anche troppo.

Gwen si gira verso Courtney e la abbraccia.

Gwen: Ah, la mia miss perfettina, cosa faremmo senza di te.

Courtney: N-N-NO, IO NON INTENDEVO Q…

Bridgette rompe con la mano la matita che ha con sé e lancia uno sguardo omicida a Courtney.

Bridgette: Veramente COURT! GRRRRRRazzie moltE!!

Gwen torna a sistemare le ultime cose, mentre Brigette si avventa di nuovo sul telefono.
Courtney ritorna ad osservare il bicchiere d’acqua.

Courtney: Uff… che str…

Parte la suoneria del cellulare.

DUNCAN

Courtney sbarra gli occhi leggendo il nome sul display.

Poi li rivolge verso l’alto e si libera.

Courtney: SCOMMETTO CHE TE LA STAI SPASSANDO UN MONDO TU, LASSU’!! VERO?!

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